Tavolo 11- Sicurezza nel percorso materno infantile e in pediatria

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Sicurezza Materno Sicurezza Materno Infantile e in Infantile e in Pediatria Pediatria Convention Nazionale dei Clinical Convention Nazionale dei Clinical Risk Manager Risk Manager Bari, 2-3 luglio 2015 Bari, 2-3 luglio 2015

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Sicurezza Materno Infantile Sicurezza Materno Infantile e in Pediatriae in Pediatria

Convention Nazionale dei Clinical Risk Convention Nazionale dei Clinical Risk Manager Manager

Bari, 2-3 luglio 2015Bari, 2-3 luglio 2015

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OBIETTIVIOBIETTIVI1. Obiettivo 1_Migliorare la presa in carico della

donna al parto attraverso la definizione e la comunicazione strutturata delle informazioni minime per costruire un sensemaking del caso intra e inter team.

1. Obiettivo 2_Aumentare la sicurezza del trasporto del paziente pediatrico critico (non politrauma e non neonatale) dall’ospedale di primo livello.

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COMPONENTI DEL COMPONENTI DEL TAVOLO TAVOLO Maria Carolina Romanelli, Policlinico di Bari, PugliaAngelina Guerriero, Azienda Ospedaliera diGallarate, LombardiaMaristella Moscheni, Istituti Clinici di perfezionamento Milano, LombardiaDiana Bonuccelli, USL di Lucca, ToscanaAnna Aprile, Università di Padova, VenetoLuigi Viola, Medico Legale Libera Professione; PugliaNadia Storti, Ospedali Riuniti, Ancona, MarcheSara Albolino, Centro Gestione Rischio Clinico e Sicurezza del Paziente Regione ToscanaGiulia Dagliana, Centro Gestione Rischio Clinico e Sicurezza del Paziente Regione Toscana

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OBIETTIVO 1OBIETTIVO 11. Obiettivo 1_Migliorare la presa in carico della donna

al parto attraverso la definizione e la comunicazione strutturata delle informazioni minime per costruire un sensemaking del caso intra e inter team.

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PUNTI DI FORZA OPPORTUNITA’

1. Procedure Percorso nascita

2. Cartella Ostetrica

3. Multidisciplinarietà dei team

4. Presenza del mediatore culturale per madri straniere

5. Competenza intrinseca alla figura dell’ostetrica sulla comunicazione con le madri (Certificazione ospedale UNICEF amico del bambino)

1. Raccomandazioni ministeriali

2. Norme stato regioni

3. Pratiche per la sicurezza evidence-based (handover)

4. Percorso gravidanza fisiologica come LEA

5. Disponibilità delle donne a partecipare attivamente alla pianificazione del proprio percorso di parto

Obiettivo 1_Migliorare la presa in carico della Obiettivo 1_Migliorare la presa in carico della donna al parto attraverso la definizione e la donna al parto attraverso la definizione e la comunicazione strutturata delle informazioni comunicazione strutturata delle informazioni minime per costruire un sensemaking del caso minime per costruire un sensemaking del caso intra e inter team.intra e inter team.

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Obiettivo 1_Migliorare la presa in carico della Obiettivo 1_Migliorare la presa in carico della donna al parto attraverso la definizione e la donna al parto attraverso la definizione e la comunicazione strutturata delle informazioni comunicazione strutturata delle informazioni minime per costruire un sensemaking del caso minime per costruire un sensemaking del caso intra e inter team.intra e inter team.

PUNTI DI DEBOLEZZA OSTACOLI

1. Limitazioni legate alle norme contrattuali vigenti (vincoli di orari contrattuali, no intramenia, ricorso a specializzandi)

2. Difficoltà di intercettare donne straniere durante la gravidanza per la preparazione al parto

3. Scelta del setting del parto da parte della donna

4. Sistemi di valutazione delle performance che costruiscono un’organizzazione univoca volta ad incentivare il parto fisiologico

1. Mancanza di continuità assistenziale per turnistica

2. Mancanza di una modalità strutturata di consegna delle informazioni intra ed extra ospedale

3. Integrazione digitale delle informazioni a disposizione di tutti gli operatori coinvolti (ospedale/ territorio)

4. Accesso da percorsi diversi delle donna con disomogeneità nelle disponibilità delle informazioni

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Obiettivo 1_Migliorare la presa in carico della Obiettivo 1_Migliorare la presa in carico della donna al parto attraverso la definizione e la donna al parto attraverso la definizione e la comunicazione strutturata delle informazioni comunicazione strutturata delle informazioni minime per costruire un sensemaking del caso minime per costruire un sensemaking del caso intra e inter team.intra e inter team.

PUNTI DI DEBOLEZZA OSTACOLI

1. Mancanza di una formazione accademica con approccio di integrazione tra le professioni sanitarie

2. Insufficiente comunicazione da parte della struttura ospedaliera relativamente alle informazioni nel pre-parto e post parto da parte dell’ospedale

1. Assenza di formazione di Equipe

2. Carenza degli strumenti a supporto delle decisioni per prevenire il rischio condivisi tra le varie professionalità

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Strategia obiettivo 1Strategia obiettivo 1

1.Riorganizzazione aziendale per garantire maggiore continuità assistenziale attraverso l’attivazione della libera professione aziendale2.Fascicolo elettronico sanitario con integrazione delle informazioni relative a tutto il percorso nascita supportato da una procedura di comunicazione diretta 3.Attivare strategie di coinvolgimento di rappresentanti delle comunità straniere nella pianificazione della formazione pre e post parto (approccio triple aim)4.Introdurre la simulazione in team nella formazione di base 5.Mettere a punto un progetto Handover per la definizione degli strumenti di comunicazione (verbale e scritta) Intra e inter team 6.Sistema di monitoraggio e feedback sul contenzioso con focus su EA legati a difetto di comunicazione7.Introduzione della Checklist di sala parto8.Introdurre nel sistema di valutazione del percorso materno infantile di indicatori che monitorino i parti cesarei in emergenza

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OBIETTIVO 2OBIETTIVO 2

Obiettivo 2_Aumentare la sicurezza del trasporto del paziente pediatrico critico (non politrauma e non neanato a rischio) dall’ospedale di primo livello.

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Obiettivo 2_Aumentare la sicurezza del trasporto del paziente pediatrico critico (non politrauma e non neonato a rischio) dall’ospedale di primo livello.

PUNTI DI FORZA OPPURTUNITA

1. Sensibilità e attenzione alla tipologia di paziente

2. Capacità di ascolta dell’equipe rispetto alle informazioni fornite dai genitori

1. Rete del 118

2. Disponibilità degli ospedali di riferimento all’organizzazione del tutoraggio a distanza

3. Formazione e attivazione del pediatra di base nell’identificazione del paziente in deterioramento clinico

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Obiettivo 2_Aumentare la sicurezza del trasporto del paziente pediatrico critico (non politrauma e non neonato a rischio) dall’ospedale di primo livello.

PUNTI DI DEBOLEZZA OSTACOLI

1. Limitata casistica

2. Limitata capacità di riconoscimento precoce della criticità che necessità del trasferimento

3. Diffidenza degli operatori non formati adeguatamente a trattare il bambino

1. Mancanza di una strategia di formazione comune per garantire omogeneità di comportamenti

2. Mancanza di chiarezza rispetto a quale equipe debba prendere in carico il paziente durante il trasporto.

3. Dissimulazione delle lesioni etero inferte

4. Mancanza di disponibilità del centro di livello superiore ad accogliere il bambino.

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1.Algoritmi condivisi tra pediatri di libera scelta e i famigliari per la intercettazione di quadri di possibile deterioramento clinico del bambino legato a patologie subdole

2.Algoritmo di valutazione per il triage e formazione relativamente alle patologie subdole

3.Simulazione in situ degli scenari relativi alla gestione delle patologie subdole

4.Raccomandazione del ministero e atti di recepimento delle regioni rispetto alla gestione del trasporto pediatrico protetto (vedi STEN) sulla base di un censimento delle procedure già in uso

5.Formazione e sensibilizzazione degli operatori per aumentarne l’attenzione rispetto a cogliere fattori di rischio di tipo psicologico, sociale, abuso, maltrattamento e messa a punto di una procedura di presa in carico a livello di rete dei servizi

6.Sviluppare sistemi online per condividere la disponibilità dei posti letto in pediatria a livello regionale

Strategia obiettivo 1IStrategia obiettivo 1I

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GRAZIE GRAZIE