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ANNO XXVII - N. 3-4 - 2010 #asnik Slovencev po Svetu PERIODICO BIMESTRALE DELL’UNIONE EMIGRANTI SLOVENI DEL FRIULI-VENEZIA GIULIA EMIGRANT Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB UDINE - TASSA PAGATA/TAXE PERÇUE

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ANNO XXVII - N. 3-4 - 2010

#asnik Slovencev po Svetu

PERIODICO BIMESTRALE DELL’UNIONE EMIGRANTI SLOVENI DEL FRIULI-VENEZIA GIULIA

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ŒkrutoveScrutto

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editoriale

di Dante Del Medico

EMIGRANT

Pubblicato con il contributo finanziariodella Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

INDICE

Slovenian Youth Convention from

Friuli Venezia Giulia p. 4

Compartiendo alegria con Liliana p. 10

I Presidenti di Italia, Slovenia e Croazia al concerto dell’amicizia a Trieste p. 14

Jesti po naœim p. 16

Z Lilijano je nimar veselo p. 18

Impressions de voyage (1) p. 21

Giornata dell’Emigrante p. 23

Gocce di storia e di cultura p. 25

Naœa Družina p. 26

Soluzioni equilibrate

In varie occasioni, negli ultimi mesi, si sentono voci e si leggono dichiarazioni alla stampa, nelle quali ci si chiede se davvero i Corregionali all’Estero, o gli emigranti della nostra Regione nel mondo ed i loro discendenti, abbiano la necessità di essere rappresentati da ben sei Associazioni riconosciute.Affrontando questo argomento, dobbiamo sempre tenere a mente il carattere mul-ticulturale della nostra Regione e la Legge Regionale n° 7 del 2002 lo riconosce espressamente all’articolo 2, quando si prefigge di assicurare l’identità culturale e linguistica dei corregionali all’estero di origine friulana e slovena nonché di quelli di origine istriana, fiumana e dalmata.Ognuna delle sei Associazioni si rivolge principalmente ad una di queste tre iden-tità oppure a tutte le tre.Non sta a noi, che oltre a tutto siamo parte in causa, esprimere pareri sulla con-gruità del numero delle Associazioni regionali e sulla loro funzionalità rispetto ai fini che la legge si propone di raggiungere. Come in ogni situazione del genere, ci sono elementi a favore della differenziazione ed elementi a favore di una maggiore unitarietà anche organizzativa, oltre a quella, più importante, di intenti.Ma, ripetiamo, non è la nostra Unione, come non lo sono le altre, quella che ha il compito e la possibilità di decidere in un senso o nell’altro.Quello che però ci sentiamo di poter affermare è che se il ruolo dell’Associazionismo è insostituibile, altrettanto fondamentale ed insostituibile è quello della Regione.È essa infatti che indica alle Associazioni le linee fondamentali di intervento dalle quali discendono anche le priorità, ancora più decisivo è il suo ruolo di co-finanzia-trice delle attività che vengono realizzate.Che le Associazioni siano sei o dieci o tre o una sola, quello che non cambia sono i milioni di corregionali e loro discendenti che dalla terra di origine si aspettano un sostegno per il mantenimento o il rafforzamento della loro identità, condizione senza la quale ogni altro tipo di collegamento diverrebbe impossibile.Ci rendiamo conto che la situazione economica del nostro Paese e della nostra Regione non consentono illusioni di sorta ed è doveroso riconoscere all’Assessore Molinaro di aver mantenuto, per l’anno 2010, lo stesso livello di finanziamento dell’anno precedente.Dato atto di questo, non possiamo però non ricordare che l’impegno finanziario della Regione per i Corregionali all’Estero si è ridotto della metà rispetto a venti anni fa e la riduzione ha avuto luogo in anni nei quali la situazione economica non era certamente quella di adesso.Certamente le Associazioni non sono prive di difetti, certamente vi è sempre la possibilità di adeguarsi al meglio. Non vi è però dubbio che se vogliamo, ad esem-pio, includere sempre di più le giovani generazioni nella realtà dei Corregionali all’Estero, questo necessita di risorse umane ma anche finanziarie.Siamo certi che la Giunta Regionale saprà trovare soluzioni equilibrate, seguendo la lettera e lo spirito della legge.

#asnik Slovencev po Svetu

Periodico bimestrale dell’Unione EmigrantiSloveni del Friuli Venezia Giulia

Direzione, Redazione, Amministrazione:33043 Cividale - Via IX Agosto, 8 (UD)Tel. (0432) 732231 - Fax (0432) 700817

e-mail: [email protected]

Direttore responsabile: Duœan Udovi@

Autorizzazione del Tribunale di Udinen. 33/84 del 19/10 1984

Printed by: Juliagraf Premariacco, UdineFotocomposizione: Juliagraf

Premariacco, Udine

Associato all’USPIAderente alla F.U.S.I.E.

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“...Cari giovani, in questi giorni ho imparato a conoscervi e sono rima-sta affascinata. Siete giovani, svelti, intelligenti, pieni di entusiasmo e si-curi di voi stessi. Ciò che fate, lo fate con convinzione e con tanta passio-ne... Ora tornate nei vostri Paesi con la visione di una cultura viva e promettente, aiuterete a far crescere e rafforzare l’immagine della nostra cultura nel mondo...”Con queste parole, la Presidente del Circolo di Ottawa, Emma Vogrig,

ha salutato i partecipanti al semina-rio al momento della loro partenza.Quindici giovani, provenienti dai Circoli di Marcos Paz, Villa Bal-lester, Rosario, Mendoza, Diggers Rest, Melbourne, Brisbane, Lie-gi, Tamines, Lugano, Vancouver, Thunder Bay, Montreal e Ottawa, si sono incontrati a Ottawa, in Cana-da, per un seminario di cinque gior-ni, dal 23 al 29 luglio.A loro i genitori ed i nonni hanno trasmesso gli elementi della nostra

cultura e delle nostre tradizioni.Proprio il concetto di „trasmissio-ne” è quello che è stato alla base del seminario. Ora sono loro ad essere chiamati a trasmettere a loro volta alle generazioni future quello che hanno ricevuto.Certamente il mondo in cui vivia-mo è molto cambiato negli ultimi decenni. È cambiato anche in Friuli Venezia Giulia ed anche nelle valli e nei villaggi nei quali ognuno dei partecipanti al seminario ha, alme-

Dall’Australia, dall’Argentina, dal Canada e dall’Europa, per una sempre più attiva presenza dei giovani sloveni nel mondo

Slovenian Youth Convention from Friuli Venezia Giulia

Ottawa 23 – 29 lugliO 2010

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Ottawa 23 – 29 lugliO 2010

no in parte, le sue radici.Noi non siamo quello che erano i nostri avi e non siamo e non voglia-mo essere o diventare delle semplici copie.Nell’eredità che abbiamo ricevuto dobbiamo ricercare gli elementi ed i motivi per diventare persone e co-munità che vivono il loro tempo e si realizzano nel luogo in cui si tro-vano.La nostra identità non può essere un bel quadro appeso al muro. Essa deve invece diventare un patrimo-nio che arricchisce la nostra perso-nalità ed essere qualcosa di utile ed interessante anche per le persone che vivono assieme a noi, siano esse italiane, canadesi, argentine, belghe, svizzere, australiane e così via.Nel corso del seminario di Ottawa abbiamo cercato di individuare, at-traverso lo scambio di esperienze diverse, un modo di essere “Sloveni nel mondo” che sia adeguato alle esigenze e alle aspettative del mon-do attuale.E i nostri giovani nel mondo non possono essere visti come „emi-granti”. Non sono nati nella terra di origine, la lingua madre non è più quella parlata nelle nostre valli. Sono a tutti gli effetti cittadini dei Paesi dove abitano.Che cosa dunque ci spinge ad in-contraci fra di noi?Quello che abbiamo in comune è una parte della nostra identità. Una parte, perché nessuno è più

solamente una cosa sola. Nessuno è solo Sloveno o Australiano o altro. Ognuno è ANCHE ciascuna di que-sta cose.Abbiamo parlato della nostra Unio-ne, del perché essa è nata, di cosa può fare per tutti noi e, soprattut-to, di come, nel futuro, potrà essere ancora elemento di collegamento fra tutti noi, sia che viviamo nelle Valli in Italia che in ogni parte del mondo.Vogliamo rimanere una “comunità” che esiste non perché abitiamo vi-cini gli uni agli altri, ma perché fra le persone che la compongono esiste un legame, un qualcosa che, pur nel-le rispettive diversità, ci accomuna.Ad Ottawa ci ha accomunato la condivisione di una parte delle no-stre radici: quella slovena del Friuli Venezia Giulia.La scelta di tenere questo seminario in una città lontana dalla Regio-ne e dall’Italia non è stata casuale. Abbiamo voluto con questo sottoli-neare che gli Italiani, i Friulani, gli Sloveni non sono più solo quelli che abitano nelle loro terre tradizionali.Oggi non è più solo il territorio che identifica la nostra comunità. Essa è composta da tutti quelli che sentono di farne parte, a livello mondiale.Va da sè che niente viene dal nien-te. Ogni progetto ha bisogno di idee ma anche di uomini e donne che lo facciano diventare realtà.Il progetto della nostra Unione ha camminato, e in parte cammina an-

cora, sulle gambe dei genitori e dei nonni. Oggi abbiamo bisogno di gambe nuove, in grado di raccoglie-re il testimone e di affrontare con rinnovato entusiasmo il cammino tracciato e iniziato.Questo il risultato del seminario di Ottawa: trovare stimoli ed entusia-smo per diventare i nuovi promoto-ri della nostra cultura nei Circoli e nelle società in cui siamo cresciuti e, nel contempo, gli animatori e i diri-genti dei Circoli di appartenenza.Ci siamo conosciuti, abbiamo scam-biato esperienze, abbiamo racconta-to cosa stiamo facendo e cosa stiamo per fare. Soprattutto abbiamo pro-posto idee ed iniziative che saranno utili ed interessanti per noi e per i nostri coetanei, anche per quelli che non hanno origini slovene.La nostra comunità è piccola e poco conosciuta, tuttavia ci ha trasmes-so una cultura che non è piccola o minore. Ogni cultura ha la stessa di-gnità e grandezza e la sua scomparsa rappresenta una perdita irreparabi-le per tutta quella che Einstein ha chiamato la “razza umana”.I valori culturali e morali di cui sia-mo portatori sono unici, sono i „no-stri”, solo conservandoli potremmo essere interessanti per gli altri.Da parte dell’Unione e soprattutto dei partecipanti un vivo e sentito ringraziamento alla Presidente del nostro Circolo, Emma Vogrig, al Presidente del Centro Abruzzese, Nello Scipioni, che ci ha dato la di-

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sponibilità dei locali del Centro, ha accolto i partecipanti ed ha anche seguito parte dei lavori.Al seminario hanno inoltre por-tato il loro prezioso contributo la Presidente del Congresso Nazio-nale Italo Canadese di Ottawa, avv. Josephine Palumbo ed il di-rettore del settimanale “L’Ora di Ottawa”, Paolo Siraco che, oltre ad aver attivamente partecipato ad alcuni momenti del semina-rio, ha dato grande risalto all’av-venimento sul periodico da lui diretto.Anche Luciano Gonella del “Cor-riere di Ottawa” ha, da parte sua,

riportato con grande rilievo l’ini-ziativa. Un grazie anche a Luciano Predal che ha presentato un breve escursus sulla città di Ottawa e sulla sua storia.La nostra carissima amica e col-laboratrice, Carmela Prinzo, non solo ha partecipato ai lavori ma ha anche realizzato un servizio di 45 minuti per la televisione locale.Per Carmela, che ha parte delle sue radici nel comune di Grimac-co, un grandissimo grazie non ba-sta, merita davvero molto di più, grazie anche a Robert Vogrig che ha curato l'organizzazione.Da ultimi, ma certamente non per

importanza, vogliamo ricordare e ringraziare in modo particolare il Prof. Franco Ricci che ci ha dato eccellenti spunti di riflessione in qualità di docente universitario ma soprattutto ha stupito tutti per le sue abilità fra i fornelli e Nick Urban che come sempre è stato un amico generoso e disponibile.Il seminario si è concluso con una splendida serata finale, alla quale hanno preso parte anche i Presi-denti del Fogolar Furlan, Enrico Ferrarin e dell’Associazione Giu-liano-Dalmati, Dario Zannin, a testimonianza che le diversità cul-turali uniscono e non dividono.

Philippe Birtig tra i presidenti di Ottawa e dell'Unione

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I rappresentanti dei giovani dei cir-coli dell’Australia, dell’Argentina, del Canada, del Belgio e della Sviz-zera, riuniti a Ottawa (Canada) dal 23 al 29 luglio 2010, confer-mano la loro volontà di mantenere e approfondire l’identità culturale trasmessa loro dalle generazioni che li hanno preceduti.Da cittadini dei Paesi nei quali sono nati e nei quali vivono, conferma-no di sentirsi comunque parte della comunità Slovena del Friuli Vene-zia Giulia e di ritenersi coinvolti nella sua vita e nelle sue attività.

Ricordando le motivazioni che han-no portato alla nascita dell’Unione e cioè:“Scuole nella nostra lingua e lavo-ro a casa”, vorrebbero contribuire nei limiti delle loro possibilità, a far sì che nella terra di origine dei non-ni e dei genitori, la cultura slovena possa mantenersi e rafforzarsi.Questa infatti è il punto di riferi-mento necessario ed indispensabile per tutte le nostre comunità nel mondo.A questo proposito, esprimono preoccupazione per l’impossibilita

dei giovani delle valli del Natisone, Torre e Resia di trovare, ancora oggi, possibilità di lavoro qualifica-to nella loro terra.Analoga preoccupazione esprimo-no per le difficoltà nelle quali si trova l’unica scuola con insegna-mento bilingue, italiano-sloveno, in provincia di Udine e per la qua-le tanto si sono impegnati anche i soci dei circoli dell’Unione nel mondo.Invitano pertanto le autorità e le istituzioni competenti, a trovare, al più presto, una soluzione ade-

Tutti assieme per la serata conclusiva

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guata per la scuola bilingue di San Pietro al Natisone.Riconoscono quanto sia prezioso il patrimonio di cultura e di valori che hanno ricevuto e si impegnano a trasmetterlo a loro volta, anche utilizzando le risorse che l’attuale tecnologia rende disponibili e so-prattutto diventando sempre di più animatori e protagonisti della vita dei circoli di appartenenza.A tal fine e allo scopo di facilitare l’inserimento di altri loro coetanei nelle attività dei circoli, formulano le seguenti proposte che potrebbero avere anche immediata applicazio-ne: • Raccolta di interviste a persone slovene del Friuli Venezia Giulia nei vari circoli sulla loro esperien-za di vita riguardo l’emigrazione.Queste interviste andranno poi sottoposte al direttivo per un’even-

tuale pubblicazione sulla rivista “Emigrant”.• Proporre ai soci la possibilità di creare e condividere il loro albero genealogico tramite il sito www.myheritage.com.A ogni partecipante al congresso è stato spiegato il funzionamento del sito affinché possano essere un punto di riferimento per i membri dei propri circoli. • Creazione di un formulario standard da sottoporre a soci e simpatizzanti per raccogliere dati da usare allo scopo di scoprire legami tra soci e simpatizzanti di vari Circoli • Per il giorno dell’immigrante ogni circolo organizzi un’attività, eventualmente in collaborazione di altri circoli e poi così scrivere un articolo per la rivista “Emigrant”.• Solidarietà verso altre comunità

locali che necessitano di aiuti (aiu-ti finanziari o aiuto con attività varie) come per esempio la scuola di Rosario per bambini con disabi-lità uditiva.• Organizzare regolarmente in-contri con rappresentanti dei vari circoli UES a livello statale o con-tinentale.• Verificare la possibilità di scam-bio tra giovani di vari Paesi trami-te disponibilità dei soci di ospitarli mutualmente per un determinato periodo di tempo. Esempio: ospi-tando un giovane dell’ UES di Lu-gano a Ottawa e poi viceversa. Questo anche chiedendo la colla-borazione finanziaria del Servizio per i Corregionali all’Estero della Regione Friuli Venezia Giulia• Aggiungere su sito web dell’UES collegamenti utili quali per esempio i siti dei comuni, associazione slo-

Emma Vogrig, Federazione nordamericana e Dante Del Medico Stefano Lendaro (Lugano) e Carmela Prinzo (Ottawa)

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dai nOstri circOli

vene, italki.com, myheritage.com, etc) e guide a tema (creazione gui-de responsabilità Stefano)• Creare sul sito una Chat (in-serire modulo java con possibilità dell’implementazione della gestio-ne degli utenti per evitare abusi) per permettere ai visitatori del sito dell’UES di chiacchierare online. • Mettere a disposizione sul sito dell’unione i toponimi e il signifi-cato dei nomi di famiglia delle lo-calità.• Verificare possibile collaborazio-ne con altre associazioni slovene o dell’area di Alpeadria presenti nei vari stati.• Eventualmente organizzare ma-nifestazioni culturali in Benecia, delle quale siano protagonisti ap-partenenti alle varie comunità di Sloveni del Fiuli Venezia Giulia nel mondo.

Nathan Carlig (Liegi), Stefano Lendaro (Lugano), Adrian Iez-zi (Brisbane), Andrew Bratina (Diggers Rest), Vivian Floreancig (Melbourne), Juan Pablo Bobbe-ra (Marcos Paz), Lorena Martin (Villa Ballester), Jimena Valdi-vieso (Mendoza), Ariel Tristan (Rosario), Ivana Pauletig (Van-couver), Marissa Kuper (Thun-der Bay), Sophie Chauvin-Predan (Montreal), Carmela Prinzo (Ot-tawa), Robert Vogrig (Ottawa), Philippe Birtig (sede di Cividale)

Nathan Carlig presidente del Circolo di Liegi e il Prof. Franco Ricci

A sinistra: Enrico Ferrarin presidente del Fogolar Furlan. A destra: Dario Zannin dell'Associazione Giuliano-Dalmati

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naŒE POti PO sViEtE

Compartiendo alegria con liliana

Mi madre, Liliana Cont, nació en Canebola, fracción del Comune de Faedis, el 29 de abril de 1930, hija de Luis Cont y Benvenuta Petrigh, fue única heredera hasta el 1943 cuando nació su hermana Vene-rina. Su familia estaba compuesta por tres personas y esto les permitía vivir un poco más tranquilos den-tro de un sistema de economía pri-maria, de todos modos Liliana se quejaba por no poder comer todo lo que deseaba. A pesar de haber crecido duran-te la segunda guerra mundial, ella

suele contar sobre su infancia algu-nas anécdotas simpáticas. Los recuerdos gratos se remiten a los momentos cotidianos cuando por ejemplo, hacia companía al padre cuidando que no entre aire en la parva de tierra durante el proceso de producción del carbón vegetal, o cuando tenía que estar muy atenta al momento en que la gallina ponía el huevo para ir cor-riendo al negocio a cambiarlo por un poco de sal.También suele contar que tenía que ordeñar la vaca y que toda la

leche debía de ser destinada a la “latteria” para hacer queso, asique aprovechava ese momento para to-mar a escondidas de su madre, un chorrito de leche tirándoselo en la boca directamente.Sobre el período escolar no habla mucho, quizá porque ha sido muy breve, encambio conoció el traba-jo desde la edad temprana. Cuan-do era niña, Liliana iba a Faedis en una casa donde criaban gusanos de seda y donde ella se ocupava de cortar finito finito las hojas de la morera para darle de comer a las larvas hasta su crecimiento. Ella recuerda que tenía, como todos los niños, que ayudar a transportar con la “gerla” en la espalda, el pa-sto para la vaca y que sentía admi-ración por su prima porque lograba cargar más kilos que ella. Durante la adolescencia, los mo-mentos felices fueron sin dudas los pasados en la Fiesta del pueblo que en Canebola se llama “Vandimiz-za”. Este festejo tiene carácter reli-gioso terminando con el baile para los jóvenes. A proposito, ella cuen-ta con grande satisfacción aquella vez en que debido a la escasez de productos por la guerra, su madre llegó a confeccionarle un vestido nuevo para ir al baile, con la tela de un paracaídas encontrado cerca de la casa. Terminada la guerra, a los 15 años, mi madre fué a trabajar como do-méstica en casas de familias ricas a Venecia y luego a Milán. Regresó a casa por poco tiempo ya

Liliana (a sinistra) assieme a Ines nel giorno del matrimonio

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que enseguida aceptó otra oferta de trabajo en Suiza (Canton Zug). En este nuevo empleo las dificul-tades fueron mayores debido sobre todo a los problemas de comunica-ción, visto que en el lugar se ha-bla alemán, y los primeros tiempos ha tenido que ingeniárselas para “adivinar” las órdenes que recibía y acomodarse a las costumbres de la casa.Desde la Argentina, Remigio le escribía cartas a las que ella conte-staba regularmente. Los dos habían crecido en el mismo pueblo, se co-nocián desde niños y Liliana tenía muchos recuerdos de él, entre ellos tenía presente la vez en que Remi-gio la habia invitado para ir juntos a bailar dejándola al final en casa por un “cambio de decisión a últi-mo momento”. Finalmente decidieron casarse y debido a la distancia lo hicieron por “Poder”. En mayo de 1951 Liliana llega al puerto de Buenos Aires junto a su prima Ines, casata también ella por “Poder” con Mo-desto Petrigh, primo de Remigio. Fueron recibidas por sus respec-tivos maridos y otros paisanos y llevadas a sus nuevos hogares que en el caso de mi madre era la casa paterna de Remigio.Mi padre tenía un trabajo seguro con un buen sueldo ya que era em-pleado en el ferrocarril Mitre como motorman. En aquellos tiempos, la Municipalidad de San Martín lan-zó un plan de promoción para la ur-banización del barrio con créditos

bancarios muy favorables para la compra de terrenos. Esta oportuni-dad fué aprovechada por ellos para sentar las bases del nuevo hogar. Después de algunos meses, Lilia-na inizió a trabajar en una fábrica para ayudar a la economía familiar y Remigio integraba las horas de servizio en el ferrocarril con chan-gas como obrero en la fábrica de marmoles reconstituidos de Odori-no Boer. En algunas oportunidades además, iba a la fábrica de mosaicos de Otero para descargar las bolsas de cemento o cal cuando llegaba el camión proveedor. Poco a poco fueron construyendo la propia casa. Mejorar las con-diciones de vida y terminar la construcción generaba un costo importante por lo que mi padre de-

cidió fabricar por su cuenta mesa-das, umbrales y solias para vender a los nuevos vecinos. Cuando Li-liana quedó embarazada, renunció a su trabajo para ayudar a su esposo en la nueva actividad. Con el aumento de las ventas mi padre tuvo que dejar la bicicleta y comprar una “chatita” para entregar la mercadería y mejorar la mobili-zación, ya que en aquellos tiempos el colectivo más cercano pasaba a 5 cuadras. Las calles eran de tierra sin veredas, con una todavía escasa urbanización, el barrio mantenía las características rurales. Suele contar mi madre que el día que estaba por nacer su primoge-nita, primero tuvo que ayudar a su marido empujando la chatita para ponerla en marcha y asi poder lle-

Al centro Remigio, in occasione del Congresso dell'Unione, a S. Pietro nel 1983

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gar a la maternidad donde en junio del ’52 nació Ester Alicia.La fabricación de marmoles recon-stituidos por cuenta propia iba en aumento y las ganancias permi-tieron a Remigio, dejar de hacer changas en las otras fábricas. Lilia-na además de las obligaciones de la casa se ocupaba de organizar la par-te administrativa, las actividades bancarias, los impuestos y seguir la producción comercial cuando su esposo no estaba, por ello con el tiempo se vió obligada a aprender a manejar. La casa, la oficina y el terreno donde mi padre fabricaba los umbrales en-contraba poco espacio así fue como pensaron en construir el primer galpón además de tomar obreros.

En el 1954 la actividad se encon-traba bien organizada, Liliana en-tre la cocina y el lavarropas se ocu-paba de atender a los clientes que venián a comprar, seguir la factu-ración, las entregas y el cobro a los vecinos. Con la construcción de una nueva fábrica para la producción de mo-saicos, tuvieron que contratar más personal, cambiar la chatita por un camión de segunda mano y com-prar un automóvil.Así a las otras actividades, mi ma-dre debió ocuparse también del personal, recibos de sueldos y car-gas sociales bajo la guía del conta-dor que seguiá el balance desde su estudio privado.En 1955 “llamaron” a mis abuelos y

tia Venerina los cuales se incorpo-raron a la casa para vivir todos jun-tos. La familia se completa cuando dos años más tarde nace su segunda hija, Isabel. Por los años 60 y gracias a la obra social del ferrocarril, mis padres pudieron tener sus primeras vaca-ciones visitando Mendoza. En el año 1962 el ferrocarril lan-za una campaña tendiente a la re-ducción de personal y esta política estimula mi padre para renunciar a su puesto concentrándose en el desarrollo de la fábrica de mosaicos y otras actividades comerciales más que incorporó con el tiempo.Más tarde, si bien mi madre estaba siempre presente, su rol dejó el pro-tagonismo a los empleados acom-

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80° compleanno assieme alle figlie, al genero e ai nipoti

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pañando activamente los aconte-cimientos y complementando mi padre en los nuevos objetivos que se ponía. En este período subentra una etapa de gran actividad social participan-do al nacimiento de la asociación friulana “Castelmonte” y la con-strucción de la iglesia. En aquellos años la familia al completo cola-boró preparando y trabajando en las fiestas, mi madre cocinando o sirviendo mesas, además de cantar en el coro o llendo en comitiva a representar la institución. Por los años 80 el grupo de amigos más íntimos originarios de Canebo-la, decidieron fundar el circulo de la Unión de Emigrantes Eslovenos en Villa Ballester y para ello nom-braron presidente a Remigio por lo que mi madre se vió duplicada la participación y colaboración en las asociaciones. En la UES tomó las riendas de la cocina y junto a las demás esposas de los miembros de la comisión directiva llevaron ade-lante la delicata tarea de satisfacer los comenzales. Desde entonces, Liliana todavía ocupa activamente un lugar en la institución. Lamentablemente mi padre fal-leció en 1986 dejando en Liliana un gran vacio del sosteño que los caracterizaba como pareja.Doce años más tarde, Isabel y su familia emigraron a Italia, radicán-dose en el Friuli. Triste por no poder compartir con Remigio estos últimos años, mi madre pasa su tempo junto a los

familiares y amigos, ocupándose de la organizzación en las fiestas para el club de la UES y viajando por largos períodos al Friuli para estar con su otra hija, yerno y nieta.En síntesis ella ha sabido conjugar el trabajo con el divertimiento, las obligaciones con el descanso y compartíendo con los demás su-mando relaciones afectivas. Por ello el 29 de abril, familiares y ami-gos, hemos festejado con mucha alegría su 80° cumpleaños.

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un’OccasiOnE stOrica

Predsedniki držav Hrvaške, Ita-lije in Slovenije smo z veseljem sprejeli povabilo maestra Ric-carda Mutija, da se udeležimo Koncerta Prijateljstva, ki bo potekal na trgu Edinosti Italije v Trstu 13. julija.Zavedamo se, da nosi ta prire-ditev pomembno sporo@ilo o miru in sožitju.Na koncertu bo maestro Muti dirigiral Mladinskemu Orke-stru Luigi Cherubini in itali-janskemu mladinskemu orke-stru. Koncert bodo popestrili številni mladi glasbeniki z Gla-sbenih akademiji v Ljubljani in Zagrebu ter italijanski, slo-venski in hrvaški zbori.Pred koncertom bomo položili lovorov venec v Narodnem Domu, ki je bil grozljivo požgan 13. julija 1920 in pred spome-nikom eksodusu Istranov, Re@anov in Dalmatincev iz rodnih

krajev, ter se oddolžili spomi-nu na tragedije iz preteklosti, z našo zavezo, da skupaj gra-dimo prihodnost svobodnega in plodnega sodelovanja med našimi državami in med našimi narodi v združeni Evropi.Naša prisotnost naj pri@a o trdni zavezi, da tisto, kar nas danes združuje, prevlada nad tistim, kar nas je bole@e de-lilo v burnem zgodovinskem obdobju, ki so ga zaznamovale vojne med državami in naro-di.Danes se Hrvaška, Italija in Slovenija sre@ujejo v duhu Evropske Unije, ki je v svojem bistvu glasnica spoštovanja raznolikosti in sožitja med na-rodi, kulturami in jeziki, ki so-bivajo že stoletja. Obvezujemo se, da bomo v takšnem ozra@ju vedno negovali spoštovanje pravic vseh manjšin.V vsaki od naših držav upra-vi@eno gojimo spomin na preživeto trpljenje in na žrtve slepega nasilja ter so@ustvu-jemo z bole@ino tistih, ki so preživeli te krvave dogodke iz pretekosti. Naš pogled je uprt v prihodnost, ki jo z odlo@ilnim prispevkom mlajših generaciji želimo in zmoremo graditi in jo lahko zgradimo v Evropi, ki jo vedno bolj predstavljajo njene raznolike tradicije in vse bolj združena pred novimi izzi-vi globalizacije.

Mi, Predsjednici Hrvatske, Itali-je i Slovenije, odazvali smo se sa zadovoljstvom i zanimanjem po-zivu Maestra Mutja na Koncert Prijateljstva, koj æe se održati 13. srpnja u Trstu na trgu Piazza Unità d’Italia, svjesni važnosti poruke mira i bratstva koju šalje ova inicijativa.Tom prigodom Maestro Muti dirigirat æe Omladinskim orke-strom Luigi Cherubini i Tali-janskim omladinskim orkestrom, kojima æe se pridružiti brojni mladi glazbenici sa sveu@ilišnih glazbenih akademija u Ljubljani i Zagrebu te zbor s talijasnskim, slovenskim i hrvatskim [email protected] koncerta položit æemo lo-vorov vijenac na Narodni dom, spaljen do temelja 13. srpnja 1920, te na spomenik masov-nom iseljenju Istrana, Rij@ana i Dalmatinaca iz rodnih kra-

i Presidenti di italia, Slovenia e CroaziaDichiarazione congiunta

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un’OccasiOnE stOrica

jeva. Tim @inom želimo odati dužno poštovanje tragedijama iz prošlosti, a u duhu zajedni@kih napora na izgradnji buducnosti prožete slobodom i plodnom su-radnjom izme¢u naših zemalja i naših naroda u ujedinjenoj Eu-ropi.Našom nazo@nošæu želimo pot-vrditi @verstu želju, da prevlada ono što nas danas ujedinjuje nad onim što nas je bolno dijelilo u teškom povijesnom razdoblju, obilježenom ratovima izme¢u država i naroda.Danas se Hrvatska, Italija i Slo-venija nalaze u kontekstu Eu-ropske Unije, prirodne promi-cateljice poštovanja raznolikosti i duha suživota naroda, kultura, jezika, koji su uspješno živjeli za-jedno stoljeæima.Upravo iz ove spoznanje proizla-zi naše stalno zalaganje za poštovanje prava svih manjina.U svakoj od naših zemalja, sa-svim opravdano, gajimo sjeæan-je na proživljene patnje i pat-nje žrtava slijepog nasilja te suosjeæamo s boli onih koji su preživjeli te krvave doga¢aje iz prošlosti.Naš pogled usmjeren je prema buduænosti, koju uz presudni doprinos mladih pokoljenja, želimo i možemo izgraditi u jed-noj Europi, koja sve više utjelo-vljuje brojne tradicije, a sve je povezanija u suo@avanju s novim izazovima globalizacije.

Noi Capi di Stato di Italia, Slo-venia e Croazia abbiamo accolto con piacere l’invito del Maestro Muti a presenziare al Concerto dell’Amicizia che avrà luogo a Trieste il 13 luglio nella piazza dell’Unità d’Italia, consapevo-li dell’alto messaggio di pace e di fratellanza di cui è portatrice l’iniziativa.In tale occasione il Maestro Muti dirigerà l’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” e l’Orchestra Giovanile Italiana, arricchite dalla presenza di numerosi gio-vani musicisti provenienti dalle Accademie Musicali Universita-rie di Lubiana e di Zagabria, oltre a coristi italiani, sloveni e croati.Prima del concerto, deporremo una corona di alloro al Narodni Dom, orribilmente incendiato il 13 luglio 1920, e al monumento all’esodo dalle terre natali degli Istriani, Fiumani e Dalmati, nel

doveroso ricordo delle tragedie del passato e nel comune impe-gno a costruire insieme un futuro di libera e feconda collaborazione tra i nostri Paesi e i nostri popoli nell’Europa Unita.Con la nostra presenza intendia-mo testimoniare la ferma volontà di far prevalere quel che oggi ci unisce su quel che ci ha doloro-samente diviso in un tormentato periodo storico, segnato da guer-re tra Stati ed etnie.Ormai, Italia, Slovenia e Cro-azia si incontrano nel contesto dell’Unione Europea, per sua na-tura portatrice di rispetto delle diversità e di spirito di conviven-za tra popolazioni, culture e lin-gue che hanno già operosamente e lungamente convissuto per se-coli.Di qui il nostro impegno a colti-vare sempre il rispetto dei diritti di tutte le minoranze.In ciascuno dei nostri Paesi, col-tiviamo, com’è giusto, la memo-ria delle sofferenze vissute e delle vittime di cieche violenze e sia-mo vicini al dolore dei sopravvis-suti a quelle sanguinose vicende del passato. Il nostro sguardo è rivolto all’avvenire che con il de-cisivo apporto delle generazioni più giovani vogliamo e possiamo edificare in un’Europa sempre più rappresentativa delle sue molte-plici tradizioni e sempre più sal-damente integrata dinanzi alle nuove sfide della globalizzazione.

al concerto dell’amicizia a triestedi Napolitano, Türk e Josipovic

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JeSti Po NaŒiM

Tankuo zriezite kapusOparite ga v vrieli vodi za 10 minutuOcedite ga, pustite naj se po@uha an mo@nuo stisnite gaV vesoki ponvì ocvrite špeh kupe s @esnakamKar @esnak za@ne armeniet, varžite ga pro@Doložite kapus (brez dokladat vode)Posolite an dobro popoprajtePotenfite pokrito an na majhanem ognju za 45 minutu

Kar bo kuhan, kapus bo imeu lepo armeno farbo.

Buog žegni

Kuo napravemo

1 kapusovo glavo2 stroha @esnaka90 g. špehaSu, popar

Kapus tenfan

Preparazione

Tagliate finemente il cappuccioSbollentatelo in acqua bollente per 10 minutiScolatelo, lasciate raffreddare e strizzatelo ben beneIn una casseruola rosolate il lardo con l’aglioQuando l’aglio comincia a prendere colore, gettatelo viaAggiungete il cappuccio senza aggiungere acquaSalate e pepate abbondantementeCuocete coperto e a fuoco lento per 45 minutiQuando sarà pronto, il cappuccio assumerà un bel colore dorato

Buon Appetito

1 cavolo cappuccio2 spicchi di aglio90 g. di lardo stagionatosale, pepe

Ingredienti

Cavolo cappuccio in umido Kaj nucamo

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la NoBiltà della CUCiNa Nelle NoStre Valli

Olupite jabuke an zriezte jih na koš@[email protected] jih tu lonac.Oblijte jih z limonovim sokam.Dolijte vodo an kuhite za 15 minutu.Doložite cuker an kuhite še 15 minutu.Ne pozabite zdaržano mešat.Umaknite iz ognja an vekidite v važe.Ermetsko jih zaprite an skranite v kliet.

2 kg jabuk1,7 kg cukerjaSok 2 limonu0,5 dl vode

Jabukova marmelada

Sbucciate le mele e tagliatele a fettine.Mettetele in una pentola e bagnatele con il succo di limone.Aggiungete l’acqua e fate cucinare per 15 minuti.Aggiungete lo zucchero e continuate la cottura per 15 minuti.Non dimenticate di mescolare in continuazione.Togliete dal fuoco e versate nei vasi.Chiudete ermeticamente i vasi e riponete in cantina.

2 kg di mele1,7 kg di zuccheroSucco di due limoni0,5 dl di acqua

Marmellata di mele

Kuo napravemoPreparazione

Ingredienti Kaj nucamo

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naŒE POti PO sViEtE

Z lilijano je nimar veselo

Moja mama, Lilijana Cont, se je rodila v #enijebuli, v gorski vasi Fuojdskega kamuna, 29. obrila 1930. H@i Vigja an Benvenute Petrigh, je bla edini otrok družine, dokjer, lieta 1943, se je rodila se-stra Venerina. Do tekrat v družini jih je bluo samuo tri an tuole jim je pomagalo živiet zadost brezskar-bno v cajtih, kar se je preživljalo samuo z majhanim kumetuškim dielam. Pa vsedno Lilijana je bla no malo jezna, zatuo, ki nie mogla jest vsega, kar bi rada.

#eglih je rasla v cajtu druge uoj-ske, rada prave kako simpati@no pravco sojega otroštva.Veseli spomini so tisti vsakdanje-ga živlienja, kar je pomagala o@etu zatikat jame v kuoti, de ne bi šlo notar previ@ ajarja, lepuo se zmi-sle an, de je skarbnuo @akala, de kakuoš nardi icè an naglo je letiela v butigo za kupit an š@ip soli.Pogostu prave tudi, de je muorla kravo muzt an de vso mlieko je šlo v latarjo za ser, pa vsedno, po skrivš od mame, ga je no malo le v usta

pomuzla. O šuolskih liet malo guo-ri, more bit zak’ so ble zlo kratke, od diela pa se zmisle že od mladih liet. Je bla šele otrok, kar je hodila v Fuojdo pomagat kavalierje redit. Nje dielo je bluo tankuo riezat mularjovo listje an ga dajat malim @arvi@an, dokjer nieso zrasli. Le-puo se zmisle, de, ku vsi otroc, je muorla pomagat kravam senuo tu koš nosit. Ob@udovala je kužino, zatuo, ki je nimar nesla kajšan kilo vi@ ku ona.Narljeuš spomini so tisti od mla-dih liet, kar v #enijebuli je biu praznik “Bandimice”.Praznik je biu cerkveni, pobožni, pa vsedno na koncu praznika je biu ples za te mlade. Lepuo se zmisle, kuo po uojski, kar nie bluo obednega blaga, pa še manj trobe, mama ji je storla zašit novo kikjo uoz platna od parakadute, kj ga je bla ušafala blizu hiše.Subit po uojski, kar je imiela 15 liet, je šla dielat za diklo v bogate družine v Benetke an potle pa v Milan.Se je varnila damu, pa le za malo cajta, zak subit so ji ponudli dielo v Žviceri (v kantonu Zug). Na no-vem dielo težave so ble guorš, nar-buj teški so bli problemi z izikam, zatuo, ki gor so guoril po niemško an te parve cajte je muorla “in-dovinat” kar so ji kuazuval. An novim navadam v hiši se nie bluo lahko parvadit.Ten@as Remigio ji je nimar pisu dol z Argentine an ona mu je ni-mar hitro odguarjala. Obadva sta

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naŒE POti PO sViEtE

odrasli v #enijebuli, so se poznal že od otroških liet an Lilijana je imiela puno liepih spominov. Se je an spominjala, de ankrat Re-migio jo je biu povabiu na ples an potle jo je pustu samo doma zatuo, ki na zadnji moment je biu “kam-bjù program”.Pa so se vsedno oženil. Dele@ sta bla dan od druge, takuo jim nie ostalo, ku se oženit “po prokuri”. V liete 1951, maja je bluo, Lilija-na je paršla z baštimentam v Bue-nos Aires, kupe z nje kužino Ines, an ona oženjana „po prokuri” z Modestam Petrigh, parvi Remigiu kužin.Sparjele so jih njih možje, drugi vasnjani an so jih pejale na nove domuove. Za Lilijano je biu duom Remigijolnovega [email protected] tata, Remigio, je imeu sigur-no an lepuo pla@ano dielo, saj je dielu za “Ferrocarril Mitre” kjer je vozu trene. Pru v tistem cajtu, kamun San Martin je napravu an projekt za podperjat ljudi, ki bi radi zazidal hišo v tistem kraju. Banke so dajale sude na posuojbo za zlo majhane intareše. Remigio an Lilijana so subit profital tele ponudbe an so kupil sentin za njih novo hišo.No malo miescu potle, Lilijana, za pomagat družinski ekonomiji, je za@ela dielat v fabriki an Remigio, po njega diele v “Ferrocarril”, je dielu par urah v fabriki za pjaštrele z cimentam an mramorjovem zar-njam, ki jo je imeu Odorino Boer. Kajšan krat je tudi hodù arzbasa-

vat žaklje cementa v fabriko mo-zaika Otero.Po@aso so zidal njih hišo. Korlo je puno sudu an zatuo tata je za@eu runat prage, štenge an druge re@i za hišo an jih predajat novim sosiedam. Kar Lilijana je osta-la v drugim stanu, je pustila nje službo za pomagat možu v teli novi impreži.

Dielo je šlo lepuo an puno se je predajalo. Tata je pustu bi@ikleto an kupu “chatito” (star majhan kamjon@in) za vozit njega pardie-lo an za se buj lahko gibat po mie-ste, zatuo, ki tekrat za iti po auto-bus je bluo trieba hodit pet kuadri dele@ an cieste so ble, vi@ al manj, ku vuoznice, brez “marciapiedi”, hramu nie bluo puno an tista cona

Inizio dei lavori per la sede di Villa Ballester

Inaugurazione della nuova fabbrica

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naŒE POti PO sViEtE

je bla šele buj podobna puoju, ku miestu.Mama pogostu prave, de kar se je miela rodit parva h@i, je muorla po-tiskat “chatita” za jo luošt “in moto” an se pejat v špitau, kjer junjia lieta 1952 se je rodila Ester Alicia.Blaguo, ki ga je Remigio sam die-lu, se je lepuo predajalo takuo de je genju hodit dielat par urah v druge fabrike. Lilijana je daržala hišo an aministracjon Remigijo-lnove impreže, hodila na banko, pla@uvala taše, predajala blaguo an tierjala pla@ilo, kar Remigija nie bluo, za vse tuole dielat, se je muorla nau@it makino vozit.Hiša, uficih an sentin, kjer je tata dielu, so ratal premajhani, takuo de so se muorli odlo@it zazidat an kapanon priet, ku bi uzel dieluce.Kar nova fabrika za možaike je bla nareta so uzel vi@ dielucu, kupil

nucan kamjon, an makino.Diela za Lilijano je bluo nimar vi@, hiša, otroc, pla@e an kontribute za dieluce, aminištracjon... Lieta 1955 mlada družina je poklicala k sebe nonolne an teto Venerino, de bi vsi živiel kupe. Dvie lieta potlè v družino je paršla še Isabel, te druga [email protected] šestdesetih lietah, po “mutui” od “ferrovie”, kjer Remigio je šele dielu, tata an mama so mogli, par-vi@ v življenju, iti na po@itnice v Mendozo.Lieta 1962 “ferrovia”, ki je imiela previ@ ljudi, je za@ela lepuo pla@at dieluce, ki so šli pro@. Tekrat an Remigio je pustiu dielo an se posvetiu njega fabrik an drugim komercijalnim imprežam, ki je s cajtam deu na noge.Lilijana, @elih je stala nimar ob strani tat, je po@aso pustila dielo

“impiegatam”. V tistim cajtu za njo se za@ne veliko socialno dielo. Je bla med tistimi, ki so ustanovil “Asociacion friulana Castelmon-te” an zgradil cierku. Vsa družina je pomagala telemu aso@jacjonu, so dielal na praznikah, kuhal, no-sil na mize, piel v kore an hodil po drugih društev v imenu “Castel-monte”V osamdesetih lietih, s skupino parjatelju iz #enijebule, so usta-novil an društvo Zveze Slovenskih Emigrantu v Villa Ballester. Remi-gijolna so izbral za parvega pred-sednika. Lilijana je bla sada die-lovna v dvieh društvah. An šele donas skarbi za Zvezo Emigrantu v Villa Ballester.Na žalost tata je lieta 1986 umaru an pustiu veliko praznino v Lilija-ninin sarcu.Dvanajst liet potle, Isabel an nje družina so se preselili v Italijo an pognali njih kornine v Furlaniji. Žalostna, zak ne more preživiet zadnje lieta z Remigijolnan, Lili-jana se sre@ava s parjatelji, z žlahto an diela na sedežu Zveze v Villa Ballester. Pogostu hode tudi v Ita-lijo, za preživiet no malo cajta s h@ero, z navuodo an z zetam.V resnici Lilijana je znala dat kupe dielo an divertiment, dužnuost an po@itek, ki jih je delila s tistimi, ki jih ima rada.Zatuo, 29. aprila 2009 žlahta an parjatelji smo ji napravli an velik praznik za nje 80. rojstni dan.

Isabel Topatigh

Remigio al Congresso di Resia nel 1985

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impressions de voyage (1)

C’est le second voyage que les Comités belges (Liège et Ta-mines) de l’Unione Emigranti Sloveni del FVG organisent. Le précédent s’était déroulé en 2008. Nous voici donc à nou-veau dans notre car jaune à sil-lonner les routes italiennes. Ce voyage s’inscrivait dans le cadre de la multiculturalité du Frioul.C’est pourquoi nous avons no-tamment visité Aquileia, dans la basse plaine frioulane, impor-tante colonie romaine durant l’Antiquité et patriarcat in-fluent au Moyen Âge, qui éten-dit sa domination des portes de la Lombardie jusque dans l’ac-tuelle Slovénie et en englobant, de ce fait, nos vallées. Une de nos excursions nous

mena également à Sauris, où nous avons découvert la magni-fique région de la communauté germanophone du Frioul. Ce village, qui est bel et bien en Italie, ne peut cacher, entre au-tre par son architecture typique, que ses fondateurs venaient de l’actuelle Bavière, comme nous l’a si bien détaillé notre char-mante guide. Sauris est évidem-ment fameuse pour ses salaisons, que nous n’avons pas manqué de déguster, après en avoir observé la fabrication lors de la visite d’un « prosciuttificio ».La multiculturalité, leitmotiv de notre voyage, s’est également illustrée à la fête de l’Emigrant, à laquelle notre groupe était in-vité par la Direction de l’Unio-

ne. Là s’étaient réunis, en plus des Belges de notre groupe, des Français, des Australiens, et bien d’autres émigrants, descendants d’émigrants ou ex-émigrants, revenus vivre dans leur terre d’origine. Lors de cette manife-station, les Comités belges ont eu le plaisir de rencontrer un représentant du gouvernement slovène. Ce voyage, qui a fait vivre 10 jours, que nous espérons mé-morables, à 50 personnes de tous âges, illustre à quel point la multiculturalité et le « vivre en-semble » est et reste une valeur primordiale - surtout une valeur d’avenir - pour nos Comités et pour l’Unione. Le repli, identi-

NathaN CarlIg - PrésIDENt Du ComIté DE lIègE

La Basilique d’Aquileia

Sauris

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Durant notre voyage, une excursion était prévue en Slovénie. Notre groupe, accompagné de Renzo Mattelig et de son épouse, a pu (re)découvrir Bled et son magnifique lac, Ljubljana, la séduisante capitale, les grandioses grottes de Postumia, dont tous les occupants de l’actuel territoire slovène étaient fiers, pour terminer par une remontée de la vallée de l’Isonzo et un repas au bord du fleuve bleu turquoise, en compagnie du Préfet de la province de Tolmin, M. Zdravo Likar – concepteur du fameux musée de la guerre de Caporetto que nous avons également visité – qui a fait couler, malgré lui, quelques larmes…

taire ou autre, ne cause que dé-sillusions et frustrations à long terme, mais l’ouverture à l’autre, si difficile qu’elle soit au début, offre les plus belles expériences humaines dans une vie d’hom-me…

En haut: Lusevera, où s’est déroulée la Fête de l’Emigrant. En bas: le lac de Bled

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BardO – lusEVEra dOmEnica 25 lugliO

Giornata dell’emigrante

Giornata dell’Emigrante in edizione speciale quella del 2010. Organizzata in collaborazione con gli ex emigranti dell’alta Val Torre-Lusevera, il Comune di Lusevera, il sostegno finanziario della Comunità Montana del Torre, Natisone e Col-lio nonché del Servizio per i Corre-gionali all’Estero della Regione Friuli Venezia Giulia, ha accolto sul colle di Bardo-Lusevera numerosissimi amici dall’Argentina, dall’Australia, dal Canada, da vari Paesi europei, ma anche ex emigranti e popolazione della Val Torre ed anche delle Valli del Natisone.La manifestazione ha avuto inizio venerdì 23 luglio con l’apertura della mostra fotografica “Moja dolina – La mia valle” di Luciano Mattighello e la degustazione dei piatti tipici della valle. La Giornata dell’Emigrante ha invece avuto luogo domenica 25 luglio. Come d’abitudine la Santa Messa nella chiesa parrocchiale, ac-

compagnata dal coro “Barski Oktet”, diretto dal Maestro Davide Clodig e, a seguire, la parte ufficiale, culturale e quella sociale. Nell’occasione è stata anche inaugurata la nuova struttura ricettiva realizzata dal Comune di Lusevera con il contributo finanzia-rio della Regione che, come ha fatto notare il Sindaco Marchiol nel suo intervento, non era presente con nes-sun suo rappresentante.A seguire i saluti del neoeletto pre-sidente dell’Ente Friuli nel Mondo, Pietro Pittaro, e del Vicepresidente dei Giuliani nel Mondo, Franco Mi-niussi. Ospiti d’onore della Giornata un gruppo di soci dei nostri Circoli di Liegi e Tamines, in Belgio, arriva-ti appositamente con un autobus, di quello di Bon Encontre, in Francia, e una rappresentanza degli ex minatori ai quali, come ha sottolineato il presi-dente Del Medico, siamo tutti debito-ri per quanto hanno fatto per tutta la comunità negli anni dell’emigrazione

ed anche dopo il loro rientro.Nel suo intervento, il presidente dell’Unione, Dante Del Medico, ha raccolto l’invito dei Presidenti del-le Repubbliche di Italia, Slovenia e Croazia, incontratisi poco tempo fa a Trieste, di rivolgere lo sguardo al futuro, alle nuove generazioni con le quali costruire un’Europa nuova, aperta, rispettosa delle diversità e dei diritti delle minoranze, le quali rap-presentano una grande ricchezza.Il presidente ha poi ricordato come quello che ci unisce, in Bene@ija e nel mondo, sono le comuni radici cultu-rali slovene. „Veniamo da valli diver-se, a volte parliamo dialetti diversi, ma sappiamo bene di esserci dissetati per secoli ad una fonte comune. Non possiamo permettere che la fonte si esurisca”.L’identità cresciuta su questa fonte è stata per molto tempo motivo di disprezzo, molti se ne vergognavano, altri la conservavano nel cuore ma non potevano manifestarla in pubbli-co. Ora non è più così, e non è più così grazie soprattutto agli emigranti che, nel mondo, hanno scoperto che la diversità è una ricchezza per sè e per gli altri. Oltre quaranta anni fa, all’estero, la nostra gente si è liberata dalla paura di manifestarsi per quello che senti-va di essere, ora questa paura deve abbandonare anche tutti quelli che, abitando vicino al confine, ne hanno subito le conseguenze più pesanti, sia dal punto di vista economico e socia-le che da quello culturale.La sopravvivenza e la vitalità della

Grande partecipazione al tradizionale incontro estivo

I rappresentanti dei circoli di Liegi e Tamines con il Segretario di Stato della Repubblica di Slovenia, Boris Jesih, la Presidente provinciale della SKGZ, Luigia Negro, e Dante Del Medico

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BardO – lusEVEra dOmEnica 25 lugliO

nostra comunità nella terra di origine infatti è il presupposto per il mante-nimento dei legami con e fra le no-stre comunità nel mondo.Viva preoccupazione ha infatti espresso, anche in questa occasione, il presidente Del Medico per la im-possibilità dei giovani delle nostre valli di trovare adeguata occupazione nella terra di origine e per le difficoltà che, di nuovo, sta vivendo l’istruzio-ne anche in lingua slovena.La comunità slovena del Friuli ha pagato, soprattutto con l’emigrazio-ne, un prezzo altissimo alle politiche miopi delle Istituzioni. Ora, senza che queste intervengano con rapidità ed

efficacia, le prospettive non sono cer-to favorevoli e una nuova, definitiva, ondata migratoria delle giovani gene-razioni, suonerà le campane a morto per una parte considerevole di quella che è, comunque, una parte della no-stra Regione e della nostra Repubbli-ca. Un prezzo analogo sarà costretta a pagare tutta l’Italia, se si continuerà a considerare gli Italiani nel mondo (sono più numerosi dei residenti) solo come una spesa da tagliare e non un patrimonio da amministrare e possi-bilmente da aumentare.Se si tagliano le radici culturali infatti, si esauriranno anche le correnti eco-nomiche che legano i connazionali al

made in Italy, questo vale ancora di più per la nostra Regione.A concludere la parte ufficiale, l’in-tervento del Segretario di Stato della Repubblica di Slovenia, Boris Jesih, che ha portato il suo saluto ai presen-ti, ricordando che queste sono state per secoli terre di incontro, di scambi e di convivenza. È giunto il momento di immaginare un futuro per tutti su questo territorio. Anche in questa occasione è conti-nuata l’azione di solidarietà con la scuola per bambini sordomuti e ipo-acusici di Villa Gobernador Galvez (Rosario).Gli amici del Belgio, dopo aver rac-colto fondi vendendo scialli di ca-chemire forniti da un nostro socio, Gianni Floram, hanno realizzato una colletta con il ricavato della qua-le hanno acquistato e portato alla Giornata dell’Emigrante una grande quantità di birre speciali che sono state vendute e il ricavato intera-mente devoluto per questa iniziativa a favore dei più sfortunati.Il gruppo “Skedinj” ha accompagna-to il pranzo sociale delle centinaia di intervenuti.Nel pomeriggio, in un luogo assoluta-mente invitante ed adatto, i parteci-panti hanno potuto assistere al con-certo “Brodway party” eseguito dagli studenti di canto della Glasneba Ma-tica: Elisa Iovele e Alessandro Sancin, assieme al Maestro Davide Clodig.Non poteva naturalmente mancare la serata danzante con il gruppo, tutto al femminile, delle “Navihanke”Arrivederci al prossimo anno.

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La serata “gocce di storia e di cul-tura” di quest’anno, affidata alla regia di Adolfo Londero, è stata dedicata all’imprenditore civida-lese Cesare Costantini, scomparso 50 anni fa.Del ruolo dell’imprenditore Co-stantini e dei legami fra Cividale ed Idrija, ha parlato l’ex conso-le della Republica di Slovenia, Tomaž Pavš[email protected] Costantini era titolare di un’impresa di costruzioni che ha costruito, fra l’altro i campanili di Purgessimo, Carraria e San Leo-nardo. La sua attività è stata par-ticolarmente intensa in Slovenia, da Caporetto e Tolmino, fino ad Aidussina, Capodistria e Pirano, spingendosi fino in Albania.

Il centro delle sue attività è stata però Idrija, come testimoniano nu-merose lettere, fotografie e svariati documenti che oggi si conservano nel museo di Idrija.In quella località, Costantini in-contrò anche Franja Bojc che die-de il nome al notissimo ospedale partigiano nei dintorni di Cerkno.L’imprenditore cividalese custodì per molti anni il busto marmoreo del matematico e stratega sloveno Juriji Vega che il regime fascista aveva fatto rimuovere dalla faccia-ta del ginnasio di Idrija. Nel 1951 restituì la statua alla città di origi-ne che lo conserva nel suo museo.Franco Fornasaro, scrittore e far-macista in Cividale ha poi illustra-to le figure di altri Costantini che

svolsero un ruolo di rilievo. Fra questi il Cardinale Celso Benigno Luigi Costantini, primo nunzio apostolico a Pechino e che rive-stì il medesimo incarico durante l’occupazione di Fiume da parte dei legionari di D’Annunzio, oltre a numerosi altri incarichi in Vati-cano.Ad arricchire la serata, il flutista Stefano Fornasaro e il coro “Tre Valli” di Cravero, diretto dal Mae-stro Gussetti.La serata è stata organizzata dal Circolo di Cultura Ivan Trinko, dalla famiglia Costantini, dall’Uni-versità della terza età di Cividale, dall’ERAPLE e dalla nostra Unio-ne, con il sostegno del Comune di Cividale.

Immagini della famiglia CostantiniGocce di storia e di cultura

Cartolina da...

Pulfero, Biacis, Chiesa di San Giacomo Apostolo (secoli XII-XVIII)da: Seguendo le Krivapete... Alla

scoperta delle Valli del Natisone

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in mEmOriam

NaŒa drUžiNa

Colin Farrow Date of Birth: March 12, 1999 Started playing soccer when he was 4 years old.Started playing with the Thunder Bay Chill Reser-ve team when he was 8 years old. First Year USA Cup they played in a Jamboree - they won all their games. Second Year USA Cup - they played com-petitively in a higher level then their age.Third Year USA Cup - they won all their games (they only had one goal against them).They are one of the most promising young team in the league, and they are still under 12 years old.

Louis Gabriel Wisniewski-CodromazTakuo majhan, že darži gor an kanton hiše.

Durante il suo soggiorno a Oblizza, Clara Mar-chig ci ha dato la foto del matrimonio della figlia Laura con Timo Kauppinen. Felicitazioni!

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HrastovijeCrostù

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Slovenci po SvetuUnione Emigranti Slovenidel Friuli Venezia Giulia