Tararì tararera

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20 leggendo Leggere, fare e raccontare Le mille possibilità di stare (bene) nella biblioteca di Barchetta Blu Marina Zulian responsabile della BibliotecaRagazzi di BarchettaBlu leggendo 5. Questo mese: Tararì Tararera. Inventiamo una lingua tutta nostra Durante il mese di aprile, come da molti anni, la Bi- blioteca Ragazzi di Bar- chettaBlu organizza a Ve- nezia Libro che gira, Libro che leggi. Questo festival della lettura prevede una serie di eventi, spettacoli e incontri sul tema del libro e della lettura. Le iniziati- ve sono dedicate ai bambi- ni e alle loro famiglie ma coinvolgono anche le scuo- le della città con laboratori per le classi e percorsi for- mativi per gli insegnanti. In particolare quest’anno è stata organizzata, tra le altre, una giornata chia- mata Illustratori in scena. Alcune famose illustratrici tra le quali Emanuela Bus- solati, Giulia Orecchia, Giuliana Donati, Deside- ria Guicciardini e Aurora Biancardi hanno incontra- to un numeroso gruppo di insegnanti e hanno raccon- tato la loro vita di autrici e sperimentato un laborato- rio collettivo. Protagonista dell’incontro è stato il lin- guaggio universale delle immagini e la magia di raccontare oltre le parole. La bravissima Emanuela Bussolati ci ha letto il suo libro Tararì tararera. Sto- ria in lingua Piripù per il puro piacere di raccontare storie ai Piripù Bibi. E’ sta- to fantastico sentire diret- tamente dall’autrice come secondo lei le storie non si- ano incollate su una pagi- na ma prendano vita con la voce di chi le legge e con il cuore di chi le ascolta. Tararì tararera ... sesa terù di Piripù: Piripù Pà, Piripù Mà, Piripù So, Pi- ripù Bé e Piripù Bibi … Piripù Pà, Piripù so e Pi- ripù Bé diderendàn Go- nende! Tararì tararera … Piripù Mà e Piripù Bibi ciuppi plin plin Il protagonista della storia è il piccolo Piripù Bibi e le avventure sono narrate in una lingua inventata, una sequenza di suoni che il

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Di Marina Zulian Adozione e dintorni - GSD Informa aprile 2013

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Leggere, fare e raccontareLe mille possibilità di stare (bene) nella biblioteca di Barchetta Blu

Marina Zulianresponsabile della BibliotecaRagazzi di BarchettaBlu

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5. Questo mese: Tararì Tararera. Inventiamo una lingua tutta nostra

Durante il mese di aprile, come da molti anni, la Bi-blioteca Ragazzi di Bar-chettaBlu organizza a Ve-nezia Libro che gira, Libro che leggi. Questo festival della lettura prevede una serie di eventi, spettacoli e incontri sul tema del libro e della lettura. Le iniziati-ve sono dedicate ai bambi-ni e alle loro famiglie ma coinvolgono anche le scuo-le della città con laboratori per le classi e percorsi for-mativi per gli insegnanti. In particolare quest’anno è

stata organizzata, tra le altre, una giornata chia-mata Illustratori in scena. Alcune famose illustratrici tra le quali Emanuela Bus-solati, Giulia Orecchia, Giuliana Donati, Deside-ria Guicciardini e Aurora Biancardi hanno incontra-to un numeroso gruppo di insegnanti e hanno raccon-tato la loro vita di autrici e sperimentato un laborato-rio collettivo. Protagonista dell’incontro è stato il lin-guaggio universale delle immagini e la magia di raccontare oltre le parole. La bravissima Emanuela Bussolati ci ha letto il suo libro Tararì tararera. Sto-ria in lingua Piripù per il puro piacere di raccontare storie ai Piripù Bibi. E’ sta-to fantastico sentire diret-tamente dall’autrice come secondo lei le storie non si-

ano incollate su una pagi-na ma prendano vita con la voce di chi le legge e con il cuore di chi le ascolta. Tararì tararera ... sesa terù di Piripù: Piripù Pà, Piripù Mà, Piripù So, Pi-ripù Bé e Piripù Bibi … Piripù Pà, Piripù so e Pi-ripù Bé diderendàn Go-nende! Tararì tararera … Piripù Mà e Piripù Bibi ciuppi plin plin

Il protagonista della storia è il piccolo Piripù Bibi e le avventure sono narrate in una lingua inventata, una sequenza di suoni che il

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21lettore può modificare con le diverse intonazioni del-la voce; con le varie espres-sioni del viso e del corpo si può dar vita alle strane ma comprensibilissime parole che le immagini evocano. La creativa e simpatica illustratrice ci ha rassicu-rati dicendoci che all’ini-zio può sembrare difficile capire il senso delle frasi in lingua piripù; però ci ha anche stupiti leggendo alcune pagine del libro e facendoci scoprire come il significato delle parole fos-se perfettamente ricono-scibile. Questa lingua pi-ripù è molto affascinante: per i bambini sembra una lingua segreta, piena di messaggi in codice, per gli adulti il ritmo ironico del non-sense é irresistibile. Tutta l’atmosfera magica viene fortemente ampli-ficata quando la lettura è

ad alta voce. L’autrice dice che questo suo libro è fuori di zucca e che è stato im-maginato mettendo al cen-tro il rapporto fra la voce dell’adulto che legge e il bambino che ascolta. Tutti i bambini del mondo pos-sono capire questa lingua, possono dar voce a Piripù e ai suoi compagni di avven-tura. Per quanto distante dalla propria, la lingua pi-ripù è immediatamente e intuitivamente, compren-sibile.

La storia racconta di una famiglia di creature che vi-vono nella giungla. Piripù Bibi, il più piccolo della famiglia, non ha voglia di salire sulle palme a racco-gliere frutti e per questo

viene legato con un filo. La famiglia del piccolo Piripù Bibi è composta da Piripù Pa, Piripù Ma, Piripù So e Piripù Bé. Le loro figu-re sono ottenute da carta strappata e incollata su uno sfondo di vegetazione essenziale e molto colora-ta.Il piccolo Piripù si anno-ia a starsene solo, scioglie il filo che lo tiene legato alla mamma, e cammina cammina, si inoltra nella foresta alla ricerca di di-vertimento. Qui comincia un’avventura in cui prima incontra il cucciolo di leo-pardo Bubolo Bibi, poi ri-schia di essere sbranato e di essere inghiottito da un terribile serpente. Per for-tuna arriva in suo soccorso un elefante e Spaciac!, dice la storia mentre le zampe dell’elefante stritolano il rettile. Arriva la sera e il

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piccolo Piripù si è molto allontanato e ha perso la sua famiglia. Per fortuna l’elefante con la sua lunga proboscide lo aiuta a ritro-vare i genitori, la sorella e i fratellini preoccupati poi-ché si era allontanato.

Naturalmente il senso del-la storia viene dato anche dalle immagini e dall’in-tonazione della voce: la lingua piripù è adattissi-ma ad un continuo gioco di voci, sussurri, urletti e sospiri. Ciò che conta vera-mente è ancora una volta la condivisione di una sto-ria semplice e divertente, fatta di facce buffe e voci strampalate. Non a caso questo libro ha vinto il pre-

stigioso Premio Andersen nel 2010.Anche se per i bambini im-parare a parlare la propria lingua madre è un proces-so spontaneo, è sempre importante che genitori ed educatori cerchino di far sviluppare questa innata capacità. In questa storia le parole onomatopeiche, le assonanze e le dissonanze sono coinvolgenti e stimo-lanti. L’ideale sarebbe po-ter leggere la storia alcune volte prima di raccontarla ai bambini; in questo modo si può prendere confidenza con le parole strane e buffe e rendere più fluida la let-tura riuscendo a coinvol-gere chi ascolta e creando una atmosfera complice e divertente. Importante è porre particolare atten-zione alla punteggiatura e agli accenti, alla lunghez-za delle parole lunghe e corte e alle pause.Siamo stati davvero ono-rati di poter passare del

tempo con Emanuela Bus-solati, che in questo e in altri suoi lavori, ha sapu-to trovare con originalità un prezioso equilibrio tra testo e immagini. Questa sua inventiva ha ribaltato il più frequente modo di raccontare le storie: con-trariamente a quanto sia-mo soliti vedere, qui non sono le parole a spiegare le immagini, ma sono le figure che rendono chiara quella lingua onomatopei-ca, fatta esclusivamente di suoni, che questa famosa autrice ha inventato. Sono le immagini che intera-gendo perfettamente con le parole riescono ad attri-buire un senso alle frasi che di fatto non lo hanno. Sono i suoni che risultano facilmente comprensibili poiché sono simili a quelli che i bambini producono quando iniziano a parlare. Sono gli insiemi di lettere che vanno al di là delle re-gole grammaticali e creano

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una nuova comunicazione.Dopo il grande successo di pubblico e di critica di Ta-rarì Tararera è stata pub-blicata anche una nuova avventura di Piripù Bibi, sempre narrata il lingua piripù e intitolata Ba-dabùm. Emanuela Bus-solati è davvero un riferi-mento per la letteratura per infanzia, avendo pro-gettato e illustrato tan-tissimi libri per bambini. Anche lei è convinta che i bambini siano fortemen-te condizionati dall’amore per i libri e le storie che i genitori trasmettono ai fi-gli.

Anche quando il colorato albo illustrato è arrivato

all’ultima pagina si può continuare a usare la mi-steriosa lingua, ampliarla, modificarla e reinventarla. Questa lingua di tutti e di nessuno costringe lettori e ascoltatori a mettersi in gioco con leggerezza e con allegria. Una volta finito il libro adulti e bambini sono contagiati e non riescono più a non usare, almeno ogni tanto, la lingua pi-ripù. La fantastica conse-guenza di aver incontrato questo libro è stata quindi quella di aver imparato a inventare con i bambini una sorta di linguaggio ci-frato personale, con paro-le di tutti i giorni ma con significati diversi dal soli-to, con parole che ci fanno sentire complici e unici. Abbiamo così provato a rileggere alcuni albi illu-strati cercando di non con-siderare più solo il testo proposto ma dando voce alle immagini e alle figure con parole inventate o qua-

si. Io e mio figlio Giuliano amiamo molto inventare parole e rime, immaginan-do di essere in un altro spazio e in un altro tempo, immaginando di essere co-munque comprensibili in qualsiasi epoca e da tutti i bambini del mondo. Quale occasione migliore di que-sto libro per darci anche la possibilità di inventare una vera e propria lingua tutta nostra. Noi l’abbiamo chiamata lingua giugiu-mamesca, da Giuliano e Mamma Marina. Provare per credere!

BIBLIOGRAFIA

Tararì tararera, Storia in lin-gua Piripù per il puro piacere di raccontare storie ai Piripù Bibi, E. Bussolati, Carthusia, 2009

Bada ... búm. Un’altra storia in lingua Piripù per il puro piace-re di raccontare storie ai Piripù Bibi, E. Bussolati, Carthusia, 2011

Si, no, forse … E. Bussolati, Franco Cosimo Panini, 2012

Questo sono io. D. Barrilà, E. Bussolati, Carthusia, 2010

Marta e l’acqua scomparsa. E. Bussolati, Terre di mezzo, 2012emanuelabussolati.wordpress.com