Tanti Auguri a Mamma Silvia ed un Bel Benvenuto alla Sua Viola · re il manuale del boia. Una...

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Anno XIV numero 7 - OTTOBRE 2012

L’editorialewww.terrenostre.info E.mail: [email protected]

di FRANCESCO BRUFANI

Il mese di settembre 2012 è stato vera- mente speciale per Bastia. Il Palio De San Michele e tante altre iniziative col-laterali hanno contribuito a mantenere il cli-ma giocondo delle origini della festa. Il mo-mento clou per chi avrebbe dovuto essereprotagonista, e invece non lo è stato, meritaun pezzo di “cronaca” a futura memoria.Era il 15 settembre (corrente anno naturalmente) e la Chie-sa di San Michele era gremita di fedeli, simpatizzanti, au-torità. Il Vescovo in persona ha voluto onorare la figuradi Don Luigi Toppetti, il parroco che nel 1962 ideò unaben nota manifestazione culturale da abbinare alle ceri-monie religiose nella nuova chiesa. Al prelato si sono af-fiancate le testimonianze di chi, allora molto giovane, comedon Francesco Fongo e altri, avevano vissuto e contribu-ito al germogliare di tanta generosità. Anche il coro poli-fonico non ha fatto mancare alla città un repertorio (sep-pur breve) commemorativo. Il 50^ anniversario, infine,non poteva non essere onorato anche dalle Frecce Trico-lori che, puntuali, nel momento della benedizione svolta-si in piazza, hanno solcato il cielo bastiolo. Tripudio, me-raviglia... un plauso alla gente che, avendo ricevuto, nondimentica. Forse.Purtroppo è solo fantasia, illusione, desiderio.Don Luigi, ovunque tu sia, grazie.

di CARLO ROSIGNOLI

Non lasciamo cadere nel dimenticatoiole parole pronunciate ad Assisi nel Sa-cro Convento il 18 giugno a propositodi "Il bene comune al posto del profit-to" e nel Cortile di Francesco il 5 e 6ottobre con il cardinale Ravasi ed il pre-sidente Napolitano a proposito di "Cre-denti e non credenti". Quelle paroledevono aprire un discorso intenso, con-tinuo e dar lo spunto per approfondire itemi del benessere, della crescita, dellasoddisfazione personale e collettiva taleda convincere, a partire da Assisi, an-che i seguaci di Bernardone oltre chedi Franceso. Ci possono essere di aiutole informazioni economiche e socialiche ci giungono giornalmente in variomodo e le sempre più frequenti pub-blicazioni interessanti sull'argomento.Serve anche andare a rileggere o leg-gere quella di Leonardo Becchetti "Lafelicità sostenibile, Economia della re-sponsabilità sociale" che ha previstol'importanza sempre crescente rappre-sentata dalle decisioni di responsabili-tà sociale dei cittadini. Queste, realiz-zano l'equilibrio tra i tre poteri rappre-sentati da cittadini, istituzioni, impreseper fronteggiare il condizionamento delmercato.

continua a pag. 54

ROTTA-AMATORIdi SILVIA MARINI

È arrivata l’occasione, l’ennesima,per perdere ancora le elezioni. An-che questa volta che il gol si può farequasi a porta vuota, il rischio di vin-cere è troppo reale. E allora bastacreare regole più complicate del mo-nopoli e del risiko messi insieme percandidarsi, dividersi, accusare, cre-are finte correnti e scindersi.Usare parole e slogan già sentiti,creare fantasmi ed eroi non basta.Non funziona parlare di vecchievolpi ancorate alle poltrone se poi igiovani hanno già tutti i vizi deinavigati, non è mai stata l’anagrafea decretare il migliore per forza.E poi la cara, vecchia macchina delfango sempre in moto per riesuma-re scheletri buoni per ogni occasio-ne. C’è chi annuncia passi indietrosenza aver fatto conoscere la suacontropartita e chi continua ad af-fossare nelle tasche patrimoni pub-blici, chi fa le traversate a nuoto ezittisce i suoi e chi non si dimetteneanche morto.In questo scampolo di fine legisla-tura anomala si vorrebbe che a scri-vere leggi fosse chi presto non lepotrà più votare, come se al condan-nato a morte si chiedesse di scrive-re il manuale del boia. Una naviga-zione al buio, dove più della tatticaservirebbe la strategia, dove anziché“rottamare”, sarebbe piuttosto ilcaso di trovarla, una “rotta”.

ECONOMIADELLA FELICITÀ“CRONACA”

DI UN 50^ MAI NATO

Anno XIV n. 7 ottobre 2012

Periodico dell’Associazione Culturale Libera VoxFondato da Francesco Brufani, Marco Fabrizi e Carlo RosignoliREG. TRIB. PERUGIA - N. 29 DEL 14/05/1999 Sede legale: p. Mazzini, 49/b - 06083 Bastia U.- Tel. e Fax 075.8010539Direttore Responsabile: Francesco Brufani 335.7362185 [email protected] collaborato: Studio legale Avv. Andrea Ponti & Chiara Pettirossi - Michele Benda - Gaia Berardi -Roberta Bistocchi - Marco Brufani - Debora Brughini - Roberta Brunelli - Giorgio Buini - Lorenzo Capezzali -Lamberto Caponi - Mario Cicogna - Vittorio Cimino - Cristiana Costantini - Giorgio Croce - Antonio Del Moro -Claudio Ferrata - Giuseppina Fiorucci - Elisabetta Franchi - Michela Freddio - Giacomo Giulietti - ItaloLandrini - Emanuele Legumi - Benedetto Manca - Arianna Mancinelli - Francesca Marcomigni - DanielaMarinacci - Silvia Marini - Paola Mela - Simona Paganelli - Francesca Piobbico - Franco Proietti - FabrizioRaspa - Alessandro Rinaldi - Lolita Rinforzi - Carlo Rosignoli - Francesco Santucci - Fabrizio Sensi - SaraStangoni - Simona Trentini - David P. Wilson - Massimo Zubboli - Pro Loco Viole di AssisiPubblicità: Marco Fabrizi 335.8243510, Francesco Scarabattoli 347.6876860, Simona Paganelli 335.5739087Vignette: Fabio Rossi, Giorgio Croce, Giuliano Monacchia, David Ferracci, Giacomo SargentiTipografia: Litoprint

DonLuigi Toppetti

Tanti Auguri a Mamma Silvia ed un Bel Benvenuto alla Sua Viola

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Anno XIV numero 7 - OTTOBRE 2012

L’editorialewww.terrenostre.info E.mail: [email protected]

di FRANCESCO BRUFANI

Il mese di settembre 2012 è stato vera- mente speciale per Bastia. Il Palio De San Michele e tante altre iniziative col-laterali hanno contribuito a mantenere il cli-ma giocondo delle origini della festa. Il mo-mento clou per chi avrebbe dovuto essereprotagonista, e invece non lo è stato, meritaun pezzo di “cronaca” a futura memoria.Era il 15 settembre (corrente anno naturalmente) e la Chie-sa di San Michele era gremita di fedeli, simpatizzanti, au-torità. Il Vescovo in persona ha voluto onorare la figuradi Don Luigi Toppetti, il parroco che nel 1962 ideò unaben nota manifestazione culturale da abbinare alle ceri-monie religiose nella nuova chiesa. Al prelato si sono af-fiancate le testimonianze di chi, allora molto giovane, comedon Francesco Fongo e altri, avevano vissuto e contribu-ito al germogliare di tanta generosità. Anche il coro poli-fonico non ha fatto mancare alla città un repertorio (sep-pur breve) commemorativo. Il 50^ anniversario, infine,non poteva non essere onorato anche dalle Frecce Trico-lori che, puntuali, nel momento della benedizione svolta-si in piazza, hanno solcato il cielo bastiolo. Tripudio, me-raviglia... un plauso alla gente che, avendo ricevuto, nondimentica. Forse.Purtroppo è solo fantasia, illusione, desiderio.Don Luigi, ovunque tu sia, grazie.

di CARLO ROSIGNOLI

Non lasciamo cadere nel dimenticatoiole parole pronunciate ad Assisi nel Sa-cro Convento il 18 giugno a propositodi "Il bene comune al posto del profit-to" e nel Cortile di Francesco il 5 e 6ottobre con il cardinale Ravasi ed il pre-sidente Napolitano a proposito di "Cre-denti e non credenti". Quelle paroledevono aprire un discorso intenso, con-tinuo e dar lo spunto per approfondire itemi del benessere, della crescita, dellasoddisfazione personale e collettiva taleda convincere, a partire da Assisi, an-che i seguaci di Bernardone oltre chedi Franceso. Ci possono essere di aiutole informazioni economiche e socialiche ci giungono giornalmente in variomodo e le sempre più frequenti pub-blicazioni interessanti sull'argomento.Serve anche andare a rileggere o leg-gere quella di Leonardo Becchetti "Lafelicità sostenibile, Economia della re-sponsabilità sociale" che ha previstol'importanza sempre crescente rappre-sentata dalle decisioni di responsabili-tà sociale dei cittadini. Queste, realiz-zano l'equilibrio tra i tre poteri rappre-sentati da cittadini, istituzioni, impreseper fronteggiare il condizionamento delmercato.

continua a pag. 54

ROTTA-AMATORIdi SILVIA MARINI

È arrivata l’occasione, l’ennesima,per perdere ancora le elezioni. An-che questa volta che il gol si può farequasi a porta vuota, il rischio di vin-cere è troppo reale. E allora bastacreare regole più complicate del mo-nopoli e del risiko messi insieme percandidarsi, dividersi, accusare, cre-are finte correnti e scindersi.Usare parole e slogan già sentiti,creare fantasmi ed eroi non basta.Non funziona parlare di vecchievolpi ancorate alle poltrone se poi igiovani hanno già tutti i vizi deinavigati, non è mai stata l’anagrafea decretare il migliore per forza.E poi la cara, vecchia macchina delfango sempre in moto per riesuma-re scheletri buoni per ogni occasio-ne. C’è chi annuncia passi indietrosenza aver fatto conoscere la suacontropartita e chi continua ad af-fossare nelle tasche patrimoni pub-blici, chi fa le traversate a nuoto ezittisce i suoi e chi non si dimetteneanche morto.In questo scampolo di fine legisla-tura anomala si vorrebbe che a scri-vere leggi fosse chi presto non lepotrà più votare, come se al condan-nato a morte si chiedesse di scrive-re il manuale del boia. Una naviga-zione al buio, dove più della tatticaservirebbe la strategia, dove anziché“rottamare”, sarebbe piuttosto ilcaso di trovarla, una “rotta”.

ECONOMIADELLA FELICITÀ“CRONACA”

DI UN 50^ MAI NATO

Anno XIV n. 7 ottobre 2012

Periodico dell’Associazione Culturale Libera VoxFondato da Francesco Brufani, Marco Fabrizi e Carlo RosignoliREG. TRIB. PERUGIA - N. 29 DEL 14/05/1999 Sede legale: p. Mazzini, 49/b - 06083 Bastia U.- Tel. e Fax 075.8010539Direttore Responsabile: Francesco Brufani 335.7362185 [email protected] collaborato: Studio legale Avv. Andrea Ponti & Chiara Pettirossi - Michele Benda - Gaia Berardi -Roberta Bistocchi - Marco Brufani - Debora Brughini - Roberta Brunelli - Giorgio Buini - Lorenzo Capezzali -Lamberto Caponi - Mario Cicogna - Vittorio Cimino - Cristiana Costantini - Giorgio Croce - Antonio Del Moro -Claudio Ferrata - Giuseppina Fiorucci - Elisabetta Franchi - Michela Freddio - Giacomo Giulietti - ItaloLandrini - Emanuele Legumi - Benedetto Manca - Arianna Mancinelli - Francesca Marcomigni - DanielaMarinacci - Silvia Marini - Paola Mela - Simona Paganelli - Francesca Piobbico - Franco Proietti - FabrizioRaspa - Alessandro Rinaldi - Lolita Rinforzi - Carlo Rosignoli - Francesco Santucci - Fabrizio Sensi - SaraStangoni - Simona Trentini - David P. Wilson - Massimo Zubboli - Pro Loco Viole di AssisiPubblicità: Marco Fabrizi 335.8243510, Francesco Scarabattoli 347.6876860, Simona Paganelli 335.5739087Vignette: Fabio Rossi, Giorgio Croce, Giuliano Monacchia, David Ferracci, Giacomo SargentiTipografia: Litoprint

DonLuigi Toppetti

Tanti Auguri a Mamma Silvia ed un Bel Benvenuto alla Sua Viola

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PERUGIA numero 7 - OTTOBRE 2012

di ROBERTA BISTOCCHI

Assessore alla Cultura ePolitiche sociali del Co-mune di Perugia AndreaCernicchi è nato a Peru-gia e si è laureato in Fi-

losofia all’Università degli Studi di Pe-rugia. È presidente del CIDAC, orga-nismo associativo che raccoglie le cit-tà d’arte e cultura italiane, ed è acca-demico d’onore dell’Accademia diBelle Arti “Pietro Vannucci”, per me-riti conseguiti in ambito politico e cul-turale. È inoltre socio fondatore dellaBiblioteca delle Nuvole e dell’Acca-demia del Dónca, membro dell’Anti-ca Società del Gotto e Socio onorariodel Centro Studi Americanistici - Cir-colo Amerindiano. Nel 2011 ha fon-dato il Circolo dei lettori di Perugia.Il suo impegno e dedizione da Asses-sore alla Cultura è noto a molti cit-tadini. Ci può riassumere brevemen-te quali sono i suoi principali obiet-tivi culturali? - Gli obiettivi che misono posto, che perseguo tuttora e checonsegno alla riflessione collettiva sono

SE POTESSE TORNARE NEL PASSATO: QUALE GIORNO difficile. Forse mi sarebbe piaciuto essere presente nella sua metallica magnificenza, simbolo di fiducia, possibilità che l’uomo ha avuto di migliorare il mondo

INTERVISTA AD Assessore alla Cultura

“DARE LA POSSIBILITÀ DI CONFRONTARSI CON

TEATRO PAVONE: Esempio di come la ricercadi collaborazione tra pubblico e privato sia

la chiave per aprire molte porte

i seguenti: difendere le prestigiose isti-tuzioni culturali e di alta formazioneche la storia ci ha consegnato; innova-re le forme di management culturale perstrutturare architetture sempre più ade-guate ai tempi e ai bisogni; dare la pos-sibilità ad una nuova generazione diconfrontarsi con la grandezza dei pa-dri; fare tutto tentando di attivare lamaggiore partecipazione possibile.Con i continui tagli alla cultura, atutti i livelli, come riesce a produrreun calendario così importante e ric-co di eventi come quello perugino? -Il rischio è di indebolire la spina dorsa-le del sistema di produzione, promo-zione e diffusione della cultura, minan-do alle radici istituzioni storiche, com-primendo i grandi festival, limitandol’attività di base, vero e proprio humusper la crescita del tessuto civile del pa-ese. Ma il delitto più grande si compiequando, riducendo di continuo gli stan-ziamenti a favore della tutela e dellapromozione del patrimonio, si tradisceforse la più importante tipicità italica -

il patrimonio storico architettonico,l’ambiente, l’arte e la creatività - chepotrebbe rappresentare una parte signi-ficativa nel percorso di ripresa del pae-se. Nel settore si aumentano le risorsein Germania, in Francia, si annientanoin Italia. Più che un delitto.Ci sono degli sponsor che vi appog-giano? - Senza il sostegno di mecena-ti sarebbe impossibile far fronte alleesigenze di cui parlavo. Solo la rimo-dulazione dei modelli di relazione pub-blico-privato, in assenza di un adeguatoruolo dello Stato, può costituire le con-dizioni per salvare il salvabile, mante-nendo la speranza per un futuro diver-so. Denuncio come, a differenza deipaesi dell’occidente evoluto, nel nostropaese siano risibili le facilitazioni fi-scali per quelle aziende che decidono

di investire in cultura. L’ennesima di-mostrazione di ottusità.In che cosa consiste la nota “Asso-ciazione del Donca” da lei fondata?- L’Accademia del Donca, di cui sonocofondatore, non unico autore, rispon-de a un’esigenza della città, quella diriscoprire il patrimonio rappresentatodalla nostra lingua, dal nostra storia,dai nostri personaggi, avendo comeobiettivo non la chiusura ma il confron-to con la diversità. Il successo dell’ope-razione è dimostrato dai quasi 2000iscritti. Il modello di partecipazione,uguale a quello del neonato Circolo deiLettori di Perugia che vanta oltre 1100iscritti in un anno, è innovativo oltreche efficace. L’Amministrazione, contale modalità operativa, decide chegruppi di cittadini contribuiscano a

Comunedi Perugia

PERUGIAnumero 7 - OTTOBRE 2012

AVREBBE VOLUTO VIVERE NELLA STORIA DELL’UMANITÀ E PERCHÉ? - Scelta all’Esposizione Universale di Parigi del 1889, con l’inaugurazione della Tour Eiffelprogresso, vitalità. Quel momento mi è sempre sembrato rappresentare laattraverso le scienze e la tecnologia. Ci siamo riusciti solo in piccola parte.

ANDREA CERNICCHIe Politiche Sociali dal 24 giugno 2009

ALLE NUOVE GENERAZIONILA GRANDEZZA DEI PADRI”

guidare parte delle politiche culturali,aumentando così il livello della quali-tà e dell’energia.Lo storico teatro Pavone riaprirà fi-nalmente i battenti. Lo farà rinno-vandosi e ampliando la sua offertacon una gamma di servizi quali unristorante e un caffè letterario. Ol-tre ad una programmazione cinema-tografica offrirà una serie di eventilegati alla musica, teatro, letteratu-ra. Cosa ne pensa di questa evolu-zione della cultura? - Penso che lavicenda del Teatro del Pavone dimo-stri come la ricerca di collaborazionetra pubblico e privato sia la chiave peraprire molte porte. Spero che dopo laprossima rimodulazione dell’offerta itanti perugini che oggi lamentano,avendone pieno diritto, la limitata atti-vità e l’assenza del cinema si faccianovivi. La responsabilità è comunitaria,non della proprietà della struttura e diquattro o cinque che si trovano oggiad amministrare. Il Pavone è un gran-de patrimonio collettivo.Perugiassisi 2019, Capitale Europeadella Cultura è una sfida ambiziosa.Può darci un’anticipazione su qualiprogetti si sta lavorando? - Sarebbeimpossibile in poche righe. Accenno aqualche tema. I nostri progetti verte-

ranno sulla valorizzazione del dialogoe della spiritualità come strumento direlazione tra i popoli; sulla possibilitàdi armonizzare uomo-sviluppo-am-biente; sul l’Umbria come contributopossibile per il progresso di tutto il re-sto della civile Europa.Sappiamo che ama il basket e man-giar bene. Qual è il suo piatto prefe-rito? - Le tagliatelle della domenicacon il ragù alla perugina, piatto fortenella cucina di mio padre, accompa-gnato da un buon Sangiovese in pu-rezza. Sul basket ne so molto di piùche sui modelli di gestione culturale.Comunque tranquilli, ne so tantissimo.Se potesse: quale giorno avrebbe vo-

FINIRANNOPRESTO I LAVORIDI RESTAURO

di SIMONA TRENTINI

Torrione di PortaSanta Maria

Lo splendido Torrione di Por-ta Santa Maria, costruito allafine del 1.400 per difendere la

città di Corciano dalle sanguinose lot-te intestine tra le famiglie perugine deiBaglioni e degli Oddi che a quei tem-pi si contendevano la supremazia delterritorio, oggi, grazie al prezioso con-tributo finanziario del noto impren-ditore di Solomeo Brunello Cucinel-li, si assicura un altro lungo e glorio-so futuro.I lavori di restau-ro affidati alladitta peruginaSpaccia srl, parti-ti a primavera einterrotti in ago-sto durante il pe-riodo del Corcia-no Festival pernon intralciare la manifestazione e so-pratutto a causa del troppo caldo cheha reso impossibili le opere di stila-tura e stuccatura, sono finalmente ri-presi durante questo mese di ottobre.Il geometra che segue i lavori, Gia-como Spaccia ha affermato: “Riman-gono da fare i lavori di restauro ester-ni mentre l’interno è già stato termi-nato - nel giro di un mese al massimol’opera sarà completata – aspettia-mo questi giorni la visita delladott.ssa Carla Bartelli della soprin-tendenza ai beni architettonici e pae-saggistici dell’Umbria che ci forniràtutte le indicazioni perché il lavorosia eseguito con la massima perfezio-ne.” Il complesso del Torrione chefiancheggia Porta Santa Maria con ilsuo arco a tutto sesto, caratteristicodel tempo, nel corso degli anni è di-ventato un vero e proprio simbolo rap-presentativo della città di Corciano.L’amministrazione comunale, l’uffi-cio del Turismo e Federica Macche-rani, presidente dell’associazione Pro-mozione Corciano, hanno già in pro-getto un’inaugurazione ufficiale percelebrare l’opera insieme agli abitantinon solo di Corciano ma di tutta laregione Umbria.

Foto di Stefano Ricci

CORCIANO

Brunello Cucinelli

luto vivere nella storia dell’umanitàe perché? - Scelta difficile. Forse misarebbe piaciuto essere presente al-l’Esposizione Universale di Parigi del1889, con l’inaugurazione della TourEiffel nella sua metallica magnificen-za, simbolo di fiducia, progresso, vita-lità. Quel momento mi è sempre sem-brato rappresentare la possibilità chel’uomo ha avuto di migliorare il mon-do attraverso le scienze e la tecnolo-gia. Ci siamo riusciti solo in piccolaparte.Cosa ne pensa della satira? - Unacondizione più che una tecnica o unlinguaggio. Una possibilità più che undetrimento.

1889 - Immagine d’epoca risalente all’inaugurazione della Torre Eiffeldurante l’Esposizione Universale di Parigi

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PERUGIA numero 7 - OTTOBRE 2012

di ROBERTA BISTOCCHI

Assessore alla Cultura ePolitiche sociali del Co-mune di Perugia AndreaCernicchi è nato a Peru-gia e si è laureato in Fi-

losofia all’Università degli Studi di Pe-rugia. È presidente del CIDAC, orga-nismo associativo che raccoglie le cit-tà d’arte e cultura italiane, ed è acca-demico d’onore dell’Accademia diBelle Arti “Pietro Vannucci”, per me-riti conseguiti in ambito politico e cul-turale. È inoltre socio fondatore dellaBiblioteca delle Nuvole e dell’Acca-demia del Dónca, membro dell’Anti-ca Società del Gotto e Socio onorariodel Centro Studi Americanistici - Cir-colo Amerindiano. Nel 2011 ha fon-dato il Circolo dei lettori di Perugia.Il suo impegno e dedizione da Asses-sore alla Cultura è noto a molti cit-tadini. Ci può riassumere brevemen-te quali sono i suoi principali obiet-tivi culturali? - Gli obiettivi che misono posto, che perseguo tuttora e checonsegno alla riflessione collettiva sono

SE POTESSE TORNARE NEL PASSATO: QUALE GIORNO difficile. Forse mi sarebbe piaciuto essere presente nella sua metallica magnificenza, simbolo di fiducia, possibilità che l’uomo ha avuto di migliorare il mondo

INTERVISTA AD Assessore alla Cultura

“DARE LA POSSIBILITÀ DI CONFRONTARSI CON

TEATRO PAVONE: Esempio di come la ricercadi collaborazione tra pubblico e privato sia

la chiave per aprire molte porte

i seguenti: difendere le prestigiose isti-tuzioni culturali e di alta formazioneche la storia ci ha consegnato; innova-re le forme di management culturale perstrutturare architetture sempre più ade-guate ai tempi e ai bisogni; dare la pos-sibilità ad una nuova generazione diconfrontarsi con la grandezza dei pa-dri; fare tutto tentando di attivare lamaggiore partecipazione possibile.Con i continui tagli alla cultura, atutti i livelli, come riesce a produrreun calendario così importante e ric-co di eventi come quello perugino? -Il rischio è di indebolire la spina dorsa-le del sistema di produzione, promo-zione e diffusione della cultura, minan-do alle radici istituzioni storiche, com-primendo i grandi festival, limitandol’attività di base, vero e proprio humusper la crescita del tessuto civile del pa-ese. Ma il delitto più grande si compiequando, riducendo di continuo gli stan-ziamenti a favore della tutela e dellapromozione del patrimonio, si tradisceforse la più importante tipicità italica -

il patrimonio storico architettonico,l’ambiente, l’arte e la creatività - chepotrebbe rappresentare una parte signi-ficativa nel percorso di ripresa del pae-se. Nel settore si aumentano le risorsein Germania, in Francia, si annientanoin Italia. Più che un delitto.Ci sono degli sponsor che vi appog-giano? - Senza il sostegno di mecena-ti sarebbe impossibile far fronte alleesigenze di cui parlavo. Solo la rimo-dulazione dei modelli di relazione pub-blico-privato, in assenza di un adeguatoruolo dello Stato, può costituire le con-dizioni per salvare il salvabile, mante-nendo la speranza per un futuro diver-so. Denuncio come, a differenza deipaesi dell’occidente evoluto, nel nostropaese siano risibili le facilitazioni fi-scali per quelle aziende che decidono

di investire in cultura. L’ennesima di-mostrazione di ottusità.In che cosa consiste la nota “Asso-ciazione del Donca” da lei fondata?- L’Accademia del Donca, di cui sonocofondatore, non unico autore, rispon-de a un’esigenza della città, quella diriscoprire il patrimonio rappresentatodalla nostra lingua, dal nostra storia,dai nostri personaggi, avendo comeobiettivo non la chiusura ma il confron-to con la diversità. Il successo dell’ope-razione è dimostrato dai quasi 2000iscritti. Il modello di partecipazione,uguale a quello del neonato Circolo deiLettori di Perugia che vanta oltre 1100iscritti in un anno, è innovativo oltreche efficace. L’Amministrazione, contale modalità operativa, decide chegruppi di cittadini contribuiscano a

Comunedi Perugia

PERUGIAnumero 7 - OTTOBRE 2012

AVREBBE VOLUTO VIVERE NELLA STORIA DELL’UMANITÀ E PERCHÉ? - Scelta all’Esposizione Universale di Parigi del 1889, con l’inaugurazione della Tour Eiffelprogresso, vitalità. Quel momento mi è sempre sembrato rappresentare laattraverso le scienze e la tecnologia. Ci siamo riusciti solo in piccola parte.

ANDREA CERNICCHIe Politiche Sociali dal 24 giugno 2009

ALLE NUOVE GENERAZIONILA GRANDEZZA DEI PADRI”

guidare parte delle politiche culturali,aumentando così il livello della quali-tà e dell’energia.Lo storico teatro Pavone riaprirà fi-nalmente i battenti. Lo farà rinno-vandosi e ampliando la sua offertacon una gamma di servizi quali unristorante e un caffè letterario. Ol-tre ad una programmazione cinema-tografica offrirà una serie di eventilegati alla musica, teatro, letteratu-ra. Cosa ne pensa di questa evolu-zione della cultura? - Penso che lavicenda del Teatro del Pavone dimo-stri come la ricerca di collaborazionetra pubblico e privato sia la chiave peraprire molte porte. Spero che dopo laprossima rimodulazione dell’offerta itanti perugini che oggi lamentano,avendone pieno diritto, la limitata atti-vità e l’assenza del cinema si faccianovivi. La responsabilità è comunitaria,non della proprietà della struttura e diquattro o cinque che si trovano oggiad amministrare. Il Pavone è un gran-de patrimonio collettivo.Perugiassisi 2019, Capitale Europeadella Cultura è una sfida ambiziosa.Può darci un’anticipazione su qualiprogetti si sta lavorando? - Sarebbeimpossibile in poche righe. Accenno aqualche tema. I nostri progetti verte-

ranno sulla valorizzazione del dialogoe della spiritualità come strumento direlazione tra i popoli; sulla possibilitàdi armonizzare uomo-sviluppo-am-biente; sul l’Umbria come contributopossibile per il progresso di tutto il re-sto della civile Europa.Sappiamo che ama il basket e man-giar bene. Qual è il suo piatto prefe-rito? - Le tagliatelle della domenicacon il ragù alla perugina, piatto fortenella cucina di mio padre, accompa-gnato da un buon Sangiovese in pu-rezza. Sul basket ne so molto di piùche sui modelli di gestione culturale.Comunque tranquilli, ne so tantissimo.Se potesse: quale giorno avrebbe vo-

FINIRANNOPRESTO I LAVORIDI RESTAURO

di SIMONA TRENTINI

Torrione di PortaSanta Maria

Lo splendido Torrione di Por-ta Santa Maria, costruito allafine del 1.400 per difendere la

città di Corciano dalle sanguinose lot-te intestine tra le famiglie perugine deiBaglioni e degli Oddi che a quei tem-pi si contendevano la supremazia delterritorio, oggi, grazie al prezioso con-tributo finanziario del noto impren-ditore di Solomeo Brunello Cucinel-li, si assicura un altro lungo e glorio-so futuro.I lavori di restau-ro affidati alladitta peruginaSpaccia srl, parti-ti a primavera einterrotti in ago-sto durante il pe-riodo del Corcia-no Festival pernon intralciare la manifestazione e so-pratutto a causa del troppo caldo cheha reso impossibili le opere di stila-tura e stuccatura, sono finalmente ri-presi durante questo mese di ottobre.Il geometra che segue i lavori, Gia-como Spaccia ha affermato: “Riman-gono da fare i lavori di restauro ester-ni mentre l’interno è già stato termi-nato - nel giro di un mese al massimol’opera sarà completata – aspettia-mo questi giorni la visita delladott.ssa Carla Bartelli della soprin-tendenza ai beni architettonici e pae-saggistici dell’Umbria che ci forniràtutte le indicazioni perché il lavorosia eseguito con la massima perfezio-ne.” Il complesso del Torrione chefiancheggia Porta Santa Maria con ilsuo arco a tutto sesto, caratteristicodel tempo, nel corso degli anni è di-ventato un vero e proprio simbolo rap-presentativo della città di Corciano.L’amministrazione comunale, l’uffi-cio del Turismo e Federica Macche-rani, presidente dell’associazione Pro-mozione Corciano, hanno già in pro-getto un’inaugurazione ufficiale percelebrare l’opera insieme agli abitantinon solo di Corciano ma di tutta laregione Umbria.

Foto di Stefano Ricci

CORCIANO

Brunello Cucinelli

luto vivere nella storia dell’umanitàe perché? - Scelta difficile. Forse misarebbe piaciuto essere presente al-l’Esposizione Universale di Parigi del1889, con l’inaugurazione della TourEiffel nella sua metallica magnificen-za, simbolo di fiducia, progresso, vita-lità. Quel momento mi è sempre sem-brato rappresentare la possibilità chel’uomo ha avuto di migliorare il mon-do attraverso le scienze e la tecnolo-gia. Ci siamo riusciti solo in piccolaparte.Cosa ne pensa della satira? - Unacondizione più che una tecnica o unlinguaggio. Una possibilità più che undetrimento.

1889 - Immagine d’epoca risalente all’inaugurazione della Torre Eiffeldurante l’Esposizione Universale di Parigi

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HISTORY numero 7 - OTTOBRE 2012

di EMANUELE LEGUMI

Se mi chiedessero qual è il dipinto più impor-tante della storia moderna di Perugia io rispon-derei sicuramente “La Deposizione Borghese”di Raffaello, ricordando mestamente che nonsiamo noi a conservarne l’originale. Nel sei-

cento l’opera fu giudicata così bella dal pontefice PaoloV Borghese da dichiarare, con bolla papale, che gli ap-parteneva di diritto, facendo arrivare a Perugia solo unacopia di discreta fattura. Questa pala d’altare ha tanto daraccontarci, ma per intendere il suo linguaggio bisognainiziare con un breve excursus sui suoi committenti.I Baglioni erano una nobile famiglia di stirpe militare,d’origine germanica, che scese in Italia al seguito del-l’imperatore Federico Barbarossa. In lotta con l’acerri-ma avversaria famiglia Oddi, per il controllo della zonacentrale dell’Umbria, in un continuo saliscendi di vi-cende cruente, riuscì tra il ‘300 e il ‘400 ad estendere ipropri possedimenti ben oltre la città di Perugia.Sembra strano ammetterlo ma il loro problema princi-pale fu la prolificità. Erano tanti e nei rami principalidella famiglia nacquero molti più maschi che femmine,tutti naturalmente d’indole bellicosa con un carattere piut-tosto irrequieto e animoso. Nessuno si dedicò allo stu-dio delle lettere e delle scienze, mentre pochissimi ab-bracciarono la carriera sacerdotale, chi poi lo fece, quan-do ne ebbe occasione, sopra la tonaca non indugiò a met-tere una corazza.L’apice del potere i Baglioni lo ottennero sotto la guidadi Braccio, figlio di Malatesta, che intorno alla metà del

‘400 riuscì ad esercitare su Perugia una signoria occul-ta; quelli furono anni di splendore, mecenatismo e flori-da crescita. Alla sua morte il comando sarebbe dovutoandare al figlio Grifone, ahimè ucciso in battaglia solodue anni prima. Si fecero quindi avanti i due fratelli diMalatesta: Guido e Rodolfo che, contando sulla teneraetà del nipote Federico, chiamato in onore del padre Gri-fonetto, ne usurparono il comando.Sentendosi legittimato dai natali e forse anche da quelnomignolo, Grifonetto covò sempre risentimento neiconfronti degli zii e alla prima occasione cercò e ottennela vendetta. La notte del 14 luglio 1500 passata alla sto-ria come la notte delle “Nozze rosse”, Federico, duranteil matrimonio di suo cugino Astorre Baglioni con Lavi-nia Colonna, trucidò tutti i parenti maschi rivali e assun-se il comando della città. Uno dei sopravvissuti, Giam-paolo Baglioni, fuggito per tempo a Marsciano, dopo lafaida familiare lo raggiunse a Perugia e lo fece uccidere.Ottorino Guerrieri, nel libro Storia di Perugia, commen-ta: “La congiura dei Pazzi e la strage di Senigallia im-pallidiscono davanti alle nozze rosse dei Baglioni... sonotutti parenti contro parenti, i quali si massacrano comese avessero covato per tanti anni né cuori il perlopiù ter-ribile odio”. Oscar Wilde ne Il ritratto di Dorian Gray,parla di Grifonetto: “...nel suo farsetto attillato, il berret-to ornato di gemme, i riccioli come foglie d’acanto... ungiovane di tale bellezza che, quando giacque morentesulla gialla piazza di Perugia, coloro che lo odiarononon poterono impedirsi di piangere, e Atalanta, che lo

aveva maledetto, lo benedisse”.Alcuni anni dopo il giovane Raffaello San-zio fu chiamato, proprio da Atalanta Baglio-ni madre di Grifonetto, a dipingere un qua-dro capace di tramandare ai posteri il ricordodel figlio. Il pittore eseguì un lavoro subli-me: le espressioni nei volti di Atalanta (laMadonna) e di Zenobia moglie di Federico(Maria Maddalena) sembrano riprodurrequelle dell’istante in cui morì il loro congiun-to. Il ritratto di Grifonetto (il giovane che

sostiene le gambe del Cristo) bello come un adone, sem-bra al contempo quasi inespressivo come estraniato dalcontesto; lo sforzo non riesce ad alterarne i lineamenti nelviso e il suo sguardo è perso nel vuoto, come morto.Tutto fa supporre che Raffaello realizzò in maniera perfet-ta la commessa a lui assegnata. Ma stavolta quello chesembra scontato, tanto scontato non è!La tela è indubbiamente un capolavoro ma non c’è unani-mità sul fatto che abbia rispettato i desideri della commit-tenza, così la pensa la studiosa Alessandra Oddi Baglionidiscendente della nobile casata, che vede nell’opera unaforte connotazione politica.Raffaello passò i primi anni di lavoro tra Urbino e Perugiae in quest’opera attraverso i suoi colpi di pennello, de-scrisse come in un libro stampato una situazione politicache conosceva benissimo.Al centro il Cristo morto sembra rappresentare il potereconteso: a sinistra da Roma con San Pietro e San Giovan-ni che incombono a controllare che il trasporto prenda ladirezione giusta e a destra dai Baglioni che, cercando discampare alla tirannia papale, vorrebbero riportarlo nellaterra umbra. Le tre donne che sorreggono Atalanta rappre-senterebbero Bettona, Torgiano, Castiglione le città dovela famiglia regnava.Anche il paesaggio sullo sfondo cambia da un lato all’altrodell’opera: se a sinistra è più dolce, fatto da laghetti, torri eedifici bramanteschi, a destra è più aspro con gole e castelliin stile baglionesco. Infine, in primo piano, scorgiamo iltarassaco, chiamato in dialetto soffione, da sempre simbolodella fede cristiana romana che con il vento diffonde la buonanovella ovunque. In questa contesa da che parte stava Raf-faello e chi pensava meritasse di spuntarla? La risposta ènel piede di San Pietro, quindi di Roma, che sovrasta quel-lo di Zenobia Baglioni e dei perugini tutti; c’è poi la firmadell’artista apposta proprio sulla pietra dello scalino in bas-so a sinistra, elemento da cui Gesù prese proprio il nomedel suo discepolo Pietro. Raffaello aveva capito che questapala d’altare poteva essere la sua grande occasione per fareil salto di qualità ed arrivare alla corte del Papa. Non volevaci fossero dubbi sul suo conto e la vittoria dello stato ponti-

ficio sui ribelli fu il suo biglietto davisita. Nel 1508, anno successivoalla consegna dell’opera, era già aRoma da papa Giulio II.Abbiamo parlato di tutti i personag-gi raffigurati nell’opera tranne uno:il secondo portantino del Cristo,quello che visivamente affaticatosorregge il peso maggiore e che staper salire lo scalino per decretare lavittoria del papato. Chi è? Anche seRaffaello ne ha confuso le fattezze,confrontando alcuni ritratti del-l’epoca scopriamo l’arcano. E’Giampaolo Baglioni che secondol’opinione del pittore, con la sua po-

La Pala Baglioni (1507) è un dipinto smembrato di Raffaello Sanzio. Nella parte Borghese, si cela la storia della Signoria Perugina. Oggi l’opera è conservata nella altri scomparti sono visibili nelle stanze della Pinacoteca Vaticana e nella

PERUGIA/Tra arte e mistero nell’Umbria rinascimentaleRAFFAELLO SANZIO (1483-1520)

DEPOSIZIONE BORGHESEI Baglioni e la morte di raccontati dal pennello di

Giampaolo Baglioni (1470-1520)

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HISTORYnumero 7 - OTTOBRE 2012

centrale, denominata: La DeposizioneGalleria Borghese a Roma, mentreGalleria Nazionale dell’Umbria

GrifonettoRaffaello

litica troppo accondiscendente, stava trascinando la sua stes-sa famiglia in bocca a Roma. Mai previsione fu più azzec-cata e il prode condottiero che era scampato alle faide fa-miliari e alla vendetta di Cesare Borgia, cadde nelle grinfiedel suo alleato Papa Leone X che, nello stile di un processokafkiano, lo fece incarcerare e poi decapitare.Ah, se avesse guardato meglio la pala d’altare della cappel-la di famiglia!

• In alto- Eterno Benedicente, olio su tavola,

64,5x72 cm, cimasa della Pala Baglioniattribuita a Domenico Alfani (1480-

1553).Conservato a Perugia, Galleria

Nazionale dell’Umbria

- Frammento del fregio con Putti e grifidi Raffaello Sanzio (1483-1520).

Conservato a Perugia, GalleriaNazionale dell’Umbria

- Deposizione Borghese, olio su tavola, 184x176 cm diRaffaello Sanzio.

Conservato a Roma, Galleria Borghese

• In bassoLe tre tavole denominate Speranza, Carità e Fede,

olio su tavola, 16x44 cm, di Raffaello Sanzio, fannoparte della predella della smembrata Pala Baglioni.

Portate via dai francesi e recuperate da Papa Pio VIIche riuscì a farle ritornare in Italia, ma piuttosto cherimandarle nei luoghi di origine preferì tenerle nella

Pinacoteca vaticana a Roma.

• Nella pagina a sinistraIn alto, accanto al titolo, Giampaolo Baglioni in un

dipinto conservato nel Comune di Perugia. Foto trattadal libro di Alessandra Oddi Baglioni “Nozze Rosse”

A destra la possibilericostruzione del dipinto

Autoritrattodi Raffaello

LUIGI ROSSINI- Le oltre

cento torriBaglionescheprima che la

Rocca Paolinaprendesse

il loroposto.

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HISTORY numero 7 - OTTOBRE 2012

Abbiamo presentato nel numero precedente di"Terrenostre" il personaggio Gisberto Tinivelli,che, dopo una lunga esperienza in AeronauticaMilitare, come pilota ed istruttore dei caccia -dei G91 (i velivoli della Pattuglia Acrobatica) e

degli F104 Starfighter (i cacciatori di stelle) - è passato al-l'Aeronautica Civile, in Alitalia, diventando il pilota di PapaGiovanni Paolo II, per i suoi storici viaggi, in particolare quelloin Centro America, nell'equipaggio del Comandante Giovan-ni Marchini, anch'egli un nostro conterraneo.In questo numero proponiamo un suo scritto, una sua me-moria, vergata un anno fa, un anno prima della sua morte,che racconta con intimo divertimento il "Gisberto-pensierosu donne, amore e volo" - come annota in una sua recensio-ne il Direttore di "Volo Sportivo", Rodolfo Biancorosso, chece ne autorizza la pubbli-cazione.Non è un racconto "profes-sionale", incentrato su car-te meteorologiche o piani dimissione, su come buttarsiin picchiata, per passaresotto la copertura radar ne-mica e seguire il profilo delterreno, fino all'obiettivo.In questo scritto, GisbertoTinivelli racconta se stesso,ad inizio carriera, in manie-ra scanzonata, nei voli delvenerdí, quelli - come eglili definisce - "con destina-zione Cupido", perché an-che i piloti si innamorano,ed anche in amore, comenel volo, vivono anch’essiil rischio e le avventure. Inquesto scritto si coglie iltratto umano di un uomo ditalento e di coraggio che hainfranto il muro del suonoe che ha realizzato se stes-so puntando verso il cielo.

Ma quanto faceva rumore STORIA 1933-2012/GISBERTO TINIVELLI

di MARIO CICOGNA

Giulio Benincasa (anch’egli pilota),l’amico che andava a prendere in

auto Gisberto all’aeroporto, quandoegli atterrava a Foligno o a S.Egidio,

per portarlo dalla fidanzata.In anni recenti è stato suo compagno

di volo sportivo

Gisberto Tinivelli all’epocadelle avventure

folignati

IL PILOTA DEL PAPA RACCONTA SE STESSO IN GIOVENTÙ. Un amore giovanile messo padre geloso. Voli di notte a luna piena, manovre spericolate su una pista di Un amico fidato su cui contare per baciare la propria bella...

HISTORYnumero 7 - OTTOBRE 2012

il motore del T6!..

La passione, e per il volo e peruna donna; un amore passio-nale, forte, romantico. Ecco,manca, nel VDS (volo a diporto sportivo, n.d.r.), questo

aspetto del volo-amore, con qualcuno cheracconti le sue spericolate avventure conl'aereo per una donna, fregandosene deirimbrotti degli esperti della SicurezzaVolo, del syllabus, ma che voli di notte, aluna piena, che corra seri rischi per unbacio (sì, solo un bacio!) alla sua bella,moglie incompresa di un altro uomo, ge-loso e vendicativo! Insomma, un amoredifficile e che richieda altrettanto corag-gio che per il volo.Io credo ci sia la necessità di imprimereuna svolta a questo noioso tran-tran delVDS, e un grande amore farebbe al caso.Altrimenti sembra che questa passioncel-la per il volo sostituisca la capacità deipiloti di amare le donne, che invece do-vrebbe essere il primo traguardo di unuomo.I piloti della mia generazione in AMImolto volarono per rincorrere l'amore.Tutto dipese dal fatto che ogni due/tre anniti trasferivano in altra base, normalmentelontana dalla precedente. E allora, per ri-vederti con la bella dovevi attendere il finesettimana e tornare da lei, con i mezzi piùidonei (per un anno ho fatto in treno Ri-mini-Verona) tra i quali l'aereo militare perle distanze maggiori, mezzo che ti conce-devano volentieri perché la filosofia deltempo era di volare... volare... e ancoravolare. Se poi ti mandavano a far l'istrut-tore significava trasferirsi a Lecce, Fog-gia, Napoli, sedi delle scuole di volo ba-sico.In pochi avevano l'auto e non c'erano leautostrade. L'ultimo volo del venerdì ingenere era quello con destinazione "Cu-pido". Con i T6 ed i T33 attraversavamotutta l'Italia, magari portando l'allievo (delluogo) che doveva fare la missione del tra-sferimento.

Capitava di volare anche dopo notti in-sonni. Rientro obbligatorio la domenicasera, ma se c'era l'allievo anche il lunedìmattina.Io, che mi fidanzai e sposai a Foligno, usa-vo il T6 per i miei week-end. Dapprimaatterravo a Perugia per le cattive condizio-ni della pista locale ( erbosa ), poi fui pre-gato di farlo in casa perché si doveva di-mostrare che gli aerei militari ci atterrava-no e quindi era il caso di ripararla. Dopoun'accurata ispezione trovai un pezzo di-screto e con molta attenzione lo usavo ( inseguito la pista fu completamente rifatta).

Ma sorsero nuovi ostacoli. Il padre dellamia fidanzata era stato ufficiale motori-sta in AMI e quando sentiva il potenterombo del mio T6 tratteneva la figlia incasa intralciando ogni nostra iniziativa.Allora usai lo stratagemma di arrivare benalto per poi togliere motore lontano dal-l'aeroporto e con una lunga planata e unsimulato (questo sì, di precisione) atter-ravo con il motore al minimo e quindi ilweek-end aveva tutt'un altro sapore. Ma...il suolo aeroportuale era stato affittato aun pastore per cui, a volte, trovavo la pi-sta invasa dal gregge che mi costringeva

a riattaccare, e in quel caso il week-endera rovinato.Senz'altro i miei colleghi weekendariavranno avuto altre storie da raccontare;c'era un intreccio volo-amore che oggi puòsuscitare compassione tanto tra i due c'èun così netto distacco. Bene, lascio agliscapoli, padroni dello spirito del tempo, ilcompito di colmare questa lacuna che, for-se, lo è solo agli occhi miei ( ma le nume-rose donne pilota cosa dicono? Farebbe-ro loro altrettanto? Forse sì, e i piloti no?Mah...Queste signore del VDS amanotroppo il silenzio! ).

Un aereo da addestramentobasico T6

a dura prova da distanze impossibili e da un atterraggio invasa da un gregge di pecore.

Gisberto Tinivelliin una foto recente

di GISBERTO TINIVELLIwww.volosportivo.com

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HISTORYnumero 7 - OTTOBRE 2012

il motore del T6!..

La passione, e per il volo e peruna donna; un amore passio-nale, forte, romantico. Ecco,manca, nel VDS (volo a diporto sportivo, n.d.r.), questo

aspetto del volo-amore, con qualcuno cheracconti le sue spericolate avventure conl'aereo per una donna, fregandosene deirimbrotti degli esperti della SicurezzaVolo, del syllabus, ma che voli di notte, aluna piena, che corra seri rischi per unbacio (sì, solo un bacio!) alla sua bella,moglie incompresa di un altro uomo, ge-loso e vendicativo! Insomma, un amoredifficile e che richieda altrettanto corag-gio che per il volo.Io credo ci sia la necessità di imprimereuna svolta a questo noioso tran-tran delVDS, e un grande amore farebbe al caso.Altrimenti sembra che questa passioncel-la per il volo sostituisca la capacità deipiloti di amare le donne, che invece do-vrebbe essere il primo traguardo di unuomo.I piloti della mia generazione in AMImolto volarono per rincorrere l'amore.Tutto dipese dal fatto che ogni due/tre anniti trasferivano in altra base, normalmentelontana dalla precedente. E allora, per ri-vederti con la bella dovevi attendere il finesettimana e tornare da lei, con i mezzi piùidonei (per un anno ho fatto in treno Ri-mini-Verona) tra i quali l'aereo militare perle distanze maggiori, mezzo che ti conce-devano volentieri perché la filosofia deltempo era di volare... volare... e ancoravolare. Se poi ti mandavano a far l'istrut-tore significava trasferirsi a Lecce, Fog-gia, Napoli, sedi delle scuole di volo ba-sico.In pochi avevano l'auto e non c'erano leautostrade. L'ultimo volo del venerdì ingenere era quello con destinazione "Cu-pido". Con i T6 ed i T33 attraversavamotutta l'Italia, magari portando l'allievo (delluogo) che doveva fare la missione del tra-sferimento.

Capitava di volare anche dopo notti in-sonni. Rientro obbligatorio la domenicasera, ma se c'era l'allievo anche il lunedìmattina.Io, che mi fidanzai e sposai a Foligno, usa-vo il T6 per i miei week-end. Dapprimaatterravo a Perugia per le cattive condizio-ni della pista locale ( erbosa ), poi fui pre-gato di farlo in casa perché si doveva di-mostrare che gli aerei militari ci atterrava-no e quindi era il caso di ripararla. Dopoun'accurata ispezione trovai un pezzo di-screto e con molta attenzione lo usavo ( inseguito la pista fu completamente rifatta).

Ma sorsero nuovi ostacoli. Il padre dellamia fidanzata era stato ufficiale motori-sta in AMI e quando sentiva il potenterombo del mio T6 tratteneva la figlia incasa intralciando ogni nostra iniziativa.Allora usai lo stratagemma di arrivare benalto per poi togliere motore lontano dal-l'aeroporto e con una lunga planata e unsimulato (questo sì, di precisione) atter-ravo con il motore al minimo e quindi ilweek-end aveva tutt'un altro sapore. Ma...il suolo aeroportuale era stato affittato aun pastore per cui, a volte, trovavo la pi-sta invasa dal gregge che mi costringeva

a riattaccare, e in quel caso il week-endera rovinato.Senz'altro i miei colleghi weekendariavranno avuto altre storie da raccontare;c'era un intreccio volo-amore che oggi puòsuscitare compassione tanto tra i due c'èun così netto distacco. Bene, lascio agliscapoli, padroni dello spirito del tempo, ilcompito di colmare questa lacuna che, for-se, lo è solo agli occhi miei ( ma le nume-rose donne pilota cosa dicono? Farebbe-ro loro altrettanto? Forse sì, e i piloti no?Mah...Queste signore del VDS amanotroppo il silenzio! ).

Un aereo da addestramentobasico T6

a dura prova da distanze impossibili e da un atterraggio invasa da un gregge di pecore.

Gisberto Tinivelliin una foto recente

di GISBERTO TINIVELLIwww.volosportivo.com

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HISTORY/ASSISI numero 7 - OTTOBRE 2012

di FRANCESCO SANTUCCI

La chiesa di San Bia-gio sorge lungo laProvinciale Tordi-betto d’Assisi-Ba-stia Umbra, che un

tempo chiamavano tutti, sem-plicemente, «la strada maestra».Quella strada, bianca, oltre mez-zo secolo fa, costituì, per me, ilprimo campo sportivo: lì feci in-terminabili partite a pallone coicompagni d’infanzia; lì ci lan-ciavamo in pazze volate in bi-cicletta o giocavamo “a botto-ni”, “a figurine”, a bocce e a ruz-zolone. Lì anche, purtroppo,seguii – con lo stupore del bam-bino ignaro della sorte che sta-va per abbattersi su di lui – lacorsa trafelata di mia madre emia nonna dietro a quelli che ri-portavano a casa, in barella, miopadre poco più che trentenne,gravemente ferito in un inciden-te sul lavoro che l’avrebbe, di lìa poco, condotto alla morte.Per quella via, poco dopo queltragico evento familiare, seguii– non meno attonito – il passag-gio dei carri armati alleati incal-zanti la lunga fila di soldati te-deschi che si ritiravano verso icolli portandosi dietro un’altret-tanto lunga teoria di bestiame,rapito alle stalle. Seduto, o me-glio rannicchiato, sugli sconnes-si sedili in pietra, fiancheggian-ti il portale d’ingresso alla chie-setta, trascorsi lunghe sere diprimavera ed estati trasognateguardando il cielo e familiariz-zando con le stelle dell’OrsaMaggiore e dell’Orsa Minore,meditando, assai spesso, sullescene delle tele che più volteavevo contemplato all’internodell’edificio sacro, raffigurantila Cacciata di Adamo ed Evadal Paradiso terrestre, l’Adora-zione dei Magi, la Sacra Fami-

glia e Marta che rimproveraMaria.Inutile dire che il mio stuporeera più grande quando riflette-vo sulla scena della cacciata diAdamo ed Eva, che si allonta-navano afflitti (lui più di lei) dalParadiso terrestre con alle spal-le un angelo incalzante chebrandiva (ma con una certa mi-tezza mista a compassione) unaspada non proprio tanto minac-ciosa.Io non capivo ovviamente il per-ché di quella «cacciata», che co-stituì, per me, uno dei primi mi-steri della vita. Comunque, lachiesetta mi era tanto familiareche mi sembrava quasi una cosache mi appartenesse avendonemia madre avuto in consegna lechiavi dalla famiglia Rossi, pro-prietaria della bella villa seicen-tesca che sta proprio di fronte aS. Biagio, separata dalla via.A S. Biagio è legato anche il ri-cordo delle funzioni religioseche vi faceva celebrare la sig.raSofia Rossi, in ciò poi imitatada sua figlia Mirella, il 3 feb-braio di ogni anno, festività diS. Biagio, allorché il sacerdoteprocedeva alla benedizione del-la gola (di cui S. Biagio vieneinvocato quale protettore), me-diante due candele benedette ilgiorno della Candelora (2 feb-braio) disposte a croce di S. An-drea.Ora quella chiesa è abbandona-ta; non vi si celebra più da de-cenni e non vi sono più i quadriche la decoravano. E’ stata al-tresì gravemente lesionata dalterremoto del settembre-otto-bre’97. Dietro di essa, però, c’èuna storia, che merita di esserealmeno sintetizzata.Correva l’anno 1709. Un taleAngelo Rossi «da Tor di Bet-

to», con testamento rogato dalnotaio assisano Angelo VittorioFrondini, istituiva erede univer-sale il nipote Giuseppe Rossi,figlio di Pietro, suo fratello, delmedesimo luogo, con l’obbligodi far celebrare sessanta messeall’anno «o pure istituire un juspatronato laicale a suo arbitrioe con dote di scudi trecento», lacui nomina fosse di spettanzadella casa Rossi «in infinito du-rante la linea mascolina e permancanza di detta linea debbasuccedere la linea femminina inperpetuo e che il nominato a det-to jus patronato» soddisfacessel’obbligo di celebrare le dettemesse. Fu così che il ricordatoGiuseppe Rossi (anche per nonperdere la dote dei trecento scu-di) fece edificare al vocabolol’Acqua Santa la ricordata chie-setta col titolo di S. Biagio, do-tandola della predetta somma.Tale costruzione va collocata frail 1732 e il 1735, anni dell’epi-scopato di mons. GiambattistaRondoni, che ne dette licenza.Il 30 marzo 1736 il sacerdotedon Biagio Rossi, cappellanodella chiesa di S. Biagio, “esi-biva” un documento rogato dalnotaio Mario Blasi, riguardan-te il testamento di Angelo Ros-si e recante l’obbligo di celebra-re 60 messe all’anno in dettachiesa.Il 27 agosto 1754 lo stesso donBiagio Rossi, in qualità di Vi-cario Parroco, assicurava chel’obbligo delle sessanta messeannuali veniva regolarmentesoddisfatto.Non sarà più così, però, nella se-conda metà dell’Ottocento,come si deduce dalla relazionedella “Visita Pastorale” effettua-ta il 2 novembre 1890 da mons.Nicanore Priori alla parrocchia

Salviamo la chiesa di San Biagioa Tordibetto di Assisi

C’è una chiesa, nella mia vita, indissolubilmente legata ai ricordi della fanciullezza e dell’adolescenza.E’dedicata a S. Biagio vescovo e martire, santo orientale molto venerato in Italia fin dall’alto Medioevo

soprattutto in area bizantina o prossima, come nel nostro caso, al cosiddetto «corridoio bizantino»

di Tordibetto. Ma la cura dellachiesa di S. Biagio avrà nuovavita nella prima metà del ’900,grazie alle premure della signo-ra Sofia Rossi, austera donnalaziale di antico rigore non soloreligioso, che ravvivò la tradi-zionale devozione per S. Biagioripristinando nella chiesetta set-tecentesca le celebrazioni li-turgiche almeno in occasio-ne della festa del santo il ter-zo giorno del mese di feb-braio.E fu grazie anche alle curedella figlia Mirella, sposataFeliciani, che l’interno del-l’oratorio col suo notevolecorredo raggiunse un vero eproprio splendore, come ri-sulta da una foto degli anni’70, qui allegata.Più tardi, però, i Rossi ven-dettero tutte le loro proprie-tà: i poderi, la villa e la chie-setta col suo arredo artistico.“S. Biagio” rimase, così, del

tutto spoglia e fu chiusa al pub-blico. Il terremoto del 1997 procuròpoi alla chiesetta gravissimidanni, tanto che venne “puntel-lata”, così come ancora oggi sipresenta, senza che nessuno sisia più interessato del suo mi-serevole stato.

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HISTORY/ASSISInumero 7 - OTTOBRE 2012

L’AMMIRAGLIO INIGO CAMPIONIMolti non sanno che nel Cimitero di Assisi capoluogo dal 1945 riposano le spoglie dell’Ammiraglio

Inigo Campioni, già comandante in capo della flotta, Senatore del Regno ed infine Governatoredell’Isola di Rodi, Medaglia d’Oro al V.M. alla memoria. Nacque a Viareggio il 14 novembre 1878.Prima di essere fucilato il 24 Maggio 1944 a Parma, unitamente all’Ammiraglio Luigi Maschera,

l’eroico difensore di Lero, convinto seguace di San Francesco e Terziario Francescano chiese di esseresepolto nel Cimitero di Assisi, nella nuda terra come il Santo di cui era molto devoto

Inigo Campioni pagò conla vita la sua fedeltà al giu-ramento alla Bandiera edalla Patria pronunciato daguardiamarina nel 1898 al

termine dei corsi all’AccademiaNavale di Livorno.Nel 1905 è promosso Tenente diVascello. Durante la sua lunga edesaltante carriera ebbe il coman-do di prestigiose unità militari;partecipò alla guerra italo-turca(1911/12) e nel 1926 (lo ricordanella sua coinvolgente relazionela giornalista-scrittrice Ester Fin-tz Menascè) fu addetto navale aParigi. Nel 1929 ebbe il coman-do della corazzata “Caio Duilio”e successivamente fu nominatoCapo di Stato Maggiore della 1°squadra navale.La carriera di Campioni fu uncontinuo crescendo, infatti in-dossò presto i galloni di Con-trammiraglio e poi quelli di Am-miraglio di Divisione e nel 1935/36, durante il conflitto italo-etio-pico, lo S.M. della Regia Mari-na gli affidò l’incarico di Co-mandante della 5° DivisioneNavale. Nel 1936 è promossoAmmiraglio di Squadra, il gra-do più elevato della gerarchiadella Marina.Nel 1938 assume le carica di Sot-

tocapo di S.M. della Regia Ma-rina e nel 1939, poco prima del-lo scoppio della 2° Guerra Mon-diale, addirittura ottiene il co-mando della 1° squadra navalecon l’insegna – ci ricorda sem-pre la Dottoressa Fintz Menachè– sulla superba corazzata “Giu-lio Cesare” con la quale parteci-pa agli scontri navali di PuntaStilo e Capo Teulada.L’Ammiraglio Campioni è statouno dei più autorevoli esponentidella nostra Regia Marina, ma leleggi sul raggiungimento dell’etàpensionabile non ammettono de-roghe per cui Campioni è collo-cato in ausiliaria per “raggiuntilimiti di età”. Si sente ancora col-mo di energia, ma deve soccom-bere non al fuoco nemico, ma al“potere della burocrazia”.Alla fine del 1941 la Patria haincalzante bisogno della suaesperienza e della sua prestigio-sa, indiscussa autorità per cuiviene richiamato (lo rammentasempre la Menachè) e nominatoGovernatore delle Isole del-l’Egeo e Comandante delle For-ze Armate del possedimento ita-liano. L’armistizio dell’8 Settem-bre fu un evento drammatico ele notizie frammentarie, impre-cise e difficili da captare nelleterre italiane più lontane daRoma, misero in grave difficol-tà il Governatore Campioni cherifiutò qualsiasi forma di colla-borazione con i tedeschi ancheperché dalla Capitale il Coman-do Supremo aveva ordinato di re-agire ad ogni violenza armatatedesca e di non prendere alcunainiziativa contro gli Alleati.A Rodi nel 1943 le forze armatetedesche erano preponderanti eCampioni non volle rischiarel’incolumità dei propri militarianche perché – sostiene la Me-nachè – erano venuti a mancaregli aiuti inglesi. L’Ammiraglionon volle aderire alla Repubbli-ca Sociale Italiana e pertanto fupreso prigioniero il 19 Settem-

di MASSIMO ZUBBOLI

bre e deportato nel campo di con-centramento di Schokken in Po-lonia dove rimase fino al 28 Gen-naio 1944. Anche il Contrammi-raglio Mascherpa seguì la sortedi Campioni e i due alti ufficialivennero rinchiusi nel carcere diSan Francesco a Parma, in atte-sa del processo. Un compagnodi prigionia dei due, Don Giu-seppe Cavalli, così si esprime“soldati dai nervi d’acciaio…potevano vibrare ancora d’entu-siasmo per il mare e la Patria.Il mare e la Patria erano i motiviche incessantemente ricorrevanonella loro conversazione. Essiavevano consumato l’esistenzasulle rotte oceaniche ed erano in-dissolubilmente vincolati colcuore, con l’anima – al fascinodel mare…avevano il culto del-la Patria. La portavano nel cuo-re, l’amavano…”. Il cosiddettoprocesso fu una ignobile farsa,(dal supplemento alla RivistaMarittima / 2001) mal condottoda un tribunale incapace di sal-vare almeno le apparenze.

Dal “Museo Artie Mestieri

di CRISTIANACOSTANTINI

L'oggetto che Vi abbiamopresentato nello scorsonumero di Terrenostre è

un "Sottopancia" per muli, asinie cavalli. Questa sorta di cinturaaveva las e m p l i c efunzione difissare la sel-la sul qua-drupede circondando il suo to-race senza influire negativamen-te sulla sua attività respiratoria.Il sottopancia finiva per con-giungersi ai riscontri della sella( quella appoggiata sul dorso deimuli e degli asini era chiamata"basto" e veniva di solito costru-ita su ordinazione dal "bastaio").

Perchè questo collegamentocon la "Corporazione dei Mer-canti"?Perchè la c.d. Ars Mercatorumfaceva grande affidamento suasini, muli e cavalli. I trasportiavvenivano infatti grazie a que-sti quadrupedi alla cui sella ve-nivano lateralmente posti degliuncini, ai quali venivano aggan-giati sacchi, ceste e mastelli ri-baltabili che favorivano la fuo-riuscita del materiale trasposta-to. Gli animali in questione era-no dunque molto utili: erano re-sistenti (soprattutto i muli) e po-tevano passare dove ai carri eravietato (o perchè erano strade adesclusivo uso pedonale, o perchètroppo strette o ripide). Coloroche commerciavano "a lungoraggio" erano soliti trattare mercinon deperibili come tessuti, me-talli... e si avvalevano di agentifiduciari che li informavano sul-l'andamento dei prezzi e sullemerci oggetto di maggior do-manda da parte degli acquiren-ti. Si poteva definire "mercan-te" ogni individuo che effettua-va la compravendita di qualsia-si tipo di merce (grezza, semi-lavorata, finita). Ogni mercantevendeva e comprava di tutto(non vi erano specializzazioni sudeterminati tipi di prodotto) efrequentava "piazze" diverse.L'utilizzo mercantile degli ani-mali da soma (e poi da traino)risulterebbe essere attestata nel-l'Asia occidentale del IV millen-nio A.C. per poi diffondersi inEuropa (soprattutto nella zonamediterranea). Questo meccani-smo di commercio, basato sull'utilizzo di cavalli, muli ed asi-ni andò lentamente scomparen-do come conseguenza del mi-glioramento delle reti stradali edella diffusione dei mezzi mo-torizzati.L'oggetto che proporremo nelprossimo numero veniva utiliz-zato dai componenti della "Cor-porazione deiMedici e degliSpeziali" ...co-s'è, secondovoi?

Conoscere gli oggettidel passato

I MERCANTI

PERSONAGGI STORICI AD ASSISI

Gli interventi della difesa: acco-rati, documentati non servono aniente. La camera di consigliodura soltanto 15 minuti, poi ilTribunale esce con la condannaa morte mediante fucilazione alpetto. Alla sentenza di morte idue Ammiragli presenti non bat-tono ciglio. Del resto Campionil’aveva anticipata (dal supple-mento alla Rivista Marittima “Ildovere e la Memoria”) dicendoagli avvocati e ai parenti: “por-tate il nostro saluto a tutti i colle-ghi della Marina. Dite loro chemoriamo vittime di una grandeingiustizia, colpevoli soltanto diaver tenuto fede al nostro giura-mento e alla tradizione d’onoredella Marina”.Ad un plotone di giovani militidi 16 e 17 anni è affidato il com-pito di fucilare i due Eroi. Cam-pioni è in piedi, rigido sull’atten-ti, ha respinto come Maschera lasedia e la benda, l’ultimo grido:“Viva l’Italia”.

L’Ammiraglio Campioni sul ponte di comando(Foto da Rivista Marittima 2001)

L’Ammiraglio Inigo Campioni(Foto Ufficio Storico MM)

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numero 7 - OTTOBRE 2012

di LORENZO CAPEZZALI

TRAFFICO

SUI VARCHI ELETTRONICI È BUFERA

Varchi elettronici sì, varchi elettronici no. E’ il tema del momento ad Assisi a due mesi dal battesimo del piano del traffico,

un’alterazione storica per centro e tu-risti. Dibattito a parte, sulla questionec’è stato un duro botta e risposta tral’assessore al traffico, Antonio Lunghi,il sindaco Claudio Ricci e la confcom-mercio, che non lascia sperare bene.“Per migliorare la città occorre che laconfcommercio ci sostenga - annuncial’assessore al traffico, Antonio Lunghi- perché Assisi diventi più accessibile,più interattiva e più pulita. Nel centronon possiamo mettere alle porte i vigi-li urbani per ovvi motivi istituzionali.Con i varchi elettronici in gestazionetengo a rimarcare come la pedonaliz-zazione dell’asse San Pietro - PiazzaSanta Chiara sia il punto di forza del-la mobilità futura. Basta con la bassademagogia. Il confronto va fatto sulleidee. Io sono un riformista, sostenito-re del cambiamento graduale. La conf-commercio deve sostenere questa po-litica comunale”.Pronta la replica di Vincenzo Di Santi,presidente della Confcommercio: “Noisosteniamo le strategie per lo svilup-po, non quelle che penalizzano la cit-tà. Dalla Giunta ci saremmo aspettatiun atteggiamento di maggior apertu-ra. No, alla soluzione dei varchi elet-tronici, sbagliata ed inopportuna, per-ché isola la città. Non si tratta di de-magogia. Gli abitanti del centro han-no esigenze diverse da quelle del terri-

torio perché Assisi è particolarissima”.Anche il sindaco Ricci è intervenutosulla questione affermando: “Il proget-to deve ancora essere condiviso e di-scusso e prima di criticare è opportu-no aspettare che il disegno sia prepa-rato. Stiamo analizzando le migliorisoluzioni sul traffico perché Assisi è ve-ramente una città particolare”.Intanto c’è silenzio sul destino del par-cheggio dell’ex cava Rocca Maggioreda parte dell’Ente pubblico, un conte-nitore che tramite un ascensore puòtogliere le castagne dal fuoco al traffi-co caotico delle piazze centrali.

Duro botta e risposta tra l’assessore Antonio Lunghi e la Confcommercio,mentre sul parcheggio ex cava Rocca Maggiore regna il silenzio

Premio Nazionale Francesco Dattini V° Edizione

LA PRO LOCO DI SACILE AL PRIMO POSTO

In occasione dei festeggiamenti fran- cescani a Capodacqua d’Assisi si è rinnovato il “Premio Nazionale Fran-cesco Dattini”, giunto alla VI edizionee organizzato dalle pro loco locali e diquelle della Regione Friuli Venezia Giu-lia. L’istituzione del premio nacque qual-che anno fa per rendere omaggio alla fi-gura dell’assisano Francesco Dattini, allasua umanità, ai suoi forti ideali civili ereligiosi.A salire sul gradino più alto del premioè stata la pro loco di Sacile con “Crona-che sacilesi”. Seconde ex aequo si sonoclassificate la comunità di MorteglianoChiasiellis, il consorzio della pro locomedio e basso Friuli “Sericus” e Stras-soldo.

Il presidente dell’Ascom Vincenzo Di Santi, il vicensindaco Antonio Lunghi ed il sindaco Claudio Ricci

La regolamentazione del traffico susci-ta sempre interesse e diventa ancheoggi un argomento sensibile da tratta-re per i cittadini. Uno per tutti il criticod’arte, Enrico Sciamanna, che boccia

la viabilità di Assisi e i gas di scarico,che mettono in pericolo le vestigia an-tiche della città. “La sosta dentro lemura? È selvaggia e soggetta a lassi-smi o repressioni imprevedibili”.

“Anche quest’anno la manifestazionenon ha tradito le attese - commenta l’or-ganizzatore, Alberto Fagotti - grazie al-l’apporto di carissimi amici e al ricordoche tutti noi ancora serbiamo per Fran-cesco Dattini, una figura che rimanesempre nei nostri cuori per i grandi me-riti umani e sociali”.A Capodacqua erano presenti il sinda-co Claudio Ricci, l’assessore alla cul-tura, Francesco Mignani, il presidentedell’Unpli Umbria, Francesco Fiorelli,autorità civili e religiose. Sono seguitiattestati di merito per alcuni plessi delconcorso scolastico e per le pro loco delFriuli la cui partecipazione è stata salu-tata con intensi applausi dal folto pub-blico presente. (L.C.)

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numero 7 - OTTOBRE 2012

di LORENZO CAPEZZALI

TRAFFICO

SUI VARCHI ELETTRONICI È BUFERA

Varchi elettronici sì, varchi elettronici no. E’ il tema del momento ad Assisi a due mesi dal battesimo del piano del traffico,

un’alterazione storica per centro e tu-risti. Dibattito a parte, sulla questionec’è stato un duro botta e risposta tral’assessore al traffico, Antonio Lunghi,il sindaco Claudio Ricci e la confcom-mercio, che non lascia sperare bene.“Per migliorare la città occorre che laconfcommercio ci sostenga - annuncial’assessore al traffico, Antonio Lunghi- perché Assisi diventi più accessibile,più interattiva e più pulita. Nel centronon possiamo mettere alle porte i vigi-li urbani per ovvi motivi istituzionali.Con i varchi elettronici in gestazionetengo a rimarcare come la pedonaliz-zazione dell’asse San Pietro - PiazzaSanta Chiara sia il punto di forza del-la mobilità futura. Basta con la bassademagogia. Il confronto va fatto sulleidee. Io sono un riformista, sostenito-re del cambiamento graduale. La conf-commercio deve sostenere questa po-litica comunale”.Pronta la replica di Vincenzo Di Santi,presidente della Confcommercio: “Noisosteniamo le strategie per lo svilup-po, non quelle che penalizzano la cit-tà. Dalla Giunta ci saremmo aspettatiun atteggiamento di maggior apertu-ra. No, alla soluzione dei varchi elet-tronici, sbagliata ed inopportuna, per-ché isola la città. Non si tratta di de-magogia. Gli abitanti del centro han-no esigenze diverse da quelle del terri-

torio perché Assisi è particolarissima”.Anche il sindaco Ricci è intervenutosulla questione affermando: “Il proget-to deve ancora essere condiviso e di-scusso e prima di criticare è opportu-no aspettare che il disegno sia prepa-rato. Stiamo analizzando le migliorisoluzioni sul traffico perché Assisi è ve-ramente una città particolare”.Intanto c’è silenzio sul destino del par-cheggio dell’ex cava Rocca Maggioreda parte dell’Ente pubblico, un conte-nitore che tramite un ascensore puòtogliere le castagne dal fuoco al traffi-co caotico delle piazze centrali.

Duro botta e risposta tra l’assessore Antonio Lunghi e la Confcommercio,mentre sul parcheggio ex cava Rocca Maggiore regna il silenzio

Premio Nazionale Francesco Dattini V° Edizione

LA PRO LOCO DI SACILE AL PRIMO POSTO

In occasione dei festeggiamenti fran- cescani a Capodacqua d’Assisi si è rinnovato il “Premio Nazionale Fran-cesco Dattini”, giunto alla VI edizionee organizzato dalle pro loco locali e diquelle della Regione Friuli Venezia Giu-lia. L’istituzione del premio nacque qual-che anno fa per rendere omaggio alla fi-gura dell’assisano Francesco Dattini, allasua umanità, ai suoi forti ideali civili ereligiosi.A salire sul gradino più alto del premioè stata la pro loco di Sacile con “Crona-che sacilesi”. Seconde ex aequo si sonoclassificate la comunità di MorteglianoChiasiellis, il consorzio della pro locomedio e basso Friuli “Sericus” e Stras-soldo.

Il presidente dell’Ascom Vincenzo Di Santi, il vicensindaco Antonio Lunghi ed il sindaco Claudio Ricci

La regolamentazione del traffico susci-ta sempre interesse e diventa ancheoggi un argomento sensibile da tratta-re per i cittadini. Uno per tutti il criticod’arte, Enrico Sciamanna, che boccia

la viabilità di Assisi e i gas di scarico,che mettono in pericolo le vestigia an-tiche della città. “La sosta dentro lemura? È selvaggia e soggetta a lassi-smi o repressioni imprevedibili”.

“Anche quest’anno la manifestazionenon ha tradito le attese - commenta l’or-ganizzatore, Alberto Fagotti - grazie al-l’apporto di carissimi amici e al ricordoche tutti noi ancora serbiamo per Fran-cesco Dattini, una figura che rimanesempre nei nostri cuori per i grandi me-riti umani e sociali”.A Capodacqua erano presenti il sinda-co Claudio Ricci, l’assessore alla cul-tura, Francesco Mignani, il presidentedell’Unpli Umbria, Francesco Fiorelli,autorità civili e religiose. Sono seguitiattestati di merito per alcuni plessi delconcorso scolastico e per le pro loco delFriuli la cui partecipazione è stata salu-tata con intensi applausi dal folto pub-blico presente. (L.C.)

numero 7 - OTTOBRE 2012

16 settembre 2012 / Il FAI fa risplendere un’altra opera ad Assisi

Il Bosco di San Francesco scrignodella chiesa di Santa Croce

di LOLITA RINFORZI

Il Vescovo di Assisi, Monsignor Sorrentino ha celebrato la prima messa, e presto Padre GiovanniCiuraru, parroco della Chiesa di Santa Margherita ad Assisi, ne officerà per fedeli e turisti

Foto in pagina di ANDREA PICCARDI

In primo piano il sindaco Claudio Riccimentre riceve la Comunione. Sullo sfondo la

presidente del Fai Ilaria Borletti Buitoni.

Ingresso della chiesa di Santa Croce

È trascorso quasi un anno dall'apertura al pubblico del Bo-sco di S. Francesco ad operadel FAI (Fondo AmbientaleItaliano). Si tratta del restauro

paesaggistico più importante affrontatofino ad ora da questa fondazione. Il costocomplessivo sostenuto ammonta a 2,8milioni di euro. Tale proprietà si estendedal muro di cinta della basilica Superioredi San Francesco fino al torrente Tescio ecomprende boschi e campi coltivati, ra-dure e oliveti fino a raggiungere le stori-che testimonianze di un complesso abita-to, tra il XIII e XIV secolo, da monachebenedettine.Questo comprende: la Chiesa che risaleal 1250, ai cui lati sorgono resti di un re-cinto murario, appartenente ad un “hospi-talis” successivamente trasformato in Mo-nastero Benedettino ed un mulino al qua-le è collegata grazie ad un ponte, chiama-to il Ponte dei Galli. Secondo la leggendaCarlo Magno lo attraversò durante il tra-gitto che fece verso Roma per essere in-coronato imperatore. Con un sentiero siprosegue lungo il torrente fino a raggiun-gere un'antica Torre di avvistamento inpietra. Poco lontano ci sono i ruderi del-l'antico monastero.La Chiesa di S. Croce occupa un postospeciale in questo importante progetto.Prima dei lavori di restauro l'edificio, mo-strava condizioni di degrado strutturale,imputabile principalmente al sisma del1997 e alla mancanza di un'adeguata ma-nutenzione.Pertanto sono stati necessari interventi diconsolidamento che hanno riguardato siale murature che la copertura. Oltre a que-sti, sono state realizzate opere di deumi-dificazione consistenti nella rimozionedella pavimentazione in cotto, sostituitacon una nuova pavimentazione. Le super-fici esterne in pietra sono state og-getto di pulitura, il manto di coper-tura è stato revisionato ed integratocon materiale di recupero. È statorestaurato anche il piccolo campa-nile dotato di una nuova campana,perché quella esistente era stata ru-bata nell'inverno, prima dell'iniziodei lavori di restauro. La Chiesa ècomposta da un'unica sala. La pare-te di fondo è arricchita da un affre-sco del 1643 attribuito a GirolamoMarinelli.Più di tre secoli di storia hanno gra-vato profondamente sullo stato diconservazione di tale opera, ma ilrestauro effettuato ha messo in ri-salto la vivacità dei colori e la raffi-

natezza del dipinto stesso, restituendoglila solennità che gli appartiene.Dopo i lavori la chiesa riacquista oggi an-che la sua naturale destinazione come luo-go sacro ed il Bosco la racchiude quasi comein uno scrigno. Il 16 settembre, il Vescovodi Assisi, Monsignor Sorrentino ha celebra-to la prima messa, dandole nuova vita e pre-sto Padre Giovanni Ciuraru, parroco dellaChiesa di Santa Margherita ad Assisi, neofficerà regolarmente la Santa Messa per ifedeli locali e per i turisti. Quindi non saràpiù solo luogo di visita, ma un punto di ri-ferimento per la comunità.Le sei milioni di persone che visitano As-sisi ogni anno ora avranno un'ulteriore op-portunità nella misticità di questi luoghi echi come noi li conosce già, potrà comun-que inoltrarsi nella natura riscoprendo unasensazione di pace e serenità che condu-ce la nostra mente a saneriflessioni su questa vita avolte troppo in movimen-to, dove i valori importanti

vengono spesso dimenticati. Ed un luogodi culto in questo ambiente, assume an-cora maggiore importanza.A breve verranno ultimati anche i lavoridi restauro e rifunzionalizzazione del Mu-lino. Per quanto riguarda il recupero am-bientale e paesaggistico dell'intera proprie-tà ci sono ancora molti anni di lavoro el'impegno notevole del FAI che dovrà re-perire le risorse necessarie, ma indubbia-mente ciò che fino ad oggi è stato fattoarricchisce e valorizza ancora di più que-sta magica Terra di S. Francesco.(Si ringrazia per la cortesia e la collabo-razione l'architetto Fabio Sigismondi –Uff. Tec. FAI - Milano)

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Per superarel ’ a t t u a l efase di crisieconomica,politica e

sociale l’Italia ha biso-gno dello spirito d’As-sisi. A dirlo, non è unreligioso, ma il Capodello Stato GiorgioNapolitano precisandoche il suo mandato lospinge a rappresentaretutto il popolo italiano,credenti e non creden-ti. Ha poi tracciato unadiagnosi precisa del-l’Italia di oggi: “La società italiana sta at-traversando una fase di profonda incertez-za e inquietudine, nella quale sarebbe op-portuno rivisitare e più fortemente affer-mare la nozione di bene comune o di inte-resse generale. Una situazione che nascedalla crisi economica europea, ma che inItalia è più profonda a causa dell’incer-tezza del quadro politico, dei fenomeni didegrado del costume e di scivolamento nel-l’illegalità che provocano il rifiuto dellapolitica”. Da qui l’appello di Napolitano asuperare l’incertezza con una “straordina-ria concentrazione e convergen-za” ad opera di credenti e non cre-denti. L’obiettivo deve esserequello di riappropriarsi del sensodell’etica e del dovere, una nuo-va consapevolezza dei valori spi-rituali, dei doni della cultura edella solidarietà.Napolitano ad Assisi ha detto noa contrapposizioni tra forze poli-tiche che si pongono come rap-presentanti dei credenti e dei noncredenti, in particolare su questio-ni delicate inerenti a scelte dellapersona e della famiglia. E ha cosìconcluso:Abbiamo bisogno in tutti campidi apertura, di reciproco ascoltoe comprensione, di dialogo, di av-

di FRANCESCO BRUFANI

Il Capo dello Stato Giorgio Napolitanoed il Cardinale Gianfranco Ravasia dialogo nel Cortile dei Gentili

“DIO QUESTO SCONOSCIUTO”

“Io penso che la Chiesa dovrebbe anche oggi aprire una sorta di “Cortile dei Gentili” dove gli uominipossano in qualche maniera agganciarsi a Dio, senza conoscerlo e prima che abbiano trovato l’accesso

al suo mistero, al cui servizio sta la vita interna della Chiesa. Al dialogo con le religioni deve oggiaggiungersi soprattutto il dialogo con coloro per i quali la religione è una cosa estranea, ai quali Dio

è sconosciuto e che, tuttavia, non vorrebbero rimanere semplicemente senza Dio, ma avvicinarloalmeno come sconosciuto.” (Benedetto XVI, 21/12/2009)

ASSISI numero 7 - OTTOBRE 2012

sto - ha concluso il cardinale - che si ha an-che l'arroganza nel mostrarsi immorali”.È stato un pomeriggio ideale ad Assisi, alcalare del sole che ammorbidiva la luce delcortile e rendeva tutto etereamente sugge-stivo. Il dialogo tra il Capo dello Stato el’alta carica della Chiesa ha avvicinato tantialla comprensione e alla realtà. Efficacis-simo il servizio d’ordine. Meraviglioso elungo il saluto amichevole tra il sindaco diAssisi Claudio Ricci e il presidente Gior-gio Napolitano al suo arrivo. Chissà cosasi saranno detti.

vicinamento e unità nella diversità. Abbia-mo bisogno cioè dello spirito di Assisi.Nel suo intervento il card. Ravasi si è limi-tato a commentare le parole del Capo del-lo Stato, esprimendo una forte coinciden-za tra il suo appello e lo spirito del Cortileche mira ad abbattere i muri. In particolareRavasi si è soffermato sui fenomeni delmalcostume politico notando come, al gior-no d’oggi, a prevalere, più che l’immorali-tà, è soprattutto una malattia peggiore,quella della amoralità, della totale indiffe-renza, superficialità e banalità. “E’ per que-

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La cerimonia, iniziata con l'omaggio della fanfara della legione allievi ca- rabinieri di Roma, ha vi- sto la consegna della

bandiera, l'alzabandiera e, in un mo-mento di grande commozione, loscoprimento della targa e del bustoin bronzo del vice-brigadiere Ren-zo Rosati, alla cui memoria è stataintitolata la caserma. La presenza,infatti, di colleghi, conoscenti, pa-renti e dell'anziana madre, che por-geva la mano a carezzare il bronzo,ha condotto tutti a ricordare il gior-no dell'aprile del 1988 in cui il sot-tufficiale Rosati di Armenzano diAssisi perdeva la vita per mano didue minorenni malviventi nella pi-neta di Castel Madama, nei pressidi Roma. Questi, colti in flagranzadi reato, reagivano a colpi di pisto-la. Nello scontro, mentre restava fe-rito il collega carabiniere, un proiet-tile colpì a morte il vice brigadiereRenzo Rosati. Il sindaco Ricci hareso un grato ricordo al carabiniereassisano scomparso e nel lungo elen-co dei ringraziamenti ha rivolto de-gne parole al Prefetto, al ministrodell'Interno, al comandante genera-le dell'arma dei carabinieri, Leonar-

Inaugurata la nuova Caserma dellaCompagnia Carabinieri di Assisi

Intitolata alla medaglia d'oro Renzo Rosati

ASSISIFRA ANTICHITÀ

E MEDIOEVO

Un appun-tamentoculturale

di alto profilo èstato l'atto ini-ziale del ritornoalla presidenzadel Rotary Clubdi Assisi delProfessor Gio-vanni Pastorelli,che il 22 settem-bre scorso hafatto l'en pleinnella "Sala del-la Conciliazio-ne" della resi-denza munici-pale, con "Assi-si fra Antichità e Medioevo", un docu-mentato excursus su alcuni elementi digrande importanza dell'ingente patrimo-nio storico-artistico della Seraphica Ci-vitas.I relatori, di grande richiamo, sono statiil professore di storia medievale, pressol'Università Cattolica di Milano e Brescia,Nicolangelo D'Acunto, la professoressaChiara Frugoni, anch'essa docente univer-sitaria a Pisa, a Roma Tor Vergata e a Pa-rigi, e l'archeologa Laura Manca, diret-trice dell'Ufficio del Catalogo e dell'Ar-chivio Fotografico della Soprintendenzaper i Beni Archeologici dell'Umbria.Alle interes-santi conferen-ze ha fatto se-guito una visi-ta guidata allaDomus roma-na di PalazzoGiampé.

di CARLO ROSIGNOLI

ASSISI/ATTUALITÀnumero 7 - OTTOBRE 2012

Nella mattina di sabato 13 ottobre è stata inaugurata la nuova caserma in via Patronod'Italia a S. M. degli Angeli alla presenza delle alte autorità civili, militari, religiose

do Gallitelli, al comandante della legio-ne Umbria, al comandante provinciale,a tutti i carabinieri e a quanti si sono pro-digati all'attuazione della caserma: lagiunta, i consiglieri, i dirigenti del co-mune e la società costruttrice. E' segui-to l'intervento spirituale del presule dio-cesano Domenico Sorrentino con la suabenedizione pastorale. Il sindaco ha te-nuto a ricordare altre inaugurazioni av-venute e quelle prossime previste, affer-mando, a mo' di risposta con pizzico dipolemica politica, che le inaugurazionisono la dimostrazione della realizzazio-ne degli obiettivi programmati.

Tre conferenze di grande livelloculturale

ROTARY CLUB

Il presidente delRotary Club di Assisi,

prof. GiovanniPastorelli

Il docenteuniversitario

pressol'UniversitàCattolica di

Milano eBrescia, prof.

NicolangeloD’Acunto

APRILE 1988 - CORRIERE DELL’UMBRIAIl giovane sottufficiale Renzo Rosati,assassinato a Roma, in una foto in

compagnia di alcuni amici

E' avvenuto il cambiamento al verticedel comando dei Carabinieri di Assisiil giorno stesso della inaugurazionedella nuova caserma. Il nome del co-mandante che sostituisce il capitanoAndrea Pagliaro, vivamente ringrazia-to dal sindaco Ricci per il suo serviziodurante la cerimonia d'inaugurazionedella nuova caserma, è il capitanoMarco Sivori proveniente dal coman-do generale di Roma. Terrenostre dàil benvenuto al nuovo capitano Mar-co Sivori che s'insedia nella nuova ca-serma e contemporaneamente salutae ringrazia il capitano Andrea Paglia-ro che lascia l'incarico per il suo pros-simo prestigioso incarico.

Marco Sivorinuovo capitanodella caserma

Davide Franconuovo comandantedel nucleo radio

mobileIl sottotenente Davide Franco è il nuo-vo comandante del nucleo operativoe radio mobile -NORM- dei carabinie-ri di Assisi. Trentaseienne è originariodi Grosseto e proviene dalla direzionedistrettuale antimafia di Milano. Quiha collaborato con la magistratura nel-le indagini tese a contrastare lo spac-cio degli stupefacenti, la criminalità or-ganizzata, la tratta di esseri umani, lariduzione in schiavitù e l'immigrazio-ne clandestina. L'incarico del sottote-nente Franco (che prende il posto delcapitano Alessandro Casario trasferi-to a Firenze) è iniziato subito con l'ar-resto di un malvivente che aveva scip-pato un'anziana signora nella stazioneferroviaria a S. M. d. Angeli. Al neocomandante giungano i migliori auspi-ci di Terrenostre.

di MARIO CICOGNA

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ASSISI/CULTURA numero 7 - OTTOBRE 2012

Si rinnova un importanteappuntamento con la me-moria: la mostra di testi,immagini ed oggetti dedicati al ricordo di chi ha

combattuto perché questo nostropaese potesse essere e rimanere unpaese libero.L’occasione per quella che sta diven-tando una biennale ideata e portataavanti dall’Associazione Violet Hill,un gruppo di giovani della frazioneViole di Assisi, in collaborazionecon la Pro Loco Viole, è la ricorren-za del 4 Novembre. La festività èsempre stata molto sentita nel pae-se, che ogni anno si ritrova con ri-spettosa devozione sotto il lungoelenco di nomi incisi sulla stele deicaduti delle due guerre, eretta sulmonumento a loro dedicato sullapiazza del paese. Ed è proprio lacelebrazione del ricordo di chi perla patria è caduto e di chi, più fortu-nato, ha offerto il suo coraggio, l’ab-negazione, la lontananza e la soffe-renza per difendere la sua italianitàil motivo ispiratore della Mostra“Nel cuore nessuna croce manca”.Data la maturità dell’iniziativa e ilsuccesso delle due precedenti edi-zioni, quest’anno la Pro Loco Violepotrà avvalersi della collaborazionedell’Amministrazione Comunale diAssisi e allestire l’esposizione nellaSala della Pinacoteca Comunalenella Piazza del Comune di Assisi.La partecipazione delle Pro Loco delComune aggiungerà inoltre un con-tributo importante all’intento di faredi questa nuova edizione della mo-stra una memoria assisana dellaguerra il più possibile collettiva econdivisa. Le collaborazioni con ilSacrario delle Armi del Comune diStroncone e con l’Isuc di Perugia,avviate nelle scorse edizioni, sonogià state riconfermate e permetteran-no di esporre anche quest’anno ci-meli e filmati storici originali. Unarassegna di mezzi militari risalentiall’ultimo conflitto mondiale, mes-si a disposizione dai tanti collezio-nisti amatoriali presenti sul territo-rio assisano e limitrofo, arricchiràl’esposizione. Tra i nuovi percorsispecifici di ricerca che la mostra“Nel cuore nessuna croce manca”intende documentare, si segnalainoltre, quella sul ruolo di Gino Bar-tali. Indimenticato campione del ci-clismo italiano, ma anche grandeeroe dell’antinazismo, con la coper-tura degli allenamenti ciclistici tra-sportava i documenti falsi prodottidalla tipografia Brizi di Assisi chehanno salvato la vita a centinaia diebrei e perseguitati politici, prima edopo l’otto settembre.

Sicuramente non c'è bisogno di parlare ancora dell’attua- le crisi economica, gli effetti sono sotto gli occhi (e nelle tasche) di tutti e nessuno sembra avere una soluzione alpeggioramento del quadro mondiale. Per ogni nazione possia-mo trovare una specifica causa economico-strutturale e politi-co-culturale.Alla Pro Loco Viole riteniamo che la società italiana si stiaallontanando dal buon senso, dal contatto con la realtà, sprona-ta da mass-media che traghettano una realtà sintetica. Quel buonsenso che invece è la base del tessuto sociale della frazioneSan Vitale di Assisi (che chi vi abita chiama da sempre “Vio-le”). Pensiamo che la via di fuga dalla cialtronesca deriva itali-ca dell'apparire, e non dell'essere, è nel consolidamento delsapere, nel rendere effettivo quello che, nelle statistiche deipiani di Basilea 2, ci vede sempre fanalini di coda: lingue stra-niere, informatica, competenze del nuovo millennio ancora acer-be nelle capacità della formazione istituzionale italiana, anchein quella universitaria.Sfruttando allora quelle che sono le molte risorse strutturali eumane del paese, a partire dalla sede della nostra Pro Loconella quale è attiva un'aula multimediale, stiamo organizzandouna serie di corsi di formazione senza clamore, ma di sostanza.Il tessuto sociale di Viole si presta infatti alla creazione di retidi sostegno reciproco, essendo formato da diversi livelli di sco-larizzazione e abilità professionali, in cui le competenze ten-dono ad una forte complementarietà e la solidarietà porta aduna naturale collaborazione.È già stato attivato prima dell'estate un corso di inglese su piùlivelli, tenuto da un concittadino di madrelingua.La metafora didattica si aggancia alla tradizionale ora del theinglese, per creare un momento informale e conviviale, in cuila full immersion diventa quasi naturale consentendo, a chi par-tecipa, di appropriarsi degli elementi linguistici e non linguisti-ci dell'inglese, che ormai costituisce un bagaglio irrinunciabileper chi deve muoversi nell'attuale mondo del lavoro.Gli appuntamenti sono stati sospesi per le attività estive dellaPro Loco e ripresi in prossimità dell’apertura della scuola. Scuo-la alla quale questa iniziativa non può e non intende sostituirsi,anche perché il pubblico a cui si rivolge ha spesso superato lasoglia canonica della scolarizzazione.Questo pubblico over-qualcosa è lo stesso a cui si rivolge prin-cipalmente il corso di alfabetizzazione informatica che è atti-vato in Ottobre. Sappiamo infatti che, nonostante la diffusionedei personal computer, le competenze informatiche del nostropaese sono minime. Sull'informatica e sulle competenze con-nesse alla Pro Loco punta già da diverso tempo, e lo abbiamodimostrato mettendo a disposizione dei soci una connessioneWIFI a Internet all'interno della nostra sede.Il corso di alfabetizzazione informatica non si propone di for-mare un qualche tipo di professionalità, ma di conferire ai par-tecipanti la conoscenza sufficiente ad utilizzare un personalcomputer, connettersi ad Internet, navigare e comunicare insicurezza con il resto del mondo. Formare insomma un utenteconsapevole dello strumento a disposizione, sfatando qualcheleggenda metropolitana e soprattutto aprendo uno spiraglio atante persone pre-era-Iternet, che si trovano spaesate di frontea questo tipo di strumenti. Un addendo a questo corso, per ilquale stiamo cercando una banca come partner, vorremmo fosseun addestramento all'uso dei terminali ATM (leggi: Bancomat),da fare soprattutto per le persone anziane che soffrono il man-cato utilizzo di questo servizio. Come dicevamo sopra, i corsisono privi di clamore perché non rilasciano attestati o “pezzi dicarta” spendibili in qualche concorso “per titoli”, ma consen-tono di creare una base di conoscenze o consolidare quelle chesi hanno già. Un percorso che integri e favorisca quelle chesono le necessità di formazione continua alla quale siamo tuttichiamati per superare i difficili anni a venire.

di FABRIZIO SENSI

NEL CUORE NESSUNA CROCEMANCA - 3° edizione

In collaborazione con l’Associazione Violet Hill

La Pro Loco Violesi impegna per il futuro di FABRIZIO SENSI

NEL CUORE NESSUNACROCE MANCA

Ai Caduti l'alta onorificenzanel difender con morte atrocela patria, all'altar della sofferenza.

Nel cuor non manca nessuna crocenel ricordar quel sacrificio pienocon l'ammirazione d'un fil di voce.

Nell'alto ciel all'onore estremoper quell'atto eroico e puroal cospetto, dell'Unico e Supremo.

Del passato dove si creò il futuronessuna memoria ne sia mai stancanell'animo, ogni pensier sia sicuroche nel cuore, nessuna croce manca.

Italo Landrini

Foto di Ilaria Pettirossi(CONTRASTI)

Dal 16 al 25 Novembre 2012, Sala dellaPinacoteca Comunale, Piazza del Comune, Assisi

Locandina Mostradi Erica Pallaracci e Alex Bellucci

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ASSISI/TRADIZIONInumero 7- OTTOBRE 2012

Personaggi caratteristici ad Assisi 20Ogni paese ne ha almeno uno, anche se attualmente

la globalizzazione dei costumi ne sta provocando l’estinzione

P er prima cosa gli chiedo il per- ché di un cric incastrato pro- prio lì, nella pa-

rete esterna della sua casa apicco sulla valle.La risposta è di una sinceri-tà allarmante. “Perché sen-nò viene giù la parete contutta casa”. Poi, notando ilmio sconcerto, “Non preoc-cuparti, prima che ‘sta casaviene giù, sarà il Comune ademolirla”. Mi spiega chelì è tutto abusivo, dal tettoalle fondamenta, ma che luise ne frega, o meglio, è co-stretto a fregarsene. Nel sen-so che l’alternativa sarebbedormire all’addiaccio. Poiaggiunge: “Ma finché nonmi cacciano io da qui nonschiodo”. A scanso rischi glichiedo se la chiacchierata èpossibile seguitarla fuori,oltretutto fuori si gode l’ariafresca della selva e la vistaspazia sulle gradazioni diverde e azzurro che il tra-monto pennella sulle colli-ne. Accetta con il solito, di-sarmante sorriso da cui tra-spare la serenità del giusto.Anche se, come ripete spes-so, “Sul giusto piove di piùperché c’è sempre un ingiu-sto a rubargli l’ombrello”. Ingenere diffido di chi si pian-

di CLAUDIO FERRATA

Pur ammiccando a Saramago, non pretendo di rivol-tare i calzini della sacralità come ha fatto lo scrittoreportoghese con O Evangelho segundo Jesus Cristo.

Non lo pretendo per le trenta e poco più righe che restringo-no i miei spazi disquisitivi e, soprattutto, per il pudore chemi impedisce un qualsiasi accostamento a chi sul tema halasciato un’inimitabile impronta letteraria. Resta il fatto cheil Vangelo mi affascina. Anzitutto per il titolo, Vangelo, BuonaNovella, anticipatore delle diverse chiavi di lettura del testo.Che può essere inteso come una fiaba, né più né meno diquella che si legge, o si leggeva, al bambino per incanalarlonel sonno: C’era una volta in Giudea, al tempo del crudele reErode... Come un noir, una discesa nell’abisso esistenzialeraccontata alla maniera di Simenon: “In verità vi dico uno divoi mi tradirà ...colui che ha intinto con me la mano sul piat-to”. Come un’avventura, il romanzo dell’uomo in lotta con-tro il destino suo e degli altri: “Se qualcuno vuol venire die-tro a me rinneghi se stesso, prenda la croce e mi segua”. Ocome un fantasy, l’intreccio del Bene col Male nell’eternalotta per la supremazia: E il diavolo disse a Gesù, “Tuttequeste cose ti darò se, prostrandoti, mi adorerai”. Mi affasci-na per il linguaggio, da inviato speciale più che da storico.Quasi che Matteo, Marco, Luca, Giovanni abbiano frettolo-samente preso appunti al seguito di Gesù annotandone pre-cetti, comportamenti, impennate riformatrici al limite del ri-voluzionario: “Misericordia io voglio e non sacrificio”. Miaffascina per quella che gli esegeti hanno definito la concor-dia discorde della narrazione, un anticipo, si potrebbe dire,delle divergenze interpretative destinate col tempo a scavaretrincee nel cristianesimo. Mi affascina per l’urlo nascostotra le sue pagine, un urlo rivolto all’uomo e alle sue debolez-ze: E’ più facile che un cammello passi per la cruna di unago che un ricco entri nel regno dei cieli. Ma anche al poteree alla sua ipocrisia: Guai a voi, scribi e farisei, che pagate ladecima della menta (...) e trasgredite le prescrizioni più gra-vi della legge. Mi affascina, infine, per la sua capacità diaffascinare anche quando la realtà sembra sconfessarlo. For-se perché oggi più che mai si avverte quel bisogno di sem-plicità, schiettezza, ordine, pulizia, che il Vangelo indica comepresupposti della convivenza e che la convivenza, al contra-rio, scarica come zavorra. Forse perché, come disse Gandhi,Dio è coscienza morale, è persino l’ateismo dell’ateo.

(C.F.)

IL VANGELO SECONDO ME

PENSIERI

ge addosso, di chi cerca alibiai fallimenti, di chi imputa aun gatto nero l’origine dellesue disgrazie. Invece a lui cre-do quando elenca le tappe chel’hanno condotto a un’esisten-za da eremita pur non aven-done l’aspirazione. Gli credoperché nei suoi occhi vedo latranquillità di chi è in pace conla coscienza. “Che c’entra,”dice, “sarei una molichina piùin pace se le banche non misoffiassero sul collo”. Mi rac-conta – come se non sapesseche vado a trovarlo per ascol-tare le sue storie, lui sa tutto diAssisi e dei suoi abitanti e iosfrutto il suo sapere per sfor-nare articoli – mi racconta diquando la vigilia del Natalescorso squilla il telefono e lamoglie, dopo aver risposto, glipassa la cornetta: “E’ per te...la banca”. “Come la banca?”faccio io. E lei, “Rispondi sì ono?”. “Non so come non m’èpreso un colpo, se una bancachiama la vigilia di Natalevuol dire che il malato è gra-ve. Poi ho attaccato a bestem-miare che mia moglie ha po-sato l’apparecchio e è scappa-ta via, capirai, la vigilia di Na-tale uno di solito prega micabestemmia. Prendo la cornet-ta e Pronto, dico, Ma era pro-prio necessario, porco ...e sco-pro che dall’altra parte del filo

c’è un certo Labanca Raffa-ele, uno di verso Napoli co-nosciuto anni addietro, chemi chiede se gli trovo un al-bergo dove passare il Capo-danno. Capito che ossessio-ne per me le banche?”. Poi,vedendo che mi scompisciodal ridere, “Oh, giura cheperò questa non la scrivi!”.Glielo giuro sapendo già diessere uno spergiuro.

(continua)

SENZA TITOLO

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ARTE/EVENTInumero 7 - OTTOBRE 2012

EVENTI CULTURALI NELCOMPRENSORIO

Sguardi su Luca Si-gnorellifra critici d’arte eviaggiatori colti(XVIII-XX secolo)Casa Museo PalazzoSorbello. Piazza Piccinino, 9 – Peru-gia, sino al 31 ottobre

+50 Sculture in città tra memoria(1962) e presente(2012)Palazzo Collicola e variluoghi della città – Spo-leto, sino al 28 ottobre

Rita Mele/TeresaPolidori.Due storieCentro per l'ArteContemporaneaTrebisonda. ViaBramante, 26 - Pe-rugia, sino al 28 ottobre

Duilio Carotti.Dipinti e Grafica1933-1957Palazzo Primave-ra – Terni,sino al 28 ottobre

Oliveto e dintorni. Habitat e risorsenaturali

Fotografie di Francesca MarinangeliMuseo dell'Olivo e dell'Olio – Torgia-no, sino al 31 ottobre

William Congdon.Un americano inAssisiGalleria Arte Con-temporanea, Pro Ci-vitate Christiana –Assisi, sino al 4 no-vembre

Ave Verum CorpusMuseo Diocesano Ba-silica di Sant'Eufemia –Spoleto, sino al 4 no-vembre

Carlo dell'Amico: Li-berata dal CaosMuseo ArcheologicoC.A.O.S.Viale Campofregoso –Terni, sino al 4 novem-bre

Caravanser-raglioPalazzo delVignola –Todi, sino al 4novembre

di GIORGIO CROCE

William Grosvenor Congdon (1912-1998)“UN AMERICANO IN ASSISI”

che gli sta attorno con affetto, ma conil distacco del viaggiatore dall'ariaprovvisoria. S'innamora della luce diVenezia e vi rimane a vivere per quat-tro anni. Agli inizi degli anni '50, adAssisi, incontra Don Giovanni Rossi,fondatore della Pro Civitate Christia-na associazione missionaria attorno acui gravitano artisti di diverse prove-nienze. Alla fine degli anni '50 Con-gdon si converte al cattolicesimo e ri-ceve il battesimo nella chiesetta dellaCittadella assisana. Da questo momen-to inizia la produzione di opere a sog-getto sacro, compresi i quasi duecentocrocefissi. E sono proprio di questo pe-riodo le opere esposte nella bella mo-stra allestita alla Galleria d'Arte Con-temporanea della Pro Civitate Christia-na di Assisi. “W. CONGDON. UNAMERICANO IN ASSISI” è il titolodella mostra (aperta sino al 4 novem-bre) che comprende tre sezioni: Con-gdon e la Cittadella Cristiana; Congdone la città di Assisi; Itinerario a Cristo.Le opere, generalmente su pannelli dimasonite, hanno la forza della pitturadensa e materica applicata con la spa-tola e interventata con ghirigori im-pressi col punteruolo. I colori, che par-tono sempre dal supporto dipinto dinero, si mescolano nelle tonalità del-l'ocra, del panna, del verde marcio, del

grigio e delle sfumaturebrunastre sino ad un in-quietante nero. La primasezione è composta dal-le opere, dell'artista, diproprietà della Cittadel-la e permettendomi unadigressione, invito a vi-sitare la Collezione per-manente della Galleriad'Arte Contemporaneache sul tema del sacro an-novera opere di impor-tanti artisti: De Chirico,Gentilini, Dottori, Tozzi,Carrà, Rosai, Bodini,

W illiam GrosvenorCongdon nasce aProvidence, RhodeIsland, nel 1912 dauna famiglia di fa-

coltosi industriali. Frequenta corsi dipittura e di scultura e ama molto viag-giare. Verso la fine degli anni trentaapre uno studio d'arte a Lakeville nelConnecticut e durante un viaggio perl'Europa visita per la prima volta Ve-nezia e ne rimane affascinato. Durantela seconda guerra mondiale si arruolacome volontario e guida ambulanzenella battaglia di El Alamein. Semprealla guida di ambulanze segue gli alle-ati durante la liberazione dell'Italia econ l'esercito, arriva sino in bassa Sas-sonia al campo di concentramento diBergen Belsen appena liberato. Davan-ti alla visione delle cataste di morti edi volti dei sopravvissuti alla follia na-zista, Congdon prende atto che la pit-tura sarà il suo megafono per esterna-re i propri sentimenti. Le sue opere,come del resto certe tele dei colleghiamericani Pollock e Rothcko, sarannosegnate dalla sofferenza umana. Purviaggiando tanto e amando molto l'Ita-lia, paese che lo ospita per buona partedella sua vita, Congdon si sente sem-pre un artista americano inguaribil-mente individualista che osserva quello

ARTE CONTEMPORANEA

Convertitosi al cattolicesimo negli anni '50, Congdon riceve il battesimo nellachiesetta della Cittadella di Assisi. Da quel momento inizia la produzione

di opere a soggetto sacro. Presso la Galleria d'Arte Contemporanea della ProCivitate Christiana è possibile visitare la mostra dal titolo: “W. CONGDON.

UN AMERICANO IN ASSISI” (aperta sino al 4 novembre)

Roualt e moltialtri. La secondasezione è forma-ta dai paesaggi,dalle case e da-gli scorci assisa-ni; la terza, par-tendo dal famo-sissimo “Croci-fisso n° 2” è unpo' il percorso difede dell'artista.Le opere di queste due sezioni proven-gono da collezioni private umbre. Ilventennio assisano di Congdon, rap-presentato da questa mostra, è un pas-saggio importante nella vita dell'arti-sta, ma alla fine degli anni settanta, lasua irrequietezza lo porta ad intrapren-dere nuove esperienze, a svilupparealtre ricerche ed altri cicli pittorici.Congdon si trasferisce nella Bassa mi-lanese e nella “tristezza informe dellaLombardia” per diversi anni vive di-pingendo e rinnovando continuamen-te la sua arte. Muore nel giorno del suoottantaseiesimo compleanno lasciandosul tavolo da lavoro l'ultima opera: trealberi che si liberano in un cielo aran-cione. Questa tonalità di colore, a luinon consueta, forse sta a rappresenta-re la “luce” da sempre ardentementeinseguita.

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SCIENZA numero 7 - OTTOBRE 2012

di EMANUELE LEGUMI

IL NUCLEARE IN CASA?Impianti a biomasse, eolici, a pannelli solari o idroelettrici, su quale energia “rinnovabile”

investire per il futuro? Dopo la rinuncia italiana al nucleare sembrano queste le possibilità inalternativa ai tradizionali petrolio e gas… E se ci fosse un’altra scelta a cui non abbiamo ancorapensato? Questo è ciò che crede oggi un certo signor Rossi, ancora poco conosciuto, ma che ha

però l’ambizione di diventare l’Albert Einstein del XXI secolo

8 settembre 2012 - L’ imprenditore italiano Andrea Rossi presenta al mondo il prototipo E-CAT, un’invenzionein grado di sprigionare una reazione nucleare a bassa energia, meglio conosciuta come Fusione Fredda

L’8 settembre 2012 dal palcodel Technopark di Zurigo,l’imprenditore Andrea Ros-si, con la sua equipe, di cuifanno parte anche il fisico

Sergio Focardi e i ricercatori della Sie-mens AG, ha presentato al mondo il pro-totipo della sua nuova invenzione:l’Energy Catalyzer o E-Cat. Si tratta diun catalizzatore all’interno del quale av-viene una “reazione nucleare a bassaenergia” (LENR). Il dispositivo, a pare-re dell’inventore, dovrebbe in poco tem-po, prima affiancare, e poi sostituire glialtri impianti tradizionali per la produ-zione di elettricità. LENR è conosciutoal grande pubblico col nome impropriodi “Fusione fredda” ed è un processo nu-cleare in grado di innescarsi a tempera-ture notevolmente inferiori a quelle del-la tradizionale “Fusione calda”. Negliattuali impianti produttivi, si raggiungo-no circa i 200 milioni di gradi, quindi,oltre l’enorme dispendio di energia ne-cessario per generare tali reazioni, il gros-so problema delle centrali nucleari,Fukushima lo dimostra, è il potenzialepericolo derivante dalle temperature ingioco. Dal 1989, molti scienziati hannocercato di risolvere questo inconvenien-

si affianca un modello compatto, un pic-colo scaldabagno per intenderci, che hal’obiettivo di entrare in ogni casa, pron-to a sostituire gli attuali metodi di ap-provvigionamento di energia.Ci aspetta quindi un futuro da fantascien-za in cui non servirà più il petrolio e l’in-quinamento sarà solo un ricordo? Solopensarlo fastar meglio!Per il mo-mento ci con-viene aspetta-re ancora unpo’ leggendoJules Verne eIsaac Asimovo vedendo i film di Ge-orge Lucas, perché, du-rante la presentazione, Rossi e la suaequipe sono rimasti molto abbottonati,lasciando ancora un alone di mistero suciò che potrà avvenire nei prossimi mesi.Chissà se a breve avremo uno “scalda-bagno” in più dentro casa e, come è suc-cesso per il computer e per il telefonino,tra qualche anno ci sembrerà addiritturanormale!

te, proponendo modelli matematici, sem-bra ce ne siano addirittura 140, per di-mostrare che ci può essere “fusione” conproduzione di energia anche a tempera-ture più basse. Peccato che ai modelli nonsiano poi seguite realizzazioni pratichefunzionanti. Niente ci assicura che il 141-esimo tentativo, quello di Rossi appun-to, sia quello buono. Tanti però stavoltacredono nel progetto che, se si realizzas-se, sarebbe d’importanza storica.Vedendo funzionare l’E-Cat, FrancescoCelani, vicepresidente della Società In-ternazionale di Scienze Nu-cleari della MateriaCondensata, ha dichia-rato: “Ci deve esserequalche errore nascosto daqualche parte, oppure èuna scoperta, bellissima,per il pianeta Gaia.”; men-tre, secondo il parere di M.Dennis Bushnell, direttorescientifico della NASA, èun’invenzione in grado di“cambiare completamente la geo-economia, geopolitica e risolvere i pro-blemi del clima e dell’energia”.Nel processo nucleare che Rossi affer-ma avvenga nel suo dispositivo, l’idro-

geno è cattura-to e poi rila-sciato in formaatomica favo-rendo la sua fu-sione con il ni-chel, a genera-re atomi dirame ed unagrande quantitàdi calore. Senel Medioevogli alchimisti

Il prototipo alivello industriale

Il prototipodomestico

Andrea Rossi

cercavano una“pietra filosofale”capace di trasfor-mare il vile piomboin oro, oggi ci sononuovi alchimisti chehanno l’ambizionedi trasmutare la ma-teria per creare ener-gia. In barba a Lavo-isier che, qualcunodalle spiccate remi-nescenze scolastichericorderà, affermava:

“Nulla si

crea e nulla sidistrugge”, nel-l’E-cat entra1Kw e ne esco-no 6! E pensare

che nei test di la-boratorio il Cop,

cioè il rapporto tral’energia in uscita e quel-

la in ingresso, ha raggiuntoun valore di 200, che ci auto-

rizza ad essere ancora più ottimisti.Le belle notizie sembrano non finire qui.Durante la presentazione di Zurigo erapresente, tra gli altri, anche la Promete-on s.r.l., l’azienda licenziataria di E-Catper il mercato italiano, che ha subito pre-sentato una sua brochure illustrativa del-l’offerta per il prodotto. Ecco prospetta-re quattro nuovi modelli in uscita neiprossimi mesi: E-Cat termico ad alimen-tazione elettrica, E-Cat termico alimen-tato a gas (Gas Cat), E-Cat elettricostand-alone, E-Cat cogenerazione termi-co-elettrica (Hot Cat). Si parla addirittu-ra già di metodi d’impiego, costi, e pre-vedibili tempi di rientro dall’investimen-to effettuato per l’acquisto. Udite! Udi-te! Ai dispositivi specifici per l’industria

Il processo difunzionamento

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HISTORYnumero 7 - OTTOBRE 2012

di FRANCO PROIETTI

POLITICA - CRONACA - CULTURA

• Anche il Presidente della RepubblicaOscar Luigi Scalfaro ha mostrato di ap-prezzare l’attività poetica di MassimoZubboli inviando un telegramma a segui-to di alcuni componimenti fatti a lui per-venire dal noto personaggio di Assisi.

• Forse sfumeranno i soldi per la franache interessa la zona Ivancich. Torneran-no infatti al Ministero del Tesoro i finan-ziamenti in assenza di impegni a duemesi dalla scadenza quinquennale.

• Si commemora ad Assisi il XXX dellaPeregrinazione di Papa Giovanni XXIII(4 ottobre 1962) mentre a Roma il XXXdell’inizio del Concilio Vaticano II 11ottobre 1962)

• L’Angelana partecipa al Campionatodi Promozione Regionale - Nella 4^ gior-nata pareggia (1-1) in casa contro il Sel-ci Nardi. Formazione dell’Angelana:Narcisi – Presciutti – Del Prete – (74°Pizzoni) – Borri – (76° Condorelli) –Rossi – Passeri – Sacchetti – Ricciolini– Ciabatti – Tordi – Numerini – L’alle-natore è Possanzini – La rete al 3° diRicciolini su rigore.

• Alcuni Uffici Comunali e sportelli pub-blici traslocano in Via S. Paolo 21in bel-lissimi locali affittati dal Comune e giàsede dell’Ufficio Terremoto. Si trattadegli uffici Beni culturali- Sport – Pub-

VENT’ANNI FA - Fatti ed avvenimenti degni di essere ricordati

ACCADEVA A OTTOBRE NEL 1992AD ASSISI E BASTIA

ASSISI

• Viene convocata l’Assemblea dei Socidell’Associazione Agriumbria con all’or-dine del giorno l’Ipotesi di Costituzionedell’Ente Fiera (Art. 10 legge Regionaledel 9 ottobre 1989 N. 33 – a firma delpresidente della Giunta Regionale Man-darini “Disciplina delle Fiere, Mostre edEsposizioni”) e determinazioni riguar-danti l’Associazione Agriumbria. Presi-dente di Agriumbria è Francesco Ciribi-

BASTIA

Foto di Simone Rossettiarchivio Imago.it

blica Istruzione e Servizi Sociali.

• Un’Assemblea – dibattito è organizza-ta dal Circolo Culturale “Primomaggio”alla quale partecipa il noto giornalistaGianni Minà su “25 anni dopo Che Gue-vara: quale speranza per l’America La-tina?”

• L’Ente Calendimaggio allestisce pres-so la Sala delle volte la II Mostra Foto-grafica “Et così in terra d’Ascesi”: Im-magini del Calendimaggio dal 1974 al1983. Responsabili dell’allestimentoPaolo Piselli e il fotografo Mauro Bertied esperti del settore quali Gino Bulla ePino Antonelli.

• Muore ad Assisi Trento Brizi, memo-ria storica della città, famoso tipografoche si era adoperato per falsificare i do-cumenti degli ebrei rifugiati in Assisi eche contribuì alla salvezza di molte viteassieme all’allora Vescovo Nicolini.

fera. La perdita di bilancio per l’anno1991 è pari a £. 91.041.116 (Sostanzial-mente dovuta alla mancata erogazionedi contributi M.A.F. previsti per la Mo-stra “Giganti Bianchi”, Rassegna Nazio-nale dei Bovini da carne delle cinque raz-ze italiane, inserita nell’ambito di Agri-umbria ’91)

• Viene costituito un nuovo sodalizio aBastia: si tratta dello Sporting Club cheparteciperà al Campionato di 3^ Cate-goria nel Girone “D”. Presidente è Co-raggi Nello. Allenatore/giocatore è Me-niconi Rossano coadiuvato da Rambal-di Ugo Germano. Nella gara di esordiocontro la Ponteggiana si registra la pri-ma vittoria dello Sporting con reti diAristei Giuseppe e di Bucefari Vincen-zo.

• Viene riportata al culto dopo una fasedi degrado e di abbandono, la minuscolachiesina di S. Francescuccio dei Mieti-tori, posta lungo la strada che da SantaMaria degli Angeli conduce a Costanoed ipotizzata nell’immediato futuro il ri-pristino dell’antica festa.

• Il Bastia partecipa al Campionato “Di-lettanti” – Girone “E” - . Nella 6^ gior-nata impatta per 0-0 in casa del Gubbio.Questa la formazione biancorossa: Fa-biani – Moriconi – Moretti – Ulacco –Recchi – Antinori – Marcucci (90° Tra-balza) – Urso – De Angelis (87° Aime)– Fagioli Zappasodi – A disp. Paparelli– Contadini – Fiorini – Allenatore Anto-

nio Sala. – L’allenatore del Gubbio èRoberto Gamborata ex bomber del Gub-bio. Il Costano intanto guida la classifi-ca del Girone “B di 1^ Categoria assie-me al Narnia C., mentre l’Ospedalicchiogioca in 2^ Categoria Girone “C”.

• Il piano particolareggiato di iniziativacomunale riguardante l’area dell’ex Con-servificio Lolli verrà ancora una voltamodificato. Le novità maggiori riguar-dano il disegno della viabilità che avràun diverso tracciato e la disposizionedella massa volumetrica che rimarrà co-munque inalterata con i suoi 40 milametri cubi dove verranno ospitati resi-denza, commercio ed uffici. Il progettodell’area ha una storia lunga che parteaddirittura dal 1985 quando fu adottatauna variante al Piano Regolatore che pre-vedeva un recupero urbano sia di questaparte di Bastia che dell’area di Piazza delMercato e dell’ex Mattatoio. Le volume-trie che si vollero allora indicare furono54 mila metri cubi per l’ex Area Lolli ed84 mila metri cubi per Piazza del Mer-cato che poi videro una diminuzione,mentre le altezze degli edifici fu dise-gnata fino a 36 metri, di molto al di so-pra da quanto previsto dal Piano Rego-latore che indica in 19 metri il limitemassimo consentito.

• Si svolge presso l’Umbra Fiere la ma-nifestazione espositiva “Tab & MoviPack” – Mostra tecnologie per il tessilee l’abbigliamento e per logistica – im-ballaggio e magazzino.

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numero 7 - OTTOBRE 2012

di SARA STANGONI

Tutto partì nel settem- bre 1963 da uno scop- pio di fucile che det- te il via alla corsa più spettacolare di Bastia

Umbra, la Lizza. La 50esima edi-zione del Palio de San Michelenon poteva che aprirsi con unomaggio a questo momento.Buona parte dei circa 200 lizza-ioli che hanno corso da quell'an-no in poi hanno sfilato la sera del-l'apertura ufficiale dal comune inpiazza Mazzini, guidati dal coor-dinatore del Palio Vanessa Capoc-chia. Su quattro tappeti rosso,giallo, verde e blu hanno salutatoil pubblico e testimoniato con iloro volti le emozioni, l'adrenali-na e la passione che ha spinto cia-scuno di loro a solcare la piazzala sera della Lizza. Il braciere ac-ceso ha dato il via alla 50esimaedizione del Palio de San Miche-le che dal 20 al 30 settembre hainfiammato gli animi e le mentidi migliaia di persone, una stra-ordinaria combinazione di gene-razioni che vive questo eventosenza riserve.Culmine indiscutibile è stato an-che quest'anno la sera del 28 set-tembre, quando l'attesa del ver-detto ha tenuto con il fiato sospe-so fino a quando la piazza non èesplosa al grido dei rossi. Il rioneMoncioveta ha superato tutti nellaLizza, con un grande recuperonell'ultima frazione che l'ha por-tato al primo posto con il tempototale di 3' 34" e 96. Si è dovutoaccontentare del secondo risulta-

to il rione Portella, reduce dallastraordinaria vittoria dello scor-so anno dopo venti anni di digiu-no. Il successo nella Lizza ha ac-ceso le speranze dei rossi, manoa mano cresciute ogni volta cheil presidente dell’Ente Palio Mar-co Gnavolini apriva le buste con-tenenti i giudizi delle Sfilate. Conil primo posto nella Sfilata, il pri-mo nella Lizza e il quarto nei Gio-chi il rione Moncioveta si è ag-giudicato il Palio 2012, aggiun-gendo un gradino in più verso lavetta della classifica dei Palii vin-ti, detenuta dalla Portella, toccan-do quota tredici vittorie. Com-mosso il capitano Lorenzo Incon-tri, al suo primo mandato, che hasollevato con orgoglio e soddisfa-zione lo stendardo al cielo pas-sandolo poi nelle mani dei suoirionali che l’attendevano eufori-ci sotto al palco. In migliaia han-no affollato le tribune e piazzaMazzini, per assistere all’ultima

gara e all’assegnazione, confer-mando l’ottimo successo di pub-blico di questa edizione che se-gna l'importante traguardo dei 50anni di questa manifestazione. Aseguire Moncioveta nel risultatofinale della Lizza sono stati Por-tella (3' 35'' 84), San Rocco (3'38'' 15) e Sant’Angelo (3' 42'' 37).Netto per Moncioveta anche ilrisultato nella Sfilata dal titolo

Primo posto nella Lizza e Sfilata, quarto nei Giochi. Con 16 punti il capitanodei rossi Lorenzo Incontri ha consegnato al suo "popolo" quel magico pezzodi stoffa che per ogni rionale vale gioia, lacrime, felicità e condivisione

Moncioveta vince la 50 ̂edizionePALIO DE SAN MICHELE

“C'era una svolta...”, che ha ripor-tato cinque primi posti su cinquegiurati, garantendogli la vittoriadel Palio. Secondo si è classifi-cato il rione Sant’Angelo, terzoPortella e quarto San Rocco. Laclassifica finale delle tre gare hadeterminato il trionfo del rioneMoncioveta con un totale di 16punti, secondo posto Portella con12, terzo Sant’Angelo con 9 e

quarto San Rocco con 7 punti.Il Palio de San Michele, con que-ste 50 candeline appena spente,conferma ancora più la sua forzapopolare e soprattutto la capacitàdi muovere un'intera città e nonsolo, a dimostrazione di come unamanifestazione nata da un'idea siadiventata una tradizione ben ra-dicata al pari di grandi eventi re-gionali.

Sfilata rione Moncioveta - Foto IMAGO

Moncioveta esulta - Foto IMAGO

Sfilata rione Sant’Angelo - FAP Foto

Corteo storico dei lizzaioli - FAP Foto

Page 23: Tanti Auguri a Mamma Silvia ed un Bel Benvenuto alla Sua Viola · re il manuale del boia. Una naviga- ... nopoli e del risiko messi insieme per candidarsi, dividersi, accusare, cre-are

numero 7 - OTTOBRE 2012

di SARA STANGONI

Tutto partì nel settem- bre 1963 da uno scop- pio di fucile che det- te il via alla corsa più spettacolare di Bastia

Umbra, la Lizza. La 50esima edi-zione del Palio de San Michelenon poteva che aprirsi con unomaggio a questo momento.Buona parte dei circa 200 lizza-ioli che hanno corso da quell'an-no in poi hanno sfilato la sera del-l'apertura ufficiale dal comune inpiazza Mazzini, guidati dal coor-dinatore del Palio Vanessa Capoc-chia. Su quattro tappeti rosso,giallo, verde e blu hanno salutatoil pubblico e testimoniato con iloro volti le emozioni, l'adrenali-na e la passione che ha spinto cia-scuno di loro a solcare la piazzala sera della Lizza. Il braciere ac-ceso ha dato il via alla 50esimaedizione del Palio de San Miche-le che dal 20 al 30 settembre hainfiammato gli animi e le mentidi migliaia di persone, una stra-ordinaria combinazione di gene-razioni che vive questo eventosenza riserve.Culmine indiscutibile è stato an-che quest'anno la sera del 28 set-tembre, quando l'attesa del ver-detto ha tenuto con il fiato sospe-so fino a quando la piazza non èesplosa al grido dei rossi. Il rioneMoncioveta ha superato tutti nellaLizza, con un grande recuperonell'ultima frazione che l'ha por-tato al primo posto con il tempototale di 3' 34" e 96. Si è dovutoaccontentare del secondo risulta-

to il rione Portella, reduce dallastraordinaria vittoria dello scor-so anno dopo venti anni di digiu-no. Il successo nella Lizza ha ac-ceso le speranze dei rossi, manoa mano cresciute ogni volta cheil presidente dell’Ente Palio Mar-co Gnavolini apriva le buste con-tenenti i giudizi delle Sfilate. Conil primo posto nella Sfilata, il pri-mo nella Lizza e il quarto nei Gio-chi il rione Moncioveta si è ag-giudicato il Palio 2012, aggiun-gendo un gradino in più verso lavetta della classifica dei Palii vin-ti, detenuta dalla Portella, toccan-do quota tredici vittorie. Com-mosso il capitano Lorenzo Incon-tri, al suo primo mandato, che hasollevato con orgoglio e soddisfa-zione lo stendardo al cielo pas-sandolo poi nelle mani dei suoirionali che l’attendevano eufori-ci sotto al palco. In migliaia han-no affollato le tribune e piazzaMazzini, per assistere all’ultima

gara e all’assegnazione, confer-mando l’ottimo successo di pub-blico di questa edizione che se-gna l'importante traguardo dei 50anni di questa manifestazione. Aseguire Moncioveta nel risultatofinale della Lizza sono stati Por-tella (3' 35'' 84), San Rocco (3'38'' 15) e Sant’Angelo (3' 42'' 37).Netto per Moncioveta anche ilrisultato nella Sfilata dal titolo

Primo posto nella Lizza e Sfilata, quarto nei Giochi. Con 16 punti il capitanodei rossi Lorenzo Incontri ha consegnato al suo "popolo" quel magico pezzodi stoffa che per ogni rionale vale gioia, lacrime, felicità e condivisione

Moncioveta vince la 50 ̂edizionePALIO DE SAN MICHELE

“C'era una svolta...”, che ha ripor-tato cinque primi posti su cinquegiurati, garantendogli la vittoriadel Palio. Secondo si è classifi-cato il rione Sant’Angelo, terzoPortella e quarto San Rocco. Laclassifica finale delle tre gare hadeterminato il trionfo del rioneMoncioveta con un totale di 16punti, secondo posto Portella con12, terzo Sant’Angelo con 9 e

quarto San Rocco con 7 punti.Il Palio de San Michele, con que-ste 50 candeline appena spente,conferma ancora più la sua forzapopolare e soprattutto la capacitàdi muovere un'intera città e nonsolo, a dimostrazione di come unamanifestazione nata da un'idea siadiventata una tradizione ben ra-dicata al pari di grandi eventi re-gionali.

Sfilata rione Moncioveta - Foto IMAGO

Moncioveta esulta - Foto IMAGO

Sfilata rione Sant’Angelo - FAP Foto

Corteo storico dei lizzaioli - FAP Foto

numero 7 - OTTOBRE 2012

CORSI DI ARTITEATRALI PER ADULTI:acrobatica aerea, tecniche

del circo e recitazione

Da novembre iniziano a BastiaUmbra i corsi di acrobatica aerea, tecniche del circo e recita-

zione organizzati dalla compagnia Pic-colo Nuovo Teatro. I corsi avranno ladurata di sei mesi e si svolgeranno inorario serale. Sviluppano un percorsofinalizzato all’acquisizione delle spe-cifiche tecniche, da quelle di base aquelle avanzate. Non è richiesta parti-colare abilità per partecipare e sonoaperti anche a principianti. I corsi diacrobatica aerea e tecniche del circo sisvolgeranno dal 7 novembre al 18 apri-le presso la tensostruttura di XXVAprile nei giorni di mercoledì e gio-vedì dalle 20 alle 22. A guidare le le-zioni saranno rispettivamente LauraUgolini e Walter Sumskas. Il corso direcitazione sarà tenuto da Luca Sargentidal 13 novembre al 28 marzo nei gior-ni di martedì e venerdì dalle 21 alle 23presso la sede del Piccolo Nuovo Tea-tro. Martedì 6 novembre è fissata unagiornata di prova gratuita alle ore 21.ACROBATICA AEREAIl corso è multilivello e si rivolge a tutticoloro che vogliono sperimentare la di-sciplina del trapezio e dei tessuti comeforma di movimento e di espressione.Programma del corso: riscaldamento epotenziamento a terra e sugli attrezzi, ap-prendimento delle figure di base su tra-pezio e tessuto (salite, equilibri, chiavi,cadute), sequenze e coreografie, lavoroespressivo e creativo con l’attrezzo.TECNICHE DEL CIRCOÈ un percorso attraverso l'acrobatica,la giocoleria e l'equilibrismo (palle, cla-ve, il filo teso, la sfera d'equilibrio erola bola). Il corso offre la possibilitàdi avvicinarsi al mondo del circo ap-prendendo diverse discipline. Unmodo diverso e originale di acquisireabilità e conoscenza del proprio corpoattraverso la creatività e la fantasia.RECITAZIONEL'obiettivo del laboratorio è conoscerele regole che permettono all’attore diesprimere chiaramente un concetto alpubblico ed imparare a giocare all’inter-no di esse. Il corso (come il teatro) è adat-to a tutte le età e rappresenta un’espe-rienza emozionale personale e colletti-va di crescita e scoperta. Programma delcorso: dizione, tecniche di lettura e let-tura all’impronta, interpretazione, tecni-che di immedesimazione, training cor-po-spazio e della voce, improvvisazio-ne, studio e analisi metodo Checov, usodella maschera, applicazione testo dalcopione alla messa in scena.INFO PER ICRIZIONE AI CORSI:telefono fisso 075.8000556telefonia mobile 349.3694469e-mail [email protected]

Compagnia PiccoloNuovo TeatroORGANIZZA

LE PREMIAZIONIPremio “Don Luigi Toppetti”: la Commissione presieduta dal parroco donGiuseppe Pallotta ha ritenuto meritevole la sfilata del rione San Rocco dal titolo“Tilt!”, per aver trattato il tema della necessità di non utilizzare il tempo inmodo troppo passivo, con la strana e sfuggente sensazione che ogni giorno siatrascorso nello stesso modo del precedente. La vita è un “tempo unico” e unprezioso dono di Dio.

Premio speciale Monica Petrini: il premio per il miglior interprete nelle Sfila-te è andato a Leonardo Caprini del rione Moncioveta. Gli altri tre nominatierano Scilla Falcinelli per San Rocco, Andrea Lombardi per Portella e AndreaCipriani per Sant’Angelo.

Gara gastronomica ”Magie del gusto in taverna”: Il rione Moncioveta si èaggiudicato anche la vittoria nella gara a cura della Pro Loco. I giudici hannoapprezzato la varietà dei piatti confezionati e dei sapori, la creatività nelle ese-cuzioni culinarie e nella presentazione discorsiva. Buono è stato giudicato ilconnubio tra creatività e innovazione.

Concorso fotografico “Palio…il dietro le quinte”: Al primo posto si è classi-ficata la foto di Roberto Fausti, seguito da Barbara Bastianini e Leonardo Biz-zarri. A Bizzarri è andata anche la citazione fuori concorso.

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BASTIA UMBRA numero 7 - OTTOBRE 2012

DARE RISPOSTE VELOCI A CHIVUOLE INVESTIRE È UNA PRIORITÀ!

"Il nostro mandato è uno spartiacque fra due modi e possibilitàdi amministrare un Comune"

Sulla stampa, tra le filadei partiti e nelle discussioni cittadinedomina l'ultimo avvi-cendamento della sua

Giunta. Livieri perde la poltro-na, Fratellini conquista l'urba-nistica, un posto resta vuoto.Spieghiamo da cosa nasconoqueste scelte? - Dalla necessitàdi fare presto, di dare risposteconcrete e rapide agli imprendi-tori che vogliono investire nel no-stro territorio, dando loro ricono-scimento ed apprezzamento peril coraggio che dimostrano in unperiodo difficile della nostra eco-nomia. Luca Livieri aveva già datempo rappresentato la sua im-possibilità a conciliare le cresciu-te responsabilità professionali la-vorative con il tempo necessarioa seguire le pratiche, a lui affida-te, con lo stesso impegno che hacontraddistinto la sua attività diAssessore dall'inizio del manda-to. Senza ipocrisia, ritengo sia co-munque una perdita.Il PDL fatica a trovare un nomeper il settimo assessore. Qual èla figura che come Sindaco vor-rebbe nella sua squadra perguidare la città nei due anni ri-masti di mandato? - Non credosia esatta l’analisi sulla presuntadifficoltà del PDL ad indicare un

nuovo Assessore. Credo, invece,in una volontà precisa, al pari del-la mia, di valutare chi e che cosapossa essere utile a questa mag-gioranza per portare a termine,con successo, un mandato chesarà comunque ricordato comespartiacque fra due modi e pos-sibilità di amministrare un Co-mune, i primi avvantaggiati da unperiodo di tranquillità finanzia-ria, gli altri inesorabilmente con-dizionati da tempeste economi-che e da una situazione di crisimai riscontrata dagli anni 60 inpoi.Il piano regolatore resta co-munque al centro delle questio-ni. Lo studio incaricato sta ef-fettuando incontri con cittadi-ni, associazioni e professionisti.Ma i tempi non si sono forte-mente allungati per riuscire aprodurre tutta la documenta-zione alla luce della ben notaburocrazia che concerne alPRG? - C’è un crono program-ma condiviso fra l’Amministra-zione ed il Pool di Tecnici asse-gnatari del bando di gara per larevisione del PRG. Il lavoro staandando avanti nel rispetto deitempi e con la massima soddisfa-zione dei tanti cittadini che, sem-pre più numerosi agli appunta-menti dell’”Urban Lab”, non vo-gliono perdere la prima occasio-ne loro riservata di poter indica-re quella che potrebbe essere laloro Bastia del futuro.La scuola è iniziata da meno diun mese e già fa parlare di sé.È controversa l'opinione sullacreazione di un unico IstitutoComprensivo con scuola media,primaria borgo I Maggio e pri-maria Costano. L'opposizioneparla di decisioni affrettate enon condivise. Com'è la sua po-sizione a queste accuse? - L’op-posizione fa l’opposizione: nellospecifico tema, avendo per altro

di SARA STANGONI

dichiarato di con-dividere i contenu-ti e le finalità de-gli Istituti Com-prensivi, si è are-nata in una sterileastensione duranteil voto finale insede consiliare, di-mostrando, se cene fosse ancora bi-sogno, di esserepiù attenta ai “di-stinguo”, piuttostoche all’interessegenerale.La Confcom-mercio in un re-cente incontro hachiesto di alleg-gerire il caricoImu per le attività commercialie produttive. Qual è la vostrascelta politica su questa aliquo-ta per il prossimo anno? - Nonè facile prendere oggi decisionio fare previsioni, soprattutto conla consapevolezza che dovremofare i conti con nuovi annunciatitagli, imposti dal Governo cen-trale, finalizzati ad un’ulteriorediminuzione della spesa pubbli-ca. Sino ad oggi, nonostante ladiminuzione, nelbiennio 2011/2012, di trasferi-menti statali percomplessivi €.1.845.000,00, siè riusciti a man-tenere i servizi,su cui i cittadinidi Bastia fannoa ff i d a m e n t o ,senza andare adaumentare le ta-riffe (in primis latassa riferita allaraccolta e smalti-mento dei rifiuti,aumentata dallamaggior parte

Amministrazione

Lo scorso 23 settembre èstato inaugurato lo stadiocomunale, rimesso a po-

sto a seguito dei lavori di messaa norma della struttura, per con-sentire il normale inizio delcampionato di calcio serie Ddella squadra del Bastia. La ce-rimonia di inaugurazione si èsvolta all'interno dello stadioalla presenza delle associazionisportive, dei cittadini e delleautorità. Sono intervenuti il sin-daco Stefano Ansideri, l’asses-sore allo Sport Marco Forte-bracci, l’assessore ai Lavoripubblici Marcello Mantovani,l’assessore al Commercio Fa-brizia Renzini, l’assessore alBilancio Roberto Roscini ed ilproprietario dell’impresa EdilRossi srl Giuliano Rossi, che harealizzato i lavori di messa insicurezza.«Voglio esprimere gratitudine eringraziamento all'impresa EdilRossi - ha dichiarato MarcelloMantovani, assessore ai LavoriPubblici - che non solo ha ri-spettato i tempi d’intervento, maha impiegato senza risparmiar-si le migliori maestranze a di-sposizione andando al di là del-la cura ordinaria».“L’importo dei lavori - ha sot-tolineato l’assessore al BilancioRoberto Roscini - è di 260milaeuro, che hanno consentito lamessa a norma delle recinzioniinterne ed esterne, compresa laparte in muratura realizzata incemento armato, la ristruttura-zione dei bagni e degli spoglia-toi tenendo conto delle esigen-ze dei disabili. È stato inoltrecreato un locale adibito ad in-fermeria. Sono stati numerati iposti a sedere nelle gradinatearrivando a più di mille, neces-sari all’omologazione dellastruttura”.«È opportuno ricordare - haspiegato il sindaco Stefano An-sideri - che i lavori eseguiti, nonerano programmati, e sono statidecisi a maggio subito dopo ilsuccesso del Bastia Calcio che,

vincendo ilcampionatodi Eccellenzaumbra, è sta-to promossoin Serie D».

Eseguiti a tempodi record i lavoridi messa a norma

dello stadiocomunale

INTERVISTA AL SINDACO STEFANO ANSIDERI

dei Comuni umbri con punte del25/30%), svolgendo un’attivitàminuziosa volta all’ottimizzazio-ne delle risorse. Per diritto di cro-naca, i commercianti di Bastia,come tutti gli imprenditori in ge-nerale ed i possessori di secondecase, hanno potuto beneficiaredella cancellazione dell’Iscop,decisa da questa Amministrazio-ne per rispettare quanto promes-so nel mandato elettorale.

Giuliano Rossititolare dell’aziendaEdil Rossi

Il sindaco Stefano Ansideri mentre tagliail nastro di inaugurazione

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CULTURA/TECNOLOGIA numero 7 - OTTOBRE 2012

di FRANCESCO BRUFANI

LADY CASHMERE...INTERVISTA A PAOLA MELA

Nel suo website c’è scritto: “Il nome è Paola e il cognome è quello di un frutto molto importante nellastoria dell'uomo: Mela. Per il desiderio di una mela, si dice, si è perduto uno stato di grazia. E trafiggen-do una mela Guglielmo Tell si è conquistato una fama eterna”. Noi aggiungiamo anche la mela di Apple

sinonimo contemporaneo di tecnologia e bellezza. Ma il cerchio vero e proprio si chiude soloindossando un capo di Paolamela Cashmere. Provare per credere

Cos’è e quanto èimportante perPaola Mela labellezza? - Nonmetto la bellezza

nei primi posti della classificad’identità. Invece essere in for-ma e curare la propria persona èun imperativo categorico. Per-mette di sentirsi sicuri dei pro-pri mezzi e di essere efficace-mente valutati dalle persone.Un’azienda da portare avan-ti, l’impegno in un’associazio-ne di categoria e l’amore per ipropri luoghi sono responsa-bilità molto grandi. Cosa si-gnifica coniugare il lavoro conuna “filosofia di vita”? - Sa-crificio e gratificazione. Non sipuò avere nulla se non ci si im-pegna e non sempre è sufficien-te. Mi piace il mio lavoro. Misento onorata di rappresentareun’associazione di categoria,importante strumento per l’im-presa. Amo il mio territorio, ègradevole, silenzioso, pacato eforte.Qual è il segreto della riuscitadella sua organizzazione? -Non esistono segreti. In qualsi-asi percorso sia di vita che di me-stiere sono necessari costanza,impegno e occhio verso ciò che

ti circonda.Non sempre pic-colo è bello. Lascelta di rimanerepiccoli risponde auna precisa volon-tà o è dovuta a cir-costanze di mer-cato? - Piccolo ogrande è bello sesei tu a scegliere ledimensioni. Nelnostro caso abbia-mo messo dei pa-letti ai numeri diproduttività per ga-rantire l’alto livel-lo di qualità. Dalpunto di vista im-prenditoriale riten-go che quando un’azienda ha raggiun-to il punto d’equi-librio economicodeve solo impe-gnarsi a mantener-lo. Talvolta punta-re ad un aumento divolume di fatturatopuò “distrarre” dal-l’obiettivo d’im-

presa denominato: utile.Confartigianato Assisi e Ba-stia quest’anno non hannodato seguito all’evento “Buo-no come il Pane”. Che cosa èsuccesso e quali saranno i suoiprossimi colpi? - La mancataedizione di BcP è stata una scel-ta. C’è necessità di un pensieroapprofondito riguardo allo svi-luppo dell’evento. Stiamo lavo-rando per raggiungere un rico-noscimento regionale e per ab-bracciare percorsi allargati ri-spetto ai precedenti.Che cosa si sente di dire ai gio-vani, non solo stilisti, che de-sidererebbero emergere e af-fermarsi sul mercato proprio

Nel piccolo borgo diSan Lorenzo (Bastia),dal 1988 , Paola Meladà vita alla suaazienda, ormai famo-sa in Italia e all’este-ro per la produzionedi capi d’abbiglia-mento in cashmere dialtissima qualità.

come ha fatto lei? - Sono mol-to preoccupati dalla situazioneeconomica globale. Hanno mol-ta voglia di fare e apprendere manello stesso tempo la paura delfuturo li tormenta. Invece, iodico loro: imparate il “mestie-re” usando le vostre mani. Nonabbiate paura di “sporcarle” . E’da qui che si parte. Un buon im-prenditore deve conoscere beneil lavoro che i propri collabora-tori svolgono nella sua azienda.Il marchio Paolamela riguar-da solo il cashmere o potreb-be introdurre dei cambiamen-ti nelle collezioni? - Paolamelaé da poco più di un anno che haaggiunto alle sue collezioni“cashmere cy-pré” parfums ebijoux in cash-mere e pietre.Inoltre ha sele-zionato profu-mi e sapori stra-ordinari perraccontare econdividere ilpiacere che vie-ne dal suo terri-torio nei suoi

mille volti. Nettari d’uva, olio,marmellata, cioccolata bio e glu-ten free. Un percorso di sensi perscoprire che si può vivere la stes-sa bellezza, in diverse forme,luoghi e momenti.Ci può anticipare qualcosasulla sua collezione autunno/Inverno? La maglieria dell’uo-mo è easy chic, confortevole ecalda, su pesantezze leggere emedie. Predomina la tinta uni-ta con colori polverosi, accom-pagnata da qualche bicolor. LaDonna Paolamela ha uno stileche punta ai dettagli, che sobria-mente spiccano nel contesto diuna donna chic in versione ur-bana, con gusto bon ton.

History

Presidente della Con-fartigianato Bastia/Bettona e sostenitri-ce convinta del madein Italy da sempre siimpegna a dare al-l’impresa un sensoche va oltre il profit-to coniugando il la-voro con valore e ter-ritorio.

Current Affairs

La incontriamo in unagrigia giornata au-tunnale, immersa inun mare di colori chevanno dal caldo deinaturali ai frizzantipastello. Ci accogliein un salottino delsuo show room e silascia alle spalle lasua frenetica giorna-ta lavorativa. Circon-dati dal fascino dellusso che abbracciacon naturalezza lasemplicità, comincia-mo a parlare.

Encounter

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IL PERSONAGGIOnumero 7 - OTTOBRE 2012

di GIUSEPPINA FIORUCCI

LEGGERE E SCRIVEREPERICOLOSAMENTE

P er capire chi è Fede-rico Sabatini e cono-scere il suo percorsoculturale, umano eprofessionale vor-

remmo partire da lontano, dal-la Bastia degli anni 90. Sei d’ac-cordo? - Certo. Se penso alla miavita quando vivevo in Umbria, vi-sualizzo una netta divisione tra glianni precedenti all’Università equelli successivi. Fino agli annidelle superiori ero un ragazzo ap-parentemente molto tranquillo esolitario: uscivo poco o niente,studiavo, lavoravo regolarmenteal bar dei miei genitori (l’allora“Caffè Roma” di Bastia), speciedurante l’estate, e coltivavo inde-fessamente i miei hobby, ossia laletteratura, la musica e il cinema.Iscrittomi poi alla Facoltà di Lin-gue, la mia vita cambiò radical-mente perché conobbi moltissimistudenti stranieri e iniziai ad ave-re una vita sociale a dir poco ruti-lante, entusiasta di scambiareidee e opinioni con persone pro-venienti da culture diverse. E ini-ziai a viaggiare, molto, quasi sem-pre da solo e con mezzi alquantoscarsi! Causando tra l’altro nonpoche preoccupazioni ai miei ge-nitori che forse a quel tempo te-mevano che sarei finito a fare ilgirovago bohemien per il mon-do... Ricordo di aver fatto millelavoretti, oltre alla consueta e an-nuale raccolta delle olive con imiei nonni a Sterpeto di Assisiche ricordo con estremo piaceree dolcezza nonostante gli atrocimal di schiena! Lavoravo per pa-garmi i biglietti aerei (le compa-gnie low-cost ancora non c’era-no) e gli eventuali soggiorni fuo-ri.Uno che ama sporcarsi le mani

è distante anni luce dalla borio-sa arroganza dei cosiddetti mi-gliori! - Ho sempre lavorato, sen-za problemi, anche perché ne ave-vo bisogno per viaggiare... fecianche volontariato un’estate in-tera con bambini socialmente di-sagiati a Liverpool con il Servi-zio Civile Internazionale; poi vin-si una borsa del Ministero degliEsteri per studiare tedesco in Au-stria (tutto pagato, mi sembravaun sogno!), e feci per sei mesi ilgiardiniere a Bad Pyrmont, inGermania, per migliorare il tede-sco, viaggiando da lì ogniweekend tra Amburgo, Hannover,Berlino, Amsterdam…Quando hai smesso di fare ilpendolare? - A 25 anni appenacompiuti, una volta laureato, vinsiun concorso della Comunità Eu-ropea per insegnare italiano al-l’estero e il destino mi rimandòin Inghilterra, dove rimasi unanno a insegnare in una scuolasuperiore. Proprio una bella espe-rienza, così ricca che non potevadavvero finire dopo un anno, an-che se il contratto prevedeva pro-prio questo. Rimasi infatti a Lon-dra ben sette anni, lavorando allaRoyal Academy of Arts e poi, fi-nalmente, alla Tate Gallery chetanto amavo; in vari dipartimen-ti, da quello dell’informazione alloro archivio storico. Dopo setteanni, decisi però di tornare allaricerca e alla scrittura “full time”.Un ritorno al primo amore! -Proprio così... Come dicevo, sonosempre stato un accanito amantedelle tre arti; proprio un divorato-re di libri, film e dischi, anche seho sempre avuto una predilezioneper la letteratura, forse per il suocarattere più misterioso perché nondirettamente visibile.

Quando hai ini-ziato a leggere?- Ho iniziato aleggere davveroda piccolo, quan-do i miei genito-ri mi regalaronodei libri di favo-le e di avventureche tutt’ora pos-seggo. Tra questispiccava TomSawyer, per meun eroe da ama-re e insieme dainvidiare, dicia-mo l’amico chesempre avrei vo-luto avere o il ra-gazzo che sareivoluto diventare

per le sue doti di scaltrezza, fie-rezza, indipendenza. In seguito hoiniziato a frequentare assidua-mente la Biblioteca di Bastia dovetrovai per caso Il giardino segre-to di Frances Hodgson Burnett,che segnò davvero il mio defini-tivo innamoramento per la lette-ratura! Lo lessi tre volte di segui-to nel giro di due giorni e ricordobenissimo come rimasi intrappo-lato in quelle atmosfere rarefatteper molti e molti giorni ancora…Google ha sconfitto Guten-berg? - Lo sta sconfiggendo. In-ternet è una risorsa fondamenta-le e utilissima, ma per i più gio-vani è rischioso. Leggono la tra-ma di un romanzo in wikipedia,ad esempio, e credono di averloletto. E invece occorre pazienza,e tempo, per far respirare i pen-sieri in modo da poterli espande-re e crearne di nuovi, e poter cre-scere in tutti i sensi. La lettura èquesto.Scrittori si nasce non si diven-ta, ma la scrittura, dice Joyce,si fa, diventa, non nasce e perimparare a scrivere è indispen-sabile imparare a leggere. (Scri-vere pericolosamente, p.9). - Èun monito che tengo sempre amente: la scrittura è un impulso eun’inclinazione. Ma per esserescrittori occorre leggere, studia-re, conoscere, e vivere. Altrimentisi è solo in grado di usare lessicoe sintassi correttamente, ed èun’altra cosa. Inoltre, per scrive-re è indispensabile lavorare mol-to, fallire e, come nelle parole diBeckett, “fallire ancora, e falliremeglio”. È un processo inesauri-bile, come la vita.Oltre ad insegnare Lingua eTraduzione, e Letteratura In-glese, presso la Facoltà di Let-tere dell’Università di Torino,su quali temi è focalizzata oggila tua ricerca? - Su James Joyce,il modernismo inglese e i rappor-

INTERVISTA A FEDERICO SABATINI

Scrittore, critico letterario, traduttore dall’Inglese e recensore per RAI EDUCATIONAL, Federico Sabatini, docente presso la Facoltà diLettere dell’Università di Torino, in questa intervista si racconta aprendoci uno scenario immaginifico dove l’arte e la vita si mescolanodi continuo: dalla giovanile raccolta delle olive a Sterpeto di Assisi, fino alla Sorbona di Parigi come relatore di uno studio su Joyce

ti tra letteratura, scienzae filosofia. Ma mi sonooccupato anche di lette-ratura italiana - di Gior-dano Bruno, Giambatti-sta Vico e Leopardi. Hopubblicato due libri, unoper Aracne nel 2007 in-titolato Immarginable.Lo spazio di Joyce, Bec-kett e Genet (finalista alpremio Carver nel 2008),e uno per Minimum Faxnel 2011, Scrivere peri-colosamente, uno studiosu Joyce e le sue ideesulla scrittura e sulla fi-gura dello scrittore chesarà presto tradotto inspagnolo per la casa edi-trice Alba Editorial di Madrid chene ha acquistato i diritti. Sempreper Minimum Fax uscirà un altrolibro il prossimo anno su Virgi-nia Woolf. Questo mese uscirà unmio volume critico su Percy Bis-she Shelley e una mia traduzionee cura di racconti gotici di MaryShelley. E, soprattutto, alla finedi quest’anno sarà pubblicato an-che il mio primo romanzo perFaligi Editore ho pubblicato rac-conti, in Italia e in America, maquesto è il primo romanzo.È da parecchio tempo che nontorni a Bastia? - Manco da Ba-stia (anche se mi piace dire “dal-l’Umbria”, perché mi sento partedi tutta la regione, grazie ai mieiamici e alla mia famiglia, sparsi

Federico Sabatini

PARIGI (2011) - Federico Sabatini inoccasione della presentazione del suo

lavoro su Joyce e Plotino alla Sorbona

BASTIA, Caffé Roma (1986) - Federico Sabatini con ilpapà Novello, la mamma Anna Rita ed il fratello Michele

un po’ su tutto il territorio) da benquattordici anni e non mi sembravero. Torno regolarmente, specied’estate, perché sono estrema-mente legato alla mia famiglia. Ladistanza, infatti, mi ha fatto com-prendere ancora di più il suo va-lore e la sua fondamentale impor-tanza in tutte le cose che ho fatto,finanche le più piccole e apparen-temente insignificanti, e ogni vol-ta che torno a casa poi davveronon vorrei più partire! Anche secon me porto sempre il calore deimiei familiari, l’affetto dei mieiamici e… un’immancabile botti-glia di olio d’oliva umbro!Ecco…quando l’olio finisce, soche è decisamente tempo di tor-nare!

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ECCELLENZE numero 7 - OTTOBRE 2012

di GIORGIO CROCE

L 'artista Elisa Leclè, dellaquale Terrenostre ha recen-sito l'ultima importante mo-stra a Villa Fidelia di Spel-lo, all'anagrafe si chiama

Elisa Lestini ed è persona particolarmen-te conosciuta per la sua attività nell'am-bito della moda. Adotta il nome Leclèquando inizia a percorrere in manieraprofessionale la strada dell'arte tout court.Anche se crede nelle contaminazioniarte/moda non vuole confondere il suopercorso nelle arti figurative con quello

INCONTRO CON ELISA

ELISA

Presente in selezionatissime boutique italiane,realizza capi in un numero massimo di 10

esemplari rigorosamente numerati

nel mondo fashion.C'incontriamo una mattina di settembre,nel periodo che a Bastia son tutti elet-trizzati per il Palio de San Michele, inun bar della Piazza per un'intervista.È abbastanza presto ed Elisa indossaocchialoni scuri da diva hollyvoodiana,mi confessa di non essersi ancora sve-gliata del tutto e di aver bisogno di unbuon caffè: siamo nel luogo giusto! Dopoil caffè inizia la nostra chiacchierata emi esce spontanea una battuta: la chia-mo Elisa Leclè..ttica e penso di poter

dimostrare il perché di questa boutade.Senza rigide domande e didattiche rispo-ste l'intervista scivola in una conversa-zione che si sviluppa partendo dall'arte(grazie a questa passione ci si conosceda un po' di anni e da diverse mostre),ma che si focalizza subito sugli altriaspetti della sua creatività: quello dellastilista, della modista e della costumista.Elisa, inizia giovanissima a collaborarecon la zia Velia Lestini che, da brava sartae modista durante gli anni '50 successi-vamente apre il proprio atelier a Bastia.Nell'impresa vi opera il figlio Massimo,designer e pittore, che collabora con ilgrande stilista Pino Lancetti aRoma.Velia Lestini in poco tempo diven-ta un nome di grande richiamo. Elisamatura esperienza all’interno dell’atelier,conosce aziende importanti nel settoredegli abiti da sposa che le propongonodi disegnare e dipingere modelli per abitinuziali. Forte di questo rodaggio e di stu-di applicati, nel 1986 apre il proprio ne-gozio. Nasce così “Punto Art” a Bastia ecome Coco Chanel inizia avendo comepunto forza il cappello. Continua la col-laborazione con importanti case di abitida sposa. Sono gli anni in cui si crea an-che una clientela privata che va, via via,aumentando. Questa boutique/laborato-rio è per lungo tempo un' importante epropedeutica palestra di vita, di arte ap-plicata e di “psicologia del cliente”; Eli-sa ammette anche qualche errore di per-corso che, però, risulta utile alla forma-zione ed alla composizione del suo at-tuale background. Inizia a lavorare an-che con le migliori griffe nel settore del-la moda realizzando numerosi prototipidi abiti e cappelli. Col passare degli anni,acquisendo sempre più credibilità, la suaboutique del pret-à-porter diventa uno deinegozi più inn del nostro territorio. Nelfrattempo Elisa inserisce altri marchiscelti e selezionati oculatamente, per sod-disfare le più svariate esigenze dellaclientela.

Da un po' di anni crea una linea di abbi-gliamento pret-à-porter, cappelli ed ac-cessori che oggi è presente in diverseboutiques italiane.Da qualche anno il marchio della zia vie-ne rilevato da un'azienda esterna alla fa-miglia; questo coincide con il momentoin cui, oltre a Punto Art, Elisa Lestiniamplia il campo di attività creando il mar-chio “Elisa L Studio” ed inaugura il nuo-vo showroom interamente dedicato al-l'alta moda. La nuova location è impor-tante per esprimere più ampi respiri cre-ativi.E' con il progetto “Elisa L Studio” cheElisa Lestini va “oltre”, segue la sua esi-genza creativa, un sogno/bisogno, dove lesue “costruzioni” escono dalla mente, da-gli occhi e dalle mani per trasformarsi inschizzi, bozzetti ed infine, abiti.Elisa immagina, crea, accende pezzi unicianche per la sposa, abiti di particolare ori-ginalità. Grazie alle clienti che si lascianoguidare nella scelta i suoi modelli hannoaccostamenti insoliti nei colori, particola-ri linee nelle forme e ricerca nella mate-ria. È qui che si vede l'autrice di opere d'ar-te figurativa che trasferisce i colori dei suoiquadri e le forme dei suoi abiti/sculturanei capi indossati dalle sue clienti.Anche se tutte non possono sempre ave-re il fisico da mannequin, lei, aiutata dalfolletto della creatività e della genialità,ha il guizzo giusto per inventare quel quidche riesce a sottolineare e valorizzare ilfascino della persona. Da circa tre annisente l'esigenza di esportare le sue crea-zioni. Disegna pertanto una linea di abitida sera, sposa e cerimonia di alto livelloche presenta in selezionatissimi negoziitaliani, accostata alle più grandi griffecon abiti e cappelli realizzati in un nu-mero massimo di 10 esemplari rigoro-samente numerati. Un po' come nell'artegrafica d'autore dove esiste una “tiratu-ra” limitata.Nella sua carriera ha modo di collaborarecon la costumista Ettora Mariotti, che opera

ARTISTA E “PASIONARIA” DELLA MODA Dipinge abiti per l'alta moda di Pascal Humbert, creano capi per i maggiori marchi internazionali, sfilate o reportages fotografici; recentemente i Ha inoltre un accordo per ideare cappelli per i

ELISA L. StudioAbito e cappello

da sposa in pizzofrancese e raso

in seta

www.elisalstudio.it

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ECCELLENZEnumero 7 -Ottobre 2012

LESTINI UNA MATTINA DI SETTEMBRE A BASTIA UMBRA

LECLÈ...TTICA

in Rai e alla Scala di Milano. Inoltre con-feziona costumi e accessori per il Carne-vale di Venezia, rappesentazioni teatrali erievocazioni storiche. Tutte le creazioni,comunque, traggono forza dall'influenzadelle sue passioni, non ultima la storia delcostume.Un suo abito con relativo cappello vieneesposto alla Galleria Palumbo Scalzi diLatina insieme alle opere dei grandi ma-estri del Futurismo in occasione del cen-tenario di questo movimento artistico.Dipinge abiti per l'alta moda di PascalHumbert, Hugo Boss e altri stilisti. Damodista ha la fortuna di disegnare perstoriche aziende che creano capi per imaggiori marchi internazionali, Arma-ni, Lancetti, Philip Tracy... Realizzamodelli per le grandi griffe in occasioni

di sfilate o reportages fotografici; recen-temente i suoi cappelli sono stati indos-sati da alcuni invitati al matrimonio deiPrincipi di Monaco. Ha inoltre un accor-do per ideare cappelli per i partecipantialle corse di cavalli di Ascot Racecoursenello Berkshire inglese. Attualmente stalavorando sui cappelli che andranno inscena al Teatro Morlacchi di Perugia.Grazie alla recente mostra d’arte tenuta-si a Villa Fidelia, Spello, dove insiemeai suoi dipinti, ha presentato vestiti/scul-ture e cappelli/sculture è stata contattatada alcuni costumisti di fama per colla-borazioni importanti.Elisa è stata la costumista del RioneMoncioveta ed anche in questo caso hadettato la linea così che i costumi di tuttala festa sono diventati più curati.Elisa Lestini (ecco la boutadeLeclè...ttica), grazie al suo essere stili-sta, modista, costumista e pittrice, è unadelle figure più complete nel campo delfashion e quindi una delle eccellenze delnostro Paese. A questo punto viene dapensare che le quotazioni dei suoi ma-nufatti siano alle stelle e quindi “ogget-ti” splendidi ma inaccessibili. Sembranon essere così. Provare per credere.Ed Elisa, giocherellando con la tazzinavuota del caffè, sorridendo, conclude lanostra chiacchierata citando Coco Cha-nel: “Amo il lusso. Esso non giace nellaricchezza e nel fasto ma nell’assenzadella volgarità. La volgarità è la piùbrutta parola della nostra lingua. Riman-go in gioco per combatterla”.

CON LEI VESTIRSI È QUESTIONE DI STILEHugo Boss e altri stilisti. Da modista ha la fortuna di disegnare per storiche aziende cheArmani, Lancetti, Philip Tracy... Realizza modelli per le grandi griffe in occasioni disuoi cappelli sono stati indossati da alcuni invitati al matrimonio dei Principi di Monaco.partecipanti alle corse di cavalli di Ascot Racecourse nello Berkshire inglese

ELISA L. StudioAbito da sposa

in mikado di seta

ELISA L. StudioAbito, cappello e guanti

duchesse in seta

ELISA L. StudioAbito da sposa in organza di seta

Elisa LECLÈCappelloscultura

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di ELISABETTA FRANCHI

Il tratto in questione era solo un piccolo segmento di quella che fuper quasi dieci anni la prestigiosa linea Firenze – Roma (via Foligno)

che con 371 chilometri collegava, con tempi che a noi oggi possonofar sorridere, le due “capitali d’Italia”, ma che all’epoca delle

diligenze a cavallo, risultavano impegnativi e produttivi

21 LUGLIO 1866 - VIENE INAUGURATO IL TRATTO FERROVIARIO COLLESTRADA – FOLIGNOBastia Umbra, uno dei scali di riferimento, parteciperà da

protagonista all’ingresso nel nuovo mondo del trasporto su rotaia

La stazione ferroviariadi Bastia Umbra

HISTORY numero 7 - OTTOBRE 2012

I nostri avi con il treno,avrebbero impiegato 5 o6 ore per raggiungere Fi-renze e altrettante per ap-prodare a Roma. Questo

significava, per la nostra regionestoricamente isolata, aprirsi allastoria, partecipare all’unificazio-ne dell’Italia centrale, accoglieregli uomini di affari che da Romaa Milano dovevano ora forzata-mente passare per i nostri territo-ri. L’ingresso della ferrovia inUmbria fu il risultato di una lun-ghissima disputa. Si discusse suipercorsi, che avrebbero stravoltoil paesaggio e l’economia dellecittà coinvolte, ma fu necessariocreare anche una “coscienza fer-roviaria” come scrive AdrianoCioci in Due ferrovie una storia,in un’Italia che all’epoca posse-deva solo 80 km di strade ferratee in uno Stato Pontificio che fre-nava l’avanzata di un’innovazio-ne che avrebbe rappresentato unarivoluzione sociale senza prece-denti. Scrive ancora Cioci in Lastazione di Bastia Umbria, “ I tre-ni guadagnavano porzioni di ter-ritorio, univano terre incolte, col-legavano città e paesi e, soprat-tutto, trasportavano uomini e idee,tessendo una ragnatela di relazio-ni in grado di superare incom-prensioni lunghe millenni.(…) Iviaggiatori a piedi, a dorso dimulo, a cavallo ed in carrozza, siresero conto, d’improvviso, chequalcosa di stravolgente stava ac-cadendo”. Con il Decreto Regiodel 1864 fu finalmente deciso il

tracciato definitivo e iniziaronogli espropri da parte della Socie-tà delle Strade Ferrate Romane.Il territorio a partire da Teronto-la, lungo il lago Trasimeno, finoa Foligno, passando per Perugia,Ponte s.Giovanni, Bastia ed As-sisi si trasformò in un’enormecantiere “azionato” da migliaia dibraccia che in soli due anni emezzo realizzarono “ponti, galle-rie, trincee, stazioni, caselli”. Su83 km totali si scavarono ben2.958 metri di gallerie. Nel trattoappartenente al Comune di Ba-stia, lungo circa sei chilometri emezzo, gli impegni più gravosifurono la costruzione del pontesul Chiascio e quella dello scaloferroviario. L’ansa del fiume inprossimità della futura stazionecreava un avvallamento del ter-reno fino a quattro metri sotto illivello del piano utile rendendonecessario riportare un rilevatolungo circa cinquecento metri elargo più di cinquanta. ScriveCioci: “Si può immaginare il viavai dei manovali, con le carrettecariche di terriccio, salire e scen-dere sui provvisori piani inclina-ti. Si lavorava a turno, dalle pri-me luci dell’alba sino al tramon-to, con la consapevolezza di es-sere protagonisti di un evento ec-cezionale.” I manovali venivanoingaggiati a giornate e sembra do-vessero presentarsi al lavoro mu-niti di carretta e pala. Finito il la-voro preparatorio vennero decisii punti dove sarebbe sorti gli edi-fici principali. La stazione dove-

va rispondere ai dettami imparti-ti dalla Società di gestione cosic-ché ritroveremo le stesse formenegli edifici di Spello, Magionee Corciano. “Il piano terra era ri-servato al movimento, all’ufficiodel capo stazione e alla bigliette-ria, oltre che alle sale di attesa diI, II e III classe.(…) Il primo pia-no era riservato all’abitazione delpersonale.” Quando finalmentetra il giugno e il luglio del 1866iniziarono gli esperimenti sullatratta Foligno – Collestrada, perla popolazione bastiola arrivaro-no i momenti più emozionanti.Non essendoci ancora un orarioben definito ogni volta che in lon-tananza si udiva il frastuono diuna locomotiva ci si precipitavadal paese al passaggio a livelloper poter vedere da vicino questenuove macchine figlie del pro-gresso. Il giorno dell’inaugurazio-ne, appunto il 21 luglio di quel-l’anno, tutto il paese, con bandie-re e banda al seguito, si radunòalla stazione per poter finalmen-te festeggiare l’enorme vaporie-ra pavesata dai tricolori. La do-menica molte famiglie si recava-no alla stazione solo per osserva-re il passaggio del treno e inizial-mente erano più i curiosi che iviaggiatori veri e propri. C’erainfatti reverenza, ma anche timo-re verso questo nuovo ritrovatodel progresso, alimentato spessodalla cronaca dei primi incidenti;l’esplosione di una caldaia nellastazione di Ellera, il deragliamen-to di un treno tra Ospedalicchio e

Bastia e di uno tra Passignano eMagione. Si pensi a che eco deveaver avuto l’assassinio nel 1892del vescovo di Foligno, pugnala-to nel suo scompartimento neipressi di Assisi. Ma i convogli tra-sportavano soprattutto novità, in-formazioni, merci e poi persona-lità, sovrani, soldati. Nel 1866 iltreno condusse la fanteria versola terza guerra di indipendenza enel 1867 i pellegrini a Roma. Trail 1868 e il 1882 transitarono perBastia, re Vittorio Emanuele II, ilgenerale Cadorna, Umberto eMargherita di Savoia e lo scritto-re Henry James. Tra le prime in-novazioni introdotte in quel finesecolo ricordiamo l’introduzionedegli scaldapiedi in prima classe,i treni “rapidi” che da 30 km/h“sfrecciavano” a ben 43 km/h (!)e gli sconti per gli insegnanti e lescolaresche che a Bastia permi-sero le prima gite scolastiche a Pe-rugia. Tanti i ricordi legati al tre-

no, dal tele-grafo, ai gio-chi dei ragaz-zini attornoalla cisternadi riforni-mento del-l’acqua, allaraccolta delcarbone lun-go i binari perscaldarsi incasa. Nel1905 venneroistituite leFerrovie dello Stato. La Bastia im-prenditoriale stava crescendo e molticolsero l’importanza del trasporto surotaia. Tra le prime, le officine Fran-chi che costruirono la propria sedealle spalle della stazione e grazie alleingenti commesse statali di materia-le bellico, contribuirono allo svilup-po su scala nazionale dello scalo mer-ci bastiolo. Tra gli anni Venti e Tren-ta il trasporto di derrate venne messo

Locomotivadella ReteAdriatica

Foto coll. La Stazione di Bastia

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HISTORYnumero 7 - OTTOBRE 2012

a punto conl’istituzio-ne della So-cietà deiCarrettieri,questa contre, quattroc a r r e t t i ,trainati damuli e ca-valli, cari-cava e sca-rica le mar-ci dai vago-ni: carbone

per il Conservificio Lolli, grano peril molino Petrini, pietrisco per le stes-se FS, bestiame da esportare in tuttaItalia. Sembra che nel 1937 fu stipu-lata anche una convenzione tra le FSe la Soc. Anonima Cantina SocialeCooperativa di Bastia che prevedevala creazione di tubazioni tra la canti-na e il piazzale della stazione per l’af-flusso del vino direttamente nei carricisterna. Il regime Fascista apportò

migliorie a tutta la linea naziona-le e introdusse le “littorine”, au-tomotrici leggere a benzina mol-to efficienti che decretarono lafine del fastidioso fumo nero dellelocomotive a vapore. All’epoca lalinea possedeva ben undici cop-pie di treni che collegavano Pe-rugia con Terontola e Foligno, inpoco più di quaranta minuti. Ven-nero istituiti i cosiddetti treni po-polari per le gite estive che per-misero a tutti, con una spesa esi-gua di poter viaggiare. Da Bastiavennero organizzati convogli di-retti alle spiagge di Falconara. LaSeconda Guerra mondiale arrestòquesta nuova stagione e anchesulla linea umbra portò danni edistruzione. A Bastia lo scalomerci continuò a lavorare alacre-mente sia a servizio delle com-messe belliche svolte dalle offi-cine Franchi, sia perché dopo ibombardamenti dell’ 8 Settembre,divenne l’ultimo avamposto da

Foligno verso nord. Venne cosìutilizzato per rifornire di ognigenere il territorio perugino e perapprovvigionare di carburante icamion degli alleati. La guerralasciò comunque le sue cicatricianche nella nostra città che du-rante i bombardamenti alla lineaferroviaria perse anche due gio-vani ferrovieri, i fratelli Baldoni.La rinascita di tutto il territorio av-venne anche grazie al traino del-le Ferrovie che già nel giugno del1945 ripresero il servizio tra Fo-ligno e Bastia. I primi treni furo-no carri merci trainati da vecchievaporiere con panche di legno perfar sedere i viaggiatori. “Il ripri-stino dell’intera linea si ebbe apartire dal maggio del 1946 (…).Nel 1948 cominciarono a fare laloro apparizione le locomotrici anafta”, ma la svolta epocale siebbe nel 1960 quando venne elet-trificata tutta la linea ferroviaria.Sparirono così le vecchie locomo-tive a vapore ricche di fascino epoesia; le linee vennero comple-tamente rimodernate e iniziò ilcosiddetto turismo di massa, gra-zie all’abbattimento dei costi digestione e, conseguentemente, diquello dei biglietti. Molti bambi-ni bastioli fecero la loro partenzaverso le colonie estive alla voltadelle spiagge adriatiche. Neglianni 60 venne anche istituito unservizio di carrelli stradali per iltrasporto a domicilio dei vagonimerci alle varie aziende dalle dit-te “Susta e Mencarelli” e “Sigfri-do Capezzali”. Mentre lo scalo

merci non subirà negli anni so-stanziali flessioni negative, il traf-fico passeggeri dagli anni ’70 ini-ziò il suo calo, come un po’ dap-pertutto. In questo decennio lastazione di Bastia subì un tristerestyling, le forme semplici maaustere vennero arricchite di unparamento in mattoncini e venneistallata una pesante pensilinametallica per proteggere i viag-giatori dalle intemperie. Neglianni 80 molte piccole stazionichiusero i battenti, ma Bastia pro-prio in virtù dell’importanza stra-tegica assunta nel settore com-merciale venne fatta oggetto daparte di FS di continui ammoder-namenti. E’ di quegli anni la pro-posta di proseguire il raccordoferroviario delle officine Franchifino alla zona industriale, facen-do correre un binario a fiancodella Rivierasca. L’automatizza-zione del traffico ferroviario por-tò negli anni 90 alla scomparsa

delle storiche figure dei Capi Sta-zione. A Bastia, l’ultimo fu Ame-deo Susta, con lui si chiuse unalunga dinastia di personaggi:Gino Cingolani, Alvio Ottaviani,Ottavio Ridolfi, Giocondo Susta,Settimio Tiburzi, Giovanni Susta,Dino Federici, Claudio Ferrata,solo per citarne alcuni. Il conse-guente abbandono della stazione,la chiusura della biglietteria e l’in-curia generale, sono conseguen-ze che possiamo constatare in pri-ma persona, anche se anche qui èda encomiare l’intraprendenzabastiola nella veste dell’ammini-strazione comunale, che alla finedegli anni 90 investì nel recupe-ro dei locali al piano terra, conl’apertura del bar e il ripristinodella biglietteria al fine di riani-mare lo scalo per salvarlo dal-l’oblio.

Ottobre 1951Foto coll. Edda Vetturini - Tratta dal libroLa Stazione di Bastia Umbra (Adriano Cioci)

Maggio 1948 Ridolfi - Tratta dal libro Umbra (Adriano Cioci)

Anni Trenta circaFoto tratta dal libro

Una Gente in Cammino(Edda Vetturini)

Anni SessantaFoto coll. G. Siena - Tratta dal libro

Una Gente in Cammino (Edda Vetturini)

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U n’associazione che vuole essere sempre più vicina alle esigenze

delle imprese artigiane. È stato questo il sintetico proposito espresso dal presidente della Cna di Bastia Umbra, AntonelloCozzali, in margine all’inaugurazione della nuova sede organiz-zata negli spazi dell’area dell’ex tabacchificio Giontella, recu-

perata all’uso della città. All’iniziativa era presente anche il sindaco di Bastia,Stefano Ansideri, “al quale va il nostro più sincero ringraziamento” – ha affer-mato il presidente provinciale della Cna, Renato Cesca. La Cna è tornata ainvestire nei territori – ha proseguito Cesca - e l’ufficio di Bastia ne è la prova,con i suoi spazi raddoppiati rispetto al passato e ubicati in una zona più funzio-nale, un maggior numero di addetti e la predisposizione di nuovi servizi daaffiancare a quelli più tradizionali”.“Accanto all’assistenza alle imprese in materia di contabilità, paghe, adempi-menti in materia di ambiente e si-curezza nei luoghi di lavoro – haaggiunto Antonello Cozzali – ab-biamo dato avvio a servizi di tipoinnovativo, ad esempio quelli re-lativi all’internazionalizzazione eai progetti funzionali a creare for-me aggregate di imprese per ri-spondere alle nuove esigenze deimercati”.Nei mesi scorsi, infatti, la Cna hacostituito una nuova società di ser-vizi all’internazionalizzazione,Promexport Umbria srl, che al suoattivo ha già la formazione di 5 retidi imprese in diversi settori che,grazie alla partecipazione ad alcu-ne fiere, stanno già dando i primifrutti in materia di commesse di la-voro. “L’obiettivo – conclude Ce-sca – è mettere in campo e valoriz-zare tutte le risorse presenti sul ter-ritorio, e l’area di Bastia Umbrane ha molte e qualificate, per con-cretizzare progetti in grado di sfi-dare il nuovo mercato globale”.

ECONOMIA/ATTUALITÀ numero 7 - OTTOBRE 2012

Inaugurata la nuova sededi Bastia Umbra

In Italia il patto di famiglia è unistituto che è stato introdotto conla Legge n. 55 del 14 febbraio

2006 (pubblicata sulla Gazzetta Uf-ficiale n. 50 del 1° marzo 2006). Lostesso viene definito dall'art. 768 bisC.C. come “un contratto con cui, com-patibilmente con le disposizioni inmateria di impresa familiare e nel ri-spetto delle differenti tipologie socie-tarie, un imprenditore trasferisce, intutto o in parte, l'azienda (o le propriequote) ad uno o più discendenti”.Con tale istituto, quindi, il legislatoreitaliano ha previsto espressamenteuno strumento per il passaggio gene-razionale delle imprese che preceden-temente veniva raggiunto mediantediversi collegamenti negoziali.L'utilizzo del patto di famiglia rispet-to ad altri istituti, tuttavia, ha il van-taggio di evitare (se osservate tutte lenorme previste) o comunque diminu-ire sensibilmente la possibilità di con-tenziosi in sede di devoluzione ere-ditaria.In tal senso, infatti, il patto deve es-sere stipulato a pena di nullità peratto notarile e allo stesso devono par-tecipare anche il coniuge dell'impren-ditore e tutti gli eredi che in quel mo-mento, se l'imprenditore morisse, sa-rebbero eredi legittimari (ossia que-gli eredi ai quali la legge garantiscele quote di riserva).I discendenti ai quali è assegnatal'azienda o le quote sono obbligati aliquidare agli altri il valore di quantoottenuto in base alle percentuali sta-bilite dalla legge per gli eredi legitti-mari ed il mancato adempimento ditale obbligo può costituire causa diimpugnazione del patto stesso.La particolarità del patto di famigliarispetto alla classica donazione risie-de nel fatto che quanto ricevuto daicontraenti non è soggetto a collazio-ne o a riduzione. Classiche evenien-ze queste che si presentano frequen-temente nelle ipotesi di donazioni.Per quanto concerne invece le causedi scioglimento del patto di famiglial'art. 768-septies CC lo stesso può ces-sare per consenso unanime dei parte-cipanti da esercitarsi mediante attonotarile oppure per recesso certifica-to da Notaio se previsto nel patto me-desimo.

Dott.ssa Francesca Piobbico

LA LEGGE IN PILLOLEA cura dello studio legaleAndrea Ponti & Chiara Pettirossi

IL PATTODI FAMIGLIA

CONFEDERAZIONE NAZIONALE DELL’ARTIGIANATO E DELLA PICCOLA E MEDIA IMPRESA

Nuovo direttore per laBANCA MARCHE

Cambio del testimone alla direzione dellosportello di Banca Marche del Comune diBastia. Marco Molinari, a sinistra nella foto,al quale diamo il benvenuto, è il nuovo titola-re. Viene da Perugia e dichiara la sua disponi-bilità nella continuità. Molinari sostituisce Al-berto Ciaccio trasferitosi alla filiale centro diFoligno al quale vanno i più calorosi saluti diTerrenostre.

di DANIELA MARINACCI

BREVISSIME

Nuovo comandante per iVigili di Bastia

La Dr.ssa Carla Men-ghella, proveniente daCollazzone, è il nuovocomandante di PoliziaMunicipale, del Comu-ne di Bastia.Vicecomandante è di-ventato Marcello Rec-chioni.Terrenostre augurabuon lavoro ai nuovi responsabili e ringraziail comandante uscente Giuliano Berardi per ilproficuo lavoro svolto in questi anni.

NELLA FOTO: Renato Cesca, AntonelloCozzali, Roberto Giannangeli, il sindaco

Stefano Ansideri eFabrizia Renzini

Marco Molinari e Alberto Ciaccio

Carla Menghella

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Forse mai come in que-sto periodo la parola“commerciante” è as-sociata in senso nega-tivo: commercianti

uguale ladri, evasori fiscali, sog-getti capaci di lamentarsi con ilfamoso “sorcio in bocca” e chechiedono sempre agevolazioni ocontributi a prescindere.È con grande piacere che inten-do utilizzare questo spazio perriflettere riguardo questi luoghicomuni che se analizzati con ra-zionalità si rivelano senza fon-damento.Quella dei commercianti è unagrande fetta dell'economia trop-po spesso oggetto di denigrazio-ni piuttosto che di attenzioni, chedovrebbero essere motivate nonsolo dal rispetto per il lavoro chefacciamo, ma anche per quelloche rappresentiamo.La nostra ragione di essere, ilcosì detto core-business, per usa-re uno di quei termini stranieriche tanto piacciono, è quello direndere disponibile al consuma-tore tutto ciò che l'industria e l'ar-tigianato producono. Viceversa,chi produce non può fare a menodi chi vende. Sembra una facileequazione ma che troppo spes-so viene dimenticata. Merita in-vece ben altre riflessioni, il ruo-lo che i negozi rivestono nell'am-bito urbano, dalla grande cittàall'ultimo dei paesini.Come cittadini siamo portati adare per scontato che camminan-do per le strade o per le piazze sitrovino negozi da ammirare suiquali troppo spesso si emettonosentenze, decretandone il succes-so o l'insuccesso, ironizzandopersino su quanti scontrini nonsono stati emessi. Non si pensainvece a come sarebbe quella viao quella piazza senza le vetrinee le insegne, come sarebbe la vitasenza la classica passeggiata adandamento lento con lo sguardoche si perde nello scintillio delle

ECONOMIA numero 7 - OTTOBRE 2012

CONFCOMMERCIO DI BASTIA UMBRA

“Commercianti”questi sconosciuti

luci dei negozi.Non ci si sta accorgendo chemolte realtà si trovano a doverfare i conti con la congiunturaeconomica negativa sperando dinon rassegnarsi alla chiusuradell’attività. Basta notare la pre-senza di sempre più numerosicartelli con la scritta: affittasi ovendesi. Strade buie diventanopreda del malaffare. Vie o vicolinon trasmettono più quella sen-sazione di sicurezza che si haquando si transita magari con lafamiglia attraverso luoghi pienidi vita. In parole povere noi com-mercianti svolgiamo anche unaimportante funzione di presidiodel territorio.Ma è diventata opinione diffusache gli evasori sono solo i com-mercianti e non il tale che portacapitali all'estero o il tizio cheterminato il suo lavoro dipen-dente, privato o pubblico che sia,si dedica a un secondo lavoro oil pensionato che arrotonda lesue entrate. Tutti rigorosamentein nero. Senza considerare ilpentolone del politico di turnoche si appropria “legalmente”del denaro pubblico per scopi di-scutibili?Se come comuni cittadini pre-tendiamo che le tasse pagate si-ano reinvestite in servizi essen-ziali quali sanità, scuola ecc.. ,anche noi commercianti che pro-duciamo circa il 40% del PIL na-zionale, desideriamo che le im-poste che gravano sulle nostre at-tività siano investite sotto formadi strumenti che rendano il no-stro lavoro più efficace.Una piazza più bella, un marcia-piede in buono stato, una stradapiù sicura, una città più vivibilee magari anche animata da ini-ziative, non sono solo necessitàdel privato, ma anche di chi,come i commercianti, ne fannoun motivo di soddisfazione egratificazione per il cliente, de-terminando quel valore aggiun-

Il rischio è una parola da evitare inqualsiasi discussione che si occupidi vendita poiché evoca paure e preoc-

cupazioni. Qualunque sia l’argomento trat-tato mette in allarme l’interlocutore che nonpotrebbe non essere ben disposto verso l’ac-quisto. Visto che noi non ci occupiamo divendita, ma di consulenza, è opprtuno in-vece capire bene che cos’è il rischio, comericonoscerlo e valutarlo. Conoscere in ma-niera approfondita i rischi che i nostri ri-sparmi possono incontrare significa utilizzare tutti gli strumenti anostra disposizione per evitare brutte sorprese.La crisi Economica che stiamo attraversando, iniziata nel 2008 conil fallimento di Lehman Brothers (colosso bancario statunitense ),ci ha fatto capire che non esiste il rischio zero su nessun prodottofinanziario. Anche il titolo garantito di uno Stato (BOT - BTP ecc…),può essere soggetto a rischio fallimento (es. Argentina). Molti ri-sparmiatori, infatti, hanno imparato a proprie spese l’effetto deiBond argentini. Dopo queste esperienze il risparmio degli italianisi è concentrato su titoli di Stato ed Obbligazioni made in Italy.Qui sta il punto, le recenti regole Mifid (direttiva Europea), stabili-scono che il cosiddetto “Value-at-Risk” (valore che si crea a frontedel rischio che si corre) di ogni strumento finanziario dovrà essereindicato su ognuno per far comprendere immediatamente qual è ilrischio del titolo posseduto.E’ tanto superficiale quanto ingenuo pensare che sul mercato cisiano volpi che guadagnano molto e polli che guadagnano poco…la spiegazione è un’altra!Un’ analisi seria e professionale dei propri investimenti deve ne-cessariamente considerare almeno i primi quattro livelli di rischio:• Rischio credito (riavrò i miei soldi o l’emittente del titolo fallirà?)• Rischio liquidità (al momento della vendita troverò i compratoriper il mio titolo o dovrò svenderlo? Chi stabilisce il suo prezzo?)• Rischio diversificazione (in portafoglio ho una sola tipologia dititoli o, peggio, un titolo soltanto? E se avrà dei problemi?)• Rischio mercato (quanto oscillerà il valore dei miei risparmi quan-do oscilleranno i mercati? Sarò in grado di sostenerlo?)

Uno o più di questi rischi lo abbiamo senz’altro in portafoglio, sitratta di stabilire in che misura, dove si concentra e che conseguen-ze può avere sui nostri risparmi.Non temiamo pertanto di fare tutte le domande che riteniamo ne-cessarie al nostro consulente finanziario e, ovviamente, non consi-deriamoci soddisfatti di un’analisi “nasometrica” e della vecchiama sempre efficace pacca sulla spalla.

[email protected]

Conoscere il RISCHIO, conviene

I l programma Erasmus per Giovani Imprendi-

tori aiuta aspiranti eneo imprenditori europeiad acquisire le competen-ze necessarie per avviare e/o gestire con successoun'impresa in Europa, rap-presentando un'ottima op-portunità di sostegno alladinamicità e all'intrapren-denza giovanile. I parteci-panti al programma ap-prendono e scambiano co-noscenze e idee di businesscon imprenditori già affer-mati, dai quali vengonoospitati presso le proprieaziende e con i quali colla-borano per un periodo da 1a 6 mesi. La permanenza ècofinanziata dalla Com-missione europea. Questoperiodo di collaborazioneaiuta il nuovo imprendito-re ad acquisire le compe-tenze necessarie a gestireun'impresa, apportando unimportante valore aggiun-to alla sua attività. Scam-bio di conoscenze ed espe-rienze, possibilità di esten-sione della rete di contattia livello europeo, nuovirapporti commerciali, ac-cesso a mercati esterifin’ora sconosciuti, sonosolo alcuni dei molteplicibenefici che entrambi gliimprenditori possono trar-re da questo programma.

Per ulteriori informazioni èpossibile Giacomo Giulietti:[email protected]

PUNTO EUROPA

A cura delDott. GIACOMO

GIULIETTI

CONSULENZAFINANZIAMENTI

EUROPEIVia Guglielmo Marconi, 2A

06083 Bastia UmbraTel. 347.9746924

[email protected]

ERASMUSPer giovani

imprenditori

Molti di noi in questo lavoro ci mettono l'anima per cercare di offrire sempre il meglio ai propri clienti

di MARCO BRUFANI

Giacomo Giulietti

to che distingue la città vera daquella falsa di molti centri com-merciali artificiali.Molti di noi in questo lavoro cimettono l'anima per cercare dioffrire sempre il meglio ai pro-pri clienti, quella sensazione divicinanza e di cordialità che sicrea attraverso il rapporto per-sonale con tutti, anche con co-loro che non si è mai visto pri-ma, con i quali si impiega il tem-po e l’esperienza maturata neglianni dietro al banco, per distin-

di SAURO LUPATTELLI

guersi nel servizio dalla freddalogica dei numeri della grandedistribuzione. Perché loro po-tranno tentare di rubarci fette dimercato ma non il cuore e la pas-sione che mettiamo nel nostrolavoro.Questo è il commerciante.Quello che ti saluta tutti i gior-ni e con il quale scambi qual-che parola anche se non hai bi-sogno di acquistare, perché co-munque, sei e sarai sempre“una persona”.

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ECONOMIA numero 7 - OTTOBRE 2012

CONFARTIGIANATO

di PAOLA MELAPresidente Confartigianato

(Bastia/Bettona)

Il mondo della scuola e quello del lavoro si comportano spesso come retteparallele destinate a non incontrarsi mai. Le separa una distanza che sem-bra abissale, persistente e preoccupante a tutti i livelli sia che si parli diuniversità, sia che si guardi la realtà dell'istruzione secondaria. Valutando ifatti emergono alcuni aspettti, ad oggi ancora problematici. Il mondo im-

prenditoriale si attende dalla scuola una formazione basata sull'educazione allaresponsabilità e soprattutto una conoscenza del mondo del lavoro che crei aspet-tative ed entusiasmo per progetti di vita professionale e di carriera a lungo termi-ne.La scuola sente il compito primario di "formare" la crescita equilibrata della per-sona nella consapevolezza dei diritti e dei doveri, evidenziare e maturare le capa-cità umane con le tendenze individuali, e preparare l'inserimento felice e fattivonel contesto sociale. Spesso però resta ancorata ad una preparazione tradizionale,ancora lontana dal reale mondo produttivo. L’impressione della grande distanzatra il mondo delle imprese e quello della scuola viene confermata anche rispettoall’università. I dati dimostrano, infatti, che il 56% delle aziende considera laformazione dei laureati non adeguata alle esigenze delle imprese.Di fronte a questo quadro, quali sono i compiti specifici della scuola, anche ri-spetto alla possibilità di sviluppo, di benessere e di futuro dell’intera comunità? Inche modo l’impresa può aiutare la scuola nell’assolvere il suo compito e trarrevantaggio competitivo da un certo modo di fare scuola?A lungo è stata predominante una interpretazione semplicistica e riduttiva delrapporto scuola-impresa che ha reso impossibile educare insegnando un lavoro eha impedito di ripensare seriamente all’impostazione della scuola tecnico-pro-fessionale.I tempi di un cambiamento, sarebbero alquanto tardivi per le esigenze del mondoeconomico/produttivo. Le imprese hanno bisogno di formare figure professionali“oggi”. Ci sono mestieri che sono indispensabili ma i tecnici, anzi sarebbe oppor-tuno denominarli “artisti” che operano sono ormai arrivati alla pensione e non c’èricambio generazionale. Potrebbe essere opportuno un progetto di networkingtra scuole e aziende con l’obbiettivo di creare un ponte scuole/ imprese su tutto ilterritorio . Ciò potrebbe allineare l'offerta formativa scolastica alle reali esigenzedel mercato del lavoro facilitando così l'inserimento nel mondo del lavoro deglistudenti più meritevoli.Co-progettazione didattica scuola-azienda: docenti e aziende in aula.Seminari e consulenza per docenti e studenti per diffondere nelle scuole la “cul-tura d’impresa”, approccio fondamentale per avere successo nel lavoro.Bandi pubblici: aziende e scuole insieme, l’unione fa la forza. Partecipare a unbando pubblico vuol dire avere la possibilità di accedere a fondi e finanziamentiin relazione a specifici progetti.Stage posting/work experience: Possibilità di svolgere stage tecnico/formativi pres-so le aziende durante e dopo il periodo scolastico.Sia nel mondo della scuola sia in quello del lavoro, il punto cruciale è sempre lapersona, e il problema vero è come chiamarla a un lavoro mettendo a frutto le suecapacità, in un rapporto costruttivo con una realtà che può cambiare molto velo-cemente. Vivere lo studio come un “lavoro” e vivere il lavoro come uno “studio”,una ricerca continua, è la sfida che vale la pena raccogliere, mettendo a confrontoquesti due mondi.L’educazione delle giovani generazioni è una responsabilità da cui nessuno può sen-tirsi escluso: ne va dello sviluppo, del benessere e del futuro dell’intera comunità.

“RILANCIAMOINSIEME LE NOSTREATTIVITÀ”

di GIORGIO BUINIPresidente Confartigianato

(Assisi/Cannara)

ComprensorioAssisano/Bastia U.

Via Roma, 71Tel e Fax 075.8004134

[email protected]

Non si è mai respirata un’aria così pesante, sono tempi duri anche peri nostri associati, durissimi. La sensazione diffusa nel Paese è che sisia entrati in una fase di declino, di decrescita com-plessiva che non può non condizionare anche chi ope-ra nel settore dell’artigianato.

Tra i nostri iscritti sono molte le ditte individuali o a conduzione familiare ma,non mancano le realtà che arrivano ad avere fino ad una ventina di dipendenti, siva dall’edilizia (non solo imprese edili in senso stretto, ma tutta la filiera) fino alsettore dei servizi. Di fronte ad un così drastico calo dei consumi la parola d’or-dine non può che essere resistere e rilanciare. Per fortuna coloro che gettano laspugna sono pochissimi e la gran parte dei nostri associati ha deciso di accettarela sfida, giocando a volte anche la carta della flessibilità produttiva. Se hai atti-vità molto piccole, a gestione familiare o quasi, in effetti puoi permetterti didiversificare e riorientare rapidamente la tipologia di prodotti e/o di clienti, ade-guandoti alle esigenze del mercato più rapidamente rispetto a concorrenti piùstrutturati e lenti.Purtroppo, l’edilizia è uno dei settori più colpiti dalla crisi e si porta dietro tuttigli altri operatori che gravitano attorno alla casa. E se in passato le aziende piùsane rispondevano alle stagioni di “magra” investendo, ossia realizzando nuovecostruzioni ricorrendo al credito bancario, oggi tutto è più complicato: vendereabitazioni in costruzione è sempre più difficile, e la domanda è scarsa o total-mente assente. Per fortuna l’export “tira”, nonostante tutto. Ma poche sono lepiccole imprese che ne beneficiano davvero. Nel 2011 l’Italia si è salvata pro-prio grazie all’export. La sfida, secondo me, è proprio questa: puntare sullaqualità dei prodotti e aiutare le realtà piccolissime a commercializzare la propriaofferta su mercati stranieri.Ci sono settori che, in controtendenza, si espandono e potrebbero espandersiancora di più ma, più che altro, ci sono comparti in cui non si trova mano d’operaspecializzata. Lo ricordo spesso, anche se può suonare antipatico: abbiamo spin-to per vent’anni i nostri giovani al liceo e all’università, generando schiere didisoccupati, e sotto occupati, mentre ci sono scuole tecniche, come il vecchioperito, o di tipo professionale, che vengono snobbate perché ritenute di scarsoappeal sociale: e che invece offrono sbocchi professionali significativi.Abbiamo bisogno di rilanciare il lavoro, per poterlo fare dobbiamo dare l'oppor-tunità, a chi ne ha la necessità, di spendere di più, di poterlo fare. Penso ai dipen-denti ed ai pensionati al minimo. Abbiamo bisogno di più investimenti, menoburocrazia, meno tasse, meno costi energetici, meno sprechi, meno corruzione,lotta all'evasione, lotta all'elusione, meno costi della politica, meno oneri bancarie di tanto altro ancora. Certamente questo non possiamo farlo noi piccole impre-se, ci sono altri preposti a fare questo, ma i loro tempi sono lunghissimi e la lorovisione del mondo delle piccole imprese è approssimata e se non in qualche frasedi circostanza. Sono distratti da altro e, anche se dicono il contrario, sono interes-sati molto di più alla loro sopravvivenza che non al futuro del paese. Noi comeartigiani non possiamo fare altro che credere nella nostra attività, e quindi dob-biamo essere ottimisti ed impegnarci nel nostro lavoro, anche se in questi mo-menti siamo messi a dura prova.Noi artigiani siamo abituati a lavorare molto e a parlare poco, forse proprio perquesto abbiamo difficoltà nell'esprimerci e nel raccontare le nostre esperienze ele nostre storie. Sono convinto però che tanti nostri associati si sono fatti un bucoin più alla cintura, pur di non licenziare nessun collaboratore nonostante la crisi.Tanti, ed è giusto così: perché parliamo di rapporti umani veri, ma anche di pro-fessionalità eccellenti, che non avrebbe senso disperdere. A tutti gli artigiani chiedocon determinazione, con forza e con entusiasmo di far sentire la propria voce,anche attraverso la nostra associazione e in qualsiasi altro modo, così da poterintraprendere delle iniziative condivise per rilanciare le nostre attività.

PROGETTODI NETWORKINGTRA SCUOLA E IMPRESA

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VIEWPOINT

PROBLEM: CONSUMERSPENDING IS FALLING.SOLUTION: RAISE VAT

A cura del prof. David P. Wilson

Forse mi sono perso qualcosa. Certa-mente non so niente di economia ed èper questo che concludo che dipendesolo dalla mia ignoranza. Ma, resto con-fuso.Quando la gente non spende è perchénon ha i soldi o perché ha paura nel casone abbia bisogno in futuro se le cose peg-giorassero.Non ci sono dubbi, Mario Monti è unafigura molto più seria, ed ha molto piùrispetto sul palcoscenico mondiale deisuoi predecessori, i quali, altruisticamen-te e generosamente si sono messi da par-te per dargli l’opportunità di guidare ilPaese. Ma, per favore, c’è qualcuno chemi può far capire che succede?Mi dicono che Mario Monti è un grandeeconomista, un esperto, cosi sarò soloio l’ignorante che non sa perché l’au-mento dell’ IVA può aiutare la ripresadell’economia italiana?Sono sicuro che c’è qualcuno che mi po-trà spiegare.In attesa, grazie

PUNTO DI VISTAPROBLEMA: la spesaper i consumi crolla

SOLUZIONE: aumento iva

CULTURA/TECNOLOGIA numero 7 - OTTOBRE 2012

Maybe I am missing something. CertainlyI am no economist, so it can only be myignorance.Yet I am confused. When consumer spen-ding falls, then it is because people don’thave enough money or because people areafraid to spend what they have in case thin-gs get worse and they need their savingsfor more difficult times (if that is possibleat the moment).There is no doubt that Mario Monti strikesa better figure on the world stage than hissomewhat charismatic predecessor, whohas recently so generously and altruisti-cally stepped to one side to allow someo-ne else the chance to lead the country, butcould someone please enlighten me as towhat Mario Monti is up to internally?He is an expert, a great economist I amassured, therefore it is clear that I do notunderstand how the threat of raising VATcan help improve consumer confidenceand thus spending.Please somebody out there must under-stand what I don’t and can explain it tome. I am waiting. Thanks.

I CORSI INIZIANO DAL 10 SETTEMBRE

di MICHELE BENDA

PHISHING: conoscerlo per evitaredi essere truffati!

INTERNET TECNOLOGY

Nell’epoca dell’informazione i nostri dati personali sono diventati preziosissi-mi. Cerchiamo di capire il fenomeno del phishing per non farci rubare i no-

stri prezioni dati rimanendo intrappolati nella rete dei truffatori

Cos'è il Phishing?Il phishing è una frode infor-matica, realizzata con l'inviodi e-mail contraffatte, che halo scopo di rubare, per scopi

illegali, i dati riservati.Il termine “phishing” sembra che derivida una variazione del verbo inglese fishingche significa ''pescare''. Quindi già dalnome si capisce che si tratta di una peri-colosa attività: quella di ''pescare nellarete'' ignari utenti, spinti con l'inganno acomunicare dati e codici in ''risposta'' amail fasulle, (home banking, carte di cre-dito, conti correnti, depositi e quant'altro).

Come funziona?I phishers (così vengono chiamati questitruffatori) inviano per posta elettronicamessaggi email che simulano, nella gra-fica e nel contenuto, quelli di una istitu-zione di fiducia, nella speranza di rintrac-ciare utenti-clienti degli stessi (per esem-pio una banca, un provider web, un sitodi aste online a cui si è iscritti).Nella maggior parte dei casi l'email invi-ta il destinatario a seguire un link truffal-dino dove viene presentata una paginaspesso molto simile a quella ufficiale del-la banca, posta, provider, ecc.Il malcapitato, che si identifica cliente diuna di queste realtà, trovandosi di fronteuna pagina spessoidentica a quella delproprio istituto,viene chiamato al-l'inserimento o ve-rifica dei suoi dati.Ma inserendo i pro-pri dati in questisiti-fantoccio non sifa altro che conse-gnare codici e pas-sword ai truffatori,che potranno utiliz-zarli nel reale sitodell’istituto perestorcere denaro.

Come difendersi?Per difendersi pri-ma di tutto occorrebuonsenso ed un

po’ di attenzione da parte dell'utente. Inmolti casi per smascherare il trucco è suf-ficiente posizionarsi con il mouse sugli in-dirizzi contenuti nel messaggio; senzacliccare si osserva la barra di stato situatain fondo al vostro programma di posta (oal vostro browser nel caso in cui state na-vigando a vostra insaputa il sito fantoc-cio) per accorgersi che i nomi degli indi-rizzi di destinazione dei link, non corri-spondono a quelli delle realtà ufficiali.Tuttavia con l'evolversi delle tecniche diphishing, è possibile anche incappare intrappole un po’ più sofisticate che rendo-no i link più verosimili agli originali, macon un po’ d'occhio e di esperienza ed unattento esame dei messaggi, è possibilericonoscere da soli le email truffa.Spesso si riconoscono anche dal fatto chei testi delle email non sono scritti in unitaliano corretto. Esistono anche program-mi specifici che consentono di avvisarel'utente che si trova a visitare un sito pro-babilmente non autentico.Gli istituti di credito non invieranno maiemail con un link all’interno per garanti-re la sicurezza dei propri clienti, quindibasta accedere in modo diretto scrivendodirettamente l’indirizzo nel proprio brow-ser. In ogni caso la buona regola è quelladi non fornire informazioni sensibili a nes-suno a meno che non si è sicuri dell'iden-

Brillante laurea diLAURA OTTAVIANI

I l 24 luglio2012, pressol'Università

degli Studi di Pe-rugia, Facoltà diMedicina e Chi-rurgia, Laura Ot-taviani, di SantaMaria degli An-geli, ha conseguito la Laurea in Medi-cina e Chirurgia, con la votazione di110 e Lode, discutendo la tesi "Ruolodelle Mast Cellule e della PlessiteMioenterica nei pazienti affetti da Ma-lattia Diverticolare del colon".Relatore Prof. Gabrio Bassotti, con-trorelatore Dott.ssa Olivia Morelli.Con la neo dottoressa si congratula-no i genitori Graziella e Maurizio, lanonna Marzia, gli zii Daniela e Mas-simo, la cugina Valeria, tutti gli amicie la nostra redazione di Terrenostre.

tità dell'interlocutore e della sua necessitàdi avere accesso al tipo di informazionirichieste.Che fare se si è comunque rimasti vittimadel phishing?Prima di tutto contattare l’istituto (Banca,Posta, ecc) di cui si ritiene di aver comu-nicato i dati. Se si ritiene che il proprioconto corrente possa essere stato compro-messo contattare l'Istituto con il quale siintrattiene il rapporto per chiudere pron-tamente lo stesso o fare in modo che ven-gano subito modificati i dettagli compro-messi.Riportare l'accaduto alle Forze dell'Ordi-ne mediante apposita denuncia. Se voleteessere aggiornati sulle truffe che vengo-no quotidianamente realizzate date un’oc-

chiata a questo sito:www.anti-phising.it

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ECCELLENZEnumero 7 - OTTOBRE 2012

di FRANCESCO BRUFANI

Cari lettori, ricordate da piccoli quando giocavate in casa con le scatole di cartone immaginandochissà quali avventure? Oggi è possibile grazie a fantastici giochi realizzati in cartone. A tuttoquesto ha pensato ARREDOLOGICO, una realtà di Bastia Umbra fondata da Roberta Masciolini,che ha dato vita ad una linea di giochi in cartone riciclato e riciclabile per i vostri bambini

Il gioco con Arredologico

INTERVISTA A ROBERTA MASCIOLINIASSEGNATO ALLA GIOVANE IMPRENDITRICE DI BASTIA UMBRA IL PREMIO “INFUTURO:I GIOVANI PREMIANO I GIOVANI”, IDEATO DALLA CONFINDUSTRIA DI PERUGIA PER INCENTIVAREALLA CREATIVITÀ E FAVORIRE LA CRESCITA PROFESSIONALE DELLE NUOVE GENERAZIONI

Roberta, che cosa signifi-ca esattamente il termi-ne ARREDOLOGI-CO? - Nasce dalla fusio-ne di due parole: arreda-

mento ed ecologico. Arredamento in-teso non solo come disposizione di ar-redi in una stanza, ma come studio deiluoghi dove viviamo come fossero verie propri “ecosistemi” e dove tutto sibasa sull’interazione tra noi e l’ambien-te che ci circonda.Perché realizzare giochi di cartoneper bambini? - Il mondo dei bambiniè sempre stata la mia passione e mi èsempre piaciuto la loro creatività, la loroimmaginazione, la forza di saper crea-re mondi fantastici dal nulla. Con AR-REDOLOGICO siamo partiti proprioda questi concetti creando giochi in gra-do di rafforzare queste attitudini che tuttii bambini hanno già dalla nascita, il tuttocon materiali al 100% ecologici.Fai tutto da sola? - Ovviamente no,l’aspetto commerciale è curato da Leo-nardo, mio marito, ed è grazie a lui chesono riuscita a portare avanti il proget-to. Per la realizzazione dei prodotti incartotecnica mi avvalgo di un team conuna vasta esperienza nella lavorazionedel cartone, sia a livello progettuale chea livello tecnico.Dai giochi siamoarrivati a creareanche oggetti percani e gatti edoggettistica perla casa, il tuttocon un materia-le innovativo econ un design semplice, ma estetica-mente funzionale .Che cosa vuol dire ecosostenibile? -Per ARREDOLOGICO l’impatto am-

bientale ed il ciclo della vita di un suoprodotto sono aspetti basilari. L'obiet-tivo è quello di implementare il pre-ri-ciclo inducendo ad una scelta consape-vole nell'acquisto e nell'utilizzo di unarticolo che avrà un minore effetto no-civo nell'ambiente. Il concetto di rici-claggio va oltre l'idea di collocare ma-teriali in un determinato contenitore, inquanto il ciclo è completo solo nel mo-mento in cui questi materiali vengonorigenerati in nuovi oggetti. Acquistareun prodotto ARREDOLOGICO vuoldire supportare un processo di riciclag-gio concreto, fare una scelta ecososteni-bile e risparmiare energia. Solo nel ri-spetto del nostro "ecosistema" possiamomigliorare la qualità del vivere quotidia-no nostro e sopratutto dei nostri figli.Come sono fatti questi prodotti? - Gliarticoli ARREDOLOGICO sono sem-plici, congeniali al bambino che li ac-cetta con familiarità sviluppando fan-tasia, creatività e curiosità. I nostri gio-cattoli sono tutti in cartone 100% rici-clato e riciclabile, non hanno nessunacomponente in plastica e non hanno bi-sogno di colle o utensili per essere mon-tati, inoltre rispondono ad alti standardqualitativi in quanto utilizziamo mate-riali a norma CE.

Come funziona ilprocesso di ven-dita? - L'impian-to di produzione sitrova a BastiaUmbra, presso leG R A F I C H EDIEMME, è certi-ficato ISO

9001:2008 e FSC ed é ad impatto zeroche riduce e compensa le emissioni diCO2 generate.A quale settore di mercato vi rivolge-

ARREDOLOGICO - Roberta Masciolinimentre illustra la linea giocattoli:

“Le Case del Cuore”

ARREDOLOGICO - Alcuni prodotti dellaLinea Maxi

La tenda di Yuma

La Casa di Vittoria

te principalmente? - AR-REDOLOGICO è un mar-chio che unisce eco soste-nibilità, studio pedagogico,praticità, economia e bellez-za. Il processo di vendita sista sviluppando su negoziselezionati e tramite larete. Abbiamo infatti cre-ato un sito e-commer-ce che invitiamotutti a visitarewww.arredologico.comoppure a seguircisu facebookwww.facebook.com/arredologicoitalyQual è il vostro slo-gan? - “Vivi ecologi-co, Pensa ecologico, Gioca ecologico”.Ama la natura e regala un gioco AR-REDOLOGICO.

Dentro la Casa Margherita

ARREDOLOGICO - L&Rdi Roberta Masciolini,Via del Popolo, 7706083 Bastia Umbra (PG)Cell. 3398777293Fax 075.8015733Email:[email protected]

www.arredologico.com

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ECCELLENZE numero 7 - OTTOBRE 2012

di DEBORA BRUGHINI

DALLA TERRA ALLA TAVOLALa qualità dei frutti della nostra terra passa in primis attraverso gli strumenti

che la lavorano, è questa la convinzione che ha portato i due giovani imprenditoriumbri a intraprendere questo particolare cammino

INTERVISTA A FABRIZIO LALONI E PIETRO CRISTOFANI

Un esempio di gioventùsana e di una generazio-ne tutt'altro che 'bamboc-ciona', Fabrizio e Pietro,con i loro venticinque

anni e il loro entusiasmo, fotografanouna realtà che per niente si avvicina aquella descritta dai tuttologi del nuovomillennio. Entrambi periti agrari, han-no unito le loro specializzazioni, in vi-ticoltura e olivicoltura, dando vita a duebelle realtà locali votate alla cura dellaterra e dei suoi frutti: AgroIdee e EnoI-dee.• Come nasce la vostra attività? -Nasce dalla rispettiva passione perl'agricoltura e tutto quello che vi ruo-tasse intorno. La nostra idea è stataquella di pensare a una realtà che nonfosse presente sul territorio, volevamofornire un servizio completo sia nelsettore dell'olivicoltura, che in quelloviticolo, senza trascurare la frutticoltu-ra. Vendiamo accessori, attrezzature emacchinari per la lavorazione dellevarie tipologie di coltura.• Ci raccontate brevemente AgroIdee? - Agro Idee nasce nel 2007 comeazienda commerciale di prodotti per larealizzazione di vigneti, oliveti e frut-teti. Cercando di rispondere alle esigen-ze della clientela in espansione si èvoluto arricchire la gamma di pro-dotti e servizi offerti, inserendomarchi di prestigio per la curae gestione delle colture e re-lativi frutti. Trovano spazionelle nostre proposte an-che giardinieri, vivaistie manutentori del ver-de. Agro Idee contanel suo organico 3persone: Pietro Andrea e David; conti-nuamente a disposizione di chi volesseconsulenze sui nostri servizi. Per i qualivogliamo garantire un livello profes-sionale al giusto prezzo… Agro Ideeparte dalla terra nuda sino ad arrivareal grappolo conferito in cantina.• Ed Eno Idee?! - Eno Idee è un pro-

getto maturato dopo 3 annidalla nascita di Agro Idee.condividendo le stesse fi-losofie si pone al bisognodei produttori di vino, of-frendo tutto ciò che si ren-de necessario per la realiz-zazione, confezionamentoe stoccaggio. Supportata daaziende Leader nel panora-ma enologico mondiale of-fre garanzie di qualità e tec-nologie avanzate. FabrizioLaloni è il responsabile diEno Idee dopo 4 anni diesperienza nel campo del-le analisi alimentari. Tuttocombinato crea un mix vin-cente per l’intero processoproduttivo enologico. EnoIdee contribuisce alla tra-sformazione del grappoloin vino!• Cosa si può trovare nel

vostronego-zio, quindi? - È

sempre stata nostraintenzione offrire un

servizio a tutto tondo.Da noi è possibile trova-

re una gran quantità di pro-dotti e attrezzi: dalle forbici

al tosasiepi per l'hobbysta, dal-la pasticca di zolfo fino ai ser-

batoi in acciaio inox per i più esi-genti. Per i professionisti siamo in

grado di fornire una cantina chiavi inmano. E lo diciamo senza presunzione• Avete anche prodotti in esclusiva? -Sì, vantiamo alcuni prodotti in esclusi-va, ma non è la marca ad essere impor-tante, bensì l’esperienza di chi lavorache ci aiuta alla ricerca del meglio.• Progetti per il futuro? - Sicuramen-te chiudere il cerchio attraverso ulte-riori iniziative, quali la consulenzaagronomica, un laboratorio di analisidi processo e altre attività che al mo-mento sono in fase di studio.

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ECCELLENZEnumero 7 - OTTOBRE 2012

di DEBORA BRUGHINI

EVOLUZIONE PELLETTERIADa trent’anni nel settore della pelletteria, il negozio Carpel è presente a Bastia Umbra, in via Roma.La boutique si distingue per la vasta scelta di articoli di pelletteria delle più prestigiose firme del

momento e per la passione e competenza del personale. Il titolare si chiama Angelo Carena ed è unanostra importante conoscenza da tanti anni. Nella sua attività viene aiutato dai figli Arianna e Simone.

Lo andiamo a trovare per fare una riflessione sull’attuale crisi economica e scoprirele prossime tendenze autunno/inverno 2012

INTERVISTA AD ANGELO CARENA

La sua attività ha da pococompiuto trenta anni... -Esatto. Ho cominciato fa-cendo il rappresentante di

pellicceria per poi andare sull’abbiglia-mento in pelle, infine mi sono orienta-to verso la pelletteria. Erano anche leesigenze di mercato del momento. Fac-cio presente che negli anni 80 i negozidi pelletteria non esistevano ed i pro-dotti si trovavano all’interno dei nego-zi di scarpe o di abbigliamento.Nasce in questo periodo l’idea di apri-re un negozio? - Sì. Ricordo anche chein quel periodo le scelte dei clienti simodificavano spesso per cui ogni voltasi imponevano diverse strategie di mer-cato. Per gusto personale e per mia in-clinazione, nel tempo, mi sono dedica-to sempre più verso la pelletteria, inte-sa come borse, cinture e portafogli. Cosìdecisi di ampliare la mia attività in que-sto settore.Oggi di strada ne ha fatta. Cosa si-gnifica gestire più punti commercia-li in diverse città? - Fare il commer-ciante oggi è diventato un mestiere dif-ficile e gestire più punti vendita lo è di-ventato ancora di più, soprattutto in unacongiuntura economica negativa comequella che stiamo passando.Cosa è cambiato? - Il commercio oggiè un campo molto inflazionato, nel sen-so che l’offerta supera la domanda, conla conseguenza che il cliente spesso siperde tra la grande varietà di oggetti enon trova più quello che sta cercando.L’enorme possibilità di scelta invece diessere un vantaggio, paradossalmente,è diventata una difficoltà. Le scelte nonsempre sono appropriate e spesso ci sipente quasi subito dell’acquisto fatto.Potrebbe spiegarci meglio?! - La li-beralizzazione del Commercio ed il de-siderio di aprire un negozio hanno fatto

sì che ci sia un'offerta eccessiva di pro-dotti superiore alla domanda, al puntoche oggi si potrebbe parlare di una verae propria crisi d'offerta.Cosa pensa della liberalizzazione del-le licenze? - Non sono convinto che ab-bia apportato tanti benefici al mercato.La concorrenza è giusta, ma ha biso-gno di regole, sopratutto a salvaguar-dia della categoria.Che cosa distingue un buon negozioe un buon commerciante? - Non esi-ste una ricetta per essere un buon com-merciante. È il consumatore che deter-mina la bontà commerciale di quel pro-dotto o di quel negozio. Noi possiamosolo essere sensibili alle esigenze dellagente e cercare di soddisfare ogni lorodesiderio (commerciale) affinchè acqui-sti un oggetto con la consapevolezza cheuna volta uscita dal negozio abbia la cer-tezza di aver fatto l’acquisto giusto.Cosa pensa dell'operato delle istitu-zioni a Bastia?- Bastia è molto cono-sciuta oltre che per la dinamicità indu-striale anche per per l'offerta commer-ciale che sa dare. Questo è un valoreaggiunto per la città. E' anche vero peròche la struttura commerciale è basatasu microimprenditori che soffrirebberonon poco se una grande realtà commer-ciale si insediasse nel territorio. Ecco,secondo me, quanto possa essere im-portante il ruolo delle istituzioni: più cheimpedire vorrei che si ragionasse sullasalvaguardia del tessuto economico lo-cale che è fatto di tanti imprenditori conl’anima cui lavorano tante persone.Quali sono le tendenze moda in que-sto Autunno-Inverno? - Diciamo chela pelletteria non segue una tendenzaprecisa. E' ovvio che l'accessorio, bor-sa o borsello che sia, debba risponderealle esigenze della persona che l'indos-sa, quindi seguire parametri di como-

dità, praticità e, ovviamente, gusto este-tico. Un'altra cosa da evidenziare è chea volte la borsa rappresenta lo statod'animo, la personalità, il carattere del-la persona che la indossa. Potremmodire che, dato il momento di estremadifficoltà che stiamo attraversando, latendenza è di sdrammatizzare attraver-so l'acquisto di borse allegre, colorate efantasiose.

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di DEBORA BRUGHINI

TOP LIFE - Il materassoper dormire bene

Non tutti sanno che una parte della salute proviene dal dormire bene e quindi anche dal proprio letto.I prodotti studiati e realizzati dalla Top Life servono proprio a migliorare la qualità del riposo.

Per saperne di più siamo andati a trovare il sig. Giampaolo Lombardi,responsabile del nuovo negozio di Materassi e Reti Top Life,

in via Ettore Majorana a Bastia Umbra

INTERVISTA A GIAMPAOLO LOMBARDI

Quanto conta un buonriposo? - Dormirebene è una necessità,uno status naturale, fi-siologico per poter re-cuperare le energie

psichiche e fisiche spese durante lagiornata. Dormire bene aiuta a mi-gliorare la qualità del riposo e il ri-poso passa, principalmente, attraver-so il letto, inteso come rete, cuscinoe materasso.Come si riconosce un letto como-do? - Il letto che si sceglie è fonda-mentale per la qualità del sonno,quindi è importante sceglierlo con lamassima cura. Diciamosempre che il letto giu-sto è quello in cui nonti accorgi di esseresdraiato, devi solosentirne la comodità.L'unico modo perrendersene conto èfare un confrontotra materassi, retie doghe. Prova-re è l'unico siste-ma per capire quale sia il più idoneoper il proprio corpo. La scelta di unletto deve seguire lo stesso criteriodi un paio di scarpe, vale a dire laprova, quelle che risultano comodeper qualcuno, potrebbero non esser-lo per altri. Da noi è possibile pro-varli tutti.A ciascuno il suo letto, dunque?! -Direi proprio di sì. Ogni corpo ha leproprie peculiarità che vanno rispet-tate. Questa è la motivazione che ciha spinto ad aprire questo punto ven-dita, per garantire un servizio profes-sionale alla clientela, in linea con iconsigli dei propri medici e ortope-dici. Troppo spesso questi argomen-ti vengono trattati con superficialitàsenza ricorrere a esperti che possanoguidare nella scelta. Recentementeho seguito un corso di posturologiaed ho appreso che necessitano figu-

re preparate e formate proprio in que-sto campo.Quali altre proposte ci sono nel vo-stro negozio? - Siamo rivenditori au-torizzati di grandi firme, c'è solo l'im-barazzo della scelta per le più diver-se esigenze; oltre a reti, materassi,cuscini, trattiamo biancheria di pre-gio e poltrone relax.Come si è avvicinato a questo la-voro? - A Bastia sono conosciuto piùper la mia esperienza nel settore deitrasporti, dove lavoravo nell'aziendadi famiglia. Questa mia nuova espe-rienza trae origini, però, da più diventicinque anni fa, dove già vende-

vo prodotti in lana me-rinos e materassi inlattice.Si tratta quindi diun ritorno alleorigini... - Sì.Tempo fa, infat-ti, ho avutol’occasione diconoscere elavorare conEnzo Pierini,

oggi uno dei titolari della Top Life,che è un’importante azienda di set-tore in Italia. Con lui ho condivisoper molto tempo l’attività in questocampo. L’apertura del negozio diBastia è frutto della nostra passionenel dormire bene. L’esperienza e lascelta non manca. C'è solo da veni-re a provare!

Come migliorare la qualità del riposo

TOP LIFE - Giampaolo Lombardi

TOP LIFE - Panoramica interna del puntovendita in via Ettore Majorana

ECCELLENZE numero 7 - OTTOBRE 2012

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Dopo lo sbarco degli anglo-americani in Sicilia, ilgrosso della nostra flottaera all'ancora nel golfo diLa Spezia. Ne facevano

parte, oltre ad unità minori, tre coraz-zate: Roma, Vittorio Veneto, Italia. Ilcapo del governo Badoglio, succedutoa Mussolini dopo il 1943, essendo or-mai la situazione bellica insostenibile,aveva autorizzato i contatti con gli an-glo-americani per giungere ad un ar-mistizio. L'8 settembre lo stesso Ba-doglio, lesse alla radio un proclama agliitaliani. L'Italia usciva dal conflitto; lenostre forze armate avrebbero però re-agito agli attacchi provenienti da altrepotenze, ex alleati tedeschi compresi.Da bordo della Roma furono fatti sbar-care gli specialisti dell'aeronautica te-desca. In piena notte, mentre tra gliequipaggi si diffondeva anche il pro-posito di affondare le navi piuttosto checonsegnarle agli angloamericani, laflotta prese il largo diretta in Sardegna.Ne facevano parte 18 navi, oltre lequattro salpate da Genova. Alle ore 6le vedette avvistarono le coste dellaCorsica e subito fu dato l'allarme ae-reo. Era accaduto che il comandantedell'aeronautica tedesca, Goering, ave-va allertato gli equipaggi degli aerei dacombattimento dell'aeroporto di Istres,nel sud della Francia. Con a bordo lepotentissime bombe razzo telecoman-date, 12 di questi si portarono sulla ver-ticale delle nostre navi. Queste aveva-no alcune armi contraeree scariche enon tutti gli artiglieri erano disposti adaprire il fuoco contro quelli che il gior-no prima erano i nostri alleati. L'inde-cisione fu fatale. La prima bomba col-pì la Roma, la perforò e la fece esplo-dere da sotto bloccando gli organi di tra-smissione di dritta. La nave, senza con-trollo, fu facile preda dei bombardieritedeschi. La seconda bomba colpì la

HISTORY numero 7 - OTTOBRE 2012

2^ GUERRA MONDIALE

La corazzata Roma

nave al centro facendo esplodere il de-posito armi, la santabarbara. Un'imma-ne fiammata si alzò verso il cielo. Deicirca 2000 uomini che componevanol'equipaggio della Roma, compresol'ammiraglio della flotta Carlo Berga-mini e il suo stato maggiore morti al-l'istante, 596 furono i superstiti, moltidei quali feriti o ustionati, che vennerotratti in salvo etrasportati alleisole Baleari del-la Spagna neutra-le. In seguitogiunse l'ordine difar rotta per ilporto tunisino diBona, mentre gliaerei tedeschi ef-fettuavano altri 4attacchi ed unabomba colpival'altra corazzataItalia provocan-do lievi danni a

Lo scorso 9 settembre è stato il 69° anniversario dell'affondamento della Roma,nave corazzata della marina italiana, da parte dell'aviazione tedesca. Recente-mente le reti RAI, con interessanti trasmissioni, hanno dato notizie sul ritrova-mento, nei pressi del golfo dell'Asinara in Sardegna, del relitto della grandenave da guerra. Tra i 1352 morti figura Pietro Rossi, classe 1920 nativo diOspedalicchio, imbarcato come sottufficiale radiotelegrafista

di Alessandro Rinaldi

prua. Poi le navi raggiunsero l'isola diMalta in ottemperanza al trattato d'ar-mistizio con gli anglo-americani sfilan-do, con le bandiere al vento, accanto aquelle degli ex nemici in attesa. A Pie-tro Rossi, dichiarato scomparso in mare,fu assegnata la medaglia d'argento allamemoria ed intitolata una via, nel pae-se natale, che ne tramanda il sacrificio.

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Nelle duecentottanta pagine del suo ultimo libro dal tito- lo 150 anni di elezioni comu- nali a Bastia. Personaggi, po- litica, vicende (1860-2009),

Antonio Mencarelli racconta la storiapolitica e istituzionale del comune di Ba-stia. La ricerca, dopo la crisi del primodopoguerra e l’affermarsi del fascismo,si sofferma sugli anni della ricostruzio-ne, della rinascita democratica, delle lot-te politiche, delle trasformazioni socialicon l’abbandono delle campagne, l’im-migrazione dalle zone circostanti, la cre-scita demografica.Il passo successivo è rappresentato dal-l’aumento veloce della scolarizzazione,della libera iniziativa, delle industrie adalto assorbimento di manodopera, crea-te da un ceto imprenditoriale di succes-so. Il libro si legge d’un fiato, è ricco difotografie e riporta, in ordine cronolo-gico, nomi e dati anagrafici completi ditutti i sindaci, l’elenco degli assessori,dei consiglieri, dei candidati, dei votan-ti e i risultati ottenuti dalle liste, fino al2009. Ma il lavoro di Antonio Menca-relli è qualcosa di più di un susseguirsidi nomi, è anche il ritratto di una identi-tà sociale cittadina.Alla presentazione del libro ha parteci-pato un folto pubblico, tutti gli ex sin-daci (La Volpe, Lunghi, Brozzi, Boglia-ri, Lombardi) e l’ex commissario pre-fettizio Angelo Tranfaglia, oggi prefet-

Un diario lungo 150 anniIntervista ad Antonio Mencarelli“I giovani, la cultura,

la società, ieri, oggi,domani” (4)

A cura del prof. Vittorio Cimino

CULTURA numero 7 - OTTOBRE 2012

In questa povera Italia, che rischiadi cadere a pezzi per la responsa-bilità, o, meglio, per l’irrespon-

sabilità della classe politica, preva-lemtemente disonesta, noi anziani,con un passato glorioso per onestà,laboriosità e spirito di sacrficio, ab-biamo il dovere di raccogliere e con-servare almeno i cocci, perché i gio-vani possano capire che non tutti imodelli sono da rifiutare.Tra i responsabili del decadimentoquasi generale, ci sono, senza dub-bio, il cinema e la televisione, che datroppi anni forniscono modelli sba-gliati e sbracati, tranne che in apprez-zabili, ma rare occasioni. Essi si pon-gono come una nuova dimensionedella cultura contemporanea e, comeogni altra dimensione, hanno un lorolinguaggio. Si parla, infatti, di lin-guaggio filmico e di linguaggio tele-visivo.Da questo potrebbe scaturire la pos-sibilità, purtroppo disattesa, di farneun mezzo educativo. Ma per educaremediante gli audiovisivi bisognereb-be prima educare produttori, autori,sceneggiatori e registi attenti quasisempre alla cassetta. La cultura è ca-pacità di assumere una posizione cri-tica di fronte alla realtà e alle varieattività umane, altrimenti è informa-zione o, al più, istruzione. Se voglia-mo, quindi, avere giovani preparatiad accogliere messaggi e valori (quel-li veri, non quelli che una società de-cadente e fuorviata propone da qual-che anno), bisogna che ci sia un lin-guaggio adeguato e impegno a ren-derne possibile la comprensione. Por-si, cioè, in posizione critica dinanziagli spettacoli. Abbiamo dato comefatto socio culturale un linguaggio fil-mico e televisivo, ma come siamogiunti a questo momento, in cui imessaggi sono espressi in forme pococorrette e curate, per usare bizantini-smi... e pensare che i maggiori ricet-teori sono i giovani, gli adolescentie, ahimè, i bambini?A voler tracciare, a grandi linee, s’in-tende, una storia della società uma-na, sotto questo aspetto, si potrebbe-ro puntualizzare tre ere fondamenta-li: prima quella della civiltà arcaicao sapienziale, la cui saggezza era pro-posta col mito e col proverbio. Poil’era dell’alfabetizzazione, in cuil’uomo apprese l’arte di documentar-si e di immortalarsi (mentre perfezio-nava quella di distruggersi). Infinequella della civiltà audiovisiva in cuil’uomo si sente spinto ad usare un lin-guaggio fatto soprattutto di immagi-ni. Poichè viviamo nella terza eradobbiamo chiederci con quali conse-guenza possiamo ignorare questo lin-guaggio. È alla portata di tutti con-statare che il nostro ambiente è satu-ro di questa dimensione e non è pos-sibile più vivere come se il cinema ela televisione fossero cosa trascura-bile, se non a rischio di non poter piùcorrispondere compiutamente conbambini, adolescenti e giovani.

di FRANCESCO BRUFANI

to di Bologna.Quanto tempo hai impiegato per con-cludere la tua ricerca? - E’ stato un la-voro lungo ma appassionante, perchéfatto interamente di prima mano e su unargomento inesplorato. Mi ha aiutato ilmateriale conservato nell’archivio sto-rico comunale, ma anche le cronache deigiornali, gli opuscoli, reperiti altrove.Quale momento storico ha segnatomaggiormente la storia di Bastia? -Prima di tutto la costruzione della ferro-via (1866) che lambisce l’abitato e di-verrà un’infrastruttura decisiva per glispostamenti di merci e viaggiatori (nel1931, questi ultimi, superavano quelli diFoligno). Le officine meccaniche Fran-chi sorgeranno proprio a ridosso delloscalo ferroviario. In tempi più recenti(gennaio 1965) l’apertura al traffico della

superstrada 75 bisCentrale Umbrafavorì l’immedia-to sorgere dei pri-mi moderni inse-diamenti indu-striali e commer-ciali. Il piano re-golatore prese attodi questo assetto ene confermò lavocazione. Nondimentichiamoche siamo nelcuore dell’Um-bria e della sua piùpregiata vallata.A quale epoca ti

sei affezionato di più? - Agli anni ’50del secolo scorso (ero solo un fanciul-lo). Con settemila abitanti Bastia cam-bia volto, diventa, lentamente, cittadi-na, costruisce le prime abitazioni in zonedi espansione, apre scuole nuove. I ba-stioli vivono il loro miracolo economi-co, immaginano un futuro fatto di fami-glia, lavoro, tempo libero. E tutto que-sto si realizza davvero: la vita in fabbri-ca, i matrimoni, i figli, il calcio nelle seriesuperiori, il cinema, i divertimenti. Ba-stia aveva tutto. Voglio aggiungere cheBastia ha dato sempre lavoro e ha fattotutto da sola, con le braccia dei dipen-denti, dei datori di lavoro, dei commer-cianti, degli artigiani, senza sovvenzio-ni dallo Stato o dalle industrie dell’IRI.Interessanti sono stati anche gli anni ‘70.Quale episodio ti ha incuriosito di più?- Ne voglio citare due. Dal 1884 al 1887sindaco è Eugenio Sabatini, proprieta-rio terriero a Bastia ma originario di Pe-rugia. Non presiedette mai alcuna riu-nione di consiglio o di giunta, non fir-mò delibere o atti amministrativi, nean-che un manifesto. Delegò tutto all’as-sessore anziano. Malgrado fosse statonominato sindaco dal Re, rimase un ir-reiducibile repubblicano. Nelle elezionidel 1952 la lista dei socialcomunisti alpotere venne battuta dalla formazionecittadina capeggiata da Francesco Gion-tella. Del caso Bastia finì per occupar-sene addirittura Radio Mosca, come rac-conta il noto giornalista dell’epoca Ter-tulliano Marzani. Radio Mosca additòai proletari di tutto il mondo il fiorentecentro industriale come «esempio viven-te della pericolosità delle forze oscuredella reazione in agguato».Come vedi il futuro politico di Bastia?- Sono più capace di occuparmi del pas-sato che del futuro politico. Voglio au-gurare a Bastia e ai bastioli di sviluppa-re la capacità di dare un dimensionamen-to alla città (attenzione, non un ridimen-sionamento, che è l’opposto). Dico cheessa ha bisogno di curare il suo profilodi cittadina avanzata economicamente,aggiornata culturalmente, ma anche disalire qualche gradino in stile, abbelli-mento, creazione di angoli e scorci ca-ratteristici, per viverci meglio. E’unacosa possibile.

Un tranquillo paese di tremila anime. Famiglie abili nei commerci.L’avanzata delle industrie. La politica ristagna. Arrivano i socialcomunisti.Nel 1952 Bastia vola sulle onde di Radio Mosca.L’identità di un comune oggi a quota 22 mila abitanti

Foto di Photo News

Da sinistra: Mario Squadroni, Antonio Mencarelli, RobertoSegatori, Armando Lillocci, Stefano Ansideri, Rosella Aristei

RESPONSABILITÀ

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ATTUALITÀ numero 7 - OTTOBRE 2012

I paradossidella burocraziaA che serve essere il tutore di un inabile?

Giorni fa mi sono recataal CUP dell’Ospedaledi Assisi per ritirare le

analisi di mia madre che, essen-do incapace di intendere e vo-lere, mi è stata affidata la suatutela.L’operatrice di turno allo spor-tello non mi consegna le anali-si in quanto sprovvista della de-lega firmata da mia madre peruna questione di privacy.A nulla sono valsi gli sforzi perfargli capire che l’ammalatanon era in grado di firmare e cheero il tutore. Armata di santa pa-zienza sono andata dal medicodi famiglia per farmi rilasciareil certificato che dichiarasse lamamma incapace di firmare.Il giorno dopo io e mio marito

SERVIZIO SANITARIO AD ASSISI

siamo andati al CUP con tuttala documentazione per ritirarei risultati delle analisi; la signoraha visionato il certificato e poici ha chiesto un documento diriconoscimento di mia suocera.Allora le ho esibito la tesserasanitaria che l’operatrice ha ri-fiutato perché non permettevail riscontro visivo. Al che le hochiesto se conoscesse mia ma-dre, in quanto non essendo pre-sente, come faceva a fare il ri-scontro visivo? Forse avevo ca-pito male e che lei stesse chie-dendo il mio documento peraccertarsi che fossi io realmen-te il tutore. Invece no, avevocapito proprio bene: lei senzala carta d’identità di mia madre,non poteva darmi i risultati del-

le analisi.Per fortuna è intervenuto unmedico comprensivo chemi ha fornito i risultati del-le analisi avendone capitol’incresciosa situazione.Mi domando: come è pos-sibile che si verifichino taliepisodi con tutta la possi-bilità tecnologica dell’in-formatizzazione di verifica-re lo status di ogni pazien-te?È possibile che per ritirarele analisi di una persona(che non è più capace di far-lo da sola) bisogna spende-re fior di quattrini per pro-durre interdizioni giuridi-che che alla fine non servo-no a nulla?

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Grande fre-quentatore del-la piazza e delBar Italia cheraggiungeva insella alla sua“ G r a z i e l l aBlu” dove in-contrava gli amici per una chiac-chierata o una giocata a carte. Conla scomparsa di Bruno Bastia haperso uno storico capitano del-l’economia cittadina. Insieme alfratello Giordano ha cavalcato ilperiodo del miracolo economicoitaliano commerciando vari pro-dotti, in particolare stufe, materialielettrici e idraulici, oltre che for-nire tanti servizi. A partire daglianni 60 chiunque si adoperasse peravere una casa più comoda ricor-revano a Bruno, un genio del com-mercio, disponibile con tutti cherisolveva tutti i problemi.La bottega, avviata dal padre Fran-cesco e dalla mamma Piera nel1927, era situata presso l’archettodi via Roma, dietro la Parrocchia.Insieme al fratello Giordano con-tribuì alla crescita di Bastia finoad arrivare in tutto il centro Italiacon lavori nella pubblica illumi-nazione, metanodotti, impiantielettrici, opere edili tra cui la rea-lizzazione della caserma dei Ca-rabinieri di Bastia. Bruno e Gior-dano erano cresciuti nell’amma-liante ma anche imprevedibilemondo degli affari per i loro ac-quisti in aste e fallimenti dove siaggiudicavano buoni prodotti abasso costo che potevano rivende-re a prezzi vantaggiosi alla clien-tela. Sensibili socialmente faceva-no credito a molti e sovente soste-nevano con offerte le attività par-rocchiali.Bruno, uomo umile e generoso,dalle elevate qualità umane e mo-rali condivideva tutto con la fami-glia.Lo hanno salutato in tanti, il 19settembre 2012, facendo sentire ilcalore e l’affetto di tutta la comu-nità, ma in particolare quello del-la moglie Clara, dei figli Alessio,Michela, Stefania e dei parenti.

SALUTO ABRUNO

CIANETTIimprenditored’altri tempi

GRANDI CAPITANICI LASCIANO

Domenica 30 settem-bre si è tenuto pres-so la Concessionaria

MARCHI di S. M. degli An-geli la 1^ edizione del TOR-NEO DI BURRACO a favo-re dell’Ass. “Il Giunco” perraccogliere fondi necessarialla realizzazione della“Casa di Jonathan”.La Ditta Marchi Auto si è of-ferta per collaborare alla se-rata che ha avuto un grandesuccesso. Gli amici organiz-zatori hanno dovuto chiude-re le iscrizioni avendo rag-giunto il traguardo di 100coppie in gara. Tanti i premimessi a disposizione da com-mercianti, aziende, cittadinie la serata quindi è stata ric-ca di sorprese.La presidente dell’Associa-zione, Rosella Aristei ha pro-

iettato le immagini della casacostruita a Bastia U. dove inquesto mese di ottobre si ria-prirà il cantiere per riprenderei lavori.Grande il coinvolgimento deipresenti, molti prove-nienti da altri comuni,che hanno potuto vede-re concretamente gli ef-fetti importanti dellasolidarietà.“Un grazie a tutti gliamici che hanno orga-nizzato, sostenuto epartecipato al torneo -dice Rosella Aristei -che hanno anche loromesso una nuova pie-tra per la casa di Jona-than. Un grazie specia-le a Marchi Auto per laspeciale accoglienza edisponibilità”.

Grande serata di Burraco infavore della Casa di Jonathan

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CULTURAnumero 7 - OTTOBRE 2012

I l 22 settembre, duran-- te una cerimonia svol-

tasi al teatro Metastasio di Assisi, il Cen-tro Internazionale per

la Pace di Assisi, ha conferitoall’artista Andrea Bocelli il pre-mio “Pellegrino di pace” inquanto portatore - si legge nellamotivazione - di un messaggiodi pace attraverso il linguaggiouniversale della musica.Il tenore, accolto dal sincero ecaloroso applauso del numerosopubblico presente, ha ricevutoanche gli auguri di buon comple-anno dal coro Piccoli Harmoni-ci di Giulia Rinaldi che, con laloro esibizione, hanno rallegra-to la serata.Il premio è un’opera raffiguran-te il pellegrino realizzata dal ma-estro Norberto e viene assegna-to ai personaggi che si sono mag-giormente distinti per il loro im-pegno nel campo della solidarie-tà. In passato il riconoscimentoè stato conferito a Madre Teresadi Calcutta, a Giovanni Paolo II,a Luciano Pavarotti e, lo scorsoanno, a Safiatou Sakho, comerappresentante di tutte le donneafricane impegnate a lottare peruna migliore condizione di vita.Durante il suo intervento, Bocelli

TEATRO METASTASIO DI ASSISI

di MARISA PAGANELLI

ha espresso la speranza d’essereun degno pellegrino di pace, po-nendo l’accento su come questaparola sia all’apice di ogni sen-timento umano.La cerimonia è stata introdottadal presidente del “Centro Inter-nazionale per la pace” Gianfran-co Costa il quale ha illustrato leiniziative e i progetti di coope-razione internazionale che, rivol-ti prevalentemente all’Africa, ilCentro promuove da ormai 30anni nell’ambito della protezio-ne dell’infanzia, dell’istruzionee della salute e tutela della ma-ternità.

AD ANDREA BOCELLI ASSEGNATO ILPREMIO “PELLEGRINO DI PACE”

Bocelli: “Spero di essere un degno pellegrino di pace, ponendo l’accento sucome questa parola sia all’apice di ogni sentimento umano”

Nelle foto Andrea Bocelli mentre riceve il premio(Ph di Antoio Lovascio)

DON FERDINANDO lasciala parrocchia di S. MicheleIn arrivo DON FRANCESCO

SANTINI

Rimarrà un rapporto di amicizia, di legame spi- rituale con tutti i bastioli - ci dichiara don Fer- dinando Cetorelli - nessuno ci proibisce d'in-contrarci ancora anche se viene meno l'impegno pa-storale ordinario delle celebrazioni. Di Bastia fin dal-l'inizio ho ammirato la forza d'intraprendenza, la cre-atività e l'unità della città specialmente in occasionedel palio di san Michele. L'economia ha formato ilcarattere del bastiolo: spero che i bastioli possanoportare a compimento il cammino della loro perso-nalità spiccatamente intraprendente anche nel cam-po della cultura e dello spirito. Bastia non è ripiegatasu antichi splendori medievali che spesso rimangonofumosi ed epici, ma è una città ancora protesa versoun futuro da scoprire e progettare. Saluto tutti i ba-stioli con un ringra-ziamento a tutte leparsone che ho in-contrato.Con la partenza didon Ferdinandocambia la strutturagiuridica della par-rocchia di Bastia chesi divide in due. Staper arrivare, infatti,don Francesco Santi-ni nella funzione diparroco della parroc-chia di san Marco.

BASTIA UMBRA

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di SIMONA PAGANELLI

CHE COS’È L’AMOR...“L'amore è l'energia più forte

e potente che possa esistere, e gliAnimali questo lo sanno benissimo,

infatti loro amanoincondizionatamente!”

SI DICE IN CITTÀ

Qualche settima-na fa mi trova-vo in una piz-zeria all'apertoe mentre man-giavo con degli

amici siamo finiti per parlared'amore!Pare che questo argomentopiaccia sempre, soprattutto senel gruppo c'è Carlo ilBel'Amì con le sue storied'amore passionali.“... Le storie d'amore però nonsono solo come quelle di Car-lo!” dice ad un certo puntoLaura “la mia esperienza...”rivolgendosi a me “è diversa,ma è anche una bella storiad'amore!”.Fino a qualche anno fa la miaamica aveva l'abitudine di faredelle passeggiate in biciclettacon il suo compagno Giorgio.Una domenica mentre peda-lavano sotto il timido sole dimarzo attraversano il sentie-ro di un percorso poco fre-quentato, Laura avverte unlatrato roco, strano, poco piùin là c'è un cane, tipo lupo dalpelo biondo, la sua postura èstrana, il dorso è ingobbito, lapaura è che abbia la rabbia.Scendono con cautela dallabicicletta e si avvicinano allapovera bestiola ferita, subitosi accorgono che il cane, ol-tre che ad essere stato legato,aveva in bocca un piolo di le-gno che gli bloccava le ma-

scelle costringendolo a ri-manere con la bocca spa-lancata... che brutalità!Laura e Giorgio aman-ti degli animali, dasempre volontaripresso alcuni canilidel territorio, da-vanti ad una scenacosì triste si sonorimboccati le mani-che adoperandosi adaiutare la povera be-stiola.Un giro di telefonate e ilcane nel pomeriggio era giàsotto le cure di un veterina-rio. Ci sono volute parecchiesettimane affinché Lola, que-sto è il nome che gli hannodato, potesse riprendersi deltutto, ma è riuscita a salvarsi.“Giorgio ha fatto di tutto perpoter aiutare il cane a ripren-dersi dalle violenze subite!”dice la mia amica “...tra diloro è nato un grande affettoe devo confidarti che sono an-che un pò gelosa, ma Lola ciha aiutati, ha guarito mio ma-rito... dalla depressione di cuisoffriva da anni!”.Lola e Giorgio sono diventatiamici inseparabili e quando ilcane, dopo le cure, è entrato afar parte della famiglia, nonscherzo, è stata fatta una fe-sta. I vicini non erano moltocontenti visto che la mia ami-ca, oltre a Lola, ha un bassot-to, un coniglietto nano, tre

numero 7 - OTTOBRE 2012

gatti e spesso nelle riunionicondominiali sono oggetto didiscussioni, ma grazie ad unalegge uscita da poco gli ani-mali sono riconosciuti comecomponenti della famiglia,quindi, possono abitare tran-quillamente in casa.

La tecar terapia (trasferimento energe-tico capacitivo re-

sistivo) è una tecnica in-novativa in campo fisio-terapico che stimolal’energia dall’interno deitessuti biologici, attivan-do i naturali processi ri-parativi e antinfiammato-ri. Mentre le comuni te-rapie somministrano aitessuti danneggiati ener-gia proveniente dall'ester-no, la tecar richiama le ca-riche elettriche da tutto ilcorpo sfruttando il model-lo del condensatore.Questo meccanismo creauna forte stimolazione alivello cellulare, riattiva lacircolazione, incrementala temperatura interna einnesca precocemente imeccanismi fisiologici ri-parativi.Con la tecar si entra in unanuova era che garantiscetempi di recupero ridotti,risultati immediati e so-prattutto stabili.Questa terapia trova ap-plicazione ed ottimi ri-scontri nelle lesioni mu-scolari, nelle distorsioni,nelle tendiniti, nell’epi-condilite, nella sindromedella cuffia dei rotatoridella spalla, nelle artrosi.Non ha alcun tipo di con-troindicazioni né effetticollaterali, può essere ri-petuta più volte al giornoe può essere associata adaltre terapie.

L’ERA DELLATECAR

Dott. FABRIZIO RASPA

Via Roma, 71 - 06083 Bastia U.Tel. 339.7838847

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di Fabrizio Raspa

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A questo punto non mi stupi-rò se passeggiando per il per-corso verde vedrò inciso su unalbero un cuore con dentro leiniziali G L, penserò che sia-no Giorgio e Laura, oppure, eperché no, Giorgio e il suocane Lola!

CENTROMASSOFISIOTERAPICO

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MODA E TENDENZE - scrivete a: [email protected]

La vostra armatura di guerriero èancora inviolata, ma pare nonbrillare alla luce del sole. Questopuò servire a non destare l’atten-zione del nemico rendendovi mi-metici, ma lo scontro si vince seprima ci si incontra. Fatevi sotto.

Gli Astri del cuore di Gemma Irene Novembre 2012

Ecco, ci siamo, è arrivato l'autunno, almenosul calendario, dobbia-

mo organizzare il nostro guar-daroba cercando di pensarecosa ci piacerebbe indossare inquesto momento dell’anno.Potremmo cominciare dallescarpe! La stagione apre conuna proposta molto trend leFrancesine, un modello discarpa classica e non unamoda del momento, vestivagià le dame della Francia pre-rivoluzionaria.Oggi vengono proposte in tan-ti modelli, in versione flatchiamata oxford o derby, pos-sono essere abbinati con ogni

Le francesine...

tipo di abbigliamento sia ma-schile, ma anche con gonneplissè o gonne a tubino, imma-ginatele poi con un tailleurgiacca/pantalone diventanosensualissime!Poi ci sono le Francesine coni tacchi e allora possiamo sbiz-zarrirci davvero e abbinarlenon solo con il pantalone slime il jeans stretto, ma anche conpantaloni palazzo e sotto gliabiti da cocktail, diventa cosìuna scarpa audace e sexy.Inoltre le tendenze dell'autun-no le vogliono bi-color e per-fino in tre colori sarà davveroimpossibile non comprarnealmeno un paio!

Sarà questo il modello di scarpe più inndel prossimo autunno

numero 7 - OTTOBRE 2012

Parlare ed esserne im-possibilitati a causadell’assenza di voce è

una spiacevole sensazioneche tutti abbiamo provato al-meno una volta; se, però,questa condizione diventaabituale può costituire un di-sagio sia fisico che psichico.Strumento di comunicazionela voce è, infatti, il mezzo pri-vilegiato per dare forma aipensieri; specchio delle emo-zioni, è l’espressione più in-tima della nostra identità.La voce si può utilizzare indiversi modi che possono af-faticare le corde vocali; ilprolungato mal uso e abusodetermina l’insorgenza dipatologie, dette disfonie di-sfunzionali, quali, noduli,polipi, cisti, edemi etc.Pizzicore alla gola, dolore alcollo, desiderio di schiarirela voce e/o di tossire, fatica,parlare senza rifornimento diaria, sono alcuni dei sinto-mi più comuni che prean-nunciano l’instaurarsi di unavera malattia. I professioni-sti della voce, come inse-gnanti, cantanti, ma anche ibambini sono le categoriepiù esposte.Per favorire la fisiologicaprestazione della voce è fon-damentale conoscere e ri-spettare le norme di igienevocale: utilizzare il menopossibile la voce gridata e bi-sbigliata che favorisce la for-mazione di noduli, in casodi afonia non usare prodottiche secchino le vie respira-torie, quali aerosol o cara-melle balsamiche, bere al-meno due litri di acqua algiorno per idratare la muco-sa cordale, evitare alcool efumo e ricordarsi che… ilbenessere della voce è lega-to al benessere di tutto ilnostro corpo!

LOGOPEDIA

Dott.ssa FRANCESCAMARCOMIGNI

STUDIO DILOGOPEDIA

NON HO PIÙLA VOCE:

DEVOPREOCCCUPARMI?

COME FACCIO A DIRGLIELO?Cara Simona, è positivo! Beh, non proprio, almeno per me.Come è possibile? Eppure abbiamo preso tutte le precau-zioni del caso! Come faccio a dirglielo? E se non glielodico affatto? Lo tengo? Cosa dirò ai miei genitori e agliamici più cari? Un bambino non era proprio nei nostri pro-grammi, ce la volevamo solo spassare. Per di più lui ha giàdei figli grandi, una moglie, un’attività molto ben avviata enon si può dire che non sia un personaggio in vista nellasua città. Una città che è anche la mia.Facevo uno stage nel suo studio, avevo finito da poco l’uni-versità e il mio desiderio era quello di diventare una pro-fessionista. I suoi consigli sono sempre stati preziosi e di-versamente da altri ambiti in cui mi ero trovata, il “capo”aveva attenzioni per me. Quando è arrivato il contratto diassunzione ho toccato il cielo con un dito, non solo perchéè il sogno di tutti i giovani d’oggi, ma anche (e forse so-prattutto) perché era lui ad assumermi. Da quel giorno ècambiato tutto e sono passati ormai due anni. Due anni spen-sierati e di grande complicità, lontano da tutti eppure inmezzo a tutti.Non so cosa fare … e quel che è peggio, non so che cosapensare. E’ la fine di un sogno o l’inizio di una nuova vita.

Lettrice affezionata

Cara lettrice,sono felice per te, perchè avere un figlio è una gioia grandissi-ma e credimi ora sei spaventata per come la prenderanno i tuoigenitori, gli amici il tuo amante, non avere paura ti verrà ungran coraggio per crescere tuo figlio.Tua madre e tuo padre lo ameranno ne sono sicura e per quantoriguarda il padre deve sapere che sei rimasta incinta il bambinoha il diritto di essere riconosciuto e di nascere in tutto sicurez-za. Vedrai sarà l'inizio di una nuova vita!

POSTADEL CUORE

Siete in controluce. Tutto il restosembra chiaro tranne la vostra fi-gura che appare scura, ma dai con-fini netti e taglienti. Dalla metà delmese sarete stufi di soggiornarenel cono d’ombra uscendone e af-fermando le vostre ragioni.

Sembra che tutto vi scivoli addos-so come pioggia scrosciante. Sa-pete vedere le cose dalla prospet-tiva che più vi agevola non rima-nendo mai delusi. Gli altri crede-ranno che si tratti di un incante-simo e ne rimarranno stregati.

Già da qualche tempo avete co-minciato una piccola rivoluzio-ne dentro di voi tesa a sovvertirei precedenti ordini che vi erava-te imposti. Il percorso non si èancora concluso e la stanchezzasembra lontana. Procedete.

Siete come una boa durante unaburrasca. Ancorati al fondo noncorrete il rischio di perdervi, masiete in completa balia del motoondoso che prima vi spinge in alto,sul dorso dell’onda, poi vi som-merge. Prendete bene il respiro.

A volar basso si sa, se si cade dicerto non ci si fa male… Maquando il vento è calmo e le nubisono lontane conviene alzare unpo’ il tiro e provare a volare piùin alto! Da lassù si possono ve-dere davvero tante cose.

Danzatori contemporanei, vimuovete pervasi da aggraziatispasmi, a volte lenti, altre veloci,a volte con movenze armonichee sensuali altre con movimenti ri-gidi e meccanici. Di sicuro impat-to visivo e fortemente creativi.

Il tempo vi darà ragione. Se po-chi fin ora hanno dato credito inmaniera fattiva alle vostre idee,grazie ad una nuova dialetticasarete in grado di esporre i vostriprogetti dandogli una luce nuo-va e più accattivante.

Quando qualcuno che non senti-vate più da tanto torna a farsi vivoo quando qualcosa nella vostraattività sta cambiando, per voi ècome spingere il pedale del gasfino in fondo. Partite in quartaquando c’è fermento nell’aria.

La grinta ruggisce dentro di voicome il motore di una Ferrari. Ilrombo è forte e scoraggia al sor-passo gli altri automobilisti. Lavostra superiorità si percepisce acolpo d’orecchio e nessuno ha ilcoraggio di provare a superarvi.

Stavolta dovrete accettare regoleche non condividete. In diversisettori potrebbero emergere osta-coli che devieranno il vostro per-corso. Arriverete a destinazioneun po’ più stanchi e con qualcheora di ritardo.

Se riuscite ad avere su di voi unbuon autocontrollo l’effetto yo-yo è scampato. Ma dovete esserebravi poiché andrete in contro atutto ed al contrario di tutto equesto potrebbe essere per qual-cuno un tantino snervante.

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Via S. Angelo, Bastia U.Tel. 3805227047

Autunno/Inverno 2012-2013

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Comune di

di BE. MANCA(DIACONO)

“Roccaforte etruscaalla sinistra del Teve-re”; è certo che la cit-tà, prima Etrusca e poi

Romana, è stata una delle primeDiocesi umbre. Nell’anno 645 ilVescovo di Bettona san Gauden-zio era presente nel Concilio Ro-mano indetto dal Pontefice sanIlario. Non ultimo il territorio bet-tonese vanta una precoce evan-gelizzazione per opera del suo,forse, primo vescovo e martireCrispolto, che alcuni scritti agio-grafici lo indicano fra i “72 man-dati” da san Pietro, altri invecelo citano, in altri scritti delle stes-se caratteristiche, nel IV secolo.

“Concerto di Inaugurazionedel Restauro dell’Organo diCarlo Carletti sec. XIX”.Carlo Carletti nacque a Fabrianoil 1828, muore a Matelica nel1895; alcuni studiosi gli attribui-scono la costruzione dell’organoa Bettona dopo aver vissuto unaesperienza molto positiva per al-cuni anni a Ponte San Giovanni,in quanto “Fabbricatore D’Orga-ni da Chiesa, Teatri e Salotti”.La serata è iniziata con il salutodel parroco “arciprete” don Da-rio Resenterra. Un titolo dovuto,poiché la chiesa di santa MariaMaggiore è annoverata tra le cat-tedrali delle Diocesi emerite conil suo Vescovo titolare: il colom-biano Sua Ecc.za Rev.ma Mons.Alvaro Efren Rincon Rojas.Nel saluto don Dario ha breve-mente ricordato i lavori ed i varirestauri che ha dovuto affrontare

dopo il suo arrivo, oltre ai dannicausati dal terremoto del 1997.Dopo la conclusione dei tanti la-vori eseguiti e la riapertura dellachiesa parrocchiale nel 2007, re-stava ancora da fare il restaurodell’organo.Il parroco racconta così l’iniziodi questa meravigliosa ma tantotravagliata esperienza:“Un primo impulso è arrivato daifratelli Franco e Paolo Spalloniin occasione del funerale dellaloro Mamma. Mi dissero: “donDario hai restaurato la chiesa efatto tanti altri lavori, adesso devirestaurare anche l’organo”! A te-stimonianza di quanto dicevanoi fratelli Spalloni fecero subitouna offerta di 300,- Euro; segui-rono offerte di molti parrocchia-ni, da ricordare che don Olivierolasciò per iscritto che 35000,-Euro, suoi privati, dovevano es-sere spesi per il restauro dell’or-gano nella sua ex parrocchia,inoltre il fratello Dr. Centi Ange-lo, dopo un incontro personalecon me, donò anch’egli 5000,-Euro”. L’intera somma spesa peril restauro ammonta a 70000,-Euro circa.Dopo il saluto, il maestro Lucia-no Peroni ha proiettato un filma-to, da lui elaborato, nel quale hapresentato con un linguaggio tec-nico/storico/professionale l’inte-ro lavoro eseguito nel restauro di“questo organo”. (Secondo il ma-estro ogni organo ha le propriecaratteristiche).A tutti i partecipanti all’inaugu-razione è stato offerto, gratuita-

Risplende l’organo dellachiesa parrocchiale

Parrocchia Santa Maria Maggiore

mente, un breve opuscolo: “Il re-stauro dell’organo di Carlo Car-letti (sec. XIX) della chiesa di S.Maria Maggiore in Bettona” chedescrive nelle prime pagine labreve storia dell’organo e l’atti-vità lavorativa svolta dal suo,come già scritto, primo costrut-tore; la seconda parte il lavorosvolto dal Sig. Pettorossi nellacassa dell’organo e cantoria conannesse le foto ante quem e postquem; la terza parte riguarda illavoro eseguito e le nuove cannerichieste per il restauro radicaledell’organo da parte del Sig. Pe-roni, anche in queste pagine ogniminimo lavoro fatto è stato do-cumentato dalle fotografie.La serata ha vissuto l’apice del-l’inaugurazione nell’esecuzionedel Concerto eseguito dal Mae-stro Mauro Ferrante, nato nel1956, ha compiuto gli studi mu-sicali presso il Conservatorio diMusica “Arrigo Boito” di Parma,nello stesso Conservatorio haconseguito il diploma in compo-sizione con Camillo Togni e inorgano e composizione organisti-ca con Claudia Termini. Attual-mente il Maestro insegna Com-posizione e Metodologia del-l’Analisi Musicale presso il Con-servatorio di Musica “GiuseppeRossini” di Pesaro.I brani eseguiti sono stati tuttiaccompagnati da lunghi e calo-rosi applausi.L’intero programma del concer-to si può definire, giustamente,internazionale; visti gli autori deibrani eseguiti.

... Questo mercato: - malato daun secolo di obsolescenza, conprodotti costruiti a scadenza perdeperire presto (2 esempi chia-ri sono le bocciature, da partedelle imprese produttrici di cal-ze di nylon e lampade, dell'usodi materiale indistruttibile per larealizzazione del filo e del fila-mento incandescente); - ove in-terviene, come autorità, l'infor-mazione delle grandi compa-gnie commerciali, incompleta efuorviante, che guida i consu-mi verso prodotti nuovi che inrealtà hanno poco o niente diinnovativo, oltre al nome ed allapresentazione, dal punto di vi-sta delle applicazioni dei risul-tati della ricerca scientifica tesaa migliorarne efficienza, quali-tà, genuinità, salubrità, conve-nienza, economicità, riciclo; -mercato invaso da speculatorifuorilegge senza controllo e dadenaro malavitoso; - ove anco-ra soccombono le forze sparu-te, divise, deboli, rivolte alla sal-vaguardia della salute, del ri-sparmio, della solidarietà, dellavoro, della vita di relazione,rappresentate da associazioniconsumatori, rivendite azienda-li a chilometro zero, gruppi diacquisto come quello sperimen-tato 2 anni fa in sede UVISP,banca del tempo, altro commer-cio, piazzette dell'erba. Il citta-dino, consumatore informato,decide da protagonista consape-vole le sorti economiche e po-litiche della comunità, comedella società globale, avendo adisposizione strumenti efficien-ti, 2 tutti i giorni, consumo e ri-sparmio, ed ogni 5 anni il voto.Le scelte dei consumi premia-no, a parità di prezzo, prodottidi qualità che siano socialmen-te ed anche ecologicamente so-stenibili. I risparmi, rivolti al fi-nanziamento etico degli investi-menti, contribuiscono a realiz-zare la democrazia economicadal basso, reperendo capitali innumero elevato e diversificati.Il voto può individuare e soste-nere quelle forze politiche pro-motrici dell'umanizzazione delsistema economico e della feli-cità economicamente sostenibi-le anche in questo mondo glo-balizzato con il "nord" e molti"sud". Soltanto le virtù civichedei singoli unite a quelle delleimprese conducono verso lanuova società di libero benes-sere per tutti senza danno peralcuno, dove efficienza e soli-darietà annullano egoismi e so-praffazioni, e verso la nuovafamiglia senza la prepotenza/violenza del parente serpente.W Justitia prima dea.

(Carlo Rosignoli)

Dalla terza pagina

Da sottolineare ed esprimere ungrazie di cuore al nostro parroc-chiano il geometra Franco Bren-ci, che ha seguito fin dall’iniziola parte logistica del restauro edell’inaugurazione: ha curato gliappuntamenti con il pittore - ma-estro Bernardo Pettorossi nativodi Torgiano e restauratore dellacassa dell’organo e della canto-ria; con il maestro Luciano Pero-ni - residente a Pesaro- restaura-tore dell’organo, più volte venu-to a Bettona e sempre coadiuva-to dalla sua Signora Franca.Fra i numerosi partecipanti nonsono mancati, oltre le associazio-ni locali e confraternite, i rappre-sentati del Comune. La serata siè conclusa con un rinfresco, of-ferto dalla Pro-Loco, alla qualeesprimiamo un particolare grazie,nei giardini Preziotti.

Economiadella felicità

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COMICSnumero 7 - OTTOBRE 2012

DA LEGGERE... WATCHMENAlan Moore eDavid Gibson

Planeta-De Agostini

IL SIGNORE DEI RATTILeo Ortolani

PANINICOMICS

MANUALE DI LETTERINGMarco Ficara

EDIZIONITUNUÈ

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