Tacuin de FraciscTre foto di siatori ripresi quasi a 30 anni di distanza una dall’altra. La terza...

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Tacuin de Fracisc 2020 A c(h)üra del Lelo Tacuin nümar vintadü Stampato col contributo del ristorante La Genzianella di Fracisciotel. 034350154 In dialeo è Fracisc. In una pergamena del 1217 è deo Fragicio. Il Chiaverini, nell opera Breve narraone delle Prerogave spiri- tuali di valle a Campodolcino” ( Milano 1663 ), afferma che dal freddo (in dialeo fréc) ordisce il nomementre per il Sertoli Salis è dal lombardo fracia, che significa sostegno che innalza le acque di un fiumeper deviarne canali di irrigazione o dal cinese fracia, cioè riparo di rami intreccia, terrapieno o sassi contro il torrente”. In val del Garza, nel bresciano fratasignifica bosco con contorno di castagneto. Altre località lombarde appaiono fonecamente vicine alla nostra, quali Fracce, frazione di Ciglio (Varese). Fracchia di Spino dAdda (Cremona) che in dialeo è Fraccia e già nel 1261 Fracta. Ancora Fracchia Rossa o Fraccia Rossa presso Tronconero di Vo- ghera, Fracc sulle alpi di Pasturo (Lecco). Tu provengono da fractacioè siepe o riparo, con varie specializzazioni semanche locali, delle quali si sono riporta sopra al- cuni esempi. Nel nostro caso specifico, Fraciscio deriva da una formazione suffissata tardo lana: fracceus, come osserva lOlivie- ri. Nella Rezia cè Fratsch nel 1831 e a Poschiavo Frisch. (Don Remo Bracchi) La leggenda narra che nel millecento ca. quando Fraciscio era ancora alpeggio, vi risiedeva un frate molto carismaco. Molta gente saliva quassù per ricevere dal frate un po di beneficiospirituale. Il frate era esile e mal nutrito quindi i fedeli per ricambiare, gli portavano in dono del cibo. Il buon frate iniziò a mangiare e da magro pian piano diventò ciccio. Infa i fedeli quando salivano non dicevano più andiamo dal frate, ma dal fra ciccio! Andiamo su da fra-ciccio, andiam da fraciccio tanto che il luogo da allora si chia- mò fraciccio! Poi nel corso dei secoli da Fraciccio si trasformò nel nome auale: Fraciscio. (La raccontava Paolo Guanella) Foto anni cinquanta. Proprietà Trussoni Maeo

Transcript of Tacuin de FraciscTre foto di siatori ripresi quasi a 30 anni di distanza una dall’altra. La terza...

Tacuin de Fracisc 2020

A c(h)üra del Lelo Tacuin nümar vintadü Stampato col contributo del ristorante

“La Genzianella di Fraciscio” tel. 034350154

In dialetto è Fracisc. In una pergamena del 1217 è detto Fragicio. Il Chiaverini, nell’opera “Breve narratione delle Prerogative spiri-

tuali di valle a Campodolcino” ( Milano 1663 ), afferma che ” dal freddo (in dialetto fréc) ordisce il nome” mentre per il Sertoli Salis

“è dal lombardo fracia, che significa sostegno che innalza le acque di un fiume” per deviarne canali di irrigazione o dal “ticinese

fracia, cioè riparo di rami intrecciati, terrapieno o sassi contro il torrente”. In val del Garza, nel bresciano “frata” significa bosco con

contorno di castagneto.

Altre località lombarde appaiono foneticamente vicine alla nostra, quali Fracce, frazione di Cittiglio (Varese). Fracchia di Spino

d’Adda (Cremona) che in dialetto è Fraccia e già nel 1261 Fracta. Ancora Fracchia Rossa o Fraccia Rossa presso Tronconero di Vo-

ghera, Fracc sulle alpi di Pasturo (Lecco).

Tutti provengono da “fracta” cioè siepe o riparo, con varie specializzazioni semantiche locali, delle quali si sono riportati sopra al-

cuni esempi. Nel nostro caso specifico, Fraciscio deriva da una formazione suffissata tardo latina: fracticeus, come osserva l’Olivie-

ri. Nella Rezia c’è Fratitsch nel 1831 e a Poschiavo Fritisch. (Don Remo Bracchi)

La leggenda narra che nel millecento ca. quando Fraciscio era ancora alpeggio, vi risiedeva un frate molto carismatico. Molta gente

saliva quassù per ricevere dal frate un po di “beneficio” spirituale. Il frate era esile e mal nutrito quindi i fedeli per ricambiare, gli

portavano in dono del cibo. Il buon frate iniziò a mangiare e da magro pian piano diventò ciccio. Infatti i fedeli quando salivano non

dicevano più andiamo dal frate, ma dal fra ciccio! Andiamo su da fra-ciccio, andiam da fraciccio tanto che il luogo da allora si chia-

mò fraciccio! Poi nel corso dei secoli da Fraciccio si trasformò nel nome attuale: Fraciscio. (La raccontava Paolo Guanella)

Foto anni cinquanta. Proprietà Trussoni Matteo

Jine 2020 1 M S. Madre di Dio

2 G Ss Basilio e Gregorio

3 V SS. Nome di Gesù P.Q

4 S S. Ermete

5 D S. Emiliana

6 L Epifania di N.S.G.C.

7 M S. Luciano m.

8 M S. Massimo

9 G S. Adriano

10 V S. Aldo eremita Luna Piena

11 S S. Igino papa

12 D Battesimo di Gesù

13 L S. Ilario

14 M S. Felice da Nola

15 M S. Mauro ab.

16 G S. Marcello I p.

17 V S. Antonio ab. Ultimo Quarto

18 S S. Margherita d' Ungheria

19 D S. Mario

20 L S. Bastièn

21 M S. Agnese vr.m.

22 M Ss. Vincenzo e Anastasio

23 G S. Clemente

24 V S. Francesco di Sales

25 S Conv. di S. Paolo Ap.

26 D Ss. Tito e Timoteo

27 L S. Angela Merici vr

28 M S. Tommaso D'Aquino

29 M S. Costanzo

30 G S. Martina m.

31 V S. Giovanni Bosco C(h)é Dio gné liberi dala prumavera de

jine e dal frec de fevre.

Sant Antuni, gran fregiüra, Sant Lurenz

gran calüra, l’ün e l’oltar poc(h) al düra.

Funivia e teleferica Vertice Val di Lei utilizzati per il trasporto rispettivamente dei

tecnici e del cemento da Campodolcino. Sullo sfondo il Pizzo Stella. Foto inizio anni

sessanta scattata dalla funivia stessa. Proprietà Levi Michele

Segnalazioni visive verso Valle utilizzando un pezzo di lenzuolo. Foto anni sessanta.

Proprietà Palazzo Vanna

Fevre 2020 1 S S. Orso d'Aosta

2 D Present. di Gesù al Tempio La candelora Primo Quarto

3 L S. Biagio

4 M S. Gilberto

5 M S. Agata v.m.

6 G S. Paolo Miki

7 V S. Riccardo re

8 S S. Girolamo

9 D S. Rinaldo Luna Piena

10 L S. Scolastica

11 M B. V. di Lourdes

12 M S. Eulalia

13 G S. Maura

14 V S. Valentino

15 S S. Faustino Ultimo Quarto

16 D S. Giuliana v.

17 L S. Donato

18 M S. Claudio

19 M S. Tullio

20 G S. Silvano

21 V S. Eleonora

22 S S. Margherita

23 D S. Renzo Luna Nuova

24 L S. Mattia

25 M S. Cesario Martedì grasso

26 M Le Ceneri

27 G S. Leandro

28 V S. Romano ab.

29 S S.Osvaldo

Sulla neve fresca, il montanaro legge al mattino le ultime notizie, stam-

pate durante la notte. Sulla via centrale che porta alla fontana, alla

piazzetta, alla cappella e al lavoro, chi torna da una festa, chi nasce, chi

si sposa e chi muore, sta scritto l’articolo di fondo.

Nei vicoli stretti c’è la cronaca, per lo più rosa: il passetto affrettato del-

la comare che corre un attimo dalla vicina, i passi leggeri e disordinati

dei monelli, le impronte pesanti e sovrapposte degli uomini che rinca-

sano discutendo dopo una partita a carte o a morra.

Al limite del paese, dove incomincia l’ampia distesa bianca che va a mo-

rire nell’ombra del bosco, ci sono le notizie sportive:

scorribande di cani, perlustrazioni di volpi, fughe precipitose di lepri e

scoiattoli, orme di caprioli e cervi.

Tratto da “Lassù gli ultimi” di Gianfranco Bini

Fraciscio anni cinquanta. Proprietà foto Stefano Galli

Fevre l’è al mes indué i feman i parlan meno.

Un po de dialet

Sulenc(h) - Malinconia Al fè sulenc(h) - una per-

sona, un fatto accaduto o un luogo che mettono

tristezza. Šgarlèe - smuovere la terra con i piedi-il

razzolare del pollame-una scivolata con caduta.

Marz 2020 1 D S. Albino I di Quaresima

2 L S. Basileo Primo Quarto

3 M S. Tiziano

4 M S. Lucio I papa

5 G S. Teofilo

6 V S. Rosa

7 S Ss. Perpetua e Felicita mm.

8 D S. Giovanni di Dio II di Quaresima

9 L S. Francesca Rom.Luna Piena

10 M S. Simplicio papa

11 M S. Costantino

12 G S. Massimiliano

13 V S. Patrizia

14 S S. Matilde reg.

15 D S. Luisa de Marill. III di Quaresima

16 L S. Eriberto v. Ultimo Quarto

17 M S. Patrizio v.

18 M S. Cirillo v. dott.

19 G S. Giuseppe Festa del papà

20 V S. Claudia Equinozio di primavera

21 S S. Benedetto

22 D S. Lea IV di Quaresima

23 L S. Turibio

24 M S. Romolo Luna Nuova

25 M Annunciazione del Signore

26 G S. Emanuele

27 V S. Augusto

28 S S. Sisto III papa Inizio ora legale

29 D S. Secondo m. V di Quaresima

30 L S. Amedeo

31 M S. Guido ab.

Giovani sciatori di Fraciscio in posa a Motta. Foto

anni sessanta proprietà di Levi Piergiacomo

Allenamenti e relative gare di sci a Gualdera.

Foto del 1931 proprietà Scaramellini Egidio

Skilift delle Soste fine anni ottanta.

Tre foto di sciatori ripresi quasi a 30 anni di distanza

una dall’altra. La terza foto con lo skilift Fraciscio Soste

entrato in funzione negli anni settanta.

Avri 2020 1 M S.Dora Primo Quarto

2 G B. Isotta

3 V S. Riccardo

4 S S.Isidoro v.

5 D Le Palme

6 L S. Diogene

7 M S. Ermanno V di Quaresima

8 M S. Walter Luna Piena

9 G SANTO Ultima cena di Gesù

10 V SANTO Passione e morte di Gesù

11 S SANTO Gesù nel sepolcro

12 D PASQUA DI RISURREZIONE

13 L Dell'Angelo

14 M S. Lamberto

15 M S. Damiano Ultimo Quarto

16 G S. Fruttuoso

17 V S. Innocenzo

18 S S. Galdino

19 D S. Leone

20 L S. Marcellino

21 M S. Anselmo

22 M S. Sotero

23 G S. Giorgio Luna Nuova

24 V S. Fedele

25 S S. Marco ev. Anniv. della Liberazione

26 D S. Cleto

27 L S. Simeone

28 M S. Valeria

29 M S. Caterina da Siena

30 G S. Pio V papa Primo Quarto Foto inizio anni settanta proprietà di Faustino Marazzi

Curti Giuseppe e Carlo intenti a tosare le pecore.

Ogni famiglia possedeva una o due mucche e alcune pecore, che for-

nivano la lana da filare e per produrre materassi e trapunte.

A Fracisc, nela buna stagiun,

se laurava dai steii de la mati-

na ai steii de la sira. Al laureri

de la fienagiun e de la culti-

vaziun di c(h)èmp l’era in

mèn püsé c(h)e oltar ai fé-

man e ai matèn e matun,

parquè i uman ieran spes via

a fè i stagiun. Destèt al fen

sel purtava sü la testa, d’in-

vern cun la sc(h)isula.

Un po de dialet Toma - caduta Gariula - brutta caduta, cadere rotolando Žuquè - un certo …

Tremesc - misto, mischiato Sensal - mediatore Besac(h)üc(h) - trisavo Faméi - lavoratori, generalmente ragazzi, che

lavorano pagati solo in cambio dei pasti o poco più. (Generalmente erano utilizzati negli alpeggi o durante le fienagioni)

Me la impai - me ne vado Guaguà - corvo detto anche Curbat Bernia - Carne di pecora salata forte essicata sui tetti delle

cascine d’estate. Šcultèè al suu - scaldarsi al sole Sciguéta - civetta. Si dice anche di una persona che parla con cattiveria.

Mènsc 2020 1 V S. Giuseppe art. festa del lavoro

2 S S. Cesare

3 D Ss. Filippo e Giacomo ap.

4 L S. Floriano

5 M S. Gioviniano

6 M S. Giuditta

7 G S. Flavia e Flavio Luna Piena

8 V S. Vittore

9 S S. Isaia

10 D S. Giobbe Festa della Mamma

11 L S. Ignazio

12 M Ss. Nereo e Achilleo

13 M B.V.Maria di Fatima S. Emma

14 G S. Mattia apost. Ultimo Quarto

15 V S. Severino

16 S S. Ubaldo v.

17 D S. Pasquale

18 L S. Felice da Cantalice fr.

19 M S. Ivo

20 M S. Bernardino da Siena

21 G S. Vittorio m.

22 V S. Rita da Cascia Luna Nuova

23 S S. Desiderio

24 D Ascensione di N.S.G.C.

25 L S.Beda

26 M S. Filippo Neri

27 M S. Federico v.

28 G S. Emilio

29 V S. Paolo VI

30 S S. Ferdinando Primo Quarto

31 D Visitaz. della B.V.M a Elisabetta Pentecoste

Guanella Luigi (Gino) ormai pronto a partire per l’alpeggio di Guadera.

Foto anni settanta

La montagna è fatta per tutti, non solo per gli alpinisti: per coloro che desiderano il riposo nella quiete come per coloro he cercano nella fatica un riposo ancora più forte. Guido Rey

Le montagne sono sempre generose. Mi regalano albe e tramonti irripetibili; il silenzio è rotto solo dai suoni della natura che lo rendo-no ancora più vivo. (Tiziano Terzani)

Pascolo di Gualdera e sullo sfondo il Palü. Foto anni settanta di Smalzi Giorgio

Quant la muntègna lé cèira , mengia e bev e va tranquil a fè al fén. ( al pi öff brì)

Quant lé seren, ma la muntègna lé scüra, fidas brì c(h)e lé mai seg(h)üra . (Lé facil c(h)è al piovia!)

Jügn 2020 1 L S. Giustino martire

2 M S. Felice di Nicosia Festa della Reppublica

3 M S. Carlo

4 G S. Quirino v

5 V S. Bonifacio Luna Piena

6 S S. Norberto v.

7 D SS. Trinità S. Roberto v.

8 L S. Medardo v.

9 M S. Primo

10 M S. Diana

11 G S. Barnaba

12 V S. Onofrio

13 S S. Antonio di Padova Ultimo Quarto

14 D Corpus Domini

15 L S. Germana

16 M S. Aureliano

17 M S. Adolfo

18 G S. Marina

19 V Sacro Cuore di Gesù S. Gervasio

20 S Cuore immacolato di Maria S. Ettore Solstizio d'estate

21 D S. Luigi Gonzaga Luna Nuova

22 L S. Paolino da Nola

23 M S. Lanfranco v.

24 M Nat. Di San Giovanni Battista

25 G S. Guglielmo ab.

26 V S. Vigilio v.m.

27 S S. Cirillo d'Alessandria

28 D S. Ada Primo Quarto

29 L Ss. Pietro e Paolo

30 M Ss. Protomartiri Romani

Angeloga 1954. Foto proprietà Levi Michele

...e vidi il sole che percotea la montagna essere più luminoso qui-

vi che nella bassa pianura.

Leonardo Da Vinci

In poche parti del creato si rivela tanto splendida-

mente quanto nell’alta montagna, la potenza, la

maestà, la bellezza di Dio. (Pio XI)

Lüi 2020 1 M S. Domiziano

2 G S. Bernardino Realino

3 V S. Tommaso ap

4 S S. Rossella

5 D S. Antonio Maria Zaccaria

6 L S. Maria Goretti

7 M Ss. Claudio e Gioconda

8 M S. Priscilla

9 G S. Letizia

10 V S. Silvana

11 S S. Fabrizio

12 D S. Fortunato m.

13 L S. Enrico imp. Ultimo Q.

14 M S. Camillo de Lellis

15 M S. Bonaventura

16 G B. Vr. Maria del Carmelo

17 V S. Alessio

18 S S. Federico

19 D S. Epafra

20 L S. Elia profeta Luna N.

21 M S. Simeone

22 M S. Maria Maddalena

23 G S. Brigida da Svezia

24 V S. Cristina

25 S S. Giacomo ap.

26 D Ss. Anna e Gioacchino

27 L S. Liliana Primo Quarto

28 M S. Innocenzo

29 M S. Marta

30 G S. Pietro Crisologo

31 V S. Ignazio di Loyola

Famiglia di Levi Eligio e Guanella Barbara con i figli Luigi, Ernestina, Eugenia, Battista,

Maria e Michele emigrati negli anni cinquanta da Fraciscio a Chiavenna e successiva-

mente a Cantù e poi trasferiti a Verderio all’ inizio degli anni sessanta. Foto scattata a

Cantù nel 1956 .

A proposito di emigrazione don Cirillo Fontana parroco scriveva nel 1960:

sappiamo che anche nei secoli passati i nostri Fraciscesi erano costretti a

emigrare in città lontane … .Abbiamo memoria di colonie di nostri compaesa-

ni che nei sec. XVII si trovavano a Roma e a Napoli. Da quelle città essi ricor-

davano il loro paesello e la loro chiesetta che volevano sempre più bella. Le

pianete pregevoli conservate in essa furono da loro donate e così pure gran

parte delle suppellettili antiche. … .Mi sono chiesto ma come facevano a fare

un viaggio cosi lungo e per allora avventuroso? La risposta l’ho trovata in un

libro dal titolo: I Valtellinesi e Valchiavennaschi nella Roma del Settecento. Il

tragitto iniziava da Riva di Mezzola, importante scalo della navigazione laria-

na. … Si viaggiava su un barcone che portava a Como e col carico e scarico

delle merci si pagavano il viaggio. Da Como con sconquassate carrette si por-

tavano a Milano. Qui si formava la carovana. Ci volevano diversi giorni per

mettere insieme chi si spostava a piedi e con la stessa meta, accorpando nu-

clei provinciali, regionali e provenienti da oltralpe. I viaggiatori dovevano

pagare sia il capo carovana, con mansioni anche di guida, e una piccola scor-

ta armata. Bagagli e merci venivano trasportati su muli e carri. La strada più

battuta per Roma era quella che da Milano portava a Bologna con un tragitto

di 131 miglia. Da Bologna proseguiva, superando l’Appennino per arrivare a

Firenze, con un percorso di 62 miglia. Da Firenze fino a Siena, dove si inne-

stava l’antica via Cassia e costeggiando il lago di Bolsena e, passando Mon-

tefiascone e Viterbo, completava il tragitto fino alle porte dell’Urbe, con un

percorso di altre 148 miglia. Un totale di 341 miglia per quella che si defini-

va la grande strada per Roma. (549 km ca.) Ogni carovana era composta da

ca. 100 persone, che aumentavano durante il tragitto.

Se te mèngia la galina di oltar te impegna la tua.

Prest e ben, al succet rarament.

Nei affari del visin, met brì al tu žatin.

Aust 2020 1 S S. Alfonso

2 D S. Maria degli Angeli

3 L S. Lidia Luna Piena

4 M S. Nicodemo

5 M S. Maria della Neve

6 G Trasfigurazione di N.S.G.C.

7 V S. Gaetano da Thiene

8 S S. Domenico

9 D S.Teresa B. della Croce

10 L S. Lorenzo

11 M S. Chiara di Assisi Ultimo Q.

12 M S.Lelia

13 G S. Ippolito

14 V S. Alfredo

15 S Assunzione Beata V. Maria

16 D S. Roc(h)

17 L S. Giacinto

18 M S. Elena

19 M S. Italo Luna Nuova

20 G S. Bernardo

21 V S. Pio X p.

22 S B.V. Maria Regina

23 D S. Rosa da Lima

24 L S. Bartolomeo

25 M S. Ludovico re Primo Quarto

26 M S. Alessandro

27 G S. Monica

28 V S. Agostino

29 S Martirio di S. Giovanni Batt.

30 D S. Tecla

31 L S. Nicodemo

Incanto a S. Rocco. Foto proprietà Trussoni Flavio

San Rocco un tempo oltre che grande festa era il giorno in cui i distillatori si

accaparravano la manodopera per la stagione di distillazione delle vinacce

e fissavano i contratti. Dato che la distillazione avveniva d’inverno dove il

lavoro in campagna e l’edilizia era ferma, era molto facile trovare manodo-

pera e poi in genere erano parenti o comunque gente del paese conosciuta

ed affidabile quindi preferita.

Antico albergo “Edelweiss” situato alla Madonna del Ponte. Poi l’albergo si

è traferito in paese a Fraciscio, nella zone col nome dialettale di “Muta da

Olt”. Da notare che durante il fascismo, quando erano bandite le parole

straniere, prese il nome italiano “Stella Alpina”, nome poi sempre mante-

nuto .

Šfanèt - stanco fino al limite delle forze

Dénzegn - vispo, monello, in senso dispregiati-

vo. Arlinc(h) - traballante (riferito ad oggetti,

ponteggi o cose) Raveg(h)as—districarsi,

mettersi in una situazione in cui non si sa co-

me uscirne. (non sapere come districarsi)

Setembar 2020 1 M S. Egidio ab.

2 M S. Elpidio v. Luna Piena

3 G S. Marino

4 V S. Rosalia

5 S S. Teresa di Calcutta

6 D S. Umberto

7 L S. Regina di Alise

8 M Natività B. V. Maria

9 M S. Sergio papa

10 G S. Nicola da Tolentino U.Q.

11 V S. Diomede

12 S SS. Nome di Maria

13 D S.Maurilio

14 L Esaltazione S. Croce

15 M B. V. Maria Addolorata

16 M S. Cornelio

17 G S. Roberto Luna Nuova

18 V S. Sofia

19 S S. Gennaro v. m.

20 D SS. Martiri Coreani

21 L S. Matteo ap.

22 M S. Maurizio Equinozio d'autunno

23 M S. Pio da Pietralcina

24 G S. Cleofa Primo Quarto

25 V S. Aurelia

26 S Ss. Cosma e Damiano

27 D S. Vincenzo De' Paoli

28 L S. Venceslao m

29 M Ss. Mich. Raff. Gab. Arcang.

30 M S. Girolamo

Fraciscio di una volta e attuale attraverso le immagini. La foto della cartolina so-

pra è stata scattata agli inizi degli anni cinquanta, quella sotto a settembre 2018.

Scatti eseguiti più o meno dalla stessa posizione. Salta subito agli occhi l’avanza-

mento del bosco. Una volta il fieno era prezioso per la sussistenza di una fami-

glia: potevi mantenere una o più mucche, pecore capre e cosi avere il formaggio

e la carne perciò tutto il terreno adatto era coltivato e lavorato a tal scopo. Tutto

il resto, specialmente in quota dove lo sfalcio non dava resa, era invece riservato

al pascolo. Con l’abbandono del lavoro dei prati, il bosco si è ripreso i suoi spazi.

Se fè cumé se po, brì cumé se vöö. C(h)i got in gioventü, spess al patis in vegiaia. Tri rop al scerc(h)a un vecc par tegnis sü: un

bun vin, un bun lécc e un bun föc(h). C(h)i zupa quel c(h)e fèe, alé segn c(h)e al fèe del mèe. C(h)i se fèe peura, al lüff al se la

maia. Al curacc là mai da vèss separèt da la resun. Quel fort al g(h)à mai tort A munscc trop al resta pü gnent. Al brüt

temp setembrin, al maia al pèn e al vin. Cun ù senza g(h)al, al Signur al fèe vegnii sü al suu. C(h)i dè sübat, al dè do volt.

Ulciuar 2020 1 G S. Teresa del Bambin Gesù

2 V Ss. Angeli custodi

3 S S. Gerardo abate

4 D S. Francesco di Assisi

5 L S. Maria Faustina Kowalska

6 M S. Bruno ab.

7 M B. Maria V. del Rosario

8 G S. Ugo

9 V S. Ferruccio

10 S N. Signora di Gallivaggio

11 D S. Giovanni XXIII

12 L S. Serafino

13 M S. Edoardo re

14 M S. Callisto I p.

15 G S. Teresa d'Avila

16 V S. Edvige Luna Nuova

17 S S. Rodolfo

18 D S. Luca ev.

19 L S. Laura

20 M S. Irene

21 M S. Orsola

22 G S. Giovanni Paolo II

23 V S. Giov. da Capestrano

24 S S. Luigi Guanella Fine dell' ora legale

25 D Ss. Crisanto e Daria

26 L S. Rogaziano

27 M S. Evaristo papa

28 M S. Simone

29 G S. Abramo

30 V S. Germano v

31 S S. Quintino Luna Piena

Uomini di buona volontà non vi smarrite … utilizzate la scienza … ma soprattutto fate spiccare la Carità del

Cuore.

«Addio» fu l’ultima, vera e poetica espressione dell’animo di Luigi Guanella. Ai

guanelliani resta come il Cantico delle creature di Francesco sul letto di morte. In

questa pagina poetica la prima parola è «addio», l’ultima «arrivederci». Forse un

piccolo correttivo per rendere meno nostalgica la partenza.

Tratto da “Don Guanella: profeta della carità” di don Mario Carrera

Addio, Valle Calanca! Tu mi hai aperto le tue anguste porte e mi hai introdotto, fra

le gole e gli scogli, lungo il fiume che prende il nome da te; mi hai fatto vedere le

ricchezze delle tue boscaglie, la poesia dei tuoi verdi prati e mi hai aperto davanti

allo sguardo i feraci pascoli dei tuoi estesi monti; mi hai fatto gustare la taciturnità

silenziosa della tua stagione estiva e mi hai aperta la mente a scorgere e ad ammi-

rare in te la maestà di Dio che manifesta in montibus la sublimità sua, la sua bon-

tà, la sua Provvidenza ammirabile. Orribile e spaventosa la tua valle, o Calanca, al

pellegrino che per la prima volta vi si introduce, ma tanto più cara per la tua varie-

tà con cui ti manifesti monumento ammirabile di natura, monumento davanti al

quale ammutoliscono e, vorrei dire, si nascondono tutti e singoli i più grandi mo-

numenti dell’arte umana. […]

Addio, valle Calanca! Ti saluto col proposito di rivederti e col desiderio che altri

periti e volenterosi mi accompagnino. Allora io ti vorrò ammirare nella varietà

delle tue ricchezze nel regno dei minerali, dei vegetali e degli animali. Allora vorrò

salutare un per uno e tutti insieme i tuoi industri abitatori e, se me lo permetterai,

porger loro degli amichevoli avvisi per aggiungere virtù a virtù nell’ordine religio-

so, forza morale nei propositi fermi come il duro macigno ad un progresso civile

ed economico. Addio, valle Calanca! Fatti amare come tu meriti, e che i figli del

tuo seno non siano facili a staccarsi da te e permettere che una madre gloriosa

diminuisca nei suoi figliuoli… Non ti dico pertanto addio, ma arrivederci!

Nuembar 2020 1 D Tutti i Santi

2 L Comm. Defunti

3 M S. Silvia

4 M S. Carlo Borromeo

5 G S. Guido Maria Conforti

6 V S. Leonardo

7 S S. Ernesto

8 D S. Goffredo Ultimo Quarto

9 L S. Oreste

10 M S. Leone Magno p.

11 M S. Martino

12 G S. Renato m

13 V S. Diego

14 S S. Nicola Tavellic'

15 D S. Arturo Luna Nuova

16 L S. Geltrude

17 M S. Elisabetta d'Ungheria

18 M S. Oddone

19 G S. Fausto

20 V S. Ottavio

21 S Pres. B. V. Maria al tempio

22 D Cristo Re - S. Cecilia

23 L S. Clemente papa

24 M S. Flora

25 M S. Caterina da Alessandria

26 G S. Corrado v.

27 V S. Virgilio v.

28 S S. Caterina Labourè

29 D Tutti i Santi Francescani I avvento

30 L S. Andrea ap. Luna Piena

La c(h)è di spirat. Foto inizio anni 50’ propietà

di Palazzo Vanna

Cimiteri

dei miei monti

soli e abbandonati

dove

urla di dolore

il vento

dove

nella terra gelata

si posano i morti

e

si piegano i vivi

a dar l’addio

cosi

con lo sguardo muto

alle croci di legno

senza nome.

E forse

non dicono addio

no:

è solo un saluto,

una preghiera, un

pianto ...

La nef.

Ai mort pasarò, a San Martin g(h)è sarò, e se sbagliarò ènc(h), par San Andrea g(h)è sarò frenc(h)

Desembar 2020 1 M S. Eligio

2 M S. Bibiana

3 G S. Francesco Saverio

4 V S. Barbara

5 S S. Giulio

6 D S. Nicola II Avvento

7 L S. Ambrogio

8 M Immacolata Concezione

9 M S. Siro

10 G B. V. Maria di Loreto

11 V S. Damaso papa

12 S B.M.V di Guadalupe

13 D S. Lucia III Avvento

14 L S. Pompeo Luna Nuova

15 M S. Valeriano

16 M S. Albina

17 G S. Lazzaro

18 V S. Graziano v.

19 S S. Dario

20 D S. Liberato IV Avvento

21 L S. Pietro Canisio Solstizio d'inverno

22 M S. Francesca Primo Quarto

23 M S. Vittoria

24 G S. Delfino

25 V Natal del Bambin

26 S S. Stèfan

27 D S. Famiglia di Nazaret

28 L Ss. Innocenti Martiri

29 M S. Tommaso Beckett v. m.

30 M S. Eugenio Luna Piena

31 G S. Silvestro I p.

Bun Natal

Al riva Natal

Croda la nef, la vegn giù dal ciel

e ligera, ligera la quata de un vél

c(h)è e palaz, strèdt e sentée

tecc g(h)üz e camin negar

Il gruppo presepe Arosio nel 2013 ha voluto rappresentare l’Angeloga col suo rifu-

gio. Gli amici di Arosio, oltre che a Fraciscio, sono molto affezionati all’Angeloga,

infatti la campana della cappelletta dedicata alla Madonna della Neve è stata do-

nata dagli alpini e dagli amici della montagna proprio di Arosio.

Al g(h)e brì rumuu, tut al taas

sculti al me c(h)öor: sent c(h)è paass!

Al riva Natal, fé l’atmusfera

sent in tel c(h)öor la paass vera!