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www.bo7.it versetti petroniani DI GIUSEPPE BARZAGHI he cosa vuol dire pensare? È una di quella parole che racchiudono in un’immagine fisica un riflesso spirituale immenso. Pensare equivale a pesare, ponderare: considerare un peso, cioè qualcosa di grave, ma non come intralcio bensì come importante e non futile. Le cose di un certo peso sono stabili e affidabili. Ma per valutarle occorre uno mezzo adeguato, che nulla aggiunga e nulla tolga al loro valore. Beh, questo è il silenzio assoluto, nel quale «il peso» è libero di esprimere le proprie qualità. E in questo mezzo o ambiente (il francese direbbe «milieu»), si è come portati fuori di sé, perché l’oggettività del pensiero non sia modificata dalla pesantezza del nostro fardello. Anche qui occorre togliere la tara. Al netto tutto è più chiaro. E soprattutto si è certi che il valore, così determinato, ha una stabilità, una fermezza che si impongono sempre e comunque a tutti: sono le ragioni eterne di cui parla S. Agostino. Ragione viene da reor, da cui rato, che vuol dire stabilito, determinato, sicuro. Così pensare è ponderare, estasiati nel silenzio assoluto, ragioni eterne. Un che di divino: stabile come il cielo (Sal 119,89), profondo come il grande abisso (Sal 36,7). C Nel silenzio assoluto il pensiero diventa «estatico» Santa Clelia, arriva la festa Restaurata San Gregorio Ced, verso la festa dei vicini a pagina 5 a pagina 2 a pagina 8 Domenica 8 luglio 2007 • Numero 27 • Supplemento al numero odierno di Avvenire «Moschea, regalo all’estremismo» L’ INTERVENTO S TATO LAICO , UN BENE ANCHE PER LA CHIESA MARTIN RHONHEIMER ino al Concilio Vaticano II, la Chiesa cattolica ha fatto fatica a distinguere ciò che nella sua posizione è irrinunciabile dal punto di vista del deposito della fede, e ciò che fu storicamente contingente. Lo stesso vale per il laicismo che equiparò un atteggiamento politico in favore allo stato laico e della libertà con un atteggiamento religiosamente anti- dogmatico e soggettivista. Il gran problema da risolvere era la riconciliazione della richiesta moderna del primato della dimensione politica e della conseguente autonomia e laicità del potere politico - come anche della sovranità popolare, della democrazia e del principio di maggioranza - con la pretesa cristiana del primato dello spirituale rispetto al temporale e l’autocomprensione della Chiesa di essere voce di una verità che sarebbe l’ultima misura, non soltanto per il destino eterno della persona umana, ma anche per il bene comune della città terrena. Il laicismo nega (giustamente) la legittimità di qualsiasi sovranità di tipo giuridico- politico di un’istanza religiosa sul potere temporale dello stato e sui processi democratici. Esistono, però, due forme di laicismo: un laicismo meramente politico che può essere definito come l’esclusione dalla sfera politica di tutto ciò che fa riferimento ad una verità religiosa. Uno Stato laico in questo senso tratta le religioni non secondo il criterio della loro veridicità (giudizio che non gli spetta), ma di giustizia politica, che include l’imparzialità e la neutralità, ma anche il riconoscimento dell’importanza della dimensione religiosa, pure sul piano educativo, e il loro riconoscimento come cultura e fonte di orientamento morale per i cittadini. Lo stato laico pone, quindi, al posto di una identità religiosa o confessionale un ideale di cittadinanza e di bene comune secolare. Perciò esso, anche se è pluralista, non è multiculturale, perché si basa su una cultura politica comune. L’altra forma di laicismo considera che la religione - ogni religione - sia un tipo di credenza e pratica che va relegata interamente all’ambito della vita privata dei cittadini, perché in quanto tale sarebbe in concorrenza e persino in contraddizione con una cultura politica laica. Così, libertà religiosa non significa tanto diritto del cittadino di esercitare, soltanto limitato dalle richieste dell’ordine e della moralità pubblica, la sua religione, ma piuttosto la libertà - liberazione - di Stato e sfera pubblica dalla religione. Tale ostilità verso la religione non è però tanto dovuto al suo carattere propriamente religioso, ma alla sua pretesa di rappresentare un assetto di valori oggettivi, atti a sottomettere l’esercizio del potere politico e la libertà civile ad una valutazione morale. La laicità politica moderna ripristina valori autenticamente cristiani, ma entra anche inevitabilmente in conflitto con la Chiesa e il suo progetto. Inversamente, la voce della Chiesa è necessariamente contrastante e potenzialmente in conflitto con uno stato laico, ed è bene che sia così. Questo conflitto è un segno della giusta autonomia della sfera civile e politica, e di una sana laicità e secolarità pienamente accettabile anche dal punto di vista cristiano. Al contempo, questo conflitto è l’espressione della fallibilità delle decisioni umane in campo politico e, da un punto di vista cristiano, di una verità teologica, cioè lo statuto caduto di questo mondo e la missione della Chiesa, di essere voce della verità e luce per le coscienze. F DI CHIARA UNGUENDOLI ottor Allam, lei sa che a Bolo- gna è in programma la costru- zione di una grande moschea. Cosa pensa di questo fatto? «Penso che sia un grosso errore regalare una moschea agli integralisti islamici dell’Ucooi, l’Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia, che è il referente del Comune in questa vicenda, così come penso che sia un grosso errore realizzare una moschea senza dare alla cittadinanza la possibilità di esprimersi nel merito, quindi senza consultare le gente. Infatti è ben noto che ovunque in Italia sia stata costruita una moschea, essa ha rappresentato una causa di grandi problematiche sul piano del crollo del costo degli alloggi e della qualità della vita che è degradata». Il professor Samir ha affermato che, meglio di una grande moschea, sareb- bero utili una serie di piccole «cappel- le» (musallà), diffuse nel territorio, come avviene in molte grandi città a- rabe. Cosa pensa di questa idea? «Il discorso, sostanzialmente, a mio avviso non cambia. Dobbiamo assicurare in Italia che nelle moschee vere e proprie o nei luoghi di culto, di qualunque dimensione, venga garantito il pieno rispetto della legge, la piena condivisione dei valori fondanti della società italiana, che non si predichi l’odio, che non si inneggi alla guerra santa, che non si promuova un modello di civiltà e di società antitetico a quello italiano, europeo e occidentale. Ebbene, tutto ciò è quello che rappresenta la realtà di gran parte delle moschee in Italia che sono sotto il controllo dell’Ucooi o sono affiliate a movimenti fondamentalisti o jihadisti (da "jihad", intesa come guerra santa islamica)». Cosa ci può dire della costruzione di moschee in altri Paesi europei? «L’Europa si sta rivelando sempre più D come un territorio pesantemente infiltrato dall’estremismo islamico. Nel caso ad esempio della Gran Bretagna, che è il Paese che più di altri ha concesso libertà agli estremisti islamici all’insegna di un multiculturalismo cieco che ha disgregato dall’interno il tessuto sociale britannico, si è trasformata addirittura in una "fabbrica" di kamikaze con cittadinanza britannica, grazie a un "lavaggio di cervello" che inizia proprio nelle moschee. Quindi proprio l’esperienza degli altri Paesi europei, oltretutto in un contesto internazionale nel quale il terrorismo islamico rappresenta la principale emergenza internazionale, deve indurre le autorità italiane, sia nazionali che locali, ad essere estremamente caute laddove si tratta di autorizzare la costruzione di nuove moschee. Noi dobbiamo in primo luogo assicurare che le moschee già esistenti siano totalmente compatibili con le nostre leggi e i nostri valori e che siano centri di spiritualità dove si integrino pienamente i fedeli musulmani nella nostra società. Se non facciamo prima questo, costruire nuove moschee significa semplicemente preparare il suicidio della società e della civiltà italiana». Pensa che possa esserci, e come può essere declinato, un rapporto fra l’I- slam e il valore occidentale della lai- cità? «Non c’è un’incompatibilità fisiologica tra l’essere musulmani e l’essere laici. Io ho conosciuto una realtà, negli anni ’50 e’60, in cui questa laicità era presente e il riferimento sul piano del costume e del modello di società era occidentale. Quindi bisogna trovare degli interlocutori che possano favorire questa evoluzione, anche se negli ultimi 40 anni si è assistito ad un’involuzione della religione, della politica, dei costumi, della società che oggi ci fa apparire come fortemente problematico il connubio tra Islam e laicità. Io però non dispero nella possibilità di recupero di una dimensione di laicità intesa come la separazione della sfera religiosa da quella secolare, e più in generale nella possibile compatibilità tra l’essere musulmani e il rispetto dei diritti fondamentali della persona». Giornalista e scrittore sull’Islam agdi Allam è nato a Il Cairo. Giornalista e saggista, è vicedirettore «ad personam» del Corriere della Sera. Come editorialista e inviato speciale si occupa degli eventi politici, economici, sociali e culturali dell’area mediorientale, comprese tematiche trasversali quali terrorismo, Islam, immigrazione, confronto tra le civiltà e rapporti Nord-Sud. Laureato in Sociologia all’Università «La Sapienza» di Roma, vi tiene corsi e seminari sulla cultura e la società nell’Islam. Tra i suoi libri: «Bin Laden in Italia» (2002), «Diario dall’Islam» (2002) e «Kamikaze made in Europe» (2005), editi da Mondadori. M Nel dibattito avviato interviene un docente di etica e filosofia politica alla Pontificia Università Santa Croce Magdi Allam: «L’esperienza europea insegna: non si possono "regalare" luoghi a organizzazioni estremiste come l’Ucooi. Prima occorre controllare l’esistente: anche in Italia, si forma a valori antitetici ai nostri» DI CHIARA SIRK ono partiti ufficialmente lunedì scorso i lavori di restauro di altri venti archi del Portico di San Luca. Lo ha annunciato il Comitato per il restauro del Portico, istituito nel 1988, alla presenza del Sindaco, Sergio Cofferati, di monsignor Gabriele Cavina, provicario dell’Arcidiocesi, di Pier Luigi Bottino, direttore Progetto speciale Porti e Portici, di Agostino Benassi, segretario provinciale Confartigianato Federimprese Bologna, e di Alessandra Servidori, rappresentante dell’Associazione Bologna per i Portici. «Siamo contenti che si apra il cantiere» dice monsignor Cavina «c’è voluto del tempo, perché San Luca è un monumento complesso». Nel suo intervento ha sottolineato l’importanza di coinvolgere i cittadini, come ha fatto «Bologna per i Portici», con un grande lavoro di sensibilizzazione nelle scuole, perché «non si tratta solo di investire dei fondi, ma di promuovere la cura per un S monumento che appartiene a tutta la città». «Penso ad esempio» ha proseguito monsignor Cavina «che gli studenti del San Luigi, che su San Luca hanno fatto una mostra, si guarderanno bene domani dall’imbrattare questi muri». Il restauro di tutto il portico è una lunga impresa, di cui è difficile prevedere un termine. «Il Comitato istituzionale potrebbe essere una sorta di "fabbriceria" laica, perché i lavori saranno sempre in corso», ha sottolineato il Pro-vicario. Intanto i primi lavori hanno già evidenziato sorprese: alcune piacevoli, perché, spiega l’ingegner Bottino, spesso sotto le ridipinture sono ricomparsi affreschi di grande qualità e interesse. Altre meno gradevoli, perché il tempo e l’incuria hanno danneggiato in modo irreversibile le decorazioni di alcuni archi. Quello che si trova è affascinante: ad esempio, una Madonna con Bambino fra gli archi 142 e 143, uno dei primi costruiti, commissionato dai servitori di casa Albergati nel 1674. I notai del foro di Bologna commissionarono invece una terracotta raffigurante San Nicola da Tolentino che rimanda ad alcune sculture coeve nella chiesa di San Domenico di Budrio. La lunetta di San Girolamo fu invece voluta dalla parrocchia dell’Arcoveggio nel 1679. Ottima la qualità della mano che l’affrescò. Per recuperare queste meraviglie ognuno cerca di fare la sua parte. Il Comune ha tolto tutti gli oneri; i privati hanno risposto con sensibilità. La Akzo Nobel fornirà gratuitamente l’assistenza tecnica, tutti i prodotti vernicianti e gli intonaci utili per il restauro. La W.P.Store e Buy Image sono intervenute, come Emil Banca, Rotary Bologna e Carisbo. La signora Foschi ha voluto fare una donazione, come la ditta Ribelli Tessuti di Venezia. Poi, con un’attività capillare ed entusiasta di sensibilizzazione, ha raccolto adesioni tra i cittadini l’Associazione «Bologna per i portici». Per tirare le somme di questa grande fabbrica, ricordiamo che gli archi sono 666. Sono state restaurati 240 dei 300 ubicati nella zona di città, da Porta Saragozza al Meloncello, e 233 delle 366 dal Meloncello alla Basilica. Restano quindi ancora 200 arcate. San Luca. Riparte il restauro del portico, una «fabbriceria» Pagine a cura del Centro Servizi Generali dell’Arcidiocesi di Bologna Via Altabella 6 Bologna - tel. 051 64.80.707 - 051 64.80.755 fax 051 23.52.07 email: [email protected] Abbonamento annuale: euro 48,00 - Conto corrente postale n.° 24751406 intestato ad Arcidiocesi di Bologna - C.S.G. Per informazioni e sottoscrizioni: 051. 6480777 (dal lunedì al venerdì, orario 9-13 e 15-17.30) Concessionaria per la pubblicità Publione Loris Zanelli Via Punta di Ferro 2/d 47100 Forlì - telefono: 0543/798976

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www.bo7.itversetti petroniani

DI GIUSEPPE BARZAGHI

he cosa vuol dire pensare? È una di quella parole cheracchiudono in un’immagine fisica un riflesso spirituale

immenso. Pensare equivale a pesare, ponderare: considerare unpeso, cioè qualcosa di grave, ma non come intralcio bensìcome importante e non futile. Le cose di un certo peso sonostabili e affidabili. Ma per valutarle occorre uno mezzoadeguato, che nulla aggiunga e nulla tolga al loro valore. Beh,

questo è il silenzio assoluto, nel quale «il peso» è libero diesprimere le proprie qualità. E in questo mezzo o ambiente (ilfrancese direbbe «milieu»), si è come portati fuori di sé, perchél’oggettività del pensiero non sia modificata dalla pesantezza delnostro fardello. Anche qui occorre togliere la tara. Al netto tutto è

più chiaro. E soprattutto si è certi che il valore, così determinato, hauna stabilità, una fermezza che si impongono sempre e comunque atutti: sono le ragioni eterne di cui parla S. Agostino. Ragione viene dareor, da cui rato, che vuol dire stabilito, determinato, sicuro. Cosìpensare è ponderare, estasiati nel silenzio assoluto, ragioni eterne.Un che di divino: stabile come il cielo (Sal 119,89), profondo come ilgrande abisso (Sal 36,7).

C

Nel silenzio assolutoil pensiero diventa «estatico»

Santa Clelia,arriva la festa

RestaurataSan Gregorio

Ced, versola festa dei vicini

a pagina 5

a pagina 2

a pagina 8Domenica 8 luglio 2007 • Numero 27 • Supplemento al numero odierno di Avvenire

«Moschea, regaloall’estremismo»

L ’ I N T E R V E N T O

STATO LAICO,UN BENE

ANCHE PER LA CHIESA

MARTIN RHONHEIMER

ino al Concilio Vaticano II, la Chiesacattolica ha fatto fatica a distinguereciò che nella sua posizione è

irrinunciabile dal punto di vista del depositodella fede, e ciò che fu storicamentecontingente. Lo stesso vale per il laicismoche equiparò un atteggiamento politico infavore allo stato laico e della libertà con unatteggiamento religiosamente anti-dogmatico e soggettivista. Il gran problemada risolvere era la riconciliazione dellarichiesta moderna del primato delladimensione politica e della conseguenteautonomia e laicità del potere politico -come anche della sovranità popolare, dellademocrazia e del principio di maggioranza -con la pretesa cristiana del primato dellospirituale rispetto al temporale el’autocomprensione della Chiesa di esserevoce di una verità che sarebbe l’ultimamisura, non soltanto per il destino eterno

della personaumana, ma ancheper il bene comunedella città terrena.Il laicismo nega(giustamente) lalegittimità diqualsiasi sovranitàdi tipo giuridico-politico diun’istanza religiosasul potere temporaledello stato e suiprocessidemocratici.

Esistono, però, due forme di laicismo: unlaicismo meramente politico che può esseredefinito come l’esclusione dalla sfera politicadi tutto ciò che fa riferimento ad una veritàreligiosa. Uno Stato laico in questo sensotratta le religioni non secondo il criteriodella loro veridicità (giudizio che non glispetta), ma di giustizia politica, che includel’imparzialità e la neutralità, ma anche ilriconoscimento dell’importanza delladimensione religiosa, pure sul pianoeducativo, e il loro riconoscimento comecultura e fonte di orientamento morale per icittadini. Lo stato laico pone, quindi, alposto di una identità religiosa oconfessionale un ideale di cittadinanza e dibene comune secolare. Perciò esso, anche seè pluralista, non è multiculturale, perché sibasa su una cultura politica comune. L’altraforma di laicismo considera che la religione- ogni religione - sia un tipo di credenza epratica che va relegata interamenteall’ambito della vita privata dei cittadini,perché in quanto tale sarebbe inconcorrenza e persino in contraddizione conuna cultura politica laica. Così, libertàreligiosa non significa tanto diritto delcittadino di esercitare, soltanto limitatodalle richieste dell’ordine e della moralitàpubblica, la sua religione, ma piuttosto lalibertà - liberazione - di Stato e sferapubblica dalla religione. Tale ostilità versola religione non è però tanto dovuto al suocarattere propriamente religioso, ma allasua pretesa dirappresentare unassetto di valorioggettivi, atti asottometterel’esercizio del poterepolitico e la libertàcivile ad unavalutazione morale.La laicità politicamoderna ripristinavaloriautenticamentecristiani, ma entra anche inevitabilmente inconflitto con la Chiesa e il suo progetto.Inversamente, la voce della Chiesa ènecessariamente contrastante epotenzialmente in conflitto con uno statolaico, ed è bene che sia così. Questo conflittoè un segno della giusta autonomia dellasfera civile e politica, e di una sana laicità esecolarità pienamente accettabile anche dalpunto di vista cristiano. Al contempo, questoconflitto è l’espressione della fallibilità delledecisioni umane in campo politico e, da unpunto di vista cristiano, di una veritàteologica, cioè lo statuto caduto di questomondo e la missione della Chiesa, di esserevoce della verità e luce per le coscienze.

F

DI CHIARA UNGUENDOLI

ottor Allam, lei sa che a Bolo-gna è in programma la costru-zione di una grande moschea.

Cosa pensa di questo fatto? «Penso che sia un grosso errore regalareuna moschea agli integralisti islamicidell’Ucooi, l’Unione delle comunità eorganizzazioni islamiche in Italia, che èil referente del Comune in questavicenda, così come penso che sia ungrosso errore realizzare una moscheasenza dare alla cittadinanza lapossibilità di esprimersi nel merito,quindi senza consultare le gente. Infattiè ben noto che ovunque in Italia siastata costruita una moschea, essa harappresentato una causa di grandiproblematiche sul piano del crollo delcosto degli alloggi e della qualità dellavita che è degradata».Il professor Samir ha affermato che,meglio di una grande moschea, sareb-bero utili una serie di piccole «cappel-le» (musallà), diffuse nel territorio,come avviene in molte grandi città a-rabe. Cosa pensa di questa idea?«Il discorso, sostanzialmente, a mioavviso non cambia. Dobbiamoassicurare in Italia che nelle moscheevere e proprie o nei luoghi di culto, diqualunque dimensione, vengagarantito il pieno rispetto della legge, lapiena condivisione dei valori fondantidella società italiana, che non sipredichi l’odio,che non si inneggialla guerra santa,che non sipromuova unmodello di civiltàe di societàantitetico a quelloitaliano, europeoe occidentale.Ebbene, tutto ciòè quello cherappresenta larealtà di granparte delle moschee in Italia che sonosotto il controllo dell’Ucooi o sonoaffiliate a movimenti fondamentalisti ojihadisti (da "jihad", intesa comeguerra santa islamica)».Cosa ci può dire della costruzione dimoschee in altri Paesi europei?«L’Europa si sta rivelando sempre più

Dcome un territorio pesantementeinfiltrato dall’estremismo islamico. Nelcaso ad esempio della Gran Bretagna,che è il Paese che più di altri haconcesso libertà agli estremisti islamiciall’insegna di un multiculturalismocieco che ha disgregato dall’interno iltessuto sociale britannico, si ètrasformata addirittura in una"fabbrica" di kamikaze concittadinanza britannica, grazie a un"lavaggio di cervello" che iniziaproprio nelle moschee. Quindi propriol’esperienza degli altri Paesi europei,oltretutto in un contesto internazionalenel quale il terrorismo islamicorappresenta la principale emergenzainternazionale, deve indurre le autoritàitaliane, sia nazionali che locali, adessere estremamente caute laddove sitratta di autorizzare la costruzione dinuove moschee. Noi dobbiamo inprimo luogo assicurare che le moscheegià esistenti siano totalmentecompatibili con le nostre leggi e i nostrivalori e che siano centri di spiritualitàdove si integrino pienamente i fedelimusulmani nella nostra società. Se nonfacciamo prima questo, costruire nuovemoschee significa semplicementepreparare il suicidio della società edella civiltà italiana».Pensa che possa esserci, e come puòessere declinato, un rapporto fra l’I-slam e il valore occidentale della lai-cità?«Non c’è un’incompatibilità fisiologicatra l’essere musulmani e l’essere laici.Io ho conosciuto una realtà, negli anni’50 e’60, in cui questa laicità erapresente e il riferimento sul piano delcostume e del modello di società eraoccidentale. Quindi bisogna trovaredegli interlocutori che possano favorirequesta evoluzione, anche se negliultimi 40 anni si è assistito adun’involuzione della religione, dellapolitica, dei costumi, della società cheoggi ci fa apparire come fortementeproblematico il connubio tra Islam elaicità. Io però non dispero nellapossibilità di recupero di unadimensione di laicità intesa come laseparazione della sfera religiosa daquella secolare, e più in generale nellapossibile compatibilità tra l’esseremusulmani e il rispetto dei dirittifondamentali della persona».

Giornalista e scrittore sull’Islamagdi Allam è nato a Il Cairo. Giornalista e saggista, èvicedirettore «ad personam» del Corriere della Sera.

Come editorialista e inviato speciale si occupa degli eventipolitici, economici, sociali e culturali dell’areamediorientale, comprese tematiche trasversali qualiterrorismo, Islam, immigrazione, confronto tra le civiltà erapporti Nord-Sud. Laureato in Sociologia all’Università «LaSapienza» di Roma, vi tiene corsi e seminari sulla cultura ela società nell’Islam. Tra i suoi libri: «Bin Laden in Italia»(2002), «Diario dall’Islam» (2002) e «Kamikaze made inEurope» (2005), editi da Mondadori.

M

Nel dibattitoavviatointervieneun docente dietica e filosofiapoliticaalla PontificiaUniversitàSanta Croce

Magdi Allam:«L’esperienza europeainsegna: non si possono"regalare" luoghia organizzazioni estremistecome l’Ucooi. Primaoccorre controllarel’esistente: anche in Italia,si forma a valoriantitetici ai nostri»

DI CHIARA SIRK

ono partiti ufficialmente lunedìscorso i lavori di restauro di altri ventiarchi del Portico di San Luca. Lo ha

annunciato il Comitato per il restauro delPortico, istituito nel 1988, alla presenzadel Sindaco, Sergio Cofferati, dimonsignor Gabriele Cavina, provicariodell’Arcidiocesi, di Pier Luigi Bottino,direttore Progetto speciale Porti e Portici,di Agostino Benassi, segretario provincialeConfartigianato Federimprese Bologna, edi Alessandra Servidori, rappresentante dell’AssociazioneBologna per i Portici. «Siamo contenti che si apra il cantiere»dice monsignor Cavina «c’è voluto del tempo, perché SanLuca è un monumento complesso». Nel suo intervento hasottolineato l’importanza di coinvolgere i cittadini, come hafatto «Bologna per i Portici», con un grande lavoro disensibilizzazione nelle scuole, perché «non si tratta solo diinvestire dei fondi, ma di promuovere la cura per un

Smonumento cheappartiene a tutta la città».«Penso ad esempio» haproseguito monsignorCavina «che gli studenti delSan Luigi, che su San Lucahanno fatto una mostra, siguarderanno bene domanidall’imbrattare questimuri». Il restauro di tutto ilportico è una lungaimpresa, di cui è difficileprevedere un termine. «Il

Comitato istituzionale potrebbe essere una sorta di"fabbriceria" laica, perché i lavori saranno sempre in corso»,ha sottolineato il Pro-vicario. Intanto i primi lavori hanno giàevidenziato sorprese: alcune piacevoli, perché, spiegal’ingegner Bottino, spesso sotto le ridipinture sono ricomparsiaffreschi di grande qualità e interesse. Altre meno gradevoli,perché il tempo e l’incuria hanno danneggiato in modoirreversibile le decorazioni di alcuni archi. Quello che si trova

è affascinante: ad esempio, una Madonna con Bambino fra gliarchi 142 e 143, uno dei primi costruiti, commissionato daiservitori di casa Albergati nel 1674. I notai del foro di Bolognacommissionarono invece una terracotta raffigurante San Nicola daTolentino che rimanda ad alcune sculture coeve nella chiesa diSan Domenico di Budrio. La lunetta di San Girolamo fu invecevoluta dalla parrocchia dell’Arcoveggio nel 1679. Ottima laqualità della mano che l’affrescò. Per recuperare queste meraviglieognuno cerca di fare la sua parte. Il Comune ha tolto tutti glioneri; i privati hanno risposto con sensibilità. La Akzo Nobelfornirà gratuitamente l’assistenza tecnica, tutti i prodottivernicianti e gli intonaci utili per il restauro. La W.P.Store e BuyImage sono intervenute, come Emil Banca, Rotary Bologna eCarisbo. La signora Foschi ha voluto fare una donazione, come laditta Ribelli Tessuti di Venezia. Poi, con un’attività capillare edentusiasta di sensibilizzazione, ha raccolto adesioni tra i cittadinil’Associazione «Bologna per i portici». Per tirare le somme diquesta grande fabbrica, ricordiamo che gli archi sono 666. Sonostate restaurati 240 dei 300 ubicati nella zona di città, da PortaSaragozza al Meloncello, e 233 delle 366 dal Meloncello allaBasilica. Restano quindi ancora 200 arcate.

San Luca.Riparte il restauro del portico, una «fabbriceria»

Pagine a cura del Centro Servizi Generalidell’Arcidiocesi di Bologna Via Altabella 6 Bologna - tel. 051 64.80.707 -051 64.80.755 fax 051 23.52.07email: [email protected] annuale: euro 48,00 - Contocorrente postale n.° 24751406 intestato ad

Arcidiocesi di Bologna - C.S.G.Per informazioni e sottoscrizioni:051. 6480777 (dal lunedì al venerdì,orario 9-13 e 15-17.30)Concessionaria per la pubblicità PublioneLoris Zanelli Via Punta di Ferro 2/d47100 Forlì - telefono: 0543/798976

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DI MICHELA CONFICCONI

n Dio a me, un Dio a me, a me cosìmiserabile!»: furono queste le parole,piene di stupore, umiltà e amore, che

salirono dal cuore di Clelia il giorno della suaPrima Comunione. Un appuntamento che laSanta, allora dodicenne, visse con un’intensità deltutto eccezionale rispetto all’età, e che segnò ilprimo apice di una spiritualità eucaristica chesegnò tutta la sua vita e che oggi è di particolareattualità, nell’anno del Congresso eucaristicodiocesano. Sempre il giorno della PrimaComunione, «mentre le amiche facevano festa inparrocchia - racconta la superiora generale dellaCongregazione, suor Maria Bruna - Clelia sentìl’esigenza di "scappare" a casa, per ringraziareGesù dell’immenso dono ricevuto. E sentiva fortela sua pochezza, la sproporzione tra sé e il farsicibo, per lei e per tutti, da parte di Cristo».L’amore all’Eucaristia maturò poi negli anni

chiamavano "madre", proprio per questo suo"essere per tutti", in un atteggiamento divicinanza, attraverso il servizio e l’annuncio, inparticolare nei confronti dei deboli e degliemarginati. Il GiovedìSanto, l’ultimo della suavita, ripeté con dodiciragazze il gesto dellalavanda dei piedi, e locommentò invitandolealla carità e allagratitudine verso Dio». Edè proprio in continuitàcon l’insegnamento diClelia che laCongregazione delleMinime continua ad avereuna spiritualitàfortemente eucaristica. «Inquesto anno del Ced -conclude la superioragenerale - latestimonianza di Clelia èun esempio luminoso dicome l’Eucaristia possatradursi in vita. L’auspicioè che possiamo accoglierenel nostro cuore il suomessaggio: "Dio è amore".E che con lei possiamogridare: "Amate Iddio!"».

seguenti, divenendo sempre più centrale nellaSanta persicetana. Tanto che è proprionell’ambito di una Messa, quella delladomenica 31 gennaio 1869, che ella sentìquella «ispirazione granda» che è il cuore dellasua spiritualità. «Fu un momento "forte" -spiega suor Maria Bruna - nel quale Cleliaavvertì in tutta la sua potenza il desiderio diunirsi al Signore, suo Sposo, per "bruciare

d’amore" con lui e per lui. E anche negli annisuccessivi fu sempre durante la Messa che lanostra fondatrice ebbe le esperienze mistiche piùimportanti e comprese in modo sempre piùpreciso la propria vocazione. Ma soprattutto è apartire dall’Eucaristia, "sacramentum caritatis",che ella formò il suo modo di vivere. Lìincontrava in Dio un amore che la infiammava, eche la spingeva a comunicare quella medesimafiamma. Ripeteva che desiderava donare la suavita agli altri come Gesù, che si è fatto pane per gliuomini. Tanto che a soli 20 anni tutti la

Un prezioso libretto sulla vitacaratteristiche, che attirano lettoridi ogni età e condizione, daibambini agli anziani: la semplicitàe brevità (è una sintesi della vita edelle opere di Santa Clelia) e, nellostesso tempo, la piena aderenza allarealtà storica: suor Maria Clara nonha voluto indulgere cioè a visioniagiografiche, magari un po’fantasiose ma ritenute «edificanti».Ha invece ritenuto, giustamente, chefosse la vita stessa di Clelia a«parlare» e, in qualche modo, anche a«predicare»: la spiritualità della Santa,il suo messaggio universale emergeinfatti chiaramente da questo purbreve resoconto. Per richiedere illibretto, che può anche venire speditoper posta dalle suore, rivolgersi alSantuario de Le Budrie o alla Casageneralizia, via Tambroni 13, tel.051341755. (C.U.)

stato ristampato, perl’ennesima volta, ed è giàdisponibile a Le Budrie e

presso le varie comunità delleMinime dell’Addolorata (inparticolare la Casa generaliziadi Bologna) il libretto di suorMaria Clara Bonora «SantaClelia Barbieri», pubblicatodalla Elledici e posto ora nellacollana «Testimoni». Lapiccola opera (per la qualenon viene richiesto nessuncontributo, ma soloeventualmente un’offertalibera), è stata pubblicata perla prima volta nel 1995, maera andata ancora una voltaesaurita, perchérichiestissima: ne sono statediffuse finora circa 25milacopie. Questo per le sue

È

Venerdì 13 a Santa Mariadelle Budrie la celebrazionedella solennità, con numerosi

momenti che culminerannonella Messa presieduta dalcardinale Caffarra alle 20.30

2 Domenica8 luglio 2007

è persino una coppia di sposi napoletaniche ha approfittato del viaggio di nozzeper fare una capatina alle Budrie il 13 di

luglio, e lasciare davanti all’urna di S. Clelia ilbouquet del matrimonio. E poi famiglie esingoli da svariate città d’Italia: Milano, Cagliari,Siracusa.... Per un giorno di visita al Santuario operiodicamente, per periodi più lunghi, con loscopo di «fare il pieno» e rigenerarsi. Sonopiccoli segni di un amore alla giovane santaClelia Barbieri, dalla spiritualità semplice eardente, che si va sempre più diffondendo nonsolo sul piano regionale. E che a livello localerichiama sempre più gente. Come testimonial’enorme afflusso in occasione della festaliturgica. «Per la Messa della sera sistemiamoogni anno, nel prato dove è allestito l’altare, le 2mila sedie di cui disponiamo - spiega suorVincenzina, delle Minime dell’Addolorata - enon si contano le persone che rimangono inpiedi o si siedono per terra sull’erba. Il campo ètutto occupato. Credo che si possa dire che allafine abbiamo 5-6 mila pellegrini, venuti a

’C festeggiare questa "cara amica". Molti sono diBologna, delle zone limitrofe alle Budrie, matanti anche dalle diocesi della regione, comeModena, Carpi, Ferrara, Ravenna, Forlì». «È unospettacolo vedere i pullman allineati, le auto, etanta vita intorno al Santuario - prosegue lareligiosa - perché qui si viene solo per devozionea Clelia, perché in lei si è incontrata una figuracapace di parlare al cuore. Non ci sono"bancarelle" o altre attrattive, ma solo preghierae liturgia. Davvero Clelia continua come in vita,per citare un’affermazione del suo parroco, donGaetano Guidi, ad "attirare anime a Dio"». «Atestimoniarlo con forza - conclude suorVincenzina - oltre alla presenza, è il desiderio dimettersi in grazia di Dio: il giorno della festa cisono file continue per la Confessione. E isacerdoti non bastano mai. Lo scorso annol’Oratorio con l’urna che contiene i resti diClelia è stato aperto fino a mezzanotte, perchéin continuazione c’era chi desiderava sostare inpreghiera».

Michela Conficconi

la festa. In folla per una «cara amica»

Il programma: alle 18 i Vespri presieduti dal vescovo ausiliareenerdì 13 ricorre la solennità di santa Clelia Barbieri, patrona dei catechistidell’Emilia Romagna e fondatrice delle Suore Minime dell’Addolorata. Per

l’occasione sono previste diverse celebrazioni a Santa Maria delle Budrie, ilsantuario che ne custodisce memoria e spoglie.Oggi, alle 16,15, ritiro diocesano per i catechisti. Giovedì, alle 20.30, Messapresieduta da don Massimo Mingardi, giudice del Tribunale ecclesiastico regionale.Venerdì, festa di santa Clelia, la giornata inizierà alle 7.30 con le Lodi, quindi, alle8, don Angelo Lai, il parroco, presiederà la Messa (partecipano le Case della Carità).Sempre la mattina altre due Messe: alle 9.30, presiede monsignor StefanoScanabissi, rettore dei Seminari arcivescovile e regionale; alle 11 monsignor ArturoTesti, vicario arcivescovile della basilica di S. Luca. Il programma prosegue conl’Adorazione eucaristica alle 16 e, alle 18, la celebrazione dei Vespri presieduta dalvescovo ausiliare, monsignor Ernesto Vecchi. Alle 20 Rosario.Infine, alle 20.30, il cardinale Carlo Caffarra presiede la Messa solenneconcelebrata. Per tutta la giornata saranno disponibili i sacerdoti per leConfessioni.È possibile raggiungere il santuario per la Messa dell’arcivescovo anche con unpullman: partenza alle 18.45 dal piazzale dell’Autostazione di Bologna.Prenotazioni: tel. 051.397584.

V

13 luglio

Il santuario e i luoghi «cleliani»: istruzioni per l’usol santuario delle Budrie, che è anche parrocchia ed è retto dalla suore Minime dell’Addolorata, è apertoquotidianamente dalle 6.30 alle 12.30 e dalle 14 alle 19.30. Le Messe vengono celebrate alle 8 e alle 11 nei

giorni festivi, e alle 7 in quelli feriali (sabato alle 7.30 e mercoledì anche alle 20.30). Per quanto riguarda laLiturgia delle ore: le Lodi alle 6.30 nei feriali (alle 7 il sabato), e alle 7.30 nei festivi; i Vespri alle 19 nei feriali,mentre nei festivi alle 16, seguiti dall’Adorazione. Tutti i giovedì la giornata è dedicata all’Adorazioneeucaristica. I pellegrini possono visitare la chiesa parrocchiale, eretta a santuario, e l’adiacente oratorio di SanGiuseppe, luogo dove Clelia insegnò il catechismo a bambini e adulti, e che oggi custodisce l’urna con le spogliedella santa. Sempre nella stessa area sorge la "Casa del maestro", sede storica della congregazione delleMinime, con la stanza dove la fondatrice volle morire, il 13 luglio 1870, perché «di lì si vedeva la chiesa». Quisono anche conservati i pochi ricordi che di lei sono stati rimasti, quali la "Lettera allo Sposo Gesù" e le

catenelle per la penitenza. Da poco èstato inoltre eretto il "Centro dispiritualità", attrezzato con sale estrumenti multimediali per accoglieregruppi e pellegrini; in questa stessastruttura è allestita una mostra sullavita di santa Clelia. A circa 2chilometri, verso il Samoggia, diClelia si può infine visitare la casanatale. Presso il santuario è possibile,su richiesta alle suore, effettuareritiri, giornate di spiritualità edEsercizi spirituali. Per informazioni,tel. 051.950125. (M. C.)

I

Fin dal giorno della Prima Comunione,che visse con un’intensità del tuttoeccezionale rispetto all’età, la giovanepersicetana maturò un amore profondoal Santissimo Sacramento

La superiora delle Minime:«In questo anno del Congressodiocesano, la sua testimonianzaè un esempio luminoso di comel’Eucaristia possa tradursi in vita»

Nella foto grande, una celebrazione degli scorsi annidella festa di santa Clelia; accanto, la statua di santaClelia che si trova davanti al santuario de Le Budrie

Incontro diocesano e nuova preghiera per i catechistiignore Gesù, Figlio del Dio vivente, unica speranza delmondo/ Tu che sei la via, guidami/ Tu che sei la verità,

liberami/ Tu che sei la vita, sostienimi/ Fa che io possa essereTuo testimone e far risuonare con gesti e parole la bellezza e laprofondità della Tua parola di salvezza./ Amen».È questa la nuova «Preghiera del catechista», affidataall’intercessione di santa Clelia, che don Valentino Bulgarelli,direttore dell’Ufficio catechistico diocesano, ha recentementecomposto e che sarà diffusa in occasione della festa della Santae in particolare del ritiro dei catechisti presso il suo Santuario,oggi dalle 16.15. Dei catechisti emiliano romagnoli CleliaBarbieri è patrona, e già in precedenza esisteva una «Preghieradel catechista», del 1982. Questa sarà distribuita su uncartoncino che riporta dall’altra parte una bella immagine diClelia che insegna catechismo, tratta dall’Urna della Santa. DonBulgarelli spiega: «"Il Rinnovamento della catechesi" richiamal’importanza di una iniziazione alla vita liturgica e di preghiera.L’iniziazione alla vita di preghiera è dunque uno dei compitifondamentali del catechista nella sua azione. Da qui lanecessità che il catechista educhi se stesso e la sua preghieracontinuamente. La preghiera consegnata ai catechisti si pone come un piccolo strumento per richiamare questoorizzonte che non deve mai essere perso di vista. Santa Clelia è un esempio dal quale farsi guidare e ispirare.Inoltre essa richiama il centro della catechesi, che è Gesù Cristo». (M.C.)

Santa Clelia insegna catechismo

Clelia, santa eucaristicaClelia, santa eucaristica

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DI LUCA TENTORI

er raccontare l’Estate Ragazzidella parrocchia SanGiuseppe Cottolengo

iniziamo dalla fine: dalla festa dichiusura delle attività, venerdìscorso, dove abbiamo incontrato iresponsabili e gli animatori. «Ilbilancio di Estate ragazzi 2007 -dice don Franco Annis, religiosoorionino e cappellano dellaparrocchia - è sicuramentepositivo, e questa sera lo si puòleggere anche sui volti dei ragazzie delle famiglie. Per noi questo èun anno importante, il 50°anniversario della parrocchia, eabbiamo così potuto intrecciare lanostra storia con quella deicavalieri del Sacro Graal e il temadell’Eucaristia come servizio,nell’anno del CongressoEucaristico diocesano». Tre settimane di attività, 120ragazzi e 25 tra animatori e aiutoanimatori per un’esperienza chenon si ferma alla serataconclusiva. «Con un gruppo di 30ragazzi - prosegue don Franco -lunedì prossimo (domani, ndr)partiremo per un campo estivo aPinzolo dove la nostra parrocchiaha una Casa per ferie». E poi ilcammino durante l’anno, cheriprenderà a settembre con ilcatechismo e i vari gruppi deldopo-Cresima e degli Scouts. Traun bans e l’altro riusciamo aparlare con Terenzia, una delleresponsabili di Estate Ragazzi, checi racconta le storie dei cavalieriproposte dal sussidio diocesano eche hanno scelto di presentare airagazzi. «Sono ormai al mio terzoanno di esperienza - spiega - Micolpisce sempre il cammino difede che viene affiancato ognianno alle storie preparate per iragazzi. La formula funzionebenissimo».Ora è la volta dei genitori, checon telecamere e macchinefotografiche riprendono i figli cheeseguono l’inno sul Santo Graal. Ifratelli più piccoli osservanosorpresi, ma entusiasti il balletto.

P

La poca luce dellasera non permettedi vedere ungranché sullemacchinefotografichedigitali, ma pocoimporta di frontealla gioia dei figliper l’esperienza

vissuta. Al terminedella serata, mentresi risistemano tavolie sedie, riusciamo aparlare con Marco,animatore inparrocchia ecollaboratore conAgio al progetto diER 2007. Si èappena infortunatouna caviglia, equesto non glipermetterà per unpo’ di seguire lealtre Estate ragazziin diocesi. «È statacomunque unabella esperienza -confida - potermettere adisposizione dellamia comunitàquanto appreso in Agio. Spero dirimettermi presto in salute, perrientrare in pista "a tutto gas"». Ora è proprio la fine, le luci sulcampetto esterno dell’oratorio,dove si è tenuta la festa, sispengono. Ma il ricordo di unabella esperienza rimane nellefamiglie che si apprestano arientrare a casa con i figli cheancora cantano dei cavalieri delGraal.

a Cina sta cambiando, e pure la Chiesa vive questo mutamento.Parola di padre Bernardo Cervellera, direttore di Asianews,agenzia d’informazione del Pime. I cattolici erano 3 milioni nel

1949, oggi sono 12, mentre con 150mila battesimi di adulti ognianno «la Chiesa cattolica si mostra viva in mezzo alle persecuzioni».«La testimonianza di tanti martiri - spiega Cervellera - spinge molti ainteressarsi a una fede che apprezza la verità, più che i favori o ilcompromesso».Quale esempio può dare sant’Elia Facchini ai cristiani di oggi?I martiri del tempo dei Boxer ubbidivano alla fede, e in nome di essavolevano aiutare la Cina a migliorare. Hanno affermato che vivere lafede è importante per essere ottimi cittadini. Una posizione validaoggi come allora. Ancora adesso il governo sospetta che i cristiani,proprio perché ubbidiscono a Dio e al Papa, sentano di meno lacittadinanza. In realtà, proprio dove ci sono loro vi è minor corruzione, piùrispetto per l’altro e per la natura e maggior sviluppo. È un bel messaggio, per ilgoverno cinese e per i cristiani stessi.Ai cattolici cinesi il Papa ha recentemente scritto una lettera. Perché?Due sono le urgenze. La prima è che si superi la divisione tra Chiesa ufficiale,

L riconosciuta dal governo, e Chiesa «sotterranea», clandestina.Benedetto XVI chiede ai Vescovi non ufficiali di uscire, se possibile,dalla clandestinità, mentre, d’altra parte, chiede a quelli «ufficiali» diessere più espliciti nel manifestare la comunione con la Santa Sede.Solo attraverso l’unità della Chiesa le comunità cattoliche cinesipossono rispondere a sfide come il secolarismo, la globalizzazione, glisquilibri sociali... In secondo luogo, è urgente far capire alla Cina chesta diventando un «mostro», supermoderno come potenza economicae politica, e nano per i diritti umani e la libertà religiosa. Com’è oggi la vita dei cattolici cinesi?La Chiesa è giovane e più unita che in passato. L’età media deisacerdoti è 34-35 anni e fioriscono vocazioni religiose femminili,anche se rimane il divieto governativo per quelle maschili. Il rischio èil «gap» generazionale tra anziani e nuovi convertiti, con il pericolo

che a breve le giovani generazioni, rimaste senza modelli, si esauriscanonell’attivismo e nelle pratiche di pietà. In secondo luogo, occorre passare da unafede di devozioni e di precetti a una più adulta, capace di testimoniare la gioiadel rapporto con Cristo.

Francesco Rossi

Cina, i cattolici aumentano seguendo i martiri

3Domenica8 luglio 2007

Estate Ragazzi alla grande

A Bondanello un «lavoro» su due livelli

a parrocchia di San Bartolomeo diBondanello ha chiuso venerdì scorsola sua undicesima edizione di Estate

ragazzi. Partecipazione massiccia dibimbi nelle prime due settimane (uncentinaio), dimezzata nell’ultima, perragioni di ferie. Quaranta gli animatoriiscritti ad alternarsi «sul campo». «Legiornate standard», dice Noemi, 21 anniuna delle responsabili, «iniziavano con

l’Inno, la recita ed i giochi all’aperto. Viera poi un momento di raccoglimento inchiesa con la lettura del Vangelo e poiancora giochi fino all’ora di pranzo. Nelpomeriggio i laboratori tradizionali, lamerenda e il giocone finale con l’Inno dichiusura». «Detto così sembra tutto facile- prosegue - ma perché tutto funzionibisogna lavorare parecchio. Lo spirito digruppo però aiuta e la soddisfazione allafine è tantissima». «Sono ormai due anniche sono responsabile di Estate ragazziqui a Bondanello», sottolinea ilcappellano don Federico Badiali, «tresettimane in tutto più una subito dopo lafine delle scuole dedicata agli animatori.La nostra è stata un’Estate ragazzi su duelivelli: una dedicata ai bimbi dalla terzaelementare alla seconda media e incontemporanea una "baby" per quelli diprima e seconda elementare. Un’attivitàimpegnativa che però vale la pena diessere portata avanti. Anzitutto perché

rappresenta un segno di carità lanciato alterritorio; che la parrocchia per tresettimane si occupi dei bimbi anche insituazioni di emergenza infatti non è cosada poco. E poi perché rappresentaun’opportunità grande per gli animatori,che vengono educati ad unaresponsabilità verso i più piccoli.«Soprattutto - conclude - Estate ragazzi èun punto di aggancio coi ragazziadolescenti della scuola superiorre, chepoi si fanno rivedere anche durantel’anno. Per me personalmente, al di làdella fatica, la cosa più bella èl’esperienza di paternità: l’avere i bimbisempre attorno e cercare di trasmettereloro l’insegnamento di Gesù non solo neimomenti della preghiera ma anchedurante tutti i momenti della giornata. Inuno stile che è tipicamente evangelico eche solo una realtà come Estate ragazzipuò realizzare».

Paolo Zuffada

L

Padre Cervellera

i è conclusa venerdì scorso con unagrande festa e con l’esibizione di ungruppo teatrale di «schermidori», Estate

ragazzi alla parrocchia di Ca’ de’ Fabbri. Tresettimane intense, faticose ma ancheappaganti. Lo conferma Chiara, 25 anni cheha affiancato gli animatori che avevanobisogno di aiuto. «Faccio l’animatrice daquando avevo 15 anni», dice, «e ho potutotoccare con mano, anno dopo anno, lacrescita in valore di questa iniziativa. Neltempo (qui abbiamo iniziato nel ’98) si ècreato un buon gruppo di ragazzi: tutti quelliche oggi sono animatori sono stati bambini diEstate ragazzi e quindi c’è già stato un cambiogenerazionale, è cresciuto l’affiatamento, sisono consolidate le motivazioni divolontariato e servizio (ognuno infatti dà ilsuo tempo gratuitamente)». «Ho verificatopersonalmente - prosegue - le potenzialità dicrescita educativa offerte da questa esperienza.Quello che i ragazzi trasmettono a noi e noi aloro è unico. Mi è capitato infatti difrequentare altri ambienti, di lavoro, chehanno carattere educativo, ma non vi ho maiincontrato educatori che abbiano maturatol’impegno e la sensibilità che ragazzi di 16, 17anni sviluppano qui. Faccio l’insegnante equindi sono sempre a contatto coi bimbi, ma"Estate ragazzi" ha una marcia in più. Se houn rimpianto è di non aver mai potutofrequentarla come bambina». «Moltoimportante è stata», sottolinea il parroco donEdoardo Cavalieri d’Oro, «la collaborazioneormai consolidata di un nutrito gruppo diadulti addetti ai servizi: dalla cucina,all’amministrazione, ai rapporti coi genitori. Epoi la costanza degli animatori, 25quest’anno, e la "voglia" dei bimbi, unanovantina». «L’esperienza di Estate ragazzi -conclude - è unica per la comunità.Un’esperienza di evangelizzazione epromozione umana. Un valore enorme ditestimonianza, servizio e comunione. Unimpasto bellissimo di preghiera e di carità chei genitori avvertono immediatamente, cosìcome avvertono che la parrocchia non è un"mondo a parte"». (P.Z.)

S

Ca’ de’ Fabbri,esperienza unica

Nelle foto sopra, momenti della festa conclusiva di Estate Ragazzi a San Giuseppe Cottolengo.Sotto, il gruppo di ragazzi e animatori a Gesù Buon Pastore

Gesù Buon Pastore,dal Graal all’Eucaristia

nche alla parrocchia di Gesù BuonPastore si è conclusa con successo

l’edizione 2007 di Estate Ragazzi. Dall’11al 29 giugno la comunità ha vistoimpegnati 19 animatori e 41 ragazzi.«Ricercando il Sacro Graal ci siamoaccorti – spiega il parroco, don TizianoFuligni – che è necessario per ciascuno dinoi trovare ciò che contiene quel caliceda circa duemila anni: il segno piùgrande dell’amore di Dio per ogni uomo,il sangue del suo Figlio Gesù. E l’amore di Gesù è quello che ci fa essere veramente fratelli, per essere una vera famiglia, una comunità-comunione». «È stato veramente bello – prosegue – vedere come una ventina di giovani animatori si siano messi al servizio dei piùpiccoli. Senza grandi pretese Estate ragazzi ha voluto essere una grande famiglia in cui gli animatori, gli educatori e i sacerdoti, sono staticome i fratelli maggiori». ((L. T.)

A

San Giuseppe Cottolengoha concluso con una festa tresettimane di attività, con 120ragazzi e 25 tra animatori e aiutoanimatori. E poi tutto continueràai campi e durante l’anno

A Reno Centesela festadi S. Elia Facchini

ant’Elia Facchini,missionario francescano

martire in Cina e canonizzatonel 2000 assieme ad altrisacerdoti, vescovi, suore esemplici fedeli trucidati nel1900 nella rivolta dei Boxers,verrà ricordato nel giorno dellasua festa liturgica, domani,

nella sua parrocchia di origine, Reno Centese. Unacelebrazione solenne: sarà infatti il cardinale CarloCaffarra a presiedere la Messa alle 20.30;concelebreranno i parroci del vicariato di Cento,l’omonimo padre Elia Facchini, frate minore, che è statopostulatore della causa di canonizzazione e don LuigiGuaraldi, parroco a Santa Caterina di Strada Maggiore ediscendente di sant’Elia. Seguirà la processione con lastatua del santo e al termine un momento di fraternità.

S

Estate Ragazzi a Ca’ de’ Fabbri

San Martino in Casola: la crescita è continuagiovane di esperienza per Estate Ragazzi la parrocchia di San Martino in Casola.Quello che si è concluso venerdì scorso con la grande festa comunitaria infatti è

soltanto il terzo anno. Ma il successo è stato grande: «una scommessa vinta», confermaNicolò, 18 anni, uno dei responsabili, «anche dal gruppo giovani della parrocchia, che treanni fa si è "lanciato", sostenuto dal parroco, nell’iniziativa. Abbiamo cominciato con unasettimana, poi abbiamo subito raddoppiato, anche perché la domanda, soprattutto daparte dei genitori, era alta. E l’anno prossimo forse faremo tutta la giornata e non solo ilpomeriggio come è stato finora». Molto ricca la «giornata tipo»: accoglienza alle due delpomeriggio, inno, giochi, bans, merenda alle quattro e alle cinque un momento dipreghiera, poi giochi vari fino alla chiusura alle sette di sera. «Quest’anno», continuaNicolò, «abbiamo avuto 37 bimbi laprima settimana e 42 la seconda:tutti della zona, anche di PonteRonca e di San Lorenzo in Collina. Elo staff era composto da 6 animatorie tre "aiuti". L’esperienza ha presopiede e questo non può che dare atutti noi del gruppo giovani di SanMartino grande soddisfazione». El’attività dei giovani di San Martinonon si esaurisce qui, continuadurante tutto l’anno. «Come la mia»,dice Luigi, 10 anni, «da "chierichettoprofessionista"». (P.Z.)

È

La testimonianza da unaparrocchia - che celebra il 50°anniversario - all’indomani

della chiusura degliappuntamenti, ormai abituali,riservati ai più giovani

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un recital a sfondomissionario, come indica il titolo "Unanuova terra", quello che il

gruppo Magnificat, guidato dalleSorelle minori di MariaImmacolata, rappresenterà aBoccadirio venerdì 13 alle 18. «Unteatro di parola – spiega suor MariaStella Lepore, delle Sorelle, autrice einterprete del testo – i cuiprotagonisti sono san MassimilianoKolbe e santa Teresa di GesùBambino (di Lisieux). Due Santi didiverse epoche, ma che nella rappresentazionesono accomunati, e dialogano anche fra di loro adistanza, per l’ansia missionaria che li "ardeva":tanto che santa Teresa è stata proclamata patronadelle missioni "ad gentes". Una scelta inarmonia con l’impostazione della settimana diBoccadirio». Il testo è stato elaborato da suorMaria Stella assieme a Gabriele Baldoni, che ènello stesso tempo l’altro protagonista e il registadella "pièce". Non è certo la prima volta che la

religiosa scrive sacre rappresentazioni e le mettein scena: a lei fa capo infatti il gruppo

Magnificat, composto da laici esuore, che una volta o anche dueall’anno, da 5 anni, rappresenta sueopere in luoghi diversi della diocesi.«È la seconda volta che cipresentiamo a Boccadirio – spiega –e stavolta saremo accompagnatidalla musica: brani classiciinterpretati da Emanuela Sittaall’organo e alla tastiera». «PadreKolbe – continua suor Maria Stella

– fu un pioniere della missione: è arrivato finoall’Estremo Oriente, al Giappone, negli anni ’30,quando era difficilissimo raggiungere quellezone, e là fondo una "Città dell’Immacolata". Eanche ad Auschwitz, dove poi morì, affermò:«Questa è la mia ultima missione». "Una nuovaterra" si riferisce però non tanto a questo,quanto al fatto che diventiamo missionariquando viviamo fino in fondo la nostra fede:altrimenti non facciamo nulla di "rigenerante"».

La religiosa sottolineache san Massimilianoera «innamorato» disanta Teresa, così chetra loro c’era una sortadi «patto spirituale»che la pièce esprime. «Riportiamo alcuni scrittidei due santi: da essi ricaviamo che Teresa avevaun’ansia missionaria che non poté esprimersinell’andare all’estero, perché il Carmelo e leprecarie condizioni di salute glielo impedivano,ma si espresse nella vita quotidiana: amando chiè difficile amare, facendo con amore le piccolecose che sembrane pesanti, eccetera. Insomma:la missione è un fatto prima di tutto interiore.Come dice la santa: "amare Gesù e farloamare"». «A questo proposito – conclude suorMaria Stella – visto che la rappresentazione sarànel giorno della festa di Santa Clelia Barbieri,prima dell’inizio parleremo anche di lei comeesempio di missionaria: nella parrocchia,attraverso la sua splendida opera di catechesi»

Chiara Unguendoli

È

oco più di vent’anni fa, l’8 novembre1986, don Giuseppe Dossetti compìun gesto significativo: donò

l’«Archiginnasio d’oro», cioè il prestigiosoriconoscimento che aveva ricevuto l’annoprecedente dal Comune di Bologna comesegno di gratitudine per la sua vita eopera, al Santuario di Boccadirio, comeomaggio alla Beata Vergine delle Grazie.Ora quindi il premio è conservato nelSantuario: in segno di riconoscenza, essodedicherà alla figura di don Dossetti e allasua «creatura», la comunità monacale«Piccola Famiglia dell’Annunziata» l’interagiornata di giovedì 12. Momentoimportante di essa sarà l’incontro-dibattito sulla personalità e la vita delpolitico-monaco. Uno dei relatori è donDario Zanini, parroco di Sasso Marconi,«perché - spiega - mi sono moltointeressato, ho parlato e scritto della

strage di Monte Sole, dove ho perso deiparenti: e tratterò quindi del mio rapportocon Dossetti relativamente a quel luogo,anche a lui carissimo». Tanto caro, spiegadon Zanini «che Dossetti ci tenevamoltissimo a mantenere vivo il ricordo diquella tragedia, e quindi abitati queiluoghi, che dopo la guerra erano statiinvece abbandonati. Per questo, dopoaver fondato le due comunità, maschile efemminile, della sua "Famiglia", feceinsediare alcuni monaci e monacheproprio nella zona di Monte Sole. Cosìquel luogo di dolore e di morte sarebbediventato luogo di ricordo cristiano e dipreghiera, e di meditazione della Parola diDio». «Successivamente - prosegue donZanini - fu il cardinale Biffi ad assegnareufficialmente da parte della diocesi la"custodia" cristiana di quei luoghi a donGiuseppe e alla sua Famiglia, con una

solenne celebrazione. Io lo incontrai nonmolto prima della sua morte, per unmotivo particolare: lui desideravaricordare e onorare in special modo, tra icaduti della strage, i tanti bambini, anchepiccolissimi. Per quello voleva che mifacessi garante della conservazionedell’Oratorio dove la maggior parte diquesti bambini erano stati ammassati educcisi. Io lo feci, comprai il luogo e lodonai alla diocesi; poi i monaci di donGiuseppe si sono insediati nella casa eterreno accanto, e vi risiedono tuttora».«Sarò quindi testimone - conclude donDario - della ferma volontà di donDossetti di mantenere viva la memoria diMonte Sole dal punto di vista cristiano:un aspetto troppe volte dimenticato diquei fatti da una parte e della sua azionedall’altra».

Chiara Unguendoli

P

Da oggi fino a lunedì 16, giorno della festadella Beata Vergine delle Grazie, verrà ospitatauna lunga serie di celebrazioni, spettacoli, incontricon personalità, su temi evangelici e di attualità

Don Dossetti, custode cristiano di Monte Sole

Teatro di parola per la missione

DI CHIARA UNGUENDOLI

stato lui il grande organizzatoredella ricchissima settimana dipreghiera, ma anche di eventi e

incontri con importanti personalitàlaiche e religiose che da oggi preparala festa della Beata Vergine delleGrazie di Boccadirio. Padre MarioBragagnolo, dehoniano, rettore delsantuario e superiore della comunitàdella sua congregazione che locustodisce, ha voluto per questasettimana un bellissimo titolo:"Adoratori e missionari", colsottotitolo «La trasmissione dellafede in Gesù Cristo, oggi». «Il miointento, che mi porta ad organizzareda qualche anno queste settimane –spiega – è mostrare che i santuaripossono essere non solo, comemolti pensano e spesso in effettiaccade, luoghi di conservazione, incui si dicono sempre le stesse cose esi vive una vita di fedetradizionalista e monotona; mainvece luoghi in cui si presenta unavita cristiana "splendente", gioiosa eattraente, aperta ai problemidell’oggi. Una fede che attraggaanche i giovani, che purtroppo nonfrequentano molto i santuari: lamaggior parte dei tanti fedeli chevengono, almeno da noi, sonoinfatti anziani. E quindi c’è moltodevozionismo: noi invece vogliamoaffermare il primatodell’evangelizzazione».E soprattutto per i giovani è ancheun’altra iniziativa promossa dapadre Mario, a cui tiene molto:un’ora di «Lectio divina» che ognisabato alle 9, con spiegazione dellaSacra Scrittura, «che costituisce –sottolinea – un vero itinerario diformazione cristiana». Il momento,come del resto tutte le attivitàliturgiche e non solo del santuario,attira gente da varie zone, masoprattutto da ben quattro diocesi:oltre la nostra, alla quale appartiene,quelle vicine ma già in Toscana diPrato, Pistoia e Firenze. «Per questo– spiega il rettore – quest’anno laprima Messa della festa della Verginesarà celebrata dall’arcivescovo diFirenze cardinale Antonelli». «A

È

volte – prosegue padre Bragagnolo –purtroppo i santuari rischiano didiventare luoghi di "consumismoreligioso": si viene per una Messaveloce, una rapida Confessione, ebasta; quando non ci si limita adammirare la bellezza del paesaggio edell’aspetto esterno della chiesa:insomma, visite da turisti. Noi inveceche li reggiamo dobbiamo far sì chenei santuari venga insegnata eincoraggiata una vera conversione. Lasettimana sarà un’occasione, madurante tutto l’anno, e soprattuttod’estate quando le località circostantisi riempiono di villeggianti,vogliamo incoraggiare permanenzepiù lunghe, anche di gruppi, perperiodi di riflessione, preghiera e,appunto, conversione. In questo ciaiuta la vicina Locanda, moltoaccogliente, che dispone di ben 40posti letto».

Boccadirio, la grande settimana

Don Borgo, un prete-cantautore nel mondoun prete, parroco in un paesino in provincia di Vicenza, ma in diocesi diPadova, ma è anche attivissimo cantautore: parliamo di don Gaetano

Borgo, che domani sera terrà un concerto a Boccadirio e poi sarà presenteanche nei due giorni successivi, come «moderatore» degli incontri con imissionari dehoniani in Congo e con Savino Pezzotta.«Il mio non è un "hobby" – precisa – ma una missione:voglio "predicare" dal palco, con le mie canzoni, cosìcome predico dall’ambone. I testi sono quindi religiosi,attenti ai giovani e alle famiglie: e i miei concertidiventano incontri con le comunità che mi vengono adascoltare. Questo mi arricchisce moltissimo, oltre adare qualcosa, spero, un messaggio che parli di Dio edel Vangelo, a chi mi sta davanti». Don Gaetano faconcerti in tutta Italia ed è stato anche in Svizzera,Francia, Gran Bretagna, «soprattutto per incontrare lecomunità italiane in quei Paesi». Ha anche una band,che lo segue quando è possibile, e fa una musica pop-rock. Ha avutocollaborazioni importanti, «che mi hanno fatto crescere a livello artistico efatto conoscere il mondo musicale, con il quale ho potuto dialogarecostruttivamente». Si ritiene «un comunicatore, come Gesù», e predilige lefamiglie e le feste di paese, dove si può meglio stare con la gente. E dal suoprimo cd, «Ovunque tu sei» è nato un progetto «che ha molte finalità, in primoluogo creare un Network musicale con persone da luoghi diversi. Poi c’è unascuola di musica, in grado di fornire lezioni». Info: www.gaetanoborgo.it.

È

I rettori della regione discutono e celebranol 16 luglio, festa della Beata Vergine delle Grazie e quindi delSantuario di Boccadirio a lei dedicato, la giornata al Santuario sarà

caratterizzata fra l’altro dall’incontro regionale estivo dei rettori ecollaboratori dei Santuari della regione. In particolare, alle 11 nellachiesa il vescovo ausiliare monsignor Ernesto Vecchi, segretario dellaConferenza episcopale regionale, presiederà la Messa concelebrata.Seguirà il pranzo insieme, nella vicina Locanda, aperta a tutti. Ma prima,alle 10, si terrà l’assemblea dei partecipanti, che si scambieranno parerie riflessioni su alcuni temi importanti. «Ad esempio - spiega don CarloFortunato Capuzzi, di Fidenza (Parma), delegato regionale delCollegamento dei Santuari - ci chiederemo: nella dinamica della pietàpopolare, come affermare il primato dell’evangelizzazione, inparticolare per i sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia? E ancora:come educare alla preghiera del cuore, perché il pellegrinaggio sia unvero cammino di conversione?». Insomma, si discuterà di argomenti chesono decisivi oggi per i Santuari, da sempre luoghi di riferimento ditantissimi cristiani, per svolgere la loro missione nel modo migliore e piùadeguato alle esigenze della Chiesa attuale. (C.U.)

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Padre Bragagnolo: «Vogliomostrare che nei santuarisi può presentare una vitacristiana gioiosa e attraente,aperta ai problemi dell’oggi»

il programma

Una settimana di testimonianzal Santuario della Beata Vergine delle Grazie di Boccadirio, inpreparazione alla festa della patrona, che cade lunedì 16, haorganizzato un’intensa settimana di preghiera e testimo-

nianza missionaria. Il tema è "Missionari perché adoratori",completato dalla citazione evangelica «Va’ dai miei fratelli» (Gv20, 17). Oggi l’apertura, sul tema del Vangelo domenicale: «Vimando come agnelli in mezzo ai lupi (Lc 10, 3»: Messe alle 8.30,10, 11.30, 16, 17.30; la Comunità Cenacolo di suor Elvira ani-merà la liturgia. Da domani ogni giorno Messe alle 9.30 e 11,poi "pomeriggio spirituale": alle 15.30, a giorni alterni, Rosariomissionario o Adorazione eucaristica, alle 16.30 concelebrazio-ne eucaristica, alle 17.30 rinfresco, alle 18 recital e/o testimo-nianze.Domani alle 16.30 concelebrazione presieduta da don PaoloCioni, parroco di Barberino, alle 18.30 recital musicale di donGaetano Borgo,parroco e cantau-tore, e testimo-nianza sulla TerraSanta di LorenzoFaccio. Martedì 10,centenario dellanascita di padreBernardo Longo,missionario deho-niano in CongoBelga, alle 16.30Messa presiedutadal dehoniano padre Pietro Cavazza e alle 18 i missionari inCongo ne presentano la figura. Mercoledì 11 alle 16.30 Messapresieduta da monsignor Nedo Vannucci, rettore del Seminariodi Prato e alle 18 incontro con Savino Pezzotta, già segretariogenerale della Cisl, sul suo libro "L’orso e l’agnello. Storia di unsindacalista". Giovedì 12 giornata di ricordo del carisma spiri-tuale e sociale di don Giuseppe Dossetti. Una monaca della"Piccola Famiglia dell’Annunziata" guiderà alle 15.30 l’Adorazio-ne e la Messa alle 16.30 sarà celebrata da un monaco.Alle 18dialogo sulla personalità di don Dossetti: partecipano GiuseppeGervasio, già presidente nazionale dell’Azione cattolica, Gian-carlo Mazzuca, direttore de Il Resto del Carlino e del Quoti-diano nazionale e don Dario Zanini, parroco di Sasso Marconi.Venerdì 13, festa di santa Clelia Barbieri, patrona dei catechistidella regione, alle 15.30 preghiera guidata «per essere adorato-ri e missionari», alle 16.30 Messa presieduta da monsignor O-reste Leonardi, vicario episcopale per il Laicato e l’Animazionecristiana delle realtà temporali e Primicerio della basilica di S.Petronio, alle 18 recital missionario "Una terra nuova".Sabato 14 alle 16.30 Messa presieduta da don Lino Stefanini,parroco di S. Giovanni Battista di Casalecchio, alle 18 canto edanza delle allieve di Monica Tinti. Domenica 15 giornata del"Buon Samaritano": alle 15.30 meditazione guidata da ErnestoOlivero, fondatore del Sermig e alle 17 prima Messa della festadi santa Maria delle Grazie, presieduta dal cardinale Ennio An-tonelli, arcivescovo di Firenze, che conferirà la Cresima ad alcu-ni ragazzi; alle 18.30 festa comunitaria con la Banda di Baragaz-za e padre Giosuè, prestigiatore. Infine lunedì 16 luglio alle 11concelebrazione dei Rettori dei Santuari della regione, presie-duta dal vescovo ausiliare monsignor Ernesto Vecchi; alle 16processione con recita del Rosario dalla località Serraglio di Ba-ragazza e alle 17 Messa conclusiva.

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Don Giuseppe Dossetti

Padre Kolbe

Don BorgoS. Teresa di Lisieux

Il più recente pellegrinaggio diocesano a Monte Sole, col Cardinale

4 Domenica8 luglio 2007

Page 5: TA TO LA IC O U N B EN E A N C H E P ER LA H IESA allÕestrem … · 2019. 12. 17. · Un che di divino: stabile come il cielo (Sal 119,89), profondo come il ... voce della verit

Le musiche di Mainerio, Franck, Castello, Merula, Marini,Gabrielli, Vivaldi e i testi di Matazone da Caligano, Matteo Belli,Cielo d’Alcamo ci faranno rivivere per una sera le grida delmercato di qualche secolo fa.Ad Emiliano Bernagozzi, che si è dedicato al flauto, lo suona laTeatro Regio di Parma e suona anche l’ocarina nel«Belleartiensemble» chiediamo com’è nato il programma chepresenta martedì, intitolato «Il suono della Terra Cotta». «Siamonati come gruppo formato da sette ocarine, ma in questo casoportiamo una nuova realtà composta da tre archi e da una solaocarina - spiega - La caratteristica è che facciamo un repertorioclassico arrangiato da me per questa formazione». «Gluck,Rossini, Kreisler rivisitati così risultano molto particolari -conclude Bernagozzi - L’ocarina è uno strumento incredibile:l’anno scorso abbiamo fatto i Concerti di Vivaldi con ocarina eorchestra d’archi. Fu un grande successo, perché ha un suonoche si amalgama bene con gli altri strumenti. Qualche anno favenne l’Orpheus Chamber Orchestra e gli proponemmo unanostra esecuzione. Si entusiasmarono a tal punto che invitaronouno dei nostri ocarinisti, che per motivi di lavoro risiedevaspesso a Manhattan, a suonare con loro. Anche i giapponesi nonsono riusciti a resistere al fascino di questo strumento diterracotta».

Chiara Sirk

DI CHIARA SIRK

l complesso di S. Gregorio, in viaAlbertoni, ha subito un ampiointervento di restauro. Dice

l’architetto Roberto Terra, delloStudio Cavina-Terra di Bologna cheper sette mesi ha seguito il lavoro:«Qui esisteva l’antico complessomonastico di San Gregorio,probabilmente insediato già dallaseconda metà dell’XI secolo. Nel 1150risulta dipendere dal monasterobenedettino di Sant’Ilario di Fiesole,prima di essere assegnato, verso lametà del secolo XIII, alle eremitedell’ordine di Sant’Agostino di SantaMaria del Monte della Guardia diBologna e quindi, nel 1255, aiCanonici Regolari di Martorano.Nella prima metà del Trecento ilmonastero di San Gregorio era unfiorente centro di culto e mètaassidua di pellegrinaggio. Ne futestimone la costruzione di unanuova e più ampia chiesa che si ètramandata sino ad ogginell’impianto edilizio di base». A quando risale il legame di questoposto con l’assistenza?All’inizio del Cinquecento il governocittadino pensò di destinare ilmonastero di San Gregorio ad usiassistenziali ed in particolare a luogodi ricovero e isolamento per infermida epidemie. Nel 1563 all’exmonastero fu definitivamentedestinato a ricovero dell’Opera deiMendicanti. Alla soppressione deglienti religiosi nel 1796, ad operadell’amministrazione napoleonica,nel 1808 qui fu creata la «Casad’Industria per Mendicanti». Inquesto periodo la chiesa fu adibita adormitorio. Nel 1933 si ha notizia dinuovi ampliamenti e adattamentidelle strutture del ricovero e di unaradicale ristrutturazione della chiesail cui originario volume fu suddivisoin due piani con la creazione di unsolaio intermedio: nella parteinferiore si venne a creare la chiesavera e propria, riaperta al culto, la

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parte superiore, fu destinata ad usiprofani collegati alle necessità delricovero. Come siete intervenuti? L’intervento è stato finalizzato alrestauro delle facciate esterne e dellecoperture, in particolare è stato voltoal ripristino della funzione staticadelle strutture e alla conservazionedegli elementi architettonici e dellefiniture storicizzate. Per le facciatedella chiesa abbiamo previsto unintervento consistente nella pulituradei paramenti, nella conservazionedelle tracce di finiture storicizzate enella rimozione delle stuccatureincongrue o dei materiali noncompatibili, nel consolidamento enella protezione delle superfici. Lealtre facciate, intonacate e tinteggiate,sono state verificate nella consistenzae nella conservazione dei materialiapplicati. Per quanto riguarda ilcoperto è stato realizzato il restauro eil consolidamento delle strutture edei materiali. Dopo il ripristino dellachiesa è stato anche ricollocato ilbusto di San Gregorio Magno, operacinquecentesca di Vincenzo Onofri.

icchissima la settimana d’appuntamenti proposta dallarassegna «Caleidoscopio musicale»: domani sera, alle 21.30(i concerti iniziano tutti a quest’ora), a Pieve del Pino

(Sasso Marconi) il gruppo «I Viulàn» presenta musiche dellatradizione popolare. Martedì 10, a Cà di Priami, LocalitàScanello (Loiano) suonano il «Belleartiensemble» ed EmilianoBernagozzi, flauto e ocarine. Giovedì 12, a Villa Isolani allaQuaderna (via del Mulino 6, Ozzano), Matteo Belli, KatiaPietrobelli e l’Ensemble Respighi, diretto da Federico Ferri,eseguono l’«Histoire du Soldat» di Igor Stravinskij. Sabato 14, aCassa del Dosolo, Sala Bolognese, Matteo Belli, voce recitante,Federico Ferri, violoncello, Daniele Proni, clavicembalo,presentano un programma intitolato «I suoni del paesaggio» conmusiche di Antonio Vivaldi, Johann Sebastian Bach, BenedettoMarcello, Adone Zecchi e testi di Alessandro Manzoni, GiosuèCarducci, Giacomo Leopardi, Giuseppe Gioachino Belli, FilippoTommaso Martinetti e altri. Alle 16 visita guidata all’Ecomuseodell’Acqua con un percorso interno alla struttura museale epercorso esterno con visita alla cassa d’espansione Dosolo,all’impianto idrovoro di Bagnetto e al manufatto idraulico diSostegno (prenotazioni tel. 3480119208). La settimana siconclude domenica 15, nella Chiesa di Santa Maria del Carminea Medicina. «Le voci dell’antico mercato», è questo il programmadell’«Accademia degli Astrusi», con Matteo Belli, voce recitante.

R«Caleidoscopio musicale», tanti concerti e le ocarine

onsignor Gabriele Cavina, pro-vicariogenerale della diocesi, ha potutoammirare il complesso di San Gregorio

restaurato, e sottolinea che «tutta la zona è stata"rimessa a nuovo" e così adesso mi sembra moltodegna e accogliente per il servizio che devesvolgere, per i defunti e i loro familiari». «Lachiesa attuale è solo una porzione, circa un terzodi quella originaria - ricorda monsignor Cavina -e la parte superiore ha messo in luce le antichenervature, veramente belle perché gotiche.L’edificio originale era molto grande e slanciato,paragonabile in parte a San Francesco e in parte aSan Martino, due importanti Basiliche cittadine.Spero che anche la parte superiore siaadeguatamente ripristinata, in modo daevidenziare la bellezza, appunto, originaria». Diquesta bellezza originaria faceva parte anche ilbusto in terracotta di San Gregorio, che si trovavaal Museo della Sanità di Santa Maria della Vita, eora è stato ricollocato «in evidenza, in unaposizione degna della sua bellezza», sottolinea ildirettore del Museo Graziano Campanini. «Èstato ritrovato casualmente all’interno dellachiesa, in condizioni pessime - ricorda - erestaurato in due tempi: la testa nel 2005, e ilbusto nel 2006: il primo pezzo è stato esposto inuna mostra nello stesso 2005. Sono stati ritrovatii colori originari, bellissimi: ricordiamo chel’Onofri è anche l’autore della "Pietà" in SanPetronio, un autore quindi molto importante. Èquindi particolarmente bello che questo busto,che raffigura il patrono della chiesa, sia statoricollocato nel luogo al quale era destinato».

Chiara Unguendoli

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Comunale, «Estate dei Bibiena»nche in piena estate al TeatroComunale: si può, da venerdì 13, con

la nuova iniziativa intitolata «L’estate delBibiena 2007». Fortemente voluta dalnuovo Sovrintendente, Marco Tutino, efinanziata dalla Fondazione Carisbo, saràaperta da un concerto tutto italiano, alle20.30, con brani di Verdi, Donizetti,Rossini e Mascagni eseguiti dal Coro,diretto da Paolo Vero, e dall’Orchestra delTeatro; sul podio Giampaolo Bisanti. Con ilsecondo appuntamento, sabato 14, si volta pagina: «I kiss your hands» prevede unarilettura di Mozart in chiave jazzistica, con le voci di Sonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni.Paolo Damiani, che ha composto le musiche dello spettacolo, sarà al violoncello, GianluigiTrovesi al sax e clarinetto e Rita Marcotulli al pianoforte. A Paolo Damiani chiediamo:com’è nata l’idea di unire Mozart e jazz? «Tutti i grandi compositori erano ottimiimprovvisatori e questa dimensione, che andrebbe recuperata, li unisce ai jazzisti. Al di làdi questo, sono stato molto rispettoso delle partiture, perché noi suoniamo temi originalitratti da alcuni capolavori, come "Il Flauto Magico" e il "Requiem". Le note sono quelle, poic’è una riorchestrazione, perché a suonare siamo in tre». Per quanto riguarda l’interazionecon gli attori, Damiani dice che «sono molto contento di lavorare con Sonia Bergamasco eFabrizio Gifuni. In particolare con Sonia perché ha studiato musica, è diplomata inpianoforte, ed è un’eccellente musicista oltre che una brava attrice». «"I kiss your hands" -conclude - era uno dei modi preferiti di Mozart per concludere le sue lettere, in cuiscopriamo la sua natura più infantile e divertente: da qui il titolo». Ingresso libero. (C.S.)

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Nelle foto, particolari della chiesa restaurata

Trovesi, Bergamschi, Gifuni, Damiani

il programma

Dopo la benedizioneun momento musicale

ercoledì 11, alle 17, sarannoinaugurati i restauri della chiesa

di San Gregorio, in via Albertoni,attigua alla Camera mortuariadell’ospedale Malpighi, all’interno delPoliclinico «Sant’Orsola-Malpighi».L’inaugurazione sarà fatta e labenedizione impartita dal cardinaleCarlo Caffarra. Saranno presenti, oltreai progettisti del restauro, gli architettiRoberto Terra e Guido Cavina,numerose autorità civili eaccademiche, guidate dal direttoregenerale dell’Azienda ospedaliera diBologna «Sant’Orsola-Malpighi»,Augusto Cavina. Dopo l’inaugurazionesi terrà un momento musicale eseguitodall’«Ensemble Respighi» diretto daFederico Ferri; seguirà un buffet.

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San Vittore

Fisarmoniche. Il «Motion Trio»dalla Polonia tra sacro e profano

er la rassegna «Note nel Chiostro», nelCenobio di San Vittore, giovedì 12 alle

21, il Motion Trio, presenta il programma«Sacrum & Profanum», musiche di Kilar,Gòrecki, Penderecki. Il Motion è un trio difisarmoniche fondato nel 1996 da JanuszWojtarowicz, leader ed autore dellamaggior parte delle composizioni. I tremusicisti polacchi sono stati consideratiun avvenimento eccezionale nel mondomusicale perché, ha detto la critica, sonoriusciti a cambiare il volto dellafisarmonica. Nella loro musica siavvertono leinfluenze didiversi stilimusicali, dalrock allamusicaimpegnatapassandoattraverso iljazz. (C.D.)

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Andrea Trebbi

Ss. Vitale e Agricola. Corsoteorico-pratico di iconografia

al 16 al 20 luglio, nelle parrocchiedei Ss. Vitale e Agricola a Bologna e

di San Francesco d’Assisi a San Lazzaroriprendono i corsi teorico-praticid’iconografia tenuti da Andrea Trebbi.Loro fine è recuperare una conoscenzadi base del linguaggio iconograficoantico (bizantino) per poter «leggere»tutte le immagini che ad esso possonoessere ricondotte. Non è richiestanessuna capacità artistica, anzi, noveanni d’esperienza hanno insegnato chepartire da zero permette un’assunzionepiù veloce del metodo. Il tema diquest’anno è la Sacra Famiglia. La quotaè di 150 euro per l’iscrizione e 35 per ilmateriale. Gli orari saranno definiti nelprimo incontro (unico) ai Ss. Vitale eAgricola il 16 luglio alle 20.45. Peradesioni e informazioni rivolgersi alleparrocchie o direttamente a Trebbi, tel.3938821779. I corsi sono a numerochiuso (massimo 15 iscritti).

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Cuzzano

Corti, chiese e cortili. Suonal’«Harmonicus Concentus»

er «Corti, chiese e cortili», venerdì 13,alle 21, nel Palazzo di Cuzzano, a

Castello di Serravalle, un gruppo dimusicisti bolognesi, che compongonol’Ensemble «Harmonicus Concentus»(Gabriele Raspanti e Manuel Vignoli,violini; Nicola Calzolari, viola; VincenzoDe Franco, violoncello) esegue musichedi Sammartini, Haydn, Schubert: ovvero,quando la musica entra in famiglia. Sitratta infatti di nomi che indicano vere eproprie dinastie dedite alla musica. Lamusica in passato era considerata unartigianato di altissimo livello, piuttostoche arte, e non era quindi raro che, comeaccadeva per i pittori in bottega, ilmestiere fosse tramandato di padre infiglio. Il gruppo «Harmonicus Concentus»nasce a Bologna nel 2002 per valorizzarei tesori del Barocco attraversol’esecuzione filologica e la scelta di unrepertorio, quando possibile, pococonosciuto.

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Giardini Margherita

Ascom Estate.Settimana musicale

partita Ascom Estate,nella consueta cornice

dei Giardini Margherita.Questa settimana èprivilegiata la musica (iniziosempre ore 21). Domani serail cantante Youssou n’Dour ei «super Etoile de Dakar»proporranno il loro soundtrascinante. Martedì 10quattro allievi del sopranoGigliola Frazzoni (GianpaoloGuida, basso, Filippo Filipov,tenore, Katia Parisi eMimma Briganti, soprani)cantano arie d’opera emelodie napoletane.Mercoledì 11 flamenco.Giovedì 12 Fausto Carpanipresenta "Una vàus, unachitara, un dialatt... percantèr un poc d’incosa e ancquèl èter".

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rassegne

Appennino.Concerti serali

er la rassegna «Suonidell’Appennino»,

venerdì 13 ore 21.30, inPiazza Albergati a GaggioMontano, l’Ensemble di fiati«Diapason» presenta «FilmKolossal», le più famosecolonne sonore. Sabato 14,ore 21.30, a Burzanellasuona l’Ensemble disassofoni di Parma.Domenica 15, a Sestola, inPiazza Vittoria, concerto dimusica blues con il Blueskygroup. tutti gli appuntamentisono a ingresso libero. Per«Itinerari organisticidell’Appennino», domenica15 ore 21, nella chiesa di SanBenedetto Val di Sambro,l’organista Fabrizio Masonesegue brani di Frescobaldi,Rossi, Kerll, Pasquini.

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La chiesa, cuore del nucleoantico del Sant’Orsola-Malpighi, è stata restauratainteramente e vi è statoriportato un bustocinquecentesco del santoMercoledì 11 l’inaugurazionecon il cardinale CaffarraL’architetto Terra: «Le originirisalgono all’XI secolo»

Augusto Cavina: «Impresa importante per l’Azienda»ono molto soddisfatto di questo restauro, perché il complesso di SanGregorio, che comprende la chiesa e gli edifici un tempo adibiti a

monastero, costituisce il nostro nucleo storico originario». Augusto Cavina,direttore generale dell’Azienda ospedaliera Policlinico Sant’Orsola-Malpighi,esprime così la sua gioia per l’inaugurazione che si terrà mercoledì 11. «SanGregorio e i luoghi dove oggi si trova l’amministrazione dell’Azienda – spiegaCavina – sono molto antichi: ed è un dovere, prima che un grande piacere, perl’amministrazione stessa, supportata dalla Regione che ha un preciso programmadi recupero del patrimonio artistico legato alla Sanità, mantenerli in modo degnoe recuperarli quando si degradano. Solo così possiamo mantenere le nostre"radici"». Il restauro, sottolinea sempre il direttore generale, è stato impegnativo eanche costoso, «tutto a carico dell’azienda -afferma con orgoglio - È durato quasi un anno, eha compreso anche la ristrutturazione della vicinaCamera mortuaria. Anche perché quella delSant’Orsola è in ristrutturazione anch’essa, equindi per parecchi mesi qui si accentrerannotutti i funerali che si celebrano nel nostrocomplesso ospedaliero: era davvero necessario unluogo degno per ospitarli, come per accogliere lespoglie dei defunti, che possono essere vegliatedai loro cari». Ora l’Azienda guarda ad un nuovoprogetto: riutilizzare la parte superiore dellachiesa, ora ripulita, e molto ampia: «Nevorremmo fare un’Aula Magna - afferma Cavina - eraccogliere qui anche oggetti di interesse storico,ora sparsi in vari luoghi e in parte al Museo dellaSanità di Santa Maria della Vita. Purtroppo mancano i fondi: ora cominceremo acercarli, e speriamo di coinvolgere anche le Fondazioni bancarie». (C. U.)

Il «Motion Trio»

Il pro-vicario generale:un’opera «degna»

5Domenica8 luglio 2007

San Gregorio rinataSan Gregorio rinata

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DOCU

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Galeazza.«Il beato Baccilierici esorta a evangelizzare»

DI ERNESTO VECCHI *

arò a voi pastori secondo il miocuore» (Ger 3,15). Queste paroleprofetiche di Geremia esprimono

l’identità del Beato Ferdinando MariaBaccilieri, che Giovanni Paolo II confermòdefinendolo «icona vivente del BuonPastore». Anzitutto, emerge in donFerdinando Maria la costante della sua vita:fare sempre la volontà di Dio, anche quandogiunge a modificare i progetti e i propositipersonali. Questa sua forte determinazionelo ha portato a vivere l’obbedienza noncome un peso o un limite alla propria libertàdi autodeterminazione, ma come una virtù,che lo assimilava a Cristo. Il Beato, puravendone i meriti e i talenti, non ha maicercato onori o responsabilità più grandi.Non ha mai avuto «pensieri di cupidigia» (ITs 2,5) né ha «cercato la gloria umana», (I Ts2,6), come fanno tanti oggi, anche nellaChiesa. Il parroco di Galeazza, invece, haspeso tutta la sua vita sacerdotale neltestimoniare la carità di Cristo, in mezzo allasua gente. Insegnando ai suoi figli e alle suefiglie a contemplare il Crocifisso,sull’esempio di Maria Addolorata, haindicato loro la possibilità di risalire alleorigini della loro vocazione battesimale, cherende tutti protagonisti nell’edificazione delRegno di Dio, nella Chiesa. Pertanto, questosanto prete ci esorta a «rimboccarci lemaniche», a non cedere allatentazione della resa di fronteall’attacco al cristianesimo, che ognigiorno si fa sempre più aggressivo esfrontato. Si tratta, invece, sul suoesempio, di continuare a pronunciarequel «grande sì» che Dio in GesùCristo ha detto all’uomo e alla suavita, all’amore umano, alla nostralibertà e alla nostra intelligenza. Ènecessario dunque un «colpo d’ala»,per ridare slancio alle nostreparrocchie, attraverso l’annuncio delVangelo «sine glossa» e restituire allapastorale ciò che le è proprio: laformazione e l’educazione cristiana atutti i livelli, senza stancarsi mai,

coinvolgendo tutti gli uomini e le donne dibuona volontà, facendo vivere in concreto laloro vocazione battesimale. Bisogna poiritrovare il coraggio di proporre alle nuovegenerazioni la donazione totale di sé alSignore: nel sacerdozio ministeriale, nellaspeciale consacrazione maschile e femminile,per dare alla missione della Chiesa nelmondo contemporaneo un sostegno piùconsistente. È necessario rilanciare il ruolodel matrimonio e della famiglia cristiana, perintrodurre nella Chiesa e nella società civilecellule di risorse spirituali e sociali, senza lequali una vera civiltà non può sussistere.Infine una parola di riconoscenza per le figliedel Beato Ferdinando Maria, operanti nellaChiesa con la Congregazione delle Serve diMaria di Galeazza. Io stesso, fin dallafanciullezza, ho assaporato i frutti della lorodedizione totale al Signore. Il loro amoreconsacrato si è sempre riverberato sulla gentesemplice, regalando loro un sostegno, unsorriso, spesso determinante nel vivere laquotidianità. Carissime Serve di Maria diGaleazza, la vostra Congregazione ha ancoramolto da dire e da dare alla Chiesa di Dio,vista soprattutto come «Madre e Maestra». Lasua missione nel mondo vi coinvolge e viporta anche in terre lontane, per diffonderel’amore di Gesù e di Maria. Siate, però,sempre ancorate alle vostre radici, qui, aGaleazza, al confine di tre Diocesi (Bologna,Modena, Ferrara), che vi vogliono tantobene. Qui attende la risurrezione il corpo delvostro Beato Fondatore; qui trova alimento erinnovamento la grazia della vostra specialeconsacrazione, che ha il suo sigillo nellapiena comunione con il Papa e con i Vescoviche incontrate sul Vostro cammino comesuccessori degli Apostoli.

* Vescovo ausiliare di Bologna

Pietro, questione di cuore

Il Vescovo ausiliare, ricordandoil grande parroco, ha sottolineatola necessità di un «colpo d’alaper ridare slancio alle nostrecomunità nella formazione cattolica»

La Messa si terrànella chiesa dellaSs. Trinità, nell’ambitodel centenario dellamorte del fondatore,il venerabile monsignorGiuseppe GualandiProprio lì infattiegli intuì la personalevocazione di istruirecristianamentei non udenti

Nell’omelia della Messaper la solennità dell’Apostoloa cui è dedicata la cattedrale,l’Arcivescovo ha spiegato che afondamento del suo primato stail fatto che «era affezionato allapersona di Cristo con un legamecosì forte che nessuna cadutamorale avrebbe potuto spezzare»

6 Domenica8 luglio 2007

DOMANIAlle 20.30 a Reno CenteseMessa e processione inoccasione della festa delmartire sant’Elia Facchini.

MARTEDÌ 10 Alle 19 a Villa Revedinincontro con l’associazione«Bologna rifà scuola».

MERCOLEDÌ 11Alle 17 inaugura i restauridella chiesa di S. Gregorio delPoliclinico Sant’Orsola-Malpighi.

VENERDÌ 13Alle 20.30 a Le Budrieconcelebrazione eucaristicain occasione della festa disanta Clelia Barbieri.

SABATO 14 E DOMENICA 15Visita pastorale a Tolè,Montepastore, Rodiano,Prunarolo.

gli ordinandi

«A servizio dei più deboli»Il luogo scelto per la loro ordinazione èparticolarmente significativo: fu infatti nellachiesa della SS. Trinità, della quale eraparrocchiano, che il venerabile monsignorGiuseppe Gualandi, fondatore, assieme alfratello don Cesare, della Piccola Missione,avvertì per la prima volta la chiamata a dedicarsiall’evangelizzazione dei non udenti. DonSalvator e don Peter, i due ordinandi, se nedichiarano entrambi entusiasti: «È un grandeonore e un vero "ritorno alla fonte" del nostrocarisma». Don Salvator parla della sua vocazionecome «un mistero, come ogni chiamata: però finda giovane volevo fare

l’educatore el’insegnante. Ho volutodedicarmi in particolareai non udenti, perchéce n’è molto bisogno: inCongo ci sonopochissime scuole perloro e tutte religiose.Quella dove insegnavoio è l’unica dellaregione, poi ce n’è una nella capitale ealtre gestite però dai protestanti o da variesètte. Io volevo portare loro anche la fede,evangelizzarli - prosegue - Ero già religiosodi un’altra congregazione, per cui lavoravocome insegnante "normale". È stato il miovescovo di allora che mi ha indirizzato inItalia, per formarmi e poi lavorare con isordomuti; e qui ho conosciuto la PiccolaMissione, che mi ha entusiasmato tanto daentrarvi».«Da molto tempo nelle Filippine, facevovolontariato nel Centro pastorale per isordi della mia diocesi – ricorda invece donPeter – e intanto lavoravo comeinfermiere. Nel ’97 ho conosciuto padre

Savino Castiglione, allora superiore dellacomunità locale della Piccola Missione; lui mel’ha fatta conoscere, e l’anno successivo vi sonoentrato: ho deciso di dedicare tutta la vita allapastorale dei sordomuti». «Nelle Filippine cisono oltre 300mila sordi – spiega sempre donSollesta – e la stragrande parte non frequenta néla scuola, né la Chiesa: sono "invisibili" siasocialmente che pastoralmente. Nelle grandicittà le attrezzature esistono, ma nel resto delPaese, le innumerevoli piccole isole che locompongono, non c’è nulla. C’è quindi bisognodi molto aiuto per loro». Don Peter non sa però

ancora se, terminati glistudi, tornerà nelleFilippine, resterà in Italiao andrà in un altro Paese:«Sono a disposizione dellaCongregazione – dice –,andrò dove sarò mandato.L’importante è servire».

Chiara Unguendoli

DI CARLO CAFFARRA *

u sei Pietro e su questa pietra edificheròla mia Chiesa». Carissimi fedeli,celebriamo questi divini Misteri, per

doveroso omaggio ed onore al Principe degliApostoli, al quale i nostri padri hanno volutofosse dedicata la Cattedrale. Le parole di Gesùdette a Pietro rivelano compiutamente il sensodella sua vita, la sua missione nel piano divinodella salvezza dell’uomo: essere il fondamentovisibile su cui la Chiesa di Cristo è edificata. Eciò in ragione del fatto che Pietro confessò lavera fede in Cristo, figlio del Dio vivente. È lafede di Pietro il punto di riferimento necessariodegli altri apostoli e di ogni fedele. Volendo riflettere più attentamente sullapersona ed il ministero di Pietro, vediamorealizzarsi in lui in forma eminente quantol’apostolo Paolo dice di ogni ministro di Dio:«abbiamo questo tesoro (= del ministeroapostolico) in vasi di creta», cioè: la chiamata diPietro e la sua missione sono rivolte ad unuomo fragile. Quando Cristo si mostrò aidiscepoli sul lago, durante la notte, Pietro ebbel’invito di Gesù a camminare sulle acque perraggiungere il Signore. Ed ebbe paura,cominciando ad affondare. Quando Cristorivelò chiaramente ai discepoli il suo destino disofferenza, di passione e di morte, Pietro cercòdi distoglierlo da questa via. Obiettivamentel’apostolo continuava la tentazione con cui ilSatana nel deserto aveva già cercato didissuadere Gesù. Quando Cristo entrò nella suapassione, Pietro non ebbe il coraggio di farsiriconoscere come suo amico, e lo tradì per trevolte. Ma questo stesso Apostolo poté dire inpiena sincerità a Cristo: «Signore, tu sai tutto; tusai che ti amo». Ecco, carissimi fedeli, questa è lachiave di volta di tutta l’esistenza di Pietro: il suoessere più profondo, il «cuore» della sua

persona, era affezionato alla persona diCristo con un legame così forte che nessunacaduta morale avrebbe potuto spezzare.Quando, dopo il discorso di Gesù sul panedi vita, tutti stavano abbandonando ilSignore, Pietro disse: «Signore, da chiandremo? Tu solo hai parole di vita eterna».Questo è il segreto più intimo di questoapostolo: il non poter più vivere senzaCristo; la consapevolezza che, privata della

sua presenza, la vita sarebbe ridiventatavuota. È dentro a questa consapevolezza,che neppure il triplice tradimento, riuscì ascalfire, che Gesù depose il tesoro dellamissione di Pietro: essere fondamento dellaChiesa. «Guardate a Lui e sarete raggianti,non saranno confusi i vostri volti».Abbiamo pregato con queste parole delsalmo responsoriale pochi istanti or sono.Quando Pietro camminando sulle acque,

cominciò ad affondare, egli guardò il Cristo chelo salvò. Miei cari fedeli, è questa la veraliberazione della nostra persona: posare il nostrosguardo su Cristo per essere da lui illuminati.L’occhio ha bisogno della luce per vedere. Cristoè la luce che consente all’uomo di vedere larealtà in modo adeguato. L’apostolo Pietro ciintroduca in questo rapporto di fede col Cristo,che nessuna debolezza possa distruggere.

* Arcivescovo di Bologna

Don Peter Un momento della celebrazione e monsignor Vecchi

Don Salvator

Piccola Missione per i sordomuti, due nuovi sacerdoti

ue nuovi sacerdoti, di Paesi lontani mastudenti a Bologna, arricchiranno la

comunità religiosa della "Piccola missioneper i sordomuti": don Salvator KaserekaWalire, del Congo e don Peter Miles S.Sollesta, delle Filippine, saranno ordinatisabato 14 dal vescovo ausiliare, monsignorErnesto Vecchi, nel corso di una Messacelebrata alle 11 nella parrocchia dellaSantissima Trinità (via Santo Stefano 87).L’evento si inquadra nell’ambito di un annoimportante: quello del centenario dellascomparsa del Fondatore della PiccolaMissione, il venerabile monsignor GiuseppeGualandi. Di lui si parlerà nella Messa diordinazione dei "suoi" nuovi sacerdoti. E insuo onore si terranno diverse celebrazioni, a partire da settembre, checulmineranno in novembre.

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Il venerabile Gualandi

Page 7: TA TO LA IC O U N B EN E A N C H E P ER LA H IESA allÕestrem … · 2019. 12. 17. · Un che di divino: stabile come il cielo (Sal 119,89), profondo come il ... voce della verit

ugusto Baroni, un «pilastro»della cultura, della pedagogia edell’apostolato cattolico: è il

senso dello studio che storealizzando con un gruppo digiovani ricercatori in occasione dei110 anni della sua nascita aMinerbio. Lo spunto nasce dal suoimpegno nella costituzione deiprimi «Gruppi del Vangelo» aBologna, negli anni Venti, sotto la

direzione dell’allora rettore del Seminario regionalemonsignor Mimmi: un’esigenza spirituale e caritativa che glinasce durante la prigionia nella prima guerra mondiale, maanche un’esperienza forte che condensa tutta la sua vita dicristiano e di studioso. La ricerca si sofferma sui principalipercorsi di Baroni. Anzitutto quello di «memorabile» fucino,e poi di insegnante e pedagogista, nelle scuole (in particolareal San Luigi) e all’Università, dove riaffermò la connessionetra questa e la vita familiare e rivendicò alla pedagogiaautonomia di scienza rispetto a psicologia e sociologia. Poi ilsuo profondo immergersi nell’apostolato, diventandol’esponente di primo piano e il «rinnovatore» della «SanVincenzo», che riportò allo spirito originario conciliando la«fedeltà alla migliore tradizione con la necessità di aperturaai nuovi problemi». Un percorso, il suo, che si intreccia conquello di Padre Marella, soprattutto nell’eliminazione dellezone povere e degradate della città, nel primo dopoguerra.C’è poi l’innumerevole opera pubblicistica nel secondodopoguerra, quando diventa l’animatore del «Samaritano»,giornale a vocazione nazionale della San Vincenzo, e ilpromotore di molti giornali cattolici, come «Il Risveglio» e«Via Emilia»; era inoltre assiduo collaboratore dell’Avvenired’Italia e scrittore di libri, come la «Pedagogiafondamentale». Una vita e una pagina di storia, di esperienzesociali, umane e spirituali che merita di essere riproposta.

Giusy Ferro

A

delle Alpi «Sotto le Stelle»: serata laser. Esperti diastronomia condurranno osservazioni del cielo aocchio nudo, indicando gli oggetti più interessanticon un raggio laser dell’Osservatorio di Bologna.Ritrovo alle 20.30 nei pressi del cimitero diMonteacuto. Accesso libero.

societàCOLDIRETTI. La Coldiretti di Bologna organizzacome ogni anno un momento di festa estivo«Serata dei profumi» martedì 10 alle 21.30 nelparco di Villa Due Torri (via del Gomito 30). Dopoi saluti del presidente Marco Pancaldi e di PatriziaSuzzi, responsabile «Donne Impresa», alle 22esperti parleranno del tema «Sani dentro e bellifuori: la frutta anche nella cosmesi»; alle 22.30spettacolo comico. Durante la serata degustazionedi frutta locale.

Chiusura estiva della Curia - Pieve di Cento ricorda Urbano RosssiFeste nelle parrocchie - Coldiretti, «Serata dei profumi»

curiaCHIUSURA ESTIVA. Tutti gli uffici della Curiaarcivescovile saranno chiusi da sabato 28 luglio adomenica 19 agosto. Riapriranno lunedì 20 agosto.

parrocchie e chieseS. GIORGIO DI VARIGNANA. A S. Giorgio di Varignana(Osteria Grande) si tiene la festa della Madonnadel Carmine. Come Triduo di preparazionemercoledì 11, giovedì 12 e venerdì 13 alle 20 Messain varie zone. Domenica 15 ore Messe alle 8 e alle11; alle 17 Battesimo e affido dei bimbi allaMadonna. Alle 20 Messa solenne e processione.Sarà presente la Banda Musicale di Castel S. PietroTerme; al termine del concerto, rinfresco offerto daiparrocchiani.MONTE SEVERO. Domenica 15 festa della Madonnadel Carmine nella chiesa di Monte Severo(parrocchia di Ronca). Alle 16 arrivo della banda diSamone, alle 17 Messa e processione, al terminerinfresco. Seguirà una sottoscrizione a premi il cuiricavato andrà a favore della chiesa. Animerà laLiturgia il coro do Montepastore. La festa è resapossibile dalla collaborazione di tutti paesani,guidati dall’Accolito Alessandro Bertoni.

trigesimoPIEVE DI CENTO. La parrocchia di Pieve di Centoricorderà nella preghiera di suffragio Urbano Rossi,fratello del parroco don Paolo, portatore dihandicap, collaboratore della parrocchia e personabenvoluta da tutti per la sua umanità e dolcezza. LaMessa sarà celebrata, nel trigesimo dellascomparsa, sabato 14 alle 18 nella chiesaparrocchiale.

gruppi e associazioniVAI. Il Volontariato assistenza infermi informa tuttii gruppi che padre Geremia Folli invita tutti ivolontari martedì 17 luglio e martedì 28 agostoalla «Casa del Vai» a Monterenzio (vicino allachiesa): alle 16.30 Messa, seguita dalll’incontrofraterno. Per accordi e ulteriori informazionicontattare: padre Geremia, tel. 0513397522 oMarisa Bentivogli, tel. 051502209.

spiritualitàCOMUNITÀ DEL MAGNIFICAT. La Comunità delMagnificat di Castel dell’Alpi organizza dall’8agosto pomeriggio al 14 agosto mattina un «Tempodello Spirito» per giovani e adulti, sul tema «Maria,la donna libera». Quota di partecipazione: liberocontributo. Informazioni e prenotazioni: tel.053494028

scienza«SOTTO LE STELLE». A cura di Inaf Osservatorioastronomico di Bologna con la collaborazionedell’associazione Sofos oggi alle 21 a Monteacuto

le saledellacomunità

A cura dell’Acec-Emilia Romagna

CHAPLINP.ta Saragozza 5 Ocean’s thirteen 051.585253 Ore 15.45 - 18 - 20.15

22.30

TIVOLIv. Massarenti 418 Mio fratello è figlio unico051.532417 Ore 21.30051.976490

CASTEL S. PIETRO (Jolly)v. Matteotti 99 Follia051.944976 Ore 21

VIDICIATICO (La Pergola)v. Marconi 10 Ocean’s thirteen 0534.53107 Ore 21.15

Tutte le altre sale della comunitàsono chiuse per il periodo estivo.

Isola Montagnola

all’11 al 28 luglio, tutti i giorni dal mercoledì alsabato, nel Parco della Montagnola di Bologna va

in scena lo spettacolo interattivo di teatro ragazzi «Lemirabolanti avventure di Pippi». Inizio ore 21.30,ingresso euro 4. Età: dai 4 anni. In caso di pioggia lospettacolo si terrà presso l’adiacente Teatro Tenda.Info: tel. 051.4228708 o www.isolamontagnola.it

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7Domenica8 luglio 2007

monsignor Francesco Lambiasi,finora assistente ecclesiasticogenerale dell’Azione cattolica

italiana, il nuovo vescovo di Rimini.Lo ha nominato Papa Benedetto XVImartedì scorso. La nomina è avvenutain seguito all’accettazione, da parte delPontefice, della rinuncia del vescovomonsignor Mariano de Nicolò perraggiunti limiti di età. Monsignor.Lambiasi è nato a Bassiano (diocesi di

Latina) il 6 settembre 1947. Ha conseguito la Laurea in Teologia, conspecializzazione in Teologia Fondamentale, alla Pontificia UniversitàGregoriana. E’ stato ordinato sacerdote il 25 settembre 1971. Il 23 maggio1999 è stato ordinato Vescovo e designato per la sede di Anagni-Alatri. Dal2000 al 2005 è stato presidente della Commissione Cei per la Dottrinadella fede, l’annuncio e la catechesi. Il 15 febbraio 2001 è stato nominatoAssistente ecclesiastico generale dell’Azione cattolica italiana. È autore dinumerose pubblicazioni ed è membro del Pontificio Consiglio per i Laici econsultore della Congregazione per i Vescovi. Nell’ambito dellaConferenza episcopale italiana è membro della Commissione episcopaleper il Laicato e del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimanesociali dei cattolici italiani.

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[email protected]

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Le avventure di Pippi

Centro Due Madonne

rosegue la rassegna di ballo, ogni lunedì egiovedì alle 21 al Centro Polifunzionale Due

Madonne (Via Carlo Carli 56-58). Questa settimana,Vincenzo Serra (9 luglio) e il duo Gamberini &Pavini (12 luglio). Ingresso euro 5. Perprenotazione tel. 338.5398052 (ore 16-20 dalunedì a domenica). Info: www.zerocento.bo.it

PLunedì e giovedì si balla

Crevalcore, festa del Carmineomenica 15 a Crevalcore si celebra la festadella Madonna del Carmine: alle 10 la

Messa solenne sarà presieduta dal vescovoausiliare monsignor ErnestoVecchi. La sera, è previsto unmomento di preghierachiamato «Serenata a Maria»,con canti, preghiere eriflessioni di uomini di Dio. Visaranno inoltre il Mercatinopro Caritas come segno disolidarietà coi più poveri e ilmercatino equo-solidale ed

etnico organizzato dai giovani. Le celebrazionireligiose sono accompagnate dalla 27ª edizionedelle «Fiera del Carmine», dal 12 al 16, unappuntamento ormai tradizionale checomprende un nutrito programma di spettacoli,musica, mostre, mercati e mercatini, spaziludico-ricreativi per bambini e iniziative culturalie di solidarietà. Anche questa manifestazione,istituita nel 1617 e, con Bando Comunale,riconfermata nel 1836, è nata per celebrare lasolennità della Beata Vergine. La fiera ha ripresonegli anni 80 la sua antica tradizione per voleredel parroco don Ivano Griggio e dell’allorasindaco.

DGaggio, il Coro Gaudium festeggia 15 anni

iovedì scorso il Coro Gaudium di Gaggio Montanoha festeggiato i 15 anni di attività: un bel

traguardo, solennizzato da un concerto «a più voci»con altri cori. Il Coro nasce nella primavera del 1992.Molti dei brani in repertorio sono frutto di un’attentaricerca condotta nell’area appenninica bolognese emodenese da Paolo Bernardini e Daniele Venturi ecoordinata da Giorgio Vacchi. Il coro nel corso di

questi anni ha tenutooltre duecentoconcerti in tutta Italiae alla fine di agostosvolgerà un tour inFrancia. Nel 2003 perfesteggiare i dieci annidi attività ha registratoil compact disc «10anni insieme» nel

quale figurano alcuni tra i brani più significativi delrepertorio. Nel febbraio 2007 è stato invitato allaprestigiosa rassegna «Itinerari di musica corale»organizzata dall’Acer e patrocinata da Aerco eFeniarco. Il coro dalla fondazione è diretto da DanieleVenturi, diplomato in musica corale e direzione dicoro e in composizione, musicista che si è segnalatoper la sensibilità, il gusto lirico e la raffinata scritturacontrappuntistica e armonica.

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«Apri le tue ali», guidaal campo sullo Spirito

rganizzare un campo scuola non è facile. Ben losanno catechisti ed educatori che, nei mesi

estivi, si mettono in gioco in quest’esperienza. Talorail problema maggiore sta nell’elaborazione deicontenuti, se manca una traccia di riferimento o sequesta non è già stata opportunamente collaudata:giornate troppo piene o troppo vuote, attivitàirrealizzabili o inadatte all’età dei partecipanti,eccetera. In questi casi, meglio ricorrere a propostegià sperimentate con successo. È il caso del camposullo Spirito Santo che l’Azione cattolica diocesana daanni organizza per cresimandi e neocresimati, e cheora viene proposto nel volumetto «Apri le tue ali»,pubblicato dalle Edb nella doppia veste di «Sussidioper i ragazzi» e «Guida per gli educatori» (80 pagg.ciascuno, rispettivamente 3,50 e 6 euro). Due fascicoliagili, che grazie all’attenzione educativadell’associazione e all’esperienza editoriale dell’Edbripropongono il valido schema del campo di Ac,rendendolo adattabile ad età e situazioni differenti.Filo conduttore è il romanzodi Luis Sepùlveda, «Storia diuna gabbanella e del gattoche le insegnò a volare», chefa da sfondo alle diversegiornate e conduce i ragazziad approfondire laconoscenza dello SpiritoSanto e dei suoi doni, conparticolare riferimento allavita di fede e allaquotidianità. Lariformulazionedall’originario sussidiodell’Ac rende la proposta piùdinamica, (ripartita in seigiornate, a cui se neaffiancano tre «speciali»: il ritiro, la gita e ladomenica), ma al tempo stesso completa. Per ognigiorno, la guida per gli educatori evidenzia gliobiettivi dei momenti formativi e di preghiera,descrive lo svolgimento della storia e le attività daorganizzare. Il sussidio per i ragazzi, da parte sua,contiene i testi per la preghiera e propone spunti peril lavoro di gruppo. La giornata-tipo prende il via conun incontro degli educatori. La mattina, dopo lacolazione e la preghiera, vi è la presentazione dellastoria e del tema della giornata, seguiti dai lavori digruppo; nel pomeriggio, invece, ai giochi vengonoaffiancate alcune attività manuali. Nel complesso, idue fascicoli si propongono come aiuto prezioso perparrocchie e gruppi di preadolescenti e adolescentiche vogliono organizzare un campo sulla terzapersona della Trinità, trasmettendo una propostaspirituale forte attraverso strumenti alla portata deiragazzi e in una scansione temporale che uniscaformazione, gioco e preghiera.

Francesco Rossi

O

Azione cattolica

Arpe e flauto in Appenninoa quarta edizione della rassegnadi Musica sacra «Voci e organi

dell’Appennino», diretta daWaldimir Matesic, sabato 14 alle 21nella chiesa di Santa Maria Assuntadi Casola (Castel di Casio), presentaun concerto per flauto, arpa celticae arpa classica. Tito Ciccarese,flauto, e Raffaella Bianchini, arpe,eseguono musiche tradizionaliirlandesi e di autori classici, comeGluck, Chopin, Fauré, Rossini eSatie. Interessante il programma edi livello gli interpreti. RaffaellaBianchini, diplomata a Piacenza,svolge attività concertistica comesolista e in diverse formazionicameristiche ed orchestrali. Fa partedi un quartetto di arpe. È un graditoritorno, dopo l’applaudito concertoa Gabba, nel 2005. Tito Ciccarese èstato premiato in diversi, prestigiosiconcorsi nazionali. Ha suonato perimportanti associazioni in Italia eall’estero. Ha inciso due cd conmusiche di Schubert, Donizetti,Mozart. Anche per lui è un ritorno,dopo i concerti dell’estate passata.

L

Suor Anna Maria lascia Bolognae ne va da Bologna per un incarico in un’altra città,come già aveva fatto qualche anno fa, dopo 9 anni: e

anche stavolta lascia dietro di sé un’opera davveromeritoria, per la quale sarà ricordata con riconoscenza.Parliamo di suor Anna Maria, delle Figlie della Carità disan Vincenzo de’ Paoli, attualmente responsabile dellaCasa di accoglienza delle stesse suore presso il Centro SanPetronio. E sarà proprio al Centro che i suoi amici edestimatori la saluteranno domenica 15 luglio, con unMessa alle 17 nella Cappella. «Suor Anna Maria - spiegadon Giulio Matteuzzi, assistente spirituale del Centro - erastata a Bologna, sempre per 9 anni, quando ancora lesuore gestivano la Casa della Misericordia, in via RivaReno. Quando è tornata, ha curato il loro trasferimentonella nuova sede, nella quale succedevano alle suore diMadre Teresa. Qui, forte della sua esperienza e deldiploma di assistente sociale, ha realizzato un luogo diaccoglienza soprattutto per donne straniere in cerca dilavoro e anche per ragazze a rischio, mamme in attesa eloro bambini. E poi, assieme alle altre suore, collaboravacon la Mensa della fraternità. Aveva due speciali carismi:capire subito le persone, e dare consigli spassionati egiusti». (C.U.)

S

Ozzano verso la festadi san Cristoforo

a parrocchia dei SS. Cristoforo eCarlo ad Ozzano dell’Emilia si

prepara a festeggiare, il 25 luglio, ilPatrono san Cristoforo: quel giornopresiederà la solenneconcelebrazione monsignorClaudio Stagni, vescovo di Faenza-Modigliana. Il programma religiosoinizia venerdì 13 alle 21 con lafiaccolata al pilastrino di sanCristoforo sulla via S. Andrea. Dal14 al 24 Messe a Sant’Ambrogioalle 8.30 e 19, a San Cristoforo alle18. Ricco anche il programmaculinario con gli immancabilitortelloni preparati a mano conmetodi casalinghi. Spettacolare laparte musicale, che inizia sabato14, dalle 21 alle 23.30, con la 13ªGrande parata nazionale delleOrchestre di musica da ballo,curata da Amedeo Querzola eTiziana Casacci.

L

lavoratori cristiani

Acli nazionali, padre Dalla Zuannanuovo «accompagnatore spirituale»

adre Elio Dalla Zuanna, religioso della Congregazione deiSacerdoti del Sacro Cuore (dehoniani) e attualmente superiore

della comunità di Castiglione dei Pepoli nella nostradiocesi, è il nuovo accompagnatore spirituale delleAcli. Ha ricevuto dalla Conferenza episcopaleitaliana l’incarico di curare a livello nazionale laformazione spirituale degli aclisti per il prossimotriennio. Sostituisce don Giuseppe Masiero, attualeassistente nazionale adulti di Azione cattolica.Padre Dalla Zuanna ben conosce le problematichesociali e del mondo del lavoro, sia per esperienzadiretta che per formazione. Nato infatti a BuenosAires nel 1955, è stato da giovanissimo apprendistapresso un’azienda calzaturiera, quindi infermiere in ambitoospedaliero. Dopo gli studi presso la Pontificia UniversitàGregoriana e la Licenza in Scienze sociali, ha lavorato fino ad oggicome redattore presso la rivista «Settimana» del Centro EditorialeDehoniano, qui a Bologna, seguendo con attenzione le questionisociali e politiche. Tra i suoi incarichi anche quello di coordinatoredella Commissione generale Giustizia e Pace dei dehoniani. PadreElio collaborava già da alcuni anni alle attività della vita cristianadelle Acli. È stato presentato ufficialmente ai dirigentidell’associazione lo scorso 8 giugno, a Pesaro, in occasionedell’ultimo Consiglio nazionale.

P

Mons. Lambiasivescovo di Rimini

Augusto Baroni

Continua la ricercaper don Onofri

l gruppo di amici, legato alcoro «Soli Deo Gloria», che

ha organizzato il concerto disabato 23 giugno in omaggioa don Gino Onofri è ancoraalla ricerca di musica scrittadal Maestro, che dopo la suamorte è passata per variemani e della quale non si ètrovata finora traccia. Ilgruppo invita chi volesselasciare una testimonianza sudon Gino, e chi ha tra i propriricordi qualche sua partitura,a contattarlo tramite il sitowww.treggia.it/solideogloria Èinfatti sua intenzioneingrandire il volume ditestimonianze edeventualmente curarel’esecuzione di nuovepartiture.

I

Augusto Baroni, studiosu un «pilastro» cattolico

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8 Domenica8 luglio 2007

Il 6 ottobre il Cedinvita a «farsi prossimi»con un segno concreto

a coloro con i qualicondividiamola realtà abitativa

avvenimento di Cristo nella nostra vita attraversola comunità cristiana, permette a noi per primi difare l’esperienza di essere accolti. In Emilia

Romagna l’associazione «Famiglie per l’accoglienza» èpresente dal 1987 con una decina di sedi da Rimini aParma. La nostra esperienza è profondamente costituitadalla carità intesa come condivisione del bisogno in unagratuità che in sostanza vuole essere imitazione del gestocon cui Dio si è fatto uomo per condividere la nostra vitae il nostro destino. La carità è un servizio senza calcolo,senza tornaconti, che scaturisce dal desiderio semplice difacilitare a chi incontriamo la strada verso la propriapiena realizzazione, di donare quello che noi stessiabbiamo ricevuto: uno sguardo di bene. In questo modoaccade l’evento della vita che si dona senza riserve per glialtri. Vivendo così la carità facciamo esperienza di veralibertà. Quello che più ci preme oggi, anche nelconfronto con le istituzioni, è che l’impegno delle stesse

nel rispondere ai bisogni degli uomini sia svolto conl’ottica della sussidiarietà, come ci insegna la DottrinaSociale della Chiesa. Un impegno cioè che tende avalorizzare tutte le risorse presenti nella società, quelleassociazioni o opere nate dal tentativo semplice dellepersone – cristiane o meno - che decidono di mettersiinsieme per costruire una risposta ai tanti bisogni chequotidianamente si incontrano, perché questi tentativi dicondivisione possano essere un segno concreto disperanza per l’uomo di oggi. Ecco una testimonianza.Raccontano Giovanni e Lidia: «Sentiamo forte il calore diun’esperienza di affido che ancora stiamo in qualchemodo vivendo, prolungandosi essa oltre i tempi formali,per più di sette anni. Si tratta di un ragazzo venuto danoi a 13 anni e proveniente da una famiglia in dissesto,col padre separato e la madre dentro e fuori da clinichepsichiatriche. Un ragazzino con forti ed evidenti vuotiinteriori e totalmente chiuso nella difesa di una presunta

autonomia. L’incontro con lui ci ha insegnatol’approccio col diverso e la necessità di uscire dallanostra misura. Ciò ha permesso uno sguardo diverso edun più aperto giudizio tra noi e verso i figli naturali. Maè parso non bastare. Il ragazzo, dopo meno di tre anni èentrato in crisi di insofferenza lasciando la nostrafamiglia abbastanza dolorosamente. Ripreso dai Servizi,non ha voluto aver più alcun rapporto con noi per più didue anni. Un fallimento? Improvvisamente, dopo questolungo silenzio, ha chiesto di tornare da noi e così èripartito un lungo e diverso rapporto che dura ancora,anzi è cresciuto in diverse forme di accoglienza cheormai comprendono anche la madre naturale. Tuttoquesto ci ha liberato dall’ansia dell’esito: un seme gettatosi sviluppa sempre nelle persone che la carità ci ha fattoaccogliere e cresce con le strade che solo il Signoreconosce».

Associazione «Famiglie per l’accoglienza»

’LConvegno educativo: l’esperienza dell’affido

DI PAOLA TADDIA *

i sono espressioni chiare edefinite, inequivocabili, cherimangono per cosi dire

inalterate nelle culture e nel tempo,che però si arricchiscono o siimpoveriscono di significato neidiversi periodi, evocando realtà esituazioni diverse. «I vicini di casa» èuna di quelle espressioni.Essa definisce prima di tutto unaprossimità di spazio: i vicini di casasono coloro che abitano la casa vicinoalla mia, sono coloro con i qualicondivido una realtà abitativa comune.Fino a qualche decennio fa vicini dicasa significava anche coloro con iquali condividere un pezzo di storia,ricordi, esperienze comuni di vita,lotte, lavoro.Vicini significava dunque non soloprossimi nello spazio, ma anchenell’esperienza di vita. I vicini eranospesso davvero vicini, nel senso di unavicinanza affettiva, nei momentidolorosi e faticosi della vita, ma anchenei momenti di gioia.Siamo convinti che questa vicinanzasia ancora esistente, desiderata ecercata e che sia necessario solo farvenire alla luce le numerose realtà dicondivisione che esistono. Si è pensatoche il Congresso eucaristico diocesanopotesse essere una buona occasioneper riconoscere i legami di prossimità,quei legami senza i quali la comunitàcivile e cristiana non può dirsi tale eristabilire una consuetudine, nonistituzionalizzata, ma presente inmolte realtà, del «festeggiare con ivicini».Perché far festa con i vicini? Per direloro il nostro grazie per le piccole ograndi cose che da loro riceviamo, permostrare la nostra gratitudine perchéci sono, si fanno presenti econdividono il nostro cammino. Cosìla festa con i vicini diventa una festadel ringraziamento, una vera Eucaristiache celebra la bellezza della vita ditutti e la bellezza di esserci l’uno perl’altro. E in questo modo, l’Eucaristiapotrà essere portata dalla Piazza nellestrade e nelle case di ciascuno e laMessa domenicale sarà davverol’esplosione della festa.Ma praticamente come si svolgeràquesta festa con i vicini? Proviamo arispondere ad alcune domande chepensiamo molti si faranno.Quando sarà la festa?Il 6 ottobre nel pomeriggio. Sarà una

C

sorta di anticipazione, di «prova generale»della festa alla quale siamo tutti invitati ilgiorno dopo alle 17 in Piazza Maggioreper partecipare alla Messa e alla festaconclusiva del Congresso EucaristicoDiocesanoChi organizza e dove?Le famiglie, tutte, nessuna esclusa,cristiane e non cristiane, grandi e piccole,di città o di campagna, bolognesi e non,tutte insomma. La festa può essere in unacasa, in un giardino condominiale, in unospazio caratteristico del quartiere dove siabita, molto dipende da quanti si pensadi essere sia ad organizzare che apartecipare alla festa.Chi sono gli invitati?Ormai è chiaro: i vicini di casa.Una sola o tante feste?

Questo dipenderà dalla capacitàorganizzativa delle persone, dagli spazidisponibili, ma anche da scelte diopportunità che le famiglievaluteranno caso per caso. Non tuttipoi saranno impegnati ad organizzare,molti saranno gli invitati ma noncambia il valore della festa. Quandopartecipiamo all’Eucarestia non siamochi invita, ma siamo gli invitati.Rispondere ad un invito è riconoscereil valore dell’invito.L’obiettivo che ci piacerebberaggiungere è che tutti riescano agodere di un momento di veracomunione, sia esso nell’organizzare,sia nel partecipare, sia nel dare qualchesuggerimento riguardo il biglietto diinvito o gli addobbi o le bevande o

qualunque cosa possa contribuire allabuona riuscita della festa.Siamo consapevoli che non tutte lerealtà abitative o le situazioni divicinato possono favorire unaesperienza del genere, ma pensiamoche valga la pena provarci. Per alcunisarà già un grande obiettivo invitare acena il proprio vicino, per altri saràpiù semplice coinvolgere solo ibambini magari per una merenda, peraltri forse lo sforzo di «farsi vicini» sirisolverà in un saluto o poco più.Saranno comunque segni dicomunione che renderanno vero ilsegno del «fare la comunione» tuttiinsieme nella Messa domenicale.

* Ufficio diocesanodi Pastorale familiare

l Congresso Eucaristico Diocesano ha influito moltopositivamente nella vita della comunità parrocchialedi Castenaso e del Vicariato San Lazzaro - Castenaso,

soprattutto sotto il profilo della catechesi e dellecelebrazioni liturgiche: avere un chiaro riferimentocomune favorisce la convergenza pastorale. Nel nostro vicariato da qualche anno è sorta unacollaborazione tra le varie parrocchie per individuareitinerari formativi comuni. Ogni 2-3 mesi gli educatori di

gruppi medie, giovanissimi e giovani si incontrano perprogrammare la catechesi da proporre ai ragazzi assiemead alcuni coordinatori adulti e ad alcuni preti giovani.I «Quaderni del Congresso» ci hanno aiutato molto siaper la chiarezza e abbondanza di suggerimenti anchepratici, sia perché ci proponevano un tema chiaro e beneaccetto da tutti: l’Eucaristia. È evidente che per me, preteda poco, alla prima esperienza pastorale e dicollaborazione con altri preti e laici, questi sussidi sonostati di grande aiuto. La scansione in 4 fasi: Accoglienza,Ascolto, Memoria, Testimonianza/Comunione ci hapermesso di analizzare e approfondire numerosi aspettidi vita a partire dalla celebrazione eucaristica. Mi sembrache in modo equilibrato siano stati toccati tutti gliaspetti della Messa. Differente mi è sembrata, aCastenaso, la ricezione dei tre convegni Ced propostidurante l’anno: non mi sembra che siano stati moltoseguiti. Non credo per disinteresse, ma per un motivoforse banale: la distanza rispetto al luogo in cui sono

stati presentati. Penso che l’idea di rivivere il TriduoPasquale come conclusione di un Congresso Eucaristicosia geniale. Personalmente sottolineerei nel modo piùesplicito le conseguenze concrete che la Risurrezione hanella vita di tutti i giorni. Questo forse avrebbe potutoessere il tema di uno dei Convegni. Da qualche anno laChiesa Italiana ha assunto come cardini della pastorale edella teologia le categorie di speranza e testimonianza,che trovano la loro ragion d’essere nella Resurrezione delSignore offerta ad ogni uomo. Un ultimo pensiero sulpiano della carità: oltre all’opportuna colletta a favoredel «Villaggio della Speranza», mi sarebbe piaciuto cheavessimo proposto alla diocesi qualche altro segnoconcreto di carità. Non saprei dire esattamente cosa, maun’attività che rendesse partecipi in prima persona isingoli fedeli in un’azione comune, appunto, ditestimonianza e carità.

Don Marco Cippone,vice parroco a Castenaso

I

Un Congresso «geniale» che rende concreta la Risurrezione

E il vicinato si fa festa

L’iniziativa intende portarefar rinascere i legamidi prossimità, senza i qualila comunità civile e cristiananon può dirsi tale, e ristabilireuna bella consuetudine

Don Marco Cippone

Con don Marco Cippone cominciamouna rassegna di pareri da parte dei giovani pretiIl cappellano di Castenaso elogia i «Quaderni»,la catechesi sulla Messa e soprattuttole celebrazioni finali. E sollecita un secondo «segno»di carità accanto al Villaggio della Speranza