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Progetto di Infrastrutture Viarie Pagina 1 IL TRACCIOLINO IL TRACCIOLINO Rappresenta una delle operazioni preliminari nello studio di un progetto stradale, una volta individuati i punti di origine e destinazione. Il tracciolino rappresenta la proiezione del percorso che si dovrebbe seguire per collegare i due estremi della strada senza mai discostarsi dal piano di campagna e con data pendenza uniforme. Naturalmente, maggiore sarà la pendenza ammessa p, minore sarà la lunghezza del tracciato. Occorre stabilire, quindi, la lunghezza e la direzione del singolo segmento che unisce una curva di livello alla successiva. Nella figura si noti che nel primo tratto le curve sono quasi rettilinee e parallele tra loro. Il segmento d sarà anch’esso, praticamente rettilineo e pari a d= EQ/p, dove EQ è l’equidistanza tra le curve e p la pendenza scelta . Nel caso di carta 1:2.000, EQ= 2 m; se si vuole p= 5%, si ha (il 5% è solo un esempio: si dovrà decidere caso per caso in base all’orografia!): d= 2 / 0.05= 40 m (20 mm sulla carta)

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IL TRACCIOLINO

IL TRACCIOLINO Rappresenta una delle operazioni preliminari nello studio di un progetto stradale, una volta individuati i punti di origine e destinazione. Il tracciolino rappresenta la proiezione del percorso che si dovrebbe seguire per collegare i due estremi della strada senza mai discostarsi dal piano di campagna e con data pendenza uniforme.

Naturalmente, maggiore sarà la pendenza ammessa p, minore sarà la lunghezza del tracciato. Occorre stabilire, quindi, la lunghezza e la direzione del singolo segmento che unisce una curva di livello alla successiva. Nella figura si noti che nel primo tratto le curve sono quasi rettilinee e parallele tra loro. Il segmento d sarà anch’esso, praticamente rettilineo e pari a d= EQ/p, dove EQ è l’equidistanza tra le curve e p la pendenza scelta. Nel caso di carta 1:2.000, EQ= 2 m; se si vuole p= 5%, si ha (il 5% è solo un esempio: si dovrà decidere caso per caso in base all’orografia!):

d= 2 / 0.05= 40 m (20 mm sulla carta)

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IL TRACCIOLINO

I percorsi possibili sono generalmente due (AB’ e AB); si riducono ad uno nel caso in cui l’arco di raggio d è tangente alla curva Q+e. Possono essere infiniti quando tale curva non viene intersecata: in tal caso il progettista sceglie il percorso più breve o più conveniente.

Tutto ciò vale se le due curve sono tra loro rettilinee e parallele. In genere sono curvilinee e divergenti, per cui il percorso a pendenza costante sarà rappresentato sul terreno da una curva. Anche la sua proiezione sul piano del disegno sarà una curva.

Infatti, perché la pendenza sia uniforme, occorre che ad ¼ della distanza tra A e B si sia raggiunto un dislivello pari a EQ/4, così come ad ½ occorre che si abbia EQ/2. Tale condizione è soddisfatta dalla curva AMNPB.

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Pertanto, per approssimare la reale traiettoria curvilinea, specialmente in caso di sensibili equidistanze verticali e/o di forti curvature, si devono raffittire le curve di livello mediante interpolazione. In tal modo si riduce l’equidistanza e, quindi, si riduce lo scostamento del tracciato rettilineo da quello reale curvilineo.

È possibile, adesso, collegare due a due le curve di livello successive, fino ad unire gli estremi della strada con una spezzata, che rappresenta la proiezione del percorso che sul terreno collega i due estremi stessi a pendenza costante.

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La pendenza imposta, in genere si sceglie sulla base dei seguenti dati:

1. Dislivello tra i punti Origine – Destinazione 2. Lunghezza approssimata che avrà la strada

Allora una p di tentativo sarà data da: p(%)= Δq/Lapp

Per quanto detto prima, è possibile avere diversi tracciolini con data pendenza. Tuttavia, molti si elimineranno per il loro andamento irrazionale (angoli eccessivamente acuti, passaggi in zone vincolate, terreni geologicamente non idonei, ecc.) I criteri da seguire possono essere così riassunti: • mitigare le tortuosità • preferire il percorso più breve • limitare le opere d’arte (ponti, viadotti, ecc.) • valutare la geologia • minimizzare i costi (anche per quanto riguarda

espropri e manutenzione)

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Siano i tre tracciolino I, II e III. Il I° è preferibile per la sua regolarità e costituirà la spezzata guida da seguire per lo studio del tracciato. La rettifica del tracciolino avviene tramite la poligonale d’asse che non giace più sul terreno ma può giacere al di sotto o al di sopra di questo, costituendo quelli che si chiameranno trincee e rilevati rispettivamente.

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IL TRACCIOLINO

In realtà, si può costruire un corridoio entro cui far ricadere la scelta della poligonale d’asse, utilizzando tracciolini a diversa pendenza (con valori a cavallo di quello desunto) o frutto di scelte dipendenti da variabili già menzionate (limitazione espropri, mitigazione impatti, costi, ecc.) La poligonale avrà pendenza non uniforme e, generalmente, superiore a quella p imposta con lo studio del tracciolino. Comunque, quando l’orografia del terreno presenta zone a differente acclività, è opportuno utilizzare tracciolini con diversi valori di p.

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IL TRACCIOLINO

La soluzione ottima va scelta in funzione delle seguenti variabili: • Costo di costruzione • Gestione delle operazioni di manutenzione • Attraversamento di terreni geologicamente idonei • Mitigazione degli impatti ambientali

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