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Comune di San Giovanni Lupatoto Assessorato alla Pubblica istruzione SULLE TRACCE DELLA GUERRA “Io, inviato speciale alla ricerca di testimonianze sulla seconda guerra mondiale” Interviste degli Alunni delle Scuole Medie "Guglielmo Marconi” di San Giovanni Lupatoto e "Alcide De Gasperi” di Raldon Anno scolastico 2010-2011 A cura di Fuscalzo Gianpietro

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Comune di San Giovanni Lupatoto Assessorato alla Pubblica istruzione

SULLE TRACCE DELLA GUERRA

“Io, inviato speciale alla ricerca di testimonianze sulla seconda guerra mondiale”

Interviste degli Alunni delle Scuole Medie "Guglielmo Marconi” di San Giovanni Lupatoto e

"Alcide De Gasperi” di Raldon

Anno scolastico 2010-2011

A cura di Fuscalzo Gianpietro

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Sono passati ormai settant’anni dalle tragiche vici ssitudini che hanno coinvolto il nostro Paese nel corso della Seconda Guerra Mond iale. Il ricordo del difficile vissuto di quegli anni è r imasto come traccia indelebile nella memoria di tutti quelli che allora erano bamb ini e ragazzi e che sono, adesso, i nonni dei ragazzi che frequentano le nost re scuole. Nei loro ricordi, nel raccontare la loro infanzia, i nonni infrangono la regola del tempo: diventano coetanei dei nipoti che li intervi stano. Quei bambini, quei ragazzi, con in tasca i sogni e le aspettative di una intera generazione, fecero propri ideali di libertà e di g iustizia. Gli stessi ideali che diedero forza ai loro cuori, alle loro menti, alle loro braccia: miracolosamente, rapidamente, l’Italia, us cita dagli anni bui della guerra, ritrovò una nuova vitalità. Una nuova generazione di italiani iniziò a vivere l ’esperienza esaltante della rinascita da popolo libero. A loro dobbiamo rispetto per ciò che hanno vissuto, per ciò che hanno costruito, per ciò che ci consegnano. L’Assessore all’istruzione Il Sind aco Maria Luigia Meroni Fabrizio Zerman

L’iniziativa è realizzata

grazie al contributo di

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“Io, inviato speciale alla ricerca di testimonianze sulla seconda guerra mondiale” Le classi terze della scuola media del Comune hanno aderito volentieri alla proposta di intervistare i "nonni" su quanto è accaduto, in par ticolare nel territorio di San Giovanni Lupatoto, durante il ventennio fascista e la second a guerra mondiale. "Mi ricordo": sono queste le fatidiche parole con c ui le generazioni precedenti consegnano alle successive il bagaglio del loro vissuto. Come un mosaico è composto di innumerevoli tessere colorate, così la grande storia è costruita con le piccole storie di ciascuno. Questo hanno capito i ragazzi, ed il passato da pag ina morta è diventato un volto, una voce, un racconto. Narrando la propria esperienza, gli anziani si sono sentiti accolti e valorizzati ed i ragazzi, d'altra parte, ascoltando chi li ha preced uti hanno capito che cos'è la guerra ed hanno riflettuto sulle sofferenze ed i sacrifici de i "nonni", che sono stati necessari per costruire l'Italia libera ed unita di oggi. Così la memoria non andrà perduta. Alle interviste hanno aderito tutte le terze medie della scuola: 3A professoressa Zampieri Maddalena 3B professoressa Raimondo Stefania 3C professoressa Toaiari Simona 3D professoressa Mingon Beatrice 3E professoressa Ronca Teresa 3F professoressa Bonuzzi Giuliana 3G professoressa Maggio Mirka 3H professoressa Bettili Manuela 3L professor Scavazzini Ulisse

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SULLE TRACCE DELLA GUERRA L'anno scorso e’ nata l'idea di fare una mostra su lla interessante storia "bellica" di San Giovanni Lupatoto e per affrontar e tale impresa ho coinvolto il mio Amico Sammartino Claudio con cui condivido la stessa passione e la collaborazione nell'allestimento di mostre da alcu ni anni a questa parte. Ecco cosa ho fatto, mi sono messo "sulle tracce de lla guerra" e ho seguito le sue orme nei libri e in quanto rimane v isibile nelle nostre strade. Perche' questa pubblicazione ? Mi piaceva l’idea che rimanesse una memoria storic a della seconda guerra mondiale rilasciata da chi la aveva vissuta in pri ma persona, dalla gente comune , quindi dai “nostri nonni" e di conseguenz a ho coinvolto le scuole medie di San Giovanni e Raldon affinche' compisser o tale impresa tramite gli alunni delle classi di terza media. Perche’ leggerla ? la bellezza di queste interviste sta nell’essere lo specchio della vita di allora , la gente comune racconta le proprie espe rienze e a tale motivo i miei interventi sono stati volutamente formali e non s ostanziali. Ai ragazzi : intervistare i nonni vi ha sicurament e avvicinati ad un’altra generazione, vi hanno raccontato la loro vita di quando avevano pressappoco la vostra eta’ , rendetevi conto della fortuna di viv ere nella pace e cercate di apprezzare la vostra vita il piu’ possibile. un ringraziamento a tutti quelli che hanno contrib uito alla riuscita di questa pubblicazione. Fuscalzo Gianpietro San Giovanni Lupatoto 14-03-2011

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Intervista a Solidea Compri classe 1933 di Micheloni Ilaria.................................................................................. 7 Intervista A Clorinda Quaglia Anni 87 Di Bampa Alessia....................................................................................... 8 Intervista ai Poli Corrado di Poli Sofia III E............................................................................................................. 9 Intervista ai Giulio (PiaOpera) di Sendrea Nicoleta 3 E.......................................................................................... 10 Intervista a Zamberlan Giuseppe di Riccardo Battistoni ......................................................................................... 11 Intervista a Peruzzi Oliana anni 69 di Cortese Lorenzo 3 F .................................................................................... 12 Intervista a Zocca Benedetto e Angelina Boscaini di Marta Zocca III G............................................................... 13 Intervista A Nonno Romano Di Nicola Coati 3 G.................................................................................................. 15 Intervista a Venturi Elda 80 anni di Rigo Matteo ................................................................................................... 16 Intervista a Brutti Gabriella, Brutti Enzodi Langa Ana 3 E.................................................................................... 17 Intervista a Benito Saoncelli, nato a Sorgà il 16/04/1923 – di Perugini Gianluca................................................... 19 Intervista alla nonna di Enrico Canino..................................................................................................................... 20 Intervista Ai Nonni Di Anna Fiorini ........................................................................................................................ 21 Intervista a Umberto Oliboni classe1926 di Di Irene Caloini 3 H........................................................................... 22 Intervista ai nonni Bruno Caloini classe1936 e Marisa Pasi classe1940 Di Irene Caloini, 3 H ............................ 24 Intervista ai nonni di Rizzardi.................................................................................................................................. 26 Intervista ai nonni di Valentina Miglioranzi........................................................................................................... 27 Intervista a Enrichetta De Fanti di 99 anni di Florio Martina 3°E........................................................................... 28 Intervista ai nonni di Cecilia Magnani 3 L (Raldon) ............................................................................................. 30 Intervista a Sirio classe 1915 e Gabriella classe 1933 di Federico Cristofoli 3 L (Raldon) .................................... 31 Intervista ai nonni di Laura De Togni 3 L (Raldon) ................................................................................................ 32 Intervista al nonno di Salerno di Lorenzo Fezza 3L (Raldon)................................................................................. 33 Intervista alla nonna di Raldon di Enrico Fezza 3 L (Raldon) ................................................................................ 34 Intervista al nonno Vittore Cortella classe 1928 di Matteo Sandri 3 L (Raldon) .................................................... 35 Intervista a Maria Lonardi classe 1927 di Marconcini Jessica .............................................................................. 37 Intervista A Lineri Lina Di Dona' Francesca ........................................................................................................... 38 Intervista a Gina Zaccaria 91 anni di Noemi Marchiotto 3F .................................................................................. 39 Intervista A Toffali Maria Isolina 87 Anni Di Rodegher Alessandra Classe 3e .................................................... 40 Intervista a Giulio (PiaOpera) di Asia Cobelli 3 E ................................................................................................ 41 Intervista a Tambara Rosetta di Lonardi Valentina 3 E......................................................................................... 43 Intervista a Nonno Gianfranco di Emanuele Bettini............................................................................................... 44 Intervista ai nonni di Castagna Alberto e Leonardo Castagna................................................................................. 45 Intervista ai nonni di Ferrari Nicolo’ ....................................................................................................................... 45 Intervista a Santina Boarotto classe 1935 di Giulia Mantovani, 3 h........................................................................ 48 Intervista al nonno - di Mirco Ferraro...................................................................................................................... 49 Intervista Ai Nonni Di Piccoli Lorenzo Classe Iii C .............................................................................................. 49 I miei nonni – di Marta Bendinelli 3 L (Raldon) .................................................................................................... 50 Intervista ai nonni di San Giovanni di Lorenzo Fezza 3 L (Raldon) ....................................................................... 50 Intervista a Venturini Carlo(1942), Zago Franca(1946) e Fiorini Gioconda(1939 ) di Mattia Montagnoli - 3 L (Raldon) ................................................................................................................................................................... 51 Intervista a Luigi Zanardi classe 1935..................................................................................................................... 51 Intervista a Canoso Rosetta di Elisa Tregnaghi classe 3^E ..................................................................................... 52 Intervista a Giuseppe Scardoni 80 anni di Ilaria Scardoni 3F ................................................................................. 54 Intervista a Strazzer Gian Domenico di Elena Strazzer........................................................................................... 55 Intervista a Isolan Rosa classe 1914 di Provolo Elena ............................................................................................ 56 Intervista ai nonni di Matteo Boschini 3F...............................................................................................................57 Intervista A Florio Teresa, 81 Anni Di Gaspari Tobia ............................................................................................ 59 Intervista a Maria Rossignoli classe 1926 di Giulia Pedron.................................................................................. 59 Intervista a Marastoni Angelo anni 81 di Alessandro Bertucco 3F......................................................................... 61 Intervista ai nonni di Carnevale Miriam ..................................................................................................................62 Intervista a nonna Luciana di Alessandra Cerulli ................................................................................................... 63 Intervista a Luigia Mensel di Jessica Benetti.......................................................................................................... 64 Intervista a Mario Norsa classe 1927 di Giulia Mantovani, III h ............................................................................ 65 Intervista Al Nonno – Di Leonardo Pasotto Classe 3h............................................................................................ 66 Intervista al nonno Gianni Poli di Manuel Poli 3 F ............................................................................................... 67

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Intervista a Rino Roncari nato nel 1940 a San Giovanni Illarione di Luca Perandin 3L (Raldon) ......................... 68 Intervista A Rita Zerman E Enrico Francesco Zerman Di Alexandru Bogdan Doroftei 3 L (Raldon) ................... 69 Intervista ai nonni di Mirco Beltrami 3 A (Raldon) ................................................................................................ 70 Intervista al nonno di Giulia Moro 3 A (Raldon) .................................................................................................... 71 Intervista a mio nonno Gianni Poli (di San Giovanni Lupatoto) Manuel Poli 3 F ................................................ 71 Intervista Alla Mia Bisnonna Lina (Data Di Nascita: 26/11/1921) Di Thomas Poli - 3 B (Raldon)..................... 72 Intervista a Ubaldo Faccion (nato il 16/5/1932) di Filippo Faccion - 3 B (Raldon)................................................ 74 Intervista Ai Nonni Di Manuel Leonardi 3 A (Raldon)........................................................................................... 74 Intervista ai nonni di Sofia Fabbri 3 A (Raldon) ..................................................................................................... 75 Intervista a Boninsegna Elisabetta di Boninsegna Benedetta .................................................................................. 78 intervista a nonna Bersani Silvana anni 72 di Dania Veghini: ............................................................................... 79 Intervista Alla Nonna Di Samuel Liuzzi 3^D.......................................................................................................... 80 Intervista Ai Miei Nonni Di Alessia Pasetto Classe 3 D ......................................................................................... 80 Intervista Ai Nonni Di Chiara 3 D........................................................................................................................... 81 Intervista Al Nonno Di Ester Biem 3d....................................................................................................................82 Intervista Al Nonno Luciano Di Fatima ................................................................................................................. 83 Intervista Ai Nonni Di Angelica Rosa 3 A (Raldon)............................................................................................... 84 Intervista A Mireno De Pretto E Laura Zanella Di Giorgia Vicenzi - 3 A (Raldon).............................................. 85 Intervista Ai Nonni Di Luca Zocca 3 A (Raldon).................................................................................................... 85 Intervista A Nonna Pierina Boriero (1931) Di Samantha Marchesini 3 B (Raldon) ............................................... 86 Intervista Ai Nonni Di Matteo Miron 3b (Raldon).................................................................................................. 87 Intervista Ai Nonni Di Chiara Zancanella 3 L (Raldon).......................................................................................... 88 Intervista ai nonni di Giovanni Marangoni .............................................................................................................. 89 Intervista a nonna Teresa classe 1941 di Vanessa Carli e Noemi Borotto ............................................................. 90 Intervista ai nonni di Veronica Ferrari..................................................................................................................... 90 Intervista alla nonna Franca Grigoli classe 1940 di Sandri Anna........................................................................... 91 Intervista a Ida Micheloni classe 1930 di Taddei Giorgia ....................................................................................... 92 Intervista a Wanda Zuccotto classe 1926 di Valeria Bonetti ................................................................................... 93 Intervista A Gozzi Giglio Di Gozzi Vanessa 3 A (Raldon)..................................................................................... 94 Intervista a di Zanella Luigi di Sebastiano Fregnan 3G” G. Marconi” ................................................................... 95

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Intervista a Solidea Compri classe 1933 di Mic heloni Ilaria

Nome: Solidea Compri anni: 77 data di nas cita: 23/ 08/1933 Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? San Giovanni Lupatoto era un piccolo centro poco ab itato e la maggior parte era campagna. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Mi ricordo che governavano anche sulla scuola, ad e sempio il sabato bisognava andare a scuola in divisa. Cosa ricordi dei tedeschi? Mi ricordo che venivano pacificamente nelle famigli e o dalla sarta dalla sarta dove imparavo a cucire e parlavano. Facevano più fatica a parlare italiano del dialetto veronese e si esprimevano a gesti. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Mi ricordo che sono passati in via 4 novembre, dove abitavo, con i carroarmati e distribuivano la cioccolata. I partigiani:chi erano? li hai visti?Cosa facevano? I partigiani erano coloro che andavano contro i fas cisti e si nascondevano nelle campagne per non farsi arrestare. I non gli ho visti perché ero piccola, ma so che co mbatterono contro i fascisti quando arrivarono gli americani. Hai ricordi dei bombardamenti? Qui a S. Giovanni Lupatoto non ci sono mai stati b ombardamenti ma passavano gli aerei e suonava un allarme. Allora se ci trovavamo a scuola uscivamo subito e ci dirigevamo ai rifugi sotto terra e lì pregavamo. M i ricordo che i rifugi appartenevano ad un proprietario e le persone che gli abitavano vicino in caso di bombardamenti si dirigevano lì. Hai qualche episodio particolare da raccontare? Non ho ricordi che riguardano me ma dei miei famigl iari. Uno è che a Verona con un bombardamento e crollato il palazzo dove abitava mia zia. Un altro riguarda il figli di mia sorella, due bamb ini, che in un campo hanno trovato una bomba a mano. Il bambino è morto dopo l ’ esplosione mentre sua sorella ha perso un occhio per colpa di una scheggia. Oppure mi ricordo che tutti i giovani erano in guer ra compresi i miei fratelli. Pochi avevano la radio e noi andavamo da dei conosc enti per ascoltare le notizie. I miei fratelli furono catturati e portati in Germani a e fortunatamente furono liberati.

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Intervista A Clorinda Quaglia Anni 87 Di Bampa Al essia Clorinda Quaglia nata il 27/10/1924 Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? Vivevo e vivo a S. Giovanni Lupatoto ricordo che gl i abitanti del paese vivevano nella paura che suonassero le sirene che avvisavano i bombardamenti dei tedeschi. Al suono delle sirene gli abitanti cercavano di tro vare riparo sotto i ponti. Ogni sabato i fascisti si riunivano in un locale vi cino al comune, però non so cosa dicessero. In queste riunioni portavano i bambini c hiamati “i piccoli italiani” dove veniva loro inculcata la mentalità fascista. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Ricordo che avevano nascosto nella nostra stalla un cavallo che probabilmente avevano rubato, obbligandoci a dargli da mangiare e dopo 4 o 5 giorni sono venuti a riprenderselo. Cosa ricordi dei tedeschi? Ricordo che due miei cugini erano ricercati dai ted eschi, non ricordo il motivo, però noi li nascondavamo sotto le cataste di legna, perchè in casa non erano al sicuro. Ricordo che c'era un'aereo dei tedeschi, ch e sorvolava il paese e alla sera quando lo sentivamo arrivare spegnevamo tutte le lu ci e ci nascondavamo in stalla al buio, così non vedendo le luci non ci bombardava . Ironicamente lo avevamo soprannominato “Beppino”. Non mi ricordo quando sono arrivati gli americani, ma ricordo quando hanno portato via i tedeschi, erano in fila circondati dagli amer icani, avevano le braccia alzate in segno di sconfitta. Gli americani li stavano por tando fuori dal paese e ricordo che mio papà si era avvicinato alla fila di tedesch i per dargli uno spintone come fosse uno sfogo per tutto quello che gli avevano fa tto passare, un americano lo ha allontanato. Non so cosa facessero perchè io ero piccola avevo c irca 15 anni. Quello che facevano e chi fossero erano cose segrete e quindi non c'era dato sapere i loro movimenti. Hai ricordi dei bombardamenti? A S. Giovanni Lupatoto non ci sono stati bombardame nti, però sentivamo quelli di Verona. Ricordo di due fratelli del paese che si tr ovavano in centro per lavoro o per studio e che sono rimasti uccisi in un bombarda mento.

Hai qualche episodio particolare da raccontare? Ricordo quando con la scuola ci hanno portato a Ver ona per vedere il Duce. Tutte le bambine avevano una camicetta bianca e una gonna bl u, ci hanno fatto salire sull'autobus e ci hanno portato in centro. Siamo en trati in Arena perchè il Duce doveva fare un discorso, però non ricordo cosa diss e.

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Intervista ai Poli Corrado di Poli Sofia III E Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? Eravamo negli anni 30-40, essendo nato nel 1927 ric ordo benissimo quel periodo nel paese di S. Giovanni Lupatoto. Gli abitanti erano c irca 10-12000, compresa la periferia (Raldon-Camacici). Si viveva abbastanza b ene perché c’erano diverse fabbriche: il cotonificio Festi-Rasini con circa 10 00-1200 operai, la cartiera Saifecs con circa 500-600 operai, la Bario e Deriva ti con 200 operai. Poi è sorto il Ricamificio. Insomma non si stava proprio male. Poi c’era l’agricoltura che produceva granoturco e frumento. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Eravamo nel periodo del ventennio fascista, partito totalitario, cioè dittatura, dove i cittadini venivano privati di libertà, di pe nsiero, di parola e di azione. Per lavorare si doveva esibire la tessera del parti to fascista. Tanti contrari al regime venivano perseguiti, alcuni si rifugiarono a ll’Estero. Nel 1940 l’Italia entrò in guerra a fianco della Germania contro gli alleati. Fu un periodo terribile che durò cinque anni. Terminò in aprile del 1945. Cosa ricordi dei tedeschi? L’8 settembre del 1943 l’Italia chiese l’armistizio agli alleati. L’esercito italiano andò allo sbando così i tedeschi s’impadro nirono del nostro territorio. Il giorno stesso successe un fatto di sangue qui a S. Giovanni Lupatoto. Al centro del paese, proprio di fronte all’acquedotto, in una cas a privata, c’era un commando dell’esercito italiano con tanto di sentinella arma ta alla porta che non lasciava passare nessuno. Si presentò un commando tedesco pe r arrestare i soldati italiani. La sentinella italiana intimò l’alt. Questi prosegu irono senza fermarsi, la sentinella sparò e uccise un militare tedesco. Gli altri spararono a loro volta e freddarono il soldato italiano. I tedeschi resero g li onori al militare italiano per aver adempiuto il proprio dovere. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Il 25 aprile del 1945 arrivarono gli americani. Gr ande festa, suonarono le campane, bandiere italiane e americane ovunque, add irittura atterrò in piazza a S. Giovanni un aereo americano da ricognizione che noi avevamo chiamato Pippo, sorvolava continuamente il nostro territorio per fo tografare tutte le postazioni belliche nemiche. Poi seguivano i bombardamenti. I partigiani:chi erano? li hai visti?Cosa facevano? Con la disfatta dell’esercito italiano, avvenuta ne l settembre del 1943, molti soldati furono arrestati dai tedeschi e portati in campi di concentramento in Germania, pochi si salvarono, altri aderirono alla Repubblica di Salò e in molti si rifugiarono sulle montagne e si costituirono in gru ppi partigiani. Il loro compito era di sabotare le azioni belliche dei tedeschi. Ci furono scontri a fuoco e molti persero la vita sui campi di battaglia. Il loro con tributo valse a liberare l’Italia dal nazi-fascismo. Anche a S. Giovanni ebb e luogo un fatto doloroso che li coinvolse. Accadde il 25 aprile 1945 giorno dell’ar rivo degli americani. L’esercito tedesco in ritirata fece saltare tutti i ponti sull ’Adige a Verona. Un gruppo di soldati tedeschi rimasti al di qua si rifugiò nella zona di Pontoncello, proprio dove si trova ancora adesso la “casa bombardata”. I partigiani locali corsero per arrestarli. Purtroppo tre di loro, giovani di S. G iovanni, persero la vita. Hai ricordi dei bombardamenti?Hai qualche episodio particolare da raccontare? Verona, punto strategico di collegamento tra German ia e Italia, era bombardata di continuo. Gli aerei americani, chiamati Fortezze Vo lanti, provenienti da sud-est di Verona, passavano sopra di noi qui a S. Giovanni. Q uando qualche aereo era colpito, per prima cosa sganciava il carico di bombe. Fu a c ausa di queste bombe che nella zona del ricamificio morirono tre bambini di 8-10 a nni, i quali sono ricordati in un affresco nella chiesetta della Madonnina per ope ra del pittore Resi di S. Briccio. Ci sarebbero tanti altri fatti dolorosi da ricordare di quel brutto periodo ma… mi fermo qui.

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Intervista ai Giulio (PiaOpera) di Sendrea Nicolet a 3 E Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? Al momento dello scopio della seconda guerra mondi ale le c’era un apparente clima di pace di tranquillità però le città venero compl etamente distrutte dopo la seconda guerra mondiale in italia non era rimasto n eanche un chilometro di ferrovie anche perchè proprio al momento dello scopio della seconda guerra mondiale le due nazione che puo sono state tra le protagoniste dell a guerra erano dominate da regimi totalitari che davano questa apparenza anche per che in questi due paesi era sparita completamente la democrazia non esistevano piu i partiti le popolazione erano oppresse però si viveva in un clima di ordine questo stato di ordine ,di tranquillità data di questi regimi totalitari facev a apparentemente star bene le popolazioni . Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Durante il fascismo c’era il massimo del ordine e anche il massimo dell’antidemocratica perchè i partiti erano spariti erano stati oppressi sia in italia che in germania . comandava Mussolini e ogni cosa che lui diceva aveva sempre ragione durante il fascismo sono stati fatte delle buone cose perchè naturalmente lo stato avanzava viveva però sempre c on questa antidimocrazia che puoi ha portato a una lunga guerra. Durante il fasc ismo chi non era inscritto al partito fascista praticamente aveva finito di progr edire non avevano piu fatto carriera quasi la totalità degli italiani erano tut ti inscritti al partito fascista e questo fu però un grande errore di Mussolini perc hè lui in questo modo non poteva contare quanti erano i fascisti a lui fedeli perchè tutti erano inscritti a questo partito quando puoi il fascismo era caduto subito d opo la guerra i partiti sono spariti perchè tralaltro il fascismo non aveva una vera e propria ideologia . Cosa ricordi dei tedeschi? i tedeschi erano uno die piu grandi popoli d’europa . Hitler non avrebbe voluto che l’Italia entrasse nella guerra perchè l’Italia face va molto comodo a Hitler il quale l’italia aveva una rette ferroviaria ottima i tedeschi nel territorio italiano avevano le fabbriche le loro armi e l’ital ia poteva benissimo aiutare alla guerra i tedeschi loro sapevano la debolezza dell’i talia noi non eravamo beni armati non eravamo preparati per fare la guerra e q uindi Hitler non voleva che Mussolini entrasse nella guerra invece con l’entra ta dell’italia in guerra contro la grece praticamente i tedeschi si trovarono ad av ere un fronte di guerra che andava dal mar baltico fino al mar adeno e avevano davanti sollo il fronte russo . Mussolini entro in guerra proprio per l’invidia ver so Hitler . come la guerra contro la Francia che fu un tradimento che in qualc he modo i francesi hanno perdonato l’italia ,i francesi furono colpiti alle spalle dall’italia i tedeschi si trovarono già a Parigi quando Mussolini dichiarò gu erra alla Francia probabilmente pensava che aveva bisogno di 2 o 3 mila morti di it aliani per sedere al tavolo della pace .i tedeschi per rapresaia dopo il tradim ento degli italiani si sfogarono in tutti i modi c’estato tra i tanti bombardamenti una a Roma nel quartiere di San Lorenzo . contemporaneamente sorse il movimento partigiano ch e era formato un po’ da tutti i partiti però erano molto divisi d’altra parte erano die combatti un puo raccoglitrici. Pian piano cominciava a formassi var i partiti la politica viene dominata sopratuto dalla sinistra di seguito esplos ero le guerre civile . per quanto riguarda gli americani per poter combattere contro i tedeschi hanno fatto tanti orribili bombardamenti e hanno distrutto quas i completamente la verona. Gli americani si sono sbarcati in sicilia e piano p iano sono arrivata fino in Germania naturalmente gli americani hanno lasciato un segno molto profondo in italia èperchè quando dovevano combattere si faceva no precedere da furiosi bombardamenti però cercando di colpire i tedeschi bombardarono le città italiane . loro furono accolti con grandi festeggiamenti perch è portavano da mangiare.

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Intervista a Zamberlan Giuseppe di Riccardo Batti stoni Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? In ogni luogo erano evidenti segni può o meno forti del passaggio della guerra in atto.A S. Giovanni Lupatoto in particolare sul fini re della guerra avevano bombardato le case a ridosso dell’Adige e la gente era spesso costretta a nascondersi nei campi durante le incursioni degli a erei. Sul piano morale era un periodo di ansia e tutti noi non sapevano a cosa an davano incontro perché la guerra è sempre una grande incognita e lascia una profond a desolazione. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Il periodo fascista era stato lungo, difficile e sp esso contraddistinto da proibizionismi e da regole ferree a cui nessuno pot eva sottrarsi. L’abbattimento del regime fascista nel 1943 con la firma dell’armi stizio, rese i tedeschi e i fascisti ancor più duri e spietati. La resistenza p artigiana e l’esigenza di ristabilire un regime democratico era contrapposta ad un sentimento di rabbia da parte dei tedeschi e dei fascisti che vedevano sfum are le proprie ambizioni sia militari che di potere politico. Cosa ricordi dei tedeschi? A Verona il ricordo più importante e più imponente in senso militare è quello avvenuto due giorni dopo l’armistizio ove si erano concentrate parecchie colonne di tedeschi che venivano dal Brennero con carro-arm ati e vari mezzi bellici pronti a far contrapposizione ai nemici anglo-americani. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Ricordo che erano arrivati qui a Verona il 26 April e (un giorno in ritardo rispetto la data ufficialmente celebrata come Festa Nazional e). Ovunque le persone festeggiavano le truppe alleate con grande gioia pe r la fine di un incubo. I partigiani:chi erano? li hai visti?Cosa facevano? Chi erano? Erano persone che non potendo esprimere liberamente le loro idee erano costrette a contrastare il regime dittatoriale con atti anche militari volti a sconfiggere il potere politico dei fascisti e dei l oro alleati. li hai visti? Non gli ho visti in quanto all’epoca ossia nel 1945 avevo soli 17 anni e i miei genitori non volevano che io mi allon tanassi troppo da casa, ma so che alcuni ragazzi più grandi erano “arruolati” in questi gruppi. Ricordo che prossimi al giorno della liberazione 3 partigiani f urono uccisi in località “ponticello” di S. Maria di Zevio e per questo succ essivamente fu posta una lapide alla memoria dei caduti della resistenza Cosa facevano? In generale compivano episodi di disturbo militare alle forze tedesche e fasciste e agirono di sorpresa. Come elemento a loro favore av evano la perfetta conoscenza del territorio, e il fattore sorpresa. Hai ricordi dei bombardamenti? Ricordo che spesso avvenivano di notte, e allora pe r illuminare la zona da colpire, venivano lanciati i Bengala. Mi ricordo che in una di questi circostanze ed esattamente otto giorni prima che venissero gli ame ricani a Verona era “suonato l’allarme” e in quella circostanza avevano colpito e demolito il ponte Perez di Zevio sul fiume Adige . Hai qualche episodio particolare da raccontare? Ricordo che sul finire della guerra c’era stato un decreto tra fascisti e tedeschi che imponeva a noi giovani di essere arruolati alla TOD per fare le trincee. Infatti tanti uomini furono portati vicino al Brenn ero per ripristinare la linea ferroviaria distrutta e scavare le trincee. Anch’io potenzialmente avrei dovuto andarci ma, mi sono salvato grazie ad un maresciall o che faceva parte di un comando tedesco che riparava le scarpe che venivano dal fro nte. Dopo che gli ho spiegato la mia situazione, lui mi ha assunto come suo garzone e cosi ho potuto andare in giro per la città senza avere paura di essere preso e de portato verso il Brennero.

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Intervista a Peruzzi Oliana anni 69 di Cortese Lo renzo 3 F Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? A quei tempi il mio era un paese di campagna, pover o e contadino. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? La mamma mi raccontava che i fascisti erano il grup po dominante e se non ne facevi parte non riuscivi a trovare lavoro ed eri oggetto di sopprusi. Cosa ricordi dei tedeschi? Non ho ricordi particolari perche' ero una bambina, forse la cosa che piu' mi e' rimasta impressa e' la loro divisa militare. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Si,perchè un signore del paese con una loro motocar rozzina (che io non avevo mai visto) ci portava con lui quando andava all'Adige p er controllare i depositi di carburanti e armamenti. I partigiani:chi erano? li hai visti?Cosa facevano? I partigiani erano ragazzi che si ribellevano alle tirannia dei fascisti,nascondendosi sulle montagne o nella profo nda campagna;tuttavia non li ho visti perchè ero troppo piccola,prò mi ricordo che le famiglie li sostenevano in questa loro lotta; fornendogli:cibo,vestiti e infor mazioni. Subito questo è stato un movimento spontaneo,in seg uito è diventato organizzato perchè per fare atti di sabotteggio avevano bisogno di cordinamento e di armi,per contrastare i tedeschi in Italia e preparare le ter re per quando sarebbero arrivati i liberatori. Hai ricordi dei bombardamenti? Si,quando c'erano i bombardamenti suonavano le sire ne delle febbriche e mi portavannofuori di casa in delle baracche dove c'er ano letti o brande.A San Giovanni Lupatoto sono state sgenciate 3 bombe e so no stati uccisi 3 ragazzi che lavoravano alla segheria ,in ricordo di questo fatt o alla Chiesa della Madonnina ci sono degli affreschi e dei quadri fatti da Resin, c he rappresenteno queste scene. Hai qualche episodio particolare da raccontare? Si, eravamo sfollati in un paesino del vicentino do ve c'era anche un comando tedesco e c'era stato un attentato contro di loro d a parte dei partigiani, allora mia mamma ,che conosceva bene la lingua, perche' av eva lavorato in Germania era stata chiamata dal comando per avvisare il prete ch e suonasse le campane perche' di notte i tedeschi volevano bruciare il paese per la rappresaglia. In pochissimo tempo il paese si svuoto' e tutti scapparono in cam pagna; noi trovammo una famiglia di contadini che ci ospito' in una stalla assieme a i miei nonni cugini e zi. Siamo rimasti li fino alla mattina seguente finche' non c i e' arrivato l'ordine che si poterva tornare in paese perche' non era stato bruc iato. Qeusta fuga nella notte mi e' rimasta impressa nel cuore

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Intervista a Zocca Benedetto e Angelina Boscaini d i Marta Zocca III G L ' interivistato è mio nonno paterno Zocca Benedet to assieme a mia nonna Angelina Boscaini che interveniva nelle argomentazioni. Sono residenti in via 4 novembre numero 102 a San G iovanni Lupatoto; quando è avvenuta la Seconda Guerra Mondiale avevano l' età di 13 anni perché tutti e due sono nati intorno all'anno 1930: mio nonno l' 8 apr ile 1930 mentre mia nonna il 17 settembre 1932. Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? Benedetto: Io abitavo a San Giovanni Lupatoto in via 4 novembr e 102; il paesino era molto piccolo, non c'erano molti abitanti,poche ind ustrie ( come la cartiera ) ma sovrastavano le campagne. Allora non eravamo un paese multi-etnico,i soli str anieri erano i Tedeschi, i Partigiani, le Brigate Nere e i Fascisti; Angelina: Io invece abitavo ai “Tre ponti” ; La mia,era la s tessa situazione di Benedetto: c'erano bombardamenti da parte degli ame ricani,uccisioni in strada dei partigiani, e molte altre cose brutte che non augur o a nessuno di viverle. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Benedetto :Erano persone molto spericolate,con il tempo hanno cambiato nome e sono passate alle Brigate Nere, si sono poi alleati con i tedeschi; il loro capo era Mussolini :mi ricordo ancora quando è stato ucciso, l avevano portato a Salò ,lui voleva scappare e per fare questo si era vestito da tedesco e si era rifugiato in un camioncino. Però i partigiani l avevano visto e dunque l hanno ammazzato con la sua amante,Claretta Petacci se non ricordo male. Angelina: Mi ricordo di loro, mi avevano portato via tutte l e bestie. Se un partigiano uccideva uno o due tedeschi,questi cominciavano con il rastrellamento, cioè prendevano 10 o 15 abitanti de l paese e gli uccidevano,che fossero bambini,donne o anziani. Cosa ricordi dei tedeschi? Benedetto: Un ricordo che mi è sempre stato impresso è stato q uando hanno condannato a morte Galeazzo Ciano; vicino a casa mia, c'era un magazzino con una guardia tedesca di nome Pietro. Questo ragazzo faceva la gu ardia alla macchina di lusso di Ciano che poi come ho detto è stato condannato a mo rte con i suoi gerarchi perché aveva tradito Mussolini essendo sposato con sua fig lia Edda; I processo è avvenuto a Castelvecchio. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Benedetto: Quando sono arrivati era quasi finita la guerra; mi sono meravigliato molto delle camionette che perlustravano la città p er guardare se non ci fossero tedeschi,erano molto alte e tecnologiche:non certo come quelle che avevamo noi! Per avere la certezza che non ci fossero nemici,sparava no un colpo all'aria e se gli rispondevano,chiamano i rinforzi e facevano “ batta glia” C'è stato un giorno ( nel 1945 credo)che un america no è venuto a casa mia a domandarmi se altri del suo gruppo potessero venire a casa mia per fare la sentinella ai tedeschi prigionieri nel campo sporti vo che si trovava alla mia destra;io e mio padre abbiamo accettato:sono stati nella mia casa un mese, ho condiviso con loro il cibo e le stanze.. I partigiani:chi erano? li hai visti?Cosa facevano? Benedetto: Erano militari che dopo l '8 settembre si sono sme mbrati e rifugiati nelle montagne perché non volevano più combattere. Un giorno mi stavo indirizzando verso il paese,quan do un amico di mio padre ( di nome Mozambano) mi ha chiamato in casa e mi ha pres entato 5 militari ,vestiti in borghese per non farsi riconoscere; Mozambano, mi h a chiesto se potevo accompagnarli a Pontoncello,una piccola frazione di case in riva all'Adige,io visto che non avevo niente da fare ho accettato e dopo 10 minuti siamo partiti. Mi sono molto meravigliato del fatto che quando stavamo cam minando erano sempre dietro di me, che tacevano,in fila indiana,in modo che io dav anti potevo vedere se c'erano

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tedeschi o fascisti ,per poi avvisarli. Il viaggio è andato tutto bene,non abbiamo visto nessuno,tranne qualche camion del' esercito i taliano abbandonato,e arrivati a destinazione, sono andati avanti mentre io me ne so no ritornato a casa. Angelina: era il 1945, alcuni partigiani sono venut i a sapere che nella mia stalla stazionavano un gruppo di tedeschi;essi volevano ca tturarli e allora si sono nascosti,uno di questi però ha avuto l idea di pren dere il fucile e tirare un colpo ai piedi ad una sentinella tedesca. Alcuni di questi erano dentro nella stalla,e senten do questo rumore si sono preparati il fucile ed hanno ucciso un partigiano c on un colpo alla testa;i suoi amici ( i partigiani)impauriti,si sono rifugiati in un fossato,avendo il fucile sempre a portata di mano: hanno alzato la testa per vedere se cerano tedeschi e questi gli hanno colpiti e uccisi. In questo episodio mio fratello Carlo,stava per ess ere ucciso da una pallottola lanciata da un fucile dei tedeschi: ha sfiorato la sua testa ,poteva rimanervi secco.

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Intervista A Nonno Romano Di Nicola Coati 3 G Ho fatto la seguente intervista al mio nonno matern o che si chiama Romano è nato nel 1935 ed ha vissuto la guerra tra il 1940 ed il 1945. Anche se all’epoca era piccolo ricorda bene quei 5 terribili anni… Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? A quei tempi le strade erano tutte bianche, le case vecchie e malandate, c’erano pochi abitanti, c’era la miseria e si sopravviveva a malapena. I papà erano tutti al fronte in Russia, Albania, Grecia, ecc. a combat tere. Lavoravano le donne ed i bambini e trovare il cibo era difficile. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? I fascisti erano le camicie nere di Mussolini (le s ue milizie) e portavano in testa un copricapo con lo stemma della morte. Controllava no il paese e la scuola ed erano dittatori molto severi. Anche gli scolari si vestiv ano con la divisa e portavano in testa il FEZ, venivano chiamati i “giovani Balilla” ed imparavano a diventare dei piccoli soldati ubbidienti in cambio di un po’ di c ibo. Cosa ricordi dei tedeschi? Quando il nonno aveva circa 9 anni sono arrivati i tedeschi, con i carri armati, le jeep e molti armamenti al seguito e si sono impadro niti del paese. Erano molto cattivi, rigidi nei comandi e spietati con chi non ubbidiva. Il nonno ricorda anche che i tedeschi deportavano gli ebrei in Germania ne i Campi di concentramento. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Il nonno si ricorda l’arrivo degli americani che in calzavano i tedeschi che si ritiravano. Nei primi mesi del 1945 ha visto la rit irata dei tedeschi che erano ridotti male, mal nutriti, mal vestiti e durante la fuga razziavano ogni cosa che trovavano. Gli americani sono stati accolti caloros amente dagli italiani perché portavano viveri e liberavano l’Italia dai fascisti e dai tedeschi. I partigiani:chi erano? li hai visti?Cosa facevano? I partigiani erano gruppi segreti di militari civil i che contrastavano le truppe tedesche ed i fascisti attaccando di sorpresa i com andi militari. Hai ricordi dei bombardamenti? Il nonno rammenta bene i bombardamenti che erano se mpre annunciati dal suono delle sirene e dal rumore cupo degli aerei. Tutti si mett evano a correre e si recavano nei rifugi sotterranei antiaerei. Dal rifugio il no nno vedeva le bombe che cadevano a grappolo formando degli enormi funghi di fumo e p olvere e sentiva la terra tremare. Mi ha raccontato che il rumore della contr aerea tedesca, degli aerei americani e delle bombe era assordante e che tutti vivevano con il terrore di essere colpiti. Alla sera si chiudevano in casa e t appavano ogni minima fessura con la carta per evitare che la luce filtrasse all’este rno per non essere visti e colpiti. Hai qualche episodio particolare da raccontare? Il nonno è rimasto particolarmente impressionato da llo scoppio di una bomba che era caduta, con un fragore assordante, su un magazzino dove i tedeschi tenevano macchine e munizioni ed aveva distrutto l’intera co struzione, tutto quanto conteneva ed aveva lasciato sul terreno una buca pr ofonda.

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Intervista a Venturi Elda 80 anni di Rigo Matteo Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? allora Villafranca era costituita da molti campi e poche case,al contrario di ora. Le famiglie di quei tempi erano molto piu' numerose di quanto lo siano quelle dei giorni d' oggi e nuclei famigliari di campagna eran o divisi in borgate. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Dei fascisti non ricordo molto perche' ero bambina ma mio papa'mi raccontava che erano molto violenti anche per una minima causa. Cosa ricordi dei tedeschi? Ricordo che avevano una stalla vicino a casa mia ch e usavano come cucina per i soldati del luogo. Con la gente erano abbastanza gentili ma costringev ano pur sempre i soldati italiani a combattere per loro altrimenti li avrebb ero uccisi. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Prima dell'arrivo degli americani i tedeschi fuggir ono dal paese perche' erano al corrente di aver perso la guerra e anche perche' sa pevano che se li trovavano li avrebbero uccisi. Il giorno dell'arrivo degli americani ci fu una gra nde festa e i soldati alleati furono liberati. Hai ricordi dei bombardamenti? Prima di ogni bombardamento i tedeschi avvisavano o gnuno di noi e ci portavano in bunker sotterranei. Là sotto ,durante il bombardame nto,c' erano “botti” fortissimi e ad ogni bomba il terreno tremava molto.

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Intervista a Brutti Gabriella, Brutti Enzodi Langa Ana 3 E Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? il paese cioè Quinto era molto diverso da come è ad esso,non c'erano le macchine,l'asfalto,c'era solo un autobus che portav a a Porta Vescovo,inoltre c'era anche il tram ma noi non potevamo permettercelo. Le case erano molto piccole non avevano il giardino . La casa non era riscaldata,avevamo una stufa ma com unque non si poteva considerare una casa perché assomigliava a una stalla,in queste condizioni molti bambini morivano non avevamo soldi,non c'era da mangiare,in fatti tutti avevano una tessera che usavano per comprare le cose da mangiare,ma ti davano l'indispensabile ,solo pane,farina,patate ecc. e se non l' avevi non potev i prendere niente,ma anche per lavorare bisognava avere una tessera-era un bollett ino,e invece per lavorare dovevi averne un'altra,se non l'avevi non potevi mica lavo rare,ti mandavano via. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? I fascisti erano molto severi,per esempio a scuola ci facevano fare sempre la marcia dove non potevi assolutamente voltarti altri menti potevano anche picchiarti,e se dicevi una parolaccia ti uccidevano i bambini,quelli che facevano l' elementari si chiamavano “balilla”,a mezzogiorno ci davano la minestra. Il sabato si andava alla riunione con il capo squad ra,era obbligatorio. Non c'erano diversi partiti come adesso,c'erano sol o i tedeschi che ti obbligavano a votare nel loro favore,infatti sulla scheda di vo to c'erano solo i candidati del partito tedesco. Erano dei dittatori. Cosa ricordi dei tedeschi? I ricordi sono brutti ma indimenticabili. Durante la raccolta di grano o mais ricordo che agl i contadini e a noi non ci davano quasi niente,prendevano tutto loro,ma se ave vi amici tedeschi forse prendevi qualcosa in più. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Sbarcarono nel '44 a Roma,inizialmente gli italiani si allearono con i tedeschi. Per la gente comune come noi erano i liberatori dal la schiavitù,da Hitler che era un tirano,un sanguinario. Ma quando arrivarono,anche quelli che erano dalla p arte dei tedeschi fecero finta di passare dalla parte degli americani. I partigiani:chi erano?cosa facevano?li hai visti? Erano le persone che avevano il coraggio di insulta re e di uccidere i tedeschi. I partigiani erano italiani e avevano una vita molt o dura,si nascondevano sulle montagne e non avevano famiglia o casa. Procuravano le armi di nascosto. C'erano famiglie che li aiutavano ma se i tedeschi lo scoprivano andavano a uccidere quelle famiglie e incendiare le case. Io abitavo con i miei fratelli in montagna e una vo lta vennero degli tedeschi a controllare se non nascondevamo i partigiani,dopo a verci picchiati e torturati ci rubarono tutto quello che avevamo da mangiare,che e ra comunque molto poco perché eravamo in dieci e tutti malnutriti. Ricordo che ho visto dei partigiani. Ero vicino al fiume,loro probabilmente prendevano l 'acqua ma un gruppo di tedeschi si avvicinava,io molto spaventato mi sono nascosto, ma i partigiani fuggirono mentre i tedeschi dall'altra riva sparavano. Anche mio zio era partigiano ma non l'hanno mai pre so. Mi ricordo che a Rosco c'era una persona che sosten eva il re (era malato) e quindi quando vedeva i tedeschi gridava...un giorno li spa rarono davanti alla sua famiglia,e quando arrivò un giudice da Verona a giu dicare la situazione quello era già morto.

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Anche il genero di Mussolini era partigiano, si chi amava Conteciano ed era il ministro degli esteri ma quando Mussolini seppe che il genero era contro di lui gli sparò a Borgo Milano. Hai ricordi dei bombardamenti? Si, c'erano aerei che venivano dalla Germania e las ciavano bombe. Hanno bombardato i ponti a Parona, hanno distrutto molte cose anche a Verona. Hai qualche episodio particolare da raccontare? Mi ricordo che quando Hitler finì le armi diede l'o rdine di prendere le ringhiere delle casa e di fonderle per fare i cannoni. Era mo lto buffo ma anche triste e spaventoso. Mi ricordo che molti soldati raccogliev ano le fedi delle donne in cappello ( di ferro ) che portavano abitualmente pe r consegnarle al capitano che le metteva sui lampadari della sua casa. Ma la cosa pi ù terribile era la fame, altre si indebitavano con lo stato solo per avere il mini mo indispensabile. Tutta la famiglia lavoravo anche i bambini più piccoli, ma n on riuscivano a mantenersi. Mi ricordo che solo a natale avevamo la minestra di ve rdure, la polenta e il brodo. Alle altre feste anche le tagliatelle fatte in casa , ma senza uovo. Solo quelli del partito o i lavoratori del comune erano benestanti, e avevano le biciclette perché c'era la tassa sulla bici e sull'asino e anche sul carrello con il quale trasportavano le verdure.

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Intervista a Benito Saoncelli, nato a Sorgà il 16/0 4/1923 – di Perugini Gianluca Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? San Giovanni Lupatoto era un paese industrializzato , c’erano: la barite, la cartiera, la conceria, il ricamificio e il cotonifi cio. Alcune persone lavoravano nei campi, altri in queste ditte e quelli che non t rovavano lavora emigravano all’estero. Io però, quando ci fu la guerra, ero a fare l militare a Cavalese Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? A quei tempi chi era fascista aveva più possibilità di trovare lavoro e di vivere più tranquillamente in confronto a chi era contrari o al regime fascista. Cosa ricordi dei tedeschi? I tedeschi non accettavano confronti con gli altri, o eri con loro o venivi ucciso. Anche se, durante la fuga dalla prigionia, ho trova to buona gente che mi ha aiutato e in cambio ho lavorato per loro nei campi. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Quando arrivarono gli americani, io ero prigioniero a Berlino. Era l’anno 1945. I partigiani:chi erano? li hai visti?Cosa facevano? I partigiani erano gente comune, che non era nell’e sercito, ma che combatteva lo stesso per liberare l’Italia. Io sono stato in mezz o ai partigiani per un po’ di tempo, ci trovavamo al confine con la ex Jugoslavia , nei paesi di Tribuzza e Paniqua. Hai ricordi dei bombardamenti? Si, mi ricordo che a Berlino, gli americani, bombar davano dalle 7 di mattina fino a mezzanotte. Un giorno, quando ero in una casa a Dui sburg, ci fu un bombardamento e una bomba cadde a tre metri da me, la casa crollò e d io mi salvai per miracolo, ero attaccato ad un pilastro e tutto crollò intorno a m e. Ricordi molto brutti, e pensare che quelli che bombardavano erano i nostri alleati; e uccidevano anche le persone civili: pensa che bei alleati che avevamo! Ma purtroppo la guerra è così. Hai qualche episodio particolare da raccontare? Si, mi ricordo di quando mi ero rifugiato presso un a famiglia di contadini in un paese: Bechum. Un giorno arrivarono due soldati russi, controllaro no il fienile dove io dormivo e mi trovarono, mi puntarono il fucile contro, io mi svegliai, loro mi guardarono e se ne andarono. Andarono dalla signora anziana che abitava in quella casa e le ordinarono di dargli i suoi vestiti più belli, lei si rifiutò di consegnarli dicendo che gli servivano per andare a messa; uno d ei due soldati allora le si avvicinò e gli sparò in faccia! Fu una scena orribi le che mi dà i brividi ogni volta che la racconto.

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Intervista alla nonna di Enrico Canino Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? Il mio paese era disastrato,distrutto. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Sinceramente non lo so,li ho solo sentiti a voce,pe rché sono nata nel ’43… Cosa ricordi dei tedeschi? Ricordo che i miei genitori e le persone del paese, quando li vedevano,avevano molta paura ma a vista non me li ricordo. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Sono arrivati,penso,nel ’44 per liberarci dall’oppr essione dei tedeschi che,poi,sono andati in ritirata. I partigiani:chi erano? li hai visti?Cosa facevano? I partigiani erano dei civili che tentavano di libe rare il popolo dai tedeschi. Hai ricordi dei bombardamenti? No, non ne ho, ma so che i tedeschi hanno bombardat o Verona, distruggendone tutti i ponti di collegamento. Hai qualche episodio particolare da raccontare? No, non ne ho.

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Intervista Ai Nonni Di Anna Fiorini Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? la popolazione viveva nella miseria,dove molti non avevano nulla da mangiare. Gli uomini lavoravano in campagna,alcuni fortunati rius civano ad ottenere qualcosa da mangiare da quello che offriva la loro coltivazione . I non fortunati lavorando molto e faticosamente ott enevano ciò che potevano. Molti morivano di normali malattie ed alcuni morivano di gotto.( a causa del frumento) Era tutto artigianale. Dalle conserve del cibo,dai tessuti fino ad arrivare ad ottenere tutto ciò che serviva per il fabbisogno de lla famiglia. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Il learder del fascismo era Mussolini. Frequentava molto Verona. Non c'era tutta la delinquenza del giorno d'oggi. C'era abbastanza lav oro. I fascisti se notavano qualcuno che non lavorava ce rcavano di farlo lavorare. Se non aveva voglia di lavorare la squadra fascista gl i faceva ingerire olio di ricino. ( lassativo) Ringrazio il fascismo perché mi ha fatto lavorare e d ora sono in pensione. Cosa ricordi dei tedeschi? I tedeschi mi facevano paura per la loro freddezza e imponenza. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Quando sono arrivati gli Americani ci fu una grande festa di liberazione e di cibo. I partigiani:chi erano? li hai visti?Cosa facevano? I partigiani ,normalmente, erano persone non idonee al servizio militare. Dopo iniziarono ad essere contro il partito fascista e d alla parte del partito liberare. Contro la prepotenza del nazismo. Grazie ai caduti partigiani abbiamo ottenuto la nostra democrazia. Hai ricordi dei bombardamenti? Ce ne erano molti di notte e bisogna stare molto at tenti: tenere le luci spenti,ecc..Per il segnale acustico c'era una siren a che avvisava l'inizio dei bombardamenti. Chi era vicino ai rifugi che lo Stat o proponeva era abbastanza fortunato. Chi non era vicino scappava nei campi

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Intervista a Umberto Oliboni classe1926 di Di Irene Caloini 3 H Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? Io e la mia famiglia abitavamo ad Avesa, una frazio ne di Verona, da quasi cent’anni. La nostra casa si trovava in fondo al pa ese vicino all’abitato di Quinzano. Qui vi erano campi e case sparse. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Il Duce bonificò terreni e diede molta importanza all’agricoltura favorendo le colture di frumento e mais. Persino dove oggi ci so no le aiuole fiorite in Corso Porta Nuova fece seminare il grano. Ma i fascisti erano spietati, molto più dei tedesch i loro alleati: catturavano delle persone, anche solo sulla base di sospetti, e le muravano vive. Cosa ricordi dei tedeschi? All’inizio della guerra i tedeschi fecero costruire delle trincee sulle Torricelle e a Camporengo sopra Cavaion facendo lavorare i mas chi che non fossero già stati arruolati. Siccome io ero troppo giovane e non ero ancora maggiorenne, fui prelevato da casa mia e utilizzato per scavare le t rincee. I tedeschi facevano la guardia e avevano sistemato dei cannoni con cui spa ravano agli aerei nemici. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Tutti sapevamo che gli Americani stavano preparando si per entrare in guerra: avevano dichiarato che sarebbero stati pronti nell’ arco di un anno e infatti nel 1943 sbarcarono là dove c’è lo stretto di Messina, in Sicilia. Piano piano risalirono facendo scappare i tedeschi che occupava no l’Italia. Io e la mia famiglia eravamo nascosti nel fienile di casa che, essendo in posizione sopraelevata rispetto alla strada, ci dava la possi bilità di assistere a quello che succedeva. Ricordo convogli e file interminabili, l unghe anche due, tre chilometri, di tedeschi in fuga. Saccheggiavano le case, portav ano con loro ciò che trovavano: cibo, buoi... Temevano la fame. Gli americani li inseguivano e bombardavano le prin cipali vie di comunicazione, per ostacolare il ritorno verso la Germania. I partigiani:chi erano? li hai visti?Cosa facevano? I partigiani si opponevano ai fascisti, ma stavano nascosti e si rifugiavano soprattutto in montagna; per questo io non ne ho ma i visto nessuno. Hai ricordi dei bombardamenti? Per i bombardamenti gli Americani utilizzavano un aereo non tanto grande che tutti chiamavamo “Pippo”. Quando la contraerea nemica si avvicinava alla città suonava una sirena: prima tre squilli prolungati, che ci da vano il tempo di scappare e nasconderci, poi sei quando gli aerei erano ormai s opra le nostre teste. Vicino a casa nostra era stato scavato un rifugio n ella roccia, dove trovavamo riparo noi ma anche gli abitanti delle case vicine. Inizialmente i bombardamenti avvenivano di giorno, quando gli obiettivi erano ben visibili. Di notte la città era immersa nel buio, n essuna luce veniva accesa, né nelle case private né tantomeno negli edifici pubbl ici o in stazione, per non dare alcun riferimento ai nemici. Ma presto i tedeschi e anche gli americani usarono dei riflettori molto potenti che illuminavano la notte a giorno. Così le incursioni aeree si prolungarono anche nelle ore notturne. Avesa fu bombardata meno rispetto ad altri quartier i della città, perché era periferica e non c’erano importanti strade o ferrov ie. In paese si trovava però una polveriera, un deposito di munizioni dei tedeschi. Ricordo che quando scapparono la fecero saltare in aria. A Parona furono sganciate delle bombe allo scopo di distruggere il ponte della ferrovia. Vicino ad esso si trovava una fornace, ch e produceva mattoni, tegole e coppi, con un’alta ciminiera. Gli aerei la colpiron o, ma solo di striscio, provocandone il crollo di una parte. Ancora oggi qu ella ciminiera è in piedi, mancante però di un fianco.

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Anche Domegliara fu bombardata, perché lì vi era un a piccola stazione ferroviaria. A Verona città furono più volte bombardate Porta Nu ova, Porta Vescovo e i quartieri vicini, come quello di Santa Lucia. Hai qualche episodio particolare da raccontare? La mia famiglia era composta da mio padre Angelo, mia madre Elisabetta, mio fratello Giuseppe, me e mia sorella Anna. Siccome m io fratello era maggiore di quattro anni rispetto a me, fu chiamato alle armi a llo scoppio della guerra. Ma riuscì a scappare e a fare ritorno a casa. Consider ato un traditore, dovette però rimanere nascosto per non essere preso e fucilato. Avevamo paura e temevamo per la nostra vita, io non volevo andare al fronte a comba ttere e così rimanemmo nascosti nella stalla di casa nostra per gli ultimi mesi del 1944. Ma qualcuno fece la spia ai tedeschi che vennero a casa nostra e arrestarono me, mio padre e mio fratello accusandoci di essere partigiani. Era il gennaio de l 1945. Noi uomini fummo condotti in caserma a Verona, dove ci trattennero per alcuni giorni per interrogarci. Nonostante noi negassimo t utto, fummo trasferiti nel campo di concentramento a Bolzano. Qui erano deportate un gran numero di persone, provenienti da tutta Italia. Vi erano molti ebrei, ma anche civili come noi. Il freddo era pungente e, per giunta, soffrivamo la fa me. Ricordo che ci davano due pasti al giorno, costituiti soprattutto da mele, ch e là erano in abbondanza, ma che non bastavano a calmare la nostra fame. Purtroppo sapevamo bene che questa sarebbe stata so lo una tappa e che la destinazione finale sarebbero stati Mauthausen o Dachau o ancora Auschwitz … La nostra fortuna fu che, essendo interrotti dai bo mbardamenti americani i collegamenti ferroviari e stradali del Brennero, i nazisti non poterono deportarci verso questi grandi lager. Così, dopo un paio di se ttimane io, mio padre e mio fratello venimmo trasferiti in Val Passiria, ospita ti all’interno di una caserma degli alpini in disuso. Eravamo all’incirca trenta persone, utilizzate come operai in una fabbrica di legname nelle vicinanze. Durante il giorno venivamo portati nei boschi, dove tagliavamo gli alberi e quindi li divi devamo in sezioni. Il 25 aprile fu completata quasi del tutto la liber azione italiana da parte degli Alleati. I tedeschi se ne andarono, abbandonandoci, ma, qualche giorno dopo venimmo liberati e accompagnati in camion a Bolzano. Da lì ritornammo a piedi a Verona. Dopo cento giorni lontano da casa, vissi la grande gioia di rivedere mia madre e mia sorella. Nei mesi trascorsi senza di noi avevan o potuto mantenersi accudendo le bestie (che non erano state portate via dai tedesch i grazie alla posizione poco comoda della nostra casa, a ridosso delle colline) e grazie all’aiuto e alla solidarietà dei vicini.

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Intervista ai nonni Bruno Caloini classe1936 e Mar isa Pasi classe1940 Di Irene Caloini, 3 H Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? Bruno: Io e la mia famiglia abitavamo a Colognola ai Coll i, un paesino collinare in provincia di Verona con una bellissima chiesa ed un monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale nella piazza principale. Inoltre vi erano una bottega, un negozio di alimentari ed un forno per il pane. Durante la Seconda Guerra Mondiale ospitò un comand o di tedeschi con armi e munizioni, che spesso diventavano il gioco dei bamb ini del paese. Marisa: Io vivevo nel quartiere cittadino di Porto San Pan crazio. Nonostante fossi una bambina, ricordo bene la chiesa, molto bella e grande, che fu completamente distrutta dai bombardamenti. Tra le sue macerie noi bambini giocavamo insieme. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Bruno: Non ho alcun ricordo. Marisa: Idem. Cosa ricordi dei tedeschi? Bruno: Come ho già detto prima, a Colognola ai Colli vi e ra un comando tedesco. Posso affermare che esso fu allo stesso tempo la fo rtuna e la sfortuna dei suoi abitanti. La fortuna perché potemmo sempre avere a disposizione del cibo, che riforniva i nazisti e anche noi, la sfortuna perché in più di qualche circostanza ci furono delle sparatorie e dei bombardamenti. Marisa: All’avvicinarsi degli Alleati, i tedeschi furono c ostretti a fuggire. Avanzavano rastrellando cibo, bestiame, cavalli, ab iti, biciclette; insomma, tutto quello che poteva servire loro per abbandonare il p iù in fretta possibile l’Italia e passare inosservati. Non ricordo niente altro. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Bruno: Nel 1945 arrivarono gli americani per liberare il paese dall’occupazione nazista. Avvicinandosi al paese sparavano alcuni co lpi in aria per avvertire la popolazione. Sfortunatamente un proiettile colpì un a bambina, che fu uccisa. I partigiani:chi erano? li hai visti?Cosa facevano? Bruno: Preferisco non parlarne. Marisa: Non ho alcun ricordo dei partigiani . Hai ricordi dei bombardamenti? Bruno: Gli aerei alleati, soprannominati “Pippo”, spesso sorvolavano a bassa quota Colognola ai Colli, diretti a Verona. Quando la cit tà veniva bombardata, la popolazione si riuniva nel piazzale della chiesa du rante la notte per vedere Verona in fiamme. Ricordo che, nel pieno dei bombardamenti, io ero ri coverato all’ospedale di Tregnago da dove potevo vedere Verona bruciare. Marisa: Io e la mia famiglia abitavamo in una casa a pochi passi dalla chiesa del paese, che fu bombardata e ridotta in macerie. In r ealtà, l’obiettivo degli Alleati non era tanto la chiesa, quanto la vicina stazione ferroviaria di Porta Vescovo, punto fondamentale delle comunicazioni insieme a Po rta Nuova. Le bombe venivano sganciate ma non sempre colpivano con precisione l’ obiettivo stabilito. Per questo motivo il quartiere di Porto San Pancrazio, che dis tava poco più di 150 metri alla stazione, fu devastato dalle bombe. Il nome di via 28 marzo ricorda un pesante bombarda mento che lo colpì: decine furono le persone che rimasero uccise e famiglie in tere furono cancellate. Tutte le vittime furono radunate in una strada del paese dov e il parroco, Don Arturo Sambugaro, correndo avanti e indietro, piangeva imp artendo loro la benedizione. I sopravvissuti cercavano di mettere in salvo se st essi e i propri averi: mio nonno scavò una grande buca in cui ammassò tutti quei ben i durevoli (stoviglie,

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biancheria) che speravamo di salvare dalla rovina. Essa si trovava nel cortile di casa mia, dove oggi vi è la rampa di scale che port a all’orto. Nel periodo di più intenso bombardamento mia madre ed io ci trasferimmo da alcuni parenti a Mizzole, una frazione nelle vicinanze di Montorio. Hai qualche episodio particolare da raccontare? Bruno: Ero un bambino di poco meno di dieci anni ai tempi della guerra e, insieme ai miei fratelli Luciano e Sandro, mettemmo in peri colo la nostra vita nello smontaggio di un proiettile antiaereo nel tentativo di estrarre polvere da sparo e detonatore. Sempre giocando con una pistola abbando nata dai tedeschi persi una falange del dito medio della mano sinistra e fui ri coverato in ospedale per sessanta giorni. Come me, altri bambini purtroppo rimasero feriti gi ocando con armi e residui bellici trovati per caso. Marisa: Nel ’44 io e la mia famiglia fummo sfollati e trov ammo ospitalità nella casa di alcuni parenti a Mizzole. Ci eravamo sistem ati in una casa che si affacciava su una corte abitata da altre quattro fa miglie e dormivamo in una stanza con le travi in legno su cui vedevamo passare i top i, anche loro alla ricerca di cibo. Mia madre e mia cugina continuarono a recarsi al la voro: erano operaie presso una fabbrica tedesca, la S.A.I.C.E., che si trovava a P orta Vescovo e produceva marmellate. Ricordo bene questo particolare perché più di una volta mia madre rischiò il licenziamento per rubare della marmellat a e portarla a me. Una sera, ritornando a Mizzole in bicicletta, impro vvisamente la sirena che avvertiva di un imminente bombardamento cominciò a squillare. Allora mia mamma e mia cugina abbandonarono tutto e si gettarono in un vicino fosso, riparandosi fino alla fine del pericolo. Nei primi mesi del 1945, all’avvicinarsi degli amer icani, i tedeschi scapparono e correva voce che uccidessero chi incontravano. Così mio padre e mia madre, insieme ai giovani del paese, scapparono sulle alture sopra Montorio mentre io e i miei nonni, insieme ad altri anziani e bambini, trovammo rifugio in una grotta. Sbarrammo in tutta fretta l’entrata con una tavola di legno e ci chiudemmo dentro ma presto arrivarono i tedeschi. Entrarono: noi era vamo terrorizzati ma quei soldati ci chiesero solo del cibo. Poi chiesero deg li abiti, portarono via alcune biciclette e se ne andarono senza fare del male a n essuno di noi. In ricordo di quello che molti definirono un miraco lo, fu fatto un voto per la costruzione di un capitello celebrativo della Madon na che aveva protetto la popolazione e salvato la vita di noi sfollati. Ques to capitello è tutt’oggi esistente all’entrata del paese di Mizzole.

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Intervista ai nonni di Jacopo Rizzardi GIANNI Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? gli anni peggiori sono stati nel 40- 45. La citta’ era molto deserta c'era qualche macchina di tipo balilla c'era anche qualche camion etta militare. Nel mio quartiere il 60% era stato distrutto da bombardamenti america ni Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? olio(di ricino) a volonta’ e manganelli. Tanta fame (mangiavo l'erba) poca gente perche era scappata in montagna Cosa ricordi dei tedeschi? una volta una colonna di tedeschi si stava ritirand o e io ero vicino a loro, mi hanno chiesto di prendere dei mattoni per fare la b ase del fuoco, ma io non accettai e il maresciallo presente mi diede una sca rpata che mi alzo da terra Hai in mente quando sono arrivati gli americani? e stato uno shock perche vidi il primo nero, ho con osciuto le chewing-gum, si e cominciato a prendere le biciclette, guzzetti e i m osquito, ho comprato una vespa 125 I partigiani:chi erano? li hai visti?Cosa facevano? si chiamavano brigate garibaldine, nascosti nelle m ontagne e facevano diversi attentati. li vidi molte volte e vicino a me mori b enedetto pasquale, uno di loro Hai ricordi dei bombardamenti? i bombardamenti mi sono salvato in un rifugio preca rio vicino al cimitero di borgo Roma LUIGI era povero, si giocava poco si cercava molto di lav orare per prendere soldi per il cibo Cosa ricordi dei tedeschi? buttavano giu’ le bombe ne saranno passati un centi naio Hai in mente quando sono arrivati gli americani? abbiamo fatto festa perche cercavano di aiutarci er ano persone delle nostre zone e li vidi fare delle battaglie contro i tedeschi e i fascisti I partigiani:chi erano? li hai visti?Cosa facevano? si vedevano da lontano ma da noi non c'e ne erano LUCIA eravamo piu’ conviviali e poveri Cosa ricordi dei tedeschi? erano ospitati nella mia casa e ci davano da mangia re tra i quali c'era un barbiere che faceva i capelli agli uomini e alle donne itali ani Hai in mente quando sono arrivati gli americani? nel 45 si sono ritirati in fretta i tedeschi che ci volevano bene grazie alla nostra ospitalita’ facevano del bene alla gente com une e li vidi diverse volte Hai ricordi dei bombardamenti? erano molto spaventosi e dovevamo andare nei rifugi , sono venute molte bombe ma non sono esplose una volta sono cadute tre bombe e anzi che’ esplodere hanno ucciso solo una gallina

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Intervista ai nonni di Valentina Miglioranzi Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? Il paese in cui vivevo era tutto distrutto, non c’ erano servizi, le case erano vecchie e devastate da bombardamenti. Alla notte le strade erano controllate dai tedeschi e appena vedevano una luce mitragliavano q uello che vedevano. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? I fascisti erano persone cattive e crudeli, che ucc idevano chiunque. Mi ricordo che una sera ero a letto con mio papà e mio nonno, i fa scisti sono arrivati a casa nostra, hanno visto sopra le travi un po’ di cibo e volevano portarcelo via e mio nonno disse loro di non rubarci quel poco cibo che c’era rimasto. Loro di risposta lo hanno picchiato. Cosa ricordi dei tedeschi? I tedeschi comandavano; chiunque faceva qualcosa d i sbagliato lo uccidevano. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Gli americani arrivarono con Jeep , carri armati e apparecchi che volavano sopra la città. Erano gentili ed erano venuti per aiutarc i a sconfiggere i tedeschi. I partigiani:chi erano? li hai visti?Cosa facevano? I Partigiani erano italiani che volevano uccidere i tedeschi. Hai ricordi dei bombardamenti? Durante il giorno c’erano molti bombardamenti che provocavano tantissimo fumo e fecero crollare quasi tutti i ponti della città. Hai qualche episodio particolare da raccontare? Mi ricordo che una mattina all’ora di pranzo quattr o giovani tedeschi sono entrati in casa nostra hanno appoggiato le armi e ci hanno chiesto i viveri. Noi abbiamo offerto loro cibo e acqua e loro ci hanno ringrazia ti dandoci dei soldi (i marchi). Loro non erano come gli altri perché erano scappati .

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Intervista a Enrichetta De Fanti di 99 anni di Flor io Martina 3°E Avendo i nonni troppo giovani non ho potuto fare qu est'intervista a loro, perciò mi sono recata presso un Istituto di ricovero per anzi ani di San Giovanni Lupatoto che si chiama “Pia Opera Ciccarelli” dove ho conosciut o la Signora Enrichetta De Fanti di 99 anni compiuti il 1 dicembre del 2010, lei con molta gentilezza ha risposto a tutte le mie domande: Come era a quei tempi la città e il paese in cui vi vevi? La Signora mi ha detto che viveva a Ca' dei Oppi in provincia di Oppeano dove si ricorda che c'era un clima abbastanza calmo e fortu natamente non c'erano gli aerei che bombardavano i civili ma volando ogni tanto si sparavano l'uno contro l'altro. I cittadini però erano comunque spaventati dunque s i nascondevano nei campi di granoturco,tabacco,frumento e barbabietole. Mi ha anche raccontato che suo padre era andato nel la guerra del '15-'18 mentre suo marito in quella del '43. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Enrichetta ricorda che nel suo paese c'erano tre fa scisti italiani di cui ha ancora in mente il nome:Antonio,Beppi e Amo . Li ricorda b ene perché sono stati loro che hanno costretto suo marito ad andare in guerra I fascisti, ha detto che erano persone molto cattiv e e se uno era di un partito diverso rispetto a quello fascista veniva preso, tr attato male e obbligato ad andare in guerra. Loro erano comandati dal Duce , Mussolini, il quale era comandato da Hitler ed avevano l'ordine supremo di arruolare tutti gli uom ini in età di guerra per spedirli “ al fronte” in Germania. Cosa ricordi dei tedeschi? I tedeschi mi ha raccontato che erano cattiva gente , lei li ricorda con divise pesanti e tutte uguali con elmetti e con una mitrag liatrice al collo sempre pronta a sparare . Entravano nelle case dei cittadini e po rtavano via tutto, mi ha detto che hanno addirittura rapito la figlia del Re d'Ita lia Vittorio Emanuele di Savoia I° e l'hanno portata in Germania per ucciderla. Poi mi ha raccontato che andavano dalle famiglie per vedere se c'era qualche ragazzo o uomo ancora nascosto. Ad esempio si è ricordata che una volta 2 tedeschi sono andata in una casa dove c'erano i genitori di un ragazzo in cucina e gli ha nno chiesto dove si trovava il figlio e se non rispondevano li avrebbero uccisi. A quel punto il figlio per paura che venissero uccisi i genitori uscì dal gran aio, dove era nascosto, e fu portato via dai tedeschi che lo hanno portato a M ontecchia di Crosara. Gli fecero fare una buca col badile e lo seppellirono vivo. Mi ha anche raccontato un fatto che è successo a l ei cioè mentre stava facendo i gnocchi per i tre figli piccoli improvvisamente so no entrati dei tedeschi a casa sua chiedendole dov'era il marito. Lei continuava a rispondergli che era morto ma loro non le credevano e iniziarono a guardare in t utte le stanze della casa . Non trovandolo perché in effetti era morto a Francofo rte iniziarono a portarle via di tutto ad esempio la bicicletta e persino la sua fede nuziale. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Gli americani sono arrivati il 25 aprile del '45. S i sono presentati, dopo un bel po' che li aspettavano, perché non riuscivano a pas sare senza farsi vedere. Arrivarono con delle camionette e sventolando una bandiera annunciando la fine della guerra. A questo punto la gente del paese co rreva e piangeva per le strade dalla contentezza compresa la Signora Enrichetta. Quando arrivarono , i tedeschi dovevano scappare p erché per loro voleva dire dover morire, infatti gli americani iniziarono a sparare e a buttare le bombe . Enrichetta racconta che era un brutto spettacolo ma nello stesso tempo provavano gioia nel vederli scappare o uccisi.

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I Partigiani:chi erano? Li hai visti? Cosa facevano ? I partigiani, racconta Enrichetta , erano buona ge nte. Erano italiani uomini o ragazzi che non erano in guerra perché non avevano la possibilità di andarci per l'età o perché erano padri con molti figli e che di fendevano la patria da soli . Loro di nascosto uccidevano i tedeschi. Ne morirono tanti. L'8 settembre del '43 ci furono cosi tanti morti e cosi tanti bombardamenti che si capì che la guerra non era finita ma anzi era appena iniziata. Hai ricordi dei bombardamenti? C'erano moltissimi bombardamenti e i ponti dell'Adi ge erano tutti distrutti, buttavano le bombe dappertutto nelle case,negli osp edali,negli edifici. Dove abitava lei, ad Oppeano, non c'erano ponti e quindi la situazione era più tranquilla. A Zevio , a San Giovanni Lupatoto e a Verona invece dove passa l'Adige , tutto era più caotico perché era più fac ile sentire i bombardamenti, vedere persone correre, scappare e nascondersi ovun que in quanto cercavo di fermare i tedeschi mentre scappavano distruggendo i ponti o lanciando bombe in mezzo al fiume per cercare di ucciderli. Hai qualche episodio particolare da raccontare? Un episodio particolare che si è ricordata e che mi ha raccontato è stato quando l'hanno avvertita che il marito era morto di fame. Lasciò di corsa Oppeano e figli e andò nell'Ospeda le di Francoforte dove era ricoverato per vederlo l'ultima volta. Lo vide mort o ma vicino al suo letto c'era un signore che stava per morire non per ferite dell a guerra ma per la fame. La sua situazione era molto grave e sembrava che da lì a p oco dovesse morire. Lo stavano per mettere in una tomba, ma era ancora un po' viv o, racconta Enrichetta, e a quel punto si presentò un prete per l'estrema unzione e disse : Se rimane vivo uccidete me se invece muore chiudete la bara. Il signore è a ncora vivo e abita a Santa Lucia. Un altro episodio è stato quando durante i bombarda menti si rifugio' in una chiesetta con delle altre donne e una di queste pro prio mentre si sentivano i botti delle ultime bombe partorì la sua terza figlia. Que lla bimba è mia nonna.

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Intervista ai nonni di Cecilia Magnani 3 L (Raldo n) Intervistati: nonno Alfredo Magnani nato a Milano nel 1937 e nonna Fiorenza Cracco nata a Verona nel 1940. Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi ? Nonno: Durante la 2° Guerra mondiale, per evitare effetti negativi nella grande città, siamo stati trasferiti nel paese originario di mia madre, Avio in provincia di Trento, in una grande casa di proprietà della fa miglia. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Nonno: A quel tempo nel mio paesino la presenza di fascis ti era minima e ci si poteva vivere tranquillamente. Cosa ricordi dei tedeschi? Nonno: Parzialmente la nostra casa era stata occupata dai tedeschi e purtroppo ci si doveva convivere. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Nonno: Ho potuto dedurre che gli americani erano in arriv o quando è finalmente tornata la corrente elettrica e i tedeschi sono sca ppati senza lasciare traccia. Nonna: Ho il ricordo di un americano a cui lavavamo la bi ancheria e in cambio ci portava uova e latte in polvere di piselli, chewin- gum I partigiani: chi erano ? Li hai visti? Cosa faceva no? Nonno: I partigiani erano persone, ma anche ex militari, che si opponevano ai fascisti, nel nostro paese però non hanno mai comp iuto grandi azioni. Nonna: Mio padre, che abitava a Verona, era uno dei più i lluminati oppositori ai fascisti, infatti prima della fine della Guerra è s tato portato in un campo di concentramento a Dacau in Germania. Da lì non è più tornato. Hai ricordi dei bombardamenti? Nonno: Come al solito nel mio paesino isolato non si eran o mai sentite forti esplosioni, solo qualche sera se ne riusciva a sent ire. Nonna: Ricordo bene i bombardamenti, la mia famiglia ed i o usavamo l'Arena come rifugio. Hai qualche episodio particolare da raccontare? Nonna: Una volta insieme alla mia famiglia sono stata sor presa dagli allarmi dei tedeschi e abbiamo dovuto distenderci per terra in Piazza Brà per schivare i proiettili. Mi ricordo anche di quando hanno fatto esplodere tu tti i ponti di Verona.

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Intervista a Sirio classe 1915 e Gabriella classe 1 933 di Federico Cristofoli 3 L (Raldon) Il paese a quel tempo era molto povero e la gente n on trovava lavoro, la miseria era tale che nelle famiglie numerose con un pezzo d i carne bisognava sfamare una famiglia intera. I fascisti sono nati nel 1922 ed e rano contro i socialisti; questi ultimi erano degli uomini che appoggiavano un movim ento politico economico che sosteneva il possesso dei mezzi di produzione da pa rte delle classi lavoratrici per realizzare l'uguaglianza politica, sociale ed econo mica di tutti gli uomini. I fascisti, soprannominati brigate nere, hanno marcia to verso Roma il 28 Ottobre 1922; proprio a quel tempo Vittorio Emanuele III av eva dato il potere di governare al Duce. I tedeschi sono entrati in guerra insieme agli ital iani. Il generale Badoglio ha chiesto l’armistizio incondizionato, e da quel gior no Badoglio comandò i soldati italiani e respinse i tedeschi dall’Italia. Il 25 a prile sono entrati in aiuto al governo italiano gli americani, che respinsero i te deschi in Germania. I partigiani erano soldati che si erano riuniti per fare saltare le linee ferroviarie, perché i tedeschi non potessero scappare in Germania e così farli prigionieri in Italia; così facendo i partigiani rendevano l'Italia libera . I partigiani erano riforniti dagli alleati per vie aeree: in punti prestabiliti lanciavano viveri e armi. Questi punti prestabiliti erano luoghi nelle vicinanze dei paesi di campagna e spesso camuffati con nomi in codice, uno di questi nomi er a “Fiore Appassito” e si trovava nelle vicinanze di Isola della Scala. Il primo bombardamento americano del quadrimotore B oeing B-17 Flying Fortress bombardò Verona il 28 Gennaio del 1943; dopo quel g iorno i bombardieri bombardarono tutti i binari delle ferrovie, in tal modo si imped iva alla Germania di mandare altri soldati, e anche di non fare scappare quelli che erano già in Italia, impedendo loro di tornare in Germania. Le famiglie nelle campagne per scampare ai bombardamenti scavavano delle grandi buche che veni vano rivestite di paglia e di erba, così se la bomba cadeva nella buca dove si er ano rifugiati l’impatto sul morbido non azionava il detonatore e non esplodeva. Un altro episodio che mi viene raccontato è stato che durante la ritirata dei tede schi avvenuta nel 1945, nelle campagne di Zevio i contadini informati dai partig iani dell’arrivo dei tedeschi nascosero i cavalli in una grande buca lontano dall a fattoria; la sera stessa arrivarono i tedeschi alla fattoria e cercavano i c avalli; picchiarono i proprietari ma loro non rivelarono dove si trovavan o, così i soldati tedeschi decisero di fermarsi in questa fattoria facendo raz zie. Durante tutta la notte la famiglia passò ore terribili con la preoccupazione che i tedeschi sentissero il nitrito dei cavalli nascosti; non fu così perché la mattina i tedeschi se ne andarono e, appena usciti soldati, la famiglia si m ise a piangere in un pianto liberatorio. Quella fu una lunga terribile notte.

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Intervista ai nonni di Laura De Togni 3 L (Raldon)

COM’ERA A QUEI TEMPI IL PAESE O LA CITTA' IN CUI VI VEVI? NONNO: Il paese aveva un fossetto che passava in mezzo ch e portava l’acqua. Mi ricordo bene quando c’erano gli aerei che passavano dal paese e andavano ad un rifugio. Quando questi avevano l’ordine di stermina re la città o il paese, miravano sui gruppi di case. Una volta hanno buttato due bom be al cimitero ma lì, o sono cadute per sbaglio, o volevano sbaraz zarsi del cimitero. NONNA: In tempo di guerra venivano da noi “gli sfolati” ( persone che venivano allontanate dalla città e andavano ad abitare in pe riferia o dove venivano accolti) e guardavamo in cielo quando passavano gli aerei e bombardavano il paese. Vi erano anche “i fari” che “cercavano” questi aerei. NONNO: Quindi gli aerei cosa facevano.. buttavano giù “gl i sdruccioli” in gran quantità e i fari illuminavano quelli perché pensa vano fossero aerei. NONNA: Invece io, su a Mondrago, non avevo i tedeschi ch e giravano come qua in città. C’erano questi “sfolati” e la sera dovevamo stare attenti a spegnere le luci alle 7 perché passava Pippo, un aereo che cont rollava la zona della città e dintorni di notte. Se questo vedeva una luce, bomba rdava. Quindi si cercava di coprire le finestre con dei panni, in m odo con non vi passasse la luce. Ma vicino alle nostre case c’era una fontana che, c on la luna, rifletteva la luce in cielo. Quindi Pippo ha visto una luce e ha bomb ardato. La mattina ci siamo svegliati tutti senza vetri delle finestre ma per f ortuna non c’era nessun ferito. Da quel momento abbiamo ricoperto la fontana con delle lenzuola, cosicché non si riflettesse di nuovo la luna. QUALI SONO I TUOI RICORDI RELATIVI AI FASCISTI? NONNA: Io mi ricordo. Ricordo che le nostre famiglie ci mandavano a fare la spesa e ci chiedevano il nome, il cognome, la data di nasc ita e controllavano che quelli che andavano a ritirare i viveri facessero parte d ella lista delle persone iscritte al partito fascista. COSA RICORDI DEI TEDESCHI? NONNO: Io ricordo che passavano per le case per poter rit irare tutte le fedi d’oro, le collanine per poi farne un bottino. E andavano a nche a cercare delle nuove reclute per l’esercito. Quindi io mi sono nascosto in mezzo al “paeon” (due mezzi materassi fatti di paglia) e i tedeschi non mi hann o scoperto. NONNA: Invece a Mondrago (la contrada dove sono nata) una ragazza aveva fatto la spia dicendo alle persone che andava a servire, ch e noi nascondevamo tre inglesi. Un giorno sono arrivati su due camionette molti sol dati tedeschi. Questi hanno fatto uscire tutti dalle case e hanno perquisito t utte le case da cima a fondo. Non avendo trovato nessuno volevano bruciare tutta la contrada. È intervenuto il parroco e li ha convinti ad andare via dicendo che la spia era pazza e doveva essere ricoverata. HAI IN MENTE QUANDO SONO ARRIVATI GLI AMERICANI? NONNA: Sì!! Mi ricordo che quando sono arrivati in paese hanno cominciato a distribuire cioccolatini e dolciumi vari. NONNO: Io mi ricordo che avevano fatto un grande accampam ento qua a Raldon e distribuivano roba da mangiare e soprattutto ciocc olata. I PARTIGIANI: CHI ERANO? LI HAI VISTI? COSA FACEVAN O? NONNA: I partigiani erano dei controllori. Infatti restav ano nei paraggi del paese e controllavano che i tedeschi non approfittassero della gente. NONNO: I pochi partigiani che mi sono rimasti impressi, c ercavano di approfittare della situazione.

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HAI RICORDI DEI BOMBARDAMENTI? NONNO: Una famiglia che abitava in fondo al paese aveva c ostruito una specie di rifugio che consisteva in una buca profonda in mez zo ad un campo coperta di pali e di frasche. Quando suonava l’allarme molte persone abbandonavano le case in fretta e andavano a rifugiarsi in questo posto, perché se le bombe distruggevano le case, le schegge potevano uccidere qualcuno. HAI QUALCHE EPISODIO PARTICOLARE DA RACCONTARE? NONNA: C’erano tre soldati inglesi nascosti in una grotta che solo noi conoscevamo e gli uomini della contrada avevano portato della p aglia per farsi un giaciglio e delle foglie secche che servivano eventualmente per nascondersi. Ogni famiglia della contrada portava a turno della roba da mangia re a questi soldati finché non sono arrivati gli americani.

Intervista al nonno di Salerno di Lorenzo Fezza 3L (Raldon) Il paese era molto povero: si viveva coltivando la terra. A quel tempo si mangiava pane e cipolle, il pane era rilasciato in base al n umero dei componenti della famiglia e veniva dato il pane di segale di colore marrone. Nel paese in cui vivevo vi erano i fascisti e i par tigiani, i fascisti erano giovani volontari che per 1000 lire o più al mese s i sottoponevano al regime fascista, i partigiani erano i giovani fascisti che tradivano il regime per non combattere e anche per interessi propri (come rubar e). Ricordo che quando arrivarono gli americani un grup po di soldati tedeschi volevano posizionare una grande mitragliatrice sulla terrazz a della mia casa. Quando arrivarono gli americani si fermarono sul va llico di Chiunzi (Salerno) e scendendo dalla montagna con carroarmati e truppe a piedi mandarono via dal paese tutti i tedeschi. Mi ricordo benissimo che un giorno ero nascosto die tro alla mia casa vicino al porcile dei maiali e osservavo due aerei, uno tedes co e uno americano, che si davano guerra fra loro e uno dei due aveva sfiorato la mia casa per pochissimo. Quando però gli aerei tedeschi bombardavano io e la mia famiglia ci rifugiavamo in un cunicolo che avevamo scavato sotto i nostri camp i dove nessuno ci poteva vedere. Uno dei momenti più belli che non mi dimenticherò m ai è quando gli americani passarono per le vie del paese e delle campagne e n oi bambini ci avvicinavamo ai carroarmati e ci davano la cioccolata, i biscotti, le gallette di riso ecc... Ma c’è anche una cosa molto brutta che successe sub ito dopo la guerra nel mio paese, l’eruzione del VESUVIO che contribuì a fare ancora più danni di quelli provocati dalla guerra.

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Intervista alla nonna di Raldon di Enrico Fezza 3 L (Raldon) Quando ero piccola il paese di Raldon era un luogo molto triste e spoglio; mancavano infatti quasi tutte le cose primarie come la luce, le scarpe, le calze, ecc……. In casa mia faceva molto freddo perché i vetri eran o crollati dopo il bombardamento che ci fu a Verona. Proprio nel paese in cui vivevo, precisamente dove ora c’è “Corrado”, risiedeva il distretto dei fascisti; erano militari tedeschi che mi facevano tanta paura, perché sapevo che non esitavano ad ammazzare anche i bambi ni. Quando li incrociavo, io e i miei amici, stavamo zi tti e allungavamo il passo!!!!!!!!! Il Sabato ci costringevano a fare: ‘Il Sabato fasc ista ‘ il quale era una specie di accademia militare dove c’erano sia maschi che f emmine; ma io non potevo perché dovevo andare a lavorare nei campi. Eravamo dei bambini veramente terrorizzati da quest e persone e ciò mi fa ricordare un episodio della mia infanzia . Voglio infatti raccontare di quella volta in cui du e aerei stranieri vennero abbattuti nel nostro territorio, così io e dei miei amici andammo in soccorso dei due piloti e gli scavammo una tana dove solo uno de i due ci restò per quasi un anno perché l’altro venne ucciso dai tedeschi poco dopo lo schianto……. Ho trascorso un’infanzia in mezzo ai campi, quindi difficile e piena di difficoltà fino a quando non arrivarono (per i primi di aprile ), attraverso le Scaiole per mezzo di carrarmati e automezzi, gli AMERICANI!!!!! ! Si accamparono dove ora c’è il cimitero di Raldon; ricordo che mangiavano tante uo va e tanto cioccolato, ma a noi non ne davano mai un pezzo!! Oltre ai fascisti e agli americani, nel mio paese e rano presenti anche i partigiani che erano delle persone che non combattevano con l’ esercito, ma sabotavano di nascosto i tedeschi…… La mia esperienza con i partigiani l’ho avuta trami te mia madre perché, siccome sapeva un po’ di tedesco, faceva da traduttrice ad un soldato fascista per farlo passare dall’esercito tedesco ai partigiani. Il primo bombardamento che ricordo è stato quello a Porta Palio, a Verona, circa in Giugno. Ricordo anche quelli successi a Raldon, per ché i miei amici ed io andavamo a riempire con i sassi le buche lasciate dalle bomb e. Molti ragazzi morirono per fare questo tipo di lavo ro perché a volte le granate buttate dai tedeschi erano sottoforma di caramelle o giocattoli. L’ultimo giorno di guerra da parte dei tedeschi fu uno dei peggiori della mia infanzia perché l’esercito fascista aveva intenzion e di ribellarsi distruggendo tutti i nostri beni materiali!!!!!! Infatti dopo qu alche giorno dalla nostra liberazione fecero saltare tutti e cinque i ponti d i Verona. Dopo l’esplosione ricordo che in Corso Porta Nuova le macerie erano a lte circa un metro e qui a Raldon i pochi vetri rimasti intatti, crollarono da ll’onda d’urto causata dal boato!!!!!!

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Intervista al nonno Vittore Cortella classe 1928 di Matteo Sandri 3 L (Raldon)

Quella che riporto oggi è la testimonianza di mio n onno, Vittore Cortella, nato il 22/9/1928 che ha visto la Seconda Guerra Mondiale n el paese di Raldon, dove ha trascorso la sua infanzia. Com’ era a quei tempi il paese in cui vivevi? “Raldon non era grande neanche la metà di quanto è adesso” risponde subito “era povero e le case erano vecchie e malandate, ma non se ne lamentava nessuno: a quei tempi era già tanto avere una casa tutta propria. I l riscaldamento era un sogno irraggiungibile; per la luce ci si arrangiava come si poteva e nell’intero paese c’erano sì e no tre lampioni. Quando pioveva, nella strada dove c’era la mia casa, si riversava tanta di quell’acqua che tutto il paes e la chiamava “via della paciarina” (via del fango) e tutte le abitazioni ch e vi si trovavano, avevano un gradino davanti all’ingresso per evitare che il pan tano entrasse in casa. Nessuno poteva permettersi una macchina, ci si spostava con un carretto trainato da cavalli che, per molti, era l’unica ricchezza, a parte i ca mpi.” Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? “Alcuni fascisti abitavano a Raldon, altri venivano da fuori per effettuare dei rastrellamenti: andavano cioè a cercare civili che potessero entrare nell’esercito; aiutarli a ricostruire punti di collegamento distru tti dai nemici o a costruire bastimenti e trincee lungo il fronte. Di alcune di queste persone non si sono più rivisti i corpi, vivi o morti che fossero. Ricordo che una volta uccisero un contadino durante un rastrellamento: l’ uomo stava lavorando nei campi e quando li vide arrivare si spaventò e scappò via, loro se ne accorsero e gli spararono. Subito dopo portarono il suo corpo su un carretto p er le vie del paese, per intimorire chi avesse osato opporre resistenza quan do fossero ripassati. Un paio di volte mi dovetti nascondere anch’io: andavo con mio cugino in un fossato nel quale non scorreva più acqua, in mezzo ai campi.” Cosa ricordi dei tedeschi? “I tedeschi non erano tutti uguali. Quelli dell’ese rcito erano costretti a fare la guerra ed erano i più “buoni”: quando potevano evit are di uccidere un civile lo facevano e, addirittura, un soldato di nome Otto pa ssava ogni sera con una pattuglia prima che calasse il sole e ricordava a t utti di spegnere le luci per evitare che gli americani attaccassero per sbaglio la loro casa. Erano gli altri tedeschi che causavano solo danni: appena arrivaron o si presero il portico dove mio padre metteva i cavalli e lo usarono come punto di partenza per mandare dei pullman al fronte, con armi, viveri e altri rifornimenti, t utta roba (a parte le armi) che prendevano da noi civili. La loro prima sosta era c omunque un grande spiazzo che ora ospita una pizzeria: era vicinissima al loro pu nto di partenza e conteneva una quantità incredibile di barili di benzina. Da lì in poi viaggiavano a luci quasi spente, per non essere visti dagli americani. Se av evi qualcosa che serviva ai tedeschi appena passavano te la portavano via, chi aveva dei cavalli o degli altri animali era costretto a tenerli in casa, se non vol eva che gli fossero sottratti. Quando si ritirarono, poi, ricordo che fecero salta re tutti i ponti sui quali passavano, rendendo necessari ennesimi lavori di ri costruzione. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? “Lo ricordo eccome!” risponde con un sorriso ironic o “Gli sarò sempre grato perché ci hanno liberato, però ci hanno causato tanti dann i, quasi quanti ci hanno evitato!” Poi si spiega un po’ meglio: “Gli america ni combattevano la guerra da diecimila metri d’altezza, dove i colpi della contr aerea tedesca non potevano arrivare. Da lì era impossibile colpire con precisi one un bersaglio, ma anche solo distinguerlo: una luce o un oggetto che si spostava poteva essere un mezzo tedesco ma anche solo un ignaro contadino e gli americani, nel dubbio, attaccavano tutto ciò che vedevano muoversi. Per colpire un punto, po i, non potevano lanciare una sola bomba, perché difficilmente sarebbe giunta a d estinazione, così bombardavano “a tappeto” o sganciando scie di ordigni incatenati , per essere sicuri di colpire il bersaglio. Così facendo avevano ucciso moltissim i civili, anche se

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involontariamente, e, nel centro di Verona, per col pire strade, ferrovie, stazioni e altri punti di collegamento avevano distrutto anc he cimiteri, ospedali… Di notte sopra Verona e la periferia passava un aer eo americano in ricognizione che sparava alle luci in movimento, al quale qualcuno d ecise di mettere nome “Pippo”, senza motivo, semplicemente quando la sera si senti va un rumore era diventata quasi tradizione pensare: “Ecco, è arrivato Pippo!”. Da R aldon si vedevano anche i bombardamenti sul centro di Verona, specialmente la notte, quando gli aerei americani lanciavano dei bengala prima di colpire, per capire più o meno dove avrebbero dovuto sganciare gli ordigni.” I partigiani: chi erano? Li hai visti? Cosa facevan o? “I partigiani erano soldati italiani che tentavano di sabotare i tedeschi, distruggendo le vie attraverso le quali potevano in viare rifornimenti o attaccando le loro colonne di mezzi in ritirata. C’erano anche qui in pianura, ma erano pochi e inoltre non era un luogo adatto ad una resistenza perché i nascondigli sono pochi. La maggior parte di loro è stata quindi catt urata e portata nei campi di concentramento. I gruppi più numerosi di partigiani si nascondevano invece in montagna o in collina, dove gli assalti ai tedeschi sono stati moltissimi ed efficaci.” Hai ricordi di bombardamenti? “Su Verona ci sono stati moltissimi bombardamenti e mitragliamenti perché questa città è sempre stata un importante punto di collega mento visto che le sue ferrovie già allora arrivavano in posti piuttosto lontani, c ome Roma, Venezia, Bolzano e Milano. La stazione ferroviaria di Verona è stata i nfatti distrutta e ricostruita tantissime volte in tempo di guerra, così come il p onte di Peschiera e, in generale, tutto ciò che poteva servire ai tedeschi come via di comunicazione con il fronte. Inoltre, per errore, sono stati “buttati gi ù” tante volte anche il cimitero monumentale in centro Verona e i pochi ospedali. In periferia ci furono invece soprattutto mitragliamenti; qui a Raldon spararono un po’ dappertutto, ma principalmente su Via Maffei e Via Croce, che sono le strade che mettono in comunicazione il centro del paese con la statale. R icordo anche di essere stato sotto un mitragliamento alla stazione di Isola dell a Scala: ero con mio zio e stavamo andando a portare un carretto pieno di fien o in questo paese, per venderlo (era il lavoro di mio zio) e quando arrivammo all’a ltezza della stazione ci fu un mitragliamento su questa. Fortunatamente noi eravam o all’esterno, così riuscimmo a salvarci. A questo mio zio capitò di nuovo, stavolt a a Campagnola, quindi vicinissimo a Raldon: ancora una volta stava viaggi ando coi cavalli e il carretto, in compagnia di un suo amico. Quando vide arrivare gli americani fece in tempo a buttarsi di lato e riportò solo qualche ferita alle gambe, mentre il suo amico e i cavalli non fecero in tempo a spostarsi e morirono. ” Hai qualche episodio particolare da raccontare? “Ricordo che dopo l’otto settembre, quando l’eserci to italiano si sciolse, moltissimi soldati vennero a nascondersi qui. Alcun i miei zii e cugini che vennero a stare da me furono addirittura costretti a dormir e nel granaio da tanti che erano e si diceva che in una casa in Via Croce fosse nasc osto un soldato fuggito da Como. Ma la cosa più incredibile fu quando mio cugino tor nò dalla Jugoslavia, dove si era rifugiato, a piedi. Aveva preso come punto di rifer imento il Mar Adriatico e, costeggiandolo, era giunto fino a Venezia; da lì in poi per lui fu più semplice tornare perché conosceva la strada. Capitava alcune mattine che ci si svegliava e si trovava la strada piena di penne. Un uomo ne rac colse una e tentò di scriverci, ma non appena provò a far scattare il meccanismo pe r far uscire la punta della penna, questa esplose, portandosi con sé un suo dit o. Nelle penne, probabilmente destinate ad un ignaro soldato tedesco, c’erano inf atti delle piccolissime bombe, che esplodevano quando si azionava il meccanismo. U na cosa simile successe a un mio zio, che mentre lavorava nei campi trovò un oggett o che aveva la forma e le dimensioni di una pera, ma che dall’aspetto non era certamente commestibile. Pensando che potesse essere uno strano giocattolo, lo portò a suo figlio da poco nato che si mise a farlo rotolare sul tavolo quando , ad un certo punto, gli scappò di mano e finì per terra. Non appena toccò il pavim ento, la piccola pera esplose ma, fortunatamente, non causò altri danni che riemp ire di schegge e ferite le gambe dei miei zii.”

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Intervista a Maria Lonardi classe 1927 di Marconcin i Jessica Ciao sono Maria Lonardi ho 83 anni e sono nata il g iorno 28/10/1927,ai tempi della guerra avevo 16 anni e me la ricordo come se fosse stata ieri….Il mio paese, Sommacampagna ,era povero con strade distrutte per colpa dei carretti trainati da asini e muli che portavano al lavoro nei campi, le persone per guadagnarsi da mangiare dovevano lavorare tante ore al giorno… Per colpa dei fascisti,vivevamo tutti nel terrore p erché si sapeva che erano traditori ma soprattutto cattivi. Inoltre i fascist i ogni sabato ti costringevano a marciare e non faceva differenza se eri uomo,donna o bambino…. A capo dei tedeschi c’era Hitler.Con i tedeschi ho avuto molti contatti perché mio fratello era in servizio militare obbligatorio con essi e io la domenica gli portavo il mangiare e il cambio... Quando gli americani stavano avanzando verso i tede schi, essi si sono dovuti ritirare o rifugiarsi in case di persone comuni,com e ad esempio casa mia. A casa mia in quel periodo arrivarono una decina di tedesc hi che si approfittarono della casa e divennero per modo di dire i padroni…tra que sti tedeschi c’era un generale ferito ad una gamba che essendo padre chiese a mio papà di poter salutare da parte sua i suoi figli perché non sapeva se riusciva a to rnare a casa a riabbracciare la sua famiglia. I partigiani erano i militari del fronte cioè quell i che combattevano contro i tedeschi e svaligiavano le abitazioni dove prima di loro c’erano stati i tedeschi…Io conoscevo alcuni partigiani del mio pae se che però dopo aver ucciso due uomini innocenti sono stati alloro volta uccisi. Ho molti ricordi di bombardamenti ma quello che mi è rimasto più impresso fu il bombardamento del giorno 18 novembre 1944 alle ore 11:00(di preciso sabato)mi ricordo che ero a casa da sola perché mio papà era in paese,mia mamma era andata a lavorare con mio fratello più grande e l’altro mio fratello era nei campi…era suonata la campana di allarme per il bombardamento quando suonò il sesto allarme capii che si trattava di una cosa seria scappai di corsa nella cantina dei miei vicini perché io non avevo posto dove ripararmi mia mamma si nascose sotto il campanile mentre mio padre fu spazzato via dagli am ericani contro una cassa in legno e si riempi il viso di schegge…quando tornamm o a casa non avevamo ne tetto ne vetri,la bomba ci aveva spazzato via tutto … Il mio ricordo più bello della guerra è stato quand o un giorno scrissi una lettera a mio fratello ,che era sul fronte,con scritto “son o a casa da sola con mamma e papà che stanno male poi chiedere il permesso di l ibera uscita per due settimane?”non ebbi mai ricevuto risposta tranne un a domenica che tornando da messa lo vidi davanti ai miei occhi da quel giorno li,es attamente il 3 dicembre 1944 non andò più a combattere…

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Intervista A Lineri Lina Di Dona' Francesca Mi chiamo Lineri Lina, e in quel periodo di guerra, che ricordo a dire il vero un po’ svanito, avevo solamente nove anni. Vivevo in u n piccolo paesino di campagna non molto lontano dalla città, e le condizioni di v ita non erano la migliori. Io di certo non mi posso lamentare, perché anche se non v ivevo nel lusso,i miei genitori non mi facevano mancare nulla. Le bambine come me erano dette piccole italiane perché dovevano indossare una gonna nera abbinata a d una camicetta bianca, mentre i bambini maschi erano detti balilla, perché indossav ano un paio di pantaloni neri abbinati ad una camicetta bianca e ad un basco. E ora però passiamo ai fatti. Ricordo bene i fascis ti,i seguaci di Benito Mussolini. Conoscevo uno di loro,un uomo molto buon o e generoso che ha perso ingiustamente la vita durante l’armistizio. È stato massacrato. Nello stesso periodo hanno fatto cadere il loro stemma posiziona to al di fuori della nostra scuola. Ricordo bene anche i tedeschi, perché mi hanno fat to provare un sentimento orribile,stavo per perdere il mio papà. Erano venut i a prenderlo,lui in quel periodo faceva il calzolaio,fortunatamente passava di lì una donna di nostra conoscenza, che era una quasi amante di un tedesco. Ha spiegato loro la nostra situazione familiare e l’hanno lasciato andare. Era vamo infatti in sei tra fratelli e sorelle,e senza papà non so come avremo fatto. Ricordo anche gli americani,che di certo mi erano molto più simpatici delle persone che ho già descritto. Al centro del paese i nfatti venivano con grandi camion,e ci davano caramelle,cioccolata calda e cio ccolata in barretta. Al contrario di loro c’erano i partigiani,degli uomini del paese che mi hanno un po’ condizionato la vita. Non potevo uscire quasi mai a giocare,perché in paese erano quattro,due diciamo buoni,e due per niente. Questi ultimi infatti perseguitavano la ragazzine,che sotto la protezione dei genitori eran o costrette a chiudersi in casa. Anche io. Riguardo ai bombardamenti invece ho un ricordo molt o vivo nella testa,che nessun bambino sarebbe riuscito a dimenticare,perché nessu n bambino avrebbe dovuto esserne “spettatore”. Io avevo rifugio al centro di un camp o di un nostro conoscente perché quest’ uomo non voleva adoperarlo,si sentiva più si curo stando in casa con la moglie. Ecco allora che all’inizio di un bombardame nto siamo corsi a rifugiarci ogni uno nel rispettivo luogo prescelto. Stavano sp arando con la mitragliatrice,e mia sorella che aveva l’età di due anni e non si re ndeva conto di cosa stava accadendo è uscita dal rifugio. Ringrazio ogni gior no il signore per averle risparmiato la vita,anche se ha preso quella della moglie del proprietario del campo,che si era affacciata alla finestra. Ricordo molto bene quel momento,è caduta a terra come se qualcuno le avesse dato una spinta fortissima,e lei non ce l’ha fatta,era morta… Un’ altra volta invece mi sono rif ugiata in un campanile,ma li ci siamo salvati tutti. Il momento più bello però,è stato quando tutto ques to è terminato,ed io e la mia famiglia eravamo tutti vivi e stranamente illesi. Q uella sera,durante la ritirata dei tedeschi c’era una coda lunga quasi due chilome tri,composta da persone a piedi seguite da caro armati,camion e cannoni. E quando p enso al mio risveglio del giorno seguente ricordo di aver detto: “benvenuta libertà” …

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Intervista a Gina Zaccaria 91 anni di Noemi Marchi otto 3F Io ho intervistato mia bis nonna che si chiama Gina Zaccaria e ha 91 anni e mi ha dato la sua preziosa testimonianza sulla seconda gu erra mondiale La seconda guerra mondiale è iniziata nel 1939 ed è finita nel 1945. Il paese in cui vivevo era Oppeano e c’era molta sofferenza per mancanza di viveri: la carestia. Io vivevo in una bella casa ma piccolina e nonostante la miseria riuscivo a mangiare, perché mio papà vendeva il pesce come a mbulante. In mancanza di lavoro il 6 marzo 1940 sono andata i n Germania a lavorare i campi. Avevo 19 anni. Gruppi di lavoratori venivano ospita ti in case più o meno belle, costruite appositamente. La casa in cui vivevo era carina. Sono rimasta in Germania nove mesi e lavoravo i cam pi. Tornata a casa, mi ricordo che i fascisti trattavan o male le persone. Un giorno a mio padre gli hanno fatto bere l’olio dei motori, p erché aveva ideali diversi e molte volte diverse persone venivano picchiate da loro molto violentemente. I tedeschi erano persone molto invadenti. Entravano in qualsiasi casa e pretendevano il mangiare, il bere, indumenti, bianc heria, perché quando rimanevano senza queste necessità le pretendevano da persone c he avevano poco o niente. Quindi diventava difficile dare cose che non avevamo. Quel lo che vedevano se lo portavano via anche con la forza e senza chiedere. Mi ricordo anche quando sono arrivati gli americani : erano sui camion militari. Ci salutavano, offrivano le sigarette e portavano via i tedeschi. I partigiani erano dei combattenti che appartenevan o alla resistenza e difendevano l’area geografica e culturale in cui vivevano. Essi li ho visti solo quando è finita la guerra, perché prima loro si nascondevano sulle montagne e per me diventava difficile vederli. Poco distante da casa mia sono partite due bombe pe r fortuna nei campi quindi le case non sono state distrutte. Io avevo molta paura. All’ imbrunire passava “PIPPO”, un aereo tedesco ch e appena vedeva dei fasci di luce lanciava bombe. Appena sentivamo i bombardamen ti andavamo nel rifugio costruito da mio marito. Portavano anche i bambini piccoli ed erano molto terrorizzati. È difficile ricordarsi tutto: per fortuna tutto que sto è passato e il tempo sedimenta le cose. Sono ancora viva e ringrazio DIO per questo.

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Intervista A Toffali Maria Isolina 87 Anni Di Rode gher Alessandra Classe 3e Io abitavo a Buttapietra, un paese attraversato dal la linea ferroviaria e dalla statale 12 (BRENNERO- ROMA) e quindi di un certo in teresse e soggetto a numerosi bombardamenti e la mia casa era proprio vicino all a ferrovia. L’ esercito tedesco aveva requisito Villa Antonietti per utilizzarla co me comando. Io all’ epoca avevo 22 anni, di quel periodo ricordo i coetanei partiti per il fronte e si viveva tutti in apprensione perché a quei tempi si viveva molto più uniti, non c era la televisione e tutte le notizie venivano fornite dal la radio, compresi i comunicati in codice per avvertire di un eventuale bombardamen to. Di giorno si cercava di “vivere una vita normale” malgrado dovesse essere c ondivisa con le forze d’ occupazione. Alla sera vi era il coprifuoco al tram onto e la notte si doveva prestare attenzione che dalle porte non filtrasse l a luce. In quel periodo non era consentito avere linee poli tiche differenti dalle loro e si era obbligati a partecipare alle loro manifestazion i. Ricordo che i miei fratelli il sabato anziché andare a scuola erano obbligati a d andare al “sabato fascista”, in cui facevano esercitazioni militari e marciavano A quei tempi io e mia sorella maggiore lavoravamo i n un salumificio gestito dall’ esercito tedesco che provvedeva all’ approvvigionam ento viveri dei soldati. Devo dire che con noi operai, il trattamento è stato buo no e oltre al salario ci veniva dato ogni settimana del cibo. Ricordo una giornata verso le 15 abbiamo sentito ca mpane suonare e ci siamo accorti che sul campanile era stata issata una bandiera bia nca, mio padre gridava che era finita la guerra, di correre incontro agli american i e di abbracciarli, così volevamo fare ma appena li abbiamo visti passare, c on i mitra puntati, ci siamo resi conto che non era una buona idea e ci siamo li mitati a salutarli. A Buttapietra non ricordo che vi fossero partigiani , ne avevo però sentito parlare e a quanto pare erano nascosti sui monti, per quest o era difficile vederli. A Buttapietra vi erano diversi rifugi, noi ci recav amo sempre in quello costruito dalla famiglia di quello che sarebbe poi diventato mio marito, situato in campagna sotto una legnaia, dove questi lavoravano. Ricordo anche le notti in cui passava l’ aereo soprannominato Pippo, un bombardiere che dove vedeva filtrare una luce lanciava una bomba. Durante la ritirata, un soldato tedesco in preda al la paura ha rubato la bicicletta appoggiata davanti alla casa appartenente a mia mad re.

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Intervista a Giulio (PiaOpera) di Asia Cobelli 3 E Siamo andate alla Pia Opera Ciccarelli, io e la mia amica, con in mano quel maledetto foglio con su scritte le domande da fare e con la speranza di incontrare qualcuno che potesse darci le risposte. Dopo aver f atto due o tre giri intorno all’edificio, un po’ di piani su e giù per le scale e dopo aver chiesto a un po’ di infermieri, abbiamo trovato quello che cercavamo. N on è stato facile trovare un vecchio signore disposto a parlarci (ma nemmeno tro vare un infermiere che sapesse qualcosa, se è per questo), ma alla fine ce l’abbia mo fatta. Così, iniziamo l’intervista. In Italia, come nel resto dell’Europa, c’era uno st ato di pace, ma era uno stato di pace apparente, soprattutto per motivi politici. In fatti, i trattati di pace che avevano concluso la Prima Guerra Mondiale, non avev ano soddisfatto alcuni paesi, e gli attriti fra le nazioni erano ancora vivi. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, l’Italia era dominata da un regime che da va un apparente senso di tranquillità. Era però sparita la democrazia, non c ’erano più i partiti. Nella mia città, eppure, si viveva bene. Questo senso di appa rente pace faceva star bene le persone. Non gli anziani, per carità, che non soppo rtavano quel duro regime, ma noi ragazzi sì. Ci mettevamo volentieri la camicia nera , facevamo le adunate in Piazza Venezia e poi si andava ad ascoltare il duce che pa rlava. Durante il fascismo c’era il massimo dell’ordine, c ’era il massimo dell’anti-democrazia. Comandava Mussolini, il quale, qualsias i cosa dicesse, aveva sempre ragione. Durante il fascismo si sono fatte buone co se, lo Stato avanzava, ma sempre nell’anti-democrazia. Ricordo che chi non era iscri tto al partito fascista, praticamente aveva smesso di vivere. Io ero impiega to nelle ferrovie e chi non era fascista, non ha più fatto carriera. Anche se, in I talia, quasi tutti eravamo fascisti. Io ho vinto due concorsi per entrare nell e ferrovie dello Stato e ho dovuto mostrare i certificati di iscrizione al part ito fascista. Eppure io venivo da una famiglia praticamente socialista, come mio p adre, che però ha dovuto cambiare partito, per forza. I tedeschi erano un grande popolo, e lo sono ancora . A Hitler faceva comodo l’Italia, avevamo ottime ferrovie e qui avevamo mol te fabbriche tedesche. Non volevano che noi entrassimo in guerra, eppure Musso lini lo fece, quasi per invidia verso Hitler. A quel tempo, io ero a Roma e ci fu u n bombardamento nel quartiere San Lorenzo. I tedeschi, dopo il tradimento italian o, per rappresaglia, si sfogarono contro di noi, furono spietati. D’altrond e, in Italia, ne abbiamo passati di tutti i colori, tra americani e tedeschi che com battevano tra loro, e nel frattempo distruggevano le città italiane. Gli americani sbarcarono in Sicilia, e da lì arriva rono fino in Germania. Furono accolti con grandi festeggiamenti: in Italia scarse ggiava il cibo, e gli americani portavano da mangiare. Per esempio i miei parenti d i Roma andavano a mangiare in una scuola vicino a casa, dove servivano quei pento loni di minestra. Ma questo nei pochi giorni dove di cibo proprio non se ne trovava . Per fare guerra ai tedeschi, gli americani fecero decine di bombardamenti. Cerca ndo di colpire i loro avversari, colpivano le nostre città. Per non parlare di Veron a, che ebbe l’80% di case distrutte o per lo meno lesionate. Fu una catastrof e. I partigiani erano delle persone appartenenti a var i gruppi politici, soprattutto del partito socialista. Il motivo per cui tanti div entavano partigiani erano più personali che politici. Loro facevano attentati, ce rcavano di sabotare le ferrovie e quant’altro, e i tedeschi ne hanno arrestati tant i. Ci fu addirittura una guerra civile, nel 1945, dove gli italiani, soprattutto pa rtigiani, s’ammazzavano tra di loro, rubavano, facevano vendette personali.

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Per forza ce li ricordiamo: tutte le notti eravamo sotto le bombe. Ci furono a Roma, al Cimitero di Pisa e al Corso Portanuova, do ve c’erano buche di venti metri. Quelle bombe avrebbero dovuto cadere sulla stazione , ma dall’alto, gli aerei che attaccavano, non potevano certamente essere precisi . Le bombe cadevano dove cadevano. Beh, nella mia famiglia siamo stati fortunati. Io e ro sul fronte balcanico e mio fratello lavorava in una fabbrica di scatolette di carne tedesca, quindi aveva anche da mangiare. Quando poi ci siamo ritrovati tu tti, io e la mia famiglia a Roma, ci siamo guardati: “Sì, ci siamo, siamo vivi” . Vivi con milioni e milioni di morti. Anch’io sono stato sotto le pallottole, ho p artecipato ai combattimenti, e mi è andata bene: sparavano alto, e non mi toccavan o. Mi ricordo che nel 1942, il 6 Marzo, andammo a liberare un avamposto italiano in Bosnia, credo, circondato da partigiani iugoslavi. Avanzavo tra questi abeti men tre i partigiani ci sparavano contro. Ricordo benissimo le pallottole che attrave rsavano i rami ghiacciati in quella bella giornata di sole. Io però non ho mai p artecipato ad un assalto. L’assalto è la cosa più terribile che può avvenire in uno scontro. Si muore, non si pensa più. Ho partecipato a tanti combattimenti iso lati e ne ho visti cadere tanti. Dopo aver ringraziato il signore per essere riuscit o a concederci un po’ del suo tempo, ce ne ritorniamo a casa, con in testa il ber retto, con in mano il registratore e col cuore pieno di ricordi.

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Intervista a Tambara Rosetta di Lonardi Valentina 3 E A pochi km dalla città di Verona, San Giovanni Lup atoto occupa oggi una superficie di 19 km2 sulla quale vivono più di 22 mila persone . Il territorio era ghiaioso su cui il comune si estendeva, è di origine alluvional e, formatosi cioè dal deposito di detriti da parte di corsi d'acqua. Vicino al suo abitato scorre l'Adige, primo fiume d'Italia per la produzione di energia elettri ca, in mezzo alla quale passa la linea di confine con i territori del comune di Vero na e di San Martino buon Albergo situati a nord. A sud invece troviamo Oppeano e But tapietra, ad est Zevio, ad ovest ancora Verona e Buttapietra. A San Giovanni Lupatot o, come in tutto il resto della regione padana, gli inverni erano molto freddi e le estati calde e afose. Nella zona di pianura, soprattutto nei mesi invernali, la nebbia era fitta e consistente, ma salendo in collina spesso si trovava il sole e l 'aria si rischiarava. Il territorio, a differenza di quanto si possa credere , non è una distesa pianeggiante, ma presenta dolci ondulazioni che dom inano molti campi coltivati, estremamente fertili, attraversati da una fitta ret e di canali d' irrigazione. Nel 1899 la fabbrica di vetri dovette chiudere per la c oncorrenza dell'azienda milanese decisamente più forte sul mercato e sui suoi fabbri cati. Nel 1902 vennero acquistati dalla Manifattura Festi-Rosini, società specializzata nella produzione di filati, all'avanguardia nell'utilizzo di macchin e moderne per la filatura di cotone. Era da poco stato assassinato re Umberto I e il comune di San Giovanni gli aveva dedicato la sua piazza principale, una delle più grandi fra tutti i paesi italiani. San Giovanni divenne così il centro indus triale più importante di tutta la provincia grazie anche alla realizzazione di imp ortanti centrali elettriche, quelle del Colombaro nel 1903, della Bassona nel 19 06 e di Sorio nel 1938, capaci di produrre grandi quantità di energia elettrica, s uperiori al fabbisogno degli abitanti. Ecco perchè qui a San Giovanni trovò spaz io l'industria elettro-chimica, ad esempio quella della “ Barite” inaugurata dalla ditta Battistoni e Rotelli nel 1910. altro grande passo avanti fu nel 1913 con l'a pprovazione del progetto di costruzione di un acquedotto comunale. La torre-ser batoio, costruita in piazza Umberto I, conteneva 100 m3 d'acqua e fu considerat a per quei tempi un' audace opera architettonica. Durante il periodo fascista qualsiasi uomo che non obbediva agli ordini veniva rinchiuso in un locale al buio, frustato e gli veni va dato da bere “ olio di carro”. I bambini fino alla quinta elementare andavano a sc uola fino al sabato e l'ultimo giorno di scuola della settimana ( il sabato ) eran o costretti ad indossare apposite divise. I bambini di I, II, III venivano d etti “ figli della lupa” e indossavano una camicia blu, un cinturone bianco ( a croce ). Le bambine di III, IV, V venivano definite “ piccole italiane” e indos savano una camicia bianca, una gonna nera, i capelli dovevano essere raccolti in u n nastrino e indossare scarpe nere; i bambini indossavano pantaloncini corti tint a militare, camicia nera e calzettoni o neri o anch'essi tinta militare. I bam bini che avevano finito la quinta elementare e quindi avevano già fatto gli es ami potevano andare al campo sportivo, ma erano in pochi a permetterselo, visto che a quei tempi c'erano pochi soldi! La notte del 21 gennaio 1945 verso le 1:00 di matti na, hanno bussato alla porta della casa di mia nonna i tedeschi. Mio bisnonno er a agitato e non voleva farli entrare, ma purtroppo hanno rotto il gancio del por tone e sono entrati. Armati di fucili hanno perquisito tutta la casa... prima la s tanza dei miei bisnonni, poi la cucina, la stanza delle mie nonne ed infine la stan za dove dormivano i miei nonni. Hanno buttato fuori le mucche dalla stalla, al fred do, per fare posto ai loro 8 cavalli ( 2 neri e 6 marroni ) a davano loro da man giare il fieno dei campi, posseduti dai miei bisnonni. I genitori di mia nonn a avevano appena ucciso il maiale, i tedeschi si sedettero accanto al camino e con il loro vino e lo zucchero rosa, cominciarono a mangiare; inoltre chiedettero che gli fosse servita la polenta, visto che ne avevano in grande quantità a casa di mia nonna. Stettero li 2 giorni ma furono “ giorni di terrore” per i miei bisnonni. Accadde un fatto che nessuno si aspettava... mio no nno stava per essere ucciso... i tedeschi si erano accomodati nel fienile per dare d a mangiare ai loro cavalli,

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quando mio nonno cominciò a sgridarli perchè consum avano troppo fieno. I tedeschi si alzarono, caricarono i fucili e presero per i ca pelli mio nonno ( aveva solo 8 anni ). Lo portarono in casa dai miei bisnonni e co n il fucile puntato alla sua testa i tedeschi li insultarono... anche se non si capiva cosa dicevano, avevano intuito che se non si fosse prese precauzione al pi ù presto mio nonno sarebbe morto. Così il papà di mia nonna, senza farsi vedere uscì di casa, prese la bici e cominciò a pedalare più veloce che poteva fino ad a rrivare a Ca' di David dove abitava zia Marcella, sorella del papà di mia nonna , che sapeva parlare il tedesco. Alla fine zia Marcella, spiegandosi con i tedeschi fece capire loro che era solo un bambino... presero e ritornarono nel fienile fino a lle 20:00 di sera, quando se ne andarono!! Mio bisnonno per salvare la propria famiglia dai bo mbardamenti dei tedeschi aveva costruito un rifugio sotterraneo, dove ogni volta c he si sentiva suonare l'allarme uscivano di casa e andavano a nascondersi. Bombarda vano gettano dall' aereo bombe che miravano specialmente le stazioni... soprattutt o quella di Verona e di Ca' di David. Molto spesso la mia famiglia è stata vittima delle visite dei partigiani, cioè coloro che uccidevano i soldati tedeschi che fuggiv ano dalla guerra per paura di morire e andavano a rifugiarsi nelle case delle fam iglie. Il 25 aprile del 1945 i tedeschi raggiunsero le riv e del Po' e vennero ammazzati tutti dagli americani!!

Intervista a Nonno Gianfranco di Emanuele Bettini Mio nonno si chiama Gianfranco e abitava a Montorio . Lui mi ha detto che era molto più difficile nei tempi di guerra. Per andare a pre ndere il cibo bisognava avere una tessera. Quando uno stormo di aerei stava per a ttaccare una sirena suonava e tutti scappavano nei propri rifugi, che erano canti ne. Per uscire si aspettava di nuovo il suono della campana perché gli attacchi po tevano essere doppi. I fascisti erano molto autorevoli e mettevano regol e inflessibili. Mettevano regole perfino sul modo di vestire I tedeschi volevano comandare sopra gli italiani, p erché si sentivano superiori con la loro razza pura, mettevano anche loro tantissime regole, più dei fascisti Quando sono arrivati gli americani tutti erano in f esta perchè finalmente la guerra era finita e che i problemi di cibo non c’erano più . Mio nonno mi ha detto che gli americani sono andati nelle scuole e hanno dato ai ragazzi cioccolato e olio di merluzzo. I partigiani erano quelle persone che cercavano di fermare i piani tedeschi e di agevolare quelli americani. Mio nonno di notte si svegliava durante i bombarda menti e piangeva perché il suono degli aerei era cupo. Inoltre loro lanciavano dei b engala che illuminavano il punto da colpire. Il rumore degli aerei faceva paura perché sapevi c he la tua casa, o un tuo amico, poteva essere distrutta

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Intervista ai nonni di Castagna Alberto e Leonardo Castagna Oggi non spiegherò la guerra avvenuta a San Giovann i Lupatoto ma a Bosco Chiesa Nuova, un piccolo paese molto povero. Li c’era un a ccampamento tedesco e i ragazzi andando a scuola si fermavano li davanti e questi d avano loro da mangiare. I tedeschi non creavano problemi anzi erano gentili, e li trattavano bene. Sono entrati anche in casa di mia nonna e raccontavano l e loro storie e sensazioni. I partigiani invece erano cattivi, picchiavano gli ab itanti,perché avevano paura che ci fosse qualche alleato dei tedeschi. Sono andati in casa di mia nonna portando via cibo ma non creando danni. Hanno anche posizion ato una mitragliatrice sopra la stalla. Hanno perfino rincorso la sorella di mia no nna. Quando sono arrivati gli americani i tedeschi si ritirarono e portarono via ogni cosa potesse servire loro e si nascondevano per non essere uccisi. Dalla casa d i mia nonna si vedevano i bombardamenti su Verona. Hanno bombardato anche Bor go Trento con dentro la sorella di mia nonna. Mussolini aiutava i poveri dando loro cibo e vestiti. Il papà di mia nonna è morto quando i figli erano giovani; faceva il militare. Per tutta la durata della guerra hanno vissuto in povertà anche perché erano in nove fratelli e c’era solo la madre per sfamarli.

Intervista ai nonni di Ferrari Nicolo’

Gli intervistati: -nonna Corrà Luigina , nata a Salizzole (VR) il 30- 06-1932 -nonno Ferrari Franco, nato a Sona (VR) il 27- 06-1929 -nonna Montresor Gabriella, nata a Sommacampagna (V R) il 27-10-1931 Salizzole era un piccolo paese della bassa veronese, dove la nonna Luigina viveva con i genitori e gli altri otto fratelli. L’econom ia del paese era basata sull’agricoltura, c’erano infatti immense distese d i campi coltivati in gran parte a riso, polenta, frumento, qualche frut teto e adibiti al pascolo per gli animali. In paese c’era poi il Municipio, la c hiesa e una scuola. Nei casolari sparsi nelle campagne venivano a rifugiarsi molte p ersone sfollate dalla città, perché offrivano loro un posto sicuro. Il ricordo che ha la nonna dei fascisti è che erano persone cattive e violente, costringevano i bambini e i più giovani a sfilare p er le vie del paese indossando i maschi la divisa di “ Giovani Balilla” e le femmin e quella di “Giovani Italiane” con gonna nera, camicia e calzine bianche, scarpe n ere. I fascisti si univano spesso ai tedeschi nelle rappresaglie in paese, com piendo saccheggi e violenze fisiche su uomini e donne innocenti. I tedeschi si ricordano per gli eventi negativi, es si infatti fucilavano persone innocenti e bombardavano qualsiasi luogo. In paese anche la scuola fu bombardata e furono trovate dopo la guerra diverse bombe fortun atamente inesplose. La nonna ricorda che quando arrivarono gli american i in paese c’era un gran fermento e tutta la gente era molto contenta perché finalmente la guerra era finita. Al paese della nonna erano nati i fratelli Flavio e Gedeone Corrà (cugini del papà della nonna Luigina),vissero per breve tempo a Sali zzole per poi trasferirsi con la famiglia a Isola della Scala . I due giovani stu denti di medicina erano antifascisti, chiamati alle armi, disertarono e si impegnarono nella resistenza partigiana. Essi non compivano attività bellica , ma organizzav ano servizi di informazione e sabotaggio e soccorrevano le persone colpite dai bo mbardamenti. I contatti li tenevano anche a Salizzole , per questo più volte i fascisti andavano a cercarli a casa della nonna,così i suoi giovani fratelli dovev ano scappare e rifugiarsi nelle campagne circostanti. I fratelli Corrà partigiani f urono catturati proprio a Salizzole ,mentre erano presso gli zii,furono depor tati in campo di concentramento e morirono entrambi per i maltrattamenti, pochi gio rni prima della fine della

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guerra. Il paese per ricordare le gesta di bontà, intitolò loro la nuova scuola ricostruita dopo i bombardamenti e pose una lapide all’interno della chiesa ancora oggi visibile. Quando si sentiva ancora in lontananza il rumore de gli aerei, si correva a nascondersi nei rifugi che erano costruiti sotto te rra. Il rifugio della nonna e della sua famiglia era un fosso privo di acqua e ri coperto da molta legna e sterpaglie. Al momento dei bombardamenti si udivano forti rumori e il sibilo delle bombe che cadevano . Il papà della nonna aveva ospitato una giovane maes tra ebrea, sfollata da Verona tenendola nascosta nel granaio di casa. Nel frattem po la scuola del paese era stata bombardata,così la maestra si era offerta di inseg nare ai bambini presso la casa della nonna. Essendo troppo pericoloso lo fece per poco tempo, in quanto rischiava di essere scoperta dai fascisti. Continuò ad insegn are alla nonna, al termine della guerra le regalò un libro perché potesse continuare gli studi e diventare anche lei una maestra. Sona, il paese del nonno Franco, situato in collina, pr esentava molte ville di ricchi signori che venivano a trascorrere l’estate, basato sull’agricoltura di vigneti,frutteti ,olivi, c’erano anche botteghe di artigiani come il ferraio, il falegname,il meccanico. La famiglia del nonno aveva attività di sartoria, barbieria e rivendita di giornali. Nel periodo del regime fascista mio nonno tutti i s abati partecipava all’istruzione m ilitare : i giovani erano divisi in lupetti, bali lla,balilla moschettieri, avanguardisti e per i più grandi c’era il pre-milit are. In paese c’era abbastanza tranquillità fino a quando nel 1943 arrivarono i te deschi a presidiarlo. All’inizio essi portarono anche lavoro: fecero cos truire magazzini che fungevano da depositi per le scorte alimentari, radio e trasm ittenti,posateria, fisarmoniche, non mancavano munizioni ed armi di cui i depositi p rincipali erano presso il campo sportivo e l’ex monte frumentario (dove si effettua va la raccolta del frumento). Il nonno per aiutare la sua famiglia, si recava all a vicina stazione assieme alla postina del paese per il ritiro dei giornali , qui ndi veniva sottoposto tutti i giorni a controlli da parte dei tedeschi, con i qua li era riuscito a fare amicizia. Il nonno ricorda anche un maresciallo dei tedeschi soprannominato “Paga” perché alla sera nelle osterie pagava da ber e a tutti e poi accompagnava la gente nei magazzini e di nascosto diceva loro di pr endersi quello di cui avevano bisogno, facendo finta nei confronti degli altri te deschi di non aver visto nulla. Quando arrivarono gli americani il nonno ricorda ch e i tedeschi per fuggire e salvarsi, abbandonavano i vari depositi e tutti an davano a prendersi qualcosa: cibo, radio, utensili, biancheria. Il nonno aveva preso una radio, ma un abitante di un paese vicino (che si rivelò poi essere un par tigiano) gli propose uno scambio: la sua radio per un sacco pieno di cibo bu ono e una coperta, il nonno senza esitare accettò e corse a casa a portare tutt e le cose avute. Nella zona l’attività partigiana era clandestina, q uindi solo al termine della guerra si venne a sapere di chi si adoperava per co ntrastare l’operato dei tedeschi e dei fascisti. Il nonno in particolare ricorda un bombardamento av venuto il 14 febbraio: un grosso aereo incominciò a lanciare le bombe prima a Palazzolo , poi su Sona fino a Valeggio, in questa giornata vi furono molti m orti e feriti. Prima dei bombardamenti suonava una sirena avvisando dell’i mminente pericolo, quindi si cercava di nascondersi nei rifugi scavati sotto terra, ai piedi delle colline . Il nonno ha in mente un giorno in cui con gli amici si recò sul punto più alto della collina, dove si trovava un castello e da que sto punto, al sicuro ma sempre con la paura, osservavano le bombe lanciate sulla c ittà di Verona e sulla ferrovia. Di episodi il nonno ne avrebbe molti da raccontare, ma me ne spiega in particolare due. Tutte le sere, dopo il coprifuoco, non si poteva pi ù uscire e bisognava rimanere al buio, perché passava in ricognizione l’aereo “P ippo” e dove vedeva qualche luce sganciava le bombe. Un contadino che abitava nell a vicina campagna, aveva la mucca che doveva partorire, prese così una candela , attraversò il campo e si recò nella stalla per far nascere il vitellin o. I tedeschi, dall’alto videro la luce della candela, che pur flebile, brillava ne lla completa oscurità e così

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sganciarono la bomba: il contadino sentendo il rum ore dell’aereo riuscì a mettersi in salvo, ma la sua stalla purtroppo bruci ò con i pochi animali che gli erano rimasti e così perse tutto. -Quando arrivarono gli americani erano così numeros i che continuarono a passare per un giorno e una notte proprio davanti la casa del n onno e poi si accamparono sul territorio tra Sona e Sommacampagna. Il nonno ricor da che tra le tante cose avevano anche alcuni camion pieni di angurie, il giorno suc cessivo vi fu un violentissimo temporale e per la forte pioggia le angurie furono spinte giù dai camion e correvano per tutte le strade del paese, la gente s offriva un po’ la fame e quindi, tutti, nonno compreso, correvano a prendersi le an gurie. Sommacampagna è il paese della nonna Gabriella (dove tuttora abi tano i nonni), situato anche questo ai piedi delle colline,con tan te belle ville dove i ricchi signori andavano a passare l’estate. La nonna abita va con la sua famiglia proprio presso la villa dei conti Dalisca- Giacobazzi, in quanto il papà vi lavorava come giardiniere e la mamma come sarta e a iuto cuoca. La villa era (ma lo è ancora) bellissima, con un grandissimo parco verd e e fu proprio qui, che i tedeschi avevano messo il loro comando generale in contatto diretto con Berlino. Gli ufficiali si erano stabiliti all’interno, mentr e i soldati avevano costruito delle baracche, ma molto confortevoli, nel giardi no, dove avevano anche i depositi dei loro materiali. La nonna non ha ricordi che riguardano i fascisti, perché non si allontanava mai dalla villa e vedeva solo tanti soldati tedeschi. La nonna mi racconta che i tedeschi erano si severi , ma anche buoni, specialmente con lei e il fratello minore Alberto, il quale era molto curioso ed era sempre attorno ai soldati per vedere cosa facevano, come c ostruivano i collegamenti elettrici o i vari ponti radio, i soldati non lo sc acciavano mai, perché lo consideravano la loro mascotte. Quando gli americani si stavano avvicinando, la non na mi informa che un ufficiale tedesco aveva ricevuto l’ordine dal comando general e di abbattere alcuni pali di cemento posti all’ingresso del paese, per sbarrare così la strada e impedire, o ritardare al massimo, l’entrata degli americani . L ’ufficiale a modo suo obbedì, ma fece cadere i pali nella direzione opposta, lascia ndo la strada libera. I partigiani svolgevano il loro operato molto lonta no dalla villa, sapendo che lì si trovavano i tedeschi,perciò la nonna non ha rico rdi, solo alla fine della guerra il suo papà le aveva raccontato che alcuni giovani del paese si riunivano in una piccola villa e con l’aiuto dei proprietari avevano installato un sistema radio chiamato “radio Londra”, per mezzo del quale riusci vano a comunicare con altri partigiani e a intercettare alcuni ordini dei tedes chi. Tanti bombardamenti sul paese di Sommacampagna non ce ne furono, in quanto i soldati tedeschi erano al corrente che proprio il c uore del paese, era occupato dal loro comando generale. Anche la nonna ha ben impressi due episodi. -Una notte all’interno della villa fu rubata una mo to, che apparteneva ai soldati tedeschi. Di questo fu accusato il papà della nonna , in quanto ritenuto responsabile delle persone che entravano e uscivano dalla villa e volevano per ciò deportarlo in un campo di concentramento in Germania. Il papà della nonna si era sempre dichiarato innocente, per fortuna, u n ufficiale tedesco prese le sue difese e aprì un’inchiesta. Le indagini durarono un a set timana e finalmente si riuscì a trovare il colpevole e anche la moto, che era stata rubata dal meccanico del paese, con la complicità di un soldato tedesco , solo per guadagnare pochi soldi per poter sfamare la famiglia e da dividere con il tedesco. Gli ufficiali tedeschi processarono il meccanico e anche il soldato, ma non si seppe la loro fine. -L’altro episodio riguarda l’ufficiale, che ebbe l’ ordine dal comando generale di sbarrare la strada, per impedire l’entrata in paes e ai soldati americani. L’ufficiale ubbidì, ma a modo suo: abbattè gli enor mi pali di cemento ma li fece cadere nel senso contrario, lasciando la s trada libera. Al suo rientro in villa, consapevole di aver disubbidito a un ordine del comando generale e avendo ben chiara la punizione che i suoi superiori gli avrebbero inflitto, bussò alla porta della nonna, chiedendo di parlare con il Sig. Giovanni (il papà di mia

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nonna). Gli spiegò quanto fatto, chiese umilmente aiuto, manifestando la sua volontà di non tornare mai più in Germania, vergogn andosi per gli orrori che il suo popolo aveva fatto durante questa guerra. Il mio bi snonno decise senza alcuna esitazione di aiutarlo, lo nascose in un posto al s icuro, fino alla fine della guerra. Questo giovane ufficiale non tornò mai più in Germania, scrisse alla madre, che in seguito lo raggiunse a Sommacampagna , dove si creò una famiglia, amato e ben voluto da tutta la gente del paese, per il bene che aveva fatto. Voglio ringraziare: -i miei tre nonni, per la loro disponibilità accord atami nel concedermi questa intervista; -la professoressa Manuela Bettili, per avermi dato l’opportunità di svolgere questo lavoro e portarmi a conoscenza di fatti, realment e accaduti, ma che non si trovano scritti in nessun libro di storia.

Intervista a Santina Boarotto classe 1935 di Giulia Mantovani, 3 h <<Nel periodo della seconda guerra mondiale ci tras ferimmo da Verona a Isola della Scala, dove insegnava mia madre. Ci volle un po’ p rima che trovassimo un appartamento, poiché molti dei signori ai quali dom andammo casa, vedendo cinque figli, rifiutavano pensando che avremmo rovinato lo ro l’alloggio. Eravamo in dieci in famiglia; cinque figli, i miei genitori, il nonno, la zia Eneide e la donna di servizio. Quando ero bambina n onno Giuseppe mi portava sempre alle funzioni in chiesa, mi copriva con il suo tab arro e io mi affidavo a lui, seguendo i suoi passi. In città non esistevano anco ra i supermercati; c’erano molti negozietti piccoli, come la merceria, il calzolaio, il fornaio… Si vedevano molte bici e carretti, e le poche autom obili che c’erano furono requisite. Anche a mio padre fu tolta la macchina e dovette smettere di lavorare dal momento che non poteva girare per la città. Quando incominciarono i primi i bombardamenti a Iso la della Scala (la sua stazione era un importante nodo con il Brennero) scappammo n ella campagna dei dintorni. Mia madre era terrorizzata. La notte in cui fuggimmo vi di dei corpi ammassati sul marciapiede della strada; erano tutti morti. Ero un a bambina, ma il ricordo mi è rimasto impresso fino a adesso. Riuscimmo a farci d are una camera molto ampia, dove una volta mettevano i cereali, in una casa in mezzo ai campi. Mio padre divise la stanza con dei cartoni e creò delle specie di camer e da letto. Al piano di sotto c’era una stanza più piccola, adibita alla cucina. Ricordo che in inverno c’era molto freddo; anche se avevamo una piccolo caminett o con il fuoco, sulle finestre si formavano lastre di ghiaccio. Non esistevano le lavatrici e i panni bisognava lavarli a mano. Le mie sorelle, dopo aver strofinat o gli abiti con l’acqua e il sapone, andavano a sciacquarli ad un ruscello nei c ampi. In casa non c’era il gabinetto; si costruivano dei “casotti” in mezzo ai campi fatti di cartone o d'assi di legno, si faceva un bu co profondo ed ecco una piccolo toilette. Riguardo ai fascisti e ai tedeschi, la memoria non mi permette di richiamare alla mente molto, poiché ero una bambina ed è passato mo lto tempo. Una sera arrivarono i fascisti a prendere dei parti giani che si erano nascosti nelle campagne. Fu portato via un giovane che abita va sotto di noi. Ricordo sua madre piangere e urlare disperata per tutta la nott e. Il giovane morì da lì a poco. Quando arrivarono gli americani i tedeschi scapparo no; devo dire che mi facevano pena>>. Gli sbagli dell’uomo non si possono cambiare, ma ri vivere questi momenti di dolore attraversando fatti comuni può essere utile per cap ire la storia dell’umanità. E anche se gli anni passano uno dopo l’altro, le em ozioni e i ricordi, brutti o belli, restano per sempre.

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Intervista al nonno - di Mirco Ferraro

Al tempo della Seconda Guerra Mondiale il paese in cui viveva mio nonno materno,che aveva 15 anni,era disastrato;al centro del paese c' erano le case dei fascisti e le altre case dei poveri nella periferia;e oltre alle case c'erano strrade bianche che venivano annaffiate ogni sera con l'acqua per via d ella polvere. Ricordi relativi ai fascisti ne ha molti ma quello che ricorda di più è quando questi entravano nelle osterie,che sono i bar di og gi, e sbattevano fuori uomini che a loro non facevano niente. Ma qui non tutti si spaventavano quandovedevano i f ascisti perchè quattro cuginiche appena entravano nell'osteria facevano scappare i f ascisti,a volte anche con le cattive. Sui tedeschi non ha molti ricordi,ma uno è che c'er a un un comandante tedesco che andava sempre in giro con il cavallo e proprio ques to comandante fermòappena uscito dal inema perchè era rientrato tardi a casa equest o costò a mio nonno una settimana di lavori forzati. il vestire dei tedeschi erano le loro casacche e st ivali con il tacco rinforzato con un ferro da cavallo. Quando sono arrivati gli americani,racconta mio non no,c'era un'aria di allegria e felicità perchè si era contenti di essere liberi,ci si ubriacava nelle osterie e e gli americani hanno portato qui anche le sigarette e i sigari. I partigiani erano ragazzi che si nascondevano, per chè se venivano presi dai tedeschi venivano presi e portati in Germaniae di s olito aveno circa 18 o 20 anni.Uno di loro era amico di mio nonno e ogni tant olui gli portava del mangiare e del bere. Mio nonno ha molti ricordi sui bombardamenti,infatt i in un episodio che mi ha raccontato mi ha detto che una scheggia lo ha quasi colpito, esempre vedeva i caccia americani contro quelli tedeschi in lotta, e i bombardamenti andavano avanti ogni giorno. Un episodio importante per mio nonno è accaduto l'8 gennaio 1945 quando è stato preso dalle "Brigate Nere" e messo in un camioncino coperto e portato all'arsenale di Verona;poi è suonata un'allarme e lui e gli altr i catturati hanno buttato giù la porta e sono scappati,

Intervista Ai Nonni Di Piccoli Lorenzo Classe Iii C A quel tempo c’erano vecchie case, alcune senza tet to, non c’erano i lavelli con i rubinetti e quindi bisognava usare la fontana comun ale; molte strade dovevano ancora essere asfaltate. Non c’era neppure il risca ldamento nelle case, ci si scaldava con un piccolo focolare; solo i più ricch i avevano le stufe. I fascisti a quel tempo erano i governatori; c’era una dittatura. Erano molto severi con chi disubbidiva e chi commetteva reati. Anche nelle fabbriche comandavano loro e bisognava ubbidire per forza. I tedeschi avevano sempre delle armi in mano, anch e in fabbrica dove alcuni lavoravano con mio nonno. Mi ha raccontato che un g iorno, mentre tornava a casa, i tedeschi volevano la sua bicicletta, ma lui siccome non voleva lascargliela, gli hanno puntato il fucile contro e quindi è stato cos tretto a dargliela. Quando arrivarono gli americani c’erano molti camio n e i carri armati. Mio nonno li ha visti mentre stavano catturando dei tedeschi … s i ricorda anche che gli americani davano sigarette e caramelle a bambini. I partigiani erano persone che non volevano i fasci sti al governo. Durante la guerra vide molti partigiani, e li vide sempre spar are ai tedeschi. Ci sono stati moltissimi bombardamenti anche vicino a casa sua. Purtroppo vide anche molti dei suoi amici morire.

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I miei nonni – di Marta Bendinelli 3 L (Raldon)

Le persone che oggi vi voglio presentare sono i mie i nonni paterni, che mi hanno raccontato la loro esperienza della guerra nel 194 5, vissuta da loro stessi quando avevano all'incirca 4 – 6 anni . Il loro racconto è stato molto triste perché tutta la guerra l'hanno vissuta con occhi da bambino. Mi iniziano a raccontare che a quel tempo il paese e le città erano molto povere e riuscivano a vivere...mangiando e spostandosi con quel poco che avevano, solo il più “ricco” poteva permettersi una bicicletta per s postarsi da casa a scuola. I vestiti non erano molto curati, possedevano strac ci o cappotti che si passavano da fratello a fratello, di giochi non ne avevano, p otevano costruirseli se ne avevano il tempo e il materiale. Dei fascisti mi hanno raccontato che facevano veni re veramente paura , se parlavi male su uno di loro ti potevano addirittura uccider e. Ad esempio, la mamma di mio nonno, la mia bisnonna, aveva “ironizzato”su uno di loro, lui si girò e gli punto il mitra, dicendole che l'averebbe potuta uccidere se continuava a mostrare quel sorriso malizioso nei suoi confronti. Mia nonna mi ha anche detto che i nazisti tedeschi , a differenza dei fascisti, non erano tutti cattivi, loro se vedevano un bambino c he soffriva di fame e avevano in tasca un pezzo di pane glielo davano volentieri. Mi ha anche raccontato, che sotto il portico della loro casa,i tedeschi mettevano le loro provviste e suo papà, mio bisnonno,mentre t entava di prendere qualcosa da mangiare si è trovato a faccia a faccia con un tede sco e il suo mitra puntato sul naso. La cosa più spaventosa che mi ha detto è quando arr ivavano i bombardamenti: sentivano passare gli aerei molto bassi e si nascon devano nelle cantine, il frastuono delle bombe faceva tremare il terreno. Dell'arrivo degli americani non ricorda granché, si ricorda che quando arrivarono fu la fine della guerra e i tedeschi al loro arrivo se ne andarono.

Intervista ai nonni di San Giovanni di Lorenzo Fezz a 3 L (Raldon) Il paese di San Giovanni Lupatoto nel tempo della g uerra era molto povero, a quel tempo veniva molto sfruttato il merc ato nero. Le persone più benestanti erano quelle che possedev ano i campi e quindi quelle che si potevano permettere più soldi e più cibo. Nel paese vi erano delle persone chiamate fascisti che erano giovani volontari che per 1000 lire o più al mese si sottoponevano al reg ime fascista. Quello che mi ricordo dei tedeschi è che, dove abit ava la zia di mio nonno, tenevano nascosto un inglese, e i tedeschi trovando questo inglese protetto dalla famiglia, li uccisero tutti. All’arrivo degli americani i tedeschi che assediava no il paese cercarono di scappare attraversando l’Adige di San Giovanni Lupa toto con tutti i mezzi possibili (animali, barche…). Nel paese vi erano anche però i partigiani, persone che hanno tradito il partito fascista, per non combattere e anche per interessi personali, come rubare. Durante i bombardamenti essendo molto piccolo mi po rtavano con la carriola in mezzo ai campi per non restare in paese, e io avevo paura di uno strano aereo soprannominato PIPPO. Mi ricorderò sempre che dal paese di San Giovanni L upatoto circa 150 volontari fascisti erano partiti per la guerra in Albania e s ono tornati solo in 2.

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Intervista a Venturini Carlo(1942), Zago Franca(194 6) e Fiorini Gioconda(1939 ) di Mattia Montagnoli - 3 L (Raldon) “Le case, a quell’epoca, risultavano molto povere, con le persone che alla sera avevano paura di uscire. Circa alle 19.00-20.00 c’e ra il COPRIFUOCO: i gruppi dei fascisti controllavano il paese in modo che gli abi tanti NON uscissero dalle proprie case, sennò erano slegné sora slegné. I muri delle case erano tutti mitragliati dagli aer ei che volavano a bassa quota. I fascisti erano persone malvagie perché facevano b ere l’olio di ricino agli abitanti, ma se si rifiutavano erano botte sulla sc hiena; erano anche i caporioni”. Una dei testimoni ha avuto uno scontro della sua fa miglia con i tedeschi: ”I tedeschi, una sera, hanno dormito sul pagliaio vici no a casa. Alcuni erano cattivi, altri buoni: infatti il “malvagio” di notte è entra to in casa derubando l’abitazione, mentre il buono si mise a piangere qu ando ha visto mia sorella piccola che le aveva fatto venire in mente che anch e lui aveva un bambino piccolo a casa”. I partigiani erano un gruppo di persone stanziate i n montagna e tenevano delle imboscate ai tedeschi quando passavano. I bombardamenti a Verona hanno avuto effetti negati vi; avevano preso di mira il ponte della ferrovia perché da lì passavano i treni ”.

Intervista a Luigi Zanardi classe 1935 Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? il paese in questione è Vallese , non aveva più di 600 abitanti, in prevalenza erano donne bambini ed anziani , gli uomini e i gio vani erano tutti al fronte. Ogni città o paesino aveva un podestà,che possiamo dire fosse dalla parte dei tedeschi perché tutto quello che succedeva in citt à lo andava a riferire a loro : esempio quando si infiltrava un americano nel pae se ,chiedendo rifugio in un casa di qualcuno, se il podestà lo veniva a sapere lo d iceva ai tedeschi che lo cercavano ovunque e quando lo trovavano lo uccideva no e alla famiglia che lo ha ospitato facevano bere ,in mezzo alla piazza, una b ottiglia di olio di ricino ( che non e proprio 1 squisitezza). Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? i fascisti : loro razziavano,a "rastrellamento", l e case e prima di uscire prendevano gli anziani e i bambini e le persone ch e rimanevano le picchiavano duramente quasi a ucciderli Cosa ricordi dei tedeschi? i tedeschi erano guidati da Hitler che aveva format o un alleanza con il Giappone guidato dall' imperatore Hirohito e con l' Italia guidata dal duce Mussolini. Hitler e Mussolini si uniscono circa nel 1934/35. I tedeschi andavano a razziare tutte le case senza lasciare niente. In più non avevano riguardi per nessuno e quando trovavano un partigiano lo uccidevano in piazza davanti a tutti. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? gli americani sono arrivati in Italia nel 1943 e so no sbarcati a marsala in Sicilia e da li sono arrivati fino nel nord da noi ripule ndo l' Italia dai tedeschi. Quando hanno fatto scappare dall' Italia i tedesc hi ,gli americani attraversavano il paese con i carramati lanciando barrette di cioc colato ai bambini. I partigiani:chi erano?Gli hai visti?Cosa facevano? i partigiani erano degli uomini contro il fascismo ; loro difendevano il paese Purtroppo quando i tedeschi li trovavano li uccidev ano.

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Hai ricordi dei bombardamenti? i bombardamenti americani erano frequenti ,quasi t utte le notti. Ogni notte rimaneva sfollata tanta gente ; gli amer icani non erano contro di noi ma non avendo oggetti di rilevamento molto precisi i risultati non erano proprio quelli sperati e ogni tanto capitava saltasse in ar ia una casa . Gli aerei chiamati cacciabombardieri erano formati da 1 squadriglia composta da 14 aerei e ogni aereo aveva 4 bombe, loro per prote ggersi , non dalle bombe ma dagli oggetti che muovevano( spesso appuntiti) ; si rifugiavano nei buncher, scavati da loro im modo rudimentale, appena sentiva no che suonava. Hai qualche episodio particolare da raccontare? una cosa interessante può essere il dazio sul maial e cioè. chi aveva un maiale doveva dirlo al podestà e anche quando lo ammazzava perché il podestà andava li e richiedeva il filetto di maiale cioè la parte più buona

Intervista a Canoso Rosetta di Elisa Tregnaghi clas se 3^E Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? In paese si piantava il frumento. Non c'era il vial e alberato uguale:non era di ippocastani ma di platani Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? I bambini si vestivano tutti uguali con un berretto nero e quelli più poveri ricavavano da una calza nera vecchia un berretto. A i tempi del fascismo a scuola i bambini erano molto educati e rispettosi,inoltre,c' era molta severità. I fascisti al sabato avevano istituito il cosiddetto “sabato f ascista”,ossia,tutti i ragazzi e ragazze a una certa età fino ai diciotto anni andav ano tutti a fare ginnastica. Dai diciotto anni in su la chiamavano “il premilitare” perché erano già sull'età per fare il militare. L'età prima,ossia l'età scolastic a i ragazzi venivano chiamati “balilla moschettieri” perché avevano il moschetto in mano già a partire dagli otto,nove e dieci anni e gli insegnavano a sparare. Cosa ricordi dei tedeschi? Un tedesco veniva spesso a casa di mio papà,perché mio papà faceva il meccanico e i tedeschi che erano accampati qui in paese avevano b isogno del lavoro di mio papà,perché,siccome aveva l'officina gli aggiustava le moto. In questo modo mio papà aveva fatto molta amicizia con uno dei tedesch i(Ludico) e che a sua volta ha aiutato mio papà. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Si,la gente era tutta fuori che guardava euforica g li americani che passavano con i carri armati e lanciavano caramelle e cioccolata. A llora la gente andava a prenderle, ma un signore ricordo che aveva detto:”s tate attente,state attente,che magari insieme non ci sia anche qualcosa di pericol oso”. Sai,la fame c'era,le caramelle non si sapeva cos'er ano e loro lanciavano di tutto...la gente era contenta. Era finita la guerra . I partigiani:chi erano?Gli hai visti?Cosa facevano? No,io non ricordo di averli visti. So che erano ita liani che volevano liberare l'Italia dall'invasione tedesca. Hai ricordi dei bombardamenti? Ricordo che suonava spesso la sirena di giorno e an che di notte,così la gente fuggiva e andava nei rifugi. La mia famiglia di sol ito andava a Pontoncello o al giardinetto. Avevano fatto un buco sottoterra e l'a vevano coperto con della legna:la gente andava giù dallo “scivolo”e saliva d all'altra parte. Hai qualche episodio particolare da raccontare? Io non ricordo episodi particolari ma so della mamm a di un mio amico che aveva come vicini dei cecoslovacchi. Erano un gruppo di sette, otto ragazzi.questi cecoslovacchi ad un certo punto si erano sentiti ri cercati dai tedeschi. Sua mamma sai cos'ha fatto?Gli ha fatti entrare in casa sua ( i cecoslovacchi),gli ha

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accompagnati al piano superiore di nascosto dove c' erano due camere comunicanti. Gli ha detto :”vi metto là,gli metto l'armadio dava nti e speriamo che vada bene”,così li nascose nel secondo locale. Quando er ano arrivati i tedeschi con la mitragliatrice avevano perlustrato tutta la casa,so ddisfatti di non aver trovato alcun nemico se n'erano andati via. Così sua mamma oltre ad avere avuto un gran coraggio,ha salvato tutti quei cecoslovacchi. Ma sa i cosa sarebbe successo se i tedeschi avessero trovato quel gruppo di cecoslovac chi in casa loro?Gli avrebbero fatti fuori tutti,per prima la mamma del mio amico.

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Intervista a Giuseppe Scardoni 80 anni di Ilaria Sc ardoni 3F Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? “Dove vivevo io, a Contrada Scardon del comune di R overè Veronese, c'era tanta miseria e molta gente anche giovane, che andava con l'esercito per fare il militare.” Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? “Mi ricordo che i fascisti facevano la raccolta del l'oro,dei metalli e se per caso qualcuno aveva degli animali, prendevano anche quel li. Insomma, quando passavano, prendevano tutto. Però i fascisti hanno fatto anche azioni belle come l'attivazione del primo sistema pensionistico sociale.” Cosa ricordi dei tedeschi? “mi ricordo che a Rovere erano venuti i tedeschi e che per sbaglio spararono ad un ragazzo di 12-13 anni credendolo un partigiano.” Hai in mente quando sono arrivati gli americani? “Sì, perché sono stati quelli che praticamente ci h anno salvato la vita. Mi ricordo che quando gli americani sono arrivati a Roverè, c' era una colonna di tedeschi in ritirata e, gli americani con i loro aerei, li hann o mitragliati.” I partigiani:chi erano? li hai visti?Cosa facevano? “sì, ho visto i partigiani, una società che cercava di far fuggire i tedeschi e i fascisti.” Hai ricordi dei bombardamenti? “Sì, e devo dire che noi ragazzini, là dove abitavo , quasi ci divertivamo perché, essendo in montagna, si poteva vedere quello che st ava succedendo negli altri luoghi! Un particolare di un bombardamento che mi r icordo, è che gli americani di notte mandavano gli aerei per eliminare definitivam ente i tedeschi e questi ultimi, con la contraerea illuminavano il cielo per vederli e per spararli.” Hai qualche episodio particolare da raccontare? “sì, ora ti racconto meglio la scena di quel ragazz ino...io mi trovavo a Roverè perché era un giorno di festa e stavo andando a mes sa. Appena uscito, mi sono trovato le moto dei tedeschi parcheggiate lì davant i. Poi ho visto che un bambino che avrà avuto 12 o 13 anni stava correndo in un vi colo un po' nascosto e lì è successo il fatto: i tedeschi, essendo nel periodo dove i partigiani si stavano ribellando, lo scambiarono per un partigiano e gli spararono. Io ero lì, ho visto tutto. Poi però i tedeschi. Capendo di aver sbaglia to, l'avevano portato in ospedale a Tregnago ma non c'era più nulla da fare. ” “Un altro ricordo è quello dell'aereo chiamato PIPP O che si assicurava che tutta la popolazione rispettasse il coprifuoco. Certi diceva no che sparava ma in realtà lui proteggeva la gente dai bombardamenti degli altri a erei.” P.S. Oltre a mio nonno, anche mia nonna mi ha detto qualcosa, tra cui questa filastrocca:

Son beppino veronese non son germanico né inglese

con tre bombe e una mitraglia se spianaa tutta l'Italia!

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Intervista a Strazzer Gian Domenico di Elena Strazz er Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? Io abito a Zevio via punta però la mia vita l’ ho vissuta a S.G.L. (via punta) ho fatto l’asilo e le elementari,eravamo in 54 alle sc uole del Dotto sotto la maestra Dalben. Facendo le elementari nel 1940 era un po’ più critico.Al termine della guerra 1943 facevo la quarta elementare ,hanno comi nciato i bombardamenti: mentre erano in corso andavamo in un rifugio tre metri sot to terra che ci riparava dalle schegge (delle bombe) e si stava là fino a che la t romba non suonava per farci sapere che il pericolo era passato.In quel periodo eravamo quasi tutti contadini ed il mangiare non ci mancava mai anche se c’era la guerra il contadino continuava a seminare. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? I miei ricordi relativi al fascismo era quando la n ostra maestra ci metteva in riga nella Piazza vestiti di nero con il cinturone bianc o “Piccolo balilla”.Riguardo ai fascisti “veri” ricordo che erano molto severi , e pur essendo pochi (qualche decina) comandavano tutto il paese. Cosa ricordi dei tedeschi? Alla fine della seconda guerra mondiale mi ricordo benissimo la ritirata dei tedeschi: passavano l’Adige con delle “brente” (per lavorare i panni) e durante la ritirata ci fu anche qualche scontro a fuoco, tra t edeschi e partigiani. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Sì, gli americani seguivano i tedeschi in ritirata con i carriarmati .Uno si fermò poco davanti a casa nostra e bombardò Pontonoello e dopo qualche ora ricordo che ci diedero delle caramelle . I partigiani:chi erano?Gli hai visti?Cosa facevano? I partigiani difendevano l’Italia dall’invasione te desca, erano persone normali. Sì, ne conoscevo due. Hai ricordi dei bombardamenti? Dal 1943 al 1945 poteva suonare l’allarme per avver tirci dell’arrivo dei bombardieri e la mira di questi erano:linee Ferrovi arie, ponti, stazioni…. Hai qualche episodio particolare da raccontare? No, non mi ricordo un particolare episodio ma essen do giovane (11 anni) ho avvertito un’atmosfera di paura.

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Intervista a Isolan Rosa classe 1914 di Provolo Ele na La mia bis nonna si chiama Isolan Rosa è nata 8-11- 1914 ed ora ha ben 96 anni, ed ha vissuto sia la prima e sia la seconda guerra mon diale. Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? Io abitavo ad Albaredo d’Adige,vicino al ponte. Er a un paese povero di campagna, infatti molta gente di città per rifugiarsi veniva ad abitare li. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? I fascisti prendevano la gente “ricca” e la tortura vano,andavano di casa in casa anche da me e pretendevano di mangiare, bere e dorm ire. Le donne di casa dovevano andare a lavargli i vestiti, che erano sporchissimi pieni di pulci e zecche. Gli uomini andavano a nascondersi nei boschi o in qualc he rifugio in mezzo alla campagna per non essere catturati o addirittura ucc isi. Cosa ricordi dei tedeschi? Che rubavano qualsiasi cosa trovavano e violentavan o le donne e se non si prestavano ai loro desideri le picchiavano. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Io abitavo vicino al fiume Adige e vedevo che i ted eschi per scappare dagli americani usavano delle tavole di legno (zattere) p er attraversarlo. I partigiani:chi erano?Gli hai visti?Cosa facevano? Erano persone civili non arruolate nel esercito che si riunivano in segreto per mettersi d’accordo per difendere il proprio paese. Si, li ho visti e ne conoscevo alcuni. Hai ricordi dei bombardamenti? Si, ho visto bombardare il ponte e quindi dividere due paesi in questo modo era più difficile spostarsi e scappare. Mi ricordo che all a sera passava un aereo che noi chiamavano “pippo” che era il segnale che dovevamo spegnere tutte le lanterne, per non essere visti da altri aerei che venivano a bomb ardare. Hai qualche episodio particolare da raccontare? Ci sarebbero troppe cose orrende e disumane da racc ontare. Però mi è rimasta impressa una cosa che quando hanno bombardato il po nte c’era una scuderia chiusa di cavalli che sono scappati e hanno fatto circa 4 km per arrivare dove c’eravamo rifugiati noi e il padrone dei cavalli. Voleva raccontarmi molte altre cose ma ho lasciato stare vedevo che gli brillavano gli occhi e la voce le era sempre più bassa e stav a per piangere.

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Intervista ai nonni di Matteo Boschini 3F PRIMA INTERVISTA: Nonna: Ivana Sterza , 72 anni Residente a San Giov anni Lupatoto, VR Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? Erano paesi poveri, però malgrado le difficoltà che c’erano a quei tempi, si viveva meglio di adesso. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Erano delle persone violente, che imponevano il da farsi e se le persone non obbedivano riuscivano a maltrattare, e persino a uc cidere. Cosa ricordi dei tedeschi? Erano dei militari, che negli ultimi periodi della guerra si accampavano nelle grosse fattorie e si facevano rispettare. Erano ind ipendenti e comandavano, anche perché li aveva mandati Hitler. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? No. I partigiani:chi erano? Erano gente del popolo che combattevano gli usurpat ori che erano i tedeschi ed i fascisti. li hai visti ? No. Cosa facevano? I partigiani combattevano di nascosto gli usurpator i, che minacciavano il popolo e che imponevano le proprie leggi. Hai ricordi dei bombardamenti? Si. Ad esempio Pippo, che era un areo degli alleati che girava tutta notte e quando nelle corti vedevano una luce accesa, mandavano giù un bengala. Hai qualche episodio particolare da raccontare? Un esempio è quando i fascisti sono entrati in casa e volevano portare via alcune cose e mio papà (il papà di mia nonna che sta racco ntando, nonché mio bisnonno) aveva appena tagliato il maiale per creare vari aff ettati come il salame; quel maiale, sfortunatamente per noi fu portato via da q uesti fascisti: un episodio terribile. SECONDA INTERVISTA: Nonno: Alessandro Zavateri 71 anni residente a San Giovanni Lupatoto, VR Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? Era un paese agricolo e noi abitavamo in una grossa fattoria. C’era la guerra in corso e lì da noi c’erano accampati 30 tedeschi con le macchine e le armi. Questi tedeschi si facevano rispettare facendo obbedire a noi i loro ordini. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Siccome io avevo solo 6 anni, ricordo ben poco dei fascisti, ricordo di più dei tedeschi. Cosa ricordi dei tedeschi?

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I tedeschi erano accampati lì da noi, e bisognava m antenerli e obbedire ai suoi ordini, perché comandavano loro: perché l’Italia de l nord, in quel periodo era sotto il dominio tedesco, fino al 25 aprile del 194 5. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Si. Gli americani sono arrivati il 26, 27 aprile del 19 45, appena che i tedeschi erano andati via i tedeschi. Noi bambini andavano sulla s tatale 434, che collega Verona con Legnago / Rovigo, per vedere le colonne di auto mezzi che avanzavano sempre di più, e noi bambini ci buttavano cioccolata e carame lle e altri dolciumi che noi non avevamo. I partigiani:chi erano? I partigiani erano un esercito nascosto, abusivo, c ioè non regolare, che combatteva i tedeschi ed i fascisti per mandarli via, perché e rano loro che imponevano le cose e le leggi, le cose ed erano loro che comandavano. Praticamente questi partigiani indebolivano l’eserc ito tedesco e quello fascista, nostro, quello italiano: (facevano delle rappresagl ie). li hai visti ? No, perché ero piccolo, era bambino. Cosa facevano? I partigiani, come ho già detto, facevano delle rap presaglie, cioè cercavano di mandare via i tedeschi ed i fascisti. Hai ricordi dei bombardamenti? Si. Ad esempio il Pippo, che era un aereo che girava tu tta la notte per controllare se c’erano movimenti di truppe tedesche (e mi ricordo in particolare che questo Pippo ha visto una luce nella corte in cui vivevo e ha ma ndato, buttato giù un bengala, ovvero un paracadute con una luce agganciata sotto, appesa, che serviva per vedere cosa c’era nella corte, però non ha visto niente e allora non ha bombardato; le donne della corte, con il paracadute hanno fatto le lenzuola, perché il “paracadute” era di lino). Hai qualche episodio particolare da raccontare? Oltre a quello dei bombardamenti, mi ricordo il gir ono 24 aprile del ’45, quando i tedeschi hanno caricato tutte le loro cose sulle ma cchine e sono partiti verso Trento, però non so se sono riusciti ad andare in G ermania oppure se li hanno presi prima.

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Intervista A Florio Teresa, 81 Anni Di Gaspari Tobia Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? Be… a quel tempo gh’era l’allarme dei bombardament i ogni tanto. Gh’era le strade del paese d’asfaltar piene de buse, gh’era pochissi me machine, tutti i andava in bicicleta. Cosa ricordi dei tedeschi? Me ricordo che i veniva nella nostra stalla, parava via le bestie e i tacava i loro cavalli. Me ricordo anche che un tedesco s’era inna morà de mi. Quando ie arrivè, noialtri erene sconti sotto l’pon te con formaio, pan e tant’altro che aspettavamo la fine dei bombardamenti. I na tir à fora e avemo visto i tedeschi che i volea traersar el fiume ma i sa neghè. Hai ricordi dei bombardamenti? Me ricordo quando ia bombardà dentro la finestra de casa mia. Invece a to nonno, quando le uscito da scola, le suonà l’allarme e lu lè corso a casa, poco dopo ia bombardà la scola. Invece so cusina lè rimasta sott o na palassina dopo un bombardamento. Hai qualche episodio particolare da raccontare? Me ricordo che i soldati iè vegnui a Pontoncello. I è vegnui intorno ala casa con la mitraglia e noaltri a urlar e a ciamar aiuto emo sv eià anca i Parisati. Ma i soldati ià dito che iera vegnui lì par proteggerne, così iemo fati entrar in casa e ghemo dato palenta e salame. Me son proprio spaentà ! Grazie mille, mi siete stati molto di aiuto. Se av rò ancora bisogno so con chi parlare.

Intervista a Maria Rossignoli classe 1926 di Giul ia Pedron Oggi, 8 gennaio 2011 ho intervistato la signora (pr ozia, sorella di mia nonna paterna) nata a Verona il giorno 12 novembre 1926, che ha vissuto in prima persona la seconda Guerra Mondiale, è riuscita a raccontare gli episodi più o meno drammatici di quel periodo. Queste sono le domande alle quali ha risposto la si gnora Maria: Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? Ricordo di aver sofferto tanto, alla fine di luglio 1944 i bombardamenti hanno ridotto Verona ad un cumulo di macerie: distrutta l a stazione, raso al suolo l’ ospedale militare, dai crateri disseminati qua e là si alzava un fumo nero. Quando suonava l’ allarme correvo ai rifugi antiaer ei, sento la bombe fischiare a schiantarsi tutto intorno e prego che l’ incubo fin isca presto. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Riguardo i fascisti mi è rimasto impresso un episod io, quello di una bambina di cinque anni che portava in testa un grosso fiocco r osso. Nessuno doveva portare vestiti rossi perché i comun isti erano nemici, e un fascista strappò il fiocco con violenza alla piccola e la vi etò di non farlo più. Cosa ricordi dei tedeschi? I tedeschi sono ovunque a caccia di partigiani: una volta facevano irruzione dappertutto; trovarono la pastina col glutine, pens ando forse che sia qualche componente per fabbricare esplosivi poi sembrano co nvincersi della verità e lasciano giù la pastina ed escono.

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Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Il 25 Aprile arrivarono gli Americani. Tutti felici corsero agli Americani che arrivarono con grandi carri armati. I partigiani:chi erano? li hai visti?Cosa facevano? Più spaventoso è l’ incontro con i partigiani perch é non si differenziavano troppo dai comuni banditi: una notte piombano in casa, but tano giù la porta della casa, si mettono a rovistare in ogni angolo, cercando chissà che cosa. Nel buio le canne scure dei mitra sembrano pronte a sputare una sentenza di morte. Infine, anche loro se ne vanno. Hai ricordi dei bombardamenti? La notte quando c’ erano i bombardamenti non si dov eva tenere la luce accesa altrimenti gli aerei Americani miravano ai lumi che vedevano credendole basi tedesche. Oltretutto, nessuno doveva uscire dopo il copri fuo co perché veniva ucciso. Hai qualche episodio particolare da raccontare? Tra i miei ricordi più cari c’ è il ritorno di mio fratello dalla Russia. Sono stati anni duri e brutti e spero con tutto il cuore che questi tristi ricordi facciano ragionare le persone sulla crudeltà e infe licità della guerra.

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Intervista a Marastoni Angelo anni 81 di Alessandro Bertucco 3F Nel 1945 mio nonno aveva 16 anni e viveva a San Gio vanni Lupatoto. Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? Prima del 1945 il nonno ricorda che nel centro del paese dove adesso c'è il lungo viale pedonale c'erano le piantagioni di frumento,l e chiese erano come adesso e anche l'acquedotto,c'erano molte meno case. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Il nonno ricorda che al tempo dei fascisti, lui era un ragazzo e tutti si dovevano vestire in modo uguale, pantaloni con le bretelle b ianche, il sabato dovevano andare in un campo sportivo a esercitarsi, facevano ginnastica e anche marciavano,il tutto era una preparazione per la gue rra. A scuola si andava con gli zoccoli di legno,c'era s olo un libro e 2 quaderni,il cibo scarseggiava. Cosa ricordi dei tedeschi? Quando arrivarono i tedeschi l'Italia era sottomess a,c'era il Duce Benito Mussolini che aveva preso in mano tutta l'Italia con le armi, così la popolazione era sottomessa ai nazisti. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Quando arrivarono gli americani l'Italia fu liberat a dai tedeschi,e gli italiani si sono alleati con gli americani. Con l'arrivo degli americani il nonno ricorda che sono stati portati degli alimenti, cose che il nonn o non aveva mai visto. Dopo di questa alleanza l'Italia divenne una repubblica. I partigiani:chi erano? li hai visti?Cosa facevano? I partigiani erano dei soldati che agivano di nasco sto,vestisti in borghese, si rifugiavano sulle montagne, loro volevano combatter e contro i tedeschi, ma senza dare l'impressione di essere contro di loro. Quando sono arrivati gli americani, il nonno ricorda di aver visto i partigiani. Hai ricordi dei bombardamenti? Il nonno ricorda che in quel periodo c'erano tutti i giorni i bombardamenti. Alla sera passava un aereo chiamato da loro “Pippo”che a lla vista di una piccola luce l'aereo cominciava a sparare con le mitragliatrici. Per tanto alla sera bisognava stare assolutamente al buio. La zona di Verona era molto sorvegliata perchè c'erano i treni che collegavano sia il centro passando da B ologna,e il nord con il Brennero. Il nonno ricorda che era andato a lavorar e per una ditta sempre dei tedeschi per riparare le linee ferroviarie. Hai qualche episodio particolare da raccontare? Il nonno ricorda che nella zona dove ora c'è Ponte S. Pancrazio a quel tempo c'era il “Forte” era un deposito di munizioni e di armi s empre dei tedeschi. Il deposito era fatto come una montagna ricoperto di erba così non poteva essere notato,e sotto c'erano i tunnel dove si lavorava,qui si caricavano le bombe per i cannoni. Al mattino si andava a piedi , veniva dato del latte d a bere per alleviare la tossicità del tritolo, e a mezzogiorno veniva dato un piatto di minestra. Si veniva anche pagati era l'unico modo per vivere, per avere qualcosa non c'era nessun lavoro, le fabbriche erano tutte chiuse. La gente n on aveva niente,neanche i soldi avevano importanza perchè non si poteva comprare ni ente, era meglio avere dei prodotti agricoli così si potevano contraccambiare. Il Forte è stato fatto scoppiare quando i tedeschi sono andati via.

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Intervista ai nonni di Carnevale Miriam Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? Com'era ai quei tempi il paese o la città in cui vi vevi? La fortuna della mia famiglia, che eravamo una fami glia benestante e di povertà ne abbiamo conosciuta poca; mentre tanti, non fortunat i, vivevano in miseria dove la mia famiglia aiutava i bisognosi. C'erano molte mal attie "veniriche" ed "epidemiche",molte persone morivano per scarso igie ne e nutrimento. La nostra fortuna era che ,essendo zona ittica, c'era tanto c ommercio navale e si lavorava di più quindi si guadagnava qualcosa in più per soprav vivere. Non c'erano mezzi di trasporto sviluppati come oggi, li avevano solo i r icchi benestanti. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Il fascismo, inizialmente, era un rinnovamento alla monarchia, si iniziò ad avere tante cose dal fascismo: riconoscimenti del 80% cir ca delle leggi costituzionali dello Stato italiano, riconoscimenti sociali, ricos truzioni ospedaliere, le scuole, obbligo al lavoro per le strutture pubbliche: ferro vie. Il fascismo portarono uno sviluppo all' aeronautica, alla marina e dei mezzi di trasporto su ruote. Il grande sbaglio che fecero fu quello di allearsi con il nazismo di Hitler per entrare in guerra. Cosa ricordi dei tedeschi? I tedeschi erano freddi e acidi e razzisti. Per la loro freddezza non favorì all'aiuto dei bisognosi.I tedeschi imponevano la lo ro forza. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Quando sono arrivati gli americani, con la mia fami glia ho festeggiato il loro arrivo per la nostra liberazione dai fascisti e dai nazisti. grazie a loro ci fu uno sviluppo al commercio e al business. I partigiani: Chi erano? Li hai visti? Cosa facevan o? I partigiani erano gente comune di tutti i gradi so ciali ed erano contro al razzismo e fascismo ma la maggior parte erano disat tori militari che non volevano essere comandati da ufficiali nazisti. Hai ricordi di bombardamenti? Nei bombardamenti, purtroppo, ho perso addolorata i miei suoceri. Al momento della sirena acustica tutte le persone dovevano correre n ei rifugi che offriva lo Stato. Hai qualche episodio particolare da raccontare? Quando e avvenuta la seconda guerra mondile io era una bambina. Alla fine della guerra, rientravano tutti i militar i e andavamo a chiedere a loro, che hanno combattuto, se hanno visto i miei famigli ari. Tramite la croce rossa abbiamo scoperto che erano deceduti. La guerra mi h a segnato tanto nella mia vita: la perdita di due miei fratelli.

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Intervista a nonna Luciana di Alessandra Cerulli Ho rivolto le seguenti domande a mia nonna Luciana la quale ha risposto a tutte a parte alla domanda sui partigiani che io ho in segu ito rivolto a mio nonno Giorgio... Buona lettura!! Com’era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? Durante la II° guerra mondiale ho vissuto a Brescia , a Gargnano sul lago di Garda e a San Giovanni Lupatoto. A Brescia vivevamo in via Luciano Manara e abbiamo dovuto trasferirci a Gargnano in seguito ad un bombardamen to che distrusse totalmente la nostra casa. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Sono molti perché a quel tempo in Italia in tanti e rano fascisti. Mio papà era arruolato come ufficiale nell’esercito italiano tut tavia non ci ha mai coinvolto nella politica. Io non sono mai stata costretta a v estirmi da “piccola italiana” come tante mie coetanee. Ha combattuto la sua ultima battaglia ad Anzio dove è stato ferito gravemente. Di ritorno da questa battaglia venne arrestato e porta to dai fascisti nel carcere di Brescia dove dovevano giustiziarlo per motivi che p urtroppo non so. Si è salvato grazie all'intervento di persone influenti di San G iovanni Lupatoto che si sono recate a Brescia e l'hanno prelevato dalla prigione con la scusa che si sarebbero occupati di persona della sua esecuzione, invece l' hanno fatto uscire di nascosto in un carretto pieno di paglia. L'hanno portato al cotonificio a San Giovanni Lupatoto. Ho anche un altro ricordo relativo ad una sfilata a Gargnano dove il duce mi accarezzò il viso. Cosa ricordi dei tedeschi? Ho molti ricordi perché da Gargnano ci trasferimmo a San Giovanni Lupatoto e andammo a vivere nel cotonificio, dove oggi sorge i l parco ai cotoni, che allora era la sede del comando tedesco. Quando suonava la sirena che ci avvertiva di un bombardamento i tedeschi pensavano a noi bambini: c i prendevano in braccio e ci portavano nel rifugio. Mi ricordo anche un Natale, forse quello del 1943: avevano fatto un albero enorme e Gesù Bambino ci aveva portato i regali. Ricordo anc he che io mangiavo pochissimo e allora lasciavano in giro per la casa dei dolci nel la speranza che io li mangiassi. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Si certo si insediarono sempre al cotonificio nel c omando che prima era stato dei tedeschi, rispetto ai tedeschi erano più giovani, p iù magri e più biondi e mi dicevano: “hallo girl”. Portarono molta cioccolata e mi regalarono il gioco del cerchio, quello che si spinge con il bastone. Ricor do anche che portarono grandi scatole di latta di minestrone e mia zia mi costrin geva a mangiarlo anche se a me non piaceva molto. Mi era dispiaciuto che fossero a ndati via soprattutto un tedesco in particolare perché con me era molto affettuoso p erché anche lui aveva dei bambini in Germania che non vedeva da molto tempo. I partigiani: chi erano? Li hai visti? Cosa facevan o? No, non ho ricordi dei partigiani. Hai ricordi dei bombardamenti? Da San Giovanni vedevamo le luci dai bombardamenti su Verona. Quando stavano per arrivare gli americani per maggior sicurezza mi man darono a Roverè. Tuttavia anche li si trovavono molti tedeschi in fuga che avevano sbagliato strada: dovevano andare al Brennero ma i veronesi davano le indicazi oni sbagliate per farli perdere. Ci fu un bombardamento proprio per colpire questi t edeschi in fuga. Ci dissero di correre a nasconderci nel bosco. Io andai insieme a d altri bambini e ci nascondemmo dietro ad una chiesa. La sorte volle che fosse colp ita la chiesa ma per fortuna ci salvammo tutti.

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Hai qualche episodio particolare da raccontare? Mi ricordo quando mio papà fu ricoverato in ospedal e per le ferite riportate in guerra. L'ospedale era vicino alla stazione di Port a Nuova. Suonò la sirena, stavano venendo a bombardare. Dei signori presero m io papà che non era in grado di camminare e lo portarono giù nel rifugio. A bombard amento terminato scoprimmo che al posto del letto di mio papà c'era un grande buco , nel quale era scoppiata una bomba, pieno di biglietti del treno. I partigiani: chi erano? Li hai visti? Cosa facevan o? Ho rivolto la domanda a mio nonno... Ha vissuto nel la repubblica dell'Ossola, comandata dai partigiani. Ricorda che passavano nei sentieri dei boschi ed erano mal vestiti e mal equipaggiati. Si ricorda anche ch e si rifornivano di vino presso la cantina di proprietà del mio bisnonno.

Intervista a Luigia Mensel di Jessica Benetti Com’era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? Io vivevo con la mia famiglia a San Giovanni Lupato to. AI tempi della Seconda guerra mondiale era un paese molto povero ed era ab itato da circa 8000 abitanti.

Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? I fascisti erano uomini vestiti di nero con un basc o sulla testa. Le persone avevano molta paura di loro, perché lavoravano per i tedeschi e avevano l’ordine di catturare e uccidere i partigiani.

Cosa ricordi dei tedeschi? Mi ricordo un episodio della mia infanzia: io, una mia amica e suo padre eravamo su un carro trainato dai cavalli. Stavamo andando nei campi per il raccolto delle mele quando, tutto ad un tratto, ci fermò un gruppo di t edeschi e salirono sul nostro mezzo. Io e la mia amica avevamo molta paura, ma su o padre ci prese e ci avvicinò a sé per proteggerci. Dopo un breve tratto di strada i tedeschi scesero del carro e se ne andarono. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Certamente: gli americani arrivarono ne 1945. Noi, all’epoca, bambini ci mettevano sul ciglio della strada per vederli passare. Uno di loro mi prese in braccio e mi regalò una stecca di cioccolato, che portai a mia m adre. I partigiani: chi erano? Li hai visti? Cosa facevan o? I partigiani erano persone normali che combattevan o contro i tedeschi. Un particolare che ho visto da piccola che riguarda un partigiano è quando una famiglia l’ha nascosto all’interno di una grande ga bbia per conigli e tutti i genitori della via ci hanno raccomandato di non par lare a nessuno di questo fatto e se qualcuno ci faceva delle domande dovevamo rispon dere dicendo che non sapevamo niente. Alla fine il partigiano è stato salvato pe rché i fascisti non l?hanno scoperto.

Hai ricordi di bombardamenti? Mi ricordo che quando suonava l’ allarme mio padre e mia madre prendevano me e i miei fratelli e ci coprivano la testa con una coper ta e ci portavano nel rifugio, una buca sotterranea situata nel retro della mia ca sa. I miei genitori si sentivano sicuri e protetti della schegge che provenivano dal l’ esplosione delle bombe. Il bombardamento durava circa un’ora.

Hai qualche episodio particolare da raccontare? Mio fratello era molto coraggioso. All’ età di 9 an ni andava al campo dove venivano i tedeschi chiedendo loro del cibo.

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Intervista a Mario Norsa classe 1927 di Giulia Mant ovani, III h Com’era a quel tempo il paese o la città in cui viv evi? <<Nel periodo della seconda guerra mondiale le auto mobili erano rare e gli unici mezzi per spostarsi da una parte all’altra della ci ttà erano la bicicletta e il carretto trainato dai cavalli. Passavo molto tempo in strada a giocare con i ragaz zi che abitavano nei dintorni del Duomo; in casa ci stavo poco, soltanto per fare i compiti. Quando scoppiò la guerra e la città fu invasa dai t edeschi, nel 1943, incominciarono i bombardamenti e stabilirono il cop rifuoco; giocare in strada divenne troppo pericoloso. Nel 1944 chiusero le scuole a maggio ed io e la mia famiglia ci andammo a nascondere nella casa in campagna a Gargagnago (San t’Ambrogio di Valpolicella) che poi venne occupata dagli ufficiali tedeschi.>> Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? <<Fino al 1943 ci fu l’obbligo il sabato di present arsi a scuola in divisa fascista. Nel pomeriggio c’era l’adunata fascista e tutti i ragazzi maschi vi ci si dovevano recare per marciare. Ricordo che un gio rno io e mio fratello non ci andammo e il sabato successivo fummo chiamati davan ti al federale che ci volle chiudere in una cella, come in prigione. Dopo due-t re ore ci rispedirono a casa, ma mi è sempre rimasto il ricordo di quel pomeriggio d i paura. Cosa ricordi dei tedeschi? <<Risiedevamo in campagna perché eravamo sfollati, avevamo solo due stanze nostre, il resto della casa era dei tedeschi. Un giorno mancò la corrente e un tedesco entrò nell a nostra camera con una pistola pensando che fossimo stati noi. Mia madre allora lo accompagnò nella stanza dove c’era il contatore e gli fece vedere che era aperto . Nel 1944 morì mia zia a Milano. Abitava da sola, co sì mio padre ed io andammo là per chiudere casa. Arrivati alla stazione vedemmo che non c’erano tren i, se non uno dei tedeschi. Dissi a mio padre che noi lì non ci potevamo salire e tentai di tirarlo per un braccio ma lui entrò nello scompartimento dove c’er a un ufficiale. Scambiò qualche parola con lui che ci consentì di restare sul treno fino a Milano. Sapeva parlare molto bene il tedesco; aveva studiato al Politecnic o di Zurigo. Giunti a Milano, vicino a piazza Duomo ci fu una re tata dei tedeschi e chiusero tutte le strade. Ricordo che si mise gli occhiali da sole e si attac cò al mio braccio facendo finta di essere cieco e ci fecero passare… Hai in mente quando sono arrivati gli americani? <<Eravamo a Gargagnago nella casa in campagna. Ad u n tratto sentii delle cannonate provenienti dai monti e vidi i tedeschi che scappav ano. I partigiani: chi erano? Li hai visti?Cosa facevano ? I partigiani erano soldati che, nel 1943, in occasi one dell’armistizio non si erano arruolati nella Repubblica Sociale Fascista e si er ano così rifugiati sulle montagne. Ostacolavano i tedeschi ed erano ricercat i come disertori. Conoscevo il tenente Longo che faceva parte del co mitato di liberazione nazionale e aveva diretto la difesa della caserma contro i te deschi. Durante l’occupazione dei tedeschi nel 1943 venne ferito ad un occhio. Era il figlio di un amico di mio padre e restammo sempre i n contatto con lui poiché viveva a Giazza. E’ venuto in campagna da noi due o tre volte per tr ovare mia madre. Ricordo che aveva un cavallo bianco e ogni volta ch e ci faceva visita salivo sul cavallo e andavo al trotto per il giardino. Avevo s edici anni. Hai ricordi di bombardamenti? I primi bombardamenti a Verona furono in una notte del 1941, i più grandi nel 1944 e colpirono gran parte del centro, soprattutto nell a zona dove ora si trova il cinema Corallo.

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Ricordo il primo bombardamento...Tornato da Mantova in bicicletta andai in via Quattro Spade dove si nascondeva mio padre ma lì no n c’era così andai a cercarlo da un cugino. Mio padre era di razza ebraica, ma aveva sposato un a donna cattolica e quindi aveva abbandonato la comunità israelitica. Perciò non fu mai perseguitato, ma lui preferii nascondersi comunque. Quando suonava l’allarme antiaereo bisognava subito nascondersi nei rifugi sotterranei, che per noi era la cantina. Hai qualche episodio particolare da raccontare? Ero nello studio di mio padre a Mantova e dovevo recarmi nella campagna. Suonò l’allarme antiaereo e così presi la bici e mi dires si verso Curtatone quando sul cavalcavia senti le bombe che gli aerei avevano sga nciato sulla città. Ho lasciato la bici e mi sono nascosto sotto la rampa dall’altr a parte del cavalcavia. Ho dovuto rincuorare e cercare di tranquillizzare un g iovane uomo che continuava ad urlare dalla paura e dalla disperazione.

Intervista Al Nonno – Di Leonardo Pasotto Classe 3h Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? A quei tempi il paese di San Giovanni Lupatoto avev a molti meno abitanti di adesso e la gente viveva lavorando nelle aziende ancora in attività nonostante la guerra. Era dura arrivare alla fine del mese e poter provve dere al bisogno della famiglia. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Nel 1944 è nata mia nonna e suo zio doveva tenerla a battesimo ma , dei fascisti l'hanno prelevato da casa sua e non ne ha fatto più ritorno. Cosa ricordi dei tedeschi? Dei tedeschi ricordo i loro carri armati chiamati “ panzer” e che avevano di equipaggio solo due soldati. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Mi ricordo degli americani quando sono venuti a lib erarci e distribuivano alla popolazione bibite, cioccolato, sapone, gomma da m asticare e a noi ragazzini ci sembrava di sognare a vedere tutto quel ben di dio. I partigiani: chi erano? Li hai visti?Cosa facevano ? I partigiani li ho visti ed erano combattenti armat i che non appartenevano ad un esercito regolare, non portavano uniforme e lottava no contro i fascisti cercando di liberare la strada agli alleati. Hai ricordi di bombardamenti? Durante la seconda guerra mondiale ho vissuto l'inc ubo dei bombardamenti. Quando suonava la sirena per avvertirci che presto saremo stati presi di mira ci nascondevamo nei rifugi e aspettavamo con grande pa ura che il tutto passasse. Hai qualche episodio particolare da raccontare? Vicino a casa mia un giorno si sparse la voce che u na intera famiglia era stata ammazzata. Io non ho assistito personalmente però da quel gior no non ho più visto nessuno di loro.

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Intervista al nonno Gianni Poli di Manuel Poli 3 F Come ‘ era il paese o la città dove vivevi? San Giovanni era molto vivibile e era un paese molt o industrializzato e tutti lavoravano bene.

Quali sono i tuoi ricordi legati ai fascisti? Erano molto severi e molto cattivi con chi sottosta vano alle loro idee.

Cosa ricordi dei tedeschi? Nella ritirata dopo la sconfitta qualcuno si arrend eva la maggior parte preferiva la morte che arrendersi. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? E’ stata una gran festa e offrivano a tutti in mod o particolare cioccolata, dolci e cose da mangiare. I partigiani: chi erano? Li ai visti? Cosa facevan o? I partigiani erano gruppi di civili che si nascond evano sulle montagne per combattere i tedeschi; no. Hai ricordi dei bombardieri? Si erano delle grosse formazioni di aerei che quan do passavano facevano un rombo impressionante ed erano molto grossi. Ai qualche episodio da raccontare? Un giorno passava una formazione di bombardieri un o è stato colpito dalla contraerea tedesca e a dovuto sganciare le bombe un a è caduta vicino a casa mia dallo spostamento d’aria e mi a gettato per terra c ausandomi uno spavento enorme.

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Intervista a Rino Roncari nato nel 1940 a San Giova nni Illarione di Luca Perandin 3L (Raldon) Raldon era un paese agricolo, cioè quasi tutta la p opolazione lavorava nei campi, chi non trovava lavoro nei campi spesso rimaneva se nza soldi e quindi non mangiava anche per giorni. A Raldon ci sono stati due morti per colpa di proiettili sparati dagli aerei, ma di bombardamenti qui non ce ne sono mai stati. Nella popolazione c’erano i fascisti che erano persone del paese o de lla città che facevano da spia all’esercito tedesco, cioè dicevano loro ciò che su ccedeva in città o come si muovevano i partigiani. Quest’ultimi erano persone sempre della città o del paese che si rivoltavano contro i tedeschi rifugiandosi d i giorno nelle case di campagna e di notte andando a sabotare e a saccheggiare i te deschi, facevano anche da spia per gli americani perché dicevano loro dove si acca mpavano i nemici e dove si preparavano per fare un agguato. Il pomeriggio del 25 Aprile 1945 a San Giovanni Ill arione arrivarono 5 tedeschi armati nel cortile della casa e volevano portare vi a una mucca. Mio zio uscì dal fienile e, arrabbiato, prese un tedesco; caddero a terra e mio zio gli bloccava le mani perché non prendesse la pistola. Mio zio, che non ce la faceva più a tenerlo, chiamò suo fratello, cioè mio papà, e mentre usciva dal fienile un tedesco lo uccise sparandogli. Noi intanto uscimmo da casa, al lora uscì il figlio di mio zio, cioè mio cugino (aveva 16 anni), e mentre andò da l ui per dargli una mano si prese una pallottola nella gamba ma continuò, estrasse la pistola dal fodero del tedesco e lo uccise. Un altro tedesco ci ordinò di tornare dentro in casa tutti, tranne mia madre e mia zia che vennero mandate alla fucilazion e in piazza, dicendo ad esse di non girarsi mai se non volevano morire fucilate al momento; i tedeschi, senza che le donne già partite per la piazza lo sapessero, br uciarono il fienile con il corpo di mio padre dentro e saccheggiarono altre case. Er avamo tutti salvi, tranne mio padre; si salvarono anche mia mamma e mia zia perch é i tedeschi avevano detto apposta alle donne che se si fossero voltate avrebb ero sparato, così loro potevano saccheggiare altre case. Nel frattempo, mia mamma e mia zia, mentre andavano in piazza, videro una vecchia che veniva dalla parte o pposta e le chiesero se c’erano tedeschi dietro, in dialetto ovviamente così se c’e rano non capivano; alla risposta NO scapparono subito. In piazza c’era anche il pret e che assisteva alle fucilazioni e disse ai tedeschi per mandarli via che ci sarebbe andato lui a cercare i partigiani, ma i tedeschi gli diedero un’ora di tem po per tornare, altrimenti avrebbero ucciso altra gente; allora si inventò que sto: quando tornò disse ai tedeschi che stavano arrivando lì migliaia di parti giani, loro gli hanno creduto e tutti impauriti sono scappati a gambe levate.

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Intervista A Rita Zerman E Enrico Francesco Zerman Di Alexandru Bogdan Doroftei 3 L (Raldon) Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? Ai vecchi tempi non vi erano le costruzioni, e le m acchine di oggi, per cui si lavorava di più... Si viveva con poco, infatti ogni famiglia aveva una tessera per gli alimenti e bisognava stare in fila per ricevere una quantità limitata di farina, olio, sale, zucchero e altri tipi di cibo. Vi era anche il coprifuoco, cioè l'obbligo di andare dentro casa la sera, questo era valido dalle dieci di sera. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Ai tempi dei fascisti vi era il sabato dedicato al fascismo, al quale era obbligatorio partecipare. Era chiamato “sabato fasc ista”, era un giorno dove si sfilava in divisa, anche le donne e i bambini, ment re gli uomini dovevano esercitarsi su un percorso apposito dove si scalava un muretto, si passava sotto una rete... Tutto questo era obbligatorio, perché s e non ci si presentava, si veniva puniti di solito con delle frustate sulle ma ni. Cosa ricordi dei tedeschi? I tedeschi sorvegliavano tutto il territorio occupa to, infatti a Buttapietra, di fronte ad una casa di alcuni parenti, vi era un far o molto potente, il quale ogni sera illuminava il cielo, perché si temeva l'arrivo di aerei americani; questo faro aveva pure un cannone contraereo per contrastare i bombardieri. Quando arrivarono gli americani questi scapparono via, ma subirono co munque molte perdite. A Raldon vicino alla chiesa, c'era un commando tede sco e quando i soldati che se ne occupavano si ritirarono, il curato della chiesa av visò gli americani che si trovavano nelle vicinanze, grazie ad una radiolina che teneva nascosta in una scarpa, così la maggior parte dei soldati tedeschi furono raggiunti e fucilati. Hai in mente quando sono arrivati gli Americani? Quando arrivarono i carri armati americani furono t utti felici, perché finalmente si tornò ad essere liberi. I soldati, per festeggiare con tutti i cittadini, r egalarono cioccolata, merendine e gomma da masticare a ogni bambino, e a volte scat tavano qualche foto come ricordo, assieme alle persone che volevano stare in posa, specialmente ai bambini più piccoli e carini. I partigiani: chi erano? Li hai visti? Cosa facevan o? I partigiani erano piccoli gruppi di persone (di so lito sette-otto), i quali a volte appartenevano a più paesi di San Giovanni, ch e provavano a contrastare l'esercito tedesco, cioè si ribellavano alle regole imposte dal nemico. Si nascondevano in mezzo ai campi, in “casottini”, per non poter essere scovati e condannati per quello che combinavano nei confronti dell'ordine pubblico. Non erano in grado di fare molto, ma comunque facev ano qualcosa... come per esempio, quando i rappresentanti dell'esercito pass avano di casa in casa per costringere i giovani ad arruolarsi, essi passavano un paio di ore prima per avvisare i ragazzi, e questi se la svignavano in te mpo. In questi gruppi c'erano anche ragazzini di circa q uindici anni, e a volte li si vedeva sbucare da dietro i vigneti con il fucile in mano, che spesso era più grosso del ragazzo che se lo portava in spalla. Hai ricordi di bombardamenti? Quando i bombardieri americani arrivarono sopra le stazioni tedesche, sganciarono bombe spaventose, che illuminavano le vicinanze com e se fosse stato pieno giorno. A Raldon ricordo che esplosero circa bombe, una nei p ressi del cimitero e l'altra in alcuni campi della zona. Ricordo che vi era anche un aereo chiamato Pippo, c he bombardava le case se avevano la luce accesa di notte, per cui si avvolgeva un le nzuolo al lampadario, per non farsi notare, ma non so se lo si facesse per il cop rifuoco o per un'altra ragione.

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Hai qualche episodio particolare da raccontare? Signora Rita: I soldati tedeschi passavano per le c ase a prendere cibo, come uova, carne o altri alimenti, ed una volta arrivarono in casa mia. Chiesero a mia madre le uova per farsi la frittata, ma lei non ne aveva, per cui andarono a prenderle dalla mia vicina di casa e se non le avesse avute n emmeno lei si sarebbero portati via alcune galline. Così alla fine i soldati tornar ono dalla vicina con le uova per farsi fare da mia madre la frittata. Signor Enrico: In una serata d'estate, stavo percor rendo una stradina in mezzo ai campi assieme ad alcuni amici, a quei tempi non ave vo ancora fatto l'esercito, per cui, prima o poi dovevano arruolarmi. Prima di pren dere la strada di casa, decisi di cambiare direzione prendendo la via più corta, a nche se i miei amici volevano che andassi con loro. Fatalità, incontrarono una pa ttuglia che li costrinse ad entrare nell'esercito.

Intervista ai nonni di Mirco Beltrami 3 A (Raldon) Era un paese bombardato dagli aerei, le case erano un po’ danneggiate, le strade erano piene di buche. I fascisti volevano che ogni sabato tutti i bambini /e e ragazzi/e si vestissero con la divisa fascista: per le bambine una camicetta bianca e gonna nera e per i bambini una camicia nera pantaloni blu e il cappello blu. Le bambine venivan o chiamate “piccole italiane” o “figlie della lupa” e i bambini venivano chiamati “ balilla”. Ogni giorno i tedeschi andavano per le stalle per f are uscire il bestiame delle varie famiglie e depositavano i loro cavalli per fa rli riposare; inoltre requisivano tutte le stanze della casa per alloggia rvi, mentre i membri della famiglia dovevano stare in una sola stanza. Gli americani arrivarono dopo qualche mese dopo ris petto ai tedeschi e liberarono l’Italia sia dai fascisti sia dai nazisti. I partig iani erano alleati italiani degli americani che si nascondevano dai tedeschi e dai fascisti perché volevano ucciderli. Durante i bombardamenti tutti correvano in un rifug io che si trovava sotto terra. Un episodio che mi è capitato è stato quando gli am ericani hanno bombardato la strada e in questa esplosione sono morti quattro ca valli. Nel frattempo arrivò un camion di tedeschi che portarono via il bestiame, l o hanno messo in una cava cosparso di petrolio e gli diedero fuoco.

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Intervista al nonno di Giulia Moro 3 A (Raldon) Il nonno racconta che era un paese piccolo formato da case rurali abitate da piccoli agricoltori. I ricordi del nonno relativi ai fascisti gli sono s tati raccontati dal suo papà. Il fascismo era un regime totalitario che limitava fortemente la libertà dei cittadini. Chi disobbediva veniva punito sia fisicamente che m oralmente. I tedeschi dopo l'armistizio del giorno 8 settembre 1943, hanno occ upato militarmente tutta l'Italia, sottomettendo il popolo italiano alla lor o volontà. Chi disobbediva veniva punito con la prigione, torture e nei casi p iù gravi con la fucilazione. Gli americani sono arrivati il 25 aprile 1945, hann o liberato l'Italia dalla dominazione tedesca e hanno distribuito al popolo i taliano affamato i viveri. I partigiani erano dei civili e dei militari che do po l'8 settembre 1945 si sono opposti alla dominazione nazista rifugiandosi sulle montagne e compiendo azioni di sabotaggio contro le truppe di occupazione. Il nonn o paterno li ha conosciuti. Lui ricorda che sia di giorno che di notte i bombardier i sganciavano tonnellate di bombe sulla città di Verona per colpire i ponti sul l'Adige e la stazione ferroviaria. Un giorno durante un bombardamento nemico una perso na è rimasta ferita e il nonno riuscì a trasportarla dentro al rifugio salvandole così la vita.

Intervista a mio nonno Gianni Poli (di San Giovann i Lupatoto) Manuel Poli 3 F Come‘ era il paese o la città dove vivevi? Era molto vivibile e era un paese molto industriali zzato e tutti lavoravano bene. Quali sono i tuoi ricordi legati ai fascisti? Erano molto severi e molto cattivi con chi sottosta vano alle loro idee.

Cosa ricordi dei tedeschi? Nella ritirata dopo la sconfitta qualcuno si arrend eva la maggior parte preferiva la morte che arrendersi. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? E’ stata una gran festa e offrivano a tutti in modo particolare cioccolata, dolci e cose da mangiare. I partigiani: chi erano? Li ai visti? Cosa facevano ? I partigiani erano gruppi di civili che si nasconde vano sulle montagne per combattere i tedeschi; no. Hai ricordi dei bombardieri? Si erano delle grosse formazioni di aerei che quand o passavano facevano un rombo impressionante ed erano molto grossi. Ai qualche episodio da raccontare? Un giorno passava una formazione di bombardieri uno è stato colpito dalla contraerea tedesca e a dovuto sganciare le bombe un a è caduta vicino a casa mia dallo spostamento d’aria e mi a gettato per terra c ausandomi uno spavento enorme.

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Intervista Alla Mia Bisnonna Lina (Data Di Nascita : 26/11/1921) Di Thomas Poli - 3 B (Raldon)

Com’era a quei tempi il paese in cui vivevi? A quei tempi, avevo circa vent’anni, vivevo a Palù, un piccolo paese di campagna del comune di Oppeano. Le strade erano tutte “bian che”, cioè non asfaltate, ma fatte di terra e sassi. C’erano grandi canali d’acq ua che venivano utilizzati anche per irrigare i campi, alcune case avevano stalle co n buoi e animali da cortile. Nonostante la guerra, la vita quotidiana si svolgev a normalmente: i bambini andavano a scuola e gli adulti a lavorare. quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti e ai Tedeschi? Dei fascisti e dei Tedeschi non ho dei bei ricordi , anzi ! Mi ricordo che giravano per il paese passando di casa in casa, portando via il cibo che trovavano. Erano armati e per questo la gente non osava opporsi, ma per impedire che ciò accadesse aveva trovato varie soluzioni. Infatti c’era chi sc avava buche nascoste sotto cataste di legna in cui metteva il cibo, mentre chi possedeva animali li portava lontano dalle case per impedire che venissero rubat i. Al contrario di quello che si dice, i fascisti erano peggiori dei Tedeschi. Ma ne i periodi prima della fine della guerra, quando cominciarono ad arrivare gli Alleati , il comportamento dei Tedeschi cambiò, divennero cattivi, addirittura spietati anc he con i civili. Mi ricordo che quando gli Inglesi, gli Americani, insomma gli Alle ati si paracadutavano, si nascondevano nella campagna, nei boschi e nelle cas e. Chi portava loro da mangiare, di solito, erano le ragazze e quando i Tedeschi ven nero a saperlo le portarono via per molestarle e poi le rilasciarono. Per fortuna a me e alle mie sorelle non è accaduto! Intere famiglie che venivano scoperte ad aiutare gli Alleati vennero fatte prigioniere e portate a Verona, dove i marit i venivano uccisi sotto lo sguardo di mogli e figli. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Ricordo che gli Americani vennero accolti con gioia , le campane suonavano a festa perché la loro presenza significava la fine della g uerra. Arrivarono dal Po con camion carichi di soldati e carri armati, alla rice rca di fascisti e nazisti che già dall’annuncio della fine della guerra avevano c ominciato a scappar, uccidendo quelli che incontravano sulla loro strada per raggi ungere l’Adige e attraversarlo con tinozze, cioè vaschette per fare il bucato. Mol ti di loro, nel tentativo, annegarono. I partigiani: chi erano? Li hai visti?Cosa facevano ? I partigiani erano persone che si erano armate e co mbattevano contro fascisti e nazisti. Non ne ho mai visti anche perché si nascon devano nelle campagne e nei boschi. Hai ricordi di bombardamenti? I bombardamenti avvenivano quasi sempre di giorno e provavo una grande paura perché non sapevi dove le bombe andavano a cadere. Quando si udiva il rumore degli aerei ci buttavamo tutti per terra per non essere visti e diventare un bersaglio. Chi si trovava in aperta campagna si nascondeva in grosse buche a forma di 7 scavate appositamente nel terreno. E la sera, quando in ca sa si accendeva la luce, per non dare agli aerei un bersaglio si chiudevano gli scur i. Mi ricordo di una notte, ero alla finestra quando si sentirono tre esplosioni ca usate da altrettante bombe lasciate cadere da aerei che stavano andando a bomb ardare Verona. I miei genitori si erano stesi a terra in cucina ed io con mia sore lla più piccola mi nascosi sotto il letto. Quando non si sentì più nulla, andai fuor i e vedi tre enormi voragini nel terreno. Hai qualche episodio particolare da raccontare? Mi ricordo che durante la ritirata, alcuni Tedeschi bussarono ad una casa per potersi nascondere. Dentro, però, c’erano solo dei bambini che, convinti dai militari, aprirono la porta e li lasciarono entrare . Un bombardamento colpì quella

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casa, la stalla si incendiò e morì un Tedesco, gli altri con i bambini, invece,si salvarono e i Tedeschi ripresero la fuga.

5-12-1943

Malinconia. Piero Santi Prigionia.

Speranza ...............

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Intervista a Ubaldo Faccion (nato il 16/5/1932) di Filippo Faccion - 3 B (Raldon) COM’ERA A QUEI TEMPI IL PAESE O LA CITTA IN CUI VIV EVI? La città in cui vivevo era molto più povera di quel la di oggi ed era anche messa un po’ sottosopra per via della guerra. QUALI SONO I TUOI RICORDI RELATIVI AI FASCISTI? Al tempo del fascismo bisognava essere tutti fascis ti, perché se qualcuno si opponeva veniva ucciso;insomma, non c’era libertà. COSA RICORDI DEI TEDESCHI? I Tedeschi erano un pericolo per noi perché ovunque passavano portavano via tutto. Ricordo che si camminava tutti a piedi. Un giorno u n uomo che passava per la strada in bicicletta incontrò i Tedeschi, che lo fecero sc endere e gli sequestrarono la bici. HAI IN MENTE QUANDO SONO ARRIVATI GLI AMERICANI? Quando sono arrivati gli Americani era tutta una fe sta, perché gli Americani hanno liberato la gente dai Tedeschi, e quindi c’erano ta nte persone in strada che li acclamavano e li salutavano. I PARTIGIANI:CHI ERANO?LI HAI VISTI?COSA FACEVANO? Ricordo che i partigiani combattevano contro i Tede schi e i fascisti. I partigiani erano a difesa della popolazione, ma hanno fatto an che loro dei saccheggi e hanno perfino ucciso dei fascisti, non ricordo se per dif esa o per vendetta. HAI RICORDI DI BOMBARDAMENTI? Ricordo che passavano squadriglie di aerei america ni per bombardare le città. Noi eravamo fortunati, ma ad esempio a Bovolone, dove c ’era un aeroporto, a volte venivano sganciate delle bombe. Ricordo anche che v enne lanciata una bomba a poco meno di un chilometro da noi, in mezzo ai campi. HAI QUALCHE EPISODIO PARTICOLARE DA RACCONTARE? Ricordo che di notte bisognava tenere chiusi gli s curi delle finestre, perché i Tedeschi, dove vedevano la luce, sganciavano le bom be. Un altro fatto che mi ricordo è che un uomo, a Salizzole, ignaro del fatt o che fuori ci fossero i Tedeschi, uscì dalla sua casa con una forca per far e il suo lavoro. I tedeschi pensarono si volesse “ribellare”, così gli spararon o.

Intervista Ai Nonni Di Manuel Leonardi 3 A (Raldon) Salvatore Leonardi, nato a Mascali (CT) nel 1931 e Fichera Angela nata a Mascali (CT) nel 1932 Il paese in quel periodo “era messo male troppo mal e”: mancava il cibo per vivere

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(foraggi, ceci, fagioli, ecc.) e quindi i beni di p rima necessità e quel poco che c’era bisognava darlo alle forze armate. La gente d el paese per poter mangiare doveva mettersi in fila e ritirare con la tessera i l minimo (che talvolta non era neanche sufficiente) per mangiare. Tutte le persone hanno dovuto donare la fede di mat rimonio e oro in generale per il bene della patria. I fascisti erano troppo autorita ri, “non guardavano in faccia nessuno” e non bisognava contestare le loro decisio ni. Il ricordo del fascismo è l’Opera Nazionale Ballila (ONB), un organo del part ito nazionale fascista che deriva dalla figura di Giovan Battista Perasso dett o “ballila”. I maschi erano suddivisi a partire dall’età minore all’età maggior e in: figli della lupa, ballila, ballila moschettieri e avanguardisti. Io facevo par te dei figli della lupa detti “pulci”: eravamo vestiti in divisa, dovevamo essere sempre ordinati e dovevamo, soprattutto, obbedire ai pensieri e alle idee del f ascismo. Mi ricordo bene di un giorno quando io e miei coetanei dovevamo salutare con la divisa e in modo ordinato il duce Benito Mussolini arrivato in Sicilia con il treno. Alla stazione di Mascali il treno ha rallentato in modo che noi potessimo fa re il saluto fascista. Riguardo ai tedeschi ci ricordiamo che reprimevano con la forza chi non eseguiva gli ordini e controllavano tutti gli aspetti della vita quotidiana della popolazione. La guerra in Sicilia iniziò nel 1938 e finì nel 194 2. Mio nonno Salvatore si ricorda di quando sbarcarono gli americani, gli sco zzesi, gli inglesi e i canadesi nelle città di Gela, Siracusa e Augusta. La gente, soprattutto di notte, al sentire la sirena scappava nei rifugi, i “tunali”, a causa dei bombardamenti provenienti da aerei e navi. Mia nonna aggiunge che sono stati i t edeschi a creare danni, quando sono arrivati gli americani, mentre scappavano. Gli americani in modo pacifico si sono rivolti alla popolazione dividendo biscotti, c arne in scatola, ecc. con la gente del paese e indirizzandosi in modo affettuoso a qualche donna più anziana chiamandola “mamma”. Dei partigiani non ricordiamo nulla perché si trova vano al nord, mentre noi vivevamo in Sicilia. Di sera non si potevano accendere le luci nelle cas e perché gli aerei americani volavano a bassa quota e mitragliavano la gente all e finestre. Tutte le notti c’erano dei bombardamenti, soprattutto all’aeroport o di Catania. Un episodio particolare è quando nella stazione di Fiume Freddo hanno fatto saltare i vagoni pieni di munizioni facendo così una strage. Mia nonna Angela si ricorda di una famiglia che ave va tanti figli: ne erano morti tre, uno ogni mese dello stesso anno: quello di nov e anni morto il 21 maggio, quello di 11 anni morto il 22 giugno e quello di 13 anni morto il 21 luglio e sono morti per denutrizione perché i genitori non avevan o più tessere per ritirare il cibo. Mia nonna si ricorda anche di una poesia che le han no insegnato a scuola durante il periodo della guerra ed era rivolta alla gente che si lamentava continuamente per il brutto periodo che stava vivendo:

IL SIGNOR CRITICATUTTO Il signor criticatutto, muso arcigno, baffi in aria, trova sempre tutto brutto, figurarci con la guerra, se qualcosa lo accontenta, e si lagna perché è buio, perché il pane non gli piace, caffè non ce n’è, perché l’olio non è puro, dalla sera alla mattina sbuffa e brontola per tre, tutto poco, tutto brutto, per il signor criticatutto.

Intervista ai nonni di Sofia Fabbri 3 A (Raldon) Com’era a quei tempi il paese in cui vivevi? Vivevo in un paese: Avesa, bellissimo! Pieno di lu ce, di vita e di verde perché

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sorge sulle colline che circondano la città di Vero na a nord. La vicinanza alla città e la relativa protezione offerta dai monti ha fatto sì che i tedeschi la scegliessero come quartier generale e luogo sicuro per le munizioni. Come in tutti i paesi ci si conosceva tutti, ma la particolarità di Avesa è che non ci si conosceva per cognome ma per soprannomi origi nali dati anticamente ai ceppi familiari: io per esempio sono una della famiglia d ei “Barboni” (per le lunghe barbe dei miei bisnonni). Questo dimostra il clima del paese: una grande fratellanza e conoscenza e un forte attaccamento al le radici. Con la guerra tutto questo cambiò: c’era un clima d i paura e, soprattutto negli ultimi due anni del conflitto, ogni sera un aereo n emico americano che noi chiamavamo “Pippo” faceva ricognizioni e buttava gi ù spezzoni incendiari per far luce sulla polveriera e permettere ai bombardieri d i colpirla. Sono morte molte persone : adulti e bambini e ricor do che andavo ad aiutare a raccoglierli. Purtroppo nel ’45, mentre finiva la guerra, è scopp iata la polveriera e anch’io sono stata parte integrante nel salvare non solo il paese ma anche tutta Verona, perché se fosse scoppiata veramente come volevano i tedeschi tutta la città sarebbe stata distrutta. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Quando ero molto piccola pensavo molto bene di loro perché avevano migliorato la scuola e ci facevano fare molto sport ed io ovviame nte non potevo sapere cosa Mussolini volesse da noi, cosa fosse per l’Italia; l’ho capito dopo, quando sono stata un po’ più grande. Io personalmente ho fatto tanto sport: ho partecip ato a gare, salto in lungo, corsa … dopo mi sono resa conto che per me e per l’ Italia intera sono stati momenti molto difficili.

Cosa ricordi dei tedeschi? I tedeschi … a casa nostra c’era tanto spazio e li c’era il comando delle SS, è stato lì per molti anni. Con loro c’erano anche rag azzi molto giovani e buoni che venivano dalla Lituania, non so se fossero venuti v olontari o se li avessero portati via a forza dalle loro case. Mio padre fino all’inizio della guerra era capo te cnico ma è rimasto ferito per un incidente sul lavoro ed è rimasto dieci anni in osp edale, così mia mamma ed io dovevamo fare qualsiasi lavoro per poter pagare anc he tutte le cure e le medicine che gli servivano. Mia mamma veniva pagata per far da mangiare a quelli della SS, e tante volte litigava con il cuoco per via degli ing redienti che dovevano mettere nel cibo ma almeno riuscivamo a mangiare. I tedeschi … mi trattavano bene, sì non posso parl are male di loro, eccetto in un paio di episodi: quando ormai la guerra stava finen do e i tedeschi dovevano scappare dagli americani per andare verso il Brenn ero, volevano prendere il camioncino di mio zio e ovviamente lui avrebbe dovu to guidare e poi sarebbe stato ucciso come è successo a molti, allora io sono anda ta fuori di nascosto, ho alzato il cofano e ho buttato della sabbia nel motore, cos ì non sono potuti partire. L’altro episodio riguarda un capo delle SS che un giorno ha ucciso per gioco il mio cagnolino, era un bastardino che si chiamava Bl ack e il tedesco mi ha detto: “ Franzi Franzi, Black caput!” caput significa morire , e io credevo che scherzasse e invece lui con la rivoltella in mano me l’ha ucciso . Allora io sono andata contro di lui e gli ho dato calci, pugni, morsi e lui malg rado questo non mi ha fatto niente; ma mi voleva anche bene, non so perché l’av esse fatto. Si capiva che i soldati tedeschi erano stati educati alla guerra, ad uccidere e niente per loro aveva più significato o valore. Ma io da quell’episodio non sono più stata capace di prendere un cagnolino perché a quel tempo avevo solamente tredici anni.

Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Si! Li aspettavamo da morire, se non ché in quel pe riodo i tedeschi volevano dar fuoco alla polveriera. La polveriera era nelle coll ine di Avesa dove una volta c’erano delle cave per estrarre il tufo, i cosiddet ti “sassi di Avesa” ed io andavo dentro per chilometri in quelle grandi gallerie. Qu ando sono arrivati i tedeschi hanno portato per anni dentro le gallerie camion p ieni di tritolo e dinamite, usandole come deposito.

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Alla fine della guerra volevano fare saltare la pol veriera in modo che tutto quel tritolo e dinamite non andasse in mano agli america ni. Allora gli abitanti di Avesa hanno suonato le campane per avvertire tutti e tan te persone dai paesi vicini sono venuti ad aiutarci a portare fuori tutte le casse di munizioni dei tedeschi, in questo modo non sarebbe successo niente di grave s e avessero bombardato la polveriera. Io, che in quel periodo avevo quattordici anni, so no stata là tutta la notte con dei secchi e portavo l’acqua da bere perché avevano tutti i fazzoletti sulla bocca per non respirare la polvere da sparo ma il pericol o più grande era che con tutto quel tritolo e dinamite potevamo saltare in aria d a un momento all’altro, bastava che partisse una scintilla. Invece è stata una grande grazia. Quegli uomini coraggiosi riuscirono a buttare fuori tre quarti di tutto quell’esplosivo, finché, di mattina, verso le sei i tedeschi ci hanno cacciato e hanno cominciato a dar fuoco prima di fuggire. Si sono sprigionate delle fiamme altissime che prima hanno bruciato la polvere che c’era nell’ingresso e poi è scoppiato anche quello che c ’era dentro. Sono cadute soltanto alcune case e muri, ma è stata una botta f ortissima, come tanti bombardamenti. Per fortuna noi in quel momento eravamo oltre la co llina, a Quinzano e così abbiamo sentito solo alcuni botti. Malgrado questo io avev o una paura terribile. Il comitato di Avesa e il comune di Verona ci hanno dato una riconoscenza per quello che abbiamo fatto, a me hanno dato una medag lia, non era d’oro ma solo dorata perché allora eravamo poveri più un diploma dove si diceva che avevo partecipato alla salvezza di Avesa, quando me l’han no dato avevo poco più di quindici anni. Alle feste di commemorazione mi chia mavano sempre perché ero la più piccola ad aver partecipato a quella lunga notte; c on me c’era anche mia mamma, invece mio fratello allora era al sicuro in colle gio. È stato in quel periodo che sono arrivati gli ameri cani, ma noi non avevamo potuto godere di questa salvezza come altre città perché e ravamo troppo feriti da quello che era successo.

I partigiani chi erano? Li hai visti? Cosa facevano ? Erano uomini che non facevano parte attiva dell’ese rcito italiano ma che combattevano contro i tedeschi in “incognito”. Si n ascondevano sulle colline e ogni tanto facevano qualche attacco come mettere una bo mba ad un camion. Allora i tedeschi facevano il cosiddetto “rastrellamento” ci oè prendevano dei ragazzi e degli uomini nostri, che non centravano nulla, e li mandavano verso la Germania, verso l’Austria e spesso non tornavano più. Ma a Ve rona i partigiani non si facevano vedere spesso ed io li ho incontrati raram ente .

Hai ricordi di bombardamenti? Mamma mia! Quanti … tantissimi! Hanno cominciato a bombardare soprattutto negli ultimi due anni. A quel tempo io abitavo in città, presso i miei zii, e quando suonava la sirena andavamo giù nelle cantine, erano delle bellissime case antiche e ricordo che una volta è andato giù un pezzo del pal azzo Miniscalchi che era proprio di fronte casa mia, in via San Mamaso ,e ci ha ostr uito l’uscita, siamo rimasti sotto le macerie e più tardi sono venuti a salvarci ma ancora adesso io soffro di claustrofobia. Per ultimi hanno bombardato i ponti: prima di an dare via i tedeschi hanno distrutto tutto! Mi ricordo che camminando per le strade vedevo pala zzi su e palazzi giù perché loro non bombardavano con degli obbiettivi precisi e sganciando le bombe da un’altezza di circa diecimila metri arrivavano in u n punto qualsiasi. Senza contare che quando arrivavano a bombardare non erano solo cinque o sei aerei ma più o meno un centinaio, e continue formazioni che si sus seguivano a ondate successive e spesso il bombardamento durava anche un’ora. In quei periodi si viveva con tanta paura, ma anche con tanta speranza e negli ultimi giorni bombardavano anche tre volte al giorn o, il rumore delle sirene di notte, la gente che scappava, era un vivere così, n ell’incertezza continua. Ho sofferto tanto la fame e proprio in un’età in cu i mi stavo sviluppando. A quel punto io e i miei familiari siamo andati sfo llati fuori città .

Hai qualche episodio particolare da raccontare?

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Si! Salendo verso Avesa sulla sinistra c’era pieno di grotte scavate nel tufo e siccome tutte le sere arrivava Pippo, tutti i pomer iggi io e mia nonna al braccio andavamo lassù e dentro le cave c’erano tante reti su cui ognuno cercava di dormire mentre sentivamo i bombardamenti su Verona. Ricord o bene quei posti e i pericoli che correvamo perché ci sono andata ogni sera per p arecchi anni insieme a mia nonna.

Intervista a Boninsegna Elisabetta di Boninsegna Be nedetta Intervista fatta a mia nonna Elisabetta che nel per iodo della guerra era una bambina, essendo nata nel 1930. Nonna di Benedetta (Boninsegna Elisabetta nata ad Albaredo d’Adige 02-07-1930) Com’era a quei tempi il paese in cui vivevi? Il mio paese ovvero Albaredo d’Adige era piccolo e povero con poche case e pochissimi negozi, dove in tempo di guerra le famig lie più povere potevano avere alcuni cibi solo con una tessera particolare che gl i era stata data. Il paese non aveva strade asfaltate e giravano pochissime macchi ne, il mezzo più usato era la bicicletta anche per fare lunghi tratti di strada.

Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Mi ricordo che di Albaredo era originario il Feder ale nome di un comandante fascista molto importante nella zona che aveva un c ontatto diretto con il Duce Benito Mussolini. Per questo motivo spesso si recav a a Roma, era un brav’uomo e ha aiutato parecchie persone nel paese, ma quasi a gue rra finita è stato ucciso dai partigiani. A scuola avevamo un libro solo che sost eneva il regime fascista. In paese i giovani venivano organizzati in base all’et à ed educati alla difesa della patria e al sostegno del partito: si chiamavano Bal illa. Cosa ricordi dei tedeschi? Lungo la strada per andare a casa i tedeschi aveva no un deposito di munizioni e carburanti nascosto sotto le piante per non farsi v edere e alcune postazioni con delle mitragliatrici per sparare agli aerei nemici; quando passavo di lì avevo sempre molta paura e correvo. Ricordo i molti danni che hanno fatto al paese dura nte la loro ritirata e soprattutto ricordo che molti tedeschi sono annegat i nell’Adige tentando di attraversarlo per scappare visto che il ponte era s tato distrutto dai bombardamenti degli alleati. Mi viene anche in mente un fatto mol to brutto: durante un rastrellamento i tedeschi sono entrati in una casa e hanno ucciso tutti e bruciato tutto pensando che fossero partigiani ma non era ve ro. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Gli americani sono arrivati ad Albaredo preceduti d a un nostro compaesano su una grossa moto, poi la maggior parte di loro ha attrav ersato l’Adige con delle barche perché il ponte lo avevano distrutto per impedire l a ritirata dei tedeschi. I partigiani chi erano? Li hai visti? Cosa facevano ? I partigiani erano degli italiani che erano contro i fascisti e hanno combattuto contro di loro e contro i tedeschi. Scappavano e si nascondevano nelle campagne e mi ricordo che in alcune azioni di combattimento du e partigiani di Albaredo sono stati uccisi a Vestenanuova. Hai ricordi di bombardamenti? I bombardamenti sono stati la cosa che mi ha fatto più paura della guerra. Formazioni di aerei alleati passavano sopra la nost ra casa per andare a bombardare Verona, noi dall’argine vedevamo da lontano il fuoc o delle esplosioni. Di notte prima di bombardare venivano lanciati dei bengala p er vedere il punto esatto da colpire e quando vedevamo queste forti luci capivam o che da li a poco sarebbero iniziati i bombardamenti, spegnevamo tutte le luci e andavamo a nasconderci.

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Purtroppo un giorno un bombardiere di passaggio ha sganciato tre bombe a 500 metri da casa nostra forse perché era troppo pesante ucci dendo due persone. Hai qualche episodio particolare da raccontare? Mio fratello Arturo è stato chiamato a fare il mili tare a gennaio del 1940. E’ riuscito di sfuggita a tornare dopo tre mesi per un saluto, poi non l’abbiamo più visto per parecchi anni fino al 1946 un anno dopo l a fine della guerra. Pensavamo fosse morto perché tutti i militari del paese erano tornati già da tempo. Quando è tornato ci ha raccontato tutto quello che era succe sso e il perché di questo anno di ritardo:era prigioniero in Germania. Siamo stati avvisati del suo ritorno da un telegra mma e siamo andati a prenderlo ma lui si è accorto subito che mancava suo papà: er a morto durante la sua assenza. Arturo mi ha raccontato che era stato mandato in Gr ecia e là nel 1943 era stato ferito ad una gamba e trasferito con un carro besti ame in un ospedale in Germania. Mi ha detto che molti prigionieri come lui quando i l treno rallentava nelle curve si gettavano giù per scappare. Mio fratello è stato fortunato perché in Germania è stato curato e trattato bene e là ha imparato anche a parlare tedesco. Ad Arturo alcune volte abbiamo chiesto alcuni particolari del la guerra ma lui non ne ha mai discusso volentieri, sono per lui brutti ricordi an che se non ha mai parlato male di come è stato trattato dai tedeschi.

intervista a nonna Bersani Silvana anni 72 di Dani a Veghini: Com’era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? Quando abitavo a Valeggio sul Mincio, a quel tempo si viveva un clima di paura perché c’era la guerra e tutte le sere passava Pipp o, un aereo tedesco che se vedeva tanti luci avvertiva i bombardieri che sganc ivano bombe sulle case illuminate. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Il partito fascista aveva messo a tutti i bambini e bambine una divisa per andare a scuola e gli faceva anche marciare e cantare le can zoni che piacevano a loro tra cui “Faccetta nera dell’ Abissinia”. Gli insegnaron o anche a fare il saluto al duce e c’ erano anche delle donne fasciste che hanno fat to molto male a delle persone. I fascisti e tedeschi andavano in giro per uccidere i partigiani. Quando il fascismo cadde, molti sono riusciti a fug gire, tranne due donne che sono state prese, portate nella piazza di Valeggio e rap ate davanti a tutti. Cosa ricordi dei tedeschi? Dove abitavo c’ era un grande cortile con un portic o e una stalla dove vivevano dei tedeschi con i loro cavalli. Siccome avevamo delle galline, un tedesco beveva le nostra uova, mentre l’ altro ce le dava e mia mamma in cambio gli dava un piatto di minestra. Io avevo quattro sorelle più grandi di me. Mia sore lla Elide, siccome era molto bella, un tedesco volle sposarla, quindi mia mamma era sempre attenta a mia sorella in particolare. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? All’ arrivo degli americani, i tedeschi sono scappa ti subito e al loro passaggio a noi bambini ci davano caramelle e cioccolata. I partigiani: chi erano? Li hai visti? Cosa facevan o? I partigiani erano dei volontari italiani che aiuta vano a combattere i tedeschi e facevano saltare treni e ponti per impedire ai tede schi di entrare in Italia. Loro hanno salvato molte persone e le aiutavano anche po rtando dei viveri. Hai ricordi di bombardamenti?

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Le colline nei dintorni di Valeggio, c’ era un depo sito di munizioni che sono state bombardate. Al loro scoppio il cancello , che era c hiuso da un grosso catenaccio, si era spalancato, i vetri delle finestre si sono r otti e il cielo era diventato tutto rosso. Hai qualche episodio importante da raccontare? Ricordo quando suonava l’ allarme che si scappava n el rifugio sotto il castello di Valeggio e che si aveva molta paura. Mi ricordo anche quando passavano i bombardieri che avevano sganciato delle bombe di cui una è caduta nel fiume Mincio, l’ altra sopr a al tetto del comune e un’ altra sul tetto della chiesa, che per fortuna non s ono esplose. Subito dopo sono arrivati gli artificieri che le hanno disinnescate.

Intervista Alla Nonna Di Samuel Liuzzi 3^D Com’era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? Non c'era il benessere che c'e' adesso ma c'era piu ' poverta' e miseria Cosa ricordi dei tedeschi? I Tedeschi facevano da padroni nel mio paese Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Noi eravamo nascosti in campagna per la paura delle bombe quando un giorno passò un aereo che fece cadere dei fogli su cui c'era scritt o che gli Americani erano arrivati e anche c'era scritto armistizio che signi ficava la fine della guerra I partigiani: chi erano? Li hai visti? Cosa facevan o? Noi eravamo andati a rifugiarci in campagna per la paura Hai ricordi di bombardamenti? Noi eravamo sempre in campagna dove sentivamo tutti i bombardamenti e nel mio paese morirono tante persone fino a quando non fu dichiar ata pace. Noi andammo subito in chiesa a pregare ed io ero ancora piccola

Intervista Ai Miei Nonni Di Alessia Pasetto Classe 3 D ARMANI IMELDA 23-09-37- MARANGONI GIANNANTONIO 5-5-32 Com’era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? Ricordo che qui a San Giovanni Lupatoto, dove vivev o, c’erano molti soldati, i quali circolavano per il paese e requisivano ville e scuole. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Io personalmente non li ricordo molto bene; so che chi non la pensava come loro, veniva punito con la tortura, oppure facevano bere olio purgante. Inoltre obbligavano la gioventù a svolgere addestramenti. I fascisti erano vestiti con una divisa e venivano chiamati: i più piccoli “Figli de lla lupa”, i più grandi “Balilla” e le ragazze “Piccole italiane”. Ai ragaz zi veniva insegnata la ginnastica perché il fascismo mirava ad avere giova ni forti. Cosa ricordi dei tedeschi?

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Sinceramente non ho nessun ricordo dei tedeschi, ra mmento soltanto che, quando sono stati obbligati alla ritirata, hanno provocato dann i alle persone, con furti in tutto il paese. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Si, mi ricordo molto bene quando sono arrivati. Inf atti entrarono in paese con i camion disposti in colonna, salutando e distribuend o cioccolata e dolciumi vari alle persone. I partigiani: chi erano? Li hai visti? Cosa facevan o? I partigiani vivevano nascosti in montagna ed erano i rivali dei tedeschi. Io non li ho mai visti, perché si rifugiavano, altrimenti sarebbero stati arrestati. Essi inviavano le staffette agli americani per portar lo ro le informazioni necessarie senza venire scoperti. Hai ricordi di bombardamenti? Si, anche se a San Giovanni Lupatoto, per fortuna, non se ne sono verificati molti. Mi ricordo che gli aerei segnalavano attraverso dei razzi il punto dove miravano per lanciare le bombe, così la gente poteva difende rsi recandosi nei “rifugi” appositamente costruiti. Tali bombardamenti venivan o annunciati dal suono delle sirene, e in un secondo momento si sentiva il boato degli aerei. Hai qualche episodio particolare da raccontare? Si, ne ho uno anche se è un po’ triste. Ricordo di tre ragazzi che si erano trovati in un rifugio e, credendo che il bombardamento foss e terminato, uscirono per accertarsene, ma una bomba li colpì, sbattendoli co ntro il muro, uccidendoli. Grazie per la collaborazione.

Intervista Ai Nonni Di Chiara 3 D Le frasi riferite a S.Giovanni sono riportate dal n onno Giovanni nato nel 1940, quelle riferite Verona sono riportate dalla nonna Flora nata nel 1923.

Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? San Giovanni Lupatoto è cambiato completamente da q uei tempi: le strade erano di terra battuta e non c'era l'asfalto; nel viale che c'è in paese non c'erano i platani ai lati ma i castagni che furono tagliati s ubito dopo la Seconda Guerra Mondiale per ottenere legna da ardere; con l'andare degli anni tutte le case sono state abbellite; e della vecchia Piazza Umberto, ch e allora aveva il nome di Piazza Corrubio, è rimasta solo la torre dell'acquedotto. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Al sabato c'erano le riunioni dei fascisti, dove si incontravano i Balilla, Le Piccole Italiane ( tutte in divisa, con gonna nera e camicia bianca), Le Giovani Italiane (con gonna nera, giacca nera e camicia bia nca). Si cantavano gli inni fascisti. Cosa ricordi dei tedeschi? I tedeschi erano sulle Torricelle a costruire i rif ugi (le Trincee). Quando si sono ritirati, dovendo passare l'Adige, c ercarono di passarlo con ogni mezzo anche con le tinozze del bucato! Hai in mente quando sono arrivati gli americani? “ Certo!! Avendo sentito che stavano arrivando gli americani sono corso sulla via principale e ho visto i carroarmati che venivano da Zevio e andavano verso Verona e davano caramelle, cioccolatini e ciunghe a tutti i bambini” “ Mi ricordo di quando gli americani sono passati v icino a Corso Porta Borsari”

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I partigiani: chi erano? Li hai visti? Cosa facevan o? I partigiani erano contro il fascismo e il nazismo, quindi non volevano ingerenze tedesche. Queste persone operavano in montagna. Nel la ritirata dei tedeschi da San Giovanni Lupatoto, alcuni ragazzi che volevano emul are i partigiani purtroppo rimasero uccisi durante uno scontro a fuoco, a cui è dedicato anche un monumento in località Pontoncello. Hai ricordi di bombardamenti? “Certo!! A San Giovanni Lupatoto sentivamo gli aere i che passavano per andare a bombardare Verona e nella paura che bombardassero a nche noi, gli abitanti di Borgo Pio si trovavano, specialmente di notte, in una spe cie di rifugio non solo per ripararci ma più che altro per farci coraggio l'uno con l'altro. Mio papà avendo paura che ci succedesse qualcosa ci ha portato da s follati sul Monte Tretto a Santa Caterina di Schio.” “A Verona quando c'erano i bombardamenti suonavano le sirene e tutti andavano a rifugiarsi ai Bastioni, sotto l'Arena o nelle canti ne delle case. Nelle cantine delle case c'era l'usanza di costruire un passaggio tra una cantina di un palazzo e un'altra per avere la possibilità in caso di crollo della casa di avere una via di fuga. I bombardamenti duravano dai 15 ai 30 minuti. Duran te un bombardamento vennero abbattute diverse case di Verona, molte di queste p ur non crollando erano inagibili perchè pericolanti, successivamente durante la riti rata dei tedeschi questi minarono tutti i ponti sull'Adige facendo crollare anche i palazzi già pericolanti.” Hai qualche episodio particolare da raccontare? “L'8 settembre del 1943 a San Giovanni Lupatoto i t edeschi hanno abbandonato la custodia di due magazzini dove era accumulata una q uantità enorme di generi alimentari. Uno era nell'ex cinema sociale e l'altr o nella località Comotto. Ricordo che tutta la popolazione cercava di approvv iggionarsi di tutto quel cibo e mio papà riusci a portare a casa due sacchi di mele essiccate” “Ricordo che ci fu un combattimento aereo in pieno giorno sopra a Borgo Pio con un'enorme pioggia di tantissimi bossoli vuoti deriv anti dallo scontro.” “Quando la guerra finì si è fatta una grande festa con balli al tempo di musica che usciva da un giradischi dell'epoca messo a disposiz ione da mio papà.”

Intervista Al Nonno Di Ester Biem 3d

Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? Gran parte della città di Bolzano era stata distrut ta dalle bombe. I ponti che attraversavano il Talvera, l’Isarco, erano stati co lpiti, salvo uno che era ancora funzionante; la stazione, come molti edifici, tra c ui un’ala dell’ospedale, era stata fortemente danneggiati. Ricordo anche che in alcune piazze del centro storico si erano formate delle voragini. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? I ricordi che ho io dei fascisti mi sono stati tras messi dai miei genitori e dai miei nonni perché, quando è finita la guerra avevo soltanto un anno. L’impressione che avevano i miei parenti riguardo i fascisti era negativa e dolorosa. Mi raccontavano, ad esempio, che essi maltrattavano, m inacciavano, intimorivano la popolazione e, in alcuni casi, sono arrivati ad ucc idere persone che non erano d’accordo con le loro idee. Cosa ricordi dei tedeschi? Sempre per il motivo che ero troppo piccola, erano i miei genitori a raccontarmi

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dei tedeschi. La cosa più atroce che loro due hanno vissuto stato di vedere fermo alla stazione un treno merci carico di uomini, donn e, bambini che piangevano, chiedevano acqua e i soldati tedeschi proibivano a chiunque di avvicinarsi. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? I miei genitori mi raccontavano che gli americani, quando si avvicinavano alle persone, erano molto gentili, generosi e distribuiv ano ciò che avevano, soprattutto ai bambini. In particolare, alcuni di loro chiedeva no alla mia mamma se potevano fotografarmi perché, stranamente per quell’epoca, e ro paffutella! I partigiani: chi erano? Li hai visti? Cosa facevan o? I partigiani erano coloro che hanno dato un aiuto c oncreto allo scopo di far finire la guerra. Io non li ho conosciuti in quellepoca, m a in seguito perché i miei genitori mi mostravano chi aveva svolto in passato il ruolo di partigiano. Hai ricordi di bombardamenti? Per lungo tempo, quando sentivo un’allarme, provavo ansia: questo perché, anche se piccolissima, ho vissuto le fughe dei miei genitori verso i rifugi al suono degli allarmi. E un’altra cosa che ancora oggi mi turba è rumore sinistro dei CACCIA, aerei da guerra. Hai qualche episodio particolare da raccontare? Un’episodio particolare riguarda il momento in cui stavo nascendo. Nello stesso momento in cui sono nata, è caduta una bomba su una parte del nostro condominio. Siccome tutti erano già corsi verso i rifugi (trann e i miei genitori e l’ostetrica perché io stavo nascendo), nessuno è rimasto ferito , ma si è formata un’enorme voragine nel cortile. Questo è diventato poi un luo go di gioco per noi bambini, nonostante il divieto dei nostri genitori.

Intervista Al Nonno Luciano Di Fatima Buongiorno, mi chiamo Fatima e per questa mostra no n ho intervistato un nonno,perché ho origini senegalesi,e loro sono giu’ in Senegal.Sono riuscita a intervistare però una persona che per me è come un nonno, Nonno Luciano. Ecco la sua testimonianza: Com’era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? Prima della seconda guerra mondiale, il paese era m olto tranquillo .… Ma poi sono cominciati i bombardamenti aerei e c’erano i tedes chi che occupavano l’Italia.Le persone vivevano nel terrore, di notte si andavano a nascondere nei rifugi,perché di giorno era troppo pericoloso uscire, tutti si tr asferivano in campagana, dove non c’era tanto cibo e, i contadini che vendevano l atte e uova ecc … ,li vendevano a prezzi alti. Quando avvenne tutto questo , io ave vo 13 anni. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? I fascisti erano molti feroci. Si facevano rispetta re, obbligando le persone a vestirsi tutti uguali:con delle divise. I fascisti volevano mantenere il regime che c’era stato 20 anni prima. Cosa ricordi dei tedeschi? I tedeschi erano molto ordinati e severi, e quando c’era da risolvere problemi,l’unica soluzione per loro era uccidere. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Erano diversi dai soldati italiani. Sono venuti co n delle gip, una cosa nuova per gli italiani,e c’erano soldati di colore,un’altra cosa nuova per gli italiani, che distribuivano cioccolatini e cibo. I partigiani: chi erano? Li hai visti?Cosa facevano ?

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Erano quelli che avrebbero dovuto fare i militari c on i fascisti, ma si sono liberati e si sono rifugiati in montagna. Si viveva di espedienti di ladroneria. Quelli che non sono andati né in montagna né con i fascisti sono stati costretti ad andare in Germania a lavorare come schiavi. Hai ricordi dei bombardamenti? Pensa che nella Piazza Principale dei Signori c’è s tato un bombardamento,ed io ero nella Basilica Palladotto, dove ero rifugiato con t antissima gente che urlava e piangeva. La gente andava a letto vestita,perché, quando suonava la sirena d’allarme, tutti si alzavano e si andava a nasconde rsi. Hai qualche episodio particolare da raccontare? Si… Allora … un giorno i tedeschi hanno bombardat o una parte dell’aeroporto,dicendo che erano stati gli american i , così costrinsero la maggiore parte della popolazione ad andare con le l oro pale ad aggiustare la falda. Quando arrivarono all’aeroporto, i tedeschi gli hanno bombardati. Io all’ora ero un bambino e quindi rimasi nascosto nel rifugio, persi quasi tutta la mia famiglia e i miei conoscenti…E’ stato un vero g enocidio. Grazie per la disponibilita’ Grazie a te, per questa fantastica occasione di esp rimere la mia versione.

Intervista Ai Nonni Di Angelica Rosa 3 A (Raldon) Com’era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? C’era miseria in tutto il paese, la gente era pover a e per guadagnarsi il cibo era costretta a lavorare nei campi tutto il giorno. Anc he i bambini , dopo essere tornati da scuola, aiutavano i genitori: i maschi d i solito lavoravano nei campi, mentre le femmine stavano in casa a cucinare, a lav are, a cucire. Spesso i bambini si occupavano degli animali da cor tile e portavano da mangiare e da bere agli adulti che lavoravano nei campi. Le case erano molto grandi perché erano abitate da tante persone (tutti i parenti vivevano nella stessa casa, in un unico nucleo fami liare) Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Dei fascisti non mi ricordo molto perché a quei tem pi ero piccolo. Mio papà mi diceva sempre che erano persone a cui bisognava ob bedire altrimenti si rischiava di essere puniti e addirittura uccisi. Inoltre mi h a raccontato che un suo amico ha subito terribili torture e ha rischiato di essere u cciso per non aver obbedito ad un fascista. Cosa ricordi dei tedeschi? In particolare ricordo che per parecchie sere alcun i soldati tedeschi venivano a casa nostra e volevano da mangiare. Così si sedevan o a tavola con noi e ci toccava dividere il nostro cibo con loro. Siccome quasi tut te le famiglie erano povere, si dava loro cibi poveri ma sostanziosi come la polent a. Dopo cena i soldati più buoni cantavano e ballavano con noi bambini e, qualche volta, ci regalavano dei piccoli pezzetti di ciocco lato. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Sì, ricordo molto bene quando sono arrivati gli ame ricani. Mi ricordo in particolare che quando è finita la gu erra, gli americani sono passati per le vie del paese con i loro carri armati dando ai cittadini cioccolata, caramelle, frutta secca, sigarette … e lanciavano p ersino i libri. I partigiani: chi erano? Li hai visti? Cosa facevan o? I partigiani erano delle persone armate che non app artenevano a nessun esercito regolare, ma a delle bande che si univano per sconf iggere i fascisti. Di solito

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facevano degli assalti notturni, in montagna o in m ezzo ai boschi, ai soldati tedeschi. Però io personalmente non ho mai visto de i partigiani. Hai ricordi di bombardamenti? Sì, mi ricordo quando a 800 metri di distanza dalla mia casa è stato bombardato dagli americani un treno pieno di materiale bellico (cioè pieno di armi), vestiti e cibo. Tutto questo materiale dell’Italia era stato rubato dai tedeschi, con lo scopo di essere poi portato in Germania. L’esplosio ne delle bombe è stata talmente potente che ha addirittura rotto i vetri di tutte l e finestre e a mio papà sono caduti tutti i vetri sulla testa. Hai qualche episodio particolare da raccontare? Un giorno durante la ritirata dei tedeschi, uno di questi soldati in fuga piombò nel cortile di casa mia e con il fucile puntato con tro mio papà urlava impazzito: “Bicicletta! Dare bicicletta o cavallo!!!”. Era mol to agitato perché voleva fuggire al più presto e quindi era molto più pericoloso. Mi o padre, che sapeva questo, cercò di fargli capire con molta cautela che non av evamo più biciclette o cavalli da dargli. Infatti durante la guerra, altri tedesch i ce li avevano portati via. Alla fine il soldato si rassegnò e se ne andò senza sparargli o fare danni. Quella volta ho provato molta paura per mio papà e quella scena che ho spiato dalla finestra insieme ai miei fratelli, non la scorderò mai più.

Intervista A Mireno De Pretto E Laura Zanella Di G iorgia Vicenzi - 3 A (Raldon) Ai tempi della guerra i paesi avevano ancora poche case e solo alcune strade erano asfaltate. Le famiglie che avevano i campi riusciva no sempre a mangiare. I ricordi di mia nonna relativi ai fascisti sono tr isti perché in questo periodo aveva sempre paura che succedesse qualcosa di brutt o. Mia nonna aveva anche molta paura dei tedeschi poic hé la sua famiglia doveva ospitarne uno in casa particolarmente cattivo: lui teneva sempre la pistola sul tavolo e si arrabbiava molto quando il fratellino d ella nonna piangeva. Per mio nonno, invece, l’esperienza con i tedeschi non è stata così negativa perché quelli che ospitavano in casa sua erano più anziani e più buoni; inoltre il nonno abitava proprio in campagna mentre la nonna abitava di fianco alla strada statale per cui c’era più passaggio di tedeschi. Quando sono arrivati gli americani, i nonni si rico rdano che questi quando passavano davano caramelle e biscotti. Per quanto riguarda i bombardamenti, mia nonna avev a molta paura perché suo papà ogni volta che sentiva gli aerei arrivare, la porta va a nascondersi da qualche parte; mentre per mio nonno questa esperienza non è stata molto traumatica perché suo papà era più tranquillo e invece di spaventare i suoi figli guardava dalle finestre le bombe che cadevano. Mio nonno sapeva che quando arrivavano gli aerei do veva andare al rifugio. Un ricordo in particolare del nonno è che un giorno mentre stava tornando a casa in bicicletta sentì un aereo passare sopra la sua test a e vide le bombe che scendevano dal cielo, lui fece appena in tempo a entrare in un negozio di un barbiere e questo lo salvò. Per mia nonna uno dei ricordi dei bombardamenti è q uesto: per la paura dei tedeschi suo papà aveva deciso di non dormire più nella loro casa, ma di andare da alcuni parenti che abitavano in mezzo alla campagna. Quest o perché di notte i tedeschi quando passavano davanti alle case battevano sulle porte e il papà della nonna aveva paura.

Intervista Ai Nonni Di Luca Zocca 3 A (Raldon)

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Com’era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? Verona a quei tempi era bellissima per me. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Non ho dei ricordi, so che se non eri fascista ti u ccidevano, ma avevano più paura dei tedeschi. Cosa ricordi dei tedeschi? Mi ricordo che erano in corte da mia zia, che volev ano patate e latte, e se ti lamentavi non ci mettevano molto ad ucciderti, tutt a un’altra cosa rispetto agli italiani. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Non ricordo bene gli americani, mi ricordo solo che ci davano la cioccolata. I partigiani: chi erano? Li hai visti? Cosa facevan o? I partigiani li ho visti sì, erano i comunisti di a desso, delinquenti, uccidevano molto e attaccavano di notte, dunque non sapevi mai dov’erano. Hai ricordi di bombardamenti? Sì: al sabato si andava a confessarsi, tornando a c asa alcune persone gridarono “Pippo, pippo, c’è pippo” (così si chiamava un tipo di aereo mitragliatore) e tutti andavano nelle buche scavate nel terreno, se si era in casa si mettevano gli stracci nelle finestre per evitare che ci bombardas sero, credendo che in casa non ci fosse nessuno e tutti a scappare nelle buche. Hai qualche episodio particolare da raccontare? Sì: l’episodio più brutto è stato durante una mitra gliata del Pippo: io ed i miei amici eravamo scappati nelle buche, un signore con il carro trainato dal cavallo era in mezzo alla strada ed è morto davanti ai miei occhi.

Intervista A Nonna Pierina Boriero (1931) Di Samant ha Marchesini 3 B (Raldon) In quel tempo, nel paese in cui viveva, c'erano tan ti campi coltivati a riso a tabacco e a barbabietole. Mia nonna lavorava in essi e lì vicino c'era anche una filanda dove si lavorava la seta. Un ricordo relativo ai fascisti era il ripetersi di questa frase:”Giuro di eseguire gli ordini del Duce e di seguirlo con tutte le mie forze se è necessario per la rivoluzione Fascista” che mia nonna in un episodio successo a scuola dovette scrivere e ripetere cento volte, perché all'inizio aveva dimenticato una parola. Al sabato le donne si dovevano vestire con una gonn a nera e una maglietta bianca e portare un cappello con lo stemma del Duce. Ricorda che suo padre andava a lavorare in una stal la appartenente ai Tedeschi ma quando arrivarono gli Americani, i Tedeschi dovette ro scappare e gli lasciarono una lunga bicicletta, con il manubrio smontabile in mo do che quando era incustodita nessuno potesse portarla via. Mia nonna ricorda che gli Americani vennero con i carriarmati e presero tutte le persone che lavoravano per i fascisti, mettendoli a l muro per poi fucilarli. Mia nonna ritiene che i fascisti erano più cattivi dei tedeschi. I partigiani erano delle persone che proteggevano i l paese. Il moroso della sorella di mia nonna era un partigiano. Una volta mentre st avano ritornando a casa, un Tedesco voleva scappare perché era stato ferito ed era caduto dentro un fosso. Urlò:”Maledetti italiani!!!” e i partigiani che erano in zona si avvicinarono e gli spararono. Nonna Pierina ricorda con terrore un bombardamento avvenuto di no tte. Suo padre andò alla finestra e in quel momento atterrò una bomba che fe ce un buco profondissimo e ruppe tutte le finestre della casa. Per riparare le fines tre rotte misero della carta

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velina per mancanza di denaro. Di sera accendevano il "aeroricognitori" che, al loro tempo, lo chiamavano “Pippo”, e i Tedeschi per non essere scoperti lanciavano su di essi delle bombe. Un'altra volta si accese l' allarme e mia nonna con la sua famiglia si nascose nel fienile del vicino di casa. Mia nonna, però, era curiosa e voleva spiare e vedere cosa accadesse fuori, ma suo papà la sgridò. La guerra è bruttissima, un'esperienza che nessuno dovrebbe vivere ma purtroppo ha fatto parte della nostra storia e coloro che hanno vissuto al tempo della Seconda Guerra Mondiale mai scorderanno quello che hanno so fferto...

Intervista Ai Nonni Di Matteo Miron 3b (Raldon) INTERVISTATI : Fiorini Giuseppina nata il 01/12/194 2 Dalle Vedove Lino nato il 10/04/1938 Com’era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? Il paese di Raldon era formato da una vecchia chies a che ora non c'è più, ne sono rimasti il campanile e l'oratorio. Le case si trovavano ai lati della strada principal e. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Relativamente ai fascisti mio nonno ricorda che and ava a scuola vestito da piccolo Balilla, con bermuda e giubbino nero. Cosa ricordi dei tedeschi? Il ricordo dei miei nonni rispetto ai Tedeschi è ch e durante il giorno e la notte questi venivano a rubare cibo e altro per poi chied ere anche da dormire. Quasi tutte le sere verso le 22,30 suonavano delle sirene che avvertivano dell'arrivo degli aerei detti “Pippo” i quali bombardavano ladd ove vedevano le luci o le candele a petrolio accese. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Degli Americani si ricordano che quando giunsero, t utta la gente sventolava bandiere, fazzoletti e tutto ciò che avevano allora e gli americani lanciavano caramelle e stecche di cioccolato. I partigiani: chi erano? Li hai visti? Cosa facevan o? I partigiani erano persone contrarie alla guerra, c he volevano la liberazione dell'Italia e talvolta uccidevano i Tedeschi. Hai ricordi di bombardamenti? I miei nonni ricordano che tante bombe non esplodev ano e i bambini per gioco andavano a farle scoppiare con i chiodi e il martel lo e molti bambini morivano. Così il fratello di mio nonno facendo questo gioco con un suo amico si è ferito ad un braccio mentre l'amico è morto. Hai qualche episodio particolare da raccontare? L'episodio di cui i miei nonni si ricordano è il se guente: quando la guerra finì tre Tedeschi stavano tornando a casa e si fermarono a casa di mia nonna. Due di questi erano cattivi, un altro, invece, era buono e lasciò sotto una culla dei soldi. Per questo motivo la mia bisnonna fece celeb rare una messa per pregare Dio che quel soldato tornasse a casa sano e salvo.

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Intervista Ai Nonni Di Chiara Zancanella 3 L (Raldo n) Bruno M. , nato nel 1932, viveva a Boscoriondo. Italia P. , nata nel 1938, viveva a Buttapietra. Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? B. Dominata dai tedeschi; c'erano morte e distruzio ne per chi non rispettava le leggi imposte dal governo tedesco. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? I. Davano ordini a tutti e chi non obbediva veniva picchiato brutalmente e gli si dava da bere l'olio. Hanno fatto questo a mio padre . Cosa ricordi dei tedeschi? B. Erano dei ladri, dove passavano rubavano tutto, non avevano pietà per niente e per nessuno, avevano il coraggio di prenderti e por tarti in Germania ai lavori forzati. I. Ricordo che un giorno un carro armato entrò nell a corte per cercare qualcuno e un uomo che stava passando che parlava tedesco diss e loro che lì non viveva nessuno, salvandoci la vita. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? B. Sono arrivati da Buttapietra, sui carri armati; hanno messo in fuga i tedeschi che rubavano ogni mezzo di trasporto che trovavano per salvarsi la vita. I. I tedeschi correvano spaventati, c'era molta con fusione. Per mettersi in salvo si tuffarono nell'Adige ma morirono annegati perché non sapevano nuotare e la corrente li trascinava via. I partigiani: chi erano? Li hai visti? Cosa facevan o? B. Era gente contro i tedeschi; li ho visti ancora in paese, li riconoscevi dal fazzoletto rosso intorno al collo. Ricordo che ogni tedesco che trovavano lo uccidevano. Un mio fratello è stato portato in Germ ania, ma con un gruppo di uomini è fuggito sulle montagne. Nessuno li ha cercati. Do po non molto tempo sono tornati a casa e hanno deciso di unirsi ai partigiani. Hai ricordi di bombardamenti? B. Ogni giorno in città lanciavano molte bombe, qui ne cadevano poche. I. Verso le cinque del mattino del giorno 25 aprile 1945 l'aereo chiamato "Pippo" lanciò cinque o sei bombe di fila sull'appostamento tedesco a 50 m. da casa mia, ma i due uomini che vi vivevano se n'erano andati il g iorno prima. Mia madre si trovava nella corte e si è salvata per un pelo, non ostante le schegge e i vetri volati in frantumi. Hai qualche episodio particolare da raccontare? B. Ricordo che un giorno i tedeschi andarono a casa di un mio amico e ordinarono a suo padre di dar loro il cavallo e il carro che pos sedeva. Glieli preparò, ma non li agganciò bene insieme, così quando gli altri sal irono si rovesciarono. Arrabbiati gli diedero uno schiaffo e gli puntarono la pistola, imponendogli di mettere a posto le cinghie. Obbedì, per non morire. I. Ero molto piccola, ma ricordo che nell'appostame nto tedesco vi erano due uomini che quando venivano a scaldarsi nella stalla ci por tavano le caramelle e la cioccolata. Uno cercò di spiegarci che anche loro a vevano dei figli piccoli, più o meno come noi, e quindi avevano compassione.

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Intervista ai nonni di Giovanni Marangoni Mio nonno materno ha novant’anni e, dopo l’ictus di due anni fa, non parla più in modo chiaro per questo ho potuto fargli solo domand e precise su situazioni di guerra da lui vissute e raccontatemi da mia madre e da mia nonna. Mio nonno a ventun’anni si arruolò volontario nell’ esercito nel corpo degli alpini, contro il parere dei genitori, per servire la patri a. Combatté in Albania dove rischiò molte volte la vit a. Mi ha raccontato che una volta era su una collina ed una bomba scoppiò vicin o a lui uccidendo tutti i sui compagni. Il pasto era talmente povero che mangiava zuppa di topo in un barattolo di latta. Da quel luogo ritornò a casa con mezzi di fortuna, avvolto dai pidocchi ed i sui vestiti furono tutti bruciati. Andò anche a combattere in Russia dove patì la fame e molto freddo perché non erano equipaggiati per quelle temperature e prendevano pe zzi di vestiario dai cadaveri di altri militari per coprirsi. Rientrarono in Italia passando per la Polonia dove furono caricati su un treno i vestiti bruciati, anc he in questo caso perché nuovamente assaliti sai pidocchi, e sistemati nell' aspetto per non svelare al popolo ciò che era successo. Fu anche catturato dai tedeschi e stipato su un tre no merci avente come destinazione un campo di concentramento. Quando si accorse che il portone del vagone non era ben chiuso e che si poteva aprire, d ecise con altre persone di tentare di scappare gettandosi nel fiume Po. Una vo lta tuffati in acqua i tedeschi cominciarono a sparare. Da quel tuffo della speranz a si salvarono in pochi la maggior parte morirono o per i colpi di fucile o pe r annegamento. In un’altra circostanza è stato arrestato, rinchius o in prigione e torturato. All’interno delle carceri riconobbe un’amica che fo rtunatamente lo liberò. Nel frattempo i carcerieri si erano già divisi i suoi b ei vestiti ed i suoi soldi. Conobbe anche dei partigiani che non erano seri in quanto facevano degli attentati ai tedeschi e poi scappavano lasciando i cittadini a pagare al loro posto, oppure rubavano cibo alle famiglie. La nonna, invece, nel tempo di guerra era una bambi na e si ricorda che la sera, durante il coprifuoco, doveva coprire le finestre c on delle coperte, perché se passava l’aereo Pippo e vedeva delle luci bombardav a in quel punto. Il rumore delle bombe lo paragona al tuono del temporale del quale ancora oggi ha paura per il ricordo che rievoca in lei Per dovere alla patria, la sua famiglia dovette osp itare un soldato tedesco per molto tempo. Conserva un ottimo ricordo di quel mil itare al quale tutti si affezionarono e che si innamorò di una delle sorell e di mia nonna. Un giorno il giovane uscì come sempre ma non fece più ritorno. S coprirono successivamente che era stato ucciso. Parlare con i miei nonni che hanno vissuto la guerr a in prima persona è stato per me molto bello ed emozionante ma per loro molto dif ficile e doloroso. Ogni racconto sembrava il pezzo di un film dove i miei nonni eran o gli attori protagonisti ma ciò che sentivo non era frutto della fantasia ma la cru da realtà.

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Intervista a nonna Teresa classe 1941 di Vanessa C arli e Noemi Borotto

Ai miei tempi la città in cui vivevo era molto pove ra e, per fortuna, i Tedeschi che erano qui non erano cattivi, anzi, ci aiutavano a nasconderci sotto dei porticati e mangiavano da noi. Ricordo che mia madre preparava a loro il pasto e q uando avevamo paura per il rumore dei bombardamenti lontani, i Tedeschi ci abb racciavano e ci dicevano di stare calmi perché qui da noi non sarebbe successo niente. Degli Americani ricordo soltanto che arrivarono da noi, per la prima volta, con le ormai comuni marmellate in confezione monodose, che però, allora non avevamo mai visto, data la povertà in cui vivevamo. Dei bombardamenti ho alcuni ricordi molto tristi, p erché, anche se non hanno mai bombardato il paese in cui vivevo, comunque, si sen tivamo rumori molto forti, quasi assordanti di bombardamenti lontani che facevano tr emare la terra dove eravamo. Ero molto spaventata anche perché ero molto piccola , avevo solo tre anni e per questo non ricordo nient’altro.

Intervista ai nonni di Veronica Ferrari Com’era a quei tempi il paese o la città on cui viv evi? La guerra non risparmiava nessuno:i soldati combatt evano al fronte,ma vecchi,donne e bambini combattevano nelle città e nelle campagne per sopravvivere e siccome il vincitore era quello che provocava più danni e più morti,sopravvivere ai bombardamenti ed ai rastrellamenti dell’esercito oc cupante era molto difficile. Tutti i prodotti di consumo,almeno in Italia, dall’ abbigliamento ai generi alimentari venivano razionati: ogni cittadino non p oteva avere una certa quantità di cibo. A seconda dell’età si ricevevano alimenti diversi,ad esempio i bambini dovevano avere più latte rispetto agli adulti. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? I fascisti erano quelle persone che facevano parte della popolazione e dei militari che seguivano le leggi che dettava il duce Benito M ussolini.Cercavano di arruolare anche con la forza gli uomini, anche i più giovani e di mandarli a combattere. Chi non era d’accordo veniva picchiato,messo in prigion e e costretto ad ogni violenza. Cosa ricordi dei tedeschi? I tedeschi terrorizzavano le persone, occupavano le nostre case e uccidevano senza motivo donne,vecchi e bambini. Hanno deportato e uc ciso nei campi di concentramento tante persone innocenti che caricavano sui vagoni d i treni come bestie. In alcune città e paesi hanno massacrato senza pietà tanta ge nte. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Sì, mi ricordo sono arrivati nel 1945 perché hanno suonato le campane e sapevamo che la guerra era finita . Arrivavano questi soldat i che ci hanno aiutati e hanno distribuito cibo. I partigiani:chi erano? Li hai visti? Cosa facevano ? I partigiani erano delle persone che combattevano c ontro i fascisti e i tedeschi per liberare l’Italia e rischiavano la loro vita. S ì ,li ho visti, si nascondevano e chi li aiutava rischiava la vita. Hai ricordi di bombardamenti? Sì, suonavano l’allarme e ci nascondevamo nel rifug io che si trovava sotto terra. Mi ricordo che tante persone che vivevano in città hanno dovuto lasciare le loro case perché i bombardamenti in cit tà erano più pericolosi.

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Hai qualche episodio in particolare da raccontare? Sì, mi ricordo che ,quando i tedeschi si stavano ri tirando, due miei cugini si erano nascosti in una buca coperta dal fieno perché si era saputo che i tedeschi uccidevano soprattutto gli uomini che tr ovavano, anche i ragazzi.

Intervista alla nonna Franca Grigoli classe 1940 di Sandri Anna Mia nonna Franca al tempo della Seconda Guerra Mond iale aveva soltanto 4 anni e viveva in una casetta di campagna con i suoi genito ri e i suoi due fratelli. Non ricorda molto in quanto aveva pochi anni ma ha cerc ato di raccontarmi e di ricordare il più possibile. Il luogo e il tempo in cui è vissuta non era molto allegro, anzi, a malapena c’era il cibo per sfamarsi. Mi ha raccontato che una nott e sono arrivate le “camice nere”, cioè i fascisti, in cerca di suo cugino, lui si era nascosto e loro erano venuti in cerca con i manganelli per portarlo via c on loro e per fortuna non l’hanno trovato. Si ricorda anche che certe notti, quando suonava l’allarme sua mamma le metteva un cappottino e andavano in un rif ugio a nascondersi e proteggersi dai bombardamenti. Questo rifugio era sotto un leta maio, un “luamar” come lo chiama lei. Andavano là a nascondersi e sopra di loro avev ano una catasta di legna, lì pregavano e aspettavano con ansia il momento di usc ire. Un’immagine che le è rimasta impressa è stata quella della visione della città in quei momenti. Mi ha descritto che, mentre andava nel rifugio, poteva ve dere tutta Verona che era illuminata a causa delle bombe ed il fuoco: una vis ione alquanto scioccante. Ricorda poco dei fascisti ma sa raccontarmi che tut ti avevano paura di loro e tutti dovevano nascondersi da loro perché portavano sempr e in mano dei manganelli con cui potevano picchiare le persone o prendere i ragazzi che volevano e portarli via. Questi dovevano aderire ai “balilla”, una formazion e paramilitare che li obbligava a vestirsi in un determinato modo, eseguire gli ord ini che venivano loro impartiti e partecipare alle manifestazioni fasciste. Ricorda poco dei fascisti perché a lei non facevano alcun male; i vaghi ricordi che mi sa dire sono quelli riguardanti la guerra. Mi racconta che di sera, all’ora del coprif uoco, passava un aereo che tutti chiamavano Pippo e così, dovevano chiudersi in casa e spegnere tutte le luci per far sì che non si accorgesse che erano lì altriment i gli aerei avrebbero bombardato. Uno degli avvenimenti più dolorosi che la fanno sof frire a raccontare è stata la morte di suo cugino. Mi descrive che suo cugino Ser gio aveva 7 anni circa quando, giocando nei campi, aveva preso in mano una bomba p ensando che fosse un gioco e quella gli è scoppiata in mano … vedo che mia nonna è molto addolorata al pensiero di questi ricordi, le chiedo se se la sente di cont inuare e annuisce. Cerco di passare ad un argomento un po’ più allegro per non peggiorare la situazione. Mi racconta dell’arrivo degli americani, che sono arri vati in paese e c’era tutta la gente che urlava per la gioia, gridando “sono gli a mericani, sono arrivati gli americani” e questi distribuivano la cioccolata, ca ramelle e sigarette. Era primavera e il paese era in piena festa. Mi raccont a anche dei partigiani, dei cittadini comuni che si nascondevano tra le montagn e o campagne e difendevano la patria combattendo contro i fascisti. Mia nonna non ne conosceva ma sa che è anche grazie a loro se la guerra è finita.

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Intervista a Ida Micheloni classe 1930 di Taddei Gi orgia Intervista alla nonna Ida: Ho intervistato mia nonna Ida che è nata nel 1930. All’epoca, della seconda guerra mondiale viveva in una frazione, si chiamava Bagnol o di Mazzantica. Il paese era composto da due fattorie, una chiesetta e un asilo che ancora e siste, ma chiuso. Nella fattoria vivevano mia nonna e i suoi genitori . Possedevano animali da fattoria e da cortile. Mia nonna ricorda bene i fas cisti. Loro erano persone autoritarie, non educate, che trattavano le bambine e le persone molto male senza far distinzione del sesso o dell'età. Mia nonna si ricorda un episodio molto scioccante. Ha raccontato che un fascista picchiò u na donna e il suo bambino perché erano fuori casa appena dopo l’orario stabilito. La donna era uscita di casa per chiedere del cibo per il bambino affamato. Regnava il terrore e la paura perché i fascisti potevano fare quello che volevano nelle ca se, rubando il cibo e dormendo nelle stalle o nei letti altrui. Nel paese c’erano anche Tedeschi, i quali avevano lo stesso atteggiamento, se non peggio. I Tedeschi prendevano Inglesi, Italiani ed Ebrei e li portavano nei campi di concentramento do ve morivano di fame, di sete o bruciati. Contro i fascisti e i Tedeschi c’erano i partigiani, cittadini comuni che si nascondevano in montagna o in campagna e combatt evano contro questi nemici. Mia nonna ha conosciuto dei partigiani perché erano abi tanti del suo paese, ma non doveva farlo sapere a nessuno per la sicurezza del la loro famiglia e della loro vita. I partigiani combattevano di nascosto per riu scire a liberare l’Italia dai Tedeschi, procuravano agli abitanti del cibo e ruba vano ai nemici alimentari e tutto ciò che riuscivano a trovare. Essi venivano a iutati dalla popolazione che spesso li nascondeva nelle stalle o cantine. Finalm ente l’incubo finì quando in primavera (non si ricorda la data), arrivarono gli Americani che donavano la cioccolata calda e le sigarette agli abitanti ed er ano acclamati dalla popolazione. Nonostante questo, a mia nonna rimangono ancora in mente le catastrofi dei bombardamenti. Questi avvenivano di giorno e di not te accendendo. Una sirena avvertiva gli abitanti al momento dell’attacco ed e ssi si rifugiavano nelle cantine o fienili. A proposito di ricordi, mia nonna mi ha raccontato che una mattina degli aerei lanciarono con il paracadute i soldati che vo levano aiutare il popolo italiano. Uno di questi era atterrato nel cortile d i mia nonna e le chiese se poteva cercare un posto per nasconderlo da un Tedes co che lo aveva visto. Mia nonna lo fece nascondere nel fienile e gli diede del cibo . Un giorno i Tedeschi vennero a perquisire la loro casa, ma non trovarono alcuna tr accia e così se ne andarono. L’americano poté uscire e scappare, ringraziandoli per averlo aiutato. Per mia nonna raccontare questi bruttissimi episodi è molto doloroso perché, anche se sono passati più di sessant’anni, ha e avrà per sempre i n mente cosa hanno passato i suoi famigliari per cinque lunghissimi anni di guer ra.

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Intervista a Wanda Zuccotto classe 1926 di Valeria Bonetti

Com’era a quei tempi il paese o il posto in cui viv evi? Vivevo con la mia famiglia a Campagnola di Zevio, s convolta dalla presenza dei militari italiani, ovvero i pontieri. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Bruttissimi, perché coloro che non erano iscritti a l loro partito (ad esempio noi) non avevano nessuna opportunità di lavoro. Cosa ricordi dei Tedeschi? Cose bruttissime. Dopo il 12 settembre 1942, insiem e ai fascisti, sopraffecero l’Italia, diventandone i padroni assoluti. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Sono arrivati il 25 aprile e hanno sconfitto fascis ti e Tedeschi. I partigiani: chi erano? Li hai visti? Cosa facevan o? Erano coloro che si ribellarono ai Tedeschi e ai fa scisti; non li ho mai visti perché erano nascosti sulle montagne. Hai ricordi di bombardamenti? Certamente; avvenivano sempre di notte e noi, terro rizzati, andavamo a rifugiarci in appositi nascondigli. Hai qualche episodio particolare da raccontare? Quando sono arrivati gli americani, ero ancora impa urita a causa degli scontri tra partigiani e fascisti.

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Intervista A Gozzi Giglio Di Gozzi Vanessa 3 A (Ral don) Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? Vivevo in una piccola frazione di Isola della Scala in cui c'erano molte ristrettezze economiche e alimentari. I miei genito ri per mangiare avevano messo in una damigiana farina e riso e l'avevano nascosta ne ll'orto perchè non la trovassero i tedeschi e perchè c'era molta carestia. Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti? Noi eravamo sotto la grande sorveglianza dei fascis ti. Mio fratello, ricercato dai fascisti è vissuto per sei mesi in una palude a Pe llegrina. Andavamo ogni tre giorni a portargli la scorta di cibo, altrimenti se veniva a casa veniva preso e mandato in un campo di concentramento in Germania. I miei genitori avevano un bar ristorante in cui venivano molti militari tedeschi e inglesi e li abbiamo sempre trattati bene così non ci è mai successo niente di grave. Cosa ricordi dei tedeschi? Ricordo che i tedeschi erano molto cattivi e severi nei confronti di noi italiani perciò bisognava sempre stare molto all'erta. Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Sì, ricordo che quando sono arrivati gli americani siamo andati tutti sulla statale Brennero Verona a salutarli per la liberazione. Lor o passavano con jeep e camion e erano ringraziati da noi e da tutto il paese. I partigiani : chi erano? Li hai visti? Cosa faceva no? I partigiani erano degli uomini armati che stavano dalla nostra parte e ci aiutavano nei momenti difficili, sì li ho visti. Hai ricordi di bombardamenti? La nostra famiglia ha avuto una grande disgrazia ne l 1944: cinque morti e sei feriti tra zii e cugini a cinque chilometri da Isol a Della Scala ( Pellegrina) sotto un bombardamento. Sono rimasti sotto le mura crollate del cimitero, oltre ai nostri parenti, molti altri paesani (24 aprile). Hai qualche episodio particolare da raccontare? Sì, nel nostro paese, quando c'erano ancora i tedes chi, un nostro coetaneo di diciotto anni, mentre passava una pattuglia tedesca aveva fatto un gesto che loro avevano creduto offensivo, volevano fucilarlo in pi azza, ma con la mediazione del nostro parroco lo hanno lasciato libero e salvo.

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Intervista a di Zanella Luigi di Sebastiano Fregnan 3G” G. Marconi” Com'era a quei tempi il paese o la città in cui viv evi? Abitavo a Quinzano un Comune, appena fuori Verona, che oggi è diventato un quartiere della città stessa. Era un periodo dove l a gente era povera e c’era molta miseria, alcuni lavoravano in campagna, altri in fa bbriche come la Fonderia Galtarossa, il Calzaturificio Rossi, la Conceria Pa setto. Non c’era molto da mangiare e per trovare qualcosa si andava anche al mercato nero e si barattavano le merci. Erano stati costruiti dei rifugi dove ci si nascondeva durante gli attacchi aerei e quando suonavano le sirene la gente scappav a e si riparava in questi bunker. Nelle case si costruivano ripari nelle cant ine, anche noi ne avevamo uno. La notte c’era il coprifuoco e non si poteva girare per le strade: se qualcuno veniva scoperto gli sparavano.

Quali sono i tuoi ricordi relativi ai fascisti?

Quando ero piccolo ci addestravano come dei piccoli soldati, ci portavano in un accampamento con tende e ci insegnavano a vestirci, lavarci e anch’io ho vestito la divisa da piccolo Balilla, “figlio della lupa”, ci facevano fare esercitazioni, ginnastica e marciavamo con dei moschetti di legno. Molti di loro erano dei delinquenti, delle “brutte bestie”, hanno fatto str agi, rubato cibo, case erano momenti duri. Si viveva sotto la dittatura dei fasc isti e a chi non era d’accordo veniva fatto bere l’olio tanto da far stare male la gente, oppure li uccidevano. Quando si incontravano si dovevano sempre salutare alzando il braccio destro loro dicevano: “Hella hella” e si rispondeva “Hellalla”. Si era obbligati ad essere fascisti anche per salvare la propria famiglia, non si avevano alternative, anche se il proprio pensiero era diverso. Erano prepotent i e noi eravamo sottomessi.

Cosa ricordi dei tedeschi? In città hanno cercato di distruggere la ferrovia e la stazione di Porta Nuova. Hanno fatto saltare i ponti di Verona durante la ri tirata. Le ultime notizie dicevano che avrebbero voluto far saltare le munizi oni e le armi nella polveriera di Avesa, ma un cappellano cercò di accordarsi con i tedeschi e far togliere metà dell’arsenale dalla polveriera per evitare un grave danno, ma nonostante ciò l’esplosione fu terribile, un forte boato nella not te ci fece capire che l’avevano fatta saltare. Ancora rivedo quel grande fungo di f uoco che illuminò la notte, dal cielo scendevano ceneri e pezzi distrutti. E’ in qu esta occasione che perdemmo mio fratello Bruno, il più piccolo. Stavamo scappando p erché ci avevano avvisato che i tedeschi volevano far saltare la polveriera, inizia mmo a salire le colline tra Quinzano e Avesa quando trovammo rifugio in una fat toria. Ci fermammo nella stalla pensando che fosse un rifugio sicuro, ma un conosce nte ci fece andare più in alto sulla collina perché il pericolo era tanto. C’era t utta la famiglia, anche dei cugini e la nonna. Ci rimettemmo subito in cammino per allontanarci prima possibile, ma la nonna cadde a terra e si fece male , non aveva più la forza per camminare e volle così tornare a casa a Quinto. Cer cavamo di convincerla che avrebbe trovato i tedeschi e le avrebbero fatto del male, ma lei volle tornare e allora mio cugino l’aiutò. Ci accorgemmo allora con un passaparola che mancava il più piccolo, nessuno sapeva più dov’era e dove era stato messo. Tornammo alla fattoria di corsa e lo trovammo nella mangiatoia do ve prima era stato messo per riposare, avvolto in una coperta. Riuscimmo ad arri vare sulla collina e li vedemmo l’esplosione. Quando siamo tornati indietro siamo p assati per la fattoria per fermarci di nuovo, ma era stata completamente distr utta. Cercammo allora rifugio in

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una abitazione di amici, ma tornando incontrammo i partigiani, che ci bloccarono e scambiarono per tedeschi fuggitivi. Per nostra fort una uno di loro ci riconobbe e ci fece liberare salvandoci da quella banda di esal tati. Al momento della fuga anche i tedeschi avevano paura e quindi ci si potev a passare vicini senza subire minacce.

Hai in mente quando sono arrivati gli americani? Quando sono arrivati gli americani c’era tanta feli cità perché la guerra era finita e avevano liberato la città. Si erano fermati tra i l Saval e Parona in un appezzamento di terra vicino a casa. Ci davano gomm a americana da masticare. Portarono cibo e allestirono una mensa in una fabbr ica dove c’era il comando e distribuivano le rimanenze del cibo alla popolazion e. Qualche volta andammo con le pentole a prendere qualcosa. Portarono la stabilità per tutti. Costruirono una scuola per le famiglie americane in Lungadige. Quan do arrivarono gli americani facevano i rastrellamenti con i partigiani per catt urare i tedeschi che erano ancora in circolazione.

I partigiani : chi erano? Li hai visti? Cosa faceva no? Erano dei gruppi di persone che lottavano contro i tedeschi ed erano nascosti nelle colline di Avesa. Li ho visti mentre combattevano, ma tra di loro c’erano molti delinquenti che non avevano scrupoli e uccidevano a nche persone innocenti. Si allearono con gli americani aiutandoli, ma questi s i accorsero che uccidevano senza ragione chiunque, mentre in realtà dovevano raggrup pare i prigionieri.

Hai ricordi di bombardamenti? Ricordo che passava un aereo chiamato Pippo che las ciava cadere oggetti simili a matite, penne o giochi per bambini ed invece erano piccole bombe che al contatto scoppiavano ingannando le persone e ferendole alle mani e in alcuni casi anche uccidendole. Quando gli aerei giravano di notte, si dovevano spegnere le luci, altrimenti sparavano e facevano saltare le case.

Hai qualche episodio particolare da raccontare? Quando i tedeschi cercavano manodopera per fare le trincee, reclutarono un gruppo di ragazzi tra cui mio fratello maggiore. La mamma cercò di convincerli che era troppo giovane e non poteva fare questo lavoro, ma le dissero che era “robusto” e così lo portarono a Rovereto. Con la complicità del guardiano del campo, che era un italiano, riuscì a scappare ed insieme ad altri rag azzi tornarono attraverso la ferrovia fino a Cà di Cozzi, nascondendosi tra i bo schi. Li si è rifugiato per lungo tempo, fortunatamente non fu trovato e nessun o venne a cercarlo. Quando la situazione fu calma, tornò la normalità.