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STUDIO TECNICO Ing. Giuseppe Briamonte RELAZIONE GEOLOGICO-TECNICA La presente relazione ha lo scopo di esprimere un giudizio sostitutivo di sondaggi ed

indagini sulle caratteristiche geomeccaniche del terreno su cui verranno eseguiti i

manufatti esterni per le scale antincendio e l’impianto ascensore nella Scuola Elementare“Giulio GIANELLI”.

Per quanto riguarda l’Asilo Nido gli interventi previsti non richiedono verifiche di

carattere geotecnico. La valutazione viene fatta per confronto e per analogia con altri siti nelle vicinanze, ossia

attribuendo al terreno, ove verranno eseguite le opere di fondazione, sotto il profilo

geologico e geotecncico, dei valori derivanti da un inquadramento regionale noto.

La fascia di interesse riguarda infatti una zona della città in cui sono presenti terreni

alluvionali antichi e medio recenti. I depositi sono costituiti principalmente da materiali

ghiaioso-sabbiosi

Poiché lo strato su cui è appoggiato l’edificio della scuola, costruito nel 1959, è

consolidato ed ha elevata capacità portante, anche in considerazione dello stato di

conservazione delle strutture dell’edifico e poiché gli interventi non prevedono di

approfondire gli scavi al disotto delle attuali quote di sottofondazione dell’insediamento

scolastico, il sottoscritto ha ritenuto non necessario effettuare dei sondaggi geognostici a

rotazione e/o prove di resistenza dinamica alla penetrazione.

Inoltre, nei terreni di tale natura, gli eventuali cedimenti sono circoscritti al breve periodo

dell’esecuzione dei getti di fondazione, dopo di che si esauriscono completamente.

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Ing. Giuseppe BRIAMONTE STUDIO TECNICO Via Romolo Gessi n°12 – 10136 TORINO Tel. 011 3182139 Tel/Fax. 011 3043204

CALCOLO PROBABILISTICO PER LA

PROTEZIONE CONTRO I FULMINI

RELAZIONE TECNICA

Edificio Scolastico:

Scuola Elementare “Elvira VERDE”

Via delle Primule, 36 – TORINO

Torino, gennaio 2005

Ing. Giuseppe BRIAMONTE

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A - NORMATIVA DI RIFERIMENTO

Per la presente relazione, relativa alla protezione della

struttura contro i fulmini, si fa riferimento a:

• NORMA CEI 81-1 fascicolo 3681 Febbraio 1998

• NORMA CEI 81-3 fascicolo 5180 Maggio 1999

Trattandosi di una struttura “ORDINARIA” si ricorre

all’appendice G della citata NORMA CEI 81-1.

B - CARATTERISTICHE E TIPO DI STRUTTURA

B1 - INDIVIDUAZIONE DELLA STRUTTURA DA PROTEGGERE.

Per il calcolo dell’area di raccolta è necessario individuare le

dimensioni della struttura, costituita da un fabbricato a sè stante.

B2 - CARATTERISTICHE DELLA STRUTTURA DA PROTEGGERE.

LOCALITÀ : TORINO

DIMENSIONI : L’edificio è costituito da un

piano seminterrato, un piano

rialzato e da un primo piano.

CARATTERISTICHE

AMBIENTALI : La struttura è situata in

un’area con presenza

prevalente di strutture più

basse.

CLASSIFICAZIONE

IN BASE ALL’INCENDIO : Struttura, con carico

d’incendio ORDINARIO.

TIPOLOGIA : La struttura è di tipo “C”.

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B3 - DATI PER LA VALUTAZIONE DEL TIPO DI RISCHIO E

DELL’ENTITA’ DEL DANNO.

DESTINAZIONE : Immobile destinato ad edificio

scolastico.

TIPO di RISCHIO : Perdite di vite umane -TIPO 1-

C - CALCOLO di Nd

La frequenza media di fulmini che colpiscono una struttura è

valutata mediante la formula:

Nd = Nt x C x A x 10-6 [ fulmini/anno]

dove:

Nt è la densità annuale di fulmini (fulmini/Km2 anno), al suolo

relativa alle zone ove è situata la struttura, i cui valori sono

riportati nella NORMA CEI 81-3; Per il Comune di

TORINO Nt = 2,5.

A è l’area di raccolta, espressa in m2, della struttura.

C è il coefficiente ambientale; per la struttura in oggetto,

situata in un’area con presenza prevalente di strutture più basse, il

coefficiente è C = 0,5.

L’area di raccolta è (vedere allegato 1):

A = 6900 m2,

pertanto:

Nd = 0,0086

D - FULMINAZIONE TOLLERABILE

Il valore della frequenza di fulminazione tollerabile per la

STRUTTURA di cui in oggetto, TIPO “C” e per un rischio di incendio

“ORDINARIO” è:

Na = 0,1

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E - PROCEDURA DI SCELTA DEL LIVELLO DI PROTEZIONE

Per la valutazione del sistema di protezione bisogna

confrontare il valore della:

- frequenza di fulminazione diretta della struttura Nd

- con il valore della frequenza di fulminazione tollerabile Na

Nel caso specifico è:

Nd = 0,0086

Na = 0,1

perciò:

Nd < Na

F - CARATTERISTICHE E TIPO DI IMPIANTO ESTERNO

Siccome risulta NON necessaria l’installazione di un LPS per

la protezione contro la fulminazione diretta, perché 0,0086 è

minore di 0,1, è necessario valutare la necessità di protezione

contro le fulminazioni indirette.

Queste ultime possono generare sovratensioni o perché

colpiscono direttamente la linea entrante nella struttura, o perché

colpiscono le strutture da cui essa proviene, o per accoppiamento

induttivo.

Le sovratensioni possono provocare:

- danno agli impianti.

- incendio.

Nel caso della struttura allo studio con rischio d’incendio ORDINARIO e senza impianti essenziali, bisogna verificare la relazione:

Nt x L > N’l dove: Nt è la densità annuale di fulmini (fulmini/Km2 anno), uguale a

Nt = 2.5; L è la lunghezza della linea (km) della struttura fino al primo

nodo della rete o al più vicino trasformatore di linea con un

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valore massimo di 1 km: si assume a favore della sicurezza il valore L = 1;

N’l è il valore limite (fulmini/Km2 anno) uguale a N’l = 1.5.

Si deduce che la protezione dalla fulminazione indiretta non è

richiesta.

G - CONCLUSIONI

Dai risultati ottenuti si può affermare che la struttura per

sua natura è AUTOPROTETTA.

Secondo la CEI 81-1, non necessita né di un impianto base

LPS contro la fulminazione diretta, né di un impianto contro quella

indiretta.

In forza della Legge 186 del 1968 che individua nelle Norme

CEI la regola dell’arte, si può ritenere assolto ogni obbligo giuridico,

anche specifico che richieda la protezione contro le Scariche

Atmosferiche.

TORINO, gennaio 2005

ing. Giuseppe BRIAMONTE

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CALCOLO PROBABILISTICO PER LA

PROTEZIONE CONTRO I FULMINI

RELAZIONE TECNICA

Edificio Scolastico:

Scuola Elementare “Giulio GIANELLI”

Via delle Primule, 36 – TORINO

Torino, gennaio 2005

Ing. Giuseppe BRIAMONTE

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A - NORMATIVA DI RIFERIMENTO

Per la presente relazione, relativa alla protezione della

struttura contro i fulmini, si fa riferimento a:

• NORMA CEI 81-1 fascicolo 3681 Febbraio 1998

• NORMA CEI 81-3 fascicolo 5180 Maggio 1999

Trattandosi di una struttura “ORDINARIA” si ricorre

all’appendice G della citata NORMA CEI 81-1.

B - CARATTERISTICHE E TIPO DI STRUTTURA

B1 - INDIVIDUAZIONE DELLA STRUTTURA DA PROTEGGERE.

Per il calcolo dell’area di raccolta è necessario individuare le

dimensioni della struttura, costituita da un fabbricato a sè stante.

B2 - CARATTERISTICHE DELLA STRUTTURA DA PROTEGGERE.

LOCALITÀ : TORINO

DIMENSIONI : L’edificio è costituito da un

piano seminterrato, un piano

rialzato e da un primo piano.

CARATTERISTICHE

AMBIENTALI : La struttura è situata in

un’area con presenza

prevalente di strutture più

basse.

CLASSIFICAZIONE

IN BASE ALL’INCENDIO : Struttura, con carico

d’incendio RIDOTTO.

TIPOLOGIA : La struttura è di tipo “C”.

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B3 - DATI PER LA VALUTAZIONE DEL TIPO DI RISCHIO E

DELL’ENTITA’ DEL DANNO.

DESTINAZIONE : Immobile destinato ad edificio

scolastico.

TIPO di RISCHIO : Perdite di vite umane -TIPO 1-

C - CALCOLO di Nd

La frequenza media di fulmini che colpiscono una struttura è

valutata mediante la formula:

Nd = Nt x C x A x 10-6 [ fulmini/anno]

dove:

Nt è la densità annuale di fulmini (fulmini/Km2 anno), al suolo

relativa alle zone ove è situata la struttura, i cui valori sono

riportati nella NORMA CEI 81-3; Per il Comune di

TORINO Nt = 2,5.

A è l’area di raccolta, espressa in m2, della struttura.

C è il coefficiente ambientale; per la struttura in oggetto,

situata in un’area con presenza prevalente di strutture più basse, il

coefficiente è C = 0,5.

L’area di raccolta è (vedere allegato 1):

A = 17400 m2,

pertanto:

Nd = 0,021

D - FULMINAZIONE TOLLERABILE

Il valore della frequenza di fulminazione tollerabile per la

STRUTTURA di cui in oggetto, TIPO “C” e per un rischio di incendio

“RIDOTTO” è:

Na = 1

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E - PROCEDURA DI SCELTA DEL LIVELLO DI PROTEZIONE

Per la valutazione del sistema di protezione bisogna

confrontare il valore della:

- frequenza di fulminazione diretta della struttura Nd

- con il valore della frequenza di fulminazione tollerabile Na

Nel caso specifico è:

Nd = 0,021

Na = 1

perciò:

Nd < Na

F - CARATTERISTICHE E TIPO DI IMPIANTO ESTERNO

Siccome risulta NON necessaria l’installazione di un LPS per

la protezione contro la fulminazione diretta, perché 0,021 è

minore di 1, è necessario valutare la necessità di protezione contro

le fulminazioni indirette.

Queste ultime possono generare sovratensioni o perché

colpiscono direttamente la linea entrante nella struttura, o perché

colpiscono le strutture da cui essa proviene, o per accoppiamento

induttivo.

Le sovratensioni possono provocare:

- danno agli impianti.

- incendio.

Nel caso della struttura allo studio con rischio

d’incendio RIDOTTO e senza impianti essenziali la protezione dalla

fulminazione indiretta non è MAI richiesta.

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G - CONCLUSIONI

Dai risultati ottenuti si può affermare che la struttura per

sua natura è AUTOPROTETTA.

Secondo la CEI 81-1, non necessita né di un impianto base

LPS contro la fulminazione diretta, né di un impianto contro quella

indiretta.

In forza della Legge 186 del 1968 che individua nelle Norme

CEI la regola dell’arte, si può ritenere assolto ogni obbligo giuridico,

anche specifico che richieda la protezione contro le Scariche

Atmosferiche.

TORINO, gennaio 2005

ing. Giuseppe BRIAMONTE

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RELAZIONE TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI PER L'OTTENIMENTO DEL PARERE DI

CONFORMITA' DI CUI ALL'ART. 2 DEL D.P.R. 12 GENNAIO 1998 N° 37

UBICAZIONE: VIA DELLE PRIMULE, 5 PROPRIETA': COMUNE DI TORINO EDIFICIO: ASILO NIDO INFANTILE “ELVIRA VERDE”

Il Tecnico

________________________

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RELAZIONE TECNICA Attività: Scuola Individuata al punto < 85 > del DM 16/2/1982 Riferimento Esame Progetto precedente n.8855 del 27/11/1995

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RIFERIMENTO NORMATIVO - DECRETO DEL M.I. DEL 26 AGOSTO 1992. Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica. - D.P.R. N° 37 DEL 12 GENNAIO 1998. Regolamento recante disciplina dei provvedimenti relativi alla prevenzione incendi, a norma dell'articolo 20, comma 8, delle legge 15 marzo 1997, n° 59. - DECRETO 4 MAGGIO 1998. Disposizioni relative alle modalità di presentazione ed al contenuto delle domande per l'avvio dei procedimenti di prevenzione incendi, nonché all'uniformità dei connessi servizi resi dai comandi provinciali dei vigili del fuoco. - CIRCOLARE N. 9 del 5/5/1998. D.P.R. 12 GENNAIO 1998, n° 37 - Regolamento per la disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi - Chiarimenti applicativi. - D.P.R. N° 547 DEL 27 APRILE 1955. Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro. - CIRCOLARE DEL M.I. N° 91 DEL 14/9/1961. Norme di sicurezza per la protezione contro il fuoco dei fabbricati a struttura di acciaio destinati ad uso civile. - Decreto del Ministero dell’Interno del 6 Marzo 1986. “Calcolo del carico di incendio per locali aventi strutture portanti in legno”. - Decreto del Ministero dell’Interno del 8 Marzo 1985. “Direttive sulle misure più urgenti ed essenziali di prevenzione incendio al fine del rilascio del Nulla Osta Provvisorio di cui alla Legge n° 818 del 7/12/1984”. - Lettera Circolare del Ministero Interno del 26 Novembre 1990 Prot. n° 20689/4122. “ Resistenza al fuoco di strutture portanti in legno” - D.LVO 493 DEL 14/8/1996. Attuazione della direttiva 92/58/CEE concernente le prescrizioni minime per la segnaletica di sicurezza e/o di scelte sul luogo di lavoro. - D.M. 30/11/1983. Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi. - LEGGE N° 46 DEL 5/3/1990. Norme per la sicurezza degli impianti. - D.P.R. N° 447 del 6/12/1991. Regolamento di attuazione della legge n° 46 del 5/3/1990 in materia di sicurezza degli impianti. - CIRCOLARE DEL M.I. N° 24 DEL 26 GENNAIO 1993. Impianti di protezione attiva antincendi.

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1) GENERALITÀ 1.0) Le presenti norme hanno per oggetto i criteri di sicurezza antincendio da applicare

negli uffici e nei locali adibiti a scuole, di qualsiasi tipo, ordine e grado, allo scopo di

tutelare l’incolumità delle persone e salvaguardare i beni contro i rischi di incendio.

Ai fini delle presenti norme si fa riferimento ai termini e definizioni generali di cui al

decreto ministeriale 30 novembre 1983 (Gazzetta Ufficiale n. 339 del 12 dicembre

1983).

1.1) CAMPO DI APPLICAZIONE

Per gli edifici esistenti si applicano le seguenti disposizioni numerate come nel

Decreto del 26.08.1992:

1.2) CLASSIFICAZIONE

La scuola, in relazione alle presenze effettive contemporanee in essa prevedibili di

alunni e di personale docente e non docente, è del tipo:

tipo 1: scuole con numero di presenze contemporanee da 101 a 300 persone;

Anno di costruzione: 1968

2.1) UBICAZIONE

La scuola è ubicata in un edificio indipendente costruito per tale specifica

destinazione.

2.2) ACCESSO ALL’AREA

L’accesso all’area da via dei Glicini è idonea a consentire l’intervento dei mezzi di

soccorso dei VV.F.

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2.3) ACCOSTAMENTO AUTOSCALE

Pur trattandosi di locali che in nessun caso raggiungono i 12 metri di altezza è

comunque assicurata la possibilità di accostamento all’edificio delle autoscale dei

VV.F.

2.4) SEPARAZIONI

L’edificio scolastico sorge in una zona la cui destinazione non comporta rischi

d’incendio, scoppio o pericoli di altra natura.

L’edificio è isolato sui 4 lati e circondato da giardino. La scuola è separata da locali

a diversa destinazione, non pertinenti l’attività, mediante strutture di caratteristiche

REI 120 senza comunicazioni.

L’alloggio del custode, ha proprio acceso indipendente e non comunica con i locali

scolastici.

3) COMPORTAMENTO AL FUOCO 3.1) REAZIONE AL FUOCO DEI MATERIALI

Per la classificazione di reazione al fuoco dei materiali, si fa riferimento al Decreto

M.I. del 26.06.1984.

a) Negli atrii, nei corridoi, nei disimpegni, nelle scale, nelle rampe e nei passaggi in

genere, l’impiego di eventuale materiale di classe 1 non supererà il 50% della

loro superficie totale.

Nelle restanti zone saranno impiegati materiali di classe 0.

b) In tutti gli altri ambienti le pavimentazioni saranno di classe 0,1 e gli altri

materiali di rivestimento di classe 0 e 1.

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I rivestimenti lignei che saranno mantenuti in opera, tranne che nelle vie di

esodo e nei laboratori, verranno opportunamente trattati con prodotti vernicianti

omologati di classe 1 di reazione al fuoco, secondo le modalità e le indicazioni

contenute nel decreto ministeriale 6 marzo 1992 (Gazzetta Ufficiale n. 66 del 19

marzo 1992).

c) I materiali di rivestimento combustibili, ammessi nelle varie classi di reazione al

fuoco, saranno posti in opera in aderenza agli elementi costruttivi, di classe 0

escludendo spazi vuoti o intercapedini.

d) Gli eventuali tendaggi saranno al massimo di classe 1 ed il titolare dell’attività

dovrà fornire al Comando dei VV.F. la relativa certificazione all’atto della

richiesta del collaudo.

5) MISURE PER L’EVACUAZIONE IN CASO DI EMERGENZA

La scuola sarà prevista di un sistema organizzato di vie di uscita per il deflusso

rapido ed ordinato delle persone verso l’esterno.

5.0) AFFOLLAMENTO Anche se si tratta di una scuola dell’infanzia, si terrà conto del massimo

affollamento ipotizzabile è fissato in:

- aule – 26 persone/aula

- aree destinate a servizi: persone effettivamente presenti: massimo il 20% del

totale.

- Refettori e palestra: è stata fissata una densità di affollamento max 0,4

persone/m2.

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5.1) CAPACITÀ DI DEFLUSSO

Il numero massimo di persone che, per piano, possono uscire per ogni modulo da

0,60 metri è determinato in 60 unità.

- massimo affollamento 80 bambini + 16 adulti = 96 persone;

- moduli per il deflusso n°10;

- capacità di deflusso 60x10=600 persone;

ben maggiore del numero dei presenti.

5.2) SISTEMI DI VIA DI USCITA

L’edificio scolastico è dotato di un sistema organizzato di vie di uscita (dimensionato

in base al massimo affollamento ipotizzabile in funzione della capacità di deflusso)

ed è dotata di n.5 uscite verso luogo sicuro.

5.3) LARGHEZZA DELLE VIE DI USCITA La larghezza delle vie di uscita non sarà inferiore a 1,20 m.

Le porte dei piani frequentati dagli studenti hanno singolarmente una larghezza non

inferiore a 1,20 m.

5.4) LUNGHEZZA DELLE VIE DI USCITA La lunghezza delle vie di uscita non è mai superiore a 30 m.

5.5) LARGHEZZA TOTALE DELLE USCITE DI OGNI PIANO

Il rapporto fra il massimo affollamento ipotizzabile e la capacità di deflusso è

sempre rispettato, considerando la larghezza totale delle uscite.

5.6) NUMERO DELLE USCITE

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Sono presenti n.5 uscite come meglio specificate sulla tavola di disegno.

Le porte sono realizzate in modo da non ridurre la larghezza utile dei corridoi.

6.1) SPAZI PER ESERCITAZIONI

Negli spazi per le esercitazioni non si utilizzano materiali o gas pericolosi.

6.2) SPAZI PER DEPOSITI Gli spazi tecnici e i depositi sono ubicati al piano seminterrato.

Le strutture saranno realizzate in modo da garantire una resistenza al fuoco di

almeno REI 60’.

L’accesso agli archivi e depositi avverrà tramite porta non inferiore a REI 60, dotata

di congegno di autochiusura.

Le superfici sono inferiori a 500 mq.

I carichi d’incendio non superano in nessun caso i 30 kg/mq.

Il calcolo del carico di incendio, viene effettuato con il metodo previsto dalla

Circolare del Ministero dell'Interno n° 91 del 14/9/1961; viene determinato il carico

di incendio dei vari compartimenti, considerando i quantitativi di materiale

combustibile presente all'interno degli stessi, risultanti da una analisi dei carichi

termici.

Successivamente viene determinata la classe da attribuire ai singoli compartimenti,

sulla base del valore precedentemente calcolato, moltiplicato per il valore del

coefficiente riduttivo K valutato sulla base degli indici di riduzione riportati nelle

tabelle della predetta Circolare 91/61.

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La normativa vigente impone, per il calcolo del carico di incendio l'adozione della

seguente formula:

dove:

q = Carico di incendio espresso in Kg Legna / mq

gi = Peso in Kg del generico fra gli n prodotti presenti all’interno dei locali

Hi = Potere calorifico (Kcal/Kg) del generico fra gli n prodotti di peso gi

A = Superficie del compartimento in mq

La CLASSE dell’edificio è data dal prodotto fra il carico d’incendio e il coefficiente

riduttivo K per tenere conto delle condizioni reali dell’incendio.

Il calcolo del carico di incendio è effettuato considerando i valori riportati dalla

letteratura specialistica di settore, pertanto sono stati riportati i valori dal volume "La

prevenzione incendi nella piccola e media industria" dell'Ing. Giacomo Elifani e dal

volume "Manuale di prevenzione incendi" di Leonardo Corbo .

Per l'attività in considerazione, cioè " ASILO D’INFANZIA CON PERNOTTAMENTO

"la letteratura riporta il seguente valore:

CARICO INCENDIO = 420 MJ / mq

Applicando la (1) si ricava il presente carico di incendio:

CARICO DI INCENDIO = 22.8 Kg-Legna/mq

Il plesso è dotato altresì di una rete antincendio per Bocche Idranti UNI 45 e di

rivelazione fumi.

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I locali sono dotati di aerazione non inferiore ad 1/40 della superficie in pianta.

L’edificio è dotato di n.6 estintori di tipo approvato non inferiore a 21 A ogni 200 m2.

6.3) SERVIZI TECNOLOGICI

L’edificio è previsto di una centrale termica a gasolio dimessa in quanto i locali

vengono scaldati con il teleriscaldamento.

La scuola è dotata di una cucina a gas metano fornita di rubinetti valvolati che

entrano in funzione in assenza di fiamma.

I locali cucina, inoltre, sono dotati di impianti di rivelazione fughe gas con

elettrovalvola di intercettazione automatica.

La cucina ha una potenzialità totale di 45.600 Kcal/h. Essa è dotata di aperture di

ventilazione oltre 0,5m2, l’impianto di adduzione gas rispetta tutte le norme

contenute nella Circ. 68 del M.I. 1969.

6.5) AUTORIMESSA La scuola non è dotata di autorimessa.

7) IMPIANTI ELETTRICI 7.0) GENERALITÀ

Gli impianti elettrici del complesso scolastico sono realizzati in conformità ai disposti

di cui alla legge 01.03.1968 n.186.

La scuola è munita di interruttore generale, posto in posizione segnalata che

permette di togliere tensione all’impianto elettrico dell’attività; tale interruttore è

munito di comando di sgancio a distanza, posto nelle vicinanze dell’ingresso.

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7.1) IMPIANTO ELETTRICO DI SICUREZZA

La scuola è stata dotata di impianto di illuminazione di sicurezza mediante gruppi

autonomi di illuminazione con durata non inferiore a 30’.

8) SISTEMI D’ALLARME 8.0) GENERALITÀ

La scuola sarà munita di un sistema di allarme in grado di avvertire gli alunni ed il

personale presente in caso di pericolo.

8.1) TIPO D’IMPIANTO

L’impianto sarà del tipo a campanelli con suono convenuto.

9) MEZZI ED IMPIANTI FISSI DI PROTEZIONE ED ESTINZIONE DEGLI INCENDI 9.0) GENERALITÀ La scuola sarà dotata di idonei mezzi antincendio.

9.1) RETE IDRANTI

La scuola sarà dotata di una rete di idranti composta da un idrante soprassuolo, un

attacco autopompa VV.F. e n.2 idranti installati in apposita cassetta a parete.

10) SEGNALETICA DI SICUREZZA

Si applicheranno le vigenti disposizioni sulla segnaletica di sicurezza,

espressamente finalizzata alla sicurezza antincendio, del D.P.R. 08.06.1982 n.524.

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12) NORME DI ESERCIZIO

A cura del titolare dell’attività sarà predisposto un registro dei controlli periodici ove

sono annotati tutti gli interventi ed i controlli relativi all’efficienza degli impianti

elettrici, dell’illuminazione di sicurezza, dei presidi antincendio, dei dispositivi di

sicurezza e di controllo, delle aree a rischio specifico e dell’osservanza della

limitazione dei carichi d’incendio nei vari ambienti dell’attività.

Tale registro sarà mantenuto costantemente aggiornato e disponibile per i controlli

da parte dell’autorità competente.

12.0) Sarà predisposto un piano di emergenza e saranno fatte prove di evacuazione,

almeno due volte nel corso dell’anno.

12.1) Le vie di uscita saranno tenute costantemente sgombre da qualsiasi materiale.

12.2) Sarà fatto divieto di compromettere la agevole apertura e funzionalità dei serramenti

delle uscite di sicurezza, durante i periodi di attività della scuola, verificandone

l’efficienza prima dell’inizio delle lezioni.

12.3) Le attrezzature e gli impianti di sicurezza saranno controllati periodicamente in

modo da assicurarne la costante efficienza.

12.4) Nei locali ove verranno depositate o utilizzate sostanze infiammabili o facilmente

combustibili sarà vietato fumare o fare uso di fiamme libere.

12.5) Sarà vietato fare travasi di liquidi infiammabili.

12.6) Nei locali della scuola non vi sono depositi di gas.

12.7) Non vi sono apparecchiature o utensili con combustibili liquidi o gassosi.

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12.8) Negli archivi e depositi, i materiali saranno depositati in modo da consentire una

facile ispezionabilità, lasciando corridoi e passaggi di larghezza non inferiore a

0,90m.

12.9) Le scaffalature saranno poste ad una distanza non inferiore a m. 0,60

dall’intradosso del solaio di copertura.

12.10) Il titolare dell’attività provvederà affinché nel corso della gestione non vengano

alterate le condizioni di sicurezza della scuola.

ANTINFORTUNISTICA

1. Tutti i vetri sulle porte, delle vie di fuga, saranno del tipo antisfondamento.

2. I parapetti delle finestre saranno alti non meno di 100 cm e sufficientemente

robusti.

3. Le scale avranno corrimano su almeno una parete e saranno alti non meno di

100 cm.

Torino, gennaio 2005

IL TECNICO

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Ing. Giuseppe BRIAMONTE STUDIO TECNICO Via Romolo Gessi n°12 - 10136 TORINO Tel. 011/3182139 Tel./Fax. 011/3043204

1/17

RELAZIONE TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI PER L'OTTENIMENTO DEL PARERE DI

CONFORMITA' DI CUI ALL'ART. 2 DEL D.P.R. 12 GENNAIO 1998 N° 37

UBICAZIONE: VIA DELLE PRIMULE, 36 – VIALE DEI MUGHETTI, 29/1 PROPRIETA': COMUNE DI TORINO EDIFICIO: SCUOLA ELEMENTARE “GIANELLI”

Il Tecnico

________________________

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2/17

RELAZIONE TECNICA Attività: Scuola Individuata al punto < 85 > del DM 16/2/1982 Riferimento Esame Progetto precedente n.8852 del 07/11/1995

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3/17

RIFERIMENTO NORMATIVO - DECRETO DEL M.I. DEL 26 AGOSTO 1992. Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica. - D.P.R. N° 37 DEL 12 GENNAIO 1998. Regolamento recante disciplina dei provvedimenti relativi alla prevenzione incendi, a norma dell'articolo 20, comma 8, delle legge 15 marzo 1997, n° 59. - DECRETO 4 MAGGIO 1998. Disposizioni relative alle modalità di presentazione ed al contenuto delle domande per l'avvio dei procedimenti di prevenzione incendi, nonché all'uniformità dei connessi servizi resi dai comandi provinciali dei vigili del fuoco. - CIRCOLARE N. 9 del 5/5/1998. D.P.R. 12 GENNAIO 1998, n° 37 - Regolamento per la disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi - Chiarimenti applicativi. - D.P.R. N° 547 DEL 27 APRILE 1955. Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro. - CIRCOLARE DEL M.I. N° 91 DEL 14/9/1961. Norme di sicurezza per la protezione contro il fuoco dei fabbricati a struttura di acciaio destinati ad uso civile. - Decreto del Ministero dell’Interno del 6 Marzo 1986. “Calcolo del carico di incendio per locali aventi strutture portanti in legno”. - Decreto del Ministero dell’Interno del 8 Marzo 1985. “Direttive sulle misure più urgenti ed essenziali di prevenzione incendio al fine del rilascio del Nulla Osta Provvisorio di cui alla Legge n° 818 del 7/12/1984”. - Lettera Circolare del Ministero Interno del 26 Novembre 1990 Prot. n° 20689/4122. “ Resistenza al fuoco di strutture portanti in legno” - D.LVO 493 DEL 14/8/1996. Attuazione della direttiva 92/58/CEE concernente le prescrizioni minime per la segnaletica di sicurezza e/o di scelte sul luogo di lavoro. - D.M. 30/11/1983. Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi. - LEGGE N° 46 DEL 5/3/1990. Norme per la sicurezza degli impianti. - D.P.R. N° 447 del 6/12/1991. Regolamento di attuazione della legge n° 46 del 5/3/1990 in materia di sicurezza degli impianti. - CIRCOLARE DEL M.I. N° 24 DEL 26 GENNAIO 1993. Impianti di protezione attiva antincendi.

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1) GENERALITÀ 1.0) Le presenti norme hanno per oggetto i criteri di sicurezza antincendio da applicare

negli uffici e nei locali adibiti a scuole, di qualsiasi tipo, ordine e grado, allo scopo di

tutelare l’incolumità delle persone e salvaguardare i beni contro i rischi di incendio.

Ai fini delle presenti norme si fa riferimento ai termini e definizioni generali di cui al

decreto ministeriale 30 novembre 1983 (Gazzetta Ufficiale n. 339 del 12 dicembre

1983).

1.1) CAMPO DI APPLICAZIONE

Per gli edifici esistenti si applicano le seguenti disposizioni numerate come nel

Decreto del 26.08.1992:

1.2) CLASSIFICAZIONE

La scuola, in relazione alle presenze effettive contemporanee in essa prevedibili di

alunni e di personale docente e non docente, è del tipo:

tipo 2: scuole con numero di presenze contemporanee da 301 a 500 persone;

Anno di costruzione: 1961

2.1) UBICAZIONE

La scuola è ubicata in un edificio indipendente costruito per tale specifica

destinazione.

2.2) ACCESSO ALL’AREA

L’accesso all’area da via delle Primule n°36 è idonea a consentire l’intervento dei

mezzi di soccorso dei VV.F.

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2.3) ACCOSTAMENTO AUTOSCALE

Pur trattandosi di locali che in nessun caso raggiungono i 12 metri di altezza è

comunque assicurata la possibilità di accostamento all’edificio delle autoscale dei

VV.F.

2.4) SEPARAZIONI

L’edificio scolastico sorge in una zona la cui destinazione non comporta rischi

d’incendio, scoppio o pericoli di altra natura.

L’edificio scolastico è separato da locali a diversa destinazione, non pertinenti

l’attività scolastica, mediante strutture di caratteristiche REI 120 senza

comunicazioni.

L’alloggio del custode, avrà proprio accesso indipendente, e comunicherà con i

locali scolastici mediante porta di caratteristiche non inferiori a REI 120.

Il muro di separazione con l’edificio adiacente avrà caratteristiche non inferiori a REI

120.

3) COMPORTAMENTO AL FUOCO 3.1) REAZIONE AL FUOCO DEI MATERIALI

Per la classificazione di reazione al fuoco dei materiali, si fa riferimento al Decreto

M.I. del 26.06.1984.

a) Negli atrii, nei corridoi, nei disimpegni, nelle scale, nelle rampe e nei passaggi in

genere, l’impiego di eventuale materiale di classe 1 non supererà il 50% della

loro superficie totale.

Nelle restanti zone saranno impiegati materiali di classe 0.

b) In tutti gli altri ambienti le pavimentazioni saranno di classe 0,1 e gli altri

materiali di rivestimento di classe 0 e 1.

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I rivestimenti lignei che saranno mantenuti in opera, tranne che nelle vie di

esodo e nei laboratori, verranno opportunamente trattati con prodotti vernicianti

omologati di classe 1 di reazione al fuoco, secondo le modalità e le indicazioni

contenute nel decreto ministeriale 6 marzo 1992 (Gazzetta Ufficiale n. 66 del 19

marzo 1992).

c) I materiali di rivestimento combustibili, ammessi nelle varie classi di reazione al

fuoco, saranno posti in opera in aderenza agli elementi costruttivi, di classe 0

escludendo spazi vuoti o intercapedini.

d) Gli eventuali tendaggi saranno al massimo di classe 1 ed il titolare dell’attività

dovrà fornire al Comando dei VV.F. la relativa certificazione all’atto della

richiesta del collaudo.

5) MISURE PER L’EVACUAZIONE IN CASO DI EMERGENZA

La scuola sarà prevista di un sistema organizzato di vie di uscita per il deflusso

rapido ed ordinato delle persone verso l’esterno.

5.0) AFFOLLAMENTO Il massimo affollamento ipotizzabile è fissato in:

- aule – 26 persone/aula

- aree destinate a servizi: persone effettivamente presenti: massimo il 20% del

totale.

- Refettori e palestra: è stata fissata una densità di affollamento max 0,4

persone/m2.

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5.1) CAPACITÀ DI DEFLUSSO

Il numero massimo di persone che, per piano, possono uscire per ogni modulo da

0,60 metri è determinato in 60 unità.

- piani n°2;

- aule per piano n°10;

- alunni per classe n°19 (ne considereremo 26);

- massimo affollamento per piano 10x26=260 persone;

- moduli per piano n°11;

- capacità di deflusso 60x11=660 persone;

ben maggiore del numero dei presenti.

5.2) SISTEMI DI VIA DI USCITA L’edificio scolastico è dotato di un sistema organizzato di vie di uscita.

Esistono due blocchi scala interni per le due maniche di cui si compone il plesso.

Esso sarà dotato di numero due scale di sicurezza esterne come meglio specificato

nella TAV di disegno.

L’edificio scolastico è disposto su due piani fuori terra più un piano seminterrato.

5.3) LARGHEZZA DELLE VIE DI USCITA La larghezza delle vie di uscita non sarà inferiore a 1,20 m.

5.4) LUNGHEZZA DELLE VIE DI USCITA La lunghezza delle vie di uscita non è mai superiore a 60 m.

5.5) LARGHEZZA TOTALE DELLE USCITE DI OGNI PIANO

Il rapporto fra il massimo affollamento ipotizzabile e la capacità di deflusso è

sempre rispettato, considerando la larghezza totale delle uscite di ogni piano. E

comunque la larghezza è verificata fra il massimo affollamento ipotizzabile e la

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capacità di deflusso riferita ai singoli piani. Essendo un edificio preesistente

all’emanazione del DM 18/12/1975, la larghezza totale delle vie di uscita che

immettono all’aperto può esser calcolata in riferimento al solo piano di massimo

affollamento.

5.6) NUMERO DELLE USCITE

Il numero delle uscite dai singoli piani non è mai inferiore a 2 e le stesse sono

ragionevolmente contrapposte.

La palestra è dotata, oltre che della normale porta di accesso, di 4 uscite non

inferiori a 1,20 m apribili verso l’esterno nel senso del deflusso, con sistema a

semplice spinta, verso luogo sicuro.

6.1) SPAZI PER ESERCITAZIONI

Negli spazi per le esercitazioni non si utilizzano materiali o gas pericolosi.

6.2) SPAZI PER DEPOSITI Gli archivi e i depositi sono ubicati al piano seminterrato.

Le strutture saranno realizzate in modo da garantire una resistenza al fuoco di

almeno REI 60’.

Le superfici sono inferiori a 500 mq.

I carichi d’incendio non superano in nessun caso i 30 kg/mq. Il plesso però è stato

dotato di impianto di rivelazione incendi.

Il calcolo del carico di incendio, viene effettuato con il metodo previsto dalla

Circolare del Ministero dell'Interno n° 91 del 14/9/1961; viene determinato il carico

di incendio dei vari compartimenti, considerando i quantitativi di materiale

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9/17

combustibile presente all'interno degli stessi, risultanti da una analisi dei carichi

termici.

Successivamente viene determinata la classe da attribuire ai singoli compartimenti,

sulla base del valore precedentemente calcolato, moltiplicato per il valore del

coefficiente riduttivo K valutato sulla base degli indici di riduzione riportati nelle

tabelle della predetta Circolare 91/61.

La normativa vigente impone, per il calcolo del carico di incendio l'adozione della

seguente formula:

dove:

q = Carico di incendio espresso in Kg Legna / mq

gi = Peso in Kg del generico fra gli n prodotti presenti all’interno dei locali

Hi = Potere calorifico (Kcal/Kg) del generico fra gli n prodotti di peso gi

A = Superficie del compartimento in mq

La CLASSE dell’edificio è data dal prodotto fra il carico d’incendio e il coefficiente

riduttivo K per tenere conto delle condizioni reali dell’incendio.

Il calcolo del carico di incendio è effettuato considerando i valori riportati dalla

letteratura specialistica di settore, pertanto sono stati riportati i valori dal volume "La

prevenzione incendi nella piccola e media industria" dell'Ing. Giacomo Elifani e dal

volume "Manuale di prevenzione incendi" di Leonardo Corbo .

Per l'attività in considerazione, cioè " SCUOLE "la letteratura riporta il seguente

valore:

CARICO INCENDIO = 260 MJ / mq

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Applicando la (1) si ricava il presente carico di incendio:

CARICO DI INCENDIO = 14.11 Kg-Legna/mq

La scuola sarà prevista di estintori di tipo approvato non inferiore a 21 A ogni 150

m2.

6.3) SERVIZI TECNOLOGICI

L’edificio è previsto di una centrale termica a gasolio dimessa in quanto i locali

vengono scaldati con il teleriscaldamento.

Nella ex cucina viene effettuato il solo lavaggio stoviglie, la produzione di acqua

calda avviene con boiler elettrici.

6.4) SPAZI PER L’INFORMAZIONE

La scuola in oggetto non è dotata di questi spazi e comunque tutte le eventuali

attività parascolastiche troveranno spazio nei piani fuori terra e non avranno mai

presenze superiore a 100 persone.

6.5) AUTORIMESSA La scuola non è dotata di autorimessa.

6.6) SPAZI PER SERVIZI LOGISTICI

La scuola è dotata di un locale adibito a consumazione di pasti preconfezionati che

si affaccia su zona a cielo libero ed è servito da n° 4 uscite di sicurezza con

apertura a spinta.

7) IMPIANTI ELETTRICI

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7.0) GENERALITÀ

Gli impianti elettrici del complesso scolastico sono stati messi a norma dalla AEM.

La scuola è munita di interruttore generale, posto in posizione segnalata che

permette di togliere tensione all’impianto elettrico dell’attività; tale interruttore è

munito di comando di sgancio a distanza, posto nelle vicinanze dell’ingresso.

7.1) IMPIANTO ELETTRICO DI SICUREZZA

La scuola è stata dotata di impianto di illuminazione di sicurezza mediante gruppi

autonomi di illuminazione.

Il plesso è anche dotato di impianto di diffusione sonora.

8) SISTEMI D’ALLARME 8.0) GENERALITÀ

La scuola sarà munita di un sistema di allarme in grado di avvertire gli alunni ed il

personale presente in caso di pericolo.

8.1) TIPO D’IMPIANTO

L’impianto sarà del tipo a campanelli con suono convenuto.

9) MEZZI ED IMPIANTI FISSI DI PROTEZIONE ED ESTINZIONE DEGLI INCENDI 9.0) GENERALITÀ La scuola sarà dotata di idonei mezzi antincendio.

9.1) RETE IDRANTI

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12/17

La scuola sarà dotata di una rete di idranti, dimensionata per garantire una portata

minima di 360l/min per ogni colonna montante, con il funzionamento

contemporaneo di almeno 2 colonne.

L’alimentazione idrica sarà in grado di assicurare l’erogazione ai 3 idranti

idraulicamente più sfavoriti di 120l/min cadauno, con una pressione residua al

bocchello di 1,5 bar per almeno 60 minuti.

Vedasi relazione allegata.

10) SEGNALETICA DI SICUREZZA

Si applicheranno le vigenti disposizioni sulla segnaletica di sicurezza,

espressamente finalizzata alla sicurezza antincendio, del D.P.R. 08.06.1982 n.524.

12) NORME DI ESERCIZIO

A cura del titolare dell’attività sarà predisposto un registro dei controlli periodici ove

sono annotati tutti gli interventi ed i controlli relativi all’efficienza degli impianti

elettrici, dell’illuminazione di sicurezza, dei presidi antincendio, dei dispositivi di

sicurezza e di controllo, delle aree a rischio specifico e dell’osservanza della

limitazione dei carichi d’incendio nei vari ambienti dell’attività

Tale registro sarà mantenuto costantemente aggiornato e disponibile per i controlli

da parte dell’autorità competente.

12.0) Sarà predisposto un piano di emergenza e saranno fatte prove di evacuazione,

almeno due volte nel corso dell’anno.

12.1) Le vie di uscita saranno tenute costantemente sgombre da qualsiasi materiale.

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13/17

12.2) Sarà fatto divieto di compromettere la agevole apertura e funzionalità dei serramenti

delle uscite di sicurezza, durante i periodi di attività della scuola, verificandone

l’efficienza prima dell’inizio delle lezioni.

12.3) Le attrezzature e gli impianti di sicurezza saranno controllati periodicamente in

modo da assicurarne la costante efficienza.

12.4) Nei locali ove verranno depositate o utilizzate sostanze infiammabili o facilmente

combustibili sarà vietato fumare o fare uso di fiamme libere.

12.5) Sarà vietato fare travasi di liquidi infiammabili.

12.6) Nei locali della scuola non vi sono depositi di gas.

12.7) Non vi sono apparecchiature o utensili con combustibili liquidi o gassosi.

12.8) Negli archivi e depositi, i materiali saranno depositati in modo da consentire una

facile ispezionabilità, lasciando corridoi e passaggi di larghezza non inferiore a 0,90

m.

12.9) Le scaffalature saranno poste ad una distanza non inferiore a m. 0,60

dall’intradosso del solaio di copertura.

12.10) Il titolare dell’attività provvederà affinché nel corso della gestione non vengano

alterate le condizioni di sicurezza della scuola.

ANTINFORTUNISTICA

1. Tutti i vetri sulle porte, delle vie di fuga, saranno del tipo antisfondamento.

2. I parapetti delle finestre saranno alti non meno di 100 cm e sufficientemente

robusti.

3. Le scale avranno corrimano su almeno una parete e saranno alti non meno di

100 cm.

Torino, lì ___________

IL TECNICO

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Esame progetto edificio scolastico sito in Torino, via delle Primule n°36 – via Mughetti n°29/1

Scuola elementare “Gianelli”.

CALCOLO RETE ANTINCENDIO

DATI DI INGRESSO

- Pressione stabile di rete 3 bar (0,3 Mpa)

- Attacchi alla rete acquedotto: DN 80 (n. 14 idranti UNI 45 + n. 1 idrante

soprassuolo più attacco per la motopompa dei VV.F.)

NORME DI RIFERIMENTO

UNI 6363 – 8863 Per le tubazioni in acciaio zincato o nero filettabili e non

UNI 5563 Per i raccordi ed i pezzi speciali in ghisa

UNI 6884 Per le valvole di intercettazione

UNI 810 Per attacchi a vite

UNI 7421 Per raccordi di tubazioni flessibili

UNI 9487 Per le tubazioni flessibili

FORMULE DI CALCOLO

Per la valutazione delle perdite di carico ripartite si utilizza la formula di Hazen

Williams presa dalle UNI 9489:

87,485,1

985,1 1005,6dC

Qp×

××=

dove:

p= perdita di carico nella tubazione in Pa/m

Q= portata in l/min

C= 120 per tubi in acciaio

C= 80 per tubi flessibili

d= diametro interno medio in mm

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Le perdite di carico concentrate vengono ricondotte a quelle distribuite con la

seguente tabella, prevista dalla UNI 9189.

La velocità dell’acqua nelle tubazioni viene calcolata dalla formula:

SQV =

dove:

Q = portata in m3/s

S = sezione tubo in m2

V = velocità in m/s

La portata all’idrante viene determinata mediante l’espressione teorica di

TORRICELLI:

32

1024

14,3 −⋅⋅= hgdQ

dove:

d = diametro in mm bocchello lancia (pari a 12 mm per UNI 45)

g = 9,81 m/s2

h = carico in metri di colonna d’acqua

Q = portata dell’idrante in l/s

DN

25 32 40 50 65 80 100 125 150 200 250 300Tipo accessorio

lunghezza di tubazione equivalente

m

Curva a 45°

Curva a 90°

Curva a 90° a largo

raggio

Ti o raccordo a croce

Saracinesca

Valvola di non ritorno

0,3

0,6

0,6

1,5

-

1,5

0,3

0,9

0,6

1,8

-

2,1

0,6

1,2

0,6

2,4

-

2,7

0,6

1,5

0,9

3,0

0,3

3,3

0,9

1,8

1,2

3,6

0,3

4,2

0,9

2,1

1,5

4,5

0,3

4,8

1,2

3,0

1,8

6,0

0,6

6,6

1,5

3,6

2,4

7,5

0,6

8,3

2,1

4,2

2,7

9,0

0,9

10,4

2,7

5,4

3,9

10,5

1,2

13,5

3,3

6,6

4,8

15,0

1,5

16,5

3,9

8,1

5,4

18,0

1,8

19,5

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PRESTAZIONI IDRAULICHE DI PROGETTO

L’impianto è dimensionato per garantire una portata minima di 360 l/minuto per ogni

colonna montante e col funzionamento contemporaneo di due colonne.

L’alimentazione idrica, grazie ad un gruppo di spinta costituito da una elettropompa

principale ed una pompa pilota, sarà in grado di assicurare l’erogazione ai tre idranti

idraulicamente sfavoriti, 120 l/minuto cad. con una pressione residua al bocchello di

2 bar per 60 minuti.

La rete serve complessivamente n°14 idranti, 1 idrante soprassuolo non

contestuale, ed è collegata ad un attacco per autopompa.

Il gruppo di spinta è alimentato da una vasca ad uso esclusivo a reintegro perenne

dalla rete urbana della SMAT.

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Ing. Giuseppe BRIAMONTE STUDIO TECNICO

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CALCOLAZIONE

Il dimensionamento viene fatto per tentativi con imposizione di diametri e calcolo

delle perdite di carico con ottimizzazione delle scelte tra carico disponibile

all’acquedotto e perdite ammissibili nelle tubazioni.

Il dettaglio di tutti i calcoli è riportato nell’apposita tabella di calcolo allegata alla

presente relazione.

TRATTO [m] PORTATA

[l/1’]

DIAMETRO INTERNO

[mm]

LUNGHEZZA EQUIVALENTE

[m]

PERDITA DI CARICO

[mm/m]

PERDITA TOTALE

[mm]

A B 720 68,7 34,60 198,16 6856,34

B C 720 68,7 29,12 198,16 5770,42

C D 360 68,7 49 54,96 2693,04

CLONNA 240/120 53 572,34

MANICHETTA 120 42 20 75,25 1505,00

D E 360 68,7 29,90 54,96 1643,30

COLONNA 240/120 53 572,34

PERDITE LINEARI TOTALI 19612,78

Considerando una differenza idrostatica di 6 metri, si ha:

Perdita di carico 1,97 bar

Carico idrostatico da conferire 0,6 bar

Pressione residua al bocchello 2 bar

4,57 bar

Soddisfatta da un gruppo di aumento di pressione e antincendio idranti del tipo

WILO GPOA 1-40-150 T11

CON PORTATA 10 12 14 16 20 25 30 35 40 50

E PRESSIONE 67 67 67 66 65 64 62 60 58 53

Torino, gennaio 2005

IL TECNICO