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Studio randomizzato comparativo sulla tiroidite di Hashimoto: citochine umane e anticorpi monoclonali anti-HLA a diluizioni omeopatiche (Maiva) verso L-Tiroxina Dipartimento di Scienze Cliniche; Servizio di Immunodiagnostica, Clinica Medica III; Dipartimento di Medicina Sperimentale; Università degli Studi La Sapienza, Roma. A.Signore, M.Chianelli, M.G. Parisella, M. Filesi, G. Ronca, A.M. Paggi, A. Afeltra, F. Del Porto, M. Garcia, A.R. Vespri

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Studio randomizzato comparativo sulla tiroidite di Hashimoto: citochine umane e anticorpi monoclonali anti-HLA a diluizioni omeopatiche (Maiva) verso L-Tiroxina

Dipartimento di Scienze Cliniche; Servizio di Immunodiagnostica, Clinica Medica III; Dipartimento di Medicina Sperimentale; Università degli Studi La Sapienza, Roma.

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Dipartimento di Scienze Cliniche; Servizio di Immunodiagnostica, Clinica Medica III; Dipartimento di Medicina Sperimentale; Università degli Studi La Sapienza, Roma.

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Introduzione

La tiroidite di Hashimoto rappresenta una delle patologie autoimmuni della tiroide che viene caratterizzata sotto il profilo istologico da un’infiltrazione linfocitaria della ghiandola che può condurre alla progressiva distruzione dei tireociti con conseguente sviluppo, dal punto di vista clinico, dell’ipofunzione ghiandolare.

Tale patologia e’ inoltre caratterizzata dalla presenza di gozzo e dallo sviluppo di autoanticorpi circolanti anti-tiroide (anti-perossidasi ed anti-tireoglobulina, rispettivamente AbhTPO, Abh Tg)1.

Una volta diagnosticato lo stato di ipotiroidismo, la terapia finora disponibile e’ attualmente rappresentata dalla somministrazione di L- tiroxina esogena, che consente di rimpiazzare la carenza di produzione endogena di ormone.

In alcuni pazienti tuttavia la tiroidite di Hashimoto viene diagnosticata in fase preclinica, quando ancora non e’ avvenuta la completa distruzione della ghiandola ed e’ quindi possibile salvaguardare la quota funzionalmente valida di tireociti dal processo autoimmune messo in atto dal sistema immunitario.

Lo stato attuale delle nostre conoscenze ci ha portato ad escludere l’uso di farmaci quali gli steroidi ed altri agenti immunosoppressori in tale fase, poiché si sono dimostrati inefficaci nel contrastare la progressione del processo autoimmune1. Ancora dibattuto e’ l’uso di L-tiroxina durante la fase preclinica, il cui razionale si basa sulla possibilità di diminuire la secrezione e/o la produzione di autoantigeni (ad esempio la tireoglobulina) associata alla produzione ormonale, nel tentativo di attenuare la risposta immunitaria anti-tiroidea e di prevenire l’evoluzione della malattia verso l’ipotiroidismo clinico.

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Maiva nella Tiroidite di Hashimoto

Scopo del progetto

Lo scopo del progetto e’ stato quello di confrontare l’effetto della terapia allopatica con L-tiroxina con quello di una terapia non nuova ma ancora innovativa basata sull’uso sia di acidi nucleici e di citochine che di anticorpi monoclonali a dosaggi infimtesimali (DNA, RNA, IL2, Anti-HLA-B, Prostaglandine E2, PAA da 5CH e 12CH) (MAIVA) in pazienti affetti da tiroidite di Hashimoto. Quest’ultimo approccio terapeutico fonda il suo razionale sulla possibilità di esercitare un’azione di tipo immunomodulatorio sul sistema immunitario.

I criteri di inclusione sono stati pertanto i seguenti:

Indagini strumentali

La diagnosi di tiroidite cronica di Hashimoto e’ stata inoltre effettuata mediante l’esecuzione di indagini strumentali quali:

scintigrafia con iodio 131 con distribuzione intraparenchimale del tracciante disomogenea e captazione normale o ridotta

ecografia tiroidea con pattern disomogeneo ed irregolare

Ai dati strumentali è stato attribuito uno score semiquantitativo per potervi effettuare l’analisi statistica.

Suddivisione dei gruppi

Alla nostra osservazione sono giunti 50 pazienti tutti con diagnosi di tiroidite di Hashimoto. Di questi soltanto 20 soddisfacevano pero’ i criteri immunologici d’inclusione, per cui sono stati reclutati e suddivisi in modo randomizzato in due gruppi:

gruppo 1: pazienti trattati con MAIVA alla dose di 1 capsula pro die per due mesi alternati con un mese di sospensione (2 mesi trattamento - 1 mese sospensione - 2 mesi trattamento - 1 mese sospensione) (n=11)

gruppo 2: pazienti trattati con L-tiroxina alla dose di 2 μg/ pro die per sei mesi (n=9)

Gli anticorpi e gli ormoni sono stati dosati al tempo 0, 3, 6 e 12 mesi; le indagini strumentali (ecografia, scintigrafia con iodio, scintigrafia con 99 mTc-IL2) sono state effettuate all’inizio dello studio e la scintigrafia con 99 mTc-IL2 ripetute al termine dello studio. Il quadro relativo alle sottopopolazioni linfocitarie e’ stato definito, oltre che al momento del reclutamento, anche dopo 6 mesi dall’inizio del trattamento.

malattia di recente insorgenza

assenza di ipotiroidismo clinico (TSH<10 ulU/ml)

presenza di infiltrazione linfocitaria a carico della tiroide, valutata mediante l’esecuzione di scintigrafia con tracciante immunologico specifico (99m Tc-IL2)2,3.

rapporto fra le sottopopolazioni linfocitarie circolanti CD4/CD8 < 2, oppure, se questo > 2.0 rapporto tra CD8+CD57- / CD8+CD57+>3.5

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Risultati

Tutti i pazienti hanno seguito gli esami programmati ad eccezione di 5 casi di cui 2 in trattamento con il MAIVA non hanno eseguito gli esami ormonali e anticorpali e la scintigrafia con IL2 al dodicesimo mese per defezione e 3 pazienti in trattamento con L-Tiroxina non hanno eseguito gli esami ormonali e anticorpali al sesto mese per motivi contigenti (trasferimento, malattia, ecc.).

Il trattamento con MAIVA e’ stato ben tollerato e non ha dato effetti collaterali. I pazienti hanno dimostrato una buona compliance per il farmaco eccetto un paziente che ha avuto difficolta’ nell’ apertura delle capsule, mentre un altro ha riferito di aver ingerito l’intera capsula per i primi 7 giorni di trattamento.

In ogni gruppo e’ stata eseguita l’analisi statistica di tutti i dati mediante test di Wilcoxon per dati appaiati ai tempi 0 e 12 mesi.

Per tutti i dati e’ stata inoltre applicata l’analisi statistica fra i 2 gruppi, mediante test di Mann-Whitney per dati non appaiati ai tempi 0, 3, 6 e 12 mesi.

Dall’analisi statistica per dati non appaiati, al tempo 0, non sono emerse differenze significative tra i due gruppi in ciascun parametro studiato, sottolineando l’identità dei due campioni all’inizio dello studio (tabelle 1-8).

Sono state riscontrate differenze dei dati ormonali (FT4 e TSH) relativi ai tempi intermedi dello studio (3, 6 mesi), tuttavia non clinicamente significative poiché influenzati dalla terapia ormonale nel gruppo 2.

Al termine dello studio (12 mesi) i valori di TSH hanno mostrato una differenza stastisticamente significativa tra i due gruppi (gruppo 1= 0.86± 0.347 vs gruppo 2= 4.74+2.501; p= 0.0036), mentre non si sono evidenziate differenze significative in tutti gli altri parametri studiati (tabella 1-8).

Anche l’analisi per dati appaiati nel gruppo di pazienti trattati con MAIVA ha mostrato una progressiva riduzione dei valori del TSH, che ha raggiunto significatività statistica al dodicesimo mese rispetto al tempo 0 (2.245± 1.590 ulU/ml e 0.860±0.347ulU/ml; p=0.02) (tab. 1). Nel gruppo di pazienti trattati con L-tiroxina il TSH ha mostrato invece un incremento significativo al dodicesimo mese rispetto al tempo 0 (2.44±1.2 e 4.741±2.5; p=0.0519) (tab.1).

L’analisi per dati appaiati del titolo anticorpale degli anti-tireoperossidasi non ha mostrato variazione significativa (tabella 4 e 5). Tuttavia nei pazienti trattati con MAIVA abbiamo osservato una modesta dimimuzione dei valori di anti-TPO che, da 4432±4460 U/ml, al tempo 0, passano a valori di 4312±4761 U/ml a 3 mesi, con un’ulteriore diminuzione a 6 mesi (2282±1894 U/ml), per poi stabilizzarsi su una media di 2026±1865 U/ml a 12 mesi (tab. 4).

Nei pazienti che hanno assunto L-tiroxina invece, lo stesso titolo anticorpale e’ partito da un valore di 4697±3767 U/ml, riducendosi nell’arco di 3 mesi a 2460±2872 U/ml e continuando a scendere a 2368±2727 U/ml a 6 mesi. Tuttavia si e’ osservato un aumento del titolo anticorpale alla sospensione del farmaco, con un valore a 12 mesi pari a 3273±3265 U/ml (tab. 4).

Anche il titolo degli anticorpi anti-tireoglobulina ha mostrato nei due gruppi un diverso andamento sebbene non statisticamente significativo (tab. 5). Nei pazienti trattati con MAIVA il titolo e’ passato da un valore di 251±600 U/ml all’inizio dello studio, a 473±892 U/ml a 3 mesi, mantenendosi a 408±1082 U/ml a 6 mesi, infine diminuendo a 121±146 U/ml a 12 mesi. Nell’altro gruppo il titolo anticorpale pari a 193±248 U/ml al tempo 0, ha mostrato una diminuzione fino a 83±137 U/ml a 3 mesi, per poi aumentare a 507±365 U/ml a 6 mesi, fino a raggiungere il valore di 1751±4100 U/ml alla sospensione dell’L-tiroxina.

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Maiva nella Tiroidite di Hashimoto

L’andamento delle sottopopolazioni linfocitarie non ha evidenziato cambiamenti significativi a distanza di 12 mesi. Infatti i valori all’inizio dello studio erano molto simili in entrambi i gruppi (gruppo 1 CD4=2.18±2.02 e CD8=5.31±4.10; gruppo 2 CD4=1.88±0.43 e CD8=4.02±2.90), non hanno subito una variazione statisticamente significativa al sesto mese (gruppo 1 CD4=1.71±0.80 e CD8=5.91±5.59; gruppo 2 CD4=1.83±0.35 e CD8=2.80±1.45).

I risultati ottenuti confrontando il grado di infiltrazione linfocitaria mediante la scintigrafia con IL2 non hanno evidenziato differenze statisticamente significative sia nel gruppo trattato con MAIVA al tempo 0 e a distanza di 12 mesi (1.67±0.22 e 1.57±0.12) che nel gruppo trattato con L-Tiroxina (1.75±0.35 e 1.53±0.122). Questo dato potrebbe essere spiegato proprio dalla presenza di un infiltrato cronico persistente a livello della ghiandola. Quindi uno stato infiammatorio che non e’ stato modificato dal trattamento terapeutico in nessuno dei due casi.

ConclusioniSulla base dei risultati ottenuti in questo studio possiamo concludere che il trattamento con MAIVA in pazienti affetti da tiroidite di Hashimoto, in fase eutiroidea, previene la progressione della malattia verso l’ipotiroidismo clinico, raggiungendo dunque un risultato interessante e certamente non sottovalutabile.

L’ incremento del TSH, riscontrato nei pazienti trattati con L-tiroxina dopo la sospensione della terapia ormonale a 12 mesi, deve essere interpretato invece come progressione verso lo stato di ipotiroidismo. La progressiva riduzione del THS evidenziata nei pazienti in terapia con MAIVA, può rappresentare l’espressione di una potenziale azione preventiva del rimedio immunomodulante sulla naturale evoluzione della tiroidite cronica verso l’ipotiroidismo clinico.

Poiché i valori dei parametri immunitari non subiscono modificazioni significative durante tutto il periodo del follow-up, non essendo state riscontrate variazioni significative del titolo anticorpale dell’infiltrato linfocitario intratiroideo, nonché delle sottopopolazioni linfocitarie periferiche al termine del periodo di trattamento, e non escludendo la possibilità che l’effetto immunomodulante del MAIVA non sia stato rilevato dalla metodica di questo studio, ci si propone di valutare le variazioni di alcune molecole di adesione e di alcune proteine codificate da proteoncogeni ed infine della SOD linfocitaria.

Biografia essenziale

1. Volpe. Evidence that the immunosuppressive effects of antithyroid drufs are mediated through actions on the thyroid cell, modulating thyrocyte-immunocyte signalling: a review. Thyroid 4:217-223:1994.

2. M. Chianelli, A. Signore, S.J. Mather. Technetium-99m labelling of biologically active peptides with high specific activity and retained immunoractivity for in vivo stuides. J Nucl Biol Med 36:106-107; 1992.

3. M. Chianelli, A. Signore, A. Fritzberg, SJ. Mather. Labelling and purification of Tc-99m-interleukin-2 for in vivo detection of chronic lymphocytic infiltration. J Nucl Med (supplement) 34:246P; 1993.

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Grafici e tabelle

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Maiva nella Tiroidite di Hashimoto

0 3 6 12

TSH (Maiva)

2,245

2,180

± 1,59

1,485

1,100

± 1,07

1,485

1,390

± 1,01

0,860

0,800

± 0,34

TSH (L-Tiroxina)

2,844

2,350

± 1,28

0,599

0,225

± 0,65

0,460

0,235

± 0,67

4,741

4,500

± 2,50

Tabella 1

Variazione del TSH sierico nei due gruppi di pazienti studiati

Confronto valori TSH nei due gruppi durante i mesi di trattamento (media, mediana, ± D.S.)

Maiva

L-Tiroxina

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0 3 6 12

FT3 (Maiva)

32,127

27,500

± 22,41

34,991

25,800

± 35,15

47,991

42,50

± 23,25

42,156

45,400

± 29,31

FT3 (L-Tiroxina)

30,663

25,450

± 20,30

39,413

46,200

± 17,34

56,988

48,015

± 32,76

41,591

38,830

± 17,15

Tabella 2

Variazioni del valore FT3 sierico nei due gruppi di pazienti studiati

Maiva

L-Tiroxina

Confronto dei valori di FT3 nei due gruppi durante i mesi di trattamento (media, mediana, ± D.S.)

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Maiva nella Tiroidite di Hashimoto

0 3 6 12

FT4 (Maiva)

33,527

27,300

± 24,64

33,309

33,300

± 24,75

50,273

26,400

± 76,32

43,144

33,900

± 34,45

FT4 (L-Tiroxina)

30,850

27,150

± 13,48

74,146

65,400

± 41,07

98,617

85,450

± 47,78

-1,689

-9,430

± 15,29

Tabella 3

Variazione del FT4 sierico nei due gruppi di pazienti studiati

Confronto dei valori di FT4 nei due gruppi durante i mesi di trattamento (media, mediana, ± D.S.)

Maiva

L-Tiroxina

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0 3 6 12

Ab-TPO (Maiva)

4432,455

2200,00

± 4460,74

4312,545

1677,00

± 4761,97

2282,00

1871,00

± 1894,84

2062,889

1040,00

± 1865,86

Ab-TPO (L-Tiroxina)

4697,00

3835,00

± 3767,05

2460,741

1220,00

± 2872,13

2368,700

616,00

± 2727,16

3273,429

2241,00

± 3265,73

Tabella 4

Variazione del titolo degli anticorpi anti-TPO nei due gruppi di pazienti studiati

Confronto dei valori degli anticorpi anti-TPO nei due gruppi durante i mesi di trattamento (media, mediana, ± D.S.)

Maiva

L-Tiroxina

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Maiva nella Tiroidite di Hashimoto

0 3 6 12

Ab-Tg (Maiva)

251,582

17,00

± 600,04

473,545

39,00

± 892,49

408,855

57,00

± 1082,50

121,367

83,00

± 146,74

Ab-Tg (L-Tiroxina)

193,143

54,90

± 248,57

83,143*

0,00

± 137,20

507,875

538,50

± 365,42

1751,283

97,50

± 4100,60

Tabella 5

Variazione del titolo degli anticorpi anti-Tireoglobulina nei due gruppi di pazienti studiati

Confronto dei valori degli anticorpi anti-Tg nei due gruppi durante i mesi di trattamento (media, mediana, ± D.S.)

* p=0,0416 L-Tiroxina e Maiva al tempo 3

Maiva

L-Tiroxina

p=0,04

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0 3 6 12

CD4/CD8 (Maiva)

2,181

2,020

± 0,77

-

-

-

1,716

1,540

± 0,80

-

-

-

CD4/CD8 (L-Tiroxina)

1,888

1,800

± 0,43

-

-

-

1,838

1,700

± 0,35

-

-

-

Tabella 6

Variazione del rapporto CD4/CD8 nei due gruppi di pazienti studiati

Confronto dei valori del rapporto CD4/CD8 nei due gruppi durante i mesi di trattamento (media, mediana, ± D.S.)

Maiva

L-Tiroxina

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Maiva nella Tiroidite di Hashimoto

0 3 6 12

CD8+CD57- /CD8+CD57+ (Maiva)

5,311

4,100

± 3,26

-

-

-

5,917

3,700

± 5,50

-

-

-

CD8+CD57- /CD8+CD57+ (L-Tiroxina)

4,026

3,040

± 2,90

-

-

-

2,806

2,355

± 1,45

-

-

-

Tabella 7

Variazione del rapporto CD8+CD57- / CD8+CD57+ nei due gruppi di pazienti studiati

Confronto dei valori del rapporto CD8+CD57- / CD8+CD57+ nei due gruppi durante i mesi di trattamento (media, mediana, ± D.S.)

Maiva

L-Tiroxina

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0 3 6 12

IL2 (Maiva)

1,678

1,675

± 0,02

-

-

-

-

-

-

1,576

1,538

± 0,16

IL2 (L-Tiroxina)

1,750

1,538

± 0,35

-

-

-

-

-

-

1,536

1,517

± 0,12

Tabella 8

Variazione della captazione tiroidea di 99mTc-IL2 nei due gruppi di pazienti studiati

Confronto dei valori della IL2 nei due gruppi durante i mesi di trattamento (media, mediana, ± D.S.)

Maiva

L-Tiroxina

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Maiva nella Tiroidite di Hashimoto

Tabella 1

Maiva

L-Tiroxina

Variazione del TSH sierico nei due gruppi di pazienti studiati: analisi statistica tra i due gruppi mediante test di Mann-Whitney per dati non appaiati ai tempi 0,3,6 e 12 mesi

p=0,03 p=0,03 p=0,03

0 3 6 12

TSH (Maiva)2,2542,180± 1,59

1,4851,100± 1,07

1,4851,390± 1,01

0,860#0,800± 0,34

TSH (L-Tiroxina)2,8442,350± 1,28

0,599*0,225± 0,65

0,460**0,235± 0,67

4,741***4,500± 2,50

# p=0,02 rispetto al TSH (Maiva) al tempo 0* p=0,001 rispetto al TSH (L-Tiroxina) al tempo 0 e p=0,03 tra L-Tiroxina e Maiva al tempo 3** p=0,002 rispetto al TSH (L-Tiroxina) al tempo 0 e p=0,03 tra L-Tiroxina e Maiva al tempo 6*** p=0,005 rispetto al TSH (L-Tiroxina) al tempo 0 e p=0,003 tra L-Tiroxina e Maiva al tempo 12

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Maiva

Medicinale omeopatico senza indicazioni terapeutiche approvate.

Immunoregolatore coadiuvante nella terapia delle malattie autoimmunitarie. Malattie autoimmuni sistemiche. Malattie autoimmuni organo-specifiche. Malattie autoimmuni idiopatiche. Tiroidite di Hashimoto. Lupus eritematoso sistemico. Poliartrite reumatoide. Vasculiti. morbo di Crohn. Miastenia. Polimiosite e Dermatomiosite. Malattia di Basedow. Sclerodermia. Pemfigo. Porpora trombocitopenica. Uveite. Glomerulonefrite su base autoimmunitaria.

Modo D’uso

1 capsula al giorno preferibilmente la mattina a digiuno fino a miglioramento dei parametri clinici e immunochimci. Successivamente diradare le assunzioni (1 capsula a giorni alterni poi 1 capsula tre volte a settimana e infine 1 capsula a settimana).

Modalità di somministrazione

30 capsule contenenti globuli attivi.

Composizione

RNA 12CH

Interleuchina 2 (IL-2) 12CH

Prostaglandina E-2 5CH

P.A.A. 12CH

P.HLA-DR 12CH

P.HLA-B 12CH

Proprietà dei singoli componenti

RNA Acido ribonucleico: è un acido nucleico componente delle proteine nucleari formato dalla polimerizzazione di numerosi nucleotidi, ciascuno composto da d-riboso, fosfato e da una delle quattro basi azotate: adenina, uridina, guanina, citosina (A,U,G,C) come il DNA ma con l’uridina al posto della timina. In base alla funzione, si distinguono vari tipi di acido ribonucleico.

I tipi principali sono tre, e vengono indicati come RNA messaggero, RNA ribosomiale, RNA transfer. Queste forme di RNA sono implicate nel processo di trascrizione dell’informazione contenuta nel DNA e nel trasporto di questa nel citoplasma, ove dirigono la biosintesi delle proteine codificate. RNA diluito e dinamizzato in similitudine biologica indurrebbe la formazione di interferoni e IL-2, l’attivazione dei monociti e della fagocitosi (bassa diluizione). In bassa diluizione possiede inoltre un effetto antitumorale evidenziato in sistemi sperimentali in vivo ed in vitro (Hubbell 1985 e 1992, Lacour 1984, Brodsky 1985). Tale effetto è legato sia alla capacità dei dsRNA (RNA a doppia elica) di indurre la produzione di interferone sia ad una azione immunostimolante antineoplastica interferone-indipendente che ad un’azione citostatica diretta (Hubbel, 1990). In alta diluizione ha un effetto frenante-inibente a livello del sistema immunitario, impiego giustificato nelle malattie autoimmuni.

Interleuchina 2 (IL-2): Citochina prodotta dai linfociti T attivati dall’antigene, che agisce in maniera autocrina stimolando la crescita dei linfociti T, e al tempo stesso potenzia la morte apoptotica di cellule T attivate da antigeni. IL-2 è pertanto necessaria sia per le risposte mediate dai linfociti T che per la loro regolazione. IL-2 stimola la proliferazione e le funzioni effettrici dei Natural Killer e dei linfociti B. In immunoterapia omeopatica è utilizzata in alta diluizione al fine di ridurre l’azione della IL-2 fisiologica trovando impiego razionale soprattutto nelle patologie autoimmunitarie (azione frenante). In bassa diluizione, invece, stimola l’attività delle cellule citotossiche Natural Killer Linfociti T senza perdere di vista il ruolo di fattore di crescita dei linfociti, aumentando di conseguenza il potere di difesa in generale e antineoplastico in particolare.

Prostaglandina E-2: Classe di mediatori infiammatori di natura lipidica prodotti a partire dall’acido arachidonico in molti tipi cellulari attraverso la via della ciclossigenasi. La prostaglandina E-2 inibisce l’espressione delle molecole HLA di classe 2 a livello macrofagico determinando una diminuizione della capacità dei macrofagi a presentare l’antigene ai linfociti T. Utilizzata come immuno-omeoterapico in bassa diluizione (attività stimolante) manifesta sia un’attività clinica favorevole ad un miglioramento della sintomatologia autoimmune, sia un’attività biologica che porterà ad un incremento del titolo dei linfociti TCD8s, generalmente basso nelle malattie autoimmunitarie in fase attiva.

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Maiva nella Tiroidite di Hashimoto

P.A.A. Polipeptide anti-atipia: Anticorpo anti-idiotipo anti-Ig-G umana, ottenuto nel coniglio dopo iniezione di immunoglobulina umana del tipo IgG (anticorpo con specifico idiotipo). Si tratta pertanto di un anti-anticorpo denominato anti-idiotipo e come tale risulta essere il ‘simile’ di un antigene. È in grado di stimolare il sistema immunitario ordinandogli di eliminare e attaccare ogni atipia cellulare a condizione che sia somministrato, omeopaticamente, in alta diluizione infinitesimale (Jenaer M, Empedocle 1988 n. 1). P.A.A. è utilizzato in omeo-immunoterapia con lo scopo di realizzare un ‘Simile’ di anticorpi umani che svolgerebbero un effetto “regolatore” oppure “amplificatore” della risposta immunitaria, secondo la legge dell’analogia biologica. Infatti deve essere utilizzato in scala decrescente e cioè dall’alta diluizione (azione frenante) alla bassa diluizione (effetto stimolante) nelle patologie che necessitano di una stimolazione immunitaria come nelle neoplasie e, in scala crescente (dalla bassa diluizione alla alta diluizione: azione prima di stimolo e poi di freno), nelle malattie autoimmunitarie, per sfruttare l’azione di contenimento sul sistema immunitario determinato dalle alte diluizioni.

P.HLA. Anticorpi monoclonali: Anticorpo specifico per antigene HLA corrispondente. Esistono tre tipi di P.HLA: P.HLA-B, P.HLA-DR, P.HLA.DQ. La sigla P è stata utilizzata per indicare protection, protettore del sistema HLA considerando la necessaria protezione del sistema HLA a reazioni immunitarie errate (Empedocle n1-1988 pg 6). La classe B degli antigeni HLA ha circa 5 alleli, la classe DR 16 alleli, la classe DQ 7 alleli. P.HLA è un anticorpo di 1 generazione che somministrato ad un individuo induce la formazione di un anticorpo di 2 generazione che, pur non essendo identico all’antigene corrispondente, ne rappresenta un omologo ovvero un ‘simile’. In generale l’immunoterapia omeopatica su base HLA ha lo scopo di neutralizzare le tendenze patologiche associate ai marcatori HLA. P.HLA-B: anticorpo monoclonale di classe 1 sottogruppo B. I marcatori HLA di classe 1 sono espressi sulla superficie di tutte le cellule ad eccezione di quelle embrionali e sessuali. Viene utilizzato in immunoterapia omeopatica in bassa diluizione per stimolare l’espressione degli antigeni di classe 1 (normalmente ridotti nelle cellule neoplastiche), favorendo la presentazione dell’antigene in associazione ai marcatori di classe 1, condizione indispensabile per la stimolazione della funzione citotossica dei linfociti TCD8 (citotossicità specifica). Utilizzato in alta diluizione (malattie autoimmunitarie) possiede un’azione frenante sulla progenie dei CD8. P.HLA-DR e P.HLA-DQ: L’utilizzo di questi due anticorpi monoclonali in bassa diluizione per DR (effetto

stimolante) e media diluizione per DQ (effetto regolarizzante, stabilizzante) favorirebbe la presentazione dell’antigene in associazione ai marcatori di classe 2, cui segue l’attivazione dei linfociti TCD4 helper amplificatori della risposta immune. P.HLA-DR in alta diluizione omeopatica ha un’ azione frenante sul sistema immunitario, desensibilizzando l’organismo nei confronti di marcatori DR comparsi a livello delle cellule, che non essendo capaci di reagire, si fanno aggredire dalle cellule immunocompetenti.

Bibliografia

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