STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE DELL’IMPIANTO PER LA ... · • produzione di calcestruzzi...

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studionano dott. ing. Salvatore Onano [email protected] dott. ing. Giovanni Onano [email protected] ambiente - territorio - edilizia Via G. Mameli, 153 - 09123 Cagliari tel/fax 0702084241 www.studionano.info

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Impianto per la produzione di calcestruzzo preconfezionato con utilizzo di ceneri volanti Comune di Serrenti, loc. Serra Pulixi

0 PREMESSA ......................................................................................................... 3

1 PROGETTO ......................................................................................................... 4

1.1 DESCRIZIONE DELL’AZIENDA ............................................................................................ 4 1.1.1 SCHEDA ANAGRAFICA AZIENDALE ............................................................................... 5

1.2 DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO ..................................................................................... 6 1.2.1 MOTIVAZIONE DELL’INTERVENTO................................................................................. 6 1.2.2 SCELTE PROGETTUALI .................................................................................................. 7

1.3 LOCALIZZAZIONE DELL’INTERVENTO .............................................................................. 7 1.3.1 INQUADRAMENTO DELL’AREA....................................................................................... 8

1.4 INQUADRAMENTO PROGETTUALE .................................................................................... 8 1.4.1 LOCALIZZAZIONE E DESCRIZIONE DELL’IMPIANTO ..................................................... 8 1.4.2 DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ ........................................................................................ 9 1.4.3 DESCRIZIONE DEL PROCESSO PRODUTTIVO ........................................................... 10 1.4.4 ACQUE REFLUE ............................................................................................................ 11 1.4.5 VARIAZIONI DA APPORTARE AL PROCESSO .............................................................. 16

1.5 COSTI DEL PROGETTO ..................................................................................................... 16

2 UBICAZIONE ..................................................................................................... 17

2.1 SITO INTERESSATO DALL’ATTIVITÀ PRODUTTIVA ........................................................ 17

2.2 PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ..................................................................................... 17 2.2.1 IL P.P.R. (Piano Paesaggistico Regionale della Sardegna) .............................................. 19 2.2.2 IL P.U.C. (Piano Urbanistico Comunale del Comune di Serrenti) ..................................... 20 2.2.3 RAPPORTI DI COERENZA DEL PROGETTO CON GLI OBIETTIVI PERSEGUITI DAGLI

STRUMENTI PIANIFICATORI RISPETTO ALL'AREA DI LOCALIZZAZIONE .................. 21

2.3 ELEMENTI DI VALORE PAESAGGISTICO, STORICO, CULTURALE (Fonte: P.U.C.) ....... 21

2.4 GEOLOGIA E LITOLOGIA (Fonte: P.U.C.) ......................................................................... 23

2.5 GEOMORFOLOGIA (Fonte: P.U.C.) ................................................................................... 25

2.6 IDROLOGIA E ACQUE DI FALDA (Fonte: P.U.C.) ............................................................. 26

2.7 AUTORIZZAZIONE ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITÀ ....................................................... 28

3 POTENZIALI FONTI D’IMPATTO ..................................................................... 29 3.1 PRODUZIONE DI POLVERI ............................................................................................ 29 3.2 ACQUE DI FALDA .......................................................................................................... 35 3.3 RIFIUTI SOLIDI ............................................................................................................... 35 3.4 RUMORE ........................................................................................................................ 36 3.5 CARATTERISTICHE DI ACCESSO E TRAFFICO ........................................................... 37 3.6 PRESENZA DI SOSTANZE TOSSICHE .......................................................................... 37 3.7 EMISSIONE DI ODORI MOLESTI ................................................................................... 38 3.8 ALTERAZIONI VISUALI E PAESAGGISTICHE ............................................................... 38

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4 MITIGAZIONE.................................................................................................... 38 4.1 POLVERI ........................................................................................................................ 38 4.2 RUMORE ........................................................................................................................ 38 4.3 REGOLAMENTI GESTIONALI ........................................................................................ 38

5 PIANO DI MONITORAGGIO ............................................................................. 39 5.1 QUALITÀ DELL’ARIA ...................................................................................................... 39 5.2 QUALITÀ DELL’ACQUA .................................................................................................. 40 5.3 RUMORE ........................................................................................................................ 40 5.3.1 AZIONI DI MONITORAGGIO RIGUARDANTI LA RUMOROSITÀ DELL’IMPIANTO ......... 40

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0 PREMESSA La presente relazione è stata redatta in ossequio alla seguente Normativa di

Riferimento:

D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i.

D.Lgs. 16 gennaio 2008, n. 4.

Delibera della Giunta Regionale n. 24/23 del 23.4.2008.

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1 PROGETTO Nel presente capitolo si descrive il progetto e le soluzioni adottate a seguito degli

studi effettuati, nonché l’inquadramento del territorio, inteso come sito e come ambito

territoriale di riferimento. In esso sono esplicitate le motivazioni assunte dal

proponente nella definizione del progetto e sono descritte le motivazioni tecniche

delle scelte progettuali, nonché misure, provvedimenti ed interventi, anche non

strettamente riferibili al progetto, che il proponente ritiene opportuno adottare ai fini

del migliore inserimento nell’ambiente.

La ditta CALCESTRUZZI S.p.A., nell’impianto di betonaggio ubicato in località Serra

Pulixi nel comune di Serrenti (M-C) svolge l’attività di produzione di calcestruzzo

preconfezionato utilizzando il recupero di rifiuti non pericolosi quali le ceneri derivanti

dalla combustione del carbone.

L’attività di recupero e trattamento rifiuti svolta dalla ditta è classificata come R5 –

Riciclo/recupero di altre sostanze inorganiche e R13 – Messa in riserva di rifiuti per

sottoporli ad una delle operazioni indicate ai punti da R1 a R12 di cui all’allegato C

alla parte IV del D. Lgs. 152/06.

L’autorizzazione è stata rilasciata dalla Provincia del Medio Campidano con

Provvedimento Dirigenziale n° 8179 del 27.05.2008 che ha rinnovato l’iscrizione n°

16 prot. 29964UPG del 08.07.2003 nel Registro Provinciale per le Operazioni di

Recupero di cui al D.lgs. 22/97 e D.M. 05.02.1998 della Provincia di Cagliari .

L’attività proposta e illustrata nella presente relazione è prevista al punto 7 w

dell’allegato B1 alla Delibera della Giunta Regionale n. 24/23 del 23.4.2008

(categorie di opere da sottoporre a procedura di verifica di assoggettabilità):

“Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità complessiva

superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9,

della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152”.

1.1 DESCRIZIONE DELL’AZIENDA CALCESTRUZZI S.p.A., Gruppo ITALCEMENTI, unitamente alle consociate

Cemencal, Eica, Speedybeton e Monviso, è il primo produttore italiano di

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calcestruzzo preconfezionato, opera anche nel settore degli inerti ed è presente su

tutto il territorio nazionale.

Grazie alla vasta capillarità della sua struttura produttiva, con 232 impianti di

betonaggio, 15 cave e 16 impianti di selezione inerti nonché al considerevole numero

dei mezzi di trasporto a disposizione, Calcestruzzi garantisce un’elevata copertura

del territorio e una rapidità nelle consegne fornendo al fattore tempo un valore

primario. La rete operativa di CALCESTRUZZI è suddivisa in sette Direzioni di Zona

e cinque uffici locali. Grazie alla forte presenza commerciale, Calcestruzzi è in grado

rispondere anche alla clientela più esigente, sia del mercato diffuso che delle Grandi

Opere. Calcestruzzi attraverso la sua rete di vendita offre un rapporto di consulenza

alla clientela per l’individuazione del mix design più adeguato all’opera da realizzare.

Gli impianti di betonaggio, sedici in Sardegna, certificati secondo quanto previsto dal

Decreto Ministeriale sulle Norme Tecniche per le Costruzioni e automatizzati, sono in

grado di fornire un prodotto a qualità costante e con elevate proprietà prestazionali

che consentono di realizzare strutture in calcestruzzo sicure e durevoli. Tradizione ed

esperienza pluriennale nel settore ed innovazione tecnologica e di prodotto

consentono di fornire anche alla clientela più esigente risposte e soluzioni concrete

alle diverse problematiche progettuali di cantiere.

1.1.1 SCHEDA ANAGRAFICA AZIENDALE ragione sociale: CALCESTRUZZI S.p.A.

attività svolta: Recupero rifiuti (R5) - Messa in riserva rifiuti (R13)

sede legale e amministrativa: Via Camozzi 124 - Bergamo

legale rappresentante: Rag. Alfonso di Bona (procuratore)

ubicazione impianto: Serrenti (M-C) loc. Serra Pulixi

responsabile tecnico impianto: Rag. Alfonso di Bona

recapiti: Telefono: 07080010600

Fax: 070825963

E-mail: [email protected]

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1.2 DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO 1.2.1 MOTIVAZIONE DELL’INTERVENTO Nell’anno 2010 il quantitativo trattato di ceneri leggere di carbone (CER 10.01.02) è

stato di 1980 t.

La produzione di calcestruzzo è stata pari a 20.972 mc. Ne consegue il seguente

quadro riepilogativo:

• produzione media giornaliera cls: 20.972/300 = 70 mc/giorno;

• proporzione di ceneri: 1.980/20.972 = 94 Kg/mc;

• quantità di ceneri trattata giornalmente: 1.980/300 = 6,60 t/giorno;

• potenzialità impianto: 400 ÷ 450 mc/giorno;

• ore funzionamento impianto: 70/400 x 8 = 1,4 h/giorno;

La necessità di utilizzare quantitativi di ceneri superiori alle 10 t/giorno deriva dal

dover far fronte a richieste di fornitura di quantitativi di calcestruzzo che possono

arrivare anche a 450 mc/giorno che è la potenzialità massima dell’impianto.

Poiché la proporzione di ceneri volanti può arrivare a 150 ÷ 160 Kg/mc di

calcestruzzo, ne deriva la necessità di dover trattare fino ad un massimo di 80

t/giorno di ceneri, ma con il limite massimo di 6.000 tonnellate annue.

Dal punto di vista ambientale, l’esistenza di aziende come CALCESTRUZZI che

utilizzano nel processo produttivo tali rifiuti permette di :

• ridurre i quantitativi di rifiuti da inviare in discarica;

• ridurre di conseguenza i costi di smaltimento dei rifiuti per la collettività;

• allungare il tempo di vita delle discariche esistenti evitando di aprirne di nuove;

• ridurre l’utilizzo di risorse naturali e materie sostitutive per il conferimento di

quelle caratteristiche di lavorabilità, riduzione del “bleeding”, riduzione di vuoti,

riduzione del calore di idratazione e del ritiro fornite dalle ceneri volanti.

L’aumento della capacità di trattamento e recupero rifiuti da parte della

CALCESTRUZZI S.p.A. contribuirà pertanto a proseguire nel percorso di

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miglioramento di tali obiettivi, in linea sia con la normativa nazionale di settore sia

con quella delle amministrazioni locali.

1.2.2 SCELTE PROGETTUALI Nell’ottica di quelle che sono le esigenze di sviluppo del settore, come richiesto dal

mercato, la CALCESTRUZZI S.p.A. intende sfruttare maggiormente la potenzialità

produttiva del proprio impianto passando, come già detto, da 1.980 a 6.000

tonnellate di rifiuti recuperati all’anno (da circa 7 fino ad 80 t/giorno ma solo su parte

dei giorni lavorativi annuali).

La scelta progettuale è quella di aumentare le quantità di ceneri utilizzate

nell’impianto di Serrenti mediante semplici modifiche di tipo gestionale, che non

richiederanno aumento di personale, volte ad aumentare la produttività dell’impianto

sfruttando la sua potenzialità attualmente molto limitata.

Tali modifiche, come verrà trattato nel successivi capitoli 3 e 4, non avranno

significativo impatto sull’ambiente, ma consentiranno alla ditta di essere

maggiormente presente sul mercato dei calcestruzzi potendo contemporaneamente

offrire una maggior disponibilità al recupero dei rifiuti.

1.3 LOCALIZZAZIONE DELL’INTERVENTO L’intervento oggetto della presente relazione sarà realizzato, come detto, nella sede

operativa di Serrenti, ubicata in località Serra Pulixi all’interno di un lotto edificato di

estensione 1832 mq, di proprietà della stessa CALCESTRUZZI S.p.A.

Foto 1

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Nell’impianto vengono svolte le seguenti attività:

• produzione di calcestruzzi preconfezionati;

• stoccaggio e trattamento di rifiuti speciali non pericolosi.

L’impianto venne costruito con concessione edilizia n° 37 del 25.06.1987,

concessione in sanatoria n° 26 del 19.04.2000 e autorizzazione edilizia del

09.02.2005.

1.3.1 INQUADRAMENTO DELL’AREA L’impianto si trova in località Serra Pulixi in comune di Serrenti e ricade nel Foglio

547 II “Serramanna” della Carta d’Italia al 25.000 edita dall’I.G.M. (Tav. 1).

Il lotto di terreno su cui sorge l’impianto è distinto nel catasto del comune di Serrenti

al F. 18 mappale 971.

1.4 INQUADRAMENTO PROGETTUALE L’inquadramento progettuale verrà definito per mezzo della localizzazione

dell’impianto, la descrizione dell’attività e quella del processo produttivo. Verranno

poi analizzati nei paragrafi successivi i principali aspetti ambientali di progetto, le

misure di mitigazione degli impatti e i piani di monitoraggio.

1.4.1 LOCALIZZAZIONE E DESCRIZIONE DELL’IMPIANTO

L’area, alla quale si accede da uno svincolo al Km 35,00 sulla SS 131 in direzione

Sassari, percorrendo poi per circa 200 m la via Nazionale e svoltando sulla via del

Commercio dove è posto l’ingresso, è recintata in muratura e con rete metallica.

Confina a nord con via del Lavoro e con la suddetta strada.

L’impianto, che occupa due unità lavorative, è così composto:

• Piazzale con fondo in calcestruzzo armato

• Fabbricato uffici (mensa, servizi igienici, cabina di dosaggio)

• Area stoccaggio inerti

• Tramogge dosaggio inerti e rampa d’accesso

• Nastro trasportatore

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• Zona lavaggio betoniere con recupero acqua e scarti di lavorazione

• Due silos per lo stoccaggio del cemento da 72,35 m3 e 87,91 m3 ciascuno con

filtro depolveratore

• Un silo per lo stoccaggio delle ceneri da 129,54 m3 con filtro depolveratore

• Bilancia per dosaggio leganti e ceneri con filtro depolveratore

• Contenitori additivi

• Box carico autobetoniere con convogliamento aria al filtro depolveratore

• Vasca raccolta e recupero delle acque meteoriche e di lavaggio

1.4.2 DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ I rifiuti trattati dall’impianto sono quelli identificati dal codice CER 10.01.02 inserito

nella tipologia di cui all’allegato 1 sub. 1 al D.M. 05.02.1998 al punto 13.1: “ceneri

dalla combustione di carbone e lignite, anche additivati con calcare e da

cocombustione con esclusione dei rifiuti urbani ed assimilati tal quali” e 10.01.01,

10.01.03, 10.01.15 e 10.01.17.

L’attività ebbe inizio con la citata iscrizione nel Registro Provinciale delle Operazioni

di Recupero della Provincia di Cagliari.

Caratteristiche del rifiuto: è generalmente composto dall’80% circa di ceneri volanti

e dal 20% circa di ceneri pesanti; costituito da silicati complessi di alluminio, calcio e

ferro, sostanza carboniosa incombusta (2÷10 %); PCDD in concentrazione non

superiore a 2,5 ppb; PCB, PCT < 25 ppm.

Le ceneri volanti, così chiamate in quanto parte più leggera dei residui di

combustione trascinata dai fumi, provengono normalmente dalla centrale

termoelettrica di Fiumesanto (SS), oggi della Società EON. Si allega un bollettino

d’analisi delle ceneri utilizzate in impianto.

La Ditta è in possesso di autorizzazione all’attività (R5) di recupero rifiuti speciali non

pericolosi avendo ottenuto dalla Provincia del Medio Campidano, con Provvedimento

Dirigenziale n° 8179 del 27.05.2008, il rinnovo dell’iscrizione n° 16 prot. 29964UPG

del 08.07.2003 nel Registro Provinciale per le Operazioni di Recupero di cui al D.lgs.

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22/97 e D.M. 05.02.1998 della Provincia di Cagliari .

Nell’impianto, la CALCESTRUZZI S.p.A. ha attivato un processo industriale che,

utilizzando i rifiuti da combustione di carbone, ha consentito in questi anni di attività

di produrre calcestruzzi preconfezionati di elevata qualità per impieghi nelle

costruzioni sia nel settore pubblico che privato. I rifiuti così recuperati pertanto non

sono più stati destinati alle discariche.

Il processo di lavorazione si avvale di un silo metallico chiuso nel quale è effettuato lo

stoccaggio delle ceneri in arrivo, la cui estrazione avviene mediante coclea a tenuta

stagna, passando quindi alla dosatura e alla miscelazione automatica e

programmata con materiali inerti quali sabbia, ghiaia, cementi, acqua e speciali

additivi.

1.4.3 DESCRIZIONE DEL PROCESSO PRODUTTIVO L’approvvigionamento degli inerti delle varie pezzature per il confezionamento del

calcestruzzo avviene mediante automezzi ribaltabili che accedono alle aree di

stoccaggio inerti (Foto 2). E’ da sottolineare come gli inerti, provenendo dagli impianti

di vagliatura a umido, hanno un elevato contenuto d’acqua e quindi nella fase di

scarico non viene prodotta polvere.

Da queste aree gli inerti sono ripresi con pala meccanica e scaricati nelle tramogge

dosatrici (Foto 3). Da qui mediante nastro trasportatore vengono caricate le betoniere

nell’apposito box di carico (Foto 4).

Due silos contengono due qualità di cemento (Classe 32,5 IV/B-P e Classe

42,5RII/A-LL) e un silo le ceneri da utilizzare nel processo produttivo (Foto 5).

L’approvvigionamento di questi materiali avviene tramite autocisterne e il

caricamento dei silos, stagni, mediante un sistema pneumatico anch’esso a tenuta

stagna. L’estrazione dai silos avviene tramite coclee a tenuta stagna.

Il cemento e le ceneri sono inviati a una bilancia, stagna, che permette il dosaggio

preciso delle quantità richieste e da questa inviate al carico in betoniera sempre

tramite coclea a tenuta stagna (Foto 6).

Contenitori stagni contengono gli additivi necessari al confezionamento delle varie

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tipologie di calcestruzzo.

In conclusione, sintetizzando quando in precedenza descritto, una volta stabilita la

composizione del calcestruzzo in base alla richiesta del cliente, un sistema

automatico di pesatura e dosaggio comanda l’invio alla betoniera, posizionata nel

box di carico, dei quantitativi di inerti, cemento, ceneri, additivi e acqua nelle

proporzioni stabilite dal mix-design richiesto.

1.4.4 ACQUE REFLUE Esiste la rete fognaria sia per acque meteoriche sia per acque nere. Solo queste

ultime sono allacciate alla rete come da autorizzazione allegata.

Le acque meteoriche sono convogliate mediante le opportune pendenze ricavate sul

piazzale, ad una vasca di raccolta in tre sezioni dalla quale sono re immesse nel

circuito di alimentazione dell’impianto (Foto 7). Una riserva idrica costituita da un

serbatoio in calcestruzzo contiene l’acqua di reintegro che è fornita da un pozzo

regolarmente autorizzato per la ricerca idrica. L’acqua di reintegro utilizzata nel 2010

è stata pari a 6.910 m3. Si allegano i bollettini d’analisi che riguardano le acque di

ricircolo e l’acqua di reintegro.

La vasca di raccolta, posizionata come indicato in Tav. 1, è intesa anche come vasca

di raccolta acque di “prima pioggia” ed è dimensionata col seguente criterio valido

per questa tipologia di impianti:

S area impianto = 1.832 m2

H pioggia = 5 mm

V pioggia = 9,16 m3 nel tempo di 15 min.

Avendo la vasca circa 55 m3, è correttamente dimensionata come di “prima pioggia”

e l’acqua raccolta è interamente utilizzata nel ciclo produttivo.

Si riporta il diagramma di flusso dell’acqua industriale e di recupero dell’impianto.

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Foto 2

Foto 3

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Foto 4

Foto 5

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Foto 6

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Foto 7

DIAGRAMMA DI FLUSSO DELL’ACQUA INDUSTRIALE

ACQUA DAL

POZZO

VASCHE RACCOLTA ACQUA

SERBATOIO ACCUMULO

ACQUE METEORICHE

CARICO

BETONIERA

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1.4.5 VARIAZIONI DA APPORTARE AL PROCESSO Come già detto in precedenza il motivo della richiesta di variante è l’aumento fino a

80 t/giorno e 6.000 tonnellate annue di rifiuti da trattare. L’aumento della quantità non

comporterà variazioni nel ciclo produttivo sopra descritto.

Di seguito viene riportato e sintetizzato in un diagramma di flusso il ciclo produttivo.

DIAGRAMMA DI FLUSSO DEL CICLO PRODUTTIVO

SILO CENERI (PUNTO EMISSIONE IN

ATMOSFERA)

INERTI

ADDITIVI

ACQUA DAL POZZO

VASCHE RACCOLTA ACQUA

BILANCIA (PUNTO EMISSIONE

IN ATMOSFERA)

SILO CEMENTO (PUNTO EMISSIONE IN

ATMOSFERA)

SILO CEMENTO (PUNTO EMISSIONE IN

ATMOSFERA)

SERBATOIO ACCUMULO

ACQUE METEORICHE

CARICO BETONIERA

(PUNTO EMISSIONE IN ATMOSFERA)

1.5 COSTI DEL PROGETTO Nessun investimento sarà effettuato dall’azienda in quanto, come già detto, il

trattamento di un maggiore quantitativo di ceneri sarà realizzato semplicemente

aumentando, quando richiesto, le ore di marcia attuale dell’impianto.

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2 UBICAZIONE 2.1 SITO INTERESSATO DALL’ATTIVITÀ PRODUTTIVA Il sito si trova a nord ovest del centro abitato di Serrenti, da cui dista in linea d’aria

circa 500 m. E’ raggiungibile da uno svincolo al Km 35,00 sulla SS 131 in direzione

Sassari e percorrendo poi per circa 200 m la via Nazionale e svoltando sulla via del

Commercio dove è posto l’ingresso (Tav. 1).

L'area è collocata in un ambito funzionale caratterizzato dalla presenza di attività

industriali e artigianali confinanti.

2.2 PIANIFICAZIONE TERRITORIALE Nel presente paragrafo si terrà conto dei seguenti atti di programmazione e di

pianificazione:

• Piani di settore e di coordinamento;

• Piani di area vasta;

• Strumenti urbanistici locali.

Tra questi:

• il P.P.R. (Piano Paesaggistico Regionale) della Sardegna;

• il P.U.C. (Piano Urbanistico Comunale) del Comune di Serrenti;

Inoltre si sono presi in esame:

• Decreti Assessoriali P.I 23.12.1985 (N°2997-3012) “Galassini” (Vincolo di non

trasformabilità);

• Zone classificate “H” (di rispetto paesaggistico, ambientale, morfologico,…)

dagli strumenti urbanistici comunali;

• Decreto Assessoriale n° 2266/U del 1983 (Decreto Floris);

• L.R 45/89 (Legge Urbanistica Regionale);

• Il Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico (PAI), legge 18 maggio 1989, n. 183,

art. 17, comma 6, ter D.L. 180/98.

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Impianto per la produzione di calcestruzzo preconfezionato con utilizzo di ceneri volanti Comune di Serrenti, loc. Serra Pulixi

• Piano regionale dei Traporti;

• Piano sanitario regionale.

Interazioni dell’opera con le norme ambientali:

• Parchi, riserve, monumenti naturali, aree di particolare rilevanza naturalistica e

ambientale di cui alla L.R 7/06/1989, n°3 e L.R. 31/1989;

• Aree naturali protette, di cui alla L. 06/12/1991 n°394;

• Siti di importanza comunitaria proposti ai sensi della Direttiva 92/43 CEE e del

D.P.R. 08/09/1997 n°357;

• Zone di protezione speciale con presenza di specie di interesse prioritario ai

sensi della Direttiva 79/409/CE e D.P.R. 08/09/1997 n°357;

• Zone umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di

Ramsar di cui al D.P.R.13/03/1976 n°448.

• Beni culturali e paesaggistici sottoposti a tutela ai sensi del “Decreto

Legislativo 22 gennaio 2004, n°42 e s.m.i. “Codice dei beni culturali e del

paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della Legge 6 Luglio 2002, n°137”, noto

Codice Urbani.

L’attività non ricade in alcuna ZPS, SIC, Zona umida d’importanza internazionale.

Per l’attività produttiva in oggetto non si riscontrano interazioni con:

• Zone di vincolo idrogeologico ai sensi del R.D. n°3267/23 e del PAI (Piano

Assetto Idrogeologico), legge 18 maggio 1989, n. 183, art. 17, comma 6, ter

D.L. 180/98.

• Fasce di rispetto di sorgenti o captazioni idriche, D.P.R. 236/88 e s.m.i.

• Zone vincolate agli usi militari.

Zone di rispetto di infrastrutture:

• Strade: D.M. 140/68, L. 717/65

• Ferrovie: D.P.R. 753/80

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• Aeroporti: R.D.L.327/42

• Aree cimiteriali: R.D. 1265/34

• Zone percorse da incendi: Legge 21 novembre 2000, n° 353 (Legge-quadro in

materia di incendi boschivi) e Deliberazione della Giunta 23 Ottobre 2001 n°

36/46 (Pubblicato nel BURAS n°37 del 15/12/01) - Atto di indirizzo

interpretativo e applicativo dei divieti, prescrizioni e sanzioni contenuti negli

articoli 3 e 10 della Legge 21 novembre 2000, n° 353 (Legge-quadro in

materia di incendi boschivi).

• Zone con vincolo paesaggistico ai sensi del R.D. 1497/39 di cui al D.M.

30.11.1965, successivamente rettificato con D.M. 10.01.1968.

• Beni culturali e paesaggistici sottoposti a tutela ai sensi del “Decreto

Legislativo 22 gennaio 2004, n°42 e s.m.i. “Codice dei beni culturali e del

paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della Legge 6 Luglio 2002, n°137”, noto

Codice Urbani.

2.2.1 IL P.P.R. (Piano Paesaggistico Regionale della Sardegna) Nella tavola seguente è riportato uno stralcio della tavola del P.P.R. che si riferisce al

territorio non costiero Foglio 547 in cui ricade l’attività in oggetto.

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Poiché l’insediamento ricade in area destinata ad insediamenti produttivi, ricordiamo

che le norme specifiche che il PPR prevede relativamente a queste aree sono

stabilite dai seguenti articoli:

• Art. 91 – Insediamenti produttivi. Definizione

• Art. 92 – Insediamenti produttivi a carattere industriale, artigianale e

commerciale. Definizione

• Art. 93 - Insediamenti produttivi a carattere industriale, artigianale e

commerciale. Indirizzi

2.2.2 IL P.U.C. (Piano Urbanistico Comunale del Comune di Serrenti) Il Comune di Serrenti, con deliberazione di C.C. n° 73 del 22/12/2003, si è dotato di

Piano Urbanistico Comunale in ossequio alla Legge Urbanistica Regionale n° 45/89.

Nel caso di nostro interesse l’attività ricade in zona D, sottozona D 2a “Artigianale,

commerciale e industriale”, come previsto dall’articolo 13 delle Norme d’Attuazione.

Di seguito si riporta uno stralcio della tavola del PUC riportante la zonizzazione

dell’area.

P.U.C. Zonizzazione

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2.2.3 RAPPORTI DI COERENZA DEL PROGETTO CON GLI OBIETTIVI PERSEGUITI DAGLI STRUMENTI PIANIFICATORI RISPETTO ALL'AREA DI LOCALIZZAZIONE

Non sussistono sull'area interessata vincoli di carattere paesaggistico, idrogeologico,

archeologico o militare.

Il Comune di Serrenti si è dotato di un Piano Urbanistico Comunale: l’insediamento

produttivo ricade in Zona D, sottozona D2a: “Artigianale, commerciale e industriale”. Per l'intervento in progetto i parametri tecnico/urbanistici risultano

quindi essere ampiamente rispettati e conformi con le prescrizioni del P.U.C.

2.3 ELEMENTI DI VALORE PAESAGGISTICO, STORICO, CULTURALE (Fonte: P.U.C.)

La maggior parte del territorio risulta coltivata ed interessata quindi da una

vegetazione di tipo artificiale e solo una minima parte è interessato da una

vegetazione naturale e subnaturale (in particolare sui rilievi collinari). Le principali

formazioni vegetali riscontrate nel territorio sono rappresentate da: gariga,

popolamenti erbacei, rimboschimenti ad Eucaliptus e Pinus.

Gariga

La gariga si ha in seguito alla degradazione della macchia rispetto alla quale si

hanno formazioni più povere in massa vegetale, ma più ricche per ciò che riguarda il

numero di specie. Presenta una copertura discontinua (la copertura vegetale non è in

genere superiore alla parte scoperta della roccia affiorante), spesso con la roccia

affiorante ben evidente ed è costituita da un insieme di piccoli arbusti e suffrutici. La

gariga si riscontra nelle aree calcaree, andesitiche e trachiandesitiche. Le specie più

diffuse sono Euforbia arborea, Ginestre, Santolina, Elicriso, Cisti, Lentisco, Sughera,

Leccio, Fillirea, Artemisia, Eriche.

Popolamenti erbacei

Questo tipo di vegetazione è presente nelle superfici prive di copertura legnosa e vi

sono rappresentate specie erbacee prevalentemente annuali. La loro origine è da

riferire sia agli incendi sia alle tecniche colturali, le quali tendono ad eliminare

totalmente con mezzi meccanici anche le ceppaie che altrimenti consentirebbero la

ricostituzione della vegetazione sempreverde. Inoltre l’uomo per mezzo del fuoco, del

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pascolamento irrazionale, delle pratiche colturali ne determina il mantenimento e

l’estensione. È indubbio che le tecniche di gestione del pascolo e della lavorazione

del terreno incidono profondamente sulla cotica erbacea e soprattutto le aree con

suoli superficiali e pendenze notevoli sono quelle più esposte alla degradazione della

vegetazione. La composizione floristica di questa formazione vegetale è variabile.

L’importanza delle formazioni erbacee è dovuta al fatto che costituiscono un

patrimonio botanico di notevole interesse per le diverse specie presenti, per il

contenimento della degradazione del suolo e per il contributo che possono fornire

all’alimentazione del bestiame.

Rimboschimenti ad Eucaliptus e Pinus

I rimboschimenti ad Eucaliptus si riscontrano in appezzamenti di limitata estensione e

distribuiti in diverse zone del territorio comunale e sono finalizzati alla produzione del

legno mentre la pineta è presente alle pendici del Monte Mannu sul lato occidentale

e svolge funzioni di tipo ambientale. Una particolare attenzione deve essere riposta

per le località Cucui ed ex Stagno di Serrenti. Nella prima per la presenza di diversi

esemplari di Quercus suber che in passato costituivano una zona più estesa e che

conferivano alla zona un particolare interesse ambientale e la proteggevano dalla

degradazione; la seconda per la presenza di una flora tipica delle zone salmastre

che potrebbe offrire, come succedeva prima della bonifica, ospitalità ad una ricca

entomofauna. L’ambiente colturale è rappresentato da colture erbacee annuali e

pluriennali ed arboree; in particolare i vigneti, gli oliveti, i frutteti, i seminativi irrigui ed

asciutti.

Serrenti in passato era conosciuto come il "paese delle sette chiese". LA

PARROCCHIALE: Costruita in stile gotico-aragonese nel secolo XIV, la primitiva

parrocchia di Serrenti, è dedicata all'Immacolata Concezione. SANTA VITALIA:

La chiesa di Santa Vitalia pur non presentando caratteristiche architettoniche

rilevanti, mantiene inalterata, grazie alla festa che si tiene ogni primo lunedì di ottobre

una tradizione che si trasmette di generazione in generazione. SAN GIACOMO:

In piena estate, all'interno del centro abitato, si tengono i festeggiamenti di S.

Giacomo e Sant'Anna, presso la Chiesa di San Giacomo che viene circondata da

strutture in legno ricoperte di canne per offrire riparo dal sole. Tra le altre chiese

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minori si ricordano quella di San Silvestro Papa, San Sebastiano, Sant'Antonio da

Padova, Santus Angius e Santa Barbara. Alcune di queste chiesette, sparse nella

campagna serrentese, sono oggi completamente scomparse; altre sono, invece, dei

ruderi tanto insignificanti che, sebbene si ricorra alla memoria storica della

popolazione, non consentono di localizzare la loro originaria posizione.

La zona dove si trova oggi Serrenti era abitata anche in tempi remoti, come

dimostrano i ruderi dei nuraghi di Monti Crabu, Gutturrosa e Sa Conca Manna. Oggi

è possibile individuare almeno una quindicina di nuraghi, molti a ridosso dell’abitato

altri non lontano. Oltre a quelli già menzionati si ricordano anche i seguenti: Bruncu

Su Castiu, Oliri, Monte Crastu, Arruinalis, Monte Acutzu, Monte Atziaddei, Bruncu

Maccioni,, Bruncu Pubusa, Bruncu Siliqua, Monti Mannu e Grutta Arrubia.

2.4 GEOLOGIA E LITOLOGIA (Fonte: P.U.C.) La geologia del territorio di Serrenti è caratterizzata prevalentemente dalla presenza

di formazioni cenozoiche di origine vulcanica e, subordinatamente, da formazioni di

origine sedimentaria sia cenozoiche sia quaternarie. Il territorio in oggetto è inoltre

ubicato in un settore interessato da disturbi tettonici di carattere regionale riattivatisi

in diversi periodi geologici.

Le formazioni vulcaniche oligo – mioceniche

La formazione vulcanica, che costituisce il basamento geologico del settore è

costituita da vulcaniti in facies lavica e piroclastica a chimismo vario da andesitico a

dacitico o rio-dacitico. Questi prodotti vulcanici sono di età oligo-miocenica e si sono

messi in posto risalendo attraverso fratture regionali, risalenti allo stesso periodo. Le

dislocazioni tettoniche hanno determinato una struttura ad horst e graben, con

conseguente formazione di una fossa tettonica, nota in letteratura come Fossa

Sarda, che dal golfo di Cagliari si estende fino al golfo dell’Asinara. Le faglie in

oggetto sono disposte, nel settore in esame, secondo un allineamento NNO-SSE, e

pertanto anche i centri di emissione dei prodotti vulcanici, che attraverso esse hanno

trovato una via di risalita, sono disposti ricalcando tale allineamento. Relativamente

alle morfologie vulcaniche vanno messe in evidenza le diversità connesse con il

chimismo e con le facies dei prodotti eruttati. I prodotti lavici sono rappresentati da

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termini prevalentemente a chimismo andesitico e dacitico e costituiscono dei rilievi

arealmente alquanto raccolti intorno ai rispettivi punti di emissione e discretamente

sviluppati in altezza; vulcanologicamente costituiscono delle cupole di ristagno e

degli apparati domeani. Le manifestazioni piroclastiche, invece, danno luogo a rilievi

collinari in generale meno elevati e con versanti meno acclivi dei precedenti; questi

prodotti hanno pertanto un’estensione areale, rispetto ai presunti centri di emissione,

maggiore delle lave. Queste piroclastiti mostrano in generale un chimismo più

evoluto rispetto alle lave e denotano una composizione media da dacitica a rio-

dacitica. Va precisato che il chimismo di tali piroclastiti va inteso in senso lato vista la

natura alquanto varia dei clasti che le compongono; si tratta infatti di prodotti

piroclastici pomiceo cineritici (talora con pomici di dimensioni centimetriche) con

abbondanti inclusi litici di varia natura e dimensione oltre alla presenza delle fasi

cristalline rappresentate prevalentemente da feldspati. Buona parte dei prodotti

vulcanici tendenzialmente meno evoluti (andesiti e daciti) sono interessati, soprattutto

nel settore settentrionale del territorio di Serrenti (M.te Porceddu), da intense

fenomenologie idrotermali, o comunque deuteriche, che hanno modificato

intensamente la composizione chimica e mineralogica delle rocce dando luogo ai noti

giacimenti di argille caoliniche. Tali fenomenologie hanno portato alla formazione di

filoni e di crostoni siliceo-calcedoniosi dovuti o ad apporti di silice da parte dei

convogli idrotermali, o a rimobilizzazione della stessa presente entro le rocce

vulcaniche. Intercalati in questi crostoni si rinvengono piccoli orizzonti sedimentari

lacustri o palustri e ciottoli arrotondati di quarzo, in giaciture prevalentemente

lenticolari. I prodotti piroclastici riolitici e rio-dacitici, affioranti nel settore

immediatamente a nord-est di Serrenti (noti localmente come "trachiti di Serrenti"),

non hanno, in generale, subito modificazioni metasomatiche o di alterazione e si

presentano pertanto "sani" con strutture e chimismo pressoché originali.

Le formazioni sedimentarie mioceniche

Nel territorio in oggetto, affiora una potente succesione sedimentaria trasgressiva di

età miocenica che, con potenze variabili, ricopre parzialmente o totalmente la

formazione vulcanica sopra descritta. Questa ingressione si è resa possibile per i

fenomeni di rifting avvenuti, come nella parte occidentale della Sardegna, in questo

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settore che hanno portato alla formazione di una fossa tettonica parallela alla pianura

del Campidano. Le potenze di questi sedimenti, quindi, sono limitate ad est ed

assumono spessori elevati verso il Campidano, ad ovest. Nel settore orientale le

litologie sono costituite da un complesso basale arenaceo-conglomeratico, talora

siltoso, cui segue un complesso marnoso-calcareo ed arenaceo-siltoso, con calcari

biohermali, biostromali, fossiliferi. Questi calcari, localizzati al top della sequenza,

formano classiche morfologie a cuestas (poco rappresentate nel territorio di Serrenti).

Il settore occidentale, verso il Campidano, è invece caratterizzato da affioramenti di

potenti sequenze mioceniche di marne siltose, giallognole, compatte e ben

stratificate con locali intercalazioni di lenti di prodotti piroclastici pomiceo-cineritici

alquanto fini.

Le formazioni sedimentarie quaternarie

I sedimenti quaternari sono costituiti, nella quasi totalità, da depositi eluviali e

colluviali, con matrice più o meno argillosa in funzione del substrato geologico sul

quale insistono. I terreni alluvionali, a prevalente componente sabbiosa o limosa con

locali intercalazioni ghiaiose, affiorano per un brevissimo tratto lungo la valle del

Flumini Mannu.

2.5 GEOMORFOLOGIA (Fonte: P.U.C.) L’area di Serrenti dal punto di vista morfologico può essere divisa in due settori

principali: Il primo che interessa tutta la fascia Est del Comune, occupato dai litotipi

vulcanici, Il secondo che interessa tutta la fascia Ovest, occupato dalle marne

mioceniche e parzialmente dalle alluvioni in una ristretta area a Nord. Il settore ad

Est, è caratterizzato da una morfologia costituita da rilievi collinari alternati a vallecole

ora strette e con un profilo a “V”, ora più estese dalla forma concava. Le cime dei

rilievi più elevati raggiungono le quote di circa 290 m. s.l.m. (M. Porceddu e

M.Candidu). Questi rilievi hanno la caratteristica morfologia a “domo” caratterizzata

da una forma grosso modo a cono rovescio con al tetto un cappello costituito da

roccia lavica e indicante il probabile centro di emissione delle lave stesse. Le

pendenze dei versanti di quest’area raggiungono localmente valori superiori al 30% e

si aggirano mediamente tra il 20% ed il 30%. I rilievi meno elevati e dalle forme più

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arrotondate, sono invece caratteristici delle formazioni piroclastiche che hanno

modalità di messa in posto e caratteristiche differenti. La fascia estrema ad Est,

coincidente con il confine comunale e caratterizzata dalla lunga scarpata calcarea,

sotto la quale si rinvengono detriti di frana e di versante costituiti da blocchi rocciosi

crollati dalle pareti sovrastanti. L’area ad Ovest è invece è caratterizzata da forme

dolci e subpianeggianti essendo il substrato costituito dalle marne mioceniche

notoriamente più erodibili e modellabili dagli agenti atmosferici delle litologie

vulcaniche prima descritte. Qui le pendenze sono comprese prevalentemente tra 0 e

10%, solo localmente in corrispondenza dei versanti più acclivi raggiungono valori

maggiori. Sono sicuramente da indicare come forme prodotte dall’attività antropica i

fronti di escavazione dei materiali di cava lapidei, che giacciono attualmente in

completo stato di abbandono, ma che possono essere sicuramente oggetto di futuri

interventi atti a favorire lo sviluppo economico-occupazionale del paese. Un’altra

area caratterizzata da intervento antropico è la zona bonificata dello stagno di

Serrenti.

2.6 IDROLOGIA E ACQUE DI FALDA (Fonte: P.U.C.)

Idrologia superficiale

L’idrologia superficiale dell’area è caratterizzata dalla presenza di corsi d’acqua di

non rilevante entità, la maggior parte dei quali a carattere torrentizio e stagionale.

L’andamento di tali corsi d’acqua è variabile, in alcuni casi è stato rettificato ed

incanalato artificialmente. I principali corsi d’acqua esaminando l’area da Nord a Sud,

sono i seguenti: Il Riu Perda Longa che si immette nel Flumini Mannu nell’area a

Nord del territorio Comunale; Il Riu Antrogu Floris già Riu Maccioni, che confluiscono

nel Riu Perda Longa; Il Riu Lostincu ed il Riu Sassi che ad Est si immettono nel Riu

Canneddu; Il Riu Perda Sueus che è il proseguimento a Sud del Riu Canneddu. A

Sud Ovest da segnalare il Riu Cardaxiu, che viene alimentato dalla Gora su Nuraxi e

dalla Gora Stagno che nasce dall’area bonificata dello stagno di Serrenti.

Permeabilità

Tutte le formazioni geologiche presenti nel territorio di Serrenti mostrano, salvo

qualche eccezione priva sostanzialmente di significato, caratteri di permeabilità

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estremamente bassi. Tutte le formazioni sedimentarie contengono da medie ad alte

quantità di componente argillosa, fatta eccezione per i calcari biohermali, biostromali

e per le alluvioni del Flumini Mannu; questi ultimi due litotipi affiorano però per tratti

estremamente limitati e perdono quindi significato sostanziale relativamente alla

circolazione idrica sotterranea. Circa le formazioni vulcaniche, anche queste per

buona parte, come precedentemente descritto, presentano marcati fenomeni di

alterazione fino a produrre veri e propri giacimenti di argille caoliniche. Fenomeni di

argillificazione si sviluppano con estrema frequenza anche entro le brecce di frizione

relative alle faglie che interessano le vulcaniti in oggetto, e che pertanto rendono

impermeabili o scarsamente permeabili, in termini generali, queste linee di

dislocazione tettonica. I prodotti piroclastici ("trachiti di Serrenti"), pur mostrandosi

sani e privi di componente argillosa, sono anch'essi impermeabili. Ciò è dovuto alla

struttura intrinseca della roccia che non presenta porosità, nel senso stretto del

termine, ma bensì caratteri di bollosità legati alle frazioni pomicee; inoltre il grado di

saldatura dei vari componenti clastici (litici, pomici e cristalli) è elevato in funzione

delle temperature relativamente alte alle quali è avvenuta la messa in posto. La

complessiva impermeabilità di queste formazioni, e pertanto l'assenza di acquiferi

profondi nel territorio in oggetto, è messa in evidenza da alcune perforazioni di

interesse idrogeologico, eseguite in territori limitrofi, e riportate nello "Studio organico

delle risorse idriche sotterranee della Sardegna - II Fase (Prog Cassa 25/96)" della

Cassa per il Mezzogiorno (Tab.1). Le sorgenti, tutte a carattere stagionale e

strettamente connesse con gli apporti meteoric, pertanto sono caratterizzate da

portate variabili e non rilevanti e risultano ubicate entro il complesso arenaceo-

conglomeratico miocenico.

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Pertanto per quanto concerne la permeabilità dei complessi litologici affioranti,

questa è stata suddivisa in tre grandi classi qualitative, che possono essere così

indicate:

I) Complessi ad alta permeabilità per porosità

II) Complessi a bassa permeabilità per porosità

III) Complessi a bassa permeabilità per fessurazione

Questa suddivisione tiene conto delle caratteristiche peculiari dei complessi rilevati,

così è stato possibile raggruppare i litotipi presenti nel seguente ordine:

Complessi ad alta permeabilità per porosità sono da considerarsi le alluvioni

Quaternarie.

Complessi a bassa permeabilità per porosità sono stati identificati nei livelli costituiti

da suoli e colluvi dei fondovalle. Questi depositi sono resi impermeabili dalla

componente argillosa che costituisce parte integrante della loro matrice.

I complessi a bassa permeabilità per fessurazione sono stati identificati sia nelle

rocce vulcaniche sia nelle successioni sedimentarie terziarie.

2.7 AUTORIZZAZIONE ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITÀ Nella tabella seguente sono riportati gli atti autorizzativi rilasciati per l’esercizio

dell’attività in oggetto.

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Tabella 2-7-1 Documenti e atti autorizzativi intercorsi tra la società e le Istituzioni interessate.

Documento Finalità Ente Data

Concessione/

Autorizzazione

Costruzione impianto Comune di Serrenti n° 37 del 25.06.1987 n° 26 del 19.04.2000 aut. Ed. 09.02.2005

Dichiarazione Conformità alle norme in materia di emissioni in atmosfera

SUAP Comune di Serrenti

prot. n° 5156

Rinnovo iscrizione Recupero rifiuti Provincia MC Assessorato Ambiente

26.05.2008

n° 005

Autorizzazione Ricerca acque sotterranee

Provincia MC n° 256A

11.05.2011

Autorizzazione Scarico acque reflue SUAP Comune di Serrenti

10.06.2011

n°3003

3 POTENZIALI FONTI D’IMPATTO L'esame delle varie fasi in cui si articola il processo produttivo ha permesso di

individuare quelle azioni capaci di generare impatti diretti nei confronti delle

componenti ambientali, e di conseguenza sulle persone, nella fase di esercizio

dell’impianto.

In particolare per quanto riguarda gli aspetti legati alla conformazione e all'integrità

fisica del luogo si devono esaminare le attività che possono provocare fenomeni di

inquinamento localizzato come l'emissione di polveri e rumori, l'inquinamento dovuto

a traffico veicolare, ecc. Tali fenomeni indubbiamente concorrono, nella maggioranza

dei casi, a generare un quadro di degrado paesaggistico soprattutto in territori già

compromessi dall'antropizzazione forzata.

Nel nostro caso, trattandosi di una modifica gestionale (un maggior numero di ore di

esercizio dell’impianto con un maggiore quantitativo di ceneri utilizzate) ragioneremo

su come l’attività non produrrà impatti significativi sulle componenti ambientali.

3.1 PRODUZIONE DI POLVERI La produzione di polveri è di due tipi:

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• diffusa

• puntuale

Quella diffusa è dovuta essenzialmente al traffico veicolare pesante all’interno del

piazzale dello stabilimento.

Il piazzale è realizzato in calcestruzzo armato ed è in ottimo stato di conservazione,

quindi la possibilità di produzione di polveri è molto bassa. Nel periodo estivo si ha

l’accortezza di mettere in atto una costante bagnatura rendendo quindi praticamente

assente il sollevamento di polveri. Nel periodo invernale nel piazzale, a causa delle

piogge, è normale la formazione di una fanghiglia che renderà praticamente assente

il sollevamento di polveri diffuse. Anche nell’area dove vengono stoccati gli inerti la

produzione di polveri è impedita dalla bagnatura che soprattutto nelle giornate

ventose viene effettuata ogni qualvolta si procede all’approvvigionamento dei

materiali (Foto 8 e 9). Si avrà, anche in condizioni di ventosità, un impatto

trascurabile sulle persone e sulle aree vicine.

Foto 8

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Foto 9

La produzione puntuale di polveri avviene nei seguenti punti:

• nei silos del cemento

• nel silo delle ceneri

• nella bilancia

• nel punto di carico delle betoniere

Per l’abbattimento delle polveri prodotte nei silos del cemento (Punti Emissione

Autorizzati E1 e E2) è stato installato in sommità un filtro a maniche SILOTOP WAM

R01 (Foto 10). Questi filtri sono costituiti da una struttura cilindrica rinforzata e sono

particolarmente indicati nei casi di trasporto pneumatico ad alta concentrazione di

polvere. La parte filtrante della macchina è costituita da una piastra che contiene

sette elementi filtranti in tessuto non tessuto Polypleat. Per la pulizia degli elementi si

utilizza un forte getto in controcorrente di aria compressa. Un sistema di regolazione

e taratura automatico mantiene efficiente il filtro provvedendo a pulire gli elementi

filtranti e al recupero delle particelle di cenere che durante la fase di filtrazione

intasano gli stessi elementi.

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La fase di filtrazione descritta avviene durante il carico del silo.

Per l’abbattimento delle polveri prodotte nel silo delle ceneri (Punto Emissione

Autorizzato E3) è stato installato in sommità un filtro CAMS FCSI 3/1 (Foto 11).

Questi filtri sono costituiti da una struttura cilindrica in acciaio AISI 304 BA. Il sistema

filtrante è del tipo a calze verticali ed è costituito da 3 calze di dimensione Ø 120x830

mm per una superficie filtrante di 1 m² in agugliato poliestere. Per la pulizia degli

elementi si utilizza un forte getto in controcorrente di aria compressa. Un sistema di

regolazione e taratura automatico mantiene efficiente il filtro provvedendo a pulire gli

elementi filtranti e al recupero delle particelle che durante la fase di filtrazione

intasano gli stessi elementi.

La fase di filtrazione descritta avviene durante il carico del silo.

Foto 10

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Foto 11

Sulla bilancia che provvede al dosaggio del cemento e delle ceneri (Punto Emissione

Autorizzato E4) è installato un filtro HOPPERJET R01 (Foto 6). I filtri HOPPERJET

sono filtri poligonali utilizzati per funzionamento continuo, sono adatti alla maggior

parte delle applicazioni per la completa assenza di ristagni. Sono dotati di sistema di

pulizia ad aria compressa.

E’ realizzato con corpo completamente in AISI e grazie alla sua forma è

completamente esente da ristagni di materiale. La particolare conformazione

unitamente alla pulizia ad aria compressa lo rende utilizzabile in molti settori e

particolarmente per l’alimentare e la chimica. Le operazioni di manutenzione sono

semplificate dalla particolare forma e non necessita della disconnessione dalle

utenze (aria compressa e alimentazione).

Nel filtro HOPPERJET può essere installato come elemento filtrante il Polypleat o la

tasca. La superficie filtrante è di 2 m² nel caso di Polypeat e 0,5 m² nel caso della

tasca.

Per la depolverazione del “doccione” durante il caricamento delle autobetoniere

(Punto Emissione Autorizzato E5) (Foto 12) è stato installato un filtro depolveratore

DRYBATCH WAM. Il filtro poligonale DRYBATCH è costituito da un modulo filtrante

orizzontale, un sistema di pulizia ad aria compressa integrato nel portellone

d’ispezione ed una ventola d’aspirazione.

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Caratteristiche tecniche:

Superficie filtrante: 70 mq.

Elettroventilatore centrifugo da 11 Kw (15 Hp) “silenziato”.

N° 72 elementi filtranti disposti su tre file.

Sistema di pulizia tasche a controsoffiaggio d’aria, pressione di esercizio compresa

fra 5 e 6 bar. Serbatoio aria compressa con valvola scarico condensa. Carpenteria in

acciaio inox inossidabile AISI.

Foto 12

Dei filtri citati si allega la scheda tecnica e i risultati dei campionamenti effettuati nel

mese di Luglio 2010.

In conseguenza del maggiore quantitativo di ceneri trattate saranno più frequenti gli

interventi di manutenzione sui sistemi filtranti, secondo quanto previsto nelle schede

tecniche delle singole apparecchiature.

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3.2 ACQUE DI FALDA L’attività in oggetto, presente e futura, non costituisce una potenziale fonte di

inquinanti in quanto non vengono prodotti reflui di alcun genere dall’attività produttiva

che possano generare un qualsivoglia problema di inquinamento idrico. Inoltre i rifiuti

trattati (ceneri volanti) vengono movimentati e stoccati in contenitori stagni e non

sono mai a contatto col terreno ne col piazzale realizzato in calcestruzzo armato.

Come già detto in precedenza, dalle ricerche ed indagini effettuate, sia bibliografiche

che in situ, risulta la complessiva impermeabilità delle formazioni geologiche presenti

nel territorio, pertanto vi è assenza di acquiferi profondi e le sorgenti sono tutte a

carattere stagionale e strettamente connesse con gli apporti meteorici, caratterizzate

da portate variabili e non rilevanti e risultano ubicate entro il complesso arenaceo-

conglomeratico miocenico.

Inoltre ricordiamo come le acque meteoriche sono convogliate dalle pendenze del

piazzale in calcestruzzo in una vasca d’accumulo e da qui riutilizzate secondo il flow-

sheet di pagg. 17/18 e i percorsi riportati nella Tavola 1.

Per quanto precedentemente illustrato sul sistema di stoccaggio delle ceneri e sul

sistema di raccolta delle acque meteoriche, nessun pericolo di inquinamento della

falda può esservi se sono mantenuti in perfetta efficienza i silos, il piazzale in

calcestruzzo e le vasche di raccolta delle acque.

Si allega un bollettino d’analisi dell’acqua utilizzata nel ciclo produttivo.

3.3 RIFIUTI SOLIDI Dall’attività in esame non vengono prodotti materiali che possano definirsi rifiuti. Solo

dalle operazioni di lavaggio delle betoniere e di pulizia delle vasche d’accumulo

dell’acqua provengono materiali di risulta che sono regolarmente smaltiti. Nell’anno

2010 i materiali, con relativi codici CER, e le quantità smaltite sono stati:

• Scarti di lavorazione (CER 101311): 1.100 t

• Ferro e acciaio (CER170405): 420 Kg

• Rifiuti contenenti altre sostanze pericolose (CER 160709): 400 Kg

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3.4 RUMORE L'inquinamento acustico è dovuto essenzialmente al funzionamento delle macchine

dell’impianto. In stabilimento non sono previste lavorazioni notturne, le attività si

svolgono nelle normali ore lavorative dei giorni feriali.

Altre fonti di rumore sono il traffico dei mezzi lungo l'arteria di collegamento, il

trasporto, lo scarico ed il carico dei materiali. Negli ultimi anni, sono stati elaborati, in

vari paesi diversi indici che in base a fattori diversi tentano di prevedere il livello di

"annoyance", (risentimento mostrato per il disturbo della privacy) manifestato dalla

popolazione all'esposizione a incrementi di rumore. La distanza dell’impianto dai

primi nuclei dell’abitato è di circa 500 m, ma la conformazione planoaltimetrica dei

luoghi è tale da prevenire qualsiasi azione di disturbo. Com’è noto, ogni qualvolta la

distanza dalla fonte sonora raddoppia, il livello di pressione sonora residua viene

ridotto di 6 dB(A), in quanto la pressione residua è inversamente proporzionale al

quadrato della distanza dalla fonte.

L'impatto delle emissioni sonore: disturbo della quiete, impatti sulla salute e sugli

ecosistemi, è funzione del numero delle fonti e del livello sonoro emesso, della

periodicità delle emissioni, della presenza di fattori attenuanti, della distanza dai

ricettori sensibili e dei livelli sonori di fondo.

In data 19 Luglio 2010 è stato redatto da professionista competente in acustica

ambientale il “rapporto di valutazione delle immissioni sonore”. Le prove strumentali

sono state effettuate il giorno 12 Luglio 2010.

Il rapporto conclude affermando che “Il risultato dello studio è che l’esercizio

dell’impianto per la preparazione di calcestruzzo preconfezionato da parte della

società Calcestruzzi S.p.A. ubicato nella zona artigianale in località “Serra Pulixi” nel

territorio del comune di Serrenti (VS), con le indicazioni riportate nella presente

relazione tecnica, è compatibile con il rispetto dei vincoli ambientali acustici nell’intera

area interessata”.

Nella tabella seguente si riportano i risultati delle suddette rilevazioni.

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3.5 CARATTERISTICHE DI ACCESSO E TRAFFICO Gli effetti sulla viabilità sono causati dal movimento degli automezzi pesanti in arrivo

e in partenza dall’impianto (principalmente betoniere, autocisterne, autocarri).

Il traffico in generale comporta per i luoghi in cui si manifesta, aumento di rumore,

inquinamento e polveri, ma in questo caso la situazione trae vantaggio dal fatto che

l'area presenta una buona accessibilità sulla SS 131.

Se poniamo in relazione diretta il traffico pesante che interessa lo stabilimento con la

produzione, che potrebbe aumentare nell’anno a seconda delle richieste del mercato

e quindi ipotizzando un aumento del volume di traffico di circa due volte, si può

sostenere che l’aumento può essere smaltito senza problemi sia dalla strada di

penetrazione sia dalla SS 131. Infatti, viste le caratteristiche e i volumi di traffico dal

quale sono interessate, possono continuare a smaltire agevolmente il volume di

traffico pesante generato dall’attività produttiva.

Infine si sottolinea come il traffico dei mezzi pesanti non ha alcuna interferenza con il

tessuto urbano.

3.6 PRESENZA DI SOSTANZE TOSSICHE Non è previsto l’impiego di sostanze tossiche nelle fasi del processo produttivo. Il calcestruzzo preconfezionato non è classificato pericoloso ai sensi della Direttiva

1999/45/CE del Parlamento europeo e del consiglio del 31 maggio 1999, relativa alla

classificazione, all’imballaggio e all’etichettatura dei preparati pericolosi, modificata

dalla Direttiva 2001/60/CE della Commissione del 7/8/2001, ma risulta essere

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irritante a causa del pH elevato (presenza di alcali). L’eventuale presenza di sali di

cromo (VI) nel cemento, potrebbe dare origine a sensibilizzazione cutanea.

Gli additivi utilizzati: fluidificanti, superfluidificanti, acceleranti, ritardanti di presa non

sono classificati come pericolosi secondo la Direttiva 1999/45/CE. In ogni caso per

informazioni e consigli sulle norme di sicurezza e per l’utilizzo e conservazione di

questi prodotti chimici, l’utilizzatore deve far riferimento alla più recente Scheda di

Sicurezza, contenente i dati fisici, tossicologici ed altri dati relativi in tema di

sicurezza.

3.7 EMISSIONE DI ODORI MOLESTI L’attività di produzione di calcestruzzo non produce alcun odore molesto.

3.8 ALTERAZIONI VISUALI E PAESAGGISTICHE In relazione al fatto che nessuna modifica viene apportata all’impianto, non sono da

rilevare alterazioni delle attuali relazioni visuali.

4 MITIGAZIONE Elenchiamo di seguito le principali misure precauzionali idonee a mitigare i disturbi.

4.1 POLVERI Come già illustrato in precedenza, la polvere stradale sollevata dalla movimentazione

dei mezzi di trasporto, in particolare betoniere, autocisterne e autocarri, può essere

ridotta al minimo grazie alla buona manutenzione delle strade e mettendo in atto gli

accorgimenti idonei ad evitare la dispersione di pulviscolo come la bagnatura dei

piazzali soprattutto in periodo estivo.

Per le emissioni convogliate saranno necessari più frequenti interventi di controllo e

manutenzione.

4.2 RUMORE La presenza di rumori e vibrazioni sarà contenuta a livelli previsti dalla vigente

normativa dalla presenza di strutture di carenatura ed insonorizzazione sulle

macchine che generano rumore.

4.3 REGOLAMENTI GESTIONALI

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Si adotteranno tutti gli accorgimenti e i dispositivi antinquinamento per mezzi di

trasporto e macchinari (marmitte, sistemi insonorizzanti, ecc.).

Per la rete di canalizzazione acqua dal piazzale non vi è necessità di ulteriori

particolari accorgimenti, salvo la pulizia periodica della vasca d’accumulo e delle vie

di scolo.

Si applicheranno infine gli opportuni regolamenti di sicurezza volti a prevenire i rischi

di incidenti sia per quanto riguarda la sicurezza dei lavoratori sia per quanto riguarda

l’ambiente.

5 PIANO DI MONITORAGGIO Sulla base dell’attività condotta nell’ambito dell’analisi ambientale, l’Azienda ha già in

atto un sistema di valutazione e registrazione degli effetti ambientali connessi con

l’attività.

Nel corso di questa operazione sono registrati gli effetti ambientali connessi ai fattori

di impatto più significativi del sito:

• parametri chimici e fisici dell’aria dell’acqua;

• valutazione del rumore.

5.1 QUALITÀ DELL’ARIA L’analisi della qualità dell’aria è condotta in corrispondenza dei punti di emissione

(silos del cemento e delle ceneri, bilancia e punto di carico delle betoniere), tutti

provvisti di filtri, ma anche per le emissioni diffuse, in modo da valutarne la reale

efficienza e provvedere, oltre alle manutenzioni ordinarie come previsto dalle relative

schede tecniche, a quegli interventi straordinari nel caso le analisi rivelassero un

malfunzionamento o un danno agli elementi filtranti o ad altre parti

dell’apparecchiatura.

L’efficienza sarà tale da garantire, in tutte le condizioni di funzionamento, un valore di

emissione di polveri totali non superore a 10 mg/mc a 0 °C e 0,101 MPa.

La Ditta dovrà adottare un apposito registro di marcia dell’impianto, con pagine

numerate e firmate dal Responsabile dell’impianto, per l’annotazione di quanto sotto

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specificato:

• giornalmente l’inizio e la fine dell’attività;

• interventi di manutenzione ordinaria e/o straordinaria;

• guasti accidentali nonché le interruzioni dell’impianto produttivo;

• la data, l’orario e i risultati dei controlli alle emissioni nonché le caratteristiche

di marcia dell’impianto nel corso dei prelievi.

Si effettua il controllo analitico delle emissioni determinando annualmente la quantità

di polveri totali.

Il tutto in conformità all’allegato C1, p. 9, della Determinazione n° 1180 / II del 23

maggio 2002 della Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato della Difesa

dell’Ambiente, Servizio Antinquinamento Atmosferico e Acustico.

5.2 QUALITÀ DELL’ACQUA L’analisi della qualità dell’acqua verrà condotta verificando il rispetto dei parametri

indicati dalle normative di legge vigenti.

E’ previsto il monitoraggio annuale delle acque sia di approvvigionamento esterno

(dal pozzo) che di ricircolo.

5.3 RUMORE 5.3.1 AZIONI DI MONITORAGGIO RIGUARDANTI LA RUMOROSITÀ

DELL’IMPIANTO • Esposizione a rumore (D. Lgs. n. 195/2006).

Il datore di lavoro deve valutare l’inquinamento ambientale da rumore prodotto

durante l’attività lavorativa in modo da definire, per ciascun lavoratore, il livello di

esposizione personale giornaliero o settimanale e le conseguenti misure di

prevenzione che, per legge, è necessario adottare (informazione e formazione dei

lavoratori, sorveglianza sanitaria, utilizzo dei dispositivi di protezione per l’udito).

Obbligo del datore di lavoro è quello di ridurre al minimo possibile i rischi derivanti

dall’esposizione al rumore mediante misure tecniche, organizzative, procedurali,

privilegiando gli interventi alla fonte.

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Una nuova valutazione è necessaria quando variano le situazioni di rischio o quando

si modifichino i cicli produttivi, in ogni caso con cadenza almeno quadriennale.

L’Azienda procede regolarmente all’effettuazione delle valutazioni del rumore.

• Rumore verso l’esterno (L. 447/1995).

La “legge quadro” sull’inquinamento acustico 26 ottobre 1995 n. 447 definisce gli

obblighi per le imprese e le autorità di controllo. In particolare per ogni classe di

destinazione d’uso del territorio e per zone sono definiti i limiti massimi di rumorosità,

diurni e notturni e il differenziale massimo in dB tra il livello equivalente di rumore

ambientale e quello del rumore residuo. In caso di non rispetto dei limiti imposti, il sito

deve presentare e concordare con il comune il piano di risanamento acustico. La

legge 477 del 1995 non è immediatamente operativa; questo significa che in attesa

della suddivisione del territorio comunale nelle zone acustiche vale quanto previsto

dal DPCM 1° Marzo 1991. L’indice atto a caratterizzare la rumorosità è il Livello

continuo equivalente ponderato secondo la curva A (sinteticamente LAeq), rilevato

utilizzando un microfono, dotato di cuffia antivento, posizionato ad una altezza pari a

1.50 metri di altezza dal terreno, orientato verso la sorgente specifica e ad una

distanza tale da non risentire dell’influenza di qualsiasi superficie riflettente.

Nel territorio comunale di Serrenti è stata effettuata la suddivisione in zone acustiche

e l’area in esame appartiene alla classe V.

Nel dettaglio i valori massimi di rumorosità ammessa in funzione della destinazione

d’uso del territorio sono:

Una nuova valutazione è necessaria quando si modificano i cicli produttivi o le attività

in modo da pregiudicare l’impatto acustico verso l’esterno.