Strategia e Politica aziendale - Home Page-Dip.Economia ... · CONCORRENTI ENTRANTI POTENZIALI...
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Strategia e Politica aziendale
Prof. Andrea Beretta Zanoni Università degli Studi di [email protected]
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1. Focalizzazione sul processo di formulazione della strategia
(modelli basati su apprendimento, cultura, politica);
2. Teoria economica della Strategia (modelli basati sul
posizionamento competitivo)
- strutturale;
- RBV
La fase analitica
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• Critica al razionalismo intenzionalista della fase pre analitica;
• Ansoff: rigidità processo strategico;
• Harvard: processo “ingenuo” (“Biblico – Mintzberg);
• Quale processo per la formulazione della strategia?
Modelli basati su apprendimento, cultura e politica
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Tipologia di processi (Hart 1992)
• Militare: leader;
• Culturale: partecipazione e simboli;
• Razionale: tecnica;
• Transattiva: apprendimento;
• Generativa: iniziativa autonoma dal basso.
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• La visione strategica;
• L’apprendimento;
• I fenomeni emergenti;
• Le relazioni di potere.
In questi modelli assumono rilevanza
Ignoranza parziale non solo nella relazione con
l’ambiente ma anche nel governo del processo
interno decisionale.
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Normann: la business idea
1. Processi decisionali complessi come processi di apprendimento collettivo.
Nel processo di apprendimento assumono rilevanza:
- lo sviluppo della conoscenza;
- governo del sistema di potere;
- presenza di una forza trainante
2. Apprendimento strategico collegato ad una visioneimprenditoriale.
Laddove l’apprendimento strategico guidato dalla visione abbia successo
Business idea
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Mintzberg: la strategia emergente
1. La strategia non si formula ma si forma;
2. Strategia come risultato dell’interazione di diversi fenomeni:
•scelte deliberate o intenzionali;
•scelte deliberate e non realizzate;
•scelte realizzate non intenzionali.
3.La pianificazione formale non genera la strategia ma partecipa alla sua definizione;
4.La pianificazione consente di rappresentare le implicazioni della strategia.
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• Posizionamento competitivo o strategico: quanto in un sistema
competitivo l’impresa si trova in posizione favorevole o sfavorevole
rispetto ai concorrenti;
• Concetto presente anche nella fase pre analitica (matrici di
posizionamento);
• Nella fase analitica il concetto si sviluppa a partire da Caves e
Porter (1977);
• Focalizzazione sulle condizioni di sovraredditività (rinvio);
• Due famiglie di modelli: posizionamento strutturale / posizionamento
basato sulle risorse.
Modelli basati sul posizionamento competitivo
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• Origine: Industrial Economics e paradigma struttura-condotta-
performance (Mason, Bain);
• Relazione tra struttura dei settori (costi fissi, cncentrazioni,
integrazione, ecc.), comportamento delle imprese (politiche di
prezzo, di cooperazione, ecc.), efficienza del sistema (in termini di
efficienza allocativa);
• Bain: relazione tra grado di concentrazione del settore e profitto
medio.
Posizionamento competitivo di tipo strutturale
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• Costi che gravano sui nuovi entranti e non sui concorrenti già
presenti (incumbent);
• Gli incumbent possono così ottenere rendite (profitti) che non
inducono nuovi ingressi (e quindi non portano in equilibrio il
sistema);
• Per capire: un sistema sarebbe totalmente privo di barriere
all’ingresso se il potenziale entrante:
1. può avere accesso alla stessa tecnologia degli incumbent;
2. valuta la convenienza dell’ingresso agli stessi prezzi.
Concetto di barriera all’ingresso
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• Oggetto: no efficienza allocativa ma comportamento
(strategico) delle imprese. Definizione implicita (e poi
esplicita) di comportamento strategico (rinvio);
• Primo lavoro scientifico: Caves e Porter, 1977.
Da industrial economics a strategia
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• Barriere anche di tipo endogeno (comportamento strategico);
• Non solo barriere all’ingresso ma anche barriere alla mobilità
(matrici di segmentazione);
• Redditività:
- attrattività strutturale (settore / raggruppamento);
- posizionamento nel settore o nel raggruppamento.
Caves e Porter, 1977
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Attrattività strutturale (Porter)
Intensitàcompetitiva
Minacce nuovi entranti
Potere contrattuale fornitori
Potere contrattuale clienti
Minacce prodotti sostitutivi
SETTORE XY
SEGMENTO A
INTENSITA’COMPETITIVA
Minacce nuovi entranti
Minacce prodotti sostitutivi
Potere contrattuale
fornitori
Potere contrattuale
clienti
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FUNZIONALITA’ DEL PRODOTTO
A B C
A
B
C
Matrice di segmentazione (esempio)
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Le determinanti strutturali delle cinque forze
Intensità della concorrenza• numero e frammentazione dei concorrenti;• ciclo di vita del sistema competitivo;• diversità tra i concorrenti e tra i prodotti;• grado di differenziazione potenziale dei prodotti/servizi;• livello dei costi fissi;• livello delle barriere alla mobilità;• livello delle barriere all’uscita.
Livello del potere negoziale di fornitori e clienti• numero e frammentazione del mercato di sbocco e del mercato di approvvigionamento;
• disponibilità di prodotti sostitutivi per i clienti o per l’impresa rispetto ai fornitori;
• livello di integrazione dei clienti e dei fornitori;• sensibilità al prezzo;• identità del marchio;• informazioni in possesso del cliente e dl fornitore;• rilevanza del prodotto/servizio venduto o acquistato.
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Entranti potenziali
• economie di scala e quantità di capitale richiesto per avviare l’attività;
• facilità di accesso alla tecnologia e ai fattori produttivi specifici;• effetti di esperienza e apprendimento;• accesso ai canali di distribuzione;• accesso ai fattori produttivi;• forza dei marchi già presenti nel sistema competitivo;• azioni legislative volte a proteggere il sistema competitivo dainuovi ingressi.
Disponibilità di prodotti/servizi sostitutivi
• numerosità dei prodotti/servizi sostitutivi;• prezzo delle offerte sostitutive;• propensione dell’acquirente alla sostituzione.
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Offerta
Materie primeTecnologiaSindacalizzazioneDurabilità del prodotto Valore/pesoAttitudini commercialiPolitiche pubbliche
Domanda
Elasticità del prezzoProdotti sostitutiviTasso di crescitaCaratteristiche cicliche e stagionaliMetodi di acquistoTipo di marketing
Numero di venditori e compratoriDifferenziazione del prodottoBarriere all’entrataStruttura di costoIntegrazione verticalePresenza di imprese conglomerate
Comportamento di prezzoStrategia di prodotto e pubblicitariaRicerca e innovazioneInvestimento in impiantiTattiche legali
Efficienza allocativa e di prodottoProgresso Pieno impiegoEquità
STRUTTURA DI MERCATO
CONDOTTA
PRESTAZIONI
CONCORRENTI
ENTRANTI POTENZIALI
PRODOTTI SOSTITUTIVI
CLIENTIFORNITORI
Le cinque forze e l’approccio strutturalista
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• La struttura dà origine ad una redditività media del settore /
raggruppamento;
• Il posizionamento dà origine alla specifica redditività
dell’impresa in quel settore/segmento;
• Vantaggio di costo;
• Vantaggio di differenziazione;
• Vantaggio di costo o di differenziazione “focalizzato”.
Efficienza posizionamento nel sistema competitivo
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• Modo in cui le attività vengono svolte rispetto a come le
svolgono i concorrenti (catena del valore);
• Relazione fra modalità di svolgimento delle attività e le
determinanti strutturali di costo e di differenziazione
(economie di scala, localizzazione geografica, modello di
utilizzazione capacità produttiva, integrazione verticale,
fattore tempo, fattori istituzionali, ecc.)
La posizione competitiva (costo/differenziazione) dipende da:
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• La struttura del settore determina la redditività media;
• Alcune imprese possono focalizzarsi su determinati segmenti
(dando vita a raggruppamenti) protetti da barriere alla
mobilità;
• All’interno del settore / raggruppamento alcune imprese
riescono ad ottenere posizioni di vantaggio (di costo o di
differenziazione).
Posizionamento strutturale in sintesi
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• Analisi forze competitive, dimensione, tasso di crescita del
sistema competitivo;
• Viene valutata la posizione competitiva (SWOT);
• Scelta dell’approccio strategico:
• Miglior posizionamento data la struttura
competitiva e la SWOT;
• Azioni volte a influenzare i rapporti di forza tra i
diversi attori;
• Anticipare i cambiamenti strategici.
Processo di scelta strategica secondo Porter
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1. Identificare le principali variabili che hanno influenze
significative sul comportamento strategico: ciclo di vita del
prodotto;
2. Identificare le “strategie tipo” in relazione alle variabili
ambientali (esperienza e ricerca empirica);
Evoluzioni nell’analisi del posizionamento competitivo –
Hofer ,1975
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VARIABILE INTRODUZIONE CRESCITA MATURITA’ SATURAZIONE DECLINO
VARIABILI DI MERCATO E DI COMPORTAMENTO DEI CONSUMATORI
Bisogni dei consumatori;Frequenza d’acquisto.
Bisogni dei consumatori;Grado concentrazione dei clienti;Frequenza di acquisto.
Segmentazione del mercato;Bisogni degli acquirenti;Frequenza di acquisto;Grado concentrazione dei clienti.
Dimensione del mercato;Segmentazione mercato;Elasticità domanda;Fedeltà acquirente;Stagionalità / Ciclicità
Dimensione del mercato;Elasticità domanda;Fedeltà acquirente;
VARIABILI LEGATE ALLA STRUTTURA DEL SETTORE
Unicità del prodotto;Tasso di innovazione tecnologica nel design del prodotto.
Tipo di prodotto;Tasso di innovazione tecnologica nel design del prodotto;Barriere all’entrata.
Grado differenziazione del prodotto;Struttura prezzo/costo;Curva dell’esperienza;Grado di integrazione;Economie di scala.
Grado differenziazione del prodotto;Struttura prezzo/costo;Curva dell’esperienza;Grado di integrazione;Economie di scala.
Grado differenziazione del prodotto;Struttura prezzo/costo;Costi distribuzione e trasporti
VARIABILI LEGATE AI CONCORRENTI
Grado di specializzazione all’interno del settore.
Grado di specializzazione all’interno del settore;Grado di utilizzazione della capacità.
Grado concentrazione dei fornitori;Aggressività della competizione;Grado specializzazione del settore
Grado specializzazione del settore;Grado di utilizzazione della capacità.
VARIABILI LEGATE AI FORNITORI
Grado di concentrazione dei fornitori.
Grado concentrazione dei fornitori;Variabilità disponibilitàdi materie prime.
Variabilità disponibilitàdi materie prime.
VARIABILI AMBIENTALI Tassi di interesse GNP trend;
Offerta di moneta.GNP trend; Normative antitrust.
Crescita della popolazione;Stili di vita.
Tassi di interesse;Età della popolazione.
CARATTERISTICHE E RISORSE DELL’ORGANIZZAZIONE
Qualità dei prodotti.Quota di mercato;Qualità dei prodotti;Intensità di marketing.
Quota di mercato;Qualità dei prodotti;Valore aggiunto;Intensità di marketing.
Quota di mercato;Qualità dei prodotti;Lunghezza ciclo produttivo;Tasso salario relativo.
Quota di mercato;Qualità dei prodotti;Lunghezza del ciclo produttivo;Tasso salario relativo.
Per ogni fase del ciclo di vita Hofer individua le variabili ambientali più rilevanti
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• Quali bisogni, o “funzioni d’uso?” (perché);
• Quali clienti? (chi);
• Con quale tecnologia/prodotto? (come).
Definizione del business model (strategia competitiva) –
Abell, 1980
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• Per ciascuna delle tre variabili si possono compiere due scelte:
• ampiezza offerta (scope);
• grado di differenziazione offerta (articolazione rispetto ai segmenti).
Abell, 1980
Approccio indifferenziato
(tutto il mercato non segmentato)
Approccio differenziato(tutto il mercato
segmentando l’offerta)
Approccio focalizzato (un solo segmento)
NO SI
RISTRETTO
AMPIO
DIFFERENZIAZIONE
SCO
PE
3 x 3 x 3 = 27
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Dal processo di definizione del business model emerge anche la business area (che dipende dalla modalità con cui si incontrano le diverse business definition).
Approccio indifferenziato
(tutto il mercato non segmentato)
Approccio differenziato
(tutto il mercato segmentando
l’offerta)
Approccio focalizzato
(un solo segmento)
NO SI
RISTRETTO
AMPIO
DIFFERENZIAZIONE
SP
ETT
RO
Imprese di tipo A• Clienti: focalizzazione su un segmento
(laboratori);• Funzioni: differenziazione (non solo
forni)
Imprese di tipo B• Clienti: differenziazione (non solo
laboratori);• Funzioni: focalizzazione (forni)
Arena competitiva
CLIENTI
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27
CLIENTI CLIENTI CLIENTI CLIENTI
ARENA COMPETITIVA
ARENA COMPETITIVA
ARENA COMPETITIVA
ARENA COMPETITIVA
• Focalizzazionesu clienti e su funzioni
• Focalizzazionesu clienti;•Differenziato /indifferenziatosu funzioni.
• Focalizzazionesu funzione;•Differenziato /indifferenziatosu clienti.
• Differenziato /indifferenziatosu clienti e su funzioni.
26
27
1. Il business model di un’impresa risulta da scelte relative alla
combinazione tra clienti/tecnologie/funzioni d’uso;
2. Il business (area competitiva) si forma in relazione all’incontro tra i
diversi business model;
3. Il settore coincide con un gruppo omogeneo di tecnologie e può
includere diverse arene competitive (le quali possono essere
trasversali rispetto ai settori)
Rapporto tra settore e business
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1. Evidenzia la centralità del bisogno (o funzione d’uso) nel
determinare le dinamiche competitive;
2. Utilizza come variabile anche la tecnologia e permette di
evidenziare la trasversalità dello spazio competitivo rispetto ai
settori.
L’area di business rispetto al “segmento” di Porter
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1. In Abell: il termine differenziazione è in realtà usato nel senso di
segmentazione e articolazione dell’offerta in relazione ai diversi
segmenti (in Porter è utilizzato come distinzione dell’offerta
rispetto ai concorrenti);
2. In Porter: sovrapposizione tra segmentazione e focalizzazione. In
realtà con segmentazione si intende l’utilizzo di diverse soluzioni
competitive in ciascun segmento; con focalizzazione si intende
l’aspetto dimensionale (ampiezza del mercato, numero di
segmenti serviti, ecc.)
Confronto Abell - Porter
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Chrisman, Hofer, Boulton, 1988
SEGMENTEDBENEFITFOCUS
SEGMENTED BENEFIT
SEGMENTEDCOST
FOCUS
SEGMENTEDCOST
FOCUSBENEFIT
MASS MARKETBENEFIT
FOCUSCOST
MASS MARKETCOST
DIFFERENZIAZIONE PERSEGMENTI
AMPIORISTRETTO
SPETTRO
INDIFFERENZIAZIONE PERSEGMENTI
AMPIORISTRETTO
SPETTRO
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Modelli basati sul posizionamento competitivo attraverso
le risorse (Resource Based View)
FORZE
DEBOLEZZE
MINACCE
OPPORTUNITA’
ANALISI INTERNA ANALISI ESTERNA
MODELLI DI ANALISI DEL VANTAGGIO
COMPETITIVO RBV
MODELLI DI ANALISIDEL VANTAGGIO
COMPETITIVO DI TIPOAMBIENTALE
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Collegamento diretto della posizione competitiva con la
disponibilità e l’impiego delle risorse aziendali (Barney,
1986)
Le risorse (materiali e immateriali) generano vantaggi competitivi
sostenibili quando:
1.sono rare (possedute da un numero limitato do concorrenti);
2.sono difficilmente imitabili;
3.sono difficilmente sostituibili con risorse succedanee;
4.sono impiegabili nei processi produttivi, favoriscono lo sfruttamento
delle operatività e la difesa dalle minacce.
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Alla base di queste caratteristiche ci sono una molteplicità di fenomeni.
Ad esempio l’imperfetta imitabilità dipende da:
1.modalità con cui le risorse sono state create o acquisite (modalità
specifiche e difficilmente reperibili);
2.forte “ambiguità casuale”, che impedisce ai concorrenti di ricostruire i
rapporti causa-effetto;
3.generale complessità competitiva.
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Più in generale
1. presenza di meccanismi formali volti alla tutela giuridica delle
risorse (IP);
2. livello di stabilità delle alleanze;
3. livello di idiosincrasia delle risorse (soprattutto tecnologiche);
4. tempo necessario per attivare meccanismi di imitazione.
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Chiarimento relativo al concetto di vantaggio
competitivo sostenibile
1. Vantaggio: modalità di creazione del valore (di successo) non
simultaneamente realizzata da altre imprese;
2. Sostenibile: quando le altre imprese non sono in grado di
riprodurre (in tempi e con costi sostenibili) quella modalità di
creazione di valore.
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Evoluzione verso le capacità e le competenze
(nell’ambito del filone RBV)
1. Risorse: stock di asset;
2. Capacità: modalità con cui le imprese utilizzano le risorse
(patterns of action);
3. Competenze: abilità organizzative che consentono l’utilizzo delle
risorse e delle capacità a fini strategici.
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Accomunando capacità e competenze si possono
distinguere:
1. Capacità di base: di tipo operativo, necessarie per attivare i
processi economici. Possedute da tutti i concorrenti (che le
esercitano in modo diverso);
2. Capacità dinamiche: attitudine all’innovazione e sviluppo
competitivo. Mentre le capacità di base garantiscono la
continuità dei processi, le capacità dinamiche introducono
discontinuità.
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Le capacità dinamiche (Teece 2007)
1. Capacità di apprendere e di intraprendere (dare senso alle
opportunità / minacce);
2. Capacità di realizzare business model che realizzano
innovazioni;
3. Capacità di combinare / riconfigurare tutte le risorse (capacità
stesse incluse).
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Modelli di sintesi
• A partire dagli anni ‘90 tentativi di sintesi;
• RBV: è già un macro modello di sintesi?
– sia processo, sia contenuto;
– sia struttura competizione (esterna) sia risorse (interna);
– sia apprendimento, sia pianificazione.
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L’aspetto più critico dei modelli di sintesi è rappresentato
dalla sintesi tra prospettiva clinica e prospettiva analitica
I modelli di sintesi avrebbero tre caratteristiche:
1. forte legame con disciplina di base;
2. si concentrano su problematiche specifiche per la strategia
(analisi, processi decisionali,ecc.);
3. sviluppano strumenti utili ai fini applicativi.
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Differenze fra i diversi modelli
PROCESSO CONTENUTO
CLINICI
ANALITICI APPRENDIMENTO POSIZIONAMENTO STRUTTURALE
POSIZIONAMENTO BASATO SULLE RISORSE
PROGETTAZIONE PIANIFICAZIONE
..
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