storie parallele di Augustus Merlin

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1 STORIE PARALLELE DI AUGUSTUS MERLIN IMPROBABILE DIARIO DI UN A UROR S alve e benvenuti a tutti coloro che in futuro leggeranno queste righe. Ora, molti di voi si staranno chiedendo chi sia il sottoscritto (o più probabilmente starete di- cendo: «Chi c.… sei?»)?. Be’, mi presento: il mio nome è Augustus Merlin. Bel nome, è? Altisonan- te al punto giusto, tradotto suona bene e chiaro. Ora molti si chiederanno: ma cosa c’entra ‘sto tipo con noi? Semplice io sono un Auror (sì, lo so, tutti voi sapete cos’è un Auror, una specie di super poliziotto, che poi tanto super non è. Senza bac- chetta, faremmo un baffo a Leroy Jethro Gibbs, oh!! Di che vi lamentate? Mi piace la televisione babbana, adoro i serial!), per l’esattezza un viceca- po. In pratica ho tutti gli oneri e zero onori: insom- ma noi acchiappiamo maghi oscuri, che poi molto spesso tanto oscuri non sono, sono solo un po’ più vivaci della media, e gli altri si prendono i meriti.

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storie parallele

di augustus Merlin

iMprobabile diario di un auror

salve e benvenuti a tutti coloro che in futuro leggeranno queste righe.Ora, molti di voi si staranno chiedendo chi

sia il sottoscritto (o più probabilmente starete di-cendo: «Chi c.… sei?»)?. Be’, mi presento: il mio nome è Augustus Merlin. Bel nome, è? Altisonan-te al punto giusto, tradotto suona bene e chiaro.

Ora molti si chiederanno: ma cosa c’entra ‘sto tipo con noi? Semplice io sono un Auror (sì, lo so, tutti voi sapete cos’è un Auror, una specie di super poliziotto, che poi tanto super non è. Senza bac-chetta, faremmo un baffo a Leroy Jethro Gibbs, oh!! Di che vi lamentate? Mi piace la televisione babbana, adoro i serial!), per l’esattezza un viceca-po. In pratica ho tutti gli oneri e zero onori: insom-ma noi acchiappiamo maghi oscuri, che poi molto spesso tanto oscuri non sono, sono solo un po’ più vivaci della media, e gli altri si prendono i meriti.

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Dopo questo preambolo mi chiederete di nuo-vo: ma con ‘sta storia e con noi che c’entri? A essere sincero... niente! È solo che, ogni tanto, mi piace mettermi in mostra, perciò, ho inizia-to a scrivere questo strano diario magico che ho comprato a Londra (sapete, dove comprano i personaggi famosi!), il venditore mi ha detto che ne ha uno uguale Harry Potter e una certa babbana che di nome fa J.K.Bowling o qualco-sa del genere. Mi ha detto che, fra i babbani, è molto famosa e ha tanti galeoni. Come dicono i babbani: fico, no?

Comunque, oggi avevo voglia di raccontare, perciò ora sto buttando giù queste due righe. Sa-pete, da quando noi Auror, per ordine di Kingsley, siamo stati messi a ronzare (be’ almeno un paio di noi ronzano di sicuro! Sono Animagus e non so in che schifezza si trasformino! Mi raccomando non ditelo a nessuno ...) intorno a Hogwarts, la mia vita e diventata un po’ movimentata, per ora non ho mai avuto a che fare con i vostri eroi, per me sono solo una gran rottura di scatole.

Il mio compito è stare lì intorno e organizzare i miei ragazzi per evitare che qualche malinten-zionato (e questi sono rognosi, visto che chis-sà perché hanno tutti la bacchetta) s’introduca e

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prelevi qualcosa (mi dispiace ma la natura della “qual cosa” è Top - secret anche per il diario).

Per ora ho già avuto un paio di scaramucce e una, addirittura, con quella pestilenziale della Ske-eter. Sì, proprio Rita Skeeter, voleva introdursi a Hogwarts di nascosto per trovare prove su non so quale complotto e, se non fosse per le nuove mi-sure di sicurezza, ci sarebbe riuscita. Sospetto che sia un Animagus ma, per ora, non ne ho le prove. È stata una caccia assurda, io e un mio collega l’abbiamo seguita per un po’, era incredibile: cor-reva con quei tacchettini che la facevano inciam-pare e la gonna alzata per poter muovere le gam-be. Era ridicola (e poco elegante, visto le mutande della nonna che portava)! Però, quando ha iniziato a lanciarci le sue penne magiche, la cosa e diven-tata surreale: il mio collega si è trovato travestito d’inchiostro e, pieno di penne, sembrava un pun-taspilli (io lo dico sempre: un buon incanto Prote-go e passa la paura). Morale della favola, alla fine ho dovuto farle un incantesimo delle pastoie per bloccarla (ridicolo, veramente ridicolo!) è finita a faccia a terra in mezzo all’allevamento di Knarl di quella sagoma di Hagrid (mi faccio certe risate con lui quando sono fuori servizio e poi come si fa a rinunciare ai suoi bicchierini di whisky incen-

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diario da mezzo litro). Ma la cosa più incredibile e che quando si è alzata, ha iniziato a sbraitare, voleva aver ragione a tutti i costi! Dovevate ve-dere come sfrecciava la sua penna sul taccuino: era tanto veloce che mi è sembrato che alla fine la carta fumasse.

Non sapete come mi son divertito quando ho tirato fuori il mio tesserino: l’ho vista sbiancare, non aveva la minima idea che fossi un Auror e per giunta un vice capo; pensava fossi uno della MAGICPOL! A quel punto non c’è l’ho fatta più e sono scoppiato a ridere (il che non è proprio pro-fessionale, ma è stato più forte di me). Aveva tutta la faccia sporca di… be’ diciamo terra di Knarl, i capelli arruffati stile pianta cespugliosa e rampi-cante e occhiali di traverso. Insomma un bel look stile “la bella fattoria” tutta piena di... heemm... terra di Knarl!

Quando l’ho raccontato ad Hagrid è stato due ore a ridere. Mi ha detto che appena avrebbe vi-sto (lo so, “avesse visto”, ma lui ha detto proprio “avrebbe visto”) la preside, le avrebbe raccontato la nuova barzelletta! Ma io dubito che quella, visto il manico di tornado cinque che ha su per il c… (si beh, avete capito), l’avrebbe gradita.

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Mi ricordo ancora di quando fu la mia inse-gnante: era tremenda nonostante fossi uno dei suoi migliori allievi (parole sue, non mie), vi garantisco che, dopo il diploma, quando frequentavo il corso Auror, passarono almeno un paio d’anni prima che non mi svegliassi la notte con sudori freddi lungo la schiena solo a ricordarla (forse ciò era dovuto ai gran casini che combinavo, mi ha detto che creavo più confusione da solo del mitico quartetto, io non sapevo se voleva essere un’offesa o meno, ma per me era un gran complimento!).

Ma torniamo a noi... dicevo che ho avuto un paio di scaramucce (beh devo essere sincero, la seconda volta ho sudato freddo!): era una sera di sabato, stavo quasi per finire il turno, ero di guardia a uno dei pos-sibili siti (sì, dove Kingsley pensava fosse nascosta la...”cosa”, chiamiamola così) vicino al lago. Era cir-ca mezzanotte, io stavo passeggiando rilassato lungo la riva aspettando che arrivasse il cambio, quando fi-nalmente notai una figura avvicinarsi. «Ciao Regis, era ora che arrivassi: mi stavo stufando! Sei un po’ in ritardo... sempre il solito!», ma stranamente la figura non rispose. A quel punto i miei sensi iniziarono a pizzicare strano: Regis è la persona più gioviale del mondo! Riprovai, questa volta più guardingo: «Re-gis sei tu?» nessuna risposta.

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Ormai la figura era circa a duecento metri da me e, finalmente, riuscivo a vederla decentemente. Di sicuro non era Regis, aveva il volto incappuc-ciato e il passo un po’ malfermo, claudicante direi (diciamo proprio storpio!!). Era molto grosso e il suo abbigliamento sembrava una tunica informe, se non fosse che non faceva freddo (eravamo ad ottobre) avrei pensato di aver davanti un dissen-natore. «Chi sei? Fermati e fatti riconoscere! Sono un Auror, se non ti fai riconoscere dovrò attaccar-ti!». Boccaccia mia! Dovevo stare zitto. Quello neanche risponde e mi lancia un incantesimo ba-stardo (dal colore e da come ha ridotto l’albero che ha colpito era di sicuro un Avada Kedavra). «Stupeficium» gridai di rimando. Che stupido! Come il peggiore dei dilettanti, ma quando uno ti lancia quel ca…. cavolo di incantesimo non è che rimani calmo: quello è un biglietto di prima classe per l’aldilà! E io preferisco l’aldiquà (anche perché ancora non ho assaggiato la famosa riser-va di Rosmerta e, sinceramente, vorrei assaggiare anche lei... se tanto mi da tanto...).

Comunque, quel bas... bestione, dicevo, para il mio incanto con un bel Protego e poi cerca di abbagliarmi con un Lumos Maxima che, in pra-tica, è come un flash moltiplicato per una decina

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di volte. Furbo l’amico! Io, per mia fortuna, sta-vo ad un passo da un albero (anche se comunque vedevo le striscioline e i puntini rossi!) e, senza farmi vedere, richiamai una grossa roccia verso di me (come? Accio roccia, chiaro!! Incantesimo non verbale, ma vi devo insegnare tutto!! E allo-ra quelle facce... ) che, per mia fortuna, si trova-va sulla traiettoria del mio amicone, lo stro… lo strano (non vorrei offendere qualcuno qualora in futuro leggesse questo diario). Comunque lui si gira e scarta sulla mia sinistra per evitare la roc-cia. Cosa che mi facilitò visto che lì c’era solo acqua, però, per non perdere il vizio, mi scaricò addosso almeno un paio di Diffindo. E vi assicu-ro che erano veramente tosti: uno, ha diviso l’al-bero dove cinque secondi prima mi ero riparato, mentre l’altro mi ha fatto una scriminatura niente male. Sei centimetri più a destra e avrebbe rovi-nato il mio profilo migliore! Questo tizio mi stava facendo impazzire; cercai di colpirlo con diversi Stupeficium, ma il tipo sembrava leggermi nella mente (e vi garantisco che con gl’incantesimi non verbali sono un drago) e riuscì a pararli tutti. Allo-ra cambiai tattica: mi lancia verso l’acqua. Il tipo, non capendo la tattica, rimase un attimo incerto il che mi fu sufficiente per scartare all’ultimo secon-

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do e lanciare una sequenza di incanti. Ragazzi fu una vera goduria: un Lumos Maxima per distrarlo (bisogna imparare dal nemico), due Stupeficium (uno alla sua destra e uno alla sua sinistra) e infi-ne un Pietrificus Totalis nel mezzo, scacco matto! Ma incredibilmente quella massa informe riuscì a uscirne indenne, ormai era sicuro: quel gran pezzo di terra di Knarl era un Legilimens.

Ero nel panico: un conto è combattere un catti-vone grosso e brutto, ma che se sei furbo lo fotti, un altro è combattere uno che, mentre hai l’adrena-lina a mille, ne approfitta per leggere le tue mosse e fotterti. E io, sinceramente, non ci tenevo, viste le buone intenzione del mio amico!

Cosa fare? Ero in svantaggio vicino al lago die-tro un costone, l’unica nota positiva era che il sito da proteggere era dietro di me. Lui invece era un Legilimens, aveva un’enorme area in cui trovare nascondiglio e non aveva nessuna remora. Oh!! Ca… caspita era nella terra di Knarl fino al collo (e voi lo sapete quanto puzza la terra di Knarl!!!).

Ad un tratto vidi dei movimenti sulla mia sini-stra al limitare della radura... come fregarlo? Poi ebbi un’illuminazione e agii: lanciai un Incanto Patronus e dalla mia bacchetta scaturì un bianco destriero unicornuto (sì beh, ok, unicorno! Era

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per dare più effetto... ) che si lanciò a testa bassa verso l’amico Jo (Jo sarebbe lo strano, il bestione, quello lì insomma! Ero stanco di dargli trecento epiteti), mentre questi si parava dalla carica lan-ciai di nuovo la stessa raffica di incanti di prima, cioè il Lumos Maxima, i due Stupeficium (stavol-ta nemmeno presi la mira) e il Pietrificus Totalis. Lui riuscì a pararli di nuovo senza difficoltà nono-stante il Patronus che gli danzava intorno carican-dolo.

Quello che l’amico Jo non si aspettava, era l’Incarceramus che lanciai insieme alla sequenza, bingo (come dicono i babbani; anche se non ho la più pallida idea di cosa sia, ma suona bene e mi piace)! L’amico Jo era fregato cadde come una pera matura e, mentre facevo la mia danza della vittoria, mi avvicinai a Jo. Ero pronto ad interro-garlo: ora era mio. Mentre mi avvicinavo iniziai a scorgere il suo viso: per la tunica lercia di Merlino quant’era brutto!! Sembrava uno di quegli stre-goni delle fiabe per bambini: pelle grinzosa, naso aquilino e due occhi neri come il manto di un dis-sennatore. Faceva paura! Roba da svegliarsi urlan-do nel cuore della notte! Mi fissava con sguardo di sfida, «Hey, bello!!! Guarda che sono io quello che ha vinto» mi venne d’istinto. Aveva un’aria

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cosi tronfia che mi faceva inc… (scusate) inca-volare. Ma lui non si scompose, ormai ero a due passi da lui, legato come un salame non muoveva un muscolo (che poi, quando sei legato dall’Incar-ceramus, è la cosa più sensata perché più ti muovi più stringe) con quella sua aria di superiorità. Poi, ad un tratto, parlò. Aveva uno strano accento, direi dell’est, mi disse «Stupito Auror penzi di aver fin-to? Qvesto e zolo il prinzippio, alla fine noi trion-feremo! Idiotha!!!» rimasi stupito, ma ancora più stupito quando udii una specie di risucchio e poi una luce fortissima che mi abbagliò per qualche istante. Quando riuscii di nuovo a mettere a fuoco lo sguardo il nostro amico era scomparso!!

Non era possibile! Le corde erano afflosciate in terra mentre un fumo denso e nero si disperdeva uniforme verso l’alto e dove prima c’era il simpa-ticone sgrammaticato ora c’era solo erba secca e le famose corde. L’incanto avrebbe dovuto trat-tenerlo, com’era possibile? Inoltre, come alcuni ben pensanti sanno, non ci si può smaterializzare all’interno dei confini di Hogwarts.

Iniziai a sudare freddo: questo non era il soli-to cattivo, questo era veramente un mago oscu-ro. Sono in pochi quelli che riescono a liberarsi da un Incarceramus ben lanciato e ancora meno

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quelli che riescono a smaterializzarsi a Hogwarts anche se quel fumo era sospetto (per ora non ne ho cavato uno Snaso dal buco). Dopo qualche mi-nuto arrivò Regis, il quale, con la sua solita aria da filibustiere, iniziò a scusarsi per il suo ritardo, ma quando vide la mia faccia si zittì. Poi azzar-dò con calma: «Merlin, ma cosa cavolo ti è suc-cesso? Sei distrutto ...». Poi, guardandosi meglio intorno, notò la devastazione del combattimento magico, sembrava fosse passata una mandria di ipogrifi «Ma cosa caspita è successo qua? Tutta questa devastazione... Merlin, hai combattuto con qualcuno?».

Gli bastò guardarmi in faccia, dopodiché lan-ciò un Incanto Patronus (niente unicornuti sta-volta solo un riccio) e, dopo avergli assegnato un messaggio, lo mandò diritto al comando. Passa-rono all’incirca un paio di minuti, che io utilizzai per calmarmi e riprendere lucidità, quando arri-vò una squadra al completo più un’altra squadra di obliviatori. Bisognava sistemarlo ‘sto casino! Arrivò persino il mio capo: Deringer Mastino Bruthos (mastino lo inseriamo noi per prenderlo in giro, è un imbranato: non riesce neanche ad acchiappare le sue bretelle! Anche se so che a lui piace la sua segretaria: mi ha detto che lo fa sen-

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tire un duro!! Poveraccio). Il capo subito iniziò con l’interrogatorio: «Merlin cosa mi combina? Vuole distruggere Hogwarts da solo? Poi si trova a solo un centinaio di metri dalla tomba di Silen-te, non poteva andare a combattere da un’altra parte? E poi chi l’ha attaccato? Dovevano essere almeno una dozzina per fare tanti danni ...» Sor-prendente… mai sentite una serie incredibile di deficienze sparate a raffica tutte assieme! Ma si può essere così cretini? Ma chi ha fatto capo re-parto questo deficiente? Mi chiesi, poi feci finta di essere stordito per non rispondere e mi feci soccorrere dai maghi del MAGISOCCORSO, il che mi evitò un’altra serie di stupide doman-de che, purtroppo per lui, dovette sorbirsi Regis (quasi, quasi preferivo l’amico Jo!!).