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STORIA ECONOMICA PAOLO MALANIMA

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  • STORIA ECONOMICA

    PAOLO MALANIMA

  • Tema del corso: Lo sviluppo delle economie mondiali negli ultimi due secoli

    1. Popolazione2. Produzione3. Cambiamento strutturale4. Ineguaglianze nello sviluppo5. Tecniche6. Modelli di sviluppo

  • 1. Popolazione

  • 4

    1820 2019 2050

    Popolazione (miliardi) 1 7,7 10Urbanizzazione (%) 5-10 50 70Pil (1820=1) 1 92 280-290PIL pro capite (1820=1) 1 13 25Commercio estero (1820=1) 1 1320

  • Previsioni pessimistiche

    Previsioni ottimistiche

  • Il Rapporto sui limiti dello sviluppo, commissionato al MIT dal Club di Roma, fu pubblicato nel 1972 da Donella H. Meadows, Dennis L. Meadows, Jørgen Randers e William W. Behrens III.

  • Nel 2050, il 70% della popolazione vivrà in aree urbane e 3 miliardi di persone saranno destinate alla povertà. Il 60% dei principali ecosistemi sarà a rischio, i livelli di diossido di zolfo e di azoto aumenteranno rispettivamente del 90% e del 50%, causando smog, piogge acide e fuliggine. Il livello dei mari s’innalzerà da 1 a 2 metri, con milioni di persone obbligate a lasciare le aree costiere in cui vivono.

    Tra gli ulteriori problemi che ci troveremo ad affrontare tra trent’anni:- Una domanda energetica in aumento del 57% di cui l’81% fossile.- La scarsità d’acqua che minaccerà la metà della popolazione, ovvero il 52% delle persone.- Una produzione di cibo che dovrà aumentare del 70% a fronte di un incremento di terre arabili pari solo al 5%.- La quantità di terra non utilizzata dall’uomo sarà inferiore del 20%.- Fino a 100 miliardi di dollari necessari per adattarsi a un mondo più caldo di 2 gradi centigradi.- E conseguenti 200 milioni di rifugiati climatici.3,5 milioni di persone moriranno a causa dell’inquinamento dell’aria.-13,2 miliardi di tonnellate di rifiuti.- Fino al 40% dei pesci si estinguerà e le barriere coralline andranno verso la scomparsa.

    Chiara Bertoletti3 Dicembre 2015

  • 8

    Popolazione mondiale nel 1950 2.525.149.312

    Popolazione mondiale nel 1995 5.735.123.083

    Popolazione mondiale 1 giugno 2019 (ore 10,30):7.707.884.100

    http://www.worldometers.info/world-population/

    Calcolare il tasso di crescita complessivo e annuo fra 1950 e 2019

  • 9

    Crescita della popolazione mondiale:

    1950 2525 milioni2019 7707 milioni

    Tasso di crescita complessivo (69 anni)

    7707 25252,07 100 207%

    2525

    7707 2525 77071 2,07 100 207%

    2525 2525 2525

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    Tasso di crescita annuo fra due date

    6 9

    2 0 7 : 6 9 3 %

    7 7 0 7ln : 6 9 0 , 0 1 6 2 1 0 0 1, 6 2 %

    2 5 2 5

    7 7 0 71 0 , 1 6 3 1 0 0 1, 6 3 %

    2 5 2 5

  • 11

    Distinguere fra:

    - Crescita- Tasso di crescita complessivo- Tasso di crescita annuo

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    2.1 La crescita demografica nella storia

  • Dati quantitativi sull’ammontare della popolazione

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    Milioni Tassi dicrescitaannua %

    -1000000 0,125-100000 1 0,000200

    -10000 5 0,0018001 250 0,039

    1000 250 0,0001340 440 0,1661650 600 0,1001750 770 0,2491850 1240 0,4761950 2500 0,7012000 6236 1,8282017 7500 1,086

    Fig. Popolazione mondiale da 1 milione di anni a.C. al 2017

    Fonte: Cohen (1995) (fino al 1950; poi UN).

    Il tasso di crescita della popolazione mondiale è andato crescendo sino alla fine del secondo millennio (pur con periodi d’interruzione, come fra l’1 e il 1000). Dall’inizio del secolo XXI si è andato riducendo. Si consideri che un aumento dell’1,8 per cento all’anno, come fra 1950 e 2000, provoca un raddoppio della popolazione in 40 anni.

    Si noti, in particolare, l’aumento di tre volte fra il 1950 e il 2017: da due miliardi e mezzo a sette miliardi e mezzo.

  • 15

    15

    I tassi di sviluppo negli ultimi 2000 anni

    I tassi di sviluppo recenti di paesi non sviluppati confrontati con quelli dei paesi sviluppati

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    Fig. La popolazione mondiale da 350.000 anni fa al 2000 (asse verticale per 1.000.000)

    Fonte: Kremer

    Nota: anni prima del 2000.

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    050000100000150000200000250000300000350000

    L’andamento della popolazione mondiale con coordinate aritmetiche mostra una crescita esponenziale a partire da un’epoca molto recente.

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    Kapitza, p. 31

    Numero di anni per la crescita di 1 miliardo

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    (mil

    ion

    i)

    Fig. La popolazione europea (senza Russia) 1-2000 (ordinate log)

    La crescita della popolazione europea negli ultimi 2000 anni non è stata continua. Fino al 1700-1800 la crescita è stata modesta. In questo lungo periodo la popolazione diminuì due volte: 1. fra il III secolo d.C. e l’800 o 900; 2. nel XIV secolo (per effetto della peste; che rimase endemica nel continente sino al 1700 circa).

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    mil

    ion

    i

    Europe

    China

    India

    Fig. Popolazione di Cina, India e Europa 800-2000 (milioni; ordinate log)

    Le curve della popolazione di tre aree molto popolose del Mondo rivelano somiglianze di andamento nel periodo 800-2000. L’aumento della popolazione prende avvio nel corso del XVIII secolo, dopo una lunga epoca di modesta crescita nel tardo Medioevo e caduta e ripresa nei secoli XIV-XVIII. Tenere presente che la scala dell’asse verticale è logaritmica.

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    L’interpretazione classica e malthusiana

    Saggio sul principio di popolazione 1798 (ultima edizione 1826)

    «le cause che han finora impedito i progressi dell’uman genere verso il suo benessere …

    la costante tendenza, che hanno tutti gli esseri viventi, a moltiplicarsi più di quanto lo permettano i mezzi di sussistenza di cui possan disporre»(p. 3).

  • Gli esseri umani «son tutti portati da un poderoso istinto a moltiplicare la loro specie; istinto che non vien raffrenato da alcun ragionamento o dubbio intorno al modo di provvedere all’esistenza delle loro generazioni» (p. 4).

    «perpetua tendenza di crescere al di là dei mezzi di sussistenza» (p. 4).

    «la popolazione, quando non è arrestata da alcun ostacolo, si raddoppia ad ogni periodo di 25 anni, crescendo così in progressione geometrica» (p. 6).

    «posto che la popolazione attuale ascenda a 1000 milioni, la razza umana crescerebbe secondo i numeri 1, 2, 4, 8, 16, 32, 64, 128, 256, e i viveri secondo i numeri 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9. In due secoli la popolazione si troverebbe, rispetto ai viveri, come 256 a 9! In tre secoli, come 4096 a 13; in duemila anni, la differenza sarebbe quasi impossibile a calcolarsi» (p. 8).

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    S

    A

    B1

    C1

    B

    C

    A1

    PMELS

    L

  • Interpretazione di Kremer e neoclassica

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    24

    Due cause del ridotto tasso di crescita nelle economie fino al XVIII secolo:

    Malattie e nutrizione

    Esiste una relazione?

    Sì: colera, diarrea, herpes, lebbra, malattie respiratorie, morbillo, tosse cattiva, tubercolosi

    ?: difterite, influenza, sifilide, tifo

    No: malaria, peste, tetano, vaiolo

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    Peste200 milioni di morti nella storia

    Peste di Giustiniano 541-544 d.C.Peste Nera 1347-51Cina 1855 e poi diffusione sino alla I Guerra Mondiale

    1998-2008 23.268 persone colpite dalla peste in 11 paesi 2.116 morti

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    pulce

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    Tre tipi di peste: bubbonica, polmonare, setticemica

  • 31

    Le crisi demografiche e la transizione demografica

    Riduzione delle crisi di mortalità dal XVIII secolo in Europa

  • y = 0,0016x3 - 0,2028x2 + 12,668x + 986,1R² = 0,9976

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    1.000

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    La popolazione Mondiale dal 1820 al 2018 (000)

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    Finlandia

    Svezia

    Fig. Tassi di mortalità (per mille) in Finlandia e in Svezia 1750-1900

    Il tasso di mortalità (per 1000) in Finlandia e Svezia mostra una chiara flessione nel corso dell’Ottocento.

  • 35

    35

    Transizione demografica

    Tassi di mortalità (caduta)

    Tassi di natalità (stabili dapprima e poi in caduta)

    Prima crescita demografica e poi stabilizzazione

    Fattori climatici?

    Carbon fertilization?

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    1750 1800 1850 1900 1950 2000

    tasso di natalità

    tasso di mortalità

    Fig. Tassi di natalità e di mortalità (per mille) nell’Europa occidentale dal 1750 al 2000

    I tassi di mortalità e di natalità sono fra il 35 e il 40 per mille nella seconda metà del Settecento. Nel corso dell’Ottocento il tasso di mortalità diminuisce mentre quello di natalità si mantiene elevato. La popolazione aumenta. Dal 1900 in poi anche il tasso di natalità si riduce. Alla fine del XX secolo natalità e mortalità sono di nuovo vicine l’una all’altra (fra il 10 e il 15 per mille). La popolazione si stabilizza.

  • 37

    Fig. Rappresentazione schematica della transizione demografica

    La transizione demografica avvenuta negli ultimi tre secoli è consistita nella caduta della mortalità e solo successivamente (con la differenza di un secolo) nella caduta della natalità. Il tasso di aumento della popolazione, che prima della transizione era basso, è cresciuto decisamente nel periodo in cui la differenza fra tasso di natalità e di mortalità era ampia. Successivamente, in seguito alla flessione della natalità, anche il tasso di crescita della popolazione si è ridotto.

    tasso di natalità

    tasso di

    mortalità

    tasso di crescita

    tassi di 

    crescita

    tempo

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    tassi di 

    crescita

    della

    popolazione

    paesi sviluppati

    paesi in via di sviluppo

    Fig. Rappresentazione schematica dei tassi di crescita della popolazione durante la transizione demografica

    La transizione demografica è avvenuta prima nei paesi oggi sviluppati. Nei paesi oggi in via di sviluppo essa è avvenuta più tardi e con tassi assai più elevati. Oggi anche nei paesi in via di sviluppo si va riducendo il tasso di crescita demografica. La transizione si sta concludendo.

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    Weil, p. 153

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    In che misura la storia conferma la visione corrente della transizione demografica?

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    Fig. Tassi di natalità, di mortalità e di nuzialità (per 1000) in Italia e in Inghilterra dal 1650 al 1913

    Nota: CBR (crude birth rate, tasso di natalità), CDR (crude death rate, tasso di mortalità), CMR (crude marriage rate, tasso di nuzialità)

    Il grafico riporta i tassi di natalità, mortalità e nuzialità (per mille) in Italia e Inghilterra dal 1650 al 1913. Si può notare come, fin verso il 1720-30, la mortalità in Inghilterra superi la natalità (le punte di mortalità corrispondono a cattivi raccolti e ad aumenti bruschi del prezzo dei prodotti agricoli). Le cose cambiano dal 1730 in poi; quando si verifica sia una caduta della mortalità che un aumento della natalità. La popolazione inglese aumenta decisamente da quell’epoca in poi. In Italia, più a lungo che in Inghilterra, le punte della mortalità superano quelle della natalità. Solo nell’Ottocento il tasso di natalità si trova sopra a quello di mortalità. Continuano, tuttavia, gravi crisi di mortalità (come nel 1856). Solo nella seconda metà dell’Ottocento le crisi scompaiono.

    Italy CN 1650-1913

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    England 1650-1913

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    CBR

    CDR

    CMR

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    Inghilterra

    Italia

    Fig. Tassi di mortalità (per mille) in Inghilterra e in Italia 1650-1913

    I tassi di mortalità in Italia e Inghilterra mostrano una riduzione verso la fine del grafico. In Inghilterra, tuttavia, il tasso di mortalità diminuisce a partire dal 1720 circa e la volatilità (gli scostamenti dal trend) diminuisce dallo stesso periodo. In Italia ciò avviene molto più tardi: dopo la crisi del 1855.

    Nonostante la coincidenza di alcune punte di mortalità nei due paesi, non vi è correlazione fra le due serie (il tasso di correlazione è pari a -12).

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    1910

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    1950

    Fig. Tassi di natalità e di mortalità in Italia 1650-1960 (per mille)

    Nella seconda metà del Settecento la natalità aumenta rispetto alla mortalità. Dall’inizio dell’Ottocento la divaricazione fra le due curve diventa più ampia (mentre, tuttavia, entrambe le curve rimangono su valori elevati). Dal 1870 circa entrambe le curve flettono verso il basso: mentre la distanza rimane più o meno la stessa.

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    1960

    1980

    2000

    Fig. Tassi di natalità (curva nera) e di mortalità (curva grigia) in Italia dal 1862 al 2010 (per mille)

    Il tasso di crescita naturale della popolazione (cioè la differenza fra tassi di natalità e di mortalità) diventa in Italia inferiore all’1 per mille nel 1983 e diventa negativo nel 1993. Si notino le due punte nella natalità in corrispondenza dell’influenza spagnola nel 1918 e della Seconda Guerra Mondiale. Quanto alla natalità si individuano le due punte immediatamente dopo la Seconda Guerra Mondiale (il baby boom) e intorno al 1970.

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    CBR

    CDR

    The Demographic Transition in Italy 1650-2010

    Crude Birth RatesCrude Death Rates

    1650-1861 Centre-North Italy1862-2010 Italy

  • 46

    Speranza di vita e divario di genere 1887-2017Serie Istat

  • 47

    Italy, France, Switzerland, England & Wales and Norway, from 1881 to 2014

  • 48

  • 49

    Divari nella speranza di vita maschi-femmine 2012 (dati UN)

  • 50

    Tendenze in corso

  • 51

    Fig. Tassi di crescita della popolazione e della popolazione in età da lavoro 1991-2050

    Si prevede che fino al 2050 il tasso di crescita della popolazione si vada riducendo. Si ridurrà soprattutto il tasso di crescita della popolazione in età da lavoro (fra i 15 e i 65 anni; indicata nel grafico in azzurro come “working age population”).

  • 52

    52

    Figli per donna:

    1970-75 2000-05

    Paesi in via di sviluppo 5.4 2.9

    Africa sub-sahariana 6.8 5.4

    Paesi arabi 6.7 3.8

    Asia orientale (senza Cina) 5.2 2.4

    Asia meridionale (senza India) 6.2 4.0

    America Latina e Caraibi 5.1 2.5

    Cina 4.9 1.8

    India 5.4 3.0

  • 53

    Fig. Fertilità femminile (numero medio di figli per donna) e PIL pro capite nel 2013 (in $ intern. PPA)

    Esiste una relazione inversa forte fra Pil pro capite e numero medio di figli per donna: quanto maggiore è il Pil pro c., tanto minore è la fertilità femminile. La relazione può apparire paradossale: ci sono meno figli per donna là dove il reddito delle famiglie è più elevato e dove, quindi, ci sarebbero più risorse per allevarli. D’altra parte proprio là dove il reddito famigliare è più elevato, i figli richiedono un più elevato investimento di tempo (hanno un costo opportunità maggiore, nel senso che la famiglia –e, in sostanza, soprattutto la donna- deve rinunciare a una parte del proprio reddito e dei propri consumi –occupazione, svaghi, tempo libero-). In un paese in via di sviluppo ciò non accade o accade di meno. Il tasso di fertilità è, inoltre, inversamente correlato col livello d’istruzione femminile. Con la crescita, il grado d’istruzione aumenta anche per le donne e il numero dei figli si riduce.

    y = 42,184x-0,306

    R² = 0,6331

    1

    10

    100 1000 10000 100000 1000000

    F

    e

    r

    t

    i

    l

    i

    t

    y

    GDP per c.

  • 54

    Fig. Tasso di fertilità per area geografica (dal 1940 con proiezioni al 2050)

    Il tasso che consente alla popolazione di rimanere stabile è di due figli per donna (linea orizzontale tratteggiata nel grafico). Vediamo come la fertilità sia diminuita ponendosi al di sotto di due figli per donna prima in Europa e Nord America; in seguito in America latina e Asia. La riduzione sta verificandosi anche in Africa (in cui, tuttavia, la fertilità supera ancora i due figli per donna).

  • 55

    Fig. Tre piramidi per età della popolazione

    Una piramide per età della popolazione rappresenta la struttura demografica di un paese in un particolare anno. E’ ottenuta ripartendo la popolazione maschile (a sinistra) e femminile (a destra) in classi di età (nel caso dei tre grafici in classi di età di 5 anni). Sull’asse orizzontale è rappresentata la percentuale della popolazione nelle diverse classi di età. Esempio: la percentuale sia dei maschi che delle femmine nella classe di età da 0 a 4 anni rappresenta in Italia poco più del 2 per cento della popolazione complessiva, mentre in Afghanistan rappresenta circa il 9 per cento e negli USA poco meno del 4 per cento. Da sinistra: la prima piramide per età rappresenta una popolazione in espansione; la seconda una popolazione stabile; la terza una popolazione che si contrae.

  • 56

    Fig. Quattro piramidi per età della popolazione italiana nel 1900, 1950, 2000 e 2050 (proiezione)

    Le quattro piramidi per età rappresentano la lunga evoluzione della struttura della popolazione per classi di età nell’ultimo secolo (con proiezioni per il 2050). La traiettoria va da una struttura demografica in cui le classi giovanili rappresentavano la grande maggioranza della popolazione, verso una struttura in cui le classi giovanili rappresentano una minoranza, mentre le classi anziane diventano sempre più rilevanti.

  • 57

    Fig. Piramide per età della popolazione mondiale nel 2060 (10 miliardi di abitanti)

  • 58

    58

    Piketty, p. 80.

  • 59

    59

  • 60

    60

  • 61

    61

    Tassi di crescita demografica (per cento):

    1950-2000 2000-50

    Sviluppati 0.8 0.0

    Meno sviluppati 2.1 0.8

    In via di sviluppo 2.4 2.1

  • 0

    500

    1.000

    1.500

    2.000

    2.500

    3.000

    3.500

    4.000

    4.500

    1820 1840 1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000 2016

    WE

    EE

    NA

    LA

    O

    As

    ME

    Af

    WORLD

    Kcal pro c. al giorno in 8 macroaree e nel Mondo (curva nera) 1820-2016

  • 2. Produzione

  • 64

    Argomenti da esaminare:

    Misurazioni del tenore di vita; Crescita moderna del prodotto; Cambiamento strutturale; Distribuzione del reddito personale in relazione alla crescita del prodotto; Ineguaglianze di sviluppo fra le economie.

  • 65

    Reddito: definizione di J.R. Hicks 1946:

    «We ought to define a man’s income as the maximum value at which he can consume during a week, and still expect to be as well off at the end of the week as he was at the beginning»

  • 66

    Ricchezza e prodotto (grandezza fondo e grandezza flusso)

    -Il prodotto come indicatore sintetico dell’andamento di un’economia

    -Prodotto=Reddito=Spesa

    -Dalla ricchezza in A. Smith al prodotto in S. Kuznets

    -Le prime serie del prodotto (USA e Italia)

    -Altri indicatori sintetici delle capacità produttive di un’economia (consumo di energia, produzione di ferro e acciaio…)

    -Indicatori di sviluppo umano

  • 67

    y = 1,8221x0,7733

    R² = 0,92

    100

    1000

    10000

    100000

    1000000

    100 1.000 10.000 100.000 1.000.000

    GD

    P p

    er c

    .

    Wealth (total)

    y = 1,2307x0,8909

    R² = 0,89

    100

    1000

    10000

    100000

    1000000

    100 1.000 10.000 100.000 1.000.000

    GD

    P p

    er c

    .

    Wealth (tangible)

    I due grafici si riferiscono all’anno 2000 e sono elaborati a partire dalle serie della World Bank per la ricchezza (sull’asse orizzontale) e il Pil pro capite (sull’asse verticale PPA). La differenza fra i due grafici riguarda la ricchezza: mentre nel grafico di destra la ricchezza include il capitale umano, nel grafico di sinistra include soltanto la ricchezza tangibile (reale e finanziaria) e dunque senza il capitale umano. In entrambi i casi gli assi sono logaritmici. La relazione è comunque assai forte. Si vedano i due esponenti delle equazioni di potenza. Entrambi gli esponenti mostrano che, al crescere della ricchezza, il Pil pro capite cresce. In entrambi i casi, tuttavia, se un paese è 10 volte più ricco, ha un Pil pro capite che non è 10 volte maggiore, ma 7,7 (nel caso della ricchezza totale) o 8,9 (nel caso della ricchezza tangibile) maggiore. Il prodotto dipende dalla dotazione di risorse (con o senza il capitale umano), ma l’aumento della dotazione di risorse non è proporzionale. Il rapporto fra ricchezza e Pil pro c., infatti, non si mantiene costante.

    Relazione fra ricchezza e Pil pro capite nel 2000

  • 68

    PIL (GDP) valore complessivo dei beni e servizi finali prodotti nella nazione (al lordo degli ammortamenti) o somma dei valori aggiunti formatisi presso le imprese operanti nel territorio nazionale e presso l’AP;

    PNL (GNP) valore complessivo dei beni e servizi prodotti dal lavoro e capitale nazionali (che in parte operano all’estero), ammortamenti inclusi.

    Mentre il PIL è il prodotto nei confini nazionali, il PNL è prodotto dai cittadini di un paese, indipendentemente dal luogo in cui è realizzato.

  • 69

  • 70

    Helpman

  • 71

    Valori nominali e valori reali

  • 72

    i iY q p

    Equazione del Pil: le quantità prodotte moltiplicate per i prezzi di ogni quantità di beni.

  • 73

    Confronti nel tempo

    Valore nominale e valore reale

  • 74

    Valore nominale e valore reale

    Pr Pr i iq pY

    Pr=CPI=Indice dei prezzi

    Indice dei prezzi (alla produzione e al consumo)

    Indice dei prezzi al consumo di famiglie di operai e impiegati

  • 75

    Prezzi d’ieri e di oggi: il lungo periodo

    Fig. 3. Indice dei prezzi al consumo in Italia dal 1861 al 2011(1861=1; con ordinate aritmetiche in A e con ordinate logaritmiche in B).

    0,1

    1

    10

    100

    1000

    10000

    18

    60

    18

    70

    18

    80

    18

    90

    19

    00

    19

    10

    19

    20

    19

    30

    19

    40

    19

    50

    19

    60

    19

    70

    19

    80

    19

    90

    20

    00

    20

    10

    B

    0

    3000

    6000

    90001

    86

    0

    18

    70

    18

    80

    18

    90

    19

    00

    19

    10

    19

    20

    19

    30

    19

    40

    19

    50

    19

    60

    19

    70

    19

    80

    19

    90

    20

    00

    20

    10

    A

    1916-18

    1940-47

    1972-85

    Fonte: ISTAT, L’Italia in 150 anni, cit., cap. 21.

    Aumento complessivo di 8710 volte.

  • 76

    Fig. Indice dei prezzi al consumo in Italia dal 1310 al 2011 (1420-39=1; con ordinate aritmetiche in A e con ordinate logaritmiche in B).

    0

    10.000

    20.000

    30.000

    40.000

    50.000

    60.000

    13

    00

    13

    50

    14

    00

    14

    50

    15

    00

    15

    50

    16

    00

    16

    50

    17

    00

    17

    50

    18

    00

    18

    50

    19

    00

    19

    50

    20

    00

    0

    1

    10

    100

    1.000

    10.000

    100.000

    13

    00

    13

    50

    14

    00

    14

    50

    15

    00

    15

    50

    16

    00

    16

    50

    17

    00

    17

    50

    18

    00

    18

    50

    19

    00

    19

    50

    20

    00

    A B

    Aumento di 6,5 volte dal 1400 al 1861

    Aumento di 55.000-60.000 volte dal 1400 al 2011

  • 77

    0,1

    1

    10

    100

    1200

    1250

    1300

    1350

    1400

    1450

    1500

    1550

    1600

    1650

    1700

    1750

    1800

    1850

    1900

    1420

    -40=

    1

    Fig. Indice dei prezzi dell’Italia 1200-1940 (1420-40=1)

    Fasi:1250-1350 A1350-1450 B1450-1600 A1600-1730 B1730-1820 A1820-1900 B

  • 78

    0,1

    1

    10

    100

    1000

    1860

    1870

    1880

    1890

    1900

    1910

    1920

    1930

    1940

    1950

    deflator

    CPI

    Fig. Indice dei prezzi al consumo (CPI) e deflatore del Pil in Italia 1861-1950 (1861=1)

    Ordinate logaritmiche

  • 38319

    0

    10000

    20000

    30000

    40000

    50000

    60000

    70000

    0 20000 40000 60000

    PP

    P

    Tassi di cambio correnti

    2009

    $ correnti $ PPP

    Afghanistan 451 1118

    Albania 3846 7526

    Australia 42404 34359

    Austria 45859 34705

    Azerbaijan 4950 8590

    Cambodia 735 1857

    Cameroon 1104 1935

    Canada 39659 34530

    China 3749 6207

    Colombia 5105 8241

    Comoros 803 1063

    Congo, Dem. Rep. 185 322

    Congo, Rep. 2401 3547

    Germany 40275 32176

    Ghana 1097 1409

    Greece 28452 25302

    Israel 26032 25250

    Italy 35073 26729

    Nicaragua 1420 3185

    Niger 343 614

    Nigeria 1085 2018

    Sweden 43640 32300

    Switzerland 65790 38319

    Syrian Arab Republic 2564 4466

    Tajikistan 668 1686

    Relazione Pil pro c. a tassi di cambio e a PPA 2009

  • 80

  • 81

    La crescita del prodotto

  • 82

    0

    2000

    4000

    6000

    8000

    10000

    12000

    18

    20

    18

    40

    18

    60

    18

    80

    19

    00

    19

    20

    19

    40

    19

    60

    19

    80

    20

    00

    20

    20

    Fig. Pil pro capite nel Mondo 1820-2020 ($ intern. 1990 PPP)

    La curva del Pil pro capite nel Mondo con proiezioni per gli anni 2016-20.

  • y = 0,1688x2,2659

    R² = 0,9979

    0

    20000000

    40000000

    60000000

    80000000

    100000000

    120000000

    0 2000 4000 6000 8000

    GD

    P

    Pop (000000)

    Relazione fra Pil e popolazione mondiale 1820-2016

  • 84

    0

    2.000

    4.000

    6.000

    8.000

    10.000

    12.000

    14.000

    1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010

    -3,0

    -2,0

    -1,0

    0,0

    1,0

    2,0

    3,0

    4,0

    5,0

    6,0

    1940 1960 1980 2000 2020

    Fig. Pil pro capite mondiale (in $ 2010 PPP) e tassi di crescita annui (1950-2014)

    Il Pil pro capite mondiale è andato continuamente crescendo dal 1950. I tassi di crescita annui rivelano, tuttavia, una diminuzione (si notino gli anni di crisi con tassi di crescita negativi).

  • 85

    Fig. Il Pil pro capite mondiale dal 1950 al 2050 (con proiezioni OECD) in $ USA 2005 PPA

    y = 2153,6e0,0221x

    R2 = 0,9926

    0

    5000

    10000

    15000

    20000

    25000

    19

    50

    19

    60

    19

    70

    19

    80

    19

    90

    20

    00

    20

    10

    20

    20

    20

    30

    20

    40

    20

    50

    Il grafico mostra le previsioni dell’OECD (Organizzazione Economica per la Cooperazione e Sviluppo) fino al 2050. La previsione è ottimistica. La crescita dovrebbe seguire un trend esponenziale a un tasso annuo di poco superiore al 2 per cento (come indica l’esponente dell’equazione, quando venga moltiplicato per 100). Addirittura l’andamento reale supererebbe nel futuro la curva esponenziale riportata nel grafico (il trend); mentre nei due decenni dal 1990 al 2020 la curva reale sarebbe al di sotto del trend esponenziale.

  • 86

    WE13%

    EE9%

    NA1% LA

    2%

    O0%

    As66%

    ME2%

    Af7%

    Pop 1820

    WE36%

    EE9%

    NA2%

    LA2%

    O0%

    As43%

    ME3%

    Af5%

    GDP 1820

  • 87

    WE15%

    EE12%

    NA5%

    LA4%O

    1%

    As54%

    ME2%

    Af7%

    Pop 1900

    WE38%

    EE14%

    NA17%

    LA4%

    O1%

    As20%

    ME2%

    Af4%

    GDP 1900

  • 88

    WE6%

    EE6% NA

    5%

    LA9% O

    0%

    As55%

    ME4%

    Af15%

    Pop 2010

    WE18%

    EE7%

    NA21%

    LA8%

    O2%

    As36%

    ME5%

    Af3%

    GDP 2010

  • 89

    Fig. Pil pro capite per grandi aree confrontato con quello degli USA 1820-2014 ($ intern. 1990 PPA)

    Il Pil pro capite negli Usa è aumentato di 26 volte dal 1820 al 2014, quello del Mondo di 12 volte, quello dell’Oceania di 51 volte, quello dell’Europa di 15 volte (e quello dell’Italia di 12), quello dell’America Latina di 12 volte).

    0

    5000

    10000

    15000

    20000

    25000

    30000

    35000

    182

    0

    183

    0

    184

    0

    185

    0

    186

    0

    187

    0

    188

    0

    189

    0

    190

    0

    191

    0

    192

    0

    193

    0

    194

    0

    195

    0

    196

    0

    197

    0

    198

    0

    199

    0

    200

    0

    201

    0

    Mondo e USA

    0

    5000

    10000

    15000

    20000

    25000

    30000

    35000

    182

    0

    183

    0

    184

    0

    185

    0

    186

    0

    187

    0

    188

    0

    189

    0

    190

    0

    191

    0

    192

    0

    193

    0

    194

    0

    195

    0

    196

    0

    197

    0

    198

    0

    199

    0

    200

    0

    201

    0

    Usa e Oceania

    0

    5000

    10000

    15000

    20000

    25000

    30000

    35000

    18

    20

    18

    30

    18

    40

    18

    50

    18

    60

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    70

    18

    80

    18

    90

    19

    00

    19

    10

    19

    20

    19

    30

    19

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    50

    19

    60

    19

    70

    19

    80

    19

    90

    20

    00

    20

    10

    USA e Europa

    0

    5000

    10000

    15000

    20000

    25000

    30000

    35000

    18

    20

    18

    30

    18

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    18

    50

    18

    60

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    70

    18

    80

    18

    90

    19

    00

    19

    10

    19

    20

    19

    30

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    40

    19

    50

    19

    60

    19

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    19

    80

    19

    90

    20

    00

    20

    10

    USA e America Latina

  • 90

    Fig. Pil pro capite per grandi aree confrontato con quello degli USA 1820-2014 ($ intern. 1990 PPA)

    Il Pil pro capite negli Usa è aumentato di 26 volte dal 1820 al 2014, quello del Medio Oriente di 11 volte, quello dell’Asia di 7 volte, quello dell’Africa di 5 volte.

    0

    5000

    10000

    15000

    20000

    25000

    30000

    35000

    18

    20

    18

    30

    18

    40

    18

    50

    18

    60

    18

    70

    18

    80

    18

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    19

    00

    19

    10

    19

    20

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    30

    19

    40

    19

    50

    19

    60

    19

    70

    19

    80

    19

    90

    20

    00

    20

    10

    Usa e Medio Oriente

    0

    5000

    10000

    15000

    20000

    25000

    30000

    35000

    18

    20

    18

    30

    18

    40

    18

    50

    18

    60

    18

    70

    18

    80

    18

    90

    19

    00

    19

    10

    19

    20

    19

    30

    19

    40

    19

    50

    19

    60

    19

    70

    19

    80

    19

    90

    20

    00

    20

    10

    Usa e Asia

    0

    5000

    10000

    15000

    20000

    25000

    30000

    35000

    18

    20

    18

    30

    18

    40

    18

    50

    18

    60

    18

    70

    18

    80

    18

    90

    19

    00

    19

    10

    19

    20

    19

    30

    19

    40

    19

    50

    19

    60

    19

    70

    19

    80

    19

    90

    20

    00

    20

    10

    Usa e Africa

  • 91

    Pil e tenore di vita nelle società del passato

    Domande:

    1. Andamento nel tempo (crescita nelle economie del passato?)

    2. Divari fra paesi

    Quale misura adottare?

    Pil o Pil pro capite?

  • 92

    Simon Kuznets Angus Maddison

    1901-85 1926-2010

  • 93

    Western Europe    

    Austria       1,218 

    Belgium       1,319 

    Denmark       1,274 

    Finland       781 

    France      1,135 

    Germany       1,077 

    Italy       1,117 

    Netherlands     1,838 

    Norway       801 

    Sweden       819 

    Switzerland     1,090 

    United Kingdom     1,706 

    Total 12 Western Europe 1,234

    Ireland       877

    Greece       641 

    Portugal       923 

    Spain       1,008 

    Total 14 small west European countries  956 

    Total 30 Western Europe 1,194

    Western Offshoots  

    Australia       518 

    New Zealand     400 

    Canada      904 

    United States     1,257 

    Total Western Offshoots 1,202

    Pil pro c. nel 1820($ internaz. 1990 PPA)

    Moltiplicare per 1,30 per avere il Pil pro c. in euro 2010

  • 94

    Due metodi di calcolo del Pil pro capite annuo nelle economie del passato:

    1. Informazioni dirette

    2. Metodo indiretto (Pil pro c. agricolo e integrazione del Pil pro c. non agricolo)

  • 95

    Van Den Berg

  • 96

    G. Clark, A farewell to Alms, Princeton, PUP, 2008, p. 15.

  • 97

    4000 anni di salari nell’economia euromediterranea (2000 a.C.-2010 d.C.) (1820-29=1)

  • Crescita estensiva e intensiva

  • 99

    99

    Pil pro capite 1300-2010

    0

    5.000

    10.000

    15.000

    20.000

    25.000

    30.000

    13

    00

    13

    50

    14

    00

    14

    50

    15

    00

    15

    50

    16

    00

    16

    50

    17

    00

    17

    50

    18

    00

    18

    50

    19

    00

    19

    50

    20

    00

    eu

    ro 2

    01

    0

    Italia

  • 100

    100

    0

    0,2

    0,4

    0,6

    0,8

    1

    1,2

    1,4

    1,6

    1,8

    131

    0

    134

    0

    137

    0

    140

    0

    143

    0

    146

    0

    149

    0

    152

    0

    155

    0

    158

    0

    161

    0

    164

    0

    167

    0

    170

    0

    173

    0

    176

    0

    179

    0

    182

    0

    185

    0

    188

    0

    191

    0

    Pe

    r c.

    GD

    P

    -0,2

    0

    0,2

    0,4

    0,6

    0,8

    1

    De

    via

    tion

    s

  • 101

    0

    0,2

    0,4

    0,6

    0,8

    1

    1,2

    1,4

    1,6

    1,8

    1310

    1350

    1390

    1430

    1470

    1510

    1550

    1590

    1630

    1670

    1710

    1750

    1790

    1830

    1870

    1910

    0,1

    1,0

    10,0

    1310

    1350

    1390

    1430

    1470

    1510

    1550

    1590

    1630

    1670

    1710

    1750

    1790

    1830

    1870

    1910

    Crescita estensiva e crescita intensiva

    Pil pro c. dell’Italia 1310-1913

    Pil dell’Italia 1310-1913

  • 102

    0

    0,2

    0,4

    0,6

    0,8

    1

    1,2

    13

    10

    13

    30

    13

    50

    13

    70

    13

    90

    14

    10

    14

    30

    14

    50

    14

    70

    14

    90

    15

    10

    15

    30

    15

    50

    15

    70

    15

    90

    16

    10

    16

    30

    Ind

    ex 

    (14

    20

    -39

    =1

    )

    0

    20

    40

    60

    80

    Flo

    ren

    tin

    e c

    on

    stan

    t 1

    42

    0-3

    9 l

    ire

     

    LAP

    0,6

    0,9

    1,2

    1,5

    1,8

    13

    10

    13

    30

    13

    50

    13

    70

    13

    90

    14

    10

    14

    30

    14

    50

    14

    70

    14

    90

    15

    10

    15

    30

    15

    50

    15

    70

    15

    90

    16

    10

    16

    30

    14

    20

    -39

    =1

  • 103

    103

    0

    1000

    2000

    3000

    40001

    30

    0

    133

    0

    136

    0

    139

    0

    142

    0

    145

    0

    148

    0

    151

    0

    154

    0

    157

    0

    160

    0

    163

    0

    166

    0

    169

    0

    172

    0

    175

    0

    178

    0

    181

    0

    184

    0

    187

    0

    Pil pro capite nell’Italia CN e in Inghilterra (serie inglese di Broadberry et al.)

  • 104

    104

    Quattro paesi europei

    0

    500

    1000

    1500

    2000

    2500

    3000

    350013

    10

    1340

    1370

    1400

    1430

    1460

    1490

    1520

    1550

    1580

    1610

    1640

    1670

    1700

    1730

    1760

    1790

    1820

    Holland

    England

    Italy

    Sweden

  • 105

    105

    0

    500

    1000

    1500

    2000

    2500

    3000

    3500

    1000 1100 1200 1300 1400 1500 1600 1700 1800 1900

    Pil pro capite in Europa 1000-1900 (1990 int. $ PPA)

  • 106

    106

    0

    200000

    400000

    600000

    800000

    1000000

    1200000

    1000 1100 1200 1300 1400 1500 1600 1700 1800 1900

    Pil in Europa 1000-1900 (1990 int. $ PPA)

  • 3. Cambiamento strutturale

  • 108

    Pil2009 per settore %

    I II IIIAfganistan 32,5 22,1 45,4Algeria 11,7 54,5 33,7Austria 1,5 29,2 69,3Belgio 0,7 21,7 77,6Brasile 6,1 25,4 68,5Cambogia 35,3 22,6 42Cina 10,4 46,3 43,4Rep. Ceca 2,3 37,2 60,5Slovacchia 2,6 34,5 62,9India 17,8 27 55,3Spagna 2,7 26,2 71,2Italia 1,8 25,1 73,1

  • 109

    109

    Structure of GDP in the World, EU, Usa and Japan in 2011.  

    World EU USA Japan

    I 6.1  1.8  1.2  1.2 

    II 31.1  25.4  20  28.1 

    III 62.9  72.8  78.8  70.7 

     Source: EBC, The Monetary Policy of EBC, 2011. 

  • 110

    Structure of GDP groups of countries and the World 2009 (%). 

      LI MI HI World

    I 26  10  1  3 

    II 24  35  25  27 

    Manufacturing (12)  (21)  (16)  (17) 

    III 50  55  74  70 

     Source: World Bank, World Development Indicators. Note:  the  percentage  of  Manufacturing  is  as  a  ratio  to  GDP  on  the  whole.  LI:  low 

    income; MI: medium income; HI: high income. 

  • 111

    y = 37,639e-6E-05x

    R2 = 0,6835

    0

    10

    20

    30

    40

    50

    60

    70

    0 20000 40000 60000 80000 100000 120000 140000

    Fig. Quota di occupati in agricoltura sulla forza lavoro totale rispetto a Pil pro capite nel 2010 (PPA)

    Il grafico a dispersione mostra un aspetto importante del cambiamento strutturale che si verifica durante il processo della crescita moderna: in paesi più avanzati dal punto di vista economico (e quindi con Pil pro capite più elevato), la quota della forza lavoro occupata in agricoltura è minore. Il cambiamento si manifesta fra i paesi con Pil pro capite inferiore ai 20.000 dollari (nel 2010). Oltre i 20.000 dollari la relazione inversa diviene meno significativa. Curva esponenziale decrescente.

  • 112

    y = 19,853e-8E-05x

    R2 = 0,7659

    0

    10

    20

    30

    40

    50

    60

    0 20000 40000 60000 80000 100000

    Fig. Percentuale del prodotto del settore primario rispetto al Pil pro capite nel 2009 (PPA) (circa 200 paesi)

    Nei paesi con Pil pro capite più elevato, il rilievo percentuale del settore primario è minore. Esiste una relazione inversa fra le due variabili.

  • 113

    Legge di Engel:

    Le famiglie ricche spendono per beni alimentari una quota relativamente inferiore del proprio reddito rispetto alle famiglie povere. Quindi: la proporzione del reddito spesa per beni alimentari diminuisce al crescere del reddito.

    In altri termini: bassa elasticità della spesa per beni alimentari rispetto al reddito.

  • 114

    Determinanti:

    1. Aumento di produttività del lavoro nel settore agricolo;

    2. Bassa elasticità del consumo di prodotti agricoli all’aumentare del reddito delle famiglie.

  • 115

    115

    La struttura del Pil in Italia 1861-2011 (%)

      Per c. GDP (euro 2009) 

    Per c. GDP 1990 GK $

    Index of

    per c. GDP

    Output per w. (euro 2009)

    Index of

    output per w.

    Primary sector

    on GDP

    Secondary sector

    on GDP

    Tertiary sector

    on GDP

    Urbanization Rate

    1861 2007  1450  1,00  3481  1.00  48.7  23.3  28.0  30.9 

    1871 2087  1508  1,04  3964  1.14  47.3  23.0  29.7  29.6 

    1881 2266  1637  1,13  4117  1.18  46.8  21.5  31.7  33.1 

    1891 2370  1712  1,18  4498  1.29  44.5  20.9  34.5  36.0 

    1901 2610  1886  1,30  5096  1.46  41.6  21.3  37.1  39.2 

    1911 3045  2200  1,52  6224  1.79  38.5  23.8  37.7  42.5 

    1921 2879  2080  1,43  5673  1.63  41.6  21.5  36.9  47.0 

    1931 3571  2580  1,78  7535  2.16  28.2  28.2  43.5  50.5 

    1936 3907  2823  1,95  7413  2.13  32.1  25.5  42.3  51.9 

    1951 4777  3451  2,38  11,141  3.20  25.8  35.7  38.5  55.4 

    1961 8090  5845  4,03  20,359  5.85  15.6  37.4  47.0  59.9 

    1971 13,125  9482  6,54  37,608  10.80  8.5  37.7  53.9  64.8 

    1981 18,036  13,030  8,99  50,314  14.45  5.8  36.5  57.7  66.8 

    1991 22,928  16,565  11,42  61,015  17.53  3.7  30.6  65.6  66.8 

    2001 26,807  19,367  13,36  67,034  19.26  2.9  27.3  69.8  67.3 

    2011 25,678  18,552  12,79  62,294  17.90  2.3  24.4  73.2  67.7 

  • 116

    y = 415864x-1,1515

    R2 = 0,9736

    0

    10

    20

    30

    40

    50

    60

    70

    0 5000 10000 15000 20000 25000 30000

    Fig. Relazione in Italia fra percentuale del Pil nel settore primario e Pil pro capite (in euro 2010) 1861-1911

    In Italia il processo della crescita moderna, da fine Ottocento, è stato accompagnato da una flessione della percentuale del Pil derivante dal settore primario rispetto al Pil nel suo complesso.

    StrutturaEconomica

  • 117

    Fig. Percentuale del prodotto del settore terziario rispetto al Pil pro capite nel 2009 (PPA)

    In paesi con Pil pro capite più elevato, il rilievo percentuale del settore terziario è più elevato. Esiste una relazione diretta fra le due variabili.

    Ma in Calabria, 2015, struttura del Pil:

    Primario 5,9

    Secondario 11,2

    Terziario 82,8

    y = 7,0164Ln(x) - 3,1605

    R2 = 0,3561

    0

    20

    40

    60

    80

    100

    0 20000 40000 60000 80000 100000

  • 118

    Sec

    tors

    (%

    )

    services

    industry

    2010

    agriculture

    1930 1970

    Fig. Rappresentazione schematica del cambiamento strutturale nella forza lavoro durante il processo di sviluppo

    Durante il processo di sviluppo di ogni paese interviene un cambiamento strutturale nella composizione della forza lavoro: gli occupati in agricoltura diminuiscono in termini relativi; gli occupati nei servizi aumentano sempre; gli occupati nell’industria prima aumentano e, in un secondo tempo, diminuiscono relativamente. In vari paesi europei (ad esempio in Italia) il cambiamento descritto avvenne negli anni riportati sull’asse orizzontale.

  • 119

    y = 85,164x0,4112

    R² = 0,9703

    0

    5000

    10000

    15000

    20000

    25000

    30000

    35000

    0 500000 1000000 1500000 2000000

    Prodotto agricolo e Pil in Italia 1861-2010 (euro 2009)

  • 120

    y = 0,0098x1,2391

    R² = 0,9883

    0

    100000

    200000

    300000

    400000

    500000

    600000

    0 500000 1000000 1500000 2000000

    Prodotto del settore secondario e Pil in Italia 1861-2010 (euro 2009)

  • 121

    y = 0,415x1,0257

    R² = 0,9986

    0

    200000

    400000

    600000

    800000

    1000000

    1200000

    0 500000 1000000 1500000 2000000

    Prodotto del settore terziario e Pil in Italia 1861-2010 (euro 2009)

  • 122

    0

    20

    40

    60

    80

    100

    1861 1881 1901 1921 1941 1961 1981 2001

    Primario

    Terziario

    Secondario

    (1.0) (1.3) (1.5) (2.0) (2.6) (6.3) (13.8) (19.5)

    Fig. Il cambiamento strutturale della forza lavoro in Italia 1861-2011

    Il grafico riporta i valori percentuali della forza lavoro occupata nei settori primario, secondario e terziario rispetto al totale della forza lavoro. L’indice fra parentesi (sotto gli anni) si riferisce al prodotto per occupato (produttività del lavoro). Si nota: diminuzione relativa nell’agricoltura; aumento e poi diminuzione nell’industria; aumento continuo nei servizi.

    Primary sector

    Secondary sector

    Tertiary sector

    1861 60  23  17 

    1871 61  22  16 

    1881 58  26  16 

    1891 60  23  17 

    1901 62  21  17 

    1911 59  24  17 

    1921 59  23  18 

    1931 54  25  21 

    1936 52  26  22 

    1951 44  31  25 

    1961 30  40  30 

    1971 17  44  38 

    1981 13  37  49 

    1991 8  36  57 

    2001 5  33  61 

    2011 6  27  67 

  • 123

    . Labour force per sector in north and south, 1861-2011 (%) 

    Primary sector Secondary sector Tertiary sector

    CN SI CN SI CN SI

    1861 62  57  20  28  18  15 

    1871 64  57  21  25  15  18 

    1881 61  53  23  31  17  16 

    1891 61  58  22  25  17  17 

    1901 62  62  22  21  16  17 

    1911 57  62  26  20  17  18 

    1921 56  65  24  18  19  17 

    1931 51  60  28  20  21  20 

    1936 49  59  28  20  23  21 

    1951 39  55  35  23  26  22 

    1961 24  43  44  31  32  26 

    1971 13  30  48  35  40  35 

    1981 10  23  42  27  49  50 

    1991 5  14  39  28  56  57 

    2001 4  10  36  26  60  64 

    2011 4  10  30  21  67  69 

  • 4. Ineguaglianze nello sviluppo

  • 125

    Distribuzione del reddito e ineguaglianza

    Ineguaglianze da esaminare:

    1. Distribuzione del reddito all’interno dei paesi (fra individui e gruppi sociali);

    2. Divari di reddito pro capite fra regioni in ogni paese;

    3. Divari di reddito pro capite fra paesi.

    Distribuzione funzionale del reddito

    Distribuzione personale del reddito

  • 126

    Fonte: Oxfam International

    4445

    46

    4848

    50

    5655

    54

    5252

    50

    44

    46

    48

    50

    52

    54

    56

    2010 2011 2012 2013 2014 2015

    per

    cen

    tual

    i

    1% più ricco

    il restante 99%

    Percentuali della ricchezza tangibile globale detenuta dall’1 per cento più ricco e dal restante 99 per cento

  • 127

    127

    Banca d’Italia

  • 128

    Come si misura l’ineguaglianza.

    Ineguaglianza di statura fra due gruppi A e B.

    A media 1,70 B media 1,70

    1 +5 1 +10

    2 -2 2 -12

    3 +7 3 +5

    4 -6 4 -12

    5 -4 5 +9

    somma 0 0

    Somma 24 48

    valori assoluti

    24/5=4,8 48/5=9,6

    Questo è lo scostamento semplice medio.

  • 129

    Procedura più raffinata sugli stessi due gruppi A e B.

    Prendiamo i valori degli scarti al quadrato:A B

    1 25 1 1002 4 2 1443 49 3 254 36 4 1445 16 5 81

    somma 130 494

    22130

    26 5,15 22

    49498,8 9,9

    5

    2

    2i

    n Scarto quadratico medio o deviazione standard

  • 130

    Altre possibilità di calcolo dell’ineguaglianza:

    -Rapporto fra i redditi più elevati e quelli più bassi

    -Rapporto fra il reddito medio del primo decile e dell’ultimo decile

    -Rapporto fra il reddito del più ricco 1 per cento e il più povero 1 per cento

    -Quanto grande è il reddito del primo 10 o 20 per cento

    -Indici di concentrazione

  • 131

    Distribuzione del reddito in USA 2001A B

    $ non cumulati cumulati non cumulati cumulatiPil pro c. 0 0 0,0 0

    10000 20 20 3,5 3,525000 20 40 8,7 12,242000 20 60 14,6 26,867000 20 80 23,0 49,8

    145000 20 100 50,1 99,9

    03,5

    12,2

    26,8

    49,8

    99,9

    0

    20

    40

    60

    80

    100

    0 20 40 60 80 100

    Fig. e Tab. La distribuzione del reddito negli USA nel 2001

    Il grafico rappresenta la curva di Lorenz della distribuzione del reddito. La popolazione degli USA è qui distribuita in 5 quintili (ognuno rappresenta il 20 per cento della popolazione). I quintili della popolazione sono riportati sull’asse orizzontale. Viene riportata sull’asse verticale la percentuale del reddito di cui dispone ogni quintile della popolazione degli USA. Esempio: il primo quintile dispone del 3,5 per cento del reddito; i primi due quintili dispongono congiuntamente del 12,2 per cento del reddito…

    reddito

    popolazione

    DistrRedditoUSA

  • 132

    00,014

    0,0330,056

    0,173

    1,000

    0

    0,1

    0,2

    0,3

    0,4

    0,5

    0,6

    0,7

    0,8

    0,9

    1

    0 0,2 0,4 0,6 0,8 1

    Indice di Gini per il Mondo 1989

    Pop % PilCum Cum

    0 00,2 0,0140,4 0,0330,6 0,0560,8 0,1731 1

  • 133

  • 134

    Ineguaglianze nella distribuzione del reddito fra gruppi sociali e individui all’interno dei paesi.

    Ineguaglianze nello spazio e nel tempo

  • 135

    Ineguaglianze nello spazio

  • 136

    136

    Gini personal income distribution in a sample of countries 2005 (%). 

     Norway 25.8  Finland 26.9 

    Australia 35.2  Belgium 33.0 

    New Zealand 36.2  Denmark 24.7 

    United States 40.8  Spain 34.7 

    Ireland 34.3  Hong Kong 43.4 

    Netherlands 30.9  Greece 34.3 

    Canada 32.6  Italy 36.0 

    Sweden 25.0  Austria 29.1 

    Germany 28.3  Chile 52.0 

    Japan 24.9  Uruguay 47.1 

    Korea (Republic of) 31.6  Peru 50.5 

    Switzerland 33.7  Niger 43.9 

    France 32.7  Congo 44.4 

    Israel 39.2  Zimbabwe 50.1 

     

  • 137

    La Tabella riassume, per l’anno 2000, alcuni indici d’ineguaglianza economica (basati su stime a PPA); nella distribuzione del reddito personale e della ricchezza. Nella seconda col. abbiamo il reddito percepito dal 50 per cento inferiore della popolazione; nella terza quello percepito dal 90 per cento; nella quarta quello del 10 per cento più ricco; nella quinta e nella sesta gli indici di Gini rispettivamente per la ricchezza e per il reddito; nella settima il rapporto fra gli indici di Gini per la ricchezza (che è sempre più elevato) e quello per il reddito. (Il dato relativo al Canada nella seconda colonna è evidentemente errato).

  • 138

    Indici di Gini del Reddito disponibile in alcuni paesi dell'OECD nel 1985, 1995 e 2010

    1985 1995 2010

    Francia 0,277 0,303

    Germania 0,251 0,266 0,286

    Paesi Bassi 0,272 0,297 0,288

    Danimarca 0,221 0,215 0,252

    Svezia 0,198 0,211 0,269

    Italia 0,287 0,326 0,319

    Regno Unito 0,309 0,337 0,341

    USA 0,340 0,361 0,380

  • 139

  • 140

    Indici di Gini del reddito disponibile per 157 paesi (2000-2010)

    0

    10

    20

    30

    40

    50

    60

    70

     Co

    mo

    ros

     Bo

    tsw

    ana

     Les

    oth

    o

     Rw

    and

    a

     Ch

    ile

     Bo

    livia

     Ken

    ya

     Ven

    ezu

    ela

     To

    go

     So

    uth

     Su

    dan

     Per

    u

     Cô

    te d

    'Ivo

    ire

     Cam

    ero

    on

     Sey

    chel

    les

     St.

     Lu

    cia

     El S

    alva

    do

    r

     Qat

    ar

     Sen

    egal

     Geo

    rgia

     Bh

    uta

    n

     Yem

    en

     Gre

    ece

     Bu

    lgar

    ia

     Syr

    ia

     Pal

    esti

    ne

     Ital

    y

     Lu

    xem

    bo

    urg

     Aze

    rbai

    jan

     Est

    on

    ia

    Bo

    snia

     & H

    .

     Irel

    and

     Cro

    atia

     Nig

    er

    Sao

     To

    mé 

    & P

    .

     Ger

    man

    y

     Den

    mar

    k

     Afg

    han

    ista

    n

     Sw

    eden

     Cze

    ch R

    epu

    blic

     Slo

    ven

    ia

  • 141

    Indici di Gini per l’America Latina 1998-2010

  • 142

    142

    Indice di Gini Mondo (2010)

  • 143

    y = -5E-10x2 - 0,0002x + 42,1R² = 0,15

    0

    10

    20

    30

    40

    50

    60

    70

    0 20000 40000 60000 80000

    Gin

    i

    RNL pro c. (PPA)

    Sud AfricaHaiti

    Botswana

    Norvegia

    Lussemburgo

    Ucraina

    ColombiaZambia

    Bielorussia

    USA

    SvizzeraAustralia

    SveziaBelgium

    Relazione fra indice di Gini e RNL in un campione di 140 paesi 2015

  • 144

    Dipende l’ineguaglianza nel reddito dal livello del reddito?Dati UN 2017 (database con dati 2015)

    y = -0,0002x + 42,321R² = 0,1516

    0

    10

    20

    30

    40

    50

    60

    70

    0 10.000 20.000 30.000 40.000 50.000 60.000 70.000 80.000

    Gin

    i in

    de

    x

    Per c. GNI

    y = 65,601x-0,06

    R² = 0,1094

    10

    100

    100 1.000 10.000 100.000

    Gin

    i in

    dex

    Per c. GNI

  • 145

    Ineguaglianze nel tempo

  • 146

    Tre interpretazioni dell’ineguaglianza nella distribuzione del reddito:

    1. Classica (fino a Marx)(polarizzazione)2. Pareto (stabilità dell’ineguaglianza)3. Kuznets (ineguaglianza e crescita moderna)

  • 147

    147

     

    Per c. GDP

    Inequalit

    y

    x

    Curva di Kuznets dell’ineguaglianza nella distribuzione del reddito.

    Kuznets

  • 148

  • 149

    1. Higher inequality lowers growth by depriving the ability of lower-income households to stay healthy and accumulate physical and human capital

    2. Rising influence of the rich and stagnant incomes of the poor and middle class have a causal

    effect on crises, and thus directly hurt short- and long-term growth 

    3. Extreme inequality may damage trust and social cohesion and thus is also associated with conflicts, which discourage investment Income inequality affects the pace at which growth enables poverty reduction 

    4. Growth is less efficient in lowering poverty in countries with high initial levels of inequality or in which the distributional pattern of growth favors the nonpoor. 

    IMF, Causes and Consequences of Income Inequality: A Global Perspective, 2015

  • 150

  • 151

    0

    10

    20

    30

    40

    50

    60

    70Im

    pero

     Rom

    ano  1

    4

    Bis

    anzi

    o 1

    000

    Ingh

    ilter

    ra e

     G. 1

    290

    Tosc

    ana 

    1427

    Ola

    nda 

    1561

    Ingh

    ilter

    ra e

     G. 1

    688

    Ola

    nda 

    1732

    India

     1750

    Vecc

    hia

     Cas

    tigl

    ia 1

    752

    Ingh

    ilter

    ra e

     G. 1

    759

    Fran

    cia 

    1788

    Nuova

     Spag

    na 

    1790

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    1886

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     1929

    India

     1947

    Gin

    i

    Media           46Media 2015 40

    Toscana (1427) 46,1

    Indici di Gini per le economie del passato

  • 152

    152

    Piketty-Saez, Science, 2014

    Le diminuzione fu dovuta alla grande depressione e alla guerra. L’aumento attuale è dovuto alla forte crescita “in top wage incomes”.

  • 153

  • 154

    0%

    2%

    4%

    6%

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    10%

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    1910 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010

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    Measured by the top percentile income share, income inequality rose in emerging countries since the 1980s, but ranks below U.S. level in 2000-2010. Sources and series: see piketty.pse.ens.fr/capital21c.

    Figure 9.9. Income inequality in emerging countries, 1910-2010

    India South Africa Indonesia

    Argentina China Colombie

  • 155

  • 156

    y = -7E-06x2 + 0,03x + 25,824R² = 0,3026

    0

    10

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    70

    0 500 1000 1500 2000 2500

    Gin

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    GDI per c.

    Olanda 1732

    Inghilterra 1801

    Cile 1861

    Inghilterra 1688

    Indici di Gini per le economie del passato

  • 157

  • 158

  • 159

  • 160

  • 161

  • 162

    2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016

    Disuguaglianza

    reddito di mercato 48,2  47,7  47,8  46,5  46,6  47,0  48,0  47,5  48,9  49,4  48,6  45,2 

    Disuguaglianza

    reddito disponibile 32,8  32,1  32,2  31,0  31,5  31,2  31,9  31,9  32,5  32,7  32,4  30,1 

     

    Indici di Gini del reddito di mercato e del reddito disponibile Italia 2005-16

  • 163

    0

    10

    20

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    50

    60

    1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000 2020

    Indice di Gini per l’Italia 1890-2015

  • 164

  • 165

    L’ineguaguaglianza è un ostacolo alla crescita?

    IMF

    We find an inverse relationship between the income share accruing to the rich (top 20 percent) and economic growth. If the income share of the top 20 percent increases by 1 percentage point, GDP growth is actually 0.08 percentage point lower in the following five years, suggesting that the benefits do not trickle down. Instead, a similar increase in the income share of the bottom 20 percent (the poor) is associated with 0.38 percentage point higher growth. This positive relationship between disposable income shares and higher growth continues to hold for the second and third quintiles (the middle class). This result survives a variety of robustness checks, and is in line with recent findings for a smaller sample of advanced economies (OECD 2014).

  • 166

    Ineguaglianze regionali

  • 167

    Paesi  OCSE

    15.3 Gini index of TL3 regional GDP per capita3

    Country GINI 2005

    1 Turkey 0,27

    2 Mexico (TL2) 0,26

    3 Slovak Republ ic 0,26

    4 Belgium 0,19

    5 Poland 0,19

    6 Hungary 0,19

    7 Korea 0,19

    8 United Kingdom 0,17

    9 Canada (TL2) 0,16

    10 Ireland 0,16

    11 Austria 0,15

    12 OECD(27) average 0,15

    13 Portugal 0,15

    14 Ita ly 0,14

    15 United States  (TL2) 0,14

    16 Greece 0,13

    17 Czech Republ ic 0,13

    18 Germany 0,12

    19 New Zealand 0,12

    20 Denmark 0,12

    21 Norway 0,12

    22 Spain 0,11

    23 France 0,11

    24 Netherlands 0,11

    25 Austra l ia  (TL2) 0,10

    26 Finland 0,10

    27 Japan 0,09

    28 Sweden 0,06

  • 168

    Va

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    Ba

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    10000

    15000

    20000

    25000

    30000

    35000

    40000

    Sud-Isole 17.415 euro Sud-Isole/Centro-Nord = 58 %

    Centro-Nord 30.007 Sud-Isole/ITALIA = 68 %

    ITALIA 25.729 euro

    Divari regionali nel Pil pro capite 2013 in Euro correnti (Istat)

    (Le differenze nei prezzi)

  • 169

    Interesse del tema:

    Divario iniziale 1861-1891

    Agricoltura (G. Federico)

    Industria (S. Fenoaltea, C. Ciccarelli)

    Nutrizione (G. Vecchi)

    Salari di muratori e braccianti

  • 170

    1871

    Basilicata

    Calabria

    Sardegna

    Sicilia

    Abruzzi

    Puglia

    Umbria

    Campania

    Marche

    Emilia

    Toscana

    Lazio

    Veneto

    Liguria

    Lombardia

    Piemonte

    0 10 20 30 40 50 60 70alfabeti (%)

    31,2

    Tasso di alfabetismo 1871

  • 171

    I divari Nord-Sud da fine Ottocento

  • 172

    172

    Divari nel Pil pro capite nel 1891 e 1911

  • 173

    Nord

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    861

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    Sud

    Fig. La crescita del Pil pro capite reale nel Nord e Sud Italia 1861-2013 (1861=1)

    Il tasso di crescita del Pil pro capite del Sud è stato più basso che nel Nord (con l’eccezione del periodo 1960-75). Il grafico rappresenta numeri indice con base 1861=1. Ponendo l’anno iniziale della serie come base = 1 nel 1861, all’inizio le due serie, de Nord e del Sud, sono uguali per costruzione. Ciò non significa che fossero effettivamente uguali. La questione se all’epoca dell’Unità il Pil pro capite del Nord e del Sud fosse diverso e di quanto è ancora dibattuta.

  • 174

    30

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    Pil

     pro

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     Sud

    /Nor

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    Fig. Il rapporto fra il Pil pro capite del Sud e quello del Nord nel 1861-2010 (%)

    Il rapporto fra il Pil pro capite del Sud e quello del Nord diminuisce a partire dall’industrializzazione italiana alla fine dell’Ottocento. Si raggiunge il punto più basso (circa 0,50) alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Il Mezzogiorno recupera dal 1960 al 1975 e perde di nuovo terreno in seguito.

  • 175

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    Fig. Indice di Theil dei divari regionali in Italia dal 1891 al 2011

    L’indice di Theil è un indice di concentrazione (come l’indice di Gini). Viene usato soprattutto per valutare le disuguaglianze nella distribuzione del reddito e della ricchezza sia all’interno dei paesi che fra paesi o regioni. Applicato all’andamento dei divari di reddito pro capite in Italia, l’indice di Theil descrive una curva ad U rovesciato: aumenta fino al 1951; diminuisce negli anni dal 1950 al 1975; aumenta di nuovo, ma debolmente, dopo il 1975.

    La curva ad U rovesciata in altri paesi

  • 176

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    Italy

    N-S

    Indice di Theil del divario fra regioni e fra Nord e Sud 1980–2010

  • 177

    La crescita industriale dell’Italia interessa dapprima il Nord e solo in seguito il Sud. Il processo di diffusione dell’industria s’interrompe nel Sud e nel Nord da fine anni Settanta in poi, quando il Mezzogiorno è ancora coinvolto in maniera molto marginale.

  • Ineguaglianze fra paesi

  • 179

    Pierre George 1965:

    «I due terzi della superficie dei continenti, i tre quarti dell’umanità, tre miliardi di uomini [allora la popolazione era di 3 miliardi e 300 milioni], metà dei quali al di sotto dei 20 anni, i redditi più bassi e l’estrema fragilità della vita …, la minaccia continua e sempre più incombente della carestia, tali le dimensioni e il destino dei paesi sottosviluppati».

  • 180

    180

    Tre differenti possibilità di stima nei divari fra paesi:

    1. Considerare ogni nazione come un’unità;

    2. Ponderare ogni reddito nazionale in base alla popolazione;

    3. Includere al 2. la distribuzione personale del reddito all’interno dei paesi considerati.

  • 181

    Nel grafico a dispersione è rappresentato un campione di paesi (facenti parte dell’OECD, Organisation for Economic Co-operation and Development, che comprende 35 paesi avanzati ed ha come fine di promuovere politiche favorevoli allo sviluppo dei paesi membri). Sull’asse delle ascisse si trova il livello di Pil pro capite nel 1950 (a parità di potere d’acquisto, PPA in italiano o PPP in inglese), e, su quello delle ordinate, il tasso di crescita annua (%) nel periodo 1950-2004.

    La relazione fra le due variabili è inversa. Ciò significa che paesi (quelli del campione) che nel 1950 avevano un Pil pro capite elevato hanno registrato tassi di crescita inferiori a quelli dei paesi con Pil pro capite più basso. Come si vede, per esempio, gli USA avevano nel 1950 il Pil pro capite più alto (di quello degli altri paesi OECD), e, nel periodo in esame, il loro tasso di crescita annuo è stato di poco inferiore al 2,5 per cento; mentra in Giappone, che era paese povero all’indomani della Seconda Guerra Mondiale, il tasso di crescita 1950-2004 è stato pari al 5 per cento). Il grafico suggerisce la presenza di un processo di convergenza fra economie avanzate (quelle facenti parte dell’OECD).

  • 182

    182

    , lnt t n t n tg y

    Convergenza-divergenza

    La convergenza implica che ß < 0

  • 183

    Fig. Tasso di crescita nel 2000-15 (sull’asse verticale) rispetto al Pil pro capite nel 2000 (sull’asse orizzontale)

    y = -0,7113Ln(x) + 8,6386

    R2 = 0,166

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    Il grafico si riferisce a 120 paesi del Mondo e rappresenta il tasso di crescita del Pil pro capite nel 2000-15 rispetto al livello del Pil pro capite nel 2000. Fra le due variabili esiste una relazione inversa: paesi con elevato Pil pro capite nel 2000 hanno realizzato tassi di crescita inferiori a quelli di paesi con basso Pil pro capite nel 2000. Il grafico mostra il processo di convergenza che si è verificato dal 2000 circa. In generale si ha convergenza quando l’equazione yr=α±ßlogyt (con yr che indica il tasso di crescita dopo l’anno t e yt il prodotto pro capite all’inizio del periodo considerato) ha un segno negativo. I valori dell’equazione, riportati nel grafico, indicano che il coefficiente ha appunto un segno negativo. Si è, dunque, verificata convergenza nel periodo in esame su scala mondiale.

  • 184

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    Fig. Valori dell’indice di Theil dell’ineguaglianza nella distribuzione del Pil su scala mondiale dal 1950 al 2013

    L’indice di Theil è usato nel grafico per rappresentare l’ineguaglianza nella distribuzione del Pil fra paesi del Mondo tenendo conto della popolazione dei paesi (paesi con maggiore popolazione contribuiscono di più all’ineguaglianza di paesi con minore popolazione). Come si vede, l’ineguaglianza fra paesi è rimasta più o meno stabile dal 1950 al 2000. Dal 2000 in poi si è verificata una diminuzione dell’ineguaglianza. Questa diminuzione è stata provocata soprattutto dai tassi di crescita elevati di paesi poveri come la Cina e l’India (che insieme rappresentano un terzo della popolazione mondiale).

  • 185

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    Index

    Per c. GDP

    Indice di Theil e Pil pro c. 1950-2015 ($ intern. 1990 PPP

    Inequality-GrowthWORLD1950-2013

  • 186

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    Gini

    Theil

  • 187

    Fig. Il coefficiente di Gini per il Mondo (e con l’esclusione di Cina, India e Asia nel suo complesso) dal 1970 al 2010

    Il coefficiente di Gini della ineguaglianza mondiale. Il risultato è simile a quello del grafico precedente (in cui è utilizzato l’indice di Theil). Dal 2000 circa diminuisce il grado di ineguaglianza. Si ottengono, tuttavia, risultati diversi qualora si escluda la Cina, l’India o tutta quanta l’Asia.

  • 188

    World inequality 1820-2000 (Theil index). 

                    Source: Milanovic, pp. 142 and 145. 

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    Fig. Ineguaglianza fra paesi (ponderata con la popolazione dei diversi paesi) fra il 1820 e il 2000

    Man mano che la crescita moderna si diffondeva un numero sempre più ampio di paesi si allontanava dalle condizioni di povertà generalizzata caratteristiche del mondo pre-moderno. L’ineguaglianza aumentava. Dopo la Seconda Guerra Mondiale l’ineguaglianza fra i paesi del Mondo raggiunse un livello massimo. In seguito, con l’aumento ulteriore del numero dei paesi che si sviluppavano, si verificò una nuova tendenza verso l’uguaglianza: le differenze fra paese e paese si ridussero per lo sviluppo dei paesi poveri.

  • 189

  • 190

  • 191

    1820frapaesi

    nei  paesi

    2008

    frapaesi

    nei  paesi

    Percentuali dell’ineguaglianza within e between nel 1820 e nel 2008

  • 192

    Il grafico a barre rappresenta la percentuale del reddito nazionale dei vari paesi del Mondo posseduta dal quintile più povero (cioè, dal 20 per cento più povero della popolazione; ottenuto dividendo la popolazione complessiva, fatta uguale a 100, in cinque parti). Copre il periodo dal 1820 sino a fine Novecento.

    Nel 1820 il 20 per cento più povero della popolazione mondiale possedeva il 4,7 per cento del reddito mondiale. In seguito la quota-parte percentuale del quintile più povero è andata costantemente diminuendo. Si è stabilizzata sul 2 per cento a fine XIX secolo.

  • 193

    D-M: Duval-de la Maisonneuve (D-M) databaseMLD: Mean Log Deviation

  • 194

    Inégalité interne des revenus et inégalité mondialeChristian MorrissonFabrice Murtin

  • 5. Tecniche

  • In physics energy is defined as the ability of bodies to perform work. Since work is the result of force by distance, then energy includes any movement of some material body in space together with the potential energy deriving from its position.When dealing with the economy and then with the interrelationship between humans and the environment, our definition must be a little different. We could define energy in economic terms as the capacity of performing work, useful for human beings, thanks to changes introduced with some cost or effort in the structure of the matter or its position in space. Solar heat is of primary importance for the existence of life. The definition of energy in physics includes it. Since it is a free source ofenergy, it is not included in our economic definition; whereas the capture of solar rays by means of some mechanism in order to heat water or produce electric power is included.

  • In daily life we have direct contact with matter, but not with energy. Matter can be touched, its form described and it is to be found underfoot as well as around us. With energy it is different. Its indirect effects are only perceived deriving fromchanges either in the structure, that is the molecular or atomic composition of matter, or in its location in space, such as in the case of a stream of water or wind, whose potential energy we can be exploit. In both cases effects such as movement,heat or light reveal the presence of what we call energy from about 200 years.

  • The production process and the role of energy can be represented by the following diagram (Figure 1). Figure 1. Natural resources, converters of energy, product.

    Resources (R)

    Labour (L)

    Capital (K)

    PRODUCT (Y)

    converters

  • La combustione è la rapida ossidazione di un combustibile. La reazione è accompagnata da quel fenomeno fisico visibile che è denominato “fiamma” e dalla produzione di quella energia che è denominata “calore”. Il carbonio si combina con l’ossigeno per formare anidride carbonica, un gas non tossico, e libera calore secondo la seguente formula: C + O2 = CO2 + Calore.

  • Fonti riproducibili di energia e fonti non riproducibili

    Energia primaria ed energia secondaria

  • Quattro epoche(in rapporto con le fonti prevalenti di energia):

    1. Cibo2. Fuoco3. Animali da lavoro4. Combustibili fossili

    Convertitori biologici e convertitori meccaniciMacchine

  • Utensile

  • Macchina

  • Roma anticaMola ruotata da animali

  • - Acqua- Forza gravitazionale

  • Macchina a vapore di Erone di Alessandria (I sec. D.C.)

  • Branca, G., Le machine (Roma, 1629)

  • Macchina a vapore di Newcomen

  • La transizione energetica:nelle fonti e nei convertitori

  • 0%

    10%

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    10

    traditional

    modern

    Consumo di fonti tradizionali e di fonti moderne 1820-2016

  • 0

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    4000

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    1820

    1830

    1840

    1850

    1860

    1870

    1880

    1890

    1900

    1910

    1920

    1930

    1940

    1950

    1960

    1970

    1980

    1990

    2000

    2010

    MTO

    E

    NUCLEAR

    ELECTRICITY

    GAS

    OIL

    COAL

    DRAFT ANIMALS

    FUELWOOD

    FOOD

    Consumo mondiale per fonte 1820-2016 (Mtoe)

  • 0%

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    00

    20

    10

    NUCLEAR

    ELECTRICITY

    GAS

    OIL

    COAL

    DRAFT ANIMALS

    FUELWOOD

    FOOD

    Consumo mondiale percentuale per fonte 1820-2016

  • y = 0,005x3 - 0,7818x2 + 41,266x + 19,853R² = 0,9942

    0

    4.000

    8.000

    12.000

    16.000

    18

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    00

    20

    10

    MTO

    E

    Total

    Consumo totale mondiale 1820-2016 (Mtoe)

  • 0

    500

    1.000

    1.500

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    2.500

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    1830

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    1900

    1910

    1920

    1930

    1940

    1950

    1960

    1970

    1980

    1990

    2000

    2010

    koe p

    er

    c.

    Per capita

    Consumo mondiale pro capite 1820-2016 (koe)

  • 0

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    10000

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    35000

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    18

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    19

    90

    20

    00

    20

    10

    Emissioni totali Mondo di CO2milioni di tonnellate

  • 0,00

    1,00

    2,00

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    00

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    Emissioni pro capite nel Mondo di CO2tonnellate

  • 0%

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    00

    20

    10

    AFRICA

    MIDDLE EAST

    ASIA

    OCEANIA

    LATIN AMERICA

    NORTH AMERICA

    EAST EUROPE

    WEST EUROPE

    Consumo di energia per macroarea 1820-2016 (%)

  • 1820

  • 2000

  • y = 0,53x0,84

    R² = 0,80

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    1000

    10000

    100000

    100 1000 10000 100000 1000000

    ener

    gy c

    on

    smp

    tio

    n (

    koe)

    $ intern. 2011 PPP

    Relazione fra consumo di energie moderne e Pil pro capite nel 2010

  • 0

    2.000

    4.000

    6.000

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    10.000

    12.000

    14.000

    16.000

    0 50000000 100000000

    MTO

    E

    millions of 2013 US$ PPP

    Consumo di energia e Pil mondiale 1820-2016 (Mtoe)

  • 0

    1

    2

    3

    4

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    6

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    00

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    19

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    00

    Per

     c. G

    DP

    /per

     c. k

    oe 

    per

     yea

    r

    Produttività dell’energia 1820-2016

  • 0

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    Emissioni totali da combustibili fossili 1820-2017Milioni di tonnellate

  • 0,00

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    20

    10

    Emissioni pro capite da combustibili fossili 1820-2017Tonnellate pro capite

  • 0

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    Thei

    l in

    dex

    Ineguaglianze fra paesi nel consumo di energia (1820-2016)

  • 0,2

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    Thei

    l in

    dex

    GDP

    Ineguaglianze fra paesi nei consumi di energia e nel Pil 1950-2016