Storia e Futuro, Un’Avventura Editoriale Del Movimento Anarchico Negli Anni Venti- l’Oeuvre...

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Storia e Futuro Un’avventura editoriale del movimento anarchico negli anni Venti: l’Oeuvre Internationale des Editions Anarchistes 1 Flares Facebook 1 Google+ 0 Twitter 0 1 Flares × Antonio Senta Abstract Il movimento operaio ha sempre avuto una particolare passione per la carta stampata, quale veicolo di emancipazione e di propaganda. Così il movimento anarchico: ne sono testimonianza gli Ugo Fedeli papers conservati presso l’Internationaal Insituute voor Sociale Geshiedenis di Amsterdam (IISG), i cui documenti mettono in luce, tra l’altro, le varie fasi di un’avventura editoriale intrapresa da vari militanti internazionali a metà degli anni Venti a Parigi: l’Oeuvre Internationale des Editions Anarchistes (OIEA). Tale progetto incluse la pubblicazione di una rivista in tre lingue, la Révue Internationale Anarchiste, e il varo di una nuova casa editrice, le Editions Anarchistes, che diede alle stampe diversi testi di approfondimento teorico e storico. Lascito dell’OIEA fu anche l’Encyclopedie Anarchiste, quasi tremila pagine di sistematizzazione del pensiero anarchico. Abstract english A publishing adventure of the french anarchist movement in the 1920s: the Oeuvre Internationale des Editions Anarchistes Abstract Historically, the working class movement has always had a predilection for the press as a mean of emancipation and propaganda. So did the anarchist movement, as proved by the Ugo Fedeli papers preserved by the Internationaal Insituute voor Sociale Geshiedenis (IISG) of Amsterdam, whose documents highlight, amongst other things, the various phases of a publishing adventure some international militants undertook in Paris in the mid-1920s: the Oeuvre Internationale des Editions Anarchistes (OIEA). This project included publishing a trilingual periodical, the Révue Internationale Anarchiste and the creation of a new publishing house, the Editions Anarchistes, that printed some important books and essays and the monumental Encyclopedie Anarchiste. Introduzione Uno dei tratti più interessanti che hanno caratterizzato molti degli aderenti al movimento operaio è stato senza dubbio la passione per la conoscenza. Essa era intesa come veicolo primo di emancipazione e andava di pari passo con la

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Storia e FuturoUn’avventura editoriale del movimento anarchiconegli anni Venti: l’Oeuvre Internationale des EditionsAnarchistes1 Flares Facebook 1 Google+ 0 Twit ter 0 1 Flares ×

Antonio Senta

Abstract

Il movimento operaio ha sempre avuto una part icolare passione per la cartastampata, quale veicolo di emancipazione e di propaganda. Così il movimentoanarchico: ne sono test imonianza gli Ugo Fedeli papers conservat i pressol’Internat ionaal Insituute voor Sociale Geshiedenis di Amsterdam (IISG), i cuidocument i met tono in luce, t ra l’alt ro, le varie fasi di un’avventura editorialeint rapresa da vari milit ant i internazionali a metà degli anni Vent i a Parigi:l’Oeuvre Internat ionale des Edit ions Anarchistes (OIEA). Tale proget to inclusela pubblicazione di una rivista in t re lingue, la Révue Internat ionale Anarchiste,e il varo di una nuova casa edit rice, le Edit ions Anarchistes, che diede allestampe diversi test i di approfondimento teorico e storico. Lascito dell’OIEA fuanche l’Encyclopedie Anarchiste, quasi t remila pagine di sistemat izzazione delpensiero anarchico.

Abstract english

A publishing adventure of the f rench anarchist movement in the 1920s: theOeuvre Internat ionale des Edit ions Anarchistes Abst ract Historically, theworking class movement has always had a predilect ion for the press as amean of emancipat ion and propaganda. So did the anarchist movement , asproved by the Ugo Fedeli papers preserved by the Internat ionaal Insituutevoor Sociale Geshiedenis (IISG) of Amsterdam, whose documents highlight ,amongst other things, the various phases of a publishing adventure someinternat ional milit ants undertook in Paris in the mid-1920s: the OeuvreInternat ionale des Edit ions Anarchistes (OIEA). This project included publishinga t rilingual periodical, the Révue Internat ionale Anarchiste and the creat ion ofa new publishing house, the Edit ions Anarchistes, that printed some importantbooks and essays and the monumental Encyclopedie Anarchiste.

Introduzione

Uno dei t rat t i più interessant i che hanno carat terizzato molt i degli aderent i almovimento operaio è stato senza dubbio la passione per la conoscenza. Essaera intesa come veicolo primo di emancipazione e andava di pari passo con la

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lot ta quot idiana per il “dirit to alla vita”, per la conquista di maggiori libertà edirit t i.

In tal senso il retaggio della civilt à dei lumi era evidente: il libro, spesso insiemealla f iaccola, era elemento iconograf ico che af fondava le radici negliavveniment i di f ine Set tecento ed esso ricorse senza soluzione di cont inuitànelle immagini che accompagnarono le lot te prima nazionali e poi operaie deidue secoli successivi.

La stampa – in tut te le sue forme: libro, opuscolo, periodico, foglio volante –era mezzo di autoeducazione e di propaganda allo stesso tempo. L’azioneera indissolubile con il pensiero: la pistola, il f ucile, la bomba, il pugnale, ilf orcone e ovviamente la falce o il martello in una mano, il libro, il giornalenell’alt ra.

Queste osservazioni, forse banali in sé, rappresentano in questo caso un ut ilest rumento per l’analisi di alcuni aspet t i della storia del movimento anarchiconel Novecento i cui aderent i hanno condiviso in molt i casi una sete diconoscenza e una passione inesauribile per la parola stampata.

Un episodio signif icat ivo di questa storia fu un’avventura editoriale realizzataa Parigi nell’autunno 1924 in grado di dare alle stampe una rivista t rilingue, la“Révue Internat ionale Anarchiste” e di organizzare le at t ività di una nuovacasa edit rice le Edit ions Anarchistes. Uno dei maggiori ispiratori fu Ugo Fedeli,le cui carte manoscrit te of f rono numerose test imonianze della vicenda.

Gli Ugo Fedeli papers

Nel corso delle mie ricerche sulla storia dell’anarchismo, ho avuto la fortuna diimbat termi in un fondo archivist ico, tanto ricco quanto misconosciuto, gli UgoFedeli papers, conservat i presso l’Internat ionaal Insituute voor SocialeGeshiedenis di Amsterdam (Iisg), Ist ituto che ha mosso i primi passi negli anniTrenta e che da decenni è uno dei luoghi elet t i, a livello internazionale, per laconservazione di materiale bibliotecario e documentario sul movimentooperaio1. Gli Ugo Fedeli papers sono una collezione di una certa consistenza dimateriali sul movimento operaio internazionale e coprono un arco cronologicodi quasi cent ’anni (dal 1869 al 1964). La documentazione preponderanteconcerne la prima internazionale e il movimento anarchico, in part icolare inEuropa e più di tut to nei paesi lat ini, ma anche nelle Americhe, in Asia, f inoall’est remo Oriente e all’Aust ralia. Il f ondo, sebbene acquisito dall’Ist ituto ametà degli anni Sessanta, è rimasto f ino a oggi poco valorizzato per lecondizioni disordinate in cui si t rovava. Diversi ricercatori l’avevano sì potutoconsultare, apprezzando l’est rema ricchezza del contenuto, e in alcuni casisono ef fet t ivamente riuscit i a ut ilizzarlo anche per ricerche di una certaimportanza, ma esso mancava sia di un riordino complessivo, sia di una listaanalit ica che rendesse più prat ica la consultazione. Dopo circa un anno dilavoro, nel 2008 ho completato il riordino e redat to una lista pubblicata informa cartacea e online2.

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Sono ora facilmente consultabili i diari di Ugo Fedeli dal 1921 al 1944, la suacorrispondenza, gli scrit t i – in part icolare memorie, biograf ie di vari milit ant ianarchici e repertori bibliograf ici – i verbali di convegni e congressi delmovimento anarchico internazionale, così come svariat i document i suorganizzazioni operaie e singoli milit ant i. Da queste carte si desumono icontorni di molte vicende signif icat ive che la presenza di diversi scrit t i inedit i,sia di Fedeli che di alt ri milit ant i, riesce spesso a illust rare meglio.

Ugo Fedeli nacque nella Milano di f ine Ot tocento da una famiglia povera.Cost ret to a lavorare sin da giovanissimo, da autodidat ta si creòun’approfondita cultura, prese parte ai fat t i della Set t imana rossa e feceat t iva campagna ant intervent ista allo scoppio della Grande guerra, f ino aquando decise di disertare e di passare il conf ine svizzero. Tornato in Italia sulf inire del 1919 fu in prima linea nelle occupazioni delle fabbriche del milanese.Nel marzo 1921, quando il movimento era in fase difensiva e gli squadrist icominciavano invece ad alzare la testa, venne accusato insieme ad alt ri duecompagni, Francesco Ghezzi e Piet ro Bruzzi, della st rage del teat ro Diana,dove lo scoppio di una bomba invest ì la sala gremita causando ventuno mort ie circa ot tanta ferit i. Cost ret to alla fuga, via Berlino passò in Russia, doveebbe modo di rimanere, t ra Piet roburgo e Mosca, sino alla f ine dell’anno,impegnandosi t ra l’alt ro nella denuncia della st ret ta repressiva dei bolscevichinei conf ront i delle opposizioni e in part icolare degli anarchici. Tornato aBerlino, prese parte alle vicende del movimento di lingua tedesca f ino al 1923,f requentando i gruppi di anarchici russi cost ret t i all’esilio, e nell’autunno diquell’anno, a causa delle condizioni economiche gravose all’interno del paese,decise di passare a Parigi.

Ugo Fedeli a vent icinque anni aveva già raccolto, insieme alla sua compagnadi una vita, Clelia Premoli, diverso materiale sul movimento anarchico di linguaitaliana e non solo: era venuto in possesso infat t i di diversa documentazionein russo, in tedesco e in f rancese e cominciava a essere conosciuto sia per lasua passione verso libri e document i, sia per le sue capacità di storico earchivista. Egli fu ef fet t ivamente uno dei primi a comprendere l’ut ilit à di unarchivio storico che raccogliesse parte di quella enorme quant ità didocumentazione che il movimento aveva prodot to sino ad allora. Prima di luisolo Max Net t lau, anarchico e storico dell’anarchismo, vero e proprio pionierenel campo, aveva avuto mezzi, interesse e capacità per dar vita e conservareun ricchissimo archivio, anch’esso oggi conservato presso l’Iisg.

L’Oeuvre Internationale des Editions Anarchistes

Non appena giunto a Parigi, Fedeli t rovò occupazione come meccanico eallacciò i contat t i con il movimento anarchico locale, cominciando acollaborare con il periodico “L’Idée Anarchiste” edito dal milit ante f ranceseLucien Haussard3. Cont inuò a seguire l’at t ività degli esiliat i russi – t ra i qualiVolin, Peter Arshinov e Nestor Machno anch’essi t rasferit isi da Berlino a Parigi– supportando la campagna per la liberazione degli anarchici perseguitat i in

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Russia e cont ro l’autoritarismo dei bolscevichi e si interessò anche della sortedei compagni bulgari arrestat i e deportat i in seguito al colpo di Stato delgiugno 1923 da parte di una coalizione di forze di dest ra, cont ribuendo acost ruire una rete internazionale di soccorso4.

Inolt re Fedeli rit rovò a Parigi alcuni dei milit ant i at t ivi negli anni precedent i inItalia. Molt i, come è noto, erano gli Italiani emigrat i in Francia, a causa dellarichiesta di manodopera soprat tut to nell’edilizia e nell’agricoltura, e alt ret tant ierano i cosiddet t i “fuoriuscit i”, i “polit ici” della prima ondata migratoria, quelladell’ant ifascismo di mat rice popolare, f ra i quali gli anarchici – spesso t ra iprimi a scont rarsi con la montante marea fascista – erano part icolarmentenumerosi.

In Francia i milit ant i libertari si dedicavano alla propaganda, con una ovviaat tenzione ai temi dell’ant ifascismo, anche at t raverso periodici e numeri unicidi giornale che, nonostante le innumerevoli dif f icoltà, davano test imonianzadell’at t ivismo dei “fuoriuscit i” anarchici, così come dei loro dif ferent i indirizzi dipensiero. Nella capitale f rancese, dal giugno 1923 al gennaio 1924, l’exsegretario della Camera del Lavoro di Carrara Alberto Meschi pubblicò ot tonumeri de “La Voce del Profugo”, “giornale ant ifascista e di propagandasindacale classista”, come recitava il sot tot itolo. Nello stesso periodo, ma f inoall’aprile 1925, lo spezzino Tint ino Rasi dava invece alle stampe“Rivendicazione”, pubblicazione di stampo individualista. Ancora, un Comitatounitario ant ifascista a cui aderivano alcuni anarchici, nell’autunno 1924, sullascia delle mobilit azioni per l’assassinio di Giacono Mat teot t i, editò due numeridi “Campane a Stormo”. Da parte loro i milit ant i f rancesi erano impegnat i nellapubblicazione de “Le Libertaire” che dal dicembre 1923 da set t imanale passòa essere quot idiano (e tale rimase f ino al marzo 1925, quando ritornòset t imanale). Esso si andava a sommare, t ra gli alt ri, al già citato “L’IdéeAnarchiste” (cui Fedeli cont inuava a collaborare at t ivamente), al quindicinale“L’En Dehors”, periodico individualista redat to a Orleans da E. Armand, e adalt ri giornali locali che avevano però dif fusione in tut to il paese come “LeSemeur” che si stampava a Falaise e “Le Réveil Libertaire” di Lione.

Eppure il movimento f rancese, e solo in misura minore quello dei “fuoriuscit i”it aliani, vivevano una situazione assai dif f icile, accentuata dalle molteplicidivisioni interne. Lo stesso “Libertaire”, nonostante la sua periodicitàquot idiana, era abbastanza povero di slancio e contenut i e le alt repubblicazioni non riuscivano a scalf ire l’immobilismo della maggior parte deimilit ant i. Fu proprio alla luce di questa situazione, certo non confortante, cheuna dozzina di milit ant i, t ra cui Fedeli, decisero nell’autunno 1924 di tentareuna nuova impresa editoriale, in grado di dare alle stampe una rivista t rilingue,la “Révue Internat ionale Anarchiste”, di organizzare le at t ività di una nuovacasa edit rice (Edit ions Anarchistes) af f iancandovi una ricca libreria, la “LibrairieInternat ionale”, che divenne presto luogo di incont ro t ra milit ant i di mezzaEuropa. Il proget to prese il nome di Oeuvre Internat ionale des Edit ionsAnarchistes (Oiea). Vi parteciparono milit ant i it aliani, russi, polacchi, spagnoli ef rancesi, t ra i quali spiccava la f igura di Sébast ien Faure. Milit ante storico

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dell’anarchismo f rancese, aveva fondato insieme a Louise Michel “LeLibertaire” nel 1895, preso parte at t iva alla campagna in difesa di Dreyfuss eallo scoppio della Grande guerra era rimasto su una posizione di int ransigenzapacif ista, incitando i milit ari alla diserzione at t raverso le colonne del periodico“Ce qu’il f aut dire”. Fedeli ebbe modo di f requentarlo assiduamente e diapprezzarne le qualità di pubblicista e di oratore e proprio dal milit antef rancese recepì t ra l’alt ro la crit ica severa all’imposizione religiosa,considerata come la radice di ogni idea autoritaria5.

Faure fu il principale redat tore della “Révue Internat ionale Anarchiste” insiemea Fedeli, a Severin Férandel, Volin, Tint ino Rasi e Virgilio Gozzoli. Essa era inrealtà cost ituita da t re riviste rilegate insieme, una in f rancese, la “Révue”, unain italiano, “La Rivista Internazionale Anarchica”, e una in spagnolo, “La RevistaInternacional Anarquista”. Le t re versioni contenevano generalmente art icolidiversi, ma in alcuni casi si t rat tava dello stesso art icolo t radot to nelle alt redue lingue: è il caso dell’editoriale di Sebast ien Faure, La révolution sociale, checompare nel n. 1 del 15 novembre 1924. Questa “Rivista mensile poliglot ta” –come recitava il sot tot itolo dell’edizione italiana – rappresentò unesperimento tanto unico quanto interessante. La pubblicazione voleva essereuno st rumento di approfondimento delle idee, della cultura e della storiaanarchica, con lo scopo di raf forzare il pensiero e l’azione internazionalista delmovimento. La sua uscita fu ef fet t ivamente molto importante dal punto divista sia culturale che polit ico e sin dal primo numero essa si inserì neldibat t ito teorico in corso t ra gli anarchici europei.

A metà degli anni Vent i il pensiero anarchico doveva infat t i f are i cont i conavveniment i che avevano sconvolto il mondo: la Prima guerra mondiale, laRivoluzione russa, l’avvento del fascismo avevano messo in luce – in modi edirezioni diverse – le aporie dell’anarchismo. Almeno così pensavano alcunimilit ant i, i quali, non met tevano in discussione i principi del pensiero libertario,ma ritenevano necessaria un’analisi e una rif lessione sui t radizionali modid’azione e organizzazione. Il cosiddet to “anarchismo eroico” di stampoot tocentesco doveva lasciare il campo a un movimento maggiormenteorganico e st rut turato in cui il singolo e l’organizzazione si completassero avicenda.

Non a caso sin dal primo numero venne presentata ai let tori una Consultazionemondiale sui compiti dell’anarchismo, ambizioso lavoro di inchiesta di cui Fedelifu uno dei fautori e che si poneva esplicitamente l’obiet t ivo di analizzare qualifossero i compit i del movimento anarchico prima, durante e dopo larivoluzione. Tale rif lessione coinvolgeva quat t ro ambit i diversi: educazione,organizzazione, azione, rapport i internazionali. Gli avveniment i dei primi duedecenni del Nocevento e in part icolare “la t ragedia degli anarchici russi”,ovvero la loro repressione per opera dei bolscevichi, avevano most rato come iprogrammi anarchici – scriveva Fedeli – fossero “imbot t it i da un pericolosofacilonismo” e da un eccessivo “ot t imismo”6. L’inchiesta nelle t re diverse lingueaccompagnò tut ta la vita della rivista e a essa risposero numerosi milit ant i,che, seppur in toni diversi, sembravano concordare non solo sulla necessità di

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una maggiore organizzazione del movimento a livello internazionale, quantosulla necessità di af f iancare alla “crit ica demolit rice” dell’esistente un’ot t icaproposit iva riguardo alla realizzazione della società futura.

Ogni aspet to della “Révue” evidenziava il carat tere internazionale delmovimento anarchico, carat terizzato sin dall’Ot tocento da un cont inuonomadismo – dovuto in gran parte alla repressione statale – e dallacontaminazione t ra tendenze e idee diverse t ra loro. Proprio sul temadell’internazionalismo tornò più volte Fedeli dalle pagine della “Rivista”,considerando come dovesse essere obiet t ivo del movimento quello dilavorare per la creazione di una Unione Anarchica Universale in grado difavorire lo scambio di informazioni, la collaborazione e il collegamento t ra lediverse federazioni esistent i su base nazionale e regionale. La “Rivista”,ampliata e migliorata, sarebbe potuta diventare quindi la portavoce di taleorganizzazione7.

Nel corso degli ot to numeri di vita della rivista Fedeli scrisse del movimentoanarchico in Germania, in Francia, del movimento tolstojano in Russia, cheaveva avuto modo di conoscere a apprezzare, olt re a occuparsi dellarecensione di diversi test i di pensatori libertari.

Inolt re cont inuò a denunciare con forza l’impreparazione teorica delmovimento anarchico e a sot tolineare l’importanza dello studio e dellarif lessione su un punto part icolare, quello dell’organizzazione della societàlibertaria sin dai giorni successivi alla rivoluzione. In tal senso ritenneimportante la partecipazione degli anarchici non solo a “gruppi di af f inità”ideologicamente omogenei, ma anche a cooperat ive e sindacat i “mist i”, temisu cui tornò più volte,8.

Furono numerosi i milit ant i, anche di una certa levatura, che det tero il lorocont ributo teorico sulla rivista, rispondendo alla Consultazione: olt re a Faure,Fedeli, Gozzoli, Volin e Rasi – quest ’ult imo anima della versione italiana con lopseudonimo di Gold ’O Bay – vi scrivevano milit ant i conosciut i, come ArmandoBorghi, Emma Goldman, E. Armand, Randolfo Vella, August in Souchy, DiegoAbad de Sant illán, Eusebio Carbò, Camillo Berneri, Luigi Fabbri, NinoNapolitano, Luigi Bertoni, Peter Arshinov, Rudolf Rocker, Enrique Nido, RicardoFlores Magón, Gigi Damiani.

La “rivista poliglot ta” ebbe una t iratura di olt re t remila copie per gli ot to numerie cessò le pubblicazioni nel giugno 1925. Sebbene i redat tori rit enesseroraggiunto l’obiet t ivo di creare e raf forzare i rapport i t ra i milit ant i di diversipaesi, gli stessi constatarono come molt i let tori leggessero solo 24 delle 72pagine, ovvero quelle nella loro lingua, e optarono per chiudere l’esperienzaunitaria e t rilingue della rivista. La versione italiana si fuse quindi con lapubblicazione che Virgilio Gozzoli aveva cominciato a editare nell’autunno1924, “Iconoclasta!” e con “Rivendicazione” di Rasi – che aveva interrot to lepubblicazioni pochi mesi precedent i, ad aprile – nella nuova testata “LaTempra”, che riprese il sot tot itolo “rivista internazionale anarchica” e che uscì

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mensilmente dal luglio 1926 al novembre 1926.

La quest ione dell’approfondimento teorico e culturale non fu quest ioneaf f rontata solamente dalla rivista; anche alt re at t ività sot to l’egida della Oeiaintendevano approfondire questo aspet to. Furono diverse, ad esempio, leconferenze e i dibat t it i organizzat i dall’Oeuvre, t ra le quali risulta avere avutopart icolare successo il cont raddit torio che si tenne a Parigi all’inizio del 1925 dif ronte a un folto pubblico, sul tema della violenza t ra Han Ryner, anarchicoindividualista e pacif ista, e André Colomer, già diret tore de “Le Libertaire” espostatosi su posizioni vicine ai bolscevichi.

Anche le Edit ions de la Librairie Internat ionale, chiamate a voltesemplicemente Edit ions Anarchistes, svolsero un importante compito in talsenso, dando alle stampe alcuni test i di analisi teorica e storica, in italiano,polacco e f rancese, che divennero dei masterpieces della let teratura polit icaanarchica. Alla f ine del 1923 uscì la t raduzione in f rancese della Histoire dumouvement machnoviste (1918-1921) di Peter Archinov, già apparsa in tedesco,che descriveva le vicende dell’armata insurrezionale guidata da NestorMachno. Quest i nel 1918-1920, alleato dei bolscevichi, aveva avuto un ruolodeterminante nel resistere alle armate “bianche”, per poi subire nel corso del1921 l’at tacco letale dell’armata rossa, che mal tollerava l’esistenza di unpotere autonomo da Mosca. All’incirca nello stesso periodo apparve laristampa in f rancese del fortunato scrit to di inizio secolo di Errico Malatesta,Al caffé, a cui si aggiunse presto un testo di Sébast ien Faure, Les Anarchistes(Qui nous sommes, ce que nous voulons, notre Révolution), e uno di ArmandoBorghi, L’Italia tra i due Crispi. Cause conseguenze di una rivoluzione mancata.Ancora, apparvero una biograf ia di Han Ryner, a opera di Georges Vidal, unoscrit to sul tentat ivo rivoluzionario del 1919 in Ungheria (Dauphin-Meunier, LaCommune Hongroise, 21 mars 1919-7 août 1919), test i ant ireligiosi ecc.

Così come dalle pagine della rivista, anche in alcuni di quest i test i cruciale erala quest ione dell’organizzazione, ovvero come gli anarchici potessero edovessero organizzarsi per dare maggiore concretezza alla loro azione. Taliproblemi erano part icolarmente sent it i dai milit ant i russi resident i a Parigi.Arshinov aveva af f rontato la quest ione nel febbraio 1925 sulle pagine della“Rivista” proponendo un modello di organizzazione che, sebbene non ancoradef inito nei part icolari, sembrava far presagire la necessità di unraf forzamento delle st rut ture organizzat ive in grado di rendere maggiormenteef f iciente l’azione rivoluzionaria9.

Un anno dopo la Librairie det te alle stampe la Plate-forme d’organisation del’Union générale des Anarchistes (Projet), corredata di un supplemento diQuestions et Réponses, f irmata dal Groupe d’anarchistes à l’et ranger eredat ta probabilmente dallo stesso Archinov. La Plate-forme int rodusse deiconcet t i nuovi in campo anarchico, quali quello di “responsabilit à collet t iva” –secondo cui le decisioni assembleari vincolavano tut t i i partecipant i – e diunità teorica e tat t ica dei rivoluzionari. A pesare era evidentemente la disfat tadegli anarchici in Russia a f ronte del successo del modello leninista, il che

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sembrava far presupporre la necessità di un ammodernamento dei metodiorganizzat ivi libertari. Il proget to t rovò l’interesse di alcuni milit ant i, ma anche ilnet to rif iuto della maggioranza del movimento. Non a caso l’anno successivola stessa Librairie editò la Réponse de quelques anarchiste russes à laPlateforme, in cui gli autori, alt ri anarchici russi in esilio t ra i quali Volin,rif iutavano il proget to della “piat taforma” perché vi vedevano evidente lavolontà di cost ituire un’organizzazione cent ralizzata.

Sempre all’interno del proget to dell’Oiea, e su preciso st imolo di Faure,nacque l’idea di dare alle stampe una Encyclopedie Anarchiste per la qualeFedeli scrisse diverse voci. L’Encyclopedie af fondava le sue radicinell’illuminismo e nel razionalismo set tecentesco. Essafuil risultato di unproget to complessivo e ambizioso di sistemat izzazione del pensieroanarchico, un’opera monumentale che mirava a essere onnicomprensivarispet to alle concezioni e tendenze del movimento libertario nel mondo.L’intento era quello di riunire tut te quelle conoscenze che potessero essereut ili ai milit ant i anarchici, con l’obiet t ivo di fornire loro uno st rumento diformazione at t raverso il quale orientarsi nell’azione. L’opera, si legge nellaseconda di copert ina, con tut ta probabilit à a opera di Faure, “est dest inée auxmillion de parias de toutes nat ionalités qui souf f rent de la détestableorganisat ion sociale dont , matériellement et moralement , ils sont lesvict imes”. Gli autori sono convint i di dare alle stampe un’opera “gigantesca”,che cost ituirà una delle più grandi realizzazioni rivoluzionarie del secolo10. Inessa i “parias t rouveront les lumiéres et ils puiseront l’énergie qui leur serontnécessaires lorsque, animés de l’Esprit de Révolte, ils seront résolus à selibérer”. Punto di partenza era qui la cent ralità dell’uomo, quest ione t ipica delpensiero anarchico: il mot to “Ni dieux, ni maît re” implicava la lot ta cont ro ilt riplice giogo dello Stato, del Capitale e della Chiesa, nella consapevolezzache “le Salut est en vous tout en vous, rien qu’en vous!”, come si concludeva lapresentazione dell’opera11.

L’Encyclopedie era cost ituita da un “dizionario anarchico”, che cominciò auscire nel corso del 1925 (vennero stampat i 36 fascicoli a 48 pagine) e checomprendeva una serie di voci in ordine alfabet ico compilate da anarchici,sindacalist i, rivoluzionari e “specialist i e tecnici senza part ito”12; la prima voceè “abdicat ion”. Viene spiegato il senso del termine a cui segue una lista delleprincipali abdicazioni nella storia, da Cincinnato f ino a Nicola II, cui segue unalogica conclusione: “bien rares sont les pant ins royaux qui ont abdiqué sans yêt re cont raints et forcés. Les tyrans sont de ces gens qui disentcérémonieusement qu’ils s’en vont quand on les met à la porte”,

Il proget to prevedeva in realtà sia la t raduzione del dizionario in diverse lingue,sia la pubblicazione di quat t ro ulteriori sezioni, una sulla “storia del pensiero edell’azione anarchica, paese per paese”, una sulla “vita e le opere dei principalimilit ant i del movimento anarchico: f ilosof i, teorici, scrit tori, oratori, art ist i,agitatori, uomini d’azione”, una sulla “vita e le opere di uomini che, senzaessere propriamente anarchici, nondimeno, in campi quali la f ilosof ia, lascienza, le let tere, le art i e l’azione, hanno cont ribuito all’emancipazione

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umana […]”. A tut to ciò doveva seguire un “catalogo di libri, brochures, giornali,riviste e pubblicazioni di tut t i i t ipi, di propaganda anarchica oanarchicheggiante”, suddiviso per lingua e paese13. Solo il dizionario furealizzato, non le alt re sezioni, sia per la morte di Faure, sia per le t raversiedella vita di Fedeli. Eppure quest ’ult imo cont inuò a lavorare a questa sorta dibibliograf ia generale lasciandone test imonianza nelle carte dell’archivio comepure su alcune successive pubblicazioni del movimento14.

Certamente tanto la rivista, quanto l’insieme delle at t ività della Librairie e inpart icolar modo L’Encyclopedie, richiedevano una grande quant ità di denaro.Esso fu messo a disposizione da alcuni anarchici spagnoli, il cui nome diverrànoto in occasione degli avveniment i della Guerra civil di una decina d’annidopo: Buenaventura Durrut i, Francisco Ascaso e Gregorio Jover, che nelmaggio 1924 decisero di dare all’Oiea parte dei provent i ricavat i da una rapinaa una banca di Gijon, “alquante migliaia di Pesetas”15.

Conclusione

L’at t ività dell’Oiea nel suo complesso ebbe buoni riscont ri all’interno delmovimento. Ad esempio Max Net t lau formulò un giudizio posit ivo sulle Edizioniinternazionali anarchiche e sullo “studioso milit ante” Fedeli. L’Oeuvrecertamente rappresentò un salto di qualità nello st imolo alla rif lessioneideologica. Fu probabilmente un proget to t roppo grande per le reali possibilit àdel gruppo editoriale e del movimento, eppure – anche per la sua spiccatadimensione internazionale – fu luogo f isico e culturale di scambio di idee edesperienza e di crescita intellet tuale per molt i milit ant i, tut t i element i chetornarono ut ili negli anni successivi e in part icolare nei f rangent i esaltant i edrammat ici della Guerra civile in Spagna.

Anche negli anni successivi la passione per la parola scrit ta non abbandonòmai Ugo Fedeli. Conclusa l’esperienza dell’Oiea, diede vita, insieme a LuigiFabbri, l’anarchico di Fabriano anch’egli riparato a Parigi, a un periodico digrande spessore, “La Lot ta Umana” che si pubblicò a Parigi dall’ot tobre 1927f ino all’aprile 1929, quando tut t i i redat tori del giornale furono espulsi dalpaese. Fedeli, allora, così come Fabbri, t rovò rifugio a Montevideo, doveent rambi si dedicarono alla pubblicazione di un alt ro importante periodico diapprofondimento teorico, “Studi Sociali”. Ma quella di Fedeli fu una vitatormentata: in Uruguay l’af fermazione della dit tatura di Terra ebbe comeconseguenza una sua nuova espulsione. Nel 1933 fu consegnato alle autoritàitaliane, le quali lo dovevano poi assegnare al conf ino prima sulle isole e poi inzone isolate del sud Italia per lunghi e dif f icili anni. Per una decina di mesi, t ra il1943 e il 1944, ricoprì la carica di sindaco del paese di Bucchianico, in provinciadi Chiet i. Nel dopoguerra fu milit ante at t ivissimo, e visse in prima persona lariorganizzazione del movimento, partecipando al congresso di Carrara del1945, che segnò la cost ituzione della Federazione Anarchica Italiana, e poi agran parte delle iniziat ive anarchiche dei successivi vent i anni. Nei primi anniCinquanta fu nominato responsabile della biblioteca del Cent ro Olivet t i a

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AA. VV., L’Encyclopédie Anarchiste,Edit ion La Librairie Internat ionale, Paris,

1926-1934, p. 3

AA. VV., L’Encyclopédie Anarchiste,Edit ion La Librairie Internat ionale, Paris,

1926-1934, p. 2

Ivrea, svolse una importante at t ività culturale sia all’interno della fabbrica siain tut to il Canavese, tenendo corsi e conferenze di storia sociale e delmovimento operaio. In tut t i gli anni del dopoguerra cont inuò nell’at t ività diricercatore, di archivista e di storico. Scrisse sempre molt issimo per la stampaanarchica, italiana e non, e pubblicò vari studi biograf ici su alcuni milit ant i dirilievo, t ra i quali Luigi Fabbri, Luigi Galleani, Giuseppe Ciancabilla, LuigiDamiani. Inolt re cont inuò ad accrescere la sua biblioteca e il suo archivio, chefu ut ilizzato nel corso degli anni da milit ant i e ricercatori interessat i alla storiadel movimento. Alla sua morte tut to il materiale fu acquisito dall’Iisg diAmsterdam, luogo ritenuto da Fedeli il più idoneo a conservare tali materiali.Oggi gli Ugo Fedeli papers cost ituiscono un pat rimonio del movimento operaioe un prezioso st rumento di ricerca per la storia dell’anarchismo.

Biografia

Dot torando in Storia dell’Europa nell’età moderna e contemporanea pressol’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, ricercatore e archivista,collabora con l’Internat ionaal Insituute voor Sociale Geshiedenis (IISG) diAmsterdam. Si occupa in part icolare di storia del movimento anarchicointernazionale, tema su cui ha scrit to negli ult imi anni per diverse rivistescient if iche, italiane e non.

Biography

Antonio Senta is about to obtain his Ph.D. in European History of the Modernand Contemporary Age at the Universit y of Naples “L’Orientale”. Researcherand act ivist , he cooperates with the Internat ionaal Insituute voor SocialeGeshiedenis (IISG) of Amsterdam. He mainly works on the history of theinternat ional anarchist movement , a topic he wrote about on manyperiodicals, both nat ional and internat ional.

Bibliograf ia

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Aa. Vv.

2003-2004 Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani, 2 voll., BibliotecaFranco Serant ini.

Aa. Vv.

1926-1934 L’Encyclopédie Anarchiste , Edit ion La Librairie Internat ionale,Paris.

Balsamini L.

2009 Fragili Carte. Il movimento anarchico nelle biblioteche, archivi ecentri di documentazione, Roma, Vecchiarelli editore.

Bet t ini L.

1972 Bibliografia dell’anarchismo, vol. I, tomo 1: Periodici e numeri unicianarchici pubblicati in Italia (1872-1971), Firenze, Cp edit rice.

1976 Bibliografia dell’anarchismo, vol. I, tomo 2: Periodici e numeri unicianarchici in lingua italiana pubblicati all’estero (1872-1971), Firenze, Cp edit rice.

Bianco R.

1987 Répertoire des périodiques anarchistes de langue française: unsiècle de presse anarchiste d’expression française, 1880-1983, Aix-Marseille.

Codello F.

2005 “La buona educazione”. Esperienze libertarie e teorie anarchiche inEuropa da Godwin a Neill, Milano, Angeli.

Di Lembo L.

2001 Guerra di Classe e Lotta Umana. L’anarchismo in Italia dal Bienniorosso alla guerra di Spagna (1919-1939), Pisa, Biblioteca Franco Serant ini.

Fabbri L.

2005 Epistolario ai corrispondenti italiani ed esteri (1900-1935), a cura diRoberto Giulianelli, Pisa, Biblioteca Franco Serant ini.

Senta A. (cur.)

2008 Ugo Fedeli papers, Amsterdam, Internat ionaal Insituute voorSociale Geshiedenis (Iisg).

Sit i consigliat i

Sito web dell’Iisg di Amsterdam ht tp://www.iisg.nl/. La sezione “catalogue”

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cont iene un ot t imo motore di ricerca per la ricerca di test i e document i.At t raverso la sezione “index of archives” si arriva invece alla descrizione deifondi archivist ici.

1. ht tp://www.iisg.nl/index.php [↩]2. ht tp://www.iisg.nl/archives/en/f iles/f /10748450.php [↩]3. Per tut t i i milit ant i citat i nel testo, cf r. Senta 2008; per quelli it aliani cf r.

anche Aa. Vv. 2003-2004. [↩]4. Cf r. Archivio Iisg, fondo Fedeli papers, folders nn. 453, 553. [↩]5. Archivio Iisg, fondo Fedeli papers, folder n. 2, Ugo Fedeli, Diario France,

Belgium, Uruguay, 18 luglio 1926; cf r. anche gli appunt i del 28 febbraio1926 e del giugno 1926. [↩]

6. H. T reui [Ugo Fedeli], Una parola sulla stampa anarchica di lingua italiana,“Rivista Internazionale Anarchica”, a. 1, n. 1, 15 novembre 1924. [↩]

7. Cf r. Ugo T rene [Ugo Fedeli], L’Anarchismo ed i suoi mezzi internazionalid’azione e di lot ta, “Rivista Internazionale Anarchica”, a. I, n. 4, 15febbraio 1925. [↩]

8. Hugo T rene [Ugo Fedeli], Una consultazione mondiale sui compit idell’anarchismo, “Rivista Internazionale Anarchica”, a. 1 n. 3, 15 gennaio1925; Hugo T rene [Ugo Fedeli], Intorno ad una vecchia quest ione:Anarchismo e cooperat ivismo, “Rivista Internazionale Anarchica”, a. 1, n.7, 15 maggio 1925; Hugo T rene [Ugo Fedeli], I compit i immediat i e futuridell’anarchismo durante la rivoluzione, “Rivista Internazionale Anarchica”,a. 1, n. 8, 15 giugno 1925. [↩]

9. P. Archinof , Il Problema del primo giorno della Rivoluzione, “RivistaInternazionale Anarchica”, a. I, n. 4, 15 febbraio 1925. [↩]

10. Cf r. Gruppo internazionale di Edizioni anarchiche, la nost ra opera, “LaTempra”, a. II, n. 1, 20 gennaio 1926. [↩]

11. Encyclopedie Anarchiste, Oeuvre Internat ional des Edit ions Anarchistes,Paris, 1934, due volumi per un totale di 2983 pagine, da “abdicat ion” a“zoologie”. [↩]

12. “Pet ite Encyclopédie Anarchiste”, supplemento di 4 pp. a “La Révue”, a. I,n. 4, 15 febbraio 1925. [↩]

13. Encyclopedie Anarchiste, Oeuvre Internat ional des Edit ions Anarchistes,Paris, 1934, préface. [↩]

14. Cf r. Archivio Iisg, fondo Fedeli papers, folders nn. 282-295; Bibliograf ia depublicaciones anarquistas en lengua italiana, “Cenit ”, a. III, n. 33,set tembre 1953 – a. V, n. 56, agosto 1955; Ugo Fedeli, Giornali, Riviste,numeri unici anarchici stampat i in Italiano dal 1914 al periodo clandest ino,a. II, nn. 7-8, aprile-maggio 1950; a. II, nn. 9-10, giugno-luglio 1950; a. II, nn.11-12, agosto-set tembre 1950; Ugo Fedeli, Periodici e numeri unicipubblicat i in Liguria f ino all’avvento del fascismo, “Movimento Operaio eSocialista”, a. IX, n. 4, ot tobre – dicembre 1963. [↩]

15. Archivio Iisg, fondo Fedeli papers, folders nn. 278-281, Ugo Fedeli, Dueribelli. [↩]