STORIA D’UN GIARDINO: 200 ANNI TRA IMMAGINI SOGNATE … GRANDI ALBERI_7.pdf · di Gian Paolo...

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L’AMBIENTE Questo quadro è un documento molto signi- ficativo della parcellizza- zione sul finire del ‘600 delle coltivazioni agricole dei dintorni di Sombreno -detta anche la val Breno-, un territorio già allora intensamente coltivato. La piantumazione di fila- ri di gelsi e vite durò intensa sino circa agli anni 1950-55. La bachicoltura aveva dato in quell’arco di tempo un impulso molto importante all’economia della zona, con- sentendo uno sviluppo che la caratterizzò profondamente sotto il profilo sociale ed artistico. L’origine montanara di molti abitanti della zona, Pesenti compresi, spiega la gelosa cura dedicata per secoli alla terra. Si intuisce un rapporto non solo fisico ma anche ‘ideo- logico’ col giardino, amato ma forse anche temuto dagli stessi proprietari come antagonista dei terreni coltivati e quindi passato alla nuova destinazione con un’iniziale cautela ed attenzione al rapporto con la campagna circostante. Da qui la cautela quasi avara con cui viene destinato al nuovo ruolo di giardino. È quindi pensabile che il binomio “agricoltura/ospitalità” che ha ispirato il Pollach ed il suo committente Pietro Pesenti non abbia soltanto uno stimo- lo culturale nello spirito bucolico settecentesco, ma proprio un concetto d’utilità e di rispetto della campagna, in una visione nuova, neoclassica, dell’Hortus clausus che riscatta questo ‘spreco’ di terreno agricolo. Il progetto venne redatto da Leopoldo Pollach, insigne disce- polo del Piermarini, tra il 1796 e l’inizio dell’800; in parte fu rifatto perché distrutto nel saccheggio di casa Pesenti nel 1799 con l’arrivo degli Austro-Russi. I disegni del progetto acquerellati sono conservati nella villa di Sombreno. Furono oggetto di mostre, di pubblicazioni (Perogalli, Terranova, ecc.) e di tesi di laurea di Aiardo Agliardi e di sua figlia Ginevra. Il Tempietto del Silenzio e la Casa dell’Ortolano sono due emblematici elementi del sogno di Leopoldo Pollach. Egli, per incarico del Conte Pietro Pesenti, patriota cisalpino, pro- gettò oltre all’importante villa neoclassica, anche il giardino. Bei disegni acquerellati lo documentano. IL PROGETTO STORIA D’UN GIARDINO: 200 ANNI TRA IMMAGINI SOGNATE E IMMAGINI REALI di Gian Paolo Agliardi Bozza per lo studio del giardino della villa Agliardi già Pesenti in Sombreno in base alla documentezione iconografica dell’archivio Agliardi. 132 Autore ignoto (fine sec. XVII) La val Breno L. Pollach, Cancello di ferro e rastrello di legno, 1789, penna e acquarello, Sombreno, collezione Pesenti Agliardi L. Pollach, Circo con monumento allusivo alla Libertà, 1798, penna e acquarello, Sombreno, collezione Pesenti Agliardi L. Pollach, Progetto per il giardino di Villa Pesenti, 1798, penna e acquarello, Sombreno, collezione Pesenti Agliardi

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L’AMBIENTEQuesto quadro è undocumento molto signi-ficativo della parcellizza-zione sul finire del ‘600delle coltivazioni agricoledei dintorni di Sombreno-detta anche la val Breno-,un territorio già alloraintensamente coltivato.La piantumazione di fila-

ri di gelsi e vite durò intensa sino circa agli anni 1950-55.La bachicoltura aveva dato in quell’arco di tempo unimpulso molto importante all’economia della zona, con-sentendo uno sviluppo che la caratterizzò profondamentesotto il profilo sociale ed artistico. L’origine montanara di

molti abitanti della zona, Pesenti compresi, spiega la gelosacura dedicata per secoli alla terra.Si intuisce un rapporto non solo fisico ma anche ‘ideo-logico’ col giardino, amato ma forse anche temuto daglistessi proprietari come antagonista dei terreni coltivati e quindi passato alla nuova destinazione con un’inizialecautela ed attenzione al rapporto con la campagna circostante. Da qui la cautela quasi avara con cui viene destinato alnuovo ruolo di giardino. È quindi pensabile che il binomio“agricoltura/ospitalità” che ha ispirato il Pollach ed il suocommittente Pietro Pesenti non abbia soltanto uno stimo-lo culturale nello spirito bucolico settecentesco, ma proprioun concetto d’utilità e di rispetto della campagna, in unavisione nuova, neoclassica, dell’Hortus clausus che riscattaquesto ‘spreco’ di terreno agricolo.

Il progetto venne redatto da Leopoldo Pollach, insigne disce-polo del Piermarini, tra il 1796 e l’inizio dell’800; in parte furifatto perché distrutto nel saccheggio di casa Pesenti nel1799 con l’arrivo degli Austro-Russi. I disegni del progettoacquerellati sono conservati nella villa di Sombreno. Furonooggetto di mostre, di pubblicazioni (Perogalli, Terranova,

ecc.) e di tesi di laurea di Aiardo Agliardi e di sua figlia Ginevra.Il Tempietto del Silenzio e la Casa dell’Ortolano sono dueemblematici elementi del sogno di Leopoldo Pollach. Egli,per incarico del Conte Pietro Pesenti, patriota cisalpino, pro-gettò oltre all’importante villa neoclassica, anche il giardino.Bei disegni acquerellati lo documentano.

IL PROGETTO

STORIA D’UN GIARDINO: 200 ANNI TRA IMMAGINI SOGNATE E IMMAGINI REALI

di Gian Paolo Agliardi

Bozza per lo studio del giardino della villa Agliardi già Pesenti in Sombreno in base alla documentezione iconografica dell’archivio Agliardi.

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Autore ignoto (fine sec. XVII) La val Breno

L. Pollach, Cancello di ferro e rastrello di legno,1789, penna e acquarello, Sombreno, collezionePesenti Agliardi

L. Pollach, Circo con monumento allusivo allaLibertà, 1798, penna e acquarello, Sombreno, collezione Pesenti Agliardi

L. Pollach, Progetto per il giardino di Villa Pesenti,1798, penna e acquarello, Sombreno, collezionePesenti Agliardi

UN GIARDINO PAESAGGISTICO NEOCLASSICO LOMBARDO

La genialità del Pollach sta nel aver individuato un rappor-to con il contesto ambientale, il circostante colle coltivato,tanto da assumerlo come parte virtuale del disegno. Il temadel giardino è ispirato alle finalità di questa dimora espres-sa dalle scritte latine e dalle due statue poste sulla facciatadella villa, l’Agricoltura e l’Ospitalità. Giardino utile quin-di, ma anche per dilettare l’anfitrione e gli ospiti.In sostanza Pollach, che per i molti contatti che aveva avutocon il suo committente milanese Belgioioso aveva potutoapprofondire e assimilare i temi propri dei giardini paesaggi-stici inglesi, a Sombreno seppe interpretare quella lezionerapportandosi al paesaggio collinare. Questo tema di fondoriaffiora oggi, dopo oltre 120 anni dal secondo impianto delgiardino, quello fatto intorno agli anni 1880 in chiaveromantica all’inglese, si va naturalmente diradando, mentrealcune delle piante superstiti, con l’imponenza acquisitaassumono sempre più il carattere di “monumento verde”.

IL COMMITTENTE

Committente del progetto dellavilla fu il Conte Pietro Pesenti1,figura di patriota cisalpino che nellabreve storia della repubblicaBergamasca, presto incorporatanella Cisalpina, ebbe importanticariche, partecipando attivamentecon la generosa irruenza della suagiovinezza al grande rinnovamentosperato, e sfociato invece poi nelterribile bagno di sangue causatodallo sfolgorante trionfo di

Napoleone.

L’IMMAGINARIO

Vincenzo Bonomini (1756-1839), il grande affreschistabergamasco, era stato chiamato dal Pesenti e dal Pollachper decorare la maggior parte della villa.Nell’imponente salone dalla volta barocca al primo piano,egli con grande perizia affrescò le pareti riprendendo i duetemi di fondo del progetto pollachiano: l’Ospitalità el’Agricoltura. Così, in un ambiente immaginario ma convivo richiamo all’essenza del paesaggio reale, egli raffiguròdue significativi elementi del progetto del giardino: uno -la casa dell’ortolano - reale ed agricolo, l’altro - le terme,destinate al piacere del vivere in villa - solo ideato dalPollach e mai realizzato. Un altro affresco di Pietro Deleidi, detto il Nebbia,riproduce una visione immaginifica della villa, in un benpiù fantasioso paesaggio: è nella sala da pranzo al pianterreno e purtroppo in parte danneggiato dall’affioraredel salnitro.

GLI AFFRESCHI IN VICOLO BETTAMI

Vi è una bella raffigurazionedella villa Pesenti diSombreno nella casa in vicolo Bettami in Città Altache nei primi decennidell’Ottocento era Agliardi.Anche se non è una delle

opere miglior del Nebbia, è interessante soprattutto per ladatazione - verso gli anni ‘30 (certo anteriore agli anni 1845ma posteriore al 1822). Un particolare curioso è che il tettosul timpano denuncia chiaramente che per le architetturel’affresco è tratto dal progetto e non copiato dalla realtà.

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1 Comandante generale delle milizie della Guardia Nazionale di Bergamo (vedi G. Locatelli Milesi, Bortolo Belotti, Carlo Perogalli), Pietro Pesenti fu treanni dopo Presidente dell’Amministrazione del Dipartimento del Seri, e partecipò ai Comizi di Lione. Con il ritorno degli Austro-Russi, fu imprigio-nato e la sua preziosa pinacoteca fu in parte saccheggiata; fu di nuovo perseguitato con la Restaurazione del ‘15. Le delusioni e i dolori lasciarono pro-fonde tracce nella sua psiche che, minata, provocò la prematura morte nel 1826. Egli era l’ultimo rampollo maschio di uno dei due rami in cui s’eradivisa nel ‘600 l’importante famiglia di drappieri. I Pesenti già all’inizio del ‘400 dalla culla natale di Gerosa in Val Brembilla s’erano insediati in Bergamoe Sombreno. Dal C.te G. Battista Pesenti a sua volta penultimo maschio dell’altro ramo Pesenti e da sua moglie Giovanna, sorella di Pietro, era nata nel1801 Marianna, che nel 1822 sposò il C.te Paolo di Bonifacio Agliardi e da cui ebbe quattro figli: Alessio (1823-1896), Camilla (1823-1842), Pietro(1825 -1866) e Giovanni Battista (1827-1896). Quest’ultimo, rimasto scapolo e divenuto Senatore del Regno, fu poi proprietario della villa diSombreno e a lui si attribuisce l’attuale impianto del giardino. Il fratello di Marianna, Pietro (+ 1842), abbracciò la carriera ecclesiastica e fu tra l’altroParroco di S. Andrea in Porta Dipinta in Bergamo.

Ritratto di Pietro Pesenti(attribuito a BortoloFumagalli) Bergamo, c.p.

V. Bonomini,Paesaggio con rovineclassiche ed edificiotermale

Paesaggio con rovineclassiche e “casa delgiardiniere”

Affreschi, Sombreno,villa Pesenti Agliardi

Gelpi, Statua dell’AgricolturaSombreno, villa Pesenti Agliardi

Gelpi, Statua dell’OspitalitàSombreno, villa Pesenti Agliardi

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IL GIARDINO INCOMPIUTODopo la penosa prematurascomparsa nel 1826 di PietroPesenti e oltre tre lustri d’ab-bandono, la villa e il parco inparte incompiuti e durante iquali furono anche affittati,pervennero, dopo ripetute elaboriose successioni, aMarianna Pesenti Agliardi,che in quegli anni iniziò adabitare d’estate la villa e com-pletò anche alcuni monu-

menti come il Tempietto del Silenzio (1838), definito neipreventivi del capomastro “cafehause”.Un importante documento della lunga fase di transizione èil bel sevizio fotografico, che vari elementi consentono didatare nell’autunno 1867, forse proprio nel settembre, incui ricorreva il quarantesimo compleanno del figlio mino-re Gian Battista; la stagione autunnale sarebbe confermatadagli schioppi in spalla ai fratelli ritratti e dalle lungheombre degli alberi. Nelle foto si nota l’esistenza di un fila-re alberato che con molta probabilità fiancheggiava unviale sull’asse dai cancelli al tempietto.Si nota dietro il Tempietto un muro altissimo con sopraaccumulati dei coppi, probabilmente quanto restava del-l’incompiuta limoniera, prima dei successivi riattamentidella serra fredda, ghiacciaia e montagnetta, che allora nonc’era; lo si vede in altra foto. Questa ed un’altra foto scat-tata con angolazione contigua documentano come la parteantistante la casa dell’ortolano fosse a frutteto ed orto.Altre foto sempre di questa serie (fanno parte d’un album)dimostrano che la rotonda attorno all’obelisco “allaLibertà” era completamente circondata da piante (sembra-no ippocastani), molto più alte e più ravvicinate rispetto aquelle progettate dal Pollach.

LE FOTO DELLA VILLA INTORNO AL 1867

Si possono notare il viale alberato, lafontana dinnanzi alla villa (poi smantel-lata e usata come parapetto dalla mon-tagnola a sud, e per un ponticello), ilmuro predisposto per la Limonaia poirealizzata più piccola, il frutteto ecampo davanti alla casa del giardiniere.

IL NUOVO GIARDINO “ROMANTICO”Vi sono quattro valide prove che il nuovo progetto roman-tico sia stato realizzato solo verso il 1880:

1) L’acquisizione della casa da parte del SenatoreGiovanni Battista Agliardi. Dopo la morte nel 1875 dellaContessa Marianna Pesenti (che aveva sposato il ContePaolo Agliardi) la villa di Sombreno nelle divisioni succes-sive toccò a suo figlio Giovanni Battista, la cui passione perfiori e piante era nota in famiglia. Si può pensare che egli, una volta diventato proprietariodella villa e del parco lo abbia trasformato. Ciò anche inconsiderazione della sua grande amicizia con i Piazzoni cheil quel periodo avevano impiantato il bellissimo Parco poidivenuto Marenzi in via Pignolo. Si potrebbero ravvisaremeglio le influenze culturali e forse progettuali2. La stessa qualificata scelta di essenze di pregio, di cui talu-ne esotiche, denota competenza, anche se oggi non condi-vidiamo il gusto dell’esotico così ricercato in quegli anni.

2) Acquerelli di Gio. Madone del 1883

Questi acquerelli sono molto interessanti, oltre che per illoro piacevole aspetto, perché danno una data di sufficientecertezza all’impianto del nuovo giardino. Si noti la giovaneetà dei Cedri e delle Sequoie.

3) Il confronto tra le foto del 1867 e quelle sotto riportatetra 1880 e inizio ‘900Esse documentano l’età e la crescita delle piante ed anche ilgusto di quegli anni per alcune piante esotiche come le duepalme davanti la villa. Esse però, giustamente, non piaceva-no già più alla successiva generazione e, infatti, nella corri-spondenza tra Giovanni Battista jr, nipote del Senatore, alfronte nel 1916 e le sue sorelle si legge “finalmente” comesua risposta alla notizia che erano state abbattute.

La mappa catastale del 1812dimostra che del giardino vi erasolo l’Obelisco alla Libertà erelativa rotonda

1867 ca. Giardino verso la limoniera non ancora realizzata

1867 ca. Frutteto, poi abolito,attorno alla casa del giardiniere

2 Nell’Archivio Agliardi è conservato un album con foto di quell’epocadel parco Piazzoni (ora Marenzi).

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4) La testimonianza del vecchio giardiniere GiacomoCappelli: noi ragazzi udimmo con una certa incredulitàche egli sosteneva d’aver visto quando era ragazzino leWellingtonie (Sequoie) e i Cedri del Libano piccoli. La cosa che a noi sembrava strana torna invece perfetta-

mente perché - altra notizia per noi singolare - egli avevapartecipato alla battaglia di Adua nel 1896 e dovevaessere nato quindi verso il ‘75. In effetti per molti annis’era erroneamente ipotizzata una piantumazione fattaverso il 1830.

1883 come l’acquerello dimostra la giovane etàdalle piante (vedi punto 2 de “Il nuovo giardinoromantico” alla pag. precedente).

Il Senatore col nipote Paolo e i pronipoti Moroni1891 ca.

Il Senatore col giardiniere.

I cedri del Libano e le Sequoie crescono. Sullo sfondo si intravede la casa del giardiniere.

Il Senatore con la nipote Contessa Elisa Moronie i figli Alessio e Piero.

È costruita la serra fredda.

Fotografie dei primissimi anni del ‘900

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16 ottobre 1906

1923

1945-1950

L’amico L. Amati, esperto fotografo, documenta il giardino.

Queste piccole istantanee degli anni 1945-50 ricordano unaconsuetudine famigliare: quando nasceva un figlio si piantava e glisi dedicava un albero (foto in bianco e nero qui a lato).

Il giardino aveva talvolta fruizione sportiva, per esempio ippica eanche agricola, producendo ortaggi e un po’ di foraggio per ilbestiame, che in autunno vi pascolava.

La famiglia, con due amici (avv.Camillo Quarenghi e dr. LocatelliMilesi) è riunita per festeggiare ilfidanzamento di Elena con AntonioPesenti e i giovani poi vanno pressola Fontana della Ninfa. Si noti lo sviluppo delle piante chefanno da sfondo.

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22 settembre 1949: visita a Sombreno della dottoressa Maria Montessori

Il giardino paesaggistico all’inglese, detto anche romantico, è qui raffigurato nel momento di massimo sviluppo.

Nella foto del Da Re, ricevuti a Sombreno dalla C.ssa Myriam Agliardi Gallarati Scotti e i suoi figli G. Paolo, G. Bonifacio, Laura e Ajardo vi sono: la d.ssaMaria Montessori, suo figlio Mario con la moglie Ada Pierson, il Prefetto e consorte, la C.ssa Ludovica Borromeo Gallarati Scotti, la sig.ra Eleonora Honeggercon il figlio Silvio, la prof Giuliana Sorge, la C.ssa Albani, la signorina Valagna, l’ing. Luigi Pasinetti, il Prof. Virgilio Taramelli, il Prof Angelo Giavarini.

1966

Il giardino attuale

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