STORIA DELL'OROLOGIO DELLA CASA DON GUANELLA DI BARZA. · 2014. 4. 15. · storia dell'orologio...

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STORIA DELL'OROLOGIO DELLA CASA DON GUANELLA DI BARZA. 1. LA MISURA DEL TEMPO NELL'ANTICHITÀ 2. L'INVENZIOE DELL'OROLOGIO A PENDOLO E SUO FUNZIONAMENTO 3. SCHEMA DI PRINCIPIO DELL'OROLOGIO A PENDOLO 4. BIOGRAFIA DI ADAMO MARCHIONI, CHE HA COSTRUITO L'OROLOGIO 5. ILLUSTRAZIONE DELL'OROLOGIO DELLA TORRE DELLA CASA DON GUANELLA DI BARZA 6. LA SUONERIA 7. LE MODALITA' DI RICARICA 1

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STORIA DELL'OROLOGIO DELLA CASA DON GUANELLA

DI BARZA.

1. LA MISURA DEL TEMPO NELL'ANTICHITÀ

2. L'INVENZIOE DELL'OROLOGIO A PENDOLO E SUO FUNZIONAMENTO

3. SCHEMA DI PRINCIPIO DELL'OROLOGIO A PENDOLO

4. BIOGRAFIA DI ADAMO MARCHIONI, CHE HA COSTRUITO L'OROLOGIO

5. ILLUSTRAZIONE DELL'OROLOGIO

DELLA TORRE DELLA CASA DON GUANELLA DI BARZA

6. LA SUONERIA

7. LE MODALITA' DI RICARICA

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1 ) MISURA DEL TEMPO NELL'ANTICHITÀ

L'uomo ha sempre avuto il desiderio e la necessità di misurare il tempo. All'inizio si limitò adosservare l'alternarsi del giorno e della notte, poi, nel passaggio dalla vita nomade (periodoPaleolitico) alla vita stanziale ( Periodo Neolitico) le esigenze dell'agricoltura e dell'allevamento locostrinsero a misure più accurate del tempo e delle stagioni, a cui adeguare le proprie attività.

Nell'antico Egitto il trascorrere del tempo e il ritmo della vita quotidiana erano scanditi dagli eventinaturali come l'annuale piena del Nilo. I mesi dell’anno erano divisi in base a criteri pratici derivantidai lavori agricoli o dalle feste religiose, e già in epoca preistorica l’anno era suddiviso in trestagioni principali che avevano sempre inizio con la piena del Nilo.

Il capodanno egiziano coincide con il 19 luglio di oggi e a partire da questo giorno seguivano le trestagioni principali: “akhet” (l’inondazione del Nilo), “peret” (l’emergere delle terre dopo la pienadel Nilo), “shemu” (il raccolto e poi la siccità). Queste stagioni possono essere identificate conl’attuale autunno, inverno ed estate.

Lo gnomòne (dal greco gnómon = conoscitore), era un palo piantato in terra, in uso presso gliEgiziani, la cui ombra andava rimpicciolendosi col salire del sole sull'orizzonte:

Il giorno era diviso in 24 ore, dodici diurne e dodici notturne, e l’ombra prodotta dallo gnomoneposto contro il sole indicava l’ora più o meno esattamente.

La Gnomonica è quel ramo dell’Astronomia e della Matematica che studia i principi degli orologisolari, comunemente detti “meridiane” o quadranti solari.

Fu l'astrologo Amenemhat, vissuto alla corte del faraone Amenhotep I, ad inventare l’orologio adacqua (o clessidra) composto da un vaso costruito in alabastro o granito decorato nella parte esternacon figure che riproducevano le divinità stellari divise in tre file separate da una linea di colore blu.Internamente l’orologio era graduato con tre serie di dodici tacche mentre sul fondo del vaso c’eraun piccolo foro, per misurare lo scorrere delle ore il vaso veniva riempito d’acqua fino l’orlo ed illento defluire dell’acqua indicava l’ora.Si passò poi alla cosiddetta meridiana a muro (da meridies = mezzogiorno), il cui stilo di ferro sucui batte il sole e che proietta ombra sfrutta la luce solare in senso verticale, anziché orizzontale

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La gnomonica, in realtà, affonda le sue radici in un passato molto antico; i primi quadranti solarinon sono stati neppure costruiti, ma semplicemente estrapolati da qualche configurazione naturale:un pendio ben esposto e percorso quotidianamente dall’ombra di un rilievo. La nascita dellagnomonica come arte va però correlata a una delle prime operazione creativa, e cioè probabilmentequella di infiggere un bastone nel suolo per produrre delle ombre artificiali e valutarne l’andamentonella giornata.

L’architettura dell’antichità si basava sulla concezione dello scorrere del tempo; il tempio diSalomone, le piramidi egizie o precolombiane erano tutte sapientemente orientate. La Bibbia stessafa riferimento ad un altare in qualità di orologio solare.

L’Europa è cosparsa di monumenti preistorici come i “menhir” ed i “dolmen”; la più famosa diqueste strutture è Stonehenge in Inghilterra la cui funzione astronomica era innanzi tutto quella dideterminare con esattezza solstizi ed equinozi ai fini della determinazione del calendario.

I culti solari dell’antico Egitto celebravano la gloria del Dio Ra con un repertorio vastissimo diopere gnomoniche come gli obelischi. Agli stessi antichi Egizi dobbiamo il primo orologio solareconosciuto che risale al 1500 a.C. e di cui rimangono alcuni esemplari (un frammento è conservatoal Museo Egizio di Torino).

La maggior parte degli storici antichi concordano nell’attribuire ad Anassimandro di Mileto (610-546 a.C.) la costruzione del primo quadrante solare greco.

Nel Ш secolo a.C., con le guerre puniche, giunsero anche a Roma i primi quadranti. Un’altissimapercentuale degli orologi di epoca romana rinvenuti negli scavi archeologici sono di provenienzagreca o addirittura egizia. Nel 9 a.C. fu l’imperatore Ottaviano Augusto a fare costruire in CampoMarzio, un gigantesco quadrante solare orizzontale, utilizzando come gnomone un obelisco egizio.

Col declino dell’impero romano, e la gnomonica sopravvive quasi unicamente nelle abbazie e neimonasteri. Per secoli in Europa non furono più costruiti quadranti solari di rilievo; nel frattempo iveri custodi e promotori del patrimonio gnomonico furono gli Arabi.

Nel Medioevo si continuò ad usare quasi tutti i sistemi sopra descritti, a cui si aggiunse - specie dinotte e nei conventi - la candela, a volte decorata all'esterno da una serie di segni caratteristici,sistemati ad un'uguale distanza gli uni dagli altri secondo un calcolo preciso sulla base di unprescelto intervallo di tempo.

La clessidra a sabbia o clepsamia è l'evoluzione della clessidra ad acqua. L'inizio del suo usoavvenne nel basso medioevo (circa nel XII° secolo), e risultò fondamentale specialmente nella

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OROLOGIO SOLARE IN LEGNO, XIX secolo

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navigazione in mare in quanto la sabbia è più stabile dell'acqua. Generalmente, le clepsamiecompivano un ciclo ogni mezz'ora ma ne venivano anche fabbricate da 1 minuto o 30 secondi perpoter svolgere particolari misurazioni.

Dall’anno 1000 al 1300 riprende lentamente il cammino delle Arti e delle Scienze verso ilRinascimento; il periodo di massimo splendore della gnomonica è da collocarsi tra il 1600 ed il1800 quando divenne ormai un ramo della matematica e fu introdotta in quasi tutti i libri di scienze.

MERIDIANA (lato sud Chiesa Parrocchiale di ISPRA) CLESSIDRA A SABBIA

2 ) L'INVENZIOE DELL'OROLOGIO A PENDOLO E SUO FUNZIONAMENTO

L'evoluzione delle tecniche di misurazione del tempo fu la seguente: fino al 1550 lo scopoprincipale degli orologiai rimase quello di contare le ore. Dal 1600 al 1675 si dedicarono alladecorazione. Nel periodo che andò dal 1675 al 1700 furono introdotti il pendolo e il bilanciere. Si dice che Galileo intraprese lo studio del moto del pendolo nel 1581, dopo aver osservato il motodi oscillazione di una lampada sospesa nella Cattedrale di Pisa. Galileo Galilei inventò il pendolonel 1581, quando scoprì che il periodo di oscillazione è indipendente dalla ampiezza dell’arco(oscillazioni isocrone): egli fu il primo ad accorgersi che la durata di ogni oscillazione di unpendolo semplice (cioè una massa attaccata tramite un filo ad un supporto fisso) è indipendentedall’ampiezza dell’oscillazione, purché l’ampiezza angolare sia piccola, ossia finché l’angolomassimo che il filo forma con la verticale sia <10°.

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Christiaan Huygens ( matematico, fisico e astronomo olandese) depositò il brevetto nel 1656 e nel1658 costruì un orologio a pendolo. La scoperta di Galileo e la realizzazione di Huygens davano ilvia a una misura del tempo affetta da una precisione fino ad allora impensabile, tanto è vero che ilpendolo è usato ancora oggi, anche solo per motivi estetici, ma fornisce risultati più che accettabili.

Il pendolo venne illustrato da Galileo in una lettera all'olandese Lorenzo Realio del giugno 1637.L'esattezza del funzionamento di questo orologio dipendeva dall'isocronismo dei pendoli di ugualelunghezza che Galileo aveva dimostrato nelle proprie ricerche di meccanica. Osservandol'oscillazione di un lampadario nel duomo di Pisa, lo scienziato nel 1583 intuì che la durata delleoscillazioni (che misurò con il battito del polso) rimaneva immutata ed era indipendente dalla loroampiezza, fenomeno detto isocronismo del pendolo.

Molti anni più tardi, nel 1641, Galileo propose l'utilizzo del pendolo come meccanismo regolatoredegli orologi, e ne abbozzò un progetto che non riuscì a realizzare a causa della sua vecchiaia.

Dal 1700 al 1775 gli scienziati ricercarono il modo per migliorare la precisione, dal 1775 al 1830comparvero i primi cronometri, nel periodo tra il 1900 e il 1970 ci si dedicò all’industrializzazionee dopo il 1970 iniziò l’era dell’elettronica. Per migliorare la precisione è stato usata la legadenominata INVAR, perché non risente delle dilatazioni termiche se non in misura minima: essa ècomposta dal 64 % di ferro, 36 % di Nichel e tracce di carbonio e cromo. Ha un coefficiente didilatazione pari a 1/10 di quello dell'acciaio ed è usata per il pendolo.

Per convertire il moto alternato del pendolo in una rotazione regolare di ingranaggi, necessaria perruotare le lancette, e contemporaneamente fornire al pendolo energia cinetica per compensare leperdite per attrito, sono stati inventati i meccanismi chiamati scappamenti. In generale sonocostituiti da una ruota dotata di speciali denti su cui si inserisce un meccanismo solidale all'asse delpendolo. La ruota è sottoposta ad una coppia di forze trasmessa da un rullo con una corda avvoltacui è attaccato il peso.

Il primo tipo fu lo scappamento a corona datato circa 1275, ma che fu presto sostituito dalloscappamento ad ancora, simile a quello a corona, ma differente per il fatto che le verghe non si

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incastrano sulla corona bloccando l'asse, ma semplicemente si ingranano in essa.

L'ingranaggio non è più a forma di corona, ma è appiattito, con l'ancora che oscilla lateralmentesullo stesso piano. Il movimento dell'ancora è limitato e così l'effetto dell'inerzia. In questo modo gliingranaggi potevano essere più leggeri, economici e durevoli. Lo scappamento ad ancora fu ideatoda Robert Hook (1635-1703) ed è un meccanismo a rinculo (recoil).

Per garantire fluidità nell’oscillazione del pendolo e minimizzare gli urti tra l’ancora e l’ingranaggioprincipale queste due componenti sono accuratamente sagomate. Questo accorgimento non permetteuna totale compensazione delle dissipazioni: è necessario introdurre un meccanismo compensatore,collegato all’asta del pendolo attraverso una molla ed un ammortizzatore i quali esercitano unaspinta o una trazione compatibili con l’effettivo ritardo del pendolo, che in una condizioni reale diutilizzo varia sempre poiché gli urti dell’ancora non sono mai uguali tra di loro.

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Qui a fianco è rappresentato il sistema di scappamento a caviglie di Amant, che è stato usato nell'orologio di Barza, seppure realizzato in modo diverso

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3 ) SCHEMA DI PRINCIPIO DELL'OROLOGIO A PENDOLO

Funzionamento dell'orologio a pendolo

L'energia è fornita dal peso che, scendendo, mette in rotazione la puleggia e i treni degli ingranaggi,che trasmettono il movimento dove è necessario.

Lo scappamento dà l'impulso necessario all'organo oscillatore (pendolo) per consentirgli dicontinuare ad oscillare e ne conta le oscillazioni. Esso ha due funzioni: deve trasformare il moto dirotazione continuo che deriva dal peso che scende nel moto intermittente che è caratteristico degliindici di un orologio, ma deve anche nello stesso tempo trasmettere al regolatore (pendolo) unimpulso che lo mantenga in moto. Le due branche dell’ancora o le due caviglie del sistema si impigliano nei denti dell'ingranaggioprincipale. Il peso tenderebbe a far girare la ruota con moto accelerato ma l’ancora è disposta inmodo che, alzandosi da una parte ed abbassandosi dall’altra alternativamente, lascia “scappare” laruota di un solo dente ad ogni oscillazione completa.

Le oscillazioni del pendolo si andrebbero smorzando a causa delle inevitabili resistenze ma i leggeriurti periodici che le branche dell’ancora ricevono dai denti inclinati della ruota, le rendonopersistenti, cioè di ampiezza costante, sino a che non si sia svolta tutta la fune del cilindro.

Il rapporto fra denti e pignoni determina il numero dei giri che ogni ruota deve compiere: peresempio la ruota dei minuti deve compiere un giro in un'ora. Per poter posare la lancetta delle ore ènecessario aggiungere un ulteriore ingranaggio composto da 3 ruote. Quest'ultimo è un ingranaggiodemoltiplicatore, cioè ha un rapporto di 12 giri a 1 (12:1) per i quadranti a 12 ore e di 24 giri a 1(24:1) per i quadranti di 24 ore.

Ulteriori ingranaggi possono tenere il conto della data, delle fasi lunari e, nei modelli più sofisticati,

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anche effettuare calcoli astronomici. L'orologio di Barza ne è un esempio, in quanto mostra anche igiorni della settimana, i giorni del mese (da 1 a 31) e i dodici mesi dell'anno.

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4 ) BIOGRAFIA DI ADAMO MARCHIONI

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Un ritratto di Adamo, appeso nella stanza dell'orologio

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ADAMO MARCHIONI, accanto alla sua splendida opera.

Nacque a Vinigo di Vodo (Belluno), e frequentò la scuola fino alla terza elementare. Il resto loimparò dalla vita. Alpino, combattè nella prima guerra mondiale, fu fatto prigioniero e internato nelcampo di Mathausen, che diventò tristemente famoso nella seconda guerra mondiale.

Lì poté disporre di alcuni manuali che lo aiutarono a coltivare e ad approfondire la passione per lameccanica. Liberato e tornato al paese, si mise a lavorare in proprio: impiantò, con un socio, unasegheria che dotò di attrezzi adeguati per costruire mobili artistici. Si era felicemente avviato in unaattività che gli dava grandi soddisfazioni quando, la vigilia di Natale del 1934, un furioso incendiomandò in fumo il suo laboratorio e vanificò le sue ambizioni. Il socio lo abbandonò e non trovò piùla forza di ricominciare.

Scoraggiato, ma non disperato, trovò conforto e sostegno dai Guanelliani di Vellai di Feltre che loaccolsero fraternamente e lo indirizzarono, dopo alcuni mesi, alla Casa consorella di Barza di Ispra.Adamo cominciò la svolta che doveva essere definitiva, della sua vita: aprì una lunga parentesi diquarantatré anni di convivenza con i figli di Don Guanella. Con il loro aiuto organizzò un ambienteper il suo lavoro artigianale.

Lo attirò subito la torrazza di Barza. Pensò e manifestò un proposito: un bel orologio sarebbe statobene lassù. Detto e fatto Adamo realizzò il grande quadrante centrale circondato da undici quadrantiminori: quello centrale segna l'ora di Roma; gli altri, i minori, rispettivamente quella di Greenwich,Sidney, Buenos Aires, New York, San Francisco, Gerusalemme, Tokyo e Manila. E, come se ciònon bastasse, altri quadranti per indicare il giorno del mese il giorno della settimana e il mese.

Ma Adamo non era ancora soddisfatto. Con il suo ingegniaccio volle completare la torre con unconcerto di sei campane. Mancava il bronzo e i Religiosi lo raccolsero pazientemente. Le seicampane furono issate sulla torre: dal 1940 squillano eccheggiando il melodico carillon dellaMadonna di Lourdes, e da allora Adamo fu chiamato il «mago dell'orologio» o più semplicemente e

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significativamente il «mago di Barza». Un appellativo di cui mai si vantò. Continuò, modesto eschivo, a lavorare il ferro, il legno, a ricostruire vecchi orologi e pendole che teneva appese allepareti del suo nascosto laboratorio.

Ma, a parte le piccole e tante «diavolerie» che solo lui sapeva inventare, Adamo ha lasciato unquadernetto che rispecchia il suo delicato sentire e contiene massime di vita. Ne citiamo due pertutte: «La carità è pensare agli altri», e «l'umiltà è accettare il proprio posto».

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5 ) ILLUSTRAZIONE DELL'OROLOGIO DELLA TORRE DELLA CASA DON GUANELLA DI BARZA

Dalla vecchia Torre dell'orologio, veglia la Madonnina dorata

additandoci ad ogni ora il cielo

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DETTAGLIO DEI QUADRANTI DEGLI OROLOGI

Nella parte superiore del quadrante è collocato l'orologio principale, che indica l'ora locale, e,attorno a lui, altri otto orologi, che indicano l'ora di Buenos Aires, New York, San Francisco,Sidney, Tokyo, Manila e Gerusalemme.Nella parte inferiore sono collocati tre quadranti che indicano il giorno della settimana, il giorno delmese e il mese.

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DESCRIZIONE DELL'OROLOGIO E DELLA TORRE

Gli orologi di questo tipo a causa della loro dimensione, del costo del metallo e del tempo richiestoper la lavorazione venivano costruiti solo su commissione. Durante il 1700 le macchine venivanorealizzate interamente in ferro battuto con un castello costituito da piatti di ferro assemblatimediante cunei meccanici.

Durante il 1800 il telaio venne tipicamente composto con fusioni di ghisa in stampi in legno mentreper i rotismi si usavano fusioni in ottone. Gli orologi erano a funzionamento completamenteautonomo con carica a mano fino agli anni trenta di questo secolo, quando fu introdotto l'usodell'elettricità.

VISTA D'INSIEME DELL'OROLOGIO

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IL CUORE DELL'OROLOGIO:

IL SISTEMA DI SCAPPAMENTO E L'INGRANAGGIO PRINCIPALE

IL SITEMA DI LUBIFICAZIONE

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Sistema di generazione del moto: tre pesi che mettono in rotazione tre pulegge.

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VISTA D'INSIEME DELLA TRASMISSIONE DEL MOTO VERSO I QUADRANTI

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SISTEMA DI TRASMISSIONE DEL MOVIMENTO AI QUADRANTI

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DISTRIBUZIONE AI QUADRANTI CON FUSI DIVERSI

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MECCANISMO INTERNO PER LA DETERMINAZIONE DI MESI E GIORNI

RAPPRESENTAZIONE SUL LATO ESTERNO DELLA TORRE DEI MESI E DEI GIORNI

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6) LA SUONERIA MECCANICA

La suoneria è mesa in funzione da un peso e da una puleggia indipendenti da quello che fa muoverel'orologio: da qui parte un treno di ingranaggi tenuto fermo da leve che si sbloccano solo quando lelancette, girando, arrivano a punti prestabiliti ( alle ore e alle mezze).

Quando si sblocca la prima leva si ha la "preparazione della suoneria" in cui, ascoltando bene, sisentono le ruote girare senza produrre alcun suono.

Quando si sblocca anche la seconda il ruotismo della suoneria non ha più "legami" e inizia a girareproducendo i rintocchi. Quando la suoneria è giunta al termine si blocca e le leve si rimettono inposizione.

Una o più grandi ventole “frenanti”, iniziano a girare con la messa in funzione della suoneria e,servono ad ottenere un regolare scandire regolare dei “colpi”. Le ventole sono montate a “ruotalibera” per eliminare l'eccesso di sollecitazioni meccaniche sugli ingranaggi, al momentodell’arresto.

I sistemi di suoneria più in uso sono essenzialmente due: quello con ruota a intagli o spartiore(chaperon) e quello a cremagliera (rateau). Quando il meccanismo gira, i fusi agiscono sulla codadi un martello sollevandolo e poi lasciandolo ricadere. Il numero di colpi battuto dal martellodipende naturalmente dalla maggiore o minore durata del moto del ruotismo; e i due sistemi sidifferenziano nel modo di assicurare questa durata e di modificarla di ora in ora, affinché le orebattute dal martello corrispondano a quelle segnate dagli indici.

Nel primo sistema, una piccola leva, azionata dalla ruota che porta l'indice dei minuti, impedisce alruotismo di scorrere e lo libera solo a intervalli regolari (15, 30 minuti). In un orologio con suoneriaa ore e mezze, questa leva riposa normalmente in uno degli intagli che dividono in undici archi diampiezza crescente l'intero cerchio della spartiore (chaperon) fissata sull'asse di una delle ruotedella suoneria. Ogni ora, quando l'indice dei minuti tocca le ore XII, la leva esce dall'intaglio; ilruotismo prende allora a scorrere (e il martello a battere) finché la leva, ricadendo nell'intagliosuccessivo, non lo arresta. Ogni mezz'ora, quando l'indice dei minuti tocca le ore VI, la leva escedall'intaglio, ma per ricadervi subito, dopo aver permesso alla suoneria di battere un colpo solo.

Nel secondo sistema, un piccolo rocchetto a un solo dente, solidale con l'asse di una delle ruotedella suoneria, fa avanzare a ogni giro un arco dentato (la cremagliera) fino a impuntarsi contro unarresto fissato sulla stessa cremagliera. Un dispositivo speciale (la chiocciola) fisso sulla ruota astella che compie di giro all'ora, fa variare la posizione di partenza della cremagliera, allontanando amano a mano, di uno, di due... di dodici denti, l'arresto dal rocchetto. Questo sarà libero così dicompiere uno, due.... dodici giri, battendo la suoneria un colpo a ogni giro.

Gli orologi come quello di Barza con tre organi motori hanno un sistema simile: oltre ai rintocchiall'ora intera, viene prodotta una melodia, prestabilita dal costruttore, ad ogni quarto.

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SCHERMA DI PRINCIPIO DEL SISTEMA A RUOTA PARTITORIA

Su questa ruota sono tagliate delle tacche di eguale misura ma separate le une dalle altre di unadistanza che aumenta progressivamente e proporzionalmente al numero dei rintocchi che dovrannoessere suonati. Chi guarda l'illustrazione vede la ruota muoversi in senso antiorario.

Il numero dei rintocchi effettuati è regolato dalla durata del tempo in cui un "arresto" striscia sullacirconferenza della ruota partitoria. Qui è illustrato l'arresto mentre scivola sulla ruota partitoriaquando stanno suonando le "12" , cioè 12 rintocchi.

La caduta dell'arresto in una delle scanalature provoca il fermo del treno della suoneria e quindi lacessazione dei rintocchi. Qui sotto l'arresto è ormai caduto nella tacca al termine dei 12 rintocchi

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7) DESCRIZIONE DEL SISTEMA DELLE REGOLAZIONI, DELLE SUONERIE, E DELLA PROCEDURA DI RICARICA.

L'orologio della Torre di Barza ha quattro pesi: uno aziona il ruotismo dell'ingranaggio principale,due le suonerie delle ore e delle frazioni ( un quarto, la mezza e i tre quarti) e l'altro aziona ilcarillon della melodia dell'Ave Maria di Lourdes.

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Il carillon con l'Ave Maria può suonare alle 6, alle 12, alle 18 e alle 24, a seconda di come siposiziona la freccetta del Regolatore delle ore di azionamento del carillon:

Il suono del carillon può essere inserito o disinserito usando la leva qui sotto illustrata, che ha treposizioni: 0 (zero) cioè disinserito, 2 ( due) massima tensione dei cavi, quindi inserito al suonomassimo, e una posizione 1 ( uno) di tensione media dei cavi:

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La carica dell'orologio avviene sollevando il peso della carrucola centrale mediante la rotazione diuna manovella (custodita all'interno della torre e appesa al muro, sulla destra per chi entra, e chepuò essere usta per tutti i perni), come qui illustrato:

La carica non dura fino a 48 ore, cioè due giorni, è pertanto importante caricare l'orologio unavolta al giorno, cioè ogni 24 ore circa, per evitare che si possa arrestare durante la notte.

Per controllare agevolmente l'indicazione riportata sul quadrante dell'orologio esterno, sul castellodel pendolo, che è collocato all'interno della Torre, è installato un piccolo quadrante sincronizzatocol quadrante esterno:

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La lunghezza del pendolo può esser regolata per correggere gli errori dovuti a varie cause:imprecisione, variazioni di temperatura ambiente ecc.

Il sistema di regolazione consiste in una vite che fa alzare o abbassare una leva la quale è solidalecol pendolo, e ne varia leggermente la lunghezza consentendo di alzare o abbassare leggermente ilpunto di rotazione del pendolo stesso:

La regolazione fine dell'indicazione delle ore può essere effettuata mediante la manopola quiillustrata:

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La carica della suoneria delle ore è effettuata mediante il posizionamento della manovellasull'ultimo perno verso il lato ovest, come qui illustrato:

La suoneria è del tipo a cremagliera (rateau) con 12 tacche che consentono fino a un massimo di 12rintocchi per le 12 ore del giorno e della notte. Una ruota con un perno sposta la leva di blocco dellacremagliera, che va a posizionarsi col numero di tacche necessario a produrre il numero deirintocchi per quell'ora:

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Illustrazione della cremagliera con le dodici tacche:

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Una ruota del tipo “partiora” presenta delle tacche di ampiezza diversa che consentono di battere iquarti, le mezze e i tre quarti. Questa ruota è collegata al movimento dell'ingranaggio principale edè qui rappresentata:

Particolare ingrandito:

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Il movimento delle suonerie è opportunamente ammortizzato e rallentato da tipici freni a palette oventole, in numero di tre, qui rappresentati:

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Una ruota con un perno, detta ruota del giorno o delle 24 ore (sotto, a sinistra) aziona col suo perno le due leve rappresentate sotto a destra:

Le leve trasmettono il movimento ai quadranti dei giorni della settimana, dei mesi e della data:

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