Storia delle istituzioni politiche - UniBG Istituzioni... · che determina una specie di crisi...

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CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN DIRITTI UMANI ED ETICA DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN FILOSOFIA Storia delle istituzioni politiche a.a. 2013-2014 Lezione 5 Lo Stato di diritto ottocentesco 1

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CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN DIRITTI

UMANI ED ETICA DELLA COOPERAZIONE

INTERNAZIONALE

CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN FILOSOFIA

Storia delle istituzioni politiche

a.a. 2013-2014

Lezione 5

Lo Stato di diritto ottocentesco

1

Riflessione ottocentesca sull’esperienza rivoluzionaria

francese e napoleonica e sulla democrazia americana

Edmund Burke (1729-1797)

Benjamin Constant (1757-1830)

Alexis de Tocqueville (1805-1859)

Democracy in America 1835/1840

John Stuart Mill (1806-1873)

On liberty 1859 / The subjection of women 1869

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XIX secolo: eclissi della sovranità popolare e

costituzioni octroyées

Stabilizzazione della forma dello Stato costituzionale in

versione minima:

- negazione del potere costituente del popolo →

- adozione di una costituzione regia [octroyée] = atto

di autolimitazione del sovrano

Esempio:

lo Statuto per il Regno di Sardegna promulgato da

Carlo Alberto (4 marzo 1848)

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Carlo Alberto di Savoia firma lo Statuto del Regno di Sardegna (4 marzo 1848)

http://www.quirinale.it/qrnw/statico/costituzione/statutoalbertino.htm

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Lo Stato nell’età liberale: la stabilizzazione dello

Stato di diritto

Caratteristiche dello Stato di diritto:

soggetto unico di diritto

certezza e razionalità del diritto → CODICI

costituzionalizzazione dei diritti civili e di limitati diritti politici

legalità dell’agire amministrativo →

“giustiziabilità” dell’amministrazione [GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA]

partecipazione dei cittadini alla formazione delle leggi tramite

rappresentanti eletti

suffragio per lo più ristretto alle fasce alte del censo e alla capacità

forma di governo per lo più monarchica

sfera di intervento dello Stato nella vita interna ancora ridotta

Elaborazione della dottrina dello Stato nel quadro del diritto pubblico [seconda

metà del XIX secolo]

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La dottrina giuridica dello Stato

Germania:

- Carl Friedrich von Gerber (1823-1891)

- Georg Jellinek (1820-1893)

- Paul Laband (1838-1918)

Italia:

- Vittorio Emanuele Orlando (1860-1952)

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Contesto internazionale seconda metà Ottocento - primi

Novecento

Evoluzione del sistema industriale, problemi e crisi

Secondo colonialismo e imperialismo

Conflitti fra Stati affermati e Stati emergenti

Crisi del sistema classico di Westfalia per la gestione

delle relazioni internazionali

Nazionalismi

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Verso il superamento della forma dello Stato di diritto

(fine XIX - inizi XX)

STATO LIBERALE “MONOCLASSE”: poggia sulla classe dei proprietari di beni immobili e tutela i loro interessi

TRASFORMAZIONI ECONOMICHE (sviluppo dell’industria; l’urbanizzazione) → MUTAMENTO SOCIALE → aumento delle rivendicazioni da parte dei ceti popolari

→ graduale ALLARGAMENTO DEL SUFFRAGIO POLITICO → si va verso un elettorato di massa

LO STATO DIVENTA “PLURICLASSE” (inizio XX secolo)

- si fa carico di nuovi bisogni sociali → espande la sua attività in direzione del “WELFARE”

- nascono i PARTITI, che aggregano gli interessi sociali e li esprimono politicamente dando vita alle rappresentanze politiche impegnate nella legislazione, o alle rappresentanze amministrative

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La crisi del “parlamentarismo” e le istanze autoritarie

(fine XIX -inizi XX)

Trasformazioni generano nei gruppi conservatori:

timore del pluralismo sociale e politico;

sfiducia nel principio di rappresentanza;

sfiducia nella capacità delle assemblee legislative di esprimere una volontà comune

accusa di incapacità a decidere delle assemblee legislative

paura del disordine sociale, del sindacalismo, del comunismo

ansia di riscatto delle piccole borghesie urbane

Aspetti accentuati dagli effetti destabilizzanti del primo conflitto mondiale e dalla crisi economica successiva

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Gaetano Mosca (Palermo 1858 – Roma 1941)

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Tendenze anti-parlamentari di fine del secolo

Gaetano Mosca, Teorica dei governi e governo parlamentare, Torino 1884, capitolo VI, par. IV

La Camera dei Deputati va così sempre più diventando una parziale e fittizia rappresentanza del paese: giacché, di giorno in giorno, una quantità sempre maggiore di forze vive, di elementi atti al comando ne resta esclusa. I membri di essa non rappresentano che una quantità d’interessi essenzialmente privati, la cui somma è lungi dal formare l’interesse pubblico […]

E, ciò che è peggio ancora, tutti questi sintomi allarmantissimi di una grave malattia sociale provengono da una unica causa, si riattaccano ad un solo ed unico principio di dissoluzione. E questo è la potenza grandissima, che un manipolo di persone collegate ad unico intento acquista sopra tutti i pubblici poteri, l’agevolezza con cui possono turbarne il regolare andamento, l’impunità, che fino ad un certo segno possono conseguire tutto perché possono disporre di un deputato, il quale alla sua volta dispone, fino ad un certo punto, di tutti i Ministri. Da ciò una tendenza generale alla creazione di un nuvolo di camerille e combriccole, illegali ma potentissime, una forza occulta, ma letale, che toglie ogni vigore a tutti i pubblici poteri, e porta anzi alla scomposizione dell’unità e della compattezza dello Stato.

(in Fernanda Mazzanti Pepe, Profilo istituzionale dello Stato italiano, Roma, Carocci, p. 244)

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Sidney Sonnino (Pisa 1847 – Roma 1922)

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Santi Romano (Palermo 1875 – Roma 1947)

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LA RIFLESSIONE GIURIDICA E POLITICA SULLA CRISI DELLO STATO

Santi Romano, Lo Stato moderno e la sua crisi

Brano:

“… Mediante una lunga serie di avvenimenti … venne consolidandosi e imponendosi il principio, che doveva … culminare poi nella figura dello Stato moderno. Il principio cioè che lo Stato, rispetto agli individui che lo compongono e alle comunità che vi si comprendono, è un ente a sé che riduce ad unità gli svariati elementi di cui consta, ma non si confonde con nessuno di essi, di fronte ai quali si erge con una personalità propria, dotato di un potere, che non ripete se non dalla sua stessa natura e dalla sua forza, che è la forza del diritto … L’impersonalità del potere pubblico, o meglio, la personificazione del potere per mezzo dello Stato, concepito esso stesso come persona: ecco il principio fondamentale del diritto pubblico moderno. Stupenda creazione del diritto … Si deve ad essa se gli individui e i collegi che di fatto esercitano la sovranità, si comportano in quest’esercizio, non come titolari di un diritto proprio, ma come organi dello Stato, di cui esplicano ed attuano la volontà suprema, come uffici impersonali …

(in Mazzanti Pepe, Profilo istituzionale dello Stato italiano, p. 348)

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“… Senonché questa luminosa concezione dello Stato, della quale qui non ci è consentito di seguire gli sviluppi e mostrare le applicazioni, sembra che da qualche tempo in qua subisca un’eclissi, che di giorno in giorno diviene più intensa, in modo che potrebbe essere non del tutto superstizioso il trarne non lieti presagi … Intanto è precisamente da questi contrasti [sociali] … che riceve la sua maggior forza il movimento che determina una specie di crisi dello Stato moderno. In seno ad esso, e sovente, come vedremo, contro di esso, si moltiplicano e fioriscono con vita rigogliosa ed effettiva potenza, una serie di organizzazioni e associazioni che, alla loro volta, tendono ad unirsi e collegarsi fra loro. Esse si propongono gli scopi speciali più disparati, ma tutte hanno un carattere comune: quello di raggruppare gl’individui col criterio della loro professione, o meglio, del loro interesse economico. Sono federazioni o sindacati di operai, sindacati patronali, industriali, mercantili, di agrari, di funzionari, sono società cooperative, istituzioni di mutualità, camere di lavoro, leghe di resistenza o di previdenza, tutte costituite sul principio indicato, dal quale ricavano la loro collettiva fisionomia. [p. 9 del testo di Romano]

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“Giustamente in questo risorgere di tendenze corporative a base

professionale, che furono già così fiorenti prima che col sorgere

dello Stato moderno venissero quasi del tutto meno, si è visto il

maggior fatto dell’età contemporanea …. Nella sua affermazione

[di questo fenomeno] è implicito per necessità logica un

presupposto: l’odierna organizzazione statuale, pel fatto che si

sente il bisogno di organizzazioni nuove, complementari ad essa, se

pure non contrarie, si dimostra per ciò stesso insufficiente … Si

capisce che la vita sociale, che non è mai dominata dalle regole

giuridiche, ha continuato ad evolversi per suo conto e si è posta in

contraddizione con un sistema non consono ad essa, magari

accentuando oltre il necessario, come suole avvenire, la

contraddizione e la lotta che ne è la conseguenza ….”. [ivi]

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(Santi Romano) 19

p. 12

p. 17 – sulla rappresentanza

p. 19

p. 20 - riassume