Storia della traduzione. La traduzione antica Maura Runco.

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Storia della traduzione

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Storia della traduzione

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La traduzione anticaMaura Runco

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Dove nasce e dove si sviluppa la traduzione?

le attività del traduttore e dell´interprete sono molto antiche

nascono nell´Antico Egitto le testimonianze sono per lo

più delle liste e dei glossari bilingui e plurilingui, cioè delle tavolette in terracotta

la città di Roma può venir definita come la culla dei primi traduttori

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in realtà il ˝˝mestiere˝ del traduttore si svillupa anche nelle tribù più arretrate e lontante dal resto del mondo

perché? la risposta è molto semplice: la sua nascita risale al

momento in cui apparvero e si diffusero, nei vari popoli-tribù, le diverse lingue, poiché, allo stesso tempo, sorse l´esigenza e la necessità di tradurre testi da una lingua all´altra

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arriviamo ora nell´ Asia Minore

dove nel II millenio a.C. si sviluppano delle cancellerie nelle quali trovavano impiego gli scribi specializzati ( popolazioni bibilonesi, assire, ittite...)

loro erano specializzati per l´egiziano, l´aramaico, l´arabo, l´assiro...

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Roma... per la prima volta nella storia viene fatta pubblicare a Roma la prima traduzione, precisamente nel 146 a.C.

il Senato ha fatto tradurre il trattato di agricoltura di Magone cartaginese

nel frattempo personaggi illustri romani si dilettano nella traduzione; qui vi troviamo Livio Andronico, Cicerone, Terenzio, Plauto...

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Cicerone filosofo, avvocato, scrittore

latino ed oratore traduce per la prima volta in

latino termini filosofici greci ci sono pervenuti anche vasti

frammenti del lavoro compiuto sul Timeo di Platone

sono state trovate anche traduzioni libere (citate come Aratea e Fenomeni celesti )

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Cicerone, parlando di traduzione pone il grande problema teorico ( nella traduzione dei ˝Discorsi˝ di Demostene e Eschine )

˝ bisogna essere fedeli alle parole del testo ( traduzione letterale ) o al pensiero contenuto nel testo ( traduzione libera o letteraria ) ?˝

Cicerone trova una soluzione e ce la spiega in questo modo: lui non si è comportato come un semplice traduttore, ma come uno scrittore, rispettando le proposizioni, i pensieri e le figure. Ha usato termini adatti alle abitudini latine non cambiandone però il significato essenziale ed il valore.

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Mezzo secolo dopo Cicerone anche Orazio rinnova e ribadisce lo stesso precetto nell’Epistola ad Pisones: ma piu’ per definire l’adattamento letterario che la traduzione

Nell’eta’ cristiana, un contemporaneo di san Gerolamo, Evagro pone al centro della sua prefazione un principio che dimostra quanto fosse diffuso ormai il giudizio di cicerone: “Se la traduzione da una lingua all’altra viene fatta letteralmente, nasconde il significato del testo (….).Nulla deve mancare al significato, se qualcosa manca alle parole.”

San Gerolamo chiudera’ il periodo antico con un vero e proprio trattato organico e teorico sulla traduzione, il De optimo genere interpretandi

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Livio Andronico poeta e drammaturgo latino è stato il primo a tradurre l

´Odissea di Omero in latino ha tradotto anche molte

tragedie greche ( temi: guerra di Troia, Edipo e il ritorno di Agamennone)

ha tradotto l´Odissea perché secondo lui rispecchiava i valori romani ( patria, famiglia e religione)

secondo Cicerone, Andronico era un cattivo traduttore

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Plauto commediografo latino le sue commedie sono delle

rielaborazioni in latino di commedie greche

si ispira molto ai modelli greci, ma nel suo lavoro cambia e aggiunge, perciò queste commedie non risultano delle vere e proprie traduzioni

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Terenzio commediografo latino lui non si limitò ad una

semplice tarduzione e riproposizione dei testi originali greci

ma fece delle modifiche nei personaggi e nelle trame

come Plauto, praticava la contaminatio, ovvero introduceva all´inetrno di una stessa commedia personaggi ed episodi di altre commedie, però anch´esse di origine greca

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prima dei traduttori romani troviamo i ˝Settanta˝

è la più antica versione greca del Vecchio Testamento della Bibbia

Settanta perché erano settanta in traduttori che si riunirono ad Alessandria d´Egitto per tradurla

La Bibbia ed i Settanta

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Mezzo secolo dopo Cicerone anche Orazio rinnova e ribadisce lo stesso precetto nell’Epistola ad Pisones: ma piu’ per definire l’adattamento letterario che la traduzione

Nell’eta’ cristiana, un contemporaneo di san Gerolamo, Evagro pone al centro della sua prefazione un principio che dimostra quanto fosse diffuso ormai il giudizio di cicerone: “Se la traduzione da una lingua all’altra viene fatta letteralmente, nasconde il significato del testo (….).Nulla deve mancare al significato, se qualcosa manca alle parole.”

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San Gerolamo chiudera’ il periodo antico con un vero e proprio trattato organico e teorico sulla traduzione, il De optimo genere interpretandi

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La traduzione nel MedioevoLa traduzione nel Medioevo

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La traduzione nel Medioevo

La traduzione possiede fin dall’antichita’ , e ben prima che la linguistica divenisse una disciplina, un suo luogo definito come attivita’ letteraria e come problema letterario.

La religione, o meglio l’espansione del cristianesimo, continua ad essere causa a un tempo e movente principale di tale attivita’.

Cristianizzare equivale sempre a tradurre.

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La traduzione nel Medioevo

L’Inghilterra ha il Venerabile Beda e il re Alfredo e piu’ tardi Alfric;

L’irlanda ha i suoi monaci traduttori; La germania ha Notker il Balbo; I paesi slavi hanno i loro vescovi Cirilio e

Metodio

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La traduzione nel Medioevo

Il passaggio da lingue latine a lingue neolatine si compie quasi dovunque;

La Cantilene de sainte Eulalie – il primo testo letterario francese (883); e’ adattamento in lingua volgare di un cantico latino sullo stesso tema

Il poema di Saint Alexis (1050), e’ una copia in lingua romanza di decasillabi latini anteriori a quell’epoca.

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La traduzione nel Medioevo

Anche la traduzione profana ha lasciato le sue traccie

Il Serment de Strasbourg- la traduzione in lingua romanza di una minuta diplomatica latina

Gli atti giudiziari e gli atti notarili – traduzioni dal dialetto originale in latino le dichiarazioni e le testimonianze della persona in causa

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La traduzione nel Medioevo

Un’altra ricca serie di traduzioni medievali: quelle scritte dagli arabi con l’aiuto di qualche ebreo.

Traducono testi ebraici, ma piu’ spesso quelli greci, opere di medici, di filosofi, di matematici, di astronomi e di geografi.

Alla fine del secolo XII, Maimonde ha riassunto questa lunga esperienza dei traduttori arabi ed ebrei in consigli analoghi a quelli di Cicerone e san Gerolamo

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La scuola di Toledo

La Spagna, luogo di incontro delle civilta’ ebraica, araba e cristiana, ha avuto fin dal XII secolo e per un secolo e mezzo la prima vera scuola di traduttori.

I traduttori erano spagnoli, inglesi, ebrei convertiti, mozarabi: fra di essi, uno dei piu’ importanti e’ Gerardo da Cremona.

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La scuola di Toledo

Nella scuola si facevano lezioni e commenti di testi e si lavorava, se non proprio in una specie di comunita’, almeno in un continuo contatto fra gente le cui lingue madri o le lingue su cui lavoravano erano quelle di quasi tutto il mondo civilizzato dell’epoca.

53 manoscritti che si conservano nella cattedrale di Toledo e alla Biblioteca Nazionale di Madrid riuniscono parecchie centinaia di opere diverse, testimoniando dell’attivita’ di questa scuola.

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Dante

Seminario

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Il Rinascimento ed il rinnovamento della traduzione

Il principio dominante era fino ad allora che di un testo sacro si dovessero tradurre le parole una ad una , garantendo cosi’ la massima fedelta’ e limitando fino ad eliminralo qualsiasi rischio di falsare la parola divina con un’interpretazione personale.

Fuori dal campo religioso: tradurre significava trasferire il senso di un testo da una lingua all’altra- adattarlo e spesso anche molto liberamnete, riassumerlo, svilupparlo, trasformarlo, secondo l’inspirazione del rifacitore o secondo la necessita’ e i gusti del tempo e del luogo.

Chanson de Roland o Roman de Renart (rimaneggiamneti o rifacimenti)

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Il Rinascimento ed il rinnovamento della traduzioneIl Rinascimento ed il rinnovamento della traduzione

Due fattori che influenzano l’atto di tradurre:

l'invenzione della stampa= moltiplicazione del numero dei lettori

nascita delle lingue nazionali- finalmente riconosciute come nobili mezzi di comunicazione del pensiero sia nel campo amministrattivo che in quello letterario, giuridico, diplomatico, filosofico o scientifico

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Il Rinascimento ed il rinnovamento della traduzione

Riforma: necessità di una Sacra Scrittura tradotta nelle nuove lingue nazionali

Etienne Dolet: scrive la lingua francese, la lingua italiana, la lingua spagnola, la lingua tedesca, la lingua inglese

Martin Lutero 1522 al 1543 la prima traduzione completa in tedesco della Bibbia. Epistola sulla traduzione insiste sul fatto che,

per tradurre, bisogna capire il senso intimo del testo

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Il Rinascimento ed il rinnovamento della traduzioneIl Rinascimento ed il rinnovamento della traduzione

La prima teoria della traduzione: Etienne Dolet nel 1540, Il modo di ben tradurre da una lingua ad un'altra, con cinque regole fondamentali:

Comprendere perfettamente il significato del testo e l’argomento trattato dall’autore che ci dispone a tradurre;

Conoscere perfettamente la lingua originale come quella in cui si traduce;

Non essere asserviti al significato letterale Evitare i latinismi, e adottare la buona lingua

francese d’uso comune; Cercare di avere uno stile bello, sciolto, elegante,

senza troppe pretese e soprattutto uniforme

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Il Rinascimento ed il rinnovamento della traduzioneIl Rinascimento ed il rinnovamento della traduzione

Joachim Du Bellay consacra alla traduzione tre capitoli della sua Deffence et illustration de la langue francaise:

La lingua francese non è povera come molti credono Le traduzioni non bastano per dare una struttura perfetta alla lingua

francese Sui cattivi traduttori e sulla necessita’ di non tradurre i poeti

Du Bellay: “E’ piacevole tradurre quegli autori nei quali si deve rappresentare solo il contenuto; ma e’ pericoloso affrontare coloro che molto hanno concesso alla grazia ed all’eleganza espressiva, sopratutto quando si deve rendere la loro opera in un idioma piu’ debole”

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Il Rinascimento ed il rinnovamento della traduzioneIl Rinascimento ed il rinnovamento della traduzione

dizionari bilingui e poliglotti: Dizionario delle otto lingue, greco, latino, fiammingo, francese, spagnolo, italiano, inglese, tedesco. 1550). Dizionario delle 11 lingue, 1677.

traduzione completa in versi della Divina Commedia: opera dell’abate Balthazar Grangier: Luigi XVI. leggerà più volte il Paradiso di Dante nella sua prigione

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La traduzione e il classicismo

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L’elemento dominante che segna la storia della traduzione nell’eta del classicismo: l’affermarsi del gusto francese, che sono con il suo razionalismo universalista tendera’ per un secolo e mezzo verso il tipo di traduzione che e’ stato definito “la bella infedele” .

La traduzione non e’ ancora discussa nella sua legittimita’, ma non mancano epigrammi.

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Madame de Lafayette paragonava i traduttori ai domestici” che vanno a portare un messaggio da parte del loro padrone, e spesso riferiscono il contrario di quello che e’ stato loro detto”

E aggiungeva: “Essi hanno anche un altro difetto da domestici: quello cioe’ di credersi gran signori come il loro padrone, sopratutto quando questi e’ molto antico”

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Montesquieu fa risponedre e al traduttore, fiero di star lavorando da vent’anni sulla medesima opera: “Come signore!Sono dunque vent’anni che Lei non pensa?”

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Voltaire “Che non si creda di conoscere i poeti attraverso le traduzioni, ..sarebbe come pretendere di vedere in una stampa i colori di un quadro.”

Paul Lousi Courier gli risponde che questo paragone non e’ peggiorativo, poiche’ ci sono anche delle belle stampe; e, in mancanza del quadro autentico, si puo’ gia’ approfittare di una buona copia, se ne esistono.

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L’idea fondamentale che domina quel periodo classico e’ ancora di tradizione medievale: e cioe’ che le due lingue classiche, il greco e il latino, sono due lingue perfette, dotate d’un insuperabile richezza di vocabolario, di costruzioni grammaticali, di sfumature stilistiche, di finezze espressive e musicali...

Le lingue moderne invece sono inferiori per nobilta’, per tradizione illustre, per grammatica: sono cioe’ idiomi piu’ deboli...

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Le traduzioni sono considerate quasi esclusivamente come un esercizio di lingua francese.

Questa teoria della supremazia delle lingue e’ legata a vecchie ipotesi religiose sull’origine delle lingue, le quali sarebbero tanto piu’ vicine alle origini del mondo, e poi condannate a una progressiva decadenza.

Vecchia ipotesi, questa, che sopravvivera’ fino alla fine del secolo XIX.

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La sopravvalutazione delle proprieta’ miracolose del greco e del latino si accompagna alla convinzione che il XVII e il XVIII sec. abbiano acquisito in modo definitivo la conoscenza dell’uomo eterno e immutabile, e il costume dell’epoca abbia raggiunto la perfezione insuperabile della correttezza e del gusto, le regole definitive della vita sociale ideale, le uniche ad essere adatte a questa natura umana eterna.

I “moderni” traducono gli antichi, ma poiche’ il secolo di Luigi XIV e’ il modello del buon gusto, quanto urta o in qualche modo contrasta con quel gusto dev’essere, secondo loro, addolcito, francesizzato, modernizzato.

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Le belle infedeli (omologazione) Madame de Lafayette lingue classiche, il greco e il latino, sono due

lingue perfette Gaspard de Tende: Art de traduire (1661) le

traduzioni fatte nel francese possono migliorare l’originale

Omero, Dante In Russia, in Inghilterra

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Gaspard de Tende: Art de traduire (1661) le traduzioni fatte nel francese possono migliorare l’originale

Sostituire le idee che piacevano al tempo di Omero con altre piu’ adatte ai nuovi tempi

Senza troppo allontanare Dante dalla sua epoca lo si riavvicina a quella attuale

I traduttori francesi rinunciano a traduure le espressioni volgari, i paragoni disgustosi, le descrizioni orride e crude, gli enigmi degli autori (asino - , il “tu”, le ingiurie diventano diplomatiche, ecc.)

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Nell’ex Cecoslovacchia – Comenio- traduzione libera, adatta l’originale basandosi sul suo signficato

In Russia – le traduzioni sugli stessi principi – i migliori scrittori sono anche migliori traduttori , in Inghilterra

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In Inghilterra On the principles of translation di Fraser Tytler (1790)- il primo trattato che cerchi di esaminare tale attivita’ in se stessa e per sse stessa su basi moderne e scientifiche.

A Firenze il Savonarola riprese il progetto di Dubois di riunire i grandi maestri di lingue orientali

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La prima vera scuola interpreti moderna naque sotto l’auspicio dei re di Francia legati ai Turchi da tradizionali rapporti diplomatici, perche’ con i Turchi il latino non poteva essere usato come lingua diplomatica

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Nella Russia di Pietro il Grande sorse la prima associazione di traduttori. Imapzinete di occidentalizzare il suo paese, lo zar aveva bisogno urgente di traduttori; creo’ quindi per questa attivita’ una funzione ministeriali.

Parallelamente naque la Societa’ dei traduttori di libri stranieri, che giunse a contare 114 membri, fra cui tutti gli scrittori del tempo.

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Linguistica e traduzione

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Fino a questi ultimi anni la linguistica non si era mai occupata della traduzione in quanto operazione linguistica.

Con le prime ricerche sulla traduzione automatica si creo’ la necessita’ di considerare la traduzione dal punto di vista della linguistica.

Un grande numero di linguisti e’ stato introdotto ed impegnato negli studi sulle macchine per tradurre

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Roman Jackobson- alcune pagine dedicate all’argomento; la linguistica non esisterebbe senza la traduzione

J.P. Vinay- chiede che la traduzione sia infine considerata come un oggetto di studio radicalmente legato alla linguistica

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FedorovFedorov

difende la necessita’ di creare una teoria scientifica della traduzione fondata soprattutto sulla linguistica

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FedorovFedorov

1. La traduzione e’ un’attivita’ particolare, che occupa un posto sempre piu’ importante come mezzo di cultura e di relazione. Quindi e’ naturale che abbia anche una una base teorica.base teorica.Qualunque attivita’ tende sempre a liberarsi dall’empirismo artigianale ed a costruirsi la propria teoria.

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FedorovFedorov

2. Una teoria della traduzione dovrebbe essere la generalizzazione delle osservazioni compiute su traduzioni particolari; ma una volta stabilita, questa teoria dovrebbe escludere dalla traduzione qualsiasi soluzione arbitraria, qualsiasi intuizione.

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FedorovFedorov

3. Come tutti i fenomeni, la traduzione e’ un fatto che puo’ essere studiato da molti punti di vista: quello storico, letterario, linguistico, psicologico, ecc. Ma una teoria della traduzione deve fondarsi sullo studio linguistico dei problemi, perche’ qualsiasi fatto di traduzione implica anzitutto un fatto di un fatto di lingualingua. E qualsiasi altro studio sull’argomento non deve prescindere da questi fatti di lingua, considerati come dati.Il punto di vista linguistico nell’analisi della Il punto di vista linguistico nell’analisi della traduzione non esclude gli altri, ma li precede e li traduzione non esclude gli altri, ma li precede e li condiziona; o almeno resta sempre sottointeso.condiziona; o almeno resta sempre sottointeso.

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FedorovFedorov

4. Con l’analisi linguistica dei fatti di traduzione non si pretende di spiegare ogni aspetto in quella attivita’ e tanto meno i suoi problemi storici, letterari, estetici, ideologici. Tuttavia tutti questi problemi esigono, o presuppongono, una solida una solida base linguisticabase linguistica.

Cosi’se l’impostazione linguistica dell’indagine non basta a porre ne’ a risolvere tutti i problemi della traduzione, essa fornisce almeno il solo il solo terreno sicuroterreno sicuro per la soluzione di questi altri problemi.

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FedorovFedorov

5. Una teoria della traduzione richiede quindi anzitutto che siano risolti, prima di ogni altra cosa, certi problemi linguistici, fondamentali per la teoria stessa.

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FedorovFedorov

Dopo aver affermato in modo categorico la priorita’ dell’analisi linguistica in fatto di problemi di traduzione, Fedorov cerca di determinare con chiarezza anche il posto occupato dalla teoria della traduzione nel complesso delle discipline linguistiche.

Cio’ che distingue la teoria della traduzione da tutte le discipline linguistiche (lessicologia, grammatica, stilistica...) e’ l’attitudine per cui si considerano i fatti non sul piano di una sola lingua ma su quello di due lingue date, e si affronta cosi’ l’intero sistema di corrispondenze esistenti fra loro.

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CaryCary

Cary sviluppa una tesi che si contrappone a quella di Fedorov.

La traduzione non e’ un’operazione linguistica,ma un’operazione sui generis, impossibile a definirsi in altro modo che per se stessa, irriducibile a qualunque altro campo scientifico:

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CaryCary La traduzione letteraria non e’ un’operazione

linguistica: e’ un’attivita’ letteraria. La traduzione poetica non e’ un’attivita’ linguistica,

e’ un’attivita’ poetica. La traduzione taetrale non e’ un’operazione

linguistica: e’ un’attivita’ drammaturgica. Per tradurre le parole di una poesia bisogna essere

poeti, per tradurre un’opera teatrale bisogna essere scrittori di teatro(altrimenti si traduce il senso linguistico del teatro...)

Per essere interpreti ci vuole ben altro che la conoscenza linguistica di una lingua straniera: bisogna essere psicologi e diplomatici, oratori, uomini di teatro ecc.

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ConclusioneConclusione

Per chi ha seguito il dibattito dall’esterno, sembra evidente che Fedorov abbia ragione:

La traduzione non e’ mai un’operazione unicamente ne’ totalmente linguistica, ma e’ prima di tutto e sempre un’operazione un’operazione linguisticalinguistica..

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Semantica e “visioni del mondo”Semantica e “visioni del mondo”

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Wilhelm von Humboldt-Wilhelm von Humboldt- Innere Sprachform- presupposto che prima della lingua

esistesse una sorta di stampo mentale interiore, peculiare ad ogni popolo.

Il linguaggio non e’un ergon (una cosa, un prodotto), ma ma una energeia (un’attivita’ creatrice)una energeia (un’attivita’ creatrice)

La lingua e’ lo strumento grazie al qualeLa lingua e’ lo strumento grazie al quale, a partire dalle prime nozioni acquisite nell’infanzia, l’uomo crea l’uomo crea letteralmente il suo modo di guardareletteralmente il suo modo di guardare

La visione del mondo di ogni uomo e’ La visione del mondo di ogni uomo e’ in qualche in qualche modomodo predeterminata dalla sua lingua predeterminata dalla sua lingua

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Edward SapirEdward Sapir Il linguaggio e le nostre abitudini di pensiero sono uniti Il linguaggio e le nostre abitudini di pensiero sono uniti

fra loro in modo inestricabilefra loro in modo inestricabile

La lingua e’ mezzo di espressione della societa’

Gran parte del “mondo reale” e’ modellata Gran parte del “mondo reale” e’ modellata inconsciamente secondo le abitudini linguistiche del inconsciamente secondo le abitudini linguistiche del gruppo....gruppo....

Noi vediamo e sentiamo o facciamo l’esperienza del mondo in questo o in quel modo guidati esclusivamente dalle abitudini linguistiche della nostra comunita’, che ci predispongono a certe scelte nella nostra interpretazione.

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Benjamin Lee WhorfBenjamin Lee Whorf

E’ il nostro linguaggio a fornirci la forma dell’esperienza che pensiamo di avere del mondo.

La riduzione del mondo in cose e in processi separati e’ determinata unicamente dalla grammatica.

I fatti sono diversi per ogni parlante perche’ i suoi I fatti sono diversi per ogni parlante perche’ i suoi strumenti linguistici gli forniscono modi diversi di strumenti linguistici gli forniscono modi diversi di esprimerliesprimerli

Un uomo del XVII sec. sentiva la denominazione del tempo in modo diverso dall’uomo del XIV e XV secolo.

Ne risulta che e’ impossibilee’ impossibile trovare ritrovare il significato (quindi tradurretradurre) totale di un enunciato del XVI quale lo si percepiva a quell’epoca.

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Leo WeisgerberLeo Weisgerber ha mostrato come la visione del mondo riflessa da una lingua trovi difficilmente il suo corrispettivo in un’altra

Jost Trier Nozione di campo semantico Le parole di un campo semantico costituiscono

una specie di mosaico che ricopre il campo del concetto.

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ConclusioneConclusione

Gli uomini non vedono le cose cui non danno un nome; gli occhi degli uomini non distinguono nettamente quello che la loro lingua non denomina in modo distinto

Gli uomini dunque non vedono sempre nello stesso modo quello stesso mondo che hanno sotto gli occhi

Come tradurre allora questi WeltbilderWeltbilder diversi? Possono superare questi ostacoli i traduttori?