STORIA DELLA BIOTECNOLOGIA - In senso lato le biotecnologie sono processi usati da sempre... -...
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STORIA DELLA BIOTECNOLOGIA - In senso lato le biotecnologie sono processi usati da sempre...
- Migliaia di anni fa l'essere umano iniziò ad usare, inconsapevolmente, i microrganismi per produrre cibi e bevande ed a modificare piante ed animali attraverso una graduale selezione dei caratteri desiderati. - Già dal 6000 a.C. Sumeri e Babilonesi usavano i lieviti per produrre vino e birra. - Nel 4000 a.C. gli stessi lieviti venivano usati dagli Egizi per produrre pane. - Attorno al 1521 d.C. gli Aztechi usavano come alimento le alghe marine. - In Oriente, invece, la fermentazione produceva la salsa di soia. - Nel 1680 Antoni Van Leeuwenhoek vide per la prima volta i microrganismi, grazie al microscopio. - Nel 1876 Pasteur (il padre della biotecnologia) riuscì ad identificare nella presenza di microrganismi estranei la causa del fallimento della fermentazione della birra. - Nel 1896 nacque la moderna tecnologia enzimatica su base microbica. - Nella metà degli anni '50 si è verificato un rapido sviluppo: i microrganismi vengono impiegati come fonte di enzimi. - Tra gli anni '70 ed '80 si colloca la nascita della biotecnologia moderna. Infatti gli scienziati mettono a punto la tecnologia del DNA ricombinante con la quale riescono a modificare nel modo desiderato il patrimonio genetico degli organismi viventi, avvalendosi di strumenti totalmente diversi dalle
procedure tradizionali di selezione. -
Con il termine "biotecnologia"
si indica l'utilizzazione in modo
programmato di sistemi biologici per
la produzione di beni e servizi.
I sistemi biologici possono essere
costituiti da organismi interi,
singole cellule (eucariotiche o
procariotiche)
o loro componenti molecolari (enzimi).
Con il termine generico di biotecnologie
possiamo indicare una scienza
interdisciplinare che attinge da molti campi
della ricerca (microbiologia, biochimica,
biologia molecolare, biologia cellulare,
immunologia, ingegneria delle proteine,
enzimologia, tecnologie dei bioprocessi) e
che può essere applicata in molti settori
(alimentare, agricoltura, ambiente,
diagnostico ed altro ancora).
Nella sua definizione più ampia,
per biotecnologia
si intende una qualsiasi tecnica che utilizza gli organismi viventi:
per ottenere dei prodotti,
per migliorare piante e animali
per sviluppare microrganismi da usare per scopi ben precisi.
In questa definizione sono incluse le tradizionali tecniche di ibridazione delle piante, la zootecnia e la fermentazione
Le biotecnologie sono tutte quelle tecnologie che usano organismi viventi, o parti di essi allo scopo
di produrre quantità commerciali di prodotti utili all'uomo,
di migliorare piante ed animali o
sviluppare microrganismi utili per usi specificiLe
biotecnologie
TRADIZIONALI INNOVATIVE
Sulla base dei metodi impiegati per la realizzazione dei prodotti possiamo distinguere
Le biotecnologie
tradizionali sono
tecnologie produttive
utilizzate da millenni,
quali l'agricoltura, la
zootecnica e lo
sfruttamento delle
attività fermentative
dei microrganismi.
BIOTECNOLOGIE NEI PROCESSI DI TRASFORMAZIONE
Esistono nel mondo più di 3.500 diversi tipi di alimenti
fermentati, fondamentale è stato il ruolo svolto dalla
biotecnologia tradizionale nello sviluppo della
fermentazione, con la quale si ottengono i cambiamenti
desiderati tramite l'azione di microrganismi o enzimi.
La fermentazione rende il cibo più nutriente, più
saporito e più facilmente digeribile, inoltre, aiuta a
conservare gli alimenti e a prolungarne la disponibilità
diminuendo il bisogno di additivi.
Sono biotecnologie tradizionali quelle che comprendono le metodiche per la produzione di vino, birra, formaggio, yogurt, pane ed altri generi alimentari
BIOTECNOLOGIE
INNOVATIVE
sono tecnologie in cui
vengono utilizzate
tecniche di
manipolazione del
materiale genetico
(ingegneria genetica)
con numerose
applicazioni in campo
scientifico e industriale.
le biotecnologie moderne abbracciano i metodi di modificazione genetica degli organismi viventi (tecnologia del DNA ricombinante) e della fusione nucleare.
Le innovazioni in questo settore possono però essere utilizzate anche ai processi tradizionali come quelli per la produzione di vino, birra, pane ed altri prodotti in cui è possibile impiegare ceppi di microrganismi geneticamente modificati.
Una parte importante della moderna
biotecnologia consiste nel comprendere,
trasferire e alterare i geni, le unità che
rendono possibile l'ereditarietà di
determinate caratteristiche.
Il fatto che la "doppia elica" del DNA abbia
una struttura identica in tutti gli esseri
viventi è fondamentale per la
biotecnologia.
Questo permette che le informazioni che
contiene possano essere trasferite tra le
diverse specie di animali, piante o batteri.
La duplicazione del DNA è l'evento portante della
duplicazione cromosomica. Essa inizia a partire da
una specifica sequenza nucleotidica, detta Punto di
origine della duplicazione. In tale punto sono
presenti particolari enzimi endonucleari
(endonucleasi), che spezzano i legami ad idrogeno
tra le basi azotate complementari, aprendo così la
doppia elica.
I due filamenti si separano e ciascuno di essi
funziona da stampo per la selezione di nucleotidi
liberi e la costruzione del filamento complementare,
pertanto la duplicazione del DNA è detta
semiconservativa.
La duplicazione procede in entrambe le direzioni, per mezzo delle due forcelle di duplicazione che si spostano nei due versi opposti. L'effettiva sintesi dei nuovi filamenti, antiparalleli a quelli della molecola originaria, è catalizzata da un gruppo di enzimi noti come DNA-polimerasi. Questi lavorano in un verso soltanto, cosicchè uno dei due nuovi filamenti cresce molto rapidamente ed in maniera continua, mentre l'altro, grazie a particolari siti di innesco (RNAprimer) che inducono un'inversione del senso di marcia delle DNA-polimerasi, viene costruito in brevi segmenti consecutivi (segmenti di Okazaki) che devono poi essere saldati fra loro da un altro enzima, chiamato DNA-ligasi (COLLA GENETICA).
TECNOLOGIA DEL DNA RICOMBINANTE
Fulcro dell'ingegneria genetica.
Rappresenta l’inizio di un’era, definita, con un insieme di ammirazione e timore nei confronti delle nuove potenzialità della Biologia, “l’ottavo giorno della Creazione ”.
Consiste in un complesso insieme di tecniche di manipolazione del DNA che consentono di isolare dei brevi segmenti di tale molecola, per moltiplicarli, studiarne la sequenza nucleotidica, trasferirli nel genoma di altre cellule controllandone l'incorporazione e l'espressione
Verso la fine degli anni Sessanta, i biologi molecolari
individuarono gli enzimi di restrizione (detti anche
forbici genetiche): proteine in grado di tagliare il
filamento di Dna in corrispondenza di specifiche
sequenze di nucleotidi.
Oggi si conoscono centinaia di enzimi di restrizione,
ognuno capace di riconoscere una sequenza
particolare.
Alcuni enzimi di restrizione eseguono un taglio
"sfasato": in questo modo, ai due lati del frammento
sporgono delle zone più o meno lunghe a singolo
filamento, le cosiddette "estremità appiccicose" (sticky
ends). Si possono costruire delle molecole di Dna
ricombinante unendo frammenti di Dna di qualsiasi
origine, a patto che presentino estremità appiccicose
complementari
FORBICI GENETICHE E COLLA GENETICA
VETTORI
Sistemi utilizzati per inserire un certo costrutto genico in particolari tipi di cellule, superando le barriere di specie imposte dai normali processi riproduttivi.
I possibili vettori sono 4:
1. Plasmidi;
2. Virus fagi;
3. Trasposoni;
4. Agrobacterium tumefaciens
I PlasmidiSono degli utili vettori in quanto si moltiplicano rapidamente e sono facilmente inglobati dai batteri attraverso la membrana cellulare. Sono però vettori affidabili solo per segmenti lunghi fino a 4000 coppie di basi azotate, infatti tollerano solo brevi sequenze di DNA estraneo, mentre i segmenti lunghi tendono ad essere eliminati col passare delle generazioni
I Virus fagi
Anche i virus possono fungere da vettori che spostano pezzi di DNA da una cellula ad un’altra. Infatti il DNA dei fagi temperati può integrarsi nei siti specifici del cromosoma ospite e duplicarsi con il cromosoma stesso. I virus utilizzati sono modificati in modo tale da non essere più patogeni, ma da poter ancora trasmettere informazione genetica .
PLASMIDE RICOMBINANTE
VIRUS FAGI
I Trasposoni
Tutte le cellule eucarioti hanno segmenti di DNA mobili, chiamati TRASPOSONI, in grado di passare da un sito ad un altro all'interno di un cromosoma.
Agrobacterium tumefaciens
E’ l’agente di una malattia delle piante nota come “tumore del colletto“, fa ingegneria per conto proprio usando la strategia di insinuare alcuni suoi geni plasmidiali nel corredo cromosomico dei tessuti infettati. Per questo motivo l’Agrobacterium si è rivelato lo strumento ideale per trasmettere vari geni esogeni alle piante transgeniche Dicotiledoni.
La tecnologia del Dna ricombinante è uno strumento potente di analisi della struttura e della regolazione dei geni. Inoltre, permette di aggirare gli ostacoli che si frappongono alla totale libertà di scambio e mescolamento dei geni, permettendo la combinazione di geni provenienti da specie molto distanti tra loro.In modo molto schematico, per isolare e clonare un gene di interesse è necessario tagliare il cromosoma in frammenti utilizzando un adatto enzima di restrizione con taglio "sfasato". I frammenti ottenuti vengono mescolati con il Dna di un plasmide vettore che presenti le stesse "estremità appiccicose". Si ottengono così tanti piccoli anelli di Dna formati dal frammento con il gene di interesse e il plasmide legati insieme dalla Dna ligasi, l'enzima capace di "legare" fra loro frammenti di Dna.La molecola di Dna ricombinante così ottenuta viene introdotta all'interno di un batterio ospite, il quale moltiplicandosi produce grandi quantità del prodotto codificato dal gene inserito.
1.Il DNA viene tagliato tramite specifici enzimi di restrizione
2.Il plasmidio viene tagliato con gli stessi enzimi
3.Il plasmide viene aperto
4.Il DNA, portatore del gene isolato, vine incollato al plasmidio tramite un specifico enzima detto DNA ligasi
5. Si forma un plasmidio transgenico con la resistenza all'antibiotico datagli dal gene estraneo
Oltre al trasferimento di geni tra le
specie è anche possibile "eliminare"
caratteristiche non volute come la
produzione di determinate proteine
(tecnologia antisenso).
Questa tecnica é stata utilizzata per
eliminare il gene che faceva
ammorbidire il pomodoro creando un
prodotto con migliori qualità di
conservazione.
Le tecniche di ingegneria genetica hanno cambiato il procedimento di ibridazione vegetale.
La tradizionale ibridazione vegetale mira a unire le caratteristiche migliori di due piante diverse.
Per esempio il pomodoro del tipo X garantisce una ottima resa, ma è soggetto a malattie; mentre la varietà Y è resistente alle malattie, ma non offre una buona resa. Unire le due qualità - alta resa e resistenza alle malattie - in una nuova varietà potrebbe essere un processo della durata di molti anni.
La tecnologia genetica oggi possiede la capacità di identificare il gene che determina la resistenza alle malattie del pomodoro della varietà Y e di trasferirlo direttamente alla varietà X senza dover utilizzare programmi di ibridazione vegetale che richiedono lunghi tempi di realizzazione.
Oltre ad accelerare i programmi di
ibridazione e a migliorare le probabilità di
successo, la tecnologia genetica é in grado
di combinare materiale genetico in modi
che in natura non sarebbero
spontaneamente possibili.
Per esempio copie di geni animali
possono essere introdotti nelle piante e
copie di geni vegetali possono essere
inseriti nei batteri.
E' proprio questa potenzialità a sollevare
quelle preoccupazioni in merito all'etica e
alla sicurezza,
I metodi utilizzati per manipolare geneticamente le piante sono due: AGROBACTERIUM e BOMBARDAMENTO
L'uso della moderna biotecnologia per trasferire geni da una specie vegetale ad un'altra fa crescere la possibilità che sostanze potenzialmente allergeniche possano essere trasferite da una coltura ad un'altra.
In piante di cui si conoscono gli effetti allergici viene prestata molta attenzione a non trasferire i geni codificanti per gli allergeni in altre piante.
Nel caso in cui dovesse verificarsi la necessità di trasferire dei geni conosciuti come allergeni da una pianta all'altra, è indispensabile informare correttamente per mettere in guardia il consumatore
Settori principali nella biotecnologia vegetale
Genetica e ibridazione:
Ricerca del genoma.
Marcatori genetici nell'ibridazione
Sviluppo delle piante:
Struttura (altezza, ramificazione, foglie, radici)
Fiori (struttura, colore, epoca di fioritura)
Produzione di ibridi (auto-incompatibilità, sterilità)
Alterare resa e input:
Resistenza agli erbicidi da parte di coltivazioni alimentari
Resistenza agli insetti da parte di coltivazioni alimentari
Resistenza a malattie batteriche da fungo e virali.
Prodotti e applicazioni:
Zucchero. Amido (diverse composizioni o contenuto più elevato)
Oli (Diverse composizioni o contenuti più elevati). Aromi (nei cibi o come estratti).
Composti organici speciali (colori).
Proteine di deposito.
Frutta (maturazione e qualità).
Ambiente:
Tolleranza al calore, alla salinità ed alla siccità.
Tolleranza alle inondazioni.
Adattamento al freddo (per ampliare i limiti di coltivazione).
Resistenza al gelo.
Migliori materie prime...
Cercando di migliorare le materie prime alimentari, molti programmi di selezione vegetale mirano ad incrementare la resa o a creare una tecnica agricola più compatibile con l'ambiente aumentando la resistenza delle colture a virus, pesticidi o erbicidi.
Si potrebbe diminuire l'utilizzo di pesticidi su piante resistenti agli attacchi di insetti nocivi e alle malattie; sono già state create colture resistenti quali mais, pomodori e patate. Sono state create anche colture che tollerano erbicidi più moderni compatibili con l'ambiente con lo scopo di ottenere un controllo ottimale sulle erbacce riducendo i livelli di erbicidi.
Si è manifestato recentemente un crescente interesse nella volontà di voler migliorare il valore nutrizionale, il sapore e la consistenza delle materie prime.
Si stanno sviluppando una serie di piante coltivabili con:
Aumento del valore nutritivo. Le piante in fase di sviluppo includono:
la soia con un contenuto più elevato di proteine;
patate con un quantitativo di amido disponibile più elevato e con un migliore contenuto di aminoacidi;
piante leguminose come i fagioli che vengono modificate per produrre gli aminoacidi essenziali;
piante che producono beta carotene, un precursore della vitamina A;
piante coltivabili con un profilo di acidi grassi modificato.
Sapore migliore.
Sono attualmente in prova vari tipi di peperoni e
meloni con un sapore migliore. Il sapore può
essere migliorato aumentando l'attività degli
enzimi che trasformano i precursori del sapore in
composti aromatizzanti.
Migliori caratteristiche di mantenimento
Per rendere più facile il trasporto di prodotti
freschi, prevenendo la possibilità che
marciscano ed i danni o la perdita di elementi
nutritivi.
Con l'introduzione nelle cellule vegetali di
caratteri controllati da geni singoli si può
ottenere un miglioramento della resistenza a
specifici erbicidi, un miglioramento della
resistenza agli insetti nocivi e alle malattie
causate da agenti microbici o ancora un
miglioramento delle caratteristiche post-
raccolto.
Ancora non sappiamo cosa ci riserva il futuro,
nessuno può assicurarci sugli effetti a lungo
termine che l'applicazione di queste nuove
tecniche potrebbe causare. Con l'applicazione
dell'ingegneria genetica si è trovato un mezzo
meno costoso per controllare le specie
infestanti, riducendo l'uso di prodotti chimici
Grazie all'applicazione delle biotecnologie si
esercita il cosiddetto "controllo biologico", con
l'utilizzo sul campo di particolari microrganismi
al fine specifico di controllare la diffusione di
agenti infettivi e di parassiti. Il più famoso
agente di controllo biologico è il Bacillus
thuringiensis, un batterio che forma cristalli di
una proteina molto tossica per gli insetti
altamente specifica. Questa tossina è largamente
usata da oltre trenta anni per controllare le
manifestazioni di lepidotteri(bruchi). Negli ultimi
anni, vengono isolati e sequenziali i geni che
codificano per la tossina di Bacillus thuringiensis,
quindi, mediante le tecniche del Dna
ricombinante, i geni del Bt sono stati inseriti in
varie specie di piante, dove trovano espressione
a livello dei tessuti.
Rispetto agli insetticidi tradizionali questa tecnica presenta numerosi vantaggi: non c'è più il rischio del dilavamento dell'insetticida dovuto alla pioggia; vengono distrutti solo gli insetti che attaccano la pianta e questa è protetta fino alle radici.
Le diverse tossine provenienti dal B. thuringiensis non sarebbero tossiche per i mammiferi e tuttavia impediscono agli insetti di alimentarsi e riprodursi.
Un'altra applicazione della
biotecnologia é il miglioramento della
produzione degli alimenti. Viene
utilizzata per sviluppare processi
altamente specifici utilizzando
microrganismi modificati e prodotti
enzimatici più economici e puri che
offrono, rispetto ai procedimenti già
esistenti, una maggiore produttività,
economicità ed efficienza.
Settori in cui sono stati compiuti evidenti progressi nella lavorazione degli alimenti:
Produzione del pane. Sono stati sviluppati ceppi perfezionati di lievito che contengono i geni di altri enzimi, quali l'amilasi, che forniscono un impasto più ricco.
Produzione di succhi di frutta. La resa del succo ottenuto dalle mele può essere migliorata grazie all'aggiunta dell'enzima pectinasi. Questo enzima viene prodotto naturalmente da un ceppo di muffa Aspergillus. La velocità con la quale vengono prodotti gli enzimi può essere aumentata trasferendo il gene della pectinasi da un ceppo di muffa ad un secondo ceppo con una più elevata capacità di produzione enzimatica.
Migliore gestione della qualità e della sicurezza alimentare, attraverso una maggiore comprensione dei microrganismi e degli enzimi coinvolti nella produzione alimentare.
Organizzazioni internazionali indipendenti come l'OCSE
(Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo
Economico), l'OMS (Organizzazione Mondiale della
Sanità delle Nazioni Unite) e la FAO (Organizzazione
per l'Alimentazione e l'Agricoltura) hanno elaborato
delle linee guida proprio per garantire la sicurezza della
biotecnologia applicata alla produzione alimentare.
Il concetto di sicurezza alimentare significa assenza di
qualsiasi pericolo per il consumatore che conservi,
prepari e mangi un alimento nel modo corretto.
Per accertare se un nuovo cibo è sostanzialmente equivalente a quello tradizionale, vengono presi in considerazione tre fattori principali:
Quali sono le caratteristiche e la composizione del prodotto tradizionale?
Quali caratteristiche sono state alterate per produrre il nuovo cibo e, di conseguenza, come è cambiata la sua composizione?
Tutto questo viene controllato verificando:- le caratteristiche del prodotto tradizionale- il metodo usato per ottenere le variazioni del nuovo prodotto- i possibili effetti collaterali dovuti a tali modifiche- le caratteristiche della parte modificata del nuovo alimento
SICUREZZAGli aspetti relativi alla sicurezza delle biotecnologie che suscitano maggior preoccupazione sono i seguenti:- la patogenicità, ovvero la potenziale capacità di organismi viventi e di virus (sia le forme naturali che quelle modificate con l'ingegneria genetica) di infettare l'uomo, gli aniamli e le piante, causando malattie;- la tossicità (per es. nel caffè trangenico è stata riscontrata la produzione di una aflatossina) e il potenziale allergenico (per es. in una varietà ingegnerizzata di soia, è stata riscontrata una proteina allergenica derivante dalla noce brasiliana) dei prodotti ottenuti mediante biotecnologie;- l'ampliamento, dal punto di vista clinico, del pool ambientale di microrganismi resistenti agli antibiotici;- i problemi associati allo smaltimento delle biomasse microbiche esaurite e la purificazione degli effluenti di lavorazioni biotecnologiche;- i problemi di sicurezza connessi con la contaminazione, l'infezione o la mutazione dei ceppi impiegati nei processi biotecnologici;- i problemi di sicurezza connessi con l'uso industriale di microrganismi che contegono DNA ricombinato in vitro
La valutazione del rischio viene stabilita in base a tre fattori:
- individuazione delle eventuali capacità del microrganismo di produrre effetti dannosi per l'uomo o per l'ambiente;
- la stima della probabilità che i microrganismi fuoriescano accidentalmente o inavvertitamente dal sistema in cui avviene il processo produttivo;
- valutazione della sicurezza dei prodotti desiderati e dei metodi per smaltire i sottoprodotti
GRUPPI DI RISCHIOGruppo 1:Microrganismi mai identificati come agenti patogeni e che non rappresentano una minaccia per l'ambiente.Gruppo 2:Microrganismi potenzialmente patogeni per l'uomo e che potrebbero rappresentare un rischio per chi opera nei laboratori.
Gruppo 3:Microrganismi che possono rappresentare una seria minaccia per la salute di chi opera nei laboratori, ma un rischio relativamente basso per la popolazione in generale.
Gruppo 4:Microrganismi che provocano malattie gravi negli esseri umani e che rappresentano un serio rischio per gli operatori in laboratorio e per la popolazione in generale. Non sono disponibili misure preventive adeguate né trattamenti efficaci.Gruppo 5:Questo gruppo comprende i microrganismi che rappresentano un pericolo più serio per l'ambiente e per la popolazione. Possono causare gravi perdite umane a livello nazionale e internazionale
OGM
Gli Organismi Geneticamente Modificati sono batteri, funghi, virus, piante e animali le cui caratteristiche genetiche sono state modificate in laboratorio. In genere uno o più geni presi da altri organismi vengono introdotti nel patrimonio ereditario dell’organismo che si vuole modificare.
Non solo l’OGM esprimerà i nuovi caratteri, ma li trasmetterà alla sua discendenza. Gli scambi di geni possono avvenire tra esseri viventi appartenenti a specie completamente diverse (per esempio tra esseri umani e animali), cosa impossibile in natura
Le applicazioni degli OGM investono gli ambiti più disparati; la medicina, l'ecologia, il settore agro-alimentare e zoo-tecnico.
Nell'agricoltura, in particolare, si ha avuto una loro rapida diffusione. Infatti, al giorno d'oggi, il 60% dei prodotti venduti nei supermercati del mondo può contenere elementi di origine transgenica.
Meno conosciuto , ma molto importante dal punto di vista medico, è il loro utilizzo in campo farmaceutico, dove hanno consentito la produzione di vaccini sicuri.
Mentre i nuovi farmaci ottenuti da OGM sono stati accolti con immediato favore dall'opinione pubblica, i prodotti transgenici destinati all'alimentazione umana incontrano forti resistenze per paura degli eventuali effetti nocivi; l'ingegneria genetica viene vista come un processo "innaturale" e non necessario nel caso della produzione alimentare.
Gli OGM possono introdursi nella nostra catena alimentare attraverso due differenti strade:
a) prodotti direttamente destinati all'alimentazione umana
b) mangimi per l'alimentazione degli animali d'allevamento
Non esiste una scienza di previsione del rischio derivante dal rilascio di piante e animali trasgenici.Non sono predicibili né controllabili le interazioni fra il transgene e il DNA nel quale viene inserito. Altrettanto imprevedibili sono gli effetti degli organismi transgenici massicciamente disseminati nell'ambiente.
D'altro canto l'ingegneria genetica applicata all'agricoltura è da molti vista come la soluzione della crisi ecologica prodotta dall'agricoltura industriale e del problema della fame nel mondo.In particolare nel settore agro-alimentare i vantaggi prospettati sono la riduzione dell'uso dei pesticidi, il miglioramento delle tecniche di conservazione del cibo, il miglioramento della qualità degli alimenti e l'incremento della resa delle colture in aree inospitali.
ridurre l'uso di pesticidi variare le caratteristiche nutrizionali ed organolettiche per una migliore dieta aumentare la produttività delle piante
VANTAGGI DELLE COLTURE TRANSGENICHE
Secondo i fautori delle biotecnologie, le manipolazioni genetiche delle piante coltivate rappresentano una delle poche soluzioni per far fronte al fabbisogno di una popolazione mondiale che nei prossimi quarant'anni arriverà a nove miliardi di individui: offrire agli agricoltori la tecnologia più recente, nella più tradizionale delle confezioni: il seme.
In questo modo anche le nazioni più povere avranno accesso ai benefici senza dover fare ricorso all'alta tecnologia o a materiali costosi
L'utilizzo dell'ingegneria genetica per migliorare, manipolandoli, organismi destinati alla produzione alimentare sta diventando sempre più intenso. Infatti i benefici che possono derivare dall'applicazione dell'ingegneria genetica nel campo agro-alimentare sono numerosi:- resistenza delle colture (per esempio il mais) alle malattie ed agli insetti nocivi;- controllo delle erbe infestanti (come nel caso della soia);- miglioramento delle specie microbiche usate nei processi alimentari;- creazione di nuovi prodotti;- miglioramento della qualità-produzione di prodotti “su misura” qualitativamente migliorati, volti a soddisfare i bisogni dei consumatori
Secondo le compagnie produttrici, queste sperimentazioni genetiche, sono sottoposte a rigorosi controlli da parte delle autorità competenti. Il mais transgenico sarebbe addirittura più sicuro del mais non trattato. "Infatti i prodotti sono approvati dall'autorità sanitaria e sono privi di tossine, e quindi, per questo sono più sicuri dei prodotti normali ". Anche rispetto all'impatto ecologico, la posizione delle aziende è assolutamente rassicurante. Gli ambientalisti, per contro, sottolineano gli svantaggi associati alle colture geneticamente modificate ed in particolar modo la sicura riduzione della biodiversità ed il preoccupante superamento delle barriere di specie, imposte dall'evoluzione.
l'inquinamento genico o bioinquinamento
la bioinvasione
l'inquinamento chimico
sviluppo di specie virali ibride
la perdita di biodiversità, l'uso irrazionale di pesticidi, lo sviluppo di nuove resistenze da parte di piante infestanti e insetti parassiti, il trasferimento di geni ad altre specie, l'apparizione di nuove specie infestanti o di effetti indesiderati sull'ecosistema.
I rischi sanitari a lungo termine sono sconosciuti ancora troppo poco studiati.
Gli OGM, attraverso la dispersione del polline transgenico, rischiano di contaminare e minare sia l'agricoltura biologica che quella tradizionale. Le risorse genetiche devono rimanere un patrimonio collettivo dell'umanità e non subire un processo di privatizzazione attraverso i brevetti.
RISCHI
Le colture transgeniche, oltre a vantaggi economici, presentano anche diversi rischi: - comparsa di infestanti super resistenti per trasferimento alle specie normali, attraverso il polline, della resistenza agli erbicidi (per esempio al glifosato); - comparsa di insetti resistenti (per esempio alla tossina Bt); - comparsa di nuovi virus vegetali; - produzione di sostanze tossiche per gli insetti; - produzione di allergeni; - comparsa di prodotti secondari tossici, a causa dell'attivazione di geni silenti; - diffusione della resistenza agli antibiotici a causa dei marcatori inseriti in esse; - l'estendersi e l'ulteriore intensificarsi della monocoltura con conseguente riduzione della biodiversità;- la distruzione delle economie tradizionali, cosa che crea ancora maggiore divario tra i paesi tecnologicamente avanzati e quelli sottosviluppati (Terzo Mondo).
I NUMERI DEGLI OGM
1996: 3 milioni di ettari di superficie coltivata a transgenico
1997: 13 milioni di ettari di superficie coltivata a transgenico
1998: 30 milioni di ettari di superficie coltivata a transgenico
1999: 40 milioni di ettari di superficie coltivata a transgenico
USA 1998: 20 milioni di ettari di superficie coltivata a transgenico; circa il 70% della superficie mondiale di OGM. 30 sono le specie transgeniche coltivate. 20 sono le specie transgeniche consumate
CANADA 10% della superficie mondiale coltivata a OGM 27 sono le specie transgeniche coltivate 25 sono le specie transgeniche consumate 1995: commercializzazione della patata transgenica
CINA meno del 10% della superficie mondiale coltivata a OGM1° paese a coltivare (e a fumare) tabacco transgenico
EUROPA 2000: meno dell'1% della superficie mondiale coltivata a OGM lo 0,1% dei prodotti transgenici sono "qualitativi" (di interesse per i consumatori) il 99% degli OGM vegetali sono commercializzati da 5 grandi multinazionali (Monsanto, DuPont, Novartis, Zeneca e Aventis)
GIAPPONE 50 sono le specie di cui è autorizzata la coltivazione e che crescono su campi confinanti.
AMERICA MERIDIONALE 11% della superficie mondiale coltivata a OGMpiù di 100.000 ettari coltivati clandestinamente(soprattutto in Brasile)
PIANTE MODIFICATE GENETICAMENTE
Il pomodoro è stata la prima pianta transgenica messa sul mercato (USA,'94); dimensioni maggiori e conservazione più lunga sono le sue caratteristiche principali.
Si è intervenuti, sul pomodoro in cui l'enzima poligatturonasi degrada la parete cellulare, in tal modo il frutto, maturando, diventa più molle e può facilmente danneggiarsi durante il trasporto.
Oggi esistono negli U.S.A., pomodori biotecnologici non deperibili: il FLAVR SAVR e il FRESH WORLD FARMS(FWS).
Il FLAVR SAVR si ottiene con l'ANTISENSE TECHNOLOGY, si seleziona il gene della poligatturonasi e lo si reinserisce con la sequenza invertita: ciò impedisce la trascrizione e il risultato è un pomodoro che può restare sulla pianta fino a piena maturazione e affrontare le fasi di raccolta e trasporto conservando una buona consistenza solida.
Il FWS è un pomodoro che dura da trenta a quaranta giorni prima di deperire; con la tecnica del DNA ricombinante si introduce nei semi il gene che codifica il soppressore dell'enzima che produce l'ETILENE, responsabile della normale maturazione dei pomodori.
Il riso è uno dei cibi più studiati dai genetisti.
Questo cereale è la principale e a volte l'unica fonte di sussistenza per le popolazioni orientali; tale tipo di dieta è priva di vitamina A, la cui carenza provoca gravi disturbi, addirittura la cecità.
Soia e mais transgenici sono gli OGM più largamente prodotti e diffusi.
Erroneamente tendiamo a pensare che non facciano quasi parte della nostra dieta; al contrario sono presenti, come cibi fantasma (spesso non indicati sulle etichette), in migliaia di prodotti confezionati.Alcune catene di supermercati hanno deciso di vendere cibi senza mais e soia transgenici, ma nonostante ciò, in tantissimi casi il consumatore non può conoscere gli ingredienti e l'eventuale origine transgenica dei prodotti che acquista.
La soia transegica è arrichita di acidi grassi insaturi per risolvere molte patologie cardiovascolari (trombosi,arteriosclerosi…), patologie che affliggono una larga fetta della popolazione adulta dei paesi sviluppati.
Abbastanza diffusa e contestata è la soia rr,che resiste agli erbicidi. Le polemiche nascono dal fatto che a causa di questa proprietà aggiuntiva si ha l'aumento dell'uso di erbicidi e il rischio che residui di tali "veleni" rimangano sulla pianta e arrivino fino nel piatto del consumatore
- Proteine estratte dalla soia vengono aggiunte a molti alimenti industriali a base di carne, come il ripieno di ravioli e tortellini. Sull'etichetta si trova solo la dicitura "proteine vegetali".- Il latte di soia è venduto come surrogato del latte in polvere materno per i bambini che non lo tollerano.- La farina di soia, usata insieme a quelle di cereali, serve per migliorare le qualità nutrizionali dei prodotti da forno.- La soia è presente nel 90% dei biscotti e dei prodotti di pasticceria, perché ne aumenta la friabilità.- La soia, indicata sull'etichetta come "proteina vegetale", è usata nei gelati per aumentare il volume e la sofficità.- L'olio di soia è uno degli ingredienti più usati negli oli di semi vari.- La lecitina di soia fa da emulsionante nella cioccolata, negli snack, nei budini, ecc… Quasi sempre sulle etichettature appare solo la scritta "emulsionanti".- La soia viene utilizzata nelle salamoie per la cottura dei prosciutti e in molti piatti pronti.
IL MAIS
Il più noto alimento transgenico è il mais bt, molto più produttivo rispetto al fratello "naturale", grazie alla capacità di uccidere le larve di lepidotteri e di resistere agli erbicidi.
- il mais è usato nelle salse al pesto preconfezionate sia come olio sia come amido (addensante);- budini, gelatine, gelati lo contengono, per avere una maggiore consistenza;- in forma di farina e di maltodestrina (addensante) il mais è usato nelle creme e nelle minestrine;- l'amido di mais viene utilizzato come ingrediente del lievito, è, quindi, anche nel pane;- le gomme da masticare contengono sorbitolo (dà il gusto fresco) e sciroppo di glucosio, entrambi derivati dal mais
- amido modificato di mais si trova nei condimenti preconfezionati (come quelli per insalate);- farina di mais è usata quasi sempre nei fiocchi di cereali per la prima colazione;- derivati del mais sono contenuti nei prodotti da forno, perché servono a migliorare l'aspetto della crosta;- il malto prodotto dal mais viene utilizzato nella lavorazione industriale della birra;- l'olio, l'amido e l'amido modificato di mais sono usati nella produzione della maionese industriale e di altre salse;- anche gli alimenti per neonati, come gli omogeneizzati, contengono amido di mais;- il mais è più visibile nei prodotti di largo consumo come il grano per insalate, la polenta e i pop corn;
Il mais dell Ciba-Geigy contiene il gene per una tossina chiamata Bt (perchè ricavata da Bacillus thuringiensis), che rende i tessuti della pianta capaci di sintetizzare la glicoproteina selettivamente tossica per gli insetti dannosi, ma innocua per tutti gli altri animali e per l'uomo.
Purtroppo nella costruzione di tali piante transgeniche è stato usato come marcatore un gene per la resistenza all'ampicillina, uno dei principali antibiotici sia nella medicina umana che in veterinaria. Non è ancora stata esclusa la possibilità che tale gene si trasferisca alla flora batterica degli animali nutriti con mangime a base di mais geneticamente modificato, incrementando la già deplorata diffusione di ceppi batterici resistenti agli antibiotici
Prodotti naturali esotici come la vaniglia del Madagascar e delle Comore, il cacao dell'Africa occidentale, lo zucchero di canna di Cuba e delle Filippine e l'olio di palma della Malaysia vengono "biopiratati" da industrie del nord del mondo, cioè vengono sostituiti da sostanze fabbricate per transgenesi a partire dai geni originari.
Sicurezza dei prodotti alimentari ottenuti mediante la manipolazione genetica.
Oggi i governi di molti Paesi tecnologicamente avanzati hanno creato apposite commissioni di esperti con il compito di effettuare controlli di sicurezza sugli alimenti prodotti da OGM. Queste commissioni esaminano nei dettagli tecnici i processi che utilizzano OGM o i loro prodotti destinati al pubblico.I prodotti destinati all'uso alimentare sono considerati sicuri quando è possibile stabilire, con ragionevole certezza che il loro consumo non provocherà alcun effetto nocivo. Prima di poterli dichiarare sicuri occorre dimostrare che i cibi o gli additivi alimentari derivati da OGM sono altrettanto sicuri, dei loro corrispettivi tradizionali. L'approccio più pratico per la determinazione della sicurezza consiste nel valutare se i nuovi alimenti sono sostanzialmente equivalenti ai loro analoghi tradizionali, e se l'uso che se ne vuole fare è relativamente simile. Nei casi in cui la sostanziale equivalenza sia più difficile da rilevare, le differenze individuate o le nuove caratteristiche degli alimenti dovrebbero essere sottoposte a ulteriori controlli.
La commissione europea ha adottato un nuovo regolamento (CE n° 49/2000) riguardante l'obbligo di indicare, nell'etichettatura di alcuni prodotti alimentari, la presenza di OGM.
Il regolamento, adottato a Bruxelles il 10 gennaio 2000, rappresenta una modifica a quello già in vigore (CE n°1139/98) che prevede l'obbligo di indicare la presenza di soia e granturco geneticamente modificati.
Il nuovo regolamento, che entrerà in vigore tra tre mesi, stabilisce dei requisiti supplementari, fissando l'obbligo di etichettatura per gli alimenti che contengono OGM in quantità superiori all'1% di ogni singolo ingrediente.
La Commissione, riconoscendo un limite tecnico alla rilevazione di quantitativi inferiori a quelli stabilito, non ha accolto le richieste degli ecologisti, che chiedevano di abbassare ulteriormente questo valore soglia.
La normativa europea impone l'etichettatura di ingredienti, additivi ed aromi contenenti mais o soia transgenici: le aziende alimentari sono oggi tenute ad indicare nell'etichetta "prodotto a partire da soia/mais geneticamente modificato" in tutti i prodotti che contengono oltre l'1% di ingredienti geneticamente manipolati.
Attenzione però, tutti i prodotti che contengono mais o soia di provenienza transgenica, nei quali a seguito del processo di lavorazione, non sono più rintracciabili DNA o proteine transgeniche, come ad esempio gli oli, non devono essere etichettati anche se provengono al 100% da materie prime transgeniche
BREVETTABILITA' DEL MATERIALE GENETICO
Un brevetto è un diritto di esclusiva concesso da parte di un'autorità governativa, amministrativa, specificamente preposta. Anche le invenzioni biotecnologiche che hanno per oggetto la "materia vivente" devono essere tutelate da un brevetto. Recentemente una Direttiva approvata dal Parlamento Europeo ammette la brevettabilità del materiale genetico (animale, vegetale o umano) se isolato dal suo contesto naturale con processi finalizzati alla produzione.
Nel 1991 l'ufficio brevetti Europeo ha concesso per la prima volta il brevetto per un animale transgenico: l'oncotopo. Si è arrivati così a includere gli animali transgenici tra le possibili forme brevettabili, dopo che alcuni anni prima si era negato il diritto di brevettare varietà vegetali, razze animali e tutti i processi biologici per ottenere sia animali sia vegetali
Attualmente sono tre i tipi di invenzione che devono essere esclusi dalla brevettabilità:
1) IL CORPO UMANO E I SUOI ELEMENTI
2) MANIPOLAZIONE DEL GENE UMANO A FINI NON TERAPEUTICI
3)PROCEDIMENTI DI MODIFICAZIONE DELL'IDENTITÀ' GENETICA DEGLI ANIMALI
La manipolazione genetica delle colture normalmente incrementa gli introiti di una sola multinazionale detentrice di uno specifico brevetto. Sarebbe invece auspicabile seguire l'esempio della dottoressa Ronald che nel 1998 ha trasferito un gene, già presente in una varietà naturale di riso di nessun interesse economico, nelle varietà di riso coltivate. Tale gene conferisce la resistenza a Xantomonas oryzae, batterio che causa avvizzimento delle piante di riso. Tale esempio rappresenta un comportamento apprezzabile perché: 1) il trasferimento genico avviene tra varietà della stessa specie; 2) il protocollo per il costrutto é stato inviato a gruppi di scienziati di tutti i paesi, consentendo di modificare geneticamente le varietà adattate a ciascuna particolare regione e proteggendo così la BIODIVERSITA'.
AGRICOLTURA BIOLOGICA
La nuova "Rivoluzione verde" deve essere invece quella biologica, con una ricerca orientata alla salvaguardia della biodiversità ed al miglioramento delle specie autoctone.
Con l'entrata in vigore della legge europea
(REG. CEE n.209/91 ), delle leggi nazionali e
in Italia anche di alcune leggi regionali
(Legge regione Toscana n. 31/94 e n. 54/95),
l'agricoltura biologica si è trasformata non
solo in un'attività ufficialmente riconosciuta,
ma addirittura in un'attività meritevole di
essere premiata ed incentivata con fondi
pubblici (REG. CEE n. 2078/92).
Il risultato è stato che il numero degli operatori
del settore in pochi anni si è notevolmente
incrementato ed il mercato dei prodotti
biologici ha iniziato ad espandersi, nonostante
molto resti ancora da fare per quanto riguarda
l'informazione ai consumatori, soprattutto per
aiutarli a non farsi trarre in inganno da chi in
campo alimentare specula sulle suggestioni del
naturale, del genuino o peggio ancora su
diciture ambigue quali ”lotta biologica " o
”lotta integrata".
Con il termine di agricoltura biologica si
indicano diversi metodi colturali di produzione
che tendono ad escludere l'uso di prodotti
chimici di sintesi (concimi, insetticidi, fungicidi,
diserbanti, ecc.) e che invece, per esaltare la
produttività del terreno e la resistenza delle
colture alle avversità, sfruttano le interazioni
naturali fra gli organismi viventi sul e nel suolo,
l'ambiente fisico e le tecniche agronomiche.
L’AGRICOLTURA BIOLOGICA
impiega:
1. La rotazione naturale degli elementi nutritivi senza ricorrere a fertilizzanti chimici di sintesi, ma solo a letame
2. L’aratura superficiale
3. La presenza di specie vegetali, di siepi divisorie, di alberi, di fonti alternative di energia
4. L’utilizzo di insetti utili per contrastare gli insetti dannosi
Il Regolamento CEE n. 2092/91 ha introdotto
norme dettagliate per la produzione,
trasformazione ed etichettatura dei prodotti
vegetali biologici allo scopo di assicurare
condizioni di concorrenza leale fra i produttori
europei e di consentire ai consumatori di
distinguere queste produzioni sul mercato.
Le norme comunitarie sulla produzione biologica prevedono che la fertilità e l'attività biologica del suolo debbano essere conservate ed aumentate con:
la reintroduzione di una adeguata rotazione pluriennale
la coltivazione di leguminose e di altre colture da sovescio
l'incorporazione nel terreno di materiale organico aziendale (residui colturali, letame, compost).
La lotta contro i parassiti, le malattie e le piante
infestanti, deve essere invece imperniata su: la scelta di specie e varietà adeguate un programma di rotazione appropriato il diserbo meccanico e il pirodiserbo
(scottatura delle infestanti) la protezione dei nemici naturali dei
parassiti grazie a provvedimenti ad essi
favorevoli (es. cura o impianto di siepi).
Nel caso che questi provvedimenti non siano
sufficienti a garantire un'adeguata produzione
delle colture è possibile utilizzare alcuni prodotti
commerciali quali ammendanti (es. letame),
concimi azotati (es. pollina e guano), fosfatici
(es. fosforiti e scorie Thomas), potassici (es. sali
grezzi di potassio), insetticidi (es. piretro,
Bacillus thuringiensis) e fungicidi (es. rame e
zolfo). L'elenco dei prodotti ammessi in
agricoltura biologica è periodicamente
aggiornato in sede comunitaria.
agricoltura biologica si intende l'attività di produzione agricola effettuata nel rispetto delle norme previste dal regolamento CEE 2092/1991 e successive modifiche ed integrazioni
azienda agricola biologica si intende l'azienda agricola iscritta all'elenco regionale degli operatori dell'agricoltura biologica che svolge tutte le sue attività nel rispetto delle norme previste.
azienda agricola in conversione biologica si intende l'azienda agricola iscritta all'elenco regionale degli operatori dell'agricoltura biologica che si trova nel periodo di conversione così come previsto dal regolamento CEE 2092/1991.
lotta guidata
termine usato per indicare un sistema di difesa
antiparassitaria in cui i trattamenti non vengono
fatti con periodicità fissa, ma solo quando attraverso
opportuni sistemi di monitoraggio se ne rileva la
necessità'.
Questo, di solito, accade quando si supera la soglia
economica d'intervento, al di sotto della quale il
trattamento antiparassitario non è economicamente
giustificato, in quanto il danno arrecato dai parassiti
è inferiore al costo del trattamento. Questo tipo di
difesa non prevede quindi l'eliminazione dei
trattamenti tossici, ma solo la loro riduzione.
lotta biologica
termine usato per indicare un sistema di difesa dai
parassiti animali che impiega esclusivamente mezzi
biologici quali: entomofagi, cioè insetti predatori o
parassiti di altri insetti; feromoni, cioè sostanze,
normalmente emesse da insetti, ma che possono
essere riprodotte in laboratorio, che fungono da
messaggeri chimici , determinando in individui
della stessa specie stimolazioni e risposte precise e
ripetibili; microrganismi patogeni, cioè virus e
batteri che risultano patogeni per determinati
insetti. In questo tipo di difesa non vengono usate
sostanze tossiche per l'uomo.
lotta integrata
definizione diffusa dall' Organizzazione
internazionale per la lotta biologica (Oilb): "La
protezione integrata è una strategia con la
quale si mantengono le popolazioni di
organismi nocivi al di sotto della soglia di
tolleranza, sfruttando i meccanismi naturali di
regolazione e utilizzando metodi di difesa
accettabili dal punto di vista ecologico,
economico e tossicologico".
Tale obiettivo viene raggiunto con diversi mezzi:
-mezzi agronomici, come scelta di varietà rustiche più resistenti, rotazioni ed idonee lavorazioni, irrigazioni, concimazioni, potature, densità d'impianto e di semina ecc.-mezzi fisici, come sterilizzazione dei terreni con il calore, distruzione dei focolai di inoculo e/o infezione, protezione dalle avversità meteoriche, solarizzazione del terreno, raccolta manuale o meccanica degli insetti ecc.-mezzi biologici, che comprendono sia interventi diretti sulle piante (miglioramento genetico, trattamenti rinforzanti), sia interventi diretti sui parassiti con prodotti di origine naturale o utilizzando i loro antagonisti naturali-mezzi biotecnologici, che consistono nell'uso di particolari sostanze (feromoni) che consentono di attuare una difesa più efficace verso gli insetti potenzialmente pericolosi; mezzi chimici, cioè l'utilizzo di uno o più principi attivi mirati contro il patogeno e tesi a ridurne la dannosità a livelli economicamente accettabili. In questo tipo di difesa antiparassitaria il ricorso a prodotti tossici è molto ridotto.
Cosa deve fare l'operatore biologico
Coltivare senza impiego di prodotti chimici di sintesi (cioè artificiali, costruiti nei laboratori chimici) e di OGM (organismi geneticamente modificati); usare la rotazione delle colture per la difesa e la prevenzione da parassiti, malattie, erbe infestanti; fertilizzare il terreno (e non le piante) soltanto con meterie organiche e minerali naturali.
Per la certificazione delle produzioni come "Prodotto da agricoltura biologica", l'azienda agricola deve aver rispettato le norme dell'agricoltura biologica per un periodo, definito "di conversione all'agricoltura biologica", di almeno due anni prima della semina o, nel caso delle colture perenni diverse dai prati, di almeno tre anni prima del raccolto. La data iniziale del computo di tale periodo è quella di notifica.
Prima che sia trascorso l'intero periodo di conversione, ma comunque non prima di 12 mesi dalla data iniziale, le produzioni possono essere certificate come "Prodotto in conversione all'agricoltura biologica".
In certi casi il periodo di conversione può essere prolungato o abbreviato, per l'intera azienda o per parte di essa, tenuto conto dell'utilizzazione anteriore degli appezzamenti.
Trascorso il periodo di conversione le produzioni potranno essere certificate con la dicitura "Prodotto da agricoltura biologica".
Le principali colture riguardano i foraggi (397.878 ettari), i cereali (221.436 ettari), i prati e pascoli (241.157 ettari), che nel loro insieme rappresentano il 70% circa degli investimenti. Seguono in ordine di importanza le coltivazioni arboree (olivo, vite, agrumi, frutta) per il 20% e le colture orticole ed industriali (leguminose da granella, prodotti orticoli, colture industriali) per il 4%
Per le produzioni animali, distinte sulla base delle principali tipologie produttive, al 31 dicembre 2001 si segnala la seguente situazione: bovini 330.7001 (latte e carne), ovi-caprini 327.891, suini 25.435, pollame 648.693, conigli 1.682, api , in arnie, 48.228
IN ITALIA
Dall’elaborazione dei dati forniti dagli organismi di controllo operanti in Italia al 31 dicembre 2001, risulta che gli operatori del settore sono passati dai 54.004 del 2000 ai 60.509 del 2001. Di questi, i produttori agricoli sono 56.440 (di cui 1.600 produttori/trasformatori), i soli trasformatori 3.947 e gli importatori 122.
La distribuzione degli operatori sul territorio nazionale vede il 65% nel sud del paese, il 13% nel centro e il 22% nel nord. Per quanto riguarda la loro presenza nelle diverse aree geografiche in relazione alle attività produttive, si rileva la prevalenza al sud dei produttori agricoli (68%, contro il 20% al nord ed il 12% al centro), ed al nord dei trasformatori (47% contro il 19% al centro ed il 34% al sud) e degli importatori (82% contro il 11% al centro ed il 7% al sud) (tab. 1).
La superficie interessata, in conversione o interamente convertita ad agricoltura biologica, risulta pari a 1.237.640 ettari, pari all’8% circa della SAU. Le principali colture riguardano i foraggi), i cereali, i prati e pascoli, che nel loro insieme rappresentano il 70% circa degli investimenti. Seguono in ordine di importanza le coltivazioni arboree (olivo, vite, agrumi, frutta) per il 20% e le colture orticole ed industriali (leguminose da granella, prodotti orticoli, colture industriali) per il 4% (tab. 2).
Per le produzioni animali, distinte sulla base delle principali tipologie produttive, al 31 dicembre 2001 si segnala la seguente situazione: bovini 330.7001 (latte e carne), ovi-caprini 327.891, suini 25.435, pollame 648.693, conigli 1.682, api , in arnie, 48.228 (tab. 3).
L’attività di controllo, esercitata dagli organismi autorizzati dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e dalla Provincia Autonoma di Bolzano, si è concretizzata in 72.896 visite ispettive e con il prelevamento ed analisi di 7.332 campioni. L’attività di controllo ha portato l rilevamento di 2.074 irregolarità e
all’applicazione, in via definitiva, di 1.367 sanzioni.