STORIA DEGLI ARCHIVI

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STORIA DEGLI ARCHIVI LUCIA RONCHETTI

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STORIA DEGLI ARCHIVI. LUCIA RONCHETTI. Storia degli archivi. Testo di riferimento per la storia degli archivi e dell’archivistica è Storia dell’archivistica italiana: dal mondo antico alla metà del secolo XX di Elio Lodolini. L’antichità classica. - PowerPoint PPT Presentation

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STORIA DEGLI ARCHIVI

LUCIA RONCHETTI

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Storia degli archivi

Testo di riferimento per la storia degli archivi e dell’archivistica è

Storia dell’archivistica italiana: dal mondo antico alla metà del secolo XX di Elio Lodolini

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L’antichità classica

- già in età repubblicana l’archivio di Stato era conservato insieme all’aerarium, al tesoro;

- in epoca imperiale si definiscono l’archivio del senato, quello dell’imperatore, i singoli archivi provinciali, gli archivi familiari

Funzione degli archivi: conservare la memoria e assicurare la pubblica fede dei documenti

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Il Medioevo

Un punto fermo è la definizione di archivio come locus in quo acta pubblica asservantur ut fidem faciant, luogo in cui sono conservati i documenti pubblici affinché se ne garantisca la pubblica fede

Lo jus archivi spetta all’imperatore e al pontefice, e a chi ne riceve la facoltà da questi, cioè al notaio.

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Il MedioevoNascono gli archivi dei Comuni, delle

Università…

Importanza dei notai che inizialmente conservano presso di sé le scritture, garantendone la pubblicità e la pubblica fede.

Dalla metà del Duecento i documenti vengono scritti su carta.

Importanza della custodia dei documenti, sanzioni contro furti e falsificazioni.

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Dal Medioevo al SettecentoAgli archivi liberamente consultabili dei Comuni si

sostituiscono gli archivi segreti di Signorie e Monarchie.

Funzione degli archivi: perpetua memoria e pubblica fede.

Nel secolo XVII si diffondono i primi testi italiani di archivistica (Baldassare Bonifacio, Albertino Barisone, Nicolò Giussani).

Ludovico Antonio Muratori

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L’illuminismo e l’ordinamento per materia

Con l’età moderna nascono le grandi concentrazioni di documenti, distinguendo radicalmente tra conservazione e gestione dei documenti presso gli uffici.

All’ordinamento cronologico per serie, si sostituisce l’ordinamento per titolario e di conseguenza il successivo riordinamento per materie (mentalità razionalistica e classificatoria del 1700).

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L’ordinamento per materia a MilanoLa disposizione di procedere all’ordinamento per

materia venne direttamente da Vienna (1768), dal cancelliere di Maria Teresa, principe di Kaunitz, e fu applicata da Sambrunico, Corte.

A Milano Luca Peroni, direttore generale degli Archivi governativi e Consigliere di Stato, portò l’ordinamento per materia alle estreme conseguenze.

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Un esempio di ordinamento per materiaGli ATTI DI GOVERNO dell’Archivio di Stato di Milano Raccolgono circa 28.000 buste di atti provenienti dagli

archivi delle magistrature, dei ministeri e degli uffici governativi dello Stato di Milano.

I documenti venivano sottoposti a operazioni di smembramento (sceveramento) e di scarto (selezione)

Sono riordinati per voci dominanti (categorie, classi, rubriche) poi suddivise in voci subalterne o titoli, disposti all’interno in ordine geografico – cronologico, distinguendo le provvidenze generali dalle occorrenze particolari.

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Gli ATTI DI GOVERNO

I documenti sono ordinati per materie in ordine alfabetico:

Acque parte antica (sec. XVI-1801), parte moderna (1802-1859)

Agricoltura parte antica (1575-1801) parte moderna (1801-1856)

Altre materie sono: Albinaggio, Annona, Araldica, Censo, Commercio, Confini, Culto, Esenzioni …

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Le reazioni all’ordinamento per materiaAll’ordinamento per materia si contrappongono

nel secolo XIX due diversi ordinamenti:

- quello del rispetto dei fondi secondo cui fondi diversi non debbono essere frammisti tra di loro, ma all’interno di uno stesso fondo gli atti possono essere ordinati per materia

- quello del metodo storico o principio di provenienza secondo cui i documenti devono essere ordinati secondo l’ordine originario dell’ufficio produttore

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Il prevalere del metodo storico- Francesco Bonaini e la scuola toscana (in un archivio

occorre cercare non le materie ma le istituzioni)

- 1867 Congresso Internazionale di Statistica (archivi come istituzioni culturali)

- 1870 Commissione Cibrario (l’archivio deve rappresentare per quanto è possibile la costituzione dello Stato)

- RD 27.05.1875 n. 2552 stabilisce per legge il rispetto dei fondi e l’ordinamento degli archivi secondo il metodo storico (da allora sempre confermato)

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Il metodo storico

“Il metodo storico consiste nel riordinare l’archivio ricostruendone l’organizzazione originaria nella quale si riflette il rapporto tra funzioni svolte dall’ente e documenti prodotti, i quali risultano collegati tra loro da un vincolo di necessità (vincolo archivistico)”.

Carucci, Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione.

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Il metodo storico

Le operazioni necessarie sono:

- la storia istituzionale dell’ente

- la ricostruzione dell’ordine originario

- la compilazione degli strumenti di corredo.

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Un esempio:Gli atti versati all’Archivio di Stato di Como

nell’anno 1981 dalla Pretura di Menaggio

Il versamento portò all’Archivio, mischiati tra loro, atti prodotti dalle Preture di

- Bellagio (soppressa nel 1892)- Castiglione d’Intelvi (soppressa nel 1924)- Gravedona (soppressa nel 1924)- Menaggio (soppressa nel 1998)- Porlezza (soppressa nel 1892).

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Di conseguenza

E’ stato necessario:- ricostruire la storia istituzionale degli enti

produttori (costituzione, soppressione, competenze)

- ricostruire l’ordine originario isolando fisicamente gli atti prodotti dalle diverse preture

- compilare gli strumenti di corredo creando un inventario per ogni pretura.