Storia Antica

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Paolo Di Sacco Viaggio nella storia antica Facciamo STORIA LIBRO MISTO

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cultura storia

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Paolo Di Sacco

Viaggio nella storia antica

FacciamoSTORIA

LIBRO MISTO

Coordinamento editoriale: Anna Maria BattagliniProgetto editoriale: Gianluca TarabbiaRedazione: Maria Letizia Minsenti, Gianluca TarabbiaRicerca iconografica ed elaborazione immagini: Egidio Bonanno, Mario Morello, Gianluca TarabbiaConsulenza didattica: Fabio CioffiCoordinamento tecnico: Francesco StacchinoProgetto grafico: Piergiuseppe AnselmoImpaginazione: PuntograficaCoordinamento tecnico iconografia: Mario MacchiorlattiDisegni: Bluedit, Damiano NembriniCartografia: BlueditCopertina: Piergiuseppe AnselmoFoto in copertina: Alessandro Magno nella battaglia di Isso, particolare di un mosaico del II seco-lo a.C. (Napoli, Museo Archeologico Nazionale)

Le immagini provengono dall’archivio SEI

© 2011 by SEI - Società Editrice Internazionale - Torinowww.seieditrice.com

Prima edizione: 2011

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L’Editore dichiara la propria disponibilità a regolarizzare errori di attribuzione oeventuali omissioni sui detentori di diritto di copyright non potuti reperire.

Vincenzo Bona - Torino

P. Di Sacco, Facciamo Storia © SEI, 2011

P. Di Sacco, Facciamo Storia © SEI, 2011

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Dalla preistoria al tardo impero 5

CAPITOLO 1: LA PREISTORIA 6

lezione 1: Le origini della vita 6All’inizio, il big bang, 6 – I tempi della preistoria, 6

lezione 2: L’evoluzione umana 8La teoria dell’evoluzione, 8 – Dagli omìnidi all’uomo di Neandertal, 8 – L’uomomoderno, 9 – L’Homo sapiens popola la Terra, 10 – LA STORIA INSEGNA Le raz-ze umane non esistono, 10RIFLETTI E RISPONDI 11

CAPITOLO 2: IL NEOLITICO 12

lezione 3: I progressi tecnici: l’agricoltura e i metalli 12L’agricoltura nella “Mezzaluna fertile”, 12 – Strumenti di metallo, 12

lezione 4: L’inizio della società 13Nomadi e sedentari, 13 – La nascita delle città, 13 – L’invenzione della scrittu-ra, 14RIFLETTI E RISPONDI 15

CAPITOLO 3: LE ANTICHE CIVILTÀ 16

lezione 5: Le civiltà dei grandi fiumi 16Agricoltura e civiltà, 16 – I popoli della Mesopotamia, 17 – LA STORIA INSEGNAL’origine della società: insieme si progredisce, 17 – La storia millenaria dell’Egitto, 18

lezione 6: Le civiltà di terra 20Gli Ebrei, il popolo del Dio unico, 20 – Assiri e Persiani, 21

lezione 7: Le civiltà di mare 22I Fenici, 22 – Cretesi ed Achei, 22RIFLETTI E RISPONDI 23

CAPITOLO 4: LA GRECIA ANTICA 24

lezione 8: La civiltà greca 24La Grecia: un dono per la cultura europea, 24 – Un inizio difficile, 25 – L’espe-rienza della pólis, la città-stato, 25 – Sparta e Atene, 26 – Le colonie greche, 26– L’età “classica”, 27 – LA STORIA INSEGNA L’ideale della democrazia giorno pergiorno, 27

INDICE

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4INDICE

lezione 9: L’ellenismo 28L’egemonia della Macedonia, 28 – L’avventura di Alessandro Magno, 28 – Lemonarchie ellenistiche, 29RIFLETTI E RISPONDI 30

CAPITOLO 5: I PRIMI SECOLI DI ROMA 31

lezione 10: Le origini di Roma 31L’Italia prima di Roma, 31 – Gli Etruschi, 31 – La nascita sui sette colli, 32 – L’etàdei re, 32

lezione 11: L’età della repubblica 33Il passaggio alla repubblica, 33 – Le lotte sociali, 34 – Le vittorie di Roma e ilsuo dominio, 35 – Alle radici dell’Europa, 35 – LA STORIA INSEGNA Roma, pa-tria della cittadinanza, 36RIFLETTI E RISPONDI 37

CAPITOLO 6: L’IMPERO ROMANO 38

lezione 12: Il tempo della “pace romana” 38La svolta di Augusto: dalla repubblica al principato, 38 – I successori di Augu-sto, 39 – L’impero si allarga ancora, 39 – La forza delle armi e quella delle leg-gi, 40 – Luci e ombre della “pace romana”, 41 – LA STORIA INSEGNA Le leggi, lavera forza di Roma, 41

lezione 13: Le origini del cristianesimo 42Il bisogno di religione e le risposte di una nuova fede, 42 – LA STORIA INSEGNALa rivoluzione del cristianesimo, 42 – Gli imperatori e i cristiani, 43

lezione 14: Il tardo impero 44La fase dell’”anarchia militare”, 44 – Diocleziano e la tetrarchia, 45 – L’imperocristiano da Costantino a Teodosio, 45RIFLETTI E RISPONDI 46

Indice delle carte e dei glossari 47

Preistoria

Dalla preistoriaal tardo impero

Regno di Augusto: finedella repubblica a Roma

Regno di Traiano: massimaespansione dell’impero romano

Sorgela civiltà egizia

LINEA DEL TEMPO

da 2 milionidi anni fa

al 4000 a.C. ca.

Costantino porta a Bisanziola capitale dell’impero romano

31 a.C.-14 d.C.

98 d.C.-114 d.C. 313 d.C.

3000 a.C. ca.

I Fenici inventanola scrittura alfabetica

1200 a.C. ca.

Fondazionedi Roma

753 a.C.

Nascita delle póleisin Grecia

700-600 a.C. ca.

Inizio del periodorepubblicano a Roma

509 a.C.

Anni di regno diAlessandro Magno

336-323 a.C.

Ottaviano Augusto, sculturain marmo del I secolo d.C(Città del Vaticano, MuseoChiaromonti).

Le origini della vitaLA PREISTORIA1

All’inizio, il big bangLe teorie scientifiche più accreditate di-cono che all’inizio di tutto vi fu il bigbang (“grande scoppio”): una grandeesplosione di energia e materia. Il bigbang avvenne in un’epoca imprecisata,tra i 20 e i 10 miliardi di anni fa.

Lentamente i materiali lanciati nellospazio si raffreddarono, dando vita allestelle e ai pianeti. Tra questi la Terra,che è vecchia 5 miliardi di anni.

L’uomo apparve tra 1,5 e 2 milionidi anni fa. Non l’uomo moderno, però,ma i suoi antenati, gli antichi omìnidi.L’uomo moderno, come vedremo, com-parve sul pianeta 150-100 mila anni fa.

I tempi della preistoriaCon la comparsa dell’uomo cominciò lapreistoria (“prima della Storia”): unperiodo lunghissimo, chiamato ancheetà della pietra. Gli uomini infatti nonconoscevano ancora l’uso dei metalli epotevano utilizzare solo la pietra o il le-gno per fabbricare i propri strumenti.

Nella preistoria possiamo distingueretre grandi epoche.• Il Paleolitico, o età della pietra

antica: da 2 milioni di anni fa, essagiunge fino a 12 mila anni fa. In que-sto lunghissimo periodo, l’uomo im-parò via via a raccogliersi in comunitàcon i propri simili; cacciava i grandi

6DALLA PREISTORIA AL TARDO IMPERO

1lezione

In alcune grotte preistoriche della Fran-cia e della Spagna sono stati ritro-

vati dipinti con scene di caccia. Inparticolare va ricordata la grot-ta di Lascaux, in Francia,chiamata anche “la CappellaSistina della preistoria” (ri-facendosi alla famosa cap-pella affrescata a Roma daMichelangelo e da altrigrandi artisti), perché sullepareti rocciose sono raffi-gurate straordinarie figure

di animali (bufali, cervi, rennee cavalli), realizzate circa

35000 anni fa. L’immagine afianco ne è un esempio.

Lascaux, la Cappella Sistina della preistoria

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animali, viveva al riparo di caverne odi capanne fabbricate con frasche,seppelliva i morti. Il suo strumentoprincipale erano pietre scheggiate.Sul finire del Paleolitico, intorno a 25mila anni fa, nacque l’arte rupestre,pitture eseguite su rocce (rupi), spessoa grandi profondità, per ritrarre scenedi vita e di caccia.

• Il Mesolitico, o età della pietra dimezzo: essa va, all’incirca, da 12mila a 10 mila anni fa. Le pietrenon erano più solo scheggiate, malevigate: gli uomini potevano cosìpraticare la pesca con la fiocina,cacciare gli uccelli con i primi ar-chi e raccogliere cereali selvatici.

• Il Neolitico, o età della pietranuova: iniziata circa 10 mila annifa, dura circa fino al 4000 a.C.La pietra e l’osso venivano lavoratiormai con grande maestria; si fabbri-cavano ami, aghi, lame per tagliare,recipienti ecc.; si cominciavano a rea-lizzare vasi d’argilla. Numerose comu-

nità umane si insediarono in villaggistabili e cominciarono a praticare leprime forme di agricoltura. Cominciòinsomma nel Neolitico quella trasfor-mazione che, come vedremo, darà ori-gine alle più antiche civiltà.

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IL RACCONTO STORICO 1. LA PREISTORIA

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TRE GRANDI EPOCHE “PRIMA DELLA STORIA”

da 2 milionidi anni fa a 12mila anni fa

età della pietraantica

strumenti:pietre

scheggiatePaleolitico

da 12 milaa 10 milaanni fa

età della pietradi mezzo

strumenti:pietre levigate

Mesolitico

da 10 milaa 6 mila anni fa

(4000 a.C.)

età della pietranuova

strumenti: pietrelavorate con

grande maestriaNeolitico

Il disegno ri-costruisce un

villaggio dell’epo-ca neolitica.

L’evoluzione umana

La teoriadell’evoluzioneLo scienziato inglese Charles Darwin(1809-1892) elaborò, oltre un secolo fa,la teoria dell’evoluzione. Secondo taleteoria, ogni specie animale e vegetale sitrasforma gradualmente, dalla formapiù semplice a una forma più comples-sa. Tale trasformazione è necessaria peradattarsi ai mutamenti dell’ambiente divita sulla Terra.

Anche l’uomo, secondo Darwin, co-nobbe tale evoluzione. Prima dell’uomomoderno, come lo conosciamo noi, esi-steva un mammifero, antenato comunedell’uomo e della scimmia. Poi le fami-glie di scimmie rimasero scimmie, men-tre l’uomo si è evoluto: è cioè profon-damente cambiato nel corso dei millen-ni. L’ultimo gradino di questa evoluzio-ne, secondo Darwin, siamo noi, appar-tenenti alla specie chiamata Homosapiens (in latino: “uomo intelligente”).

Dagli omìnidi all’uomodi NeandertalSecondo la teoria di Darwin, prima del-l’Homo sapiens la specie umana avevaconosciuto altri livelli.• Il primo fu l’australopitèco, un omì-

nide vissuto circa 3 milioni di anni fa,con un cervello molto piccolo: sa-rebbe lui il nostro più antico antenato.Visse nell’Africa orientale, nella zonachiamata Rift Valley.

• Gli australopitèchi si estinsero lenta-mente. Intanto nell’Africa orientale ap-parve, 2 milioni circa di anni fa, un ge-nere diverso: l’Homo (“uomo” inlatino). La specie più antica di cui sianostate trovate tracce fu l’Homo habi-lis, l’uomo “abile” a lavorare la pietrae capace di costruire utensili per vivere.Egli però aveva il cervello ancora pic-colo e non dominava il fuoco.

• Comparve quindi l’Homo erectus(eretto), che visse da 1,5 milioni di

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8DALLA PREISTORIA AL TARDO IMPERO

2lezione

1 2I nostri antenatiI disegni in queste due pagi-ne ricostruiscono il possibi-le aspetto di alcuni nostriantenati. In ordine sono raf-figurati l’australopitèco (1),l’Homo habilis (2), con unutensile di pietra da lui pro-dotto, l’Homo erectus (3) el’uomo di Neandertal (4).Nella fotografia (5), in-vece, il fotografo tedescoThomas Ernsting posa inmezzo alla ricostruzione dialcuni antenati dell’uomomoderno.

anni fa fino a circa 200 mila anni fa;conosceva già l’uso del fuoco. Ap-parve in Africa, ma alcuni gruppi emi-grarono dal continente, occupandoalcune zone temperate in Asia e inEuropa.

• Dall’Homo erectus derivarono duespecie, l’Homo neanderthalen-sis e l’Homo sapiens. La prima ful’uomo di Neandertal (così sichiama la località tedesca dove fu-rono ritrovati i primi fossili); i nean-dertaliani vissero in Europa da 200mila a 30 mila anni fa circa. Eranoun po’ più bassi e robusti degli uo-mini moderni, con il cranio schiac-ciato e allungato e l’arcata sopracci-gliare sporgente. Cacciavano ingruppo, spostandosi sul territorio(erano dunque nomadi), e si ritrova-vano intorno al focolare; seppelli-vano inoltre i loro morti.

• Circa 150-100 mila anni fa comparvel’Homo sapiens, l’uomo moderno,che per un po’ convisse con i nean-dertaliani. Seppelliva i morti, lavoravale pelli e l’osso, raccoglieva vegetalicommestibili e decorava le pareti dellegrotte con belle pitture murali.

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IL RACCONTO STORICO 1. LA PREISTORIA

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nomadiIl nomadismo è l’a-bitudine a spostarsi,senza stanziarsi inun territorio fisso.

glaciazioneLo sviluppo e l’e-spansione delle mas-se di ghiaccio sullasuperficie terrestre.La prima glaciazionesi verificò circa 1 mi-lione di anni fa, perun raffreddamentodel clima.

L’uomo modernoI neandertaliani si estinsero 30 mila an-ni fa, al tempo dell’ultima grande gla-ciazione. Causata da un brusco calo ditemperatura sul globo terrestre, essaaveva profondamente trasformato la flo-ra e la fauna. Anche l’uomo, così cometutte le altre specie viventi, dovette adat-tarsi alle nuove condizioni ambientali.

Quando infine i ghiacci si ritirarono,rimase solo l’uomo moderno, o Homosapiens, l’unico che aveva saputo at-traversare il grande freddo e progettarestrategie per vincerlo.

Gli studi recenti sul DNA, resi possibilidallo sviluppo della genetica molecolare ecominciati verso il 1995, ci dicono chel’Homo sapiens nacque circa 130 milaanni fa. Era fisicamente più gracile ri-spetto all’uomo di Neandertal, ma assaipiù intelligente: la fronte elevata e ilcranio alto, infatti, rendevano possibiliforme di pensiero e di cultura molto piùelevate. Poiché i resti più importanti del-l’Homo sapiens vennero ritrovati (nel1868) nella grotta di Crô-Magnon, inFrancia, esso è anche conosciuto come“uomo di Crô-Magnon”.

3 4

5

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10DALLA PREISTORIA AL TARDO IMPERO

25000

OCEANOATLANTICO

OCEANOPACIFICO

OCEANOPACIFICO

OCEANOINDIANO

OCEANIA

ASIA

AFRICA

EUROPA

60 000

40 000

30 000

30 000

50 000-35 000

25 000

100 000

RiftValley

15 000

AMERICAMERIDIONALE

AMERICASETTENTRIONALE

45

000-40 000

Linea di costa durantele glaciazioniLinea di costa attuale

Direttrici e periodopresunto delle migrazioni25000

Homo_sapiens.eps

LA STORIA INSEGNA

Le razze umane non esistono

Gli studi sul DNA ci rivelano una grande verità: noi tutti deriviamo daun’unica popolazione umana di Homo sapiens, che partì dall’Africae nel giro di 100 mila anni circa colonizzò il pianeta. Oggi lo sappia-mo con certezza: il nostro DNA, cioè il nostro codice genetico, è iden-tico a quello dei nostri antichi progenitori.Certo, gli uomini non sono tutti uguali. Alcuni hanno la pelle scura,altri chiara; alcuni hanno gli occhi a mandorla e altri no: ma questesono solo differenze fisiche, risultato di una vita vissuta in luoghi eambienti diversi.Per il resto non vi sono diversità tra gli uomini che popolano oggila Terra. Noi siamo un’unica “razza”. Abbiamo caratteri somati-ci diversi, ma un unico patrimonio genetico.Il razzismo, dunque, è un inganno: non solo non c’è unarazza migliore o più intelligente di un’altra, ma le “razze”umane… non esistono proprio!

L’Homo sapienspopola la TerraLa culla dell’Homo sapiens fu però l’A-frica, dove già erano apparsi i primi omì-nidi. Da qui, l’uomo moderno giunse, nel-l’arco di circa 100 mila anni, a popolarela Terra: si insediò via via in Europa, inAsia, nelle Americhe e nell’Oceania.

Alla fine di questa marcia, conclusasicirca 15 mila anni fa, cominciò una fa-se nuova nella storia umana.

Il popolamento della Terra da parte dell’Homo sapiens

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IL RACCONTO STORICO 1. LA PREISTORIA

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1. Gli scienziati parlano di big bang.

a) Che cosa si intende con questa espressione?..................................................................................................................

b) Quando si verificò?..................................................................................................................

2. Si distinguono tre grandi epoche nella preistoria.

a) Il Paleolitico va da .................................................. di annifa a .................................................. di anni fa.

b) Il Mesolitico va da ................................................... di annifa a .................................................. di anni fa.

c) Il Neolitico va da ..................................................... di annifa a .................................................. di anni fa.

3. Quanto tempo fa comparvero i primi omìnidi?.........................................................................................................................

4. Quando invece apparve l’uomo moderno?.........................................................................................................................

5. Riassumi la teoria dell’evoluzione, rispondendo al-le seguenti domande.

a) Quale scienziato la elaborò e quando?......................................................................................................................

b) Che cosa afferma tale teoria riguardo alle variespecie animali e vegetali?......................................................................................................................

......................................................................................................................

c) Che cos’è l’adattamento? ......................................................................................................................

......................................................................................................................

d) Anche l’uomo, secondo questa teoria, si è evo-luto? E come?......................................................................................................................

......................................................................................................................

6. Descrivi in breve le caratteristiche delle tre speciedi Homo.

a) L’Homo habilis era in grado di .............................................................................................................................................................

......................................................................................................................

b) L’Homo erectus conosceva ..................................................

......................................................................................................................

......................................................................................................................

Apparve in ................................................................................ ma...................................................................................................... .

c) L’Homo sapiens (prosegui tu) ..............................................................................................................................................................

......................................................................................................................

7. Illustra ora in breve le abitudini di vita dell’uomodi Neandertal..........................................................................................................................

.........................................................................................................................

.........................................................................................................................

.........................................................................................................................

............. ............................................................................................................

.........................................................................................................................

.........................................................................................................................

8. Rifletti sulle glaciazioni.a) Che cos’è una glaciazione?

......................................................................................................................

......................................................................................................................

b) Quali effetti ebbero le glaciazioni sulla vita delnostro pianeta? ......................................................................................................................

......................................................................................................................

c) Quali conseguenze arrecò l’ultima glaciazionenella vita degli uomini?......................................................................................................................

......................................................................................................................

9. Esamina il fenomeno del popolamento della Terrada parte di Homo sapiens.a) Da dove partì?

......................................................................................................................

b) Quando cominciò questo processo?......................................................................................................................

c) Secondo te, si può dire che sia terminato? E quando? ......................................................................................................................

......................................................................................................................

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RIFLETTI E RISPONDI

I progressi tecnici: l’agricoltura e i metalli

IL NEOLITICO2

L’agricoltura nella“Mezzaluna fertile”Una delle invenzioni più importanti perla storia dell’umanità fu l’agricoltura: gra-zie a essa, il cibo necessario a sopravvi-vere poteva essere prodotto, non soloraccolto nella foresta. In tal modo gli uo-mini, da semplici raccoglitori, comincia-rono a diventare agricoltori e quindiproduttori di cibo.

L’agricoltura nacque circa 12 milaanni fa nel Vicino Oriente, nella zonadetta della “Mezzaluna fertile” (tra Me-sopotamia, Palestina ed Egitto); da qui,poi, si diffuse nelle aree circostanti. Po-co dopo l’agricoltura si sviluppò in Indiae Cina e, in modo autonomo, anchenell’America centro-meridionale.

Già da molto tempo gli uomini primiti-vi conoscevano bacche e radici e il lorovalore nutritivo, e sapevano quanto tem-po era necessario perché crescesse unapianta con i frutti maturi. Tali prezioseinformazioni venivano quindi trasmessedi generazione in generazione. Un ulte-riore passo in avanti venne fatto quandosi cominciò a procurare la crescita diqueste piante nei terreni vicini ai villaggi,coltivati e seminati opportunamente.

Assieme alla domesticazione dellepiante (grano, orzo, miglio, più avantisesamo e ulivo) procedeva quella deglianimali (asini, pecore, capre, cammelli).

L’inizio dell’agricoltura segna l’in-gresso degli uomini nella fase storicachiamata dagli studiosi Neolitico, chesarebbe durata circa 8 millenni, fino al4000 a.C. (cioè seimila anni fa).

Strumenti di metalloAlle necessità dell’agricoltura risultò uti-lissima una nuova tecnologia: la lavo-razione dei metalli. Fino ad allora gliuomini primitivi avevano scheggiato lepietre; poi, verso il 5000 a.C. (settemi-la anni fa) si cominciarono a lavorare acaldo lo stagno, il rame e gli altri me-talli, che venivano trovati nelle pietre,sui fianchi delle montagne, nelle caver-ne. I metalli venivano portati, nei forni,a temperature molto alte, quindi pla-smati e infine raffreddati.

In tal modo ai vecchi arnesi in legnoe selce (zappe, aratri ecc.) si sostituironostrumenti molto più resistenti, utilissi-mi per lavorare la terra, e anche percombattere.

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DALLA PREISTORIA AL TARDO IMPERO

3lezione

12

Le prime aree di sviluppo dell’agricoltura

Area della Mezzaluna fertile

Area all’epoca ancora sommersa dal mare

Cipro

MESOPOTAMIAPALESTINA

EGITTO

Mar Ro�o

Go l f oPe r s i c o

Nilo

Tigri

Eu�ate

Mezzaluna_fertile.eps

M a r Medi t e!aneo

IL RACCONTO STORICO 2. IL NEOLITICO

13

Nomadi e sedentariGli agricoltori furono i primi gruppiumani a vivere da sedentari. Abitava-no in villaggi, costruiti con pietre, le-gna e mattoni d’argilla situati vicino afiumi e laghi. In essi si attuò una primaforma di governo: a prendere le deci-sioni era un’assemblea, o consiglio, dicapifamiglia.

Altri gruppi umani invece rimaneva-no nomadi e si occupavano di pasto-rizia; le loro dimore erano tende di pel-li, che si potevano facilmente smontaree spostare altrove.

La storia dell’età primitiva è segnatadalla rivalità tra nomadi e seden-tari:• i primi si spostavano in cerca di pa-

scoli e terre migliori;• i secondi difendevano le loro col-

tivazioni e il loro spazio vitale.I contrasti fra i due gruppi eranofrequenti e portavano anche aconflitti sanguinosi.

4lezioneL’inizio della società

sedentariSi dicono sedentariequelle popolazioniche hanno una di-mora stabile.

commercioL’attività di compraree vendere merci, chevengono così trasfe-rite da chi le producea chi le consuma.

La nascita delle cittàUn passaggio decisivo nella storia uma-na fu segnato dalla nascita delle città. Leprime sorsero circa settemila anni fa: trale più antiche ricordiamo Çatal Hüyük,nell’attuale Turchia, e Gerico, tuttoraesistente in Palestina.

Prima delle città vi erano solo villaggiagricoli, sparsi nel vasto territorio e qua-si senza rapporti fra loro. Man mano sisvilupparono centri più grandi, spessonelle vicinanze di fiumi o mari, che faci-litavano il trasporto di persone e cose.In città si scambiavano le merci prove-nienti dalla campagna: l’ambiente citta-dino incoraggiò dunque le prime formedi commercio.

La città senza strade

Il disegno raffigura lacittà di Çatal Hüyük,una delle più antichedel mondo.Questa città aveva unacaratteristica che la ren-deva unica: non esisteva-no, infatti, le strade e ognispostamento avveniva suitetti della città, a cui era pos-sibile accedere tramite appositescale.

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Per regolare la vita in città, nacquerole prime forme di gerarchia sociale: adalcuni era riconosciuta un’autorità, e co-storo la esercitavano governando lamassa dei cittadini.

L’invenzione della scritturaLa scrittura nacque per necessità pra-tiche (registrare i raccolti, le merci ecc.).All’inizio, si utilizzavano disegni moltoapprossimativi. Man mano, nel corsodei millenni, nacque in Mesopotamia laprima forma di scrittura, quella cu-neiforme, così chiamata perché utiliz-zava segni a forma di cuneo.

Con i simboli della scrittura cuneifor-me si potevano indicare oggetti o cose e

la loro quantità. Più tardi, con gli ideo-grammi, diverrà possibile indicare i con-cetti astratti: gli ideogrammi più noti so-no i geroglifici egizi. La scrittura cheusiamo noi, quella alfabetica, sarà in-ventata molti secoli dopo dai Fenici, ver-so il 1200 a.C.

L’invenzione della scrittura segnò l’in-gresso degli uomini nella Storia verae propria:• prima della scrittura tutto si traman-

dava a voce (oralmente);• poi, grazie alla scrittura, i fatti del

passato cominciarono a essere scrittie quindi ricordati per le generazionifuture.Nacque anche una nuova figura, mol-

to prestigiosa: lo scriba, il professioni-sta della scrittura.

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DALLA PREISTORIA AL TARDO IMPERO

14

gerarchia socialeÈ il rapporto che, inuna comunità, legaindividui e gruppi,dal più importanteal meno importante.Chi sta in alto, nellagerarchia, ha il com-pito di guidare chista più in basso.

ideogrammaSegno, a cui corri-sponde una parola,che può indicare unoggetto o un con-cetto astratto.

scrittura alfabeticaSi basa sul fonema(“suono”): a ogni se-gno grafico (le lette-re dell’alfabeto) cor-risponde un suono.

NOMADI E SEDENTARI, DUE MODI DIFFERENTI DI VITA

pastori che si spostanocon le greggi

tendono a invadere gli spazi agricoli

NOMADI

alcuni villaggi diventano CITTÀ

difendono i propri spazidai nomadi

SEDENTARI agricoltori che abitano in villaggi

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IL RACCONTO STORICO 2. IL NEOLITICO

1. Il Neolitico cominciò con l’invenzione dell’agricol-tura.

a) Quando e dove nacque l’agricoltura?..................................................................................................................

..................................................................................................................

b) Rifletti sul termine “invenzione”: che cosa c’eraprima dell’agricoltura? E quali novità comincia-rono con essa?..................................................................................................................

..................................................................................................................

c) Secondo te, che cosa può voler dire domesti-cazione degli animali? ..................................................................................................................

..................................................................................................................

2. Illustra con parole tue come avveniva la lavora-zione dei metalli. .........................................................................................................................

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3. Spiega inoltre:

a) che cosa sono le leghe di metalli?..................................................................................................................

..................................................................................................................

b) quale utilità pratica ebbe la lavorazione dei me-talli?..................................................................................................................

............................................................................................................. .....

4. Chiarisci con parole tue:

a) i nomadi erano soprattutto ............................................ ,i quali vivevano (dove?) ...................................................................................................................................................................... .

b) i sedentari erano soprattutto ......................................... ,i quali vivevano (dove?) ...................................................................................................................................................................... .

c) Perché i due gruppi spesso entravano in con-flitto?..................................................................................................................

................................................................. .................................................

5. Un momento decisivo fu la nascita delle città.

a) Dove nacquero le prime città e quando?..................................................................................................................

..................................................................................................................

b) Quale nuova attività si praticava in città?..................................................................................................................

..................................................................................................................

c) Com’era regolata la vita in città?..................................................................................................................

............ ......................................................................................................

6. Quando e perché nacque la scrittura?.........................................................................................................................

.........................................................................................................................

.........................................................................................................................

.........................................................................................................................

7. Descrivi le forme di scrittura più antiche..........................................................................................................................

.........................................................................................................................

.........................................................................................................................

.........................................................................................................................

............................................... ..........................................................................

.........................................................................................................................

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.........................................................................................................................

..................................... ....................................................................................

RIFLETTI E RISPONDI

15

Le civiltà dei grandi fiumiLE ANTICHE CIVILTÀ3

Agricoltura e civiltàL’agricoltura poté cominciare a svilup-parsi su larga scala intorno al 4500-4000 a.C. A quell’epoca, infatti, si per-fezionarono le grandi opere d’irriga-zione create dall’uomo. Bacini, dighe,canali servivano a non disperdere le ac-que e il prezioso limo, cioè lo strato fer-tile di detriti e argilla fangosa che le ac-que dei fiumi lasciavano quando siritiravano e che costituivano un preziosoconcime per i terreni.

Le prime civiltà sorsero proprio vi-cino ai grandi fiumi:• presso il Tigri e l’Eufrate, in Meso-

potamia;

• sulle sponde del Nilo, in Egitto;• nella valle dell’Indo, tra India e Paki-

stan;• lungo il Fiume Giallo, in Cina.

L’agricoltura praticata in queste re-gioni garantiva una produzione assaisuperiore a quella di altre zone. La mag-giore ricchezza economica rese possi-bile la crescita della popolazione e il suobenessere materiale.

Il sistema agricolo fondato sull’irri-gazione esigeva, inoltre, che sorgesseun’autorità riconosciuta, in grado di di-rigere i lavori per le acque. Nacquerocosì le prime società organizzate, fon-date su una precisa gerarchia:• il re comandava, con l’aiuto dei sa-

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16DALLA PREISTORIA AL TARDO IMPERO

5lezione

Le civiltà dei grandi fiumi

OCEANOATLANTICO

VALLEDEL NILO

Nilo

Eu�ate

Tigri

Indo

MESOPOTAMIA

VALLEDELL’INDO

VALLE DELFIUME GIALLO

OCEANOINDIANO

Fiume Giallo

Eu�ate

Tigri

Ur

LagashUruk

Civilta_dei_fiumi.eps

cerdoti, che tenevano i rapporti conla divinità;

• vi erano poi i nobili, possessori di ter-re, e i soldati, difensori della comunità;

• infine gli artigiani, che fabbricavanogli strumenti utili alla vita quotidiana,i mercanti e i contadini, che lavo-ravano la terra.

I popoli della MesopotamiaLa più antica civiltà conosciuta nacquein Mesopotamia, la “terra tra i due fiu-mi” (il Tigri e l’Eufrate), corrispondentein parte all’odierno Iraq. Qui si stanzia-rono, verso il 4000 a.C., i Sumeri, ilprimo popolo civile della storia. A loro sideve l’invenzione della ruota e dellascrittura cuneiforme, e l’elaborazio-

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IL RACCONTO STORICO 3. LE ANTICHE CIVILTÀ

17

mitologiaInsieme di leggende(miti, da una parolagreca che significa “di-scorso”, “racconto”)relative a dèi ed eroi.All’inizio tali leggendesi tramandano oral-mente, poi vengonomesse per iscritto.

città-statoCentri autonomi eindipendenti; ognicittà-stato è gover-nata da una propriaautorità, emette leg-gi proprie ecc.

codice di leggiUna raccolta di leggie norme emanate dachi ha autorità (peresempio il sovrano).

LA STORIA INSEGNA

L’origine della società:insieme si progredisce

Le prime città nacquero intorno ai grandi fiumi:il Nilo, il Tigri e l’Eufrate, l’Indo, il Fiume Giallo.La loro acqua dolce costituiva una preziosa ri-sorsa, a patto che le acque fossero conservatee si evitassero le piene distruttive. Bisognavacioè costruire un complesso sistema di canali,argini e dighe.A tale scopo non poteva bastare la piccola co-munità dei contadini del villaggio, in cui cia-scuno faceva per sé. I lavori di canalizzazioneerano infatti lunghi e impegnativi: andavanoquindi diretti da veri specialisti e svolti da unnumero elevato di lavoratori; ma come con-vincerli ad abbandonare i loro campi, come in-quadrarli in squadre di lavoro, guidarli nelloscavo ecc.? Occorreva un’organizzazione benprecisa ed efficiente; scavare canali, infatti, po-teva anche essere semplice, il difficile venivadopo: conservarli in uso, tenerli sgombri dal

Due funzionari su-meri, rilievo in ma-dreperla del III mil-lennio a.C.: a loroera affidato il con-trollo dell’organizza-zione lavorativa nel-

la realizzazione delleopere pubbliche.

ne dei primi racconti mitologici sulleorigini del mondo.

I Sumeri non erano organizzati in unregno, ma in una serie di città-stato,l’una indipendente dalle altre, rette cia-scuna da un re-sacerdote. Le principalicittà sumere erano Ur, Uruk, Lagash.

La regione mesopotamica fu poi abi-tata da altri popoli:• prima dagli Accadi, tra il 2500 e il

2000 a.C.;• poi dai Babilonesi: a loro si deve il

primo codice di leggi, elaborato dalre Hammurabi (che regnò su Babilo-nia tra il 1792 e il 1750 a.C. circa);

• infine dagli Hittiti, che provenivanodall’Anatolia (la Turchia di oggi). GliHittiti erano invincibili in battaglia gra-zie alle armi di ferro, il nuovo metalloche essi lavorarono per primi intornoal 1800 a.C.

fango e dalle erbe, sorve-gliare che l’acqua fossedistribuita a tutti gli agri-coltori…In sostanza, c’era bisognodi qualcuno in grado didirigere i lavori, di fornireagli operai cibo, vestiti,abitazioni, strumenti ecc.Occorreva un’organizza-zione apposita, diretta dalre e dai suoi funzionari.Essa rappresentò un pas-so decisivo nella storiaumana. Gli uomini impa-rarono che quanto nonpotevano fare singolar-mente, diventava invecepossibile cooperando traloro e perseguendo inmodo armonico un uni-co scopo.

La storia millenariadell’EgittoIntanto, verso il 3000 a.C., sorse, pres-so il delta del fiume Nilo, la civiltà del-l’Egitto. La sua prosperità fu dovuta algrande fiume: i depositi di limo e fan-go fertile lungo le rive del Nilo con-sentivano infatti, per tutto l’anno, di pra-ticare un’agricoltura molto produttiva.

Gli Egizi furono il primo popolo astrutturarsi come un vero e proprio Sta-to: l’autorità centrale aveva potere sututto il vasto territorio. Al vertice vi erail faraone, ritenuto l’incarnazione deldio Horus. Sotto di lui una gerarchiadi funzionari e sacerdoti assicurava l’ob-bedienza del popolo, in gran parte com-posto da contadini.

La storia egizia durò circa 3000 an-ni, fino alla conquista di Roma, avvenu-ta nel 30 a.C. I faraoni si trasmettevanoil potere di padre in figlio; si succedette-ro ben 31 dinastie o famiglie regnanti.Il momento di maggior splendore fu sot-to il regno del faraone Ramses II, in-torno al 1250 a.C.

L’Egitto conobbe, talora, anche crisi edominazioni straniere: fu invaso verso il1700 a.C. dagli Hyksos (“re pastori”) enel 1200 a.C. circa dai cosiddetti “po-poli del mare”.

Escludendo però queste parentesi, i30 secoli della storia egizia sono carat-terizzati da una civiltà unitaria, resatale da:• una struttura politica costante, cioè

l’autorità monarchica del faraone;

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18DALLA PREISTORIA AL TARDO IMPERO

dinastiaSerie di re o princi-pi, provenienti dauna stessa famiglia,che si succedono algoverno di un pae-se. Di solito il potereviene trasmesso dipadre in figlio.

popoli del marePopolazioni prove-nienti dal mare, pre-sumibilmente dall’a-rea dell’Egeo, lequali, verso il 1200a.C. dilagarono nelMediterraneo orien-tale, mettendo incrisi il regno egizio.

L’antico Egitto

Sahara

Tebe Luxor

Menfi

BASSOEGITTO

ALTOEGITTO

POPOLIDEL MARE

HYKSOS

Nilo

Mar Ro�o

M a r M e d i t e � a n e o

Nilo

Piramidi diGiza

Invasione degli Hyksos(1700 a.C. circa)

Incursioni dei popoli del mare(1200 a.C. circa)

Antico_egitto.eps

• una sola lingua, rappresentata periscritto da segni-parole, detti gerogli-fici;

• una sola religione, politeista,perché gli Egizi veneravanomolti dèi, tra i quali ricordiamoil dio-Sole, Amon-Ra;

• una ricca cultura, che ela-borò importanti conoscenzedi matematica, astronomia,medicina, e fu alla base digrandi opere di architettura,tra cui le più note sono sicu-ramente le piramidi.

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IL RACCONTO STORICO 3. LE ANTICHE CIVILTÀ

19

Il disegno raffigura le tre imponenti pirami-di di Cheope, Chefren e Micerino erette a Giza.

LA CIVILTÀ EGIZIA

30 secoli di storia

per struttura politica

per lingua per religione per cultura

il faraone regna i geroglifici il culto di molti dèi

conoscenzescientifiche, opere di architettura ecc.

con varie fasi

L’EGITTO

MA con una civiltà unitaria:

Le civiltà di terra

Gli Ebrei, il popolo del Dio unicoGli Ebrei erano un piccolo popolo dipastori nomadi, divisi in tribù; ciascu-na tribù obbediva a un capo anziano o“patriarca”.

Gli Ebrei rivestono grande importan-za nella storia dell’umanità perché furo-no il primo popolo a elaborare una re-ligione monoteistica, basata cioèsulla fede in un Dio unico: il suo nomeera YHWH (si pronuncia Jahvè).

Nella Bibbia, il libro sacro degliEbrei, si legge che intorno al 2000 a.C.la tribù di Abramo, il primo patriarca, si

insediò in Palestina, la “terra promes-sa” da Dio agli Ebrei. Dalla Palestina al-cune tribù si spostarono in Egitto, doverimasero per circa cinque secoli vivendoin condizioni di schiavitù.

Verso il 1250, all’incirca al tempo delfaraone Ramses II, gli Ebrei ritornaronoin Palestina; a guidarli fu Dio, per mezzodi Mosè. Durante tale cammino o esodo(“uscita”) dall’Egitto, Dio diede al popoloebraico i Comandamenti della sua Legge.

Giunti in Palestina (all’epoca chiama-ta “terra di Canaan”), gli Ebrei sconfis-sero le popolazioni locali e fondarono ilregno di Israele. Il suo massimo splen-dore si ebbe tra il 1000 e il 900 a.C.,

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DALLA PREISTORIA AL TARDO IMPERO

6lezione

20

Gli Ebrei in PalestinaGli Ebrei in Palestina

M a r M e d i t e � a n e o

M a r R o � o

Nilo

Gerico

M. Sinai

Gerusalemme

Samaria

Gior

dano

Tiro

MarMorto

EGITTO

Regno di Israele

Percorso degli Ebreidurante l’esodo

Massima estensionedel regno

Ebrei_in_palestina.eps

Una ricostruzione delTempio di Salomone aGerusalemme.

con i re Saul, Davide e Salomone. Cen-tro del regno ebraico era il Tempio diJahvè, eretto sulla collina sacra della ca-pitale Gerusalemme.

Assiri e PersianiIn seguito il piccolo regno d’Israele si di-vise in due parti, nord e sud, e venneconquistato dai suoi potenti vicini. Nel722 a.C. Israele cadde in mano agliAssiri, un popolo di guerrieri prove-niente dalla Mesopotamia, che fondò unimpero di breve durata ma molto vasto.

Più avanti (nel 587 a.C.) Israele fu in-vaso dai Babilonesi. Da questa domi-nazione fu liberato nel 539 a.C. daiPersiani, i quali, partendo dagli alto-piani dell’odierno Iran, costituirono ilprimo impero “universale”, esteso subuona parte del mondo di allora.

I Persiani diedero vita, infatti, a un im-pero multinazionale, capace cioè diintegrare popoli e culture differenti in mo-do abbastanza pacifico. Il “Gran Re” (il ti-tolo attribuito al sovrano persiano) gover-nava appoggiandosi sui nobili e sulla forzadell’esercito. Un sistema molto efficientedi strade collegava le province (o satra-pie) dell’impero. Dal punto di vista reli-gioso i sacerdoti persiani, o Magi, vene-ravano un dio del bene, Ahura-Mazda,che esortava gli uomini a essere giusti egenerosi, opponendosi al male.

Nel V secolo a.C. il grande impero per-siano cercò, come vedremo, di assogget-tare le città greche, masenza successo. In segui-to, come studieremo piùavanti, tutta questa re-gione cadrà nelle manidi Alessandro Magno.

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IL RACCONTO STORICO 3. LE ANTICHE CIVILTÀ

21

imperoUn territorio esteso,costituito da zone, re-gni e città differenti,ma unificato (spessograzie a una conqui-sta militare) sottoun’unica autorità.

L’impero persiano

Indo

M a r N e r o

M a r M e d i t e � a n e o

Mar Caspio

M a r eA r a b i c o

Gol f o P e r s i c o

L a g od ’ A r a l

TigriEu�ate

Nilo

Danubio

Don

SOGDIANA

BATTRIANA

ARACOSIA

PERSIA

MEDIAPALESTINA

ASSIRIACILICIA

LIDIAIONIA

TRACIA

ARMENIA

MESOPOTAMIA

AteneSparta

GerusalemmeTiro

Sidone

Sardi

Mileto

Babilonia

Ninive

SusaPersepoli

Territorio d’originedei Persiani

Impero_persiano.eps

Il disegno raffigura ilpalazzo di Persepoli, lacui costruzione iniziòsotto il Gran Re Dario Itra il 519 e il 515 a.C.

Le civiltà di mare

I FeniciNel frattempo, sulle sponde del Mar Me-diterraneo, fiorivano diverse civiltà ma-rinare, che prosperavano grazie ai com-merci a lunga distanza.

La prima di queste civiltà, sorta nellaterra di Canaan, cioè tra l’attuale Liba-no e la Palestina, fu quella dei Fenici. Leloro città, tra cui Tiro, Sidone e Biblos,non costituirono mai uno Stato unitario efurono perciò politicamente deboli.

I Fenici erano i più abili navigatori delmondo antico; la loro rete commercialesi estendeva su tutto il Mediterraneo. Qui,lungo le coste, fondarono numerose co-lonie, città nate come approdi per ilcommercio e che in seguito si sviluppa-rono autonomamente. La colonia feniciapiù famosa fu Cartagine, fondata intor-no all’800 a.C., che in seguito sarebbe di-venuta la grande rivale di Roma.

Furono i Fenici a inventare verso il

1200 a.C. la prima scrittura alfabe-tica, poi perfezionata dai Greci. A ognisuono corrisponde un segno, cioè unalettera dell’alfabeto: combinando questisegni si possono formare infinite paro-le. L’alfabeto fenicio comprendeva 22lettere, tutte consonanti; in seguito saràripreso e perfezionato dai Greci.

Cretesi ed AcheiParallelamente, sull’isola di Creta, pon-te in mezzo al Mediterraneo fra Europae Asia, si sviluppava la raffinata civiltàcretese (o minoica, dal nome di Mi-nosse, mitico re dell’isola). Anche i Cre-tesi erano abili navigatori e commer-cianti. La loro civiltà crollò verso il 1400a.C., forse a causa di un disastroso ter-remoto. Poco dopo, da nord, Creta fuinvasa dagli Achei (chiamati anche Mi-cenèi, dal nome della loro città-fortezzaprincipale, Micene).

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DALLA PREISTORIA AL TARDO IMPERO

7lezione

22

coloniaCentro fondato daun gruppo, di solitoproveniente da un’al-tra città o madrepa-tria. Le colonie ven-gono fondate percreare nuovi inse-diamenti e per sfrut-tare le risorse delnuovo territorio.

Le civiltà del Mediterraneo

Mar

Cadice

Cartagine

Tharros

Baleari Sardegna

Sicilia

Balcani

Creta

CiproRodi

Sulcis Mozia

Micene

Troia

Cnosso

Ugarit

Biblos

SidoneTiro

EGITTO

ARABIA

ASIA MINORE

ITALIA

GRECIA

SPAGNA

Medi t e aneo

MarEgeo

Mar Ne r o

Mar Ro"o

OCEANOATLANTICO

Espansione e coloniedei FeniciRotte cretesi

Rotte dei Micenei

Rotte dei Fenici

Territori cretesi

Territori micenei

Cretesi_micenei_Fenici.eps

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IL RACCONTO STORICO 3. LE ANTICHE CIVILTÀ

23

1. Considera questi tre fenomeni:

a) lo sviluppo dell’agricoltura su larga scala;

b) la nascita delle prime civiltà;

c) l’origine di una gerarchia sociale.

Spiega con parole tue il perché essi si colleganol’uno all’altro. ..........................................................................................................................

................................................................ ..........................................................

..........................................................................................................................

2. Elenca in ordine i nomi delle civiltà:

a) di fiume..................................................................................................................

b) di terra..................................................................................................................

c) di mare..................................................................................................................

3. Dov’è la Mesopotamia e perché si chiama così?..........................................................................................................................

..........................................................................................................................

..........................................................................................................................

4. Quale fu il primo popolo della storia a costruirecittà? Illustra in breve le caratteristiche di questaciviltà...........................................................................................................................

..........................................................................................................................

..........................................................................................................................

5. Quali popoli si succedettero nel controllo della re-gione mesopotamica? ..........................................................................................................................

..........................................................................................................................

..........................................................................................................................

16. Quale legame esiste tra la storia egizia e il Nilo?

...............................................................................................................

...............................................................................................................

...............................................................................................................

17. Illustra la civiltà egizia nei seguenti aspetti:

a) struttura politica e sociale...............................................................................................................

...............................................................................................................

b) elementi culturali...............................................................................................................

...............................................................................................................

c) religione...............................................................................................................

...............................................................................................................

18. Quale grande novità portò il popolo ebraico nel-la Storia antica?......................................................................................................................

..........................................................................................................................

19. Riassumi brevemente le vicende storiche del re-gno d’Israele.......................................................................................................................

..........................................................................................................................

10. Considera adesso l’impero persiano. Illustra conparole tue:

a) perché fu un impero multinazionale...............................................................................................................

...............................................................................................................

b) la religione persiana...............................................................................................................

...............................................................................................................

c) il suo incontro/scontro con la Grecia ...............................................................................................................

...............................................................................................................

RIFLETTI E RISPONDI

Gli Achei diedero vita a una civiltà guerriera,anche se aperta agli scambi commerciali. Ver-so il 1230 a.C. essi distrussero la città rivale diTroia.

Intorno al 1200 a.C., i Micenei venneroperò spazzati via dai Dori, un popolo prove-niente dai Balcani, che s’insediò nella peniso-la ellenica.

La civiltà grecaLA GRECIA ANTICA4

La Grecia: un dono per la cultura europeaI Greci erano uno dei tanti popoli stan-ziati sulle sponde del Mediterraneo. Abi-tavano la penisola ellenica, una piccolaarea periferica nel grande mare, nonparticolarmente ricca. Eppure, in pochisecoli, riuscirono a dar vita a una splen-dida civiltà, la cui eredità è ancora og-gi viva intorno a noi.

I Greci infatti recarono al mondo oc-cidentale alcune straordinarie novità.Ne ricordiamo cinque, in particolare:• la partecipazione politica dei cit-

tadini alla vita dello Stato (la demo-crazia);

• la filosofia, cioè l’arte di ragionarealla ricerca delle cause;

• una letteratura, cioè una serie di testiscritti da grandi autori e incentrati suitemi universali della vita umana (l’a-more, il destino, la paura della fineecc.);

• lo stile “classico”, fatto di equili-brio, misura, senso delle proporzioni,sia in scultura sia in architettura;

• l’invenzione del teatro, lo spazio sucui rappresentare le vicende del mitoantico o le grandi questioni civili.

Queste cose, tutte ben vive nella culturaeuropea, sono il dono che ci provienedalla Grecia antica (l’Ellade, come lachiamavano i suoi abitanti) e dal suo pic-colo, grande popolo.

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DALLA PREISTORIA AL TARDO IMPERO

8lezione

24

Il tempio grecoPer i Greci il tempio era la casadegli dèi. Ogni tempio era dedi-cato a un dio e aveva una cellainterna, chiamata naos, allaquale potevano accedere solo isacerdoti incaricati del culto.In questa cella si trovava an-che la statua della divinità.Le persone invece si raccoglie-vano all’esterno del tempiodove si tenevano le funzionireligiose.L’elemento più caratteristicodel tempio era il colonnato,che circondava tutto l’edificio. La facciata era dominata dalfrontone, generalmente ab-bellito con sculture.

Un inizio difficilePrima che nascesse la sua straordinariaciviltà, la Grecia passò attraverso un pe-riodo “buio”: alcuni secoli di difficoltàe di confusione, chiamati “Medioevo el-lenico”. Fu la fase che seguì il crollo deiMicenei e l’invasione dei Dori e chedurò, all’incirca, dal 1200 all’800 a.C.Quella vita, primitiva e guerriera, vieneraccontata nell’Iliade e nell’Odissea,i due poemi di Omero, punto di parten-za della letteratura europea.

A dominare la società dorica, in que-sta fase, erano le famiglie di aristocra-tici, i grandi proprietari terrieri, che vi-vevano raggruppati in clan, o ghénoi.Mancava una figura forte di re: ciò co-stituiva una netta differenza rispetto aglialtri popoli del mondo di allora.

L’esperienza della pólis,la città-statoIntorno al 700-600 a.C. cominciò aemergere l’elemento più caratteristico

del mondo greco: la pólis, cioè la“città”. La Grecia non fu infatti maiorganizzata in uno Stato unitario: ognicittà era sovrana sul proprio territorio,che includeva anche la campagna cir-costante. Aveva inoltre leggi proprie,un suo esercito ecc., ed era gelosis-sima dell’autonomia raggiunta: eccoperché le città greche erano città-stato.

Tale divisione in tante città-stato ri-vali incoraggiò la competizione cultu-rale e artistica tra i vari centri del mon-do ellenico. Fu però sempre causa dilotte interne alla Grecia e si tra-sformò, alla lunga, in debolezza po-litica.

Tuttavia, in alcuni momenti, i Greciseppero trovare la loro unità e salva-guardare così l’indipendenza dell’Ellade.In particolare, tra il 480 e il 479 a.C., lecittà greche, capeggiate da Atene, si al-learono contro il potente invasore per-siano e gli inflissero due memorabilisconfitte rispettivamente a Salamina e aPlatea (in Grecia).

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IL RACCONTO STORICO 4. LA GRECIA ANTICA

25

aristocraziaLa parola deriva dalgreco áristoi, “i mi-gliori”: indica la clas-se sociale dei cittadi-ni più nobili, quasisempre anche i piùricchi.

UN MONDO DI CITTÀ-STATO

grande splendore culturale

è un piccolo mondo a sé

MA: continue LOTTEcon le altre città

debolezza politica della Grecia

la PÓLIS

geloso della propriaautonomia

Sparta e AteneLe due maggiori città-stato (al pluralepóleis) furono Sparta e Atene.

Sparta era sede di un governo ari-stocratico: una minoranza di nobili (glispartiati) dominava la massa dei perie-ci e degli iloti.

I perieci erano soprattutto artigiani eabitavano nei villaggi intorno a Sparta.Non godevano di alcun diritto politico:non potevano votare, essere eletti ecc.Ancora peggio stavano gli iloti, che la-voravano la terra in una condizione dischiavitù.

L’altra grande pólis greca era Atene,considerata la culla della democrazia,cioè di un governo in cui le decisioni era-no prese dall’assemblea (in greco eccle-sía) dei liberi cittadini. Dall’assemblea, adire il vero, erano esclusi le donne, glistranieri, gli schiavi. In ogni caso la de-

mocrazia ateniese rappresentò per ilmondo antico un’enorme novità, tale daimprimere un’orma profonda nella storia.

Le colonie grecheL’esperienza della città-stato fu esporta-ta dai Greci anche in molte colonie, sor-te sulle rive del Mediterraneo, sia aOriente sia a Occidente.

Le più antiche colonie greche venne-ro fondate in Asia Minore, sulle costedell’attuale Turchia: qui nacquero cittàimportanti, come Efeso e Mileto.

Altre colonie sorsero in Italia meri-dionale (Napoli e Crotone per esem-pio) e in Sicilia (Siracusa e Agrigentofra le altre). In quest’area si sviluppò laciviltà della Magna Grecia (“grandeGrecia”), considerata dagli antichi im-portante come la madrepatria greca, siaper la sua ricchezza sia per la cultura.

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26DALLA PREISTORIA AL TARDO IMPERO

Le regioni della Grecia, le póleis e la Magna Grecia

M a r E g e oM a r

I o n i o

M a r M e d i t e ! a n e o

Cnosso

AteneMileto

Sparta

Efeso

MACEDONIA

EPIROTESSAGLIA

ETOLIAFOCIDE EUBEA

ATTICABEOZIA

ARCADIAARGOLIDE

MESSENIA

LACONIA

EOLIDE

IONIA

DORIDE

ACAIAELIDE

Creta

Rodi

ATTICA Regioni storiche

Regioni_della_Grecia.eps

M a rT i ! e n o

M a rI o n i o

Panormos

Cuma

NapoliTaranto

MetapontoSibari

Crotone

LocriReggio

Messina

Tyndaris

SiracusaGelaAgrigento

SelinunteSegesta

Poseidonia(Paestum)

M a r E g e oM a r

I o n i o

M a r M e d i t e ! a n e o

Cnosso

AteneMileto

Sparta

Efeso

MACEDONIA

EPIROTESSAGLIA

ETOLIAFOCIDE EUBEA

ATTICABEOZIA

ARCADIAARGOLIDE

MESSENIA

LACONIA

EOLIDE

IONIA

DORIDE

ACAIAELIDE

Creta

Rodi

ATTICA Regioni storiche

Regioni_della_Grecia.eps

M a rT i ! e n o

M a rI o n i o

Panormos

Cuma

NapoliTaranto

MetapontoSibari

Crotone

LocriReggio

Messina

Tyndaris

SiracusaGelaAgrigento

SelinunteSegesta

Poseidonia(Paestum)

L’età “classica”L’“età classica” per la Grecia, e in par-ticolare per Atene, fu il V secolo a.C.Sotto l’illuminato governo di Pericle, ri-spettoso della democrazia e dell’assem-blea, si sviluppò enormemente la vitaculturale, in particolar modo le arti, ilteatro e la filosofia.

Tuttavia la rivalità tra Atene eSparta indebolì la Grecia. Le due città

si combatterono nella “guerra del Pe-loponneso” (430-404 a.C.): Spartaprevalse, ma a duro prezzo e solo conl’aiuto della Persia.

Poco dopo, fra il 371 e il 362 a.C., siebbe un breve periodo di egemonìa, cioèdi prevalenza, della città-stato di Tebe.

Sebbene la Grecia fosse ormai politi-camente debole, la fioritura di arte, filo-sofia, letteratura e teatro ne facevano l’e-picentro culturale del mondo di allora.

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IL RACCONTO STORICO 4. LA GRECIA ANTICA

27

LA STORIA INSEGNA

L’ideale della democrazia giorno per giorno

La culla della civiltà greca fu Atene, la grande città che aveva, di fatto,sconfitto i Persiani. Fu qui, ad Atene, che maturò l’esperienza della de-mocrazia: una realtà nuova per il mondo antico e destinata a rimanereirripetibile per molti secoli.Il culmine della democrazia ateniese fu raggiunto al tempo di Pe-ricle, che governò la città fra il 461 e il 426 a.C., senza mai esser-ne il re: non si può avere un re, in democrazia!Le varie cariche pubbliche erano sorteggiate fra tutti i cittadini,purché fossero maschi, liberi, nati da madre ateniese. Solo la ca-rica di stratego, il supremo comandante militare, non veniva sor-teggiata. Inoltre, poiché l’arte di governo richiede tempo, s’intro-dusse un salario giornaliero, che spettava agli eletti per tutto iltempo della loro carica. Infine, ognuno poteva intervenire nel-l’assemblea, l’ekklesía, che si radunava sulla collina della Pníce.Pericle riuscì a rendere i suoi concittadini orgogliosi di questastraordinaria esperienza. Tutti gli Ateniesi si sentivano coinvolti inun grande progetto, fieri di appartenere alla città.E come in una vera democrazia, neppure ad Atene mancava-no le critiche. Pericle e gli altri governanti venivano presi ingiro soprattutto nelle commedie, recitate a teatro davanti al-la folla che giungeva ad Atene da tutta l’Attica, nei giorni di fe-sta e di mercato. A teatro ognuno poteva riconoscersi parte vi-va della città, protagonista del suo vivere civile.

Il disegno raffigura una seduta dell’assemblea, l’ekklesía. Le vo-tazioni erano di solito precedute da una discussione.

L’ellenismo

L’egemonia della MacedoniaNel IV secolo a. C. stava già emergendola potenza della Macedonia: questo erauno Stato periferico, in cui si parlava lalingua greca, ma che i Greci disprezza-vano.

Nell’anno 340 a.C. il re Filippo diMacedonia sconfisse i Greci a Cheroneae pose fine per sempre alla libertà delleloro città-stato: esse vennero, di fatto,poste sotto il controllo macedone.

L’avventura di Alessandro MagnoIl figlio di Filippo, Alessandro detto“Magno”, cioè “il Grande”, si rese pro-tagonista di una memorabile impresa.

Divenuto re nel 336 a.C., a soli vent’an-ni, nel 334 a.C. decise di dichiarareguerra al grande impero persiano. Ilsuo scopo, diceva, era vendicare l’ag-gressione subita dai Greci al tempo del-le guerre persiane. In realtà Alessandroera mosso da spirito d’avventura, da de-siderio di conquista, da una straordina-ria curiosità verso il nuovo.

Nel giro di pochi anni, con una leg-gendaria avanzata dalle coste mediter-ranee fino al cuore dell’Asia, Alessandrosconfisse il “Gran Re” persiano, Dario:la battaglia decisiva si svolse a Gauga-mela, sul fiume Tigri, nel 331 a.C. Il remacedone si ritrovò in tal modo padro-ne dell’intero mondo medio-orientale, fi-no all’Iran e all’India attuali.

Alessandro non si ricorda solo per levittorie militari. Altrettanto memorabile

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DALLA PREISTORIA AL TARDO IMPERO

9lezione

28

La falange macedoneUno dei motivi dei successi mili-tari di Alessandro fu la falangemacedone. Questa era un bloccocompatto di fanti corazzati, ognu-no dei quali era armato con unalancia lunga più di quattro metri,detta sarissa.Gli uomini disposti nelle prime filetenevano in avanti le lance, cheformavano così una barriera quasiimpenetrabile. I fanti disposti alcentro e in fondo allo schieramen-to, invece, alzavano le sarisse,pronti comunque ad abbassarlequalora i compagni nelle prime fi-la avessero avuto la peggio. I fian-chi della formazione erano inveceprotetti dalla cavalleria.

fu il suo governo, improntato a tolle-ranza e integrazione tra i diversi po-poli del suo immenso regno.

Le monarchieellenisticheAlessandro Magno morì però giovane, nel323 a.C. A quel punto scoppiarono lottetra i suoi generali e governatori; alla finesorsero diversi regni, detti ellenistici:• il regno di Macedonia;• il regno di Pergamo;• il regno d’Egitto, retto da Tolomeo,

uno dei generali di Alessandro;• il regno d’Asia, che comprendeva

la Mesopotamia e la Persia;• il regno della Battriana, il più

orientale.

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IL RACCONTO STORICO 4. LA GRECIA ANTICA

29

I regni ellenistici

Pella

Atene

Pergamo

Antiochia

REGNOD’EGITTO

REGNOD’ASIA REGNO

DELLABATTRIANA

REGNODI PERGAMO

Regni_Ellenistici.eps

REGNODI MACEDONIA

AlessandriaPersepoli

Battra

M a r N e r o

Mar Ro�o

M a r M e d i t e � a n e o

M a r eA r a b i c o

L a g od ’ A r a lM

ar Casp i oG o l f o P e r s i c o

TigriEu�ate

Nilo Indo

Alessandro Magno, particolare de Labattaglia di Isso, mosaico del III-II secoloa.C. (Pompei, Museo archeologico nazionale).

ellenismoIl termine (da elle-nikós, “greco”) indi-ca la diffusione dellaciviltà greca in tuttoil mondo mediter-raneo, resa possibi-le dalla conquista diAlessandro Magno.

In tutti questi regni si parlava il greco(la koiné, cioè “lingua comune”); le leg-gi erano greche, così come greci eranoi modi di vita. La piccola Grecia, in-somma, aveva unificato con la propriacultura il mondo orientale.

Sarà con questo mondo “ellenizzato”che si confronterà Roma, la futura do-minatrice di tutta l’area mediterranea.

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DALLA PREISTORIA AL TARDO IMPERO

1. Elenca le cinque importanti novità che caratteriz-zarono la civiltà greca.

a) ..................................................................................................................

b) ..................................................................................................................

c) ..................................................................................................................

d) ..................................................................................................................

e) ..................................................................................................................

2. Che cosa fu il “Medioevo ellenico”? In che periodosi verificò? ..........................................................................................................................

..........................................................................................................................

3. Descrivi con parole tue che cosa si intende con iltermine pólis. ..........................................................................................................................

..........................................................................................................................

4. Ora riassumi:

a) i vantaggi che la pólis recò alla Grecia.......................................................................................................... .........

.......................................................................................................... .........

b) gli svantaggi.......................................................................................................... .........

.......................................................................................................... .........

5. Le due maggiori città-stato greche erano Sparta eAtene.

a) Sparta era sede di un governo di tipo . . . . . . . . . . . . . . . ..................................................................... , in cui ...................................................................................................................................... .........

b) Atene era sede di un governo di tipo . . . . . . . . . . . . . . ..................................................................... , in cui ...................................................................................................................................... .........

6. A un certo punto Atene e Sparta si fecero guerra.

a) Quando avvenne? ........................................................................................................... ........

b) Quali conseguenze derivarono alla Grecia?.......................................................................................................... .........

.......................................................................................................... .........

17. Molte città greche, le cosiddette colonie, sorseroanche al di fuori dei confini della Grecia.

a) In quali zone vennero fondate?...................................................................................................................

...................................................................................................................

b) Elenca le colonie principali....................................................................................................................

...................................................................................................................

18. Quale importanza ebbe la Macedonia nella sto-ria della Grecia?..........................................................................................................................

..........................................................................................................................

..........................................................................................................................

19. Rifletti ora sull’impresa di Alessandro Magno.

a) Quali territori conquistò?...................................................................................................................

...................................................................................................................

...................................................................................................................

b) Nel giro di quanti anni si compì?...................................................................................................................

...................................................................................................................

c) Da quale scopo era mosso Alessandro?...................................................................................................................

...................................................................................................................

...................................................................................................................

d) Infine: come governò il suo regno?...................................................................................................................

...................................................................................................................

...................................................................................................................

10. Dopo la morte di Alessandro Magno sorsero al-cuni regni. Come sono chiamati? ..........................................................................................................................

................... .......................................................................................................

11. Che cos’è l’ellenismo?..........................................................................................................................

..........................................................................................................................

............................ ..............................................................................................

RIFLETTI E RISPONDI

30

P. Di Sacco, Facciamo Storia © SEI, 2011

IL RACCONTO STORICO 5. I PRIMI SECOLI DI ROMA

L’Italia prima di RomaNel II millennio a.C. l’Italia era abitata dapopoli di svariate origini. Nel Nord del-la penisola vi erano i Liguri e i Veneti; alcentro si trovavano diversi popoli, tracui ricordiamo gli Etruschi, i Latini, iSanniti. Al Sud invece vanno menzio-nati i Messapi, i Lucani e i Bruzi.

Nelle isole maggiori risiedevano inve-ce i Siculi (Sicilia) e i Sardi (Sardegna).Questi ultimi in particolare diedero vitaa una civiltà, la cosiddetta cultura nu-ragica, così chiamata perché al centrodei loro villaggi gli abitanti costruivano inuraghi, torre circolari formate dagrandi pietre.

Gli EtruschiGli Etruschi furono un popolo che se-gnò profondamente la storia della no-stra penisola. Tra l’VIII e il VI secolo a.C.la civiltà etrusca si diffuse in diversi ter-ritori della penisola italica (Emilia Ro-magna, Toscana, Lazio, Umbria e par-te della Campania).

Abili lavoratori di metalli, gli Etru-schi intrattennero rapporti commercialicon i Greci e i Fenici; le testimonianze liaccreditano anche come ottimi artigia-ni, contadini e ingegneri idraulici. Fon-darono le prime città italiche, solida-mente costruite e difese da murapossenti.

Dal punto di vista politico, ogni cittàera autonoma e governata da un re-sa-cerdote (lucumone); i legami tra le cittàerano prevalentemente di tipo religioso.Timorosi dei propri dèi, praticarono le

arti divinatorie e il culto dei morti, chetrovò una splendida manifestazione nel-la costruzione di tombe a cupola.

Dal punto di vista sociale va rilevatal’importanza del ruolo delle donne: inmolte sculture funerarie, infatti, maritoe moglie sono rappresentati come per-sone di pari dignità.

La mancanza di un’unità politica allalunga indebolì le città etrusche, che ini-ziarono a decadere, soprattutto a causadell’espansione di Roma. Tuttavia la ci-viltà etrusca non sparì: venne ingloba-ta in quella romana, che conservò alcu-ni suoi aspetti caratteristici, come l’usodell’arco a volta in architettura.

I PRIMI SECOLI DI ROMA5

10lezioneLe origini di Roma

31

I popoli italici

Insediamenti fenici

Etruschi e loro aree di espansione

Area della colonizzazione greca

Insediamenti delle popolazioni italicheLIGURI

VENETI

SARDI

SICULI

LUCANIMESSAPI

SANNITILATINI

ETRUSCHI

BRUZICrotone

TarantoNapoli

Roma

VeloTarquinia

Arezzo

Bologna

Villanova

Populonia

Elba

CapuaCuma

Reggio Calabria

SiracusaAgrigento

Messina

Mar Adr ia t i c o

M a rT i � e n o

M a rI o n i o

Popoli_italici.eps

La nascita sui sette colliRoma fu la civiltà più duratura del mon-do antico.

Secondo la tradizione, la città (l’“Urbe”,dalla parola latina urbs) fu fondata nel753 a.C., in una felice posizione sul fiu-me Tevere, quasi alla foce sul mare. Poi-ché il fondovalle era acquitrinoso, i primivillaggi sorsero su alture, i cosiddetti settecolli (il nucleo originario della città sorsesul colle Palatino). Tale posizione facilita-va inoltre i traffici commerciali di Roma.

Fu così che ben presto Roma si tra-sformò da un piccolo villaggio in una ve-ra e propria città; nessuno, però, avreb-be potuto prevedere che quella piccolacittà-stato laziale era destinata a domi-nare l’intero mondo allora conosciuto,né che sarebbe durata, in quella posi-zione preminente, per oltre 10 secoli.

L’età dei reAll’inizio Roma fu retta dai re: sette, se-condo la leggenda. Il primo fu Romolo.A lui seguirono Numa Pompilio, TulloOstilio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco,Servio Tullio; l’ultimo re fu Tarquiniodetto “il Superbo”. Quest’ultimo ven-ne cacciato in quanto sovrano etrusco;apparteneva cioè a quel misterioso po-polo che aveva a lungo dominato l’Italiacentrale.

Quindi, i re governarono Roma finoal 509 (o 510) a.C, che a quell’epocaera divenuta una città-stato forte etemibile per i suoi vicini: una città consue leggi, un suo esercito, una sua mo-neta ecc. Era in tutto simile, dunque,alle póleis che, proprio in quei decen-ni, si stavano affermando nella peniso-la greca.

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DALLA PREISTORIA AL TARDO IMPERO

L’inizio di RomaLa carta qui a fianco (1) mostra l’u-bicazione dei sette colli di Roma,mentre l’immagine (2) raffiguraun’urna cineraria a forma di capan-na, simile alle prime abitazioni sor-te sul colle Palatino.

32

1

2

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IL RACCONTO STORICO 5. I PRIMI SECOLI DI ROMA

Il passaggio alla repubblicaAllontanati gli Etruschi, i Romani sidiedero un nuovo sistema di governo:dalla monarchia passarono alla repub-blica. L’assemblea dei cittadini (ocives, in latino) eleggeva sia i consoli (imagistrati più importanti, a cui spet-tava anche il comando militare) sia glialtri magistrati (pretori, questori, tri-buni). Ciascun magistrato rimaneva incarica solo per un tempo prestabi-lito (normalmente un anno). Inoltretutte le magistrature erano collegiali,a partire dai consoli che erano sempre

due: ciò serviva a impedire che qual-cuno di loro avesse la tentazione didiventare re.

La repubblica a Roma non era unvero e proprio sistema democratico:dobbiamo però considerare che la de-mocrazia, così come la conosciamonoi, era un bene sconosciuto nel mon-do antico.

Donne, schiavi, stranieri erano esclu-si dal voto; a detenere i diritti politici erasolo una minoranza di cittadini, i più no-bili, coloro cioè che discendevano daipatrizi fondatori della città.

11lezioneL’età della repubblica

La togaL’indumento che identificavail cittadino romano era la to-ga, una grande pezza di lanagrezza che copriva dalle spal-le ai piedi e che si indossavasopra una tunica in cotone, li-no o seta.Indossarla non era semplice:solitamente bisognava farsiaiutare. Era necessario, infat-ti, piegarla in due, adagiarlasulle spalle, e lasciare che illembo appoggiato sulla de-stra fosse lungo almeno ildoppio dell’altro, in modo dafarlo passare sotto il bracciodestro e poi farlo ricaderesulla spalla sinistra.

33

repubblicaIl termine deriva dallatino res publica,“Stato”, nel senso di“cosa che appartie-ne a tutti”, “cosa co-mune”. Il potere vie-ne esercitato non daun sovrano, ma dalpopolo, attraversofunzionari eletti dalpopolo stesso.

magistratiFunzionari pubblici(a Roma erano elet-ti dal popolo), a cuispetta il compito difare rispettare e ap-plicare le leggi.

patriziDal latino patres,“padri”, nel senso diantenati, fondatori.Indicava i cittadinipiù importanti dellaRoma antica, pro-prietari di terre. È unsinonimo di nobili.

Le lotte socialiAll’inizio i patrizi erano gli unici a se-dere in senato, l’assemblea che pren-deva ogni decisione (fare le leggi, di-chiarare guerra, giudicare i reati ecc.).Man mano che la città cresceva, au-mentava però anche la forza dei plebei(cioè i non nobili), molti dei quali si sta-vano arricchendo con i commerci.

I plebei, gradualmente, cominciaro-no a reclamare gli stessi diritti dei pa-trizi: chiedevano la possibilità di votareper eleggere i magistrati, di essere elet-ti ecc.

Iniziarono quindi dure lotte civili e so-ciali; verso l’anno 300 a.C., i plebei ot-tennero il riconoscimento dei loro dirit-ti e poterono entrare in senato e nellealtre magistrature.

A quel punto, i patrizi e i plebei ricchi

si allearono. Insieme, essi formaronoun’oligarchia: il potere rimaneva in ma-no a poche persone, non più solo i no-bili ma anche i plebei più facoltosi. Costituivano quindi un blocco socialefortissimo: dominavano le assembleeche eleggevano i magistrati e si tra-smettevano, così, il potere politico dauna generazione all’altra.

La maggioranza della popolazioneera esclusa da questi privilegi; molti si ri-ducevano a essere clienti dei patrizi edei plebei ricchi, si ponevano cioè al lo-ro servizio, ricavandone il necessarioper vivere.

Tuttavia l’oligarchia romana, compo-sta da patrizi e plebei ricchi, seppeesprimere uomini capaci di governare.La città, così, si ingrandì e prosperò siasul piano militare sia su quello econo-mico e culturale.

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34DALLA PREISTORIA AL TARDO IMPERO

oligarchiaIn greco “governo dipochi”. Essa si diffe-renzia dall’aristocra-zia perché non tutticoloro che fannoparte dell’oligarchiasono nobili.

blocco socialeAlleanza di gruppisociali diversi, mache perseguono lestesse finalità; essipremono con forzaper difendere i lorointeressi.

LA SOCIETÀ ROMANA

dominio dei patrizipatrizi =

nobili proprietari di terre

dure lotte sociali: i plebeireclamano i diritti politici

plebei: i non nobili

le leggi riconoscono pari dirittipolitici a patrizi e plebei

in teoria è il popolo a governare la repubblica

Roma NON è una verademocrazia:

infatti il potere è nelle mani di un’oligarchia

oligarchia: gruppo ristretto,composto da nobili patrizi

alleati ai plebei ricchi

all’inizio

poi

infine

MA

Le vittorie di Roma e il suo dominioInizialmente Roma conquistò il Lazio, adanno dei popoli confinanti (Etruschi,Volsci, Equi). Poi il dominio romano siallargò su tutta l’Italia meridionale,grazie alle vittorie prima sui Sanniti, epoi sulle città della Magna Grecia, comeTaranto (sconfitta nel 275 a.C.) e Sira-cusa (sconfitta nel 212 a.C.).

Infine, uno dopo l’altro, Roma scon-fisse le popolazioni che si affacciavanosul mondo mediterraneo, dalla Spa-gna alla Siria: queste vennero così in-globate tra i possedimenti romani.

Le guerre più dure vennero combat-tute contro Cartagine. Quest’ultimacittà, fondata anticamente dai Fenicinell’attuale Tunisia, era abitata dai Pu-ni, come li chiamavano i Latini: perciò

sono dette “puniche” le tre guerre traRoma e Cartagine. La prima iniziò nel264 a.C., l’ultima terminò nel 146 a.C.;tutte si conclusero con la vittoria di Ro-ma.

Memorabile fu anche la conquista del-la Gallia (la Francia di oggi), portata atermine da Giulio Cesare tra il 58 e il52 a.C.

Alle radici dell’EuropaCome mai Roma ebbe tanto successo?Come spiegarci la rapidità e la soliditàdelle sue conquiste?

La ragione principale fu questa: quan-do i diversi popoli venivano conquista-ti, essi entravano a far parte del sistemaromano: venivano cioè integrati.

Roma stabiliva con gli ex nemici deipatti, spesso diversi da popolo a popo-

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IL RACCONTO STORICO 5. I PRIMI SECOLI DI ROMA

35

L’espansione di Roma

OCEANOATLANTICO

Roma

Cartagine

Bisanzio

Alessandria

CretaCipro

TarsoAntiochia

Mar Ro�o

M a r N e r o

M a r M e d i t e � a n e o

Nilo

DanubioRubicone

Reno

GALLIACISALPINAGALLIA

NARBONENSE

GALLIA

SPAGNACITERIORE

NUMIDIA

MACEDONIA

ASIA

ACAIA

SIRIA

EGITTO

SPAGNAULTERIORE

ILLIRIA

BITINIA E PONTO

Impero romano

Espansione_di_Roma.eps

lo. Lasciava libere le varie popolazionidi seguire la loro religione e le loro usan-ze. Esigeva però che i popoli sottomes-si fornissero i soldati richiesti in caso diguerra e pagassero regolarmente i tri-buti, cioè le tasse. Guai a ribellarsi: Ro-ma premiava la fedeltà e puniva dura-mente la ribellione e l’infedeltà.

Furono soprattutto i Galli (gli attualiFrancesi e i Belgi) e gli Ìberi (gli attualiSpagnoli) a “romanizzarsi”: la lorocultura si fuse cioè, gradualmente, conquella di Roma.

A tali popoli vanno aggiunti i Greci.I Romani se li trovarono all’inizio comeavversari, quando combatterono controTaranto, Siracusa e le altre città dellaMagna Grecia. Poi Roma si allargò sulMediterraneo, occupando la Grecia etutto il vasto mondo ellenistico, in pre-cedenza conquistato da Alessandro Ma-gno. A quel punto i Greci, per Roma,divennero maestri di cultura e di civiltà.

Tale integrazione di popoli realizzatada Roma costituisce la lontana base del-la nostra Europa.

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36DALLA PREISTORIA AL TARDO IMPERO

LA STORIA INSEGNA

Roma, patria della cittadinanza

Come poté una piccola città-stato del Lazio nonsolo conquistare, ma anche tenere unito e con-servare un dominio tanto esteso?Ci riuscì in parte con le armi, in parte con unideale nuovo, quello della cittadinanza.

Diversamente dalle al-tre realtà antiche, aRoma la cittadi-nanza, ovvero ildiritto di esse-re consideratocittadino ro-mano, non di-pendeva dal-l’essere nati o

Busto che raffigura l’imperatore Caracalla: a lui si devel’estensione della cittadinanza a tutti gli abitanti del-l’impero romano.

meno da madre o padre romano, né dal colo-re della pelle. Ad Atene, per esempio, era citta-dino solo chi fosse nato da madre ateniese; inGrecia vigeva dunque una concezione biologi-ca della cittadinanza. Non a caso Atene non riu-scì a costruire uno Stato che andasse oltre lemura cittadine. A Roma, invece, per essere cit-tadini romani bisognava obbedire alle leggi.All’inizio i Romani concessero la cittadinanzasolo a poche città, o ai più ricchi e nobili al lo-ro interno. Poi però la allargarono: prima (89a.C.) a tutti gli abitanti della penisola, poi, nel212 d.C., con un editto dell’imperatore Cara-calla, a tutti gli abitanti dell’impero, senza di-stinzioni.Divenire cittadini romani era un buon affare: sipartecipava alla spartizione delle terre conqui-state o degli schiavi, si entrava in un mondo didoveri, ma anche di diritti politici. Era la vittoria di un’idea nuova di cittadinanza,un’idea giuridica e non più biologica. È la stes-sa idea che, ancora oggi, ispira la nostra civiltàoccidentale.

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IL RACCONTO STORICO 5. I PRIMI SECOLI DI ROMA

1. Quali fatti storici si collegano a ciascuna di questedate?

a) 509 a.C....................................................................................................................

b) 753 a.C....................................................................................................................

c) 300 a.C. circa...................................................................................................................

d) 146 a.C....................................................................................................................

e) 52 a.C....................................................................................................................

2. Spiega con parole tue che cosa significò, per Ro-ma, il passaggio dalla monarchia alla repubblica.

..........................................................................................................................

..........................................................................................................................

..........................................................................................................................

............................................ ..............................................................................

..........................................................................................................................

3. Illustra le caratteristiche delle magistrature ro-mane:

a) erano temporanee, cioè ..................................................... ,allo scopo di ...................................................... .

b) erano collegiali, cioè ............................................................ ,allo scopo di ...................................................... .

4. Definisci in breve le varie classi sociali dell’anticaRoma.

a) i patrizi erano...................................................................................................................

b) i plebei erano...................................................................................................................

c) l’oligarchia al potere era composta da...................................................................................................................

d) i clienti erano...................................................................................................................

5. L’antica Roma presentava

a) alcuni aspetti democratici: infatti

...................................................................................................................

...................................................................................................................

b) altri aspetti non democratici: infatti

...................................................................................................................

...................................................................................................................

6. Le vittorie militari di Roma furono conseguite indiverse aree, cioè:

a) nella penisola italica: contro chi furono ottenute?

...................................................................................................................

...................................................................................................................

b) nel mondo mediterraneo: contro chi furono ot-tenute?

...................................................................................................................

...................................................................................................................

7. Rifletti ora sull’integrazione dei vari popoli realiz-zata da Roma:

a) Che cosa richiedeva Roma e che cosa invecepermetteva ai popoli vinti?

...................................................................................................................

...................................................................................................................

...................................................................................................................

b) Quali popoli, soprattutto, si “romanizzarono”?

...................................................................................................................

...................................................................................................................

...................................................................................................................

8. Rileggi con attenzione la scheda Roma, patria dellacittadinanza. Riassumila poi in 5 righe al massimo.

..........................................................................................................................

..........................................................................................................................

. .........................................................................................................................

..........................................................................................................................

..........................................................................................................................

RIFLETTI E RISPONDI

37

Il tempo della “pace romana”L’IMPERO ROMANO6

La svolta di Augusto:dalla repubblica al principatoIl I secolo a.C., l’ultimo della repubblica,era stato funestato dalle guerre civili.In breve tempo, infatti, ne furono com-battute tre:• la prima fra i due generali Mario e

Silla (85-82 a.C.);• la seconda fra altri due generali, Pom-

peo e Cesare (49-48 a.C.);• la terza fra Ottaviano e Antonio, i

due eredi politici di Cesare.

Infine, nel 31 a.C., con la battaglia navaledi Azio, Ottaviano sconfisse Antonio e lasua alleata, la regina egiziana Cleopatra,rimanendo l’unico padrone di Roma.

La repubblica, a quel punto, era fi-nita. Troppo esteso il dominio (in latinoimperium) di Roma, troppi i problemi daaffrontare per organismi politici (il senatoe le magistrature) pensati per una città-stato del Lazio. Enormi erano anche gliinteressi economici in gioco per il gover-no (e lo sfruttamento) delle province.

Occorreva adesso un’autorità capacedi impedire nuove guerre civili e di coor-

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38DALLA PREISTORIA AL TARDO IMPERO

12lezione

DALLA REPUBBLICA AL PRINCIPATO

ma Augusto si fa chiamare prìncipe (= “il primo”)

nasce il PRINCIPATO

governomonarchico= di uno solo

durante la repubblica dopo il 31 a.C.

le cariche politiche le cariche politiche

erano attribuitedal voto dei

cittadini

duravano un anno soltanto

sono riunite nellemani di Augusto

non hannoscadenza

governo collegiale= esercitato

da molti

dinare in modo efficiente l’azione di go-verno. Ottaviano detto “Augusto” as-sicurò a Roma tale autorità. Fu lui a fon-dare l’impero, anche se i suoi contem-poranei quasi non se ne accorsero. Ge-losi della loro repubblica non avrebberomai accettato un re. Perciò lo chiama-vano prìncipe, parola che, in latino, si-gnifica solo “il primo, il cittadino più au-torevole”. Ottaviano regnò da semplicecittadino: si limitò a riunire nelle propriemani le funzioni principali dei magistra-ti repubblicani. Assunse un potere asso-luto, ma lo fece con grande discrezione;seppe riorganizzare Roma e il suo do-minio, dandogli basi solidissime.

Sotto Augusto la cultura e l’arteraggiunsero vertici altissimi, anche per-ché il prìncipe proteggeva e ricompen-sava letterati e artisti. Simbolo della ci-viltà augustea è l’Eneide, il poema diVirgilio, che narra le lontane origini del-la città al tempo dell’eroe troiano Enea.

I successori di AugustoAugusto morì nel 14 d.C. I suoi primisuccessori erano membri della sua fa-miglia o imparentati con essa: da Tibe-rio a Caligola, da Claudio a Nerone.Quest’ultimo nel 68 d.C. si uccise du-rante una rivolta.

Dopo un periodo di grande confusio-ne, salirono al governo tre prìncipi del-la famiglia Flavia: Vespasiano, Tito eDomiziano, che governarono, uno do-po l’altro, tra il 69 e il 96 d.C. Il loro ti-tolo era e rimaneva quello di prìncipe;meno utilizzato era il termine impera-tor, parola che in latino significava “co-mandante, generale”.

L’impero si allarga ancoraPoco alla volta, però, il “principato” co-minciava ad assomigliare a una vera mo-narchia. Ciò divenne chiaro al tempo di

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IL RACCONTO STORICO 6. L’IMPERO ROMANO

39

Il disegno ricostruisceuna zona della Romaimperiale, quella deiFori.

40DALLA PREISTORIA AL TARDO IMPERO

legioneL’unità maggiore del-l’esercito romano.Contava circa 6000uomini perfettamen-te armati e addestra-ti. La legione, co-mandata dal tribuno,si suddivideva a suavolta in 10 coorti.

era indispensabile: solo la forza delle ar-mi poteva mantenere l’ordine, garantirel’obbedienza alle leggi, reprimere le ri-volte che talvolta scoppiavano, o re-spingere i nemici, come i bellicosi Parti(Persiani) o i Germani, che cominciava-no a premere sui confini dell’impero. Lelegioni, però, organizzate, disciplinateed efficienti, erano perfettamente ingrado di controllare la situazione.

Tuttavia l’impero di Roma non si reg-geva solo sulle armi. Ai popoli e allecittà del suo dominio, Roma imponevale proprie leggi, uguali per tutti. Graziea esse, quei popoli potevano godere diuna giustizia che non avevano mai co-nosciuto prima di allora. L’impero eraquindi un mosaico di popoli governatocon equità e tolleranza: grazie a ciò potérimanere unito per altri tre secoli e mez-zo. I veri problemi, per lo Stato, non ve-nivano da lontano, dalle province, madalla capitale, dove spesso si scatenava-no lotte per il potere.

Traiano, che governò dal 98 al 114 d.C.Traiano fu il primo imperatore provin-ciale: proveniva infatti non dall’Italia, madalla Spagna, che era una delle “provin-ce” dell’impero, insieme alla Gallia (l’attualeFrancia), all’Acaia (Grecia), all’Asia Mino-re, alla Giudea (Palestina), all’Egitto, all’A-frica (Mauritania, Numidia) ecc.

Con Traiano l’impero raggiunse la suamassima estensione. In particolare egliconquistò la Dacia, l’attuale Romania. IRumeni parlano ancora oggi una linguaderivata dal latino, il rumeno che, comel’italiano, il francese, lo spagnolo ecc., èinfatti una lingua neolatina o roman-za. È un altro segno dell’impronta lascia-ta da Roma sul presente in cui viviamo.

La forza delle armi e quella delle leggiTraiano era un generale: ormai l’eser-cito decideva su chi, a Roma, dovessecomandare. Del resto, un esercito forte

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L’impero romano al tempo di Traiano

OCEANOATLANTICO

Territorio romanoalla morte di Augusto

Conquiste di Tiberio

Conquiste di Vespasianoe DomizianoConquiste di Traiano

Conquiste di Claudio

Mar Ca sp i oM a r N e r o

Mar Ro�o

M ar M e d i t e � a n e o

Danubio

Reno

TigriEu�ate

Nilo

SPAGNA

GALLIA

MAURITANIANUMIDIA

CIRENAICA

EGITTO

GIUDEA

ACAIA

MACEDONIA

TRACIAILLIRIARoma

REZIANORICOPANNONIA

DACIAMESIA

SIRIA

ASSIRIA

CAPPADOCIAASIA

MINORE

MESOPOTAMIA

ARMENIA

ARABIAPETREIA

Massima_espansione_impero.eps

Luci e ombre della “pace romana”I primi due secoli dell’impero, quel-li che giungono fino a Marco Aurelio(morto nel 180), furono, nel complesso,i più prosperi e felici della lunga sto-ria di Roma. I Romani si erano abituatia obbedire a un uomo solo, anche senon rinunciarono mai al senato, alle as-semblee e agli altri segni dell’antica re-pubblica. Gli imperatori, però, governa-vano con un’autorità forte e stabile, eciò rendeva saldo il dominio di Romaanche nelle province.

Questa fu l’epoca della pax Romana,la “pace di Roma”. La vita economicaprosperava: Roma e l’Italia erano al

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IL RACCONTO STORICO 6. L’IMPERO ROMANO

41

LA STORIA INSEGNA

Le leggi, la vera forza di Roma

Roma è nota come la patria, o la culla, del diritto: edè una fama meritata. Le leggi, è vero, esistevano an-che prima dei Romani: i Greci le avevano e, prima an-cora, i Babilonesi e gli Hittiti avevano inventato i codici,cioè delle raccolte di leggi. Il merito di Roma però consiste in questo: mentre le leggi ba-bilonesi o greche valevano solo per i Babilonesi o i Greci, le leggiromane regolavano una realtà molto più vasta. Era tutto il mondoromano a essere regolato dal diritto.Il diritto romano crebbe nel tempo, si modificò, ma su un punto non cambiòmai: chi riceve un torto, può appellarsi alla legge; e lo Stato interviene, con i suoimagistrati, assegnando i torti e le ragioni sulla base appunto delle leggi.Mentre le società primitive erano regolate dalla forza (il più forte prevale), il mondo romano eraregolato dal diritto. La prepotenza e l’arbitrio potevano essere puniti, a Roma così come nel piùsperduto angolo del suo dominio. Ovunque c’erano magistrati che giudicavano nel nome di Ro-ma. Chiunque poteva appellarsi alla legge e tutti erano soggetti a essa.Naturalmente anche nella storia romana si ebbero casi di soprusi e di disobbedienza alla legge.Roma però ha insegnato all’Europa che:• esiste un principio di uguaglianza (tutti siamo uguali di fronte alla legge);• esso vale sempre.

Frammento di ta-vola in bronzo sucui è incisa unalegge risalente alII secolo a.C. (Na-poli, Museo Ar-cheologico nazio-nale).

centro di una ricca rete di rapporti com-merciali con le province. In tale conte-sto, anche la cultura fiorì. Non tuttisapevano leggere e scrivere, ma l’alfa-betizzazione era comunque assai diffusae questo rappresentava un grande se-gno di civiltà. L’arte, la letteratura, la fi-losofia di quei secoli costituiranno la ba-se del sapere insegnato nelle scuole peri secoli successivi.

A dire il vero, difficoltà e ombre nonmancavano. Nell’impero vi erano anco-ra molti poveri; non sempre i contadi-ni evitavano carestie, debiti ecc. Glischiavi, infine, sebbene fossero dimi-nuiti di numero, rimanevano sempremoltissimi: l’agricoltura, infatti, conti-nuava a reggersi sul loro duro lavoro.

Le origini del cristianesimo

Il bisogno di religione e le risposte di una nuova fedeGesù di Nazareth, il fondatore delcristianesimo, morì in croce, a Gerusa-lemme sotto il regno dell’imperatoreTiberio.

Gesù (in ebraico Yeshua) visse in unaregione piccola e marginale del grandeimpero romano, la Palestina (all’epocachiamata Giudea). Era ebreo di nascita,ma predicò una dottrina in gran partenuova: Dio è amore, e gli uomini sonochiamati ad amarsi gli uni gli altri.

Il suo messaggio attecchì in un’epocain cui uomini e donne di tutte le classisociali erano in cerca di risposte ai gran-di interrogativi dell’esistenza: perchésiamo al mondo? Da dove viene la vita?Che cosa c’è oltre la morte?

A queste domande la religione uffi-ciale di Roma, con i suoi culti e ritipubblici, non dava risposte adeguate. Ledottrine filosofiche, come lo stoici-smo, potevano dare serenità ai dotti,ma non riuscivano a soddisfare quegliinterrogativi. Non ci riuscivano neppurei misteri, cioè i culti orientali (in onoredella dea egizia Iside, del dio persianoMitra ecc.), all’epoca molto diffusi a Ro-ma e in tutto l’impero: i loro riti celebratiin segreto promettevano la salvezza so-lo a pochi fedeli iniziati.

Fra tutte le religioni diffuse nel gran-de impero, solo il cristianesimo pote-va rispondere al bisogno, così diffuso, dispiritualità e di salvezza individuale. Ilmessaggio di Gesù di Nazareth non si li-mitava a predicare l’amore; offriva an-che speranze di giustizia, verità e libertà,e parlava, infine, di vita dopo la morte.Inoltre, il cristianesimo non faceva alcu-

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DALLA PREISTORIA AL TARDO IMPERO

13lezione

42

LA STORIA INSEGNA

Gesù buon Pastore, mosaico del V secolo (Ravenna, Mausoleo di Galla Placidia).

La rivoluzione del cristianesimoGesù era un predicatore particolare: rifiutava gli onori, si ri-volgeva agli umili invece che ai potenti, annunciava amoree perdono senza limiti. Anche la sua morte avvenne in mo-do strano: accusato, rinunciò a difendersi davanti al prefet-to romano, Ponzio Pilato, l’unico che avrebbe potuto ri-mandarlo libero.La nuova fede, inoltre, era nata in un angolo sper-duto del grande impero, in un ambiente ostile (l’e-braismo era severo con quelli che giudicava falsiprofeti) e fu accompagnata all’inizio da segni ne-

gativi: Gesù morì crocifisso, un supplizio che i Romani ri-servavano ai banditi di strada e agli schiavi fuggitivi. Infine isuoi seguaci non avevano potenza, ricchezze, cultura.

na distinzione tra uomini e donne, traindividui di diverse nazioni, nascita econdizione: il suo messaggio era dav-vero rivoluzionario.

Per tutti questi motivi la nuova fede sidiffuse rapidamente: raggiunse an-che le persone colte e socialmente im-portanti, ma prima di tutto conquistò isemplici, i poveri, gli schiavi.

Gli imperatori e i cristianiInizialmente i cristiani non vennero per-seguitati: il dominio di Roma si erasempre caratterizzato per la sua tolle-ranza religiosa. Roma aveva la sua re-ligione di Stato, ma rispettava i culti deipopoli vinti e consentiva loro di apriretempli persino nella stessa capitale del-l’impero.

La situazione cambiò sul finire del I

secolo, prima con Nerone (nel 65 d.C.),e poi, soprattutto, con l’imperatore Do-miziano. A quel tempo, ormai, gli im-peratori avevano cessato di presentar-

si (come aveva fatto Augusto) quali sem-plici cittadini. Esigevano culti e riti inproprio onore: si presentavano insom-ma come divinità, e i cristiani non era-no disposti ad adorare come un diol’imperatore romano. Professavano ob-bedienza all’imperatore, ma in quantouomo: la fede in Gesù riconosce infattiun solo Dio.

Domiziano lanciò nel 95 d.C. unapersecuzione contro i cristiani. In segui-to ne furono scatenate altre, le più gravidall’imperatore Decio, nel 250 d.C., epoi da Diocleziano (303 d.C.). Questaperò fu l’ultima, perché una grande svol-ta si stava preparando.

Nel 313 d.C., infatti, l’imperatoreCostantino concesse libertà di cultoai cristiani in tutto l’impero. Trascorsoqualche decennio, nel 380 d.C. l’impe-ratore Teodosio dichiarò il cristianesi-mo, fino a poco prima religione proibi-ta o tollerata, “religione di Stato”,cioè religione ufficiale dell’impero ro-mano. Si apriva un’era nuova per la sto-ria della fede cristiana.

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IL RACCONTO STORICO 6. L’IMPERO ROMANO

43

religione di StatoLa religione che unoStato riconosce co-me propria, pratica-ta da tutti i cittadini(a volte obbligaticon la forza).

persecuzioneRicerca organizzata epunizione di indivi-dui e gruppi che loStato giudica perico-losi. Tra le persecu-zioni, vi sono anchequelle contro coloroche professano unareligione non gradita.

libertà di cultoLa possibilità di pro-fessare liberamenteuna religione, di ce-lebrare i suoi ritiecc., senza esserepuniti dalle autorità.

Come poté, allora, il cristianesimo diffondersi in po-chi anni in tutto il Mediterraneo, per diventare poiprotagonista nel futuro dell’Europa e del mondo?Una risposta è che il tempo in cui il cristianesimoattecchì aveva un gran bisogno di interiorità e profon-dità di vita. Nel messaggio di Gesù trovò risposte adeguate.La nuova fede, però, non dava risposte solo spirituali. Da-va voce alle attese di riscatto dei poveri, dei semplici, de-gli schiavi. Per la prima volta nel mondo antico, una dot-trina predicava che gli umili, i poveri, i lebbrosi sonopreziosi agli occhi di Dio. Affermava che Dio non ha ver-gogna di loro, anzi, si è fatto uno di loro.

Gesù con gli Apostoli, pittura murale del IV secolo (Roma, Catacomba di Domitilla).

Un messaggio rivoluzionario, in un mondo abituato ad ascol-tare solo i potenti, i ricchi, e dove la povertà e la sconfittaerano vergogne da fuggire.La lezione che ci viene dalla Storia è che talvolta i grandiideali riescono a imporsi, ribaltando gerarchie e previsioni.Smuovono il mondo, senza usare le armi o il denaro.

Il tardo impero

dalle truppe che li avevano eletti. Inol-tre, poiché il candidato proposto da unalegione spesso veniva rifiutato dalle al-tre, nascevano frequenti rivolte, sia al-l’interno dell’esercito sia con il senato.

Per tale motivo si dice che questo fuil periodo dell’anarchia militare.

Approfittando della debolezza delloStato, alcune regioni e città cercaronoin più momenti di staccarsi dall’impero;tali rivolte furono represse a gran fati-ca dall’esercito. Quest’ultimo dovevainoltre tenere a bada la pressione deipopoli germanici sul Reno e sul Danu-bio; da sud-est, invece, premevano iParti, discendenti degli antichi Persiani.

La crisi, però, non fu solo politica emilitare: fu anche una crisi economi-ca, che colpì i contadini e le città. Lamoneta cominciò a circolare sempre dimeno e i prezzi delle merci salirono:pian piano finirono per impoverirsi an-che i ceti benestanti dell’impero.

DALLA PREISTORIA AL TARDO IMPERO

14lezione

44

anarchiaDal greco anarkía,che significa “senzacomando”.

Il palazzo di Diocleziano

Il disegno ricostruisce il pa-lazzo-fortezza dell’impera-tore Diocleziano a Spala-to, dove si ritirò negliultimi anni della sua vita. Più che un palazzo erauna vera e propria for-tezza: era infatti delimi-tata da una cinta di mura,munita di torri. Il palazzo

comprendeva gli edifici piùdiversi: un tempio dedicato a

Giove, le terme, gli appartamen-ti imperiali, ambienti per le ceri-

monie ufficiali ecc.

La fase dell’“anarchia militare”Dopo la morte dell’imperatore MarcoAurelio, avvenuta nel 180 d.C., Romacominciò ad attraversare una grave cri-si storica e politica. Erano infatti co-minciate le prime, insistenti invasionidi popoli germanici oltre il confinedell’impero, stabilito sui fiumi Reno eDanubio.

Nel III secolo d.C., per cinquant’an-ni si susseguirono continue lotte per ilpotere. In questo periodo salirono sultrono ben 28 imperatori: tutti proveni-vano dalle file dell’esercito, e tutti, inpratica, vennero nominati dalle legioni.

L’elezione imperiale (ufficialmente,era il senato a designare il prìncipe) di-pendeva, nella maggioranza dei casi, daibenefici che i soldati strappavano ainuovi imperatori; molto spesso questi ul-timi finivano per essere uccisi proprio

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Diocleziano e la tetrarchiaQuesto periodo di anarchia militare siconcluse nel 284 d.C., quando salì sultrono di Roma un imperatore moltoenergico e capace, Diocleziano. Co-stui era un generale originario dellaDalmazia e riportò l’ordine nell’impe-ro, alleandosi con altri ufficiali. Re-spinse le rivolte sui confini e prese im-portanti provvedimenti economici perfronteggiare la crisi in atto.

Per rendere più stabile il potere cen-trale, Diocleziano associò al governo unsecondo imperatore, Massimiano, a cuiassegnò il governo della parte occiden-tale dell’impero. Diocleziano tenne persé l’Oriente. Fu anche stabilito un si-stema di successione al trono: i dueimperatori, chiamati “augusti”, veniva-no affiancati da due “cesari”, i quali, al-la morte dei primi, avrebbero ereditatopacificamente il trono.

Era un sistema complesso, chiamatotetrarchia (“governo dei quattro”).Purtroppo non resse alla prova dei fat-ti: prima ancora che Diocleziano moris-se si scatenarono violente lotte per suc-cedergli al potere. Ne emerse comevincitore il giovane Costantino, figliodi uno dei due “cesari”.

L’impero cristiano da Costantino a TeodosioCostantino nell’anno 313 si rese pro-tagonista di una svolta davvero storica:come abbiamo visto, concesse libertàdi culto ai cristiani, facendo così cessa-re le persecuzioni. In seguito Costanti-no fondò una nuova capitale per l’im-pero, Bisanzio (l’odierna Istanbul),sulle rive del Bosforo, spodestando Ro-ma da questo ruolo.

Proseguendo sulla linea di Costanti-

no, pochi decenni dopo (nel 380 d.C.)l’imperatore Teodosio dichiarò il cri-stianesimo religione di Stato: nasceva,di fatto, l’impero cristiano.

La fase tra Costantino e Teodosio(praticamente, l’intero IV secolo) fu perRoma un periodo ancora prospero. Lacultura cristiana diede nuovo impulsoalle ricerche di scrittori e intellettuali,tra i quali sant’Agostino, primo gran-de filosofo e teologo del cristianesimoin Occidente.

L’esercito riusciva ancora a conte-nere le minacce portate sui confini dagliinvasori (Germani e Parti, come abbia-mo visto). Gran parte delle risorse sta-tali erano impegnate nella difesa milita-re, ma Roma seppe reggere l’urto dei“barbari” ancora per alcuni decenni.

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IL RACCONTO STORICO 6. L’IMPERO ROMANO

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teologiaÈ la scienza che stu-dia Dio; da una pa-rola greca che signi-fica “discorso suDio”.

CRISI E RIPRESA DI ROMA

debolezza politica, anarchia militare

arresta la crisi, restituisce forza

a Roma

nuova fioritura culturale e civile

III secolo d.C.

284 d.C.: Dioclezianoimperatore

IV secolo d.C.: Costantino eTeodosio

l’impero diviene cristiano e si rinvigorisce

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DALLA PREISTORIA AL TARDO IMPERO

1. Nell’ultimo periodo della repubblica vennero com-battute tre guerre civili:a) la prima fra ........................................ e ........................................b) la seconda fra ..................................... e .....................................c) la terza fra ........................................ e ........................................

2. La repubblica romana non poteva non finire, a uncerto punto: spiega perché con parole tue.

3. Ottaviano detto “Augusto” pose fine alla repubblicae fondò l’impero usando un modo particolare.a) Quale modo?

.......................................................................................................... .........

b) Per quale motivo scelse questa linea?.......................................................................................................... .........

4. Elenca i successori di Augusto, fino a Traiano...........................................................................................................................

5. Metti a confronto la cartina di p. 40 con un atlan-te moderno; elenca quali Stati attuali coprono l’a-rea dell’antico impero romano...........................................................................................................................

..........................................................................................................................

6. Spiega in breve il significato delle seguenti espres-sioni:a) prìncipe: ..............................................................................................b) lingue romanze: .........................................................................c) pax romana: ..................................................................................d) anarchia militare: .......................................................................e) tetrarchia: .........................................................................................

7. Quando visse Gesù e in quale regione?..........................................................................................................................

8. Il cristianesimo ebbe fortuna e diffusione nella suaepoca.a) A quali esigenze rispondeva la nuova fede?

.......................................................................................................... .........

b) Quali classi sociali raggiunse?.......................................................................................................... .........

9. Riassumi il messaggio del cristianesimo:a) sul piano religioso:

...............................................................................................................

b) sul piano sociale:...............................................................................................................

10. La forza di Roma, nell’età imperiale, si reggeva:a) sulle armi: in che senso?

...............................................................................................................

b) sulle leggi: in che senso?...............................................................................................................

11. Nei primi due secoli dell’impero la civiltà roma-na conobbe la sua massima fioritura. La situa-zione, tuttavia, presentava luci e ombre:a) le luci erano costituite da

...............................................................................................................

b) le ombre erano costituite da...............................................................................................................

12. Inizialmente i cristiani non furono perseguitatidagli imperatori: perché? ...................................................................................................................

13. Poi però la situazione cambiò.a) Perché?

...............................................................................................................

b) Quali imperatori perseguitarono i cristiani?...............................................................................................................

c) Quando cessarono le persecuzioni?...............................................................................................................

14. Spiega la differenza tra “libertà di culto” e “reli-gione di Stato”. ...................................................................................a) Ora rispondi: quale imperatore concesse la li-bertà di culto ai cristiani, e quando?...............................................................................................................

b) Quale imperatore proclamò il cristianesimoreligione di Stato, e quando? ...............................................................................................................

15. La fase dell’anarchia militare costituì un periodo:a) di debolezza politica, perché

...............................................................................................................

b) di debolezza militare, perché...............................................................................................................

c) di debolezza economica, perché...............................................................................................................

16. Riassumi gli interventi di Diocleziano....................................................................................................................

RIFLETTI E RISPONDI

46

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INDICE DELLE CARTE E DEI GLOSSARI

47

Indo

M a r N e r o

M a r M e d i t e � a n e o

Mar Caspio

M a r eA r a b i c o

Gol f o P e r s i c o

L a g od ’ A r a l

TigriEu�ate

Nilo

Danubio

Don

SOGDIANA

BATTRIANA

ARACOSIA

PERSIA

MEDIAPALESTINA

ASSIRIACILICIA

LIDIAIONIA

TRACIA

ARMENIA

MESOPOTAMIA

AteneSparta

GerusalemmeTiro

Sidone

Sardi

Mileto

Babilonia

Ninive

SusaPersepoli

Territorio d’originedei Persiani

Impero_persiano.eps

1 Il popolamento della Terra da parte dell’Homo sapiens 10

2 Le prime aree di sviluppo dell’agricoltura 12

3 Le civiltà dei grandi fiumi 16

4 L’antico Egitto 18

5 Gli Ebrei in Palestina 20

6 L’impero persiano 21

7 Le civiltà del Mediterraneo 22

8 Le regioni della Grecia, le póleis e la Magna Grecia 26

9 I regni ellenistici 29

10 I popoli italici 31

11 I sette colli di Roma 32

12 L’espansione di Roma 35

13 L’impero romano al tempo di Traiano 40

INDICE DELLE CARTE

Aanarchia, 44aristocrazia, 25

Bblocco sociale, 34

Ccittà-stato, 17codice di leggi, 17colonia, 22commercio, 13

Ddinastia, 18

Eellenismo, 29

Ggerarchia sociale, 14glaciazione, 9

Iideogramma, 14impero, 21

Llegione, 40libertà di culto, 43

Mmagistrati, 33mitologia, 17

Nnomadi, 9

Ooligarchia, 34

Ppatrizi, 33persecuzione, 43popoli del mare, 18

Rreligione di Stato, 43repubblica, 33

Sscrittura alfabetica, 14sedentari, 13

Tteologia, 45

INDICE DEI GLOSSARI

Facciamo Storia è un testo che rende coinvolgenti l’attività didatica e l’apprendimento della Storia. Il manuale, per ottenere questo risultato, punta su due aspetti:

LIBRO + MULTIMEDIAtradizione e innovazione

Quest’opera è integrata, secondo le disposizioni di legge, da materiali multimediali utilizzabili anche per la didattica su LIM (Lavagna Interattiva Multimediale)

On line sul sito www.seieditrice.com:Percorsi multimediali di approfondimento con immagini, fi lmati e audioCartine interattive

Storia Antica

Paolo Di Sacco

FacciamoSTORIA

volume 1Unità 1 L’inizio del Medioevo Unità 2 L’islamUnità 3 L’alto MedioevoUnità 4 Il feudalesimoUnità 5 L’Europa dopo il MilleUnità 6 La Chiesa e l’impero, i regni

e le cittàUnità 7 L’apogeo del mondo

medievaleUnità 8 Dal Medioevo all’Umanesimo

978-88-05-07111-1 vol. 2 978-88-05-07112-8 vol. 3978-88-05-07110-4 vol. 1 + Cittadinanza e Costituzionein alternativa:978-88-05-07229-3 vol. 1

volume 2Unità 1 Il mondo si allarga Unità 2 Il CinquecentoUnità 3 L’età dell’assolutismoUnità 4 Riforme e rivoluzioniUnità 5 La Rivoluzione francese

e NapoleoneUnità 6 L’età della RestaurazioneUnità 7 Il Risorgimento italianoUnità 8 L’Italia, l’Europa e il mondo

intorno al 1860

volume 3Unità 1 I fragili equilibri di fi ne

OttocentoUnità 2 Un diffi cile avvio per il XX secoloUnità 3 La Prima guerra mondialeUnità 4 Il primo dopoguerraUnità 5 Il tempo dei totalitarismiUnità 6 La Seconda guerra mondialeUnità 7 Europa, USA e URSSUnità 8 L’Italia contemporaneaUnità 9 Il mondo attuale

Cittadinanza e Costituzioneè disponibile anche autonomamente:codice per l’adozione978-88-05-07230-9

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