Storia 1 - anmeldestelle.admin.ch · Ma il papà non ha tempo, ... Riflettono insieme su tutto...

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1/3 Storia_1_Teddy Materiale di lavoro: MODULO CICLO 1 Storia 1: Teddy festeggia il compleanno Oggi il papà lavora da casa. Per i suoi due figli, Rebecca e Simon, prepara gli spaghetti al pomodoro. Ben, un compagno di classe di Simon, mangia insieme a loro. «Mmm, che buoni!», esclama entusiasta Rebecca, «sei il miglior cuoco di spa- ghetti al mondo!» Dopo pranzo, il papà dice a Simon e a Ben: «E ora filate in camera a fare i compiti!» Anche Rebecca si alza da tavola e, saltellando alle- gramente, va nella sua stanza. Sveglia dolcemente il suo Teddy, che ha nuo- vamente dormito nel suo letto. Tenendolo sotto braccio, si dirige verso l’ufficio del papà. Da qui prende della carta, delle matite e del nastro adesivo. Con tutto l’arma- mentario e impaziente di mettersi all’opera, va dai maschietti in camera. Simon guarda con terrore la sorella e chiede irritato: «Cosa ci fai tu qui? Ci disturbi!» Piena di entusiasmo, lei risponde: «Voglio fare del lavoro manuale insieme a voi.» Silenzio… Simon lancia uno sguardo arrabbiato al suo amico Ben e a Rebecca. Poi ribatte innervo- sito: «Ci dai fastidio! Vai nella tua stanza e lasciaci in pace!» Abbacchiata e sul punto di piangere, Rebecca stringe forte a sé il suo Teddy, prende le sue cose e lentamente se ne va via con aria tri- ste. Abbattuta, va dal papà e dice singhioz- zando: «Papà, non mi lasciano giocare con loro. Mi aiuti tu a fare del lavoro manuale?» Ma il papà non ha tempo, ha ancora molto lavoro oggi. Accarezza la testa di sua figlia e le propone amorevolmente: «Puoi continuare il tuo puzzle.» Senza rispondere, Rebecca se ne va via trascinando i piedi. Cerca Leo, il suo gatto, per giocare con lui. Ma anche il gatto non ha tempo per lei. Schiude gli occhi stanco, per poi subito raggomitolarsi e conti- nuare a dormire. Con la testa bassa, torna nella sua stanza e si rintana con Teddy nella sua cuccia. Qui si sfoga con lui: «Ah, orsacchiotto... nessuno ha tempo per me. Nessuno vuole giocare con me!» Teddy ascolta paziente lo sfogo di Rebecca e le sussurra sottovoce all’orecchio: «Non te la prendere, perché non festeg- giamo nuovamente il compleanno? L’ultima volta ci siamo divertiti un mondo.» Felice, la bambina balza in piedi ed esclama: «Teddy! Questa è una bell’idea!»

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Storia 1:

Teddy festeggia il compleanno

Oggi il papà lavora da casa. Per i suoi due figli, Rebecca e Simon, prepara gli spaghetti al pomodoro. Ben, un compagno di classe di Simon, mangia insieme a loro.

«Mmm, che buoni!», esclama entusiasta Rebecca, «sei il miglior cuoco di spa-ghetti al mondo!» Dopo pranzo, il papà dice a Simon e a Ben: «E ora filate in camera a fare i compiti!» Anche Rebecca si alza da tavola e, saltellando alle-gramente, va nella sua stanza. Sveglia dolcemente il suo Teddy, che ha nuo-vamente dormito nel suo letto. Tenendolo sotto braccio, si dirige verso l’ufficio del papà.

Da qui prende della carta, delle matite e del nastro adesivo. Con tutto l’arma-mentario e impaziente di mettersi all’opera, va dai maschietti in camera.

Simon guarda con terrore la sorella e chiede irritato: «Cosa ci fai tu qui? Ci disturbi!» Piena di entusiasmo, lei risponde: «Voglio fare del lavoro manuale insieme a voi.»

Silenzio…

Simon lancia uno sguardo arrabbiato al suo amico Ben e a Rebecca. Poi ribatte innervo-sito: «Ci dai fastidio! Vai nella tua stanza e lasciaci in pace!»

Abbacchiata e sul punto di piangere, Rebecca stringe forte a sé il suo Teddy, prende le sue cose e lentamente se ne va via con aria tri-ste. Abbattuta, va dal papà e dice singhioz-zando: «Papà, non mi lasciano giocare con loro. Mi aiuti tu a fare del lavoro manuale?» Ma il papà non ha tempo, ha ancora molto

lavoro oggi. Accarezza la testa di sua figlia e le propone amorevolmente: «Puoi continuare il tuo puzzle.» Senza rispondere, Rebecca se ne va via trascinando i piedi. Cerca Leo, il suo gatto, per giocare con lui. Ma anche il gatto non ha tempo per lei. Schiude gli occhi stanco, per poi subito raggomitolarsi e conti-nuare a dormire.

Con la testa bassa, torna nella sua stanza e si rintana con Teddy nella sua cuccia. Qui si sfoga con lui: «Ah, orsacchiotto... nessuno ha tempo per me. Nessuno vuole giocare con me!» Teddy ascolta paziente lo sfogo di Rebecca e le sussurra sottovoce all’orecchio: «Non te la prendere, perché non festeg-giamo nuovamente il compleanno? L’ultima volta ci siamo divertiti un mondo.» Felice, la bambina balza in piedi ed esclama: «Teddy! Questa è una bell’idea!»

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Riflettono insieme su tutto quello di cui hanno bisogno per la festa. Su una cosa sono d’accordo: oggi non possono mancare dei veri dolci di compleanno... e Teddy ama i dolci. Rebecca sa che in cucina troverà sicuramente qualcosa di buono da mangiare.

Un attimo dopo, Rebecca percorre con passo felpato il corridoio in direzione della cucina. Senza chiedere prima al papà, vuole sgraffignare qualcosa da mangiare dalla cucina. Deve fare piano, perché il papà ha un buon orecchio e sente persino le mosche tossire. Rebecca stringe forte a sé Teddy. Dall’ufficio si sente la voce del papà, occupato in una conversazione telefonica. Pochi istanti dopo, Rebecca e Teddy si trovano nella cucina.

Fortunatamente, Rebecca sa dove la mamma conserva i dolci.

Rebecca appoggia prima Teddy sulla soglia della porta per fargli sorvegliare la situazione. Poi, spinge una sedia davanti allo scaffale della cucina.

Rebecca si arrampica cautamente sulla sedia e si mette sulle punte dei piedi. Purtroppo non riesce ad arrivare al contenitore di biscotti argentato. Delusa, scende dalla sedia e vede sulla lavastoviglie un pacchetto blu (pastiglie per lavastoviglie). «Hm, cosa contiene questo bel pacchetto?!», si chiede Rebecca, «forse, dei biscotti golosi?» Lo afferra e, pochi attimi dopo, Rebecca va da Teddy trionfante con in mano il pacchetto. Fiera di sé, rimette a posto la sedia e si dilegua silenziosa nella sua camera.

Rebecca dice affettuosamente a Teddy: «Ora puoi sederti sulla sedia del festeg-giato. Preparo subito la tavola per noi due. E poi inizia la festa. Vuoi bere del tè o del caffè?»

Versa del tè per sé e Teddy e apre la scatola. Stupita, osserva i dolci blu a for-ma rettangolare. «Sono un po’ diversi dai soliti dolci», riflette Rebecca.

Con cura e pazienza, tira fuori dalla scatola i dolci e li distribuisce equamente sui due piatti. «Hanno un forte odore», pensa Rebecca.

Gli occhi di Teddy e Rebecca luccicano. Hanno l’acquolina in bocca. Ora Teddy non lo ferma più nessuno. Afferra subito il primo dolce. Rebecca lo richiama ad alta voce: «Aspetta Teddy, dobbiamo prima cantare la canzone di buon comple-anno!»

Premurosamente, Teddy tiene a freno il suo appetito.

Entusiasti, cantano a squarciagola: «Tanti auguri a te, tanti auguri a te...» Ora non c’è più nulla che li tenga!

Rebecca afferra il primo dolce e…

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TEDDY FESTEGGIA IL COMPLEANNO. DUE TIPI DI FINALE

Finale a lieto fine

Rebecca afferra il primo dolce e si appresta a morderlo come se lo sia vera-mente. Il papà sente delle risate provenire dalla cameretta. Apre cautamente la porta ed entra. Rebecca invita subito il papà a partecipare alla simpatica festicciola a base di dolci. Il papà si siede su una seggiolina e si accorge im-mediatamente delle pastiglie per lavastoviglie sul piatto. «Rebecca! Dove le hai prese?», chiede il papà incuriosito. Rebecca gli confessa che ha preso di nascosto la scatola dalla cucina. «Papà, volevo solo dei dolcetti golosi per fe-steggiare il compleanno di Teddy.» Il papà annuisce in segno di comprensione e dice: «Come prima cosa, devi lavarti le mani. Queste pastiglie irritano la pelle proprio come quando avevi sfiorato l’ortica con il braccio.» Mentre Rebecca si lava le mani, il papà le spiega: «Rebecca, per fortuna non le hai mangiate! Lo sai cosa ti sarebbe potuto succedere?» Rebecca scuote la testa senza capire. «Mi sono distratto e ho lasciato le pastiglie sulla lavastoviglie. Anche se sono contenute in una scatola colorata, queste pastiglie servono soltanto per la lavastoviglie. Ti avrebbero fatto male! Ti avrebbero potuto pure mandare all’o-spedale!» Rebecca guarda stupefatta il papà e capisce di avere combinato una marachella. «La prossima volta che vuoi festeggiare il compleanno insieme a Teddy, chiedi a me o alla mamma qualcosa di dolce! Me lo prometti?», chiede il papà. Rebecca gli promette che non giocherà mai più con le pastiglie per la lavastoviglie.

Finale in chiaroscuro

Rebecca afferra il primo dolce e lo addenta. «Puah!», Rebecca lancia un urlo e sputa subito fuori il boccone. «Mamma mia che schifo!» Sulla soglia della porta il papà la guarda interdetto. Capisce immediatamente cosa è successo. Sua figlia ha appena messo in bocca una pastiglia per la lavastoviglie, nociva per la salute. Si precipita su di lei e le ordina: «Rebecca, sputa tutto subito!» Rebecca non capisce la situazione, soprattutto il tono duro del papà. Voleva semplice-mente festeggiare il compleanno di Teddy! Dalla sua bocca inizia a uscire della strana schiuma. Rebecca capisce che qualcosa non va e segue subito l’ordine del papà. «Sputa fuori tutto, TUTTO!», le intima nuovamente. Il papà prende Re-becca e la porta velocemente in cucina. Le dà un bicchiere di acqua e le dice: «Sciacquati bene la bocca, ma non mandare giù. Ora chiamo Tox Info Suisse!» (tel. 145). Il papà spiega al telefono quello che è successo e riceve importanti informazioni su come gestire una situazione simile. Dopo la chiamata, fa aprire la bocca a Rebecca e le dice «Fai aaaaaaa…», con una pila controlla l’intera cavità orale e alla fine sospira: «Stavolta ti è andata bene. Soltanto la parte anteriore della lingua e delle mucose sono leggermente irritate e arrossate, guariranno presto. Per fortuna abbiamo reagito in tempo.»

Maggiori informazioni e illustrazioni da scaricare: www.infochim.ch/formazione

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Storia 2:

Pirati nel bagno

«Din don», Simon corre eccitato verso la porta e fa entrare il suo amico Idris. Il giovedì Idris sta sempre dalla famiglia Meier, perché i suoi genitori lavorano fino a tarda sera. Oggi i due bambini, che frequentano la seconda elementare, vogliono giocare ai pirati.

Simon chiede subito a Idris: «Hai portato i pirati di plastica come avevi promes-so?» Idris ripone lo zaino nel guardaroba e, con un sorrisetto malizioso, tira fuo-ri una piccola cassetta di legno. I due bambini si rintanano subito in camera.

Simon attraversa rapido la stanza e tira fuori da un cassetto delle navi di carta. L’equipaggio sale subito a bordo ed è pronto a salpare in mare. Oggi nemmeno gli squali li spaventano. Come provviste, i nostri portano sotto coperta degli or-setti gommosi. «Tutti gli uomini a bordo!» «Mollare le cime!» «Si salpa!», gridano a turno Simon e Idris, mentre fanno oscillare le navi avanti e indietro. Oggi c’è

mare grosso e l’equipaggio si aggrappa al parapetto per non cadere in acqua. Lungo il tragitto, incontrano una nave nera con una bandiera sinistra e la prendono d’as-salto. Gli orsetti gommosi, requisiti come bottino, vengono divorati in un battibale-no. «Mmmh, ne è valsa la pena!», mormo-ra Idris con la bocca piena.

Ruggente e fiero di sé, Simon gira la nave e si dirige verso il bagno. I bambini sen-tono la mamma sbrigare le faccende in lavanderia, cambiano rotta e le corrono incontro con entusiasmo.

«Mamma, i nostri pirati vogliono lancia-re il prossimo assalto nella vasca da bagno. Possiamo riempirla d’acqua? Per favore...!», supplica Simon.

Per fortuna la mamma è di buon umore e risponde gentilmente: «Vi lascio gio-care in bagno a patto che non lo allaghiate.» «Evvivaaaaaa», urlano i due bam-bini entusiasti che entrano in bagno trotterellando allegramente.

Simon apre subito il rubinetto. I due guardano eccitati la vasca riempirsi d’ac-qua. Non vedono l’ora d’imbarcarsi nella prossima avventura.

«Simon, vogliamo stendere un asciugamano davanti alla vasca? Nella nostra prossima battaglia potrebbe cadere dell’acqua sul pavimento.» «Buona idea, compagno pirata», mormora Simon con voce grave e apre subito gli armadietti sotto il lavandino per prendere un asciugamano. Facendosi spazio tra sham-poo, bagnodoccia e altri accessori, vede una scatola contenente delle pastiglie

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blu per il wc. Al giovane pirata viene in mente un’altra idea e al posto dell’asciu-gamano prende la scatola sulla quale c’è scritto: colora l’acqua di blu!

Felicissimo, Simon mette la scritta sotto il naso del compagno. «Cosa vuoi farci con questa roba per il wc?», domanda Idris perplesso. Simon glielo spiega con un’aria da furbetto: «Possiamo colorare il mare di blu.» «Bell’idea.» Simon getta le pastiglie nella vasca, che piombano nell’acqua con un rumoroso splash. L’ac-qua diventa blu in un battibaleno e rende lo scenario ancora più reale.

I due compagni d’avventura sono inginocchiati davanti alla vasca da bagno. Le navi vengono messe in mare e manovrate dai bambini in modo selvaggio, di qua e di là. L’acqua schizza e bagna tutto quello che si trova nelle vicinanze. «Uomo in mare», esclama Idris...

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PIRATI NEL BAGNO. DUE TIPI DI FINALE

Finale a lieto fine

«Uomo in mare», esclama Idris e fa per gettarsi in acqua ma sente una voce dietro la porta del bagno: «Cosa succede qui? Una battaglia navale? E cosa sono tutte queste macchie blu? Bambini cosa state combinando?», la mamma si avvicina alla vasca e vede l’acqua completamente blu. Raccoglie da terra la scatola con le pastiglie per wc ed esclama: «Ora si spiega cosa sono queste macchie blu.» Gira la confezione, tentenna un attimo e poi chiede: «Simon, Idris, avete visto questo simbolo?» I bambini guardano con gli occhi spalan-cati il quadrato bordato di rosso con un punto esclamativo nero e con sotto la scritta «Attenzione». La mamma ordina: «Lavatevi immediatamente le mani! Simon, non nella vasca con l’acqua colorata, ma nel lavandino con il sapone!» I bambini ubbidiscono, un po’ disorientati. Mentre si lavano le mani, la mamma legge loro il testo riportato sulla confezione: «Provoca irritazioni alla pelle. Pro-voca gravi irritazioni agli occhi. Può provocare reazioni allergiche. Deve essere tenuto fuori dalla portata dei bambini. Dopo l’impiego, lavarsi accuratamente le mani.» «Ah, abbiamo avuto fortuna!», pensa Simon. Idris annuisce convinto e vuole dare una mano a pulire. La mamma di Simon lo blocca: «Lascia stare, non sono cose per bambini», e svuota la vasca da bagno.

Finale in chiaroscuro

«Uomo in mare», esclama Idris e cerca in profondità nell’acqua blu il pirata di-sperso per riportarlo a bordo. In questo momento, Simon inizia un nuovo assal-to alla nave nemica. Con impeto, lancia gli orsetti gommosi contro la nave. La nave vacilla in modo pericoloso e inizia lentamente a imbarcare acqua, finché affonda sul fondale, dove ci sono già tanti altri orsetti gommosi. Spaventato, Idris guarda il braccio di Simon: «Oh, guarda le macchie rosse che hai sul brac-cio!» Simon si guarda il braccio e si tocca le macchie. Dice: «Forse è meglio se togli il braccio dall’acqua.» Idris ritira il braccio, ormai completamente arrossa-to. Si sente strano. Simon corre velocemente dalla madre e racconta di Idris e del suo braccio rosso. Spaventata dal racconto, la mamma abbandona imme-diatamente le faccende domestiche e si precipita in bagno. Apre velocemente il rubinetto e intima a Idris di tenere il braccio sotto l’acqua corrente. Poi guarda il braccio di Simon. «Anche le tue braccia sono arrossate.» Gira velocemente il rubinetto del lavandino e ordina a suo figlio di fare la stessa cosa di Idris. I due bambini si sciacquano accuratamente le braccia, ma, dopo 10 minuti, la pelle è ancora arrossata. La mamma vede la scatola di pastiglie aperta sul pavimen-to. La prende in mano e chiama Tox Info Suisse (tel. 145).

Maggiori informazioni e illustrazioni da scaricare: www.infochim.ch/formazione

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Storia 3:

Lustro come uno specchio

Da giorni Rebecca non vede l’ora che arrivi stasera!

Potrà rimanere a dormire dalla sua amica Zoja. «Rebecca, hai messo in valigia lo spazzolino da denti e il tuo orsacchiotto Teddy?», chiede la madre. «Sì, mam-ma», risponde Rebecca elettrizzata, che trascina fuori dalla cameretta il suo trolley rosa di cui va molto fiera e saluta la mamma con un grosso abbraccio. Tutta contenta, lascia l’appartamento e si avvia dalla sua amica. Zoja è già sul pianerottolo in cima alle scale che la aspetta con ansia. Dopo un saluto veloce, si dileguano in camera e preparano i letti. Poi indossano il pigiama e costrui-scono con dei cubetti di legno un bellissimo castello per una principessa.

Apparentemente troppo presto entra la mamma di Zoja: «Su! È ora di lavarsi i denti e di andare a letto. Potrete conti-nuare a giocare domani.» Malvolentieri, le due bambine ubbidiscono e vanno in bagno, seguite da Idris, il fratello maggio-re di Zoja. Subito dopo, Rebecca e Zoja s’infilano sotto le coperte e se la ridac-chiano. Idris si è messo comodamente sul letto sopraelevato ed è già immerso nella lettura di un avvincente libro sui pirati. Poi la mamma rientra in camera, augura a tutti la buona notte e spegne la luce.

L’indomani Rebecca si sveglia spaesata. Guarda verso la finestra: si è fatto giorno.

Poi, vedendo Zoja sdraiata accanto a sé, si ricorda che non si trova a casa sua. Si gira verso l’amica e la spinge leggermente. Zoja apre gli occhi, sbatte le palpebre e le sorride. Rebecca sussurra: «Pss, vogliamo colorare?» «Bell’idea», risponde Zoja e va lentamente verso la scrivania. Con cautela, passa a Rebec-ca i suoi nuovi pastelli a cera. Poi apre il cassetto. «No! Non ci credo! È finita la carta!», esclama sottovoce delusa. «Non c’è problema», risponde Rebecca e disegna con il pastello rosso un viso sorridente sul vetro della finestra. Zoja ride e dice: «Che bell’idea! Mi passi quello blu?»

Le bambine ridono e disegnano dei simpatici omini sul vetro della finestra. Provano tutti i pastelli.

Una voce arrabbiata irrompe alle loro spalle: «Ma siete matte?» Rebecca e Zoja sussultano e si girano lentamente. Guardano il volto contrariato di Idris parato davanti a loro.

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«Lo sapete perfettamente che la mamma ha pulito le finestre ieri e voi le spor-cate nuovamente! Adesso glielo vado a dire!», dice Idris nervoso. Sapendo di aver torto, Rebecca e Zoja si guardano e scongiurano il fratello di non raccon-tare nulla alla mamma. «Puliamo subito tutto», dice Zoja a Idris. «Ok, ma fatelo per bene», dice il ragazzo continuando a leggere il suo libro sui pirati. Zoja sguscia lentamente fuori dalla camera, in direzione dell’armadio dei detersivi nel corridoio e prende un flacone che reca il disegno di una finestra. Sa che la mamma utilizza sempre questo prodotto per pulire le finestre. Con il flacone in una mano e uno strofinaccio giallo nell’altra, torna veloce in camera da Re-becca. Le due bambine vogliono rimettere tutto a posto, come se non fosse successo nulla, prima che i genitori si sveglino. In modo frenetico, spruzzano del prodotto sui simpatici disegni, ma i begli omini non ne vogliono sapere di sparire. Le bambine si guardano spaventate. Poi Zoja ha un’idea. La mam-ma utilizza sempre un buon detersivo per pulire le piastrelle del bagno. Dice sempre che lo fa risplendere in un battibaleno. Zoja corre nuovamente verso l’armadio dei detersivi, cerca il prodotto con il disegno delle piastrelle e ritorna velocemente in camera. Spruzza il detersivo sulle finestre e Rebecca strofina con lo straccio. «Posso spruzzarlo anch’io?», chiede Rebecca e lascia cadere lo strofinaccio per terra. Zoja le risponde: «Lo spruzzo ancora tre volte, e poi te lo do.» Rebecca non è però felice della risposta. Allunga la mano con prepotenza verso il flacone e cerca di strapparlo di mano a Zoja. Idris solleva lo sguardo dal suo libro di pirati, le guarda e pensa: «La vedo brutta.» Quindi si alza e va a svegliare la mamma.

Zoja si difende: scaltra, tira velocemente verso sé il flacone ma nel farlo butta per terra Rebecca, che si rialza subito e lancia in faccia all’amica lo strofinac-cio sporco. Il gesto non piace a Zoja, che arrabbiata scaglia lo strofinaccio su Rebecca, le punta addosso il detersivo e spruzza...

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LUSTRO COME UNO SPECCHIO. VARI TIPI DI FINALE

Finale a lieto fine

Rebecca si piega per acchiappare lo strofinaccio, scansando lo spruzzo che non la raggiunge in faccia. Idris e la mamma accorrono prontamente nella ca-mera e pongono fine al litigio. La mamma di Zoja prende in mano il detersivo e lo appoggia sul bordo del letto. Poi chiede con tono gentile: «A cosa serve il detersivo per il bagno?» Con sguardo colpevole, Zoja mormora: «Per pulire il bagno?» La mamma annuisce e si prende del tempo per spiegare cosa può succedere in caso d’impiego sbagliato. Le bambine ascoltano con stupore, di-menticando subito il loro litigio. Si rendono conto che la lotta con lo spray non era affatto una buona idea. Pentite, promettono alla mamma di Zoja che non lo rifaranno mai più.

Finale in chiaroscuro

Idris e la mamma entrano in camera e assistono a una scena incresciosa: Re-becca ha le mani sul volto e si lamenta perché le bruciano gli occhi. La mamma di Zoja porta subito Rebecca nel bagno, dove le sciacqua accuratamente gli occhi con acqua abbondante. La bambina piange e lamenta un senso di nau-sea. La mamma di Zoja sa come agire in queste situazioni. Prende in mano il flacone e telefona a un esperto di Tox Info Suisse (tel. 145). Per precauzione, contattano subito un oculista.

Maggiori informazioni e illustrazioni da scaricare: www.infochim.ch/formazione

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