Stefano Guerrini - Qbik 01

9
{illustration Martina Merlini { Very Qbik People: ENNIO CAPASA, MARC ECKŌ, MASSIVE ATTACK {illustration Martina Merlini

description

 

Transcript of Stefano Guerrini - Qbik 01

Page 1: Stefano Guerrini - Qbik 01

{illustration Martina M

erlini

{ Very Qbik People: ENNIO CAPASA, MARC ECKŌ, MASSIVE ATTACK

{illustration Martina M

erlini

Page 2: Stefano Guerrini - Qbik 01

{Photography Roy Schweiger

Page 3: Stefano Guerrini - Qbik 01

{Photography Matteo Cherubino ENNIO CAPASA

Page 4: Stefano Guerrini - Qbik 01

I mondi creativi di Ennio Capasa

{Qbik VERY QBIK PEOPLE 30

Con Costume National e C’N’C è uno dei designer italiani più amati

e porta il suo stile sulle passerelle di Parigi e di Milano

{ In questa pagina: accessori Costume National e immagini della collezione Costume National Uomo per la p/e 2010.

Una collezione rock nello spirito e nella silhouette. Pensata per le nuove generazioni che questa musica l’hanno assorbita, adattata e contaminata. Per ragazzi che hanno riscoperto l’impegno, che amano la natura, ma non abbandonano la città e che, vivendo la contraddizione come condizione permanente, si vestono di conseguenza, mescolando sportswear e couture. Così Ennio Capasa ha

immaginato la p/e di C’N’C e i ragazzi che la indos-sano, scegliendo di mandare in passerella suo figlio Anton, Pixie Geldof, Tali Lennox e Daisy Lowe, rock kids con la musica e lo stile nel dna. Per la prima

volta una sfilata è diventata uno spettacolo urbano, per tutti, con tanto di esibizioni importanti come i The Kills e l’etoile Eleonora Abbagnato, rientrando nella serata ‘Milano loves Fashion’, svoltasi lo scorso settembre proprio durante la settimana della moda. Ennio Capasa si è confermato così come uno dei designer più propensi a cercare nuovi modi per comunicare il suo lavoro, oltre ad essere uno degli stilisti italiani più amati al mondo. Non è un caso che la sfilata femminile di Costume National sia una delle più attese sulle passerelle parigine. Qbik incontra Ennio Capasa.

{ www.costumenational.com; www.cnc-costumenational.com.

Page 5: Stefano Guerrini - Qbik 01

{Qbik VERY QBIK PEOPLE 31

Da quando è nata ha sempre preferito presentare la collezione C’N’C a Milano, mentre la linea Costume National sfila a Parigi. Perché la scelta di queste città? Quali diverse caratteristiche hanno le due collezioni? { Milano all’epoca del lancio di Costume National era molto formale e istituzionale, in qualche maniera rifiutava le novità. A Parigi stava succedendo qualcosa, c’era un clima di interesse e curiosità per i giovani designer, così nel 1991 decidemmo di sfilare lì, fu una scelta giusta perché lo stile ‘couture to wear’ di Costume incarna alla perfezione l’atmosfera che si respira sulle passerelle della capitale francese. Milano invece è perfetta per C’N’C che riflette più il mood prêt-à-porter su cui la città ha costruito il suo punto di forza ed è anche l’unico palcoscenico degno di interesse per presentare le collezioni maschili.

A settembre ha trasformato la sfilata C’N’C in un vero e proprio evento urbano. Ci racconta come è nata l’idea e cosa è successo in Piazza Duomo? Come è stata la risposta della città? { L’idea è nata durante un incontro con l’assessore Giovanni Terzi in occasione della mostra di Fabio Novembre in Triennale. Sono rimasto impressionato dall’energia e dalle potenzialità del progetto. Abbiamo così sviluppato l’idea di ‘Milano Loves Fashion’. Il pubblico e la città mi hanno sorpreso per la straordinaria partecipazione e per il coinvolgimento dimostrato.

È sempre stata sottolineata una dimensione urbana, rigorosa, della linea Costume. In che modo, invece, la donna che veste Costume National può essere più frivola e proiettare la propria sensualità? { In ogni col-lezione cerco di creare capi adatti a una figura rigorosa,

{ In queste due pagine: ritratti del designer Ennio Capasa realizzati da {Matteo Cherubino. Photography assistant {Paolo SimiStylist {Stefano Guerrini Stylist assistant {Mattia Maulini.

Page 6: Stefano Guerrini - Qbik 01

{Qbik VERY QBIK PEOPLE 32

ma che possa esprimere a pieno la propria sensualità, dote irrinunciabile. Nella collezione per l’a/i 2009-2010, ad esempio, le giacche maschili erano portate con tronchetti altissimi, che rendevano l’andatura sexy. E poi amo usare il rosso, che non definirei frivolo, ma decisamente femminile.

Com’è invece l’uomo Costume National e in cosa dif-ferisce da quello C’N’C? { L’uomo Costume ha forse un potere d’acquisto maggiore del più giovane C’N’C. Ha sicuramente un carattere forte, è sicuro del proprio presente e non ha rimpianti riguardo al passato. La sua essenza è il risultato della fusione tra un approccio d’avanguardia e un’eleganza raffinata. Il ragazzo C’N’C è un ‘urban rider’, affronta la vita come se fosse una gara di moto, sicuro di se, con una forte identità, curioso di tutto e sempre online. Esprime il suo stile concentrandosi sui dettagli, è ossessionato da tutto ciò che è contemporaneo, cerca però sempre strade inusuali e non battute da altri.

Dove trova le ispirazioni per le collezioni? In cosa sono diversi gli input creativi per Costume da quelli di C’n’C? Sbaglio a pensare che la prima sia più legata al design, mentre la seconda sia più vicina al mondo della musica? { É esattamente così. Costume National è legata al design, all’innovazione, con una ricerca approfondita delle forme e dei materiali. Invece C’N’C, rivolgendosi ad un target più giovane e attento alle nuove forme di comunicazione, si ispira più liberatamene al rock, non a caso nelle passate stagioni i testimonial della campagna pubblicitaria furono i membri del gruppo Juliette and The Licks, ma non solo, anche alla tecnologia, all’arte e oggi soprattutto al web.

In un’epoca dove si rifugge il total look e si preferiscono le contaminazioni di stili, dove la cosiddetta ‘fast fashion’ ha molto successo, ha ancora valore il concetto di eleganza? Quando una donna o un uomo possono definirsi tali?{ L’eleganza è innata, intrinseca. Non è legata a stagioni, stili o tendenze. Una persona elegante lo è in tutto, non solo nel modo di vestire, ma anche di parlare, di muoversi, perfino nello sguardo che posa sul mondo.

Cosa pensa del successo delle grandi catene della moda a basso costo e delle collaborazioni con nomi importanti della moda?{ Credo che tra una diffusione democratica della moda e il plagio ci sia differenza. Troppo spesso trovo in questo tipo di negozi delle copie di ciò che ha sfilato e non penso sia un approccio creativo auspicabile e corretto.

Il fashion system è stato visto spesso come qualcosa di poco serio, legato solo all’immagine, al lusso. Può invece la moda legarsi a tematiche forti di impegno sociale, può farsi portavoce di messaggi profondi?{ La moda è da sempre connessa a ciò che accade nella nostra società, dalle guerre agli anniversari, dalle crisi alle rinascite. É una delle molteplici arti con la quale la gente può esprimere i propri sentimenti. Ad esempio, io sono personalmente molto impegnato, anche nel mio lavoro, nella salvaguardia dell’ambiente: utilizzo materiali innovativi, ma naturali, come il bambù o il caucciù e ho progettato la Solar Bag, che può ricaricare il cellulare o l’iPod grazie all’energia solare.

Dopo i tanti anni di lavoro e i molti successi, può raccontarci cosa significa fare moda per lei?{ É una passione più che un lavoro. Il mio impegno è mantenerla viva in tutte le collezioni future. {Stefano Guerrini

{ In questa pagina: im-magini della sfilata C’N’C per la p/e 2010, tenutasi durante ‘Milano loves Fashion’.

Page 7: Stefano Guerrini - Qbik 01

{Qbik 47

È l’unico salone a Milano dedicato alle collezioni di abbigliamento e accessori declinate al maschile e durante questo mese di gennaio riconferma la propria presenza come riferimento internazionale per le nuove realtà creative e commerciali. Il 17 gennaio infatti, per tre giorni consecutivi, apre White Homme, che presenterà alla stampa specializzata e ai buyer internazionali le proposte più innovative e interessanti nel campo del menswear. Saranno ottanta gli espositori che parteciperanno a questo ‘fashion trade show’, riuniti in tre aree espositive. ‘Central’ è il corpo centrale dello spazio del Superstudio in Via Tortona che ospita il White, dove le collezioni sono enfatizzate da un allestimento minimale, non ci sono barriere a localizzare le varie collezioni e i brand, lo spazio è delimitato da un gioco di luci per sottolineare la politica selezionatrice della manifestazione, nella quale creatività e prodotto devono sempre incontrarsi. ‘Basement’, lo dice il nome stesso, è l’area delle cantine, con un ingresso separato e riservata ai marchi di ricerca e d’avanguardia, con un mercato magari più di nicchia. Infine ‘XS’ è uno show nello show, uno spazio all’interno del ‘Central’, dove una selezione di dieci aziende debuttanti propone un campionario non superiore ai trenta pezzi.“Il nostro progetto è quello di ampliare il salone, dando spazio ad un numero sempre crescente di espositori e visitatori.” Ci racconta Massimiliano Bizzi, mente creativa del progetto e direttore della manifestazione. “Consci del fatto che la maggior parte dei buyer gravita su Milano, vogliamo creare un salone di riferimento che alleggerisca e faciliti la ricerca e l’acquisto del prodotto moda. Un salone funzionale e stimolante che rientri nel percorso degli acquirenti durante le campagne vendita, agevolandoli in termini di tempo e budget.”A confermare la prerogativa del salone di essere fucina di nuovi progetti e contenitore di creatività selezionata, questa quinta edizione di White Homme presenta tre ospiti speciali, coinvolti con allestimenti e spazi ad hoc: Culti, Maurizio Miri e S+arck with Ballantyne, collezione uomo e donna che il genio del design Philippe Starck ha ideato con l’importante marchio di maglieria, una linea di ‘Intelligent cashmere”, composta da circa 70 capi multifunzionali, caratterizzati da ergonomie innovative e una vestibilità contemporanea. White Homme precede la prima edizione di White Kids, che si terrà dal 24 al 26 gennaio, e White Donna, in contemporanea a White Beauty, dal 28 febbraio al 2 marzo. {Stefano Guerrini

Il Fashion Trade Show al maschile

In questa pagina: due immagini del White di Milano.

Dal 17 al 19 gennaio si tiene la quinta edizione di White Homme, unico salone a Milano dedicato alle collezioni maschili.

Page 8: Stefano Guerrini - Qbik 01

The incredibile Mr. Ecko

{Qbik VERY QBIK PEOPLE 54

Dal primo brand con un rinoceronte come simbolo alla realtà attuale

che comprende più linee, collaborazioni importanti e

incursioni nel mondo multimediale. Marc Ecko ha saputo trasformare

un’idea originale in un vero lifestyle

Ha iniziato nel 1993 creando sei T-shirt nel garage di famiglia e forse allora nessuno avrebbe scommesso sul successo di una maglietta con la grafica di un rinoceronte e, invece, oggi l’avventura di Marc Ecko è diventata un’azienda, la Marc Ecko Enterprises appunto, che conta più di trenta negozi monomarca negli States, una ventina in tutto il mondo e punti vendita in sessanta diversi paesi. Quello che colpisce di Marc Ecko è la capacità di aver trasformato un’idea vincente, un sogno,

in una vera e propria ‘factory’ di progetti ed eventi che, oltre a molte linee di abbigliamento, fra cui Ecko unltd., Cut & Sew, Red by marc ecko, Avirex e Zoo York, comprende anche una divisione multimediale e di video game, la Marc Ecko Entertainment, Ecko Tv e il giornale Complex Magazine. La cultura giovanile, dalla moda all’action sport, dai giochi alla musica confluiscono in un mondo creativo con molteplici diramazioni e collaborazioni, non ultime quella con 50 Cent per la linea G-Unit e quella con la trentennale azienda di moda maschile italiana Montezemolo di Prato per la linea sartoriale Rx. Se l’uomo

Marc Ecko ha molti interessi, ama anche dipingere, come imprenditore è davvero instancabile, basti pensare al recente ingresso in casa Ecko della linea Sir Benni Miles, marchio fondato nel 1995 da Aaron Benjamin Miles a Brooklyn che, con profonde origini newyorkesi, si presenta come pioniere dell’urban, dello streetwear e con influenze che provengono dall’hip hop old school.Incontriamo Marc Ecko.

-

-

Page 9: Stefano Guerrini - Qbik 01

{Qbik VERY QBIK PEOPLE 55

Come è cambiato il mondo creativo di Marc Ecko negli anni, come sono mutate le linee e, a suo avviso, come è cambiato il consumatore? { Il dna del mio brand è rimasto immutato nel tempo. Ecko è da sempre conosciuto per le sue grafiche dalla forte impronta artistica. Negli anni abbiamo fondamentalmente ascoltato i bisogni del mercato, cercando di virare verso brandizzazioni minimal e un fit più slim. Sto anche aumentando il valore qualitativo del prodotto, ponendo attenzione a dettagli e abbellimenti tecnici.

Secondo lei, rispetto al resto del mondo, che tipo di mercato è quello italiano, quali le differenze con gli States ad esempio? { Nell’era di Internet e della globalizzazione economica non vedo grandi differenze nei mercati della moda. Molti brand americani sono distribuiti e hanno successo in Europa e viceversa, molti brand europei godono di grande notorietà e consumo negli USA, Diesel è un esempio su tutti.

Sicuramente è stato precursore in molti campi; come pensa di avere influenzato le nuove generazioni di creativi che lavorano nell’ambito dello street e urban style? { Quando ho cominciato nessuno credeva che una T-shirt con un rinoceronte potesse vendere. Spero che questo abbia ispirato le persone a credere nei propri desideri e sensazioni, cercare di spingere i confini della creatività, sebbene possa sembrare una follia. Il mio motto è: “Lavora duro e vivi con passione ciò che fai”.

A suo avviso quanto è ancora importante la strada come input ispirativo per il sistema moda? { Sicuramente molto. La Street Art, come la moda, sono due fenomeni autentici e popolari. Non mi sorprende affatto che molti fashion designer utilizzino la strada come ispirazione. Molti movimenti sotterranei divengono mainstream ad un certo punto. Credo che, più in generale, la moda sia il riflesso della nostra società.

Sappiamo che lei dipinge, nel suo lavoro c’è una forte

connessione con la graffiti art e con la musica (ad esempio la linea ideata con 50 Cent, G-Unit). In che modo il suo lavoro dialoga con altri ambiti creativi? { Il mio lavoro è in linea con la cultura giovanile e quindi naturalmente connessa con il lifestyle o il genere del mio consumatore. Dalla musica ai videogiochi. Il mio lavoro è fluido, atomizzato, emozionale, giovane.

Più linee di moda, collaborazioni importanti, un giornale come Complex, ma c’è ancora qualcosa che vuole realizzare? Progetti per il futuro?{ Lascio semplicemente fluire l’onda e mi faccio trasportare dal flusso dell’ispirazione, ma sono anche un opportunista; finché potrò essere creativo e saprò sviluppare una buona quantità di lavoro, sarò felice. {Stefano Guerrini

{ In questa pagina: in alto a sinistra immagine della collezione G-Unit,

a destra lo studio del designer; più in basso felpa e giubbotto della collezione Ecko Unltd per la p/e 2010 e magliette

della Mark Eckō Collection. Nella pagina precedente: ritratto

del designer e due opere ispirate a “Alice nel paese delle meraviglie” realizzate

dallo stesso Eckō.{ www.marcecko.com; www.beingmarcecko.com