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STAGIONE 2014 > 2015 OPERA BALLETTO e GALA emozione viva esserci è un'altra cosa

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2014>2015 UNA STAGIONE DI EMOZIONI! Torniamo a parlare di musica. Torniamo a far parlare il Teatro nel linguaggio più “suo”, che malgrado le contingenze rivendica a gran voce la propria funzione di servizio alla comunità, di essere un luogo privilegiato di cultura e dello spettacolo in tutti i suoi polisemici linguaggi, e che fa della propria progettualità un valore aggiunto, un segno distintivo, una cifra stilistica in armonia con la morfologia della sua struttura teatrale, della propria macchina scenica e con le risorse disponibili. Nell’anno dell’Esposizione Universale di Milano, per la quale Genova rappresenta la “Porta a mare”, il Teatro trova una sua specificità, non concorrenziale alle Fondazioni liriche interessate dal grande flusso di pubblico, nella proposta ampiamente articolata del balletto. Proposta che non nasce ex abrupto ma che rientra in un solco della tradizione della grande danza che fece di Genova, in un recente passato, la capitale mondiale. Tramite l’ospitalità delle Compagnie di danza vengono, inoltre, cementate alcune relazioni internazionali tra Istituzioni culturali e politiche. Non a caso il primo appuntamento di danza in Cartellone prevede La Bayadère del Balletto Accademico dell’Opera di Ekaterinburg (Russia), città gemellata con Genova che ha ospitato nell’ultimo biennio concerti organizzati dal Teatro Carlo Felice; Astana Opera, imponente teatro della capitale del Kazakistan inaugurato nell’ottobre scorso, che porta il titolo Spartacus, e col quale il Teatro sta elaborando un progetto pluriennale di collaborazione; Il Balletto di Ghouanzhou (Canton, Cina), impegnato in maggio in Giselle, che ospiterà nel proprio teatro l’Orchestra del Carlo Felice nel mese di settembre 2015. Completano la proposta di danza: Sorolla, balletto di flamenco del Ballet Nacional de España, Les Ballets Trockadero, il Balletto sul ghiaccio di San Pietroburgo con La bella addormentata, e Alvin Ailey American Dance Theatre, oltre ai singoli eventi Mark Morris Dance Group nel mese di novembre, l’ Astana Opera Ballet Gala in gennaio e Sylvie Guillem nel mese di luglio. Questa rinnovata vocazione al balletto non sacrificherà la proposta della lirica del Carlo Felice. La stagione operistica infatti, che aumenta di un titolo rispetto allo scorso anno, si presenta da sé, con titoli di forte impatto emotivo, regie e allestimenti che uniscono creatività e stile, tradizione ed innovazione assecondando un progetto artistico iniziato nelle scorse stagioni. Si comincia, così come avevamo finito nel giugno scorso, nel segno di Lele Luzzati. A riaprire il sipario dopo la pausa estiva sarà, questa volta, l’allestimento storico de L’elisir d’amore. Seguirà in novembre Luisa Miller per la regia di Leo Nucci, titolo che manca da Genova dal 1972, dai tempi del “Margherita”. Ben tre i titoli firmati da Davide Livermore, regista residente del nostro teatro. Una nuova Tosca come titolo di apertura della stagione nel dicembre – gennaio, Billy Budd in aprile e la ripresa in maggio della Carmen. Una nuova produzione di Lucia di Lammermoor affidata al maestro dell’horror Dario Argento, un nuovo allestimento di Fedora ricavato da un ormai consolidato ricorso a materiale scenografico in dotazione al Teatro ma ormai in disuso. Chiuderà la stagione lirica e la proposta “Expò” La Vedova allegra nell’allestimento di Hugo De Ana. Una stagione, quindi, molto lunga e impegnativa, che grazie al grande valore delle masse artistiche, tecniche ed amministrative, continua a tenere la rotta di eccellenza.

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Altra direttrice progettuale è suggerita dal Premio Paganini, previsto nel febbraio – marzo del 2015 e che vede Genova nuovamente centro internazionale dell’arte del violino. Il prestigio del Premio viene quest’anno ulteriormente valorizzato dalla presenza di Fabio Luisi quale Direttore artistico del Concorso. Dell’importante presenza del violino nella sinfonica parleremo diffusamente quando sarà presentata la stagione stessa, ma possiamo già anticipare che sarà un Cartellone ricco di eventi e con la partecipazione consolidata di grandi bacchette e grandi interpreti con molti graditi ritorni e importanti novità. Come ogni stagione, ma quest’anno con particolare enfasi, sarà valorizzata la vocazione didattica e divulgativa del Teatro, con il Coro delle voci Bianche, l’EOS - Ensemble Opera Studio e il DEOS - Danse Ensemble Opera Studio ormai istituzioni stabili in questi ultimi anni, con la capillare attività per le scuole che propone percorsi didattici su misura e laboratori in teatro, le guide all’ascolto propedeutiche alle opere e ai concerti, le conferenze illustrative per i balletti, veri e propri arricchimenti culturali, che forniscono strumenti di comprensione per tutti i “curiosi” del teatro. Un teatro 2.0 che è sempre più una “Piazza di tutti”, multitasking, e che attraverso le trasmissioni in streaming, diventato un modello di comunicazione globale, porta Genova e il suo Teatro in ogni angolo del mondo. È il nostro modo di dire grazie a chi ci ha sostenuto, benvenuto a chi si vuole unire e soprattutto un segnale di ottimismo, di grande apertura alla città, di voglia di fare fronte comune contro le difficoltà di una crisi economica che interessa tutti senza dover rinunciare al bisogno primario di arricchimento culturale, un invito a parlare di musica e di emozioni.

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L’ELISIR D’AMORE Gaetano Donizetti 9,10,11,12 ottobre 2014

Personaggi Interpreti

Adina Anna Maria Sarra Nemorino Pietro Adaini Belcore Marco Bussi Dulcamara Alfonso Antoniozzi Giannetta Sara Cappellini Maggiore

Direttore Alvise Casellati Regia Filippo Crivelli Allestimento del Teatro Carlo Felice di Genova

L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti è un’opera comica e sentimentale insieme. Un melodramma giocoso, come la definirono i suoi autori, o una commedia romantica, come la chiameremmo noi oggi. Circondati da maschere da commedia dell’arte (il soldato vanitoso e fanfarone Belcore, il dottore ciarlatano Dulcamara), spiccano infatti personaggi dalla psicologia più complessa: il giovane innamorato bloccato dalla timidezza, Nemorino, e una donna, Adina, consapevole della propria bellezza e del proprio fascino, ma non per questo egocentrica e manipolatrice. Entrambi, nel corso della vicenda, si metteranno in discussione e cambieranno (come accade alla persone vere e non ai personaggi finti): Nemorino allentando i propri freni inibitori grazie a quello che lui crede essere un filtro d’amore (in realtà, nient’altro che una bottiglia di vino rosso); Adina lasciandosi sedurre, alla fine, dal sentimento sincero di Nemorino, dal suo spirito di sacrificio in nome dell’amore. E scartando saggiamente il machismo superficiale di Belcore. Il libretto – ispirato a Le philtre di Scribe e firmato da un maestro della metrica e della rima, Felice Romani, che qui dà il meglio di sé – contiene anche un pizzico di critica sociale, per quanto sfumata e tra le righe: le fanciulle dell’immaginario paese dei Baschi in cui è ambientato l’intreccio “perdono la testa” per l’impacciato Nemorino non grazie alla pozione magica di Dulcamara, ma alla fortuna economica che uno zio lascia provvidenzialmente in eredità al giovane. Il vero “filtro d’amore”, insomma, per loro è il denaro… L’opera ha sempre riscosso un grande successo a partire dalla sua prima esecuzione, il 12 maggio 1832 al Teatro della Cannobiana di Milano. Lo stesso Donizetti ne fu stupito. Probabilmente, data la consueta fretta con cui lavorò alla partitura (completata in appena quattordici giorni), non si era reso conto di avere scritto una musica perfetta nel suo connubio tra leggerezza e patetismo (la celebre romanza “Una furtiva lagrima”), degna in questo del teatro mozartiano. Il Carlo Felice mette in scena L’elisir d’amore in un proprio allestimento già più volte lodato da critica e pubblico, conquistati fin dal debutto dello spettacolo dall’umorismo garbato della regia di Filippo Crivelli e dalle scene di Lele Luzzati, a metà tra la favola e il cartone animato d’autore.

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LA BAYADÈRE Ludwig Minkus 16,17 (pom.),17 (ser.),18 (pom.),18 (ser.),19 ottobre 2014 Balletto Accademico dell’Opera di Ekaterinburg Coreografia Marius Petipa (Vladimir Ponomarev/Vakhtang Chabukian)

La Bayadère, come Giselle, è uno di quei titoli che, per lo stile coreografico e la storia raccontata, incarnano la quintessenza del balletto classico. Il più grande coreografico ottocentesco, Marius Petipa, autore sia del soggetto che della coreografia originale, associa infatti in questo lavoro i passi della tradizione ballettistica francese e italiana alle immagini che animavano i sogni ad occhi aperti del pubblico tardoromantico: paesaggi esotici, promesse d’amore tradite, sentimentalismo e tragedia, evocazioni soprannaturali (come il momento più noto del balletto, il Grand Pas Classique il “Regno delle ombre”). Quanto alla musica dell’austriaco Ludwig Minkus è, nella sua semplicità e nel suo candore, l’equivalente in note del tutù di tulle. Allestita per la prima volta nel 1877 al Teatro Imperiale Bolshoi Kamenny di S. Pietroburgo, La Bayadère (ovvero la “danzatrice del tempio”) verrà interpretata al Carlo Felice dal Balletto Teatro dell’Opera di Ekaterinburg, compagnia fondata un secolo fa e oggi tra le più importanti istituzioni che mantengono in vita la grande tradizione della scuola del balletto russo. La versione proposta è quella originale di Petipa rivista nel 1941 da Vladimir Ponomarev e Vakhtang Chabukian.

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GRITO & SUITE SEVILLA 23, 24, 25, 26, 28, 29 ottobre 2014 Ballet Nacional de España Direttore compagnia: Antonio Najarro

Il dittico coreografico presentato dal Ballet Nacional de España è unito dallo stesso tema: il flamenco, il canto-ballo nato dalla contaminazione tra la musica popolare andalusa e quella gitana.

Grito, creato appositamente per il BNE dal celebre ballerino e attore spagnolo Antonio Canales, è un viaggio attraverso i vari tipi di flamenco: Seguirillas, Soléa, Alegrìas, Tangos. Presentato in pubblico per la prima volta il 9 dicembre 1997 al Teatro Pérez Galdós di Las Palmas, è ormai un classico del repertorio del BNE.

Suite Sevilla, invece, è opera del direttore della compagnia, Antonio Najarro. Diviso in nove parti, sulle musiche di Rafael Riqeuni, cariche di nostalgia per le tradizioni popolari andaluse, il balletto è una creazione originale in cui Najarro fonde la danza classica spagnola e il flamenco con le tendenze coreografiche più all’avanguardia. Lo spettacolo ha debuttato con grande successo al Teatro Mira Madrid il 19 febbraio 2011.

4 novembre 2014

MARK MORRIS Mark Morris Dance Group

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LUISA MILLER Giuseppe Verdi 18, 23, 25, 28 novembre 2014

Personaggi Interpreti principali Luisa Anna Pirozzi Miller Leo Nucci Rodolfo Giuseppe Gipali Conte Walter Carlo Colombara Federica Daniela Innamorati

Direttore Andrea Battistoni Regia Leo Nucci Ripresa da Salvo Piro Allestimento Fondazione Teatri di Piacenza, Teatro Comunale di Ferrara, Teatro Alighieri di Ravenna

La grandezza di Verdi è nell’incredibile capacità di superare se stesso ad ogni nuova opera, fino a raggiungere le vette degli ultimi capolavori. In questo percorso di maturazione e rinnovamento stilistici (che non ha paragoni nella storia della musica), Luisa Miller rappresenta una tappa fondamentale: è un ponte gettato tra il primo e il secondo Verdi che, dalle tragedie collettive del primo periodo, condurrà a quelle più personali e intime di Traviata e Rigoletto. Con Luisa Miller Verdi inizia a staccarsi dai vasti affreschi storici e a spostarsi verso l’analisi delle emozioni e delle psicologie connesse ai drammi borghesi. E la scrittura vocale della protagonista, vittima di un amore reso impossibile dagli intrighi di palazzo, preannuncia già in parte, infatti, quella di Violetta. Il libretto, di Salvatore Cammarano, è tratto dal dramma Kabala und Liebe [Amore e raggiro] di Schiller. L’opera debuttò con successo pieno l’8 dicembre 1849 al Teatro San Carlo di Napoli. L’allestimento della Luisa Miller proposto quest’anno dal Carlo Felice è una produzione della Fondazione Teatri Piacenza, Ferrara, Ravenna. E vede come regista il più grande Rigoletto del nostro tempo, Leo Nucci. «Abbiamo spostato l’azione dal ‘600 all’800 – spiega Nucci – perché nel dramma di Verdi il tempo, indicato nel libretto, è ininfluente, non condiziona la storia. Così l’abbiamo pensato nell’800, ma non ne abbiamo mutato né travisato la sostanza. Il regista è Verdi ed è importante rimettere al centro il dramma, la coerenza e l’intelligenza della drammaturgia.»

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TOSCA Giacomo Puccini 20, 21, 23, 27, 28 , 30 dicembre 2014 e 2 gennaio 2015

Personaggi Interpreti principali Mario Cavaradossi Gregory Kunde Tosca Aprile Millo Scarpia Carlos Alvarez

Regia Davide Livermore Nuovo allestimento del Teatro Carlo Felice di Genova

La Tosca di Giacomo Puccini, su libretto dei fidati Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, è un’opera degli eccessi. La gelosia di Tosca, l’eroismo repubblicano del suo amato, il pittore Mario Cavaradossi, la cattiveria del Barone Scarpia, capo della polizia: tutto è estremo, in questa vicenda ambientata nella Roma politicamente in subbuglio del 1800. I momenti forti non si contano: la tortura di Cavaradossi e la sua fucilazione in scena; Tosca che, cantante lirica vissuta sempre “d’arte e d’amore”, senza far “mai male ad anima viva”, uccide Scarpia, colui davanti a cui “tremava tutta Roma”, congedandosi dal suo cadavere con un rituale tra il macabro e il solenne; il salto nel vuoto di Tosca dai bastioni di Castel Sant’Angelo; la libidine sfrenata di Scarpia. C’è chi, come Alberto Arbasino, vede in Tosca una messa in scena della Crudeltà, il manifesto di un “Teatro della Ferocia” davanti a cui impallidiscono, secondo lo scrittore, titoli giudicati di solito molto più perfidi. La storia, del resto, è tratta dal dramma omonimo (1887) di Victorien Sardou, uno specialista del teatro a tinte forti che andava di moda nella Parigi di fine ‘800. L’impatto della vicenda è intensificato dalle scelte compositive di Puccini, che si susseguono con il tempismo di un montaggio cinematografico: melodie di sicuro effetto (“Vissi d’arte”, “Recondita armonia”, “E lucevan le stelle”), armonie inaspettate, colori timbrici di densità pittorica. A più di un secolo dalla prima assoluta (Roma, Teatro Costanzi, 14 gennaio 1900), Tosca rivive al Carlo Felice, in un nuovo allestimento, filtrata dallo sguardo acuto e innovatore del regista Davide Livermore.

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SPARTACUS Aram Khachaturian 21, 24 (pom.), 24 (ser.) 25, 27 (pom.),27 (ser.) gennaio 2015 Balletto dell’Opera di Astana Coreografia Yuri Grigorovich Spartacus è il più famoso balletto russo del secondo dopoguerra. Fu danzato per la prima volta dal Kirov Ballet il 27 dicembre 1956 al Teatro dell’Opera di Leningrado, riscuotendo subito un grande successo. Merito della trama che celebrava lo spirito rivoluzionario, ispirata alla figura di Spartaco, lo schiavo romano ribelle e leader di una rivolta che portò a una guerra di classe. Ma merito soprattutto della musica trascinante e sgargiante di Aram Khačaturian. Il corpo di ballo del neonato Teatro dell’Opera di Astana, progettato dall’architetto italiano Renato Archetti ed inaugurato il 21 ottobre 2013, proporrà Spartacus nella sua versione coreografica di maggior successo, firmata nel 1968 da Yuri Grigorovich. La compagnia kazaka si esibirà inoltre in un “Danza Gala”. 23 gennaio 2015

DANZA GALA Balletto dell’Opera di Astana

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LUCIA DI LAMMERMOOR Gaetano Donizetti 21, 22, 24, 27, 28 febbraio e 1 marzo 2015

Personaggi Interpreti principali Lucia Desirée Rancatore Edgardo Stephen Costello Raimondo Orlin Anastassov

Direttore Giampaolo Bisanti Regia Dario Argento Nuovo allestimento del Teatro Carlo Felice di Genova L’eroina fragile, debole di nervi, consumata dalla follia, è una figura ricorrente nel teatro lirico. Ma nessuna delle tante “scene della pazzia” che attraversano il mondo dell’opera è realistica e toccante come quella del terzo atto della Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti. La musica e il teatro, questa volta, vanno ben oltre la convenzione, dando voce a quel disagio psichico che la psicoanalisi, poco più di mezzo secolo dopo (Lucia debutta al San Carlo di Napoli il 26 settembre 1835), cercherà di comprendere e guarire. E che, per un terribile scherzo del destino, colpirà lo stesso Donizetti, morto nel 1848 ormai privo di ragione. Il libretto, di Salvatore Cammarano, è tratto dal romanzo The bride of Lammermoor di Sir Walter Scott. Una vicenda di amore contrastato ambientata nella Scozia del XVI secolo: la costrizione a rinunciare al vero amore su pressione del fratello porta Lucia alla follia, ad assassinare il marito e a morire di dolore. Un tragedia romantica, che Donizetti mette in musica con mano magistrale: la vena melodica è fluente e inesauribile, l’armonia (a partire dalle prime battute del Preludio) pensosa e intensa, la strumentazione ricca di sorprese timbriche e di invenzioni originali. Come il lungo solo di arpa che introduce la prima apparizione in scena di Lucia: una cascata di note che già prefigura il dilagare imminente della sua follia. Perché quella di Lucia non è la pazzia “maschile” di Orlando, amplificazione dell’ira, fatta di sguardi infuocati, di urla animalesche e di capelli strappati con le proprie mani, eroica a suo modo. È una follia al femminile, che si manifesta in insistiti gorgheggi esili e filiformi. La voce della pazzia di Lucia, come ha scritto Alberto Savinio, «è il soffio più sottile, più leggero, più aereo che si possa dare, e il più gelido, pure.» A curare la regia della nuova Lucia allestita dal Teatro Carlo Felice, un regista cinematografico di culto che indaga da sempre il lato oscuro dell’animo umano: Dario Argento.

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FEDORA Umberto Giordano 21, 22, 24, 25, 27, 29 marzo 2015

Personaggi Interpreti principali: Fedora Daniela Dessì Loris Ipanov Fabio Armiliato De Siriex Lucio Gallo

Direttore Valerio Galli Regia Pier Francesco Maestrini Nuovo allestimento del Teatro Carlo Felice di Genova La sintesi più azzeccata della tipica opera verista italiana è di Massimo Mila: “un’opera lirica cantata da cima a fondo.” La definizione si adatta perfettamente a Fedora, con Andrea Chénier il titolo più famoso e riuscito di Umberto Giordano, frutto caratteristico del verismo musicale nostrano. La melodia la fa da padrona per tutti i tre atti, anche quando il testo sembrerebbe suggerire un semplice recitato intonato. Una melodia appassionata e istintiva, che sembra sgorgare direttamente “dal cuore”, senza filtri, alla ricerca di una verità espressiva, appunto, priva di condizionamenti. E culminante, non a caso, nell’acuto di forza e prolungato: laddove il canto si fa tutt’uno con il grido (di rabbia, di disperazione, d’amore). L’alta temperatura melodica è la ragione principale della grande popolarità di Fedora e dei suoi momenti clou (“O grandi occhi lucenti”, “Amor ti vieta”, “Tutto tramonta”), insieme ad un’orchestra incalzante, sempre con il fiato sul collo dell’azione, come le future colonne sonore cinematografiche (che molto impareranno da partiture come questa). Melodramma di passione, vendetta e colpa, Fedora si svolge su uno sfondo storico tormentato dai conflitti politici ed ideologici, prediletti da Giordano proprio perché incoraggiavano una musica in perenne ebollizione: la Russia zarista della fine dell’800, alle prese con il movimento terroristico dell’epoca, i nichilisti (i “demoni” di Dostoevskij). Il libretto, di Arturo Colautti, è basato sull’omonimo dramma di Victorien Sardou, cavallo di battaglia di Sarah Bernhardt, la cui interpretazione fu proprio la scintilla che accese in Giordano il desiderio di trasformare in opera l’originale in prosa. Il battesimo di Fedora, al Teatro Lirico di Milano il 17 novembre 1898, fu anche la prima affermazione di un cantante destinato a diventare il tenore verista per antonomasia: Enrico Caruso. Al Carlo Felice Fedora andrà in scena in un nuovo allestimento affidato alla regia di Pier Francesco Maestrini.

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BILLY BUDD Benjamin Britten 17, 18, 19, 21, 23 aprile 2015

Personaggi Interpreti principali: Billy Budd Phillip Addis Captain Vere Alan Oke Claggart Graeme Broadbent Mr. Redburn Christopher Robertson

Direttore Andrea Battistoni Regia Davide Livermore Allestimento del Teatro Regio di Torino

Il racconto Billy Budd, Sailor di Herman Meliville, del 1891, sembra stato scritto apposta per essere messo in musica, in futuro, da Benjamin Britten: la lotta tra bene e male, le passioni nascoste che trovano sfogo solo nella violenza proprio perché represse, l’innocente vittima sacrificale, come un nuovo Cristo, dell’ingiustizia degli uomini, la fatica di assumersi la responsabilità delle proprie decisioni, il rimorso di chi non è cattivo, ma non abbastanza forte per agire secondo giustizia. Il tutto circondato ancora una volta dal mare, come in Peter Grimes, allegoria della solitudine a cui è condannato l’universo esclusivamente maschile dei marinai de “L’Indomabile”, il vascello inglese su cui, nel 1797, si svolgono i fatti rievocati anni dopo dal capitano Vere. La storia di Billy Budd, giovane e timido marinaio impiccato dall’equipaggio per aver ucciso il malvagio maestro d’armi Claggart, che aveva macchinato per accusare ingiustamente Billy – di cui era geloso, ma da cui era anche attratto – di complotto, riassume in sé l’intera concezione teatrale di Britten: l’opera lirica come missione etica, morale, che ha il dovere di rappresentare la sconfitta dei puri davanti a chi è senza scrupoli e la sopravvivenza grigia di chi non si sa schierare (il capitano Vere). La musica rifiuta ogni enfasi, ogni retorica, che finirebbe per falsificare il senso profondo di ciò che accade sulla scena: il registro scelto è quello dell’inquietudine, dello scavo interiore, ottenuto facendo tesoro dell’esperienza del teatro espressionista (quello di Berg in particolare) e aprendo il linguaggio armonico all’ambiguità tonale, riflesso sonoro dell’ambiguità morale che domina a bordo de “L’Indomabile”. La prima assoluta dell’opera (il cui libretto è di uno scrittore del valore di Edward Morgan Forster, coadiuvato da Eric Crozier), al Covent Garden di Londra il 1 dicembre 1951, fu salutata come un evento: Britten veniva consacrato definitivamente come il più grande compositore inglese dopo Purcell. Il Carlo Felice presenta Billly Budd nell’allestimento del Teatro Regio di Torino, con la regia di Davide Livermore, incentrata sulla sfida tecnica di non ricostruire una nave in scena, ma di trasformare in un vascello i ponti mobili e le strutture dello stesso palcoscenico.

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CARMEN Georges Bizet 8, 9,10,12,15,17 maggio 2015

Personaggi Interpreti principali

Carmen Sonia Ganassi Don José Francesco Meli Escamillo Alexander Vinogradov Micaela Serena Gamberoni

Regia Davide Livermore Allestimento del Teatro Carlo Felice di Genova Il pubblico dell’Opéra-Comique di Parigi, il 3 marzo 1875, prese una delle più clamorose cantonate nella storia dell’opera lirica: non capì che Carmen era un capolavoro senza precedenti e la fischiò. La sala fu scioccata dalla passionalità e dalla violenza della vicenda (che l’esperta coppia di librettisti Halévy e Mehilac aveva ricavato dall’omonima novella di Mérimée) e si spaventò davanti all’incontenibilità del carattere di Carmen, archetipo della futura femme fatale teatrale e cinematografica. Il contesto in cui si muovono i protagonisti non aiutò: per la prima volta si ascoltavano arie, duetti, quartetti, cori cantati da zingari, ladri, sigaraie, toreri e contrabbandieri; un universo sociale emarginato e di malaffare che non sembrò degno di calcare un palcoscenico operistico. Carmen fu un vero scandalo, insomma, che riempì la sala per quarantacinque repliche consecutive solo perché l’avversione generale si mescolò ad una curiosità morbosa. Di lì a pochi mesi, però, compositori noti per i loro giudizi tranchant sulla musica altrui come Brahms e Wagner, filosofi senza peli sulla lingua come Nietzsche, si schierarono pubblicamente dalla parte del compositore, Georges Bizet, morto appena trentasettenne quattro mesi dopo il fiasco parigino. E tutti, allora, si accorsero in ritardo che Carmen svecchiava come nessun altro titolo la concezione tradizionale dell’opera lirica; e non tanto perché la musica di Bizet era riuscita a tradurre alla perfezione nella lingua musicale francese le sonorità di quella spagnola, quanto per la vitalità e la sensualità popolaresche che, finalmente, non venivano più messe al bando dalla musica colta. La partitura di Carmen è scritta con la consapevolezza e il controllo di un giovane maestro della melodia, dell’armonia e della strumentazione, che aveva studiato al Conservatorio di Parigi con Gounod e aveva vinto il più prestigioso concorso accademico musicale francese, il “Prix de Rome”. Ma al tempo stesso è senza freni e disinibita, figlia di un musicista con gli occhi rivolti alla vita e non solo alla scuola. E oggi, non soltanto Carmen è una delle opere più rappresentate al mondo, ma, come Traviata o Don Giovanni, è quasi il sinonimo stesso del teatro in musica. Il Carlo Felice ripropone Carmen nella regia di Davide Livermore, che ha spostato la storia ai giorni della rivoluzione cubana: una scelta controcorrente, ma motivata dall’aver individuato un equivalente novecentesco dell’atmosfera conflittuale già presente nella trama originale.

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GISELLE Adolphe Adam 21, 22 (pom.), 22 (ser.), 23 (pom.),23 (ser.), 24 maggio 2015 Balletto di Guangzhou Il tutù di mussola bianca, l’elevazione sulle punte (conquistata da poco), la magrezza dei corpi, le braccia come ali sottili e leggere… È così che il balletto romantico vede la donna: eterea, evanescente, immateriale. E, naturalmente, vestita di bianco (ballet blanc), almeno in un atto. Le Silfidi (creature fatte di vento) de La Sylphide, i cigni di Čajkovskij, le Villi (secondo un’antica leggenda, le anime delle fidanzate morte per amore e condannate a danzare ogni notte fino all’alba) di Giselle sono tutte variazioni su uno stesso tema femminile: quello della donna non come creatura terrena, ma come fantasma. Ad ispirare allo scrittore Théophile Gautier il soggetto di Giselle fu una donna in carne e ossa, ma capace più di ogni altra, all’epoca, di danzare come se fosse senza peso: l’istriana Carlotta Grisi, che sarà poi la prima Giselle della storia, all’Opéra di Parigi il 28 giugno 1841 (coreografie di Jean Coralli e Jules Perrot, musiche di Adolphe-Charles Adam). La trama – Giselle che salva il principe Albrecht da una danza estenuante e mortale anche se lui l’ha ingannata causandone la morte e la trasformazione in una Villi – è poco più di un pretesto per permettere la danse aérienne, la danza aerea in cui corpi si staccano da terra e rimangono il più possibile sospesi a mezz’aria. La vera aspirazione, forse, di tutta la danza classica. Al Carlo Felice Giselle verrà interpretata dal Balletto di Guangzhou, compagnia cinese fondata nel 1974 con lo scopo, da un lato, di assimilare la tradizione del balletto europeo e, dall’altro, di promuovere la danza contemporanea del proprio paese.

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LES BALLETS TROCKADERO 10, 11, 12, 13 (pom.),13 (ser.), 14 giugno 2015 Les Ballets Trockadero de Monte Carlo

LA BELLA ADDORMENTATA Pëtr Il’ič Čajkovskij 18, 19 (pom.), 19 (ser.), 20 (pom.), 20 (ser.), 21 giugno 2015 Balletto sul ghiaccio di San Pietroburgo Coreografia Konstantin Rassadin Torna al Carlo Felice, per il terzo anno consecutivo, il Balletto sul ghiaccio di S. Pietroburgo, fondato nel 1967 da Konstantin Boyarski. E si conclude così, con La bella addormentata nel bosco, la trilogia čajkovskijana danzata sul ghiaccio che ha preso il via due anni fa con Il lago dei cigni ed è proseguita l’anno scorso con Schiaccianoci. Non si tratta di un classico “show on ice”, né di un’esibizione sportiva di pattinaggio sul ghiaccio, ma di un vero e proprio balletto classico danzato interamente sui pattini e sul ghiaccio (prodotto grazie ad una particolarissima tecnologia). Un caso unico al mondo.

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THE NEXT GENERATION OF AMERICAN DANCE AILEY II 23, 25, 26, 27 (pom.), 27 (ser.), 28 giugno 2015 Alvin Ailey American Dance Theater I danzatori della compagnia Ailey II sono noti per la loro straordinaria capacità di coinvolgere il pubblico e di impostare le loro performance su forza e agilità. Sotto la direzione artistica di Troy Powell, questa compagine acclamata dai critici presenta spettacoli coinvolgenti e porta avanti in tutto il mondo il proprio impegno nella formazione alla danza. Lo spirito della compagnia emerge ogni volta che i danzatori si esibiscono nel loro repertorio, che include le creazioni senza tempo di Alvin Ailey (come il capolavoro del 1960 Revelations, uno dei vertici della danza del secondo ‘900) e nuove coreografie di importanti autori contemporanei. Ailey II è una compagnia d’eccezione che unisce lo spirito e l’energia dei migliori talenti della giovane danza americana e la passione e la creatività dei migliori coreografi emergenti. Nata nel 1974, la compagnia incarna l’intento pionieristico del grande coreografo afroamericano Alvin Ailey di fondare una vasta comunità culturale che proponga spettacoli di danza, programmi di formazione e altre iniziative rivolte al pubblico. In primo luogo per continuare la missione artistico-sociale di Ailey, che, attraverso uno stile coreografico che fonde tecnica classica e modern dance sulle note del blues, del jazz e degli spirituals, è riuscito ad emancipare dal ghetto il ballo nero americano e a farlo apprezzare in tutto il mondo. 5 luglio 2015

GALA SYLVIE GUILLEM

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LA VEDOVA ALLEGRA Franz Lehár 18,19, 21, 23, 24, 25 luglio 2015 Direttore Felix Krieger Regia Hugo De Ana Allestimento Li. Ve. Lirica Veneto

Matrimonio per amore o matrimonio per interesse? Il dilemma attraversa a tal punto la società umana, in ogni epoca, che tutte le forme d’arte, prima o poi, hanno sentito il bisogno di affrontarlo. In forma drammatica, come nei romanzi di Henry James, o in chiave comica, come ne La vedova allegra di Franz Lehár, la più celebre di tutte le operette. L’eterna lotta tra le ragioni del cuore e quelle del portafoglio si snoda, qui, tra un immaginario stato in bancarotta, una bella vedova in possesso di un’eredità di venti milioni di franchi, cacciatori di dote e gli immancabili equivoci, spingendo a riflettere, tra una risata e l’altra, sulle piccolezze degli uomini. Andata in scena per la prima volta a Vienna, al Theater an der Wien il 30 dicembre 1905, La vedova allegra (su libretto di Victor Léon e Leo Stein, dalla commedia L’attaché d’ambassade di Henri Meilhac) consacrò subito l’ungherese Lehár come il vero erede degli Strauss. Spumeggiante nel ritmo, inesauribile nell’invenzione melodica, a tratti nostalgica e malinconica, La vedova allegra dimostra che la leggerezza, in musica, non è per forza sinonimo di banalità. Musicisti serissimi e impegnati, infatti, l’hanno amata e diretta, come il compositore-direttore Bruno Maderna, nome di punta della musica d’avanguardia italiana del secondo ‘900. Il Carlo Felice presenta La vedova allegra nella produzione di Lirica Veneto, con la regia dell’argentino Hugo De Ana: uno spettacolo coloratissimo, in cui l’ironia serve a svelare la decadenza nascosta dietro lo sfarzo dei costumi e la sontuosità delle scene. Un classico riletto attraverso uno stile registico che si mantiene in equilibrio tra modernità e tradizione.

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STAGIONE 2014/2015 PROGETTO DI PROMOZIONE CULTURALE PER I GIOVANI Ottobre 2014 – Giugno 2015

Le prove aperte I percorsi di prova A Scuola di Opera Le visite guidate a teatro I laboratori in attrezzeria I laboratori in sartoria Prezzi e formule di abbonamenti Giovani

Secondo il dettato statutario della Fondazione, uno degli obiettivi dei Teatri d’Opera consiste nel favorire l’avvicinamento dei giovani alla cultura musicale. A tale proposito la Fondazione presenta anche per quest’anno scolastico una variegata proposta di spettacoli, con cicli speciali in grado di abbinare varie tipologie di rappresentazioni a prezzi fortemente promozionali, sostenute da percorsi di preparazione alla visione modulata a seconda del target di pubblico scolastico. LE PROVE APERTE DELLA STAGIONE SINFONICA RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE PRIMARIE E SECONDARIE DI PRIMO GRADO Prosegue la tradizionale apertura ai giovanissimi delle prove generali del mattino di alcuni concerti della Stagione Sinfonica 2014/2015.

Tale partecipazione consente agli studenti di seguire dal vivo tutte le riprese, le modifiche e gli accorgimenti che il Direttore detta ai Professori dell’Orchestra e/o agli artisti del Coro. La prova sarà preceduta o seguita da un incontro con il direttore d'orchestra o con il solista o con un responsabile artistico del teatro. Prezzo del biglietto: 3 euro. Per ogni prova verranno preparate dispense didattiche di preparazione all’ascolto, con guida alla scoperta degli strumenti musicali presenti in palcoscenico e descrizione delle voci del coro impegnate nella produzione sinfonica. I PERCORSI DI PROVA RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SECONDARIE DI SECONDO GRADO Si tratta di scoprire l’opera ed il suo allestimento dalla prima prova di lettura (quando i professori d’orchestra iniziano a leggere la partitura con il direttore) fino alla prova generale (ultimo momento prima della prima). Nell’ambito dei percorsi di prova gli ascolti saranno preceduti da brevi incontri introduttivi.

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A SCUOLA DI OPERA OVVERO LE LEZIONI INTRODUTTIVE DUI TITOLI DELLA STAGIONE ARTISTICA RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE PRIMARIE E SECONDARIE DI PRIMO GRADO In Sede L’obiettivo è di affiancare il lavoro già svolto in classe attraverso un approfondimento dell’analisi musicologica su ciascun titolo delle opere liriche in cartellone previsto nei turni di abbonamento riservati alle scuole (turni G e H) evidenziando le relative coordinate storiche dell’opera. Si tratta di rendere il più semplice possibile la trama dell’opera, far familiarizzare i ragazzi con i personaggi principali abbinati alle voci ed ai timbri musicali presenti nella produzione lirica. A completamento degli incontri vengono realizzate delle esemplificazioni musicali o meglio dei veri e propri momenti musicali dal vivo al pianoforte per avvicinare i giovanissimi alla partitura.

Direttamente negli Istituti scolastici RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE PRIMARIE, SECONDARIE DI PRIMO E SECONDO GRADO E DELLE UNIVERSITA’ Si tratta di un servizio mobile direttamente a domicilio, ovvero in sede scolastica: il melodramma raccontato attraverso agili conferenze finalizzate alla conoscenza con il mondo dell’opera, del suo contesto letterale e storico con cenni sull’autore, sulla fonte del libretto, e con un ascolto ragionato delle parti più salienti della partitura. A completamento della preparazione vengono distribuite apposite schede didattiche con informazioni utili per la visione dell’opera. LE VISITE GUIDATE IL CONTENITORE TEATRO Rivolte agli studenti di ogni ordine e grado, inclusi studenti delle Facoltà di Architettura italiane ed estere, permettono di familiarizzare con il contenitore Teatro scoprendo i magici quattro palcoscenici ad altissima tecnologia.

A completamento della visita guidata nel secondo Foyer sarà possibile visitare la mostra didattica permanente “Il mondo nascosto delle macchine teatrali” realizzata dalla Fondazione Teatro Carlo Felice in collaborazione con il Dipartimento di Meccanica e Costruzione delle macchine dell’Università di Genova e l’ Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Si tratta di una serie di modelli in scala di apparati scenici tradizionali dalla macchina del vento sino ad arrivare a riproduzioni di finte cascate d’acqua con relativi pannelli esplicativi sulla storia della scenotecnica.

Prosegue, grazie al successo riscosso nelle ultime stagioni, l’iniziativa congiunta con Palazzo Ducale ovvero un lunedì al mese, prenotando presso il Servizio Relazioni Esterne – Ufficio Didattica - della Fondazione Teatro Carlo Felice, sarà possibile continuare la visita guidata alla Torre ed agli spazi di Palazzo Ducale.

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I LABORATORI DIDATTICI “L’importanza della manualità con l’ausilio dei cinque sensi”. I LABORATORI IN ATTREZZERIA RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE PRIMARIE Si tratta di laboratori didattici che permettono agli studenti delle scuole primarie di sentirsi protagonisti della fantastica macchina teatrale lavorando, sotto la guida degli attrezzisti, in spazi appositamente dedicati e ricavati nel cuore del Teatro: partendo da disegni, bozzetti e progetti studiati in base alle capacità realizzative e manuali i ragazzi, insieme ad i loro insegnanti, possono ricreare oggetti di scena con materiali base come il legno, la plastica e la carta trasformata in cartapesta. Il tutto avviene prima dell’andata in scena dell’opera: magicamente i bozzetti e i disegni di registi e scenografi prendono forma con grande soddisfazione di bambini, insegnanti ed addetti ai lavori.

I LABORATORI IN SARTORIA RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE PRIMARIE E SECONDARIE DI PRIMO GRADO Nella sartoria del teatro, al 16° piano della torre scenica saranno organizzati degli incontri nel corso dei quali sarà possibile assistere ad alcune prove costume per capire e vedere come dal bozzetto originale del costumista le sarte provvedono al riadattamento per gli interpreti dell’opera: modifiche, aggiunte, cambi ed altri trucchi del mestiere.

Sono stati inoltre studiati piccoli laboratori manuali: tintura e colorazione dei tessuti, creazione di travestimenti di scena (per esempio la gobba imbottita di Rigoletto o accessori di scena quali cappelli e borsette). Alla conclusione degli appuntamenti incontri con il/la costumista dell’opera per conoscere segreti del mestiere ed aneddoti legati alla carriera. Il progetto di Educazione alla Musica viene sostenuto da :

Consorzio Bacino Imbrifero Montano del Bormida

A sostegno del progetto rivolto agli studenti degli Istituti scolastici dell’intera regione Liguria, il Consorzio ha contribuito e tuttora conferma il contributo alla realizzazione di tutto il materiale editoriale prodotto e stampato per ogni iniziativa didattica.

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Prezzi e Turni di Abbonamento

Sono state studiate apposite formule di abbonamento e di card dedicati a gruppi scolastici (Turni G e H) e viene comunque riconfermata la possibilità di accesso a tutti gli spettacoli della programmazione.

Turno G: per quest’anno sono previsti quattro titoli, due d’opera e due di balletto:

al prezzo in abbonamento pari a Euro 55.00 (singola rappresentazione Euro 16.00)

Turno G1: per quest’anno sono previsti tre titoli, due d’opera e uno di balletto al prezzo in abbonamento pari a Euro 40.00 (singola rappresentazione Euro 16.00)

Turno H per quest’anno sono previsti quattro titoli, due di balletto e due d’opera:

al prezzo in abbonamento pari a Euro 55.00 (singola rappresentazione Euro 16.00)

Turno H1: per quest’anno sono previsti tre titoli, due d’opera e uno di balletto al prezzo di abbonamento pari a Euro 40.00 (singola rappresentazione Euro 16.00)

Sono inoltre riconfermate le Card riservate a gruppi scolastici con le seguenti proposte

School Card 3 (3 recite a scelta, ad esclusione dei matinée feriali, di sabato e di domenica) a Euro 75.00

School Card 4 (4 recite a scelta, ad esclusione dei matinée feriali, di sabato e di domenica) a Euro 100.00

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I Progetti culturali

Riprendono anche per questa stagione artistica le variegate proposte culturali organizzate e promosse dalla Fondazione Teatro Carlo Felice per introdurre, approfondire e far conoscere i titoli d’opera e di balletto previsti dalla stagione 2014/2015. La novità Le Conferenze illustrative Si consolida da questa stagione la forte sinergia tra il Teatro Carlo Felice e l’Associazione Amici del Carlo Felice e del Conservatorio N. Paganini ovvero per ogni titolo delle opere in stagione vengono unificate le tradizionali audizioni discografiche e le conferenze organizzate dalla Fondazione in un unico appuntamento ovvero le Conferenze illustrative. Si tratta di una serie di incontri costituiti da una ascolto ragionato sulle musiche dell’opera correlato da un approfondimento sulla drammaturgia, sulla trama e sui personaggi presenti. Gli incontri, preziosi strumenti anche per neofiti, saranno tenuti da brillanti musicologi e giornalisti. La novità Invito alla Danza In considerazione dei numerosi titoli di balletto presenti nella Stagione 2014/2015 è stato ideato un ciclo di conferenze che precede l’andata in scena di ogni Compagnia di ballo per approfondire le caratteristiche dello spettacolo. Filo conduttore degli incontri sarà un percorso sulla storia della danza partendo dalle sue origini. Le Mostre e le tavole rotonde Su alcuni titoli della Stagione vengono organizzati progetti monografici multidisciplinari con l’organizzazione di tavole rotonde e seminari di approfondimento in collaborazione con le Istituzioni culturali della Città e della Regione. A completamento dei progetti verranno allestite mostre a tema nel Foyer principale e nel Foyer dell’Auditorium Eugenio Montale. Le Attività culturali sul territorio Nell’ambito del progetto di divulgazione della cultura musicale sul territorio regionale si è sviluppata una fitta rete di conferenze monografiche direttamente nelle sedi delle Associazioni Musicali e Culturali, nei circoli ricreativi aziendali, in Associazioni legate alla Terza Età e non ultimi presso i Municipi del Comune di Genova. Prosegue inoltre la tradizionale rassegna organizzata in collaborazione con la Libreria Feltrinelli “Un pomeriggio all’opera”. Si tratta di una serie di incontri direttamente in Libreria, nel cuore della città di Genova, alla presenza di un moderatore e degli artisti impegnati nella produzione lirica.