Stage

84
Stage formativo Stage formativo Percorsi nella società complessa Percorsi nella società complessa GLOBALIZZAZIONE E PRODUZIONE GLOBALIZZAZIONE E PRODUZIONE Berco – Un’esperienza in Berco – Un’esperienza in controtendenza controtendenza Liceo Classico L. Ariosto Ferrara Indirizzo Scienze Sociali Anno Scolastico 2006/2007 Dal Lavoro ai lavori Dal Lavoro ai lavori

description

 

Transcript of Stage

Page 1: Stage

Stage formativoStage formativo

Percorsi nella società complessaPercorsi nella società complessa

GLOBALIZZAZIONE E PRODUZIONEGLOBALIZZAZIONE E PRODUZIONE

Berco – Un’esperienza in controtendenzaBerco – Un’esperienza in controtendenza

Liceo Classico L. Ariosto Ferrara

Indirizzo Scienze Sociali

Anno Scolastico 2006/2007

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 2: Stage

TirocinantiTirocinanti

Laura Aguiari

Vanessa Conti

Carlotta Gamberini

Tutor interniTutor interni

Docente di storia, Girolamo De Michele

Docente di diritto ed economia, Daniela Veloccia

Tutor esterni Tutor esterni

Daniele Mingozzi

CoordinamentoCoordinamento

Lucia Marchetti

Page 3: Stage

“Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l’amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi)

costituisce la miglior approssimazione concreta della felicità sulla terra: ma questa è una verità che non molti conoscono.”

Primo Levi, La chiave a stella

Page 4: Stage

Motivazione della sceltaMotivazione della scelta

Il nostro interesse rispetto a questo argomento, muove dal desiderio di conoscere come sta mutando il modo di

produzione, secondo un’analisi della storia del mondo del lavoro che si concentra tra la Prima Rivoluzione IndustrialePrima Rivoluzione Industriale e la

fine del Novecentofine del Novecento, con un particolare approfondimento sugli ultimi trent’anniultimi trent’anni e sul modo di produzione nel mercato globale.

È in questo momento, infatti, di fronte alle trasformazioni che rischiano di spingere milioni di giovani verso la marginalità

sociale, privandoli di diritti e di tutele, sottoponendoli a ricatti e a imposizioni, che è necessario ridare valore al lavoro, ridare

dignità e certezze a chi si affaccia a questo mondo.

Tra quei giovani, domani, ci saremo anche noi.Tra quei giovani, domani, ci saremo anche noi.

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 5: Stage

Perché dal Lavoro ai lavori?Perché dal Lavoro ai lavori?

“Lo scenario che si prospetta è quello di una “società dei lavori”, parecchi dei quali cangianti o sfuggenti, anziché di una “società del Lavoro” centrata su un’idea e su un profilo di pienezza e di stabilità quale l’Occidente capitalistico aveva

avuto nel secolo scorso.”

Aris Accornero

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 6: Stage

IndiceIndiceFASE TEORICA

Dalla Prima Rivoluzione Dalla Prima Rivoluzione Industriale al NovecentoIndustriale al Novecento

Il secolo del lavoroIl secolo del lavoro

La produzione globaleLa produzione globale

Il tempo del sapereIl tempo del sapereFASE PRATICAFASE PRATICA

Page 7: Stage

Dalla Prima Rivoluzione Industriale al NovecentoDalla Prima Rivoluzione Industriale al NovecentoLa Prima Rivoluzione Industriale• LA NASCITA DELLA PRODUZIONE

INDUSTRIALE- Le tecniche- I rapporti sociali

• L’ETICA DEL LAVORO E LA QUESTIONE DEI POVERI

• LE CONSEGUENZE DELLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

- La formazione della classe operaia- Le condizioni di vita della società industriale

La Seconda Rivoluzione Industriale• TAYLORISMO E FORDISMO

• Approfondimento - IL DIRITTO DEL LAVORO

Il modo di produzione capitalistico secondo Marx

Page 8: Stage

Il diritto del lavoro

• LA PRESTAZIONE DI LAVORO SUBORDINATO- L’evoluzione storica del diritto del lavoro- Le associazioni sindacali

- Il rapporto di lavoro subordinato- La retribuzione

• IL MERCATO DEL LAVORO- I nuovi istituti contrattuali

Gli stages in azienda

I contratti di lavoro con finalità formative

Misure di incentivazione dell’occupazione aventi a oggetto una prestazione di lavoro temporanea

Altre misure a sostegno dell’occupazione

I sindacati

Page 9: Stage

Il secolo del lavoroIl secolo del lavoroPrimi vent’anni del Novecento• PRIMA GUERRA MONDIALE

- Qual è la condizione dell’Italia all’entrata in guerra? Il proletariato e la guerra

Una “speciale legislazione di guerra”

- Le industrie italiane protagoniste della Prima Guerra Mondiale

• IL DOPOGUERRA E IL “BIENNIO ROSSO”- La sconfitta del movimento operaio

- Quali furono i risultati delle agitazioni operaie del “Biennio Rosso”?

Gli anni ’30: recessione e disoccupazione• CAUSE CONGIUNTURALI DELLA CRISI• CAUSE STRUTTURALI DELLA CRISI• LA TEORIA ECONOMICA DI J. M. KEYNES

Page 10: Stage

Seconda Guerra Mondiale

• LA RESISTENZA ITALIANA- Quali sono le cause dell’improvvisa

mobilitazione del popolo italiano?

Metà anni ’50: il “miracolo economico”

Anni ’60/’70: crisi del modello di sviluppo taylor-fordista• CAUSE FONDAMENTALI• REAZIONE DELLE AZIENDE ALLA CRISI• DAL FORDISMO AL TOYOTISMO

I 14 punti di cambiamento gestionale di W. E. Deming

La produzione globaleLa produzione globaleIl concetto di globalizzazione

Page 11: Stage

Gli elementi costitutivi della globalizzazione• INTERNAZIONALIZZAZIONE• FINANZIARIZZAZIONE• CONCENTRAZIONE INDUSTRIALE

• ROBOTIZZAZIONE E INFORMATIZZAZIONE: IL “RISPARMIO” DI FORZA LAVORO

• LA FLESSIBILITÀ DEL LAVORO E LA DELOCALIZZAZIONE

Il mercato del lavoro nell’economia globalizzata

Il tempo del sapereIl tempo del sapere• LAVORO COME “ATTIVITÀ”?

• “FINE” DEL LAVORO?• RIDISEGNARE L’UNIVERSO DEI LAVORI

I lavoratori della conoscenza

Page 12: Stage

La Prima Rivoluzione Industriale

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

La prima rivoluzione industriale è un processo di trasformazione economica e sociale che da un sistema agricolo-artigianale-commerciale porta ad un sistema industriale moderno

caratterizzato dall'uso generalizzato di macchine azionate da energia meccanica, dall'utilizzo di nuove fonti energetiche inanimate (il vapore) e dalla diffusione della fabbrica come principale

luogo di produzione nel quale si concentrano i mezzi di produzione.

Inghilterra

Fine XVIII secolo

- Favorevoli condizioni geopolitiche ed economiche- Sviluppo tecnologico- Disponibilità di materie prime - Controllo delle principali rotte atlantiche- Sistema di valori che spinge ad un forte impegno nel mondo terreno

?

INNOVAZIONI PRINCIPALImacchina a vapore, treno

e telaio meccanicoCentralità della macchina

Utilizzazione di nuove fonti di energiaDivisione del lavoro

Redistribuzione della forza lavoro (dall'agricoltura all'industria) Aumento della produttività

Espansione della domanda (esportazione, allargamento del mercato)

ETICA DEL LAVORO

Page 13: Stage

SOCIETÁ INDUSTRIALE

Società dei produttori

(ETICA DEL LAVORO)Fiducia nell’illimitatezza del mercato (produzione di massa)

Povero = disoccupatoNecessità di trasformare i poveri in un “esercito industriale di riserva”

Identità e progetti di vita si costruiscono a partire dal lavoro

Società dei consumi (estetica del consumo)

Fiducia nell’illimitatezza delle risorse

Esigenza di flessibilità

Povero = cattivo consumatore

Welfare state: non più funzionale alla riproduzione del capitalismo

Identità e progetti di vita si costruiscono a partire dai consumi

SOCIETÁ POST-INDUSTRIALE

La produzione

globale

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 14: Stage

LA NASCITA DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE

•Rotazioni continue: eliminazione maggese

•Piante foraggere: aumento produttività prati artificiali + sviluppo allevamento

I rapporti sociali

•Trasformazioni tecniche e agronomiche dell’agricoltura →

Economia orientata al mercato e ampiamente ridisegnata da massicci investimenti di capitale

Eliminazione dei pascoli comuni e dell’accorpamento delle piccole unità di coltivazione in aziende gestite con metodi e mentalità imprenditoriali

Lavoro salariato

Introduzione macchine agricole: grave minaccia per l’occupazione

Crescita demografica: forte emigrazione verso i centri industriali urbani

rivoluzione dei tradizionali rapporti

sociali nelle campagne

Le tecniche

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 15: Stage

LE CONSEGUENZE DELLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

Con lo sviluppo della società industriale la condizione sociale ed economica dei lavoratori subì una profonda trasformazione.

La forza-lavoro divenne una merce, con una remunerazione (il salario) soggetta

alle forze impersonali del mercato.

Spinsero verso il basso i salari

Le macchine dequalificarono il lavoro e proletarizzarono interi strati professionali.

La formazione della classe operaia

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

+

A differenza di quanto accadeva nei sistemi sociali precedenti, la forza-lavoro perse ogni genere

di protezione derivante dalla consuetudine e dalle tradizionali

organizzazioni degli artigiani.

Page 16: Stage

La società industriale comportò un forte aumento della produzione di manufatti e tuttavia non determinò un miglioramento delle

condizioni di vita delle classi lavoratrici, che anzi per certi aspetti ebbero la tendenza a peggiorare.

Il mercato e la concorrenza resero insicuro il lavoro, periodicamente colpito dalle fasi di crisi e disoccupazione.

I bassi salari, i lunghi orari, l’impiego massiccio di donne e bambini, il logorante lavoro alla macchina e in luoghi malsani configuravano una situazione di pesante sfruttamento, aggravato dal fatto che l’associazionismo operaio fu a lungo proibito e represso.

Solo a partire dal 1824 furono consentite le prime Trade Unions operaie.

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Le condizioni di vita della società industriale

Page 17: Stage

- Il lavoro è un’attività nobile e nobilitante- Ciò che si possiede è la ricompensa dell’attività svolta e della propria operosità- Il lavoro come attività prestabile in cambio di una retribuzione (e in quanto tale

riconosciuta dagli altri) possiede un valore morale

- La nascita del sistema della fabbrica: necessità di inculcare nuove abitudini

- L’esigenza della disciplina e della regolarità

- La costrizione all’esecuzione meccanica di mansioni parcellizzate e prive di significato

- L’etica del lavoro come strumento per imporre il controllo e la subordinazione

… come lubrificante degli ingranaggi del nuovo sistema di lavoro nell’industria nascente …

L’etica del lavoroetica del lavoro come comandamento …

L’etica del lavoro nella società industriale è uno strumento efficace per garantire al sistema della fabbrica continua manodopera

L’ETICA DEL LAVORO E LA QUESTIONE DEI POVERI

Lavorare è bene, non lavorare è

male, è anormale

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 18: Stage

La “Legge sui Poveri” e la nascita degli ospizi per gli indigentiDistinzione tra i veri poveri e i finti poveri

Demarcazione tra chi poteva essere convertito ai principi dell’etica del lavoro e gli “irrecuperabili”

Eliminare le possibilità di contagio da parte degli “oziosi”

… come strumento di rieducazione morale e soluzione

del problema dei poveri

- Il dovere di svolgere un lavoro qualsiasi e a qualunque condizione come unico mezzo

moralmente accettabile per guadagnarsi da vivere

- Il minor diritto all’assistenza gratuita

- La condizione del povero peggiore di quella dell’operaio di fabbrica con salario da fame

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 19: Stage

Inizia una nuova fase di CAMBIAMENTI

VITA QUOTIDIANA- Mezzi di comunicazione all’interno e fra i diversi paesi

- Illuminazione artificiale

- Miglioramento delle condizioni sanitarie

- Urbanizzazione- Burocratizzazione della vita sociale

= radici delle MULTINAZIONALI

FONDAZIONE DI IMPORTANTI IMPERI FINANZIARI

Ferrovie, navi a vapore e aeroplani a vapore

Telegrafo e telefono

Condutture di gas centralizzate poi l’elettricità, favoriscono gli scambi all’interno della città.

Progressi della medicina e della legislazione sanitaria Allungamento

della vita media

PROSPETTIVE RIFORMISTICHE

La Seconda Rivoluzione industriale

ECONOMIA- Industrializzazione di tutti i paesi

europei- Crescente concentrazione di capitali

POLITICA- Sviluppo di regimi parlamentari- Ampliamento progressivo del voto- Nascita di partiti in difesa dei lavoratori

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Seconda metà ‘800Seconda metà ‘800

Page 20: Stage

TAYLORISMO E FORDISMO

Primi anni ‘900

INDUSTRIA

1. Trasformazione tecnologica

2. Riorganizzazione dell’impresa secondo principi TAYLORISTICI

= Organizzazione del modello lavorativo secondo tre fasi

a. Analisi delle caratteristiche della mansione da svolgere

b. Creazione di un prototipo di lavoratore adatto a quel tipo di mansione

c. Selezione del lavoratore ideale, al fine di formarlo e introdurlo nell’azienda

SCOPO – Eliminazione di quei movimenti inutili che causano perdite di

tempo, ritardi di produzione e aumento di costi

Gli operai non possiedono le conoscenze necessarie per svolgere scientificamente la propria mansione

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 21: Stage

Sulla base di questi principi ha origine il FORDISMO, un nuovo modello economico e produttivo fondato su imprese caratterizzate:

• dall’essere di grandi dimensioni e dall’includere al loro interno tutte le diverse

fasi produttive (dalla materia prima al prodotto finito commercializzato)

• dall’essere impegnate nella produzione di massa, cioè nella produzione di beni

standardizzati in grande quantità (consumo di massa);

• dall’impegnare un’organizzazione del lavoro fortemente parcellizzata che richiede manodopera poco qualificata, e, al contempo, molto gerarchizzata, con una rigida separazione tra le mansioni di controllo,

ai vari livelli, e quelle esecutive, di carattere manuale. Questo comporta per i lavoratori

ritmi molto intensi, libertà minima, alto livello di alienazione.

La differenza rispetto a Taylor consiste nel mettere l’operaio nella condizione tale da non

poter far altro che rispettare alla lettera i dettami del management: bastava portare il lavoro agli operai e non gli operai al lavoro, senza utopie naturalistiche o tecnocratiche.

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 22: Stage

Questa accoppiata di metodiche convergenti finì con il rendere assiomatica, imperativa e universale la divisione dei compiti tra chi dirige e chi esegue,

che ne era il cuore.

L’ostinata fede con cui tale principio fondativo fu difeso da ci l’aveva concepito, e la rozza rigidità

con cui fu attuato da chi lo mise in opera, finirono col trasformare i rapporti di lavoro in rapporti di

classe veri e propri: “chi dirige” essendo il capitale, e “chi esegue” essendo il lavoro.

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 23: Stage

L’evoluzione storica del diritto del lavoro

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Il diritto del lavoro

Le prime forme di intervento e il ruolo dei sindacati

Le prime tracce del diritto del lavoro si trovano nel Codice Civile del 1865 come risposta dell’ordinamento giuridico alle tensioni sociali sorte per effetto del crescente sviluppo del capitalismo.

Si aggrava la conflittualità fra i datori di lavoro e i lavoratori

Lo Stato comincia a intervenire in tutta Europa con l’emanazione di norme tendenti a disciplinare le condizioni di lavoro

XXº secolo

LA PRESTAZIONE DI LAVORO SUBORDINATO

I sindacati svolgono, in questo processo, un ruolo determinante che si manifesta nella pressione diretta a ottenere condizioni di lavoro e salariali più eque.

Associazione libera e spontanea che riunisce i membri di una categoria di lavoratori o di datori di lavoro allo scopo di tutelare gli

interessi professionali collettivi.

SINDACATOSINDACATO

Page 24: Stage

I primi sindacati nacquero a seguito della Rivoluzione Industriale per difendere i lavoratori dallo sfruttamento disumano cui erano sottoposti. La necessità di fronteggiare lo strapotere dei datori di lavoro ha fatto maturare nei lavoratori la consapevolezza che

soltanto unendosi in associazioni di difesa dei loro diritti avrebbero potuto esercitare un’adeguata pressione per ottenere il riconoscimento delle loro rivendicazioni.

In Italia, la libertà ed il pluralismo sindacale hanno avuto piena consacrazione nella COSTITUZIONECOSTITUZIONE, giacché negli anni del regime fascista il sindacato era unico,

verticistico e soggetto al potere direttivo e di controllo dei pubblici poteri.

Art. 39Art. 39

L’organizzazione sindacale è libera.

Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione e presso uffici o centrali, secondo le norme di legge.

È condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base democratica.

I sindacati registrati hanno personalità giuridica. Possono, rappresentati unitariamente e in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti

gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce.

I sindacati

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 25: Stage

Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione e presso uffici o centrali, secondo le norme di leggeregistrazione e presso uffici o centrali, secondo le norme di legge.

LIBERTÁ

SINDACALE

LIBERTÁ DI

ASSOCIAZIONE=

• Diritto del singolo di aderire ad un sindacato già esistente, di fondarne uno

nuovo o di non iscriversi a nessun sindacato.

• Diritto delle organizzazioni sindacali di svolgere liberamente e senza limitazioni e controlli la propria

attività.

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Art. 39Art. 39

Page 26: Stage

Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazioneregistrazione e presso uffici o centrali, secondo le norme di legge. e presso uffici o centrali, secondo le norme di legge.

Il procedimento di registrazione dei sindacati, previsto dalla norma, non ha finora ricevuto attuazione. Le leggi che

avrebbero dovuto disciplinarlo non sono mai state emanate.

È un limite per l’autonomia e il ruolo istituzionale dei sindacati.

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Art. 39Art. 39

Page 27: Stage

È condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati È condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base sanciscano un ordinamento interno a base democraticademocratica..

I sindacati, per ottenere la registrazione, devono regolare la propria vita interna secondo criteri democratici.

LE DECISIONI DEVONO ESSERE AFFIDATE ALLA MAGGIORANZA CON DIRITTO DELLA MINORANZA DI

ESPRIMERE IL PROPRIO DISSENSO

-Libertà di discussione e di voto

-Elettività e temporaneità dei dirigenti

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Art. 39Art. 39

Page 28: Stage

I sindacati registrati hanno personalità giuridica.I sindacati registrati hanno personalità giuridica.

MA

REGOLAMENTAZIONE PROCESSO DI REGISTRAZIONE NON ATTUATA

I sindacati attualmente sono enti di fatto rientranti nella categoria delle associazioni non riconosciute.

Possono, rappresentati unitariamente e in proporzione dei Possono, rappresentati unitariamente e in proporzione dei loro iscritti, stipulare loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavorocontratti collettivi di lavoro con con

efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce.categorie alle quali il contratto si riferisce.

Accordi stipulati tra le associazioni dei lavoratori e i singoli datori di lavoro (o loro associazioni) per stabilire le condizioni di lavoro e disciplinare i vari aspetti

del rapporto. I contratti sono definiti collettivi perché esplicano efficacia nei confronti di tutti gli appartenenti alla categoria cui si riferiscono.

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Art. 39Art. 39

Page 29: Stage

La nascita della legislazione sociale

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

La tutela degli interessi del lavoratore si persegue anche attraverso lo strumento del CONTRATTO COLLETTIVO, cioè dell’accordo stipulato fra le associazioni sindacali dei lavoratori e le

associazioni sindacali dei datori di lavoro, attraverso il quale vengono disciplinati la retribuzione, le condizioni di lavoro e l’esercizio dei diritti dei lavoratori.

Il diritto del lavoro nella CostituzioneArt. 3, 1º comma: “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge”

Art. 3, 2 º comma: lo Stato ha il compito di “rimuovere gli ostacoli che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”

Art. 4: è riconosciuto “a tutti i cittadini il diritto al lavoro”; la Repubblica ha l’obbligo di promuovere “le condizioni che rendano effettivo questo diritto”

Art. 35: “la Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme e applicazioni”

Art. 37: la donna lavoratrice ha “gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore”

Art. 39: è riconosciuta la libertà delle organizzazioni sindacali, sia come libertà del lavoratore di aderire a qualsiasi associazione sindacale, sia come libertà di non iscriversi ad alcun sindacato

Art. 40: è garantito il diritto di sciopero

La vera tutela del lavoratore, in termini di libertà, di dignità sociale e di difesa della posizione contrattuale debole dello stesso, si ha con la COSTITUZIONE.

Agli inizi del XX secolo, si hanno le prime forme di intervento del legislatore a tutela del lavoratore, in quanto contraente più debole rispetto al datore di lavoro.

Page 30: Stage

Il rapporto di lavoro subordinato

L’art. 2094 del Codice Civile del 1942 stabilisce che è prestatore di lavoro subordinato colui che si obbliga a collaborare all’impresa prestando il proprio lavoro, manuale o intellettuale, alle dipendenze dell’imprenditore.

COLLABORAZIONE: Il lavoratore è tenuto a svolgere la propria prestazione di lavoro nel contesto organizzativo voluto dall’imprenditore per realizzare il risultato produttivo programmato.

DIPENDENZA DALL’IMPRENDITORE: Il lavoratore è tenuto a rispettare le disposizioni e le direttive impartite dall’imprenditore per l’esecuzione e la disciplina del lavoro

Il rapporto di lavoro subordinato è un contratto a prestazioni corrispettive (contratto in cui ciascuna parte è tenuta a compiere un sacrificio economico), in base al quale il lavoratore si obbliga a prestare il proprio lavoro in cambio della

RETRIBUZIONERETRIBUZIONE

• È determinata dal tempo impiegato per l’erogazione del lavoro (retribuzione a tempo), o dal risultato produttivo ottenuto per effetto della prestazione lavorativa (retribuzione a cottimo).

• Viene corrisposta , normalmente, dopo che il lavoro è stato eseguito (post-numerazione).

La retribuzione è disciplinata, oltre che dal contratto collettivo, anche dall’art. 36 della Costituzione, che stabilisce il minimo salariale.

Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.

La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 31: Stage

La rigidità del mercato del lavoro, dovuta al fatto che l’unico contratto che fosse possibile stipulare era il contratto a tempo indeterminato creava già negli anni Settanta una

oggettiva difficoltà per le imprese ad assumere personale e favoriva la diffusione del “mercato nero”

Cambiamento di paradigma nel mondo del lavoroCambiamento di paradigma nel mondo del lavoro

FLESSIBILITÀFLESSIBILITÀ

Promuovere forme di lavoro modulabili sulle esigenze dei lavoratori e delle imprese, e dirette ad accrescere la possibilità di occupazione

Favorisce l’occupazione e tutela gli interessi dell’azienda, adattando i contratti di lavoro all’esigenza del mercato

IL MERCATO DEL LAVORO

Riorganizzare il mercato del lavoro e diversificare le figure negoziali in funzione delle esigenze che emergono

dal mondo della produzione

Legge Biagi

I CONTRATTI ATIPICI

Anni Ottanta

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

ConcertazioneConcertazione: fenomeno in base a cui le regole giuridiche in materia di lavoro vengono concordate fra i pubblici poteri e le categorie di lavoratori (parti sociali)

Page 32: Stage

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

I nuovi istituti contrattuali

Nella Legge Biagi (Legge 30/2003) e nel successivo decreto di attuazione (Decreto Legislativo 273/2003) convivono più direzioni riformatrici. Insieme alla revisione dello statuto sul

collocamento, alla certificazione delle professioni, al raccordo pubblico - privati e alla nascita di un mercato telematico per l'incontro tra domanda e offerta di lavoro, ci sono importanti

specifiche per stipulare nuovi contratti di lavoro.

Gli stages in azienda

I contratti di lavoro con finalitá formative

Misure di incentivazione dell’occupazione aventi a oggetto una prestazione di lavoro temporanea

Altre misure a sostegno dell’occupazione

Page 33: Stage

Gli stages in aziendaContrastare la disoccupazione giovanile agevolando le scelte professionali

mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro

Prevedono la possibilità, per i giovani, di partecipare a esperienze concrete di tirocinio e di stages

Alternanza tra studio e lavoro

Non istaurano un rapporto di lavoro

I contratti di lavoro con finalità formativeL’appredistato

Far conseguire al giovane lavoratore una qualifica professionale

Il contratto di formazione e lavoro

Relazione fra l’imprenditore e l’apprendista

L’imprenditore insegna all’apprendista quanto è necessario affinché egli possa conseguire le capacità per svolgere le mansioni richieste

Per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro• Formazione mirata all’acquisizione di professionalità intermedie o elevate (es. formazione ingegneri)

• Formazione mirata ad agevolare l’inserimento professionale: adeguare le capacità professionali al contesto produttivo o organizzativo

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 34: Stage

Misure di incentivazione dell’occupazione aventi a oggetto una prestazione di lavoro temporanea

Favorire l’occupazione riducendo e modulando il tempo di erogazione della prestazione lavorativa

Il part-timeTutela maggiormente gli interessi del lavoratore (in quanto va incontro ai suoi bisogni

personali o famigliari) che presta lavoro in un orario ridotto rispetto a quello ordinario

Il lavoro intermittente (Job on call)Contratto mediante il quale un lavoratore si pone a disposizione del

datore di lavoro per lo svolgimento di prestazioni di carattere discontinuo o intermittente

Prevede un INDENNITÀ mensile per i periodi non lavorativi

Il lavoro ripartito (Job sharing)

Due o più lavoratori possono vincolarsi a un contratto mediante il quale essi assumono un’OBBLIGAZIONE SOLIDALE

Sono quindi responsabili in solido e si impegnano ad adempiere a un’unica e identica prestazione lavorativa

Vincolo obbligatorio in base al quale più debitori sono tenuti

alla stessa prestazione

Somma di denaro corrisposta al lavoratore non

commisurata alla quantità e alla qualità

del lavoro prestato

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 35: Stage

Altre misure a sostegno dell’occupazione

Creazione di forme occupazionali alternative al rapporto di lavoro subordinato

I lavori socialmente utiliAttività di utilità sociale (realizzazione di opere o servizi di utilità collettiva) svolte dai lavoratori in cambio di

prestazioni previdenziali e assistenziali a carico dello Stato

Tendono a far acquisire al lavoratore una riqualificazione professionale

Le società cooperative

Crisi occupazionaleInterventi facenti sulle capacità imprenditoriali dei lavoratori/soci

Presuppone un patto sociale vincolante

L’attività di volontariato

Prestazioni di lavoro dipendente o autonomo Cooperative sociali: inserimento lavorativo di persone svantaggiate

Il decentramento produttivo

La prestazione di lavoro viene gestita autonomamente dal lavoratore Il lavoro a domicilio

Il tele-lavoro

Il lavoro a progetto

Prestazioni di lavoro accessorio

Prestazioni occasionali come piccoli lavori domestici a carattere straordinario, assistenza domiciliare, l'insegnamento privato supplementare, pulizia e manutenzione di edifici, lavori di emergenza come quelli dovuti a calamità o di solidarietà.

Le attività sono rese da particolari soggetti cosiddetti a rischio di esclusione sociale (disoccupati da oltre un anno, casalinghe, studenti e pensionati, disabili e soggetti in comunità di recupero, extracomunitari)

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavoriINDICE

Page 36: Stage

Primi vent’anni del Novecento LA PRIMA GUERRA MONDIALE

1914 Giugno - Scoppio della guerra

Russia

Francia

Giappone

Serbia

Belgio

Inghilterra

Grecia

Portogallo

Montenegro

Impero Austro . – Ungarico

Impero Germanico

Impero Ottomano

Bulgaria

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 37: Stage

1915 Movimento intenso degli stati già coinvolti nel conflitto che cercano di tirare l’Italia nell’uno o nell’altro campo

In un primo momento l’Italia subisce un colpo gravissimo alla propria economia

Qual è la condizione dell’Italia all’entrata in guerra?

L’Italia è un paese ancora fortemente AGRICOLO

L’industria è ancora poco competitiva e in alcuni suoi settori chiave si trova dominata da capitali stranieri

(es: notevole presenza di capitale tedesco nel settore dell’energia e della nascente chimica)

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

MA successivamente l’Italia comincia a beneficiare della sua posizione di neutralità

•Misure restrittive al commercio imposte dal governo•Problemi con le importazioni

L’Italia dichiara guerra all’Austria

Page 38: Stage

La guerra richiede a questo stato così arretrato una grande MOBILITAZIONE su due fronti:

Richiesta di combattenti da mandare al fronte

Mobilitazione economico - industriale

• La Fiat oltre che con il miglioramento dei mezzi di autotrasporto, raggiunge nel 1915 una grande specializzazione nella produzione

delle mitragliatrici e di esplosivi. Tra il 14 gennaio e il 31 agosto del 1915 una nuova ingente massa di ordinazioni militari per circa 55

milioni si era riversata sulle controllate del gruppo.

Le industrie italiane protagoniste della Prima Guerra Mondiale

• L’Ansaldo fu senza dubbio uno dei soggetti più coinvolti nelle complesse vicende societarie e in quella che

qualcuno definì la guerra parallela tra i grandi gruppi industriali.

• La Caproni rappresenta un caso particolare, ma non il solo di quegli anni. Un piccolo laboratorio gestito dai fratelli Caproni

diventò nel corso del conflitto bellico una delle più importanti se non la più importante industria nel nascente settore aeronautico.

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 39: Stage

IL DOPOGUERRA E IL “BIENNIO ROSSO”

CRISI

Economica Sociale • Disoccupazione

• Inflazione

• Riconversione produttiva

• Intreccio Stato/Banche/Industria . = debolezza del mercato

• Grandi lotte sociali

La classe operaia esplode con scioperi, dimostrazioni ed agitazioni a livelli

impressionanti nelle fabbriche italiane, contro il taglio degli stipendi e le serrate.

+

Agli scioperi causati dalle difficoltà economiche e volti a ottenere migliori condizioni di lavoro e salari più alti, si aggiunsero manifestazioni di contenuto

dichiaratamente politico.

= Le richieste economiche e la pressione rivoluzionaria, finirono

col mescolarsi e confondersi

[1919-20][1919-20]

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 40: Stage

Le proteste iniziarono nelle fabbriche di meccanica, per poi continuare nelle ferrovie, trasporti e in altre industrie,

mentre i contadini occupavano le terre. MA

Gli scioperanti fecero molto più che un’occupazione, sperimentando per la prima volta forme di autogestione operaia:

500.000 scioperanti lavoravano, producendo per se stessi.

13 settembre 1919 – Inizia a Torino la storia del Biennio Rosso

Pubblicazione sulla rivista Ordine Nuovo del manifesto Ai commissari di reparto delle officine Fiat Centro e Brevetti, nel quale si ufficializzava l’esistenza e il ruolo dei Consigli di fabbrica quali nuclei di gestione autonoma delle industrie da parte degli operai.

Dal 28 marzo 1920 si delinearono i due blocchi, da una parte gli operai con lo sciopero ad oltranza, dall’altra i

proprietari, che adottarono la serrata come reazione alle richieste operaie.

Garantiscono il loro appoggio economico alle squadre dei "ras" fascisti.

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 41: Stage

MA

Allo stesso tempo Giolitti favorì le trattative tra industriali e sindacati. 1920 – Accettazione di un compromesso tra le parti sociali.

= Scontri tra socialisti e fascisti

Fatti di Palazzo D’Accursio - A novembre, in occasione dell'insediamento del nuovo sindaco di Bologna, un socialista di estrema sinistra, partirono pistolettate e

bombe a mano che provocarono la morte di nove persone nella piazza.

Prefetti, commissari di polizia e comandanti militari tolleravano e in alcuni casi agevolavano le "operazioni" della squadre fasciste contro il 'sovversivismo rosso'.

La sconfitta del movimento operaio

Giolitti rifiutò di far intervenire la polizia e l'esercito nelle fabbriche e aspettò che il movimento si esaurisse da sé, che terminassero le scorte di materie prime nei magazzini delle aziende occupate, che gli stessi

operai si rendessero conto che l'occupazione non portava a nulla.

"Sono dei fuochi d'artificio, che fanno molto rumore ma si spengono rapidamente", disse Giolitti minimizzando il problema.

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 42: Stage

Quali furono i risultati delle agitazioni operaie del “Biennio Rosso”?

Risultati economici = POSITIVI

• Miglioramento delle condizioni dell’operaio in fabbrica

• Aumento dei salari

• Passaggio della durata massima della giornata lavorativa da 10-11 ore ad 8 ore.

Effetti politici = NEGATIVI

• Le agitazioni operaie spaventarono non solo i grandi proprietari di industrie o di terre ma, ancora di più, il ceto medio, i piccoli borghesi

che cominciavano a costituire una classe sociale decisamente numerosa.

Il timore di una possibile rivoluzione avrebbe presto spinto questa grossa quantità di individui ad appoggiare il fascismo.

MA

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 43: Stage

Gli anni ’30: recessione e disoccupazione

CAUSE CONGIUNTURALI DELLA CRISILa crisi economica esplose il 24 ottobre 1929, il cosiddetto giovedì nero,

con il crollo della Borsa di New York, che ha sede in Wall Street.

Simbolo dell’egemonia economica statunitense, era diventata sede di movimenti speculativi di gigantesche dimensioni, frutto dell’euforia collettiva che aveva

alimentato l’intensa crescita del paese per tutti gli anni ’20.

Tumultuosa attività borsistica = diffusione di pratiche pericolose Acquisto delle azioni a credito

Economia di carta slegata da quella reale

Al crollo della Borsa di Wall Street conseguono

- Crollo dei prezzi- Fallimenti

- Disoccupazione

CAUSE STRUTTURALI DELLA CRISI

Radice della crisiSviluppo capitalismo americano

- SOVRAPPRODUZIONE LATENTE -

• Trasformazione tecnologica

• Riorganizzazione dell’impresa secondo principi TAYLORISTICI

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 44: Stage

LA TEORIA ECONOMICA DI J. M. KEYNES

Teoria keynessiana

= RIVOLUZIONE nel modo di

concepire il sistema economico

Politiche liberiste L’economia è sempre in grado di assicurare la piena occupazione di tutte le risorse disponibili

= PERFETTA CONCIDENZA tra DOMANDA ed OFFERTA

Equilibrio di piena occupazioneVS

Lo Stato, attraverso investimenti pubblici (nuovi posti di lavoro), deve prevenire l’innescarsi di

questo ciclo negativo intervenendo sul rallentamento dell’economia.

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 45: Stage

Seconda Guerra Mondiale

• Sforzo bellico senza precedenti

Militarizzazione di tutta la manodopera maschile non in divisa, e viene nuovamente

mobilitata quella femminile Forte aggressione > Mutamenti sul piano dell’industria

L’Unione Sovietica mette in campo un massiccio apparato

poggiante sull’industria pesante e gestito

soltanto in minima parte con modalità

taylor-fordista.

Germania Giappone

Gli Stati Uniti rafforzano il potenziale già messo in opera

per fornire armi alla coalizione antifascista, e a compiere un

salto tecnologico che li porterà ad ingaggiare con gli scienziati tedeschi la gara per fabbricare

la bomba atomica.

[1939-1945]

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 46: Stage

LA RESISTENZA ITALIANA

Secondo lo storico Claudio Pavone, la Resistenza è un fenomeno che va

compreso su 3 diversi livelli fondamentali e inscindibili:

GUERRA CIVILE

GUERRA DI LIBERAZIONE

GUERRA DI CLASSE

Scontro tra italiani

Guerra combattuta contro una popolazione straniera che occupa

il territorio italiano

Concezione del fascismo come strumento di dominio della borghesia

VS

SFRUTTATI

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 47: Stage

= violento colpo nel cuore dell’industria bellica italiana

Scioperi = esortazione della possibilità di opporsi al fascismo

Classe operaia Con la guerra - militari a parte - i lavoratori dell'industria erano diventati il gruppo sociale su cui il conflitto pesava di più.

1. Degrado delle condizioni del paese

2. Intensificazione dei ritmi di lavoro e prolungamento degli orari, per una produzione tutta finalizzata allo sforzo bellico

1943 – Gli scioperi operai di marzo paralizzarono le fabbriche del Nord, da Torino, a Milano, a Genova

Per la prima volta da quasi vent'anni, uno dei nuclei essenziali della società italiana espresse pubblicamente

la propria sfiducia nel fascismo e inferse un pesante colpo alla credibilità del regime.

= PROTESTA SOCIALE

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 48: Stage

Metà anni ’50: il “miracolo economico”Nel periodo di tempo compreso tra gli anni Cinquanta e Sessanta, l’Italia fu protagonista di un record di crescita nella produzione

nazionale tale da far parlare di “miracolo economico”.

I fattori che determinarono tale svolta sono molteplici e da ricercarsi in ambiti differenti.

1. La fine del protezionismo e l’adozione di un sistema di tipo liberista che rivitalizzò il sistema produttivo italiano

2. Il ruolo svolto dallo Stato, caratterizzato da un notevole interventismo nell’economia. Infatti venne finanziata la costruzione di un gran numero di

infrastrutture, essenziali per lo sviluppo economico del Paese, tramite stanziamenti statali e prestiti a tasso agevolato

= INTERVENTI PUBBLICI E PRIVATI

3. Basso costo della manodopera che proveniva soprattutto dal meridione

4. L’adozione del piano Marshall, uno dei piani statunitensi per la ricostruzione dell'Europa dopo la Seconda guerra mondiale

5. La nascita dell’Eni, l’Ente Nazionale Idrocarburi, creato da Mattei nel 1953, a cui venne affidato lo sfruttamento del più grande giacimento di metano

scoperto nel 1946 nella valle del PoDal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 49: Stage

Aumento del costo del lavoro che rende meno competitive le industrie rispetto ai paesi in via di sviluppo e a quelli emergenti (Tigri Asiatiche).

CAUSE FONDAMENTALI Ristagno economico (stallo del PIL) Saturazione dei mercati interni per beni standardizzati

destinati al consumo di massa Aumento della disoccupazione Aumento della conflittualità sociale

Anni ’60/’70: crisi del modello di sviluppo taylor-fordista

Si innescano processi che trasformano il sistema economico urbano: LA CITTÀ, DA LUOGO DI

PRODUZIONE, DIVENTA LUOGO DI SERVIZI.

REAZIONE DELLE AZIENDE ALLA CRISIDeindustrializzazione

-Alcune aziende perdono quote di mercato a favore di aziende più competitive -Altre trasferiscono le loro produzioni, o alcune fasi di queste, in paesi dove la manodopera risulta meno cara (DELOCALIZZAZIONE)

Ristrutturazione industrialeChe rende le aziende più reattive e snelle nei confronti dei mercati

Tecnologie

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 50: Stage

DAL FORDISMO AL TOYOTISMO

Fine anni ‘80L’organizzazione del lavoro in tutto il mondo si fonda sul modello fordista.

= razionalizzazione dei movimenti dei lavoratori

Tutta la costruzione si basa sul principio che nel lavoro bisogna eliminare quei movimenti inutili che causano perdite di tempo,

ritardano la produzione e aumentano i costi.

QUALITÀ = elemento che richiede costi aggiuntivi e quindi influenza negativamente la produttività

Nuovo modello d’impresa toyotista

QUALITÀ = riguarda gli atteggiamenti, la cultura e l’impegno all’interno di un’impresa, e si applica a tutti i tipi di organizzazione:

di produzione, di servizi, nel settore pubblico, ecc...

La gestione della qualità è un modo sistematico di garantire che tutte le attività di un’organizzazione si svolgano nel modo in cui sono state programmate.

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 51: Stage

La nuova gestione dell’impresa è caratterizzata da:• una filosofia consistente nel "fare le cose bene sin

dall’inizio", o ottenere "difetti zero"; • un approccio sistematico da parte dell’impresa al miglioramento del risultato generale in termini di qualità, basato su un insieme di principi e di metodi;

• una strategia generale della società basata su un sistema integrato, coinvolgente tutti i processi e tutte le persone; • una focalizzazione sulle esigenze dei clienti che non

rimangono immutate nel tempo

La QUALITÀ aumenta la produttività e riduce i costi.

Data non dalla preminenza di robot o di tecnologie particolarmente avanzate

MA

da un efficiente e affidabile miglioramento di tutta la produzione con l’obbiettivo

della qualità totale, da una crescita a lungo termine e da uno sviluppo tramite

l’innovazione e la diversificazione.

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 52: Stage

La prova evidente del successo del nuovo modello di impresa e della nuova

organizzazione imprenditoriale è data dalla crescita e dallo sviluppo

dell’economia giapponese, dove gli standard di "qualità" sono

d’importanza centrale unilaterale alla continua attenzione alle politiche

economiche di lungo termine tese a scegliere la tecnologia più promettente nei settori economici più dinamici del paese.

INDICEDal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 53: Stage

Ultimi Ultimi trent’anni del trent’anni del

NovecentoNovecentoDal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 54: Stage

Il concetto di globalizzazione

Globalizzazione

Mercati

Imprese

Istituzioni

Gruppi sociali

TENDONO A OPERARE IN UNA DIMENSIONE

PLANETARIA

Crea un modo di vivere

Essere globaleEssere globale

(o abitante del globo)

Essere localeEssere locale

(o abitante di una circoscritta località)

Fissa le regole del gioco

Nel processo in atto, infatti, se l’economia, la finanza, il commercio e l’informazione per un verso uniformano il globo, per un altro verso promuovono discriminazione e

segregazione nei confronti di larghi strati sociali costretti a vivere legati ad un luogo.

VS

Vincolato dalla propria condizione di povertà

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 55: Stage

Gli elementi costitutivi della globalizzazione

FINANZIARIZZAZIONE L'attività di imprese e consumatori dipende sempre più strettamente dalla possibilità di ottenere

finanziamenti, e il comportamento dei dirigenti aziendali è sempre più condizionato dalle valutazioni dei mercati finanziari e degli intermediari finanziari globali.

INTERNAZIONALIZZAZIONEPiuttosto che impiantare concretamente stabilimenti, filiali e sedi periferiche nei diversi Paesi, è divenuto più conveniente allacciare rapporti contrattuali

con altre imprese presenti all’interno dei Paesi d’insediamento.

Questa nuova strategia consente alla grande impresa

• di ridurre gli investimenti in capitale • di non preoccuparsi più dei problemi inerenti all’organizzazione del lavoro nei Paesi d’insediamento

• di diminuire il personale espatriato potendo attingere ai lavoratori locali

CONCENTRAZIONE INDUSTRIALEÈ un processo che porta, attraverso acquisizioni e fusioni, alla formazione di grandi multinazionali e al progressivo consolidamento di queste in oligopoli di imprese-rete che controllano reti di fornitura,

produzione, cooperazione tecnologica, distribuzione in diversi settori industriali.

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 56: Stage

Il mercato del lavoro nell’economia globalizzata

Il sistema economico tende, oggi, a produrre un volume crescente di ricchezza con una quantità decrescente di lavoro. I “risparmi” nella forza lavoro dipendono innanzitutto dai processi di

robotizzazione e di informatizzazione della produzione, che hanno consentito un forte sviluppo del grado di tecnicizzazione dell’attività produttiva.

ROBOTIZZAZIONE E INFORMATIZZAZIONE: IL “RISPARMIO” DI FORZA LAVORO

Sostituzione della forza lavoro con “le macchine”

Accentua il fenomeno dell’espulsione di manodopera del mercato

LA FLESSIBILITÀ DEL LAVORO E LA DELOCALIZZAZIONE

La diminuzione dell’occupazione, tuttavia, è anche il risultato di una gestione più raffinata e flessibile delle risorse umane all’interno delle imprese, che si realizza attraverso l’adattabilità dei lavoratori alle mutevoli condizioni della produzione e la capacità di impadronirsi rapidamente del tipo di

lavoro cui vengono adibiti (contratti a tempo determinato o parziale).

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavoriINDICE

Page 57: Stage

Prospettiva del declino del lavoro – ULTIMI 20 ANNI

Harry Braverman – “DEGRADAZIONE DEL LAVORO”

Ralf Dahrendorf – PASSAGGIO “DAL LAVORO ALL’ATTIVITA’”

Ha fornito una descrizione delle conseguenze che la divisione tecnica del

lavoro, operata dal capitale monopolistico, avrebbe comportato sui contenuti del lavoro

e sulla qualificazione dei lavoratori.

Ha ragionato sulle conseguenze della disoccupazione, traendone la previsione che il logorio subito dalla

“società del lavoro” avrebbe facilitato e necessitato l’avvento di una “società dell’attività” nella quale sarebbe venuto meno il sistema di coordinate che

consente sia l’identificazione sia la regolazione sociale.

Come si vede, ambedue le piste conducono a un lavoro impoverito nel suo valore intrinseco, oppure nel suo senso sociale

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Il tempo del sapere

LAVORO COME ATTIVITÀ?

Lavoro: Lavoro: declino o declino o

sparizione?sparizione?

Page 58: Stage

Non sembra che il lavoro si sia degradato a forza di perdere professionalità; né sembra che il lavoro si sia dissolto diventando

un’attività qualsiasi, se non altro perché le sue forme, viceversa, si articolano mentre i suoi contenuti migliorano

IL LAVORO NON E’ DIVENTATO “OGGETTIVAMENTE AMORFO” E “SOGGETTIVAMENTE MARGINALE”

IL SISTEMA DEI VALORI SOCIALI E’ ANCORA COLLEGATO AL LAVORO

IL RUOLO PROFESSIONALE O LA COLLOCAZIONE PROFESSIONALE RESTANO UNA FONTE DI VALUTAZIONE,

DI COLLOCAZIONE E DI AUTOSTIMA SOCIALE

Questi due scenari non hanno retto alla prova del tempo

??

Se ci si può identificare attraverso il lavoro vuol dire che i profili del lavoro conferiscono tuttora identità sociale

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 59: Stage

“Quella in cui viviamo è ancora una società del lavoro. Certo, il lavoro

non ha più la maiuscola”Aris Accornero

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 60: Stage

Che siamo ancora nella società del lavoro (minuscolo) lo dicono anche:

L’immigrazione – mostra che nei confronti del lavoro non si sono abbassate, bensì elevate, per gli uni le aspirazioni e per gli altri le

opportunità

La disoccupazione – esalta il valore del lavoro assai più di quanto lo deprima. Oggi la disoccupazione non abbassa le pretese in fatto di

qualità e di ricompense

Offe sottolinea inoltre che i disoccupati non si sentono più in colpa

=

Da dovere qual era, il lavoro è diventato diritto, e questo non sembra ridurre la sua importanza

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 61: Stage

Per tutto l’‘800, e per una buona metà del ‘900, l’ideologia del lavoro è stata usata a piene mani, fino a logorarla. A partire dalla seconda metà

del ‘900 il lavoro si è laicizzato

Sono 3 i processi che hanno inciso sui profili valoriali del lavoro salariato:

1. La riduzione della durata

2. Il miglioramento della tutela e della remunerazione

3. La crisi del modello taylor-fordista

Ridimensiona il lavoro a vantaggio del non-lavoro

Fa apprezzare il tenore di vita

Fa prima temere la “degradazione”e poi fa sperare nella “qualità”

In sostanza, il lavoro è evoluto perdendo in centralità simbolica e guadagnando in distacco critico

Il lavoro non resta nell’empireo in cui l’avevano posto l’ideologia borghese dell’operosità e l’ideologia operaia del riscatto

MA

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 62: Stage

«FINE» DEL LAVORO?

Prospettiva della sparizione del lavoro – ORA

E’ pressoché interamente condizionata dalla disoccupazione di massa

1. Fa davvero mancare il

lavoro a molte persone che

pure ne vorrebbero

Si rovescia nella speranza che

questo acceleri il processo di

riduzione del lavoro ai minimi

termini

2.

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 63: Stage

Offusca le magnifiche sorti, e progressive, della società post – industriale, nella quale lo statuto del

lavoro pareva consistere nella sua creatività intellettuale

Nel momento in cui non si trova più, torna a valere. Mentre si scredita perché vengono meno le certezze che dava, si rivaluta perché ce n’è poco e

perché vivere non è poi così facile

Il lavoro che manca...Il lavoro che manca...

Turba la tendenza a una distribuzione del tempo via via più favorevole al non-lavoro, rimettendo in

discussione gli equilibri e i rapporti

Rovescia la speranza del diritto all’ozio

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 64: Stage

Quel che oggi più rimanda alla prosaica realtà del lavoro, e che nega la prospettiva di una fine

OccidenteOccidente

VSVSOrienteOriente

RIDISEGNARE L’UNIVERSO DEI LAVORI

Non potrà allentare la presa sul lavoro, almeno fino a

quando nell’Estremo Oriente i tassi di sviluppo non

rallenteranno e i lavoratori non conquisteranno

condizioni tali da bilanciare la competizione

MA

Nei prossimi decenni il lavoro sarà più prosaico, perché avrà acquistato maggior contenuto ma avrà

perso parecchia stabilità

Retribuzioni più alte;Orari più corti;Una maggiore protezione sociale e una migliore qualità della vita

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 65: Stage

Ha dato cittadinanza sociale al lavoro con il RICONOSCIMENTO, la

STABILITÀ e la TUTELA COLLETTIVA, di cui furono artefici e garanti le grandi

organizzazioni dei lavoratori che fronteggiavano le grandi strutture e le

grandi forze del capitale

Si riduce la visibilità sociale della fabbrica e degli operai; le

migliori condizioni di lavoro e di vita rendono meno acuti i contrasti e i conflitti; molti genitori operai

desiderano per i loro figli un’altra strada

‘900 Contemporaneità

Si viene quietamente imbucati nel mestiere paterno o materno

Sbocchi e tragitti professionali sono assai meno socialmente predestinati, anche se pesano

socialmente

I giovani possono scegliere

I giovani debbono scegliere che cosa faranno da grandi,

anche quando sanno soltanto che cosa non

vorrebbero fare

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 66: Stage

Lavori con modulazioni di durata e regimi di tutela “atipici”

rispetto alla prestazione temporalmente definita e ai

rapporti temporalmente indefiniti tipici del ‘900

Lavori che non dissolvono il lavoro, ma che gli conferiscono

statuti differenziati, seppure su un nocciolo di manualità che cala e di intelligenza che cresce per tutti

Lavori che “pluralizzano” le forme del lavoro e che acuiscono, anziché ottundere, dimensioni e

significati del lavoro come sistema di senso

La transizione in corso ci sta portando dalla società del Lavoro alla società dei lavori

Quale identità nei lavori, come ci si

può formare un’identità sociale

con (e fra) così tanti lavori?

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 67: Stage

I lavoratori della conoscenza

Qual è la materia prima del mondo contemporaneo?

Cresce chi riesce a trasferire nei processi produttivi la maggior quantità possibile di sapere

Iniziativa personale

Intelligenzaumana

Motore dell’intero processo produttivo

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 68: Stage

Oggi, più il lavoratore ci mette del suo, porta nella produzione la sua cultura e il

suo modo di essere, più si arricchisce l’intero processo produttivo

Quello che era l’informale nella fabbrica fordista

diventa la forma del nuovo lavoro

MA

Il grande valore della formazione e del sapere pone un problema: il frequente sottoutilizzo

nei processi produttivi del sapere acquisito dai lavoratori e dai giovani che hanno avuto

percorsi formativi alti

Nello stesso tempo si indebolisce la capacità di resistenza – l’affermazione dei propri ritmi, dei propri tempi e delle proprie esigenze personali –

di fronte a chi comanda

Costoro spesso si trovano davanti un’organizzazione del

lavoro che non muta altrettanto rapidamente, che

non riesce ad adeguarsi ai nuovi livelli di competenza e

sapere

??Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 69: Stage

Oggi un lavoratore sa che il proprio valore nel processo produttivo è tanto

più alto quanto più è collegato a reti di sapere e di competenze che sono fuori

dall’azienda

Quanto di questo sapere è proprietà dell’azienda e quanto del lavoratore?

Quanto deve restare suo perché la sua autonomia sia effettivamente salvaguardata?

Il problema è per l’impresa

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 70: Stage

Per riprodursi, il nuovo sapere richiede a chi lo detiene di essere in rete con una comunità di pari, con quelli che hanno le stesse idee

e un saper fare simili

Proprio perché si pretende dal lavoratore un contributo attivo,

l’azienda cerca un rapporto basato sulla fedeltà. Di conseguenza l’essere in rete con altri lavoratori con cui si condivide la professionalità, ma non l’ambiente lavorativo, è un problema

per l’azienda

Riconoscimento delle competenze all’interno

dell’azienda

Arbitrarietà di questo riconoscimento, spesso

affidato a soggetti e regole a cui è estraneo l’altrui

orizzonte di sapere e di competenza

Sapere che viene prodotto dall’elaborazione collettiva, ma che diventa patrimonio

del singolo lavoratore

??

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 71: Stage

Oggi si chiede al lavoratore di fare quello che è già stato

deciso

Questo comincia a produrre nuove forme di resistenza e di rappresentanza, che seguono percorsi diversi da quelli che noi siamo abituati a pensare

Professionalità più autonoma

Dal settore merceologico

Dal contesto spazio-temporale in cui è

inserita

Sente come un vincolo, un peso, il fatto di essere riconosciuta solo

entro quei limiti

Nidil: la struttura sindacale che si

occupa delle nuove identità del

lavoro

Forme di professionalità che vivono in una produzione, ma che vanno oltre la pura prestazione di

lavoro per estendersi all’intero modo di vivere

=

Figura storica dell’operaio specializzato

??

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 72: Stage

Valore di mercato del proprio lavoro

Realizzazione di sé

Paradigma sociale prevalente

IL LAVORO SI PERSONALIZZA

L’acquisizione e il controllo di questo sapere in che modo possono influire sulla condizione materiale del lavoratore

e come interagiscono con le dinamiche di mercato?

?

Non potranno mai costituire un ordine professionale

La loro professionalità è in rapido mutamento

Gravi problemi di insicurezza

Da un lato si costruisce la specializzazione all’interno di un mercato in continuo movimento e dall’altro si ha un’evoluzione così rapida delle professionalità da

rendere difficilmente definibile il loro statuto

Iner

zia

del s

inda

cato

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 73: Stage

Il sindacato ha difficoltà a ridefinire il proprio ambito di rappresentanza e un’idea di lavoro in cui i margini

tra lavoro dipendente e lavoro autonomo tendono a sfumare

IL SINDACATO NON VEDE COME SOGGETTO IL LAVORO IN GENERALE, MA PIUTTOSTO

UN DETERMINATO TIPO STORICO DI LAVORO: IL LAVORO SALARIATO TRADIZIONALE

Il sindacato ha difficoltà a ridefinire il proprio ambito di rappresentanza e un’idea di lavoro in cui i margini

tra lavoro dipendente e lavoro autonomo tendono a sfumare

IL SINDACATO NON VEDE COME SOGGETTO IL LAVORO IN GENERALE, MA PIUTTOSTO

UN DETERMINATO TIPO STORICO DI LAVORO: IL LAVORO SALARIATO TRADIZIONALE

In questo modo si preclude la

possibilità di elaborare strategie

capaci di coniugare libertà

e uguaglianza

Lavoro operaio messo facilmente di

fronte alla globalizzazione, allo

sviluppo tecnologico e alla competizione con l’Europa e con il

mondo

Lavoro del notaio, del professore

universitario, del commercialista

I leader sindacali europei sanno che la globalizzazione e la competizione li costringono a cambiare, ma sono riluttanti ad andare verso un tipo nuovo di società

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 74: Stage

Nicholas Negroponte, guru dell’information technology

Jeremy Rifkin, autore de “La fine del lavoro”

Internet è il regno della libertà, tutti in internet sono uguali, non ci sono più differenze tra padroni e

lavoratori

Le nuove tecnologie, per definizione, distinguono un core,

un nocciolo ristretto di intelligenti, e pauperizzano e precarizzano il

resto del lavoro

Due determinismi da evitare: la situazione è in divenire e molto dipenderà dalle scelte consapevoli delle persone, della politica,

delle istituzioni

La tecnologia ha vanificato i vecchi temi del

Rapporto consapevole tra la capacità del lavoratore e il suo

prodotto1.

del POTERE2.

Non si vede più, si è reso invisibile

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

CONTROLLO

Page 75: Stage

La non visibilità del potere corrisponde probabilmente al fatto che gli stessi potenti – della politica, dell’industria, della finanza – faticano a trovare le

strutture di potere e di regolazione necessarie a gestire la fase nuova in cui sono entrate l’economia e la società a livello planetario

- Rimozione dei vecchi poteri di regolazione;

- Eccesso di libertà

NO FIDUCIA, ma SPAVENTO

Il più grande dramma della nuova economia, la cosa che più di ogni

altra può frenare lo sviluppo

Sensazione di incertezza e di

instabilità diffusa

Inesistenza di un potere

di regolazione

riconoscibile

MA

Forse il potere è oggi una cosa diversa dal passato

??

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 76: Stage

Il potere può essere molto concentrato senza

essere centralizzato

La nuova organizzazione non annulla i conflitti di potere, li sposta ad un livello più complesso e per certi

aspetti più alto

C’è il dislocarsi dei poteri, con tutti

i fenomeni di resistenza e di contraddizione

Il vecchio industriale sentiva l’obbligo di rendere migliore il posto in cui viveva e sentiva una

responsabilità verso la gente che aveva intorno

IL POTERE IN RETE E’ UN POTERE CHE SI DERESPONSABILIZZA

Verso i dipendenti

Verso il territorio

Verso l’ambito sociale in cui vive

Viene meno il fattore di territorialità dell’economia perché ovunque, da qualunque posto, è possibile entrare in rete

Il potere è ben presente anche all’interno delle nuove industrie

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 77: Stage

Bisogna avere un bagaglio di conoscenze

superiore al ruolo lavorativo

Nel lavoro che cambia, il sapere è

sempre più importante, perché

Bisogna avere un’identità

culturale forte, che permetta di reggere i cambiamenti futuri

Condizione per poter reggere una vita

lavorativa che sarà sempre meno un

“posto” e sempre più un “percorso”

Un lavoro basato sulla conoscenza spiazza l’idea della

formazione così com’era concepita una volta, come puro addestramento: si insegnava un

lavoro che già c’era e si presupponeva durasse tutta la

vita del lavoratore

1. 2.

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 78: Stage

Acquista maggiore importanza il ruolo della SCUOLA e dell’UNIVERSITÀ

Innalzare i livelli di sapere diventa una necessità della nuova

economia basata sulla conoscenza

Chi sono oggi i disoccupati di lunga durata, quelli per cui la perdita del lavoro è uno scacco esistenziale?

Persone a bassa scolarizzazione, che non sono mai state coinvolte in un percorso formativo durante la

loro vita lavorativa

Persone che hanno incontrato subito un lavoro a professionalità bloccata e in quel posto sono rimasti, perché non avevano a disposizione le risorse culturali e professionali necessarie per cambiare, e il lavoro è scomparso dalla loro vita col declinare di quei posti

MA

Oggi le fonti del sapere e della cultura non stanno più solo nelle istituzioni formative tradizionali: il

territorio diventa una fonte di sapere fondamentale,

nel rapporto

LOCALE - GLOBALE

La scuola e l’università dovranno collegarsi con il sapere del territorio e

con le grandi reti globali della conoscenza

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 79: Stage

Coloro che sono in grado di dominare e di

usare in modo consapevole i nuovi

strumenti della conoscenza

=

Coloro in grado di interagire con i

processi di globalizzazione dell’economia e

delle imprese

Coloro che sanno usare il computer ma non ne conoscono la

logica

Coloro che non usano il computer e lo

vedono come un puro e semplice mezzo di

intrattenimento

Lavoratori della conoscenza

Utenti passivi

Teledipendenti

Divisioni sul sapere

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 80: Stage

Divisioni sulla mobilità

I nuovi nomadiSono ricercatissimi

Possono trovare lavoro ovunque

Sanno sfruttare il sistema della rete

I locali

Il loro sapere, il loro

lavoro, è incardinato al

posto e al territorio

I bloccati alle frontiere

Nessuno li vuole

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 81: Stage

La mobilità del sapere genera

nuovi conflitti, nuove contraddizioni, nuove insicurezze

La mobilità intesa come mutamento continuo è qualcosa di angosciante

L’IDEA CHE BISOGNA TANTE VOLTE PARTIRE SENZA AVER CHIARO DOVE

BISOGNA ARRIVARE, E SPESSO NEMMENO IN QUALE DIREZIONE BISOGNA ANDARE,

E’ PERLOMENO INQUIETANTE

Inoltre, i differenziali di sapere provocano disuguaglianze di condizione sociale notevoli. Cambiano anche i parametri di inclusione e di

esclusione sociale tradizionali

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 82: Stage

Come affrontare questo nuovo scenario lavorativo?

“Rigidità flessibili”“Rigidità flessibili”

Rete di sicurezza dei

diritti, cornice istituzionale e universale, più

estesa ma anche più leggera di

quella assicurata oggi da leggi e

contratti

Patti vincolanti per gli interessi, un

tessuto negoziale tutto da modellare e

calibrare su una tipologia congiunta

di rapporti e di confini, tanto articolata da superare gli

ordinamenti del ‘900

?

Nel senso della durata

e della tutela

Nel senso di luoghi e

di unità dove si

contrattaDifendere le conquiste ripensando le

tutele, cioè regolare le forze di mercato per il bene stesso del mercato e

flessibilizzare le norme sociali per il bene stesso della società

=

?

Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 83: Stage

“Dal mondo dei posti all’universo dei lavori, lo scenario va ridisegnato. Se anche l’Europa non deve

rifare tutto, pure dovrà rivedere molte cose nel proprio compromesso sociale. Per poter difendere bene quel

che è difendibile, bisogna cogliere opportunità, senza catastrofismi e senza fideismi. E senza troppe

nostalgie. Non vorrei che si finisse col rimpiangere il taylor-fordismo, mentre si passa dal Lavoro maiuscolo,

qual è stato nel ‘900, ai lavori minuscoli, quali ci prepara il nostro secolo. Le novità mettono sempre

paura, ma al taylor-fordismo credo occorra fare ponti d’oro, mentre si guarda all’altra riva. Sarebbe buffo, a

questo punto, scoprirci nostalgici del travail d’antan...”

Aris AccorneroDal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori

Page 84: Stage

BibliografiaBibliografia Accornero A., Era il secolo del Lavoro, Il Mulino, Bologna 1997

Battaglia R., Storia della Resistenza italiana, Einaudi, Torino 1964

Bauman Z., Dentro la globalizzazione. Le conseguenze sulle persone, Laterza, Bari 2001

Bauman Z., Lavoro, consumismo, e nuove povertà, Città aperta, Troina 2004

De Bernardi A., Guarracino S., La conoscenza storica. Settecento e Ottocento, Edizioni

Scolastiche Bruno Mondadori, Milano 2000

Foa V. e Ranieri A., Il tempo del sapere, Einaudi, Torino 2000

Pavone C., Una guerra civile – Saggio storico sulla moralità nella Resistenza, Bollati

Boringhieri, Torino 1991

Tittarelli e Cardillo, Scienze sociali: il diritto e l’economia, Tramontana, Milano 2004

Vicari Haddock S., La città contemporanea, Il Mulino, Bologna 2004

SitografiaSitografia www.elgg.net (per l’immagine di copertina)

www.romacivica.it

www.wikipedia.it

www.remondini.net