Stability Profili Aperti
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Stabilita profili aperti, ver1.1, LW 1
Stabilita di travi con profili aperti in parete sottile
Walter Lacarbonara
20 novembre 2006
Indice
1 La torsione uniforme 2
1.1 La funzione d’ingobbamento riferita al centro di torsione . . . . . . . . . . . 3
2 La torsione non uniforme 4
2.1 Effetto della rigidezza all’ingobbamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
3 Sezioni di interesse tecnico 7
3.1 Sezione a T . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
3.2 Sezione a L . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
3.3 Sezione a doppio T . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
3.4 Sezione a doppio T con ali diseguali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
3.5 Sezione a C . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
4 Le equazioni di equilibrio linearizzate 10
4.1 L’Energia potenziale totale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
4.1.1 La stazionarieta dell’energia potenziale totale . . . . . . . . . . . . . 13
5 Casi notevoli di instabilita flesso-torsionale 13
5.1 Trave a profilo aperto compressa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
5.1.1 Sezioni monosimmetriche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
5.2 Esempio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
5.3 Trave a profilo aperto soggetta a coppie flettenti d’estremita . . . . . . . . . 15
5.3.1 Sezioni monosimmetriche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
5.4 Altri casi notevoli di sollecitazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
5.4.1 Il lavoro delle forze esterne . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
Draft: 20 novembre 2006
Stabilita profili aperti, ver1.1, LW 2
Sommario
Si mostrano gli elementi essenziali della teoria della stabilita di travi con profili aperti in
parete sottile. Si richiama dapprima la teoria della torsione uniforme, si illustra la torsione
non uniforme secondo Vlasov. Si deducono, ricorrendo alla formulazione variazionale, le
equazioni linearizzate di equilibrio di una trave in condizioni di presollecitazione indotta da
forza assiale, coppie flettenti d’estremita, di taglio e carichi distribuiti. Si discutono alcuni
casi notevoli di instabilita flesso-torsionale quali la trave compressa da una forza normale
centrata o sollecitata da coppie flettenti.
1 La torsione uniforme
Il problema di torsione uniforme, nello spirito del metodo degli spostamenti, si rias-
sume come segue. Il campo di spostamenti (v, w) congruente, ove si assuma come polo il
baricentro della sezione, si pone nella forma
v = θ × y, w(y) = kT
ω(y), θ = kTza (1.1)
dove kT = θ′1 indica la curvatura torsionale uniforme e ω la funzione d’ingobbamento speci-
fica riferita al baricentro. Il campo di tensione congruente si ottiene attraverso l’equazione di
legame τ = Gγ, in cui si sostituisca l’equazione di congruenza γ = ∇w+v′ = kT (∇ω+a×y).
Le equazioni di equilibrio di campo e al contorno, ∇·τ = 0 e τ ·n = 0, conducono al seguente
problema di Neumann per la funzione d’ingobbamento:
∇2ω = 0, su D∂ω
∂n= y · l, su ∂D
(1.2)
dove l indica il versore tangente al bordo del dominio. Le coordinate del centro di torsione
sono date da
xT
:= − 1Ix
∫
Dω y dA, y
T:=
1Iy
∫
Dω x dA (1.3)
Nel caso di profili aperti in parete sottile, la piccolezza dello spessore consente di trascurare
le variazioni della funzione di ingobbamento lungo lo spessore. Percio, con riferimento alla
linea media C della sezione (Fig. 1), fissata un’origine aritraria ed un verso positivo e detta
s l’ascissa curvilinea lungo C, la funzione ω dipende soltanto da s. Inoltre, dall’annnullarsi
della tensione tangenziale sulla linea media consegue
γ = kT (∇ω + a × y) = 0 (1.4)
1L’apice indica la derivata rispetto a z.
Draft: 20 novembre 2006
Stabilita profili aperti, ver1.1, LW 3
E quindi possibile esprimere il gradiente di ω lungo la linea media come
dω = ∇ω · ds = −a × y · ds = −y × ds · a = r(s)ds = −2dΩ (1.5)
dove dΩ e l’area settoriale spazzata dal vettore y nel percorrere l’elemento d’arco ds. A
meno di una costante inessenziale, la funzione d’ingobbamento si esprime come ω = −2Ω.
Di conseguenza, il centro di torsione, posto dA= b(s)ds, assume le coordinate
xT
:=2Ix
∫
DΩ(s) y(s)b(s) ds, y
T:= − 2
Iy
∫
DΩ(s) x(s)b(s) ds (1.6)
La parte puramente deformativa della funzione d’ingobbamento, univocamente determinabile,
si ottiene come
ωd = ω − (ω0 − xT y + yT x) = −2Ω − ω0 + xT y − yT x (1.7)
dove ω0 = −2/A∫D Ω(s)b(s)ds.
s = 0
s = c
b(s)
T
yT
ydΩ
dΩT
G
sds
x
y
C
Figura 1: Profilo aperto in parete sottile: centro di torsione, aree settoriali riferite al
baricentro e al centro di torsione.
1.1 La funzione d’ingobbamento riferita al centro di torsione
Se si assume come polo di riduzione il centro di torsione, si ottiene la funzione d’ingob-
bamento riferita al centro di torsione stesso e indicata con ωT .
Poiche v = θ × (y− yT )
dωT = −(y− yT ) × ds · a = rT (s)ds = −2dΩT (1.8)Draft: 20 novembre 2006
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Quindi, ωT = −2ΩT + ω0. Se si determina la costante ω0 (cio corrisponde anche a scegliere
un’opportuna origine del sistema d’ascissa curvilinea) in modo da soddisfare la condizione∫
Dω
TdA = 0 (1.9)
la funzione d’ingobbamento2 si esprime come
ωT
= 2(ΩT− Ω
T) (1.10)
dove ΩT esprime il valor medio della funzione ΩT sulla sezione. Si riassumono le proprieta
notevoli di ΩT.
Proprieta I: La funzione d’ingobbamento ωT, Eq. (1.10), corrisponde alla parte puramente
deformativa dell’ingobbamento ωd, Eq. (1.7).
Proprieta II: La funzione d’ingobbamento ωT verifica le seguenti identita∫
Dω
Tx dA = 0,
∫
Dω
Ty dA = 0 (1.11)
Infatti per la Proprieta I, ωT = ωd = −2Ω− ω0 +xT y−yT x. Sostituendo questa espressione
di ωT
nelle (1.11), e sfruttando proprieta geometriche banali, si verificano le identita.
2 La torsione non uniforme
Nelle condizioni in cui l’ingobbamento della sezione sia impedito oppure sia applicato un
momento torcente variabile lungo la linea d’asse, insorge uno stato di tensione longitudinale
autoequilibrato a cui si associa, per l’equilibrio allo scorrimento, uno stato di tensione
tangenziale detto secondario. Poiche nelle condizioni predette (ingobbamento impedito o
momento torcente variabile), la curvatura torsionale non e piu uniforme; inoltre, stante la
w(z, s) = θ′(z)ωT (s), segue che l’elongazione (ε = w′) e la tensione longitudinale sono date,
rispettivamente, da
ε = θ′′(z)ωT(s) σ = Eω
Tθ′′ (2.12)
Dall’equilibrio di un concio di trave in direzione z, si ottiene il seguente sforzo di scorrimento
il cui carattere secondario e dichiarato con il pedice 2:
q2 = τ2b = −∫ s
0σ′b(s)ds = −Eθ′′′
∫ s
0ωT b ds (2.13)
2La ΩT , avente come polo il centro di torsione e l’origine tale da soddisfare l’Eq. (1.9), descrive la
cosiddetta area settoriale principale.
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Si genera quindi una coppia torcente secondaria data da
MT2 =∫ c
0(y− yT ) × q2ds · a =
∫ c
0q2 rT ds = −EΓθ′′′ (2.14)
dove
Γ = −∫ c
0
(∫ s
0
ωTb ds
)dω
T(2.15)
Posto Λ(s) =∫ s0 ωT b ds, integrando per parti Γ, si ottiene
Γ = −∫ c
0ΛdωT = −ΛωT
∣∣∣∣c
0
+∫ c
0ωT
dΛds
ds =∫ c
0ω2
Tb ds =
∫
Dω2
TdA (2.16)
La funzione Γ e detta rigidezza all’ingobbamento (warping rigidity). Sommando gli effet-
ti della torsione primaria di De Saint Venant, MT1 = G Jθ′, e quelli della torsione non
uniforme, si ottiene
MT = G Jθ′ − E Γθ′′′ (2.17)
2.1 Effetto della rigidezza all’ingobbamento
L’equazione di equilibrio di una trave soggetta ad una densita di coppie torcenti mT si
scrive M ′T
+ mT = 0, ovvero, in virtu della (2.17),
EΓθ′′′′ − GJθ′′ = mT(2.18)
Se si trascura l’effetto della rigidezza aggiuntiva EΓ dovuto alla torsione non uniforme
−GJθ′′ = mT (2.19)
Nel secondo caso le condizioni al contorno sono θ = 0 se la rotazione torsionale e impedita
o GJθ′ = 0 se la rotazione e libera; nel caso di torsione non uniforme, sono necessarie
ulteriori condizioni al contorno, ovvero occorre aggiungere informazioni sul tipo di vincolo.
Un vincolo atto ad impedire la rotazione torsionale consentendo tuttavia l’ingobbamento e
detto ritegno torsionale. In questo caso,
θ = 0, EΓθ′′ = 0 (2.20)
La condizione vincolare impone l’annullamento delle tensioni normali σ = EΓθ′′ corrispon-
dente al libero ingobbamento della sezione.
Al fine di apprezzare l’effetto della rigidezza aggiuntiva da torsione non uniforme, si
integrano le equazioni (2.19) e (2.18) con mT uniforme e considerando ritegni torsionali. La
(2.19) conduce a
θ1 =mT `2
2GJ
(z
`− z2
`2
)(2.21)
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L’integrazione della (2.18), unitamente alle condizioni (2.20), fornisce
θ = θ1 +mT `2
GJλT
[e√
λT
z` + e
√γ(1− z
`)
1 + e√
λT
](2.22)
dove λT
= `2GJ/(EΓ) quantifica la snellezza torsionale. L’effetto della maggiore rigidezza
torsionale fa sı che le rotazioni torsionali siano ridotte rispetto alla teoria della torsione
uniforme. Infatti, calcolando il rapporto tra θ e θ1 in mezzeria si ottiene
θ
θ1
= 1 − 8λT
(e√
λT /2 − 1)2
1 + e√
λT
< 1 (2.23)
In Fig. 2(a) si riportano gli andamenti della rotazione torsionale di una trave in acciaio C
310x31 di luce ` = 4 m, con ritegni torsionali, soggetta ad un momento torcente mT = 500
Nm/m. In Fig. 2(b) si riporta il rapporto percentuale tra θ e θ1 in mezzeria. Per la trave
considerata, GJ = 10699 N m2, EΓ = 6098 N m4, λT = 43.9. La rotazione ottenuta e
l’83 % di quella fornita dalla teoria della torsione uniforme. Per elevate snellezze torsionali,
l’effetto della torsione non uniforme diventa inapprezzabile.
λ0 1 2 3 40
0.02
0.04
0.06
0.08
z
θ
0 20 40 60 80 1000
20
40
60
80
(a) (b)
%
T
C 310x31
T G
Figura 2: (a) Rotazione torsionale in una trave C 310x31 di luce ` = 4 m senza il contrib-
uto di MT2
(linea sottile) e con il contributo da torsione non uniforme (linea spessa); (b)
rotazione in mezzeria calcolata con la (2.22) rapportata a quella ottenuta con la (2.21) in
funzione di λT .
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3 Sezioni di interesse tecnico
Si riportano nel seguito alcune sezioni di interesse tecnico con il centro di torsione,
l’inerzia torsionale J e la rigidezza all’ingobbamento Γ.
3.1 Sezione a T
J =bt3 + d∗w3
3, Γ =
b3t3
144+
d∗3w3
64≈ 0 (3.24)
T
GTG
Figura 3: Sezione a T, d∗ = d − t/2
3.2 Sezione a L
J =(b∗ + d∗)t3
3, Γ = (d∗)3(b∗)3
t3
36≈ 0 (3.25)
T
T
TG
Figura 4: Sezione a L, d∗ = d− t/2, b∗ = b− t/2.
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3.3 Sezione a doppio T
J =2bt3 + d∗w3
3, Γ =
d∗2b3t
24(3.26)
Figura 5: Sezione a doppio T, d∗ = d − t
3.4 Sezione a doppio T con ali diseguali
J =b1t
31 + b2t
32 + d∗w3
3, Γ =
(d∗)2(b1)3t1α12
, α =1
1 + (b1/b2)3t1/t2(3.27)
T
G
G
T d1
Figura 6: Sezione a doppio T asimmetrica, d∗ = d − (t1 + t2)/2.
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3.5 Sezione a C
J =2b∗t3 + d∗w3
3, Γ = (d∗)2(b∗)3t
[1 − 3α
6+
α2
2
(1 +
d∗w
6b∗t
)]
α =1
2 + (d∗w)/(3b∗t)
(3.28)
La posizione del centro di torsione e data da
xT = xG + b∗α − w
2(3.29)
T
T Gd1
G
Figura 7: Sezione a C, d∗ = d − t, b∗ = b− w/2.
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4 Le equazioni di equilibrio linearizzate
Lo stato di presollecitazione della trave si pensa essere indotto da azioni d’estremita -
forza centrata di compressione P, coppia flettente m = Mxax + Myay , forza di taglio T ap-
plicata nel centro di taglio3 - e da forze distribuite trasversali. Gli effetti della torsione e del
conseguente ingobbamento delle sezioni sono tenuti in conto solo nel passaggio dalla config-
urazione di riferimento a quella variata. Lo stato di tensione indotto dalla presollecitazione
si puo, percio, esprimere come
σ0 = −P
A+
Mx(z)Ix
y − My(z)Iy
x, τ 0 = τ0xax + τ0
y ay (4.30)
Lo stato di deformazione e descritto dal tensore di Green-Lagrange D il quale, adottando
la notazione tensoriale, si scrive4
D =∇u + ∇u>
2+
∇u>∇u2
= E + D(2), D(2)ij =
12uk,iuk,j (4.31)
La parte di primo ordine e il tensore della deformazione infinitesima la cui unica compo-
nente non nulla e l’elongazione longitudinale che consta di un contributo flessionale, k×y ·a,
e di un contributo indotto dalla torsione non uniforme, θ′′ωT,
ε = k× y · a + θ′′ωT
= −kyx + kxy + θ′′ωT
= −u′′Gx − v′′
Gy + θ′′ω
T(4.32)
stanti le equazioni di congruenza5 kx = −v′′G
e ky = u′′G
di una trave assunta indeformabile
a taglio. Lo spostamento di un punto materiale generico della trave e dato da
v(y, z) = vG
+ θ × (y− yT), w(y, z) = θ′ω
T(4.33)
Le componenti della parte del secondo ordine del tensore di Green-Lagrange nelle quali
spendono lavoro le tensioni di presollecitazione sono
D(2)11 =
12(u′2 + v′2 + w′2)
D(2)13 =
12(u,xu′ + v,xv′ + w,xw′), D
(2)23 =
12(u,yu
′ + v,yv′ + w,yw
′)(4.34)
Trascurando i gradienti dello spostamento longitudinale rispetto a quelli associati allo
spostamento nel piano della sezione e adottando la notazione ingegneristica, posto γ(2)ij =
2D(2)ij , si ottiene
ε(2) =12(u′2 + v′2), γ(2)
xz = u,xu′ + v,xv
′, γ(2)yz = u,yu
′ + v,yv′ (4.35)
3Coincidente con il centro di torsione T.4Si adotta la convenzione classica fk,i = ∂fk/∂xi, con i = 1, 2, 3 e x1, x2, x3 → x, y, z.5Le equazioni di congruenza linearizzate si possono scrivere come segue: ε = εa + γ = u′
G− φ × a,
k = φ′. Decomposto uG = wGa + vG (con vG = uGax + vGay) segue che γ = v′G− φ × a. Dal vincolo di
indeformabilita a taglio, γ = 0, si ottiene φx = −v′G
e φy = u′G
. Quindi, kx = −v′′G
e ky = u′′G
.
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Stabilita profili aperti, ver1.1, LW 11
Sostituendo la (4.33) nella (4.35) si ottengono le equazioni di congruenza nonlineari in
funzione degli spostamenti generalizzati (vG(z), θ(z))
ε(2) =12
u′2
G+ v′2
G+ θ′2
[(x − xT )2 + (y − yT )2
]+ 2θ′
[v′
G(x − xT ) − u′
G(y − yT )
]
γ(2)xz = θ
[v′
G+ θ′(x − x
T)], γ(2)
yz = −θ[u′
G− θ′(y − y
T)] (4.36)
Nel paragrafo seguente si calcola l’energia potenziale totale.
4.1 L’Energia potenziale totale
L’energia potenziale totale U si esprime come
U = WE + WG − L (4.37)
dove WE e WG sono, rispettivamente, l’energia potenziale elastica e geometrica. L’energia
elastica si calcola come
WE
=12
∫
V
Eε2dV +12
∫ `
0
GJθ′2dz
=12
∫ `
0
[EIy(u′′
G)2 + EIx(v′′G)2 + EΓ(θ′)2 + GJθ′2
]dz
(4.38)
L’energia geometrica e il lavoro delle tensioni di presollecitazione nelle componenti del
secondo ordine del tensore della deformazione e si esprime come
WG =∫
Vσ0
ijD(2)ij dV =
∫
Vσ0ε(2)dV +
∫
Vτ 0 · γ(2)dV =
∫ `
0
(W ′
G[σ0] + W ′
G[τ0)
]dz (4.39)
avendo posto γ(2) = γ(2)xz ax + γ
(2)yz ay , W ′
G[σ0] e l’energia elastica specifica (per unita di
lunghezza di trave) associata alle tensioni longitudinali di presollecitazione mentre W ′G[τ ] e
l’energia geometrica specifica associata alle tensioni tangenziali. Si ottiene
W ′G[σ0] =
∫
Dσ0ε(2)dA
=12
∫
D
(−P
A+
Mx(z)Ix
y − My(z)Iy
x
)
u′2
G+ v′2
G+ θ′2
[(x − xT )2 + (y − yT )2
]+ 2θ′
[v′
G(x − xT ) − u′
G(y − yT )
]dA
= −P
2[u′2
G+ v′2
G+ θ′2r2
T+ 2θ′(u′
GyT − v′
GxT )
]+ Mxθ′
(Cxθ′ − u′
G
)+ Myθ
′ (Cyθ′ − v′
G
)
(4.40)
dove
Cx = −yT +1
2Ix
∫
D(y · y)ydA, Cy = xT − 1
2Iy
∫
D(y · y)xdA, r2
T=
IG
A+ yT · yT (4.41)
I coefficienti Cx e Cy sono detti coefficienti di forma della sezione ed il significato apparira
chiaro dalle equazioni di equilibrio. L’energia geometrica specifica assume la forma
W ′G[τ0] =
∫
D
τ0xθ
[v′
G+ θ′(x − xT )
]− τ0
y θ[u′
G− θ′(y − yT )
] dA (4.42)
Draft: 20 novembre 2006
Stabilita profili aperti, ver1.1, LW 12
Al fine di integrare la (4.42), si utilizzano le equazioni di equilibrio integrale alle basi e di
equilibrio indefinito, quella al contorno, e di equilibrio globale:∫
Dτ0xdA = Tx = −M ′
y ,
∫
Dτ0y dA = Ty = M ′
x
∇ · τ0 = −(σ0)′ su D, τ 0 · n = 0, su ∂D(4.43)
Percio la (4.42) diventa
W ′G[τ0] = θ(u′
GM ′
x + v′GM ′
y) + θθ′(xT M ′y − yT M ′
x) + θθ′∫
Dτ0 · ydA (4.44)
Al fine di calcolare l’ultimo integrale, si utilizza la seguente identita
τ 0 · y =12∇ · [(y · y)τ0] − 1
2(y · y)∇ · τ 0 =
12∇ · [(y · y)τ0] +
12(y · y)(σ0)′ (4.45)
Quindi, applicando il teorema di Gauss e la condizione di equilibrio al contorno, nonche
(σ0)′ = M ′x/Ixy − M ′
y/Iyx e la (4.41) si ottiene∫
Dτ0 · ydA =
12
∮
D(y · y)(τ0 · n)ds +
12
∫
D(y · y)(σ0)′dA =
12
∫
D(y · y)(σ0)′dA
=M ′x(Cx + y
T) + M ′
y(Cy − xT)
(4.46)
Sostituendo questa nella (4.42) si ottiene
W ′G[τ0] =
[M ′
x(Cxθ′ − u′G) + M ′
y(Cyθ′ − v′
G)]θ (4.47)
Infine, l’energia geometrica specifica si esprime come
W ′G
= −P
2[u′2
G+ v′2
G+ θ′2r2
T+ 2θ′(u′
Gy
T− v′
Gx
T)]
+Mxθ′(Cxθ′ − u′
G
)+ Myθ
′ (Cyθ′ − v′G
)
+[M ′
x(θ′Cx − u′G) + M ′
y(θ′Cy − v′
G)]θ
= −P
2[u′2
G+ v′2
G+ θ′2r2
T+ 2θ′(u′
GyT − v′
GxT )
]
+(Mxθ)′[Cxθ′ − u′G] + (Myθ)′[Cyθ
′ − v′G]
(4.48)
L’energia potenziale delle forze interne, elastiche e geometriche, diventa
W = WE + WG =12
∫ `
0
[EIy(u′′
G)2 + EIx(v′′G)2 + EΓ(θ′)2 + GJθ′2
]dz
−12
∫ `
0P
[u′2
G+ v′2
G+ θ′2r2
T+ 2θ′(u′
Gy
T− v′
Gx
T)]
+∫ `
0(Mxθ)′[Cxθ′ − u′
G]dz +
∫ `
0(Myθ)′[Cyθ
′ − v′G]dz
(4.49)
Draft: 20 novembre 2006
Stabilita profili aperti, ver1.1, LW 13
4.1.1 La stazionarieta dell’energia potenziale totale
Imponendo la stazionarieta di U (i dettagli saranno inseriti in una futura appendice)
δU = δWE
+ δWG− δL = 0 (4.50)
si perviene al seguente sistema di equazioni differenziali6:
EIyu′′′′+P (u′′ + y
Tθ′′) + (Mxθ)′′ = 0
EIxv′′′′+P (v′′ − x
Tθ′′) + (Myθ)′′ = 0
EΓθ′′′′−GJθ′′ + P (r2Tθ′′ + y
Tu′′ − x
Tv′′)
− Cx[(Mxθ)′′ + Mxθ′′]− Cy [(Myθ)′′ + Myθ′′] + Mxu′′ + Myv
′′
+[(x
Q− x
T)fx + (y
Q− y
T)fy
]θ = 0
(4.51)
Ad esso si aggiungono opportune condizioni al contorno. Si osservi il pieno accoppiamento
tra le variabili di flessione (u, v) e quella di torsione θ.
5 Casi notevoli di instabilita flesso-torsionale
5.1 Trave a profilo aperto compressa
Assumendo m ≡ 0 e f ≡ 0, la (4.51) diventa
EIyu′′′′+P (u′′ + yT θ′′) = 0
EIxv′′′′+P (v′′ − xT θ′′) = 0
EΓθ′′′′−GJθ′′ + P (r2Tθ′′ + yT u′′ − xT v′′) = 0
(5.52)
Per semplicita di trattazione, si consideri una trave semplicemente appoggiata ed avente
ritegni torsionali in corrispondenza degli appoggi. Le condizioni al contorno, in entrambe
le sezioni di estremita, si esprimono
u = 0, v = 0, EIxv′′ = 0, EIyu
′′ = 0, θ = 0, EΓθ′′ = 0 (5.53)
Le soluzioni hanno evidentemente la seguente forma7:
u = U1 sinnπz
`, v = U2 sin
nπz
`, θ = U3 sin
nπz
`(5.54)
Sostituendo la (5.54) nella (5.52), usando la notazione matriciale, si ottiene8
Pny − P 0 −PyT
0 Pnx − P Px
T
−PyT PxT (Pnθ − P )r2
T
U1
U2
U3
=
0
0
0
(5.55)
6Si e omesso il pedice G per snellezza notazionale7Sono tali da soddisfare identicamente tutte le condizioni al contorno e, per opportuni valori di
(U1, U2, U3), soddisfano le equazioni di equilibrio8Si osservi la simmetria della matrice dei coefficienti.
Draft: 20 novembre 2006
Stabilita profili aperti, ver1.1, LW 14
dove
Pnx = n2π2EIx
`2, Pn
y = n2π2 EIy
`2, Pn
θ =n2π2EΓ/`2 + GJ
r2T
(5.56)
Poiche si intende determinare il carico critico ed il corrispondente modo, questo e atteso che
si verifichi per n = 1. Denoteremo con (Px, Py , Pθ) i valori di (Pnx , Pn
y , Pnθ ) corrispondenti a
n = 1. Si osservi che (Px, Py) sono i carichi critici Euleriani che indurrebbero sbandamento
flessionale nei piani yz e xz.
Sono ammesse soluzioni non banali di (5.55) se e solo se il determinante della matrice
dei coefficienti si annulla fornendo l’equazione caratteristica nella forma
F(P ) = (Px − P )(Py − P )(Pθ − P )
−(
xT
rT
)2
(Py − P )P 2 −(
yT
rT
)2
(Px − P )P 2 = 0(5.57)
Il carico critico, Pc, e la piu piccola radice di (5.57). Osserviamo che nel caso di sezioni
bisimmetriche, T ≡ G, percio xT = yT ≡ 0. La (5.57) diventa
F(P ) = (Px − P )(Py − P )(Pθ − P ) = 0 (5.58)
In questo caso non si verifica accoppiamento flesso-torsionale. Il carico critico e
Pc =minPx, Py, Pθ. Poiche Pθ > (Px, Py), l’instabilita si manifesta come nell’asta di Eu-
lero, per flessione nel piano d’inerzia debole, ed il carico critico e quello Euleriano. A ciascun
livello di carico corrispondente a Px, Py , o Pθ, corrisponde un modo di buckling puramente
flessionale (Px o Py ,) o torsionale Pθ .
Nel caso di sezione generica, priva di assi di simmetria, e intuitivo pensare che l’ac-
coppiamento flesso-torsionale sia tale da far manifestare l’instabilita attraverso un modo
flesso-torsionale ad un livello di carico inferiore rispetto a quello puramente flessionale
di tipo Euleriano. Si puo, infatti, dimostrare9 che Pc <minPx, Py, Pθ. La diminuzione
dipende dal grado di accoppiamento flesso-torsionale. Per calcolare il modo critico si sosti-
tusce P = Pc nella (5.55), si determina l’autovettore (U1, U2, U3) che, sostituito nella (5.54),
fornisce il modo cercato.
5.1.1 Sezioni monosimmetriche
Nel caso applicativo tipico di sezioni monosimmetriche, il centro di torsione appartiene
all’asse di simmetria. Quindi e xT = 0 oppure yT = 0. Supponendo che l’asse di simmetria
sia l’asse y, l’equazione caratteristica (5.57) si fattorizza semplificandosi nella
F(P ) = (Px − P )
[(Py − P )(Pθ − P ) −
(yT
rT
)2
P 2
]= 0 (5.59)
9A tal fine si osservi che F(0) = PxPyPθ, F(Px) = (xT /rT )2 (Px − Py)P 2x , F(Py) = − (yT /rT )2 (Px −
Py)P2y . Quindi, se Px < Py, poiche F(0) > 0 e F(Px) < 0, segue che Pc < Px. Se, al contrario, Py < Px,
poiche F(0) > 0 e F(Py) < 0, segue che Pc < Py.
Draft: 20 novembre 2006
Stabilita profili aperti, ver1.1, LW 15
Le radici sono
P = Px, Pxθ =1
2K
[(Py + Pθ) ∓
√(Py + Pθ)2 − 4KPyPθ
](5.60)
dove K = 1 − (yT/r
T)2 e detto fattore d’accoppiamento flesso-torsionale. Si osservi che
l’accoppiamento riguarda la flessione intorno all’asse di simmetria, ay , ovvero nel piano di
inflessione xz, e la torsione. Si puo dimostrare, con ragionamento analogo al precedente, che
con riferimento al problema accoppiato, Pc <minPy , Pθ. Il modo di buckling si esprime
come
uc(z) = βyT Pc
Py − Pcsinπ
z
`, vc(z) ≡ 0, θc = β sin π
z
`(5.61)
dove β e una costante che si determina con la condizione di normalizzazione.
Tuttavia, se Px =minPx, Py, Pθ, il carico critico diventa Pc = Px, ovvero di tipo
Euleriano, ed il corrispondente modo consiste in un’inflessione pura nel piano di simmetria
yz. Cio accade se l’asse di simmetria e anche l’asse forte di inerzia. Si illustra la situazione
con un esempio.
5.2 Esempio
Si consideri una trave in acciaio di secione C 310x31 (Fig. 7) e luce ` = 5 m. Quindi,
d = 305 mm, b = 74 mm, t = 12.7 mm, w = 7.2 mm, d∗ = 292 mm, b∗ = 70.4 mm. Dai
calcoli risulta: A = 3890 mm2, Ix = 5.3 107 mm4, Iy = 1.9 106 mm4, J = 132x103 mm4
α = 0.359, xG = 19.8 mm, xT = −41.4 mm, rT = 125.9 mm, Γ = 290x108 mm6, Cx = 0.
Assumendo E = 210 kN/mm2 e ν = 0.3, si ottiene Px = 4398 kN, Py = 160 kN,
Pθ = 827 kN. Impiegando la (5.60), Pxθ 1 = 807 kN e Pxθ 2 = 5.0 103 kN. Il carico critico e
Pc =minPy , Pxθ 1, Pxθ 2 = 160 kN, ad esso corrisponde il modo critico con inflessione nel
piano xz, piano di simmetria. Il secondo modo di buckling e, invece, di tipo flesso-torsionale,
uc(z) ≡ 0, vc(z) = −βxT Pc
Px − Pcsinπ
z
`, θc = β sinπ
z
`(5.62)
5.3 Trave a profilo aperto soggetta a coppie flettenti d’estremita
Le equazioni del problema sono
EIyu′′′′ + Mxθ′′ = 0
EIxv′′′′ + Myθ
′′ = 0
EΓθ′′′′ − (GJ + 2CxMx + 2CyMy)θ′′ + Mxu′′ + Myv′′ = 0
(5.63)
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Stabilita profili aperti, ver1.1, LW 16
G (u, 0, 0) (0, v, θ)
(a) (b)
Figura 8: (a) Modo critico (puramente flessionale) e (b) secondo modo di buckling (flesso-
torsionale) di una sezione C 310 x31.
Con riferimento ad una trave appoggiata con ritegni torsionali, si assuma la soluzione del
tipo (5.54). Il sistema risolvente diventa
Py 0 −Mx
0 Px −My
−Mx −My r2TPθ + 2(CxMx + CyMy)
U1
U2
U3
=
0
0
0
(5.64)
L’equazione caratteristica e
F(Mx, My) =M2
x
Py+
M2y
Px− 2CxMx − 2CyMy − r
T2Pθ = 0 (5.65)
Questa equazione rapparesenta nel piano delle sollecitazioni (Mx, My) (Fig. 8) un’ellisse,
detta frontiera di buckling, con assi paralleli a Mx = 0 e My = 0. In generale, assegnata una
coppia m = Mxax +Myay , ovvero un’asse di sollecitazione, questa corrisponde ad un punto
sollecitazione Q nel piano (Mx, My). Facendo crescere l’intensita della coppia, tenendo
fisso l’asse di sollecitazione, ovvero percorrendo una retta per l’origine e passante per Q, si
ragginuge la situazione critica in corrispondenza dell’intersezione della retta con la frontiera
di buckling, nel punto sollecitazione Qc cui corrisponde la coppia critica mc. In generale,
il modo critico e di tipo flesso-torsionale con (u, v, θ) 6= (0, 0, 0), si manifesta quindi con
uno sbandamento flessionale secondo un piano d’inflessione deviato e con un’avvitamento
torsionale intorno all’asse di torsione. Poiche U2/U1 = (Iy/Ix)(My/Mx), l’angolo formato
dal piano d’inflessione con l’asse x e arctan((Iy/Ix)(My/Mx)).
Le intersezioni della frontiera di buckling con gli assi rappresentano le coppie critiche
intorno agli assi principali che inducono flessioni rette accompagnate da torsione. Il puntoDraft: 20 novembre 2006
Stabilita profili aperti, ver1.1, LW 17
O
Mxc
Q
Qx
F
Qc
=
MycQy=
Mx
My
Figura 9: Frontiera di buckling di una sezione con asse di simmetria x.
Qx corrisponde alla coppia critica
Mxc = CxPy ±√
C2xP 2
y + rT
2PyPθ (5.66)
mentre il punto Qy corrisponde alla coppia critica
Myc = CyPx ±√
C2y P 2
x + rT2PxPθ (5.67)
5.3.1 Sezioni monosimmetriche
Nel caso di sezioni monosimmetriche, ad esempio rispetto all’asse y, Cy = 0, quindi, il
momento critico diventa.
Myc = ±π
`
√EIx
(π2
`2EΓ + GJ
)(5.68)
Inoltre, trascurando il contributo di Γ (come nelle sezioni tipo L, T), il momento critico e
quello di Prandtl
Myc = ±π
`
√EIxGJ (5.69)
5.4 Altri casi notevoli di sollecitazione
Si riportano, a titolo meramente illustrativo, alcuni casi notevoli di sollecitazione per i
quali sono disponbili soluzioni in forma tabellare per le quali si rimanda a testi specializzati.
In Fig. 9(a), e considerato il caso di trave semplicemente appoggiata con ritegni torsionali,
Draft: 20 novembre 2006
Stabilita profili aperti, ver1.1, LW 18
la flessione fuori piano e tuttavia bloccata10. Trascurando Γ, il momento critico e
Mc =2π
`
√EIy GJ (5.70)
Quindi, l’aggiunta del vincolo di tipo flessionale fa raddoppiare il momento critico di Prandtl.
Nelle figure Fig. 9(b)-(e) sono riportate condizioni di sollecitazione che conducono a mo-
menti di presollecitazione variabili lungo l’asse della trave, quindi a problemi differenziali
a coefficienti variabili la cui soluzione diventa notevolmente piu complessa. Si ricorre a
funzioni non elementari per la relativa rappresentazione come, ad esempio, la funzione di
Bessel. Le soluzioni sono comunque fornite nella forma
Mc = γ
√EIy GJ
`2(5.71)
dove il fattore γ e dato in funzione del rapporto λT per diverse posizione della forza (centro
di torsione, intradosso, estradosso), e per diverse condizioni di vincolo.
F
l
(a)
(b)
(c)
F
(d)
(e)
Figura 10: Casi notevoli di sollecitazione.
10Questo vincolo e indicato con linea piu spessa rispetto agli altri casi
Draft: 20 novembre 2006
Stabilita profili aperti, ver1.1, LW 19
Appendice
5.4.1 Il lavoro delle forze esterne
Il lavoro compiuto dalle forze esterne f(z) si scrive come
L =∫ `
0f · v
Qdz (5.72)
dove vQ
e lo spostamento del punto d’applicazione Q della forze esterne. Sia yQ
= yQ−y
T
il vettore di posizione di Q rispetto al centro di torsione T, dove yQ e il vettore di posizione
di Q rispetto a G. Poiche la sezione ruota intorno a T di un angolo θ (supposto finito, ai fini
dell’analisi), lo spostamento di Q si calcola come vQ = yQ′ − yQ , avando indicato con y
Q′ il
vettore di posizione rispetto a T del punto Q’, posizione assunta da Q nella configurazione
variata. Il tensore di rotazione piano
R(z) =
[cos θ − sin θ
sin θ cos θ
](5.73)
Si ha yQ′ = RyQ , quindi vQ = (R− I)yQ di componenti
uQ
= (cos θ − 1)(xQ− x
T) − sin θ(y
Q− y
T),
vQ
= sin θ(xQ− x
T) + (cos θ − 1)(y
Q− y
T)
(5.74)
Effettuando uno sviluppo in serie di Mac Laurin e arrestandosi a termini di ordine di θ2, si
ottiene
uQ = −θ(yQ − yT )− 12θ2(xQ − xT ),
vQ
= −12θ2(y
Q− y
T) + θ(x
Q− x
T)
(5.75)
Quindi, il lavoro delle forze esterne del secondo ordine fornisce
L(2) =∫ `
0f · v(2)
Qdz = −1
2
∫ `
0
[(xQ − xT )fx + (yQ − yT )fy
]θ2dz (5.76)
Draft: 20 novembre 2006
Stabilita profili aperti, ver1.1, LW 20
Figura 11: Tabella A: Profilato ad L a lati uguali.
Draft: 20 novembre 2006
Stabilita profili aperti, ver1.1, LW 21
Figura 12: Tabella A (segue): Profilato ad L a lati uguali.
Draft: 20 novembre 2006
Stabilita profili aperti, ver1.1, LW 22
Figura 13: Tabella B: Profilato ad T a spigoli vivi.
Draft: 20 novembre 2006
Stabilita profili aperti, ver1.1, LW 23
Figura 14: Tabella C: Profili IPE.
Draft: 20 novembre 2006
Stabilita profili aperti, ver1.1, LW 24
Figura 15: Tabella D: Profili HE.
Draft: 20 novembre 2006
Stabilita profili aperti, ver1.1, LW 25
Figura 16: Tabella E: Profilati ad U serie normale.
Draft: 20 novembre 2006
Stabilita profili aperti, ver1.1, LW 26
Figura 17: Tabella E (segue): Profilati ad U serie normale.
Draft: 20 novembre 2006