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RELAZIONE FINALE VIAGGIO D’ISTRUZIONE A BRUXELLES PRESSO LE ISTITUZIONI EUROPEE: CONSIGLIO DELL’UE, COMMISSIONE E PARLAMENTO EUROPEO Università di Sassari – Dipartimento di Giurisprudenza Cattedra di Diritto dell'Unione europea e Tutela internazionale dei Diritti Umani Il viaggio d’istruzione a Bruxelles, concepito come momento itinerante di formazione più consapevole alla Cittadinanza Europea, ha rappresentato per gli studenti del Dipartimento di Giurisprudenza di Sassari un’opportunità di grande valore educativo. Questa visita di studio è consistita non solo nella partecipazione attiva degli studenti agli incontri formativi sul funzionamento dell’operatività del Consiglio dell’Unione europea, della Commissione europea e del Parlamento europeo, ma anche nell’incontro con alti funzionari italiani (alcuni sardi) con i quali i partecipanti hanno potuto confrontarsi su aspetti fondamentali del processo d’integrazione europea e dei valori su cui si fonda l’Unione Europea. Per le ragioni sinteticamente esposte, la visita ha rappresentato un’esperienza conoscitiva globale che ha consentito agli studenti di verificare nella realtà, anche e soprattutto mediante il confronto diretto con gli operatori del settore, quanto appreso durante le lezioni di Diritto dell’Unione europea e di Tutela dei Diritti Umani, i seminari di approfondimento e la Summer School “The Future of Human Rights in Europe”, unitamente allo studio sui testi di base. La partecipazione alla visita, infatti, è stata pensata e realizzata come un lavoro di preparazione e di formazione interattiva tra studenti e docenti sui temi della Cittadinanza Europea, sul valore e funzionamento delle Istituzioni esecutive 1

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RELAZIONE FINALE VIAGGIO D’ISTRUZIONEA BRUXELLES PRESSO LE ISTITUZIONI EUROPEE: CONSIGLIO DELL’UE,

COMMISSIONE E PARLAMENTO EUROPEO

Università di Sassari – Dipartimento di GiurisprudenzaCattedra di Diritto dell'Unione europea e Tutela internazionale dei

Diritti Umani

Il viaggio d’istruzione a Bruxelles, concepito come momento itinerante di formazione più consapevole alla Cittadinanza Europea, ha rappresentato per gli studenti del Dipartimento di Giurisprudenza di Sassari un’opportunità di grande valore educativo.

Questa visita di studio è consistita non solo nella partecipazione attiva degli studenti agli incontri formativi sul funzionamento dell’operatività del Consiglio dell’Unione europea, della Commissione europea e del Parlamento europeo, ma anche nell’incontro con alti funzionari italiani (alcuni sardi) con i quali i partecipanti hanno potuto confrontarsi su aspetti fondamentali del processo d’integrazione europea e dei valori su cui si fonda l’Unione Europea.

Per le ragioni sinteticamente esposte, la visita ha rappresentato un’esperienza conoscitiva globale che ha consentito agli studenti di verificare nella realtà, anche e soprattutto mediante il confronto diretto con gli operatori del settore, quanto appreso durante le lezioni di Diritto dell’Unione europea e di Tutela dei Diritti Umani, i seminari di approfondimento e la Summer School “The Future of Human Rights in Europe”, unitamente allo studio sui testi di base.

La partecipazione alla visita, infatti, è stata pensata e realizzata come un lavoro di preparazione e di formazione interattiva tra studenti e docenti sui temi della Cittadinanza Europea, sul valore e funzionamento delle Istituzioni esecutive (Commissione) e legislative e politiche dell’Unione Europea (Consiglio UE e Parlamento), sulla promozione a livello transnazionale dell'identità culturale europea e sull’analisi dei problemi sociali in Europa.

Tale esperienza, dunque, ha rivestito per i partecipanti una notevole importanza in quanto, grazie alla predisposizione di incontri tematici e tavoli di lavoro dedicati, ha offerto loro una visione “dall’interno” di alcune delle istituzioni europee oggetto di studio negli insegnamenti giuridico-internazionalistici di Diritto dell’Unione europea e di Tutela internazionale dei Diritti Umani.

Si ritiene che grazie al rapporto diretto degli studenti con le principali Istituzioni europee – che rappresentano il livello più alto e tangibile dei valori della collettività e del senso etico di responsabilità sociale e politica – si è proseguito il percorso iniziato lo scorso anno con la visita d’istruzione a Strasburgo, di creazione di un fondamentale “ponte comunicativo ed interattivo” tra i partecipanti, concretamente interessati a conoscerle e ad interagire fattivamente con esse, e le Istituzioni medesime.

La visita ha inoltre consentito di instaurare ulteriori contatti istituzionali e rafforzare il corpo docente della International Summer School “The Future of Human Rights in Europe” che nel mese di luglio, con continuità, richiama studenti da tutta Europa ed anche da Paesi terzi, nonché di prevedere la possibilità di attività didattiche e formative (stages e tirocini retribuiti) all’estero. Sarà,

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altresì, predisposto un dossier di candidatura presso il Parlamento europeo che ogni anno destina un premio speciale in occasione di un evento dedicato al tema della Tutela dei Diritti umani.

Da ultimo, non può non evidenziarsi il carattere profondamente formativo di questa visita di studio. Non è certamente consueto per gli studenti sardi, che più di altri risentono delle difficoltà socio-economiche e territoriali derivanti dagli svantaggi connessi all’insularità, avere l’opportunità di recarsi nelle sedi istituzionali di Bruxelles che sono il centro decisionale dell’Unione europea.

Questa considerazione emerge con costanza nelle relazioni degli studenti (vedi allegati) e delle quali abbiamo voluto inserire, in questa Relazione (virgolettato corsivo) alcune osservazioni rilevanti per una valutazione più immediata.

Programma della visita di studio.

La visita di studio con destinazione Bruxelles, sede delle Istituzioni europee più importanti si è svolta con il seguente calendario:

21.10.2016: Visita guidata della città: nel pomeriggio, dopo la sistemazione in hotel, si è visitato, con un itinerario a piedi, il centro storico di Bruxelles.

“Una città elegante, quasi surreale, che sottolinea il suo patrimonio culturale con una grande varietà di monumenti, musei, e i suoi particolari fumetti, il tutto trasuda arte, cultura e tradizione”.

22.10.2017 Visita al Consiglio dell’Unione Europea, Istituzione decisionale dell’U.E., responsabile del coordinamento dell’elaborazione della politica estera, negozia, adotta normative dell’U.E., coordina le politiche degli Stati membri, politiche economiche e di bilancio, istruzione, cultura, gioventù e sport, politiche occupazionali, e inoltre si occupa della sicurezza comune dell’U.E., conclude accordi internazionali. Una competenza ampia su cui si svolge il dialogo con il funzionario, Consigliere giuridico dei Gruppi di lavoro che predispongono le proposte legislative del Consiglio dell’UE, che stimola gli studenti ad interagire

“Qui si respira aria austera, che fa capire con orgoglio il significato di questo viaggio: partecipare attivamente alla vita dell'Europa”

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La delegazione degli studenti della Summer School “The Future of Human Rights of Europe” al Consiglio dell’Unione europea, insieme alle docenti ed al Commissario UniNuoro.

Nel pomeriggio si è tenuto un incontro con la Dott.ssa Chiara Pinna. Un incontro prezioso sia sul piano delle competenze, sia sul piano del coinvolgimento emotivo degli studenti; originaria di Fonni ed attualmente funzionaria presso la Commissione europea, con grande preparazione ed esaustività ha illustrato agli studenti non solo come si lavora all’interno dell’Istituzione, ma anche tutte le possibilità (concorsi per funzionari, agenti contrattuali, stages e tirocini retribuiti) che l’Europa offre loro.

“Abbiamo avuto la fortuna di incontrare chi, quel percorso a Bruxelles, lo aveva già fatto anni prima. Un’altra lezione che mi accompagnerà anche nei sogni quel giorno: mai demordere, metterci tutto se stesso e sì, l’Europa ci aspetta”.

23.10.2017: Visita alla Commissione europea, Istituzione che rappresenta l’interesse dell’intera Unione, detiene il diritto di iniziativa legislativa, vigila sul rispetto del diritto europeo; fissa gli obiettivi dell’intera Unione; prepara il bilancio dell’U.E. Rappresenta l’ U.E. nel mondo. Qui gli studenti hanno potuto conoscere “da vicino” il luogo dove i rappresentanti degli Stati membri dell’UE si riuniscono e discutono delle tematiche connesse alla tutela degli interessi dell’UE e dei suoi cittadini su questioni che non possono essere gestite efficacemente a livello nazionale. La Commissione Europea è, infatti, la principale Istituzione che, insieme alla Corte di giustizia, è chiamata a garantire che il diritto dell’UE sia correttamente applicato in tutti i Paesi membri. Gli studenti, accolti dal funzionario Dott. Mauro Galluccio, hanno avuto modo di approfondire alcune problematiche di attualità concernenti l’attuale complesso scenario socio-politico europeo.

“Vengono trattati anche temi di attualità, come l'attuazione delle politiche che riguardano il Roaming. L’incontro finisce per essere molto coinvolgente, che ci rende partecipi sin dal primo istante e che prosegue fino alla fine, senza noia e senza sbadigli, tra momenti di serietà e leggerezza”.

“Lascio la Commissione non solo con una trentina di foto a carico, ma con un seme che è ormai germogliato”.

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Gli studenti del Dipartimento di Giurisprudenza alla Commissione europea, accompagnati dalle docenti della Cattedra di Diritto dell’Unione Europea Prof. G. Ferranti e Dott.ssa M. Cristina Carta e dal Commissario UniNuoro Dott. F. Mureddu.Molto significativa la sessione che si è tenuta nella sede della Rappresentanza della Regione Sardegna, di fronte alla sede della Commissione europea.

La delegazione degli studenti di Sassari e Nuoro è stata ricevuta dal Dott. Massimiliano Cambuli, funzionario regionale responsabile dell’ufficio di Rappresentanza della Regione Sardegna a Bruxelles. Sono state prospettate agli studenti numerose opportunità di contatto con le Istituzioni europee attraverso il canale privilegiato dell’ufficio regionale.

“Ho ritenuto molto interessante l’incontro con Massimiliano Cambuli, coordinatore della Rappresentanza della Regione Sardegna: in primis, perché non ero a conoscenza di una rappresentanza delle regioni italiane presso le istituzioni; in secundis, sapere che vi è una parte attiva di questo tipo all’interno del complesso sistema Europeo ci fa rendere conto di quanto sia importante creare un forte e solido legame con l’articolato sistema comunitario in modo tale da rapportarsi immediatamente con quelle che sono le politiche europee che la riguardano più da vicino”.

Nel pomeriggio è stato visitato il Campo di concentramento di Fort Breendonk, durante la seconda guerra mondiale utilizzato anche come campo di transito per i destinati al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.

“Abbiamo un’altra fortuna: la visita al campo/fortezza di Breendonk. Tra le sofferenze e le bellezze di quel posto, ritorna ancora il tema Europa: che sia ricordo, che sia unione e comprensione. Per non accadere mai più, per stare sempre in guardia. Laconico? A chi ha già capito, poco altro serve”.

24.10.2017 Visita al Parlamento europeo, Istituzione rappresentativa dei cittadini europei.Il funzionario sottolinea con convinzione che i giovani europei di oggi rappresentano una risorsa fondamentale per il futuro dell’Unione europea. In tale ottica, precisa, sviluppare delle politiche a favore dei giovani appare un fattore indispensabile per favorire il processo di crescita culturale, sociale e professionale delle nuove generazioni. Per tale ragione il senso della visita al Parlamento è di essere una “cassa di risonanza” per la società, all’interno della quale in primis i giovani sono chiamati a sviluppare un senso di appartenenza all’Ue, in qualità di cittadini attivi.

“Un viaggio virtuale ed interattivo attraverso l’Europa, iniziando dalla sua storia e proseguendo con un attenta analisi della struttura e della ripartizione, dei poteri e dei ruoli del Parlamento Europeo”.

Incontro presso la DG.DEVCO con funzionari della Direzione Generale della Commissione europea Cooperazione internazionale e sviluppo.

Il funzionario dott. Balducci ha illustrato agli studenti aspetti importanti sia sul piano politico sia finanziario delle decisioni dell’Ue nell’ambito della Cooperazione internazionale e dello sviluppo.Lo specifico tema delle possibilità di lavoro nelle Istituzioni europee in particolare nell’ambito della cooperazione internazionale, sono state sviluppate dalla funzionaria dott.ssa Petrecchia che ha

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da molti anni come collaboratrice la dott.ssa Francesca Salis, di Cagliari, che ha, anche lei,illustrato agli studenti il proprio percorso per giungere a lavorare presso la Commissione europea.

“Uno degli incontri che mi ha colpita maggiormente è stato sicuramente quello all’Infopoint quando una ragazza italiana ormai consolidata a Bruxelles, ci ha raccontato il suo percorso. Lei era una semplice studentessa come me, come le mie compagne di viaggio che erano lì ad ascoltarla, ed è riuscita a costruire la sua vita in modo appagante grazie alle sue capacità e a quelle che sono le opportunità che offre l’Europa, opportunità, che mi sono state svelate proprio grazie a questi incontri, rivelando ai miei occhi qualcosa di estremamente importante, che potrebbe far parte del mio futuro”.

25.10.2017: L’ultima giornata, in attesa del volo serale, viene visitata Bruges.

“Questo viaggio, nelle sue sfumature, è ormai parte del mio Io, è la luce che fu il principio di tutto”.“Questo genere di esperienze ci danno il vantaggio di concretizzare ciò che studiamo nei manuali, ciò che sentiamo o leggiamo, ci danno l’opportunità di riflettere sul nostro futuro, su chi siamo e vogliamo”.“Sono tornata con la consapevolezza che esperienze come queste debbano farci crescere, debbano renderci cittadini seri, con idee precise e ideali da perseguire. Noi siamo il futuro, le cose che non ci piacciono possiamo cambiarle ma che prima di tutto bisogna partire dalla conoscenza. Dobbiamo essere severi con noi stessi, pretendere di più, puntare in alto perché se vogliamo una cosa dobbiamo provare ad ottenerla! Siamo noi gli artefici del nostro destino, niente è impossibile (neppure il concorso per lavorare nelle istituzioni europee)!”

Sulla base di una attenta ed approfondita riflessione e sulle considerazioni degli studenti ci auspichiamo che l’iniziativa possa essere riproposta ogni anno per contribuire ad una «formazione più consapevole del concetto di Cittadinanza europea e dei diritti che ne conseguono, che gli studenti di Giurisprudenza devono conoscere e diffondere».

In allegato le relazioni degli studenti.

Sassari, lì 7 novembre 2017 Dott.ssa Maria Cristina Carta

Assegnista di ricerca in Diritto dell’Unione europea

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Relazioni degli studenti sul Viaggio d’Istruzione a Bruxelles22/26 ottobre 2017

È sempre difficile scegliere la prima parola di un testo. Ed io ho scelto la mia con attenzione. Ma su questo ci torneremo a tempo debito. Quello che seguirà, sarà un flusso di coscienza, se vogliamo. Coscienza di sé e degli altri. Per i dettagli più tecnici, son certo che i miei colleghi saranno capaci della giusta esaustività. Forse, ho pensato di poter vivere questo viaggio in maniera privilegiata. Arriva la conferma, si leggono i nomi dei compagni. Nessun nome noto (tranne uno, a onor del vero). Dopotutto, questo è il senso di un viaggio: la conoscenza. La migliore conoscenza che si può avere è quella che viene dall’incontro con gli altri. Ma non è tutto. Amare l’arte della fotografia permette di vedere. Non userò altri aggettivi. Cosa c’è di più importante che vedere, in un viaggio? Queste le premesse. Quello che non sapevo, ovviamente, era che la vita ha quel vizio particolare di soffiare sui castelli di carte. Un male? Non sempre. Ma iniziamo. Il viaggio inizia piuttosto tranquillamente. Il volo mi permette di vedere i bellissimi paesaggi della nostra Europa, fino ad arrivare a Charleroi. Per la prima volta, i miei occhi si posano su Bruxelles. Il viaggio in pullman fino all’hotel poteva passare in sordina, invece decido di parlarne: la città si presenta a me, mi divide solo un vetro scuro, e tanto basta per innamorarmi di quelle forme. L’antico e il moderno. Solo un assaggio. Dall’hotel, sistemati i bagagli, ci riversiamo in città. Già divisi, ma non è importante. La visita libera mi permette di vedere quello che l’andata mi aveva fatto sperare; la galleria spezzata a formare un pentagono con le altre vie, la Grand Place, e poi la vedo, la cattedrale. Da amante di Ken Follett, dentro Saint Michel mi sento quasi a casa. Un posto meraviglioso, gigante di pietra tra i giganti d’acciaio e cemento armato. La prima serata finisce così. La cena in ristorante mi ricorda quanto sia fortunato ad abitare in Italia. Ed è tutto quello che ho da dire su questa faccenda. Il secondo giorno è quello che più ci mette alla prova, sveglia e grande corsa alla metropolitana. Due fermate, qualche passeggiata e vediamo fuori dalla caverna una luce che ha tardato troppo ad arrivare. Davanti a noi, un cubo. Inconfondibile come lei, Europa, il tetragono sito del Consiglio dell’Unione. I vetri specchiati che dividono Bruxelles da Bruxelles. Strano da scrivere, e forse anche da pensare. Il momento di svago dura poco, entriamo dentro e subito prendiamo posto. La vista delle aule dove tante personalità così importanti si riuniscono è addolcita anche dalla conoscenza di un rappresentante dell’Ufficio Giuridico del Consiglio UE. È lì, calmo, chiaro e conciso. Vende a tutti la stessa rosa. Già le prime fatiche. Mi permetto di interagire con lui, senza voto stavolta. Mi si scuserà ovviamente questa frase infelice, ma (ahimè!) non ho davvero resistito. Son forse scontento di questo incontro? Al contrario. La preparazione, il carisma. Tutte qualità che ci vengono mostrate, forse non in maniera diretta, durante questo incontro. Una bella parentesi sulle modalità di accesso agli stages, poi, è quel vento cui alludevo qualche frase prima. Iniziano a cadere le carte, solo per scoprire una visione ben diversa. Salterò la fantozziana esperienza del pranzo e arriverò alla visita guidata della città. La considero parte integrante della comprensione della nostra Europa, di cui una immagine mi è rimasta particolarmente impressa. Un enorme arco dorato (a sesto acuto, per i più feticisti), probabilmente retaggio passato di quello che ormai era un magazzino chiuso e sbarrato, e un clochard, immerso in scatole di cartone, tra sventura e tenacia. Questa è stata per me Bruxelles: un insieme di opposti, diversità, di colori diversi che mentre vengono accostati paiono stonare. Salvo poi rendersi conto che per avere il verde, l’unico

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modo e unire blu e giallo (che scoperta!). La cena anche stavolta procede tranquilla, ordinaria amministrazione. In tarda serata abbiamo avuto la fortuna di incontrare chi, quel percorso a Bruxelles, lo aveva già fatto anni prima. Un’altra lezione che mi accompagnerà anche nei sogni quel giorno: mai demordere, metterci tutto se stesso e sì, l’Europa ci aspetta. Arriva il terzo giorno. Tocca alla Commissione. Solito viaggio in metro. Solite facce grigie salgono e scendono. Ma non è importante. A parte qualche ritardo, riusciamo a trovare la giusta entrata. La caccia al tesoro si conclude infatti dopo qualche minuto, appena iniziato a piovere. Ma Bruxelles ci è abituata, non è un problema bagnarsi. La visita mi mostra un altro tipo di eurocrate. Anche in questo caso, vedere le istituzioni non passa solo attraverso la semplice esposizioni didattica (o i gadgets in regalo), ma è un modo di fare, una convinzione, una forma mentis, per farla breve, che ti permette di prendere 88 tasti uguali per tutti e farne una melodia. Ritorna il tema degli stages. L’indotto è cosa evidente, ormai! Lascio la Commissione non solo con una trentina di foto a carico, ma con un seme che è ormai germogliato. La sera, abbiamo un’altra fortuna: la visita al campo/fortezza di Breendonk. Tra le sofferenze e le bellezze di quel posto, ritorna ancora il tema Europa: che sia ricordo, che sia unione e comprensione. Per non accadere mai più, per stare sempre in guardia. Laconico? A chi ha già capito, poco altro serve. Per gli altri, la cosa migliore è, forse, una visita a Breendonk, passando magari per la Polonia. Per stemperare: sono rimasto sorpreso del fatto che il raccordo anulare belga abbia quella lunghezza, fortuna che avevamo la guida! La serata si conclude tra le fredde acque del nettare tedesco, tra amicizie di una serata, tra serenità e risate. Rimandata da troppo e passata in un soffio. Sulle carte, ovviamente. È turno del Parlamento. La visita stavolta, ci insegna molte meccaniche oscure ai più, le difficoltà, l’impegno, i rischi e la pazienza che serve per lavorare nelle Istituzioni dell’Unione. Vedere la grande sala dove dieci lingue si alternano, dove centinaia di milioni di persone riescono a stare in meno di ottocento posti, mi ha fatto capire la parola chiave dell’Europa: compromesso. Ovunque se ne parla qui, eppure sembra sempre passare in secondo piano. Un suono, nulla più. Che nessuno tiene presente quando parla di Europa, quando parla di fatica e lentezza di un elefante con ventotto zampe, ognuna con una mente propria. Prossimo ad una amputazione importante, questo elefante ancora si regge, perché tutti i suoi arti sanno che non bere al fiume significa morte. Ma ci vuole tempo, per decidere. Dopotutto, il fiume va prima trovato. Non senza il terrore di aver divagato, mi permetto di elencare i grandi assenti della giornata: rimpiango di non esser andato al Museo della Storia Europea, che per fortuna la Ferranti ha avuto modo di spiegarmi nella sua completezza. Ancora, il museo di Magritte. Ci sarà tempo, in futuro. La sera, abbiamo l’opportunità di essere ricevuti presso la delegazione della Regione, nello specifico, la nostra terra madre che ha il suo posto all’ottavo piano. Anche qui, il delegato mi ha lasciato qualcosa, più o meno consapevolmente. Tenacia, cultura (e flemma!) le parole d’ordine nei propri cammini. Dalle finestre, la visione di un immenso formicaio e tanti puntini neri che vi si muovevano attorno. Anche questa è l’Europa. La sera, l’incontro all’Infopoint è il preludio per l’ultima esperienza dentro l’Europa di cemento. Una bella e pesante lezione sugli aiuti finanziari agli Stati, perché Europa è anche aiuto. La stanchezza non mi ha permesso di cogliere tutto, di questo devo farne ammissione. Anche solo ascoltare l’ennesima testimonianza di chi dell’Europa ne fa vitto e alloggio, è stata dura. Dura ma non impossibile, completamento di quel processo che è iniziato nel momento in cui ho messo piede fuori a quella mitica caverna della metro. Della serata, non parlerò. Anche questa, però, è stata l’inizio di una nuova percezione di me stesso (stavolta l’Europa c’entra poco). Mi si scuserà una brevità che sembrava sconosciuta finora. Ancora, non parlerò della bellissima Bruges, lascerò che siano i ricordi di chi l’ha visitata a strappar loro un

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sorriso. Scrivo questa relazione dalle quattro mura della mia camera, ma questo viaggio mi ha reso consapevole che i veri muri son quelli che ci costruiamo nella nostra mente. Fuori, è una sola terra, un solo cielo. Il cielo azzurro della Sardegna, e il grigio cielo di Bruxelles. Anche se anche qui devo ringraziare la Ferranti, la prima a notare una leggera schiarita, che mi ha ricordato come sopra le nuvole,risplenda sempre il Sole. Non occorre dilungarmi su alcuni aspetti, che chi deve conoscere, già sa. Ringrazio le persone con cui ho potuto condividere tanti momenti diversi, per un motivo o per un altro. Un’esperienza che anche con talune difficoltà, mi ha permesso di capire che mettersi in gioco è necessario per potersi definire vivi e lasciare qualcosa di proprio al mondo. Per questo ho scelto di iniziare questo testo con il verbo essere. Questo viaggio, nelle sue sfumature, è ormai parte del mio Io, è la luce che fu il principio di tutto. Vorrei finire questo resoconto con una frase, che ognuno di noi dovrebbe avere il coraggio di dire, a gran voce. Dal Papà Goriot, il grido di un giovane ad un mondo intricato. Caso vuole che Rastignac sia uno studente di legge. “I suoi occhi si fissarono quasi avidamente tra la colonna della place Vendôme e la cupola degli Invalides, là dove viveva il bel mondo in cui era voluto penetrare. Lanciò su quell'alveare ronzante uno sguardo che già sembrava volerne assorbire il miele, e pronunciò queste parole grandiose: «A noi due adesso!». Biccai F. Riccardo

Il viaggio d’istruzione lo considero uno dei viaggi più interessanti e formativi che abbia mai realizzato. Il viaggio di andata la domenica mattina, l’arrivo e la sistemazione in hotel si sono svolti nella maniera più regolare. Il pomeriggio dedicato a prendere confidenza con il centro storico della città di Bruxelles ha consentito di ammirare gli edifici storici del 1600 in cui risiedevano i mercanti più facoltosi. Inoltre la libertà di visitare a piacimento la zona centrale ha permesso di prendere la necessaria confidenza con le vie della città che poi si è rivelata fondamentale negli spostamenti in metropolitana e mezzi pubblici nei giorni successivi. La mattina del lunedì è stata effettuata la visita presso il Consiglio dell’UE. A posteriori posso affermare che sia stato uno fra gli incontri più significativi fra gli altri. Innanzitutto assolutamente formativo, rilevante e ricco di significato simbolico è stata la fantastica opportunità di “sedere” realmente nella sala del consiglio è, particolare sorprendente, esattamente nelle poltrone in cui siedono i “ministri”incaricati. Devo ammettere che ho vissuto il momento con intensità straordinaria. Spero che anche i colleghi presenti abbiano sentito la stessa sensazione. Da parte mia sono felice che, nella casualità, mi sia potuto sedere sulla poltrona occupata dall’Italia nella rotazione interna alla sala da parte dei ministri. Altrettanto importante ritengo sia stato il ruolo del consigliere giuridico della DG affari giuridici che ha tenuto la relazione. La sua presenza in un ruolo così importante nella vita delle riunioni del Consiglio ha dato uno spessore è una lucidità senza pari all’incontro. Solo chi siede nelle riunioni può conoscere così minutamente ogni particolare e averli potuti studiare seduti dove si compiono lo considero un primo grande traguardo ottenuto nel viaggio. In ordine di importanza negli appuntamenti ritengo che sia assolutamente rilevante la riunione con Chiara Pinna, funzionaria della Commissione Europea. Anche in questo caso la possibilità di collegare le funzioni studiate alla realtà della vita presso le istituzioni sia fondamentale per acquisire la capacità di avere una visuale decisamente più ampia di come si rapportino studi, vita privata e dovere istituzionale. Questo contatto con la realtà rende lo studio assolutamente molto più efficace. I punti dell’incontro che l’hanno reso unico sono stati sia l’insieme di informazioni circa il curriculum più vantaggioso, con quali istituti lo si può ottenere, quali concorsi sia più utile portare avanti e quali siano le posizioni lavorative oltre ai concorsi europei per funzionari. La visita alla Commissione Europea devo purtroppo dire che è stata ad un livello più basso rispetto al Consiglio. Il fatto di non aver potuto visitare le esatte sale riunioni lo ha reso un appuntamento poco attraente. Assolutamente apprezzata invece la visita alla sede di Bruxelles della rappresentanza della Regione Autonoma della Sardegna.

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Anche in questo caso l’incontro con un funzionario della regione ha permesso di studiare finalità e metodi della rappresentanza presso le istituzioni. Notevole tra le altre cose la panoramica sul lavoro delle lobby in quanto entità di rappresentanza strutturate e censite presso gli uffici europei al pari di qualunque altra organizzazione. Devo sottolineare la grande importanza che ho attribuito alla visita della prigione campo di concentramento. Peccato che non ci fosse più tempo per poter meditare sulla drammaticità del posto. Scoprire e conoscere per non dimenticare è fondamentale. Per quanto riguarda la visita al parlamento europeo il giudizio sta fra quello alla commissione è quello al consiglio. Anche in questo caso la saletta anonima rende meno stuzzicanti le interazioni. La relazione ascoltata non si è discostata da una normale lezione già sentita se non per un paio di particolari. Quantomeno la visita alla sala delle sedute del parlamento rende l’idea del l’ampiezza della presenza delle nazioni e della “macchina organizzativa” che le rende possibili. Spesso sottovalutata questa realtà si rivela spesso fonte di notevoli opportunità di lavoro in seno alle istituzioni. Una segnalazione inaspettata e non abbastanza pubblicizzata da parte delle istituzioni mi ha dato modo di visitare the House Of Europe, un museo innovativo e tecnologico molto moderno che raccoglie e racconta il percorso attraverso il quale il concetto di Unione Europea si e snodato, passando dalla tratta degli schiavi e dell’avorio, la raccolta forzata di gomma e diamanti, mostrando dunque con documenti impareggiabili e video originali dell’epoca la modalità principale con la quale progresso e benessere di alcuni sia stata basata e rigorosamente applicata sulle torture e le sofferenze di altri. Consiglio in modo assoluto l’inserimento di tale museo fra le visite obbligatorie. Consiglio inoltre che si preparino gli studenti visitatori adeguatamente affinché tale visita sia più consapevole, priva di futile goliardia ma assolutamente mirata al “sentire e provare” quel senso di ingiustizia per le pratiche umane verso altri popoli che deve poi essere riversato nella considerazione del progetto Unione Europea attuale. Raramente ho sentito una sensazione così potente nel visitare un museo tematico. Tutta l’architettura ricorda costantemente, anche nel suo sviluppo verticale, quali siano stati i baluardi superati per giungere al giorno d’oggi. Se da una parte emerge la potenza del museo è pur tuttavia necessario ribadire che per “assorbire” il tutto che da esso si riversa sia necessario possedere una consapevolezza di fatti storici accaduti che ritengo sia necessario ampliare negli studenti appena immatricolati e provenienti dalle scuole secondarie di secondo grado. Sugli altri appuntamenti segnalo con estrema enfasi la grandissima importanza dell’incontro tenuto presso l’Info point della Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo. Per quanto riguarda la prima parte della relazione ascoltata il mio voto non arriva alla sufficienza, anche qui purtroppo un funzionario svogliato e noioso ha rischiato di mandare a monte il momento. Per fortuna la seconda agente a contratto ha riportato verso l’ottimo il pomeriggio. La sua personale esperienza lavorativa al di fuori dei canali delle carriere da funzionario ha disegnato un quadro molto più dettagliato che si unisce alle altre informazioni avute che danno una dimensione più precisa delle opzioni percorribili da chi volesse intraprendere una carriera od esperienza in tali ambiti. Vorrei terminare con due esperienze personali che ho potuto ritagliare l’ultimo giorno, quello della partenza. Studiando la storia del Belgio anche prima di questo viaggio ho effettuato diverse ricerche sullo sfruttamento del Congo nel campo dei diamanti e della gomma. I primi in particolare, con la triste denominazione di “blood diamond” stanno purtroppo riprendendo grande importanza in tutti quei conflitti che vengono definiti “dimenticati”. In tali attuali conflitti, in cui si contano centinaia di migliaia di morti, le nuove tecnologie vanno in aiuto ai leader guerriglieri creando diamanti contraffati di enorme valore, ipotetico e temporaneo, che li utilizzano per pagare e incentivare tali conflitti. Le ricerche effettuate sono troppo vasto per poter inserire maggiori dettagli in una relazione che deve essere snella. Mi limito a segnalare che ho trovato particolarmente interessante la visita che ho effettuato ad Anversa presso un laboratorio di taglio e commercio diamanti che ha ottenuto dal comune di Anversa una segnalazione di merito per l’impegno nel seguire una filiera che non comprendesse i blood diamond nelle sue attività. Vedere dal vivo il quartiere dei diamanti del centro mondiale di questo commercio è valso il viaggio con partenza all’alba. Ultima ma non per questo meno importante è stata la visita ad un piccolissimo museo nella cittadina di Charleroy, prima di recarmi all’aeroporto. Tale piccolissimo museo è dedicato ad

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un'unica unità di fanteria dell’esercito belga, dalla fine del settecento ai nostri giorni. Nonostante sia di dimensioni davvero piccole nelle vetrine sono esposti dei “pezzi” che fanno riflettere. Parlo delle baionette e delle sciabole. Averle a distanza “di braccio” rende l’idea di quanto fossero cruenti e orribili i combattimenti da trincea all’arma bianca, corpo a corpo. Ma effettuando un parallelismo risulta ancora più orribile il terrore che evoca l’uso di tali strumenti, oltre che da eserciti che si fronteggiano, soprattutto verso popolazioni inermi, usate per rappresaglia o ancora peggio (se può esserci una classifica del “peggio” in tali contesti) in qualità di punizioni monito dello sfruttamento delle risorse naturali. Il viaggio in definitiva mi ha reso enormemente più consapevole di quanto fossi alla partenza. Ringrazio per questo sia gli organizzatori e l’Uniss. Antonello CasuII anno Corso di laurea in Sicurezza e Cooperazione Internazionale.

Ed eccoci qua, cinture allacciate , con lo sguardo fuori dal finestrino per guardare il banco di nubi che ci avvolge, in procinto di atterrare in mezzo alla smisurata foschia dell’aeroporto di Charleroi. Per la prima volta si fa’ visita alla capitale belga, Bruxelles, nonché sede di varie istituzioni dell’Unione Europea, tra cui il Consiglio, la Commissione e il Parlamento europeo. Una volta raggiunto l’hotel e preso possesso delle camere, ci si immerge subito nel profondo della città. Intorno a noi, suggestivi grovigli di viuzze lastricate, che invitano a perdersi dietro i golosi waffle caldi al cioccolato, innumerevoli i campanili gotici che si innalzano verso il cielo, mattoncini a vista e tetti spioventi, maestose le piazze, i palazzi e le chiese, tra cui si respira storia regale. La tipica sonorità francese, il gusto, invece, è di cozze e patatine fritte che ti propongono ovunque, birra artigianale e le immancabili e numerose ‘chocolaterie’. Una città elegante, quasi surreale, che sottolinea il suo patrimonio culturale con una grande varietà di monumenti, musei, e i suoi particolari fumetti, il tutto trasuda arte, cultura e tradizione. Prima tappa del viaggio è: la ‘Grand Place’, la piazza principale di Bruxelles, che lascia senza parole e che ogni sera offre un differente spettacolo di luci. Essa è circondata da palazzi, tra cui spicca il Municipio e la Casa del Re. Poco distante, si avvistano ‘Le Gallerie Reali Saint-Hubert’ ossia, le più antiche e prestigiose gallerie d’Europa. Una breve sosta davanti alla piccola e famosa statua del ‘Manneken Pis’, simbolo dell’indipendenza di spirito degli abitanti di Bruxelles, e si continua a camminare verso il complesso ‘Mont de Arts’, un quartiere illustre a livello storico e artistico, da cui si può godere una splendida panoramica della città. Caratteristica importante è la sua posizione, in quanto circondato da un giardino molto curato e da alcuni monumenti più significativi, quali il Palazzo Reale, il Parlamento Belga, e l’Ambasciata Americana. Dietro queste mura si può ammirare, perfino, la vecchia residenza della Famiglia Egmont, destinata ai ricevimenti del Ministro degli Affari Esteri. In lontananza, dopo una bella scarpinata, si intravede il Palazzo di Giustizia, il quale per la sua imponente altezza domina il paesaggio urbano di Bruxelles. Ultima tappa, visita all’interno di una della chiese gotiche più belle, ‘Notre-Dame du Sablon’ ricca di vetrate che circondano e illuminano l’altare. Solo il giorno successivo, si arriva al Quartiere Europeo, la zona di Bruxelles che accoglie la maggior parte degli organi istituzionali dell’Unione Europea. Esso si presenta con grandi palazzi le cui vetrate esprimono l'importanza di quel luogo. La sublimità dei palazzi e la cura di ogni piccolo dettaglio lascia nel cuore del cittadino europeo un senso di gratificazione e allo stesso tempo di stimolo alla continua crescita dell'Europa. Gratificazione, anche, per gli obiettivi che sono stati raggiunti da chi credeva veramente in una grande istituzione. La prima visita agli organi europei in programma è quella al Consiglio dell'Unione Europea, istituito nel 1958 e con sede permanente a Bruxelles. Dopo aver superato i controlli, si arriva ad un cortile interno dove sono presenti tutte le bandiere appartenenti agli Stati membri. Da lì si attraversano lunghi corridoi per arrivare finalmente a una delle sale dove si riunisce il Consiglio. Qui si respira aria austera, che fa capire con orgoglio il significato di questo viaggio: partecipare attivamente alla vita dell'Europa. La guida è un funzionario che lavora proprio per tale istituzione. Le funzioni del Consiglio sono

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principalmente la negoziazione e l'adozione delle leggi dell'Unione Europea in base alle proposte avanzate dalla Commissione Europea, la quale infatti è sempre presente in ogni incontro. ‘Ha anche il ruolo di coordinare la politica estera, firmando accordi tra l'Unione e le organizzazioni internazionali’ ci spiega. Il Consiglio dell’Ue non ha membri permanenti, ma in base alla tematica da affrontare si riuniscono i ministri di ogni Stato membro competenti in materia. Ogni postazione appartiene ad un determinato Stato, sul quale ognuno di questi ruota per poter arrivare a quella centrale che appartiene al Presidente. La sua figura non è definitiva, ma si tratta di una presidenza a rotazione semestrale. Nel suo compito egli è affiancato dal Segretariato generale e dal Servizio giuridico, che è fondamentale come aiuto tecnico. Proprio la guida, appartiene al servizio giuridico, che ha il ruolo di occhio esperto per guidare ogni movimento e decisione presa dai ministri. La sua figura, ha lasciato un'impronta abbastanza forte, descrivendo la sua esperienza e invogliando ogni persona ad intraprendere un ruolo attivo all'interno dell'Unione. La seconda visita, e non per importanza è quella alla Commissione Europea. Sotto la pioggia incessante, si riesce, finalmente, a raggiungere l'ingresso per i visitatori. Dopo i vari controlli ne’ approfittiamo dell'attesa per fotografare e goderci gli ambienti con cui ci accoglie tale istituzione. Ad aspettare, all’ingresso, c’è il dottor Mauro Galluccio, membro del gruppo dei conferenzieri, che molto velocemente ci illustra la storia della Commissione Europea. Dopo di che, la sala CHAR2 ci ospita al suo interno, dove ci viene spiegato che la Commissione Europea è l'esecutivo politico, nonché un organo collegiale, la quale promuove l'interesse generale dell'Unione. Vengono descritte le sue competenze esclusive nell'ambito del commercio e della concorrenza, quelle concorrenti che fanno riferimento all'agricoltura e all'ambiente e infine le competenze di sostegno come il turismo e l’istruzione. Vengono trattati anche temi di attualità, come l'attuazione delle politiche che riguardano il Roaming. L’incontro finisce per essere molto coinvolgente, che ci rende partecipi sin dal primo istante e che prosegue fino alla fine, senza noia e senza sbadigli, tra momenti di serietà e leggerezza. Non è finita qui, Bruxelles, ospita anche il Comitato delle Regioni, e questo ci permette di visitare, senza alcun programma, l’Ufficio della Regione Autonoma della Sardegna, dove solo sentire Sardegna ti fa sentire a casa. Il presidente Massimiliano Cambuli, ci spiega il suo percorso di formazione per arrivare nella vetta più alta, ossia l’Europa. Arriva il giorno della visita a ‘Fort Breendonk’, una fortificazione costruita nel 1906. All'inizio della prima guerra mondiale faceva parte di una catena di fortezze utilizzate in difesa del Belgio da possibili attacchi della Germania. Durante la seconda guerra mondiale, poi, la fortezza fu usata come campo di concentramento e di lavoro della Germania nazista, destinato ad ospitare, almeno all'inizio, criminali comuni o persone considerate antisociali od ostili al nazismo o che rientravano nei provvedimenti da adottare in conseguenza delle leggi razziali. Come ci spiega la guida, si aggiunsero poi, prigionieri politici e persone detenute come ostaggio. Un'ulteriore sezione fu usata come campo di transito per ebrei destinati a morte sicura nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Circa quattromila sono stati i prigionieri. Numeri che fanno venire i brividi. ‘Il lavoro forzato al campo di Fort Breendonk consisteva nel rimuovere - servendosi unicamente delle mani - le mattonelle che ricoprivano il tetto della fortezza.’ ci spiega la guida davanti noi e ‘lo stesso materiale veniva poi utilizzato per creare attorno ad essa un alto muro che nascondesse il campo alla vista dai luoghi circostanti.’ Ci spiega poi, che il regime di lavoro si articolava in turni giornalieri di dodici ore, sette giorni la settimana, in qualsiasi condizione climatica. Gli alloggiamento all'interno consistevano in vecchie baracche costruite con mattoni di pietra, la cui temperatura interna era estremamente rigida, e questo lo si può notare appena si entra dentro. Il cibo era evidentemente insufficiente all’essere umano, esposto oltretutto a freddo intenso, duro lavoro e ad una costante persecuzione di carattere psicologico. Per queste ragioni, Fort Breendonk è stato descritto come uno dei più duri campi di prigionia in tutta Europa. Un'occasione unica, che seppur angosciante è inquietante nel suo insieme, ci porta a riflettere sul passato nella consapevolezza che simili atrocità non possono e non devono più ripetersi. Infine, una delle visite più attese di questo viaggio è senz’altro quella al Parlamento Europeo. Intorno, al quartiere di Maelbeeck, le bandiere degli Stati ondeggiano nel vento. Vicino all’Emiciclo, c’è un piccolo frammento del muro di Berlino. Superati i rigidi controlli si entra

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all’interno del più grande Palazzo dell’Unione Europea. Un viaggio virtuale ed interattivo attraverso l’Europa, iniziando dalla sua storia e proseguendo con un attenta analisi della struttura e della ripartizione, dei poteri e dei ruoli del Parlamento Europeo. Come sappiamo, il Parlamento Europeo è l’organo legislativo eletto direttamente dai cittadini dell’Unione, ogni 5 anni. ‘È nostra reale intenzione, credere nell’idea di una realtà politica, economica, culturale e sociale nata dalla mescolanza di culture diverse e capace dì superare gli interessi di una singola nazione per quella di una comunità più grande’. Sono queste le parole che fuori escono dalla bocca del funzionario che ci guida e che subito vengono annotate in un foglio di quaderno. Una domanda, che risulterà poi, la più frequente è: ‘Come è possibile entrare a lavorare all’interno di un’istituzione?’ Ed ecco che ci viene detto che i giovani europei di oggi rappresentano una risorsa fondamentale per il futuro dell’Unione europea. In tale ottica, sviluppare delle politiche a favore dei giovani appare un fattore indispensabile per favorire il processo di crescita culturale, sociale e perché no, professionale delle nuove generazioni. Per questo veniamo incoraggiati subito a dare un contributo alla società, sviluppando un senso di appartenenza all’Ue, in particolare come cittadini attivi. Da non dimenticare poi, e che ci viene ribadito più volte, è che tutti i giovani europei sono destinatari delle innumerevoli opportunità di fare esperienze lavorative o semplicemente di svolgere stages aziendali, anche retribuiti, in diversi settori industriali, presso Enti privati di altri paesi dell’Ue o presso le istituzioni dell’Unione europea. Ultima meta di questo magnifico viaggio, è Brugge. La città medievale meglio conservata d’Europa. Quasi ogni angolo, induce, a fare una fotografia. Concludendo, si può dire che questo viaggio sia stato un punto di arrivo e non di fine. Ebbene si, Bruxelles, ha dato la possibilità di conoscere una realtà quasi sconosciuta, se non lontana. La convinzione, che solo viaggiando, si possa amare il proprio territorio, e migliorarlo. Infine l’importanza di conoscere i propri diritti in ambito europeo. La parola chiave di questo viaggio, pertanto, è e resterà sempre: Diritti Umani. Chirra Cristina, Valeria Raciti, Chiara Chirra, Monica Delogu, Valentina Chirra e Piera Chessa.

Siamo 5 studentesse che frequentano il corso magistrale di giurisprudenza all'Università di Sassari. Ad agosto abbiamo letto nel sito della nostra facoltà il bando proposto dai docenti della cattedra di Diritto dell'Unione Europea riguardo il viaggio-studio a Bruxelles e spinte dalla curiosità di una nuova esperienza e dall'opportunità che ci veniva offerta di ''vivere" la realtà istituzionale europea abbiamo deciso di aderire. Durante la permanenza a Bruxelles con entusiasmo e interesse abbiamo visitato le tre sedi principali delle istituzioni europee: Consiglio, Commissione e Parlamento. Al loro interno abbiamo partecipato a degli incontri interattivi con dei funzionari i quali, oltre ad averci spiegato il compito e il funzionamento dell'istituzione di cui facevano parte, ci hanno esemplificato le opportunità di lavoro al loro interno. Purtroppo però se lo scopo di queste tre visite era passare dalla teoria, ciò che studiamo nei manuali, alla pratica non è riuscito granchè, infatti, nonostante l'entusiasmo trasmesso dai funzionari ci dispiace non aver potuto assistere in qualità di auditori a delle sedute. Sono comunque state molto istruttive soprattutto perchè abbiamo compreso appieno come esse lavorino in stretta collaborazione per migliorare la vita dei cittadini dell'Unione Europea, e non solo. A ciò ha contribuito la visita all'Ufficio della Regione Sardegna, situato, con nostra sorpresa, nel quartiere europeo sede delle principali istituzioni e cuore pulsante dell'Europa. Questo ci ha fatto capire l'importanza che si dà agli Stati membri non solo a livello nazionale ma anche locale. Infatti, come ci ha spiegato il Dott. Massimiliano Cambuli lo scopo della presenza di tale ufficio come Rappresentanza permanente è quello di avvicinare la Regione all'Europa e viceversa ed essere quindi parte attiva ai fini del processo di integrazione europea e delle sue politiche. Siamo rimaste positivamente impressionate da quanto ognuna di queste persone creda nell'idea di Europa, nonostante il periodo di crisi che questa sta affrontando, e il loro volerla trasmettere con passione tramite questi incontri utili per contribuire a creare nei cittadini degli Stati membri un'identità

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europea. Ci è dispiaciuto non aver visitato la sede della Nato, prevista inizialmente nel programma, pensiamo infatti che ci avrebbe permesso di avere un quadro istituzionale-politico più completo. In compenso è stato estremamente interessante, anche a livello umano, l'incontro fatto con una coppia di giovani sardi che si sono stabiliti a Bruxelles e lavorano per Commissione e Parlamento europeo. Con molta gentilezza e umiltà ci hanno raccontato la loro esperienza e il loro percorso di studi prima e lavorativo poi. Le loro parole ci hanno portato a riflettere sul fatto che con la giusta formazione, la conoscenza dell'inglese e tanta determinazione la realtà lavorativa europea che sembra una molto lontana da noi è invece raggiungibile. Ci ha mostrato, con dati alla mano (sono infatti circa 34mila i dipendenti della sola Commissione europea), delle prospettive lavorative completamente differenti da quelle nostrane e la possibilità di svolgere un lavoro sempre diverso e per questo stimolante nonché gratificante poiché incentrato sulla meritocrazia. In questi cinque giorni ricchi di impegni e incontri didattici abbiamo anche avuto la possibilità di scoprire la città di Bruxelles, fuori dal circuito delle mete turistiche ma che invece, con la sua commistione tra classico e moderno e il suo essere multietnica, merita di essere visitata. Arrivare alla Grand Place dalle varie stradine era sempre uno stupore. Indimenticabili i colori, i profumi e i sapori delle boutique di cioccolato. Molto istruttiva è stata la visita a Fort Brendonk, campo di prigionia durante la Seconda Guerra Mondiale, merito anche della coinvolgente spiegazione della guida. Tali visite sono istruttive perchè conoscere il passato serve sempre per far sì che non si ripetano gli stessi errori, ci ha fatto concentrare in particolare sull'importanza della tutela dei diritti umani che molto spesso ancora oggi non viene garantita e di conseguenza sul lavoro che ancora c'è da fare a livello internazionale. Vorremo concludere con una frase di Anne Carson: "l'unica regola del viaggio è: non tornare come sei partito. Torna diverso." E noi siamo tornate diverse, sicuramente più europee ma anche con un bagaglio culturale maggiore e nuovi stimoli per il futuro, consapevoli delle potenzialità del nostro percorso di studi. È stata una grande esperienza anche dal punto di vista umano, è sempre bello e interessante conoscere nuove persone e stringere legami di amicizia con chi prima si vedeva distrattamente solo a lezione o nei corridoi della facoltà. Grazie per averci dato questa grande opportunità.Aureliana Del Rio, Francesca Sanna, Antonella Sedda, Sonia Tilocca e Maria Antonietta Zoncu

Grazie all’iniziativa delle cattedre di Diritto dell’Unione Europea e di Tutela dei Diritti Umani del Dipartimento di Giurisprudenza di Sassari è stata data la possibilità a me e ad altri ventidue studenti di partecipare ad un viaggio formativo a Bruxelles, incentrato sulla visita delle principali Istituzioni Europee (Parlamento, Consiglio e Commissione).Durante tutte le visite i funzionari ci hanno spiegato minuziosamente le funzioni delle istituzioni e ci hanno fornito preziosi consigli sui vari tirocini disponibili, utili per una futura professione in questo ambito. Ciò ha suscitato in me una grande curiosità verso un campo lavorativo che offre tante opportunità ai giovani che hanno voglia di farsi valere al di fuori del proprio paese, in rappresentanza dell’Unione Europea.A ciò si è aggiunto un interessante incontro presso la Rappresentanza della Sardegna, in cui ci è stato spiegato il ruolo della nostra Regione nel contesto europeo e l’importanza della formazione di noi studenti attraverso viaggi e visite, possibili anche grazie ai finanziamenti indirizzati in modo specifico a tali progetti.Importanti indicazioni sul mondo lavorativo europeo ci sono state fornite dalla Dottoressa Chiara Pinna, ex studentessa sarda e ora funzionario della Commissione dell’Unione Europea. Attraverso il racconto della sua esperienza, iniziata con un tirocinio e andata avanti grazie alla sua bravura e alle sue competenze fino ad arrivare ad alti livelli istituzionali, ci ha invogliati ad intraprendere, seguendo le nostre aspirazioni, questo tipo di carriera, dandoci suggerimenti utili sui diversi concorsi da prendere in considerazione una volta conseguita la laurea.

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Oltre al profilo strettamente formativo, obbiettivo del viaggio, a noi studenti è stata data l’opportunità di visitare la città di Bruxelles, accompagnati da una guida, di visitare la fortificazione Fort Breendonk e per ultimo la suggestiva località di Bruges. Per quanto riguarda l’organizzazione dell’intero viaggio mi posso ritenere pienamente soddisfatta, tutto è stato organizzato nei minimi dettagli, e si è riusciti ad alternare momenti formativi a momenti di svago e riposo.Ottima la scelta di stipulare una convenzione con un ristorante per poter consumare tutti insieme la cena e poter condividere un momento conviviale, favorendo la conoscenza tra noi studenti e tra studenti e professori.Buona l’organizzazione dei nostri spostamenti tramite un bus preventivamente prenotato appositamente per noi. Un suggerimento utile può essere quello di acquistare, anche tramite agenzia, una sorta di “abbonamento” per la metropolitana o per gli altri mezzi pubblici della città, in modo da non dover perdere tempo con l’acquisto dei biglietti singoli.Nel complesso è da ammirare l’impegno dei docenti nell’organizzazione del viaggio, e soprattutto nella possibilità data a noi studenti di entrare a contatto con una realtà lavorativa internazionale che io personalmente non conoscevo bene prima di tale esperienza, e che può offrire tante possibilità.Gioia Falchi

Questo viaggio d’istruzione è stato organizzato dalle docenti della cattedra di “Diritto dell’Unione Europea” dell’Università degli studi di Sassari, che ci hanno accompagnato a Bruxelles insieme al Commissario del Consorzio universitario nuorese.Gli obiettivi principali di questo viaggio erano, innanzitutto, darci la possibilità di poter entrare in contatto con le principali Istituzioni Europee e, inoltre, di poter confrontarci con i funzionari italiani per un approfondimento, e, in modo più compiuto, sul funzionamento del sistema europeo. Nelle giornate dal 23 al 25 abbiamo visitato il Consiglio dell’UE, la Commissione Europea ed il Parlamento Europeo: all’ interno di queste istituzioni siamo stati accolti da funzionari italiani che ci hanno spiegato la composizione, la funzione ed i procedimenti delle rispettive istituzioni di appartenenza, quale è la loro occupazione e quanto gioverebbe a noi studenti effettuare uno stage presso esse. Ogni incontro è stato più che esaustivo ma quello che reputo, personalmente, più interessante è stato quello con il funzionario della Commissione in quanto ci ha illustrato nel dettaglio il suo lavoro all’interno dall’istituzione: con la proiezione delle slide, da lui utilizzate, ha meglio definito modalità, procedure, statistiche e tempistiche di accesso ai cosiddetti fondi europei ma, sono state evidenziate anche le criticità che incontrano gli stati membri sull’utilizzo di dette risorse. Abbiamo avuto anche l’opportunità di poter incontrare il coordinatore della Regione Sardegna, una funzionaria della Commissione e dei funzionari della DG della Cooperazione Internazionale e dello Sviluppo che, oltre allo spiegarci la loro funzione all’interno delle istituzioni, ci hanno parlato della loro esperienza personale ed il modo in cui hanno iniziato a lavorare presso le istituzioni, dando così ulteriori stimoli ai ragazzi che aspirano a lavorare all’interno del sistema comunitario e incoraggiando tutti a migliorare i propri contenuti di conoscenza in modo tale da inserirsi in quello che è l’ambiente rispondente alle proprie aspettative future.Ho ritenuto molto interessante l’incontro con Massimiliano Cambuli, coordinatore della Rappresentanza della Regione Sardegna: in primis, perché non ero a conoscenza di una rappresentanza delle regioni italiane presso le istituzioni; in secundis, sapere che vi è una parte attiva di questo tipo all’interno del complesso sistema Europeo ci fa rendere conto di quanto sia importante creare un forte e solido legame con l’articolato sistema comunitario in modo tale da

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rapportarsi immediatamente con quelle che sono le politiche europee che la riguardano più da vicino.Questo genere di esperienze ci danno il vantaggio di concretizzare ciò che studiamo nei manuali, ciò che sentiamo o leggiamo, ci danno l’opportunità di riflettere sul nostro futuro, su chi siamo e vogliamo. Nel tempo libero abbiamo visitato la bellissima e frenetica città di Bruxelles, città ricca di storia e cultura ma, personalmente, in questa città così ricca, ho potuto vedere tante contraddizioni e differenze sociali tipiche delle città opulente come, povertà estreme che sono sinonimo di emarginazione sociale, come per esempio i clochard situati non solo nelle periferie ma anche nelle vie del centro e vicino alle stesse Istituzioni Europee dove viene vantata la tutela dei diritti fondamentali dell’uomo.Il funzionario della Commissione Europea, durante il nostro incontro, ci ha mostrato le “10 priorità” quali: occupazione crescita e investimenti; mercato unico digitale; unione dell’energia e clima; mercato interno; unione economica e monetaria; commercio; giustizia e diritti fondamentali; migrazione; L’UE come attore globale; cambiamento democratico. Detti punti, nell’affrontare le problematiche generali, mi sembra che abbiano marginalmente focalizzato l’attenzione sui “diritti fondamentali” e sull’“occupazione” per andare a sostenere il sistema economico a scapito di quello sociale: mi chiedo come si possa parlare di diritti fondamentali davanti a degli studenti, pieni di aspettative, quando nella città in cui si vive e si lavora vi sono face di povertà estreme che non hanno un minimo di sostentamento di qualunque natura, per garantire di vivere in modo dignitoso. Tecnicamente, di fronte a queste differenziazioni sociali, la “dignità umana” non è tutelata, come dovrebbe essere, nonostante quanto dichiarato nella “Convenzione Europea dei Diritti dell’uomo”.L’anno scorso abbiamo avuto la possibilità di visitare le Istituzioni Europee a Strasburgo e confrontarci con gli Europarlamentari: ero soddisfatta dell’esperienza fatta e avevo iniziato a valutare la possibilità di fare domanda di stage presso le Istituzioni dopo la laurea, ero tornata a casa ancora più determinata.

Iniziai il mio percorso universitario avendo già degli obiettivi precisi e, con l’esperienza fatta lo scorso anno, pensai che avrei potuto raggiungerli tramite le Istituzioni europee ma, grazie all’esperienza svolta quest’anno, penso che molto probabilmente li coltiverò partendo dalle basi, ossia, Enti Locali, o in generale attraverso le nostre Istituzioni.Rosa Ghisu

Mi chiamo Chiara, ho 23 anni e sono iscritta all’ultimo anno del corso di Laurea Magistrale in Giurisprudenza presso l’Università di Sassari. Lo scorso mese di agosto dopo aver visto un avviso sulla pagina Facebook del Dipartimento, ho deciso di cogliere l’opportunità di partire a Bruxelles con l’Università, ed ampliare così il mio bagaglio di esperienze. Un viaggio di cinque giorni in visita alle Istituzioni europee, in una città (per ciò che mi riguarda) ancora da scoprire, e con la possibilità di usufruire di un contributo economico da parte dell’Ersu. Unico “ostacolo” il fatto che non conoscessi nessuno, ed allora ho deciso di cogliere l’occasione di fare nuove conoscenze. Il primo giorno di viaggio, Domenica 22 ottobre, dopo aver preso l’aereo e il pullman che ci ha condotto all’albergo, ho avuto modo di visitare la graziosissima città di Bruxelles e di assaggiare i vari prodotti tipici che essa offre ai suoi visitatori: il cioccolato, la birra artigianale e le famose patatine fritte. Secondo giorno: Lunedì 23 ottobre, visita al Consiglio dell’Unione Europea. Siamo stati accolti da un funzionario dell’UE, che in una delle apposite aule di riunione del Consiglio ha avuto modo di spiegarci nei dettagli la composizione del Consiglio, il funzionamento e i rapporti

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con le altre Istituzioni europee. Nel pomeriggio, attraverso una visita guidata ho potuto scoprire non soltanto la bellezza dell’architettura e i principali posti di attrazione, ma anche e soprattutto la storia della città. Il terzo giorno: Martedì 24 ottobre, durante la visita alla Commissione europea e in seguito anche alla Delegazione della Regione Sardegna, attraverso il dialogo con i funzionari dell’UE e i funzionari regionali, ho avuto modo di conoscere le diverse opportunità lavorative all’interno delle Istituzioni europee. Nel pomeriggio abbiamo visitato il campo di concentramento, il Fort Breendonk, una fortezza costruita i primi anni del 1900, utilizzata come campo di lavoro dalla Germania nazista, nella Seconda Guerra Mondiale. Ho potuto conoscere la storia di quel posto anche grazie alla particolare preparazione e professionalità della guida, che anche in lingua inglese è riuscita a ottenere tutta la mia attenzione. Quarto giorno: Mercoledì 25 ottobre, visita al Parlamento europeo e nel pomeriggio l’importante contributo di funzionari italiani che lavorano presso le Istituzioni europee e viaggiano per il mondo, cambiando di volta in volta luogo di lavoro ogni 4/6 anni. Un diverso punto di vista, che attira e spaventa allo stesso tempo ma di cui bisogna comunque fare tesoro, perché in futuro non si sa mai! Il quinto giorno: Giovedì 26 ottobre, visita alla particolarissima città di Bruges, con il suo verde caratteristico e le sue casette colorate, e rientro in Sardegna. In questo viaggio ho avuto il piacere di conoscere un funzionario della Commissione europea, Chiara Pinna, di origini sarde, che ha lasciato l’isola per cogliere un’opportunità di lavoro a Bruxelles. Il suo contributo è stato per me forse uno dei più importanti di tutto il viaggio, in quanto grazie al racconto della sua personale esperienza e grazie anche ai suoi validissimi consigli ho potuto apprendere le procedure concorsuali per poter un giorno intraprendere la carriera di funzionario dell’Unione Europea. Un percorso lavorativo al quale fino a quel momento non avevo mai pensato, e che ha suscitato in me particolare interesse. Il viaggio a Bruxelles mi ha permesso di conoscere nuove persone e nuovi punti di vista, mi ha aperto una nuova realtà e un possibile futuro, una nuova via alla quale altrimenti non avrei mai pensato. Ritengo che sia stato di fondamentale importanza essere presente e poter assistere di persona a ciò che si è appreso dai libri, per far nascere in me questo nuovo interesse.Chiara Martinez

Il Viaggio d’istruzione appena concluso è stato per me un’occasione rara: non capita spesso, infatti, di poter visitare le più alte istituzioni europee e contemporaneamente vivere, anche se solo per qualche giorno, la quotidianità di una città internazionale come Bruxelles, fra la calma bellezza del centro storico e la dinamicità del quartiere europeo.Sono rimasta fortemente colpita dalla varietà architettonica di Bruxelles: la magnificenza delle costruzioni tradizionali e la modernità degli edifici più recenti; mi ha piacevolmente stupita la vitalità così poco caotica della città, piena di persone che si muovono in maniera tanto ordinata sia di giorno che di notte.Sono stata, inoltre, affascinata dalla bellezza caratteristica di Bruges, con le sue costruzioni medievali, ma, soprattutto, mi ha impressionata la visita a Fort Brendonk: reputo sia fondamentale poter conoscere una realtà come quella dei campi di concentramento dal loro interno, soprattutto se sapientemente narrata da una guida esperta.Relativamente alle visite alle istituzioni europee, più che di viaggio d’istruzione sarebbe meglio parlare di “esperienza”: sono state infatti diverse le esperienze di cui abbiamo potuto sentire parlare

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e da cui abbiamo potuto prendere spunto per avere quella giusta dose di coraggio che, a mio parere, può aiutare a prendere decisioni determinanti per il nostro futuro.Credo che il coraggio, l’intraprendenza e la capacità di captare le occasioni proficue per accrescere il nostro bagaglio sia esperienziale che professionale, siano caratteristiche essenziali per poter creare valore nella nostra vita: questo è quanto mi hanno trasmesso gli interventi di tutti coloro che hanno offerto la loro esperienza perché ne potessimo far tesoro.Le indicazioni pratiche e le informazioni tecniche ricevute sia all’interno delle istituzioni europee che all’esterno, unitamente alle informazioni fornite dalle nostre docenti, costituiscono documentazione di notevole interesse se si è intenzionati ad avviare un percorso di crescita sia personale che professionale orientato ad intraprendere un’esperienza all’estero.Per quanto attiene al nostro gruppo di partecipanti, è stata una scommessa piacevole, per me, intraprendere un viaggio di cinque giorni con persone che non conoscevo; ancora più piacevole è stato poter apprezzare lo scambio di esperienze con alcune di loro, e poter godere della loro compagnia.Ho scelto di partecipare a questa esperienza in un età superiore alla media del gruppo di partecipanti ed in una condizione socio – lavorativa già favorevole per me: infatti, sebbene a 36 anni mi sia da poco riscritta all’università, ho già precedentemente conseguito titoli universitari e lavoro nella Pubblica Amministrazione da 11 anni, ma sono certa che se avessi fatto questo viaggio almeno 13 anni fa, avrei fatto scelte radicalmente differenti, un po’ più aperte all’internazionalità.Per concludere, quel che mi resterà di questo viaggio, al di là dei ricordi dei bellissimi luoghi e delle persone che ho incontrato, è la spinta verso il cambiamento, la voglia di dare alla mia vita quotidiana quel valore aggiunto che sarà dato dal creare maggiori occasioni per viaggiare all’estero, cercare, nella mia quotidianità, ogni stimolo al miglioramento e trovare il coraggio per spingermi verso nuove esperienze sia personali che lavorative che diano nuova linfa alla mia professionalità. Maria Giuseppina Moro

Condivisione ed integrazione. Due termini da cui scelgo di partire per descrivere in poche righe la mia esperienza a Bruxelles. Condivisione perché nel bene e nel male, una esperienza come questa ti porta ad aprirti con chi non conosci, ti porta a condividere il tuo modo di vedere il mondo e ti consente di condividere i tuoi ideali. Integrazione perché ogni viaggio ti porta inevitabilmente ad integrarti in un nuovo contesto, in un nuovo modo di vivere, ti porta ad integrare la tua realtà e i tuoi sogni nel posto che stai visitando.

Bruxelles, città aperta, città metropolitana, frenetica e vivace, colorata e grigia allo stesso tempo. Il cuore dell’Europa. Sicuramente per una come me, che ama l’idea di Europa unita e gli ideali che hanno portato all’Unione di Paesi sotto un unico nome, questo viaggio ha rappresentato ancora una volta la conferma che ciò che studio fa ormai parte di me. Come a Strasburgo, scendendo dalla metropolitana e ritrovandomi davanti agli enormi palazzi delle istituzioni ho avuto un attimo di smarrimento, una sensazione di stretta allo stomaco. Lì si respira Europa, si respira l’aria di cambiamento, il potere dei grandi.

Spesso è difficile spiegare le sensazioni che si provano quando vedi materializzarsi sogni e progetti, una sensazione per me mista alla tristezza, a un senso di incompletezza.

Una sensazione che fa male e bene allo stesso tempo.

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Sono partita con la voglia di immedesimarmi in un contesto ben preciso, con la voglia di poter capire come funzionano le cose, di conoscere e di stupirmi. Sono tornata con la consapevolezza che esperienze come queste debbano farci crescere, debbano renderci cittadini seri, con idee precise e ideali da perseguire. Sono tornata con la certezza che noi siamo il futuro, che le cose che non ci piacciono possiamo cambiarle ma che prima di tutto si debba partire dalla conoscenza. Dobbiamo essere severi con noi stessi, pretendere di più, puntare in alto perché se vogliamo una cosa dobbiamo provare ad ottenerla fino all’esaurimento! Siamo noi gli artefici del nostro destino, niente è impossibile (neppure il concorso per lavorare nelle istituzioni europee!).Alice Murgia

Il viaggio di istruzione alle istituzioni dell’Unione Europea che si trovano a Bruxelles è stato sicuramente molto produttivo per la mia formazione e per le mie future prospettive lavorative. Fino a quel momento, avevo studiato il diritto dell’Unione Europea solo sui libri e in maniera astratta, come qualcosa di molto lontano. Arrivati a Bruxelles, si avverte subito la sensazione di vivere in una città Europea, una città che sembra pronta ad accogliere chiunque abbia un po’ di coraggio per tuffarsi in una realtà tanto diversa da quella a cui si è abituati.La visita alle istituzioni europee è stata sin dal primo giorno molto interessante, vedere i luoghi in cui si svolgono le procedure studiate all’Università e avere spiegazioni direttamente da chi in quell’ambiente ci lavora ogni giorno, ha reso sin da subito tutto più concreto e reale.Mi è piaciuto il modo in cui ci sono state spiegate le modalità di lavoro dei vari organi, cercando di farci entrare nel cuore di questo grande meccanismo. Ciò che però mi è piaciuto di più è come tutti abbiano cercato di incoraggiarci ad entrare a far parte di questo mondo, senza spaventarci, avvertendoci sempre delle varie difficoltà ma al tempo stesso raccontandoci anche le proprie esperienze personali, compresi gli ostacoli incontrati, per farci capire che con tanto impegno e tanta determinazione potremmo anche noi un giorno essere parte di quel mondo.Questo viaggio per me è stato particolarmente vantaggioso, perché prima non avevo idea di tutti gli stage e di tutte le opportunità che l’UE mette a disposizione ogni anno, nelle sue diverse sedi, per i neolaureati. Tutte le persone con cui abbiamo parlato ci hanno dato molte direttive su come affrontare le varie selezioni, e certamente avere queste informazioni da persone che hanno affrontato in prima persona questo percorso le ha rese ancora più comprensibili e utili.Per quanto riguarda gli aspetti organizzativi del viaggio, ho apprezzato le modalità di organizzazione, perché abbiamo avuto modo sia di conoscere tutte le Istituzioni insieme come gruppo, sia di poter visitare la città autonomamente, per coglierne l’essenza senza troppi limiti. Ho apprezzato particolarmente la visita guidata della città, perché abbiamo scoperto aneddoti che da soli probabilmente non avremmo mai conosciuto, e visto parti della città che ci sarebbero sfuggite.Una cosa che forse avrei cambiato è il ristorante convenzionato che è stato scelto per le cene, non perché non mi siano piaciuti i piatti che ci hanno proposto, ma perché ne avrei preferito uno in cui servissero solo piatti tipici del posto, per conoscere meglio anche le tradizioni culinarie della città, che rappresentano un aspetto molto importante in qualsiasi viaggio.In generale sono comunque molto contenta di aver preso parte a questa esperienza, perché oltre ad avermi aperto un nuovo mondo da prendere in considerazione per il mio futuro, mi ha anche fatto conoscere delle persone fantastiche.Piera Ruiu

Quando ho deciso di partecipare a questo viaggio, non avevo idea di quello che mi stesse aspettando. In realtà non pensavo nemmeno di potervi accedere, ma poi, fortunatamente, la professoressa Carta rispose positivamente alla mia e-mail. E poi era fatta, si partiva. Il viaggio è

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stato organizzato diversi mesi prima e stranamente non l’ho atteso con troppa ansia, però il tempo è trascorso abbastanza velocemente e prima ancora di accorgermene, ero già su quell’aereo che dopo due ore sarebbe atterrato a Bruxelles Charleroi. A parte un mio caro amico, non conoscevo nessuno del gruppo con cui avrei condiviso il viaggio, ricordavo solo di aver visto all’università qualche ragazza, ma niente di più. Arrivati in hotel, ho conosciuto le mie compagne di stanza con cui ho fatto molta amicizia, alle quali, si sono in seguito aggiunte altre ragazze con cui mi sono trovata in sintonia e con cui ho condiviso molte cose in questa esperienza. Il primo giorno, abbiamo fatto liberamente una passeggiata per la città. Onestamente, non mi aspettavo una tale bellezza, ad attirare la mia attenzione, oltre lo splendore della Grand Place, sono stati i colori, le luci che si sprigionavano all’imbrunire, l’architettura degli edifici e la notevole varietà di stili che caratterizzavano le strade ed i palazzi. Il secondo giorno, prevedeva la visita al Consiglio dell’Unione Europea, la prima istituzione in programma. Appena usciti dalla fermata della Metropolitana, ho percepito una singolare sensazione, era come se non stessi respirando l’aria del Belgio in cui mi trovavo dieci minuti prima, ma, mi si conceda la frase, mi sentivo come se stessi respirando semplicemente l’Europa, sensazione che non mi sarei mai aspettata, rimanendo, ovviamente, piacevolmente sorpresa. Dopo i controlli di sicurezza e la soddisfacente visione delle bandiere di tutti gli stati membri, siamo giunti in una delle stanze in cui si raduna il consiglio, dove un funzionario italiano che lavora lì da anni ci ha illustrato le caratteristiche e le attività che il Consiglio svolge in relazione alla carica che ricopre. Oltre ad aver ascoltato ciò che ci ha spiegato con precisione, ho prestato molta attenzione quando ha parlato delle opportunità che le istituzioni ci offrono, dei concorsi e della possibilità di fare un tirocinio per incrementare le nostre abilità in una realtà che è quella europea, quindi in una realtà, appunto, di estrema importanza. Il terzo giorno abbiamo visitato un’altra istituzione, che è la Commissione Europea. A mio avviso, l’incontro è stato molto piacevole e stimolante, tant’è che il tempo lì dentro è trascorso molto velocemente, grazie anche alla eccellente capacità di coinvolgimento che caratterizzava la nostra guida all’interno della Commissione. La tappa successiva è stata la visita alla fortezza di Fort Breendonk. Avendo precedentemente visitato altri campi di concentramento, sapevo a cosa stavo andando incontro, ma ovviamente, non ci si abitua mai a rivivere una parte così drammatica della nostra storia, per questa ragione ho vissuto e lasciato quel luogo, con una malinconica nota di amarezza nel cuore. L’ultima istituzione in programma è stato Il Parlamento Europeo, che mi ha affascinata e coinvolta quanto le precedenti istituzioni, lì però mi sono resa conto ed ho riflettuto sul fatto che, per molti, l’Unione Europea rappresenta qualcosa di misterioso, decifrabile solo tramite siti web o telegiornali, io invece in quel momento avevo l’intera realtà davanti agli occhi, che non avrei mai pensato di vedere nel corso della mia vita, infatti, sarò sempre grata in primis a chi ha organizzato questo viaggio e chiaramente orgogliosa di avervi partecipato, considerato che, mi sono stati regalati momenti realmente difficili da descrivere. Uno degli incontri che mi ha colpita maggiormente è stato sicuramente quello all’infopoint quando una ragazza italiana ormai consolidata a Bruxelles, ci ha raccontato il suo percorso. Lei era una semplice studentessa come me, come le mie compagne di viaggio che erano lì ad ascoltarla, ed è riuscita a costruire la sua vita in modo appagante grazie alle sue capacità e a quelle che sono le opportunità che offre l’Europa, opportunità, che mi sono state svelate proprio grazie a questi incontri, rivelando ai miei occhi qualcosa di estremamente importante, che potrebbe far parte del mio futuro. In ultima analisi, devo ammettere che i luoghi che ho vissuto in questa esperienza mi hanno fortemente stupita, ricorderò sempre la maestosità della Grand Place, le persone che mangiano macarons e cioccolatini mentre camminano per le strade, la semplicità con cui ho trovato nuovi amici, l’effetto della doppia frittura delle patatine sul mio fegato, la cioccolata calda che sembrava latte e Nesquick, le cattedrali e le strade con uno stile unico, per non parlare delle fantastiche serate al pub tra chiacchiere e una buona birra. Ho sempre pensato che ciascuno dei miei viaggi avesse come scopo principale il fatto di lasciare impresso nella mia mente e nel mio cuore qualcosa da ricordare per tutta la vita, è così senza ombra di dubbio, ma questa esperienza mi ha lasciato qualcosa che non farà parte solo del mio passato, ma potrebbe realmente aprire una porta

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sul mio futuro, grazie alle informazioni e agli stimoli che ho assimilato. E per questo, e per altri motivi precedentemente citati, sono lieta di avervi partecipatoAntonella TaluDal 22 ottobre al 26 ottobre 2017 si è svolto in Belgio un viaggio di Istruzione per gli Studenti universitari dell'Università di Sassari-Nuoro dei Corsi di Laurea in Giurisprudenza, Scienze dei servizi giuridici e sociali, Diritto delle Amministrazioni e delle imprese pubbliche e private e Sicurezza e Cooperazione Internazionale. In questa relazione preferisco usare "io" per sottolineare il carattere dell'esperienza personale che ho potuto fare, ma non negando il fatto di esser stato nel gruppo.

Per me questo viaggio di istruzione non è stato un evento singolo ma piuttosto un percorso iniziato con la Summer School di Nuoro alla quale ho partecipato. Infatti, dal 17 al 22 luglio 2017 si è tenuta a Nuoro (Sardegna) la seconda edizione della Summer School Gianfranca Deiana sul tema «The Future of Human Rights in Europe - Il Futuro dei Diritti Umani in Europa». Questa Summer School è stata un corso intensivo articolato in cinque giornate di lezione, riflessione, visite ed attività culturali. Con le lezioni frontali e workshops sui diritti umani e la visita al carcere di Nuchis è stata stimolata e portata avanti l’esigenza di un approfondimento sulle questioni legate alla tutela dei diritti umani fondamentali in ambito internazionale ed europeo. Svolta in un ambiente internazionale ed amichevole, la Summer School è stata una esperienza ricchissima in quanto le discussioni e la riflessione critica mi hanno permesso di guardare la questione dei diritti umani con gli occhi nuovi. Alla fine di questo corso estivo ho avuto la fortuna di vincere una borsa di 250 Euro, per poter partecipare al viaggio di istruzione di Bruxelles.

Come già accennato, questo viaggio era un proseguimento del percorso iniziato con la Summer School di Nuoro. Visitare le istituzioni dell'Unione Europea mi ha permesso di riflettere anche sulla situazione politica e sociale dell'Europa, senza dimenticare le altre questioni come l'immigrazione, la sicurezza ed il terrorismo. L'Unione Europea è stata infatti un percorso di lotta e di sacrifici, una lotta delle nazioni che tendenzialmente promuovono l'Unità, la democrazia e i diritti Umani, una lotta contro la discriminazione, le divisioni, il fascismo ed il nazismo. Si vede però negli ultimi anni una forte tendenza euroscettica con la problematica del Brexit, la salita dei Movimenti di estrema destra come il Front National in Francia ed il ritorno dei partiti dell'estrema destra al Bundestag in Germania. In questo contesto questo viaggio è stato per me e per tutto il gruppo un viaggio d’istruzione che si è posto come un’opportunità di grande valore educativo concepito come momento itinerante di formazione alla Cittadinanza e ai valori Europei. Questo viaggio ci ha permesso di entrare in contatto diretto con le istituzione che tengono ancora l'Europa unita ed unificata. Studiando le scienze sociali (e non quelle giuridici come la maggior parte dei partecipanti), non ho mai avuto un occasione chiarissima per poter ad esempio distinguere il Consiglio Europeo dal Consiglio dell'Unione Europeo. Capire questa distinzione, ma anche capire quali sono i loro compiti e ruoli come quelli del Parlamento Europeo e della Commissione Europea è stato per me un approfondimento importantissimo. I diversi Referenti italiani che lavorano in queste istituzioni e che ci hanno parlato di esse sono stati di maggiore importanza in questo percorso. Ci hanno incoraggiati a poter svolgere dei tirocini in queste istituzioni, ma anche a partecipare ai concorsi per esserci assunto. Per arrivarci, la conoscenza delle lingue è indispensabile. Questo viaggio non poteva essere per me un viaggio di istruzione se non avevo acquisito delle nuove conoscenze ed informazioni. L'istruzione non si è limitata alle istituzioni europee. La visita guidata del centro di Bruxelles ci ha permesso anche di capire lo sviluppo di Bruxelles, con le Cioccolaterie, gli edifici reali, i musei, le chiese ed altri palazzi che fanno la bellezza della città. La visita al campo di concentramento di Fort Breendonk, una fortificazione costruita nel 1906 come parte della seconda cinta difensiva (chiamata Réduit national) è stata molto interessante. Io personalmente non sapevo che anche in Belgio c'era un campo di concentramento. La visita di Bruges con le sue Piazze ed edifici a concluso positivamente le attività previste per questo viaggio. Per me, questo viaggio non era soltanto di istruzione. Dei momenti di divertimento erano anche all'appuntamento. La degustazione delle birre e di diversi tipi di cioccolati, le prese

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delle foto nei diversi luoghi e contesti, le passeggiate diurne e notturne, l'attitudine amichevole sia dei docenti che quella degli Studenti mi hanno permesso di aver anche un momento di rilassamento. Dall'hotel al ristorante, le scelte erano molto buone in quanto erano collocati nel centro di Bruxelles, permettendo così di muoversi in tutte le direzioni. La comunicazione delle informazioni e degli appuntamenti via il "gruppo whatsapp" era ottima ed a funzionato benissimo. Mi permetto di evidenziare che in certi giorni le attività della mattina e quelle del pomeriggio erano molto ravvicinate ed intense. In oltre si poteva vedere che gli studenti avevano formato due gruppi: uno di coloro di Sassari ed un'altro di Nuoro; in un tale contesto una simbiosi sarebbe desiderabile per favorire uno scambio più largo. Certi studenti dovrebbero maturare e non lamentarsi sempre per le piccole sciocchezze, sforzarsi a dialogare se c'è conflitto e cercare di superare insieme le eventuali difficoltà.

Infine, ringrazio le Professoresse Maria Cristina Carta e Gabriella Ferranti per avermi dato questa opportunità e non esiterei a rifare una tale esperienza. Monaco di Baviera, il 01.11.2017 Ngalula Tumba

Se come affermava Roland Dumas “l’Europa è il futuro, qualsiasi altra politica il passato” noi siamo parte di questo futuro. Siamo sardi, italiani e soprattutto europei. Il viaggio d’istruzione a Bruxelles non è una semplice “tappa obbligata” nel percorso di un giurista, ma molto di più: è la scoperta di radici comuni, non meramente geografiche e neppure culturali o linguistiche, bensì di pensiero. A Bruxelles siamo stati accolti calorosamente e le testimonianze di chi lì ha trovato il lavoro, l’amore e una famiglia ha infuso concretezza ad un ipotetico sogno europeo. Le opportunità formative e lavorative sono numerose e i bandi pubblicati con cadenza semestrale. Prima di questo viaggio l’Unione Europea per me era una definizione scritta nei manuali, un atto vincolante, una bandiera, ora invece è un insieme di persone che lavorano per raggiungere obiettivi politici, economici, sociali, in grado di migliorare la vita di tutti. Ciò che mi ha colpito è che presso le istituzioni chiunque con dedizione può dare il proprio contributo, qualsiasi sia il suo ramo di studio e di specializzazione: gli unici requisiti davvero essenziali sono l’impegno e la competenza nel proprio campo. Il Consiglio ci ha accolti in modo più freddo e formale mentre la Commissione e il Parlamento sono stati molto ospitali. Abbiamo ricevuto una calorosa accoglienza anche nella sede della regione autonoma della Sardegna dove il responsabile dell’ufficio ha tenuto un discorso sulla sua esperienza lavorativa a Bruxelles e sul ruolo della nostra regione presso l’Unione Europea. Le varie conferenze tenutesi nelle tre giornate (lunedì, martedì e mercoledì) non si sono limitate a semplici nozioni sulla composizione, poteri e competenze delle Istituzioni, ma hanno dato spunti, suggerimenti, consigli e ispirazione per un futuro proprio lì, a Bruxelles. A proposito della permanenza nella città come unico suggerimento per i prossimi viaggi consiglierei di predisporre una cartina metro con l’indicazione dei vari percorsi per raggiungere con più facilità le Istituzioni europee e i principali punti d'interesse della città. Per il resto l’esperienza è stata estremamente positiva, edificante e costruttiva.

Nella serata del martedì abbiamo visitato il Fort Breendonk utilizzato dai tedeschi come campo di concentramento durante la seconda guerra mondiale. Percorrere quei lunghi corridoi umidi e bui proietta nella mente l’immagine della sofferenza e del dolore di coloro che sono morti in quel forte, in un periodo oscuro della storia in cui si era perso il significato di umanità e libertà. Ciò ha avuto in me un forte impatto emotivo accentuato dalla constatazione che in quel posto sembra non esserci mai luce. Durante tutta la mia permanenza in Belgio quando alzavo gli occhi vedevo solo una lunga nuvola grigia uniforme simile quasi al bianco di una tela, come se il pittore non avesse ancora dipinto il cielo. Può sembrare una circostanza priva di valore, ma al termine della visita quando mi girai verso il forte per scattare una foto vidi per la prima volta dietro le nubi il sole. Pensai che ora quello è un luogo della memoria, visitato da tante persone con lo scopo di non

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dimenticare quanto successo e di conoscere le atroci crudeltà commesse dagli uomini. La storia non deve ripetersi e ciascuno di noi partendo dal suo piccolo deve cercare di nutrire sentimenti positivi perché tutto parte dall’odio e dall’arroganza dell’uomo.

L’ultimo giorno, infine, ci siamo recati a Bruges, nota come la “Piccola Venezia”. Mi sono persa tra cioccolaterie, negozi di souvenir e opere d’arte. Dopo un’ora di attesa e trecentosessantasei scalini sono giunta alla cima del Belfort, la torre dell’orologio, da cui si può ammirare una Bruges in miniatura. La melodia del carillon dell’orologio rintoccava l’ora di avviarsi verso il pullman: il viaggio era ormai giunto al termine, ma il ricordo di quei giorni indimenticabili resterà impresso non tanto nelle foto o nei souvenirs quanto nella consapevolezza che per conoscere davvero realtà come quella dell'Unione non basta studiarle sui libri, ma bisogna viverle in modo da non limitarsi ad imparare ma da maturare come giuristi e come persone.Elisabetta Uras

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