SSD - Il Tuo Mac Con Il Turbo

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1 SSD Il tuo Mac con il Turbo di Marco Freccero

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Il libro elettronico che state leggendo ha come scopo quello di illustrare pregi e caratteristiche dei dischi a stato solido (o SSD, appunto). Mostrare i vantaggi rispetto ai “vecchi” dischi rigidi che sono montati sui nostri Mac. In fondo quando una nuova tecnologia si propone all’utente, questi ha bisogno di saperne di più. Questo ebook cercherà (speriamo con successo), di indicare le cose da sapere quando si sceglie di cambiare il disco rigido “tradizionale” con un SSD.

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SSDIl tuo Mac con il Turbodi Marco Freccero

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INDICE

Introduzione pag. 3SSD, che cosa sono? pag. 5Come funziona un disco SSD pag. 7Come scegliere il giusto SSD pag. 9Ottimizzare il Mac con il disco SSD pag. 12Deframmentazione? No grazie pag. 15SSD Apple o di terze parti? pag. 16Dalla collana EspertoMac pag. 23I videocorsi EspertoMac pag. 25

Indice

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Introduzione

Nel 2009 un disco a stato solido da 128 GB costava più o meno 300 Euro. Adesso il prezzo di questi dispositivi di stoccaggio si è dimezzato, mentre aumenta la capacità di archiviazione. Ormai è possibile trovare a meno di 150 Euro un disco da 128 GB, e già iniziano a fare capolino quelli da 960 GB. E se da una parte continuano ad avere un prezzo decisamente poco popolare; dall’altra indicano che le aziende produttrici hanno iniziato a cavalcare con decisione questa nuova tecnologia.Nel gennaio del 2008 Apple ha presentato il MacBook Air che come opzione offriva un disco a stato solido (SSD) da 64 GB. Il prezzo del computer? 1799 Dollari. Adesso l’intera famiglia dei MacBook Air è equipaggiata con dischi SSD, e il modello base costa 1079 Euro. È chiaro che per Apple i portatili non solo devono congedarsi da DVD e dalla possibilità di aggiornare da sé la RAM. Ma abbracciare questo tipo di dischi diventa inevitabile.

Il libro elettronico che state leggendo ha come scopo quello di illustrare pregi e caratteristiche dei dischi a stato solido (o SSD, appunto). Mostrare i vantaggi rispetto ai “vecchi” dischi rigidi che sono montati sui nostri Mac. In fondo quando una nuova tecnologia si propone all’utente, questi ha bisogno di saperne di più. Questo ebook cercherà (speriamo con successo), di indicare le cose da sapere quando si sceglie di cambiare il disco rigido “tradizionale” con un SSD.

Buona lettura.

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Sebbene l’Autore abbia compiuto ogni ragionevole sforzo per assicurare l’accuratezza e la bontà delle informazioni contenute in questa guida, Egli non si assume alcuna responsabilità per errori o omissioni. Le informazioni contenute in questa guida sono da considerarsi “così come sono”, senza garanzia di alcun genere. L’Autore non può essere in alcun modo ritenuto responsabile di danni, perdite di dati, diretti o indiretti, accidentali o incidentali, che potrebbero verificarsi (o essere il risultato), dall’uso dei materiali e/o procedure descritti in questa guida.

Questo libro elettronico è una pubblicazione indipendente e non è stata né autorizzata, né sponsorizzata o approvata in alcun modo da Apple Inc.

Nessuna parte di questo libro elettronico può essere riprodotta con sistemi meccanici, elettronici o di altra natura senza il consenso scritto dell’editore. Tutti i marchi citati in questo ebook sono registrati e appartengono ai rispettivi proprietari.

Copyright © 2012 Marco Freccero. Tutti i diritti riservati.

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SSD, che cosa sono?

SSD, che cosa sono?

SSD vuol dire Solid State Drive (disco a stato solido), e rappresenta la “novità” più interessante nel campo dell’archiviazione dei dati. Stanno sostituendo nei computer portatili (e in quelli da scrivania) i cari e vecchi dischi rigidi. Questi ultimi sono composti da dischi (o piatti) magnetici che sono scritti e letti da due testine induttive (una per ogni lato).

Immagine 1: un classico HDD (Hard Disk Drive)

L’aspetto più interessante che rivestono i dischi SSD sono le caratteristiche che presentano, e che qui elenco in modo veloce, riservandomi di sviscerare alcuni punti più avanti.Vale a dire:

Non contengono parti meccaniche. Mentre il disco del mio iMac (e del vostro) è composto da testine, rotore, dischi - un disco SSD non possiede niente del genere;

Consuma meno. Se ci sono meno parti meccaniche da far funzionare, questo significa che il dispositivo ha bisogno di meno energia per svolgere il suo lavoro. Inoltre, genera meno calo-re di un disco tradizionale. Per i portatili una notizia decisamente interessante. Ecco perché i dischi SSD hanno trovato un impiego quasi naturale nei portatili: il cruccio dei produttori è fornire qualcosa di leggero, con buone prestazioni generali, che non scaldi le ginocchia dell’u-tente se deve tenerlo appunto sulle gambe;

Più silenzioso. Mi sembra evidente: niente parti meccaniche, meno “rumore”. Questo può es-sere un problema, benché possa apparire paradossale. Quando un disco rigido tradizionale sta per collassare, di solito inizia a emettere dei suoni, talmente espressivi che non c’è bisogno di un esperto per capire che qualcosa va storto. Il disco a stato solido muore in silenzio;

Più veloce. Sia per i motivi detti poc’anzi (no parte meccaniche), sia per la tecnologia Flash di tipo NAND che incorpora. Questo non significa che siamo alle prese con una chiavetta USB un poco più grande: no. È una cosa parecchio diversa perché i dischi SSD contengono per esem-pio un controller (ne parlerò più avanti);

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SSD, che cosa sono?

Memoria virtuale più veloce. La memoria virtuale su OS X Mountain Lion è di per sé più ve-loce poiché l’ultima versione del sistema operativo di Apple usa esclusivamente il kernel a 64 bit. Il sistema precedente (vale a dire OS X Lion) non era completamente a 64 bit. Ma cos’è questa memoria virtuale? Quando la RAM non è sufficiente, i dati sono scritti sul disco rigido, cioè una sua “porzione” viene usata appunto come memoria virtuale. Questa soluzione rallenta le prestazioni del Mac poiché non va alla velocità della CPU, bensì del disco rigido. Quando però si passa a un disco SSD, le prestazioni della macchina migliorano. I tempi di latenza si riducono quasi a zero, la velocità di trasferimento dei dati è ben più veloce.

Più robusto. Se un disco rigido cade a terra, ci sono discrete possibilità che diventi inservibile. Certo, i portatili Apple incorporano la tecnologia Sudden Monitor Sensor il cui fine è di evi-tare guasti o danni in caso di cadute. Però un disco SSD è del tutto privo di piatti e testine, e questo significa maggiore robustezza;

Tempi di latenza minimi. La latenza è il tempo che è necessario affinché la richiesta di legge-re o scrivere i byte sul disco, sia “restituita”. Anche questo è uno dei vantaggi di questi disposi-tivi del tutto privi di parti meccaniche.

Immagine 2: un SSD OWC modello Mercury Electra da 120 GB

Questi, in modo molto schematico, sono i pregi dei dischi SSD. Non mancano alcuni difetti. Mi riferisco a:

Prezzo. Sta scendendo, questo è evidente a tutti. Ma al momento un disco rigido resta anco-ra la scelta più economica. Un disco SSD da 480 GB per Mac Pro può costare circa 700 Euro, quando un disco rigido tradizionale da 1 TB per la medesima macchina è possibile portarlo a casa a meno di 200 Euro. Ma la situazione è in evoluzione, e il prezzo a GB da qualche mese è sceso al di sotto di 1 Euro;

Capacità di stoccaggio. Mentre i dischi rigidi classici veleggiano col vento in poppa verso i 2 TB, con dei prezzi interessanti, quelli SSD sono ancora piuttosto avari, in fatto di spazio. C’è solo da aspettare, appunto.

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Come funziona un disco SSD

Come funziona un disco SSD

Un disco SSD è composto da un insieme di chip di memoria Flash di tipo NAND.

Questi chip di memoria Flash ricorrono a due tipi differenti di tecnologia: SLC (Single Level Cell) e MLC (Multiple Level Cell). La prima scrive un bit per volta (quindi: 0/1) all’interno di ciascuna cella racchiusa dentro il chip, e questo garantisce una velocità di trasferimento dei dati molto alta. Anche la “durata” gioca un ruolo importante. I dischi SLC sono in grado di gestire sino a 100.000 clicli di lettura/scrittura dati.

La seconda invece scrive due bit per volta in ciascuna cella (vale a dire: 00/01/10/11), e questo significa anche una maggiore “densità” di stoccaggio dei dati. Questo tipo di dischi gestisce sino a 10.000 cicli di lettura/scrittura. Sono pochi? No, anzi. Innanzitutto occorre svelare che i produttori di dischi SSD hanno da tempo elaborato alcune soluzioni come il wear leveling, il cui fine è “allungare” la durata della vita di questo tipo di dischi. Qualcosa su questo argomento sarà affrontato in seguito.Questo significa in soldoni che un disco SSD con MLC durerà il tempo necessario per rendere il vostro Mac obsoleto. A meno di guasti imprevisti, ma quelli capitano anche ai dischi rigidi.

Ci sono però altre differenze: le memorie SLC sono ben più care rispetto a quelle MLC; in gene-re il costo per GB è di 3 dollari per le prime, di 1 Dollaro per le seconde. Infatti i dischi SSD con tecnologia SLC sono utilizzati sui server e in genere in tutte quelle realtà che hanno bisogno di velocità. Quelle che vengono montate sui nostri computer sono MLC.

Esiste anche un’altra “famiglia”: i dischi con tecnologia eMLC. La “e” sta per “enterprise”, e permette di raggiungere tra i 20.000 e i 30.000 cicli di lettura/scrittura. Si tratta quindi di una via di mezzo tra le SLC e appunto le MLC, e rappresenta una soluzione studiata soprattutto per le imprese.

Ogni cella del chip è organizzata in pagine, e queste sono raggruppate in blocchi. La pagine variano da 512 a 4096 bytes, mentre i blocchi contengono tra i 16 e i 512 kB. I nostri dati sui dischi SSD sono scritti un bit per volta, mentre la cancellazione viene effettuata per blocchi. Vista la difformità di prestazioni che ne scaturisce, il disco viene “aiutato” dalla memoria cache interna al disco a stato solido; un espediente per aggirare il problema.

Il vero cuore di un disco a stato solido però, è il controller. Si tratta di un chip di tipo SoC (System on a Chip) che è incaricato di gestire l’interfaccia I/O, ma che contiene in realtà una serie di algoritmi il cui fine è di rendere le prestazioni generali del disco, le migliori possibili.

A proposito di prestazioni. Tutti i dischi (non importa se tradizionali oppure a stati solido), dopo un po’ vedono le loro prestazioni degradare. Anche i dischi SSD, certo. I produttori si sono perciò impegnati non poco per evitare che questo accade. Le soluzioni sono:

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Come funziona un disco SSD

Wear leveling. Prima ho detto che ne avrei parlato, eccoci qui infatti. Si tratta di una tecnica messa a punto per prolungare la vita dei dischi SSD. Prima abbiamo visto che i cicli di lettura/scrittura sono alti (da 10.000 a 100.000, a seconda che si tratti di SLC o MLC); ma se si continua a scrivere sulla stessa cella, questa si degraderà. È così, è la vita. Durante la scrittura dei dati, il controller del disco a stato solido (è lui infatti che si preoccupa di far lavorare il wear leveling) si assicura che siano ripartiti nel modo migliore sulle celle. Non solo: il controller tiene conto del numero di scritture sino a quel momento “subite” da ogni blocco di memoria;

ECC. Vale a dire Error Correction Code. Se durante la scrittura dei dati il controller del disco individua un errore, lo marca, e si premura di scrivere quei dati altrove;

TRIM. Forse la soluzione più importante messa a punto dai produttori di dischi a stato solido. Questo comando permette al sistema operativo di comunicare al disco SSD che in un deter-minato blocco alcuni dati sono stati cancellati. In realtà si parla di “pagine non valide” poiché i dati benché ufficialmente spostati nel cestino dall’utente, e svuotato, restano finché non saranno sovrascritti. Ma perdono in un certo senso le indicazioni utili a ritrovarli. Affinché si possa tornare a scrivere nuovi dati, diventa indispensabile che le pagine non valide siano can-cellate. Il TRIM si incarica di indicare al controller del disco a stato solido dove e quali sono le pagine non valide da eliminare definitivamente. Sarà il controller a eseguire la cancellazione, ma senza il comando TRIM non sarebbe in grado di distinguere o eliminare alcunché. Inoltre, i dischi SSD non sovrascrivono i dati, ma devono prima cancellarli, e solo dopo saranno in grado di scrivere i nuovi dati. Per questo esiste un processo chiamato Garbage Collection;

Garbage Collection. Il processo grazie al quale i dati esistenti sono “trasferiti” (il termine sa-rebbe “riallocati”) in un altro settore del disco, per permettere ai dati che vi sono attorno, non più validi (perché spostati nel cestino) di venire eliminati davvero definitivamente. La memoria Flash di questi dischi è divisa in blocchi, a loro volta divisi in pagine, come ho già detto. I dati possono essere scritti su una pagina vuota, ma solo i blocchi interi possono essere cancellati. Per questa ragione al fine di recuperare lo spazio occupato da dati non più validi, quelli validi sono copiati e scritti all’interno di pagine vuote di un nuovo blocco. Dopo che la Garbage Col-lection avrà concluso il suo lavoro, il blocco in precedenza occupato dai dati non validi potrà ospitare nuovi dati.

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Come scegliere il giusto SSD

Come scegliere il giusto SSD

Quali sono gli elementi di cui tenere conto prima di acquistare un disco a stato solido per il nostro Mac? Vediamoli:

L’affidabilità. È ovvio, ma è bene sempre ricordare che non c’è nulla di perfetto o eterno a questo mondo. Le aziende che hanno accumulato più esperienza in questo settore (e almeno teoricamente, offrono quindi prodotti più “sicuri”), sono Crucial e OCZ. Questo non vuol dire che le altre (Intel oppure Corsair) vendono dei dischi di pessima qualità. Apple per esempio non ha un fornitore unico, ma sembra cambiare: Samsung, Hitachi;

Le velocità di scrittura/lettura. Metto qui questo criterio non perché sia davvero importante, ma perché di solito gli utenti badano soprattutto a questa caratteristica. In realtà in questo elenco dovrebbe occupare non dico l’ultimo posto, ma quasi. I dischi SSD più veloci sfoggiano velocità di 400 MB al secondo (in lettura), e 300 MB al secondo in scrittura. Sono dati da tenere in considerazione ma non troppo, perché buona parte delle operazioni che un utente effettua con il proprio Mac non riguardano file di grosse dimensioni. Che sono quelli che permettono a questi dischi di sfoderare tutta la loro velocità. Quello a cui si deve prestare attenzione sono le prestazioni random 4K in lettura e scrittura. Ne parlo adesso;

Prestazioni di lettura/scrittura casuale 4k. In giro troverete scritto anche “Random 4K read/write”: si tratta appunto di questo. Gli utenti di solito badano sempre alle specifiche sulla ve-locità di lettura e scrittura, e non si curano di questo tipo di prestazioni. Un disco SSD che secondo il produttore ha una velocità di lettura di 500 MB/s è sicuramente più veloce di uno a 400 MB/s. Però c’è da fare una riflessione. Cioè occorre prendere in considerazione l’uso del Mac che di solito facciamo noi.Quando per esempio notiamo che il nostro Mac con un disco rigido tradizionale è lento, que-sto non accade solo se gli diamo in pasto foto o filmati “pesanti”. Bensì nella gestione dei com-piti più “semplici”. È a questa voce che l’utente domestico dovrebbe badare, perché buona parte del lavoro che svolge riguarda proprio file di entità modesta. Più i valori IOPS (Input Output Per Second) sono alti, migliori saranno le prestazioni comuni del Mac. Bassi valori nelle prestazioni di lettura/scrittura casuale 4K avranno delle ripercussioni visibili proprio nei com-piti più comuni dell’utente.

Immagine 3: confronto tra HD e SSD di un MacBook del 2007 (da notare i valori Random read/Write). Da BuyDifferent.it

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Come scegliere il giusto SSD

La garanzia. Non dovrei scriverlo tanto è ovvio, ma visto che i dischi a stato solido sono una tecnologia che deve avere cura dei nostri dati, meglio scegliere un produttore che come mini-mo offra tre anni di garanzia. Su alcuni modelli dello stesso produttore, questa garanzia arriva addirittura a cinque anni. E sempre il backup (l’ho già detto, vero?);

Immagine 4: questo SSD da 240 GB ha una garanzia di 5 anni. Si trova su BuyDifferent.it

Il processore SandForce. Alcuni produttori di dischi a stato solido (non tutti), ricorrono al processore SandForce per migliorare prestazioni e affidabilità. Tra questi da segnalare OCZ, Kingston, Verbatim, Corsair, Super Talent. Lo si riconosce perché (come si vede nell’immagine 4), esiste un logo apposito (“SandForce Driven”). Che cosa combina questo processore? Ci sono alcuni dati che non vengono compressi: quelli .Zip, quelli audio e video, JPEG... Quando il SandForce incappa in costoro, adotta un tipo di tecnologia per minimizzare i cicli di scrittura sulla memoria Flash, e migliorare in generale le prestazioni proprio in modalità scrittura.

Infine, a proposito della funzione Power Nap. Questa permette ai portatili di ultimissima generazione con SSD Apple di aggiornare il sistema operativo, i Contatti, il Calendario, i Do-cumenti su iCloud, lo streaming Foto, le Note e i Promemoria anche quando la macchina si trova in stato di stop. Al momento solo alcuni SSD di terze parti supportano il Power Nap: per esempio i modelli “Aura” di OWC gestiscono questa tecnologia. Prima di procedere all’acquisto, e solo se hai Mountain Lion (è questa l’unica versione a sfog-giare questa funzione), dovresti chiedere informazioni al produttore.

Ricordo inoltre che Power Nap funziona:

• Sui MacBook Pro Retina;• Sui MacBook Air fine 2010 o superiori;

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Come scegliere il giusto SSD

È comunque necessario un aggiornamento del firmware.Questa limitazione è causata dal ricorso alla tecnologia di Intel, chiamata Intel Smart Connect. In pratica, il portatile Mac precipita in una modalità chiamata “DarkWake”: scheda grafica e au-dio sono “addormentati”, mentre CPU, Rete e disco a stato solido restano ben attivi. Prima ho scritto: “portatili di ultimissima generazione” non a caso. Se possiedi un portatile Apple con disco SSD potresti credere che aggiornando a Mountain Lion potrai godere di Power Nap: no. Questo perché la particolare implementazione dell’Intel Smart Connect è disponibile solo su un limitato numero di macchine. Tutte le altre, o non supporteranno la funzione Power Nap, oppure se l’utente non può proprio farne a meno, dovrà scaricare e aggiornare proprio il firmware per attivarla. Se questo firmware sarà disponibile, è ovvio.

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Ottimizzare il Mac con il disco SSD

Ottimizzare il Mac con il disco SSD

Dopo che il nostro Mac (portatile o da scrivania che sia), ha montato il proprio disco SSD nuo-vo di zecca, ci sono delle operazioni da effettuare. Alcune sono di una banalità sconcertante, altre un po’ meno. Inoltre, se acquisti un Mac sullo store di Apple con tanto di SSD, alcune di queste operazioni saranno del tutto superflue. Il motivo mi pare evidente: è la stessa società di Cupertino che si preoccupa di mettere a punto ogni aspetto. Comunque, eccole:

Effettua il backup. Lo so, lo fai. Usi abitualmente Time Machine, e una volta alla settimana “rinfreschi” la copia clonata di OS X che hai provveduto a creare su un secondo disco rigido esterno. Perché sai che un disco di backup è bene, ma due sono meglio, e non devo certo per-dere tempo a scrivere queste righe, vero? Mi sto rivolgendo a quei due lettori che non lo fanno perché amano il rischio, oppure hanno scarsa dimestichezza con i computer. Ricordo solo che di solito un disco rigido tradizionale prima di collassare inizia a emettere dei suoni inquietanti, e lo sono talmente che non ci sono dubbi sul fatto che qualcosa di brutto sta per accadere al computer. Un disco SSD trapassa, e lo fa senza troppe cerimonie. È un tipo discreto;

Verifica il supporto TRIM. È da giugno del 2011 che i sistemi operativi di Apple supportano questo comando. Allora sulle macchine di Cupertino girava ancora Snow Leopard, e la ver-sione che portava con sé questa novità era la 10.6.8. Premi allora l’icona della mela in alto a sinistra e scegli “Informazioni su questo Mac”. Quindi “Più Informazioni”, e individua la voce Hardware> Serial ATA. Selezionala e se la tua macchina è aggiornata almeno al Leopardo delle Nevi, dovresti trovare la voce: “Supporto TRIM: Sì”. Non c’è? Devi attivarlo. Esiste un’applicazione gratuita (ma le donazioni sono ben accette), che si chiama Chameleon. La produce un italiano, Alessandro Boschini. Oltre a abilitare il coman-do TRIM, Chameleon abilita la funziona S.M.A.R.T. (Self Monitoring, Analysis and Reporting Technology: il suo scopo è verificare lo stato di salute del disco, segnalando possibili guasti che possono portare il dispositivo alla morte), e altro ancora. Di fatto, se si installa questa applicazione buona parte delle indicazioni presenti in questo capitolo diventano superflue perché fa tutto lei;

Immagine 5: l’applicazione Chameleon

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Ottimizzare il Mac con il disco SSD

Disabilita lo stop del disco rigido. Quando il disco rigido del Mac non viene usato, come si sa, è possibile metterlo “a riposo”. Dentro il pannello Risparmio Energia, racchiuso nelle Prefe-renze di Sistema, c’è l’opzione: “Metti in stop i dischi rigidi quando è possibile”. Se hai un disco a stato solido puoi togliere il segno di spunta da qui;

Immagine 6: metti in stop il disco rigido quando è possibile

Cancella lo spazio libero. Operazione del tutto superflua se il comando TRIM è supportato. Altrimenti devi lanciare l’applicazione Utility Disco (dentro la cartella Utility, che dorme all’in-terno di quella chiamata Applicazioni), selezionare nella colonna di sinistra il disco SSD, quindi premi “Inizializza”. In basso c’è il pulsante “Inizializza spazio libero”, che però dovrebbe risultare grigio (non cliccabile) se il comando TRIM è abilitato e funzionante. Prima di effettuare questo genere di operazione, sempre il backup;

Immagine 7: Inizializza spazio libero

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Ottimizzare il Mac con il disco SSD

Disabilita la funzione Sudden Motion Sensor. Sui portatili Mac da alcuni anni c’è questa funzione. Quando il portatile cade, le testine sospendono la loro attività di lettura/scrittura proprio per evitare di danneggiare la superficie del disco rigido. Il disco a stato solido non ha alcun organo meccanico in movimento, perciò è inutile. Per disattivarla è però necessario lanciare l’applicazione Terminale (dentro la cartella Utility). Quindi digitare questo comando:

sudo pmset -a sms 0

E premere “Invio”;

Disabilitare le istantanee di Time Machine. Con Lion, il sistema operativo crea delle istanta-nee (o snapshot) sui portatili Mac. Apple ne parla in una pagina apposta, ricordando anche che quando lo spazio su disco scarseggia, il sistema ha sufficiente buonsenso per non creare altre istantanee. E anzi, alcune sono rimosse per permettere alle applicazioni di funzionare. È tuttavia possibile disabilitare questa funzione se si ha installato un disco a stato solido di scar-se dimensioni. Come? Tramite l’applicazione Terminale e digitando questo comando:

sudo tmutil disablelocal

Sarà richiesta la password di amministratore, e a quel punto le istantanee locali saranno disa-bilitate. Se in futuro sarà indispensabile riattivare questa funzione:

sudo tmutil enablelocal

Disattiva la funzione ibernazione. Questa funzione appare nel 2005 sui portatili PowerBo-ok. Quando il portatile viene messo a riposo, una copia dei dati presenti nella memoria sono salvati sul disco rigido. Questo significa sottoporre il disco SSD a un surplus di lavoro di scrit-tura/lettura. Per disabilitare questa funzione sarà necessario ricorrere ancora all’applicazione Terminale, e digitare questo comando:

sudo pmset -a hibernatemode 0

Se si desidera tornare a usare questa funzione basterà sostituire lo zero (0) con il 3 (tre).

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Deframmentazione? No grazie

Deframmentazione? No grazie

Come sanno anche i sassi, OS X non ha bisogno di programmi per effettuare la deframmenta-zione, poiché ci pensa già il sistema operativo. Esiste la solita pagina (in inglese), che in poche righe liquida l’argomento. È tutto vero. Chi però usa file piuttosto pesanti perché per esempio lavora con filmati o foto, farebbe bene a prendere in considerazione l’acquisto di un program-ma che si occupi di questa procedura. Da avviare solo dopo aver effettuato il backup dei dati. Sin qui parliamo di deframmentazione e dischi rigidi tradizionali.

Ma con i dischi a stato solido, la deframmentazione ha senso? Si deve fare?No.

Con questo tipo di dispositivi non ci sono parti meccaniche (le testine per esempio), che si spostano sui piatti per “sistemare” i file. La deframmentazione sui vecchi dischi rigidi era da fare (dopo un bel backup) perché i file erano “distribuiti” sulla superficie dei dischi, e quando l’utente li richiamava per modificarli, era necessario ricomporli. Questo produceva un decadi-mento delle prestazioni generali della macchina.

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SSD Apple o di terze parti?

SSD Apple o di terze parti?

Domanda bislacca perché Apple NON vende dischi SSD. Vende hardware, quindi computer: al-cuni disponibili solo con il disco a stato solido (i MacBook Air). In questo caso occorre scegliere la dimensione dello schermo, la capienza del disco, ed è fatta. Ricordo che i 64 GB di disco SSD del modello base sono davvero pochi; circa metà vanno alla gestione del sistema operativo e della partizione nascosta. Se perciò i propri bisogni sono mi-nimi, può andare. Altrimenti occorre puntare la propria attenzione su quello da 128 GB.

Immagine 8: il MacBook Air, il primo portatile Apple con disco SSD

Per il resto i computer Apple, a parte l’iMac da 21 pollici a 2.5 (il modello base quindi) e il Mac mini da 2.3 GHz, offrono sempre un’opzione per scegliere al momento dell’acquisto, di instal-larvi un disco a stato solido. Farlo al momento, o dopo, rivolgendosi a un produttore di terze parti? Approfittare dell’opzione Buil to Order (BTO) e spendere anche sino a 1000 Euro in più (per un’unità SSD da 512 GB)? Oppure fare da sé, e risparmiare anche 300 Euro rispetto a quel-lo che offre lo Store di Apple?Ciascuno è libero di agire come meglio crede. Ricordo alcuni dettagli e/o compiti da effettuare perché tutto proceda nel modo migliore.

La capienza del disco SSD. Come abbiamo visto, al momento la capienza è “limitata” dal co-sto, ancora un po’ elevato. D’altra parte, siamo davvero certi di aver bisogno di un “sacco di spazio”? Da quanto tempo abbiamo il Mac? Che cosa ci facciamo? Il disco ri-gido del nostro computer, quanto spazio libero ha ancora a disposizione? Insomma: come faccio a capire che disco SSD devo comprare, visto che il prezzo di questi dispositi-vi è ancora elevato e non voglio spendere soldi in manie-ra inutile? Per conoscere queste informazioni basta cliccare sele-zionare l’icona del disco rigido sul Desktop del Mac, e scegliere la scorciatoia da tastiera ⌘-I, oppure premere il tasto destro del mouse e scegliere la voce “Ottieni infor-mazioni” dal menu contestuale che apparirà. Il risultato lo possiamo vedere nell’immagine qua sotto. A noi interessa lo spazio utilizzato, ovviamente;

Immagine 9: lo spazio utilizzato sul disco rigido

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SSD Apple o di terze parti?

La dimensione della cartella Utente. È quella contrassegnata dall’icona della casetta. Come prima, ⌘-I o pulsante destro del mouse. Ci si arriva (ma lo sanno tutti), premendo l’icona del Mac sorridente nel Dock (rappresenta il Finder); comparirà la finestra del Finder e poi dovremo solo selezio-nare nella colonna di sinistra quello che ci serve.

Immagine 10: la finestra del Finder

Quindi, si prende nota della quantità di GB occupati.

Immagine 11: la dimensione della cartella Utente

Non resta che effettuare una operazione matematica: la sottrazione, per avere un’idea di quale disco SSD abbiamo bisogno. Se i prezzi fossero come quelli di un tradizionale disco rigido il consiglio sarebbe: “Abbondare, che diamine!”. I prezzi di un HDD sono popolari, quelli dei di-schi a stato solido non lo sono ancora, ma lo saranno;

Che modello di Mac hai? Scegliere il giusto disco SSD vuol dire prima di tutto avere le idee chiare su quale modello di Mac abbiamo. Basta cercare nel posto giusto. Clicca l’icona della mela nell’angolo a sinistra dello schermo, e scegli “Informazioni su questo Mac”, poi “Più infor-mazioni” quindi “Resoconto di sistema”. Nella colonna di sinistra, seleziona la voce “Hardware”. Comparirà il Riepilogo hardware. Qui trovi il numero che identifica il modello del tuo Mac. Può essere importante averlo a portata di mano perché a volte è necessario scaricare un aggior-namento firmware, e per sapere quale scegliere tra i tanti disponibili, è necessario conoscere il numero identificativo;

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SSD Apple o di terze parti?

Immagine 12: dove si trova l’identificatore modello

Un programma per clonare. Probabilmente se installi un disco SSD non avrai voglia di rein-stallare da zero il sistema operativo, ma vorrai installare sul nuovo dispositivo preferenze e impostazioni già rodate. Non sto a ripetere per l’ennesima volta che devi fare il backup, ma sa-rebbe bene che facessi sempre il “doppio” backup. Time Machine più la clonazione (una volta alla settimana, magari di domenica quando non si lavora). I programmi per la clonazione su Mac sono due: SuperDuper! e Carbon Copy Cloner. Entrambi a pagamento;

Immagine 13: schermata dell’applicazione Carbon Copy Cloner

I giusti attrezzi! Certi portatili (MacBook del 2007 per esempio) sono piuttosto semplici da smontare. Basta una moneta (per svitare il fermo della batteria), e un cacciavite. Altri Mac inve-ce richiedono cacciaviti particolari (persino troppo). Prima di imbarcarsi nell’avventura di un upgrade del disco rigido, meglio verificare se abbiamo i giusti attrezzi. Il Web fornisce un buon numero di filmati che si possono consultare per capire il grado di difficoltà che una tale opera-zione comporta. Molti siti pubblicano delle guide che illustrano i passi necessari per sostituire il disco. Anche BuyDifferent su Youtube ha il suo canale ufficiale;

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SSD Apple o di terze parti?

Occhio all’elettricità statica! Siccome metterai mano nella “pancia” del tuo computer, fai at-tenzione all’elettricità statica. Esistono in commercio dei braccialetti antistatici che servono appunto a questo scopo. Costano pochi Euro; un computer ucciso da un banale contatto, mol-to di più;

Formattare il disco SSD. Un disco SSD è come un disco tradizionale, cioè di solito non è for-mattati per girare su Mac, e occorre provvedere da sé. Ricordo che già esiste su ogni Mac l’ap-plicazione per provvedere da sé: si chiama Utility Disco (dentro la cartella Utility, conservata in quella Applicazioni). Si lancia, si evidenzia il disco SSD nella colonna di sinistra, quindi “Parti-zione”, e nel menu a discesa di sceglie l’opzione “1 partizione”. Poi si preme il pulsante “Opzio-ne” e calerà una finestra con tre opzioni. Attiva il pulsante radio “Tabella partizione GUID” se il processore è Intel, altrimenti scegli “Mappa partizione Apple” (per i Mac con processore PPC). Inserisci il nome che vuoi dare al disco SSD e scegli Mac OS Esteso (Journaled). Premi “OK” (o “Applica”);

Immagine 14: l’applicazione Utility Disco

Reinstallare il sistema ex-novo o trasferirlo da backup? Anche qui la decisione spetta all’u-tente. Cosa è meglio per lui? Se il Mac gira su Lion o Mountain Lion ricordo che è possibile scaricare da Internet la versione fresca e nuova del sistema operativo. Apple a questo propo-sito ha messo online una pagina nella quale spiega nel dettaglio come fare. Per chi ha una versione di OS X precedente, deve procurarsi il DVD e procedere con quello. Chi al contrario non ha tempo o voglia per questo, potrà trasferire il sistema dal disco di backup al nuovo SSD (tramite Time Machine) e ritrovare impostazioni e preferenze pronte all’uso.

D’accordo. Diciamo che chi legge queste righe è quasi convinto. Ma l’utente Mac con un com-puter Apple vecchio di qualche anno probabilmente ha qualche dubbio che una macchina riesca a fornire ancora delle prestazioni buone o eccellenti a distanza di anni dalla sua produ-zione. Questo spiega perché ci si interessa alle “prove su strada” per capire se e dove ci sono i miglioramenti.Per prima cosa, consiglio di scaricare dal Mac App Store l’applicazione (gratuita) Blackmagic Disk Speed Test. Permette di misurare le prestazioni del proprio disco a stato solido. Tuttavia chi legge queste righe è interessato a capire quali sono i numeri che si riescono a realizzare. Insomma, è affamato di grafici!

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SSDIl tuo Mac con il turbo

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SSD Apple o di terze parti?

Immagine 15: SSD di un MacBook Air

Lo scopo di qualunque di test dovrebbe essere quello di misurare appunto le prestazioni della RAM, del disco, o della scheda grafica; ma si fanno ormai anche sui navigatori Web per dimo-strare la velocità di caricamento delle pagine, per esempio. Però questi dati possono risultare poco utili. Se leggo delle prove che riguardano applicazioni quali Photoshop, e io non uso questo programma, avrò un’informazione che non mi serve. Sì, sono numeri importanti, e se un giorno deciderò di esercitare la professione del grafico ne terrò conto. Ma sino ad allora?

Immagine 16: MacBook Air aggiornato con un SSD OWC a 180 GB

Bisogna ragionare su quali sono i nostri bisogni. Abbiamo visto qualche capitolo fa che buona parte degli utenti con il proprio computer ef-fettua lavori piuttosto “banali”. Non deve quindi prestare troppa attenzione alle prestazioni muscolari di un disco SSD alle prese con file pesanti, ma piuttosto andare a cercare la reazione del dispositivo con i compiti più comuni.

Non solo. Spesso per ragioni di tempo, o di “spazio”, le prove prendono in esame solo alcuni aspetti del programma, e tralasciano altri non meno importanti. E certi programmi sono ot-timizzati per certi processori (solo per certi processori), e quindi su una macchina di qualche mese più anziana avremo delle prestazioni un poco differenti.Non voglio dire che i test e le prove su strada devono essere ignorati, ma letti con un poco di giudizio critico. Detto questo, ogni test è buono (o abbastanza buono), se siamo in grado di leggerlo (tenendo in considerazione quello che faremo con il nostro computer) nel modo più attento possibile ai nostri bisogni.

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SSD Apple o di terze parti?

Detto questo (ma ci sarebbe molto altro da scrivere al riguardo), alcune buone risorse per sa-pere come si comportano davvero i dischi SSD messi al lavoro, ci sono eccome. Una di queste, che si occupa di test sui principali produttori di dischi a stato solido è Storage Review.

Immagine 17: uno dei siti da consultare per avere test affidabili sui dischi SSD di ogni produttore

Un’altra risorsa interessante, e lo è da sempre, è Bare Feats.

Immagine 18: il sito Bare Feats

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SSD Apple o di terze parti?

Altro punto di riferimento da tenere d’occhio? Benchmark Review.

Immagine 19: Benchmark Review

Ancora un altro sito? Volentieri: Hardware Secrets.

Immagine 20: altra risorsa da tenere d’occhio: Hardware Secrets

È sempre meglio spendere un po’ di tempo per capire cosa scegliere, e poi muoversi avendo in testa almeno una vaga idea di che cosa c’è in giro. Ripeto: non è oro colato, e il miglior modo per “leggere” nel modo migliore queste prove è cercare di confrontare diverse “campane”, e poi decidere di acquistare. Quello che occorre aver chiaro sono i nostri bisogni. Le nostre capacità finanziarie.

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SSDIl tuo Mac con il turbo

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Altri ebook di BuyDifferent

Altri ebook di BuyDifferent

Da anni BuyDifferent porta avanti la sua collana di ebook EspertoMac senza DRM, per aiu-tare gli utenti Mac nuovi o vecchi a scoprire novità e caratteristiche dei sistemi Apple. Eccone alcuni; ma l’offerta si amplia con regolarità, perciò per restare aggiornati a proposito delle novità, visitate la pagina del nostro sito dedicata agli ebook.

iPhoto ‘11Gian Guido Zurli

La guida gratuita a iPhoto!

iMovie ‘11Gian Guido Zurli

La guida per creare filmati come un professionista.

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Alla scopertadi OS X Liondi Marco Freccero

Alla scoperta di OS X LionMarco Freccero

La guida per utilizzare OS X Lion senza problemi.

1

Alla scoperta di Mountain Liondi Marco Freccero

Alla scoperta di Mountain LionMarco Freccero

La guida per passare all’ultima versione di OS X.

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Il Mac e la sicurezzadi Marco Freccero

Il mac e la sicurezzaMarco Freccero

La guida per la sicurezza del tuo Mac.

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SSDIl tuo Mac con il turbo

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Altri ebook di BuyDifferent

Altri ebook di BuyDifferent

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iClouddi Marco Freccero

iCloudMarco Freccero

La guida completa all’utilizzo di iCloud.

1

Garageband

Garageband è la migliore applicazione musicale disponibile su App Store, adatta non solo a chi è musicista di professione, ma anche a coloro che suonano per puro divertimento o che non hanno mai toccato uno strumento in vita loro. L’app consente di suonare il pianoforte, l’organo, la chitarra classica o quell'elettrica, un basso, diverse batterie, registrare strumenti reali

con tanto di effetti e inserire loop in modo automatico. Gli strumenti sono divisi in due categorie: quelli “reali”, che vanno suonati come veri e propri strumenti musicali sfruttando il touchscreen e premendo sui tasti del pianoforte, oppure battere sui tamburi della batteria o effettuare arpeggi sulle corde di una chitarra, e poi ci sono gli Smart Instruments, pensati per chi non conosce la musica: con questi strumenti basta selezionare il tipo di accordatura e uno stile per avere una serie di loop programmati da inserire nei propri brani. Garageband consente anche di collegare una chitarra elettrica vera e propria all’iPad per modificarne gli effetti con appositi amplificatori e pedalini virtuali, ma anche di utilizzare un microfono reale e di trasformare la propria voce selezionando uno dei tanti effetti disponibili. Una volta registrato il brano, operazione che va fatta per ogni singola traccia proprio come avviene negli studi di registrazione, puoi mixare i vari strumenti, inserire effetti, modificare il volume, tagliare delle parte e aggiungerne di nuove in modo semplice e veloce. E se poi colleghi una tastiera MIDI puoi davvero creare dei brani professionali e modificare ogni singola nota. Tali brani, inoltre, possono essere esportati su Mac per poter continuare il lavoro sulla versione desktop di Garageband.

Scelta perché: è in assoluto la migliore applicazione musicale per iPad, ricca di strumenti, realizzata con estrema cura e adatta a diverse tipologie di utenti. Un must have per chi possiede l’iPad.

Sviluppatore: Apple - Prezzo: 3,99€.

Le migliori 50 app per iPhone selezionate da Giuseppe Migliorino

Le migliori 50 app per iPhoneGiuseppe Migliorino

La selezione delle migliori applicazioni per iPhone.

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Garageband

Garageband è la migliore applicazione musicale disponibile su App Store, adatta non solo a chi è musicista di professione, ma anche a coloro che suonano per puro divertimento o che non hanno mai toccato uno strumento in vita loro. L’app consente di suonare il pianoforte, l’organo, la chitarra classica o quell'elettrica, un basso, diverse batterie, registrare strumenti reali

con tanto di effetti e inserire loop in modo automatico. Gli strumenti sono divisi in due categorie: quelli “reali”, che vanno suonati come veri e propri strumenti musicali sfruttando il touchscreen e premendo sui tasti del pianoforte, oppure battere sui tamburi della batteria o effettuare arpeggi sulle corde di una chitarra, e poi ci sono gli Smart Instruments, pensati per chi non conosce la musica: con questi strumenti basta selezionare il tipo di accordatura e uno stile per avere una serie di loop programmati da inserire nei propri brani. Garageband consente anche di collegare una chitarra elettrica vera e propria all’iPad per modificarne gli effetti con appositi amplificatori e pedalini virtuali, ma anche di utilizzare un microfono reale e di trasformare la propria voce selezionando uno dei tanti effetti disponibili. Una volta registrato il brano, operazione che va fatta per ogni singola traccia proprio come avviene negli studi di registrazione, puoi mixare i vari strumenti, inserire effetti, modificare il volume, tagliare delle parte e aggiungerne di nuove in modo semplice e veloce. E se poi colleghi una tastiera MIDI puoi davvero creare dei brani professionali e modificare ogni singola nota. Tali brani, inoltre, possono essere esportati su Mac per poter continuare il lavoro sulla versione desktop di Garageband.

Scelta perché: è in assoluto la migliore applicazione musicale per iPad, ricca di strumenti, realizzata con estrema cura e adatta a diverse tipologie di utenti. Un must have per chi possiede l’iPad.

Sviluppatore: Apple - Prezzo: 3,99€.

Le migliori 50 app per iPad selezionate da Giuseppe Migliorino

Apple: hi-tech tra Arte e ScienzaGiuseppe Migliorino

La selezione delle migliori applicazioni per iPad.

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Il Mac e minoridi Marco Freccero

Il mac e minoriMarco Freccero

La guida per la sicurezza dei minori.

Apple: hi-tech tra Arte e ScienzaMarco Freccero

La guida per passare all’ultima versione di OS X Lion senza problemi!

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Applehi-tech tra arte e scienzadi Marco Freccero

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SSDIl tuo Mac con il turbo

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I videocorsi di BuyDifferent

I videocorsi di BuyDifferent

L’ offerta formativa di BuyDifferent si è allargata: dai libri elettronici ai videocorsi. Preparati appositamente da professionisti, hanno come oggetto le applicazioni più popolari presenti sulla piattaforma Mac (e iPad).

Adobe Photoshop CS6Lorenzo Brusadelli

Il webinar ha una durata complessiva di oltre 3,5 ore.

iMovie '11Gian Guido Zurli

Il webinar ha una durata complessiva di circa 180 minuti.

iMovie per iPadGiuseppe Migliorino

Il webinar ha una durata complessiva di circa 1 ora.

Adobe Lightroom 4Gian Guido Zurli

Il webinar ha una durata complessiva di oltre 3 ore.

Final Cut Pro XGian Guido Zurli

Il webinar ha una durata complessiva di circa 3,5 ore.

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SSDIl tuo Mac con il turbo

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I videocorsi di BuyDifferent

I videocorsi di BuyDifferent

Preset professionali per ApertureGian Guido Zurli

Una raccolta di Preset professionali per Aperture

Professional Preset for Aperture (English)Gian Guido Zurli

A huge collection of professional presets.

iPhoto '11Gian Guido Zurli

Il webinar ha una durata complessiva di circa 45 minuti.

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SSDIl tuo Mac con il Turbodi Marco Freccero