Sportfinance - strumenti finanziari al servizio dello sport v.1.0 web
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Andrea Annunziata & Luigi Piscetta
Strumenti finanziari al servizio dello sport
Breve guida per comprendere come lo sport può evolvere e ammodernare la ricerca fondi
SportFinance
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2 Sport Finance
Cosa contiene questo libro?
Introduzione 3Andrea Annunziata 3
Luigi Piscetta 4
Analisi del mondo delle sponsorizzazioni 5Le prospettive dello sport di base 5
Sport Finance, cos’è a cosa serve 7L’impegno della Società di consulenza 9
L’impegno dell’Associazione sportiva 10
Come si crea un piano finanziario 12
Bibliografia e Sitografia 16
Cenni sugli autori 17Andrea Annunziata 17
Luigi Piscetta 17
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3 Sport Finance
Lavorando nel mondo del marketing sportivo, spesso mi sento chiedere tra i vari servizi che offro quello della ricerca
di nuovi sponsor.
Nel momento in cui la crisi economica si fa sentire di più a causa della congiuntura internazionale e del
sistema produttivo italiano lento nell’innovarsi e nel produrre nuove opportunità di ricchezza, è davvero dif-
ficile riuscire a trovare imprenditori volenterosi ed appassionati dello sport, qualsiasi specialità possa essere
presa in considerazione.
La verità è che anche nel chiedere una sponsorizzazione spesso si va incontro al dubbio dell’imprenditore
interpellato: “meglio tenere un operaio in più o sponsorizzare?”
Davanti ad una domanda di questo tipo sono ovviamente pochi i dubbi, meglio salvare una famiglia dal
disastro!
Oggi però, attraverso questo ebook, possiamo fare in modo che coloro che vogliono investire nello sport
possano comprendere come farlo, anzi capiscano che conviene perché ci si guadagna ed in modo del
tutto legale.
Non più vergognosi giri in nero, ma finalmente uno strumento che possa soddisfare società sportive ed investitori nello
sport.
Capitolo 1
Introduzione
Andrea Annunziata
Andrea Annunziata
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4 Sport Finance
Per troppo tempo l’approccio alla consulenza finanziaria in materia di costruzione e gestione di un portafoglio di
investimenti si è ridotto ad una pura e semplice attività di vendita, senza alcuna preoccupazione delle reali richie-
ste del cliente.
Questo periodo di crisi particolarmente prolungato e difficile sta facendo finalmente emergere una mag-
giore consapevolezza e una richiesta di maggior attenzione da parte del mercato degli investitori.
E da questa maggiore consapevolezza deriva un inaspettato desiderio di contribuire col proprio risparmio
allo sviluppo di settori ritenuti più meritevoli, piuttosto che negare il proprio sostegno a quelli ritenuti meno
affini alle proprie aspettative. Non quindi una gestione del risparmio che si preoccupi del semplice otteni-
mento di un reddito, pur rimanendo questo il fine principale insieme al controllo del rischio, ma anche una
volontà di maggior partecipazione attiva al proprio universo di interessi.
Da questa mia esperienza nasce il progetto di Sport Finance, un’idea di finanziamento alternativo per le Associazioni
sportive, particolarmente utile in un momento di ridimensionamento del sistema delle sponsorizzazioni e della contri-
buzione pubblica a fini sociali.
Luigi Piscetta
Luigi Piscetta
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55 Sport Finance
Capitolo 2
ANALISI DEL MONDO DELLE SPONSORIZZAZIONI
Sebbene i dati più recenti diano il mondo delle
sponsorizzazioni in lieve crescita1 a chi opera in questo
campo è noto che tali sponsorizzazioni siano sempre
più rivolte ad eventi importanti, con visibilità specifica e
più ampia possibile.
Sono le nazionali che uniscono il tifo di tutti, le squadre
di calcio che hanno maggiore visibilità televisiva, gli
eventi sportivi di spicco come il Giro d’Italia o altri eventi
di carattere internazionale ad avere la meglio.
Quindi sono in pochi a guadagnarci e a ottenere
maggiori finanziamenti privati, questo perchè più è
grande e complesso l’evento, sia esso sportivo, culturale
o altro, più i costi salgono per poterlo gestire al meglio.
Restano quindi fuori da questo cambio di rotta le
associazioni piccole e medio-grandi, le federazioni
minori o i comitati regionali e il mondo associativo che
fa dello sport uno strumento per l’inclusione sociale di
persone svantaggiate o con altre tematiche etiche.
Le prospettive dello sport di base
Un grosso problema, perchè quelle appena citate sono
la maggioranza delle associazioni che compongono
il sistema sportivo italiano, la parte dell’iceberg che
resta sommerso sotto l’acqua, che c’è e non si vede ed
è fondamento e risorsa importante per tutto il resto del
settore.
1 Indagine Predittiva “Il Futuro della Sponsorizzazio-ne” di StageUp ‐ Sport & Leisure Business e Ipsos.
Anche l’Europa ha capito l’importanza del settore
sportivo europeo e dal 2014 ha messo in piedi azioni
più serie e diffuse per finanziare lo sport e chi lavora
in questo settore, ma ovviamente la concorrenza è
maggiore, gli importi e i progetti spesso proibitivi per
grandezza e ambizione.
Lo sport di base in Italia, sembra quindi condannato ad
un ridimensionamento a causa della mancanza di idee e
di innovazione nella ricerca di nuovi finanziatori.
Se, infatti, lo sponsor privato non è più in grado di
aiutare economicamente lo sport di base, anche lo
sponsor istituzionale, sia esso Regione, Provincia o
Comune, non è più in grado come un tempo di fornire
quel supporto economico almeno per gli eventi di
maggiore risonanza, questo a causa dei tagli necessari
per entrare nei parametri imposti dal governo nazionale
per la spending review (revisione della spesa pubblica).
Chi organizza competizioni ad ogni grado d’importanza
conosce bene la fatica di ottenere un supporto dalla
Pubblica Amministrazione che non si limiti all’uso
di strutture sportive che altrimenti resterebbero
inutilizzate.
C’è quindi bisogno di nuove opportunità, della capacità
di andare oltre le possibili soluzioni già attuate negli
anni passati.
di Andrea Annunziata
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66 Sport Finance
Le nuove opportunità e le loro prospettive nello sport
Il micro-credito non si addice allo sport perchè
richiede di ritornare dagli investimenti fatti in un
primo momento, sappiamo bene che lo sport opera in
pareggio, ma spesso in passivo.
Il crowfunding o finanziamento collettivo, è
certamente uno strumento interessante, ma quante
volte in un anno si può fare? Quanta gente è necessario
raggiungere per ottenere le cifre necessarie? E l’anno
prossimo saranno nuovamente disposti a fare donazioni
quelle persone oggi così disponibili?
Poter operare con una maggiore certezza è certamente
importante, permette una programmazione alle
associazioni che può dare risultati sportivi sul campo e
prestigio a livello locale o anche nazionale.
Uno strumento capace di arrivare a questo tipo di
risultato esiste è ha un nome: Sport-Finance.
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77 Sport Finance
Capitolo 3
SPORT-FINANCE: COS’è, A COSA SERVE
Sport-Finance è certamente un nome nuovo nel
panorama del finanziamento sportivo, come dice
la parola stessa si basa sul concetto di utilizzare gli
strumenti finanziari come opportunità per sostenere
l’attività sportiva.
Attraverso l’uso dei ricavi operativi (interessi attivi),
si può fornire un ritorno economico all’investitore
che può così decidere di donare parte di quanto da
lui guadagnato ad altre attività comprese le società
sportive.
In pratica si tratterebbe di permettere ad un operatore
del settore finanza di creare pacchetti di risparmio
appositi per gli associati, i loro famigliari ed amici,
coinvolgerli e proporre loro di investire i propri risparmi
su quei prodotti.
Per loro ci sarebbe un doppio guadagno e per la
società sportiva la possibilità di avere dei ritorni sicuri e
cadenzati anche come mensilità, quale altro sponsor di
questi tempi può dare la stessa certezza?
Si parla di doppio guadagno per gli investitori,
infatti oltre all’interesse attivo, cioè al quanto frutta
l’investimento fatto, si ha la detrazione di parte della
donazione in fase di dichiarazione dei redditi. Fare del
bene alla propria società sportiva, fa bene anche alle
tasche degli investitori.
Ma come conciliare due aspetti apparentemente così
distanti e che si pongono obiettivi così sostanzialmente
diversi?
Come si possono soddisfare simultaneamente gli
interessi di un settore no profit, sempre più alla
ricerca di fondi e che dovrà verosimilmente fare i
conti con un progressivo ritiro del mondo pubblico
dal finanziamento, con quelli di un investitore privato,
sempre orientato alla redditività del proprio capitale e
all’incremento del proprio patrimonio?
Partiamo da una considerazione: due soggetti tra loro
distanti possono trovare un punto di collaborazione
comune efficace e funzionante, grazie anche alla
diversità dei loro intenti e alla separazione dei rispettivi
benefici.
Abbiamo dunque due attori: un’Associazione sportiva
alla ricerca di strade alternative di finanziamento e un
investitore privato che possiede un patrimonio gestito
normalmente da un Istituto bancario, spesso in modo
non particolarmente efficiente, per tutta una serie di
motivi che di certo non tratteremo all’interno di questo
lavoro in modo esaustivo.
Lasciateci solo elencare alcuni di questi motivi,
rimandando ai specifici corsi il compito di entrarvi nel
merito:
• il conflitto di interesse tipico del nostro siste-
ma, per il quale le banche collocano favo-
revolmente e prevalentemente strumenti
finanziari emessi e gestiti dalle banche
stesse o da aziende appartenenti al medesi-
mo gruppo;
• le pressioni commerciali alle quali è sotto-
di Andrea Annunziata e Luigi Piscetta
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88 Sport Finance
posta la maggioranza degli operatori del
settore, che si trovano “obbligati” in modo
più o meno forzato a collocare certe ca-
tegorie di prodotti costosi e inefficienti,
altamente redditizi per la Banca, ma molto
meno per l’investitore;
• la mancanza di trasparenza che, favorita da
una generale scarsa competenza finanziaria
degli investitori, porta alla sottoscrizione di
prodotti finanziari assolutamente non in linea
con le esigenze di rischio/rendimento e con
le aspettative desiderate dal cliente;
• una crisi finanziaria senza precedenti e una
necessità di coprire passività dei bilanci
bancari che trovano contropartita in attività
non più realizzabili (si pensi solo all’annoso
problema delle cartolarizzazioni).
Esiste quindi un mondo degli investitori che ha ormai
maturato un rapporto conflittuale con la banca di
riferimento, essendosi interrotto quel rapporto di
fiducia che è la base di qualunque rapporto di gestione
finanziaria.
Ma perché non utilizzare allora rapporti di consulenza
finanziaria più diretti e personali, attenti alle reali
aspettative, utilizzando peraltro strumenti più efficienti
che esistono già sul mercato ma che le banche ordinarie
evitano di collocare, ottimizzando la gestione del
proprio portafoglio di investimenti in un’ottica anche
di solidarietà sociale a favore di Associazione sportive
appartenenti al sistema di riferimento dell’investitore?
Se un investitore ottimizza la propria gestione,
ottenendo un miglior controllo del rischio e un maggior
rendimento, non sarebbe ben lieto di contribuire,
con parte di quell’extra rendimento che prima veniva
sottratto dalla banca, allo sviluppo della propria
Associazione sportiva o a quella dei propri figli che
praticano sport?
Non ci piace parlare di “finanza etica”, termine molto
ambizioso, del quale si è nel passato troppo abusato e
che ha portato alla nascita di organizzazioni finanziarie
che di etico hanno solo la facciata.
Ci piace piuttosto parlare di “finanza utile”, intendendo
una finanza che non intende cambiare il mondo
partendo dai proclami di intenzioni, ma che finisce per
apportare un effettivo miglioramento partendo dalla
gestione delle piccole realtà locali alle quali ciascuno di
noi appartiene.
Il risultato peraltro realizzerebbe, come effetto
secondario, un riavvicinamento al mondo della finanza
e una rinascita di quella fiducia che è stata per troppo
tempo calpestata.
Dunque il primo attore, l’investitore privato, ottiene
come beneficio immediato una migliore gestione del
risparmio e un extra rendimento, parte del quale può
essere destinato all’Associazione sportiva, senza mai
separarsi per questo motivo dalla piena disponibilità del
proprio capitale e dalla sua giusta remunerazione.
Lo strumento più adatto risulta senza dubbio essere
la donazione, non solo perché si presenta come il più
adatto a perseguire i fini sociali che si prefigge, ma
anche per dei motivi fiscali che più avanti verranno
esaminati.
Ma quali sono i reali vantaggi per il secondo attore,
l’Associazione sportiva?
A questo punto è facilmente intuibile: l’Associazione
si trova a ricevere sul proprio conto corrente dei flussi
di liquidità, a date determinate, certi, continui nel
tempo, incrementabili in relazione alla progressiva
partecipazione di nuovi investitori all’Associazione
comune. Non si tratta dell’ennesima richiesta
di un finanziamento a fondo perduto o di una
sponsorizzazione una tantum, ma di una disponibilità
di denaro sulla quale fare affidamento ora e nel futuro,
da destinarsi per i diversi progetti associativi, da
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99 Sport Finance
condividere eventualmente con i soggetti investitori.
E’ necessario che ogni realtà da finanziare venga
valutata con attenzione e che si individuino le risorse
necessarie, così come l’impegno previsto per reperirle.
Si può partire da un’analisi generale del fabbisogno
finanziario per arrivare a definire il capitale investito
necessario alla creazione della somma necessaria a
coprire i costi delle attività annuali; o si può addirittura
volta per volta individuare un progetto dell’Associazione
verso il quale si concentreranno le risorse reperite.
In ogni caso è in fase progettuale che si devono
analizzare le possibili soluzioni così da concordarle
prima di far partire l’attività di sport-finance.
Ma la parte più rilevante dell’intero processo deve
necessariamente essere svolta da una Società
specializzata capace di gestire i risparmi investiti in
modo corretto e con rendimenti garantiti così da
permettere entrate mensili alla associazione e agli
investitori riuscendo a soddisfare tutte le parti in causa
, per questo deve essere in stretto contatto sia con
l’Associazione sportiva che con gli investitori/donanti
così indirizzarli sulle scelte più corrette.
L’impegno della Società di consulenzaPerché il progetto funzioni correttamente e nel
modo più trasparente e utile possibile, è necessario
individuare e rispettare alcune fasi.
Analisi del fabbisogno finanziario dell’Associazione sportiva.Come si anticipava in precedenza, si può partire da
un’analisi assolutamente generale del fabbisogno
finanziario, per passare poi all’individuazione del
flusso di donazioni atteso e quindi del capitale da
investire necessario alla copertura. Ma, specialmente
in una prima fase, durante la quale il capitale investito
sarà necessariamente di dimensioni più modeste
e che si incrementeranno nel tempo, si può partire
dall’individuazione di un progetto ben preciso
all’interno delle necessità dell’Associazione sportiva,
verso il quale sarà indirizzato il flusso di donazioni;
una volta realizzato il progetto, il flusso di donazioni,
che ormai sappiamo essere costante e incrementabile
nel tempo, verrà dirottato su un progetto nuovo. In
questo modo si fidelizza ulteriormente il rapporto tra
Associazione e investitore/donante, che si vede ancora
più direttamente coinvolto nelle scelte che contribuisce
a finanziare.
Ricerca sui mercati internazionali degli strumenti finanziari rispondenti al fine.Questa fase è uno degli aspetti più avvincenti del
progetto, perché riguarda quelle richieste di corretta
gestione finanziaria che il mercato richiede e che viene
sistematicamente ignorata, come abbiamo accennato in
precedenza.
Gli strumenti adatti ci sono e sono sottoscrivibili
normalmente all’interno del sistema finanziario. Occorre
un operatore finanziario che li conosca e che li sappia
scegliere in relazione sia alle esigenze dell’investitore
sia a quelle del progetto, dovendo garantire un flusso
di interessi periodico, parte del quale sarà destinato
all’Associazione. Occorre peraltro che l’operatore
finanziario operi mediante una piattaforma bancaria
aperta, in modo da poter essere libero di collocare gli
investimenti più adatti, abbattendo quindi quel conflitto
di interessi che tanto danno sta facendo all’interno del
sistema.
Predisposizione del „patto di donazione” tra donatore/investitore e Società sportivaChe cosa intendiamo per “patto di donazione”? Certo
non un impegno scritto che vincola l’investitore a
donare una parte del suo rendimento: oltre che nulla
dal punto di vista giuridico, una tale norma sarebbe
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1010 Sport Finance
contraria allo spirito stesso che il modello si prefigge.
In effetti è proprio l’Associazione sportiva, memore
delle enormi e aumentate difficoltà nel reperire fonti di
finanziamento, che spesso si chiede per quale motivo
un investitore dovrebbe privarsi di una parte del suo
rendimento.
Dobbiamo vedere questo aspetto partendo da un’ottica
diversa: si consideri innanzitutto che la gestione
permette all’investitore, di usufruire di rendimenti
superiori a quello che è solito ottenere; si consideri
inoltre che, proprio nei periodi di crisi quali quello che
stiamo vivendo, si assiste ad un nuovo ed inatteso
spirito solidaristico che porta ad una partecipazione e
ad un coinvolgimento più diretti alle attività sociali delle
quali siamo parte direttamente interessata, il motto
delle associazioni interessate potrebbe essere “aiutaci
a darti un servizio migliore”; la possibilità di rientrare
in possesso di parte della quota donata attraverso il
beneficio fiscale chiude poi il cerchio.
Controllo dei flussi di denaro previsti per il raggiungimento dell’obiettivoSia che venga determinato un progetto specifico da
raggiungere o che il flusso di liquidità venga utilizzato
indistintamente per il finanziamento dell’attività
associativa, il monte delle donazioni deve essere
costantemente monitorato. Non si tratta solo di una
semplice esigenza contabile, ma di una necessità data
dall’analisi dell’obiettivo previsto e dalla consapevolezza
di quanto sforzo serve a raggiungerlo. Una volta
raggiunto poi permette in ogni caso di evidenziare le
spese effettuate per il giusto fine associativo. Permette
in ultima analisi di rendere i donatori partecipi delle
modalità di utilizzo dei fondi messi a disposizione,
rafforzando la loro scelta e fungendo da volano per
apporti futuri. Peraltro, essendo il flusso di denaro
continuo, il monitoraggio consente di programmare
meglio le spese future
Assistenza per la fruizione dei benefici fiscali dei donatoriLa donazione verso le Associazioni sportive senza fine di
lucro usufruisce di un vantaggio fiscale non trascurabile.
Al momento viene riconosciuta una detrazione Irpef
del 19% delle erogazioni effettuate per un importo
non superiore a 1.500 Euro1. In pratica parte dell’extra
rendimento che il donatore si impegna a versare viene
poi recuperato fiscalmente.
Per poter usufruire di questi vantaggi è necessario però
effettuare la donazione tramite banca, ufficio postale
o effettuando pagamenti tramite carte di debito, carte
di credito, carte prepagate o assegni bancari circolari
e non in contanti, perché questi sistemi consentono la
rintracciabilità dell’erogazione, il fatto che arrivi da un
conto bancario con rendite finanziarie rende tale azione
totalmente legale a alla luce del sole, fornendo serenità
a chi la compie, ulteriore conferma che rende il modello
valido anche per il donatore.
L’impegno dell’Associazione sportiva
Favorire il contatto tra il Consulente
Finanziario e gli Associati o comunque le
persone interessate al sostegno finanziario
dell’Associazione
Il principio di solidarietà va sollecitato. L’Associazione
sportiva, prima beneficiaria del sistema di
autofinanziamento, deve aiutare la Società di
consulenza nello sviluppo del modello, non solo
fornendo tutti i dati necessari all’analisi, ma favorendo il
contatto con il proprio mondo di associati e potenziali
1 Normativa fiscale in vigore al 30 giugno 2014
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1111 Sport Finance
investitori.
E’ evidente che il primo nucleo operativo dovrebbe
essere costituito dal Presidente e dalla dirigenza
dell’Associazione, per estendersi successivamente
ad un pubblico sempre più vasto attraverso la rete di
conoscenze tra gli associati.
Si renderebbe opportuno anche organizzare un
incontro o un momento di condivisione col mondo
di riferimento dell’Associazione, con l’intervento della
Società di consulenza, per comunicare in modo più
efficace possibile il sistema di autofinanziamento.
Certificazione annuale delle donazioni ricevute
ai singoli donatori/investitori per permettere
loro di usufruire dei benefici fiscali
L’invio del documento che attesta l’importo donato
a ciascun investitore, necessario al calcolo della
detrazione fiscale, rappresenta un ulteriore momento
di rafforzamento del rapporto e uno stimolo alla
continuazione e al possibile incremento del versamento
del flusso di denaro.
Finance
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1212 Sport Finance
Capitolo 3
COME SI CREA UN PIANO FINANZIARIO
Non si può parlare degli strumenti utili al progetto
senza fare un rapido accenno al percorso che porta ad
una corretta consulenza finanziaria.
Non è obiettivo di questo lavoro entrare nel dettaglio
delle analisi matematiche e finanziarie che portano
ai concetti che seguono: ci limiteremo solo ad alcuni
cenni, adattandoli specificatamente alle finalità di Sport
Finance, per concentrarsi infine su quelli che sono in
generale gli strumenti di investimento più adatti.
Si parlerà quindi di:
• frontiera efficiente;
• individuazione del profilo corretto di
rischio/rendimento;
• creazione della corretta asset allocation;
• scelta degli strumenti adatti alla copertura
dell’asset allocation individuata;
• rendicontazione e riposizionamento.
Frontiera efficienteIl Capital Asset Pricing Model (brevemente, CAPM) è un
modello di equilibrio dei mercati finanziari proposto
da William Sharpe che stabilisce una relazione tra il
rendimento di un portafoglio e la sua rischiosità.
Uno degli sviluppi più interessanti è dato dal concetto di
frontiera efficiente, definita come il luogo dei portafogli
aventi la minima varianza a parità di rendimento atteso,
quindi l’insieme dei portafogli che ottimizzano la
combinazione rischio/rendimento.
Quando analizziamo i portafogli di investimento
detenuti dagli investitori, vediamo come molto spesso
la combinazione degli strumenti che lo compongono
sia strutturalmente inefficiente, non rispettando tutta
una serie di parametri che non approfondiremo di certo
in questa sede.
I motivi di questa inefficienza sono molteplici e
riguardano una totale assenza di attenzione ad alcuni
aspetti tipici del modello, quali la correlazione tra i vari
strumenti finanziari, il rendimento atteso e la volatilità,
aggravati da altri fenomeni interni al sistema bancario,
ai quali abbiamo in precedenza accennato: il conflitto
di interesse, la mancanza di trasparenza e le pressioni
commerciali.
Ci limitiamo ad una semplice rappresentazione grafica
di quello che stiamo dicendo
di Luigi Piscetta
Finance
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1313 Sport Finance
Sulla frontiera efficiente troviamo quindi i migliori
portafogli in termini di combinazione rischio/
rendimento, sotto troviamo i portafogli di investimento
più inefficienti, che possono essere migliorati
aumentando il rendimento a parità di rischio, o
diminuendo il rischio a parità di rendimento.
Individuazione del profilo corretto di rischio/rendimento
Spostandoci lungo la frontiera efficiente, dal basso verso
l’alto, troviamo portafogli più redditizi nel tempo, ma
più rischiosi in termini di volatilità.
Il progetto di Sport Finance non solo individua
portafogli efficienti, ma tra questi sceglierà quelli che si
posizionano sulla parte bassa della frontiera, quelli con
rendimenti più contenuti ma più stabili.
La scelta è coerente con la finalità del progetto, che non
è mosso da una finalità speculativa, ma da un obiettivo
di rendita certa, da destinare in parte a quei fini sociali
dei quali abbiamo parlato.
Ci si deve rivolgere quindi a portafogli che si trovano
nella parte bassa delle frontiera, accettando una
redditività minore ma garantendosi una volatilità molto
bassa e quindi una maggiore sicurezza.
Finance
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1414 Sport Finance
Del resto, rivolgendosi a strumenti finanziari di gestori
validi, si riesce comunque a garantire una sufficiente
redditività all’investitore e contemporaneamente un
surplus da donare all’Associazione sportiva.
Creazione della corretta asset allocation
Una volta stabilito che occorre scegliere un mix di
rischio/rendimento contenuto, occorre costruire un
portafoglio di assets che sia coerente con il profilo
scelto.
In sostanza l’asset allocation ha il compito di
raggiungere una gestione ottimale del portafoglio, ossia
una gestione che equilibri nel miglior modo possibile il
rendimento e il rischio delle attività alle esigenze e alle
aspettative dell’investitore.
Avendo optato per un mix prudente, si tratterà
principalmente di strumenti di mercato monetario e
obbligazionario, pur con tutte le variabili che queste
macro assets comportano.
Si arriva quindi ad una composizione di assets più
specifiche che permettono la ripetizione del profilo
rischio/rendimento scelto: nel modello di Sport Finance
si tratterà prevalentemente di strumenti di mercato
monetario o obbligazionario governativo, con una
presenza di obbligazioni corporate e Paesi emergenti.
Sarà inoltre data una sufficiente importanza alla
componente valutaria, diversificando opportunamente
il portafoglio introducendo anche valute diverse
dall’euro. E massima importanza dovrà essere
data anche al pagamento periodico di una cedola,
componente necessaria al progetto di Sport Finance,
che comprenderà sia la giusta remunerazione del
capitale che la parte da girare all’Associazione a titolo di
donazione.
Scelta degli strumenti finanziari adatti
Una volta creata la corretta asset allocation, occorre
scegliere gli strumenti specifici che la ritraccino nel
modo più fedele possibile.
E qui entra in gioco l’importanza da parte di chi fa
consulenza di disporre di una piattaforma bancaria
che sia la più ampia possibile, al fine di poter scegliere
veramente i migliori strumenti finanziari, abbattendo
quel conflitto di interessi tipico di tante banche e di
tanti operatori finanziari.
Senza entrare nel merito in questa sede di quali sono
i singoli strumenti finanziari, possiamo limitarci a
dire che si tratterà di fondi di diritto italiano, di Sicav
lussemburghesi o estere, in misura minore anche di
singole emissioni obbligazionarie, tutti selezionati tra
i migliori esistenti sul mercato e in grado di pagare
una cedola periodica, necessaria ai fini che ormai
conosciamo.
Rendicontazione e riposizionamento
Per controllare che il piano sia coerente nel tempo
al profilo di rischio/rendimento scelto e che stia
generando il flusso di rendimenti previsto da
Sport Finance, occorre un controllo costante, una
rendicontazione periodica ed eventualmente un
riposizionamento.
A questo ci aiuta la rappresentazione grafica del
rendimento atteso e della volatilità accettabile,
considerando che l’evoluzione del portafoglio dovrà
rimanere il più vicino possibile alla linea del rendimento
atteso.
Finance
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1515 Sport Finance
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16 Sport Finance
STAGE UP INDAGINE PREDITTIVA 2014
http://www.stageup.com/index.php/it/home-ita/183806-sponsor-nel-2014-mercato-in-ripresa-dell-12
LEGISLAZIONE DETRAZIONE NO PROFIT
http://www.associazioni.avvocatoferrante.it/donazioni.html
Bibliografia
Sitografia
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Cenni sugli autoriAndrea AnnunziataNato a Torino nel 1979, si è laureato in Economia Aziendale alla Facoltà di Economia “Einaudi” di Torino con una tesi
intitolata “Come lo sport promuove il territorio”.
Dal 2006 è titolare dello studio „Sporthink” che si occupa dimarketing,comunicazione e ricerca fondi per il mondo dello
sport.
Dal 2010 organizza e gestisce camp estivi in collaborazione con i comitati regionali delle federazioni sportive o con le
federazioni nazionali.
Ha ideato e coordinato nel 2004 il “Primo osservatorio sull’occupazione sportiva in Piemonte” per il CDVM
(ClubDirigenti Vendite e Marketing), club affiliato all’UnioneIndustriali di Torino.
Presso lo stesso club ha coordinato la realizzazione di due serate di marketing dello sport con relatori di prestigio
come dirigenti di società quali Volley Piemonte Cuneo, Pallavolo Chieri Femminile, Pallacanestro Cantù, Ac Cuneo,
rappresentanti della Federazione Pallacanestro e giornalisti del calibro di Giancarlo Padovan, ex-direttore di Tuttosport.
Dal 2011 è docente presso la Scuola Regionale dello Sport presso C.O.N.I. Lombardia.
Scrive numerosi articoli di sport-marketing e comunicazione su giornali di settore, ha collaborato su “Sport2.0” e
“Sport&Work” ed ora con la prestigiosa Tempi.it
Gestisce il blog “Blog di Sport” commentando i fatti che accadono nel mondo dello sport.
Luigi PiscettaNato a Perugia nel 1967, ha conseguito la Laurea in Economia e Commercio presso l’Università di Torino e ha iniziato
agli inizi degli anni ‘90 il percorso professionale come dipendente nel settore della previdenza integrativa.
Conseguito il Master in Comunicazione d’Impresa presso la Scuola di Amministrazione Aziendale di Torino, è passato
ad occuparsi di formazione e gestione di risorse umane.
In disaccordo con la totale mancanza di attenzione agli interessi del cliente, sistematicamente subordinati a quelli della
Società che eroga il servizio, ha maturato il desiderio d’intraprendere l’attività indipendente, ricercando volta per volta
la soluzione più adatta in termini di costo e di risultati.
Superato quindi l’esame per l’abilitazione alla professione, si è iscritto all’Albo Promotori Finanziari per fornire tutti i
servizi legati all’attività bancaria/finanziaria.
Ha proseguito la propria formazione acquisendo la certificazione presso €FPA, il più autorevole organismo
professionale preposto alla definizione degli standard qualitativi per i financial planners di formazione europea.
La successiva iscrizione al Registro Unico degli Intermediari Assicurativi gli ha permesso di integrare la consulenza nel
settore della copertura del rischio previdenziale.
Ha creato nel 2011 il marchio Finanza Tecnica, canale tematico on line di comunicazione personale, alternativo rispetto
ai circuiti tradizionali, rivolgendosi prevalentemente a professionisti e aziende.
Grazie all’esperienza acquisita, organizza e gestisce seminari di educazione finanziaria.