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Il cambiamento climatico: le attività di ARPA Piemonte su stato, impatti e risposteConferenza al Museo Regionale di Scienze Naturali, Torino - 13 giugno 2011
Enrico Enrico RivellaRivellaArpa Piemonte, Ambiente e Natura
Sperimentazioni e proposte di Sperimentazioni e proposte di monitoraggio degli effetti della monitoraggio degli effetti della variabilitvariabilitàà climatica sulla climatica sulla biodiversitbiodiversitàà regionaleregionale
UnUn’’elevata proporzione elevata proporzione di specie ha gidi specie ha giàà iniziato iniziato a rispondere al recente a rispondere al recente cambiamento climaticocambiamento climatico
Studio diStudio di ParmesanParmesan2003 2003 su su Science:Science:specie specie ““impronta impronta digitaledigitale”” del del cambiamento climaticocambiamento climatico
Cambiamenti nella distribuzioneCambiamenti nella distribuzione
LycaenaLycaena tityrustityrusespansione a N e contrazione a Sespansione a N e contrazione a S
Cambiamenti nella fenologiaCambiamenti nella fenologia
Disaccoppiamenti spazialiDisaccoppiamenti spaziali
Asincronie temporaliAsincronie temporali
PierisPieris rapaerapae
anticipa di 11 giorni il periodo anticipa di 11 giorni il periodo di volodi volo
BoloriaBoloria titaniatitania e e PolygonumPolygonum
bistortabistorta
1. Diversa temporizzazione delle fasi vitali 2. Modifica dei periodi di migrazione 3. Allungamento del periodo vegetativo4. Alterazione dei rapporti di competizione per desincronizzazioni e
disaccoppiamenti nell’interazione tra specie (mismatch)5. Invasione di specie adattate a climi più caldi6. Spostamento in quota e verso latitudini nord di specie
vegetali ed animali sensibili a stress termico7. Adattamenti fisiologici, morfologici e comportamentali8. Variazione di densità delle popolazioni e possibili estinzioni locali
RISPOSTE BIOLOGICHE AD UN INCREMENTO DELLA TEMPERATURA
PRESUPPOSTI per UNA RETE DI MONITORAGGIODEGLI EFFETTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO SULLA BIODIVERSITA’(Conferenza nazionale 2007 sui cambiamenti climatici)Selezione di metriche meteorologiche appropriateIdentificazione di indicatori ecologici precoci del cambiamento climatico (early warning system) Raccolta e omogeneizzazione base – dati disponibili Confronto con dati storiciMonitoraggio a lungo termineInterdisciplinarietà+Necessità di copertura dei diversi macrosettori ecosistemici e approcci differenziati alle loro caratteristiche (ruolo delle aree protette)
AMBIENTE ALPINO
•Basse temperature
• Elevata quantità di radiazioni solari
• Aumento delle precipitazioni con l’altitudine
• Forte ventoAltopiano di Cimalegna –Massiccio del M.Rosa(Alagna Valsesia - VC) sede dell’Istituto Scientifico Angelo Mosso
Collaborazione conDIVAPRA-Chimica Agraria e PedologiaLaboratorio Neve e Suoli Alpini e Dip. Biologia Vegetale dell’Università di Torino
Progetto EU-INTERREG “BIODIVERSITA’: UNA RISORSA DA CONSERVARE”, PROGRAMMA TRANSFRONTALIERO Italia-Svizzera 2007-2013 – coordinato da Provincia di Verbania.
Collaborazione con DIVAPRA-Chimica Agraria e Pedologia e Dip. Biologia Vegetale dell’Università di Torino
ARPA Piemonte: “Adattamento degli ecosistemi alpini e prealpini al cambiamento climatico”
•Ambiente e Natura
•Sistemi di Previsione
•Dipartimento del Verbano, Cusio, Ossola
Migrazione altitudinale di specie termosensibili
Vallone del Vannino (Val Formazza)
Vallone San Bernardo (Val Bognanco)
Migrazione altitudinale di specie termosensibili
Nuove comunitàNuove comunitàModificazione della forma e grandezza degli areali delle specie alpine e nivali
Slittamento altitudinale delle fasce bioclimatiche
Migrazione delle specie verso quote più elevate
Migrazione delle specie verso quote più elevate
EstinzioneEstinzioneImpossibilità di risalita e sostituzione
con specie più competitive provenienti dal basso
Aster alpinus
Hieracium villosum
Dryas octopetala
Rilievo in due transetti su gradiente altitudinale da 1600 a 2600 m di:• flora• mesofauna del suolo • parametri pedologici: pH, tessitura, C, N, • parametri fisici: analisi manto nevoso, temperatura del suolo e aria (1.5 m) con data-logger. • rilievi dendrometrici nella zona di contesa (limite superiore degli alberi)
i
Protocollo integrato
Plot per il rilievo floristico
FLORA
PEDOFAUNA
La ricchezza in forme biologiche a differente grado di adattamento della fauna dei suoli alpini è inversamente correlata a situazioni di stress o degrado.
ARPA Piemonte:
Dipartimento di VerbaniaDipartimento di NovaraDipartimento di CuneoDipartimento di Torino
FBT e quota
0
2
4
6
8
10
12
T5 T1 P2 T2 P3 T3 P4 T4 P5 T52400
2450
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2800
2850
2900
FBT quota
Forme Biologiche Totali e quota ad Alagna
Torbiere alpine
OBIETTIVI Monitorare l’evoluzione delle torbiere alpine
Valutare eventuali trend di alterazione delle comunità vegetali Valutare la dinamica di carbonio e azoto nel
suolo Stimare il contributo al sequestro
o al rilascio di CO2
Correlare i dati vegetazionali e pedologici acquisiti alla distribuzione del lepidottero Colias palaeno (indicatore climatico)
Studio comunità Odonati
Le torbiere oligotrofiche sono ambienti relitti, ricchi di specie rare ed estremamente vulnerabili (briofite, ciperacee, relitti di flora artico-alpina), molto sensibili a variazioni di temperatura e di apporto idrico. Obiettivo del Piano d’Azione sul Cambiamento Climatico delle Alpi : Preservare le torbiere come pozzi di assorbimento di CO2 e serbatoi di biodiversità
Carex pauciflora
La Balma (Formazza), 2050 m s.l.m.
San Bernardo, Bognanco, 1600 m s.l.m.
Torbiera San Bernardo
0-20 cm; 50 cm (35 punti)
Corg, Ntot, pH, umidità, emissioni invernali CO2
Sphagnum magellanicum
3.
Contenuto di carbonio nei primi 20 cm della torbiera di San Bernardo
Range: 150-470 g kg-1
Contenuto di azoto nei primi 20 cm della torbiera di San Bernardo
Range: 10-20 g kg-1
Stock di C e N in torbiera
Incremento durante la fusione
Risposte ecologiche differenti per i due siti
in funzione della microtopografia e del
tenore di acqua
basehummock
H max30 cm
Emissioni invernali di CO2
Flussi istantanei di CO2 attraverso il manto nevoso nelle torbiere
Dipartimento del Verbano Cusio Ossola
Odonati
dubiaLeucorrhinia
sanguineumSympetrum
quadrimaculataLibellula
alpestrisSomatochlora
arcticaSomatochlora
junceaAeshna
cyaneaAeshna
puellaCoenagrion pumilioIschnura
alpestrisSomatochlora
junceaAeshna
SPECIE TROVATE
San Bernardo La Balma
OBIETTIVI ANNO IN CORSO:stima abbondanza
Somatochlora arctica
Altre specie osservate alla torbiera della Balma
Tritone alpino Mesotriton alpestris
Rana temporaria Rana Temporaria Cervo europeo Cervus elaphus
Progetto Progetto InterregInterreg Italia Italia –– Svizzera (2009Svizzera (2009--2012)2012)BiodiversitBiodiversitàà: una ricchezza da preservare: una ricchezza da preservare
Strategie di conservazione degli ecosistemi alpini e prealpini aStrategie di conservazione degli ecosistemi alpini e prealpini attraverso ttraverso taxataxa guida: le farfalle diurneguida: le farfalle diurne
Laboratorio di Zoologia Laboratorio di Zoologia Dipartimento di Biologia Animale e dellDipartimento di Biologia Animale e dell’’UomoUomo
Via Accademia Albertina 13 Via Accademia Albertina 13 –– TorinoTorino MaculineaMaculinea alconalcon
ColiasColias palaenopalaeno
Due specie Due specie modellomodello entrambeentrambe::
•• specialistespecialiste
•• univoltineunivoltine
•• vulnerabilivulnerabili aiai cambiamenticambiamenti didi habitathabitat
•• minacciateminacciate in in tuttatutta EuropaEuropa
•• adatteadatte a a studiarestudiare effettieffetti direttidiretti e e indirettiindiretti deideicambiamenticambiamenti climaticiclimatici
Lepidotteri
• Germania (2007)N=123
• Sopravvivenza (da uovo a III stadio larvale) = 7.3%
• Uova non schiuse = 32%
DATA by Dolek et al.
• Germania (2007)N=123
• Sopravvivenza (da uovo a III stadio larvale) = 7.3%
• Uova non schiuse = 32%
DATA by Dolek et al.
ColiasColias palaenopalaeno
• Italia (2009)N=104
• Sopravvivenza (da uovo a III stadio larvale) = 13.3%
• Uova non schiuse = 45%
DATA by Bonelli et al.
• Italia (2009)N=104
• Sopravvivenza (da uovo a III stadio larvale) = 13.3%
• Uova non schiuse = 45%
DATA by Bonelli et al.
Baviera Baviera -- 1400 m1400 m Alpi Italiane Alpi Italiane -- 2300 m 2300 m
ObiettiviObiettivi
Capire quali parametri influenzano Capire quali parametri influenzano la sopravvivenza larvalela sopravvivenza larvale
IpotesiIpotesi I: la I: la strutturastruttura del microhabitatdel microhabitat
IpotesiIpotesi II: la II: la palatabilitpalatabilitàà e e ilil valorevalorenutrizionalenutrizionale delladella piantapianta ospiteospite
50% delle popolazioni estinte negli ultimi 20 anni nel Sud 50% delle popolazioni estinte negli ultimi 20 anni nel Sud della Germaniadella Germania
i)i) Le foglie a disposizione dei bruchi che raggiungono il terzo staLe foglie a disposizione dei bruchi che raggiungono il terzo stadio prima dio prima dello svernamento presentano un contenuto di polifenoli dello svernamento presentano un contenuto di polifenoli
significativamente inferiore rispetto agli altri (II: secondo stsignificativamente inferiore rispetto agli altri (II: secondo stadio; III: adio; III: terzo stadio) terzo stadio)
ii)ii) Il contenuto di polifenoli aumenta significativamente allIl contenuto di polifenoli aumenta significativamente all’’interno della interno della finestra temporale che i bruchi hanno a disposizione prima dellofinestra temporale che i bruchi hanno a disposizione prima dello
svernamentosvernamento
ColiasColias palaenopalaeno
Nel corso degli anni 2009 e 2010 sono stati Nel corso degli anni 2009 e 2010 sono stati raccolti con lo stesso protocollo i dati su raccolti con lo stesso protocollo i dati su
MaculineaMaculinea alconalcon e e GentianaGentianapneumonanthepneumonanthe in due sitiin due siti
CaseletteCaseletteCaselette
MottaroneMottaroneMottarone
25 30 35
0.0
0.2
0.4
0.6
0.8
1.0
Temperature
Pro
porti
on o
f ind
ivid
uals
CaseletteCaselette
22 24 26 28 300.
00.
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0Temperature
Pro
porti
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MottaroneMottarone
MaculineaMaculinea alconalcon
A A CaseletteCaselette, la presenza di boccioli in fase ottimale e il picco di volo di, la presenza di boccioli in fase ottimale e il picco di volo diMaculineaMaculinea alconalcon presentano una scarsa sovrapposizionepresentano una scarsa sovrapposizione
M. alcon / G. pneumonanthe - Totale individui / boccioli apice - Caselette 2009
0
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Data
Boc
ciol
i (n)
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Cat
ture
(n)
Boc post
Boc OK
M.alcon
MaculineaMaculinea alconalcon / / GentianaGentiana penumonanthepenumonantheCaseletteCaselette
M. alcon / G. pneumonanthe - Totale individui / boccioli apice - Valle Scoccia 2009
0
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/07/09
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/0927
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28/07/0
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01/08
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8/09
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8/09
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Data
Boc
ciol
i (n)
0102030405060708090
Indi
vidu
i (n)
Boc OK
Boc Post
M. alcon
MaculineaMaculinea alconalcon / / GentianaGentiana penumonanthepenumonantheMottaroneMottarone
Transetto Quota Habitat
TB 22 1260 m Radure di Faggeta
TB 23 1650 m Vaccinio – Rodereto
TB 24 1730 m Vaccinio – Rodereto
TB 25 1750 m Prati allagati
TB 26 1900 m Macereto subalpino
TB 27 1810 m Junipero – rodoreto
TB 28 1760 m Pascolo a F. paniculata
Confronto temporale tra censimenti Confronto temporale tra censimenti di comunitdi comunitàà a a ValdieriValdieri (CN)(CN)
Introduzione Area di Studio Introduzione Area di Studio Metodi Risultati CoMetodi Risultati Conclusioni nclusioni
Fotografie aereeFotografie aeree19781978
OrtofotoOrtofoto 20002000 e e 20062006
Repertorio Cartografico Regione Piemonte
Portale Cartografico Nazionale
1978
1978
Alpe DeveroRilievi di fenologia riproduttiva, vegetativa, indici di rinverdimento, biomassa e LAI in un plot a lato della stazione meteo Arpa.
Rilievo fenofasi di 5 specieerbacee rappresentative delle forme biologiche del prato-pascolo con applicazione protocolli PHNOALP – Arpa Valle d’Aosta
Fenologia vegetale in ambiente alpino
Collaborazione con Dipartimento di Biologia Collaborazione con Dipartimento di Biologia Vegetale dellVegetale dell’’UniversitUniversitàà di Torino per di Torino per alpplicazionealpplicazione protocolli del progetto protocolli del progetto PHENOALP PHENOALP –– Arpa Valle dArpa Valle d’’AostaAosta
Devero (1644 m slm)
1.Fenologia
NivometriI dati dei nivometri delle reti regionali possono fornire dati fenologici, relativi alle modalità di accrescimento delle specie vegetali.
TaxaCorylus avellana L. Platanus spp. Betula spp.Castanea sativa Miller
Dati delle stazioni di • Omegna (VB) 2003-2009
Scelta parametri di pollinazioneInizio, durata e fine del Periodo Principale di Pollinazione (PPP)Concentrazione del picco massimo (max) e data del picco maxConcentrazione totale annuale (Pollen Index)
•Visp (Svizzera) 2000-2009
Pollini
Pollini al microscopio ottico
Analisi di correlazione statistica tra i dati meteorologici (T eprecip) e pollinici
Influenza dei parametri meteo sul Corylus Somma termicaAnalisi della correlazione«Chilling and heat requirements» (esigenza del freddo per superare il periodo di dormienza del seme)
Avifauna migratoria
Collaborazione con Ente Parchi del Lago Maggiore, partner del progetto, che gestisce il Centro Studi della Migrazione di Fondotoce – Verbania (VB)
Centro studi della Migrazione della Riserva di Fondotoce
OBIETTIVI
Identificazione delle variabili atmosferiche che influenzano la migrazione attraverso:
1a) Analisi della relazione tra le condizioni meteorologiche nell’area di studio e l’abbondanza delle specie in sosta;
1b) Verifica della relazione tra l’abbondanza delle specie in sosta e le condizioni meteorologiche relative a aree di provenienza delle specie osservate
Studio della fenologia migratoria attraverso:
2a) Valutazione di eventuali variazioni negli anni (10 anni di dati);
2b) Analisi degli effetti degli impatti climatici sulla fenologia migratoria, considerando il North Atlantic Oscillation Index (NAO) e il Sahel Rainfall Index(SRI).
Studio di 2 zone paludose situate all’interno del Centro Cicogne e Anatidi di Racconigi (CN)
Gruppo di ricerca di Ecologia Animale del Gruppo di ricerca di Ecologia Animale del DipDip.Biologia Animale e dell.Biologia Animale e dell’’uomo uomo delldell’’UniversitUniversitàà di Torinodi Torino
Applicazione sperimentale di modelli bioclimaticisu scenari previsionali futuri Modello di nicchia ecologica BIOMOD (Guisan e Thuiller, 2000) + valutazione stock di C con modello CENTURY,
in collaborazione con l’Università della Sapienza (Roma) e dellaTuscia.Analisi di 80 rilievi floristici e 278 campioni di suolo (TOC, TN, pH, Tessitura, bulk density) (Di.Va.P.R.A.).
Modello di idoneità ambientale per la pernice bianca (Arpa)
Pernice bianca (Lagopus mutus )
CONCLUSIONI
CREARE UNA RETE DI MONITORAGGIOSTRUTTURATA SUL TERRITORIO REGIONALE (AREE PROTETTE)
PROTOCOLLI DI MONITORAGGIO INTEGRATI TRA VARIE DISCIPLINE
GARANTIRE LA CONTINUITA’ NEL TEMPO DEI MONITORAGGI INTEGRATO
Dal 2008: “Ambienti d’alta quota delle Alpi Nord-Occidentali” (19)
LTER – ItalyLong Term Ecological Research
www.lteritalia.it