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numero 2 | Luglio 2011 Sped. in abb. postale - 70% (aut. n° 43649) Filiale di Ferrara Unindustria Ferrara

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FERRARA INDUSTRIAPeriodico di Unindustria Ferrara

Anno XV - Luglio 2011 n. 2

EDITOREUnindustria Ferrara

via Montebello, 33 - Ferraratel. 0532 205122 fax. 0532 204740

[email protected]

DIRETTORE RESPONSABILERoberto Bonora

COMITATO DI REDAZIONEPiero Puglioli, Riccardo Fava, Paolo Saini,

Monica Talmelli, Claudio ViganelliLeopoldo Santini, Roberto Bonora

COORDINAMENTO EDITORIALEE REDAZIONE

CONTESTOvia G. Zucconi, 90 - Modena

tel. 059 346318fax. 059 2929842

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GRAFICA E IMPAGINAZIONECONTESTO

FOTOMeridiana Immagini - Voli Soc. Coop.

Stefano Benini

PUBBLICITÀStudio Borsetti srl - Ferrara

tel. 0532 210444

STAMPAS.A.T.E. s.r.l. Ferrara

UNINDUSTRIA FERRARA

FERRARAINDUSTRIA | 1

sommario

In copertina:Emma Marcegaglia,

con il Presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano

all’Assemblea Nazionale 2011Foto: Ufficio Stampa Confindustria

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2011

Sped.inabb.postale-70%

(aut.n°43649)FilialediFerrara

Unindustria Ferrara

editorialeQuel sottile equilibriotra rigore e crescitadi Riccardo Fava

primopianoUnindustria Lavorare unitiperché il vento cambi davvero

intervistaMaccaferri - “Ripartiamo da Ferrara, terra di Pmi”

culturaPremio Estense - Aquilad’Oro, ecco i pretendenti

scenariConfindustria - “Crescita,questa sconosciuta”

scenariAssise - “Gli imprenditorisono stati lasciati soli”

formazioneUniversità - “La sfidaè aprirsi all’esterno”

focusCredito - Paolo Sainial vertice del Confidi

associazioneCopparo - Il “gigante” Bercoritorna in Unindustria

Il ricordo - Saini: “Un caro amico della nostra città”

progettiMercati - Export istruzioni per l’uso

eventiImprese - Napolitanopremia le “centenarie”

aziendeTerranalisi - Un alleatoper i coltivatori di tutta Italia

breviEquitalia Emilia Nord e Unindustria, siglato l’accordo

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Emma Marcegaglia,presidente nazionale di Confindustria

Gaetano Maccaferripresidente di Confindustria Emilia-Romagna

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editoriale

Questa estate potrà segnare, almeno questo è il nostro auspicio, il passaggio definiti-vo dalla crisi a una ripresa più robusta di quella che ci ha accompagnato durante ilprimo semestre di quest’anno. I dati che ci troviamo ad analizzare in questi giorniparlano di un export che traina la crescita, sia nazionale che provinciale, ma al

tempo stesso di un mercato interno ancora troppo stagnante a causa di una domanda chenon si riprende, sia in termini di consumi che di investimenti. Tutto questo mentre l’econo-mia italiana sta attraversando un momento delicatissimo, stretta tra le valutazioni delleagenzie di rating e la necessità annunciata dal Governo di una manovra che contribuisca amantenere il debito entro i livelli chiesti dall’Unione europea.Ora più che mai, occorre saper combinare efficacemente un forte rigore nei conti pubblicie l’avvio di provvedimenti che possano stimolare la crescita interna e i consumi. Per questocrediamo che da parte dell’esecutivo, sia indispensabile porre in essere – e non più soloannunciare – da qui alla fine della legislatura, interventi strutturali in grado di risollevare lesorti di un’economia che, anche rispetto ai competitor europei, risulta affetta da una ormaicronica incapacità di crescere. Le riforme non sono più rinviabili, così come non lo è la necessità di un deciso rilancio diuna politica industriale efficace e strutturata. Tra gli interventi indispensabili segnalo in par-ticolare la riforma fiscale, che deve essere impostata con il chiaro obiettivo di ridurre leimposte sulle imprese e sui lavoratori combattendo tenacemente l’evasione fiscale, ma evi-tando di opprimere coloro che le tasse le pagano già.Questi obiettivi consentirebbero di liberare risorse per gli investimenti e denaro per i con-sumi delle famiglie. Non va infatti sottovalutata la necessità del rilancio della domandainterna, dal momento che non può essere solo l’export a tenere in attivo i conti delle impre-se e dell’economia. Solo le imprese più strutturate oggi, riescono a penetrare i mercati este-ri. L’auspicio è che questa capacità di penetrazione si allarghi, ma dobbiamo oggi fare i conticon una realtà produttiva di piccole e piccolissime aziende che traggono dal mercato inter-no le loro principali entrate. Naturalmente occorre agire anche sulle potenzialità di crescita delleimprese, incentivando la loro capacità di mettersi in rete e operare congiuntamente. Qualcosa èstato fatto: oggi il contratto di rete è una realtà, ma occorre fare di più per superare il problemadimensionale.Un’altra necessità non più rinviabile è quella relativa alle liberalizzazioni e alle privatizza-zioni, necessità che anche in un recente passato si è troppo spesso scontrata con i privilegie le resistenze di caste, classi e categorie protette e al riparo dalla concorrenza e dal merca-to. Tali provvedimenti potrebbero invece aprire e allargare il mercato, oltre a offrire indub-bi vantaggi a imprese e cittadini in termini di costi e di opportunità.Ma lo scenario di fondo che deve accompagnare ogni riforma, deve prevedere l’industriamanifatturiera al centro dell’attenzione. Al nostro settore sono legati la maggior parte deglialtri comparti essenziali per il rilancio complessivo dell’economia nazionale. I servizi, le pro-fessioni, il commercio, traggono direttamente e indirettamente benefici da un’industriamanifatturiera solida e in salute. I segnali che arrivano in questi giorni indicano un Pil alribasso per il 2011 (dall’1 allo 0,9%) e questo non può essere sottovalutato. I prossimi mesisaranno davvero decisivi per segnare quella svolta indispensabile per consolidare la stradadella ripresa. Per parte nostra, come sistema Confindustria, non chiediamo finanziamenti afondo perduto o particolari incentivi a pioggia, ma stimoli, certezze e snellimenti burocrati-ci, tempi di pagamento in tempi adeguati, investimenti pubblici su progetti seri che ci con-sentano di sviluppare la nostra attività e realizzare nuovi investimenti. E tutto questo deve essere fatto in tempi rapidi, perché di tempo, purtroppo, ne è rimastodavvero poco.

Quel sottile equilibriotra rigore e crescita

Riccardo FavaPresidente di Unindustria Ferrara

La stabilità non si tocca, ma sono indispensabiliinterventi strutturali per risollevare l’economia

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primopiano

E lungo questa strada è neces-sario trovare l’accordo e la col-laborazione di tutti: imprese,banche, enti locali, sindacati.Ognuno deve fare la propriaparte per un obiettivo comune.Difficile, ma non impossibile:“Attraverso gli accordi sindaca-li – ha spiegato Fava – è statopossibile salvare molti posti dilavoro durante la recessione.Non si vede perché ora, mentrela fase acuta della crisi volge altermine, non sia possibile perse-guire altri e più elevati obiettivicomuni”.Terminata la sessione di lavororiservata, durante la quale è statoapprovato anche il bilancio 2010dell’Associazione, alle 17 hapreso il via l’Assemblea pubbli-ca. L’omaggio doveroso al 150°

anniversario dell’Uni-tà d’Italia è stato tribu-tato dall’Associazioneattraverso sia l’allesti-mento delle sale, cheprevedeva addobbifloreali tricolori – siala proiezione di un fil-mato, in aperturadella sessione pubbli-ca, dedicato all’im-

portantissimo anniversario. Ad aprire i lavori è stata la rela-

DI GIACOMO QUADRI

Dalle imprese alle banche, dagli enti locali ai sindacati. L’appellodell’Associazione lanciato in occasione dell’Assemblea annuale

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Lavoriamo insieme, congrande determinazione.Obiettivo: produrre quei“cambi di rotta significati-

vi” senza i quali la piena ripresae il rilancio dell’economia localedifficilmente potranno concre-tizzarsi. È questo, in sintesi, l’ap-pello che è uscito dall’annualeAssemblea che UnindustriaFerrara ha tenuto lo scorso 20giugno, nella splendida cornicedi palazzo Renata di Francia.“Siamo di fronte a un bivio – haspiegato nella sua relazione il

presidente Riccardo Fava – fer-marsi ora o muoversi verso dire-zioni sbagliate signifi-cherebbe la fine delnostro sistema. Deveemergere la profondaconsapevolezza chebisogna sempre piùragionare in un’otticadi eccellenza, sia nelpubblico sia nel pri-vato”. La strada peraprire una nuova sta-gione di sviluppo passa, infatti,di qui.

Fava: “Pubblicoe privato insieme

in un’otticadi eccellenza”

UnindustriaLavorare unitiperché il ventocambi davvero

Sotto, l’Assemblea generale

di Unindustria Ferrara. A destra, il presidente

Riccardo Fava

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ne, recuperando solo un 8,5%.Ma il dato davvero grave è unaltro. Stati Uniti, Inghilterra eFrancia hanno già avviato rifles-sioni e varato misure per punta-re con decisione al rilancio del-l’industria manifatturiera. LaGermania l’ha fatto da tempo.

L’Italia è, invece, inritardo”. “Siamo di fronte a unbivio – ha proseguitoil presidente – fer-marsi ora, o muoversiverso direzioni sba-gliate, significa la finedel nostro sistema”.Venendo alla dimen-sione locale, Fava si è

rivolto innanzitutto ai sindacati.“È giunto il momento – ha spie-gato – di mettere da parte ogniforma di ideologismo fine a sestesso e impegnarsi, in partico-lare nel settore metalmeccani-co, in un dialogo serio e respon-sabile sulle regole, sulle relazio-

ni e sul merito delle cose da fareinsieme. Occorre risponderealla domanda di maggiore fles-sibilità che proviene dalleimprese, avendo ben chiaroquello che è l’obiettivo: usciretutti insieme da questa crisi.Attraverso gli accordi sindacali

primopiano

zione del presidente Fava che,davanti alla platea di imprendi-tori, personalità cittadine eregionali e autorità, ha illustratosia l’andamento dell’economialocale in questo particolarefrangente (vedi box, ndr) sia lavisione che Unindustria hamaturato rispetto allasituazione internazio-nale, all’evoluzionedel ruolo del nostroPaese e ai rischi e alleopportunità che inquesto scenario siaprono per la realtàferrarese.“Stiamo vivendo gran-di cambiamenti e losappiamo tutti – ha esorditoFava – la crisi ha lasciato segniprofondi nell’industria manifat-turiera globale. Il nostro Paesecontinua a caratterizzarsi per lasua alta vocazione industriale,ma con la crisi ha perso circa il26% dei suoi livelli di produzio-

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Una ripresa trainata dall’export. A Ferrara più chealtrove: qui nel primo trimestre del 2011 l’incremen-to delle vendite è stato pari al 33,6%. Dato che, sotto

questo aspetto, colloca la nostra provincia tra le più dinamiched’Italia. Il valore delle esportazioni provinciali ha superato cosìnettamente il valore di fine 2009, pur senza arrivare ancora ailivelli raggiunti nel periodo 2005-2008.

È questo uno dei dati principali emersi dalla fotografia cheil presidente Fava ha scattato all’economia provinciale nelcorso della sua relazione all’Assemblea. “Anche i valori relativia produzione, fatturato e ordinativi – ha proseguito – nei primitre mesi risultano positivi rispetto al medesimo periodo delloscorso anno, con rispettivamente un più 2,1%, più 3,1% e più3,5%. Questo contribuisce ad alimentare un moderato clima difiducia, con le previsioni di ordinativi e produzione per il 2° tri-mestre 2011 che sono positivi per la quasi totalità dei settori”.

Le previsioni migliori provengono dalle aziende medio-gran-di, mentre peggiori sono le aspettative per le aziende di piccoledimensioni, per le quali – ha ribadito Fava – dovrà essere valu-tata con attenzione l’opportunità costituita dalle Reti d’impresa.Le basi comunque sono buone: “Per il sistema economico ferra-

rese – ha spiegato Fava – il 2010 ha rappresentato un anno diparziale recupero rispetto ai livelli pre-crisi, facendo registrareuna graduale stabilizzazione congiunturale. Uno degli indicato-ri che fa da “spartiacque” rispetto alla precedente fase recessi-va può essere rappresentato dall’inversione di tendenza dei pre-stiti erogati alle imprese, che hanno ripreso a crescere gradual-mente già a partire dalla seconda metà del 2010”.

Ombre e luci, invece, sul versante occupazionale. Il monteore richiesto per la Cig ordinaria nei primi quattro mesi dell’an-no si mantiene su livelli minimi. Le ore di Cig straordinaria sonopraticamente dimezzate, anche se il calo ha un andamentodisomogeneo tra i diversi settori. Cresce invece la Cig in dero-ga ed è in leggero aumento il numero di iscritti alle liste dimobilità rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. “Siamorealisti – ha ammesso Fava – il riassorbimento di questa forzalavoro sarà lungo e graduale, e allo stato attuale sono soprat-tutto i giovani a risentire di questa delicata situazione. Per lorooccorre cercare modelli più appropriati di inserimento al lavo-ro, sia tramite incentivi alle imprese, sia intensificando la col-laborazione con l’Università attraverso progetti ad hoc, stage,tirocini formativi”.

lacongiunturaNetta l’inversione di tendenza. Restano le difficoltà sul fronte occupazione

Vola l’export, i prestiti tornano a crescere

“L’Italia èin grave ritardo.Servono scelte

condivise”

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primopiano

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è stato possibile salvare moltiposti di lavoro ricorrendo agliammortizzatori sociali. Non sivede perché ora, mentre la faseacuta della crisi volge al termi-ne, non sia possibile perseguirealtri e più elevati obiettivicomuni”.“Un secondo appello – ha pro-seguito – lo voglio rivolgere alleamministrazioni locali. È di pri-maria importanza sbloccare ilavori connessi alle opere pub-bliche, almeno per i progetti giàdeliberati e approvati. Siamocoscienti dei problemi di bilan-cio e dei tagli subiti. Ma sappia-mo anche che si può fare di più.Occorre inoltre, lo ripetiamo,che il sistema degli enti e delleamministrazioni locali metta apunto iniziative e condizioni cherendano il nostro territorioattraente per gli investitori. Atale proposito non possiamo cheapprezzare la misura recente-mente approvata dalla Giuntadel Comune di Ferrara relativaalla riduzione, dal 7‰ al 3‰,dell’Ici a favore di chi decideràdi costruire nuovi insediamentiproduttivi o industriali”. Perricerca e innovazione grande èl’attesa per il pieno avvio delleattività dei tecnopoli.Anche per quel che riguarda gli

istituti di credito il biennio tra-scorso ha segnato dei radicalicambiamenti: “La relazione trabanche e imprese – ha spiegatoFava – deve essere improntataalla massima trasparenza: l’im-prenditore deve essere dispostoa illustrare i propri progetti, cosìcome la banca deve essere piùtempestiva e flessibi-le nell’aprirsi a que-sto tipo di confronto,senza irrigidirsi suvalutazioni stretta-mente numeriche.Merita un apprezza-mento il contributoche la nostra Cameradi commercio stadando al sistemaimprenditoriale ferrarese attra-verso i finanziamenti ai consorzifidi e varie altre iniziative”.Infine il turismo, e l'organizza-zione di mostre d’arte di interes-se nazionale: “A più ripreseabbiamo sentito che non vi sonorisorse per organizzarne più diuna all’anno, e che l’unica possi-bilità per ampliare l’offertarisiede nel contributo che i pri-vati possono apportare. Bene: leaziende locali non hanno inquesto momento risorse dadedicare a questa forma di inve-stimento. Occorre creare le con-

dizioni per attirare grandi spon-sor, di livello almeno nazionale”.Al termine della relazione delnumero uno di Unindustria hapreso brevemente la parola ilpresidente della Provincia Mar-cella Zappaterra che si è detta“disposta a sottoscrivere la rela-zione: sono più i punti che ci uni-

scono di quelli che cidividono”, lasciandopoi spazio alla relazio-ne con cui il docentedella Bocconi Massi-mo Amato ha illu-strato le radici finan-ziarie della recessioneche abbiamo appenaattraversato. Le con-clusioni sono arrivate

invece dal neopresidente diConfindustria Emilia-RomagnaGaetano Maccaferri (vedi inter-vista, ndr), alla sua prima uscitapubblica. “L’industria manifatturiera –ha spiegato – trova qui punte distraordinaria qualità. La voca-zione culturale della vostra cittàè stata adeguatamente valoriz-zata. Ritengo che analogo valo-re debba essere dato alla vostrae alla nostra vocazione impren-ditoriale”. Per aprire, anche aFerrara, una nuova e promet-tente stagione di sviluppo.

“Gli enti localidevono favorire

l’attrattivitàdel territorio”

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Proprio nella città estense la prima uscita pubblica del nuovo presidente di Confindustria Emilia-Romagna

anni prima. Le esportazioni,dopo il crollo del 2009 (meno23% rispetto al 2008), sono cre-sciute l’anno scorso del 16%.Tuttavia, per tornare ai livelli diexport pre-crisi, occorre recupe-rare ancora un 10%, circa 5miliardi di euro”.Cifre a parte, crede che tra gliimprenditori sia tornata la fidu-cia nel futuro?“Noi imprenditori abbiamodimostrato, nei fatti, di credereprofondamente nelle nostreimprese e nel loro futuro. Abbia-mo confermato di essere legatialle nostre radici e di volermantenere qui le nostreproduzioni, mirando acontenuti e tecnologiedi sempre maggiorevalore. Tutti noisiamo impegnati, contenacia e responsabi-lità, ad agganciare isegnali di ripresa che,pur in modo discontinuoe a volte debole, si mani-festano sui mercati inter-nazionali”.

intervista

FERRARAINDUSTRIA | 7

rappresenta un esempio al qualedovrebbero ispirarsi altre munici-palità dell’Emilia-Romagna. Allostesso modo ritengo che analogo‘valore’ debba essere dato allavostra e alla nostra vocazioneimprenditoriale”.Il peggio della crisi è ormai allespalle, ma la ripresa, soprattuttoa livello nazionale, stenta adecollare. Nonostante gli ovvi rallentamen-ti post 2008, la nostra regionecontinua a rappresentare unadelle principali aree manifattu-riere d’Europa e una delle prota-goniste dell’economia globale.L’Emilia-Romagna occupa unaposizione di leadership economi-ca e produttiva che dobbiamodifendere, valorizzare e far cono-scere nel mondo. Il nostro territo-rio è, per valore aggiunto indu-striale pro capite, la secondaregione italiana dopo la Lombar-dia e la 25a in Europa su 271. Edè, ancora, la seconda regione inItalia e 36a in Europa per Pil procapite. Come si sta comportandol’Emilia-Romagna in questa dif-ficile fase di passaggio?“Certo, la crisi dalle nostre parti èstata pesante e manifesta ancoraoggi i propri effetti. L’anno scor-so l’Emilia-Romagna ha registra-to un aumento reale del Pildell’1,5%, recuperando solo inminima parte la caduta di circa 6-7 punti percentuali rispetto a due

Maccaferri“Ripartiamoda Ferrara,terra di Pmi”

Gaetano Maccaferri hascelto l’Assemblea diUnindustria Ferraracome prima uscita pub-

blica nella nuova veste di presi-dente di Confindustria Emilia-Romagna. Maccaferri succedead Anna Maria Artoni, presiden-te per 6 anni dell’associazionedegli industriali emiliano-roma-gnoli. È presidente di Seci spa,holding di famiglia al cui internopresiede la società che opera nelsettore immobiliare e quellaimpegnata nella produzione dienergia da fonti rinnovabili. Èinoltre vicepresidente delleManifatture Sigaro Toscano. Dalpunto di vista associativo, è statopresidente di Unindustria Bolo-gna e, da maggio 2008, membrodel Consiglio direttivo di Confin-dustria. Appassionato di arte ecultura, è membro dell’Executi-ve Committee della Peggy Gug-genheim Collection. Il 2 giugnoscorso è stato nominato Cavalie-re del Lavoro.A Ferrara si apre pubblicamen-te il suo mandato di presidentedegli industriali dell’Emilia-Romagna. “Mi ha fatto particolarmentepiacere inaugurare questo mioimpegno proprio a Ferrara, unadelle città d’eccellenza dellanostra regione sotto il profilostorico, culturale, ma anche eco-nomico e sociale. L’industriamanifatturiera trova qui puntedi straordinaria qualità, se pen-siamo in primo luogo al polochimico, ma con punte rilevantianche nella meccanica e nellamotoristica, nell’abbigliamento,nell’alimentare”.Come valuta la realtà economi-ca ferrarese?“Ferrara è un territorio contrad-distinto da alcune realtà produt-tive di rilievo mondiale ma,soprattutto, da piccole impreseche, nonostante le dimensioni,hanno saputo guardare oltre iconfini nazionali, consapevoliche oggi le potenzialità di cresci-ta sono altrove. La capacità chela comunità ferrarese ha dimo-strato nel saper generare valoredalla propria vocazione culturale

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DI GABRIELE BATTISTI

Gaetano Maccaferri,presidente di Confindustria Emilia-Romagna

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cultura

[Quattro libri per capire

meglio l’Italia, i suoi latipiù oscuri, i meccanismidel potere, i protagonisti

della cronaca e i momenti piùsignificativi della sua storia poli-tica e sociale. Ecco la quartinafinalista dell’edizione 2011 delPremio Estense, il riconosci-mento dedicato alle opere pub-blicate da giornalisti e promossoda Unindustria Ferrara: “Fotti ilpotere” di Andrea Cangini conFrancesco Cossiga (Aliberti edi-tore) “Occulto Italia” di GianniDel Vecchio e Stefano Pitrelli(BUR Rizzoli); “Il Vittorioso”

di Vittorio Feltri conStefano Lorenzetto(Marsilio); “Potevaandare peggio” diMario Pirani (Mon-dadori). Tra questi, sarà sele-zionato il vincitoredella quarantasettesi-ma edizione del Pre-mio; la consegna è prevista persabato 24 settembre al TeatroComunale di Ferrara. Nella stes-sa occasione verrà assegnatoanche il riconoscimento “GianniGranzotto. Uno stile nell’infor-mazione”, l’altro storico premio

Aquila d’Oro,ecco i quattro“pretendenti”

DI GIOVANNA CHIARINI

Sono Andrea Cangini, Gianni Del Vecchio e Stefano Pitrelli, Vittorio Feltri con Stefano Lorenzetto, Mario Pirani

dedicato a personali-tà di spicco delmondo dell’informa-zione. Ad aggiudicar-si la colubrina d’ar-gento del “Granzot-to” quest’anno è statoBruno Vespa. Il suonome e quelli deifinalisti del Premio

Estense sono stati resi noti saba-to 11 giugno nel corso di unaconferenza stampa nella sededell’Associazione.Di alto livello, come sempre, lagiuria tecnica. Presieduta daGianni Riotta, per la secondavolta in questo ruolo (che fino al2009 è stato di Ferruccio deBortoli e ancora prima di SergioZavoli) ne fanno parte altri novemembri, già presenti nella scor-sa edizione, uomini e donneprovenienti da diverse realtàdella stampa e dell’informazio-ne radio-televisiva: Paolo Bol-drini, Alberto Faustini, AldoForbice, Laura Laurenzi, MauroMazza, Giancarlo Mazzuca,Folco Quilici, Bianca Stancanellie Pierluigi Visci. Saranno loro adecretare il vincitore dell’Aquilad’Oro estense congiuntamenteai quaranta cittadini ferraresiche compongono la giuria popo-lare e che nei prossimi mesidovranno esaminare le quattropubblicazioni e infine esprimereil giudizio finale.Proseguono così, nella tradizio-

Sotto, Gianni Riotta,presidente

della giuria tecnica del Premio Estense,

con il presidentedi Unindustria Ferrara

Riccardo Fava

Sotto la lente,l’Italia, il potere,le contraddizionidel nostro tempo

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ne dell’eccellenza, gli annualiappuntamenti con il PremioEstense, che nei suoi 47 anni divita ha sempre raccolto il megliodella produzione intellettualedel Paese, favorendo momenti diriflessione su alcune delle que-stioni più scottanti dell’attualità,della politica, dell’economia e

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cultura

Granzotto

Dove si intrecciano storia e costume, politica e attualitàDopo Navarro Valls, tocca a Bruno Vespa ritirare la prestigiosa colubrina d’argento

ÈBruno Vespa il vincitore della ventiseiesi-ma edizione del Riconoscimento “GianniGranzotto. Uno stile nell’informazione”.

Il giornalista, padrone di casa nel fortunato talk-show “Porta a porta”, che conduce dal 1996, ini-ziò giovanissimo a muovere i primi passi nelmondo dell’informazione: è attivo in Rai dal 1962,prima come cronista radiofonico e poi come con-duttore del Tg1, di cui è stato anche direttore tra il

1989 e il 1993. Nella sua lunga carriera è statotestimone privilegiato delle transizioni e deigrandi eventi del Paese diventando uno deivolti più noti del piccolo schermo.Importante anche l’impegno come autoredi libri che intrecciano sapientemente

attualità, politica, storia e costume e chenegli ultimi anni raggiungono le vettedelle classifiche di vendita.

La Giuria del “Granzotto” – guidata dal presi-dente di Unindustria Ferrara Riccardo Fava e com-posta da sei industriali designati dall’Associazione– dopo la decisione dell’anno scorso di premiareJoaquìn Navarro Valls, quest’anno ha scelto dicelebrare la carriera di Bruno Vespa assegnando algiornalista aquilano il riconoscimento istituito nel1985 in memoria di colui che, per vent’anni, fupresidente della giuria tecnica del Premio Estense,decretandone il successo.

Il premio, che consiste nella riproduzione dellacolubrina “La Regina” in argento, rappresenta unsegno distintivo conferito a una personalità italia-na che, nel campo dell’informazione, si è partico-larmente distinta per correttezza, impegno e per-sonalità. Nell’albo d’oro del “Granzotto” figuranopersonaggi del calibro di Indro Montanelli,Eugenio Scalfari, Piero Angela, Enzo Biagi e

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del costume, coinvolgendo “big”del giornalismo e cittadini. Cresce dunque l’attesa su qualisaranno le preferenze della giu-ria e su quali temi si orienterà.Dopo la vittoria nella scorsa edi-zione di Benedetta Tobagi, autri-ce del toccante “Come mi batteforte il tuo cuore” (scelto all’in-terno di una quartinafinalista di cui face-vano parte anche“FAQ Mafia” di Atti-lio Bolzoni, “I cariestinti” di Giampao-lo Pansa e “Il Regnodel Nord” di ArrigoPetacco), anche que-st’anno vengono postial centro del dibattitotemi originali e le riflessioni dipersonalità di primo piano. Lasfida infatti contrappone firmedi rilievo del giornalismo con-temporaneo, punti di vista ine-diti e a volte contrastanti. Incampo c’è l’abilità di AndreaCangini, giornalista del Quoti-diano Nazionale, che accompa-

gna il presidente emerito dellaRepubblica in un viaggio tra gliaspetti più controversi dellapolitica degli ultimi anni, l’ascesae la caduta dei potenti e il pas-saggio dalla Prima alla SecondaRepubblica, che in “Fotti il pote-re” Francesco Cossiga ripercor-re con la consueta schiettezza,

offrendo tesi inedite esvelando verità finoraconsiderate inammis-sibili. Su orizzonti del tuttodiversi si pone l’in-chiesta di Gianni DelVecchio e StefanoPitrelli, che mettonosotto i riflettori unfenomeno poco cono-

sciuto e raccontato, ma che nelPaese sta conoscendo una cre-scente diffusione, quello dellesette. Nonostante una persisten-te omertà che circonda questomondo, gli autori hanno raccoltodocumenti e testimonianzedirette, dimostrando l’esistenzadi un’estesa galassia fatta di

A presiederela giuria tecnica

sarà ancoraGianni Riotta

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cultura

gruppi e realtà variegate, chesono state capaci di introdursinella politica, nell’imprenditoria,nello spettacolo e nella cultura. È invece tutto impostato intornoalla figura di Vittorio Feltri illavoro di Stefano Lorenzetto inconcorso. Il risultato è un dialo-go in cui il celebre giornalista,una delle figure più discussedella carta stampata, da pocoritornato al “Giornale”, svela imotivi di alcune sue scelte con-troverse, le ricette dei suoi suc-cessi editoriali ma anche dubbi econtraddizioni personali. Infine c’è l’opera di MarioPirani. Il genere è quello auto-biografico, ma il giornalista, edi-torialista di Repubblica, intrec-cia sapientemente la propriastoria personale con gli avveni-menti sociali e politici, così chegli episodi della sua vita appaio-no finestre aperte su alcunedelle fasi storiche più significati-ve della seconda metà delNovecento in Italia. Non facile, per la giuria, la scre-matura dei quattro finalisti dal-l’elenco dei trentotto libri ini-zialmente in concorso, un’ampiaselezione di inchieste di estremointeresse, lucidi approfondimen-ti sulla realtà, opere di taglio

storico e saggi acuti e ironici: Trale candidature “Colti sul fatto”di Marco Travaglio (Garzanti);“Le due Napoli” di DomenicoPizzuti (Giannini); “Il corpodelle donne” di Lorella Zanar-do (Feltrinelli); “La scuola è ditutti” di Girolamo De Michele(Minimum fax); “Pic-coli. La pancia delPaese” di Dario DiVico (Marsilio); “Ter-rorismo” di MarcoDemarco (Mondado-ri); “Momenti di tra-scurabile felicità” diFrancesco Piccolo(Einaudi). E tantialtri esempi d’eccel-lenza, rappresentativi del pano-rama letterario attuale.Istituito nel 1965 per iniziativadell’allora presidente degliindustriali ferraresi, GiorgioPiacentini, il Premio Estense ènato come espressione dell’inte-resse dell’imprenditoria ferrare-se per l’arte e la cultura, in lineacon ciò che la città ha rappre-sentato nel Rinascimento. Neltempo, il Premio si è affermatocome un riconoscimento di rilie-vo assegnato a giornalisti, siaprofessionisti che pubblicisti,presenti in libreria con saggi,

biografie, inchieste o interviste.Partecipano al concorso coloroche aderiscono al bando cheviene emanato ogni anno frafebbraio e marzo.Tanti in questi anni i volumipresi in esame dalle giurie chesi sono succedute, un vero e

proprio patrimonioletterario. L’UnioneIndustriali di Ferraraha deciso, dieci annifa, di valorizzare ilmateriale raccoltonei suoi archivi e, gra-zie a una convenzio-ne sottoscritta con laBiblioteca Ariostea,di riunirlo nella

“Raccolta Premio Estense”custodita nella sede di PalazzoParadiso, mettendolo così adisposizione di cittadini e stu-denti. Alla base c’era l’idea dimettere nelle mani di tutti, e inparticolare dei più giovani, libriche sono veri e propri strumen-ti per conoscere la nostra storiarecente, elemento di base persviluppare un personale sensocritico e partecipare alla vitasociale e democratica dellacomunità, presupposto che èanche alla base del PremioEstense Scuola.

Il vincitoresarà premiatoil 24 settembreal Comunale

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cultura

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Andrea Cangini con Francesco Cossiga

Fotti il potereAliberti editore

“Gli arcana della politica e dell’umana natura” è il sot-totitolo dell’opera realizzata da Andrea Cangini che,

sfruttando tutta l’abilità acquisita in questi anni di gior-nalismo politico, affianca Francesco Cossiga in un dialo-go che ripercorre aneddoti e avvenimenti più o menonoti, raccoglie rimandi storici, riflessioni e vere e proprierivelazioni. L’opera è frutto di una serie di interviste conl’autore, diventate una lunga conversazione. Ne emergeun ritratto del potere e del suo esercizio, messo a nudoda una delle personalità politiche che maggiormentel’hanno incarnato. Senza maschere né ipocrisie, il presi-dente emerito della Repubblica, che fu capo dello Statodal 1985 al 1992, accompagna il lettore alla scoperta diverità definite “scandalose” e che finora non erano maistate rivelate con tanta schiettezza. Al centro c’è la natu-ra del potere, il ruolo del denaro, l’uso dei servizi segre-ti, la violenza, la guerra, le massonerie, i rapporti traStati, la religione, il Vaticano, la verità, la finzione, i com-plotti e anche il lato oscuro degli uomini e dei politici.

Gianni Del Vecchio e Stefano PitrelliOcculto Italia BUR

Cosa si nasconde dietro il fenomeno delle sette italia-ne? Mentre le cronache si occupano solo dei gruppi

satanici, si diffondono sette segrete basate su principidiversi ma ugualmente pericolose, che non solo rovinanovite e famiglie, ma sono riuscite a inserirsi nelle istituzio-ni e nei centri del potere, agganciando parlamentari,imprenditori, uomini dello spettacolo e professori. Dallapotente Scientology all’ontopsicologia, gruppo settarioche pratica una sorta di psicoterapia non riconosciuta,dal Movimento umanista a Damanhur, comunità che isuoi adepti descrivono come etico-spirituale, per arriva-re al buddismo rivisitato della Soka Gakkai che, grazie atestimonial celebri, gode di vasta popolarità. Protettedalla segretezza e dall’omertà che le circonda, le settefinora sono sempre rimaste nell’ombra. Ma Gianni DelVecchio e Stefano Pitrelli sono riusciti a raccoglieredocumenti inediti e testimonianze inedite anche di per-sone fuoriuscite da questi gruppi, tracciando per la primavolta una mappa inquietante di questi culti dagli aspettipericolosi.

i fin

alis

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Andrea Cangini Laureato in Scienze politiche, 41 anni, sposato con due figli, si occupa di politica per il Quotidiano Nazionale. Più che frequentando Montecitorio,è grazie all’osservazione dei suoi figli che ha imparato acomprendere i meccanismi più profondi della natura umana e dunque anche del gioco politico.

Gianni Del Vecchio Giornalista napoletano, scrive dieconomia per “Europa”, realizzainchieste per “L’Espresso” e colla-bora alla trasmissione “In mezz’ora”di Raitre. Laureato in Economia,muove i primi passi nel giornalismoscrivendo di basket.

Stefano Pitrelli Marchigiano, vive a Roma.Collabora con “L’Espresso” e sioccupa delle pagine di politicaestera e cultura di “Europa”, maha scritto anche per “Il Manifesto”,la “Gazzetta di Modena” e altreriviste, cartacee e online.

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cultura

i fin

alis

ti Vittorio Feltri con Stefano Lorenzetto

Il VittoriosoMarsilio

Da una parte c’è il direttore di testata che negli ultimianni ha fatto più parlare di sé, Vittorio Feltri.

Dall’altra quello che fu suo vicedirettore vicario al“Giornale”, nonché uno dei migliori intervistatori italia-ni, Stefano Lorenzetto. Il risultato è un dialogo serrato,ricco di particolari inediti, in cui il discusso giornalistasvela i retroscena delle sue dirompenti campagne distampa, esprime giudizi su politici e colleghi, parla deigiornalisti che ha amato di più, da Nino Nutrizio aOriana Fallaci. Ma racconta anche in che modo riuscì araddoppiare le vendite del “Giornale” dopo l’addio diMontanelli nel 1994, i motivi di alcune scelte, come quel-la di andarsene dopo tre anni e il ritorno nel 2009, e laricetta che ha salvato testate in crisi come “L’Europeo”e “L’Indipendente”, o ne ha imposte di nuove, come“Libero”.

Mario PiraniPoteva andare peggio Mondadori

Cronaca personale e memoria storica si alternano nellungo viaggio di Mario Pirani attraverso ottant’anni

di vita italiana. I toni confidenziali delle prime paginelasciano spazio alla rievocazione di una sorta di persona-le spettacolo del Novecento italiano: dall’infanzia allagiovinezza, trascorsa duranteun periodo tra i più bui delNovecento, dalle speranze delDopoguerra all’impeto delmarxismo togliattiano, cheporta Pirani ad abbracciare ilcomunismo. Convinzioni chevacillano dopo i fatti diUngheria del 1956, l’iniziodella disillusione: la svolta èl’uscita da “L’Unità” e dal Pci el’assunzione all’Eni. Il raccon-to si conclude con l’avvio del-l’avventura professionale delquotidiano “La Repubblica”,di cui è tra i fondatori.

Vittorio FeltriBergamasco, ha esordito a 19 anniscrivendo di cinema sull’“Eco diBergamo”. Dopo l’esperienza alla“Notte”, ha lavorato per 15 anni al“Corriere della Sera” come caposer-vizio e inviato speciale. Nel 1994 hasostituito Montanelli alla guida de “IlGiornale”. Dimessosi nel dicembre1997, ha assunto la direzione de “IlBorghese”. Nel 2000 ha fondato“Libero”, lasciato nel 2009 per torna-re a dirigere “Il Giornale”.

Stefano Lorenzetto Veronese, è editorialista de “IlGiornale” e collaboratore di“Panorama” e “Monsieur”. In 35 anniha scritto per una quarantina ditestate e vinto il premio Saint-Vincent. Ha pubblicato, tra gli altri,“Dimenticati” (Premio Estense), “Vitamorte miracoli”, “Baldus”, “Si ringra-zia per le amorevoli cure prestate” e“Cuor di veneto”, uscito a settembre2010. È autore del programma tvInternet café di Rai Educational.

Mario Pirani Nato a Roma nel 1925, è editorialistade “La Repubblica”. Ha pubblicato “Il fascino del nazismo” (Il Mulino1989), “Il futuro dell’economia vistodai maggiori esperti mondiali”(Mondadori 1993) e “È scoppiata la terza guerra mondiale?”(Mondadori 2004).

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Studenti “rapiti” dalla storia di TobagiPrimo premio alle classi 3ªE/F e 4ªA del liceo artistico “Dosso Dossi”

“Avere un riscontro così ricco delproprio lavoro è una soddisfa-zione speciale e molto toccan-

te”. A dirlo è Benedetta Tobagi, interve-nuta alla cerimonia di presentazione deisei finalisti del Premio Estense Scuola,promosso da Unindustria Ferrara e vintoquest’anno delle classi 3ªE/F e 4ªA delliceo artistico “Dosso Dossi”.

Si ispirano infatti al suo libro“Come mi batte forte il tuo cuore” –Premio Estense 2010, dedicato al padreWalter Tobagi ucciso dai terroristi nel1980 – gli elaborati che i ragazzi dellescuole hanno presentato quest’anno.Particolarmente creativo il lavoro chesi è aggiudicato il primo premio e cheunisce un testo scritto a sei teatrinirealizzati in legno, con il coordina-mento delle professoresse Ita Azzi eMara Gessi.

A contendersi il riconoscimento,che consiste in un assegno di 1.600euro, erano quest’anno sei istituti fer-raresi, selezionati come finalisti dallagiuria nelle scorse settimane. La pre-sentazione, con l’esposizione degli ela-borati da parte dei ragazzi, si è tenutavenerdì 27 maggio nella sede di

Unindustria Ferrara: un evento pensa-to proprio per dare visibilità ai lavoridelle scuole e valorizzarne l’impegno e,sempre a questo scopo, i progetti inconcorso sono stati esposti nelle saledell’associazione. Forte l’impatto che illibro della Tobagi ha avuto tra gli stu-denti, profondamente coinvolti dalracconto della vita del giornalista delCorriere della Sera, attraverso gli occhidella figlia, che l’ha perso a soli treanni: una biografia priva di retoricache è anche il ritratto di una nazione.

Come prevede la nuova formuladel Premio Estense Scuola, rinnovata apartire dall’edizione 2007, dopo la pre-sentazione, la giuria si è di nuovo riu-nita per definire la graduatoria defini-tiva dei premiati, sancendo i primi treposti. Nell’elaborare il loro giudizio, imembri hanno tenuto conto non solodella qualità del progetto svolto, maanche della capacità del portavoce diciascun gruppo di lavoro di presentareal meglio il proprio elaborato, la capa-cità di coinvolgere il pubblico e di dif-fonderne il significato profondo e leriflessioni da cui è sfociato. Un modoper sottolineare il protagonismo dei

giovani in questo progetto, risvegliar-ne la coscienza civile e indirizzarli inun percorso di partecipazione alla vitasociale e democratica.

Dopo il progetto del “Dosso Dossi”,il secondo premio, che consiste in unassegno da 1.200 euro, è stato confe-rito a “Finché si è vivi si è liberi di rico-struirsi”, un’opera che comprende unvolume arricchito da un dvd, realizza-ta dal gruppo di lavoro “Galetto fu illibro” formato dagli studenti che fre-quentano il liceo classico “LudovicoAriosto” e coordinato dalle professo-resse Roberta Mori, Monica Giori eChiara Ferraresi.

Ha invece ottenuto il terzo posto,e un assegno da 600 euro, il testoscritto dalla 4ªI dell’istituto “GiosuèCarducci” – liceo sociale comunicazio-ne, intitolato “Un incontro” e coordi-nato dalla professoressa FiorenzaCrepaldi.

L’appuntamento con la premiazio-ne vera e propria e la consegna dellapergamena ai vincitori è fissato persabato 24 settembre al TeatroComunale di Ferrara, in occasionedella giornata di proclamazione delvincitore della quarantasettesima edi-zione del Premio Estense.

[

Sopra la giuriadel Premio Estense ScuolaA sinistra, i vincitori:le classi 3ªE/F e 4ªA del liceo artistico “Dosso Dossi”

premioscuola

cultura

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scenariDI GABRIELE FERRARI

[Una frenata impressionan-

te. Negli anni Settanta ilPil italiano è cresciutodel 45,2%. Nel decennio

successivo si è scesi al 26,9%, neiNovanta al 17%, per precipitarenell’ultimo decennio al 2,5%. Manonostante questo “l’agendanazionale non riesce a fare dellacrescita il suo primo argomentoall’ordine del giorno perché lapolitica pensa ad altro”. Serveuno scatto d’orgoglio e di impe-gno, da parte di tutti. Confindu-stria è pronta come sempre afare la propria parte, ma occorrefare presto, perché “il mondocorre e noi perdiamo posizioniche erano costate ingegno, capi-tali e fatica”.È questo il filo attorno al qualeEmma Marcegaglia, il 26 maggioscorso, ha costruito la sua ultimarelazione all’Assemblea annualedi Confindustria. Una relazionenetta e intensa, concreta e senzasconti. Capace di tracciare unsentiero stretto ma percorribileper aiutare l’Italia a ripartire.“Nei momenti difficili della vitadel Paese – ha concluso, infatti,Marcegaglia – noi siamo statipronti a batterci con tutte leforze per gli interessi generalidel Paese. In un momento cosìnoi saremo pronti a batterci perl’Italia, anche fuori dalle nostreimprese, con tutta la nostra ener-gia, con tutta la nostra passione,con tutto il nostro coraggio”.

Mentre celebra i 150 annidell’Unità – ha spiegato Marce-gaglia – l’Italia è oggi a un bivio:può divenire “protagonista deifuturi e auspicabili Stati Unitid’Europa. Oppure, debole edivisa, abbandonarsi a pulsioniprotezionistiche e scivolare nel-l’irrilevanza”. Le proposte diConfindustria si muo-vono tutte per soste-nere il realizzarsidella prima ipotesi.Abbiamo le carte inregola per raggiunge-re il traguardo, cometestimonia anche lanomina di MarioDraghi a presidentedella Bce, una sceltache “deve rendere orgogliosal’Italia intera” e che “premia ilmerito professionale straordina-rio del Governatore della Bancad’Italia” e la forza di un ruolo“autorevole e indipendente”.Per raggiungere il traguardo “lapolitica economica italiana – haproseguito Marcegaglia – deveperò essere guidata da due prio-rità: la stabilità dei conti pubbli-ci e la crescita economica”.Partiamo dalla prima. La tenutadei conti pubblici, che “ci harisparmiato di finire nell’occhiodel ciclone dell’eurodebito”, è“un merito che riconosciamo alministro dell’Economia e alGoverno”, ma ora occorre unpasso in più. “La stagione della

“Crescita,questa sconosciuta”

Grande assente dal dibattito pubblico degli ultimi trent’anni, deve essere il “secondo pilastro” della politica economica

spesa facile – ha spiegato il pre-sidente di Confindustria – deveessere considerata chiusa persempre”. Non solo: “Occorreridurre ciò che lo Stato fa oggi,lasciando più spazio ai privati eal mercato. Serve uno Stato chesmetta di fare male il troppo chefa e che invece faccia bene l’es-

senziale che deve”.Per ora, purtroppo,l’Italia sta andando inun’altra direzione,come testimoniano –ha ricordato Marce-gaglia – la “prolifera-zione delle societàpartecipate da ammi-nistrazioni locali”,quattro quinti delle

quali in perdita. Nella sua rela-zione la numero uno degli indu-striali paventava poi la vittoriadei sì al referendum sull’acqua,che purtroppo poi si è verificata,e che avrebbe segnato un ulte-riore passo indietro su questastrada, e auspicava che, sullastrada del risanamento, fosse “lapolitica per prima a ridurre dra-sticamente i suoi privilegi”, dire-zione nella quale si muovono lemisure presentate il 25 giugnoscorso dal ministro Tremonti.C’è poi da affrontare lo scoglioprincipale, quello della bassacrescita, che ha visto – ad esem-pio – l’indice della produttivitàcrollare da un aumento annuodel 2,5% nei Settanta allo zero

“Finita l’era della spesa facile.

Ma lo Stato fa ancora troppo”

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scenari

ne hanno aumentato il livello diflessibilità. Il nostro accordointerconfederale del 2009 haintrodotto il principio dei con-tratti flessibili, derogabili a livel-lo aziendale ed esigibili. È unaccordo che va esattamentenella direzione tedesca. Noi oravogliamo andare avanti su que-

sta strada, offrendo ainostri associati stru-menti diversificati perottenere più produtti-vità attraverso le rela-zioni sindacali”. Più ingenerale, occorre rea-lizzare un “riequilibriodelle tutele tra i lavo-ratori troppo garantitie i giovani dal futuro

sospeso”. Ultimo capitolo: l’internaziona-lizzazione delle imprese. Serveuno sforzo di tutti, delle impresee delle banche, ma anche daparte dello Stato: “I fondi per lapromozione dell’Ice – ha spiega-to Marcegaglia – dal 2008 al2011 sono stati tagliati da 66 a 33milioni, mentre in Francia sonoaumentati del 20% arrivando a105 milioni, in Germania del27% toccando i 252 milioni, nelRegno Unito del 4% attestan-dosi a 112 milioni”. Lungo questa strada Confindu-stria è presente per fare fino infondo la propria parte. Marce-gaglia ha ricordato le 50 retid’impresa cui si è dato vita in

pochi mesi e i consorzi dell’ener-gia per le Pmi, per dire comel’Associazione voglia agire inprima persona per favorire lacompetitività, senza recrimina-zioni e in piena autonomia.L’essenziale è che arrivi la scos-sa al sistema Paese. Servonosubito semplificazioni e libera-lizzazioni, le infrastrutture, lariforma fiscale. E su questa stra-da, come sempre, “noi saremopronti a batterci per l’Italia contutta la nostra energia”.

dell’ultimo decennio. “Alcune cose sono state fatte –ha ricordato Marcegaglia – nel-l’ultimo anno: è stata finalmenteapprovata la riforma dell’univer-sità, la riforma della scuolasecondaria ha avvicinato gli isti-tuti tecnici scientifici alle impre-se. È stato introdotto con l’ulti-mo decreto-sviluppo ilcredito d’imposta perle commesse di ricercaaffidate all’università.Ma non possiamonascondere – ha pro-seguito la presidente– la nostra delusione.Occorrono interventipiù incisivi, soprattut-to sulle infrastrutturee sul fisco”. Gli investimentiper le infrastrutture sono crol-lati tra il 2009 e il 2012 dal 2,5%all’1,6% del Pil, un livello cosìbasso da “non consentire di col-mare l’enorme gap infrastruttu-rale di cui il Paese soffre”. Se lerisorse non ci sono si ricorra, inmodo certo e strutturato, alproject financing. E si mettamano alla leva fiscale, un“incentivo potente per rilancia-re lo sviluppo”. Emma Marcegaglia ha affronta-to infine due ulteriori capitoli,fondamentali per far ripartire lacrescita. Il primo è il mercatodel lavoro, troppo rigido. “LaGermania – ha ricordato – havarato importanti riforme che

Sotto, Emma Marcegaglia, presidente nazionale di Confindustria

“Passi avantisulla formazione.Ritardi su fiscoe infrastrutture”

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scenariDI GIOVANNA CHIARINI

[Di fronte a situazioni stra-

ordinarie servono inizia-tive straordinarie. Con-findustria per la seconda

volta nella sua storia ha convoca-to le Assise generali. L’evento,che si è tenuto sabato 7 maggioalla Fiera di Bergamo, ha avutoinfatti un unico precedente, nel1992 a Parma. Oggi come allora ilmomento è difficile e la presiden-za, d’intesa con il Consiglio cen-trale della Piccola industria, hadeciso di chiamare a raccolta letruppe. Con un’affluenza record di 5.700imprenditori, mai raggiunta neglieventi plenari associativi, e ottoore di dibattito, Confindustria e

Piccola Industria hanno dato vitaa una vasta consultazione apertaa tutti gli associati per progettareinsieme e dare nuova forza alleloro tesi sull’Italia del futuro,fondata su modernizzazione esviluppo. Un’operazione di ascolto e dicoinvolgimento diretto, per indi-care le priorità, decide-re in che modo miglio-rarsi e stabilire l’agen-da delle richieste dapresentare alla politi-ca, mentre la situazio-ne economica restacomplicata. “Sono le imprese atenere in piedi il Paese”,

“Gli imprenditorisono statilasciati soli”

Un grido d’allarme dalle Assise più partecipate di sempre. Marcegaglia: “Le riforme non arrivano, ma non ci rassegnamo”

ha dichiarato la presidente diConfindustria Emma Marcegagliaa margine del confronto. “Tutti igiorni facciamo qualcosa perl’Italia. E contribuiamo al 70%del Pil”. Nonostante tutto que-sto, gli imprenditori voglionoassumersi ulteriori responsabili-tà, “essere attori del cambia-

mento”. La numerouno degli industrialinon nasconde i senti-menti espressi dallabase: “L’imprenditoresi sente solo. Sonoanni che chiediamo lestesse riforme e nonavvengono. Questospiega la rabbia, manon ci possiamo ras-

segnare al declino, dobbiamofare, fare, fare”. Ed è così chesolitudine, rabbia e orgoglio pos-sono trasformarsi “in una poten-te iniezione di energia al serviziodel Paese”. Gli industriali, piccoli o grandi,non chiedono alla politica néaiuti né sussidi, ma poche e chia-re riforme. Sbloccare la crescita,liberare il mercato, premiare ilmerito: queste le parole chiavedella giornata, tutta dedicata a“L’Italia che vogliamo”, il grandetema che ha caratterizzato leAssise, a sua volta declinato inotto macro-questioni, basilari perdefinire le linee d’azione deiprossimi anni: l’impresa chevogliamo, ovvero il compito di

Non vogliamosussidi,

ma uno Statoche funziona

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scenari

sessione pomeridiana, con 40interventi che hanno portatoavanti il dibattito sulle propostedegli imprenditori, per arrivarealla loro definizione conclusiva. Tanti i big che hanno preso laparola, tra cui Diego Della Valle,Gian Marco Moratti, AurelioRegina, Andrea Tomat, MauroMoretti, Stefano Parisi, GiorgioFossa, Benito Benedini, AlbertoMeomartini, Ivan Lo Bello,Roberto Colaninno, AlessandroLaterza e Luigi Abete. Sono 146.046 le imprese associa-te a Confindustria, in progressivacrescita. L’impegno è per un’As-sociazione più snella dal punto divista strutturale, con meno riti eun’organizzazione più agile. Maquali sono le proposte degliimprenditori? Nel primo tavolo tematico vienetracciato l’identikit dell’impresaideale: più grande e strutturata,presente sui mercati internazio-nali. Piccolo e locale, sottolineaanche Marcegaglia, sono duecondizioni da superare. Da parte

sua, Confindustria,senza aspettare l’inter-vento del Governo,offrirà servizi più arti-colati e occasioni perrafforzare la propriapresenza a livellointernazionale. Nelleinfrastrutture, invece,l’obiettivo è superarelo storico gap italiano

e invertire la tendenza che vedegli investimenti pubblici nel set-tore in costante riduzione. Tra lepreoccupazioni maggiori c’èquella per l’occupazione giovani-le, tra le più basse dell’Unioneeuropea. La ricetta è premiare ilmerito e dal loro opportunità,anche intervenendo concreta-mente per fermare la fugaall’estero dei cervelli più qualifi-cati. Sul fronte delle relazioni indu-striali si chiede modernizzazionee razionalità, essenziali in unPaese dove il costo del lavoro neidieci anni prima della crisi è cre-sciuto del 19%, contro una fles-sione del 9,8% in Germania. Lasfida passa per il contratto nazio-

nale di lavoro, che deve però esse-re flessibile e derogabile. Ladiscussione si accende sulla que-stione fiscale: la pressione in Italiasupera del 3% la media dell’Euro-zona. Tra le imposte, la più conte-stata è l’Irap: “l’iniquo balzello”,l’unico proporzionale al fatturato,va depotenziato. Unanime è larichiesta di controlli meno perse-cutori che troppo spesso assumo-no il carattere di vessazioni. Di fronte a un aumento del 40%dei costi della politica nell’ultimodecennio, serve un taglio netto,mentre la burocrazia continua aessere una macchina lenta e trop-po poco efficace. Per non parlaredei risarcimenti per i ritardi deipagamenti della pubblica ammi-nistrazione: per ottenerli trascor-rono ancora tempi eccessivamen-te lunghi.Dal gruppo di lavoro sull’innova-zione, si punta il dito contro lamancata svolta tecnologica: consolo l’1,19% del Pil di investimen-ti in ricerca (2008), l’Italia non staal passo dei grandi Paesi indu-strializzati. Eppure la ricercapotrebbe essere una leva strategi-ca per lo sviluppo, al fianco di unaltro intervento assolutamentenecessario, le infrastrutture per ladigitalizzazione e la diffusionedella banda larga.Infine, il focus sullo sviluppo delMeridione: aiuti e finanziamentine sono già arrivati troppi, distri-buiti male e del tutto inefficaci.Gli imprenditori sono piuttostointeressati allo strumento del cre-dito d’imposta per gli investimen-ti, da affiancare a quello per ineoassunti al Sud e, soprattutto, lamessa a frutto dei fondi europei,ampiamente inutilizzati. Tuttoquesto però, precisa Confindu-stria, deve essere accompagnatoda una lotta senza quartiere allacriminalità organizzata in tutte lesue forme. Con le Assise di Bergamo l’Asso-ciazione ha chiuso le celebrazionidel centenario di Confindustria,raccordandosi nello stesso tempoa quelle per l’Unità d’Italia: unideale passaggio di testimone chelega gli interessi delle imprese aquelli dell’intera nazione.

Confindustria; le relazioni indu-striali per la produttività; fisco,credito e finanza; infrastrutture,ambiente ed energia; pubblicaamministrazione, costi della poli-tica, semplificazione; scuola, lavo-ro, giovani; Mezzogiorno e fondistrutturali, tecnologia, ricerca einnovazione. Preparate nelle setti-mane precedenti gra-zie a un road showarticolato in sei incon-tri territoriali a Mila-no, Torino, Vicenza,Roma e Bari, le Assisedi Bergamo sono stateorganizzate dando lapossibilità a ogni asso-ciato di iscriversi algruppo di lavoro di maggioreinteresse e di inviare i propri con-tributi sul tema, per meglio foca-lizzare e guidare il dibattito inbase alle questioni più scottanti.Ciascun tema, infatti, è stato trat-tato nel corso della mattinata inotto sessioni parallele. I gruppi dilavoro separati hanno consentitoa ciascuno di prendere attiva-mente parte alla definizione dellescelte dell’intero sistema e didare ampio spazio al confronto:un metodo democratico che hatrovato ampio consenso tra i par-tecipanti. Trecento durante lamattina i singoli interventi, adimostrazione di una diffusavoglia di partecipazione e di spiri-to d’iniziativa. Plenaria invece la

Record affluenzacon oltre 5.700

partecipantida tutta Italia

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giunto in questi anni livelli dieccellenza, basti guardare lavalutazione del ministero, che cicolloca al quinto posto assolutotra gli atenei italiani. Per quantoriguarda, in particolare, l’attivitàdi ricerca, secondo altri autore-voli istituti di valutazione siamoal primo posto. Purtroppo, a

questi brillanti risul-tati non corrispondeun aumento dellerisorse e dei finanzia-menti pubblici, chesono invece diminui-ti, secondo una logicache non sembra tene-re in nessun conto ilmerito e le capacitàdimostrate dall’Ate-

neo in questi anni. Si tratta di unasituazione che ovviamente influi-sce negativamente sui bilanci esulle opportunità di espansione,senza contare che si tratta di unmessaggio negativo, soprattuttoper i giovani e gli studenti, perquanto riguarda la valorizzazionedel merito”. Quali sono state le ricadute piùevidenti della recente riformauniversitaria?“Quella riforma appariva fran-camente meno urgente rispettoad altre priorità ben più pressan-ti per il nostro Paese. Le nuovenorme ci hanno costretti in que-sti mesi a un profondo lavoro direvisione al nostro interno, acominciare dalla riscrittura dello

18 | FERRARAINDUSTRIA

formazione

Pasquale Nappi è statoeletto nel giugno 2010rettore dell’Università diFerrara. Già preside della

facoltà di Giurisprudenza del-l’ateneo estense, Nappi, 51anni, è titolare della cattedra diDiritto processuale civile e, dal2005, socio dell’Accademia delleScienze di Ferrara.

La nomina di Nappi arriva in unmomento delicato per il mondouniversitario, anche ferrarese.Le recenti riforme universitarie,il rapporto sempre più strettotra ricerca e imprese, le peculia-rità della realtà estense che uni-sce eccellenze produttive a unpatrimonio unico dal punto divista turistico e cultu-rale, sono i temi suiquali l’ateneo ferra-rese sarà chiamato aconfrontarsi nei pros-simi anni.Rettore Nappi, qualisono le linee guide delsuo mandato iniziatolo scorso ottobre?“Il programma sullabase del quale i colleghi hannodeciso di affidarmi questo incari-co si concentra sull’attività istitu-zionale, sulla didattica e la for-mazione, sulla ricerca. Accantoa questi punti, diciamo così, più

tradizionali, si affianca unmandato specifico per

ampliare e rafforzareulteriormente il rap-porto con l’esterno,

mirato soprattuttoal trasferimento

tecnologico e auna connessio-

ne più fortecon il mondo

dell’impresa.L’Università di

Ferrara ha rag-

[Il neorettore Pasquale Nappi snocciola gli obiettivi di mandato. Priorità, una connessione più forte tra ateneo e imprese

DI GABRIELE BATTISTI

“Per ricercasiamo i primi.Eppure, i tagli

non si fermano”

Università“La sfidaè aprirsi all’esterno”

Pasquale Nappi,rettore dell’Università

di Ferrara

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formazione

statuto e di molti regolamenti.Con particolare riferimento allanorma della riforma Gelmini cheprevede l’ingresso di soggettiesterni nei consigli di ammini-strazione delle Università, occor-re segnalare che a Ferrara si trat-ta di un aspetto già presente datempo. Abbiamo la fortuna diessere in Emilia-Romagna, unaregione imprenditorialmentemolto dinamica, anche se a Fer-rara ci muoviamo su una provin-cia meno ricca di altre. Da questopunto di vista, l’Università ferra-rese, pur avendo avuto piazza-menti migliori rispetto ad altreuniversità dell’Emilia-Romagna,riesce ad attrarre dal contestoterritoriale di riferimento finan-ziamenti significativamente infe-riori rispetto agli altri ateneiregionali. Tutto questo è statoovviamente aggravato dalla crisidegli ultimi anni”.A che punto è a Ferrara il rap-porto tra ricerca e imprese?“Il rapporto tra ricerca e impreseè l’asse portante della tenuta eco-nomica sociale non dell’Italia, madell’intera Europa. Nella strate-gia di Lisbona del 2000 la Ue hastabilito che in Europa si doves-se arrivare a investire in ricerca il3% del Pil, per essere competiti-vi con le altre economie mondia-li concorrenti (Usa, Giappone esoprattutto le economie emer-genti Cina, Brasile, Corea). Lamedia europea, grazie ai finan-

FERRARAINDUSTRIA | 19

ziamenti messi a disposizione daFrancia, Germania e Inghilterraè all’1,8%. In Italia, lo stanzia-mento complessivo (privato epubblico) è circa all’1,15%. InGermania sono al 2,7%, con evi-denti ricadute positive su quel-l’economia. In Italia siamo ilfanalino di coda nell’Europa a 27per quanto riguarda il numero diricercatori ogni 1.000 occupati. Ilpunto è che, rispetto alle nazioniche sono il motore dell’Europadal punto di vista degli investi-menti in R&S, l’Italia ha un tes-suto produttivo costituito essen-zialmente di Pmi, che fannomolta fatica a finanziare la ricer-ca. Fatto 100 il finanziamentocomplessivo in ricerca e sviluppo,in Germania, Inghil-terra e Francia l’ap-porto privato è al70%, l’università 17%e il rimanente 13% adaltri soggetti di variotipo (enti pubblici,fondazioni, ecc). InItalia abbiamo il 50%di investimenti daparte di privati, oltre il 30% daparte dell’università e il 20 daaltri soggetti pubblici e privati. Èovvio quindi che si stia cercandodi attribuire all’università il ruolodi centro di ricerca per le Pmi”. Una strategia che avrà successo?“Perché questo funzioni, è neces-sario rendere più efficiente il rac-cordo tra università e realtà pro-duttiva. Di soggetti che si occu-pano di tale raccordo ve ne sonogià molti: dall’Agenzia nazionaleper lo sviluppo, che è ancora sullacarta, si passa al Netval, consor-zio interuniversitario per la valo-rizzazione della ricerca applicata,passando in regione ad Aster chegestisce la rete dei tecnopoli, finoall’associazione per l’innovazio-ne presso la Camera di commer-cio, l’Ilo presso l’Università chesi occupa di rapporto con leimprese e di spin off, formulaperaltro che sta ottenendo undiscreto successo con 14 impresegià “create” dall’Università inuna realtà particolare come quel-la ferrarese. Probabilmente infuturo sarà necessario razionaliz-

zare le azioni poste in essere,concentrando in un unico luogogli attori di tale importantesfida”.Quale ruolo può giocare per ilterritorio il tecnopolo presentea Ferrara?“Il tecnopolo è una scommessafondamentale, ed è già una real-tà a Ferrara. I 4 laboratori sonopartiti prima che altrove eabbiamo reclutato complessiva-mente 70 nuovi ricercatori dedi-cati alle attività di ricerca deilaboratori dei tecnopoli. Perchiarezza, debbo dire che lavicenda dei tecnopoli l’ho eredi-tata. Il punto nodale dei tecno-poli non è tanto e solo l’organiz-zazione e la nascita di questi

laboratori. Il veromomento focale è farconoscere le attivitàche questi laboratorisvolgono e attrarre isoggetti interessati.Per questo, come Uni-versità, ci stiamoimpegnando molto eabbiamo coinvolto

manager di alto livello per raf-forzare la visibilità e l’appetibili-tà dei laboratori per l’economialocale. I tecnopoli rappresentanocomunque, al momento, l’aspet-to più visibile e la più impegnati-va delle linee di raccordo traricerca, innovazione e imprese.In una provincia come quellaferrarese, però, più che di trasfe-rimento tecnologico si può parla-re di trasferimento culturale,all’interno del quale si fa rientra-re certamente anche il trasferi-mento tecnologico. Basti consi-derare le tante iniziative cultura-li che l’Università svolge insiemead altri soggetti (in primo luogoil Comune) che portano migliaiadi visitatori a Ferrara, o alla pre-senza dei tanti studenti fuorisede che ogni anni portano oltre300 milioni di euro all’economiaferrarese. Per questo la missionedell’Università sta diventandoqualcosa di molto complesso chestiamo cercando di gestire nelmodo migliore e più efficace,tenendo conto di tutti gli aspettipresenti e futuri”.

“L’Italia delle Pmiha bisogno

dell’universitàper fare ricerca”

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20 | FERRARAINDUSTRIA

ancora maggiore rispetto al pas-sato e giochi un ruolo fonda-mentale per lo sviluppo del-l’economia locale. Se prima,infatti, si rivolgeva quasi esclusi-vamente ad aziende in difficol-tà, oggi è molto importante sup-portare anche le aziende ‘sane’,svolgendo sempre di più un

compito di mediatoritra le banche e quelleimprese, ad esempio,che necessitano di unsostegno finanziarioper nuovi investimen-ti e per svilupparenuove attività”. Non solo accesso alcredito, ma anche ser-vizi personalizzati per

le imprese. “Spesso – continuaSaini – il nostro compito è aiuta-re le imprese a capire come pre-sentarsi nell’avanzare una richie-sta di finanziamento. Oggi è fon-damentale avere un progettoper il futuro dell’azienda, più chebasarsi su quanto si è fatto inpassato. Gli istituti di credito,infatti, nell’erogare il credito,hanno bisogno di basarsi su uncredibile progetto di sviluppoper il futuro, oltre che di cono-scere la storia e il passato del-l’impresa. Per questo penso cheil nostro ruolo sia quello di saperguardare bene le caratteristichee le potenzialità delle aziendeche si rivolgono a noi per capiredi cosa abbiano bisogno”.

Forlì-Cesena, Ravenna, Riminie Ferrara e presta – grazie alproprio capitale alla cui costitu-zione hanno contribuito Came-re di commercio ed enti locali –garanzie fideiussorie supple-mentari per agevolare l’accessoal credito. La nomina è stata uffi-cializzata il 17 giugno scorsodurante il cda del Con-sorzio. Paolo Saini dal2005 era già membrodel consiglio d’ammi-nistrazione di ConfidiRomagna e Ferrara e,dal 2008, faceva partedel consiglio di sorve-glianza di FidindustriaEmilia-Romagna.“Ringrazio il consigliodi Confidi Romagna e Ferraraper la fiducia che mi hannoespresso – ha dichiarato il neo-presidente – sono consapevoleche il mandato che andrò a svol-gere arriva in una fase delicataper l’economia del nostro terri-torio. Oggi, più che mai, leimprese hanno bisogno di unsupporto concreto nel loro rap-porto con gli istituti di credito,che negli ultimi anni, data anchela situazione di crisi e le nuovenorme, hanno introdotto regolepiù rigide per la concessione delcredito”. “Per questo motivo – ha prose-guito Saini – sono convinto cheil ruolo dei consorzi fidi, oggi,abbia acquisito un’importanza

focus

[

CreditoPaolo Sainial verticedel Confidi

La nomina il 17 giugno durante il cda del Consorzio che associa le Pmi di Rimini, Ravenna, Forlì-Cesena e Ferrara

Paolo Saini sale al verticedi Confidi Romagna eFerrara. Il titolare di SateItalia, componente del

Consiglio direttivo di Unindu-stria Ferrara, è stato nominatopresidente del Consorzio che hail compito di agevolare l’accessoal credito per le piccole e medieimprese delle quattro province.“Un obiettivo – spiega il nuovopresidente – oggi ancor più com-plesso e fondamentale. Non sitratta più solo di riqualificare undebito con un istituto di credito,ma di sostenere un’impresa chevuole crescere”.Confidi Romagna e Ferraraassocia le piccole e medie impre-se operanti nelle province di

DI GABRIELE FERRARI

“Garanti sì,ma soprattutto

partnerper la crescita”

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ricondizionamento di motori acombustione interna. Dal 1999Berco fa parte del gruppoThyssenKrupp.“Il ritorno di Berco – diceRoberto Bonora, direttore diUnindustria Ferrara – è il coro-namento di un lungo percorso,arrivato a una conclusione positi-va dopo un confronto con i verti-ci aziendali e in particolare conl’amministratore delegato BrunoSaturni e il direttore amministra-tivo Enrico Bacilieri. La visitaallo stabilimento di Copparo,che insieme al presidente Favaabbiamo compiuto nelle scorsesettimane, ha confermato ilclima di cordialità che si è conso-lidato in questi ultimi mesi”. “Abbiamo trovato – prosegueBonora – un’azienda in salute,vivace, e lo testimoniano gliimportanti investimenti in corso,gli impianti innovativi dal puntodi vista tecnologico, la forte auto-mazione del comparto produtti-vo. L’approdo di Berco inUnindustria Ferrara rappresen-ta quindi una conclusione quasinaturale. Una soddisfazioneanche personale, perché dacopparese ho cercato in ognimodo di favorire il raggiungi-mento di questo obiettivo”.Il recupero di fatturato e di quotedi mercato, peraltro quasi tuttoconcentrato sull’export, ha con-sentito a Berco di limitare la ridu-zione del personale e di fare fron-te alla recessione attraverso l’uti-lizzo degli strumenti di ammor-tizzazione sociale, attuando allostesso tempo un progetto di rior-ganizzazione produttiva. “Questoprogramma – precisa l’ammini-stratore delegato Bruno Saturni –si pone l’obiettivo di ritornare ailivelli produttivi antecedenti lacrisi, ottimizzando l’utilizzo delleproprie risorse, nell’ottica di con-seguire una sempre maggiorecompetitività sui mercati mon-diali. L’adesione di Berco aUnindustria Ferrara confermaanche il consolidato legame del-l’azienda al tessuto economicolocale, pur nel contesto di unastrategia orientata all’espansionesui mercati emergenti”.

ha sempre dato prova di grandeattaccamento al territorio,dimostrando una solida respon-sabilità sociale anche durante ilgrave periodo di crisi che hainvestito l’economia mondiale”. Berco è partita nel 1918 comepiccola azienda per la riparazio-ne delle macchine agricole.L’impresa è cresciuta progressi-vamente fino a divenire – conl’acquisizione nel 1989 dellaSimmel di Castelfranco Veneto enel 1998 della Fils di Busano(Torino) – una delle principalirealtà a livello mondiale per laproduzione di componenti esistemi per carri e macchine perla lavorazione della terra e lacostruzione di macchine per il

22 | FERRARAINDUSTRIA

associazione

[

CopparoIl “gigante” Berco ritornain Unindustria

L’azienda è tra i leader mondiali nella produzionedi componentistica per macchine movimento terra

Dopo 13 anni Berco tornain Unindustria Ferrara.L’adesione dell’aziendacopparese rappresenta

senza dubbio un fatto importan-te per l’Associazione degli indu-striali ferraresi, che può ora con-tare su una storica realtà impren-ditoriale di assoluta rilevanza,con numeri importanti sia in ter-mini di fatturato sia di occupa-zione, in netto recupero rispettoalla crisi del 2008.“Siamo di fronte – ha commen-tato Riccardo Fava, presidentedi Unindustria Ferrara – a unanuova opportunità di crescitareciproca, che consente a Unin-dustria Ferrara di avere tra ipropri associati un’azienda che

DI GIACOMO QUADRI

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dell’ing. Saini è la SettimanaEstense (curata dalla Camera dicommercio e che in settembrearriverà alla sua XXVIII edizio-ne) nata con l’obiettivo di pro-muovere e valorizzare il territo-rio ferrarese e ormai divenuta unevento consolidato nel panoramaeconomico e culturale della cittàe della provincia ferrarese. Dal 1986 la vita imprenditoriale diSaini si incrocia con quella diBarilla, che acquisisce lo stabili-mento di Ferrara del mulino difamiglia (la Molini Saini conserve-rà invece le altre sedi) chiamandosuccessivamente lo stesso Sainialla vicepresidenza del Gruppo.Nel frattempo inizia una nuovaavventura imprenditoriale, conl’acquisizione della storica tipo-grafia Sate, ora gestita dal figlioPaolo.Tra gli altri incarichi, da ricorda-re il ruolo in Cassa di Risparmiodi Ferrara come consigliere e

associazioneDI AUGUSTO ZANOTTI

Il ricordoAddio a Saini:“Un caro amicodella nostra città”Già alla guida dell’Associazione e da sempre impegnatonel sociale. La città si stringe attorno alla famiglia

membro del Comitato di gestio-ne, e soprattutto il suo impegnonel sociale, portato avanti in mol-teplici forme: all’interno delRotary Club Ferrara (di cui èstato socio dal 1972 al 1999), maanche nell’associazionismo cat-tolico, a cominciare dalla fonda-zione dell’associazione “Adottaun seminarista” per sostenere ifuturi sacerdoti nel loro cammi-no: un impegno coronato nel1992 quando, per l’impegno pro-fuso durante la visita avvenuta aFerrara nel 1990 del ponteficeGiovanni Paolo II, Saini vienenominato commendatore del-l’Ordine Equestre Pontificio diSan Silvestro papa, prestigiosoriconoscimento conferito dallaChiesa a laici particolarmentebenemeriti.“Ti ho voluto bene come un fra-tello, caro Renato – ha osservatoMons. Mario Dalla Costa, rettoredel Seminario arcivescovile,durante il rito funebre officiato inuna San Cristoforo gremita – e tiringrazio per l’esempio che ci haidato”. Parole di cordoglio ancheda Franco Pellegrini, presidentedella casa di cura di Santa MariaMaddalena, dove Saini si è spen-to dopo una lunga malattia,affrontata con dignità, fede eforza d’animo: “Renato aveva uncarattere forte e apparentemen-te burbero – ricorda – ma erabuono e gentile e oggi siamo intanti a testimoniarlo”.

“In anni particolarmentedifficili Saini ha dato unimpegno personale moltoforte, mettendoci tutta la

grinta e l’ingegno che gli eranopropri per rafforzare l’Associa-zione, consolidarla e darle unamaggiore visibilità sul territorio”. Queste le parole con cui Unin-dustria Ferrara ha scelto di ricor-dare l’ing. Renato Saini, già presi-dente dell’Associazione dal 1982al 1986. A pronunciarle – anche anome di Riccardo Fava, attualepresidente degli industriali ferra-resi – è Piero Puglioli, che a suavolta ha guidato l’Associazionefino al 2010, all’indomani delleesequie che si sono tenute nelTempio di San Cristoforo allaCertosa il 22 aprile scorso. Nato a Novara nel 1931, Saini silaurea in Ingegneria meccanicaal Politecnico di Milano, nel1955. Quattro anni più tardisposa Anna Bedani, da cui avràtre figli, Federico, Stefano ePaolo. L’incontro con Ferraraavviene tra gli anni Trenta eQuaranta, quando la famigliaSaini decide di acquisire piccoliimpianti di mietitura disseminatisul territorio, oltre a quello diBorgomanero, sempre in provin-cia di Novara. Numerosi e presti-giosi gli incarichi ricoperti daSaini fin dal Dopoguerra: dallapoltrona di direttore generale,consigliere delegato e quindipresidente di Molini Saini spa aquella di consigliere di Italmopa,l’associazione che riunisce indu-striali, mugnai e pastai d’Italia,fondata nel 1958. Gli anni Ottanta sono anchequelli che vedono Saini alla pre-sidenza dell’Unione industrialidi Ferrara, carica che ricopre dal1982 al 1986 e, per un biennio,siede come membro di Giunta inConfindustria Roma. Sotto lapresidenza dell’Ing. Saini vennedonata la Colubrina alla Provin-cia di Ferrara, che oggi si trova inPiazza Castello e che divenneanche il simbolo del Riconosci-mento Gianni Granzotto, istitui-to anch’esso durante la presiden-za Saini. Un’altra importante ini-ziativa nata sotto la presidenza

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Le 10 imprese che saranno sele-zionate tra le aderenti a “Espor-tare con metodo” beneficerannodi 16 ore di consulenza sulleseguenti aree tematiche: dogana,marketing internazionale, con-trattualistica, consulenza finan-ziaria, trasporti e assicurazioniinternazionali, pagamenti inter-nazionali. Grazie alle consulen-ze di professionisti qualificatidiventeranno così maggiormen-te capaci di individuare strategieche si possano rivelare vincenti

in contesti differentida quello nazionale.Simulazione in azien-da di un controllodoganale, impostazio-ne di progetti di mar-keting internazionale,check up dei principalicontratti o delle condi-zioni generali di vendi-ta, consulenza sulle

forme di finanziamento, predi-sposizione di un business plan,approfondimenti sugli Incotermse valutazione degli strumenti dipagamento utilizzati dall’azien-da: queste alcune delle aree chesaranno approfondite.La partecipazione al progetto èsubordinata al pagamento di unaquota di adesione che, grazie alcontributo della Camera di com-mercio e al supporto di Unindu-stria, è ridotta a soli 500 euro(oltre Iva). Ulteriori informazionisono disponibili presso l’ufficioInternazionalizzazione di Unin-dustria Ferrara (tel. 0532-205122)o all’ufficio Marketing interna-zionale dell’Ente di LargoCastello (tel. 0532-783812).

affrontare i mercati esteri, cono-scerne le caratteristiche, i puntidi forza e le opportunità. Ilbando si è chiuso il 25 giugnoscorso. Le attività progettualipartiranno presumibilmente nelmese di settembre 2011 e si con-cluderanno nell’arco di 4-5 mesi.Anche le ultime cifre diffusedalla Camera di com-mercio confermanocome l’export sia insalute per le impreseferraresi, che anchenel corso del quartotrimestre del 2010hanno fatto registrareun’ulteriore – anchese lieve – accelerazio-ne del ritmo di cresci-ta: più 35,4% rispetto all’annoprecedente, secondo un tasso dicrescita più che doppio rispettoa quello medio regionale (più16,1%). Il valore delle esportazioni pro-vinciali ha in questo modo avvi-cinato la quota di 2 miliardi dieuro, superando nettamente ilvalore di fine 2009, pur senzariportarsi ancora sui livelli rag-giunti nel periodo 2005-2008. Atirare i comparti tradizional-mente più “forti” della strutturamanifatturiera ferrarese, ovveroi mezzi di trasporto (più 86,4%,in leggero rallentamento nelquarto trimestre rispetto alperiodo precedente) e i prodottichimici (più 41,5%).

progetti

[Ascuola di export. Imprese

dietro i banchi per impa-rare le mosse vincenti perconquistare i mercati

esteri. L’iniziativa si chiama“Esportare con metodo” ed ègiunta ormai alla quarta edizio-ne. Mai come quest’anno si pre-annuncia, però, importante:agganciare i mercati stranieri è,infatti, oggi ancor più decisivo,visto che il vento della ripresacontinua a soffiare oltre frontie-ra ben più che in patria.Il progetto è stato promosso daUnindustria Ferrara e Cameradi commercio di Ferrara per pro-muovere l’internazionalizzazio-ne delle imprese, aiutandole ad

DI GABRIELE FERRARI

Torna “Esportare con metodo”, iniziativa di Unindustria e Camera di commercio per favorire l’internazionalizzazione

Alle 10 impresescelte, 16 oredi consulenza

su temi strategici

Import-export per aree geografiche e principali partner commercialiPeriodo di riferimento: anno 2010 - Valori in €PAESE Var. % 2010

2010 /2009 % sul totaleimport export import export

MONDO 29,0% 35,4% 100,0% 100,0%EUROPA 33,1% 34,4% 85,1% 67,8%Unione europea 27 32,5% 30,4% 81,8% 58,6%Uem16 36,9% 30,8% 67,0% 47,6%Extra Ue 27 15,4% 43,3% 18,2% 41,4%Germania 24,6% 25,6% 20,6% 18,7%Stati Uniti 22,4% 106,6% 1,9% 10,3%Brasile -28,9% 75,1% 0,8% 2,0%Russia 98,9% 79,1% 0,1% 2,7%India 46,7% 77,9% 0,7% 2,0%Cina 50,9% 24,6% 5,9% 3,5%Paesi BRIC 34,3% 55,1% 7,5% 10,2%Fonte: elaborazione Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara

MercatiExport,istruzioniper l’uso

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ra, analogamente a quanto avve-nuto in tutte le altre province, hachiesto a Unindustria e alle altreassociazioni di categoria disegnalare le imprese storichedella provincia. Proprio la quan-tità e la qualità delle informazio-ni raccolte ha spinto Unionca-mere a costituire un Registrodelle imprese storiche italiane,che comprende aziende di tutti isettori economici che hanno por-tato avanti la stessa attività peralmeno 100 anni e che si arricchi-rà anno per anno. Nella nostraprovincia, oltre alle tre premiate,spiccano la Molini Pivetti diRenazzo, azienda famigliare fon-data nel 1875, e la AlfredoSantini di Ferrara, la più anticanel settore dei laterizi. Dall’elenco sono poi state estrat-te le 150 imprese più antiche,premiate dal Capo dello Stato.All’evento ha preso parte ancheil presidente della Camera dicommercio di Ferrara e nuovopresidente di Unioncamere Emi-lia-Romagna Carlo AlbertoRoncarati: “Con tale autorevolericonoscimento – ha dichiarato –

eventiDI DIANA SILVESTRINI

[

ImpreseNapolitanopremiale “centenarie”

L’omaggio del capo dello Stato a tre realtà ferraresicon almeno un secolo di storia imprenditoriale alle spalle

il sistema delle Camere di com-mercio intende dare pubblicalode a coloro che, negli anni, sisono distinti per qualità e quanti-tà dell’impegno lavorativo, pergli sforzi e i sacrifici compiuti nelfar progredire le proprie impresee, con esse, l’economia”. Nata 165 anni fa a Tamara, laFerri srl produce trinciatrici edespugliatrici idrauliche perl’agricoltura e per la manuten-zione del verde. Presente anchein Francia, Germania e StatiUniti, l’azienda negli ultimi 30anni ha fatto dello sviluppo tec-nologico e la sicurezza sul lavoroil suo marchio di fabbrica. Attiva dal 1859, la Cassa diRisparmio di Cento è semprestata un punto di riferimento perle imprese, i lavoratori e le fami-glie del territorio e oggi presentauna rete di sportelli tra Ferrara,Bologna e Modena e sostienel’economia locale, l’istruzione,l’arte, la cultura, la sanità e i pro-grammi di utilità sociale.È stato un gruppo di cittadini fer-raresi a fondare nel 1838 la Cassadi Risparmio di Ferrara, quartain ordine di tempo nell’alloraStato Pontificio, incontrando ilfavore delle classi popolari, Tra ipassaggi più significativi, l’accor-pamento tra il 1927 e il 1942 diuna serie di istituti di creditolocali; nel 1976, è la prima bancaitaliana a installare un puntoBancomat. Oggi, con 106 filiali e1.059 dipendenti, è il maggioreistituto di credito ferrarese.

La storia dei 150 annid’Italia è stata fatta anchedalle imprese. Nel tessutoimprenditoriale ferrarese

sono radicate realtà ultracente-narie, che hanno contribuito allosviluppo del territorio al fiancodi diverse generazioni di cittadi-ni. Simbolo della voglia di fare edelle potenzialità del nostroPaese, incarnano la miglioreimprenditoria italiana. Con que-sto spirito i rappresentanti di treaziende ferraresi, insieme adaltri 147 esempi di longevità eimpegno provenienti da tuttaItalia, lo scorso 8 giugno hannoricevuto dalle mani del presi-dente della Repubblica GiorgioNapolitano il riconoscimento“Imprese storiche”, istituto daUnioncamere e organizzato nel-l’ambito del calendario ufficialedelle manifestazioni per i 150anni dell’Unità d’Italia. Le premiate sono Ferri srl,Cassa di Risparmio di Cento eCassa di Risparmio di Ferrara:tre realtà d’eccellenza entrate afar parte del “Registro naziona-le delle imprese storiche”, istitu-to da Unioncamere con l’obiet-tivo di premiare le aziende chehanno contribuito alla crescitadell’economia locale e a tra-smettere alle nuove generazioniun patrimonio d’esperienze evalori imprenditoriali. Per questo, nei mesi scorsi, laCamera di commercio di Ferra-

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Nelle immagini,alcuni momenti

della premiazione

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FERRARAINDUSTRIA | 27

fase di ridimensionamento.L’impatto della crisi in questosenso è stato minimo. Anzi –rivela Lorenza Malaguti – negliultimi anni il nostro fatturato ècresciuto, passando dai 10milioni di euro del 2007 ai quasi18 milioni del 2010”.E il miglioramento della liquidi-tà aziendale si traduce in nuoviinvestimenti sul fronte dellasostenibilità “da sempre al cen-tro delle nostre politiche, in par-ticolare, dal 1995, con il ProgettoQualità. Già nel 1997 abbiamoottenuto la certificazione ISO9002, mentre nel 1999 è stata lavolta della ISO 14001 per il siste-ma di gestione ambientale. Oraandiamo verso la ISO 18000, perla salubrità e la sicurezza delluogo di lavoro”.

la ricerca”.In particolare, all’interno delgruppo, Terranalisi si occupa“della registrazione in Italia deibrevetti e delle autorizzazioninecessarie alla produzione ealla vendita delle molecole”,rivolgendosi al solo mercatointerno. Come? “Abbiamo due

canali di distribuzio-ne. Il primo è la ven-dita diretta ai coltiva-tori della zona.Possiamo poi contaresu una rete di com-mercianti e grossistispalmata sul territo-rio nazionale”.E a questi due canalise ne aggiunge ora un

terzo. “A fine maggio – sottoli-nea Lorenza Malaguti –abbia-mo lanciato una nuova linea diprodotti, Fitoguard, pensata perorti, giardini e ambiente dome-stico, con confezioni di piccoledimensioni”. Obiettivo, diffe-renziare la clientela conquistan-do nuove nicchie di mercato.“Non è una novità assoluta. Giàtra il 1996 e il 2000 avevamoproposto questa linea, ma l’ideaera stata messa da parte per glielevati costi del processo pro-duttivo, che ora siamo invece ingrado di sostenere”.Questo anche grazie al progressi-vo aumento degli utili. “Lavoria-mo a stretto contatto con il set-tore agricolo, che da anni è in

aziende

[

TerranalisiUn alleato per i coltivatoridi tutta ItaliaL’azienda centese produce e commercializza composti chimiciper le coltivazioni, con un’attenzione costante a ricerca e brevetti

Èstata inserita nel Reper-torio regionale delleimprese eccellenti 2011,per la capacità di coniu-

gare innovazione strategica,flessibilità nei confronti deiclienti ed ecocompatibilità diprodotti e processi. Risiede inqueste tre qualità, riassuntenella mission “aiuta-re gli agricoltori aprodurre bene nelrispetto dell’am-biente”, il vero mar-chio di fabbrica diTerranalisi, aziendadi Cento che prepa-ra e commercializzacomposti chimici perle coltivazioni.Le piccole dimensioni (a oggiconta 17 dipendenti) consento-no a Terranalisi di manteneregrande dinamismo. “Dal 1954l’azienda ha vissuto un’evolu-zione continua, fino all’ingressonel 2008 nel gruppo belgaAgriphar”, racconta LorenzaMalaguti, che si occupa diGaranzia qualità ambiente eControllo qualità. Perché que-sta scelta? “Agriphar – osservaMalaguti – opera in oltre centoPaesi. Una partnership di que-sto tipo è oggi è indispensabile:in questo settore i piccolirischiano di scomparire se nonhanno alle spalle una realtàrobusta, che detenga brevetti eriesca a sostenere le spese per

DI CLAUDIO CARMINATI

L’impresaè parte dal 2008del gruppo belga

Agriphar

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in breve

28 | FERRARAINDUSTRIA

Siglato un accordo finalizza-to a migliorare i rapporti traEquitalia Emilia Nord e le

imprese associate a UnindustriaFerrara. Il protocollo, sottoscritto daldirettore generale dell’AssociazioneRoberto Bonora e dall’amministratoredelegato della società pubblica diriscossione Alessandro Moro, prevedel’apertura da parte di Equitalia pressola propria sede di Ferrara di uno spor-tello informazioni pomeridiano riser-vato alle associate Unindustria.Viene inoltre creato un canale privilegia-

to per quesiti e problematiche relativealla riscossione. Saranno semplificate, inparticolare, le procedure per la presenta-zione di richieste di rateizzo, per lasegnalazione di tributi interessati dasgravio o sospensione e per la verificadella situazione debitoria delle aziende.“Un accordo utile e importante per lenostre imprese – spiega Bonora – cherende più agevole il rapporto conEquitalia e più celeri i procedimenti. Siconferma il ruolo di servizio e suppor-to dell’Associazione, sempre più vicinaalle aziende con servizi personalizzati”.

On line il nuovo sito internet di Unindustria Ferrara.Rinnovato nella grafica e nelle funzionalità, ilportale si propone di offrire un servizio informa-

tivo a 360 gradi. Utile strumento per orientarsi nella strut-tura dell’Associazione, il nuovo sito consente di tenere sottocontrollo l’agenda con appuntamenti e scadenze e offreconsulenze tecniche per le diverse aree tematiche. Largospazio è dato alle news, con un focus particolare sulleopportunità dal mondo. E ancora, visibilità alle convenzio-ni riservate agli associati e un servizio di rassegna stampa,il tutto distribuito anche attraverso i feed RSS.Ma non è tutto. Il nuovo spazio telematico di UnindustriaFerrara dispone infatti di interessanti strumenti per i rap-porti d’affari, come la vetrina delle imprese, alla quale tuttele associate possono iscriversi.Novità anche per quanto riguarda la newsletter, resa piùfunzionale, con un calendario eventi e i titoli delle notizie ora accompagnati da un breve sommario,il tutto raggruppato in una sola e-mail al giorno completamente personalizzabile.Per informazioni, contattare la Segreteria generale: tel. 0532205122, fax 0532204740, e-mail: [email protected].

Unindustria più forte, anche sul webOn line il nuovo sito, rinnovato nella grafica e nelle funzionalità

CreditoIn arrivo300mila europer i confidi

Un fondo di 300mila euro peril sostegno ai confidi e allecooperative di garanzia. A

metterlo a disposizione sono Provinciae Camera di commercio di Ferrara insie-me ai 26 Comuni del territorio.Obiettivo, irrobustire gli organismi cheprestano garanzie a favore delle impre-se, sopportandone i rischi connessi.All'iniziativa la Provincia contribuiràcon 100mila euro, cui si vanno adaggiungere i 200mila messi a disposi-zione dai Comuni: il tutto riunito in unfondo che sarà erogato ai confidi attra-verso un bando-disciplinare a evidenzapubblica già attivo in Camera di com-mercio.Alla base dell'operazione, il riconosciu-to incremento di operatività dei confidinell’attuale fase economica, che ha resosempre più pressante la necessità dirafforzarne il capitale.

Nella sede dell’Associazione, uno sportello informativo a disposizione degli imprenditori

Equitalia Emilia Nord e Unindustria, siglato l’accordo

AgroalimentareRiconoscimento per lo storico liquore Zabov

Zabov, il liquore zabaglione all’uovo pro-dotto dalla Distillerie Moccia, aziendaassociata a Unindustria Ferrara, è stato

inserito nella lista dei prodotti Agroalimentari tradi-zionali della regione Emilia-Romagna – provincia diFerrara. L’inserimento è avvenuto con la Pubblica-zione ufficiale nella revisione dell’undicesimo

Bollettino prodotti agroalimentari della RegioneEmilia-Romagna con determinazione n. 2567 del 10marzo 2011. Nata nel 1946, attualmente la“Distillerie Moccia srl” distribuisce i propri prodottiin Italia e in molti Paesi europei ed è particolarmen-te impegnata in importanti Paesi extraeuropei qualiil Canada, il Brasile, l’Argentina e gli Stati Uniti.

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