SPED. ABB. POST. COMMA 20/C LEGGE 622/96 FILIALE DI … · associazione la sua benedizione. Ed è...

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« C C ari amici, in que- sto numero celebriamo la ventesima edi- zione del nostro concor- so “Lotta al tabagismo”, un traguardo che merita una riflessione e alcuni ringraziamenti. Inutile dire che, quando abbiamo iniziato, non ci saremmo sognati di arrivare a compiere venti edizioni. Grazie a questo concorso abbiamo contri- buito a inculcare nelle nuove generazioni, e in tutta la società attraverso i genitori degli alunni, la cultura antifumo. I ringrazia- menti hanno destinatari precisi. Uno su tutti, l’ing. Luminita Andreescu, anima del progetto, colei che fin dall’esordio lo ha organizzato e portato avanti. Allo stesso modo, un plauso va fatto ai delegati anvolt in tutta Italia, per la loro passione. E grazie anche agli insegnanti, senza la cui preziosa collaborazione un’o- perazione del genere non potreb- be riuscire bene. Tutti insieme, e naturalmente con i bambini, com- pongono la squadra antitabacco di anvolt, un team affiatato che certo non ha intenzione di molla- re. Nemmeno dopo vent’anni. Saluti». Se vuoi aiutarci c.c. b. cod. iban IT 11 B 01030 01611 000000119037 c/o Monte dei Paschi di Siena ag. 10 Milano - c.c.postale 28903201 Massimo Bottura, chef stellato: «Il volonta- riato fa par- te della mia vita da parecchio tempo, perché ho contribuito spesso a progetti in favore del sociale anche prima di diventare un personaggio noto. L’ho fatto perché credo molto nel valore della solida- rietà e aiutare il prossimo fa sempre bene, allo spirito e, perché no, qualche volta anche al proprio ego. Quan- do poi si diventa dei perso- naggi celebri, credo sia addi- rittura un dovere dedicare un po’ del proprio tempo agli altri, magari a chi è in diffi- coltà, e tendere una mano per far superare i problemi a que- ste persone. Fare opere di bene assume allora un valore differente, un valore sociale molto alto e ancora più importante. Perché, spesso, la gente vede in noi dei modelli da imitare ed è giu- sto dare il buon esempio. E il volontariato è sempre un buon modello da seguire». il Presidente S ì, è vero, durante l’udienza di fine maggio, Papa Francesco ha saluta- to e ha abbracciato solamente i nostri quattro vincitori del concorso internazio- nale “Lotta al tabagismo”. Ma in realtà, è come se avesse benedetto tutti i ragazzi appartenenti alla grande galassia anvolt, e non solo le migliaia che hanno parte- cipato alla nostra manifestazione, diven- tata ormai un’istituzione. È come se avesse abbracciato anche tutti quelli che, spesso, aiutano i loro genitori a fare il volontariato. Il Santo Padre ha infatti chiesto espressamente, con i suoi modi gentili, alla signora Luminita Andreescu e ai ragazzi stessi, di trasmettere a tutti i loro amici e conoscenti nella nostra associazione la sua benedizione. Ed è stato molto umile nel rivolgere la sua domanda, assolutamente umana, di pre- gare per lui e per il suo apostolato. Testimonianza Storie da un mondo senza paura. Vi raccontiamo la vicenda di Maria Luisa, un’assistita di anvolt che lotta contro la malattia grazie al suo coraggio e all’aiuto dell’associazione. pag. 4 Intervista. Il dott. Raffaele Mancino ci parla dei tumori oculari, della loro prevenzione e dei metodi per contrastarli. Le parole d’ordine sono ricerca e trattamenti conservativi. pag. 5 SPED. ABB. POST. COMMA 20/C LEGGE 622/96 FILIALE DI MILANO ANNO 30 N° 7-8 Luglio-Agosto 2015 L’abbraccio di Papa Francesco per i ragazzi dell’anvolt Luglio-Agosto 2015:maggio 08/07/15 13:22 Pagina 1

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«CCari amici,in que-

sto numerocelebriamo laventesima edi-zione delnostro concor-so “Lotta al

tabagismo”, un traguardo chemerita una riflessione e alcuniringraziamenti. Inutile dire che,quando abbiamo iniziato, non cisaremmo sognati di arrivare acompiere venti edizioni. Grazie aquesto concorso abbiamo contri-buito a inculcare nelle nuovegenerazioni, e in tutta la societàattraverso i genitori degli alunni,la cultura antifumo. I ringrazia-

menti hanno destinatari precisi.Uno su tutti, l’ing. LuminitaAndreescu, anima del progetto,colei che fin dall’esordio lo haorganizzato e portato avanti. Allostesso modo, un plauso va fattoai delegati anvolt in tutta Italia,per la loro passione. E grazieanche agli insegnanti, senza lacui preziosa collaborazione un’o-perazione del genere non potreb-be riuscire bene. Tutti insieme, enaturalmente con i bambini, com-pongono la squadra antitabaccodi anvolt, un team affiatato checerto non ha intenzione di molla-re. Nemmeno dopo vent’anni. Saluti».

Se vuoi aiutarci c.c. b. cod. iban IT 11 B 01030 01611 000000119037 c/o Monte dei Paschi di Siena ag. 10 Milano - c.c.postale 28903201

MassimoBottura,chefstellato:«Il volonta-riato fa par-te della miavita dap a r e c c h i o

tempo, perché ho contribuitospesso a progetti in favoredel sociale anche prima didiventare un personaggionoto. L’ho fatto perché credomolto nel valore della solida-rietà e aiutare il prossimo fasempre bene, allo spirito e,perché no, qualche volta

anche al proprio ego. Quan-do poi si diventa dei perso-naggi celebri, credo sia addi-rittura un dovere dedicare unpo’ del proprio tempo aglialtri, magari a chi è in diffi-coltà, e tendere una mano perfar superare i problemi a que-ste persone. Fare opere dibene assume allora un valoredifferente, un valore socialemolto alto e ancora piùimportante. Perché, spesso,la gente vede in noi deimodelli da imitare ed è giu-sto dare il buon esempio. E ilvolontariato è sempre unbuon modello da seguire».

il Presidente

Sì, è vero, durante l’udienza di finemaggio, Papa Francesco ha saluta-

to e ha abbracciato solamente i nostriquattro vincitori del concorso internazio-nale “Lotta al tabagismo”. Ma in realtà, ècome se avesse benedetto tutti i ragazziappartenenti alla grande galassia anvolt,e non solo le migliaia che hanno parte-cipato alla nostra manifestazione, diven-tata ormai un’istituzione. È come seavesse abbracciato anche tutti quelliche, spesso, aiutano i loro genitori a fareil volontariato. Il Santo Padre ha infattichiesto espressamente, con i suoi modigentili, alla signora Luminita Andreescue ai ragazzi stessi, di trasmettere a tutti iloro amici e conoscenti nella nostraassociazione la sua benedizione. Ed èstato molto umile nel rivolgere la suadomanda, assolutamente umana, di pre-gare per lui e per il suo apostolato.

Testimonianza

Storie da un mondo senza paura.Vi raccontiamo la vicenda diMaria Luisa, un’assistita di anvoltche lotta contro la malattia grazieal suo coraggio e all’aiutodell’associazione. pag. 4

Intervista. Il dott. RaffaeleMancino ci parla dei tumorioculari, della loro prevenzione edei metodi per contrastarli. Leparole d’ordine sono ricerca etrattamenti conservativi. pag. 5

SPED. ABB. POST. COMMA 20/C LEGGE 622/96 FILIALE DI MILANO ANNO 30 N° 7-8 Luglio-Agosto 2015

L’abbraccio di Papa Francesco per i ragazzi dell’anvolt

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SARA, LA STORICA

Itre vincitori stranieri del nostroconcorso “Lotta al tabagismo”

hanno scoperto dal primo giornoche non avevano bisogno di unaguida per le passeggiate tra lemura dell’antica Roma. Perchéavevano sempre accanto a loro la“collega” italiana Sara. E la ragaz-zina di 8 anni spiegava benissimoloro tutto quello che volevanosapere sulla storia di Romolo eRemo, sul colosseo, sugli impera-tori che hanno segnato la storiadella civiltà. E, soprattutto, sul suopreferito Giulio cesare, la vita glo-riosa del quale ha fatto sudare tan-to i nostri interpreti. Ma a Udine, dove è nata e dove vive, la ragaz-zina fa anche molto sport e adora le passeggiate nella natura insie-me alla sua famiglia, e in particolare quelle in bici. Il suo papà fa ilfarmacista, la mamma è casalinga, con il difficile compito di farcrescere i suoi figli. Perché Sara ha un fratello minore, Davide, sen-za il quale lei non può stare più delle ore in cui è a scuola. Ecco per-ché, dopo aver saputo che il suo disegno aveva vinto il concorsonazionale, la ragazza ha detto ai suoi genitori che non sarebbe par-tita per Roma senza di lui. così sono stati costretti a portare ancheDavide nella città Eterna, ovviamente a spese loro, ma per la gioiadi tutto il piccolo gruppo dei vincitori anvolt.

RAYA, LA BALLERINA

Scendendo dalla cupola di San Pietro sulla terrazza dellabasilica, la vincitrice bulgara Raya si è messa subito a fare

delle ruote. Si esibiva con tale stile che un turista tedesco si èfermato ad applaudirla. Poi, quando lei ha finito, lui ha tiratofuori delle monetine e si è messo a cercare per terra il cappelloper la mancia. Naturalmente non c’era, e lui se n’è andato unpo’confuso, ma accompagnato fino all’ascensore dalle risate delnostro piccolo gruppo. così Raya, che è nata 7 anni fa nella cittàbulgara di Pazard�ik, è diventata definitivamente, per tutti noi,la ballerina. Perché ci ha dimostrato che porta il ballo nel suosangue, fa danza classica dell’età di 3 anni e lo dimostra.

A Roma bastava fermarsi daqualche parte e lei cominciava lesue piroette. Partecipa a diversiconcorsi e parla a ruota libera delsuo futuro di star del balletto.Non importa che durante il suoprimo anno di scuola, che haappena finito, si sia appassiona-ta tantissimo alla matematica.Spera che, come sempre, per rag-giungere i suoi obiettivi la aiute-ranno la sorella 18enne Vanessa,studentessa universitaria, il papàDimitar, imprenditore, e lamamma Diana, commerciante,che l’ha accompagnata a Roma.

2 Luglio-Agosto 2015 Se vuoi aiutarci c.c. b. cod. iban IT 11 B 01030 01611 000000119037 c/o Monte dei Paschi di Siena ag. 10 Milano - c.c.postale 28903201

Per le ragioni che tutti cono-scono, quest’anno la durata

del soggiorno premio a Roma deivincitori del concorso internazio-nale di disegno sul tema “Lotta altabagismo” non è stata di unasettimana, ma si è ridotta a cin-que giorni. Nonostante questo,Raya Paschova dalla Bulgaria,Sara Toso dall’Italia, Veda Ando-novska dalla Macedonia ed EricTirziu dalla Romania, sono riusci-ti a conoscere così bene la CittàEterna, che alla fine non voleva-no tornare a casa. Per il semplicefatto che si erano innamorati molto in fret-ta della sua ricca storia, della sua straor-

dinaria bellezza, della sua gente chiac-chierona ma gentilissima, dei suoi monu-menti, dei suoi giardini. E di quella luce

stupenda che avvolge la capi-tale italiana due o tre ore pri-ma del tramonto. Tutto questovale anche per Sara, la picco-la friulana, che, come i suoicompagni arrivati da lontano,veniva per la prima volta aRoma dalla sua amata Udine.

Il primo impatto dei nostricampioni di disegno con Romaè stato dai sedili di un busaperto che per tre ore li ha por-tati ovunque, scoprendodavanti ai loro occhi spalanca-ti e alle loro bocche aperte un

sacco di miracoli. E non importa senon si capiva quasi niente dalla vocenelle cuffie, che cercava invano difare da guida in un ambiente che inrealtà si spiega benissimo da solo.Perché tutti, nel piccolo gruppoanvolt, figli e genitori, italiani e stra-nieri, comprendevano perfettamente“le scene” che gli si susseguivanodavanti come in un film. Ancora dipiù, bambini e adulti con grandissi-ma gioia indicavano uno all’altro conil nome esatto tutto quello che ave-vano già visto sul grande o piccoloschermo, o magari sul monitor di

qualche gioco elettronico. Avevano lastrana sensazione di essere già stati a

La felicità di quattro ragazzi anvolt nella città Eterna

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Roma, la conoscevano bene pur nonavendo mai messo piede prima sui san-pietrini di Piazza di Spagna, di PiazzaVenezia, di Piazza Navona, davanti alColosseo o alla basilica di San Pietro. Ederano tutti felicissimi.

Dobbiamo dirlo, dopo questo primoimpatto con la Città Eterna, scoprirla èstato veramente facilissimo. Perché dal-l’albergo in via Cola di Rienzo, dovealloggiavano gli ospiti della nostra asso-ciazione, per loro era facile raggiungerePiazza del Popolo e, da lì, tutto ciò chevolevano vedere e visitare. Comprese legelaterie intorno al Pantheon dove tuttihanno apprezzato – e non per una solavolta – una delle più famose delizie italia-ne. Naturalmente accompagnati dalla

signora LuminitaAndreescu, l’artefice delconcorso “Lotta al taba-gismo” ed ospite aRoma dei nostri vincito-ri. Che hanno effettuatoanche una specie discoperta culturale dellacapitale italiana. Cioèhannoammi-r a t o ,d o p ol e

spiegazioni approfon-dite della loro fata tur-china (così Sara hadefinito Luminita e tuttihanno accettato subitodi buon grado ilsoprannome) il Colos-seo in tutte le sue par-ti, i Fori Imperiali, ilCampidoglio, i museiVaticani, la basilica diSan Pietro, salendofino alla sua vetta, conla famosa cupola.

Qui, arrivando alVaticano, ci fermiamo.Perché il giorno 27maggio 2015 rimarrà

per sempre nella memoria di Raya, Sara,Veda ed Eric. No, non si può scordare ilbacio caloroso di Papa Francesco sullafronte di ciascuno dei ragazzi, e la suabenedizione personale per i nostri eroi.Un amore grandissimo, dimostrato conun gesto semplice da un uomo santo, chesicuramente darà loro coraggio e speran-za per tutta la vita. R.M.

Luglio-Agosto 2015 3Se vuoi aiutarci c.c. b. cod. iban IT 11 B 01030 01611 000000119037 c/o Monte dei Paschi di Siena ag. 10 Milano - c.c.postale 28903201

ERIC, IL PROFESSORE

come definireste un ragazzo di8 anni, che sa a memoria i

nomi di tutti i dinosauri, di più di400 rettili, di tantissimi scorpioni,uccelli e animali dal polo sud alpolo nord? Ma non solo. Eric, ilvincitore romeno di 8 anni, è ingrado di parlare per ore delle lorovite, delle loro abitudini e anchedella loro riproduzione. E rispon-de, sempre sicurissimo grazie allatraduzione perfetta dei nostriinterpreti, a tutte le domande deisuoi nuovi amici. I quali l’hannochiamato semplicemente “il pro-fessore”.Detto tutto questo, è semplicissimo indovinare cosa il ragazzo diTimisoara farà da grande. Veterinario? No, Eric precisa, il biologoper gli animali, però in Asia, dove vive il suo quattrozampe prefe-rito, la tigre. Sicuramente a realizzare questo suo sogno l’aiuteran-no la mamma Karina, radiologa, e il papà Nicusor, ingegnere. Malo fanno già adesso, perché, quando sono liberi, creano insieme alui degli “scenari” con gli animali. cioè mettono le loro figurinesulla mappa del mondo e seguono le migrazioni, li chiudono den-tro riserve naturali inventate da loro, o già esistenti, e così via. Lacosa interessante è che a quei giochi di famiglia prende già parte ilfratello di Eric, Luca, che non ha ancora 3 anni.

VEDA, LA POETESSA

A11 anni, la vincitrice macedone Veda ha quasi finito il suo pri-mo romanzo. Scrive anche delle poesie nella sua lingua mater-

na, che i suoi nuovi amici di Roma hanno applaudito tantissimo,magari senza capire granché. L’applaudivano, forse, perché laragazza del piccolo paese balcanico recitava con passione, forse per-ché piacevano le rime sconosciute, o perché i suoi grandi occhi bril-lavano sempre. E con soddisfazione reciproca l’hanno soprannomi-nata “la nostra poetessa”. Ma Veda è brava anche con le lingue –parla abbastanza bene tedesco, inglese, serbo. Insomma, la ragazzaè un vulcano filologico, che ha una sua origine assolutamente giu-stificata. Per la semplice ragione che suo papà Venko è professore

di lettere all’Università di Skopje e lavita di sua figlia è stata segnata dailibri fin dal suo primo giorno. Però Veda ora come ora non sa esat-tamente cosa farà da grande, perchéè anche affascinata dalla professionedella mamma Jovanna, che è medi-co. In pratica il futuro è ancora dadeterminare, non escludendo cam-biamenti drastici di interessi profes-sionali. Le piace infatti anche lamatematica, suona bene il pianofor-te, fa nuoto, frequenta un corso didanza tradizionale… E trova ancheil tempo per giocare con il suo picco-lo fratello David, che adora.

La bulgara Raya e la macedone Veda davanti alla tomba del San-

to Cirillo, presso la chiesa di San Clemente, dove il giorno prima i

premier dei due paesi avevano deposto una corona di fiori per rin-

graziarlo della creazione, col fratello Metodio, dell’alfabeto cirillico

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«Sono scesa di casa, erauna mattina come tante,

ho attraversato la strada sullestrisce come faccio sempre:improvvisamente, ho sentito unrumore forte e poi una gran malealla gamba. Da quel momento lamia vita è cambiata». Raccontacosì oggi Maria Luisa il giorno incui è stata investita da un’auto,mentre sediamo davanti a leinella sua bella casa di Milano. Ilgiorno di quell’incidente è unadata da segnare sul calendariocon il nero: l’inizio di tutti i suoiproblemi. Quel giorno la senten-za tutto sommato è benevola,“solo” una frattura alla tibia, ledicono i medici. Però, quello chedovrebbe guarire in un paio dimesi dopo un’operazione, nonguarisce e i suoi piedi non han-no più la postura di una volta. Ledita si accavallano e camminareè quasi impossibile. «Ho presocoraggio e, insistendo, sono riu-

scita a farmi operare unaseconda volta» ci dice oggi«e all’inizio tutto sembravaandare bene. Poi le conse-guenze di quel maledettoincidente hanno continuato aperseguitarmi». Ma non èfinita qui.

Durante uno dei tanticontrolli successivi alle ope-razioni, qualcosa non vanegli esami del sangue. Unmedico scrupoloso si accor-ge che i valori dei suoi globu-li bianchi sono fuori controllo.«Era già successo prima»dice lei «ma mi hanno dettoche alla mia età era normale

e poi vanno a posto». Questavolta però non è così. Siamo nel2010. Maria Luisa, classe 1937,ha più si settant’anni ma anchealla sua età quei valori non sononormali. Infatti la diagnosi arrivapesante come un macigno: hauna malattia del sangue in sta-dio avanzato. «Il mondo mi ècrollato addosso» si confessa«dopo aver perso mio marito perun tumore ai polmoni, e l’inci-dente, pensavo che il destinonon si accanisse più su di me».E invece ecco quest’altra provache però lei decide di affrontareancora una volta con coraggio.

Un medico le dice che forsequalcosa da fare c’è, una che-mioterapia che però rischia diavere effetti devastanti. MariaLuisa non ci pensa più di tanto efirma le carte che deve. «Amotroppo la vita per non cercare diviverla fino in fondo» dice conforza «e ho deciso che qualsiasi

sofferenza sarebbe valsa lapena». Le sofferenze ci sono manon così terribili come temuto.Maria Luisa si dimostra per l’en-nesima volta una donna di carat-tere e il suo gracile fisico reagi-sce nel migliore dei modi. Non èuna passeggiata, ma qualcherisultato positivo c’è. La passeg-giata la signora deve farla però– e anche lunga – per recarsicon i mezzi pubblici per le cureal Policlinico di Milano dalla suacasa in zona Lorenteggio. Cimette tanto tempo e deve chie-dere all’autista di fermarsi perlasciarla scendere. Finché, ungiorno, in ospedale le danno unfoglio con i numeri di telefono dialcune associazioni che aiutanoi malati. «Quella che offriva ilservizio di trasporto che mi ser-viva era anvolt» e in via Guerzo-ni il telefono di Imma, una volon-taria di lungo corso, squilla. Larichiesta è chiara e viene subitosoddisfatta. Imma manda Tony,uno degli autisti dell’associazio-ne, due volte alla settimana aportare gratis Maria Lui-sa al Policlinico. MariaLuisa non è più sola, glialtri due giorni settima-nali per le cure se li puògestire con l’aiuto dellafiglia. «All’inizio non misembrava vero» escla-ma «ero incredula per-ché non capita spessoche una cosa che desi-deri accada velocemen-te. L’ho preso come unsegno, questa voltapositivo, del destino»

riesce a dire con il sorriso in vol-to. A volte, è vero, l’autista del-l’anvolt la fa aspettare un po’ pri-ma di passarla a prendere, maquesto per lei non è un proble-ma anzi, stare fuori le fa bene, ladistrae dalla monotonia di un’e-sistenza ormai quasi più solocasalinga. «Ci siamo trovati»conclude «ognuno con le proprieesigenze. Io avevo bisogno diloro e per me non è un problemaaspettarli. I viaggi sono momentiin cui con Tony parliamo di tuttoe mi fanno bene. Per questo nonsaprei cosa consigliare loro permigliorare, fanno già miracoli!».Di un miracolo avrebbe bisognooggi lei per vincere il male, cheè conclamato come una leuce-mia mieloide acuta. Contro laquale ormai non si può fare piùniente, tanto che i medici le han-no dato una semplice terapia disupporto. O forse, qualcosa sipuò fare. Frequentare gli amicidi anvolt e non abbandonaremai il coraggio che ti ha accom-pagnato per una vita intera. M.I.

Imma Di Carlo, volontaria anvolt dal

2009, è Coordinatrice dei servizi di

Accompagnamento e Assistenza del-

la delegazione di Milano

Che mansioni prevede il suo ruolo?

«Mi occupo di ricevere le richieste diaccompagnamento dei malati, di capirese è possibile aiutarli e di organizzare,nel caso, l’iter della nostra assistenza neiloro confronti».Vi capita spesso di dover dire un no?

«Diciamo quasi sempre di sì perché loscopo della nostra associazione è fare ditutto perché una richiesta di aiuto di un

malato oncologico venga soddisfatta.Nei pochi casi in cui la situazione non èfattibile, mi sento triste e scoraggiata. Macerco comunque un rimedio». Fa tutto da sola?

«Posso contare su una squadra di volon-tari, perché quello di anvolt è sempre unlavoro di team. Poi ho avviato una colla-borazione col Comune di Milano, crean-do una rete con i suoi Custodi Sociali».Si ricorda la prima telefonata con

Maria Luisa?

«La ricordo bene, da subito mi ha datol’impressione che ne ho oggi: quella diuna donna forte, coraggiosa e decisa».

STorie da un mondo Senza Paura

«Il coraggio di Maria Luisa e i miracoli di anvolt»

4 Luglio-Agosto 2015 Se vuoi aiutarci c.c. b. cod. iban IT 11 B 01030 01611 000000119037 c/o Monte dei Paschi di Siena ag. 10 Milano - c.c.postale 28903201

«Diciamo di sì a quasi tutte le richieste che ci arrivano»

Maria Luisa tra Imma e Tony

Maria Luisa

nel salotto

di casa

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inTerviSTa

di Marco Infelise

Qual è lo stato della lotta ai

tumori oculari in Italia?

«Si può fare di più. Di tumoriagli occhi oggi si parla abba-stanza poco. Il colmo si rag-giunge nel fatto che alcunepersone credono che gli occhisiano quasi immuni dal can-cro. Niente di più errato,tenendo conto che non solo siregistrano numerosi casi ditumori oculari, ma anche insvariate forme».

Quali, per esempio?

«È necessario fare differenzatra tumori localizzati all’inter-no dell’occhio, che sono i piùfrequenti, e quelli all’esternoche, a loro volta, possonoessere benigni o maligni. Trale forme più importanti nellacategoria dei carcinomi intrao-culari possiamo trovare itumori dell’età infantile, itumori a insorgenza nell’etàadulta, i tumori metastatici(derivati solitamente da tumo-ri primitivi polmonari, cosìcome da localizzazioni secon-darie causate da linfomi)».

Ci può fare un esempio di

tumore dell’occhio molto

comune?

«Il retinoblastoma rappresen-ta il più comune tumore del-l’età infantile. La sua inciden-za è stimata attorno a unaogni 30.000 nascite, e l’etàmedia in cui si manifesta è di2 anni».

A cosa è dovuta la sua

insorgenza?

«Le indagini effettuate sullecause di questo tumore sononumerose: i fattori geneticirisultano quelli più sotto accu-sa, perché sembra che in tantipazienti affetti da retinoblasto-ma sia presente una delezionedel braccio lungo del cromoso-ma 13. Attualmente, la suacura si avvale di terapiaradiante, chemioterapia, laser-terapia, crioterapia e chirurgia.Quest’ultima, che consiste nel-l’enucleazione, è riservata aicasi più invasivi. Quanto allaprognosi, in circa il 15% deicasi essa è negativa. La pro-gnosi si modifica invece moltoin positivo per quei tumori didiametro inferiore ai 4 millime-tri, abbastanza piccoli da noninvadere il nervo ottico».

Quali sono invece i tumori

più frequenti dell’età adul-

ta?

«Il melanoma rappresenta ilpiù comune, con 4/500 casinuovi ogni anno. L’età mediad’insorgenza è attorno ai 50anni, colpisce indifferente-mente entrambi i sessi, e pre-senta una maggiore – anche

se modesta – incidenza neisoggetti con iride chiara. Pur-troppo, spesso questo tumo-re si presenta asintomatico eviene scoperto solo in un nor-male controllo di routine daparte del paziente».

Esistono fattori di rischio

certi per quanto riguarda i

tumori degli adulti?

«Certamente l’età avanzata egli occhi chiari portano a unrischio superiore. Per fare unesempio pratico, un albinoadulto si dovrà preferibilmen-te controllare gli occhi unavolta l’anno».

Il ruolo dell’informazione

nella lotta contro i tumori

oculari, secondo lei, quale

deve essere?

«Informare sull’importanzadella qualità di vita deipazienti pre e post interven-to. Il malato deve poter rice-vere la migliore informazionee assistenza possibile,seguendo le direttive di com-petenza della Società Oftal-mologica Italiana. Che ha, trai suoi scopi statutari, l’obbligodi contribuire al miglioramen-to della qualità delle presta-

zioni oftalmologiche per lasalvaguardia della salute visi-va degli italiani».

Esistono strade di preven-

zione consigliabili per i

tumori oculari?

«Non esiste una prevenzionediretta, ma il consiglio è difare tutto ciò che attiene a

uno stile di vita sano. Questoè sempre un buon consiglio.Anche perché, in questi casi,ammalarsi significa una dra-stica perdita di autosufficien-za e un radicale peggiora-mento dello stile di vita: inca-pacità di leggere, guidare,riconoscere un volto familia-re, cose che lasciano unprofondo disagio sociale epsichico. Tra gli obiettivi prin-cipali di chi combatte questogenere di tumori c’è quello disensibilizzare i pazienti sulriconoscimento dei primi sin-tomi. Per fortuna, un tempoper impedire le metastasi l’e-nucleazione era l’unica viapossibile, mentre oggi si per-corre più frequentemente lastrada dei trattamenti conser-vativi. In particolare grazie ainterventi col laser attraversola pupilla».

Qual è la strada da battere

in futuro per poterli scon-

figgere?

«Quella dei farmaci biologicie della ricerca scientificaselettiva, come nella lottaattuale a quasi tutti i tipi dicancro. Questo è il percorsoper la vittoria».

La sfida del Policlinico TorVergata è quella di diventareun Policlinico Universitario,centro di alta specializzazio-ne e di eccellenza, che rappre-senti un modello di riferi-mento nazionale per la ges-tione, l’organizzazione, latecnologia e l’umanizzazionedella medicina. Il PTV vuoleaffiancare alla cultura delcurare quella del prendersicura, e mettere accanto alsapere scientifico un modonuovo di essere accantoall’uomo, accogliendolo e ris-pettandolo.

Il dott. Raffaele Mancino,pugliese, lavora presso ilDipartimento di MedicinaSperimentale e chirurgia del-l’Università degli Studi diRoma, ed è Professore Ag-gregato presso la cattedra diMalattie dell’Apparato Visi-vo, Responsabile del Pro-gramma Assistenziale “chi-rurgia Vitreo-Retinica” nel-l’Azienda Ospedaliera Uni-versitaria “Fondazione Polic-linico Tor Vergata” dellacapitale. È coautore di circa90 lavori scientifici originalipubblicati su riviste italiane estraniere.

«contro i tumori oculari ricerca e trattamenti conservativi»

Il gruppo di lavoro del dott. Mancino

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ARoma è stata eseguita una prima,assolutamente innovativa, tera-

pia contro i tumori. Per eseguirla èstata necessaria la collaborazione tral’Ospedale pediatrico Bambino Gesù el’Azienda provinciale per i servizisanitari (Apss) di Trento. La procedu-ra è stata effettuata su una giovanissi-

ma paziente di 9 anni affetta da cordoma, un rarotumore che insorge alle estremità della colonna ver-

tebrale. La terapia utilizza i pro-toni e consiste nel colpire iltumore con fasci di particellesubatomiche. La terapia in que-stione proseguirà per altri duemesi, e dalle ricerche è già emer-so che avrà meno effetti collate-rali rispetto alla radioterapia tra-dizionale.Fonte: La Stampa

6 Luglio-Agosto 2015

Una ricercacondotta da

un team australiano èstata presentatadurante l’ultimo con-gresso annuale diOncologia clinicatenutosi a chicago.L’esito della ricercaha confermato comel’assunzione giorna-liera di due pillole divitamina B sia un

metodo efficace, e economico, per contrastare l’insor-genza del tumore alla pelle. La sperimentazione è dura-ta per 12 mesi, interessando quasi quattrocento casi. L’e-sito è stato più che soddisfacente e ha fatto registrareuna diminuzione del 23% nel gruppo che aveva assuntole vitamine. Gli esperti consigliano l’assunzione di vita-mine anche a soggetti di pelle, capelli e occhi chiari, chesono più a rischio di altri per via della loro facilità discottarsi col sole.Fonte: Corriere della Sera

Vitamine contro i tumori

neWS in Pillole neWS in Pillole neWS in Pillole

Una ricerca pubblicata sulla clinical cancer Researche condotta dall’Università del Michigan ha mostratocome l’introduzione nell’alimentazione dei germogli

di broccoli possa aiutarenella prevenzione deltumore al seno. I germo-gli infatti contengonosulforato, una sostanzache permette non solo diprevenire il cancro, macolpisce anche le cellulestaminali che permette-rebbero alla neoploasia disvilupparsi. Per quantoanche la pianta maturapossieda questa qualità, èstato riscontrato che nei germogli è presente in maggiorquantità. Fonte: Clinical Cancer Research

Germogli di broccoliper combattere il tumore al seno

In Francia è ormai di routine il casco che permette di salvaguar-dare i capelli delle

pazienti che sono in che-mioterapia. Recentementequesto ritrovato è arrivatoanche in Italia, dove è statosperimentato su 30 donneed è stato un successo. Laperdita più copiosa dicapelli colpisce solo il 15%delle pazienti, mentre ilrestante 85% perde sì icapelli (la perdita zero nonesiste) ma solo tra il 25 e il50%. Il casco raffredda latemperatura della testa, congelando i bulbi piliferi che così nonsubiscono il danno dei farmaci. Sfortunatamente questo oggettoè utilizzabile, per il momento, soltanto per le pazienti colpite datumore al seno. Fonte: Corriere della Sera

Un casco per salvare i capelli

di Edoardo Tesolin

Italiani? I menofumatori d’Europa

In diminuzione ilconsumo di

sigarette in Euro-pa e gli italianifanno la parte deileoni.Siamo infatti fragli europei chefumano meno: sot-to la media del26%, prima deifilandesi e degli

svedesi. In testa ai consumatori ci sono invece greci ebulgari, dove chi fuma tabacco è almeno una personasu tre. Anche se siamo i più bravi in Europa, un datoè in controtendenza: in Italia infatti è in aumento lavendita delle bionde.Fonte: Giornata Mondiale Senza Tabacco

Protoni: nuovi alleati contro il cancro

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viTa di aSSociazioneanvolt anvolt anvolt

L’edizione 2015 del concorso didisegno per bambini “Lotta al

tabagismo” è stata speciale perchési trattava della ventesima. Un tra-guardo eccezionale, impensabilequando abbiamo cominciato nel1995. Ma ora che lo abbiamo rag-giunto possiamo dire, con orgoglio,che l’idea di farlo è stata un succes-so. Perché è un’iniziativa che piacemolto ai bambini, ed è anche utile. Ilsuo valore è stato ribadito duranteun incontro, svoltosi il 29 maggio aRoma presso l’Istituto Superiore di Sanità,durante il quale è stata sottolineata l’im-portanza di progetti come il nostro concor-so, non solo per intrattenere ed educare i

piccoli, ma anche per far smettere difumare i grandi. Ed è un orgoglio pen-sare che una realtà ristretta comeanvolt, insieme ai “grandi” come l’Istitu-to Superiore di Sanità o l’Istituto MarioNegri, sia in prima linea e protagonistanella difficile battaglia contro il fumodelle bionde.

L’edizione numero 20 del “Lotta alTabagismo” ha visto trionfare una bambi-na di Udine, Sara della scuola “NostraSignora dell’Orto”, il cui lavoro è stato giu-dicato il migliore da una speciale giuria.Che però ha dovuto faticare non poco perassegnare il primo premio, dato che altrilavori erano altrettanto validi. Come adesempio uno della scuola “Lovisato” di

Trieste, che si è aggiudicato ilprimo premio per originalità emessaggio. A Torino ha parteci-pato un impressionante numerodi bambini degli istituti “Giachi-no” e “25 Aprile” e intere pile discatoloni pieni di disegni sonoarrivati alla nostra giuria dallacittà della Mole, cui va quindi

una menzione speciale. Ma in tut-ta Italia le delegazioni e i respon-sabili anvolt si sono dati davveroda fare per organizzare un’edizio-

ne di successo. Oltre a ringra-ziare i delegati anvolt, desiderorivolgere un pensiero a tutte leresponsabili dei plessi scolasti-ci, che quest’anno hanno sapu-to gestire al meglio, e in autonomia, un’e-dizione davvero importante del concor-

so. Mi hanno dato una mano, in un miomomento personale di difficoltà, e a lorova il mio più sincero ringraziamento. Inparticolare voglio citare Anna Imparato,insegnante del plesso “Renzo Pezzani”di Milano, che ha organizzato nel miglio-re nei modi il concorso tra mille problemi.Infine non si possono non descrivere mini-

mamente le cerimonie di premiazione chein tutto lo Stivale sono andate in scena allafine di maggio, per premiare ogni bambinopartecipante al concorso e fare festa insie-me. A Palermo, per esempio, la festa all’i-stituto “Maria Adelaide” è stata davveroimponente e i bambini si sono scatenatinel loro entusiasmo antifumo. A Brescia,alla scuola “Casaglio”, si sono visti bimbie genitori insieme celebrare un evento cherimarrà per loro memorabile, nella stessaTrieste i ragazzi hanno addirittura giratoun video in cui cantavano una canzonecontro il fumo di sigaretta. Nell’istituto vin-

citore di Udi-ne, “NostraSignora del-l’Orto”, la dele-gata locale hao rgan i zza touna festadegna del pri-mo posto, conla presenza ditutti i genitoridei premiati edella Tv localeTelePordeno-ne, che hamandato inonda un servi-zio sulla gior-nata.

In un’annata non semplice, nella qualeil numero di scuole partecipanti è cresciu-to solo di due istituti, vedere l’entusiasmocrescente di bambini, insegnanti e genito-ri, e l’impegno costante dei delegatianvolt, mi riempie di gioia. E mi fa dire,citando Madre Teresa di Calcutta: «Quel-lo che facciamo è solo una goccia nell’o-

ceano, ma se non lo facessimo l’oceanoavrebbe una goccia in meno».

Altre venti di queste edizioni!di Luminita Andreescu

Brescia

Udine

Udine

Palermo

Trieste

Torino

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8 Luglio-Agosto 2015

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Tra gli anni ’50 e ’60 un’azienda farmaceutica tedesca, laChemie Grunenthal, ha messo in commercio il talidomide,un farmaco anti nausea per donne in gravidanza che è sta-

to utilizzato con diversi nomi in molti paesi europei, ma soprattut-to in Svezia, Inghilterra, Spagna e Italia. Tale farmaco presenta-va gravissimi effetti teratogenici che hanno provocatoalterazioni congenite sullo sviluppo degli arti deinascituri, malformazioni tanto gravi da arrivare allatotale assenza degli arti stessi o a diversi gradi difocomelia; questi devastanti effetti hanno colpito circa20.000 bambini, divenendo un caso di malasanità diproporzioni immense. Nonostante la correlazione cer-ta tra il farmaco e le alterazioni riscontrate, la ditta pro-duttrice Chemie Grunenthal ha respinto qualsiasiresponsabilità e anche il governo tedesco non ha maiassunto iniziative a tutela delle vittime; ad oggi le persone colpitedalle terribili malformazioni non hanno ricevuto alcuna forma disostegno finanziario.In Italia solo con la legge n. 244 del 2007,all’art. 2, comma 363, è stato riconosciuto un indennizzo ai sog-getti affetti da sindrome di talidomide, sebbene l’accesso al soste-gno economico sia limitato solo a coloro che sono nati tra il 1959

ed il 1965. Per tutti gli altri, egualmente vittime degli effetti del far-maco ma nati al di fuori di tale finestra temporale, è ancora nega-ta la possibilità di accedere al risarcimento. Vi è dunque di fattouna diffusa resistenza a riconoscere pienamente e per tutti i sog-getti colpiti il diritto a un minimo ristoro per il danno patito. Il pro-

blema si pone in maniera talmente evidente che ilPresidente del Parlamento Europeo in carica, Mar-tin Schulz, in occasione della visita di una delega-zione internazionale di associazioni che rappresen-tano i talidomidici, ha raccolto l’appoggio di tutti glieurogruppi politici per farsi promotore di iniziativepresso le proprie nazioni di provenienza affinché visia una presa in carico dei sopravvissuti al talidomi-de. In particolare è stata chiesta una netta afferma-zione di responsabilità da parte della Germania - da

un punto di vista economico, ma anche morale – rispetto a unavicenda che ha segnato la vita di tantissime persone. Sebbenequalsiasi iniziativa si presenti in colpevole ritardo (molti dei malatisono già deceduti senza aver avuto giustizia) è significativo chevi sia consapevolezza a livello internazionale circa i drammaticieffetti di una specialità farmacologica rivelatasi una catastrofe.

Le vittime del talidomideavv. Meri D’Aloia

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Le delegazioni con ambulatorio sono evidenziate in rosso

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