Speciale LENTI A CONTATTO 2013 · Speciale LENTI A CONTATTO 2013 Dossier. Uso di lenti a contatto...

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Speciale LENTI A CONTATTO 2013 Dossier. Uso di lenti a contatto hydrogel trattate con TSP a lento rilascio In collaborazione con Società Optometrica Italiana SOPTI Tavola rotonda sul tema: “le LaC e i bambini” Joe Ayling riferisce gli argomenti di una tavola rotonda ospitata da Johnson & Johnson Vision Care Geometria inversa dopo chirurgia corneale Ascon Contactlinsen Deutschland Portatori di lenti alla ricerca di una visione migliore Bausch+Lomb Monografia di prodotto: Opti-Free ® Puremoist ® Ciba Vision - Alcon Italia S.p.A. Tanti portatori, tanti stili di vita, una sola Proclear ® 1 day multifocal CooperVision 1-DAY ACUVUE® TruEye ® : la salute dell’occhio nudo Johnson&Johnson Distinguersi... con personalità! Kontakt Lens V.A.O. Storia di un successo lungo oltre 25 anni Sauflon Pharmaceuticals Soluzione Regard: l’importanza del comfort Vita Research

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Speciale LENTI A CONTATTO 2013

Dossier. Uso di lenti a contatto hydrogel trattate con TSP a lento rilascioIn collaborazione con Società Optometrica Italiana SOPTI

Tavola rotonda sul tema: “le LaC e i bambini”Joe Ayling riferisce gli argomenti di una tavola rotonda ospitata da Johnson & Johnson Vision Care

Geometria inversa dopo chirurgia cornealeAscon Contactlinsen Deutschland

Portatori di lenti alla ricerca di una visione migliore Bausch+Lomb

Monografia di prodotto: Opti-Free® Puremoist®

Ciba Vision - Alcon Italia S.p.A.

Tanti portatori, tanti stili di vita, una sola Proclear® 1 day multifocal CooperVision

1-DAY ACUVUE® TruEye®: la salute dell’occhio nudo Johnson&Johnson

Distinguersi... con personalità!Kontakt Lens V.A.O.

Storia di un successo lungo oltre 25 anniSauflon Pharmaceuticals

Soluzione Regard: l’importanza del comfortVita Research

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di Susanna Frigo, Michele Barollo, Pietro Gheller, Barbara Contiero.

Uso di lenti a contatto hydrogel trattate con TSP a lento rilascio

OCCHIO SECCO MARGINALE IL RUOLO DELLE LENTI A CONTATTO

SOMMARIOScopo: confrontare le misure su discomfort, sintomi e segni da occhio secco marginale indotti dal porto di una lente a contatto hydrogel giornaliera a cam-bio settimanale trattata con TSP (Tamarind Seed Polysaccharide) a lento rilascio (Lente TSP: 0.25% nell’acqua di idratazione) rispetto alla medesima lente non trattata con TSP (Lente controllo) e ri-spetto al best-fit garantito dal porto stabile sul lungo periodo (Lenti abituali) in un gruppo di portatori abituali di lenti a contatto morbide.Metodo: i due tipi di lenti a contatto sono stati valutati, a parità di sistema di manutenzione, per quattro settimane di porto complessive, in uno studio randomizzato, controllato in doppio cieco. Il comfort e i sintomi sono stati rilevati a cadenza settimanale con il questionario CLDEQ integrato da tre domande sulla durata del porto confortevole. I segni sono stati valutati a cadenza bisettimana-le tramite la determinazione di: integrità del film lacrimale (BUT, quadro interferenziale), iperemia limbare, colorazione corneale e congiuntivale con fluoresceina e verde di lissamina, LIPCOF, LWE.Risultati: dall’analisi dei sintomi emerge la migliore prestazione della Lente TSP per l’indice CLDEQ Long score e per i sintomi di 1.discomfort, 2.secchezza, 6.sensazione di corpo estraneo, 7.bruciore e pizzicore, 9.prurito, con l’intensità del sintomo di secchezza che si riduce nella seconda parte della giornata di porto rispetto a Lenti abituali e Lente controllo; con la Lente TSP aumenta inoltre la durata media giornaliera del porto confortevole. Dalla valutazio-ne dei segni emerge una riduzione del grading per l’impronta congiuntivale perilimbare con fluoresceina usando la Lente TSP rispetto alla Lente controllo.

Parole chiaveOcchio secco marginale, TSP, CLDEQ, hydrogel

IntroduzioneLa condizione sintomatica di occhio secco margi-nale associata all’uso di lenti a contatto interessa un’elevata percentuale di portatori e rappresenta una delle principali cause di interruzione temporanea e definitiva del porto; nonostante l’introduzione di nuovi materiali, l’incidenza del dropout rima-ne elevata, quasi equivalente al numero di nuovi portatori1.È noto che l’efficacia di colliri o sostituti lacrimali per il contrasto dei sintomi da occhio secco margi-nale risulta limitata soprattutto dal ridotto tempo di permanenza del principio attivo sulla superficie oculare: il normale ricambio lacrimale con l’ammic-camento ne determina infatti la rapida rimozione dalla sede d’azione in tempi variabili da pochi minuti a circa un’ora, secondo le caratteristiche chimico-fisiche del prodotto applicato2. Oltre a svolgere la sua normale funzione ottica, è stato dimostrato che la lente a contatto morbida può veicolare il lento rilascio dell’integratore lacrimale sulla superficie oculare, proponendosi così efficacemente per la risoluzione del problema della limitata durata del trattamento: anche piccole quantità incorporate di principio attivo, rilasciate lentamente durante la giornata di porto, possono così agire efficacemente tramite, ad esempio, l’azione umettante indotta dal rilascio di acido ialuronico3,4.Disponendo di una tecnologia adeguata a produrre il caricamento della lente a contatto ed a generare il lento rilascio del principio attivo durante l’intero periodo di porto5, la produzione ha orientato la sua scelta verso uno dei più interessanti polimeri mucomimetici in grado di contrastare efficacemente la sintomatologia da occhio secco e cioè il TSP,

Effetti sui sintomi e segni da occhio secco marginale in portatori abituali di lenti a contatto morbide

In collaborazione con Società Optometrica Italiana SOPTI

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con incrocio (nella seconda fase il tipo di lenti è stato scambiato tra i due gruppi), in doppio cieco (soggetti e sperimentatori non conoscevano il tipo di lente in uso), con applicazione bilaterale delle lenti (rilevazione di sintomi visivi; ripartizione tra i due occhi dei test clinici oggettivi).Sono state sottoposte alla sperimentazione lenti a contatto hydrogel ad uso giornaliero e cambio settimanale, costruite in Filcon II 1 (copolimero HEMA, MA, VP), contenuto d’acqua 58%, non ionico, Dk/t 28 Barrer/cm, raggio della curva ba-se 8.60 mm, diametro totale 14.20 mm, spessore centrale 0.11 mm (-3.00 D), percentuale di TSP in massa nell’acqua di idratazione 0.25% (Lente TSP); la Lente controllo si differenziava dalla Lente TSP unicamente per l’assenza del trattamento con TSP. Per i due tipi di lenti, è stato utilizzato il medesimo sistema di manutenzione in soluzione unica (Safilens Safe-Gel Hyal, poliesametilenbiguanide 0.0001%, EDTA bisodico 0.01%, ialuronato di sodio 0.015%, idrossietilcellulosa e taurina).I soggetti inseriti nel campione di studio dovevano soddisfare i criteri di inclusione prestabiliti, in par-ticolare l’assenza di patologie oculari o sistemiche in atto e una condizione di occhio secco di enti-tà marginale in base al responso del questionario Ocular Surface Disease Index - OSDI10 e del test di Schirmer I. Il campione era costituito da 12 soggetti: 5 maschi e 7 femmine, età media 29.7 anni, intervallo da 18 a 45 anni, media su tutti gli occhi della correzione con lente a contatto -3.50 ± 0.89 D. I soggetti sono stati suddivisi casualmente fra le due coorti A e B: i 5 soggetti della coorte A, 2 maschi e 3 femmine, hanno utilizzato la Lente controllo per le settimane 1 e 2 e poi la Lente TSP per le settimane 3 e 4; viceversa per i 7 soggetti, 3 maschi e 4 femmine, della coorte B (Figura 1).Tutti i soggetti hanno sottoscritto un consenso in-formato; le procedure sperimentali e il trattamento dei dati sono state pianificate nel rispetto delle normative etiche internazionali.

polisaccaride naturale estratto dal seme di Tama-rindus indica. Il TSP presenta proprietà strutturali molecolari simili alle mucine trans-membrana ocu-lari (MUC1), contribuisce alla stabilizzazione del film lacrimale all’interfaccia epitelio-muco-acquosa, presenta comportamento viscoso non newtoniano pseudoplastico in soluzione acquosa, svolge un’azio-ne protettiva sulle strutture epiteliali di cornea e congiuntiva6,7.Durante il periodo di stage e nell’ambito di due lavori di tesi per il Master in Scienze e Tecnologie della Visione (Università degli Studi di Padova, a.a. 2009/2010), è stato svolto uno studio per la verifica dell’efficacia di un tipo di lente a contatto morbida caricata con TSP a lento rilascio (Lente TSP) rispetto al medesimo tipo di lente a contatto non trattata con TSP (Lente controllo)8,9. Lo studio era mirato ad ottenere una quantificazione longitu-dinale precisa dei sintomi caratteristici da occhio secco associato all’uso della Lente TSP rispetto alla Lente controllo in portatori abituali e adattati di lenti a contatto morbide, che già presentassero sintomi da occhio secco marginale e in una normale configurazione clinica di porto stabile8. Inoltre è stata pianificata una batteria di test oggettivi, accu-ratamente standardizzati per sequenza e procedure di misurazione, finalizzati alla valutazione della risposta del film lacrimale e della superficie oculare al porto della Lente TSP e della Lente controllo, e per ricavare anche, se possibile, informazioni sugli eventuali meccanismi di azione del TSP in questa configurazione a lento rilascio9.La condizione di porto abituale di ciascun soggetto è stata sottoposta inizialmente all’intera sequenza di misurazioni: a causa dei numerosi tipi di lenti abituali morbide usate dai soggetti, non è stato possibile però effettuare valutazioni comparative con le misure ottenute da ciascun tipo di lente abituale. È stato comunque condotto il confronto tra le misure ottenute con le lenti sperimentali e le medie rilevate per il porto abituale, intese come rappresentative di un porto stabile, clinicamente controllato e ottimizzato (best-fit).

MetodoPer sfruttare al massimo le potenzialità descrittive delle misure e per contenere l’effetto di confon-dimento indotto dalle aspettative sul trattamento e dalle modalità di raccolta dei dati, si è scelto l’utilizzo di un disegno sperimentale randomizzato (assegnazione casuale delle lenti), longitudinale prospettico (4 settimane di porto per ogni soggetto), controllato (gruppi di controllo e trattamento), Figura 1: schema del disegno sperimentale.

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Analisi statisticaPer gli items rilevati tramite il questionario, l’analisi statistica è stata condotta separatamente su cia-scun sintomo e su un punteggio globale calcolato come combinazione ponderata delle 37 risposte su comfort, sintomi e autodiagnosi. Si è utilizzato a questo scopo il CLDEQ Long score, punteggio che viene messo in relazione con la probabilità di diagnosi clinica della condizione di occhio secco associato all’uso di lenti a contatto e per il quale viene definita una soglia di cut-off per la diagnosi di occhio secco (CLDEQ Long score � 1.27)11. Per l’analisi statistica, i dati dei sintomi dei due porti settimanali consecutivi effettuati con le stesse lenti (settimane 1-2 e 3-4) sono stati accorpati.Le variabili misurate tramite i test clinici oggettivi sono state analizzate separatamente e anche se-condo le combinazioni suggerite in letteratura (ad es.: staining corneale per ciascun settore standard CCLRU, ma anche la media dei grading calcolata sui settori orizzontali, ecc.).I campioni di dati sperimentali posti a confronto dall’analisi si sono ottenuti raggruppando i dati sulla base di coorti e tipo di lenti (6 gruppi: per CLDEQ Long score, frequenze giornaliere dei sintomi, durata del porto confortevole e per le variabili continue misurate con i test clinici oggettivi), i tre momenti della giornata e il tipo di lenti (9 gruppi: per le intensità dei sintomi rilevate nei tre momenti della giornata di porto), i soli tre tipi di lenti (3 gruppi: per tutte le variabili categoriche ordinali misurate sulle scale di grading con i test clinici oggettivi).Le variabili continue normalmente distribuite (CL-DEQ Long score; variazione, misurata in ore, ri-spetto alla condizione abituale, della durata di porto confortevole; tempo di arresto del film lacrimale, misurato in secondi, valutato con Tearscope-plus; BUT, misurato in secondi) sono state analizzate utilizzando un modello lineare misto di ANOVA a N vie, comprendente l’effetto individuale come fattore casuale.Per le misure ottenute con il questionario, defi-nito un livello “sintomatico” (risposta � 3) per le domande su frequenza e intensità dei sintomi e calcolate le corrispondenti percentuali di soggetti sintomatici, l’analisi è stata condotta utilizzando il test delle k proporzioni (Chi-quadro, con procedu-ra di confronto multiplo a coppie di Marascuilo).Per le misure delle variabili categoriche ordinali ottenute dai test clinici oggettivi (non normalmente distribuite) la comparazione è stata condotta uti-lizzando il test non parametrico per il confronto tra k campioni appaiati di Friedman.

Per la valutazione del comfort e dei sintomi si è utilizzato il questionario CLDEQ (Contact Lens Dry Eye Questionnaire), nella versione adattata presso l’Ohio State University College of Optome-try11 del CLDEQ 2000 sviluppato originariamente presso l’Indiana University12,13, tradotto dall’inglese e integrato da alcune domande utili a quantificare la durata giornaliera del porto confortevole 14:11a.durata giornaliera del porto determinata da rimo-zione con o senza fastidio; 11b.durata giornaliera di porto senza fastidi o sensazione di secchezza; 11c.frequenza settimanale di rimozione delle lenti prima del consueto a causa della sensazione di secchezza. Le domande relative a 1.discomfort, 2.secchezza, 3.visione sfuocata, 4.irritazione, 5.sensazione di sabbia, 6.sensazione di corpo estraneo, 7.bruciore e pizzicore, 8.fotofobia, 9.prurito prevedono di specificare, su una scala da 1 a 5, la valutazione soggettiva dei sintomi quantificandone la frequenza giornaliera e le intensità nelle prime due ore, a metà e fine porto di una giornata tipica dell’ultima setti-mana di utilizzo delle lenti a contatto. Il CLDEQ contiene inoltre una domanda di autodiagnosi. Il questionario CLDEQ integrato è stato auto-som-ministrato complessivamente cinque volte per ogni soggetto, alle tre visite e ai due cambi settimanali a casa (Figura 1).

I test clinici oggettivi, eseguiti con biomicroscopio dotato di camera digitale e lampada a fessura CSO SL990, erano pianificati per determinare l’integrità e la stabilità del film lacrimale (figura interferen-ziale del film pre lente e dello strato lipidico, con illuminatore Keeler Tearscope-plus 15,16,17;tempo di arresto dello strato lipidico 18,19; BUT con fluorescei-na), l’integrità dell’epitelio corneale (colorazione secondo classificazione Oxford e CCLRU), l’ipe-remia limbare (CCLRU), l’entità dell’impronta/colorazione congiuntivale perilimbare con fluore-sceina (CCLRU), l’integrità dell’epitelio congiun-tivale con fluoresceina e verde di lissamina, le lid parallel conjunctival folds - LIPCOF20, la lid wiper epitheliopathy - LWE con fluoresceina e verde di lissamina in eversione palpebrale21,22. Per ridurre l’invasività della sequenza, i test senza coloranti sono stati eseguiti sull’occhio destro, quelli con co-loranti sull’occhio sinistro. La batteria di test clinici è stata somministrata tre volte per ogni soggetto, in occasione delle tre visite di controllo (Figura 1).L’applicazione delle lenti a contatto e le visite di controllo si sono svolti presso Studio Optica di Gheller Pietro, Imola (BO) nel periodo settembre-novembre 2010.

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di un interessante effetto residuo di trascinamento delle due settimane di porto della Lente TSP sul successivo porto della Lente controllo. Analoghi risultati si sono ottenuti analizzando le percentuali di soggetti con diagnosi di occhio secco ricavate sulla base della soglia diagnostica di 1.27 per il CLDEQ Long score (Figura 2b).La durata media giornaliera del porto confortevole nella coorte A ha mostrato una diminuzione di 1.2 ore con la Lente controllo e un interessante aumento di 2.2 ore con la Lente TSP rispetto alle Lenti abituali, quindi oltre 3 ore di differenza tra le due lenti spe-rimentali (p=0.056).L’analisi delle proporzioni di soggetti sintomatici per le frequenze giornaliere dei sintomi, ha prodotto ef-fetti significativi generali per 2.secchezza e 9.prurito: dalla rappresentazione grafica dei dati del sintomo di secchezza si ricava una sostanziale indicazione che il risultato statistico si possa attribuire soprattutto alla migliore prestazione della Lente TSP (Figura 3).

Le risposte alla domanda di autodiagnosi si distribuiscono in modo assai simile a quelle del sintomo di 2.secchezza (effetto generale, p<0.05). Per le percentuali di soggetti sintomatici in base all’intensità dei sintomi nei tre momenti della giornata, vi sono stati effetti significati generali per 1.discomfort, 2.secchezza, 6.sensazione di corpo estraneo, 7.bruciore e pizzicore: osservando la rappresentazione grafica dei dati si trae l’indicazione di un sistematico vantaggio della Lente TSP nel contenimento della pro-gressione dei sintomi durante il giorno, soprattutto per il sintomo 2.secchezza che si mantiene per tutto il giorno attorno al 10% di soggetti sintomatici mentre invece con Lenti abituali e Lente controllo si passa da circa il 10% nelle prime ore di porto, al 50% di soggetti sintomatici a fine giornata (Figura 4).

RisultatiL’applicazione delle lenti sperimentali è risultata adeguata a fornire una buona qualità della visione, con l’acuità visiva mediamente invariata rispetto alle Lenti abituali. Al termine del porto settima-nale, su entrambi i tipi di lenti non si sono rilevate significative formazioni di depositi.L’analisi statistica sulle misure ottenute con il que-stionario ha prodotto numerosi effetti significativi generali e alcune significatività nella comparazione a coppie: la carenza di effetti nei confronti diretti si può probabilmente attribuire al limitato numero di soggetti utilizzati.Per i sintomi, l’ANOVA sul CLDEQ Long score ha evidenziato differenze significative per i confronti nella coorte A tra l’utilizzo delle Lenti abituali e della Lente TSP e soprattutto tra la Lente controllo e la Lente TSP (p=0.013: Figura 2a): la mancanza di effetti significativi nella coorte B si potrebbe spiegare con l’ipotesi, per quanto abbastanza speculativa,

Figura 2: (a) medie stimate per il punteggio CLDEQ Long score, con indicato il livello di discriminazione diagnostica; (b) percentuale di soggetti con punteggio CLDEQ Long score ≥ 1.27, per i quali dunque si può diagnosticare la condizione di occhio secco associato all’uso di lenti a contatto. Sono cerchiate le misure ottenute con Lente TSP; con le lettere, sono inoltre evidenziate le significatività statistiche rilevate nelle comparazioni a coppie (lettere diverse indicano significatività per p<0.05).

Figura 3: frequenze giornaliere per il sintomo di secchezza oculare, rappresentazione delle percentuali di soggetti sintomatici (frequenza ≥ 3 = qualche volta).

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ConclusioniLa somministrazione del questionario ha fornito infor-mazioni interessanti sull’efficacia del trattamento delle lenti con TSP. Applicando la Lente TSP si è osservata una riduzione del numero di soggetti classificabili come affetti da occhio secco marginale, con l’autodiagnosi e il sintomo di secchezza che hanno guidato tale tendenza; l’intensità del sintomo di secchezza in particolare si è assai ridotto con la Lente TSP a metà e alla fine della giornata di porto; vi è stato un significativo aumento delle ore di porto confortevole della Lente TSP rispetto alla Lente controllo; interessanti, per quanto statisticamente meno rilevanti, anche i risultati per i sintomi di corpo estraneo, di prurito e di bruciore, in quanto indicativi di un probabile miglior rapporto superficiale tra lente ed epitelio corneale. Nel complesso si ricava dunque che il rilascio, lento e protratto per tutto il periodo di utilizzo delle lenti a contatto, di piccole quantità di principio attivo TSP è in grado di incidere in maniera efficace sulla sintomatologia da occhio secco marginale durante l’uso delle lenti a contatto (riduzione dell’indice diagnostico complessivo del CLDEQ e del punteggio specifico per il sintomo di secchezza): il controllo dello sviluppo dei sintomi durante la giornata e l’aumento delle ore di porto confortevole suggeriscono inoltre che il TSP rilasciato lentamente sia in grado di agire, grazie alle sue proprietà mucomimetiche e quindi non solo come umettante-lubrificante, specificatamente sui meccanismi2 che innescano e sostengono-amplificano la frequente sintomatologia da occhio secco nei portatori di lenti a contatto morbide, con interessanti prospettive applicative di recupero al porto regolare o addirittura

L’analisi condotta sulle misure ottenute dai test oggettivi ha prodotto un numero assai limitato di significatività statistiche, circoscritte alle misure della colorazione/impronta congiuntivale perilim-bare da lente con fluoresceina per la media del grading sui quattro settori (mediane dei grading: con Lente controllo=1.30, con Lente TSP=0.95, p=0.011) e per la media sui settori verticali (me-diane dei grading: con Lente controllo=1.68, con Lente TSP=0.88, p=0.001: Figura 5).Lo scarso effetto sulle misure oggettive era in parte prevedibile a causa della nota scarsa sensibilità e specificità dei test nella condizione di marginalità di occhio secco, ma anche per la limitata dura-ta complessiva del porto delle lenti sperimentali; l’indicazione alternativa, non dimostrabile però in questo contesto, potrebbe essere di una quasi totale assenza di variazione del quadro dei segni nel passaggio dalle Lenti abituali alla Lente controllo e alla Lente TSP: l’utilizzo di un campione di soggetti più ampio potrebbe fornire ulteriori informazioni a favore dell’una o dell’altra ipotesi.

Figura 5: (a) colorazione/impronta congiuntivale perilimbare da lente con fuoresceina, media dei grading sui settori superiore e inferiore, con evidenziata la significatività statistica rilevata nelle comparazioni a coppie (p=0.001); (b)  un’immagine al biomicroscopio usata per la quantificazione della colorazione congiuntivale perilimbare con fluoresceina nel settore inferiore.

Figura 4: intensità del sintomo di secchezza oculare nei tre momenti della giornata di porto, rappresentazione delle percentuali di soggetti sintomatici (intensità ≥ 3) per i tre tipi di lenti.

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9. Barollo M. Uso di lenti a contatto morbide trattate con un nuovo additivo (TSP) a lento rilascio: effetti del trattamento a livello delle strutture della superficie oculare in portatori abituali di lenti morbide con sintomi da occhio secco associato all’uso di lenti a contatto. Tesi di master, Master in Scienze e Tecnologie della Visione, Università degli Studi di Padova, a.a. 2009-2010.

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di trattamento preventivo. L’analisi sulle determinazioni dei segni clinici ha mostrato un effetto del trattamento con TSP nel ridurre la colorazione con fluoresceina in congiuntiva perilimbare, soprattutto nei settori verticali, a confermare una minore invasività della Lente TSP nelle zone congiuntivali di maggiore interazione con lente e margine palpebrale. Si conferma che il trattamento con TSP è in grado di migliorare la prestazione complessiva di questa lente hydrogel nei portatori abituali con pro-blematiche di occhio secco marginale associato all’uso di lenti a contatto.

RingraziamentiSi ringraziano: l’Ing. Alessandro Filippo (Safilens s.r.l.) per le informazioni e per la fornitura delle lenti speri-mentali e del sistema di manutenzione; il Prof. Jason J. Nichols, della Ohio State University, Columbus, OH, USA, per aver gentilmente fornito una copia del que-stionario CLDEQ nelle due versioni short e long form rielaborate dalla versione originariamente sviluppata presso l’Indiana University; il Prof. Cosimo Signorini, Presidente del Corso di laurea in Ottica e Optometria, per aver consentito l’utilizzo delle risorse del laboratorio di Optometria dell’Università di Padova; la Sig.ra Filomena Menduni, responsabile amministrativa di Studio Optica, per la collaborazione organizzativa nelle procedure di assegnazione delle lenti e di comunicazione con i soggetti.

Nota biograficaIl lavoro rappresenta una sintesi delle due tesi, citate in bibliografia, prodotte per il Master in Scienze e tecnologie della visione (a.a. 2009/2010, Università di Padova) da Susanna Frigo e Michele Barollo, relatore prof. Pietro Gheller.Susanna Frigo (Autore corrispondente: [email protected]), ottico-optometrista, Ottica Frigo, Noventa Vicentina: abilitazione all’esercizio della professione di Ottico; Laurea in Ottica e Optometria e Master in Scienze e Tecnologie della Visione, Università di Padova.Michele Barollo ([email protected]), funzionario tecnico (fotografia scientifica) presso Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova: abilitazione all’esercizio della professione di Ottico; Laurea in Ottica e Optometria e Master in Scienze e Tecnologie della Visione, Università di Padova.Pietro Gheller ([email protected]), optometri-sta, Studio Optica, Imola, professore a contratto presso l’Università degli Studi di Padova; Laurea in Scienze psicologiche, Università di Trieste.Barbara Contiero, funzionario tecnico (servizio di bio-statistica) presso il Dipartimento di Medicina animale, produzioni e salute, Università di Padova; Laurea in Scienze Statistiche e Demografiche, Università di Padova.

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MEMBRI DEL PANELMorven Campbell, responsabile servizi clinici presso Black & LizarsOmar Hassan, responsabile servizi professionali presso Vision ExpressProfessor Bruce Evans, docente e medico indipendenteSheen Tanna-Shah, optometrista e personal performance coachIan Cameron, medico indipendenteWendy Diddams, medico indipendenteAdrian Kite, medico indipendenteAndy Franklin, servizi professionali di Boots Opticians

Come molti genitori potranno testimoniare, l’igiene non è un concetto che possa, nella maggior parte dei casi, far davvero perdere il sonno ai propri bambini; le lenti a contatto potrebbero tuttavia costituire un’eccezione degna di nota.Molti potrebbero restare sorpresi da questa affermazione dato che compliance ed igiene sono di gran lunga i principali ostacoli per i professionisti nell’applicare le lenti a contatto ai bambini. Secondo il Professor Bruce Evans, non sono tuttavia questi i fattori di cui ci si deve preoccupare.“Ritengo sia falso affermare che i bambini siano poco compliant”, sostiene il Professore. “Gestendo il bambino

e il genitore in modo appropriato, avranno entrambi il massimo potenziale”.Il Professore è stato commentatore dell’evento “Tavola rotonda sui bambini e sugli adolescenti” tenutosi il mese scorso pressoThe Vision Care Institute di Johnson&Johnson di Wokingham.A questa tavola rotonda, presieduta dall’editor di Optician Chris Bennet, hanno preso parte anche altri sette ottici-optometristi professionisti.“La preoccupazione che nutro è nei confronti di tutti i portatori di lenti a contatto, riguarda ciò che fanno a casa propria. So cosa fanno nel mio studio quando li osservo e insegno loro come procedere, ma non so come si comportano una volta a casa propria”, ha aggiunto il Professor Evans.“Sono i bambini a preoccuparmi di più sotto questo aspetto? No. Direi piuttosto gli studenti universitari. Sono loro che mi spaventano realmente. Sono i maschi ventenni che pensano di essere indistruttibili che temo davvero.” “Se forniamo a un bambino insegnamenti corretti e insegniamo a un genitore ad essere la nostra spia sul campo e il nostro informatore, al bambino possiamo dire: ‘Se tuo padre o tua madre mi dicono che non ti lavi le mani o non cambi le lenti, saremo entrambi d’accordo nel fartene interrompere l’uso’. La potenziale buona compliance da parte dei bambini è la migliore che si possa ottenere da chiunque”.

Preoccupazioni per l’igieneI partecipanti a questa sessione erano tutti grandi esperti nel campo dell’applicazione delle lenti a contatto ai bambini.Un’indagine condotta da Johnson & Johnson ha dimostrato che l’igiene nei bambini in generale era il motivo di maggiore preoccupazione fra i professionisti, insieme alla loro capacità di seguire le istruzioni per la manutenzione delle lenti a contatto e al rischio di contrarre infezioni, come la cheratite microbica, e sviluppare eventi avversi.Sono stati individuati anche altri ostacoli, non ultima, la

Tavola rotonda sul tema: “le LaC e i bambini”

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Joe Ayling riferisce gli argomenti discussi nell’ambito di una tavola rotonda ospitata da Johnson & Johnson Vision Care

PROFESSIONAL

possibilità di convincere i genitori che le lenti a contatto erano giuste per loro figlio.L’optometrista Wendy Diddams ha affermato: “In genere i bambini sanno di essere in grado di fare ogni sorta di cose, ma i loro genitori li considerano assai meno capaci. Superare la convinzione dei genitori che i loro figli siano troppo piccoli, può essere una sfida ma, una volta superata, la gente non smette di dire quanto tutto questo sia stato positivo. C’è davvero questa barriera da superare”.L’optometrista e personal performance coach Sheena Tanna-Shah ha dichiarato che il più grande ostacolo che i professionisti principianti possono incontrare è la mancanza di fiducia riguardo all’adattamento delle lenti a contatto nei bambini al di sotto dei 14 anni senza una formazione o un’esperienza diretta. “È solo il fattore paura che gli ottici devono ancora superare”, ha riferito. “Nel mio caso, all’inizio, la barriera da superare ero proprio io”.Contemporaneamente il medico di medicina generale indipendente, Adrian Kite, ha riferito che il padre optometrista, che aveva conseguito l’abilitazione negli Anni Sessanta, non aveva mai applicato lenti a contatto in generale, tanto meno ai bambini. “La mia impressione è che non sia mai stato realmente trattato questo aspetto nella fase iniziale della sua formazione professionale”, ha dichiarato il medico. “Guardiamo allo sviluppo che le lenti a contatto hanno avuto da allora, è davvero fenomenale vedere quanto siano cambiate. Quindi sì, è vero, è stato quasi come avviare una nuova prassi professionale in termini di business delle lenti a contatto”. Le barriere che limitano l’applicazione delle lenti a contatto sembrano amplificarsi quando ci si trova di fronte a dei bambini; ciò significa che a molti di loro non viene nemmeno prospettata questa possibile opzione correttiva. Una semplice formazione aiuterebbe, ha suggerito l’optometrista Ian Cameron, che ha anche dichiarato: “La penetrazione delle lenti a contatto nel mercato generale non è realmente quella che dovrebbe essere, quindi, se si comincia con una penetrazione non molto buona del mercato e vi si aggiunge questo timore che accada il peggio si tratta di lenti a contatto da applicare ad un bambino, allora ci troviamo in seri guai. L’altro elemento riguarda il rapporto con i bambini, non proprio eccezionale per gli optometristi in genere”.“Se esaminiamo la nostra formazione ci rendiamo subito conto di come non ci sia stato insegnato molto bene ad avere a che fare con i bambini, a differenza degli ortottisti i quali, in linea di massima, sono molto bravi. Ciò è dovuto in parte al loro tipo di personalità ma anche alla loro formazione professionale oltre al fatto che nell’ambito di una situazione clinica professionale si confrontano regolarmente con altri che hanno un buon rapporto con i bambini e dicono ‘Bene, allora è così che lo faccio poi’.Morven Campbell, responsabile dei servizi clinici presso gli

studi optometrici indipendenti scozzesi Black & Lizars, ha dichiarato che è necessario avere fiducia sia nella gestione dei bambini sia nella conoscenza generale delle lenti a contatto. “Una delle maggiori difficoltà reali che le persone si trovano ad affrontare è il momento in cui si solleva la questione dell’applicazione delle lenti a contatto nei bambini e il fatto se si debba trattare tale argomento con i bambini, con il genitore o con entrambi”, ha aggiunto la Campbell. L’optometrista Andy Franklin, membro del team servizi professionali di Boots Opticians, ha affermato: ”La strategia ideale è quella di coinvolgere nella decisione ed ottenere l’approvazione da entrambi. Indipendentemente che si riesca o meno, è comunque un’operazione che richiede una certa abilità professionale. Siamo di fronte a due aspetti che le persone trovano piuttosto difficili da affrontare (le lenti a contatto e i bambini). Il fattore principale che permette di superare questa difficoltà è l’esperienza e la capacità di capire che non c’è da avere paura, che si è realmente in grado di farcela e che alla gente piace”.Omar Hassan, responsabile dei servizi professionali di Vision Express, ha dichiarato che quando scelgono prodotti per la correzione visiva per i propri figli, l’ultima cosa che viene in mente ai genitori è il costo. “Ritengo che i genitori siano assai più accorti riguardo al costo quando devono acquistare le lenti a contatto per se stessi ma non quando si tratta dei propri bambini. Di solito hanno la percezione che le lenti a contatto rappresentino un tipo di soluzione, per così dire, rischiosa e vorrebbero quindi che andasse tutto per il meglio. Una volta superate le barriere sulle lenti a contatto, il costo è realmente l’ultima cosa di cui parlano”, dichiara.

Introduzione alle lentiSecondo gli esperti che hanno partecipato alla tavola rotonda, rivelatisi tutti concordi su questo punto, a parte le preoccupazioni del professionista e dei genitori, i bambini, come portatori, richiedono un’introduzione delicata alle lenti a contatto.“A volte vale la pena semplicemente ‘gettare il seme’ in modo da offrire tutte le possibili opzioni disponibili sin dalla

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PROFESSIONAL

Evans ha aggiunto che la ragione principale per la quale applicava le lenti a contatto ai bambini era il controllo della miopia con l’utilizzo di lenti a contatto multifocali. “Questo ha trasformato il mio ruolo che, da quello ‘di chi corregge’ è diventato quello di ‘chi cura’”, afferma. “Non mi ha mai soddisfatto l’affermazione degli optometristi: ‘Si tratta di miopia, aspetteremo che si assesti’. Da parte mia preferirei di gran lunga provare a tenerla sotto controllo anche solo in misura modesta. Credo che questo approccio rivoluzioni la correzione visiva nei bambini da parte degli optometristi. L’evidenza è che il controllo della miopia che si ottiene con le lenti a contatto è nettamente migliore rispetto agli occhiali”.Il Professor Evans ha aggiunto che l’età alla quale si riteneva un bambino abbastanza grande per portare le lenti a contatto, era quella in cui manifestava un errore refrattivo. A questo proposito, Cameron ha ribadito che nel suo studio professionale erano state applicate le lenti a contatto a bambini molti piccoli ma che nella maggior parte degli studi si inizierebbe alla soglia dei 12-16 anni. Anche le segnalazioni di ametropi che rifiutano le lenti a contatto sino alla scuola superiore non sono state considerate rare dai partecipanti della tavola rotonda. Queste segnalazioni vengono fatte nonostante non manchino di certo ragioni cliniche e commerciali per applicare le lenti a contatto ai bambini. Inoltre, le barriere che possono sorgere sono assolutamente superabili. Più tardi nella giornata, a Pinewood, il gruppo ha suggerito che i produttori dovrebbero realizzare e lanciare una lente a contatto più piccola dedicata ai bambini. Giungendo alle conclusioni tratte da questa tavola rotonda, si può affermare che per questo esiste certamente un mercato ma non bisogna dimenticare che molti professionisti avranno ancora bisogno di imparare a camminare prima di poter correre.Secondo Franklin, “È come un grande transatlantico: impiega un po’ di tempo per cambiare direzione”.

più tenera età, proprio come si farebbe con un adulto”, ha aggiunto la Diddams. L’optometrista ha quindi suggerito di offrire una mattinata di prova in modo che i bambini possano apprezzare direttamente i benefici delle lenti a contatto anziché sentirne solo parlare. “L’esperienza di poter uscire all’aperto una mattina ed essere in grado di vedere senza occhiali, a volte, può far cambiare idea al bambino e far sì che si renda conto del perché il proprio genitore desidera che porti le lenti a contatto”, ha aggiunto la Diddams. È stato detto che i genitori sono il motore trainante della scelta della correzione visiva dei loro figli, fino a quando questi ultimi avranno l’età necessaria per acquisire consapevolezza della propria immagine. Si è detto a tale proposito che è più probabile che siano i teenager a fare pressione sui genitori per mettere le lenti a contatto. In effetti, insieme all’autostima e allo sport, l’immagine che si ha di sé è stata individuata come uno dei principali incentivi che stimolano i bambini all’uso delle lenti a contatto. Ciononostante, secondo il Professor Evans, l’insorgenza dei comportamenti da bullo può verificarsi prima di questa acquisizione di autoconsapevolezza.

Sport e raggi UVTutti gli esperti hanno concordato sul fatto che ulteriori benefici derivanti dall’applicazione delle lenti a contatto ai bambini comprendevano pratica sportiva e protezione dai raggi UV.“Se si chiede alle persone quando fanno più sport, rispondono: ‘A vent’anni’, In realtà sappiamo che ciò avviene nel corso dei primi 10 anni di vita e gli occhiali non sono la miglior opportunità compensativa”, aggiunge il Professor Evans. “Nel caso di bambini particolarmente sportivi vale assolutamente la pena farvi menzione ma anche se i bambini non sono degli sportivi assidui scommetto che ci sono altre cose che faranno all’aperto”. Ad Hassan è stato chiesto se Vision Express abbia attivamente inserito la salute visiva nell’educazione del portatore verso le lenti a contatto. “La dedizione specifica ai bambini - afferma Hassan - è una delle aree, oltre alla messa in evidenza dei benefici, sulle quali gli optometristi dovrebbero concentrarsi maggiormente”. Ha tuttavia messo in guardia circa l’omissione della marca nel comunicare questi benefici. “L’elemento essenziale sarebbe determinare quali sono i problemi con il genitore e con il bambino e pianificare di conseguenza un modo di procedere uniforme” ha aggiunto. Parlando di protezione ai raggi UV, la Diddams ha dichiarato: “Se i genitori sono già dell’idea di applicare le lenti a contatto si può in tal caso rafforzare questa loro scelta ribadendo che ‘in aggiunta si avrà il vantaggio della protezione contro i raggi UV’. si tratta di un rischio quello dei raggi uv non ancora ben compreso dai genitori ed è molto difficile insegnare loro a credere che i figli dovrebbero portare gli occhiali da sole”. Il Professor Prima Pubblicazione Optician 07/12/12

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Speciale LENTI A CONTATTO

raggiungere gli obiettivi voluti e soddisfare le esi-genze del portatore. È una lente a contatto rigida gas permeabile a geometria inversa indicata per l’adattamento dopo chirurgia corneale.La sua geometria posteriore, caratterizzata da un’am-pia zona centrale piatta e da una zona periferica più curva, è simile alla nuova forma corneale post chirurgica.

Le sue caratteristiche principali sono:

• Geometria della superficie posteriore tetracurva• Raggi r1 e/o r2 più curvi rispetto al raggio cen-

trale r0

• Parametri individuali dal centro fino al bordo• Indicata per l’adattamento post LASIK (corre-

zione della miopia)• Ideale dopo cheratoplastica• Correzioni sferiche e astigmaticheCon la KA4 - Reverse è inoltre possibile, in presenza di superfici corneali piatte, effettuare l’adattamento secondo la tecnica “contour modificata” che permette di evitare un appoggio troppo stretto al centro o un sollevamento eccessivo del bordo.

KA4-REVERSE è la lente a contatto Ascon a geo-

metria inversa, per l’adattamento dopo cherato-

plastica o chirurgia rifrattiva, proposta da Ascon.

L’adattamento delle lenti a contatto dopo chirurgia corneale richiede il ricorso a tecniche applicative d’avanguardia e a geometrie innovative.L’intervento chirurgico modifica la naturale forma della cornea generando superfici irregolari, astig-matismi elevati e, in rari casi, la distorsione o l’ec-centricità dell’innesto. La superficie corneale a sua volta da prolata diventa oblata (più curva nella zona periferica) per cui le tradizionali geometrie di lenti a contatto difficilmente si allineeranno alla nuova forma corneale, causando instabilità, riduzione della capacità visiva e producendo complicanze fisiologiche.La figura del contattologo, ai fini del completo re-cupero funzionale del sistema visivo, appare quindi di indubbio valore e richiede al tempo stesso cono-scenze contattologiche, esperienza professionale e l’utilizzo di un’adeguata strumentazione.La lente a contatto Ascon KA4-Reverse risulta es-sere, nell’adattamento dopo trapianto corneale o chirurgia rifrattiva, la geometria più efficace per

Ascon Contactlinsen Deutschland

Geometria inversa dopo chirurgia corneale

Oculus - Topografia corneale post cheratoplastica Immagine fluoresceinica KA4-Reverse post cheratoplastica:Rb 7.30 mm Pt -3.00D - 10.20 mm

Speciale LENTI A CONTATTO

Descrizione

La KA4 - Reverse è una lente a contatto tetracurva realizzata con il primo raggio periferico r1 più curvo rispetto al raggio centrale r0 e la sua inversione risulta essere di 0,40 mm. Il diametro totale varia da 10,20 mm a 10,80 mm e consente di coprire completamente il lembo trapiantato garantendo un’ottima stabilità e un posizionamento centrato della lente. Il bordo pre-senta un bevel asferico la cui larghezza è di 0,35 mm.

Caratteristiche di adattamento

Con questa geometria è possibile, riducendo il diametro della zona ottica interna e mantenendo costante il raggio base, aumentare la profondità sagittale della lente.Per selezionare la prima lente a contatto di prova è necessario che il raggio base sia parallelo al raggio corneale medio in modo che la periferia della lente si avvicini al profilo corneale più curvo. Il programma Expert, integrato nel Topografo Oculus, consente di simulare l’immagine fluoresceinica ideale e determi-nare correttamente i parametri definitivi della lente a contatto. Per ottimizzare la relazione cornea len-te, è consigliabile procedere secondo la tecnica di adattamento “contur modificata” che vi permette di selezionare individualmente i raggi periferici così da ottenere un posizionamento della lente stabile e centrato, condizione indispensabile nei casi di cornee chirurgicamente modificate che presentano una forma oblata. Il caratteristico profilo della superficie posteriore della lente a contatto può infatti, in questi casi, ridurre il regolare movimento. È dunque necessario definire con la massima precisione i parametri della zona in-versa per evitare che la lente si blocchi dopo poche ore d’uso causando complicanze d’origine meccanica, alterazione del film lacrimale con accumulo di detriti sotto la lente e risultati visivi scadenti.

Esami preliminari

• Anamnesi• Refrazione soggettiva• Controllo lampada a fessura con/senza fluoresceina• Topografia corneale• Scelta della prima lac con l’utilizzo del Set di prova.

Valutazione dopo 30 minuti

Osservare, in lampada a fessura, il posizionamento statico e dinamico della lac con e senza fluoresceina. Stabilire in sovrarefrazione il potere definitivo e l’acuità visiva. Valu-tare ed eventualmente correggere l’astigmatismo residuo applicando una lente a contatto KA4-Reverse VPT (torica esterna). Verificare la stabilità della lente dopo circa tre ore. Ispezionare la cornea senza lente. Determinare i pa-rametri definitivi: potere, raggio centrale, diametro totale, ampiezze e progressione dei raggi periferici, materiale.

Indicazioni

• Superfici corneali più curve verso la periferia• Correzione della miopia dopo LASIK• Cheratoplastica con periferia oblata.

Controindicazioni

• Disfunzione lacrimale• Secchezza oculare• Malattie del segmento anteriore• Allergie oculari

Avvertenze

La lente deve mostrare un movimento apprezzabile all’ammiccamento senza bloccarsi sull’occhio! Visite oculistiche e controlli post adattamento devono essere eseguiti con scadenze regolari. Per ulteriori informa-zioni contattare Ascon Contactlinsen Deutschland: tel 0825.74582 oppure e-mail: [email protected]

Geometria posteriore KA4-Reverse r1 = r0- 0,40mm Oculus - Profilo 3D post lasik

Speciale LENTI A CONTATTO

astigmatici potrebbe rivolgersi a te per acquistare lenti a contatto per astigmatismo. Tuttavia, circa quattro astigmatici su dieci che non hanno mai por-tato lenti a contatto, non le hanno mai provate a seguito di informazioni ricevute dalla famiglia o da amici, oppure lette sul giornale , in cui si affermava che le lenti a contatto non sarebbero indicate per le persone astigmatiche. Ancora più sorprendente è il fatto che tre su dieci non le hanno provate su indicazione del proprio medico2.

Si consideri poi il fatto che, in totale, il 43% dei pazienti astigmatici portatori di occhiali e il 38% di quelli portatori di lenti a contatto ha riferito di non essere completamente soddisfatti né delle lenti né degli occhiali portati abitualmente, come dimostra un punteggio pari o inferiore a 7 valutato su una scala da 1 (molto insoddisfatto) a 10 (molto soddisfatto)3.Tali risultati evidenziano esigenze non ancora sod-disfatte che, nel caso dei pazienti astigmatici por-tatori di occhiali, potrebbero potenzialmente essere indirizzate verso l’impiego di lenti a contatto per astigmatismo opportunamente utilizzate. In ma-niera analoga, l’insoddisfazione tra i portatori di lenti a contatto astigmatici potrebbe riflettere la necessità di lenti selezionate ed utilizzate in mo-do più appropriato. Che cosa cercano i contattologi in una lente torica per soddisfare le esigenze dei portatori astigmatici? Secondo uno studio rivolto ai contattologi che raccomandano lenti a contatto per astigmatismo morbide, e mirato ad identificare gli attributi più importanti del prodotto, i benefici delle lenti toriche evidenziati ai primi 3 posti si riferivano alla visione, e l’attributo di maggiore importanza è risultato essere “permette una visione chiara e nitida per tutto il giorno4.”

Lenti a contatto per astigmatismo: una chiara

esigenza non ancora completamente soddisfat-

ta. Puoi diventare un punto di riferimento per

il tuo cliente.

Se il tuo cliente ha la necessità di una nuova pre-scrizione di lenti o di una modifica della prescrizione esistente, tu puoi diventare il suo punto di riferimento. Ma vengono davvero prese in seria considerazione tutte le opzioni in grado di aumentare la soddisfazione del cliente – incluse, se possibile, lenti a contatto specifiche? Una recente pubblicazione ha analizzato un database di 11.624 prescrizioni di occhiali al fine di calcolare la percentuale dei casi di astigmatismo di vario grado, riscontrando che i pazienti affetti da 0,75D e da 1,00D di astigmatismo o più, in almeno un occhio rappresentavano, rispettivamente, il 47,4% e il 31,8%1. Ciò significa che una grande quantità di

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Portatori di lenti alla ricerca di una visione migliore

Speciale LENTI A CONTATTO

Allo stesso modo, quando ai portatori astigmatici è stato chiesto quali fossero gli attributi del prodotto maggiormente ricercati al momento della scelta delle lenti a contatto per astigmatismo, i primi 5 elementi indicati sono stati i benefici visivi, e il vantaggio di maggiore importanza è stato “permette una visione costantemente chiara in ogni circostanza5.”

L’opportunità di soddisfare le richieste dei pazienti astigmatici è alla nostra portata; tuttavia i contat-tologi hanno una reale possibilità ed opportunità di raccomandare e prescrivere in modo proattivo una soluzione più soddisfacente per i loro pazienti astigmatici. La buona notizia è che ottici e pazienti concordano sull’importanza dei benefici visivi quale fattore primario, quando si tratta di scegliere le lenti per astigmatismo morbide.

Bibliografia

1. Young G, Sulley A, Hunt C. Prevalence of astig-matism in relation to soft contact lens fitting. Eye Contact Lens. 2011 Jan;37(1):20-5.

2. Astigmatism: Incidence & Barriers. U.S. Market Re-search Report. Decision Analyst. December 2008.

3. Needs, Symptoms, Incidence, Global Eye Health Trends (NSIGHT) Study. Market Probe Europe. December 2009.

4. ECP Toric Needs Study: US. Millward Brown. December 2010.

5. Consumer Toric Needs Study: US. Millward Brown.

Dicembre 2010. ©2012 Bausch+Lomb Incorporated. ®/™ indicano i marchi registrati di Bausch+Lomb Incorporated o sue affiliate. Tutti gli altri nomi/pro-dotti sono marchi registrati dai rispettivi proprietari. PNS06162 SL6881 HL5446-1

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Monografia di prodotto: Opti-Free® Puremoist®

Il comfort è la chiave di suc-

cesso per l’utilizzo delle lenti

a contatto. La soluzione unica

Opti-Free PureMoist® MPDS

con HydraGlyde® Moisture

Matrix conferisce alle attuali

lenti a contatto morbide un

comfort più duraturo, poiché

favorisce una bagnabilità fino

a 16 ore. I portatori di lenti

a contatto beneficiano del

comfort dall’inserimento alla

rimozione.

Comfort, sicurezza e praticità sono tre dei più importanti fat-tori di successo per i portatori di lenti a contatto. Di fatto, una recente indagine condotta sul web, ha indagato sulle ragioni di abbandono dell’uso delle lenti a contatto da parte dei porta-tori in 27 paesi. Lo studio ha evidenziato che il discomfort e un’inadeguata applicazione so-no le principali cause di abbandono dell’utilizzo delle lenti a contatto2.Mantenere la superficie umettata è un fattore chiave nell’assicurare il comfort poiché questo è correlato alla bagnabilità delle lenti a contatto. La diminuzione della bagnabilità può essere un problema con le lenti a contatto in silicone idrogel, poiché per loro natura sono idrofobe, ovvero “odiano” o respingono l’acqua. [...]La soluzione unica Opti-Free® PureMoist® con Hydra-Glyde® Moisture Matrix, è stata sviluppata appo-

sitamente per le lenti a contatto di oggi. La sua formula unica e avanzata, mantiene la bagnabilità avvolgendo le lenti, mentre provvede a una pulizia profonda e a una eccezionale disin-fezione.La soluzione unica Opti-Free® Pure-Moist® è stata clinicamente testata su oltre 450 portatori di lenti a contatto e gli studi scientifici sono stati condotti per dimostrare le proprietà uniche di HydraGlyde® Moisture Matrix.

Bagnabilità e idratazione superiore

con la soluzione unica Opti-Free®

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[...] L’HydraGlyde Moisture Matrix® (bre-vettato da Alcon), è un avanzato po-limero di superficie attivo, progettato appositamente per mantenere la lente a contatto costantemente umettata.Le avanzate proprietà di bagnabilità e idratazione della soluzione unica Opti-Free® PureMoist® derivano da HydraGlyde® Moisture Matrix (EO-

BO-41™, Fig. 1).Come mostrato nelle figure 1 e 2, questa nuova tecnologia di polimeri di superficie attivi è com-posta da 2 parti: una parte (BO) che ha un’affinità per il materiale in silicone mentre l’altra (EO) è at-tratta dall’acqua. La tecnologia idrogel rallenta la migrazione dei gruppi siliconici verso l’interfaccia lente-aria, fornendo un continuo ambiente umettato che avvolge la lente. Questo favorisce 16 ore di idratazione, consentendo alla palpebra di scivolare sulla superficie umettata della lente. [...]

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Pulizia superiore e un’ineguagliabile disinfezione

Nuovi materiali presentano nuove sfide nella

manutenzione delle lenti a contatto

I lipidi e le proteine, presenti nel film lacrimale, si legano alle lenti a contatto. L’esperienza ha mostrato che le lenti a contatto in silicone idrogel hanno una maggiore propensione ad attrarre depositi lipidici.Questi depositi sulla lente possono influire sia sul comfort che sulla riduzione dell’acuità visiva. Inoltre, i depositi lipidici possono essere causa comune di complicanze oculari6. La soluzione unica Opti-Free® PureMoist® incorpora il duplice sistema di pulizia di Opti-Free® composto da citrato e Tetronic® 1304** con la matrice Hydra- Glyde® Moisture. La capacità di pulizia della soluzione unica Opti-Free® PureMoist® è complementata dal duplice sistema biocompatibile di disinfezione che è efficace contro batteri, funghi e Acanthamoeba. Le notevoli prestazioni del sistema utilizzato in Opti-Free® PureMoist® MPDS sono date dalla sinergia tra i disinfettanti Polyquad® e Aldox® con EDTA, una combinazione utilizzata con successo da oltre 60 milioni di portatori di lenti a contatto.Minimizzare l’esposizione agli organismi

La soluzione unica Opti-Free® PureMoist® si è dimostra-ta efficace contro un’ampia gamma di microrganismi, compresi batteri gram-positivi e gram-negativi, lieviti, muffe e Acanthamoeba spp. L’attività del duplice sistema di disinfezione Polyquad® e Aldox® con EDTA contro batteri e funghi è stata valutata in uno studio microbiologico (conforme agli standard ISO)1,8. [...]

Alto livello di biocompatibilità

Un eccessivo staining corneale può essere la causa di una combinazione tra alcune soluzioni per la ma-nutenzione e le lenti a contatto. Il duplice sistema di disinfezione Polyquad® e Aldox® con EDTA che si trova nella soluzione unica Opti-Free® PureMoist® ha un elevato livello di biocompatibilità. Da questo, risulta che il grado di Staining Corneale rilevato con la soluzione unica Opti-Free® PureMoist® è irrilevante. [...]

Bibliografia1. Data on fi le, Alcon Research, Ltd2. Rumpakis JMB. New data on contact lens dropouts: an

international pers-pective. Rev Optom 2010; 147(1): 37-423. Morgan et al. International Contact Lens Prescribing

in 2009. Contact Lens Spectrum 2010; 24(2): 30-364. Tonge et al. The ex vivo wettability of soft contact

lenses. Curr Eye Res 2001; 23(1): 51-595. Davis JW, Ketelson HA, Shows A and Meadows DL.

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6. Brennan NA, Coles CM. De-posits and symptomato-logy with soft contact lens wear. Contact Lens & Ant Eye 2000; 27: 75-100

7. Senchyna M, Stauffer P, Davis J, Ketelson, HA, Meadows, DL. Characterization of a Multi-Purpose Lens Solu-tion Designed for Silicone Hydrogel Materials. Poster presented at: ARVO, May, 2010; Fort Lauderdale, FL

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9. Foulks, GN. Acanthamoeba keratitis and contact lens wear: static or increasing problem? Eye Contact Lens 2007; 33(6 Pt 2): 412-4

10. Joslin et al, Epidemiological characteristics of a Chi-cago area Acanthamoeba keratitis outbreak. Am J Ophthalmol 2006; 142: 212-217

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12. Napier L, Garofalo R, Lemp J, Ketelson HA, Lally J. Clinical evaluation of an investigational multi-purpose disinfection solution. Poster presented at: CLAO; September 2010; Las Vegas, NV

• * Trademarks are the property of their respective owners.

• ** TETRONIC® is a registered trademark of BASF.• *** PUREVISION Lenses

Fig. 1

Speciale LENTI A CONTATTO

Visione ottimale a tutte le distanze, facilità di

utilizzo, ampia parametria, facilità di adatta-

mento in tutte le fasi della presbiopia, praticità

delle lac 1 day e autorizzazione FDA, i benefici

della nuova 1 day multifocale di CooperVision.

Più di un milione di persone, nel mondo, sono presbiti e sempre più persone hanno uno stile di vita dinamico e mettere gli occhiali per leggere il messaggio sull’Iphone o il menú di un ristorante non a tutti fa piacere. Mettere “quell’occhiale” è sinonimo di “senilità”. Ecco perchè CooperVision, esperta nella produzione di lenti a contatto mul-tifocali ha pensato a Proclear® 1 day multifocal, la prima lente a contatto 1 day, a base di fosfo-ricolina, pensata per i presbiti di oggi.

A chi proporre Proclear® 1 day multifocal

Proclear® 1 day multifocal è la soluzione otti-male per chi utiliza lenti 1 day e comincia ad avere difficoltà di visione da vicino e non vuole rinunciare alla praticità delle 1 day, sia per chi desidera utilizzare lac saltuariamente e per chi le utilizza tutti i giorni.

Facile selezione delle lenti, adattamento e

ampia parametria

La facilità di selezione della lente di prova, attraverso un pratico fitting set, una guida ap-plicativa ed un regolo semplici ed immediati, unitamente alla geometria con un unico profilo rende Proclear® 1 day multifocal una soluzio-

CooperVision

Tanti portatori, tanti stili di vita, una sola Proclear® 1 day multifocal

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ne ideale da offrire ai clienti presbiti che ogni ottico-optometrista incontra nella sua pratica quotidiana.

Proclear® 1 day multifocal è disponibile con un’am-pia parametria: da +6.00 -10.00D con addizione fino a +2.50, in confezione da 30 lenti.

Comfort e visione ottimale

Il materiale con cui sono prodotte le lenti Proclear® 1 day multifocal è l’unico che ha ottenuto la seguente di-chiarazione da parte dell’FDA “può offrire maggior comfort a portatori che manifestano secchezza o leggero discom-fort durante il porto delle len-ti “. Dichiarazione importante, specialmente per coloro che manifestano secchezza oculare legata all’età. Inoltre, Proclear® 1 day multifocal offrono una naturale biocompatibilità, in-fatti la fosforilcolina (PC) con cui sono realiz-zate le lenti, imita alcune sostanze che compongono la membrana cel-lulare compresa la membrana cellulare dell’occhio umano.Proclear® 1 day multifocal

va ad arricchire il già ampio portafoglio di lenti a contatto multifocali di CooperVision, per rispondere ancora meglio ad un maggior numero di presbiti.

Per creare attenzione all’interno del punto vendita CooperVision ha predisposto una serie di supporti per il consumatore di immediata visibilità.

Per ulteriori informazioni sulla gamma di lenti multifocali CooperVision, Proclear® 1 day multi-focal e sulla disponiblità dei materiali per il punto vendita, rivolgetevi al vostro venditore di zona o visitate il sito www.coopervision.it

Speciale LENTI A CONTATTO

“Preservare la mia salute oculare nel tempo è per me fondamentale”; “vorrei una lente a contatto che non mi dia problemi di alcun tipo, così da poterla portare negli anni”, “se penso alla salute oculare penso all’assenza di sintomi e complicanze, nel tempo” ; sono affermazio-ni importanti dei portatori che, probabilmente, qualsiasi contattologo ha avuto modo di sentire durante lo svolgimento della propria professione. Sono affermazioni che portano ad un messag-gio preciso: il portatore vuole essere libero di

portare una lente a contatto nel tempo, senza

compromessi per la salute degli occhi.

Questo messaggio è colto da 1-Day Acuvue®

TruEye®, che risponde a questo bisogno in mo-do unico grazie all’esclusiva capacità di bilan-

ciare al meglio le innovative proprietà che la caratterizzano, quali tecnologia Hydraclear 1 al

servizio di salute e comfort, materiale di ultima

generazione, filtri di protezione dai raggi UV di

classe 1 e il ricambio frequente (Fig. 1).

Figura 1: caratteristiche di 1-Day Acuvue® TruEye

HYDRACLEAR 1: è una tecnologia brevettata, unica ed innovativa inserita all’interno della lente per garantire ai tuoi portatori SALUTE e COMFORT come ad occhio nudo.• SALUTE: Hydraclear 1 incorpora un elevato

volume di PVP nella lente rendendo la len-te ultra liscia ed altamente bagnabile così

da attrarre e stabilizzare il film lacrimale

e mantenere la naturale condizione degli

occhi. Una caratteristica, che se ben eviden-ziata nella presentazione al portatore, non può che essere percepita come sostanziale

e imprescindibile valore aggiunto nel mo-mento della scelta.

• COMFORT ECCEZIONALE: Hydraclear 1 incor-pora il componente umettante nel materiale della lente e non lo rilascia garantendo un comfort eccezionale da mattina a sera. Poter contare sul comfort durante tutta la giorna-ta, generalmente ricca di impegni lavorativi e personali, risulta essere un aspetto strategico nel processo di fidelizzazione del portatore, sia nei confronti del prodotto, sia rispetto al professionista contattologo che diventerà un punto di riferimento costante nel tempo.

SILICONE IDROGEL: Il 100% del consumo d’ossi-geno, sull’intera superficie della cornea, non è in alcun modo alterato dalla presenza della lente a contatto, qualunque sia il potere di correzione. I portatori che lamentano pesantezza e occhi stanchi dopo un porto prolungato nel corso del-la giornata, grazie al SI potranno constatare di avere occhi più bianchi e luminosi paragonabile

all’occhio nudo. La percezione di una lente a con-

Johnson&Johnson

1-DAY ACUVUE® TruEye®: la salute dell’occhio nudo

Speciale LENTI A CONTATTO

*Studio pubblicato in Peer Review: prima volta in assoluto che in Peer Review viene pubblicato uno studio comparativo tra LaC e l’occhio nudo.

Offrire al pubblico un prodotto che rassicura su

benessere visivo nel tempo in modo così tra-sversale, permette al contattologo di rispondere al meglio al bisogno ed alle aspettative dei propri portatori.

Per le sue caratteristiche, 1-DAY ACUVUE® TruEye® è l’unica lente a contatto che incontra perfetta-mente queste necessità garantendo:• Facilità di gestione del portatore• Nessuna necessità di refit.• Fedeltà al punto vendita

Bibliografia

• Hayes V et al CLAE, 2003,26:85-93; • Suchecki JK, Ehlers WH, Donshik PC CLAO J

2000; 26 (4) 204-13; • Solomon O. Freeman M, Boshnik E et al CLAO

J 1996; 22:250-7; • Hamano H Watanaba K, Hamano T et al. CLAO

J 1994; 20 (2) 103-8; • Porazinski AD, Donshik PC CLAO J 1999 25

(3): 142-7; 6) Jones L et al OVS 1999; 76 (12s)

Cosa è la peer review?

È una certificazione di uno studio/di una ricerca da parte di 6/8 revisori indipendenti all’azien-da che ha commissionato la ricerca ed estra-nei all’autore della ricerca stessa.Lo studio viene mandato in forma anonima e viene certificato (e quindi pubblicato) solo se:• Lo studio è stato condotto secondo

metodologie impeccabili;• I risultati sono certificati, dimostrati ed

attendibili;• Tutti i revisori sono d’accordo all’unanimità.

tatto che non incide minimamente sulla condizione naturale dell’occhio, è per il contattologo una leva vincente. Tutti quanti vorremmo utilizzare prodotti per la nostra salute che non cambino la nostra naturale fisiologia, e 1-DAY ACUVUE® TruEye®, è il primo mezzo di correzione visiva a tagliare questo traguardo.

PROTEZIONE UV DI CLASSE 1: 1-DAY ACUVUE® TruEye® è l’unica lente a contatto giornaliera in silicone idro-gel con protezione dai raggi UV di classe I (> 96% UV-A, 99% UV-B). Indossare lenti a contatto dotate di filtro UV, unitamente al cappello e agli occhiali da sole, rappresenta una risposta ottimale per pre-servargli occhi dall’azione dannosa dei raggi solari.

RICAMBIO GIORNALIERO: La praticità di una len-te a contatto a ricambio giornaliero e facile da manipolare, sia all’inserimento che alla rimozione, risponde a un duplice obiettivo: evitare l’abban-dono del prodotto a causa di una manutenzione o gestione della lente a contatto complicata, e la sicurezza di utilizzare ogni giorno una lente a contatto nuova a garanzia di igiene e freschezza.

1-DAY ACUVUE® TruEye® è come l’occhio nudo. Dodici mesi di studio clinico* condotto da un Isti-tuto di ricerca indipendente hanno dimostrato che indossare 1-DAY ACUVUE® TruEye® è come non indossare alcuna lente a contatto secondo i pa-rametri riportati nella Tabella 1.

Tabella 1: Risultati dello studio clinico indipendente

svolto presso l’Università di Manchester

Speciale LENTI A CONTATTO

Fronteggiare gli attuali problemi del mercato con

uno stratagemma che garantisce di combattere

la concorrenza sempre più agguerrita attraverso

una strategia commerciale definitiva!

La Kontakt Lens V.A.O., società operante nel settore della contattologia da oltre 25 anni, sempre attenta alle esigenze ed ai problemi che questo mercato si trova ad affrontare, è lieta di presentare uno stratagemma che possa garantire, a coloro che sono stufi di combattere la concorrenza sempre più agguerrita, una strategia commerciale definitiva!

Parliamo di PRODOTTI PERSONALIZZATI!

Chiunque abbia un’attività commerciale, si è trovato almeno una volta nella vita a fronteggiare un cliente irritato per aver trovato lo stesso prodotto ad un prezzo inferiore in un altro negozio. Di fronte ad un simile problema, le soluzioni sono molteplici, ma pur sempre atte a cercare di recuperare la fiducia persa del cliente. Ora provate ad immaginare di poter, una volta per tutte risolvere il problema alla base, affinché non ci siano più i presupposti per cui il problema si possa verificare.

La Kontakt Lens V.A.O. offre la possibilità di una personalizzazione completa di tutta la gamma dei prodotti di contattologia (tutti i tipi di lenti a con-tatto e tutti i tipi di soluzione) affinché non ci potrà essere mai più un termine di paragone tra Voi ed i vostri concorrenti.La nostra idea di personalizzazione, non si limita ad una semplice etichettatura di una confezione di lenti a contatto ma, su vostra specifica richiesta, abbiamo la possibilità di creare un packaging ad hoc per Voi.

Ad esempio, potremmo realizzare un pack di: lenti giornaliere in confezioni da 10 o più lenti;lenti toriche in confezioni singole o più; confezioni di lenti singole a ricambio mensile. Anche nei materiali di ultima generazione quali Si-liconi Hydrogel con il vostro marchio.

Avrete in questo modo:

• una esclusiva assoluta;• renderete accessibile ai vostri clienti un prodotto che oggi è visto ancora come “troppo caro”;• assesterete un duro colpo alla concorrenza, propo-nendo prodotti innovativi e qualitativamente superiori.

Ma c’è dell’altro…

L’importanza di distinguersi dalla massa con un pro-dotto a marchio proprio, non è solo un escamotage per combattere la concorrenza, è soprattutto un plus per guadagnare in immagine nei confronti di tutti coloro che lavorano con “i prodotti di massa”.

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Distinguersi...con personalità!

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Crazy Lens, per uno sguardo da effetti speciali!

Le lenti a contatto Only One “CrazyLens”, rappre-sentano la più recente evoluzione in fatto di effetti speciali.Disponibili in pratiche confezioni da due lenti, con oltre 40 differenti design, donano al portatore uno sguardo decisamente... particolare!

Il motivo di riproporre un prodotto che in passato era legato solo a due periodi dell’anno (carnevale ed Halloween) nasce dalla vasta gamma di effetti speciali; lenti fluorescenti, cartoons e tante altre, indurranno i ragazzi ad indossarle in più occasio-ni e con solo pochi euro, potranno sfoggiare uno sguardo decisamente unico.

Ecco che estetica e gioco si inseriscono in una nuova nicchia di mercato con una proposta che amplia lapossibilità di creare un look particolare attraverso un prezzo assolutamente imbattibile!

Insomma: Only One “CrazyLens” è il prodotto de-stinato a ‘spopolare’ permettendo interpretazioniassolutamente uniche a un pubblico che si prospetta sempre più creativo!

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Sauflon, un’azienda dinamica in constante sviluppo

di nuovi prodotti, all’insegna della tecnologia e

della professionalità.

Sauflon Pharmaceuticals è leader nella contattologia con un ruolo che ha consolidato nel tempo. Cuore e cervello di tutta l’organizzazione sono gli uffici di Twickenham, in Inghilterra, dove Sauflon è stata fondata nel lontano 1985.È una storia, quella di Sauflon, che inizia oltre 25 anni fa con la produzione e la vendita delle sue prime soluzioni per la manutenzione delle lenti a contatto.Una storia che parte da Ashford, nello storico sta-bilimento del Kent dove Sauflon ha consolidato negli anni la posizione che la vede oggi, nel Regno Unito, leader assoluto del mercato delle soluzioni e la prima azienda internazionale nella produzione di soluzioni a marchio privato.28 anni al fianco dell’ottico optometrista, in un cam-mino fatto di ricerca e sviluppo di nuove tecnologie e nuove formulazioni. A tal proposito basti ricordare che, solo nel segmento delle soluzioni uniche, Sau-flon può offrire 5 prodotti con diverse formulazioni, in grado di fornire al portatore di lenti a contatto un’ampia risposta alle sue esigenze, in linea con lo standard di vita e i materiali di nuova generazione delle odierne lenti a contatto.5 linee di imbottigliamento ad alta velocità, con strutture modulari, garantiscono una produzione di 5 milioni di litri l’anno di soluzioni, caratterizzata da 18 differenti formulazioni ed una diversificata offerta di formati. Un magazzino con una super-ficie di oltre 4.500mq permette lo stoccaggio dei prodotti finiti.Fin dalle sue origini Sauflon ha creduto fortemen-te nella ricerca e nello sviluppo per dare sostegno

ad un azienda che voleva assolutamente diventare leader mondiale nella propria attività.

Nel 2004 la lungi-miranza del suo fon-datore, Alan Wells, ha portato Sauflon ad investire risorse per diversificare il proprio business, è da questo progetto è nata la seconda linea di prodotti Sauflon: le lenti a contatto.Lo stabilimento di Fareham, nello Hampshire, è la pietra miliare della nuova avventura. È lì che ancora oggi avviene lo sviluppo di innovative tecnologie e materiali mirati al nuovo posizionamento di Sauflon nei mercati internazionali come produttore di lenti a contatto. Questo stabilimento, ancora oggi, ricopre il ruolo di centro pilota per i nuovi progetti e per la produzione di lenti toriche e multifocali.Per sostenere il rapido e crescente posizionamento nel mercato, nel 2007 nasce in Ungheria, nei dintorni di Budapest, il nuovo imponente stabilimento Sauflon per la produzione

Sauflon Pharmaceuticals

Storia di un successo lungo oltre 25 anni

Speciale LENTI A CONTATTO

di lenti a contatto. Un investimento di oltre 42 milioni di dollari per un progetto all’avanguardia, sia dal punto di vista produttivo che logistico.Grazie all’utilizzo di sofisticati robot sostenuti da un forte know-how, è stato possibile realizzare uno

stabilimento altamente sofisticato dove le particolari linee di produzione, cosiddette a modulo, garanti-scono una produzione continua di lenti a contatto di elevata qualità e finitura. Ad oggi sono ben 14 le linee di produzione attive con una capacità di 25 milioni di lenti l’anno ciascuna.L’orgoglio di Sauflon oggi è quello di poter offrire ai mercati soluzioni e lenti a contatto con standard qualitativi che non sono secondi a nessuno. Nel corso degli anni, infatti, Sauflon ha investito nei suoi moderni stabilimenti di produzione e trasferito nei propri prodotti l’impegno forte e costante di ricerca e sviluppo di nuove tecnologie, prestando partico-lare attenzione ai materiali di nuova generazione.

In soli 8 anni Sauflon ha sviluppato nuovi, rivolu-zionari prodotti dimostrando una costante atten-zione all’evoluzione delle esigenze del mercato. 9 diverse tipologie di lenti a contatto, suddivise nei tre principali segmenti di materiale Methafilcon, Biomimetico e Silicone Hydrogel (disponibili in diverse modalità di sostituzione e in tre diverse tipo-logie di correzione visiva: miopia, astigmatismo, presbiopia) e due

innovative soluzioni uniche (Synergi e Hy-Care). Tutto questo in appena 8 anni!

Grazie alla determinazione dimostrata proprio nel voler essere azienda protagonista nello scenario internazionale della contattologia, e grazie all’en-tusiasmo e dedizione del proprio staff R&D nel re-alizzare costantemente prodotti innovativi, Sauflon si è rivelata in questi ultimi anni un’azienda capa-ce di stupire in positivo e di anticipare gli scenari: l’introduzione di lenti a contatto uniche al mondo (Clariti™ 1 day toric e Clariti™ 1 day multifocal), le ha anche permesso di ottenere per due anni di se-guito il prestigioso premio “Optician Award” come Prodotto dell’Anno 2011 e 2012. Fin dal 1985, Sauflon ha mantenuto una politi-ca la servizio esclusivo degli ottici, un impegno al quale Sauflon non è mai venuta meno. Come recita il suo slogan “Solo per gli ottici”, Sauflon intende continuare a perseguire “rotte” commer-ciali volte a rivoluzionare il mercato e premiare la scelta di professionalità degli ottici. L’impegno che Sauflon ha preso con il mondo dell’ottica è quello di proseguire verso una crescita professio-nale, tecnica e commerciale volta a soddisfare al meglio le esigenze dei professionisti del settore.

Per maggiori informazioni sui prodotti e servizi di Sauflon, contattate il nostro servizio clienti allo 06/97747996, fax 06/97747985, o tramite e-mail all’indirizzo [email protected]. Saremo felici di poter rispondere a tutti i vostri quesiti.

Speciale LENTI A CONTATTO

Vita Research

Soluzione Regard:l’importanza del comfort

Il drop-out tra gli utilizzatori di lenti a contatto è

un fenomeno che, ad oggi, non vede arrestare la

sua crescita. L’interruzione d’uso di questo importan-te ausilio correttivo ad opera dei portatori è, purtrop-po, un fenomeno non trascurabile che impatta in mo-do importante sul mercato delle LAC, stimato in circa 125 milioni di utilizzatori nel mondo con un tasso di abbandono annuo compreso tra il 5 e il 34%(1, 2, 3, 5). Per questo motivo gli ottici optometristi sono sempre alla ricerca di soluzioni che possano arginare il proble-ma o che permettano di ridurre al minimo il fenome-no legato all’abbandono di utilizzo delle lenti a con-tatto. I motivi per cui l’utilizzatore sia portato a non avvalersi più di questo sistema correttivo sono sta-ti ampliamente indagati e il denominatore comune a tutti gli studi condotti sul tema sembra essere la ri-duzione dello stato di comfort e della visione(3, 4, 6, 7).Queste due grandezze sono estremamente variabili durante il periodo di porto delle lenti ma, escludendo tutti quei fattori dipendenti dalle condizioni ambienta-li, esse subiscono un fisiologico decremento verso la fine della giornata. Le cause della riduzione del com-fort nei portatori di lenti a contatto sono complesse e possono essere legate alle caratteristiche delle lenti e alla bagnabilità della loro superficie anteriore. Una riduzione di quest’ultimo parametro porta anche ad una maggior instabilità nella qualità della visione. Per migliorare la bagnabilità delle lenti a contatto morbi-de, molte aziende produttrici hanno ripensato le loro soluzioni uniche al fine di ridurre la tensione superfi-ciale e incrementare la viscosità della soluzione. Alcu-ni fabbricanti hanno aggiunto dei componenti (idros-sipropilmetilcellulosa ed acido ialuronico) che, grazie alle loro proprietà chimico fisiche, possano garantire un’idratazione maggiore e limitare l’insorgenza di sec-chezza e irritazione oculare.

Determinante per il mantenimento di una visione sta-bile è che le lenti si mantengano anche ben pulite du-rante tutto il periodo d’uso. Una superficie della lente a contatto ben bagnata è anche meno predisposta al-la deposizione di residui proteici i quali, una volta for-matisi, renderebbero la superficie irregolare impedendo alle lacrime di distribuirsi uniformemente. Una siffatta situazione funge da innesco per la creazione di ulterio-ri zone di secchezza andando ulteriormente ad alimen-tare la percezione di fastidio della LAC. In letteratura molte volte è stato trattato il tema dell’efficacia nella disinfezione delle soluzioni uniche e dei possibili effetti tossici di queste ma poco risalto è stato dato a quelle che sono le caratteristiche che una soluzione dovrebbe avere per consentire ai portatori un prolungato perio-do di comfort e una stabilità della visione. Su questo tema l’ottico optometrista Giancarlo Montani, docente al Corso di Laurea di Ottica e Optometria dell’Universi-tà del Salento, ha presentato un lavoro all’ultimo con-gresso BCLA a Birmingham (UK) in cui ha testato tre diverse soluzioni uniche su lenti in silicone idrogel(8).

Obiettivo

Lo scopo dello studio è stato quello di valutare, per tutti i pazienti, l’acuità visiva ad alto e basso contra-sto (HCVA, LCVA), il tempo di rottura del film lacrima-le pre-lente (PLNIBUT, TelescopeTM) e il comfort (con una scala di valutazione numerica divisa in 10 step: ‘0’ non tollerabile – ‘10’ comfort eccellente). Le misu-razioni sono state effettuate a 2 e 7 ore dall’appli-cazione il primo, il settimo, il quindicesimo e il tren-tesimo giorno di utilizzo.

Materiali e metodi

Lo studio, durato quattro settimane (in aperto, ran-domizzato e in gruppi paralleli) è stato condotto su

Speciale LENTI A CONTATTO

90 portatori di lenti morbide in silicone idrogel (Seno-filcon A, Acuvue® Oasys® Johnson & Johnson Vision Care), 60 dei quali erano già utilizzatori. Per la manu-tenzione tutti eseguivano la procedura di sfregamen-to e risciacquo (rub e rinse). Di questi 30 utilizzavano una soluzione a base di OxyChlorite® (Regard®, Vita Research), 30 una soluzione con Alexidine e Polyqua-ternium-1 (Complete® Revitalens, Abbott Medical Op-tics), 30 una soluzione con Poliaminopropilbiguanide + Polyquaternium (Biotrue®, B+L) (Tab. 1).

Risultati

Al termine del periodo di studio si è potuto osservare come i risultati migliori, in termini di performance della lente, si siano avuti per le soluzioni a base di OxyCh-lorite® e Poliaminopropilbiguanide + Polyquaternium.

Conclusioni

La probabile spiegazione per la miglior performance delle soluzioni uniche Regard e Biotrue, secondo il Professor Montani, potrebbe risiedere nel fatto che esse abbia-no, nella propria composizione, degli agenti lubrificanti che aiutano la superficie della lente a mantenersi sta-bilmente bagnata per un tempo più lungo. La soluzio-ne Regard di Vita Research è quella che ha mostrato buone prestazioni per tutti i test effettuati (Fig. 1).

Essa, inoltre, grazie alla sua peculiare formulazione fa si che non vengano rilasciati conservanti sulla super-ficie della lente i quali, a loro volta, potrebbero grada-tamente venire assorbiti dall’epitelio corneale evitan-do, in questo modo, che un loro progressivo accumulo sulla superficie oculare contribuisca, a lungo termine, a fenomeni di ipersensibilizzazione.

Bibliografia

1. Begley CG, Caffery B, Nichols KK, Chalmers R. Responses of contact lens wearers to a dry eye survey. Optom. Vis. Sci. 2000 Jan;77(1):40-6.

2. Fonn D, Situ P, Simpson T. Hydrogel lens de-hydration and subjective comfort and dry-ness ratings in symptomatic and asymptoma-tic contact lens wearers. Optom. Vis. Sci. 1999 Oct;76(10):700-4.

3. Pritchard N, Fonn D, Brazeau D. Discontinua-tion of contact lens wear: a survey. Int. Con-tact Lens Clin. 1999 Nov; 26(6):157-162.

4. Richdale K, Sinnott LT, Skadahl E, Nichols JJ. Frequency of and factors associated with con-tact lens dissatisfaction and discontinuation. Cornea. 2007 Feb;26(2):168-74.

5. Rumpakis, J. New data on contact lens dro-pouts: an international perspective. Rew. Of Optom. 2010. 1: 1.

6. Smith, J.A. Research in dry eye: report of the Research Subcommittee of the International Dry Eye WorkShop (2007). Ocul. Surf. 2007 Apr; 5(2):179-93.

7. Young G, Veys J, Pritchard N, Coleman S. A multi-centre study of lapsed contact lens wearers. Ophthalmic Physiol. Opt. 2002 Nov; 22(6):516-27.

8. G. Montani. Clinical evaluation of multipurpose lens care solutions on a silicone hydrogel con-tact lens. BCLA 2012 Conference and Exhibi-tion, 24 - 27 May 2012, Birmingham (Poster).

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Figura 1. Performance delle tre diverse soluzioni uniche

Tabella 1. Soluzioni uniche testate