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Supplemento al n. 14 di «VOCE ISONTINA» - Dir. Resp. ANDREA BELLAVITE Arti Grafiche Friulane - Feletto Umberto (Tavagnacco - UD) - Via IV Novembre, 72 AIELLO AI SUOI EMIGRATI Sot dal Tôr NUMERO 1 APRILE 2001 Questa volta, nello scrivere per Sot dal Tôr, desidero ini- ziare dal vangelo della Dome- nica di Pasqua. Il brano esordisce con la scena di Maria Maddalena che si reca al sepolcro ed accortasi che la pietra del sepolcro era stata ribaltata corre da Simon Pietro e dall’altro discepolo, il prediletto dal Signore, riferen- do loro queste parole: “Hanno portato via il Signore dal se- polcro e non sappiamo dove l’hanno posto!”. Questa don- na, presente anche durante la crocefissione del Signore, fu la prima a portare l’annunzio del sepolcro vuoto ai discepo- li. Inoltre un po’ più avanti, al- la Maddalena sconsolata, che piangeva presso il sepolcro, le appariranno dapprima due angeli e poi lo stesso Gesù che chiamandola per nome si farà riconoscere da lei. Allora Ma- ria Maddalena correrà un’al- tra volta dai discepoli a porta- re stavolta l’annunzio pa- squale del Signore Risorto.La Maddalena, secondo quanto si riferisce faceva parte del “se- guito” di Gesù. La conversio- ne di questa donna fu talmen- te profonda che la ritroviamo nei momenti più importanti del cammino di Gesù, quali la crocefissione e al sepolcro. Analizziamo ora la seconda scena. Dopo aver saputo della tomba vuota, Pietro e il disce- polo prediletto corrono en- trambi al luogo dove il Signore fu seppellito. L’evangelista ci fa notare che l’altro discepolo “corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro”. E poi,“chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giun- se intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel se- polcro”. Si direbbe allora che Giovanni attenda l’arrivo di Pietro proprio perché ricono- sce in lui un primato che il Si- gnore gli ha conferito. Di Gio- vanni si dice anche che entran- do nel sepolcro non soltanto vide tutto quello che c’era, ma nello stesso tempo “credette”. Il discepolo prediletto ha an- cora una predisposizione più forte, un intuito più fine, che gli permettono di riconoscere nei segni del sepolcro vuoto (le bende per terra ed il suda- rio) la vittoria di Cristo sulla morte. Ma è soprattutto quella confidenza maggiore che ave- va con il signore, quell’essere entrato più profondamente nel “segreto” della sua vita, che gli consente di aprire già ora il suo cuore all’ipotesi del- la resurrezione di Gesù. Que- sta sua apertura del cuore a ta- le possibilità diventerà, per lui e per tutti gli altri, una pienez- za di fede quando Gesù si ma- nifesterà a loro. Allora non soltanto comprenderanno la Scrittura, secondo cui Egli do- veva resuscitare dai morti, ma sarà un’esperienza di tale profondità che non temeran- no più di andare nel mondo a portare il lieto annunzio pa- squale. Il giornalista Vittorio Mes- sori nel suo libro “Dicono che è risorto” rievoca la gioia di al- cuni popoli dinanzi alla resur- rezione di Gesù. I neri d’Ame- rica in un loro spiritual song gridano fino all’ossessione, tra il clamore di strumenti a fiato e a percussione: “My God, what a morning!”, mio Dio, che mattino! E’ la gioia dell’al- ba di Pasqua. Ed è una gioia comparabile a quella dei po- poli slavi che, nello stesso mat- tino, si precipitavano per le strade abbracciando i passan- ti: “Cristo è risorto!” e tutti in coro a rispondere:“Si, è davve- ro risorto!” (cf.V. MESSORI, Dicono che è risorto, Sei Fron- tiere 2001, 29). Questi dovreb- bero essere l’entusiasmo e lo stato d’animo che accompa- gnano i cristiani nel ricordo della Pasqua di resurrezione. Guidi la mano provvidenziale del Signore il cammino di cia- scuno di voi in questi giorni. Buone feste! Don Fabio La Gioia Buona Pasca a Duc’! Buona Pasqua a tutti!

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Supplemento al n. 14 di «VOCE ISONTINA» - Dir. Resp. ANDREA BELLAVITEArti Grafiche Friulane - Feletto Umberto (Tavagnacco - UD) - Via IV Novembre, 72

AIELLO AI SUOI EMIGRATI

Sot dal TôrNUMERO 1 APRILE 2001

Questa volta, nello scrivereper Sot dal Tôr, desidero ini-ziare dal vangelo della Dome-nica di Pasqua.

Il brano esordisce con lascena di Maria Maddalena chesi reca al sepolcro ed accortasiche la pietra del sepolcro erastata ribaltata corre da SimonPietro e dall’altro discepolo, ilprediletto dal Signore, riferen-do loro queste parole:“Hannoportato via il Signore dal se-polcro e non sappiamo dovel’hanno posto!”. Questa don-na, presente anche durante lacrocefissione del Signore, fula prima a portare l’annunziodel sepolcro vuoto ai discepo-li. Inoltre un po’ più avanti, al-la Maddalena sconsolata, chepiangeva presso il sepolcro, leappariranno dapprima dueangeli e poi lo stesso Gesù chechiamandola per nome si faràriconoscere da lei.Allora Ma-ria Maddalena correrà un’al-tra volta dai discepoli a porta-re stavolta l’annunzio pa-squale del Signore Risorto.LaMaddalena, secondo quanto siriferisce faceva parte del “se-guito” di Gesù. La conversio-ne di questa donna fu talmen-te profonda che la ritroviamonei momenti più importantidel cammino di Gesù, quali lacrocefissione e al sepolcro.

Analizziamo ora la secondascena. Dopo aver saputo dellatomba vuota, Pietro e il disce-polo prediletto corrono en-trambi al luogo dove il Signorefu seppellito. L’evangelista cifa notare che l’altro discepolo“corse più veloce di Pietro egiunse per primo al sepolcro”.E poi,“chinatosi,vide le bendeper terra, ma non entrò. Giun-se intanto anche Simon Pietroche lo seguiva ed entrò nel se-polcro”. Si direbbe allora cheGiovanni attenda l’arrivo diPietro proprio perché ricono-

sce in lui un primato che il Si-gnore gli ha conferito. Di Gio-vanni si dice anche che entran-do nel sepolcro non soltantovide tutto quello che c’era, manello stesso tempo “credette”.

Il discepolo prediletto ha an-cora una predisposizione piùforte, un intuito più fine, chegli permettono di riconoscerenei segni del sepolcro vuoto(le bende per terra ed il suda-

rio) la vittoria di Cristo sullamorte.Ma è soprattutto quellaconfidenza maggiore che ave-va con il signore, quell’essereentrato più profondamentenel “segreto” della sua vita,che gli consente di aprire giàora il suo cuore all’ipotesi del-la resurrezione di Gesù. Que-sta sua apertura del cuore a ta-le possibilità diventerà, per luie per tutti gli altri, una pienez-za di fede quando Gesù si ma-nifesterà a loro. Allora nonsoltanto comprenderanno laScrittura, secondo cui Egli do-veva resuscitare dai morti, masarà un’esperienza di taleprofondità che non temeran-no più di andare nel mondo aportare il lieto annunzio pa-squale.

Il giornalista Vittorio Mes-sori nel suo libro “Dicono cheè risorto” rievoca la gioia di al-cuni popoli dinanzi alla resur-rezione di Gesù. I neri d’Ame-rica in un loro spiritual songgridano fino all’ossessione, trail clamore di strumenti a fiatoe a percussione: “My God,what a morning!”, mio Dio,che mattino! E’ la gioia dell’al-ba di Pasqua. Ed è una gioiacomparabile a quella dei po-poli slavi che, nello stesso mat-tino, si precipitavano per lestrade abbracciando i passan-ti: “Cristo è risorto!” e tutti incoro a rispondere:“Si,è davve-ro risorto!” (cf. V. MESSORI,Dicono che è risorto, Sei Fron-tiere 2001, 29). Questi dovreb-bero essere l’entusiasmo e lostato d’animo che accompa-gnano i cristiani nel ricordodella Pasqua di resurrezione.Guidi la mano provvidenzialedel Signore il cammino di cia-scuno di voi in questi giorni.Buone feste!

Don Fabio La Gioia

Buona Pasca a Duc’!Buona Pasqua a tutti!

Chist’an a Daèl al Nadâl a si lu àscomensât a sintilu sa ta primis ‘sor-nadis di disembar, in do ‘sornadis difiesta prontadis da “Pro Loco” inocasion di San Nicolò che comesimpri a nol mancia mai di partâcualchi regâl ai frus. Sabida 2 di di-sembar sot sera pena fat scûr, taarena, dongia da puesta, era tantaint, ma soradut frus par spietâ alsant cui regai. Si era duc’ lì parseche chist an come di un pôs di ainsin ca, a si met un grant pin come ar-bul di Nadâl e che sera era che justapar impialu; duc’ sota di lui e i pluipisui cun ancja un pocia di emosion.

I frus da scuelis andan recitâtcualchi poesia e ciantât cians diNadâl, ancja al coro “Amans de Vi-lote” andà fat un cuatri ciantadis;subita dopo sin à impiât l’arbul, cunmil lusutis coloradis e cun t’una ste-la parsora,dopo,un bati di mans ge-nerâl e durman la canson “StilleNacht”.

Intant da plasa al rivava San Ni-colò su di un ciarut cun devant doimusus e pena dismontât a là tacât adà un pachetut di bombons a duc’ ifrus e par i plui granc’ sot di un ten-don, vin brulè e paneton: finalmen-ti ancja par chist an a l’è rivâtNadâl!

La sera simpri ta arena, sot daltendon, pa ‘soventût: biela musica ebira par duta la gnot, tanta era la intvignuda ancja di fûr a chist “Gran-de Macello”,cusì era stada clamadala serada.

Ta dì dopo, domenia, ta vila pardut al dì a l’era al marciât di San Ni-colò; ‘sa di matina a bunora erin ri-vadis li’ barachis cun domo roba diNadâl, pisulis robutis fatis magaripar pasâ al timp ma cun tanta pas-sion,a emplavin taulis e taulins.Erala pesc’ia, cun domo robis di man-già e la int ca si fermava a ‘suia a cia-lava cun gola e speransa di ciapâ alpersut crût piciât. San ‘Suan al vevadi tignî a ment sot di lui tanti’ taulise al chiosco che par dut al dì a la dâtfûr di mangia e di bevi a la tanta intche par chista sovina fiesta a era vi-gnuda a Daèl; sot dal “puarton diRanut” a si an pursitâs doi pursis esalamps, muses, … no stentavin a lavia. Cusì a l’è lât indevant fin gnot,cun tanta musica e cians; svelta jepasada chista ‘sornada inulada dimarciât lasant un pôc di murbin e lavoja di spietala par un altri an.

E se San Nicolò andà viart li’ fie-

stis di Nadâl, la kabossa cu la pifa-nia a lis an siaradis; la kabossa chepar furlan a ciapa mîl nons, chist ana si la ‘ndà fata al sîs di ‘senar ancjase a fos tradision di impiâ al fuc tavilia da pifania. Come di cualchi anin ca, prima da kabossa a si a fat la“Lucciolata”, roba che ormai a jeentrada cuasi di tradision e che rivaa clamâ tanta int par judà la “Casadi Natale2”di Avian (PN) e ancja sechista volta la int no era come chedai ains passâs bisugna dî brâs aduc’ chei ca son lâs sot da ploja parun mutif cusì impuartant.

La “Lucciolata” a je lada a finî tacanonica dulà che era stada pronta-da una kabossa che ‘sa di prima diNadâl a spietava al moment par dî-nus simût cal larà chist gnuf an, li’ramassis a erin ben imbumbidis diaga e a gin dà urût a vonda timp pri-ma che al fûc a tachedi a ciapâ. Cusìmangiant i prîns crostui dal Carna-val che a l’era li li par tacâ e un pôcdi vin brulè a si ‘ndan siaradis li’ fie-stis di Nadâl e ognidun, cui pluiatent e cui mancul andà dât una vo-glada al fun cal lava su e sa si dîs: Seal fun al va a soreli jevât, ciapa al sace va a marciât; se al fun al va a sorelia mont, ciapa al sac e va pal mont,cumò cui ca l’era a lì a pensedi bendi se banda cal lava al fun, ancja sano si pol fidasi cuisà trop parse chela sera no era che justa, sperant chepar chist an duc’ a si vedi di lâ culsac a marciât.

Giacomo Pantanali

2 Sot dal Tôr

Viarsî e siarâ li’ fiestis di NadâlTal 2000 e tal Nüfsent a Daèl

Come su ogni prin numar di Sotdal Tôr di ogni an us disin un pôs dinumars dal nestri paîs, par viodi unpôc se cal susêt a Daèl. Tal an apenasvolât via,al 2000,a son nasûs sîs fruse vot frutis, cutuardis in totâl; chist aconsola li’ scuelis che ogni an a spe-rin ca nasedi cualchi dun in plui, par-sè che l’è ‘sa susedût che a Daèl a na-sedi un sôl frut in t’un an e podêsimaginasi tropis clas ca vegnin fûr,mancul mâl ca vegnin ancia dai paîsdongia a scuela a Daèl!

Pasin ai muars, chist an apena pa-sât andà partât via sedis personis dalnestri paîs, e rispiet ai ains indaûr a sipol dî ca no sedin cuisà tropis, ma fosplui biel savê che par un an a sedinplui nasûs che muars, cuisà trop cavarin di spieta par chist.

A Daèl, tal doimîl a son stâs fasnûf sposalisis, no son pôs e par chistan li’ ciampanis andan vût a se fa parsunâ a fiesta pai nuvis; par siarà cuinumars di che l’altri an nus mancia didî domo “cui cal va e cui cal ven” e aDaèl a son vignûs a stâ quarantaunpersonis, vinciatre ôns e disavot fe-

San ‘Suan, barachis e sunadôrs.

“SOT DAL TÔR” STAMPA PER VOI GLI AVVENIMENTI DOPO CHE SONO AVVENUTI

In occasione dei suoi 90 anni Eleonora Feresin ved. Vrech è stata festeggiata e circon-data dall’affetto di tutti i suoi cari. Tanti auguri!

minis e a son lâs via di Daèl vinc’ per-sonis, tredis ôns e siet feminis;cialantal numar da int ca je vignuda a Daèla ven propi voja di dî ca l’è un bielpaîs sa gi ven cusì tanta int.

Cusì a si ‘nda siarât a l’ultin an dalsecul e in totâl a Daèl a sin in 1579(2150 in dut al comun) e in sent ainsa bisugna dî che la situasion a no jecuisa trop cambiada parsè che tal1900 a Daèl a erin in 1502, cumò cal’è finût al nûfsent a sin domo 77 inplui, ma a viodi al paîs, duti li’ ciasis inplui ca son saltadis fûr a si disares cason un pôc pocis,ma l’è cambiât al mûtdi vivi e una volta a urê o no a stavinplui stres! Sa nin dîs ains indavant, tal1910 a Daèl a erin 1797 personis, unbiel salt in dîs ains e Daèl dopo no ri-varà mai a tornâ a jesi cusì numerôs.Par siarâ us mostrin l’andament dapopolasion di dut al comun ogni dîsains dai ultins sincuanta: 1950, 2487;1960, 2337; 1970, 2257; 1980, 2259;1990,2177;2000,2150.A si è lâs simpriplui in ju, sperin che tal 2010 a si ciate-din a jesi un pôs di plui, cuisà ca no su-sedi come sent ains indaûr!

Il 7.1.2001 è nato Gregorio Comar per lagioia della mamma Barbara, del papàGianluca nostro attivo collaboratore algiornalino, della sorellina Ludovica e deinonni.Felicitazioni da duc’ chei di Sot dal Tôr!

31 dicembreAnno Vecchio se ne va e mai piùritornerà. Io gli ho dato una vali-gia di capricci e di penitenze, dibuone lezioni e di azioni fattemale, di bugie e di disubbedien-ze e gli ho detto: - Porta via!Questa è tutta roba mia!

1 gennaioAnno Nuovo, avanti, ti fan festatutti quanti!La gioia e la salute porta ai cari ge-nitori, ai parenti ed agli amici.Rendi lieti tutti i cuori. AnnoNuovo, avanti avanti!

(Ricordi di un’emigranterimpatriata dalla Svizzera)

Elu ca al presepi da glesia! Par lui ogni Nadâl a l’è mitût in banda un puest dulà che co-me simpri culchidun di buna volontât e cun t’un pocia d’invetiva a si da di fâ par metisu al presepi plui cialât dal paîs. Duc’via pa fiestis dopo Mesa o funsion a gi pasin de-vant par curiosâ, dai una cucada e dî una preiera devant a di chel frutut ca nus cialacun tant amôr che chist an a l’era insiema a la Madona, Sant’Josef, al musut e al bo so-ta di una biela tenda fata di sac. Atôr da tenda, sot da l’agnul, pastôrs e pioris; chistis aerin la passion dai frus che dopo ve sbisiât un pôc cul savalon a tacavin a sirì di ciapa-lis in man, ma una plui svelta da lôr a la fermava. Sperant che ancia indevant li’statuis no restedin mai siaradis ta li’s’ciatulis, ringrasincui ca l’un da fat,: Andrea Magrino, Giacomo Pantanali, Fabrizio e Raffaele Previt.

3Sot dal Tôr

Società in evoluzioneSono state stagioni calde per la

nostra terra, l’autunno e l’invernoappena trascorsi. Non soltanto il cli-ma sembra essere impazzito (comele mucche, i maiali, le piante...), maanche gli esseri umani danno a voltel’impressione di aver dimenticato laloro più autentica natura; e, lo sap-piamo bene dopo esserci lasciati allespalle un secolo terribile, che quan-do ciò accade non c’è da attendersinulla di buono.

Qual è la “vera natura?”Il ricono-scimento filosofico (il personalismonon è forse una delle più elevate sin-tesi del pensiero umano occidentale,senza riferirci all’Oriente chenell’“unità cosmica” vede lo stessoprincipio che manifesta l’esistenzadel “Tutto” o del “Nulla”?), scientifi-co (le recenti spiegazioni sul genomahanno una volta per sempre fugatoogni tentazione di dividere gli esseriumani in “razze”) e teologico (i cri-stiani ogni giorno pregano le paroleinsegnate da Gesù: “Padre nostro”)della semplice constatazione che sia-mo tutti fratelli e sorelle.

E allora, se è così, nell’Europadella libera circolazione delle mercie della moneta unica con la quale frapochi mesi potremo comprare qual-siasi merce a Palermo come a Cope-naghen o a Barcellona, perché tantapaura della ibera circolazione dellepersone?

È vero, esistono tanti traffici illeci-ti, gestiti da mafie internazionali cheriducono alla schiavitù qualcosa comeduecento milioni di uomini e donne;siparla perfino di commercio di organiprelevati da bambini dei paesi poverie trapiantati nel corpo dei ricchi;ci so-no difficoltà di ordine pubblico che siinseriscono nel quadro più generaledel tramonto di una civiltà.

Ma tutto ciò non esime dal consi-

derare chi arriva fra noi – spinto dal-la fame, dalla violenza, dalla man-canza di lavoro – come un fratello euna sorella che ha bisogno del nostrosostegno e della nostra solidarietà.

E poi, la storia insegna che i feno-meni migratori non possono esserecontrollati, se non attraverso un pro-cesso di reciproca integrazione fraresidenti e nuovi venuti capace di ge-nerare nuove forme culturali: l’alter-nativa, la proposta di rialzare mura oreti metalliche su confini ormai su-perati dal tempo, non può far altroche avviare le nazioni verso una chi-na pericolosa ed inarrestabile.

È meglio pensare ad una nuovasocietà,quella della convivenza e delreciproco arricchimento fra diver-sità, dove l’essere cristiano o islami-co, o buddista o animista o ateo nonsignifichi più voler prevaricare edimporre a tutti il proprio punto di vi-sta o religione, ma costruire insieme,ciascuno con il proprio dono, una so-cietà che sia veramente e fino in fon-do “a misura d’uomo”.

Insomma, l’unica via per sconfig-gere la paura che ci rinchiude sem-pre di più dentro le nostre case e ren-de sempre più difficili le relazioniquotidiane, è quella di abbattereconfini e reti di recinzione, disattiva-re sistemi d’allarme e porte blindate,ed aprire le porte del nostro cuore edelle nostre case al miracolo dell’ac-coglienza e dell’amicizia.

Ma così rischiamo di perdere tut-to? Mi piace concludere con una pa-rola di Gesù, chiedendomi se forsenon sia rivolta a noi, i pochi abitantiricchi delal piccola porzione di Pia-neta nella quale viviamo:“Chi vorràsalvare la propria vita la perderà, machi la perderà - per la causa del Van-gelo - la salverà”.

Andrea Bellavite

“Nin Pinat orpo chel can Dopo che l’à contribûitl’à dovût restâ a Milan a creâ capolavôrsnonostant che lui l’è via in ta l’art dal fiar batûtl’à tal cûr Toni e Maria” sia par pûrs opur par siôrs:

Je una strofa di una rima ciars agricui, ciavedaiche Giuseppe Justulin inferiadis, biei puartons,a l’à scrit pal matrimoni fiaramenta par nemai,di me mari e me pari Maria e Toni. legio e altâr par devosiôns

e par tanc’ ains forsi doisentIn ta Banda di me pari fiars di uarsina (aratro)Nin Pinat l’era un artist: e cumò come strumental sunava al tambûr a sunâ in un teatro.come un vêr percussionist.

Sì, l’è propi chist al fatE cun chist, se utu dì? je la storia da l’incuinCualchidun mi disarà, che da faria di Pinatma l’è propri di culì, l’à sunât in ta “Sala Verdi”che jo devi scomensâ: dal conservatori di Milan

e cumò us conti al fat cu l’orchestra dal Friûl,che par me a l’è stât biel, in consiart a l’à sunât,forsi un fat sensa impuartansa, una part dal “Trovatore”,ma da storia di Daèl. orchestra e coro l’à compagnât,

Fatostà che, che altra dì Giuseppe Verdi an ricuardât mi telefona me fi: e se orês l’è chist al biel“Tal consiart che preparin che l’incuin l’è stât sunâtvin bisugna di un incuin!” di un ‘sovin di Daèl!

Dulà vojo a sbati al ciâf E chel ‘sovin l’è al nevôttic e tac cumò sul fat? di chei doi Maria e ToniJe una sola solusion: di cui Nin Pinat no l’à podûtin ta faria di Pinat. sei al matrimoni.

E cussi cuant che a Gianni Forsi soi sentimentâljo ai fati la propuesta, no soi fat di fiar sigûr,lui mi à dit subit di sì ma chist fat a l’è stât tâle mi a dit che mi lu impresta. che mi à tociât al cûr!

Dopo vè ciariât l’imprest Son tanc’ ains oramai passâse viars ciasa m’inviavi e la Banda je disfada,cul me ciâf e dut al rest ma la musica cui Pinatindaûr cui timps jo lavi. la me famea a ten leada.

Grasis Gianni.Bruno Fritsch

L’INCUIN

IL VORREICi siamo incontrati per il consueto appun-

tamento col catechismo e ci siamo chiesti sedavvero nel mondo in cui viviamo troviamo ri-sposte alle nostre attese.

I pensieri hanno preso il volo, si sono uni-ti, hanno dato vita ad un sogno quello di unmondo visto con gli occhi di un bambino chementre esprime un desiderio vorrebbe averela certezza della realizzazione, ma nello stes-so tempo ha il dubbio di un reale concretiz-zarsi.

Vorrei… …che le persone vivessero la loro età con

gioia, che i bambini fossero trattati secondola loro condizione senza essere sfruttati con ilavori imposti da persone senza scrupoli esenza violenze che spesso ingiustamente su-biscono; siano invece amati e rispettati a ga-ranzia del diritto ad un’infanzia serena.

…che gli adulti imparassero ad amarsimaggiormente perché davvero l’amore s’im-para sui banchi della vita attraverso esercizidi pazienza, benevolenza, rispetto, giustizia,umiltà e perdono e che vivessero con gioia illavoro quotidiano aiutandosi nelle difficoltà.

…che gli anziani non venissero lasciatisoli, ma collocati al centro delle famiglie peraiutarle con l’esperienza e la saggezza ac-quisite nel tempo, ma soprattutto per sentirsiancora amati. Mi piacerebbe vedere sempreaccanto alle persone un amico vero e specia-le che accoglie sempre a braccia aperte inqualsiasi situazione bella o brutta che sia.

…che i popoli fossero liberi di esprimerecon pari dignità identità e cultura senza esse-re d’ostacolo l’un l’altro e cancellerei senzaesitazione tutti i debiti ai Paesi più poveri.

…sempre ricevere il dono della salute per-ché con essa si possono realizzare tante coseper Te e per gli altri. Quanto al gioco…certa-mente vorrei avere più tempo a disposizione

magari per fare una partita a calcio in più odilungarmi un volta tanto al videogioco op-pure per sbizzarrirmi con fantasia ed abilitàsu computer ed accessori, ma anche perascoltare brani di musica andati persi comecerte sinfonie di Beethoven, Mozart, Schu-bert.

…che la Santa Messa diventasse più ani-mata e che ci fosse una più viva partecipa-zione da parte di tutti.

Come sarebbe bello se la natura in tutto ilmondo venisse maggiormente tutelata, se glianimali in via d’estinzione ritornassero ad es-sere più numerosi e se tutte le persone chepossiedono animali non li abbandonasseromai.

Mi piacerebbe infine cancellare dalle pa-gine del vocabolario la parola guerra, anzila strapperei perché di essa non rimangatraccia, prenderei un foglio bianco e ci scri-verei la parola pace a caratteri grandi comegrande è il suo significato.

Qui il nostro sogno deve per forza giun-gere al capolinea, questi non sono che alcunidei tanti vorrei… e lo spazio diventa insuffi-ciente per elencarli tutti, ma sufficiente per sol-levare la domanda se è più o meno possibilevivere in un mondo così.

Le risposte rimangono sospese e nel mo-mento in cui sembra proprio non ce ne sianosi alza timidamente una voce che dice “Sì èpossibile” poi dopo un attimo d’esitazioneaggiunge “Se l’uomo volesse” del resto ce loha confermato anche il Santo Padre nel di-scorso ai giovani di Torvergata: “È difficilecredere in un mondo così, non è il caso di na-sconderlo ma, con la grazia e l’aiuto di Dio,è possibile.”

I ragazzi del catechismoclasse I media

Ilva Margarit da Pieris pre-senta i suoi nipotini Pamelae Matteo agli amici, ai pa-renti e ai lettori di Sot dalTôr ed invia a tutti un calo-roso saluto.

La faria di Pinat culfamôs incuin e alfrut in banda a l’èpropit Nin Pinat.

4 Sot dal Tôr

I soci del G.C.Cicli 4 – R Aiello sisono ritrovati sabato 16 dicembre2000 per la tradizionale cena socialee lo scambio dei voti augurali.

Quest’anno la scelta è cadutasulla trattoria “Alla Posta” di Aielloconsapevoli di rinsaldare quei lega-mi di riconoscenza verso l’Ammini-strazione Comunale e la cittadinan-za che hanno sempre sostenuto emanifestato di apprezzare le inizia-tive del gruppo.

In novembre è stata effettuata laprevista Assemblea ordinaria an-nuale che ha approvato i bilanciconsuntivo e preventivo del2000/2001 e rinnovato il direttivo.

È stata un’assemblea dibattuta evivace segno della vitalità dei sociciclisti che seguono con impegno epassione la vita organizzativa e atti-va (partecipazioni a competizionicicloturistiche amatoriali e di gran emedio fondo competitivo e non).

I soci partecipanti hanno confer-mato la fiducia a godessi, Imparato,Marcon e Vanzan; nuovi eletti Peloi(un gradito ritorno), Minin Paolo eRuggero Cesare.

Ritornando alla cena sociale, chenon vuole essere solo l’occasioned’incontro con i soci ed i loro familia-ri per lo scambio degli auguri natalizi,ma anche e soprattutto un piacevoleritrovo per premiare quanti, ciclisti,dirigenti e collaboratori,si prodiganoper dare vita alla sempre più intensaattività del gruppo.

Il presidente Godessi, rinnovan-do i ringraziamenti già manifestatiin occasione dell’Assemblea (25 no-vembre 2000) all’AmministrazioneComunale ed alla cittadinanza aiel-lese ha premiato i soci ciclisti chenell’arco dell’anno hanno presoparte a varie manifestazioni.

Si sono messi in evidenza per ri-sultati conseguiti, per bravura e perla partecipazione i ciclisti: Joan Re-mo (colonna portante che con i suoi71 anni è esempio per i più giovani);i meno venerandi Imparato, Trevi-san Tarcisio, Moschion Tarcisio,Stocco Roberto, Minin Paolo, PeloiAngelo, Ruggero Cesare, Indri Fe-derico, Vanzan Vanni, Nardin Arri-go, Comar Roberto, Godessi Silva-no e i più giovani e battaglieri AvianLoreno, Cecchin Luigi, BalconiLeonardo,De Zottis Riccardo,Gra-gorat Mario e Maurizio, FrizzarinDario, Farina Roberto, MachiniCarlo, Monello Giovanni, AnconaArmando, Tavian Stefano, TravisanPaolo,Visintin Gianluca,VendrameClaudio.

Tra le varie manifestazioni orga-nizzate – non solo ciclistiche,ma an-che socio – culturali, sono da citare:L’obolo a favore della Via di Natale2 di Aviano (PN) e di Sot dal Tôr diAiello; la pedalata ecologica storico– culturale a favore degli studentidel comprensorio scolastico di Aiel-lo (10 giugno); il 2° Trofeo Città diAiello (1° luglio) gara Udace com-petitiva che ha visto cimentarsi sulcircuito Aiello – Campolongo – Ca-venzano – Aiello un nutrito gruppodi partecipanti fra i migliori corri-dori Udace in campo interregionalee tanto pubblico entusiasta ed inte-ressato. Oltre ai soci (5) vi hannopartecipato gli aiellesi Previt Giu-seppe e Comar Paolo.

Fra le varie gare sociali: la crono-metro individuale (22.04) sul per-corso in linea di Km.9 da Salmastro aTerzo d’Aquileia;la Povoletto MonteSubit (06.5) di circa Km.30 con arrivoin salita a 700 m.; la Aiello Solarie(18.6); la Aiello Monte Matajur(29.7); la 6° edizione della Dolegna-no Castelmonte (2.9) per Borza estessa gara il 23.9 per Chiazzacco; lacronoscalata Medea Ara Pacis – (aedizione il 15 ottobre 2000.

La classifica dopo le previste ga-re sociali (un vivo riconoscimento dimerito al presidente Godessi, instan-cabile organizzatore che trova sem-pre nuovi interessanti e stressantipercorsi) ha visto prevalere nell’ordi-ne: Ruggero,Vanzan, Machini,Visin-tin e Farina ai quali oltre ai premi pre-visti sono stati consegnati buoni ac-quisti di materiale ciclistico da effet-tuarsi presso il negozio CICLI 4 – Rdi Palmanova che da cinque annisponsorizza il gruppo.

Per la prossima annata agonisticaoltre a confermare le già citate mani-festazioni c’è la volontà di un arrivodi tappa ad Aiello del Giro del FriuliUdace nonché un medio fondo di cir-ca 90 KM.Con un percorso impegna-tivo e per metà libero (senza limiti divelocità) e per pochi chilometri a ve-locità controllata. La partenza e l’ar-rivo avverranno ad Aiello.

Per le due predette competizionisi farà affidamento nell’aiuto finan-ziario dell’Amministrazione Co-munale, della cittadinanza e dellaPro Loco Aiello – Joannnis perquanto attiene al dopo corsa (pasta-sciutta per tutti).

Non rimane che augurare al nuo-vo “Direttivo del Gruppo”un profi-cuo buon lavoro e un in bocca al lu-po…crepi!

Iza

Pensierie ricordi

La famiglia di Domenico Zon-ch proveniente da Medea, arrivòad Aiello dove si stabilì nel Bor-go dei Frati.

Domenico, uno dei fratelli(meglio conosciuto da tutti comebarba meni Zonch) si sposò conuna donna di Crauglio, ebberotre figlie: Luigia, Anna ed Ama-bile (la mia mamma).

Purtroppo rimase vedovo do-po pochi anni, pensando di anda-re avanti con la famiglia trovòuna donna di Privano e si sposòper la seconda volta. Da questomatrimonio nacquero due figli,Attilia ed Angilin; la sfortunavolle che anche questa secondamoglie lo lasciasse e lui si ritrovòdi nuovo vedovo.

Un giorno incontrò Catinache era di Ontagnano, si conob-bero e decisero di sposarsi, daquesto terzo matrimonio nacqueAlbina. Mio nonno, nonostantele traversie della vita, che avevaavuto, era un uomo molto gio-viale.

Io conservo di lui un caro ri-cordo, poiché quando è manca-to,avevo io circa sette anni,quel-la giornata mi è rimasta impres-sa sempre nel cuore. Mi trovavonel Borgo dei Frati dai miei cugi-ni, eravamo lì in tanti ragazzi noied anche altri amici.

Il nonno si trovava nella casadi agna Betta, ci radunò tuttiprendendoci per mano e ci fece

fare un girotondo: lui era lì inmezzo seduto su una panca di le-gno con tra le braccia l’insepara-bile fisarmonica e si mise a suo-nare; il piede per terra segnava iltempo, poi incominciò a cantarela sua canzone preferita, oggi di-rebbero il suo cavallo di batta-glia: “Quando parto vado a Ve-nezia, cara Lucrezia ti scriverò”.Poi continuò con le belle villottefriulane. Questo ricordo è rima-sto sempre caro nei miei pensie-ri.

Mio nonno era conosciutotanto anche nei paesi vicini, lochiamavano specialmente ai ma-trimoni perché lui cercava di te-nere tutti in allegria suonando lafisarmonica.

Le persone, che lo hanno co-nosciuto, mi raccontarono chequando si unì in matrimonio perla terza volta, al momento di dar-si la mano per mettere l’anello,lui porse quella sbagliata e quan-do il parroco lo corresse lui umil-mente rispose: “Cosa vuole, Si-gnor Parroco, si viene qui così dirado!”.

Un giorno,avendo ricevuto unavviso dall’ufficiale delle tasse, sirecò a Cervignano e arrivato sulposto trovò già tante persone,ve-nute tutte per lo stesso motivo;lui fu uno degli ultimi ad esserericevuto e quando arrivò il suoturno l’impiegato addetto, giàstanco di aver sentito tutte le la-mentele della gente, appena lovide lo apostrofò così: “E orabuon uomo non ditemi anchevoi, come gli altri, che non avetepotuto pagare le tasse perchéavete miseria...”.

“O no! illustrissimo - risposemio nonno - una volta avevo mi-seria, ora non ha più nemmenoquella!”.

Così era mio nonno, barbaMeni Zonch, uomo buono edonesto, lui che anche le cose seriecercava di prenderle sempre conun sorriso, non si può dimenti-carlo.

Assieme a nonna Caterina,l’unica nonna che io abbia cono-sciuto, lo voglio ricordare contanto affetto.

Bruna Peloi

In piena attività il GruppoCiclistico Cicli 4-R

Un pensiero

Vagar mi fai,ed io da lontanoammiro il Tuovolto,dolce che sa di primavera.

I giorni pieni di solerispecchiano i Tuoi occhicome perle, e dal marele onde che ondeggianosui scogli mentreil gabbiano sbatte le alisaltellando sull’acquaspumeggiante.

Dalla riva cerco qualcuno,qualcuno che sache mi attende.

Intanto il solefa capolino fra le nuvole,a tratti appare splendentedando quel calorequello spirito speranzoso

Valentina Braida

5Sot dal Tôr

Tita, Meto e RosariChista storia vera di chel timp

lontan mi la contava AngilinZonch, fi di Meni Zonch.

Lui l’era gastald dai cons At-tems di Daèl (sul Pascut).

Una di al cont gi dis a Angilindi ciatagi par là a seselà al for-ment tai ciamps di Tiars di Aqui-leia tre contadins che sepin a la-vorà come che si devi.

Angilin nol piart timp e va furdal porton lì sul Pascut. Ma al ca-pis subita che lì no l’è nuia di fà:son duc’ sotans.

La pesa di Bois, la puesta di Ti-na, l’ostaria di Vrech, cialiars,marangons, l’officina di Peloi, alcine e al mulin.

Alora al và tal Borg dai Frarise là propit andà ciatàt chei trechel siriva:Tita, Meto e Rosari.

A gi dis di ciatasi tal indomandi matina a bunora sul Pascut par

A Visco, la famiglia, compo-sta dai coniugi AlessandraMartina e Ferruccio Tassin edal loro figlio giovinettoPietro, è stata rallegratadalla nascita di

ELISABETTA

Alla piccola auguriamo ognibene, salute, felicità e tantesoddisfazioni dalla vita.Approfittiamo di questoscritto per ringraziare ilprof. Ferruccio della suagradita ed attiva collabora-zione a Sot dal Tôr.

Auguri! Auguri

là a pît a Tiars di Aquileia a seselàal forment.

- Partèt la gulizion,al gustà e lasena e dopo finut al lavor al contus darà la paia.

Rivàs das vot di matina duc’sudas, al soreli l’era su in alt, Ro-sari al dìs di mangià subita la gu-lizion; ancia Meto al dìs la sò, dimangià ancia al gustà cun che fanche vevin.

Ancia par bevi al flasc di aga easèt che sà era cialda.

Ma Tita no era di mancul!- Saveso se,mangin ancia la se-

na dato che culì a l’è plen difurmîs.

E cussì an netàt dut!- E cumò a tachin a lavorà!A no, al dìs Tita, jo a ciasa me

dopo sena no lavori mai !E cussì son tornas a ciasa.

Albin Zonch

Gola di una tazza di neriLusiuta e Tinuta erin làdis nuviz-

zis int una famèa di sotàns, dulà ch’alcomandava al pai e al tigniva dutsiaràt sot clàf.

Un lunis al pai ’l è lad al marciàt aPalma e ’l à dismenteàt la clàf da can-tina ta siaridùra.

Lor dòs àn pensàt subìta: - Vuèbevìn una biela tazza di vin neri chenus darà coragio!

Son làdis drenti in ta cantina e...ciàla di cà... ciàla di là... vin neri nolera travasàt, domo vin blanc ’l era tabutìglis.

Cussì son vignudis fûr senza bevinùja.

Propi zòvinis stupidùtis dal séculpassàt.

La fiondeSoi tornat,ta ciàse vece di me nònosòi tornat...Al è tant che soi lat viedi quant che sòi sposate loi insieme cul mè frutai zirat un poc par dut.

Tra i murs di che stalùtela me fionde ‘o ai ciatat.Jere li i t’une sfresuteche jo ‘ndai fismenteat.

(La platade un dì mè pariquant che un veri vevi rote in chei ains, cui no lu sa?No si podeve la a comprà,e cussi ta chel barcònben mitut jere un carton.)

Quant che in man la ’ndai ciapadee tirade ju dal murpar un moment le ’ndai tignudestrente strente ca sul cur.

Dopo un clap ’ndai pròvata tiralu un poc lontànma la man mi è tramate colat ’Ál è ju tal stran.

Jo strenzevi chel stecute mi pareve di tornà frut,io vedevi senze savéduc ’i amis ca jerin cun me.

Oh! no vevin motorins,Qualchidùn la biciclete,ma di fieste duc contentzcu la fionde ta sachete,

plens di claps tant ben ciatase corevin la sui prasgi tiravin ai uzzeiche svolavin cussi biei!

Tanc’ pecias di mularìeca je durade par tanc’ ainsfin che quant a sin las viee za jerin cussi granc’.

In chel moment mi à vignutcome un grop, culì sul cuele al me frut che mi cialaveche tosevi cussì fuart

gi ai diti une bausie:“Qualchi alc mi a lat in stuart”‘po ai ciapat la so manutee cun lui soi tornat vie.

Bruna Peloi

Sin a carnevaldal 1947

Si devi pur contentàchel che l’ul pastizàsel domanda una rizeta,e io che soi scletala doi tant vulintir.Si capis par interess,chist le un biel miezpar scrocà qualchi boccon.

No le la prima che doi fur,e hai ciatat simpri dur,nissun si ha motdi dami un toc,ancia a murì di gola.Ma culì hai sa tastat,a no foi un plasè.

Cussì siora Delinase ul ve plena una tirinano devi badà al grass,che fasi pur un pass,viars la butegase il purzit chel purzel,no ha dati tant argele sain par frizi i crostui.

Si capiss che ul fat una montagnacun duta che cucagnadi fruz e int par ciasa.Le chel di fur cal nasal’odor dal frit,che da rizeta si freola,dopo le il frutat da fiola,chel merita ricuardat.

E po le Paolo il Todeschno si pol lassalu fur al freschsenza digi: cam her,se ghe fa piazerdi zerciar i crostui.Finalmenti sin capar di dut che che vapar fa chist bon dulzut.

500 grams di farinadi che plui fina,di butir un tucutdi latt un cuput,

3 sedons di zucar5 ross di uf di gialina4 sedons di trappa ginuinae scussa di limon gratat.

Siora Deloina cumò a sàsemut che ha di fà,e dopo fat a mangiat par diaun caffè senza economia.

Maria Nardin(Mariutta Brica)

“Ricuard”Quant che eri pissinine mi plasevin i colass,

ma cumò che soi grandate a mi plasin i fantas;Velu là, velu lavie, velu là chel ven cumò,

e mi dìs mandi morose, ma jo i dìs malafenò.Al mè moro no lè di chenti, al và ciasa su pa mont,al ven jù sol ale fieste, blanc e ros come un sclopon,

e i da un tic a di che puarte, che si alsi chel saltel,che salti fùr che bambinute, che la ciapi a brassacuel.

None Geme, nassude al 28 di disembardal 1910, sul estremo confin fra

Daèl e San Vit, in ta ciase Blance

6 Sot dal Tôr

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ARTE A SANT’AGNESE

Alcune artiste con le composizioni floreali.

Si sta assistendo, nelle grandi città come nei piccoli centri, ad una cre-scente esigenza di creatività artistica da parte di coloro che dell’arte fannouna professione, ma pure dei molti che attraverso la creatività cercano spa-zi lontani dalle problematiche quotidiane, per rinnovare la propria energiae ricrearsi il modo di essere. Un esempio, fra tanti, è stato offerto dalla rea-lizzazione della Mostra degli artisti di Aiello e Joannis, allestita a cura delCircolo Culturale “Navarca2” nell’ambito della Festa dedicata a Sant’A-gnese, patrona di Joannis. Si fotografa per immortalare un attimo signifi-cativo della realtà. Perseguendo questo scopo hanno presentato le propriefotografie alla mostra: Luigino Snidero, Luca Cantarin, Massimo Visintin,Alessio Buldrin con le sue composizioni fotografiche computerizzate. Scri-vere versi significa attingere sensazioni dai livelli sottoli dell’anima e tra-durle in parole. Per la poesia hanno partecipato: Tiziana Perini, Bruna Pe-loi, Stefania Buiat, Liliana Passagnoli. Dipingere è ricreare la realtà se-condo canoni personali, a volte ricorrendo a suggestive metafore. Nell’e-spressione pittorica si sono esperiti: Bruno Fritsch, Francesco Pinat, Ca-terina Taccia, Duilio Bignulin. Ermes Grion, con i suoi acquarelli, KatiaCimolai, Lucio Stel con opere a china ed acquarello, Alida Virgolin, Gio-vanni Padovani, Roberto Brandolin, Gilda Adrian, Debora Cabras. Chiscolpisce, lo fa perché innamorato dell’armonia delle forme. Anna De-genhardt ha partecipato alla mostra con la scultura di un busto umano.Mentre Anna Pontel, attingendo dall’informale, ha presentato una serie dicoloratissimi accessori di vestiario. Erano ancora presenti con le loro ope-re: Eleonora Orso con un arazzo, Renato Franz con i suoi manufatti arti-stici in legno, Gianmaria Pinat per il ferro battuto, Aurelio Pantanali conle sue celebri meridiane ed Anna Maria, Fidalma, Mirella, Viviana, Fer-nanda, Laura, Paola per le composizioni in fiori di carta.

Liliana Passagnoli

Ioannis - Prima visita - 1950Gordon Baxter

Articolo contenuto in una letterainviataci dal signor Gordon D.Baxter dall’Inghilterra, che noiriportiamo fedelmente.

È con tanta tristezza che devoavvertirvi della scomparsa dellamia carissima moglie Wilma LuciaBaxter Tonutti, nata a Uànis il 22agosto 1929 e morta nella città diPortsmouth, Inghilterra il 25 no-vembre 2000 dopo quasi cin-quant’anni di sposalizio felicissi-mo. Ci siamo sposati a Trieste il 13ottobre 1951 dove io facevo servi-zio militare nell’esercito inglese inquel periodo del dopoguerra quan-do i politicanti internazionali litiga-vano per il controllo del TerritorioLibero di Trieste. Wilma lavoravanello stesso ufficio mio e come suc-cede fra giovani siamo riusciti sen-za difficoltà a innamorarci. Però,prima di sposarci era necessario in-contrare “La Famiglia”.Mi ricordobene, come ieri, la prima volta cheWilma mi ha portato a Ioannis conquesto motivo in mente.Vorrei rac-contare la storia in dettaglio, perchéper me è stata un’occasione indi-menticabile anche, devo dire, vistada cinquant’anni più tardi, un po’comica.

Era una domenica, una giornatad’estate bella e calda. In quei tempila corriera non passava per Ioan-nis, allora, abbiamo dovuto scende-re a Visco dove lo zio di Wilma,To-ni Tonutti ci aspettava col cavallo diun’altro zio.Guido Gregorat, insie-me con un carro. Io ero seduto so-pra sul sedile davanti, insieme conBarba Toni, mentre Wilma e suamamma, la mia futura e carissimasuocera,Adele Tonutti, si sono mes-si dietro sopra una banchina di le-gno.

Così abbiamo fatto il nostroprogresso ad una bella galoppataverso Ioannis con Zio Toni che fa-ceva il commentario. Attraverso ilfamoso cavalcavia poi girando adestra giù per la strada principale diIoannis passando naturalmente lacasa del Conte. Bisogna dire che inquell’età la strada se mi ricordo be-ne,era ancora ghiaiata, strada bian-ca di campagna.Per fortuna o forse

per malfortuna il nostro arrivo da-vanti alla chiesa coincideva con lafine della Messa e quasi tutto il pae-se era in piazza a chiacchierare atutta forza sotto il sole. Così tutto ilmondo ha visto la nostra traversataquasi, ma devo confessare non as-solutamente regale. Io seduto in al-to mi sentivo piuttosto imbarazza-to. Sembrava come una scena di unfilm del “Wild West” quando arrivain paese il novizio dall’est. Ad unpunto mi ricordo benissimo unavoce che ho sentito dire chiaramen-te, in Furlàn naturalmente “È l’In-glès di Wilma”.

Alla fine siamo arrivati a casadove per la prima volta ho incon-trato la Zia Gusta (Gregorat-To-nutti) e abbiamo fatto un piccolorinfresco. Dopo un poco Wilma hadetto che dovevamo andare in giroper incontrare il resto della fami-glia. Mamma mia! che giro abbia-mo fatto! Quante case, quanti pa-renti, quanti bicchieri di rosso, dibianco o di grappa, fortunatamen-te, ogni tanto arrivava anche un’e-spresso per salvarmi perché ioquella volta non ero abituato a beretanto. Magari, neanche adesso nonbevo così tanto. Non era soltantouna questione di bere ma ad ognicasa arrivava un’infinità di salami,prosciutti, formaggi, biscotti e dol-ci. Tutti fatti in casa e guai a dire dino! Povero me, tutti loro avevanovoglia di mostrare l’ospitalità diIoannis ed io avevo l’onore d’In-ghilterra ad mantenere. Finito inpareggio perché Ioannis ha accetta-to me ed io sono sempre concentodi rivisitare questo bellissimo paesedel mio cuore.

Però per continuare e conclude-re questa piccola storiella siamo fi-nalmente tornati alla casa di ZioToni con la testa che girava, comeun giro e lo stomaco in uno statomolto pietoso. Per completare ilmio sconforto seguiva un grandepranzo! Buonissimo,ma io senz’al-tro non era in uno stato da apprez-zarlo. Mi pare che siamo ritornati aTrieste lo stesso giorno ma questa èun’altra storia che ho già dimenti-cato perché io avevo lasciato il miocuore in Uànis.

È arrivata la

cicogna!

ANAIS GAYnata il 30 ottobre 2000 a Tolosa (France)

La nonna Gioiella e la bisnonna Gisella, felici per la nasci-ta della piccola Anais, desiderano far conoscere la nipotinaa tutti i lettori, parenti e compaesani.

7Sot dal Tôr

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Novant’anni!

Il giorno 16 giugno 2000 Dante Delle Vedove, nativo di Joannis, hacompiuto 90 anni ed è stato festeggiato dal cognato, dai nipoti e pro-nipoti di Joannis nella sua casa di Camporosso in Valcanale dove viveda ben 60 anni.

Nozze di diamante

A Joannis il giorno 30 novembre 2000 Mario Decorte e Maria Pi-nat hanno festeggiato l’anniversario del loro matrimonio celebratoben sessant’anni fa. Qui sono ritratti con la nipote Sara.

Auguri vivissimi!

Joannis è un paese della bas-sa friulana le cui origini si per-dono molti secoli addietro. Og-gi Joannis conta circa seicentopersone di cui buona parte so-no accomunate da rapporti pa-rentali, anche se a volte lontani;questa tendenza sta oggi scom-parendo sempre più sia perchénon ci si sposa più solo tra per-sone della stessa comunità, siaperché con la costruzione dinuove abitazioni sono arrivatea Joannis famiglie per così dire“non joannesi”.

In questa fase di cambia-mento il paese è comunque ri-masto molto legato alle sue tra-dizioni e molte sono le anticheusanze che sono ancora vive.

Una di queste è la festa dellaMadonna della Salute che si fe-steggia il 21 novembre, giornodella presentazione di Maria alTempio. Con questa festa la po-polazione vuole ricordare eringraziare Maria per la suaparticolare protezione controun terribile morbo che moltis-simi anni fa aveva colpito ibambini di Joannis.

La sera del 21 novembre si ècelebrata la SS. Messa solennee cantata: la Chiesa era gremitadi fedeli, il coro parrocchiale haallietato la liturgia con il cantodella “Missa de Angelis”. Aquesta sera di preghiera è se-guito un Triduo, uso ormai dilunghissimi anni, nei giorni 22,23, 24 novembre.

Credo sia importante ricor-dare l’origine di questa usanzareligiosa e molto antica. Moltotempo fa si era diffusa in paeseun’infezione della gola a queltempo malattia incurabile checolpiva in particolare i bambi-ni. Infatti ne morirono molti. Inostri avi allora fecero un voto

alla Madonna, perché li aiutas-se contro quel terribile male: ilvoto consisteva nel celebrareper sempre la messa in onoredella Madonna il 21 novembre.È passato un secolo e ancora ifedeli di Joannis mantengonoviva la loro riconoscenza a Ma-ria e celebrano ancora il voto.Anni addietro, era, inoltre,usanza che due uomini “fidati”si recassero in casa a chiederel’elemosina che spesso era par-te dei raccolti agricoli perché isoldi mancavano. Il ricavatoserviva al sostentamento delsacerdote ma un piccolo oboloveniva pure distribuito ai chie-richetti, ai cantori e all’organi-sta. Oggi quest’usanza è scom-parsa ma i fedeli continuano daeffettuare le loro offerte depo-nendolo in un cestino apposita-mente preparato ai piedi del-l’altare della Madonna.

La Madonna della Salute a Joannis

L’arrivo in paese del piccolo Joghinda,bambino indiano, adottato dalla famiglia

di Anna Teresa e Sergio Franzin

La fine dell’anno Giubilare e il Santo Natale hanno conciso in Joan-nis con un altro fatto molto bello, che onora anche il paese: l’arrivo diun bambino indiano proveniente da New Deli e adottato dalla famigliaFranzin. Il bambino si chiama Joghinda.

Molti sono stati i disagi, le lunghe procedure e anche diverse le speseche Anna e Sergio hanno dovuto affrontare per vedere coronato il lorosogno di allietare la loro famiglia con un figlio. Sono andati a prender-lo personalmente fino a Deli, partendo da Joannis il diciassette dicem-bre. Ora sono qui a Joannis, rientrati con il loro figlioiletto alla vigiliadi Natale quando le campane suonarono a festa.

Il paese si sente onorato da questo meraviglioso gesto d’amore ed èstato vicino a loro in tantissimi modi, da quando sono rientrati dall’In-dia.Siamo certi che questo bel bambino sarà motivo di tantissima gioiae anche di tantissime preoccupazioni, come lo sono d’altra parte i figliper tutti i genitori.

È un bel bambino con la pelle un po’ olivastra, tipica degli indiani,non molto grande, ha sette anni ed ha un bellissimo sorriso. Ai genitorii più cari auguri da tutta la comunità di Joannis.

8 Sot dal Tôr

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SANTA LUCIA

Il tredici dicembre si festeggia la ricorrenza di S. Lucia, la santa protet-trice degli occhi e della vista. In via Leonardo da Vinci, dietro il vecchioabitato della “Centa”, il nucleo più antico di Joannis, c’è l’anconetta dedi-cata a Santa Lucia. La chiesetta ha due finestrelle, una porticina, il pavi-mento è sterrato e al suo interno ci sono alcuni scalini. Un tempo l’acquadi “risorgiva”sgorgava da una sorgente all’interno della chiesetta, la chie-setta stessa si riempiva di acqua. Sul muro laterale della chiesetta c’è undipinto ormai sbiadito raffigurante la Santa con in mano un piatto con so-pra due occhi. I fedeli di Joannis quando, per andare al lavoro passavanodi lì, usavano fermarvisi, lavarsi gli occhi e recitare una preghiera a S. Lu-cia per la salute della loro vista.

Tre anni fa la chiesetta, che era ormai ridotta male, è stata restaurata econ l’arrivo del parroco Don Mario il giorno in cui si festeggia la santa laS. Messa della giornata viene celebrata presso la cappella. Il tempo que-st’anno non è stato favorevole perché pioveva e così la S.Messa è stata ce-lebrata il pomeriggio nella chiesa parrocchiale di S.Agnese.Dopo la mes-sa,nel ricreatorio si è svolto un piccolo rinfresco a tutti i presenti.La festasi è conclusa con l’accensione dell’albero di Natale, preparato nella piaz-za a Joannis.

ALLESTIMENTO DEL PRESEPENella settimana che precede il

Santo Natale è stato allestito co-me ogni anno il presepe dellachiesa. È una ricorrenza che me-rita veramente di essere menzio-nata anche se in ogni chiesa perNatale si allestisce un presepe.Ma quello di Joannis, quest’annoriproposto da Sergio Buldrin eda Stefano Blanch, con l’impian-to elettrico fatto da ChristianDeluisa merita una menzioneparticolare, perché è un’operad’arte. È il presepe costruito, pia-no piano, con pazienza, con leproprie mani, dal nostro com-paesano Valentino Cidin, ormaiscomparso. Morì, infatti, il 26maggio 1970.

Egli aveva deciso di costruireun presepe per la sua famiglia ediniziò da un ceppo di acacia, dalquale la sua bravura e la sua fan-tasia seppero ricavarne la grotta.Nelle lunghe notti invernali

quando non si poteva rimanere alungo nei campi e il lavoro nellastalla era finito egli, accanto alfuoco, intagliava le statuine per ilpresepe che stava allestendo.Quando intravedeva qualche le-gno da cui gli pareva poter inta-gliare qualche statuina o qualchealtro oggetto per abbellire il pre-sepe, lo raccoglieva e lo mettevada parte. E d’inverno con la sua“britula” (un coltello a serrama-nico ricurvo) scolpiva il legno:pecore, cammelli, pastori e sog-getti vari. Ne risultò un’operafatta con amore, finezza e vorreiaggiungere con “una devozione”visiva, che ancora oggi promanada tutto quello che fece e ora co-stituisce il suo presepe.

Ci lavorò per quasi vent’anni.Ma già circa nel trentotto ne ave-va fatto dono alla Chiesa di Joan-nis su richiesta del parroco deltempo che lo esposte in chiesaper quasi trent’anni. Un fattounico e raro. E pensare che Va-lentino era una persona semplicee non aveva fatto studi particola-

ri. Guardava riviste e leggevaqualcosa in merito e nulla più.Gli facevano da modelle le figlieTeresuta e Lucilla o altri perso-naggi tra i parenti.

Dopo tanti anni il presepe ov-viamente si era purtroppo rovi-nato e negli anni settanta vennesostituito con uno nuovo, dopoaver chiesto, ovviamente, il pare-re anche a Valentino:e così il pre-sepe fu riposto. C’era il rischiperò, appurato, che i vari perso-naggi un po’ alla volta “scompa-rissero”e allora Valentino se li ri-portò a casa e lo sistemò in unbaule dove la figlia Teresuta lo ri-trovò.

Il nuovo parroco, dopo quasivent’anni, lo rivide e lo richiestea nome della parrocchia alla fi-glia Teresuta che lo ridonò volen-tieri alla Chiesa, e, in quell’occa-sione, raccontando al parroco levicende del presepe e del padre,

gli ricordò la frase che Valentinoa suo tempo disse quando il suopresepe venne sostituito con ilnuovo e a lui venne riproposto diriprenderselo: “Chel che l’è statbenediit pa glesia, ta glesia al de-vi restà”. Poi accadde il fatto del-lo “scomparire” delle figure e al-lora Valentino decise che piutto-sto che veder “sfumare” il suopresepe in nulla, in quella minie-ra,era meglio riportarselo a casa.

Don Mario, fatto restaurare ilpresepio da persone competenti,facendolo ritornare nuovo, lo haoggi rimesso nel posto d’onoreche di diritto gli spetta.

Accanto al presepe si usa met-tere una bella statuina raffigu-rante un angelo in ginocchio cheaspetta l’offerta e ogni qualvoltala riceve ringrazia piegando il ca-po. L’angioletto è conservato daSilviutta Cidin che pure l’ha fattorestaurare in quanto anch’essoinvecchiato presentava qualcherottura. È un caro ricordo di suopapà Giacomo, fratello di Valen-tino.

EPIFANIA A JOANNISSabato 6 gennaio, festa dell’Epi-

fania.È arrivata la Befana sul mono-

pattino, assieme agli aiutanti, con ilsacco sulla schiena pieno di doniper i bambini.

La chiesa era adornata con tuttoil suo splendore di addobbi, di tap-peti e di fiori. Alle tre del pomerig-gio: solenne celebrazione Eucari-stica per la benedizione dei bambi-ni della nostra comunità e consa-crazione delle famiglie a Gesù.

Solennemente sull’altare mag-giore, sopra il tabernacolo, eraesposto il Santissimo nel meravi-glioso ostensorio in oro massiccio.

La statua del piccolo bambinoGesù, la notte di Natale, era statanella mangiatoia, esposta al lato delpresbiterio.

La chiesa gremitissima: genitori,bambini, nonni, bisnonni e tanti fe-deli. Durante la cerimonia, dopo ilcanto delle litanie mariane, tutti,camminando dopo il celebranteprocessionalmente, siamo passati abaciare il bambino Gesù ed abbia-mo deposto la personale offerta peri due bambini guatemaltechi mala-ti, adottati dalla parrocchia.

Inoltre, uno di questi bambini èstato anche colpito duramente dalterremoto che ha sconvolto il Sal-vador proprio in questi giorni,e chesi è esteso in parte fino al Guatema-la.Tra le vittime c’è anche il papà diRigoberto, uno dei due bambiniadottati.

Abbiamo raccolto quasi un mi-

lione per loro e ne siamo felici e fie-ri. Sarà una vera “manna dal cielo”per Carlo Martin Castello e Rigo-berto Alexander Ramirez Solis e nesiamo felici.

Che almeno un pochino le lorosofferenze materiali possano esserealleviate!

Spesso si fanno festicciole conpiccole lotterie per raccoglierequalche somma da inviare alla lorocomunità o alle missioni diocesane.

Anche per l’Epifania dopo la so-lenne benedizione i bambini recita-rono poesie di Natale e della Befa-na ed era presente anche Joghinda.I genitori lo avevano portato a farela conoscenza degli altri bambinidella parrocchia. Ovviamente eraal centro dell’attenzione di tutti, perla novità che rappresenta nel nostropaese,era lui molto timido,anche seè un ragazzo vivace, pronto a sorri-dere a tutti e a dire qualche timidograzie, una delle ancora poche pa-role che pronuncia in italiano, maha una vita intera ora dinanzi a séper impararlo e presto andrà anchea scuola.

Beatrice gli ha rivolto l’auguriodi trovarsi bene in mezzo a noi e dipoter fare conoscenza presto di tut-ti gli altri ragazzi di Joannis.

Con un forte applauso si conclu-de la bella festa.

“Tanc’ salûs a duc’ i migrans especialmentri ai miei amis di scue-la. Cun tant afiet: Mandi! Mandi!”.

Lisutta

9Sot dal Tôr

Storia fotograficadi Aiello e Joannis

Il Circolo Culturale “Na-varca”, ha presentato loscorso dicembre la video-cassetta “In punta di piedidavanti al passato”, realizza-ta per dare la possibilità atutti, agli emigranti in parti-

colare, di rivivere un trattodi vita del nostro paese, ma-gari vissuto o a volte sola-mente sentito raccontare edaverlo solo immaginato.

La videocassetta è il se-guito della proiezione stori-co – fotografica su Aiello eJoannis presentata la scorsaestate e racchiude in sé tuttal’opera che comprende tre-cento immagini fotografi-che dalla fine dell’ottocentofino al secondo dopoguerra.Il tutto accompagnato damusiche dell’epoca e da vocirecitanti che fanno riviverecinquant’anni di storia vis-suta dai nostri padri e dainostri nonni, cogliendo isentimenti e le emozioni chetraspaiono dalle belle im-magini.

Chi desiderasse entrarein possesso della videocas-setta “In punta di piedi da-vanti al passato” può richie-derla direttamente a Giaco-mo Pantanali del CircoloCulturale “Navarca” diAiello, devolvendo al Circo-lo un contributo di L. 25.000o L. 30.000 con le spese dispedizione.

UNA GITA MEMORABILE

Nel 1970 la gita è stata rifatta, questa volta in automobile su como-de strade asfaltate.

Sono state visitate le varie località già viste in passato ed il pernot-tamento è avvenuto nella foresteria del Monte Lussari.

I partecipanti si erano ritrovati contenti, anzi entusiasti di comuni-care tra loro.

Anche se la vita li aveva portati lontano da Aiello, anche all’esteroed addirittura in Sud Africa, anche se le loro attività spaziavano dal-l’operaio all’artigiano, dal sacerdote all’impiegato, dal contadino al-l’ingegnere, essi si sentivano allora e si sentono ancora oggi amici inmodo veramente cristiano ed umano.

* * *

Chi desidera ricevere il fascicolo “Una gita meravigliosa” per do-narlo a un giovane o ad un appassionato della montagna, può chie-derlo a questo indirizzo:

Simonetta CantarinVia P. de Savorgnani 5I 33041 Aiello del Friuli (Udine) - Italia

Pari nestripitinin

Pari nestri pitinin,che ‘l à fat al Signurin.Beât cui che lu diràdal sigûr nol perirà.

L’altre gnot ta me scunuteai ciatât tre biei frutins:tre agnulins dal Paradis:doi da ciâf e un da pîs.

In tal miez la so mamineche rideve cui voglins e i diseve:Fâs la nine, fâs la nanee stait zidîns.

Duc a disine duc lu san chê ‘l Signor‘lè il miò papàe che jè la me mamine,la Madone cussì buine,

e i Sanz dal Paradisson miei fradis e miei amîse me sius a son li Santisinrosadis dutis quantis

e le sante Elisabetè mi donàun biel cristutche ai culì sul stomentA viodè la Madunineche vaive puarinee coreva su e iùa zivì al so Gesù.

E in San Zuan e si incontràe vaint i domandà:- Di dulà a ventu, o mio ciârZuan?- Di lontan!- Di dulà?- Da montagne dal Calvari.- A varesistu, lassù, incontrat al miò Gesù?- Oh, sì sì, che lu ai vidûtsanganât dut quant e nûd,plen di spinis di baraz!

Puare, Mari e puar Signor:oh se spasin, e se dolor!

Ogni sere in zenoglonsi à di dì cheste orazionchi che la sa e chi che la dîsal va dret in Paradis:chi che la sa e chi che le cianteal va dret in Glorie Sante.

A Villanova del Judrio GiovanniGrattoni recitava questo Paterogni sera con la sua famiglia; lafiglia Aurelia (classe 1922) l’ap-prese ed ancora la recita qui inAiello, dove giunse sposa di El-so Giavedoni.

Una gita memorabile(raccontata da Checo Pinat)

RISTAMPA SOT DAL TÔR NATALE 2000

10 Sot dal Tôr

RICORDIAMO I NOSTRI MORTI, CHE MATERIALMENTE CI HANNO LASCIATO,MA CHE SPIRITUALMENTE CI SONO VICINI

ALBINA PITTON in Aizan. 20.3.1911 m. 5.6.2000

È ricordata con immutato affettodal marito Luigi, dal figlio, dallanuora e dai familiari tutti.

GIUSEPPE FULIZIO(detto Tullio)

6.1.1991 6.1.2001

Nel 10° anniversario della di-partita è ricordato con grandis-simo affetto dalla moglie Gisel-la, dalla figlia Edda e dalla nipo-te Sara.

WILMA LUCIA TONUTTIin Baxter

n. a Joannis il 22.8.1929m. in England il 25.11.2000

È ricordata con tanto affetto e consincero rimpianto da Adriano,Livio, Ercole, Milda, Flavio, Lu-cio, Alfonso, Alfredo, Gustuta,Giorgia, Ilva, Ivo e zia Gusta.

LUIGI VRECHn. 8.8.1921 m. 20.2.1990

A dieci anni dalla morte è ricor-dato dalla sorella Lodovina e dainipoti.

DELFINO BERTOSSIn. 17.1.1923 m. 30.3.1971

Nel 30° anniversario della scom-parsa lo ricordano con affetto lamoglie, i figli e tutti i parenti.

SERGIA BUTTIGNONn. 6.5.1926 m. 8.12.2000

La sorella ed i nipoti la ricordano.

UMBERTO MACUGLIAn. 6.2.1922 m. 7.12.1998

La moglie lo ricorda.

ATTILIO MALACREA14.2.1971 14.2.2001

Nel 30° anniversario lo ricordanola moglie Rina e la figlia Franca.

CARLO COLAUTn. 14.3.1917 m. 23.11.2000

Reduce dalla Campagna di Rus-sia.Affranti ne annunciano la mortea paesani, amici e commilitoni,che lo conobbero e lo stimarono,la moglie Gina e il figlio Gior-gio.

ORIANA DELLE VEDOVEin Sclaunich

n. 27.2.1951 m. 12.3.1997

Il tempo passa veloce ma il dolorerimane nel cuore. Nel 4° anniver-sario ti ricordano con affetto i ge-nitori, il marito, la figlia Monica, ilfratello, la sorella, il cognato ed inipoti.

TERESA PERUSIN

È ricordata con affetto e rimpian-to dal marito Beno, dai figli e datutti i familiari.

✞È morto il 13 febbraio 2001

GIOVANNIZUCCHIATTI

di anni 78

È ricordato dai parenti tuttied in particolare dal fratello

Felice e dalle sorelleFrancesca, Lucia ed Assunta

Il ricordo

dei nostri cari defunti

ci accompagna

nel cammino di ogni giorno

11Sot dal Tôr

RIVALDA VRECH

Nell’ottavo anniversario dellamorte è ricordata con affetto dalmarito Giusto Micali.

LUCIA PELOI

Nel 10° anniversario della scom-parsa di Lucia Peloi, avvenuta il31.3.1991, giorno della Santa Pa-squa, la sorella Bruna e tutti i fa-migliari la ricordano con immu-tato affetto.

IDA BUSET

È ricordata con affetto e rimpian-to dalla figlia Paola Plet.

FERRUCCIO PACORIGe BONUTTI ANGELINA

Nell’anniversario della scompar-sa sono ricordati con immutatoaffetto dai figli Luigi, Renato, Mi-randa e Bruna.

Par l’arivo da Madonna ne lis ciasisnel’an Mariano 1954

Ecco ancia ca una puarta spalancadale sigur ca iè rivadaLa Madunuta.Propi si. Oh! Tant biela la to musutale un rifless di Paradis.In buna compania sin culì unispar amirà il to splendor.Grazis tant o Signorche chista stanza terrenal’aves fata degnadi ospità un giglio Immacolat.Grazis ai toi Sacerdoz ca tu has ispiratdi mandà par ogni via,la belezza di dut il creat Maria.Dainus o Signor tant amor,par passalu a chista rosa che profuma ognicur.

per la partenza.

Le il moment di partìVergine Santa lassait culìla vuestra benedizion,e cussi sei par ogni ciasa, e a vo devozion.Fermiti o luna par un moment,lassa di navigà pal firmamente manda iù i toi ragios d’arint,in forma di manto pa Regina di duta la int.E vualtris stelisses tant plui bielisse vignis fur a fa coronaalla Madonnache passa cumò.

Maria Nardin(Mariutta Brica)

✞Ricordo di Caterina (Rina) Mucchiut

Rina era da tempo malata e viveva da sola, forse il suo cuore non haretto.È caduta e l’ha trovata priva di sensi la donna che la aiutava e l’assi-steva. Si pensava ad una rapina, ma un accurato controllo da partedei Carabinieri ha fugato l’ipotesi di un furto. Dalla casa non man-cava nulla.Rina era una donna caritatevole, più volte incontrandola mi davaun’offerta per Sot dal Tôr e mi chiedeva del giornalino.Da noi collaboratori a Sot dal Tôr le più sentite condoglianze ai pa-renti tutti.

Tarcisio

ANGELA (Lina) edAURORA (Concetta)CARAMUSCIANO

Le ricorda con tanto affetto la fi-glia e nipote Rosamaria assiemeai familiari.

SPARTACO ZANDOMENI

n. 12.9.1926 m. 20.1.2001

Gianna, Lorena, Stefano,Bruna, Emilio, Paolo,Alexandra e Milena lo ricor-dano con affetto e rimpianto.

Messaggi di Conforto

Ho sognatoche camminavo in riva al marecon il Signoree rivedevo sullo schermo del cielotutti i giorni della mia vita passata.E per ogni giorno trascorsoapparivano sulla sabbiadue orme:le mie e quelle del Signore.Ma in alcuni tratti ho vistouna sola orma,proprio nei giorni più difficili della mia vita.Allora ho detto:“Signoreio ho scelto di vivere con tee tu mi avevi promessoche saresti stato semprecon me.Perché mi hai lasciatosolo proprio nei momenti più difficili?”E Lui mi ha risposto:“Figlio, tu lo sai che io ti amoe non ti ho abbandonato mai:i giorni nei quali c’è soltanto un’ormasulla sabbiasono proprio quelli in cuiti ho portato in braccio”.

Anonimo Brasiliano

12 Sot dal Tôr

O F F E R T EFam. Guido Feresin; 20.000.; B.V.;20.000; Natale 2000, in memoriadei propri cari defunti, Laura,Giovanni Vrech e familiari; 50.000- Per ricordare Albina Pitton inAiza il marito Luigi ed i familiarioffrono; 50.000. - La sorella Lodo-vina ed i nipoti ricordano LuigiVrech; 50.000. - I parenti di Joan-nis offrono in memoria di WilmaTonutti in Baxter; 110.000 - DaJoannis M.L.; 50.000.Edda, Sara e Gisella Fulizio;50.000. - In memoria dei miei caridefunti, Maria Michelutti daCrauglio; 15.000. - Famiglia Boarodi Via Mons. Giovanni Diodato;20.000. - In memoria di Fausto,Ce-cilia e familiari; 50.000. - Due co-niugi sostenitori del bollettino;50.000. - Maria Teresa e Carla perricordare i genitori Gisella Veniere Carlo Masau; 100.000. - Arch.Dott. Gianni Avon da Udine;50.000. - Zoilo Pontel; 15.000. -Mario Stefano Marini; 10.000. -Mauro Taccia; 10.000. - Milloch;10.000. - Bordignon; 10.000. - Giu-seppe e Daniela; 20.000. - A.B.ViaPetrarca; 10.000. - Fam. Guido Fe-resin; 20.000. - La classe 1939 ri-corda Attilio;130.000. - Edda e Gi-no Magrino in ricordo dei loro ge-nitori; 10.000. - Emilia Sdrigottiper i suoi defunti; 40.000. - Per ri-cordare il caro marito e padreGiuseppe, la moglie Lina ed i figli;50.000. - A ricordo di CaterinaZamparini il marito Leonardo ed ifigli; 30.000. - Nel IX Anniversarioil marito, il figlio ed il nipote ricor-dano la cara Silvana Tognan inVrech; 50.000. - Gigia ed i figli inmemoria di Dionisio Zamparini;40.000. - Maria Pia e Gianni Justu-lin; 20.000. - Valerio e la moglieEster in ricordo dei loro cari;10.000. - Giovanni Zucchiatti;10.000. - Nel XXX anniversario diAttilio Malacrea lo ricordano lamoglie Rina e la figlia Franca;50.000. - Da Ausilia ed Odone pertutti i nostri cari; 50.000. - Nel IAnniversario della scomparsa diValter Pilot, la moglie Mafalda, ilfiglio Mauro, il nipote Martino etutti i parenti; 40.000. - Anna per isuoi cari; 10.000. - Edda Fonzar;5.000. - Bruno Felcher saluta i vici-ni e lontani; 10.000. - BrunettoFritsch;10.000. - Silvana Macuglia;5.000. - Venuti;10.000. - Luisa Bag-gio; 10.000. - Assunta Basso ricor-da i suoi defunti; 5.000. - DinoMian; 4.000. - Paola Colussi; 5.000.- Laura e figli Bertossi in ricordodel papà Ermes; 25.000. - Gianni eFam. a ricordo del papà DelfinoBertossi; 10.000. - Vilma Candotti,assieme alla famiglia, ricorda conaffetto il marito Ferruccio nelXXV Anniversario della scom-parsa; 10.000. - Mario e Maria DeCorte; 10.000. - Per festeggiare i 90anni del caro Dante Delle Vedove;10.000. - Oriana Delle Vedove inSclaunich è ricordata nel IV Anni-versario della scomparsa dai geni-tori, dal marito, dalla figlia Moni-ca, dal fratello, dalla sorella, dalcognato e dai nipoti; 50.000. - Elsa

Gabassi Nencini per ricordare isuoi morti; 50.000. - In memoria diAlcide e di tutti i nostri cari morti;Elsa, Nives, Mimi, Giacomo, Or-nella e Nucci; 60.000. - Alberta;10.000. - In ricordo del nonnoAchille Pinat, Pierpaolo e LetiziaOrazi; 25.000. - Livia e Ilva Pontel;50.000. - In ricordo del caro amico“Tilio”, Renato Vrech; 50.000. -Damiano e Nicoletta in memoriadella zia Imelda; 30.000. - Fam.Sgobbi in memoria di Maria Strus-siat; 20.000. - N.N.; 10.000. - In ri-cordo di Alberigo e di tutti i fami-liari defunti, Rina Mucchiut;50.000. - Silvia Laurica; 10.000. -Gianni Cepellot; 10.000. - Angelae Luigina ricordano i loro morti;40.000. - Silvana; 10.000. - MariaColussi; 15.000. - Lucia; 10.000. -Elvi; 10.000. - Dino Mian; 5.000. -Assunta Basso; 5.000. - Bruno Fel-cher; 10.000. - Luisa Baggio;10.000. - Aldo De Corte e famiglia;30.000. - La famiglia di Enzo Bear-zot da Milano in ricordo dei suoicari defunti; 50.000. - Beno ricordacon affetto e rimpianto la cara mo-glie Teresa; 100.000 - Aurelia;10.000 - Renzo Peloi;12.000 - Fam.Somigli; 10.000 - Luisa ed UcciaBressan; 20.000 - Noemi; 10.000 -Otello Stafuzza; 5.000 - EleonoraFeresin; 20.000 - Silva Ponton;5.000 - Rina Plet; 5.000 - VinicioLuca; 10.000 - Armida Comar;10.000 - Ermanno Comar; 10.000 -Luca e Mattia in ricordo del carononno Renzo Tomasin; 20.000 -Per il 25° anniversario della mortedi Lino Mucchiut; 100.000 - Faustoe Franca Saccavini in ricordo deiloro cari morti; 20.000 - Fam. Mau-rizio Michelini; 15.000 - In memo-ria di Pino e Gabriella Dose;100.000 - Liliana e Pinucci Berto-ni; 10.000 - In memoria del mioamato marito, padre e nonno Fer-ruccio Battistin; 100.000 - La clas-se 1944 di Aiello in memoria di At-tilio Geotti; 100.000 - EmanueleStefanutto; 10.000 - Fam. Chiarut-tini; 10.000 - Bruno Brandolin eFam. in memoria dei loro morti;23.000 - Fam. Bressan e Donat;20.000 - Giorgio Fantin; 50.000 - Inmemoria del marito Bruno Bear-zot; 15.000 - Gruppo Ciclistico Ci-cli 4-R Aiello offre a “Sot dal Tôr”;50.000 - Nevio Vrech; 5.000 - An-tonio Giaiot; 5.000 - Marco Bigno-lin; 10.000 - Mario e Maria DeCorte; 15.000 - Raimondo Avian;10.000 - Vittorio Giglio ed Italia inricordo dei propri defunti; 30.000 -Erica Boaro; 5.000 - Marzia DeCorte; 10.000 - Antonio e NivesDose; 10.000 - Enzo ed EugeniaBignulin; 20.000 - Orlando e Mari-na Milocco; 20.000 - In memoria diEttore Giaiot la moglie ed i figli;30.000 - Per il 30° anniversario del-la scomparsa di Maria Forte inBulzich - la figlia Annarosa ed i fa-miliari la ricordano con immutatoaffetto; 50.000 - Fam.Tullio Fort inmemoria dei propri defunti;10.000 - Luciana Perusin ricordacon affetto i suoi genitori ed UgoBlanch; 10.000 - Fam. Dino Avian;

10.000 - Delfino Bertossi è ricor-dato con affetto dalla moglie, daifigli e da tutti i parenti - nel 30° an-niversario della scomparsa; 40.000- Aurora, Paolo e Roberto, con leproprie famiglie in ricordo di Bru-no;50.000 - Caterina Ciani da Trie-ste per ricordare i cari defunti;20.000 - Nerina Mian e Sara Dose;50.000 - Rosina e Bruno; 10.000 -Martina;10.000 - Gina e GiorgioColaut; 30.000 - Dan.; 20.000 - Ric-cardo Botta da Torino; 10.000 - Alcaro Attilio; 20 pounds - Livio edAngela Basso in memoria dei ge-nitori Aldo, Elda e Salvatore;20.000 - Maria Grazia;7.000 - NaraPletti; 30.000 - Valerian Buiat;10.000 - Da Trieste, Remigia Boz-Urizzi per ricordare tutti i suoi ca-ri defunti; 30.000 - In ricordo diUmberto Macuglia e Sergia Butti-gnon; 50.000 - Rinutta e Giovanni;50.000 - Nell’anniversario dellamorte di Giuseppe (Pepi) e Cora-lia Pitton, il figlio Enzo, la nuoraRomana, i nipoti Mauro e Rober-to, le nuore ed i pronipoti; 50.000 -Giuseppe Venturini; 10.000 - Lu-ciano Livon; 20.000 - Alma e LinaVrech per i defunti;10.000 - In me-moria di Gina Justulin da Renata eGelasina Pontel; 20.000 - Eugea eSergia in ricordo della cara cuginaWilma; 50.000 - Auguri di BuonAnno a tutti da Mariarosa Passo-ne; 20.000 - Carmela Musian ricor-da i suoi genitori ed augura a “SotDal Tôr” ed in particolare a Ra-chele Buon Anno; 20.000 - Da Fi-renze Marisa Musuruana in me-moria del padre Giuseppe e del -cognato Bruno Macoratti; 50.000 -Nel 3° anniversario (10.03.01) diNella Tolazzi Bignulin, il maritoGiovanni da Seriate (BG);20.000 -Nicoletta Ranut; 50.000 - CarlaBraida; 15.000 - Giovanna Muc-chiut per ricordare i suoi cari;50.000 - Rinaldo Trevisan da Cer-vignano in ricordo dei propri cari;20.000 - Nives ed Ezzelino Fonta-na per ricordare i propri cari;20.000 - Famiglia Giorgina e Dani-lo Vrech; 50.000 - Da Joannis;20.000 - Famiglia Tonon; 20.000 - Igenitori Pitton augurano buoncompleanno alla figlia Romanna;15.000 - R.A.B. ; 20.000 - Gina eRemo di Just ; 20.000 - Ivano Aiza;15.000 - R.O. ; 10.000 - Romilda eLuciano Blanch; 20.000 - Alice eStelio Blanch; 20.000 - B.J. ; 10.000- In ricordo dei loro cari genitoridefunti, Silvana e Carlo Folla daGorizia; 50.000 - Adriana LongoCerienco;20.000 - Dopo lunga ma-lattia è morto Ugo Blanch, lo ri-cordano la cugina Onorina con la- figlia Lidia; 30.000 - Rina e fami-liari Gregorat ricordano tutti i lo-ro cari defunti; 30.000 - Da Joan-nis, Gioiella e Gisella felici per lanascita di Anais; 20.000 - NellaPonton ved. Perini a ricordo deisuoi cari defunti; 50.000 - Ricorda-no Gina Tosorat ved. Dipiazza, de-ceduta il 7/11/00 , la figlia ed i - ni-poti offrono; 50.000 - Lucio Zanu-tel da Castions delle Mura; 15.000- Da Milano, per ricordare i suoi

cari defunti, Enzo Bearzot e fami-glia;50.000 - Aldo De Corte; 30.000- Pietro e Gina Grion; 20.000 - Pe-tiziol Paolo; 30.000 - Alcide De-corte; 20.000 - Liana Deluisa daTrieste;30.000 - Lina ed Alma Vre-ch per i propri defunti;10.000 - Lu-cilla Marcuzzi ricorda tutti i suoicari; 15.000 - La nipotina Biancaricorda la nonna Rosa; 50.000 -Bruna Peloi da San Vito a ricordodei nonni; 20.000 - Buna Peloi eGuido Ross da San Vito a ricordodella cara amica Brunutta così -tragicamente scomparsa; 15.000 -Con un pensiero per Lucia Peloi,Bruna e famiglia; 20.000 - IlvaMargarit da Pieris; 30.000 - MarioFeresin; 20.000 - Elisa, Michela,Roberto pai 90 ains da none Gem-me Toffolo in Grion;30.000 - Bian-ca Vrech per i defunti; 20.000 - An-na e Fausta ricordano i loro defun-ti: Giacomo(Min) Ceppellot, Ma-rio e papà - e lo zio Coletto; 50.000- Nell’ottavo anniversario dellamorte Rivalda Vrech è ricordatacon affetto dal marito Giusto Mi-cali; 20.000 - In ricordo di Wilma,una bellissima moglie e mamma,Gordon, Patrizia e - Shirley daPortsmouth (Inghilterra); 300.000- Corinna Mascaro; 5.000 - PaolaPlet in memoria della mamma Idaringraziando Sot dal Tôr; 50.000 -Maria Perusin; 20.000 - OneliaPinchiarul; 10.000 - Valter,Emilio,Renato, Danilo, Giuseppe e Linoricordano - l’amico Ugo Urizzi;60.000 - Tomasin Pietro da Rudain memoria di tutti i suoi cari de-funti; 20.000 - Bruna Bevilacqua;25.000 - Gigi Pasar tu finisis 85ains e ti fasin tanc augurs la moglieMariute e li fiis Argia e Rosalba;10.000 - Silvia Sarta ricorda i suoicari morti; 20.000 - Da Verona, Ri-na, Luisa, Silvano e Loretta Delui-sa ringraziano - del giornalino;50.000 - Raffaele e Veronica Bi-gnulin da Alture; 10.000 - DaStrassoldo Ines e Franca ricorda-no i loro cari - genitori Berto eMaria Dipiazza; 30.000 - Rosi Ko-lan dalla Germania ricorda lamamma Lina e la - zia Concetta;50 marchi e 6 mila lire - Gianna,Lo-rena, Stefano, Bruna, Emilio, Paolo,Alexandra e Milena - ricordano conaffetto il caro Spartaco Zandomeni;100.000 - Ferruccio Pacorig ed An-gelina Bonutti nell’anniversariodella scomparsa sono - ricordati conaffetto dai figli Luigi, Renato, Mi-randa e Bruna;150.000.

Chiediamo cortesemente atutti i nostri lettori di inviarcigli indirizzi di amici, di Club,di Fogolârs Furlans, perchéabbiamo saputo che molti sipassano il nostro bollettinoper avere notizie dal Friuli esoprattutto per sentirsi legatialla terra natia.

SOT DAL TÔRI 33041 Aiello del Friuli

UDINE - ITALIA