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Presentazione

Un paniere di profumi, colori e sapori

Melannurca campana igp

Limone di sorrento igp

Limone costa d’amalfi igp

Castagna di montella igp

Nocciola di giffoni igp

Albicocca vesuviana

Marrone di roccadaspide igp

Fico bianco del cilento dop

Noce di sorrento

Castagna di serino

Kaki napoletano

Ciliegia napoletana

Percoca napoletana

Castagna del vulcano di roccamonfina

Elenco prodotti frutticoli “tradizionali e tipici”

Aziende Sapore di Campania

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contentsommariosommario

Coordinamento: Maria Passari, Maurizio Cinque, Maria Raffaela Rizzo

A cura di Italo Santangelo

Progetto grafico: Fabrizio Ferrer e Pasquale Ascione

Foto tratte dalla rivista Campania Felix edita da Altrastampa Edizioni e archivio del Settore Sperimentazione,

Informazione, Ricerca e Consulenza in Agricoltura della Regione Campania

Il presente opuscolo contiene testi e foto tratti dalla collana “Campania è” realizzata dalla Regione Campania in

collaborazione con Il Sole 24 ore.

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Presentazione

Campania’s huge legacy ofproducts, flavours and colours isits most typical feature as well asits main wealth. A legacy left tous by our ancestors’ skillfulnessand mastery in combining“knowledge and flavours”.It is up to us now to keep it safeand use it as a key factor in theeconomic development.Nowadays consumers areincreasingly oriented towards ahealthy diet with genuine andtypically “made in Italy”products. So it is necessary forCampania to boost itsagricultural and food heritagethrough a promotion policy insupport of the firms and unionsthat are already working topromote those products.This series of brochures abouttypical products is aimed at thisproject. That is why it ispresented again, in its thirdedition, with a more fashionablelayout, to attract readers, notjust the Italian ones.This work is meant to spreadknowledge about Campania’sproducts and the territorieshosting them, thus contributingto our agricultural and foodsection’s efforts in boosting“made in Campania” productson a worldwide scale.

The Regional Councillor forAgricolture and Production

Andrea Cozzolino

Il vastissimo patrimonio di prodotti, di sapori e dicolori che caratterizza l’agricoltura campana, nerappresenta anche la sua principale ricchezza. Unpatrimonio che ci è stato lasciato dai nostri avi,dalla loro cultura, dalla loro abilità, dalla loro mae-stria nel riuscire a coniugare “sapori e saperi”.Tocca a noi non solo custodirlo ma anche utilizzar-lo come fattore essenziale di sviluppo economico.Oggi che l’attenzione dei consumatori si va spo-stando sempre più verso un’alimentazione sana,fatta di prodotti genuini, che siano anche espres-sione della tipicità “made in Italy”, appare indi-spensabile accelerare, anche in Campania, il pro-cesso di rivalutazione del nostro patrimonio agroa-limentare, ponendolo al centro di una politica dipromozione commerciale e di supporto alle impre-se e ai consorzi, che alla valorizzazione di questiprodotti stanno destinando le migliori energie.La collana degli opuscoli dei prodotti tipici va inquesta direzione. Non a caso viene riproposta, inquesta terza edizione, in una veste grafica ancorapiù accattivante per il grande pubblico dei consu-matori, non solo italiani.L’intenzione, in generale, è quella di contribuire afar conoscere i prodotti campani e di conseguen-za i territori che li esprimono e partecipare cosìagli sforzi che il comparto agroalimentare dellanostra regione sta affrontando per affermare nelmondo il “made in Campania”.

L’Assessore all’Agricolturae alle Attività Produttive

Andrea Cozzolino

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Un paniere di profumi,colori e saporiMolte delle produzioni frutticole campane rappre-sentano ormai un unicum con le loro zone di ele-zione: impossibile immaginare il territorio campa-no senza i tipici melai dove rosseggiano le Annur-che, i boschi dell’Irpinia senza i fitti castagneti e inoccioleti ed il profilo delle costiere sorrentina edamalfitana privo delle terrazze fiorite e profumatecariche dei fantastici limoni. La frutticoltura cam-pana presenta spiccate connotazioni di tipicità.Prodotto e territorio si identificano l’uno nell’al-tro, condividendo il più delle volte secoli di storia. L’antica vocazione della Campania per la produ-zione di frutta è confermata ancor oggi dal ruoloprimario di questo comparto per l’economia dellaregione, che si attesta al secondo posto, dopo l’E-milia Romagna, in ambito nazionale.

Ma i nuovi scenari del mercato moderno, piùcompetitivo e globalizzato, dettano l’esigenza diporre in atto moderne strategie di tutela e pro-mozione del prodotto campano. Così, se da unlato vengono varati progetti di recupero dei pro-dotti tipici di qualità, dall’altro vengono adottatemisure di tutela dell’ambiente, affinché siano salva-guardati gli aspetti qualitativi delle produzionicampane. Il fine è quello di mantenere intatto,

Campania, a basket ofcolours, flavours and odours.

Many Campanian fruit varietiesare unfailingly linked to theirarea of cultivation: you cannotreally imagine the Vesuviancountryside without its typicalapple-orchards glowing with red“annurche”, or the Irpinianslopes without its thickchestnut-woods, or the Sorrentoand Amalfi coasts without itsblooming and perfumedterraced hills, bursting withfantastic lemon-trees.Campanian fruit growing isalways typical, because there isalways a strong identificationbetween products and the land,usually sharing centuries of

history together. The ancientvocation of Campania for fruitgrowing is currently confirmedby the leading role of thisactivity in the regionaleconomy. Campania is thesecond Italian region, soon afterEmilia-Romagna, for the exportof fruits. However, the currentconditions of global economycall for an effective protection

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La tipicità, poi, rappresenta un ulteriore elemento divalore per il consumatore, che oggi è sempre più ingrado di apprezzare tutte quelle caratteristiche diesclusività che rendono un prodotto unico e nonriproducibile altrove. Ma vediamo, nel dettaglio, quali sono gli elementi piùcaratterizzanti la produzione frutticola campana.Sicuramente le aree più vocate si trovano nelle zonecostiere e nelle pianure interne, soprattutto nelleprovince di Caserta, Napoli e Salerno. È qui che tro-viamo alcuni dei prodotti tipici più rappresentativi:l’Albicocca Vesuviana, il Kaki Napoletano, i limoni diSorrento, Costa d’Amalfi e di Procida, la CiliegiaNapoletana, la Melannurca campana, la Noce di Sor-

attraverso l’agricoltura compatibile, uno dei terri-tori agricoli più fertili, le cui caratteristiche morfo-logiche, climatiche ed idrogeologiche sono allabase delle produzioni di eccellenza apprezzate intutto il mondo.Un trend in crescita, infatti, quello dell’esportazio-ne di prodotti agroalimentari campani di qualità,tanto che quelli a marchio dop e igp sono cresciu-ti complessivamente del 5,7% in quantità e del7,4% in termini monetari. Questi risultati premiano l’impegno di molte impre-se che, aderendo ai sistemi di certificazione, nonsolo dei marchi di qualità, ma anche del biologico edell’integrato, hanno intrapreso l’importante sfidaper la competitività. È la qualità certificata, infatti, acostituire oggi per le imprese agricole, il fattoredecisivo per competere nel mercato europeo: ilconsumatore sempre più esigente ed informato, èinteressato a conoscere l’origine di ciò che acquista.

certification systems. Nowadays,indeed, in the agriculturebusiness, it is quality thatmatters, when firms have toface international competition.European consumers tend to beincreasingly informed,demanding, and willing to knowthe origin of what they buy. Sotypical products are extremelyvalued on the market. So,Campania does not fail toprovide the kind of environmentneeded for the development ofsuch products. Undoubtedly, theareas dedicated to fruit growingare located beside the coast

of traditional products. So, whilelaunching projects aimed atsalvaging quality products,decisions are taken to safeguardthe environment in which theygrow. Sustainable agriculture isthe key to keep the landunadulterated, because here, inCampania, weather andmorphological andhydrogeological conditions aresupposed to yield products witha worldwide reputation. Campanian production ofagricultural products andgroceries is rapidly growing, withan increase of 5,7 per cent(amount) and 7,4 per cent(value) in dop and igp productsexport. Those results are yielded by theeffort carried by many firmsthat have conformed to the

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rento, la Percoca Napoletana, la Nocciola diGiffoni, la Castagna del Vulcano di Roccamonfina.Ma anche le province di Avellino e Benevento sidistinguono per alcune produzioni di eccellenzache hanno trovato nell’esportazione il mercatoprincipale: la Castagna di Montella e la Castagnadi Serino, ad esempio, sono molto apprezzateall’estero ed utilizzate dalle industrie di trasfor-mazione. Senza dimenticare le altre produzionidi eccellenza: Fico bianco del Cilento, Marronedi Roccadaspide, Castagna di Acerno, Ciliegiadell’Irno, Nocciola avellana.Le aziende che operano nel comparto fruttasono, generalmente, di piccole dimensioni e adindirizzo misto. Ma il dato più importanteriguarda la crescita dell’interesse, da parte diqueste aziende, per il riconoscimento e per latutela delle peculiarità delle loro produzioni.

Sono sempre più numerosi i produttori chesanno cogliere le opportunità strategicheofferte dall’adesione alle filiere delle dop e igpgià esistenti e di quelle in via di riconoscimen-to: i Consorzi di Tutela, oltre a svolgere attivitàdi controllo sul corretto uso dei marchi diqualità, rappresentano infatti un efficace stru-mento di valorizzazione e di rilancio delle pro-duzioni tipiche. È soprattutto in loro, attraver-so le iniziative che, accanto alla tutela e allavigilanza del marchio, sapranno porre in esse-re per la migliore promozione del prodottosui mercati, che si confida per il rilancio di uncomparto da sempre vanto della tradizione edell’economia agricola della Campania.

and in the internal plans, mostlyin the Caserta and Naplesprovince, and on a lesser extent,in the Salerno province. Here we find the mostrepresentative products: theAlbicocca Vesuviana, the KakiNapoletano, the Limone diSorrento and the Limone Costad’Amalfi, the CiliegiaNapoletana, the Mela Annurca,the Noce di Sorrento, thePercoca Napoletana. Anyway, theAvellino and Benevento provincesare reputed for excellenceproductions as well: the Castagnadi Montella and the Castagna diSerino, for instance, are veryappreciated abroad and mainlyused by canning industries.However, other excellentproductions must be mentioned

as well: Fico bianco del Cilento,Marrone di Roccadaspide,Castagna di Acerno, Ciliegiadell’Irno, Nocciola avellana. Firmsinvolved in fruit production areusually small-sized and supplyinga mixed production. The maincurrent trend is their effort tohave their productsacknowledged as typical. Anincreasing number of firms is ableto get the opportunity to enterthe thread of production of dopand igp varieties: the SafeguardConsortia monitor the right useof the quality labels.Furthermore, they work topromote and relaunch typicalproducts.

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È antichissimo il legame della ”MelaAnnurca” – o meglio Melannurcanella denominazione proposta allaUE per il riconoscimento dell’igp -con il territorio campano: lo stessonome riecheggia la mitologia classi-ca, poiché la “Mala Orcula”, comeriferisce Plinio il Vecchio, era colti-vata nell’agro puteolano, ritenuto lasede degli Inferi per l’impressio-

nante presenza di fenomeni legati all’attività vulcani-ca dei Campi Flegrei. Raffigurata nei dipinti rinvenutiad Ercolano nella Casa dei Cervi, la Mela Annurca,chiamata “Orcola” e poi ancora “Annorcola”, attraver-sa i secoli fino ad entrare nella letteratura tecnica nel1876, con il suo attuale nome, nel Manuale di Arbi-coltura di G.A. Pasquale.Considerata una delle più pregiate cultivar italiane,la Mela Annurca è coltivata in tutte le provincecampane, anche se le aree in cui si concentra lamaggior parte della produzione sono la Giugliane-se-Flegrea (in provincia di Napoli), la Maddalonese,

There is a very ancientlink between this appleand the territory ofCampania. ThedenominationMelannurca comesfrom the Latin term“Mala Orcula”, as itwas called by Pliny. Thisfruit was cultivated inthe area of Puteoli,considered to be wherethe Hell was situated, because ofthe intense volcanic activity of theflegrean area. It is considered oneof the most precious Italianproducts, and it is cultivated in allthe provinces of Campania, aboveall Naples, Caserta and Benevento.The main typical feature of themellanurca is the way the applesare left on the ground in the applefield to ridden. The apple fields areprotected with anti-hailstone netswhich also provides shade, toprotect the fruit from the directsunlight. Its undoubtful

Melannurca campana igp

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l’Aversana e la Teanese (in provincia di Caserta) ele Valli Caudina – Telesina e il Taburno (in provinciadi Benevento). Tra gli elementi di tipicità che carat-terizzano questo prodotto è l’arrossamento aterra delle mele che si effettua in “melai” protettida reti ombreggianti, affinché la luce diffusa possafavorire la maturazione del frutto fino a raggiunge-re la caratteristica colorazione rossa. Laboriosal’attività dei coltivatori, che dopo aver disposto ilraccolto su strati di aghi di pino o trucioli di legno,devono periodicamente rigirare le mele per assicu-rare la loro completa esposizione alla luce.Le indubbie caratteristiche organolettiche di que-sta mela, finora apprezzate soprattutto dai consu-matori meridionali, stanno progressivamente con-quistando anche altri mercati, grazie anche al rico-noscimento del marchio di tutela e all’ingresso neicanali della grande distribuzione organizzata.La “Melannurca Campana” rivendica da semprevirtù salutari: altamente nutritiva per l’alto conte-nuto in vitamine (B1, B2 PP e C) e minerali (potas-sio, ferro, fosforo, manganese). Essendo ricca di fibre, regola le funzioni intestina-li, ma è anche diuretica, particolarmente adatta aibambini ed agli anziani. È indicata spesso nellediete ai malati ed in particolare ai diabetici. Ancheper l’eccezionale rapporto acidi/zuccheri, le suequalità organolettiche non trovano riscontro inaltre varietà di mele.

organoleptic properties, so farappreciated only by SouthernItalians, are increasingly reachingother markets, also tank to itsnewly recognized protection markand introduction into the large-scale organized distribution.The “Melannurca Campana” hasalways boasted healthy virtues:highly nutritional and rich invitamins (B1, B2 PP and C) andminerals (potassium, iron, phosphor,manganese). Being diuretic and richin fibres, it regulates intestinalfunctions and is particularlysuitable for children and elders. It isoften recommended for sick anddiabetic people. Due to itsexceptional acid-to-sugar ratio, itsorganoleptic properties have nocomparisons among other varies ofapples.

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The origin of the Limone diSorrento igp goes back tothe Roman age, asnumerous paintings andmosaics show, of Pompeiiand Ercolaneum, there arelemons very similar to thelimoni di Sorrento. The mostimportant written testimoniesconcerning the presence oflemons in the area of Sorrento goback to the Reinassance period.We find some news on lemon inthe works of the writer TorquatoTasso, who was from Sorrento,and Giambattista della Porta andalso the historian Bonaventura daSorrento, who tells about thelemon export to America, sincethe 19th century. Today this is ahigh selected lemon of primaryquality, thanks to the work of thelocal producers. The Limone di

Limone di sorrento igp

Il “Limone di Sorrento” haantenati genetici che risal-gono addirittura all’epocaromana, come testimonianonumerosi dipinti e mosaicirinvenuti negli scavi di Pom-pei ed Ercolano in cui sonoraffigurati limoni moltosimili agli attuali “ovali sor-rentini”.

Ma le più importanti testimonianze scritte sullapresenza di limoni nella zona sorrentina risalgonoall’epoca rinascimentale. Atti di vendita, dipinti etrattati di letteratura ci raccontano dell’impiegodei limoni per i più svariati usi.Citato nelle opere di Torquato Tasso, nativo pro-prio di Sorrento, e di Giambattista della Porta,dell’ “Ovale” ci parla anche lo storico Bonaventu-ra da Sorrento che ne testimonia l’esportazioneverso l’America, sin dall’800.Si deve comunque alla tenacia e alle capacità deiproduttori locali se oggi disponiamo di un prodot-to altamente selezionato e di assoluta qualità.

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Sorrento is a mid round shapefruit, with light yellow pulp andacid juice rich in C vitamin andmineral salts. The peel deepyellow coloured, is very perfumedthanks to the essential oils. Forthis particular qualitative featuresthe Limone di Sorrento igp is anexcellent product, presented onthe market fresh or as basicingredient for producing thefamous Limoncello, instilledprepared with lemon peelsimmersed into pure alcohol,which represents in this area animportant economic resource. Thelimone di Sorrento igp is presenton the market all the year, butabove all during summertime,when it is produced by the forcingpractice of the plants under thefamous “pagliarelle”. The Limonedi Sorrento igp is the mainingredient of a lot of recipes,from appetizers to dessertsParticularly appreciated aredesserts like “babà al limoncello”“delizie al limone” and “sorbettoal limone”.

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È soprattutto grazie al loro impegno che il pae-saggio della penisola sorrentina si è andato carat-terizzando per la diffusa presenza dei “giardini dilimoni”, posti sui celebri terrazzamenti, inebriatidal profumo inconfondibile delle zagare.Il “Limone di Sorrento” è un frutto medio diforma ellittica, con polpa giallo-paglierino il cuiabbondante succo, di elevata acidità, è ricco invitamina C e sali minerali.La buccia, di color giallo intenso, è di medio spes-sore, molto profumata per la presenza di oliessenziali. Queste peculiari caratteristiche qualitative fannodel “Limone di Sorrento” igp un prodotto dieccellenza per la sua categoria, sia per il mercatodei limoni freschi che per la produzione del famo-so “limoncello”, infuso di bucce di limone immer-se in alcool purissimo, che proprio in quest’areaalimenta un importante indotto economico.Il “Limone di Sorrento” igp è praticamente pre-sente tutto l’anno sui mercati, ma è soprattutto laproduzione estiva, realizzata attraverso la praticadella forzatura delle piante sotto le famose“pagliarelle”, che rende del tutto originale e pre-zioso questo frutto. Numerose sono le ricette locali che prevedonol’impiego del Limone di Sorrento, dagli antipasti aidolci.Particolarmente apprezzati sono i “babà al limoncel-lo”, le “delizie al limone” e il “sorbetto al limone”.

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Secondo studi recenti sareb-bero stati i santoni Lama del-l’Himalaya a scoprire le pro-prietà terapeutiche del limo-ne, anche se dobbiamo ai con-tadini Arabi la prima coltiva-zione di questo frutto.I conti-nui traffici che gli Amalfitaniintrattennero con l’Oriente e

più in generale con i popoli delMediterraneo, favorirono, tra il X ed il XII secolo,l’introduzione della coltivazione del limone sulterritorio costiero.Su arditi terrazzamenti a strapiombo sul mare, traVietri e Positano, furono impiantati i primi limone-ti, che producevano un frutto molto simile agliodierni “sfusati”. Questo limone continuò adessere prodotto nel periodo successivo alla domi-nazione araba dell’Italia meridionale e commer-cializzato sulle piazze di Roma, Napoli e Livornogià nel XV secolo. Con la scoperta delle proprietàdisinfettanti e terapeutiche di questo frutto (utilenel prevenire e curare lo scorbuto) aumentònotevolmente l’interesse per questa coltivazioneche si diffuse ulteriormente.

Limone costa d’amalfi igp

According to recentstudies, lemonstherapeutic propertieswere discovered by theHimalayan gurus, even thoughArab peasants are credited forhaving firstly cultivated thesefruits. The constant commercialrelationships between Amalfi andthe East account for theintroduction of the cultivation ofthe lemon on the Amalfi coast inthe 10th and 11th centuries. Onaudaciously terraced cliffs fallingsheer to the sea, between Vietriand Positano, the first lemontrees were planted, providing afruit known as “limoncello deIndia”, derived from a graft withthe citron tree. This lemon wasstill duced after the end of theArab rule in Southern Italy and

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Il limone “Sfusato Amalfitano”, IGP dal 2001 con ladenominazione Limone Costa d’Amalfi, si caratte-rizza per due peculiarità: la forma, affusolata, e l’a-reale di produzione, la Costiera Amalfitana con icomuni di Amalfi, Cetara, Conca dei Marini, Furo-re, Maiori, Minori, Positano, Praiano, Ravello, Scala,Tramonti, Vietri sul Mare.Il Limone Costa d’Amalfi si distingue per lo spes-sore della buccia, di colore particolarmente chia-ro con aroma e profumo intensi grazie alla ric-chezza di oli essenziali, la polpa succosa, profuma-ta e con pochi semi; è tra le varietà di limone lapiù ricca in vitamina C. Le tecniche di coltivazione si avvalgono ancora dimetodi tradizionali: le piante vengono sostenuteda impalcature di legno di castagno, su cui vengo-no stagionalmente distese apposite coperture chehanno la duplice funzione di riparare le piantedalle intemperie e di ritardare la maturazione deifrutti. La raccolta avviene più volte l’anno: la pro-duzione migliore, si ottiene nel periodo compre-so tra marzo e fine luglio.Lo “Sfusato Amalfitano” è protagonista dei piattiprelibati della cucina tradizionale locale, ma anchedi ricette moderne proposte dagli chef dellaCostiera. È la base ideale di bibite, liquori e gela-ti, ma è anche ideale per aromatizzare creme,torte e biscotti, per condire secondi di carne opesce, per insaporire risotti.Un prodotto di eccellenza è il celebre “limoncel-lo”, che qui come a Sorrento ha trovato la suaarea di elezione.

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was sold in Rome, Naples andLivorno since the 15th century.When its disinfectant andtherapeutic properties werediscovered, interest in thiscultivation grew further, thuspromoting the spread of thefruit. The “Sfusato Amalfitano”lemon is characterized by twomain features: tapered shape(that is the meaning of “sfusato”)and area of production withinthe Amalfi Coast. This varietyshows a thick, porous and sharplybright peel and a juicy, scentedpulp having very few seeds. Thislemon is very rich in C vitamin.Harvesting happens more thanonce in a year: the best lemonsare picked in the period fromMarch to late July. The “SfusatoAmalfitano” plays a major role inthe delicious dishes of the localtraditional cuisine, as well as inthe contemporary recipesproposed by the chefs of theCoast. It is the ideal ingredientfor drinks, spirits and ice creams,and it is suitable for creams, piesand biscuits, and to dress meat,fish or risotti.

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Considerata tra le migliori casta-gne prodotte in Italia, la “Casta-gna di Montella” è parte inte-grante del paesaggio dell’area delTerminio-Cervialto: qui, nelcuore dell’Irpinia, la ricchezza deiboschi di castagno caratterizza

da sempre il territorio, tanto chegià nel 571 d.C. i Longobardi emanarono la primalegge per la tutela di questa coltivazione, conside-rata già a quel tempo una risorsa preziosa. La“Castagna di Montella” è stato il primo ed unicocaso in Italia di prodotto ortofrutticolo cui siastata riconosciuta, da parte del Ministero dell’A-gricoltura, la doc, nel 1987, sostituita nove annidopo dall’igp. L’area di produzione è concentratanel territorio dei comuni di Montella, Bagnoli Irpi-no, Cassano Irpino, Nusco, Volturara Irpina e Mon-temarano. Le caratteristiche distintive che fannodi questa castagna un prodotto pregiato, sonorappresentate dalla flagranza, sapidità e serbevo-lezza, qualità queste che ne consentono un utiliz-zo sia allo stato fresco (anche surgelato) che allostato secco, in guscio o senza. Particolarmente

Undoubtedly it is oneof the best Italianchestnut varieties.The «castagna diMontella» is one ofthe distinguishing features of thelandscape in the Terminio-Cervialto mountain area. The«castagna di Montella» has beenthe first and unique case, in Italy,of an agricultural product havingever been assigned the doc labelfrom the Agriculture Ministry, in1987, replaced nine year later bythe igp label. The area ofcultivation is located inside theterritory of the towns ofMontella, Bagnoli Irpino, CassanoIrpino, Nusco, Volturara Irpinaand Monte-Marano. The wideappreciation of the product leanson some distinguishing features,such as the fragrance, the savourand a very slow decay. The«castagna di Montella» is

Castagna di montella igp

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richiesta dall’industria di trasformazione, soprat-tutto per la produzione di marron glaces e mar-mellate, la “Castagna di Montella” è destinata peroltre il 70% al mercato internazionale, in partico-lare agli Stati Uniti e al Canada. L’Indicazione geo-grafica protetta “Castagna di Montella” è riferitaalle castagne della varietà Palummina e, in misuraridotta, della Verdole. I frutti sono di forma tondeg-giante e di pezzatura media o medio-piccola, conla faccia inferiore piatta, base convessa e sommitàottusa (ricorda una piccola colomba come sugge-risce il temine dialettale “palummina”).La polpa è bianca, croccante, dal sapore dolce; labuccia è sottile, di colore marrone carico, facil-mente staccabile. Ottima per guarnire carni enelle minestre, la Castagna di Montella trova il suomigliore impiego soprattutto nella preparazione didolci, di diverso tipo. Tra le tipologie commerciali più apprezzate dellaCastagna di Montella, va citata la famosa castagnainfornata, detta anche del Prete, tipica del periodonatalizio. Essa è realizzata con le castagne in guscioessiccate, tostate e successivamente idratate conacqua. In particolare la preparazione prevede chele castagne, una volta essiccate su graticci di legno,al di sotto dei quali si accendono per 15 giorni deifuochi utilizzando legno di castagno, venganotostate in forni ventilati e poi reidratate. Questecastagne una volta sgusciate si presentano dalcolore marrone intenso e dal sapore caratteristi-co che ricorda quello del caramello.

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especially demanded by thecanning industry (to producemarrons glacés and jam) and ismostly exported abroad,especially to the United Statesand Canada. The “castagna diMontella” protected geographicalindication is mostly assigned tothe «palummina» chestnut familyand to the “verdole” family, tosome extent. Among the mostappreciated commercial versionsof the “castagna di Montella”,the “infornata” plays a leadingrole. Also known as «castagna delprete» («chestnut of the priest»),it is traditionally linked to theChristmas period.Its preparation involves dried unshelled chestnuts, toasted andthen watered.Chestnuts are dried on woodenhurdles under which fire burns forfifteen days, fed by chestnutwood and then they are toastedin well-aired ovens and eventuallywatered. Once shelled, thesechestnuts show an intense browncolour and a peculiar flavourresembling caramel.

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Diffusa in Campania già dalIII secolo avanti Cristo, lacoltivazione del noccioloha origini antiche, docu-mentate dalle preziosetestimonianze di Plinio, Vir-gilio e Catone, dalle raffi-gurazioni degli affreschipompeiani e perfino dareperti archeologici, comei resti carbonizzati di noc-ciole, esposti al Museo

Nazionale di Napoli. La denominazione “Nocciola di Giffoni” si riferi-sce ad una delle varietà italiane più pregiate inassoluto: la Tonda di Giffoni. Diffusa già dal XI

Nocciola di giffoni igp

The cultivation of hazelnuttree has ancient origin, asit is documented by Latinwriters Pliny, Virgilii andCato, by the Pompeianfrescos and also byarchaeological remindersexposed at the NationalMuseum of Naples. Thedenomination “Nocciola di Giffoni” concerns one of themost precious Italian variety: the Tonda di Giffoni.

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secolo nella Valle dell’Irno e nella zona dei MontiPicentini, in provincia di Salerno, prende il nomeda un antico borgo della zona. Consistente ed aromatica, dalla polpa bianca edalla pellicola interna facilmente staccabile, laNocciola di Giffoni è particolarmente adatta allaproduzione industriale per le sue peculiari carat-teristiche, tra cui la rotondità assoluta del frutto,che la rendono idonea alla tostatura, alla calibra-tura e alla pelatura. Eccellente è il prodotto sgusciato e tostato postoin commercio come snack, a volte caramellato oricoperto di cioccolato. Come materia prima fornisce prodotti di ottimaqualità, utilizzati soprattutto per le produzionidolciarie. Nell’area di origine è utilizzata comeingrediente nella preparazione di una variegatagamma di prelibatezze: torte, gelati, elisir, creme,ma anche di insoliti primi piatti.La “Nocciola di Giffoni”, grazie alle caratteristichedi tipicità e di pregio, ha ottenuto nel 1997 la regi-strazione della Indicazione Geografica Protetta(igp).

15Diffused from the 11th century inthe Irno Valley and in the area ofPicentini Mounts, in the provinceof Salerno, its name comes froman old village of this zone. TheNocciola di Giffoni, isparticularly suitable for theindustrial production, thanks toits features, like the round shape,that makes it ideal for beingtoasted or peeled. This fruit isexcellent covered with caramelor chocolate. It is very suitable asbasic ingredient forconfectionery industry, it is usedfor preparing cakes, ice creams,creams and also unusual dishes.The Nocciola di Giffoni, hasreceived in 1997 the igp label.

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Le prime tracce della coltivazio-ne dell’albicocco nel territoriovesuviano risalgono al IV secolo,anche se è allo scienziato napole-tano Giovanbattista della Porta,autore nel 1583 dell’opera “SuaeVillae Pomarium”, che dobbiamola prima classificazione delle albi-cocche.

Le “mele d’oro”, chiamate qui “crisommole”, ter-mine dialettale derivato dal greco, sono i fruttipiù coltivati nell’area vesuviana, dove la naturavulcanica del terreno, la ricchezza di minerali e dipotassio, favoriscono questa coltura conferendoai frutti un sapore caratteristico.Con la denominazione di Albicocca Vesuviana siindicano in realtà una dozzina di antiche varietà, lacui area di produzione coincide con il territorio di18 Comuni della provincia di Napoli, all’interno

Albicocca vesuviana

Cultivation of apricotin the vesuvian landcan be traced backsince 4th century, butthe first scientificdescription of thefruit is credited to theNeapolitan naturalistGiovanbattista dellaPorta. The “goldenapples”, here named“crisommole”, a word comingfrom Greek, are the most commonfruits in the Vesuvian area, wherethe volcanic origin of the soil andthe high density of minerals andpotassium make the land espelyadaptive for this cultivation,providing its peculiar flavour tothe fruits. The denomination of“albicocca vesuviana” covers 12ancient varieties whose area of

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del Parco Nazionale del Vesuvio.Originali e bizzarri sono i nomi attribuiti allediverse varietà: Boccuccia Liscia, Boccuccia Spino-sa, Pellecchiella, Ceccona, Palummella, Vitillo, SanCastrese, Fracasso, Cafona, Baracca. A caratterizzare e distinguere una varietà dall’al-tra sono le dimensioni, l’intensità del profumo, lalevigatezza della buccia ed il sapore che va daquello molto dolce delle albicocche Pellecchiella,all’aroma agro-amarognolo della varietà Vitillo. Ma vi sono caratteristiche comuni quali la polpagialla zuccherina, il profumo intenso ed il coloregiallo aranciato della buccia, cui si sovrappone ilrosso sfumato o punteggiato.La maturazione avviene nel periodo medio-preco-ce, tanto che la raccolta è effettuata già a partiredalla metà del mese di giugno.Destinata al consumo diretto e fresco, l’Albicoc-ca Vesuviana è molto richiesta anche dall’indu-stria di trasformazione, per la produzione dimarmellate, succhi, nettari e sciroppi, canditi edessiccati.Per la ricchezza varietale, interamente autocto-na, e per i sistemi di coltivazione ancora di tipotradizionale, è stato richiesto per l’AlbicoccaVesuviana il riconoscimento comunitario delmarchio igp.

production is included in theborders of 18 towns inside theNaples province and the NationalPark of Vesuvius. The namesassigned to the varieties aresomehow weird: Boccuccia Liscia,Boccuccia Spinosa, Pellecchiella,Ceccona, Palummella, Vitillo, SanCastrese, Fracasso, Cafona,Baracca. Size, intensity of scent,smoothness of the peel andflavour are the features whichdefine the different varieties.Flavour may vary from the verysweet Pellecchiella apricots to thebitter-sweet Vitillo. All the varietiesshare the yellow sugary pulp, theintense scent and the yellow-orange colour of the peel, withpale red stains. Usually eaten as afresh fruit, the Albicocca Vesuvianais demanded by the canningindustry as well, in order toproduce jam, juices, syrups andcandies.

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Da oltre mille anni i boschi di casta-gno caratterizzano il paesaggio delCalore Salernitano, degli Alburni edel Cilento. Insieme alla coltivazio-ne della vite e dell’olivo, hanno rap-presentato la principale risorsaeconomica per la popolazione dellazona, che ha saputo sapientementesfruttare le caratteristiche unichedel clima e del territorio.

Il Marrone di Roccadaspide, ecotipo derivato dalMarrone di Avellino è un frutto di dimensionimedio-grandi, di forma rotondeggiante con bucciadi colore marrone-bruno e strie scure poco evi-denti. Il seme è avvolto da una pellicola sottile,facilmente staccabile, la polpa è consistente, di

More over than1,000 years thechestnut tree is themain character ofthe landscape ofthe Calore river ofSalerno, of theAlburno mountainsand Cilento valley.The cultivation ofthe marrone (particular kind ofchestnut) in association with thecultivation of the olive tree andthe screw, represents the maineconomic resource for thepopulation of this area. This fruit,ecotype derived from theMarrone of Avellino is a

Marrone di roccadaspide igp

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sapore dolce. La zona di produzione comprende imonti Alburni, la Valle del fiume Calore e parte delterritorio del Parco del Cilento e Vallo di Diano. Il Marrone di Roccadaspide viene raccolto dallametà di ottobre fino tutto novembre.E’ molto richiesto dall’industria dolciaria e di tra-sformazione: ideale per marron glace e confetture,questo frutto, come ingrediente, si trova in unavasta gamma di ricette locali, soprattutto torte ecastagnacci. Essiccato e reidratato come “castagnainfornata”, tostato ed affumicato nella cappa delcamino, oppure accostato a piatti a base di selvaggi-na, il Marrone di Roccadaspide è protagonista dellagastronomia locale. Da segnalare la tradizionalemodalità di conservazione di questo prodotto,attraverso la “curatura”. Per nove giorni le castagne,contenute in tini di legno, vengono immerse inacqua fredda, che periodicamente viene cambiata intutto o in parte. Successivamente selezionate, lecastagne vengono sistemate in locali arieggiati e poidisposte in strati di sabbia fine ed asciutta.Il Marrone di Roccadaspide ha ottenuto di recen-te il riconoscimento della UE del marchio igp.

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medium-large fruit, round shapewith dark-brown coloured peel.The seed is wrapped in a thin filmeasy peel, consisting pulp withsweet flavour. The productionarea includes Alburno mountains,the valley of the river Calore andparts of the territory of theCilento Park and Diano Valley.This fruit is harvested from half ofOctober to all November. It is afruit largely demanded in theconfectionery and manufacturingindustry: ideal for marron glaceand jam. This fruit, as ingredientfor a large range in local recipes,above all cakes and castagnacci.The Marrone di Roccadaspidehas recently been granted the igplabel by the EU.

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Le piante di fico da millennicaratterizzano il paesaggio cam-pano ed in particolare il Cilen-to, dove sembra siano stateintrodotte dai coloni greci,all’incirca nel VI secolo a.C.Strettamente legato al territo-rio, il Fico Bianco del Cilento,nel corso dei secoli, ha rappre-sentato un’importante fonte disostentamento per le popola-

zioni rurali. Già in età romana, infatti, i fichi essic-cati, per l’alto contenuto calorico, costituivano l’a-limento base degli schiavi impiegati nel lavoro deicampi. Considerato “pane dei poveri”, unico ali-mento disponibile, per l’abbondanza delle produ-zioni e per la possibilità di conservarlo, essiccatotutto l’anno, il fico cilentano ha però rappresenta-to nel contempo anche un prodotto ricercato perle mense dei buongustai benestanti, tanto che giànel ‘400 è documentata l’esistenza di una fiorenteattività di produzione e commercializzazione sui

Fico bianco del cilento dop

Since ancient times, figtrees have been adistinguishing feature ofCampanian landscape,especially in Cilento,where they are thought tohave been introduced bythe Greek settlers in the6th century BC.Traditionally linked to theterritory, the “fico biancodel Cilento” (a kind ofwhite fig tree) has been animportant source of food, through centuries, for the local ruralpopulation. Figs of Cilento have beenlabelled as the “poors’ bread”,because they were the only allyearavailable food, when dried: harvestswere plentiful, indeed, and figs wereespecially suitable for storing. At thesame time, this variety of figs hasalways been demanded by wealthygourmets: since the 15th century.Dried Cilento figs, gilded in ovens andfilled with walnuts and almonds. InCilento, the Fico Bianco ecotype hasbeen selected as a result of centuries

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principali mercati italiani. I fichi del Cilento essic-cati, dorati al forno e farciti di noci e mandorle,erano considerati irrinunciabili prelibatezze chenon potevano mancare nei banchetti importantidella nobiltà di tutta Europa. Nel corso dei secoli nel Cilento si è selezionatoun ecotipo, derivato dall’antica varietà “Dottato”,il “Bianco del Cilento” che si distingue per qualità,sapore e alto contenuto nutritivo. Coltivato nelleterre soleggiate e floride che vanno dalle collinedel litorale di Agropoli fino al Bussento, il FicoBianco del Cilento essiccato ha ottenuto il meri-tato riconoscimento della dop da parte della UE.Ha caratteristiche di eccellenza: buccia di coloregiallo uniforme, polpa giallo ambrato abbondantedi consistenza pastosa e di gusto molto dolce; gliacheni (i semini interni) sono vuoti e questa è unacaratteristica di qualità. Le preparazioni a base di Fico Bianco del Cilentosono numerosissime: oltre che fresco ed essicca-to, può essere apprezzato trasformato in marmel-lata o in sciroppo.Nelle aree di produzione il fico essiccato vienepreparato in vari modi: ripieno di noci, mandorle,scorze di agrumi e finocchietto, o “steccato”, infi-lato cioè in cannette accostate per formare i“mustaccioli” o le “spatole” (due stecche paralle-le). Ripieni o interi possono essere anche copertidi cioccolato fondente o immersi nel rum.

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of agriculture. Coming from the“Dottato” ancient variety, theBianco of Cilento features its ownquality, flavour and nutritionalcontent. Grown on the sunlit andprosperous lands between the hillsabove the Agropoli coastline andthe Bussento area, the Fico Biancodel Cilento has deservedly beengranted the dop label by the EU. Itsexcellent qualities include aregularly yellow peel, anambercoloured, very sweetflavoured and densely mellow pulp;the internal seeds are empty, thatbeing a very valued quality. Thereare several recipes based on FicoBianco of Cilento, which can beeaten fresh as well as dried, ortransformed in jam and syrup. In thearea of origin, dried figs are dressedin many ways: stuffed with walnuts,almonds, citrus fruit peels andfennel, or prepared as “steccati”, i.e.threaded in coupled small sticks toform the “mustaccioli” or “spatole”.Stuffed or not, they can be coveredwith fondant chocolate or dippedinto rum.

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Di origine asiatica, la noce fu dif-fusa in Italia dai Greci e daiRomani, che la ritenevano la“Ghianda di Giove”. Sicuramentesin dal I secolo d.C. era diffusanell’area sorrentina, come tes-timoniano i resti carbonizzati rin-venuti ad Ercolano e gli affreschiche la raffigurano nella Villa deiMisteri a Pompei.

La Noce di Sorrento è la varietà campana più dif-fusa e pregiata, che col tempo ha dato luogo adun’ampia gamma di biotipi. I più diffusi sono due: uno allungato, leggermenteappuntito all’apice e smussato alla base; l’altrorotondeggiante, più piccolo. In entrambi gli ecoti-pi le valve sono lisce, non molto spesse, tanto dapoter essere rotte con una leggera pressione, edil gheriglio, di sapore ottimo, è poco oleoso e dicolore bianco crema.

Noce di sorrento

Since the 1st centuryAC walnuts werecommon in theSorrento area, aswitnessed by thecarbonized restsfound atHerculaneum and bythe Pompeii frescoesillustrating them inthe Villa dei Misteri.The Noce di Sorrentois the most common and valuedCampanian variety, which hasyielded many ecotypes during thecenturies. Two of them are themost comon: the first one isoblong-shaped, with a slightlysharp top and flat bottom;whereas the other one isroundshaped and smaller. The firstone is oblong-shaped, with aslightly sharp top and flat bottom;whereas the other one is round-

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La produzione più pregiata è quella della costieraSorrentina, ma la coltivazione si è diffusa nel corsodei decenni anche nell’agro acerrano-nolano, nell’a-rea flegrea, nei comuni vesuviani, nel Vallo di Lauroe Baianese, nell’area del Taburno e della Valle Cau-dina, nella Piana Casertana e nella Valle dell’Irno. Laraccolta si concentra nei mesi di settembre e otto-bre. Private del mallo, lavate ed asciugate le nocivengono immesse sul mercato per essere consu-mate fresche, oppure vengono messe ad essiccareall’aperto in zone ben ventilate. La Noce di Sorren-to è estremamente nutriente, ricca di vitamine eminerali, tra cui la vitamina B1 e sali minerali. Otti-me accompagnate da una fetta di pane casereccioed un bicchiere di vino, secondo un’antica tradizio-ne contadina, le Noci di Sorrento trionfano a Nata-le nei cestini di frutta secca. Nell’area di origine siutilizzano anche in gustosi primi piatti, come letagliatelle e i maccheroncini alle noci. Irrinunciabileun bicchierino di Nocino come digestivo a finepasto: il liquore che, secondo una tradizione seco-lare, deve essere preparato il 24 giugno con 24 nociintere complete del mallo, macerate per 40 giorniin un litro di alcool.Per la Noce di Sorrento è stato chiesto alla UE ilriconoscimento dell’Indicazione Geografica Pro-tetta (igp).

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shaped and smaller. The mostvalued walnuts are produced inthe Sorrento Coast, even thoughcultivation is now common in theAcerra-Nola plain, as well as in theVesuvian towns, in the Vallo diLauro, in the Baiano outskirts, inthe Mount Taburno territory, inthe Valle Caudina, in the Casertaplain and in the Irno Valley. Thisfruit is extremely healthful, rich invitamins and minerals, amongwhich B1 vitamin. According to anancient rural tradition, the noci diSorrento get their triumph atChristmas in dried fruit baskets. Aglass of Nocino is usually added atthe end of the lunch: it is a strongdrink which, according to anancient tradition, must beprepared on the 24th of June with24 walnuts then left for 40 days tosoak in a litre of alcohol. A requestfor recognition of the Noce diSorrento’s Protected GeographicalIndication (igp) has beenforwarded to the EU.

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Sono ancora una volta gli antichimanoscritti tramandati dallapaziente opera dei monaciBenedettini, a raccontarci l’ori-gine di una delle migliori casta-gne campane.È la Castagna di Serino, che affon-da le sue radici in un passato mil-lenario e deve la sua diffusioneproprio alle cure dei frati dell’ab-bazia di Cava dei Tirreni che si

dedicarono, tra l’XI ed il XII secolo, al migliora-mento varietale dei castagneti presenti sulle loroproprietà, che si estendevano fin sui rilievi picen-tini e del serinese.In seguito la presenza di una florida castanicoltu-ra nell’area Serinese è documentata da testi delSettecento e in mercuriali dell’Ottocento.

Castagna di serino

The origin of theCastagna di Serino,is written in themanuscripts of theBenedectin monks.The diffusion of theCastagna di Serinois due to the care ofthe monks of theabbey of Cava deiTirreni, whichdedicated themselves, during the11th and the 12th centuries, toimprove the varieties of thechestnut woods located on theirterritory. Later on the presenceof the cultivation of chestnuts inthe area of Serino is documentedin to written of the 18th century

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and of the 19th century. Thechestnut tree, although difficultperiods remains still linked to therural traditions of the area ofSerino, and plays an importantrule in the economy of the AltaValle del Sabato, in the provinceof Avellino, and the MontiPicentini, in the area of Salerno.The denomination Castagna diSerino includes two localcultivations: the “Montemarano”and the “Verdole”. The first, alsonamed “Santimango” or“Marrone di Avellino”, is one ofthe best Italian variety. Theproduct is destined half to theinternational market and half tobe eaten fresh and for canningindustry. To safe this fruitrecently it has been requested tothe EU the acknowledgment ofthe dop label.

Il castagno, pur attraversando momenti difficili (apartire dagli anni ’50 si sono verificate crisi pro-duttive dovute a problemi fitosanitari), è rimastoindissolubilmente legato alle tradizioni rurali del-l’area serinese, ed occupa oggi un posto di rilievonell’economia dell’Alta valle del Sabato, nell’avelli-nese, e dei Monti Picentini, nel salernitano.Nella denominazione “Castagna di Serino” sicomprendono due cultivar locali: la “Montemara-no” e la “Verdole”. La prima, detta anche “Santi-mango” o “Marrone di Avellino”, è tra le migliorivarietà italiane e si caratterizza per le dimensionimediogrosse dei frutti, il colore biancolatte delseme e la polpa dolce e croccante.La raccolta viene effettuata intorno alla metà delmese di ottobre; il prodotto è destinato per lametà al mercato internazionale, mentre la restan-te parte viene ripartita tra il consumo fresco e leindustrie di trasformazione, per lo più dolciarie,locali. Non a caso, nell’area di Serino, è concentra-to un vero e proprio polo industriale della casta-gna di rilevanza internazionale.Per tutelare la denominazione “Castagna di Seri-no” è stato chiesto di recente alla UE il riconosci-mento di un marchio dop.

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Il kaki, detto anche loto o diospi-ro (letteralmente “cibo degli dei”per la sua squisita bontà), coltiva-to da oltre un millennio in Asia,era già noto ai Romani, come citramanda Plinio nella sua Natura-lis Historia.Ma è solo all’inizio del secolo scor-so che la coltivazione del kaki sidiffonde in Campania, trovando

nelle caratteristiche pedo-climatiche di questaregione, le migliori condizioni per raggiungere ilprimato produttivo nazionale.Il bacino di produzione è tuttora molto ampio ecomprende l’area flegrea, quella acerrana-vesu-viana, la zona maddalonese ed il Nocerino-Paga-nese.

Kaki napoletano

Kaki (Japanesepersimmons), alsoknown as “loti”and “dios-piri”, hadbeen cultivated forover a millenniumin Asia when theRomans importedthem, as it is witnessed by Pliniusin his Naturalis Historia. In thisregion they found the bestweather conditions, so Campaniais nowadays the first Italianregion for the amount of kakiproduced. Area of production iscurrently very large, including theCampi flegrei, the Vesuvian area,

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Il prodotto è di particolare pregio per la pezzatu-ra grossa e l’ottimo sapore, dovuto per lo piùall’elevato grado zuccherino che il terreno e ilclima napoletano riescono a trasmettergli. Tra lesue peculiarità vi è quella di produrre frutti siaastringenti che non astringenti (i famosi kaki vai-niglia), a seconda se sia stata o meno assicuratala fecondazione durante la fioritura, attraverso lapresenza di un adeguato numero di piante impol-linatrici.I frutti fecondati, eduli già al momento della rac-colta ma con un certo numero di semi, sono tipi-ci di questa varietà e sono utilizzati per il merca-to locale nel periodo autunnale.I loti non fecondati, invece, devono essere sotto-posti ad ammezzimento, naturale o forzato, primadi poter essere consumati, ma proprio questotrattamento che ne esalta la dolcezza e il saporeli rende facilmente deperibili. Oltre ad essere consumato come frutto fresco(eccellente è la sua utilizzazione come dessert damangiare con il cucchiaio) il Kaki Napoletano puòessere impiegato nella preparazione di confettu-re, oppure di un insolito ma gustosissimo gelato.

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the Maddaloni outskirts, and theNocera-Pagani area. Thatdepends on whether flowers havebeen pollinated (pollination canbe promoted by placing somepollinating plants).Fecund fruits can be eaten soonafter being picked. They containsome seeds and are sent to thelocal markets during autumn.Seedless fruits need to getoverripe instead, naturally orartificially, before being eaten. The “kaki napoletano” deservesits reputation both as a freshfruit (it is superb as a dessert,eaten using a teaspoon) and asan ingredient that can be used inconfections or in a delicious asthough unusual ice cream.

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Apprezzata dai Romani, anche laciliegia, alla pari di altra fruttacampana di pregio, appare raffigu-rata negli affreschi pompeiani, male prime vere testimonianze stori-che risalgono al 1550, ed attribui-scono l’introduzione della colturadel ciliegio nel Napoletano aGaspare Ricca, che sposando unanobildonna di Marano, divenne

proprietario di un ampio appezzamento di terre-no che si estendeva fino all’attuale quartiere par-tenopeo di Pianura. La denominazione “Arecca”,che oggi indica la collina di Marano e la cultivar diciliegie prodotte in quest’area, (la Della Recca),deriverebbe appunto dalla deformazione delcognome del proprietario, Recca.Nei secoli scorsi, durante il mese di giugno, i mulifacevano di continuo la spola tra le colline di

The frist historicaltestimonies go backto the 1550.The denomination“Arecca”, whichtoday indicates thehill of Marano andthe cultivation ofcherries produced inthis area (la DellaRecca), would comefrom the deformation of theowners last name, Ricca. Somecenturies ago, during the monthof June, mules go through thehills of Chiaiano and Maranoand the warehouses where thecherries were locate into“varriate” big rectangularbaskets, replaced by the“crasare” smaller and practical.The high quality of the CiliegiaNapoletana has promoted this

Ciliegia napoletana

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Chiaiano e di Marano ed i magazzini dove lavora-vano decine di operaie alla sistemazione delleciliegie nelle “varriate” grandi ceste rettangolari,sostituite poi dalle “cerasare”, più piccole e prati-che. L’elevata qualità della Ciliegia Napoletana haconsentito l’estendersi di questa coltivazione adaltre località della Campania, interessando soprat-tutto, a partire dagli anni ’60, il territorio caserta-no. Nella denominazione Ciliegia Napoletanarientrano oltre la Della Recca, altre varietà qualiMalizia, Lustra, Cornaiola, Francese.Hanno caratteristiche comuni quali il pregio dellaqualità, le dimensioni medio-grosse, la polpa suc-cosa e profumata e la buona resistenza alla mani-polazione e al trasporto. Il periodo di raccolta,generalmente va da metà giugno a metà luglio.La produzione è destinata prevalentemente alconsumo fresco ma la Ciliegia Napoletana è ido-nea anche alla trasformazione industriale, essendoutilizzata per preparare sciroppi, succhi, canditi,marmellate, distillati.Guarnisce spesso i prodotti tipici della pasticcerianapoletana come le cassatine e gli struffoli, maviene impiegata come “dolce” di decorazioneanche in preparazioni meno tipiche come le cro-state e le torte.

cultivation in other localities ofCampania, above all from the60’, the province of Caserta. Thedenomination Ciliegianapoletana includes othervarieties as Malizia, Lustra,Cornaiola, Francese. They havecommon characteristics as thehigh quality, the medium-largedimensions, juicy and flavouredpulp and the good resistance tomanipolation and transport.Harvesting goes from mid June tomid-July. The production is aboveall reserved to the fresh fruit butthe ciliegia napoletana is alsoideal for industrialtransformation, it is used forsyrups, juices, candied fruits, jam.Often it is used as decoration fortypical products of Neapolitanpastry and desserts as cassatineand struffoli, and for cakes.

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Inizialmente diffuse solo nell’area fle-grea e vesuviana, le “Percoche”, va-rietà di pesche a polpa gialla, croc-cante e non spiccagnola, sono statesuccessivamente introdotte anchenel Casertano. La “percoca”, dalnapoletano percuoco, deve la sua for-tuna al noto saper mangiar bene deinapoletani, che la elessero, sin dal

‘700, quale regina della tavola estiva. Chi nonricorda la “percoca affogata nel vino rosso”, unrito tradizionale del Mezzogiorno, che pare intro-dotto dai dominatori spagnoli, già maestri della“sangria”. Il consumo di percoche è rimastoancor oggi una prerogativa dei romani e dei meri-dionali, ma la loro bontà è sempre più apprezza-ta anche nel Nord Italia. La denominazione Per-coca Napoletana comprende almeno due tipolo-gie varietali, sicuramente originatesi nell’area fle-grea-vesuviana: la “Puteolana” e le “Terzarole”(col pizzo, dorata, gialla). Le caratteristiche comu-ni di queste varietà sono rappresentate dalla pez-zatura medio-grossa, dal colore giallo carico dellapolpa e di parte della buccia, dall’aroma e dal pro-fumo molto intensi, dall’ottima consistenza e dalsapore dolce e vellutato.

Percoca napoletana

Once time thepercocanapoletana(neapolitanpeach) wasdiffused only inflegrean andvesuvian area. Today the“Percoca”, a peach variety withyellow pulp, particularly crispand with hard seed has beenintroduced in the area ofCaserta. The percoca, from theneapolitan word percuoco, hasbecome a famous fruit thanks tothe good neapolitan cuisine.Everybody know the “percocaaffogata nel vino rosso” (thepeach dipped in red wine) atraditional ritual of the South ofItaly. The use of percoche, today,is still limited in Campania andSouth of Italy, but thanks to theirflavour they are more and moreappreciated in the north of Italy,as the growing demand in thesemarkets shows.

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Risale al Medioevo la leggenda secondo laquale fu San Bernardino da Siena a pian-tare il primo albero di castagno dellavarietà Tempestiva nell’area del Vulcano diRoccamonfina. Venuto fin qui per rendereomaggio alla Madonna dei Lattani e volen-do edificare un santuario, chiese a Dio unsegno di approvazione: il suo bastone dilegno di castagno miracolosamente ger-mogliò e da allora, secondo la fede popo-lare, questo albero secolare vive ancora nei pres-si del Convento fondato dal Santo. Le principalivarietà coltivate nell’area del Monte Santa Crocee che fanno parte della piattaforma varietale delladenominazione Castagna del Vulcano di Roccamonfi-na sono la “Tempestiva”, la “Napoletana”, la “Paccu-ta” e la “Lucida”. La “Tempestiva”, il cui frutto dimedie dimensioni ha polpa consistente e saporedolce. Matura all’inizio di settembre ed è la primavarietà in assoluto ad arrivare sui mercati italianied europei, mentre la “Napoletana”, seconda persuperfici coltivate dopo la “Tempestiva”, matura daiprimi di ottobre agli inizi di novembre. Per la tute-la della denominazione “Castagna del Vulcano diRoccamonfina” sarà chiesto alla UE il riconosci-mento di un marchio dop.

According to a medieval legend, thefirst plantation of a chestnut tree ofthe Tempestiva variety in the craterof the Roccamonfina Volcano iscredited to St. Bernardino from Siena.His pilgrimage to Roccamonfina wasintended to worship the Madonnadei Lattani and aimed at building asanctuary: so he asked God for a signof approval, and his chestnut woodstick suddenly sprang up into a treefor a miracle. The main varietiescultivated in the area of MountSanta Croce are the “Tempestiva”,the Napoletana, the Paccuta and theLucida, all valued varieties, given thequalities of the production area,which was volcanic in the past and socurrently plentiful of minerals.

Castagna del vulcano di roccamonfina

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Elenco prodotti frutticoli“tradizionali e tipici”

- albicocca vesuviana- amarene appassite dei colli

di S. Pietro- arancia di Pagani- arancia di Sorrento- caldarroste in sciroppo

e rum- castagna del monte Faito- castagna del prete- castagna di Acerno- castagna di Serino- castagna paccuta- castagna tempestiva

del vulcano di Roccamonfina- castagne infornate- castagne mosce- ciliegia del monte- ciliegia della recca- ciliegia di Bracigliano- ciliegia di Siano- ciliegia maiatica- ciliegia melella- ciliegia S. Pasquale- fichi secchi con miele- fico di S. Mango- giallona di Siano- kaki vainiglia napoletano- limone di Procida- marrone di S. Cristina- marrone di Scala- mela capodiciuccio- mela chianella - mela chichedda

PRODOTTI FRUTTICOLI TRADIZIONALI DELLA CAMPANIA RICONOSCIUTI AI SENSI DEL DECRETO MINISTERIALE DEL 14.06.2002

- mela limoncella- mela limoncellona- mela San Giovanni- mela sergente- mela tubbiona- mela zitella- nocciola camponica- nocciola di S. Giovanni- nocciola mortarella- nocciola riccia di talanico- noce di Sorrento- noce malizia- noce San Martino- pera del rosario- pera mastantuono- pera pennata- pera Sant’Anna- pera sorba- pera spadona di Salerno- pera spina- percoca col pizzo- percoca puteolana - percoca terzarola- pesca bellella di Melito- pesca bianca napoletana- peschiole- prugna coglipiecuri- susina botta a muro- susina marmulegna- susina pappacona- susina pazza- susina scarrafona- susina turcona

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Aziende Sapore di Campania

Denominazione Azienda Prodotti frutticoli offertiIl vecchio uliveto

Via Azzone, 59Grottaminarda (AV)Tel.: 0825 449663

Noci, nocciole, susine, prugne, ciliegie, pere, cachi, mele annurche, pesche.

Prugne secche, fichi secchi, marmellate

MalerbaVia Verteglia, 104 - Montella (AV)

Tel.: 0827 61420

Castagne.Marmellata e liquore di castagne

SPAMVia Provinciale S. Francesco

Montella (AV)Tel.: 0827 601414

Susine, albicocche, pesche, mele, castagne.Confetture di frutta, nocciole tostate

Perrotta GigliolaC.da Baruso - Montella (AV)

Tel.: 0827 601588

Castagne al rum, alla grappa, crema di castagne, liquore castagnetto, castagne lessate, allo sciroppo,

castagne del prete a lunga conservazionePetrilli

Via Scampata - Flumeri (AV)Tel.: 0825 443319

Pere, meloni, mele, castagne, noci, pesche, susine, albicocche, ciliegie, amarene.

MarmellateSerra dei LupiVia Serra dei lupi

Flumeri (AV)Tel.: 0825 443000

Pere, meloni, mele annurche, noci, castagne, nespole, susine,pesche, ciliegie, amarene.

Marmellate

Coop. La ValleVia Palazzisi,11/A

Ariano Irpino (AV)Tel.: 347 6864824

Ciliegie

DARVia Provinciale per Lauro

Lauro (AV)Tel.: 081 8249896

Nocciole tostate, sgusciate al naturale, granella di nocciole, farina di nocciole, pasta di nocciole, nocciole ricoperte al cioccolato, noci al naturale, castagne del prete, pinoli,

fichi del cilento, torrone, roccocò, mustaccioli e prodotti a base di cioccolato

LanziVia Lanzi - Dugenta (BN)

Tel.: 0824 978225Noci, ciliegie, fichi, albicocche, mele, cachi

Coop. La GinestraVia Gradoni, 5

Vico Equense (NA)Tel.: 081 8023211

Noci, castagne, fichi, pere, agrumi, mele, cachi, amarene, albicocche, susine

Az. Agr. Eredi BeneduceVia Fornari, 2

Somma Vesuviana (NA)Tel.: 081 5309756

Ciliegie, fichi, agrumi, susine, albicocche

Il marchio "Sapore di Campania" distingue le imprese del sistema agroalimentare (imprese agricole e di alle-vamento, di pesca ed acquacoltura, di trasformazione, ristoranti ed esercizi di vendita al dettaglio) che ade-riscono ad un sistema di controllo della qualità promosso dall'Assessorato all'Agricoltura e alle Attività Pro-duttive della Regione Campania. Il sistema è basato sulla rintracciabilità trasparente lungo la filiera, sulla cer-tezza della provenienza delle materie prime impiegate e sulla qualità dei processi aziendali che si basa-no, nel caso delle produzioni agricole, sui metodi di produzione integrata. Di seguito l'elenco delleimprese che aderiscono al sistema e producono frutta. Per ulteriori informazioni e per l'elenco com-pleto delle imprese si potrà consultare il sito www.saporedicampania.it."

Frutta

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Aziende Sapore di CampaniaDenominazione Azienda Prodotti frutticoli offerti

Nonno LuiginoVia R. Bosco, 178

Vico Equense (NA)Tel.: 081 8016520

Noci, nocciole, castagne, olive, ciliegie, fichi, pere, agrumi, susine, albicocche, mele, cachi, pesche

Masseria del BorroVia Ventilabro, 67 - Napoli

Tel.: 081 7282270Marmellata di uva falanghina e di arance

Zì CarmineVia Fontana, 21 - Agerola (NA)

Tel.: 081 8025032

Noci, castagne, ciliegie, fichi, pere, susine, albicocche, mele, cachi, pesche. Marmellate e conserve di frutta

L'OlivaraVia Galatea, 16

Piano di Sorrento (NA)Tel.: 081 8083742

Limoni di Sorrento

La fattoria di PaolaVia S. Nicola, 15/C

Pimonte (NA)Tel.: 081 8749241

Noci, nocciole, fichi, pere, limoni, susine, albicocche, mele, pesche

ApipalmaVia R. Bosco, 51

Vico Equense (NA)Tel.: 081 8790012

Noci di Sorrento fresche e secche, mandorle fresche e secche.

Noci al miele, nocciole al miele, mandorle al miele

Li PortaliVia Palomba, 3Sorrento (NA)

Tel.: 081 8072591

Arance e limoni di Sorrento, noci fresche di Sorrento

L'orto del VesuvioVia Panoramica, 43

S. Sebastiano al Vesuvio (NA)Tel.: 081 7714392

Albicocche e susine

Sapori VesuvianiStrada Prov. Pugliano,16

Portici (NA)Tel.: 081 7753949

Albicocche vesuviane

Longo RosariaVia Duca degli Abruzzi, 83

Ischia (NA)Tel.: 329 737237

Fichi, pesche, pere, ciliegie

Gli UliviVia Passarano, 1

Sant' Agnello (NA)Tel.: 081 8074203

Nocciole, fichi, agrumi, albicocche

Naclerio AntonioVia Case Naclerio, 2/3

Agerola (NA)Tel.: 081 8791106

Noci, ciliegie, pere, mele, pesche

Villa GiussoVia Camaldoli, 51

Vico Equense (NA)Tel.: 081 8024392

Noci, castagne, ciliegie, fichi, pere, agrumi, susine, albicocche, mele, cachi, pesche

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Aziende Sapore di CampaniaDenominazione Azienda Prodotti frutticoli offerti

Agriturismo Casa ScolaVia Fornace,1- Borgo Castello

Gragnano (NA)Tel.: 081 5392198 - 338 2803702

Nocciole, noci, castagne, fichi, agrumi, albicocche, prugne, ciliegie

Russop.zza Montechiaro, 18Vico Equense (NA)Tel.: 081 8028404

Limoni, noci, fichi

Di Guida AlbertoVia Casa Putana,197

Chiaiano (NA)Tel.: 081 7427982

Ciliegie, susine, pere, cachi, albicocche, fichi, castagne, mele

Villa ChiaraVia Pacognano, 17

Vico Equense (NA)Tel.: 081 80291665

Noci, ciliegie, fichi, pere, agrumi,

Masseria Cortile GrandeVia Croce, 28Chiaiano (NA)

Tel.: 081 7400646

Susine, ciliegie, albicocche, noci, pesche, mele, kaki

Antignano RosarioVia G. Falcone, loc. Vitacciano

Qualiano (NA)Tel.: 081 8947371 - 339 3593184

Pesche bianche, nettarine, percoche

Lubrano LavaderaVia Regina Elena, 20

Procida (NA)Tel.: 081 8101348

Limoni, arance, mandarini, nespole, uva

Sentiero dei saporiVia Casalone, 35

Agerola (NA)Tel.: 081 8791900

Noci, castagne, ciliegie, fichi, pera pennata e spadona, mele annurche, cachi,

fragole, prugne

Pian dei CedriVia Corbaro, 15

Forio d'Ischia (NA)Tel.: 081 998469

Marmellate di limoni, fichi, albicocca, arancio, uva, pere, prugne

SkorupaVia Carbonara, 2

Agerola (NA)Tel.: 329 2222377

Noci, nocciole, ciliegie, fichi, pere, susine, albicocche, mele, pesche, uva, fragoline, melograni

CalviatiVia Emanuele Gianturco,147

Napoli (NA)Tel.: 081 5961803

Fragole, pesche, percoche, nettarine, albicocche

Lubrano Lobianco AntonioVia Amedeo, 93

Monte di Procida (NA)Tel.: 081 8682134

Limoni, arance, mandarini, prugne, uva da tavola

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Denominazione Azienda Prodotti frutticoli offertiCampania oro

Via Cappella orefici, 24Torre del Greco (NA)

Tel.: 081 8834457

Confetture di albicocche, prugne, arance, limoni, ciliegie, fragole,mele annurche, pesche.

Marmellate di pesche, albicocche, ciliegie, cotogne, prugne, limoni, arance

ImprostaSS 18 Tirrenia Inferiore

Eboli (SA)Tel.: 0828 347176

Albicocche, fichi, pesche, nettarine, mele, ciliegie, susine, limoni,fragole, nocciole, noci

I tre piccioniVia Trepiccioni, 73

Pozzuoli (NA)Tel.: 081 8044205

Arance, limoni, mandarini, clementine, susine, percoche, albicocche, kaki

La Vecchia TorreVia Montebello

San Nicola Manfredi (BN)Tel.: 0824 372001

Noci, castagne, ciliegie, pere, susine, albicocche, pesche, uva.

Marmellata di fichi, albicocche, pesche, kiwi, ciliegie

Candied organics Via Marano Pianura, 362Marano di Napoli (NA)

Tel.: 081 3385749

Frutta candita: arancia, limone, cedro, albicocca. Caramelle di frutta candita: arancia, limone e cedro

Di Maro CiroVia Castel Belvedere, 17

Marano (NA)Tel.: 081 5761862

Mele annurche, pesche bianche e gialle, ciliegie,kiwi, albicocche

Casa BaroneVia Vesuvio, 35/37

Torre Annunziata (NA)Tel.: 081 3621048

Albicocche, susine, sorbe, noci, fichi, kaki, pere, azzeruoli, mele, gelsi.

Confetture, marmellate. Liquore di noci (nocillo) e liquore di limoni (limoncello)

Torre CangianiVia Vigliano, 1/a

Massa Lubrense (NA)Tel.: 081 5339849

Limoni di Sorrento

Rusciano AntonioVia Com. Margherita, 175

Chiaiano (NA)Tel.: 081 7405124

Susine e ciliegie

Sodano BrunoVia Pratola, 4a traversaPomigliano d'Arco (NA)

Tel.: 081 8038150

Albicocche e noci

Tenuta MontecorboVia Montecorbo, 9

Massa Lubrense (NA)Tel.: 081 5339601

Limoni di Sorrento, arance, mandarini, noci, susine, fichi, cachi, nocciole, mele annurche

Masseria StrarnaliVia Sessa Mignano

Galluccio (CE)Tel.: 0823 925016

Castagne.Marmellata di castagne

Aziende Sapore di Campania

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Denominazione Azienda Prodotti frutticoli offertiGiravento

Via Castagneto, 7Melizzano (BN)

Tel.: 347 2708153

Uva, susine, fichi, albicocche, ciliegie.Marmellata di fichi,

albicocche, ciliegie, amarene e more.Nocillo

Tre ColliVia Turchiciello

Ariano Irpino (AV)Tel.: 0825 827130

Mele annurche e golden, nespole, noci, castagne, pesche gialle,albicocche, susine, ciliegie e amarene

La vecchia trainellaContrada S. Marzano

S. Lorenzo Maggiore (BN)Tel.: 0824 815065

Uva, mele, susine, fichi, ciliegie

Di Stasio LuigiVia Torquato Tasso, 13

Mugnano (NA)Tel.: 081 7452397 - 339 8825322

Mele annurche, pesche bianche e gialle, prugne, arance, limoni e mandarini, ciliegie

Azienda Agricola BalestrieriVia Russolillo, 110

Pianura (BN)Tel.: 081 7260419

Arance, noci, mandarini, limoni, prugne, albicocche, kaki, pere spadona

AgrimelVia Acquaviva, 3Controne (SA)

Tel.: 0828 772405

Noci

Palazzonefraz. Scario - loc. Palazzone

S. Giovanni a Piro (SA)Tel.: 0974 986530

Fichi, ciliegie, kiwi, mele di cultivar locali

Antico borgo dei brigantiVia S. Giorgio, 25

Giffoni Vallepiana (SA)Tel.: 339 5944148

Noci, nocciole, castagne, fichi, mele annurche, kaki.Noci e nocciole nel miele oppure nella marmellata

Borgo CerquelleLoc. Lena - Contrada Cerquelle

Pontelandolfo (BN)Tel.: 0824 851176

Prugne, mele, ciliegie, kaki, gelsi, amarene, albicocche, ribes, uvaspina, lamponi, fragoline di bosco.

Confetture e marmellate di prugne, mele, ribes, more, pere, amarene.

Liquori di alloro, amarino, finocchietto selvatico, pera, ribes, nocino, fragolino

Di StasioVia Magellano, 102- Giugliano (NA)

Tel.: 081 5060390

Pesche bianche e gialle, nettarine, percoche, ciliegie, susine, albicocche

Az. Agr. Biodinamica Petrosino Sabato

Via Delle vigne, 44 - Eboli (SA)Tel.: 0828 651006

Albicocche e susine

Aziende Sapore di Campania

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Denominazione Azienda Prodotti frutticoli offerti

Az. Agricola Monte SommaVia Mazzini, 4

Pollena Trocchia (NA)Tel.: 081 5303331

Albicocche vesuviane, castagne, noci di Sorrento, nocciole

Scuderia Monte SommaVia Bosco, 15

Somma Vesuviana (NA)Tel.: 081 8931929

Noci, ciliegie, fichi, arance, limoni, mandarini, susine, albicocche,mele annurche, kaki.

Marmellate di arance, mandarini, albicocche

Azzurretti VincenzoVia Direttissima, 5

Falciano del Massico (CE)Tel.: 0823 931422

Pesche, susine, mele, kiwi

Caseriac.da MontetufaraBenevento (BN)Tel.: 0824 960221

Noci, more e prugne

Colline di rosetoc.da Roseto

Castelfranco in Miscano (BN)Tel.: 0824 29425

Uva, pere, susine, kaki, mele cotogne, fichi. Marmellate di fichi, albicocche, pesche, mele cotogne,

mele limoncelle, mele annurche, ciliegie, amarene, more

Antico CasaleVia Cermenna, 45

Piano di Sorrento (NA)Tel.: 081 8083462

Noci, kiwi, avocadi, ciliegie, amarene, fichi, pere, arance, limoni,mandarini, pompelmi, clementine, susine, albicocche, mele

annurche, mele limoncelle, kaki, noci pesche.Marmellate di arance, limoni, amarene, mele cotogne.

Liquori nocillo, limoncello, finocchietto, mandarinetto, agrumello, sciroppo di amarene

CampanileVia Magellano, 31Giugliano (NA)

Tel.: 081 8946042

Pesche, albicocche, ciliegie, kaki

GaudicielloVia Gaudiciello

Ariano Irpino (AV)Tel.: 0825-873084

Olive

Azienda Agricola MirabellaVia 1a Rampa Averno, 3

Pozzuoli (NA)Tel.: 081 8665976

Percoche, nespole, aranci, mandarini, limoni, prugne, uva da vino

Aziende Sapore di Campania

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Denominazione Azienda Prodotti frutticoli offertiPrelibatezze del Vesuvio

loc. FilaroErcolano (NA)

Tel.: 081 7718979 - 333 8461074

Albicocche, prugne, fichi, noci

Valle Ofantoc.da Ofanto, 107

Rapone (PZ)Tel.: 0976 96314

Mele, noci.Confetture

AlmaMaterBioVia Astarita, 32

Meta (NA)Tel.: 081 8088954

Limoni, arance, noci

La VillanellaVia Partenope, 31

Massa Lubrense (NA)Tel.: 081 5339601

Limoni, pesche, albicocche, ciliegie, nespole, susine, fichi, fragoline

Antichi sapori vesuvianidi Imparato Pasquale

Via S. Leonardo, 93S. Giuseppe Vesuviano (NA)

Tel.: 081 8279330

Pesche, albicocche, ciliegie, nespole, susine, fichi, gelsi, limoni, arance, mandarini, pompelmi.

Marmellate di frutta

Az. Agrituristica La FattoriaLoc. Casalicchio

Aquara (SA)Tel.: 0828 962716

Noci, ciliegie, castagne, fichi, mele annurche, kaki, fichi d'india, pere, susine.

Marmellate di fichi e di more

Az. Agr. Poggio di valle lungaVia Perillo, 22/A

Montesano sulla Marcellana (SA)Tel.: 0975 864003

Ciliegie, fragoline di bosco, mele

Antichi Sapori Vesuviani diAmmendola Pierfrancesco

Via San Leonardo, 93San Giuseppe Vesuviano (NA)

Tel.: 081 8279330

Pesche, albicocche, ciliegie, nespole, susine, fichi, gelsi, limoni, arance, mandarini, pompelmi, noci, nocciole, castagne.

Marmellate varie.

Az. Agricola Guidone MarioC.so Vittorio Emanuele,147

Lettere (NA)Tel.: 081 8022035

Frutta di stagione

Campania Orovia Nazionale ,516

Torre del Greco (NA)Tel.: 081 8834457

Confetture di ciliegia, albicocca, pesca, agrumi

Aziende Sapore di Campania

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Stampa e allestimento:Imago Media s.r.l

Dragoni (CE) - Tel. 0823 866710www.imagomedia.it