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Sommario

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l’editoriale | Colosseo, l’attacco del Governoall’esercizio della libertà sindacale: occasioneghiotta per rafforzare l’offensiva versoi lavoratori pubblici di N. turcorasseGNa stampa | i comunicati del segretarioGenerale della Uilpa Nicola turcol’eVeNto | assemblea Generale Uil, oltre 1.300delegati ai lavori alla Fiera del levante di Baril’approFoNdimeNto | la conciliazione dei tempi della vita personale, familiare e professionaleattUalitÀ | immigrazione, urge concretizzaremisure reali di integrazione e inclusione socialeattUalitÀ | expo 2015 tra luci e ombreiN pUNta di spillo | il nemico è chi si inventai nemici per aiutare i suoi amici di e. m. ponti

dossier BeNi CUltUrali,FaCCiamo ChiarezzaL’assemblea del Colosseo: tanto rumore mentre Roma e l’Italia cascano a pezzi...

Periodico di InformazioneAnno II, n. 9 | Sett. - Ottobre 2015in attesa di registrazioneDirettore politicoNICOLA TURCODirettore responsabileENRICO MATTEO PONTI

Caporedattore/Progetto graficoMIChELE PILLARedattriceSIMONETTA COLAIORISede legaleVIA EMILIO LEPIDO, 4600175 ROMATelefono06/715393Web www.uilpa.itEmail [email protected]

EditoreOMNIA SERVIzI SRLVia Seneca, 22 - 00136 RomaC.F. e P. Iva 11672801005Chiuso il 15 ottobre 2015La collaborazione è aperta a tutti, ma in nessun caso instaura un rapporto di lavoro ed è sempre da intendersi a ti-tolo di volontariato. I lavori pubblicati riflettono il pensiero dei singoli autori, i quali se ne assumono la responsabilità di fronte alla legge.

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» iN CopertiNa

ViseNtiNi, UN diriGeNteUil a Capo del C.e.s.Barbagallo: «Una vittoria del Sindacatoitaliano, frutto di un percorso unitario»

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4 | Settembre-Ottobre 2015 | UILPAMAGAZINE UILPAMAGAZINE | Settembre-Ottobre 2015 | [email protected] alla redazione »@uilpanazionaleUILPA - Uil Pubblica Amministrazione Uilpa Tv

La vicenda del Colosseo ha offerto al Governo la sponda per sferrare un ulte-riore attacco nei confronti dei lavora-

tori pubblici e del movimento sindacale. An-cora una volta si è consumato un atto di vile strumentalizzazione politica di fatti che nulla avevano di illegittimo ma che, anzi, costitu-ivano una libera espressione di democrazia, esercitata entro i paletti della Costituzione e nel pieno rispetto delle norme che regolano il rapporto di lavoro. Il diritto assembleare era legittimamente fina-lizzato a rivendicare la mancata retribuzione di quelle prestazioni lavorative che assicura-no la fruizione della cultura nel nostro Paese!E invece, l’Assemblea dei lavoratori del Colosseo è divenuta l’occasione da cogliere

subitaneamente per rafforzare l’azione offen-siva nei confronti dei dipendenti pubblici e di chi legittimamente li rappresenta. Si è ricorso addirittura alla decretazione d’urgenza per limitare nel futuro i diritti dei lavoratori dei Beni Culturali, iniziativa che non risponde ad alcuna logica se non quella di boicottare le proteste di migliaia di lavo-ratori chiamati tutto l’anno ad effettuare prestazioni aggiuntive senza alcuna certezza rispetto al percepimento della relativa retri-buzione. E ci domandiamo in quale recondita parte del provvedimento le Istituzioni com-petenti abbiano ravvisato quei requisiti di necessità ed urgenza richiesti dalla Costitu-zione per tale tipo di legiferazione.Ma non solo! Dietro questo atto di estre-

Colosseo, l’attacco del Governoall’esercizio della libertà sindacale:

occasione ghiotta per rafforzarel’offensiva verso i lavoratori pubblici

di NICOLA TURCO | Segretario Generale UILPA

» Editoriale

ma vigliaccheria si nasconde il malcelato, ulteriore, tentativo di ridurre il diritto di rappresentanza costituzionalmente garanti-to, intervenendo nelle diverse forme di lotta e di mobilitazione, pur se esercitate secon-do le modalità codificate dalla legge e dalla disciplina contrattuale.E rispetto a tali fatti abbiamo anche assi-stito a parole e comportamenti che rasen-tano addirittura il ridicolo, ad iniziare dalle dichiarazioni del sottosegretario Francesca Barracciu che ha introdotto la nuova fatti-specie giuridica del “reato in senso lato”! Ma, nonostante la bomba mediatica in-nescata dal Governo sulla questione dei lavoratori del Ministero dei Beni Culturali e l’attacco frontale all’esercizio del diritto alla

libertà sindacale, abbiamo potuto rilevare la reazione positiva di larga parte dell’opinione pubblica rispetto alla reale situazione dei lavoratori.Ed allora, diventa più che legittimo chiedersi il motivo di tanto rumore! Il datore di lavo-ro, sia esso lo Stato sia esso un altro sogget-to, ha il dovere di erogare ai suoi dipendenti il corrispettivo a fronte del lavoro prestato e, se ciò nella fattispecie non è avvenuto, la causa del problema non è da rinvenirsi nella regolare assemblea sindacale svolta dai la-voratori bensì nel mancato pagamento degli emolumenti ad essi spettanti da parte dello Stato-datore di lavoro. In buona sostanza, il Governo si è rigirato la frittata, atteggian-dosi da colpevole a vittima!

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monumenti in affittoDossier C

olosseo: facci

amo chiarezza

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» In copertina

parole, tonnellate di improperi su tutti i giornali, tutte le radio, tutte le televisioni, tutte le agenzie di stampa.Certo, le Emerite Eccellenze cavalcando l’onda fatta montare ad arte da loro stessi si guardavano bene dallo spendere mezza parola sulle motivazioni di quella assemblea, si guardavano bene dal ricordare che il Colosseo, a differenza della stragrande maggioranza delle strutture artistico-museali di tutto il mondo, chiude solo due giorni l’anno (avete letto bene: due!), si guardavano bene dal precisare che a causa del mancato turn over i guardiani in servizio per ogni turno sono soltanto sette che, pertanto, sono costretti a lavorare le domeniche e le festività per pochi euro di salario accessorio. Quei pochi euro la cui mancata erogazione, scandalosamente e ignobilmente ferma da oltre otto mesi, è stata la causa non di uno sciopero

come quello che tenne chiuso il Museo del Louvre per due settimane solo pochi anni fa, ma di una semplice assemblea di neanche tre ore. Si sono guardati bene, però, dal dire che solo dopo il fattaccio (guarda tu il caso!), la burocrazia ministeriale ha trovato come d’incanto la strada per sbloccare i fondi necessari per il pagamento degli arretrati... Si sono guardati bene dallo smentire che non di una riunione selvaggiamente convocata al di fuori dalle regole come fosse una adunata sediziosa ma di una assemblea pienamente e formalmente autorizzata nel pieno rispetto delle regole e, per buon peso, richiesta con un preavviso superiore a quello dettato dalle norme.E qui ci soccorrono, se mai ce ne fosse bisogno, le dichiarazioni rilasciate a caldo dal sovrintendente speciale del Colosseo, Francesco Prosperetti, che afferma “Se noi chiediamo al personale

di tenere aperti i musei a Pasqua, il primo maggio, a ferragosto, sarebbe bello che questi straordinari venissero pagati in tempi normali. Altrimenti è normale protestare”. Ci si permetta di chiosare che a noi non sembra affatto una questione di estetica… ma soprattutto di etica!”Quindi, non “sarebbe bello”, ma semplicemente giusto e dovuto!!!Proseguiamo, aiutati da una riflessione de Il fatto Quotidiano che afferma. “L’attacco politico all’esercizio dei diritti dei lavoratori costituzionalmente garantiti e legittimamente esercitati è inammissibile. “E continua “Invece di pagare i lavoratori a testa bassa, viene invocata l’approvazione di una legge straordinaria… L’obiettivo pare evidente: ridurre il potere di contrattazione dei lavoratori e dare maggior peso alla voce del “padrone”, equiparando l’ingresso dei turisti in vacanza in un sito archeologico

tanati mentretentanodi riscoprireil vecchio giocodelle tre carteche noninfinocchia più nessuno. Questa volta giornalisti e imprenditori sono viciniai lavoratorie non ai politici

L’Anfiteatro Flavio, più noto con il nome di Colosseo, è stato nei secoli teatro delle più svariate

forme di violenza. L’ultima, in ordine di tempo, è quella ignobile architettata ad arte per “distrarre” l’opinione pubblica dai veri mali di Roma… Capitale di un’Italia sempre più in crisi non certo per colpa di chi lavora ma di chi l’ha governata e la governa con una lungimiranza e una capacità pari alla vista di una talpa di notte. Esaminiamo insieme, in maniera documentata, le bugie e i falsi che hanno infarcito il percorso di questa brutta storiaccia. Storiaccia che, ancora una volta, vede il Governo nazionale e quello della città, sempre divisi su tutto…ma, oggi, uniti nell’interpretare, nel peggiore dei modi possibile, il

remake de “la strana coppia”.La prima bugia è quella con la quale i “nostri eroi” hanno tentato di spacciare per sciopero non autorizzato ovvero per abbandono di posto di lavoro ovvero, ancora, per “sfregio al Paese” una assemblea dei lavoratori debitamente autorizzata.Affermare che la chiusura ai visitatori e ai turisti non era stata preventivamente comunicata è il primo di questi falsi. Infatti, quel venerdì 18 settembre sarebbe bastato buttare un occhio sulla prima delle pagine dedicate da La Repubblica alla città di Roma per leggere sotto il titolo “La protesta - Il Colosseo oggi a rischio chiusura. “una frasetta inequivoca ed inequivocabile “Anfiteatro Flavio a rischio chiusura, questa mattina dalla 8,30 alle 11,30……per l’assemblea indetta a Palazzo Massimo dalle RSU della Soprintendenza.”.

Ma come, si domanderà qualche ingenuo, il Matteo Presidente del Consiglio il ministro, il sindaco (ormai ex!) non avevano letto? La risposta, forse, potrebbe cercarla nel fatto che quella stessa pagina portava, in apertura, a caratteri cubitali, una notizia che avrebbe potuto indurre Lor Signori a strappare tutto il foglio con un gesto di rabbia. “Appalti truccati il dossier Cantone finisce in procura – Il nuovo affondo del responsabile della corruzione “Non pensavo che il Comune fosse tanto pervaso” Ed ora trasferiamoci sulla stampa del giorno successivo “Colosseo chiuso, il pugno di Renzi Il premier: sindacalisticontro il Paese – Io difendo i turisti”, “La misura è colma, ha tuonato il ministro Dario Franceschini”, “Lo sdegno di Marino”. E via continuando per paginante e paginate, fiumi di

Renzi, franceschini,marino e l’assemblea

al Colosseo ovverocome distrarre l’opinione

pubblica mentre Romae l’italia cascano a pezzi

di Enrico Matteo Ponti*

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all’assistenza ospedaliera”.Quel padrone che, sempre pronto a parlare e a straparlare, solo in questa occasione … ha perso la voce dimenticandosi di dire che si tratta di lavoratori ai quali il governo, che in questo caso, guarda caso, coincide con il padrone, nonostante le previsioni normative e la sentenza della Corte Costituzionale, non rinnova il contratto di lavoro da ormai sette anni. Quel padrone che indossa anche il vestito di Segretario di quel Partito Democratico che, almeno noi, ricordiamo affondare le sue radici nella storia del mondo del lavoro italiano.Invece hanno detto, anzi hanno urlato, che in questo modo si crea danno all’immagine del Paese e ai turisti.Quei turisti, però, che sempre lor signori a causa dell’ignavia di chi dovrebbe intervenire sono preda dei veri e ben più pesanti disservizi o, peggio, delle condizioni con le quali, al pari dei cittadini italiani, sono costretti quotidianamente a convivere nelle nostre città. E qui ci aiuta ancora la lettura dei giornali che sistematicamente denunciano l’assalto cui vengono sottoposti, con grave danno, ora sì!, dell’immagine del nostro Paese, da bande di scippatori e borseggiatori, da finti centurioni che davanti al Colosseo taglieggiano i turisti invitati a farsi fotografare con pretese, non sempre dichiarate prima, di decine di euro per la loro “prestazione”. E si dimenticano, pure, di leggere i servizi delle gradi testate straniere che, riportando le giuste doglianze dei loro connazionali in rientro dall’Italia, documentano il livello dei trasporti cittadini, commentano la “pulizia” delle strade, stigmatizzano le ore di fila nei pronti soccorsi degli ospedali le cui equipe sono ormai ridotte all’osso, ridicolizzano lo stato delle strade considerate alla stregua di campi da golf a 18 buche nei quali, però, giocare non con le piccole golfballs ma con i ben più grossi palloni da football. Si dimenticano di dire che, nonostante loro…, le assemblee dei lavoratori saranno sempre convocabili, a

» In copertina

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» In copertinameno di trasformare il nostro Paese in uno stato di sudamericana memoria o in una repubblica delle banane dove forse vorrebbe vivere la sottosegretaria Francesca Barracciu che ha addirittura considerato i lavoratori in assemblea colpevoli di un non meglio precisato reato salvo, una volta coperta dal ridicolo, inventarsi il “reato in senso lato” facendo, così, ridere non solo gli studenti del primo anno di giurisprudenza ma anche i polli , le galline, i pulcini.Chi non ride, invece, come puntualmente affermano, per fortuna, molti giornalisti e molti giuristi, sono quei cittadini che, oplà…, trovarono chiuso per un’intera, lunghissima notte il famosissimo Ponte Vecchio, riservato per una cena privata di ricchi milionari grazie ad una decisione assunta proprio da quel giovin fiorentino all’epoca sindaco del capoluogo toscano. Lo stesso che oggi, da Presidente del Consiglio grida allo scandalo perché viene sottratta alla collettività la fruizione del Colosseo per sole tre ore. E, sempre restando a Firenze, stendiamo un velo pietoso sulla decisione, di chiudere al pubblico, solo pochi mesi fa, la sala di lettura della Biblioteca Nazionale per far svolgere una sfilata di moda. Ma il lupetto perde il pelo ma non il vizio…Infatti, è di questi giorni la notizia che dovendo il Matteo Presidente ospitare il principe ereditario degli Emirati Arabi in quel di Palazzo Vecchio, il Museo interno è stato chiuso dalle 15 fino all’indomani mattina.Se ne deve, quindi, dedurre che i turisti di Ponte Vecchio, i visitatori del Museo di Palazzo Vecchio o i bibliofili della Nazionale di Firenze valgano meno dei visitatori del Colosseo? O, maliziosamente pensando, quando è lui a decidere, magari anche solo per mettersi in mostra, tutto è ammesso perché, parafrasando il Marchese del Grillo “Io so’ io e tutti l’artri, turisti, cittadini, studiosi, sindacati, lavoratori, non contano un…!” ?Quel Colosseo che incassa per la vendita di biglietti circa 40 milioni di euro l’anno

dei quali, però, per ragioni varie, viene trasferito ai privati circa il 70%. Ma, ormai, nell’epoca del “tutto si compra e tutto si vende”, c’è un tariffario anche per l’affitto delle opere d’arte che, senza dimenticarselo mai…, vengono, però, così, sottratte alla fruizione dei cittadini e dei turisti. Vuoi invitare i tuoi amici ad una festa in costume alla Reggia di Venaria? 20.00 euro e passa la paura. Ti piace illuderti di poter incontrare lo spirito di Ghoete che, nel Grand Tour, scrive nell’antico Tempio di Segesta (ovviamente chiuso al pubblico)? Con la modica cifra di 5.000 € lo puoi fare. Mentre per una cena, rigorosamente privata nell’anfiteatro di Pompei devi

arrivare a sborsarne 15.000. Ma vuoi mettere? Godere di quell’incanto senza il fastidio della gente vociante è il massimo dello sfizio. Però, attenzione, non parlate di assemblee sindacali perché allora lo stesso pubblico cacciato per lo vil denaro ridiventa oggetto di tutela e deve essere difeso. Ne va dell’immagine del Paese!A questo punto il grande Totò avrebbe esclamato “Ma ci faccia il piacere, ci faccia…!”.Proprio partendo da questi ultimi fatti, ci aiuta in questa analisi la lettura di un pregevole articolo di Tommaso Montanari su La Repubblica del 20 settembre scorso. “I diritti del mercato ci appaiono

evidentemente più importanti dei diritti dei lavoratori. Ma in Europa non è così. L’anno scorso la Tour Eiffel chiuse per ben tre giorni e la National Gallery di Londra è aperta a singhiozzo da mesi per una dura lotta sindacale: nessuno ha gridato che la Francia o l’Inghilterra sono ostaggio dei sindacati. Il ministro Dario Franceschini ha detto che mentre i lavoratori erano in assemblea egli era impegnato al Ministero dell’Economia proprio per riuscire a sbloccare il pagamento dei loro straordinari. E uno si chiede: ma l’Italia è ostaggio di coloro che, guadagnando circa 1000 euro al mese, chiedono di non aspettare mesi o anni per la retribuzione degli straordinari

(che permettono le aperture domenicali e notturne) o è ostaggio della burocrazia che ha fatto sì che Franceschini non sia riuscito a risolvere il problema in un anno e mezzo di Governo? E perchè il decreto d’urgenza adottato venerdì non ha riguardato il pagamento dei lavoratori ma invece il regime degli scioperi?”.La risposta, forse la possiamo trovare continuando a leggere….“Un noto documento programmatico della banca d’affari americana JP Morgan (giugno 2013) additava fra i problemi “dei sistemi politici della periferia meridionale dell’Europa” il fatto che “le Costituzioni mostrano una forte influenza delle idee socialiste”:

bisognava dunque rimuovere, tra l’altro, le “tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori” e “la licenza di protestare se vengono proposte sgradite modifiche dello status quo”.Diceva qualcuno molto esperto delle cose e degli affari politici italiani che…. Ad essere maliziosi forse si fa peccato ma spesso ci si azzecca…. E noi che siamo maliziosi… temiamo che, come un virus, la visione della banca a stelle e strisce si sia inoculata in molti la cultura del padrone… E prosegue Montanari “Non c’è alcun dubbio sul fatto che anche i sindacati abbiano le loro responsabilità nel pessimo funzionamento del Ministero per i Beni Culturali. Ma »

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13/10/2015 Pompei, assemblea sindacale 'selvaggia' era autorizzata da giorni. Soprintendente stupito? Diede ok. Ecco il documento - Il Fatto Quotidiano

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/07/28/pompei-assemblea-sindacale-selvaggia-era-autorizzata-da-giorni-soprintendente-stupito-diede-ok-ecco-il-docu… 1/10

Temi del Giorno DIRITTI TV • GERUSALEMME • IGNAZIO MARINO • IUS SOLI • MARIO MANTOVANI

IlFattoQuotidiano.it / Cronaca

Ercolano, il sindaco a Salvini: “Lui stacol gioielliere? Populismo perraccogliere facile consenso.#iostoconlalegalità”

Zoo Copenaghen, leone sarà fatto apezzi davanti a bambini. Come giraffaMarius

Pompei, assemblea sindacale ‘selvaggia’era autorizzata da giorni. Soprintendentestupito? Diede ok. Ecco il documento

di Thomas Mackinson | 28 luglio 2015

L'atto ufficiale che ilfattoquotidiano.it pubblica in esclusiva

rivela che la protesta dei lavoratori era stata comunicata in

anticipo e approvata dal funzionario che poi si dichiarerà

"pugnalato alle spalle". Era stato concesso anche l'uso

dell'auditorium dalle 9 alle 11. Ma sui mezzi di informazione è

passata solo la versione dello sciopero a sorpresa

Non era “improvvisa” e tantomeno “selvaggia”, come è stato

raccontato, l’assemblea sindacale che il 24 luglio ha lasciato duemila

turisti fuori dai cancelli di Pompei, scatenando una bufera sui

sindacati “irresponsabili”. Il documento che ilfattoquotidiano.it

pubblica in esclusiva dimostra il contrario: a dispetto della versione

ufficiale, l’assemblea di venerdì era stata comunicata per tempo a

tutti i soggetti pubblici interessati e soprattutto regolarmente

autorizzata proprio da quel Soprintendente che l’indomani si

dichiarerà invece “sorpreso” e “pugnalato alle spalle” dai lavoratori.

Più informazioni su: Assemblea, Dario Franceschini, Matteo Renzi, Pompei, Sindacati

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Lombardia, arrestatovicepresidente Mantovani

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La Repubblica Roma - 18.09.15 Il Fatto Quotidiano - 28.07.15

Il lupetto perde il pelo ma non il vizio...

» In copertina

è davvero caricaturale dire che in Italia il diritto alla cultura sia negato per colpa dei sindacati. Le biblioteche e gli archivi sono in punto di morte a causa della mancanza di fondi ordinari di personale, d’estate i grandi musei chiudono perché non c’è l’aria condizionata, nel centro di Napoli duecento chiese storiche sono chiuse dal 1980, due giorni fa è caduto per incuria il tetto della mirabile Chiesa di San Francesco a Pisa dove era sepolto il Conte Ugolino… E si potrebbe continuare per pagine e pagine.Questo immane sfascio non è colpa dei sindacati ma dei governi degli ultimi trent’anni, nessuno escluso (neanche il

presente che ha appena tagliato di un terzo il personale del Mibcat, già alla canna del gas).Se davvero vogliamo che la cultura (e non solo il turismo più blockbuster) diventi un servizio essenziale, come vorrebbe la Costituzione, allora non c’è che una strada: investire, in termini di capitali finanziari e umani. Quando gli italiani potranno davvero entrare nelle loro chiese, nei loro musei e nelle loro biblioteche (magari gratuitamente o pagando secondo il reddito) e quando chi ci lavora avrà una retribuzione equa e puntuale, allora avremo costruito un servizio pubblico »

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16 | Settembre-Ottobre 2015 | UILPAMAGAZINE @uilpanazionaleUILPA - Uil Pubblica Amministrazione

» In copertina

essenziale. Un traguardo che pare molto lontano, impantanati come siamo in questo maledetto storytelling, che invece di cambiare la realtà, preferisce manipolare l’immaginario collettivo”.Cosa questa della quale i politici fanno a gara a primeggiare. O ci sbagliamo?Per aiutarci a trovare la risposta a questo interrogativo ci può venire in aiuto l’intervista rilasciata dall’imprenditore Diego Della Valle al Financial Times: “Dopo le Polemiche: “Da quando ho iniziato a parlare del restauro del Colosseo ho incontrato sei ministri. Di questi sei, almeno quattro erano imbecilli, persone inutili messe lì per caso”.* direttore responsabile Uilpa Magazine

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18 | Settembre-Ottobre 2015 | UILPAMAGAZINE UILPAMAGAZINE | Settembre-Ottobre 2015 | [email protected] alla redazione »@uilpanazionaleUILPA - Uil Pubblica Amministrazione Uilpa Tv

» In copertina«Colosseo, facciamo un po’ di chiarezza». Su Uilpa.it è online l’intervista a Federico Trastulli, Vice Coordinatore Na-zionale UILPA Mibac, in merito alla delicata questione relativa ai Beni Culturali. Potete riguardare il video cliccando al seguente link: http://www.uilpa.it/notizie/ultime-notizie/2765-video-trastulli-a-pillole-di-pubblico-colosseo-facciamo-un-po-di-chiarezza

RIGUARDAIL VIDEO

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20 | Settembre-Ottobre 2015 | UILPAMAGAZINE UILPAMAGAZINE | Settembre-Ottobre 2015 | [email protected] alla redazione »@uilpanazionaleUILPA - Uil Pubblica Amministrazione Uilpa Tv

» In copertina

RaSSeGna StamPa

Servizio pubblico a rischiodefault. La politica colpisce

lavoratori e cittadini(24 settembre 2015) » Clicca qui e leggi l’articolo

(22 settembre 2015) » Clicca qui e leggi l’articolo

(19 settembre 2015) » Clicca qui e leggi l’articolo

La tela di Penelope: le trameordite per la progressivadistruzione del sistema pubblico(2 ottobre 2015) » Clicca qui e leggi l’articolo

Il Governo si rigira la frittata,da colpevole a vittima!

Ennesimo attacco del governo ai diritti dei lavoratori. Venga decretato

d’urgenza il diritto alla retribuzionedei lavoratori pubblici!

I COMUNICATI DEL SEGRETARIO GENERALEGENERALE DELLA UILPA, NICOLA TURCO

Barbagallo: «L’assemblea al Colosseo eralegittima. attacchi pretestuosi dal Governo»“Il Premier non perde occasione per scagliarsi contro i sindacalisti, ma l’as-semblea al Colosseo è stata convocata dai lavoratori di quel sito, eletti nelle Rsu, e non dai Sindacati. La convoca-zione, poi, ha seguito tutto l’iter pre-visto dalle norme e dai regolamenti, con tanto di pubblicizzazione e di autorizzazioni rilasciate dai dirigenti responsabili”.

Così il Segretario Generale della UIL, Carmelo Barbagallo, in merito alle polemiche scaturite dall’assemblea generale odierna dei lavoratori indetta dalla RSU della Soprintendenza Ar-cheologica di Roma. “Oggetto prin-cipale dell’assemblea, infine, è stato il mancato pagamento, da nove mesi a questa parte...» CLICCA QUI E CONTINUA

la precIsazIone del segretarIo generale della uIl

AGI - Colosseo: scontro Renzi-sindacati su dl, verso sciopero

È scontro Renzi-sindacati sul decreto ap-provato ieri dal Consiglio dei ministri che equipara i beni culturali ai servizi pubblici essenziali. Per le organizzazioni di catego-ria si tratta di un dl antidemocratico: per rilanciare davvero il settore servono piu’ assunzioni e investimenti. E nonostante il governo abbia sbloccato i fondi per i salari accessori per il 2014 e il 2015, la Cgil insiste: è possibile uno sciopero a ottobre.

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E INGRANDISCI

«No al garante per gli scioperi»Il Segretario Generale della UILPA, Nicola Turco, ha rilasciato una di-chiarazione al quotidiano La Stampa in merito alla mancata partecipazione alla riunione convocata nella giornata di ieri dall’Autorità di Garanzia per gli scioperi. «Abbiamo disertato la riunio-ne perché non era il Garante la sede idonea per discutere il decreto - ha re-plicato Turco sulle colonne del quoti-diano piemontese -. Ci aspettiamo una convocazione da parte dell’Aran, l’a-genzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni».Conclude il Segretario Generale della UILPA: «Prima, infatti, va trovato un nuovo accordo sui servizi essenzia-li, poi se l’Autorità di garanzia per gli scioperi vorrà sentirci siamo disponi-bili, ma in questa fase non è il Garante il soggetto con cui discutere».Nell’immagine a destra, la dichiarazio-ne del Segretario Generale della UIL-PA, Nicola Turco, su La Stampa del 25 settembre 2015.

nIcola turco a “la stampa” l’agenzIa

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22 | Settembre-Ottobre 2015 | UILPAMAGAZINE UILPAMAGAZINE | Settembre-Ottobre 2015 | [email protected] alla redazione »@uilpanazionaleUILPA - Uil Pubblica Amministrazione Uilpa Tv

il dirigente uiL Luca Visentini eletto Segretario Generale del C.e.S.

Barbagallo: «Una vittoria del sindacato italiano,che è frutto soprattuttodi un percorso unitario»

Guarda la video intervista a Luca Visentini realizza-ta dalla redazione di Uil Web Tv clic-cando sul seguente link: http://www.uilweb.tv/webtv/default.asp?Id_Vi-deolink=3935

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Venerdì 2 ottobre, a Parigi, Luca Visentini è stato ufficialmente eletto Segretario generale della Ces con un consenso plebiscitario. Nel

segreto dell’urna, infatti, circa il 97 per cento dei de-legati al Congresso ha espresso il proprio voto favo-revole. E così un italiano, ex dirigente della Uil, sarà per i prossimi quattro anni al vertice del Sindacato europeo.«È una grande vittoria del Sindacato italiano - ha commentato Carmelo Barbagallo, Segretario genera-le della Uil - ed è la dimostrazione che Cgil, Cisl e Uil, quando condividono progetti unitari, riescono a otte-nere risultati eccezionali. Il percorso è stato davvero difficile ma, insieme, siamo riusciti a costruire il con-senso delle Organizzazioni sindacali europee intorno alla persona di Visentini, un sindacalista giovane e con una visione europea e intelligente dei problemi del lavoro. È un’affermazione che ci inorgoglisce tut-ti. Noi sosterremo il nuovo corso con la necessaria determinazione - ha proseguito Barbagallo - perché siamo convinti che ci voglia più Europa e più Sinda-cato in Europa. Ormai, molte decisioni si assumono a quel livello e poi vengono calate nelle singole realtà nazionali: è in quelle sedi, dunque, che occorre inter-venire per far valere le nostre posizioni. La politica del rigore non regge più e, in questi anni, non ha fatto altro che far impoverire i lavoratori e i pensionati. C’è bisogno di investimenti pubblici e privati, veri e so-stanziosi, che rilancino occupazione e sviluppo. Ecco perché - ha concluso il leader della Uil - coglieremo la disponibilità al dialogo sociale, espressa dai vertici delle Istituzioni europee, per fare valere le nostre ri-vendicazioni, in Europa e in Italia”.

» Il fatto

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Sviluppo, contratti, sud, impulso al rilancio. Queste le parole chia-

ve dell’Assemblea Nazionale UIL svoltasi giovedì 17 set-tembre presso la Fiera del Le-vante di Bari, dove la UIL ha riunito oltre 1.300 tra dirigenti e quadri. Un appuntamento strategico per fissare l’agen-da sindacale UIL e lanciare al Governo un messaggio forte e chiaro.«Dobbiamo fare subito i con-tratti pubblici e privati e dob-

biamo anche partire con la trattativa per la riforma del modello contrattuale senza, però, bloccare i rinnovi».Così il Segretario Generale della UIL, Carmelo Barbagal-lo, durante il suo intervento a conclusione dei lavori delle as-sise. «Non pensassero di per-dere tempo, altrimenti daremo una risposta dura, pubblica e privata. A me non piacciono le lotte meteorologiche, ma sul prossimo autunno vedo addensarsi grandi nuvoloni:

può darsi che ci sia tempesta. Noi vorremmo evitarla.Bisognerebbe far rileggere a Padoan il rapporto Svimez. Per quel che riguarda il Sud, infatti, dopo tante promesse, il Governo sembra volersi limi-tare all’amministrazione dell’e-sistente. Noi, invece, lanciamo una sfida: chiediamo investi-menti per infrastrutture mate-riali e immateriali. Per quel che ci riguarda, siamo disponibili a fare la nostra parte accettan-do una flessibilità contrattuale

per un periodo determinato a favore di tutti coloro che verranno a investire nelle Re-gioni meridionali. Occorre anche una regia nazionale per superare gli intoppi e i lacci e laccioli della burocrazia e per lottare per la legalità. Senza crescita del Mezzogiorno non ci sarà la crescita del Paese. Ho l’impressione che Squinzi pensi a una guerra tra poveri, ma il nostro Paese, per moti-vi demografici, avrà bisogno anche di manodopera stra-

niera: se vogliamo la ripresa, bisognerà pensare anche a questo».«Avevamo ripetutamente in-vitato Renzi a partecipare alla nostra Assemblea: non pervenuto. Forse teme di confrontarsi con la realtà del Paese».Così il Segretario generale della Uil ha poi concluso i lavori. Con riferimento alla vicenda contrattuale, Barba-gallo ha ribadito le posizioni già espresse in mattinata e ha

poi sottolineato che «la Uil non parteciperà alla prossima riunione con la Confindustria per il rinnovo del modello contrattuale, programmata per il 22 settembre, se non si sbloccano i tavoli di trattativa per il rinnovo dei contratti di categoria».Barbagallo, infine, dopo aver rilanciato la sua proposta a Cgil e Cisl di far rivivere la Federazione unitaria, ha con-cluso con un riferimento spe-cifico a Termini Imerese.

«Dalla prossima settimana - ha concluso il leader del-la Uil - ci saranno problemi seri per i lavoratori di quel-lo stabilimento. Allora, visto che per la FCA le cose vanno molto bene e che sembra es-sere poco incline ad accettare concorrenti nel settore, noi chiediamo a Marchionne di riprendersi quella fabbrica: ci sarebbe così finalmente una soluzione e una prospettiva alla ‘terza t’ di renziana me-moria».

il segretarioGenerale Uil:«servonoinvestimentiin infrastruttureal mezzogiornosenza, il paesenon rinasce»

Assemblea NazionaleOltre 1300 delegatiai lavori alla Fieradel Levante di Barisviluppo, contratti, sud, impulso al rilancio:queste le parole chiave dell’assise svoltasiil 17 settembre in puglia. Barbagallo: «orabisogna fare i contratti altrimenti ci sarannonuvoloni: speriamo di evitare le tempeste»

» L’evento

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Nata per dare attuazione nel no-stro ordinamento alla diretti-va comunitaria n. 34 del 1996

sui congedi parentali, la legge 8 marzo 2000, n. 53, costituisce una pietra miliare nell’ambito della legislazione sociale del nostro Paese.Nota anche come “Legge Turco” o come “Legge sui congedi parentali”, essa da una parte riprende i contenuti della legge 1204 del 1971 adeguandoli alle mutate esigenze della famiglia e del mondo del lavoro e dall’altra amplia l’o-rizzonte dell’attenzione verso i bisogni dell’individuo affrontando il tema della conciliazione tra lavoro, famiglia ed esi-genze della persona. E, nell’ambito di tale nuova percezione del rapporto tra il singolo e la collettività in cui lo stesso vive ed opera, la legge 53/2000 pone al centro dell’attenzione il fattore “tempo”.Già il titolo della legge, “Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città”, rende evidente la notevole molteplicità degli argomenti affrontati. I contenuti sono eterogenei:

in primo piano il sostegno alla materni-tà e alla paternità, a seguire il diritto alle esigenze di cura e di formazione della persona e, ancora, una nuova attenzione alle necessità di coordinamento dei tem-pi delle città. Il tutto è tenuto assieme da un filo con-duttore coerente, proiettato al consegui-mento di un fine unico, che è quello di rendere più agevole la conciliazione tra le diverse tempistiche che individualizza-no la nostra vita. Il legislatore opera, quindi, una “scan-sione normativa” dei tempi della vita professionale, specifici di ogni attività la-vorativa, e dei tempi della vita personale e familiare al fine di proiettare il tutto in

una prospettiva ancora più ampia, che è appunto quella dei tempi della città. E Le norme devono assolvere ad una fun-zione strumentale, che è quella di pro-muovere tale nuova prospettiva.Come già accennato in apertura, la legge n. 53 del 2000, riprende i contenuti della legge n. 1204 del 1971 in tema di tutela della lavoratrice madre operando anche una rivisitazione sistematica della mate-ria. Quest’ultima, infatti, essendo stata oggetto di una notevole stratificazione normativa richiedeva un intervento nor-mativo finalizzato a rendere la disciplina scevra da tutti quei dubbi interpretativi derivanti dalla sovrapposizione delle norme intervenute nel tem-

» L’approfondimento

Come NasCe e Che Cosa CoNtieNela leGGe N° 53 - 8 marzo 2000

“disposizioni per il sostegno della maternità e dellapaternità, per il diritto alla cura e alla formazione

e per il coordinamento dei tempi delle città”

Legge 53 del 2000,nota anche come“Legge Turco”o come “Legge sui congedi parentali”

Decreto Legislativo15 giugno 2015, n. 80

I) Principi generaliII) Congedi parentali, familiari e formativiIII) Flessibilità di orarioIV) Ulteriori disposizioni a sostegno della maternità e della paternitàV) Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 104VI) Norme finanziarieVII) Tempi delle città

Con uno dei decreti delegati del Jobs Act - il decreto legislativo 25 giugno 2015, n. 80 - è stata rivisitata la materia dei con-gedi parentali. Il provvedimento, che è entrato in vigore lo scorso 25 giugno, ha apportato infatti talune significative modi-fiche ai congedi per i genitori, già previsti dal decreto legislativo n. 151/2001.In particolare, è stato previsto un allun-gamento dell’orizzonte temporale entro il quale le lavoratrici ed i lavoratori posso-no usufruire di tale beneficio.

* 6 capi / 28 articoli

FOCUS GAzzETTA UFFICIALEn° 56 - 8.03.2000

» CLICCA SU QUESTO LINK PER LEGGERE

LA LEGGE. n. 56/2000

La conciliazionedei tempi della vita personale, familiaree professionale

di Simonetta Colaiori

» CLICCA QUI E LEGGI IL DECRETO

»

obiettivo: promuoverela redistribuzionedei ruoli garantendoa entrambi i sessiil diritto a una piena partecipazionealla vita familiare

26 | Settembre-Ottobre 2015 | UILPAMAGAZINE UILPAMAGAZINE | Settembre-Ottobre 2015 | [email protected] alla redazione »@uilpanazionaleUILPA - Uil Pubblica Amministrazione Uilpa Tv

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» L’approfondimento

po.Ma la novità più importante consiste nel perseguimento dell’obiettivo di pro-muovere una redistribuzione dei ruoli familiari, garantendo a entrambi i sessi il diritto ad una piena partecipazione alla vita familiare.Pertanto il legislatore, pur operando in una sorta di continuità nel consolida-mento della tutela della maternità deli-neata dalla disciplina previgente, nello stesso tempo introduce un elemento fortemente innovativo, che consiste nel-la tutela della paternità.Si tratta di una novità dirompente nel nostro ordinamento in quanto viene messo in discussione il concetto tradi-zionale secondo il quale la cura dei figli e l’assistenza di cui gli stessi necessitano nei vari momenti della vita, costituisca-no un compito esclusivo della madre. Il legislatore, dunque, trasfonde nelle nuo-ve diposizioni il profondo mutamento culturale intervenuto nella società.In sostanza, dunque, dalla tutela della maternità si passa finalmente a concepi-re quella che possiamo definire una vera

e propria tutela “genitoriale”, attraverso l’individuazione di apposite tipologie di sostegno in favore di entrambi i “genito-ri” che lavorano, che prescindono anche dal tipo di vincolo che li unisce nonché dall’esistenza o meno di tale vincolo. La tutela del genitore, in quanto tale, si estende quindi anche ai “singles”, ai c.d. genitori “unici”. Anzi nei confronti di questi ultimi la tutela diventa ancora più estesa.La legge n. 53 del 2000 è una legge de-lega e tale delega venne attuata attraver-so l’emanazione del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, il Testo Unico sulle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità.Si tratta di un testo legislativo particolar-mente esteso e complesso, che nel tem-po è stato anche oggetto di molteplici modifiche. Peraltro esso ha demanda-to l’attuazione di talune fattispecie alla contrattazione collettiva, per cui può accadere che per alcune disposizioni sia necessario operare una lettura sistemati-ca della norma anche alla luce dell’appli-

cazione stabilita a livello contrattuale di comparto. I congedi parentali, introdotti dalla nuova normativa, hanno una durata piuttosto estesa, rispetto alle astensio-ni riservate alle madri lavoratrici dalla normativa previgente. La tutela, infatti, va molto oltre il primo anno di vita del bimbo, anche se con tutele a scalare.Il congedo parentale, in virtù della nuo-va disciplina, assurge al ruolo di diritto individuale della lavoratrice e del lavo-ratore. Tale elemento è di fondamentale importanza in quanto il datore non può opporre alcuna specifica esigenza orga-nizzativa e/o produttiva per negarlo o per differirlo, purché vengano rispettati i termini di preavviso previsti per richie-derlo. La legge 53 del 2000 attribuisce alla risorsa tempo ed al suo utilizzo una grande importanza, partendo dal pre-supposto che in una società organizzata i soggetti hanno bisogni ed esigenze diverse, sulla base di valori differenziati che necessitano di “flessibilità”. Si trat-ta di un concetto nuovo, che diventa

un elemento essenziale nella materia dell’organizzazione del lavoro.Ci si rende finalmente conto che il tem-po di vita dell’individuo non è uniforme e non può essere ingabbiato in schemi rigidi e predeterminati. Diventa, quindi, indispensabile riconoscere l’esistenza di un tempo composito, nel quale il tempo del lavoro, quello della cura e della for-mazione e quello del riposo sono scan-diti dalla diversità delle persone e dalle loro esigenze di vita quotidiana,a loro volta differenziate. Il legislatore inquadra tale nuova impo-stazione tenendo in considerazione degli elementi che incidono profondamente sull’organizzazione della vita quotidiana, in primis i tempi delle città.Le città, soprattutto le grandi città, sot-traggono all’individuo una risorsa pre-ziosa - il tempo – ed ogni giornata si tra-sforma in una dura lotta per organizzare gli spostamenti necessari per rispondere alle tutte le esigenze – lavorative, perso-nali, di cura ed assistenza dei propri cari – con notevole ripercussioni sulla sfera fisica e psichica.

E così, il legislatore attribuisce agli enti locali il compito di coordinare gli orari di accesso ai servizi territoriali pubblici e privati attraverso dei piani territoriali per il coordinamento dei tempi di fun-zionamento delle città e la promozione dell’uso del tempo per fini di solidarietà sociale.Nell’elaborazione del piano i comuni devono tenere conto degli effetti degli orari di lavoro degli uffici e dei servizi pubblici e privati, degli orari di apertura delle scuole, degli esercizi commerciali e

quant’altro, sul traffico, sull’inquinamen-to, sulla qualità della vita dei cittadini.L’esigenza di armonizzare ii tempi di lavoro, di vita e di relazione dei cittadi-ni, nasce, dunque, da una presa di co-scienza del cambiamento della famiglia, dell’invecchiamento della popolazione, dell’aumento della popolazione non autosufficiente e del proliferare di tut-te quelle situazioni di possibile conflit-to tra fra le responsabilità familiari ed il tempo lavorativo lungo tutta la vita del lavoratore.

Ci si rende conto cheil tempo dell’individuonon è uniforme: esistequello del lavoro,della cura, del riposoe della formazione,a seconda delle esigenze

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28 | Settembre-Ottobre 2015 | UILPAMAGAZINE UILPAMAGAZINE | Settembre-Ottobre 2015 | [email protected] alla redazione »@uilpanazionaleUILPA - Uil Pubblica Amministrazione Uilpa Tv

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» Attualità

ImmIGRAzIONEConcretizzare misurereali di integrazionee inclusione socialeNel 2013 settecentomila incidenti sul lavoro

Con questi numeri il Governo intendedavvero diminuire la forza dell’attività ispettiva?

li hanno messi, spinti con la forza nella speranza di donar loro una possibilità di fuga, una possibilità di vita …i bambini non scelgono! Loro non hanno scelto, subiscono terrorizzati, loro, … “ genera-zione involontaria”. Subiscono le angherie ed i maltrattamen-ti di chi vuol fare, di quei viaggi della spe-ranza, una fonte di lucro… subiscono fino a morirne ed essere gettati in mare.. loro non scelgono …muoiono!È, infatti, da rilevare, tra di essi, una si-gnificativa componente di minori stra-nieri non accompagnati, che il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali quan-tifica, al 31 dicembre 2012, pari a 5821 unità, di cui più del 70% con un’età su-periore ai 15 anni.La Convenzione di New York sui dirit-ti del fanciullo del 1989, introducendo il principio del superiore interesse del minore quale criterio fondamentale per l’adozione della normativa nazionale, riconosce a tutti i bambini che mettono piede sul territorio dello Stato Italiano, qualsiasi siano le forme di ingresso, la piena titolarità dei diritti in essa statuiti.Da ricordare la Convenzione europea sull’esercizio dei diritti dei minori adot-

tata dal Consiglio d’Europa nel 1996 e la Carta dei Diritti Fondamentali dell’U-nione Europea di Nizza, che, all’art. 24 sancisce diritti del bambino. Fa, comunque, “accapponare” la pelle il solo pensare agli effetti di ordine emoti-vo e cognitivo che tutto ciò può compor-tare sullo sviluppo futuro dei bambini.Pensiamo al loro benessere “pregiudi-cato” ed all’influenza di tutto ciò sulle capacità di adottare, nella propria futura vita sociale, le giuste modalità interattive e relazionali … “generazione vulnerabi-le”. Cresceranno nella ricerca di nuova iden-tità, di una nuova stabilità e nuovi punti fermi .Da qui nasce l’esigenza di focalizzare molta della nostra attenzione sulle pos-sibilità (e responsabilità) formative delle nuove generazioni.La UIL ha da sempre posto l’accento sull’esigenza, ora non più rinviabile, di porre in essere programmi condivisi tra i sindacati dell’Unione Europea, diretti a superare il modello della semplice acco-glienza e concretizzare misure “effetti-ve” di integrazione ed inclusione sociale, oltre che strategie mirate di solidarietà.

Le politiche di integrazione devono es-sere inquadrate in programmi comuni nell’Unione, in modo che l’accessibilità all’educazione e all’integrazione socia-le venga considerata come una priorità per garantire, in un’ottica di protezione e cura dell’infanzia, che ogni bambino possa riappropriarsi del proprio diritto alla parità ed eguaglianza a prescindere dall’etnia di provenienza.Da tempo riteniamo indispensabile un profondo cambiamento culturale dell’in-tera società civile nel comprendere ed accettare quel processo che porterà l’in-tero mondo europeo verso l’irreversibile ed ormai irrinunciabile trasformazione multirazziale. Serve una preparazione culturale reale di tutti.Molti sono gli interrogativi che si pon-gono a chi desideri affacciarsi alla fine-stra dell’imminente futuro ed osservare quanto è suscettibile di accadere negli anni che seguiranno se non formiamo le menti ed i cuori all’accettazione di ciò che sembra diverso.Semplicemente.

* Segretario RegionaleUIL Roma e Lazio

La complessa questione migratoria, che molti hanno definito come la più irrisolta del XXI° secolo,

si pone senza dubbio tra le priorità che politicamente e socialmente richiedono piena definizione, soprattutto alla luce della trasformazione del quadro migrato-rio attualmente in atto nel nostro Paese e che provocherà, nei prossimi anni, un forte aumento di cittadini provenienti da paesi terzi.Tra di loro i bambini…L’Istat ci segnala, già dal 31 dicembre del 2012, una forte presenza di bambini stranieri in Italia, pari al 23,9 % del tota-le della popolazione straniera residente, dato del quale circa il 60% nato in Italia, mentre il 21 % risulta avervi fatto ingres-

so prima dei 5 anni di età ed il restante tra i 6 ed i 17 anni.Un dato interessante riguarda la maggior concentrazione di bambini nel genere maschile.La presenza di minori stranieri nel no-stro paese deve considerarsi sicuramente elemento in costante e progressiva cre-scita per due fattori che richiedono at-tenzione: l’incremento demografico dei nuclei familiari appartenenti alle comu-nità già da anni radicate e storicamente più disponibili a procreare delle famiglie autoctone ed il fenomeno dei ricongiun-gimento familiare che consente, a chi dispone di un reddito e di un alloggio, di poter richiamare i propri congiunti dal paese natio.Ma i bambini? Soffermiamoci a pensare “quanto” c’è, dalla parte dei bambini…Non è mai semplice parlare di minori,

delle loro difficoltà, già semplicemente “strutturali” nel comprendere ed accetta-re il mondo degli adulti, a maggior ragio-ne quando, intorno a questo mondo, gra-vita il distacco dalla loro appartenenza. I minori immigrati si trovano coinvolti in molteplici passaggi: dal paese di origine a quello che li ospita, dalla cultura familiare a quella della scuola, dal mondo interno della dimora a quello esterno dell’indiffe-renza e forse dell’emarginazione.Questo con riferimento alla sola forma di immigrazione più ortodossica, di tipo economico … pensiamo invece agli effet-ti devastanti sui minori figli delle guerre e della disperazione, bimbi che approdano spaventati sulle nostre coste. Creature in-difese che loro malgrado sopportano di essere trasportate come pacchi inerti su quei barconi, non sempre in compagnia di coloro che, proprio su quei barconi, ce

la Uil sottolinea da tempo l’esigenza di programmicondivisi tra i sindacati dell’Ue. in italia il 23,9%della popolazione straniera è composta da bambini

di Laura Latini*

30 | Settembre-Ottobre 2015 | UILPAMAGAZINE UILPAMAGAZINE | Settembre-Ottobre 2015 | [email protected] alla redazione »@uilpanazionaleUILPA - Uil Pubblica Amministrazione Uilpa Tv

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» Attualità

“Salvaguardare il futuro del pianetae il diritto delle generazioni future

del mondo intero a vivereesistenze prospere e appaganti

è la grande sfidaper lo sviluppo del 21° secolo.

Comprendere i legamifra sostenibilità ambientale

ed equità è essenzialese vogliamo espandere

le libertà umane per le generazioni attuali e future.”

Human Development Report 2011

Questo l’incipit della Carta di Milano, eredità culturale dell’esposizione univer-sale Expo 2015, con al centro lo slogan: “Nutrire il pianeta, Energia per la vita”. Una carta che mira a coinvolgere tutti i cittadini di questo pianeta nel combatte-re la denutrizione, la malnutrizione e lo spreco, nel promuovere un equo accesso alle risorse naturali e garantire una ge-stione sostenibile dei processi produtti-vi; un manifesto collettivo, un atto politi-co e di sensibilizzazione globale al tema, che Milano ha scelto come proposta al

dibattito per promuovere un futuro so-stenibile per l’intero pianeta. Un proget-to ambizioso, dunque, per questa trenta-quattresima edizione che in 1,1 milioni di metri quadri di area espositiva, più di 140 Paesi e Organizzazioni internazio-nali coinvolti e dieci milioni di biglietti venduti ad oggi, si attesta come occasio-ne importante di crescita per il nostro paese, ben oltre il successo mediatico dell’iniziativa che sin qui ha richiamato personalità di caratura internazionale del mondo scientifico, culturale, politico, imprenditoriale. Una vetrina internazionale che ai primi del secolo scorso (1906), elevò Milano a capitale morale ed economica del pa-ese, riuscendo a coniugare allo sviluppo economico passione civile, solidarietà, cultura. Una Milano - è bene ricordare - che fu motore di un sogno di modernità, di progresso, di civiltà, basato sul lavo-ro e sull’etica del fare e che riuscì a dare corso a trasformazioni enormi nell’urba-nistica, nella tecnologia, nell’economia, nella politica e conseguentemente nella società. Una città che ora torna a scopri-re e valorizzare spazi pubblici e privati dalla Darsena alla Fondazione Prada, da Porta Nuova al Mercato Metropolitano,

sostenuta da una volontà di condivisio-ne forte della cittadinanza, di rinnovata spinta verso la modernità.E sin qui Milano: Expo merita un’analisi articolata, che oltre gli aspetti legati cer-tamente alla grande opportunità rappre-sentata, evidenzi il work in progress, lo stato dell’arte e il futuro dell’area. Dal protocollo sulla legalità sottoscritto dalla parti sociali nel 2012 (e successivi), molteplici sono state le interdittive a ca-rico di aziende per infiltrazioni mafiose, le inchieste sugli appalti, come diverse le ‘querelle’ sorte in ordine ai mancati pagamenti degli stipendi per centinaia di lavoratori, non ultima quella delle la-voratrici e lavoratori in servizio presso Palazzo Italia (assunti da società poi ri-sultate inidonee a gestire il servizio), che dal mese di giugno attendono il paga-mento degli emolumenti dovuti. E d’al-tronde il rischio che società costituitesi poco prima dell’avvio dell’esposizione e dei lavori necessari per edificare l’area di Rho/Pero per costruire ex novo tutte le infrastrutture qualche problema avreb-bero potuto crearlo, avrebbe dovuto far sorgere qualche sospetto (e conseguen-temente arginarne i rischi). Peraltro altre opportunità erano disponibili riguardo

l’area (Rogoredo): aver sacrificato all’ur-banizzazione un’area imponente di ter-reno agricolo lombardo (2.000.000 mq), con padiglioni sontuosi in un momento di crisi drammatica per quei paesi che lot-tano quotidianamente per il cibo e la so-pravvivenza, appare cadere in contrad-dizione rispetto gli obiettivi e valori fatti propri dall’esposizione, (per una crescita diffusa e sostenibile). Le cosiddette ipo-tesi di ‘moratorie’ su talune inchieste, de-finite sensibilità istituzionali dal Premier nei ringraziamenti elargiti oltreoceano alla Procura di Milano e al Prefetto ai primi del mese di agosto riguardo la ‘ge-stione’ di Expo 2015, certamente getta-no un’ombra sull’evento, come d’altron-de il ‘bluff ’ della conferenza permanente sui fabbisogni delle amministrazioni del-lo Stato, istituita nel novembre 2014 e di fatto mai decollata. A meno di due mesi dalla conclusione dell’esposizione siamo ancora in attesa dell’informativa inerente criticità e fabbisogni, che la conferenza permanente – istituita su richiesta delle segreterie territoriali UILPA, FpCgil e CislFp - aveva indicato quale priorità. Ed è appena il caso di evidenziare l’impegno straordinario che le lavoratrici e i lavo-ratori delle amministrazioni pubbliche

coinvolte stanno affrontando sul territo-rio di Milano e provincia per la riuscita dell’esposizione universale, a fronte dei ritardi nei pagamenti del salario accesso-rio, delle note carenze di organico, dei tagli alla pubblica amministrazione sin qui operati e con un contratto scaduto da oltre sei anni. Sui temi che riguardano lavoro, legalità e sviluppo, l’auspicio è che si possa av-viare concretamente un tavolo di con-fronto territoriale, che affronti le diverse problematiche e criticità esistenti: di-versamente l’occasione offerta da Expo 2015 quale volano di confronto per una crescita sostenibile, sarà ulteriore occa-sione sprecata alle tante che da tempo sollecitiamo. A quattro mesi dalla sua inaugurazione, Expo si avvia alla fase conclusiva: è già aperto il dibattito sul futuro dell’area, che dal 1° novembre sarà interessata dai lavori di riqualificazione del sito esposi-tivo. Dunque quale sarà il lascito per Mi-lano, l’Italia, di questa grande sfida? La storia delle passate edizioni invita a non commettere gli errori del passato: Sivi-glia, Hannover, Saragozza, testimoniano il proprio fallimento con aree dismesse e padiglioni abbandonati. In gioco c’è

il futuro di un’area urbanizzata che ne-cessita di un progetto che dia continu-ità e valenza culturale al patrimonio di relazioni ed eventi generati con Expo 2015, preservando i padiglioni nazionali per la promozione e valorizzazione delle buone pratiche ed eccellenze del nostro paese.Una esposizione permanente, che possa dar vita a nuove opportunità di investi-mento, crescita e contaminazione socia-le. Tra le proposte avanzate la creazione di un campus universitario, di un audi-torium, asili nido e scuole per l’infanzia; la trasformazione degli uffici del cardo in uffici pubblici, alcuni padiglioni in bi-blioteche, sale espositive, attività sporti-ve e orti botanici.Dai primi di settembre la task force cre-ata ad hoc per verificare i vari interventi del dopo Expo, è all’opera per sviluppa-re un progetto di riqualificazione urbani-stica dell’area ed evitare che si trasformi in landa desolata o peggio degradata: Milano, l’Italia, sapranno dare continuità all’impegno e alla sfida lanciati con que-sta esposizione universale, per un futuro di crescita sostenibile per tutti?

* Segretario GeneraleUILPA Milano e Lombardia

Numeri importanti per l’Esposizione universale che si avvia alla conclusione con diversi punti oscuriIntanto è aperto il dibattito sul futuro dell’area: quale sarà il lascito di questa sfida per milano e l’Italia?

tRa LuCie omBRe

di Eloisa Dacquino*

32 | Settembre-Ottobre 2015 | UILPAMAGAZINE UILPAMAGAZINE | Settembre-Ottobre 2015 | [email protected] alla redazione »@uilpanazionaleUILPA - Uil Pubblica Amministrazione Uilpa Tv

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Il democratico partitoOrmai gli è bello che finitoNato per difendere il Paese

Chi gli ha creduto ne paga e speseL’operaio, l’insegnante, l’impiegatoIl pensionato, l’esodato, il disoccupatoCapisce d’esser stato raggiratoE senza nulla avere letto nei programmiSubisce molti gravi, umani drammiChè troppi diritti gli son stati depredatiE, a botte di decreti e di fiducia cancellatiDa chi della Patria si dice “Il Salvatore”Nascondendo nell’autoreferenzialità ogni suo erroreEcco perché il popolo PD s’è proprio rottoDi chi ha cassato puranco l’articolo 18Ecco perché l’italiano più non votaStufo d’essere trattato da idiotaDa chi gli ricorda un tal Giuda IscariotaE a chi pensava di votar per la sinistraRicette della destra “qualcun” gli somministraE un vecchio arnese, nato e cresciuto in culla democrista,Senz’esser mai stato eletto, il Paese oggi amministraStretto in combutta con i poteri fortiGli altri possono pure finire tutti mortiMa senza invocare la rivoluzioneBasta riscoprire la partecipazioneQuella robetta che tanto da fastidioA chi dei diritti fa liberticidioE non s’accorge che questo stillicidioFarà crescere ancora il gran dissidioNon violento ma solo popolareDi chi vuol tornare a decidere e contare Cacciando la castaccia dei potentiFuori pavoni ma d’animo serpentiProprio come quel tal RenziDai natali figliol delli florenziChe saria meglio facesse più silenziChe parla e straparla facendo solo danniCreando guasti e tanti, tanti affanniArrogante, provocatore di malanni

Promette sempre mentre pianta inganniAbbeverato alla malafonte dei tiranniDicendo ognor a tutti “Stai sereno…” Tronfio e sol di sé strapienoCome UFO nella sinistra è un corpo alienoSpero sparisca in un battibalenoLasciando guai stratanti che se DanteLo trovasse precipitato negli inferi espianteRicordata la sua di potere enorme bramosiaPensando di incontrarlo confuso nella romana frenesia Lo canto decimo così riscriveria “O tosco che per la città del PapaVivo ten vai così parlando troppoPiacciati di andare presto in altro locoLa tua loquela ti fa manifestoDi quanto a tutti rompiE quanto a noi tu sia troppo molesto”E dalle italiche piazze un coro solo uscìo“Mo’ tocca a te sereno stare, o Matteo mio….”

divagazionesull’autorefereNzialità

riCeViamo e pUBBliChiamo

de Il tEMPlare

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in punta di spillo

di ENRICO mATTEO pONTI _ Direttore responsabile

Da sempre quando i capi e i potenti si trovano ad affrontare situazioni

critiche o difficoltà direttamente o indirettamente, integralmente o parzialmente riconducibili a loro responsabilità, cercano di distrarre l’opinione pubblica, ovvero il popolo ovvero la stampa non di regime, individuando, con il giochino antico e squallido dello scaricabarile, un nemico, magari anche esterno, sul quale puntare i riflettori. Questa tattica ha, quale primo effetto, quello di mettere in ombra gli altri problemi, quelli veri, così da poter continuare a gestire in una sorta di semisilen-zio i guai trovati e accresciuti…La storia è piena di esempi, basti pensare all’attacco portato agli ebrei dai nazisti prima e dai fasci-sti poi, divenuti, di colpo, respon-sabili di tutti i mali del mondo e, forse, anche del cosmo.Senza scomodare situazioni, pur-troppo, terribilmente più gravi e drammatiche, arriviamo ai nostri giorni per vedere il principio del distrarre et impera applicato in casa nostra.Certo nessuno può pensare di

trasferire sull’attuale governo le origini di una crisi che viene da lontano ma con pari certezza, però, nessun può pensare che sia stato fatto tutti il fattibile per uscirne rapidamente e bene. Chi, in buona o in cattiva fede, affermasse di crederlo veramente sarebbe costretto a dimostrare che i nostri connazionali siano stati prIvati da un perfido disegno del destino non di uno ma di tutti i cinque sensi.Infatti, è sotto gli occhi di tutti lo stato di degrado cui sono state ridotte le nostre città dai continui tagli ai trasferimenti alle ammi-

nistrazioni locali costrette, fonte Corte dei Conti, ad aumentare a dismisura le imposte comunali per poter continuare a garantire un minimo di sevizi alla cittadinanza.Parimenti tutti possono affermare come le loro narici siano quotidia-namente aggredite dal fetore che nasce non solo dai cassonetti non svuotati in maniera regolare ma, peggio ancora, dalla quella politi-ca del malaffare e della corruzio-ne che, infiltratasi nelle istituzioni con la complicità di molti politici, sottrae oltre 60 miliardi di euro l’anno ai bisogni della collettività. Malaffare e corruzione che, a par-

te la pregevole creazione dell’A-NAC, non trova nel quotidiano la dovuta contrapposizione in tutte le sedi a partire da quelle parla-mentari dove le autorizzazioni a procedere e le candidature a posti di governo –centrale e locale- vengono gestite nella più totale incomprensibile incoeren-za agli occhi della popolazione. In questo quadro, per fortu-na, anche il tatto è fortemente esercitato. Infatti, giornalmente, tocchiamo con mano quanto l’evasione fiscale sia ormai divenuta una sorta di reperto da museo se è vero, come leggiamo, che le ispezioni e i controlli sono sempre più ridotti con grande gioia di quanti portano, così, a far lievitare la già intollerabile cifra di 120 miliardi quantificati come valore sottratto all’erario. Riduzioni non volute certo dalla gente comune ma da chi, poten-dolo, decide che non si debba dare troppo fastidio a quanti possono evadere a tutto danno di chi non può e paga per tutti. Quello che, allora, resta in bocca ai cittadini onesti è il gusto ama-ro dei bocconi di fiele costretti

quotidianamente a ingurgitare davanti a queste cifre che da sole basterebbero a riportare a livelli di giustizia e di dignità le pensioni, a mettere rapidamen-te mano ai contratti di quasi 5 milioni di lavoratori, pubblici e privati, ormai da anni senza rinnovo, a creare investimenti così da contrarre il triste primato della disoccupazione, giovanile e non solo. E potremmo continua-re… A lungo…Ma se il nostro udito funziona bene, nutriamo profondi dubbi su quello dei nostri governanti evidentemente colpiti da una specialissima forma di ipoacu-sia. Quella forma che va sotto il nome di ipoacusia da chissene-freghismo. Come diversamente definire, allora, la totale distrazione alle urla che provengono da milio-ni di cittadini ormai alla fame, costretti dalla povertà a ricorrere agli avanzi dei mercati e dei supermercati ovvero alla Caritas diocesana non avendo più un santo in famiglia cui rivolgersi?Come diversamente definire, ancora una volta, la totale di-

strazione alle urla degli immigra-ti e alla conseguente tensione nascente nelle popolazioni ai cui problemi non è stata trovata alcuna soluzione seria neanche quando in occasione del tanto strombazzato semestre di presi-denza italiana si sarebbe potuto, e dovuto, mettere mano senza aspettare che ‘a nuttata passas-se da sola. Semestre trascorso, ricordiamolo bene, fra inutili parate e costosi ricevimenti ma senza concreti e tangibili risul-tati positivi né per l’Italia né per l’Europa. Ecco, allora, però, Il nonsenso dei nostri eroi che, per difender-si come bimbi presi con le dita sporche di marmellata, tentano di indicare i falsi nemici da col-pire: i corpi intermedi. Il siste-ma camerale, massacrato da tagli incomprensibili e del tutto ingiustificati, le organizzazioni sindacali e datoriali che vengono quotidianamente trattate con disprezzo e derisione degni di miglior causa.Forse, afferma qualche maligno, perché ormai sono gli ultimi ba-luardi organizzati nei confronti

in punta di spillo

il nemico è chi si inventa i nemiciper aiutare i suoi amici

partecipazione e responsabilità: ecco la ricetta per affrontare i problemi

lo scaricabarile e il non senso di chi credeche gli italiani non abbiano piu’ i cinque sensi

36 | Settembre-Ottobre 2015 | UILPAMAGAZINE UILPAMAGAZINE | Settembre-Ottobre 2015 | [email protected] alla redazione »@uilpanazionaleUILPA - Uil Pubblica Amministrazione Uilpa Tv

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di un appiattimento totale e di un ancora più totale annichilimento di ogni forma di opposizione alla casta e al potere. Ultimi baluardi composti da persone che sanno ragionare ed esprimere consenso vero creando, così, fastidio a chi preferisce essere circondato da piccoli yes man messi in posizione di potere solo in virtù di tale… virtù!!!Basti vedere come vengono tratta-ti quei parlamentari, anche se eletti nel partito di maggioranza, colpevoli solo di voler discutere pubblicamente del futuro del Paese; basti solo sentire le parole altezzose usate nei confronti delle associazioni, imprenditoriali e sindacali, che carte alla mano pretendono di volersi confrontare sui problemi che nessun paese al mondo, dittature escluse, affronta senza cercare il coinvolgimento delle parti sociali e di quanti ope-rano, con esperienza in campi che qualcuno vorrebbe arare in tacchi a spillo o blazer di cachemire ovvero ignorando la differenza fra il tempo della semina e quello della cura quotidiana e amorevole dei germogli volendo precipitarsi solo su quello del raccolto a favo-re e vantaggio non della collettivi-tà ma dei pochi intimi del gruppo di appartenenza fregandosene se poi la pianta marcisce e il terreno inaridisce.Le moderne democrazie, qual-cuno finge di ignorare, hanno bisogno di equilibri fra i vari poteri, hanno bisogno di colle-gialità e non di “un uomo solo al comando”.Questo concetto, tanto splendido quanto ovvio, è stato recentemen-

te rinverdito anche dal Presidente della Repubblica e attentamente approfondito su Il Messaggero dal giornalista Alessandro Campi che nell’Analisi dal titolo “Il Quirinale e il senso del limite” con le parole che riportiamo fra virgolette e senza commenti: “Proprio l’e-sistenza di un “accorto e felice sistema di equilibri e di controlli reciproci e di influenze vicendevoli fra organi e poteri dello Stato” è ciò che –nelle parole di Mattarel-la- rende pericolosa un’idea di de-mocrazia basata su “un uomo solo al comando”. Un passaggio che non pochi commentatori hanno interpretato come un riferimento critico, per quanto indiretto, a Matteo Renzi e alla sua visione della leadership: solitaria, autore-ferenziale, solipsistica, eccessiva-mente monocratica”. In questo filone vediamo scorrere anche la riflessione di un altro grande del giornalismo italiano, quel Massimo Gramellini che su La Stampa, nella Rubrica il

Buongiorno dell’ultima domenica di luglio, parlando dei problemi del mezzogiorno tanto cruda-mente e realisticamente portati all’attenzione della collettività dallo Svimez, così scriveva: “E poi: investimenti pubblici mirati su agricoltura e turismo, e una drastica riforma universitaria anticlientelare che spazzi via il pulviscolo delle facoltà che fabbri-cano disoccupati e concentri ogni risorsa su quattro-cinque atenei, uno per regione, facendone poli d’eccellenza. Un sogno? Bastereb-be la volontà politica. Basterebbe un premier decisionista alla Renzi, non la sua controfigura che gioca a calciobalilla alle feste dell’Unità e a scaricabarile quando si tratta di cambiare davvero l’Italia”. Ed ecco tornare il concetto di sca-ricabarile… Ma qualcuno si ricordi che il barile, e non solo quello, pri-ma o poi si rompe e che gli italiani sono già abbondantemente stufi di farsi scaricare sulle loro teste un barile svuotato da altri...

in punta di spillo

Il calcIo BalIlla...

...o Il calcIo deI BalIlla?

38 | Settembre-Ottobre 2015 | UILPAMAGAZINE @uilpanazionaleUILPA - Uil Pubblica Amministrazione

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editoriale R di B. Attili

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