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ECONOMIA, NORMATIVE, OPPORTUNITÀ E OBIETTIVI ALL’ESTERO PER LE IMPRESE ITALIANE Sommario DOSSIER CILE La presenza delle imprese italiane può crescere in molti settori pag 2 Commercio internazionale: il primo partner del Cile è l'Asia pag 6 Gli investitori esteri non temono la crisi pag 9 Il Cile entra nell'OCSE pag 11 Le opportunità per le aziende italiane pag 13 Nuove infrastrutture per entrare nel club dei Paesi sviluppati pag 16 L’Italia costruisce in Cile pag 18 La (futura) rinascita della rotaia pag 20 Un grande patrimonio mi- nerario pag 24 Enel-Endesa dà nuova energia al Cile pag 27 Occhi puntati sullo spazio pag 30 Unidad de Fomento: una finestra finanziaria anche per emittenti italiani pag 31 Anno 3° - 23 dicembre 2009 n. 16 PAESI E MERCATI Belgio Libia Malaysia Polonia Siria pag 33-36 Ministero degli Affari Esteri In gennaio si terrà il secondo turno delle elezio- ni presidenziali in Cile in cui verrà deciso il suc- cessore di Michelle Bachelet, il primo presi- dente donna in Cile, che lascia l'incarico con l'indice di approvazione più alto mai raggiunto nella storia del Paese. Tra i numerosi meriti che le vengono riconosciuti c'è quello di avere salvaguardato il Paese, che ha un'economia fortemente dipendente dall'esportazione di ma- terie prime, dai peggiori effetti della crisi inter- nazionale. Negli ultimi mesi del 2008 e nel pri- mo semestre 2009 anche questo Paese ha su- bito un rallentamento dell'attività economica, che ha potuto però essere contenuto grazie so- prattutto alla gestione fiscale responsabile messa in atto dal Governo negli ultimi anni. Lo Stato ha potuto così intervenire con un massic- cio piano di rilancio economico e di tutela so- ciale, finanziato con le risorse del Fondo So- Cile: un'economia solida che punta a una maggiore diversificazione L'impatto economico e sociale della crisi è stato contenuto anche grazie a un massiccio programma di rilancio da 4 miliardi di dollari finanziato con le riserve accumulate durante il boom del prezzo del rame. Nel 2010 è prevista una crescita del PIL superiore al 4,5 per cento vrano del Paese da cui sono stati prelevati 4 miliardi di dollari Usa, pari al 2,8% del PIL. L'accumulo di tali fondi è stato possibile grazie all'oculato risparmio nei periodi in cui il prezzo del rame sui mercati internazionali era notevol- mente alto. In tal modo, nel 2009, la diminuzio- ne del PIL ha potuto essere contenuta in una forchetta corrispondente all'1,5 -2 per cento. E nel 2010 è prevista una rapida ripresa con una crescita tra il 4,5 ed il 5,5 per cento. Secondo l'Indice di libertà economica elaborato dall'He- ritage Foundation e dal Wall Street Journal, il Cile si conferma il Paese con l'economia più libera dell'America Latina e si posiziona all'11esimo posto a livello mondiale. E anche Standard & Poor's ha assegnato al Cile una valutazione di A+ nel rating Paese, posizionan- dolo quale nazione meno rischiosa della regio- ne latinoamericana. Realizzata dal Sole 24Ore in collaborazione con l'Ufficio sostegno imprese della Farnesina (DGCE) - [email protected] La presidente uscente del Cile, Michelle Bachelet Jeria

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E C O N O M I A , N O R M A T I V E , O P P O R T U N I T À E O B I E T T I V I A L L ’ E S T E R O P E R L E I M P R E S E I T A L I A N E

Sommario

DOSSIER CILE

La presenza delle imprese italiane puòcrescere in molti settori

pag 2Commercio internazionale: il primopartner del Cile è l'Asia

pag 6Gli investitori esteri nontemono la crisi

pag 9Il Cile entra nell'OCSE

pag 11Le opportunità per leaziende italiane

pag 13Nuove infrastrutture perentrare nel club dei Paesisviluppati

pag 16L’Italia costruisce in Cile

pag 18La (futura) rinascita dellarotaia

pag 20Un grande patrimonio mi-nerario

pag 24Enel-Endesa dà nuovaenergia al Cile

pag 27Occhi puntati sullo spazio

pag 30Unidad de Fomento: unafinestra finanziaria ancheper emittenti italiani

pag 31

Anno 3° - 23 dicembre 2009

n. 16

PAESI E MERCATI

BelgioLibia MalaysiaPolonia Siria

pag 33-36

Ministero degli Affari Esteri

In gennaio si terrà il secondo turno delle elezio-ni presidenziali in Cile in cui verrà deciso il suc-cessore di Michelle Bachelet, il primo presi-dente donna in Cile, che lascia l'incarico conl'indice di approvazione più alto mai raggiuntonella storia del Paese. Tra i numerosi meritiche le vengono riconosciuti c'è quello di averesalvaguardato il Paese, che ha un'economiafortemente dipendente dall'esportazione di ma-terie prime, dai peggiori effetti della crisi inter-nazionale. Negli ultimi mesi del 2008 e nel pri-mo semestre 2009 anche questo Paese ha su-bito un rallentamento dell'attività economica,che ha potuto però essere contenuto grazie so-prattutto alla gestione fiscale responsabilemessa in atto dal Governo negli ultimi anni. LoStato ha potuto così intervenire con un massic-cio piano di rilancio economico e di tutela so-ciale, finanziato con le risorse del Fondo So-

Cile: un'economia solida che puntaa una maggiore diversificazione L'impatto economico e sociale della crisi è stato contenuto anchegrazie a un massiccio programma di rilancio da 4 miliardi di dollarifinanziato con le riserve accumulate durante il boom del prezzo del rame.Nel 2010 è prevista una crescita del PIL superiore al 4,5 per cento

vrano del Paese da cui sono stati prelevati 4miliardi di dollari Usa, pari al 2,8% del PIL.L'accumulo di tali fondi è stato possibile grazieall'oculato risparmio nei periodi in cui il prezzodel rame sui mercati internazionali era notevol-mente alto. In tal modo, nel 2009, la diminuzio-ne del PIL ha potuto essere contenuta in unaforchetta corrispondente all'1,5 -2 per cento. Enel 2010 è prevista una rapida ripresa con unacrescita tra il 4,5 ed il 5,5 per cento. Secondol'Indice di libertà economica elaborato dall'He-ritage Foundation e dal Wall Street Journal,il Cile si conferma il Paese con l'economia piùlibera dell'America Latina e si posizionaall'11esimo posto a livello mondiale. E ancheStandard & Poor's ha assegnato al Cile unavalutazione di A+ nel rating Paese, posizionan-dolo quale nazione meno rischiosa della regio-ne latinoamericana.

Realizzata dal Sole 24Ore in collaborazione con l'Ufficio sostegno impresedella Farnesina (DGCE) - [email protected]

La presidente uscente del Cile, Michelle Bachelet Jeria

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Roma - Il Presidente Giorgio Napolitano con Vincenzo Palladino, nuovo Ambasciatore d'Italia a Santiago del Cile (foto: www.quirinale.it)

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La presenza delle imprese italianepuò crescere in molti settori

Il sistema Italia delle imprese è beninsediato, in Cile, nel settore ener-getico e delle costruzioni. Esistonoaltre filiere produttive per le quali ilPaese può offrire mercato e/o op-portunità alle nostre aziende?Il Cile è un Paese atipico in Sudameri-ca per l'affidabilità, l'alta qualità deiservizi, la stabilità politica, la traspa-renza e la certezza del diritto, la mo-dernità del sistema finanziario, la sicu-rezza. Lo dimostra tra l'altro il suo im-minente ingresso nell'OCSE. In questo promettente ambiente eco-nomico lo spazio per le nostre impreseè notevole, non solo nei settori indica-ti, dove già siamo presenti con impor-

tanti progetti e grandi aziende comeEnel, Atlantia, Gavio e Astaldi. Dal-l'agro-alimentare inteso in senso lato ecomprendente tutte le relative attrez-zature e macchinari, alle biotecnolo-gie; dall'ambiente ai diversi usi e trat-tamenti delle acque; dai servizi anchesu base regionale, all'industria per ladifesa, alla creazione di stabilimentiproduttivi di vario genere: il Cile offrenumerose opportunità. Questo Paese interessa non solo per ilsuo mercato, ma in quanto vera e pro-pria piattaforma internazionale, graziead una rete di accordi di libero scam-bio che consentono di raggiungere daqui il 75% del PIL mondiale e oltre 3,5

L’INTERVISTA

Diplomazia Economica italiana ha intervistato il nuovo Ambasciatore italiano a Santiago, Vincenzo Palladino, sulle opportunità offerte dal mercato cileno e sui rapporti bilaterali tra i due Paesi

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co-commerciale mai organizzato nellastoria delle relazioni tra Italia e Cile. Inumeri sono stati particolarmente rile-vanti, non solo per il numero di impreseitaliane e cilene che vi hanno partecipa-to: il fatto che l'89% degli imprenditoriintervistati dalla società specializzata diConfindustria abbia dichiarato di avereconcrete opportunità di business in Cileè particolarmente indicativo del lavoroche attende l'Ambasciata, l'Ufficio ICE ela Camera di Commercio Italiana in Ci-le nei prossimi mesi. Già ora registriamo un consistente au-mento delle richieste di informazioni econtatti.

miliardi di consumatori potenziali, dal-l'America Latina a Cina, India e Corea,da-gli Stati Uniti all'Europa, fino ad Australiae Turchia. È un Paese "giovane", incresci-ta, dove si respira la ricerca e il bi-sognodi novità, di soluzioni originali, dicreatività:tutti elementi di cui le nostreimprese sononaturali punti di riferimento.

Dopo la recente Missione di Sistemaquali sono le iniziative previste dallaDiplomazia economica italiana perpromuovere ulteriormente queste op-portunità?La Missione di Sistema ha rappresen-tato il più importante evento economi-

Si è svolta a Santiago dal 9 al 13 novembre laMissione imprenditoriale italiana di Sistema, ilpiù grande evento economico-commercialeorganizzato dall'Italia nella storia delle relazio-ni con il Cile, sotto l’egida dell’Ambasciatored’Italia a Santiago Paolo Casardi. La delega-zione italiana di 120 imprese, 200 imprendito-ri, 8 banche e 13 associazioni di categoria eraguidata dal Viceministro dello Sviluppo Eco-nomico Adolfo Urso e dal Sottosegretarioagli Esteri Vincenzo Scotti. Momento centrale della missione, è stato ilForum Economico Italia-Cile, organizzatoda ICE, Confindustria e Associazione Ban-caria Italiana con il sostegno dell'Ambascia-ta d'Italia, aperto dal Presidente della Repub-blica f.f Edmundo Perez-Yoma, insieme alministro dell'Economia Hugo Lavados, chehanno sottolineato l'importante ruolo assuntodalle imprese italiane nel Paese e il contribu-to storico dato dalla nostra collettività allo svi-luppo del Cile. Nei loro interventi, Urso eScotti hanno sottolineato l'apertura e l'effi-cienza economica e finanziaria del Cile e han-no auspicato una crescita nel numero e nellatipologia di imprese italiane in questo Paeseanche attraverso investimenti diretti.

Il vicepresidente di Confindustria, Cesare Tre-visani, ha sottolineato in particolare le prospet-tive del settore infrastrutturale e ha successi-vamente partecipato ad una riunione orga-nizzata in collaborazione con COPSA, l'asso-ciazione dei concessionari di opere pubbliche. Il presidente dell'ICE, Umberto Vattani, harimarcato l'importanza concreta dei 500 in-contri business to business organizzati dal-l'Istituto per le imprese italiane e cilene.Tra gli imprenditori presenti, l'89% si è di-chiarato convinto di avere concrete possibi-lità di espansione in Cile e il 97% è soddi-sfatto per l'assistenza ricevuta dalle Istitu-zioni italiane e locali. In concomitanza conl'evento sono state conferite le onorificenzedi Commendatore a Roberto Angelini, Rei-naldo Solari e Juan Cuneo Solari. Angeli-ni controlla il gruppo Empresas Copec cheopera nel settore della cellulosa, dei carbu-ranti, produzione e distribuzione di energiaed attività diversificate. I Solari controllano ilgruppo Falabella (grande distribuzione) conoltre 200 punti vendita, per un totale di oltre1,3 milioni di m2 e presente anche in Perù,Argentina e Colombia, che gestisce anche400 sportelli di credito.

Missione di sistema

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La crisi internazionale spinge le impre-se a cercare nuovi sbocchi di mercatoe soluzioni innovative. Il Cile può ri-spondere bene a queste esigenze e vaesplorato senza farsi spaventare dalledistanze geografiche. Attendiamo leelezioni e il cambio di Governo a mar-zo per riprendere le nostre iniziative. Ingiugno usciremo con uno speciale sul-l'Italia pubblicato dal principale quoti-diano cileno. Stiamo inoltre approfon-dendo le opportunità degli huaso bondlegati ai fondi pensione cileni per il fi-nanziamento delle grandi imprese eanche del debito pubblico italiano.

In Cile finora sono presenti soprat-tutto grandi imprese italiane. Qualisono le iniziative e gli strumenti -italiani e cileni - che potrebberocontribuire ad attrarre anche unmaggiore numero di medie aziende?Credo che le caratteristiche del Paesenon richiedano aiuti specifici e sforzi diparticolare complessità. L'ambiente è attrattivo ed aperto allenuove imprese, anche straniere. Non visono grandi barriere di nessun tipo. LeIstituzioni pubbliche e i servizi funziona-no bene e con tempi di risposta rapidi,

in un quadro giuridico sufficientementechiaro e moderno. La lingua è accessi-bile per gli italiani, che qui godono diprestigio e simpatia, e la mentalità è ditipo assolutamente europeo, soprattuttonella capitale che accoglie quasi 2/3 deicileni. Per le medie imprese si tratta piùche altro di "scoprire" questo Paese - ècomune la sorpresa positiva dei nostriimprenditori quando atterrano a Santia-go - e trovare un partner locale con cuiassociarsi per fare affari, dal classicoscambio commerciale agli investimenti.Sia l'Italia che il Cile mettono a disposi-zione diversi strumenti per facilitarequesto processo.

L'economia cilena - ad eccezione delsettore energetico - appare poco inte-grata con il resto del continente suda-mericano, almeno per quanto riguar-da l'interscambio commerciale. Esi-stono segnali di cambiamento sottoquesto profilo?Il Cile viaggia ad una velocità diversa, emolto più elevata di tutta l'America Lati-na, con la sola eccezione del Brasile.L'apertura ai mercati mondiali è eleva-tissima. È difficile per gli altri Paesi lati-noamericani confrontarsi con una realtà

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Santiago del Cile - Panorama della città sullo sfondo delle Ande

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che ha caratteristiche molto diverse.Non è quindi tanto il Cile a doversi ade-guare, quanto piuttosto il resto dellaRegione a dover seguire il processo vir-tuoso impostato da questo Paese.

Anche in Cile esiste una consistentecomunità di origine italiana, sebbe-ne non paragonabile a quella inse-diata in Brasile e/o Argentina. In chemisura può costituire un asset perconsolidare, direttamente o indiret-tamente, anche i rapporti economicitra i due Paesi? La collettività italiana in Cile è numeri-camente meno consistente rispetto aigrandi Paesi vicini. I cittadini sono po-co più di 50mila, e si calcolano circa300mila persone di origine italiana maormai prive della nostra nazionalità.Siamo tra le prime comunità stranieree la presenza italiana risale alla fonda-zione del Paese al tempo dei conqui-stadores spagnoli, non solo all'emigra-zione più recente. Queste particolaricondizioni fanno sì che gli italo-cilenisiano molto ben integrati. Lo dimostrano due ex Presidenti dellaRepubblica di origine italiana, tre Pre-sidenti della Banca Centrale, numerosipolitici, intellettuali ed imprenditori. Undato su tutti: i primi tre gruppi per capi-talizzazione della Borsa cilena sono le-gati all'Italia. Angelini, nato a Ferrarae oggi il più rilevante imprenditore ita-liano in Cile, attivo in settori che spa-ziano dalla pesca al petrolio, dalla cel-lulosa alla finanza; la famiglia Cuneo-Solari, proprietaria della catena di re-

tail più importante del Sudamerica, iMagazzini Falabella e il gruppo Ende-sa, controllato da Enel.

Quali sono le iniziative di supportoche potrebbero favorire un’ulteriore'vicinanza' dei due Sistemi Paese?Mentre la nostra Cooperazione alloSviluppo non considera il Cile unapriorità per gli interventi diretti, in con-siderazione degli elevati tassi di cre-scita, operiamo attraverso alcune ONGinteressate a progetti di stimolo im-prenditoriale, per esempio femminile olegati alle comunità indigene rurali.L'Italia contribuisce alla CEPAL - Com-missione Economica per l'America La-tina delle Nazioni Unite -, che ha sedea Santiago e progetti diffusi in tutta laRegione. Anche l'Unione Europea èattiva con fondi legati soprattutto al-l'aumento della competitività, dell'inno-vazione e della responsabilità sociale.Sul piano bilaterale, un ruolo di prima-ria importanza lo ricoprono le seiScuole Italiane del Paese, di cui duegià completamente parificate (a San-tiago e Concepcion) e una in via di pa-rificazione. Si tratta di un bacino moltoutile per il mantenimento e il rafforza-mento dei vincoli con il nostro Paese,anche per le imprese italiane che vo-gliano avviare attività in Cile. Parteci-piamo inoltre con sempre maggiorepresenza alle borse di studio offertedal Governo cileno in Paesi europei:una via utile per costituire legami dura-turi con la futura classe dirigente diquesto Paese.

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Concepton - La città è capoluogo dell'omonima provincia e della regione del Bío Bío. È conosciuta come la Perla del Bío-Bío

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Valparaiso - La città ospita il principale porto del Cile sull'Oceano Pacifico

importazioni di petrolio greggio, carbu-ranti e automobili. In termini di inter-scambio globale, la Cina è il principalepartner commerciale del Cile con 7,7miliardi di dollari e una quota del 17,7%sull'interscambio totale. Al secondo po-sto gli Stati Uniti con 7 miliardi, seguitidal Giappone con 2,8 miliardi. A livellodi blocchi regionali, l'Asia continua adessere il principale partner con unaquota del 35% seguita dai Paesi NAF-TA (Stati Uniti, Canada e Messico) conil 21%, America Latina (20%) e UE( 18%). Tra i Paesi europei l'Italia occu-pa il quinto posto dietro Germania, Pae-si Bassi, Spagna e Francia.

Nel primo semestre del 2009 il surplusdella bilancia commerciale del Cile èstato pari a 4,4 miliardi di dollari conuna diminuzione del 40,8% rispetto al-lo stesso periodo dell'anno precedente.L'interscambio commerciale ha rag-giunto i 43 miliardi di dollari Usa conuna flessione del 36% imputabile allacrisi internazionale e al calo del prezzodelle materie prime con particolare ri-guardo al rame. Le esportazioni conun valore accumulato di 23,8 miliardisono diminuite del 37%. Le importa-zioni hanno totalizzato 19,3 miliardicon una flessione del 36%, dovuta prin-cipalmente alla diminuzione delle

Commercio internazionale: il primo partner del Cile è l'Asia

INTERSCAMBIO

La crisi finanziaria ha influito negativamente sull'andamento dell'interscambio ma il primo semestre del 2009 ha chiuso ugual-mente con un surplus di 4,4 miliardi di dollari. La Cina è il primocliente e il secondo fornitore del Paese dopo gli Stati Uniti

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Il rame guida le vendite all'estero

L'Asia, in particolare, continua ad esse-re il principale mercato di destinazionedei prodotti cileni, con il 42% delleesportazioni totali seguita dall'UnioneEuropea. Nella composizione merceo-logica si mantiene al primo posto il set-tore minerario, con una quota di parte-cipazione del 50%: l'export ammonta a12 miliardi di dollari di cui 10,5 miliardisono rappresentati dal rame seguito damolibdeno, iodio e argento grezzo. Alsecondo posto si posiziona il settoremanifatturiero con una quota del 34%seguito dal settore agricolo, silvicoltu-ra, allevamento ittico con l'11%. Nelcorso del primo semestre 2009 leesportazioni del Cile verso l'Italia, inforte diminuzione soprattutto per la ca-duta dell'import di rame (prezzi e anchequantità), hanno totalizzato 557 milioni,coperti per il 64% dal settore minerario,per il 23% da prodotti industriali e per il13% da prodotti agricoli. Per quanto ri-guarda le importazioni, il principale for-nitore del Cile sono gli Stati Uniti, conuna quota pari al 19% del totale, segui-ti da Cina e Argentina (da cui il Cile im-porta soprattutto energia) con una quo-ta dell'12%. L'Unione Europea copreuna quota pari al 16% del totale. Lacomposizione merceologica delle im-portazioni è composta per il 34% dal-

l'energia, per il 20% da altri prodotti in-termedi, per un altro 20% da beni diconsumo e per il 16% da beni strumen-tali. I principali prodotti esportati dall'Italiasono stati carburanti, strutture metalli-che e parti in ferro ed acciaio per l'edili-zia, macchine movimento terra, macchi-ne per imballaggio, farmaci, rubinetteriaidraulico-sanitaria e trattori agricoli.

Una fitta rete di accordi internazionali

Il Cile, attraverso il perseguimento di po-litiche di liberalizzazione del commerciointernazionale e degli investimenti, sipresenta agli imprenditori stranieri comepiattaforma di investimenti e diservizi. Inparticolare, a livello mondiale, è lo Statoche ha concluso il maggior numero diaccordi di libero scambio e il 75% di ex-port-import avviene attraverso tariffepreferenziali. In ambito multilaterale èmembro della WTO (World Trade Orga-nization) dell'APEC (Comunità Econo-mica dell'Asia Pacifico) ed è associatoal Mercosur (Mercato Comune Brasile,Argentina, Paraguay e Uruguay). Parte-cipa ai negoziati ALCA (Área de LibreComercio de las Américas) e ALADI(Associação Latino-Americana de Inte-gração,) ed è diventato il primo membrosudamericano dell'OCSE.

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Chuquicamata - La miniera a pozzo aperto di Chuquicamata, sebbene non sia la più grande, vanta la maggior estrazione di rame almondo. La miniera arriva a una profondità di 850 metri

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EuropaUnione Europea: Accordo di AssociazioneEconomica EFTA: Trattato di Libero Commercio Turchia: Trattato di Libero Commercio

AmericaCanada: Trattato di Libero CommercioStati Uniti: Trattato di Libero Commercio Messico: Trattato di Libero Commercio eaccordo di Associazione Strategica Mercosur (Brasile, Argentina, Uruguay eParaguay): Accordo di Cooperazione Eco-nomica Bolivia: Accordo di Cooperazione Economica Colombia: Trattato di Libero Commercio eAccordo di Cooperazione Economica Ecuador: Accordo di Cooperazione Economica Perù: Accordo di Cooperazione Economica Perù: Trattato di Libero Commercio Venezuela: Accordo di Cooperazione Economica Cuba: Intesa commerciale parziale El Salvador: Trattato di Libero Commercio

Costarica: Trattato di Libero Commercio Nicaragua: Trattato di Libero Commercio(negoziato in corso)Honduras: Trattato di Libero Commercio Guatemala: Trattato di Libero Commercio(negoziato in corso)Panama: Trattato di Libero Commercio

Asia e Regione del PacificoGiappone: Trattato di Libero Commercio Corea del Sud: Trattato di Libero Commercio Cina: Trattato di Libero Commercio Nuova Zelanda, Singapore, Brunei: Accor-do di Associazione Economica India: Intesacommerciale parziale Australia: Trattato di Libero Commercio Malesia: Trattato di Libero Commercio Thailandia: Trattato di Libero Commercio(negoziato in fase avanzata)Vietnam: Trattato di Libero Commercio (ini-zio negoziazione)

EuropaDanimarca, Francia, Gran Bretagna, Irlan-da, Belgio, Russia, Svizzera, Polonia, Por-togallo, Spagna, Svezia

AsiaThailandia

AmericaArgentina, Brasile, Colombia, Ecuador,Messico, Paraguay, Perù

Gli accordi commerciali internazionali del Cile

Accordi internazionali per evitare la doppia imposizione siglati dal Cile

EuropaItalia, Finlandia, Olanda, Repubblica Ceca,Ungheria

AmericaCuba, Venezuela, Uruguay, Stati Uniti

DiversiCina, India, Kuwait, Australia

Negoziati in corso per evitare la doppia imposizione con il Cile

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In Cile, l'approvazione degli investi-menti esteri per un ammontare superio-re ai 5 milioni di dollari fa capo ad unapposito organismo, il "Comitè de In-versiones Extranjeras". Nel 2008 l'af-flusso è stato di 5,2 miliardi di dollari, dicui il 45% nel settore minerario, il 26%nel settore energetico e idrico e l'8%nei trasporti. Nei primi sei mesi del2009 gli investimenti stranieri superioriai 5 milioni in Cile hanno superato i 2,7miliardi di dollari. L'operazione più rile-vante (2,1miliardi di dollari) è stata ef-fettuata dalla catena nordamericanaWal Mart, che ha acquistato il controllodel gruppo D&S (Distribucion y Servi-

cios) che gestisce 180 punti vendita didiversi formati (dagli iper ai minimar-ket), una ventina di centri commercialie una rete di sportelli finanziari. Seguela norvegese Dnb Nor Ban con opera-zioni di private equity per 290 milionifocalizzati sul settore energia e alimen-tare. Con investimenti superiori a 20 milionidi dollari figurano Telex, nel settore del-le comunicazioni e la francese Danone,nel comparto alimentare. Tra i dati nonfigurano gli investimenti inferiori ai 5 mi-lioni di dollari la cui approvazione fa ca-po ad una procedura semplificata, ge-stita dalla Banca Centrale.

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CONGIUNTURA

Gli investitori esteri non temono la crisiOperazioni per 2,7 miliardi di dollari nella prima metà del 2009prevalentemente nei settori della grande distribuzione, finanzaagroalimentare ed energie rinnovabili. Lo Stato si rende garan-te come controparte

Un supermercato della catena Wal Mart

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Una volta che l'investimento è stato au-torizzato dal Comité de Inversiones Ex-tranjeras, il relativo contratto viene fir-mato, da un lato, dall'investitore stra-niero, e dall'altro dal Governo cileno,rappresentato dal ministero dell'Econo-mia. Lo Stato quindi non potrà modifi-carlo unilateralmente senza l'approva-zione della controparte. Inoltre la leggesulla "piattaforma per gli investimenti"stabilisce un sistema di esenzioni tribu-tarie a beneficio di imprese straniereche vogliano investire nella produzionein Cile di beni e/o servizi da esportarenei Paesi Terzi. Tra le aziende multinazionali che han-no scelto il Cile come piattaforma perespandere le loro attività verso altrimercati dall'America Latina figurano

General Electric, Nestlé, Motorola,TNT, Noranda/Falconbridge, Enel,Hydro Quebec, Citigroup, Delta AirLines e Air France (centri di prenota-zione). Altre aziende hanno insediato inCile call center internazionali. Tra que-ste: Packard Bell, Ericsson, Beier-sdorf, Xerox, Kodak e Unilever. Il Cile ha siglato accordi per la prote-zione degli investimenti con 20 Paesieuropei, tra cui l'Italia e, in ambito re-gionale, con Argentina, Costarica, Cu-ba, Ecuador, Guatemala, Honduras,Nicaragua, Panama, Paraguay, Perù,Uruguay e Venezuela. Medesimi accordi sono in corso di rati-fica con Bolivia, Brasile, Colombia, ElSalvador, Panama e Repubblica Domi-nicana.

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Puerto Montt, uno shopping center (foto Serge Ouachée/wikimedia)

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È anche un riconoscimento delle bestpractices introdotte dai Governi dellaConcertaciòn. L'avvio della proceduradi adesione risale formalmente al 2007ma l'inizio concreto dei negoziati avvie-ne nel settembre 2008. In un solo anno, il Cile ha saputo modi-ficare il proprio impianto legislativo inmaterie importanti: trasparenza e cor-porate governance delle imprese, conl'introduzione della figura dell'Ammini-stratore Delegato, separazione delleresponsabilità gestionali delle impresepubbliche (a partire dal colosso nazio-nale del rame, Codelco), affidate almanagement, da quelle di indirizzo po-

A due giorni di distanza dal primo tur-no delle elezioni presidenziale il Cile èstato ufficialmente invitato a fare partedell'OCSE, l'Organizzazione interna-zionale per la Cooperazione e lo Svi-luppo a cui aderiscono le maggiorieconomie di mercato del mondo. È un riconoscimento importante, forte-mente appoggiato anche dalla Diplo-mazia italiana, che - come ricorda ilministro degli Esteri Mariano Fernan-dez - premia il vasto processo di rifor-me economiche e sociali avviato econdotto in questi anni e accompagna-to da un vero e proprio cambiamentoculturale.

Il Cile entra nell'OCSEImportante riconoscimento dei progressi effettuati grazie alprocesso di riforme introdotte nel Paese. Ed ora servono knowhow e iniziative nel settore dell'ambiente e del trattamento deidati. Imminente anche un accordo con l'Italia e altri Paesi perevitare la doppia imposizione

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La sede dell’Ocse a Parigi

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litico affidate ad altri soggetti, accre-sciuta responsabilità penale delle per-sone giuridiche, accettazione delloscambio di informazioni tra organismitributari (legge sul segreto bancario),adeguamento dell'Istituto nazionale distatistica agli standard OCSE. Restanonaturalmente molti aspetti da riforma-re, una volta entrati nell'Organizzazio-ne, a partire dal settore ambientaleche dovrà prevedere una netta separa-zione tra organismi normativi e quellidi controllo e sanzione con la creazio-ne di un Ministero dell'Ambiente e diTribunali ambientali indipendenti.Sul tema è atteso anche un contributodei Paesi membri. E si prefigurano in-teressanti opportunità per le impresenei settori del riciclaggio dei rifiuti, nel-

la depurazione delle acque, nella ge-stione dei residui chimici e forestali,nella consulenza ambientale. Sonosettori in cui il Cile ha bisogno dell'ap-porto di competenze tecniche anchedall'estero. Un altro comparto in cui necessiterà diknow-how internazionale è quello deltrattamento dei dati personali, per ilquale si sta costituendo una appositaAgenzia. Un ulteriore importante passo sarà lariapertura del negoziato per il Trattatocontro le Doppie Imposizioni, inter-rotto da Italia, USA, Australia e altriPaesi in attesa di un'accettazione daparte di Santiago dell'articolo 26 dellaConvenzione OCSE che regolamentalo scambio di informazioni.

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Per iscrivervi a questa newslettercompilate il modulo all’indirizzo

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Santiago - Palacio de La Moneda, il Palazzo presidenziale cileno (foto wikipedia.org)

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verificare la possibilità di acquisizione ditecnologie. È emersa anche la propostaa società cilene di utilizzare l'Italia comepiattaforma logistico-distributiva verso iPaesi dell'Europa orientale e del bacinodel Mediterraneo. Infine, il mercato interno cileno soprat-tutto, attraverso i canali della grandedistribuzione, offre un interessantesbocco all'offerta made in Italy di pasta,caffè, dolci, salse, confetture. Restanotuttora aperte alcune problematicherelative all'importazione di salumi e for-maggi a causa delle rigide norme sani-tarie stabilite dal locale servizio di con-trollo doganale.

Filiera agroindustriale Interessa leaziende italiane sotto diversi profili: for-nitura di tecnologie incluse trasforma-zione e conservazione (catene del fred-do), importazione di prodotti (ortofrutta)in controstagione. Il Cile è oggi un rile-vante esportatore di prodotti ittici,frutta e vini. Esistono ancora ampimargini di miglioramento per tutte que-ste filiere anche perché le norme a tute-la della qualità sui mercati di sbocco so-no severe. Recentemente diverse dele-gazioni di imprenditori cileni si sono re-cate in Italia (Toscana, Sicilia) per cono-scere il contesto produttivo locale, svi-luppare nuove forme di collaborazione e

Le opportunità per le aziende italianeIl Cile, consapevole della eccessiva dipendenza della sua eco-nomia dalle materie prime, sta puntando con decisione a unadiversificazione delle attività produttive, un aumento del valo-re aggiunto prodotto, una maggiore diversificazione energeti-ca. Il mercato è ricettivo al richiamo del Made in Italy, sia per ibeni di investimento che per i prodotti di consumo

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Molti dei vigneti cileni si trovano ai piedi delle Ande (foto Beatriche Murch/wikipedia.org)

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Filiera del legno Il settore forestale ri-veste un ruolo di primo piano nell'eco-nomia cilena e si è finora focalizzatoquasi esclusivamente sulla produzioneed esportazione di materie prime e disemilavorati (legname, cellulosa). Iprincipali prodotti esportati all'internodel comparto sono assi, tavole, pannel-li. I maggiori mercati di destinazione so-no Stati Uniti e Messico. L'Italia è pre-sente principalmente con macchinariper la seconda lavorazione. Esistono valide opportunità anche nellafiliera del mobile. Alcune imprese cile-ne importano prodotti italiani in larga mi-sura da Paesi limitrofi. Le Autorità cen-trali e quelle locali della VII e VIII regio-ne hanno espresso interesse a svilup-pare una filiera integrata sul modello deidistretti italiani, in collaborazione conesperti del nostro Paese. Una societàcilena, la Fernando Mayer, ha conclu-so nel 2009 un accordo con la HORM diPordenone, per la produzione in loco edistribuzione in America Latina di mobilidi design su licenza.

Settore minerario e metallurgico Leaziende italiane partecipano allo sviluppodel settore trainante dell'economia cilenasoprattutto attraverso la fornitura dicomponenti industriali quali pompe, or-gani di trasmissione e controllo, compo-nentistica elettrica e prodotti affini.

Tessile e abbigliamento I prodotti ita-liani occupano nicchie di mercato nel-l'alta moda. Di recente sono stati inau-gurati a Santiago negozi Ferragamo,Ermenegildo Zegna e Armani. Sono presenti sul mercato altresì alcu-ne tra le marche più importanti dell'abbi-gliamento sportivo e delle calzature (Fi-la, Diadora, Lotto, Geox) e con accor-di di franchising il gruppo Benetton. Nelsettore dei tessuti si registrano ridottema significative importazioni di prodottidi qualità soprattutto per le sartorie (Ze-gna, Loro Piana, Vitale Barberis). La concorrenza asiatica e in particolarequella cinese domina il comparto deiprodotti di qualità media, che copre piùdel 95% del mercato dell'abbigliamento.

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FERRERO (AGRICHILE)Produzione di noccioleMARONE CINZANO Produzione e distribuzione vitivinicola (Riserva di Caliboro)ANTINORIProduzione e distribuzione vitivinicola injv (Haras de Pirque)OFFICINE MECCANICHE TOSCANECostruzione macchine per produzioneolio d'olivaOLIVER OGARDetergenti e sanitizzanti per industria viti-vinicolaENARTISCoadiuvanti e prodotti per l'industria viti-vinicolaMONOPAK CHILEDistribuzione di macchine per caffèSEGAFREDODistribuzione di macchine per caffèOLIDATA Distribuzione di computer e si-stemi informaticiPANINIProduzione di album e figurineBADINOTTIProduzione di reti per acquacolturaLOVATOProduzione di mobili per ufficio

I maggiori investimenti italiani in Cile(in settori diversi da energia, infrastrutture e costruzioni)

RITRAMAProduzione di etichette adesive industrialiFILAProduzione e distribuzione abbiglia-mento sportivoGARFIN INTERGASDistribuzione di gas a uso industriale eresidenziale INTESA SANPAOLO Ufficio di rappresentanza ASSICURAZIONI GENERALI Fondi Pensione (Planvital)ENELProduzione e distribuzione elettricaSORGENT.ECentrali idroelettricheMAIRE ENGINEERING Costruzioni e impiantisticaASTALDICostruzioni e concessioni (centrali elettriche)IMPREGILOCostruzioni ATLANTIAGestione autostradeTORNOCostruzioniTUBOSIDERCostruzioni

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Tecnologia e prodotti nel settore am-biente e energia Il fabbisogno energe-tico cileno, in forte aumento, è copertoattualmente da petrolio grezzo (38%),importato per il 95%, energia idroelettri-ca (19%), gas naturale (19%), legna(15%) e carbone (9%). Accantonato,per il momento, il progetto di un nuovogasdotto di 1.200 km per l'importazionedi gas dal Perù che dovrebbe poi prose-guire in direzione di Argentina, Uruguaye Brasile. Il Cile punta a ridurre la suadipendenza dall'estero attraverso la ri-conversione/modernizzazione di cen-trali esistenti, costruzione di grandi cen-trali idroelettriche, realizzazione di cen-trali termoelettriche a ciclo combinato,sviluppo di fonti energetiche rinnovabili(eolica, geotermica e biomassa). Nel 2009 è entrato a far parte del clubmondiale degli importatori di gas li-quefatto (GNL), con l'entrata in serviziodi un terminale di rigassificazione situa-to nella baia di Quintero nella regione diValparaiso che ha richiesto un investi-mento di circa 1.100 milioni di dollari edè il primo costruito in Sudamerica.

Biotecnologie e Hi-Tech Il Cile è parti-colarmente interessato ad attività di ri-cerca biotecnologica mirate soprattuttoai settori agroindustriale e della pe-sca. Con l'Italia è in vigore un accordoscientifico siglato nell'ottobre 2007 checonsente di attivare sia fondi stanziatidal Governo italiano sia fondi europei.

Nell'Accordo di Associazione fra il Ci-le e la UE si iscrive anche un capitolodedicato alla cooperazione scientifica etecnologica con finanziamenti per pro-getti di cooperazione nelle biotecnolo-gie ma anche nelle tecnologie dell'infor-mazione, nanotecnologia, aeronautica eindustria spaziale. Il Cile investe circa500 milioni all'anno in sistemi satellita-ri e tecnologie spaziali. L'AgenziaSpaziale Cilena ha accordi di collabo-razione con vari paesi (tra i quali Rus-sia, USA, Francia) e il settore privato hagià avviato collaborazioni con partnerstranieri quali USA e Israele.

Turismo L'afflusso di turisti stranieri inCile supera attualmente il milione di vi-sitatori anno ed è in costante crescitaanche perché il potenziale del Paese inquesto settore è molto elevato. Il Gover-no lo ha inserito tra le aree prioritarie disviluppo. Alcuni segmenti, in particola-re, offrono opportunità interessantiper le imprese italiane (forniture im-piantistiche, contratti di gestione, jointventure): sono ad esempio il turismotermale in quanto il Paese conta ben2.900 vulcani, di cui 80 in attività, e il tu-rismo andino con particolare riguardoallo sci e agli sport invernali in genere.Contatti preliminari in questi settori so-no già stati avviati dal gruppo Leitner(impianti di risalita e turismo invernale)e dalle Terme di Montegrotto (turismotermale nell'Araucania).

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Il Cile sta diventando una meta sempre più popolare anche per gli sport invernali. Nella foto, la località di Valle Nevado, in Patagonia

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gestisce il processo di assegnazionedelle opere. In questo campo ha acqui-sito una notevole esperienza. Lo si ve-de, ad esempio, dai tempi rapidi di rea-lizzazione resi possibili anche da un'at-tenta gestione della fase contrattuale,con l'inserimento di penali in caso di ri-tardo delle consegne. Alcune gare sonobandite direttamente dal Ministero chegestisce l'intero processo, altre possonorichiedere un preventivo accordo con al-tre Autorità di volta in volta competenti(es. viabilità, salute, energia).Nei prossimi anni, il programma plurien-nale di investimenti annunciato dal Mi-nistro per le Opere Pubbliche, SergioBitar, prevede la costruzione di nuoviporti e il rinnovamento di quelli esisten-ti, una nuova rete autostradale, l'am-pliamento degli aeroporti esistenti, la

Il Cile ha avviato da alcuni anni una po-litica di forti investimenti nelle infra-strutture. Hanno contribuito a tale pro-cesso l'aumento degli introiti dello Statiderivanti dall'estrazione mineraria. Effi-cace anche la decisione di utilizzare laformula delle concessioni ai privati perla costruzione, e successiva gestione alungo termine, delle opere pubbliche:strade, aeroporti, ospedali, centralielettriche. La stabilità politica del Paese e la tra-sparenza dei processi di licitazione in-ternazionale hanno contribuito al suc-cesso di queste iniziative, che sono riu-scite ad attrarre consistenti capitali siaall'interno del Paese che dall'estero.Punto di riferimento il Ministero delleOpere Pubbliche. Attraverso un Diparti-mento dedicato identifica le priorità e

Nuove infrastrutture per entrare nel club dei Paesi sviluppatiCon una gestione efficace e trasparente delle gare di licitazioneil Cile è riuscito ad attrarre un elevato numero di investitoriesteri. Nel biennio 2009-2010 avviati o previsti progetti per 8,5miliardi di dollari. Si punta su porti, rete autostradale, connetti-vità urbana, ospedali

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Santiago - L’aeroporto internazionale

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costruzione di reti di connettività urba-na in diverse città. L'obiettivo mirato èdi creare un livello di infrastrutture ade-guato ad un Paese che si appresta adiventare un'economia pienamente svi-luppata. Nel biennio in corso (2009-2010) èstato identificato un portafoglio di 49progetti da avviare, 27 dei quali di ini-ziativa pubblica ed i restanti 22 di ini-ziativa privata. Il valore totale supera8,5 miliardi di dollari Usa con unacomponente pubblica pari ad oltre 3,2miliardi. Le iniziative riguardano lamodernizzazione di numerose aree ur-bane, inclusa la costruzione di nuoveautostrade a pagamento a Santiago,nuovi collegamenti stradali nel resto

del Paese, modernizzazione di struttu-re portuali e aeroportuali finanziateanche da capitali privati attraversocontratti di concessione. Le licitazioniper alcune di queste iniziative sonogià state effettuate nel corso del 2009.Nel 2010 dovrebbero essere banditele gare per 10 ulteriori progetti, deiquali 6 sono di iniziativa pubblica e 4di iniziativa privata. Altri verranno lici-tati negli anni successivi. Tra i proget-ti strategici del prossimo futuro rive-stono un particolare rilievo anche icorridoi bi-oceanici, destinati a miglio-rare i collegamenti a Nord, al Centro eal Sud del Paese con gli altri Stati lati-no-americani (Argentina, Brasile, Pe-rù, Bolivia, Paraguay).

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Valparaiso - Buenos Aires passando sotto le AndeSono diversi i progetti dei cosiddetti 'cor-ridoi bioceanici' che dovrebbero crearedei collegamenti stradali e anche ferro-viari rapidi tra i porti cileni del Pacifico equelli di Argentina, Brasile e Uruguay.L'obiettivo è di stimolare l'integrazioneeconomica e l'interscambio tra le Re-gioni attraversate. Tra questi, un'iniziati-va che si trova in fase avanzata è il col-legamento della città cilena di Los An-des (collegata al porto di Valparaiso)con quella argentina di Mendoza (e diqui fino a Buenos Aires). La sua realiz-zazione prevede la riabilitazione di circa225 chilometri di ferrovia (71 km dal latocileno e 154 km dal lato argentino) conun tunnel di circa 23 km attraverso laCordigliera delle Ande. L'iniziativa richiederà un investimento dialmeno 3 miliardi di dollari Usa. Lungotutto il percorso sono previsti centri discambio intermodali. L'energia necessa-ria per alimentare la linea sarà assicura-ta da una centrale idroelettrica in territo-rio argentino da 300 Megawatt.

Il secondo corridoio su cui, in base a re-centi accordi tra Cile e Brasile, potrebberoessere avviati interventi di potenziamentoin tempi ragionevolmente brevi è il collega-mento tra il porto cileno di Arica all'estremonord del Paese con il porto brasiliano diSantos attraverso Santa Cruz de la Sierrain Bolivia fino a Cuiabá in Brasile. In fase divalutazione anche un corridoio sud tra ilporto di Concepcion in Cile e quello di Ba-hia Blanca in Argentina.

Arica - Il porto

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quasi 900 milioni di dollari. In uno deiprogetti (centrale elettrica di Chaca-yes), Astaldi partecipa con una quotadel 27% anche alla gestione.Il consorzio Idroenergia, controllatodalla Valdostana Acque sta avviandoin Cile un processo di internazionaliz-zazione per il quale ha presentato 7progetti di minicentrali di generazionedi idroelettrica che comporteranno uninvestimento complessivo di oltre 200milioni di dollari. Il gruppo veneto Sorgent.e in collabo-razione e partecipazione finanziariacon l'Associazione dei Canalisti delMaule, attraverso la società Hydro-maule, ha installato una centrale da 20Megawatt situata su un canale deriva-tore del Rio Maule con un salto di 100metri. L'iniziativa è stata finanziata inparte dal gruppo IFC (Banca Mondiale)

Le imprese di costruzioni italiane han-no maturato una rilevante presenza inCile. Nel settore energetico Maire En-gineering (ex Tecnimont) in consorziocon la slovacca SES (Slovenske Ener-getiche Strojarne) ha acquisito unacommessa dalla Colbún per la proget-tazione di una centrale termoelettricacon un investimento superiore ai 500milioni di dollari e una da Endesa Chi-le per la costruzione di una centrale acarbone, con un investimento di am-montare analogo. Astaldi si è aggiudicata un importantecontratto dal Fondo di Investimento au-straliano Pacific Hydro per la costru-zione di tre centrali idroelettriche a cir-ca 100 chilometri dalla capitale, di cuidue nella valle del fiume Cachapoal. Ilvalore complessivo delle opere è di

L’Italia costruisce in CileINFRASTRUTTURE

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Autostrade made in Italy

Nel settore delle infrastrutture di tra-sporto il Sistema Italia ha acquisito inpassato una posizione di primo piano inCile con l'assegnazione a Impregilodella costruzione della tangenziale diSantiago denominata Costanera Norte(nella foto). Successivamente Impregiloha ceduto la propria quota di partecipa-zione (concessione) ad unconsorzio formatoda Atlantia (ex So-cietà Autostrade),Gavio e Medioban-ca che, con l'acquistodelle restanti quoteappartenenti ai partnercileni, hanno assunto ilcontrollo totale dell'au-tostrada.

La stessa Atlantia ha poi annunciato nel2009 l'acquisto di un portafoglio di conces-sioni in Sudamerica dalla spagnola Itinere,che le ha consentito di assumere il controllodi nuove autostrade in Cile, tra cui la "RadialNororiente" della capitale. In totale il porta-

foglio cileno delgruppo Autostradesupera i 300 chilo-metri. Sono in cor-so anche trattativepreliminari ancheper l'eventuale ac-quisto di altre ul-teriori concessio-ni per autostradegià realizzate inaltre zone delPaese.

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per la sua valenza economica e socia-le. Ora Hydromaule sta lanciando altridue progetti, per un totale di 40MW.Nel settore civile è presente il gruppoTorno (costruzione di due complessicarcerari) mentre INSO punta soprat-tutto al settore ospedaliero.Nel settore minerario è presente laSeli (opere di scavo). Il gruppo Trevi ècoinvolto in lavori collegati a progettigeotermici mentre Tubosider (GruppoRuscalla) ha costituito una joint-ventu-

re in Cile con la cilena Acustermicper partecipare a gare nel settore del-le costruzioni stradali (strutture di pro-tezione acustica). Al rafforzamento di queste presenze hacontribuito anche l'attività svolta dallaRappresentanza diplomatica italiana conun'opera costante di monitoraggio delmercato e di creazione di contatti con lemassime Autorità del Paese, contribuen-do ad accrescere la visibilità nel Paesedel Sistema Italia delle costruzioni. D

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Diplomazia in movimento

Nel corso dell'ultimo anno la Diploma-zia economica italiana, con il supportodall'Ambasciata d'Italia (nella foto lasede dell’Ambasciata italiana di San-tiago) ha svolto un importante ruolo dipromozione dei rapporti tra il SistemaItalia delle costruzioni e il Cile.

Novembre 2008 -Visita in Italia delSottosegretario delministero delle Ope-re Pubbliche Eduar-do Saldivia. E' rice-vuto dal ViceministroCastelli e partecipa aduna riunione con le im-prese aderenti all'AN-CE (Associazione Na-zionale Costruttori Edili).

Febbraio 2009 - il Ministro delle OperePubbliche Sergio Bitar firma, insiemeal Ministro Matteoli un Memorandum dicooperazione, incontra i vertici di Enel,Astaldi, Atlantia ed Inso. Visita il can-tiere della Metro C di Roma e lo snodoautostradale di Roma Nord.

Giugno 2009 - Il Ministro Matteoli si reca inCile e stabilisce con Bitar la composizione delcomitato tecnico previsto dal Memorandum.Sono coinvolti il Sottosegretario Saldivia e di-

versi Direttori Generalidel Ministero. E' ac-compagnato da unamissione coordinatada Confindustria eguidata dal Vicepre-sidente per le Infra-strutture, la Logisti-ca e la Mobilità,Cesare Trevisani.Le 12 imprese ita-liane presenti in-contrano la COP-

SA (associazioneconcessionari opere pubbliche) e

l'Associazione cilena dei costruttori.

Novembre 2009 - Giunge a Santiago laMissione di Sistema, organizzata dai Mini-steri degli Esteri e dello Sviluppo Economi-co con ICE, Confindustria e ABI. In questocontesto, è organizzata una nuova riunionetecnica tra le imprese italiane del settoreinfrastrutturale e le controparti cilene.

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aperto quindi un circolo chiuso di va-lenza negativa: la disaffezione del pub-blico non incentiva a fare nuovi investi-menti con conseguente degrado dellarete.Da alcuni anni è in atto un ripensamen-to. Un primo tentativo di rilancio pro-mosso dall'ex Presidente Lagos non haavuto successo in quanto le linee riatti-vate non sono riuscite a raccogliere unnumero adeguato di utenti. Nel 2008 ilgoverno Bachelet ha ripreso in mano ildossier ed EFE (Empresa de Ferrocar-riles del Estado), l'azienda ferroviariapubblica, che ha avviato un piano di in-vestimenti di 120 milioni di dollari Usaper il 2009 destinato a salire a 300 mi-lioni nel 2010 e a crescere negli anniseguenti.

Il servizio ferroviario in Cile ha un ruolomolto marginale sia per quanto riguar-da il servizio passeggeri sia per il tra-sporto merci, anche se l'estensionedella rete, sulla carta, è tutt'altro chetrascurabile: il Paese conta infatti6.500 chilometri di strada ferrata. Il pa-radosso deriva dal fatto che è compo-sta da tratte costruite soprattutto nellaprima metà del secolo scorso, spessocon l'obiettivo di servire l'industria mi-neraria, che sono cadute gradualmentein disuso e in parte diventate inagibili. La mancanza di investimenti nella mo-dernizzazione della rete e del servizioha impedito di tenere il passo, nel ser-vizio passeggeri, con la concorrenza dimezzi di trasporto più flessibili e com-petitivi quali l'autobus e l'aereo. Si è

La (futura) rinascita della rotaiaINFRASTRUTTURE

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Reti Metropolitane

Metro di Santiago Con 5 linee è uno deipiù efficienti del Sudamerica e rappre-senta una significativa eccezione rispet-to alla decadenza dei servizi su rotaiadel Paese. Trasporta quotidianamente2,5 milioni di passeggeri ed è un ele-mento portante del progetto di viabilitàintegrata della capitale chiamato Tran-santiago che include anche lenuove autostradeurbane a scorrimen-to rapido. È gestitodalla società MetroSantiago. Con l'ulti-mazione dei lavori diprolungamento dellalinea 1 e della linea 5,entro il 2011 coprirà 21dei 36 comuni dellaGrande Santiago perun'estensione totale su-periore a 105 chilometri.

EFE Gestisce a sua voltauna linea regionale di collegamento conla città di San Fernando che copre 12comuni dell'area metropolitana di San-tiago ed è collegata al metrò con la sta-zione di interscambio di Alameda. Ha inprogetto di contribuire all'espansione dei

servizi su rotaia della capitale con l'abilita-zione per il traffico passeggeri di un trattoferroviario tra la stazione di Alameda e Pa-dre - Hurtado. In fase di valutazione ancheun collegamento con l'aeroporto a partiredalla stazione metropolitana di Quinta Nor-

mal.

Biotrén È il siste-ma metropolitanodi Concepción, ge-stito da EFE. E'composto da duelinee che siestendono allelocalità di Talca-huano, Hualpén,San Pedro de laPaz, Chigua-yante e Hual-qui. I progetti in

corso prevedono l'interra-mento di un breve tratto di linea in città e

l'estensione della rete fino a Coronel.

Merval È una linea metrotranviaria gestitada EFE, lunga 43 chilometri, che collegaValparaiso con Viña del Mar, Quilpué, VillaAlemana e Limache.

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L'obiettivo è quello di rendere operativitratti della rete attualmente sottoutiliz-zati, puntando in primo luogo sul tra-sporto merci che offre le maggiori po-tenzialità di sviluppo. I collegamenti, sulla carta, non manca-no. La rete Efe percorre un lungo trattolongitudinale del Paese da Santiago fi-no a Puerto Montt, nel Sud. In giugno èstata indetta una licitazione pubblicaper la riabilitazione dell'intera tratta traPuerto Montt, a sud e San Rosendo.Sono 410 chilometri di linea di cui è at-tualmente operativo, per il servizio pas-seggeri, soltanto il percorso di 60 chilo-metri tra Victoria e Pemuco (cosiddettoTren de Araucaria). Per quanto riguarda il traffico passeg-geri la scelta effettuata è di ammoder-nare ed estendere non tanto i servizi sulunga distanza quanto quelli localizzatinelle aree metropolitane con il ripristinoe la modernizzazione di binari e opereedili, miglioramento della segnaletica,studio di nuovi percorsi.

Un'ulteriore filiera su cui EFE punta èquella dei treni turistici, realizzati ria-bilitando tratti ferroviari in disuso maparticolarmente interessanti dal puntodi vista paesaggistico in quanto traver-sano regioni spettacolari e poco fre-quentate, incluse località a grande al-tezza (spesso sopra ai 4mila metri)nelle Ande. Sono operazioni per lequali EFE appare disponibile ad offrireopportunità di intervento anche a capi-tali privati.

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Treni turistici già operativi o in fase di valutazione

Tren del Vino (nella foto): sarà gestitodalla Ferroturistica de Cochagua. Previ-sti 56 viaggi anno.Tren de l'Araucanìa: partenza dal Mu-seo ferroviario Pablo Neruda di Temuco.E' già operativo ma sono previsti miglio-ramenti e un'estensione fino a Collipilli.

Tren Valdiviano: circuito di 29 chilometritra Valdivia e Antlhue. Da riabilitare.Tren del Lago: tra Puerto Varrai e Frutillar.Licitazione in corso.Valparaiso - Santiago - Puert Montt: tran-sita su linee esistenti.

Nuove linee ferroviarie metropolitano-regionali in fase di valutazione

Temuco - Reanalco (Araucaria)Puerto Montt -Osorno (Los Lagos)Antilhue-Valdivia (Los Rios)

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La trasformazione è comunque soltan-to avviata e richiederà una riconfigura-zione del ruolo e della struttura di EFEcon una chiara separazione tra i com-piti di gestione delle infrastrutture equelli di gestione dei servizi merci epasseggeri. Accompagnato da regole eobiettivi chiari per il coinvolgimento dialtri operatori in queste attività.

Rotaie abbandonate

Il 25 aprile 1851 entra in servizio la pri-ma ferrovia cilena che collega le Minie-re d'argento di Copiapó con il porto diCaldera. Successivamente raggiungeuna lunghezza massima di 142 chilo-metri. Viene chiusa nel 1910.

Nel 1863, dopo molte alterne vicende,entra in sevizio un collegamento ferro-viario di 187 chilometri tra Santiago e ilporto di Valparaiso. Anche questo nonè più operativo benché nel recente

passato sia stata addirittura ipotizzatala costruzione di una linea ad alta ve-locità.

Nel nord del Paese, alla fine del di-ciannovesimo secolo, viene costruitauna linea (Red Norte) che collega ilporto di Caldera nella regione di Ataca-ma con Antofagasta e Iquique. Suc-cessivamente viene aggiunta una dira-mazione da Antofagasta fino a La Paz,in Bolivia. La Red Norte cessa di ope-rare nel 1975 anche se alcuni trattivengono tuttora utilizzati da operatoriprivati per il trasporto merci. La rete facapo al gruppo privato Ferronor cheha in gestione 2.300 chilometri di bina-ri nel Nord del Paese, in buona parteinagibili. Il tratto tra Antofagasta e laPaz ha cessato di operare per il traffi-co passeggeri negli anni '70. Viene uti-lizzato ancora per il traffico merci. LaPaz è collegata anche con il porto cile-no di Arica, al confine tra i due Paesi,con una tratta gestita dalle ferrovie bo-liviane.

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Binari sotto il cielo

Antofagasta - La Paz È una ferrovia pri-vata tuttora attiva che collega il porto diAntifagasta con la rete boliviana salendoa 4.500 metri di altezza. E' attualmentepresa in considerazione per la compo-nente ferroviaria di uno dei corridoi bio-ceanici, dal Cile al Brasile.

Ferrocarril de Tacora Inaugurato nel 1925ha smesso di operare nel 1967. Il percorsosale fino 4.980 metri di altezza. Era utiliz-zato per trasportare la produzione delle mi-niere di zolfo di Tacora fino a Villa Indu-strial dove si collegava alla ferrovia da Ari-ca a La Paz.

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Nei primi decenni del ventesimo seco-lo la linea del Norte viene prolungataper tratti successivi in direzione sud fi-no a Puerto Montt, passando per San-tiago e creando un vero corridoio lon-gitudinale che percorre la maggior par-te del Paese. Ma diverse tratte vengo-no abbandonate e negli anni '90 il col-legamento tra Santiago e Puerto Monttviene sospeso. Il Presidente Lagoslancia un piano triennale per il suo ri-pristino che si rivela un insuccesso. Ilservizio passeggeri dura solo un annoe viene interrotto. Oggi opera regolar-mente solo la tratta tra Santiago e

Chillan. Un destino analogo è riservatoa una cinquantina di collegamenti tra-sversali inclusa una seconda lineatransandina tra Antofagasta e Salta, inArgentina.

Nel 1910 viene inaugurata la FerroviaTransandina che collega Los Andescon la città argentina di Mendoza attra-verso un grande tunnel. Cessa di ope-rare nel 1984. Ora si studia un ripristi-no del collegamento con la costruzionedi nuove opere nell'ambito dei cosid-detti progetti di collegamento bi-ocea-nici.

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Un convoglio del Ferrocarril Transandino

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La crisi finanziaria ed economica mon-diale si è tradotta in una diminuzionedei quantitativi prodotti (-4,1% rispettoal 2007) e dei prezzi. Per il 2009 si prevede una produzionepari a 5,4 milioni di tonnellate con un in-cremento dell'1,5% circa grazie soprat-tutto alla ripresa della domanda cinesementre nel 2010 la produzione dovreb-be totalizzare 5,7 milioni di tonnellate.In valore, nel 2008 le esportazioni cile-ne di rame sono state pari a 32,8 miliar-di di dollari. L'Italia è il terzo acquiren-te con una quota dell'8% del totale perun valore di 2,6 miliardi di dollari. Piùdel 50% del rame primario utilizzatodall'industria di trasformazione italianaproviene proprio dal Cile e il flusso d'im-portazione fa capo a tre imprese, guida-te dalla KME di Firenze. I primi duemercati di destinazione del rame cileno

Il Cile è il primo produttore ed esporta-tore mondiale di rame. Nel 2008, laproduzione è stata pari a 5,3 milioni ditonnellate, seguito a grande distanzada Stati Uniti (1,3 milioni), Perú, Cina. Ilsettore è fortemente concentrato: il27,5% della produzione fa capo allaCODELCO (Corporación Nacional delCobre de Chile, Codelco) controllatadallo Stato e il 23,5% a Miniera Escon-dida (gruppo BHP Billiton). Altri produt-tori significativi sono Collahuasi (464mila tonnellate) e Los Pelambres(351mila tonnellate). Si aggiungono di-versi produttori minori di minerale chepossono fare affidamento per servizicomuni (acquisti, vendite, assistenzatecnica) sulla Empresa Nacional deMinería (ENAMI) un organismo stataleche ha anche diversi impianti di trasfor-mazione.

Un grande patrimonio minerarioIl settore minerario cileno copre il 65 per cento delle esportazio-ni totali del Paese, il 22 per cento del PIL cileno e contribuiscead un terzo delle entrate fiscali

RISORSE

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Dal minerale ai catodi in purezza 99,9%

Nel settore del rame sono continuamenterichiesti massicci investimenti sia per nuo-vi lavori di scavo, sia per miglioramentiambientali lungo tutta la catena di trasfor-mazione. Il rame innatura è associato aminerali solforosi eossidi di diverso tipoche devono essereseparati attraverso unprocesso di frammen-tazione, separazionedel concentrato, fusio-ne ed elettrofusione fi-no ad arrivare ai co-siddetti 'catodi' con ungrado di purezza pari

al 99,9%. Tra i minerali associati figura il mo-libdeno, utilizzato soprattutto nell'industria si-derurgica (in sostituzione/alternativa al tun-gsteno) per la produzione di acciai particolar-

mente resi-stenti, ma an-che nel settorechimico (lubrifi-canti ecc). Diseguito è ripor-tato il dettagliodegli investi-menti dellacompagnia mi-neraria di StatoCodelco nel2008.

Investimenti Codelco in milioni di dollari Usa

Sviluppo nuove risorse 899

Ambiente e salute 114

Attività esplorative e studi fattibilità 180

Sondaggi geologici 45

Sviluppo giacimenti e spese pluriennali 389

Diversi 233

Totale 1.962

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sono la Cina, con importazioni pari a7,2 miliardi di dollari e il Giappone conun import equivalente a circa 3,4 miliar-di di dollari. Associata al ciclo di estrazione e raffi-nazione del rame è la produzione di di molibdeno. Nel 2008 è stata di oltre33mila tonnellate con una caduta di cir-ca il 25% dovuta principalmente ad unaforte riduzione della produzione di Co-delco ed in misura minore delle miniereLos Pelambres e Collahuasi. Nel 2009

si stima che i livelli di produzione pos-sano raggiungere 140mila tonnellate.Il Cile si posiziona al terzo posto nellaclassifica mondiale dei produttori dietroCina (circa 70mila tonnellate annue),Stati Uniti (60mila) e Perú (15mila). Leesportazioni totali cilene hanno totaliz-zato 3.636 milioni di dollari Usa nel2008, con una flessione superiore al10% rispetto al 2007. Nel 2009 l'exportcileno dovrebbe totalizzare 4 miliardi didollari Usa. D

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CodelcoIl patrimonio minerario di Codelco, primaimpresa mineraria cilena, nel settore delrame e minerali associati (oro, molibdeno)è composto da una decina di giacimentiche fanno capo a quattro divisioni geogra-fiche (Norte, Salvador, Ventana, Andina,El Teniente) ognuna delle quali effettua latrasformazione a ciclo completo del mine-rale estratto.Il complesso minerario di Chuquicamata,1.650 chilometri a nord di Santiago è la piùantica miniera di rame cilena il cui sfrutta-mento iniziò nel 2010. Situato a 2.870 metricomprende due giacimenti a cielo aperto.Fa parte della divisione "Norte" che ha unaproduzione annua di 750mila tonnellate dicatodi. Il complesso minerario El Teniente,80 chilometri a sud di Santiago e a 2.500metri sul livello del mare, è la più grande mi-niera sotterranea di rame del mondo conuna produzione annua di 381mila tonnellate.

Codelco, in proprio e con altri produtttori,punta a introdurre forti miglioramenti tec-nologici lungo tutta la filiera di produzione.Gestisce un centro di ricerca e sviluppo(IM2: Instituto de Innovación en Minería yMetalurgia) specializzato nelle tecnologiedi estrazione mineraria sotterranea e acielo aperto, trattamento di minerali, pro-cessi ad alta temperatura. Finanzia attra-verso il Fondef, progetti di Università e al-

tri Istituti di ricerca cileni in campo minerario.Le aree di studio prevalenti sono:estrazione sotterranea - Inserimento di nuovetecnologie con l'obiettivo di trasformare l'attivitàestrattiva in un processo a ciclo continuo;miniere a cielo aperto - L'obiettivo è di otte-nere la massima automazione nell'attivitàproduttiva ma con livelli di costo sostenibili epieno rispetto di standard ambientali;ambiente - Tecnologie di bioliscivazione e lisci-vazione in situ dei minerali solforosi associati.

Collegata all'attività di ricerca è anche l'attivi-tà di una serie di società associate a Codel-co:Mirs (Mining Industrial Robotics Solutions): èuna joint venture in partnership con NipponMining e la tedesca KUKA Roboter per larobotizzazione delle attività minerarie.BioSigma: joint venture con Nippon Miningper l'introduzione di procedimenti di bio-inge-gneria (genomica, proteomica e bioinformati-ca) nello sfruttamento di risorse minerarie abasso tenore.Micomo (Mining, Information, Communica-tion and Monitoring): progettazione e realiz-zazione di sistemi informatici per la gestionedelle attività minerarie.Kairos Mining: joint venture con il gruppoHoneywell per l'automazione dei processi dilavorazione (soprattutto concetrazione delminerale).

2004 2005 2006 2007 2008Vendite (mln USD) 8.204 10.491 17.077 16.988 14.425Margine lordo (mln USD) 3.301 4.901 9.215 8.460 4.970Versamenti allo Stato (mln USD) 3.009 4.442 8.334 7.933 6.829Patrimonio Netto (mln USD) 2.872 2.941 4.528 4.744 3.876Produzione di rame (tonn x 1.000) 1.840 1.831 1.783 1.665 1.548Dipendenti stabili 16.778 17.880 17.936 18.211 19.300Contrattisti per attività di servizio 19.929 24.951 24.028 26.210 23.171Contrattisti per attività di investimento 8.683 12.601 8.620 17.079 15.627Prezzo medio del rame (catodo grado A in cents per libbra) 130 167 305 323 315

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Primi nel litio

Il Cile, con oltre 27mila tonnellate al-l'anno, controlla il 44% della produzio-ne mondiale di litio metallico, utilizzatonella produzione di batterie ad alto li-vello di densità energetica, con una do-manda mondiale in costante e rapidoaumento. Gli altri competitor sono Au-stralia (25% della produzione mondia-le), Cina (13%) e Argentina (12%). Se-condo i dati resi noti dalla Cochilco(Corporación Chilena del Cobre) in Ci-le esisterebbero riserve di litio pari a6,9 milioni di tonnellate, negli Stati Uni-ti 6,6 milioni e in Bolivia 5,5 milioni.Il 77% della produzione mondiale fa ca-po a tre grandi imprese che concentra-no il 77% della produzione mondiale.Sono la cilena SQM che gestisce i piùimportanti giacimenti del Salar di Ata-cama con una quota di mercato mon-diale pari al 30%, la tedesca Chemetallcon una quota di mercato pari al 28%,anch'essa operante nel Salar di Ataca-ma cileno e la statunitense Silver Peakcon giacimenti nel Salar del HombreMuerto in Argentina e una quota dimercato pari al 19%. Le alte aspettati-ve di domanda futura del litio - legatealla produzione di batterie per autoelettriche ed apparecchiature elettroni-che - hanno spinto ad un aumento delsuo prezzo sul mercato internazionale.Tra il 1999 ed il 2008 è cresciuto del222% con un incremento medio annuodel 13,9%. Dal 2006 il prezzo del litio siaggira intorno ai 6.000 dollari Usa atonnellata e anche la crisi economicamondiale dello scorso anno non ha sor-tito effetti negativi sui livelli raggiunti.

Le esportazioni cilene di litio sono pas-sate dai 39,3 milioni di dollari Usa nel1998 ad oltre 220 milioni nel 2008.

Oro: si preme sull'acceleratore

La produzione cilena di oro nel 2008 èstata pari a circa 42 tonnellate. Il valo-re delle esportazioni è stato di 850 mi-lioni di dollari. Finora la produzione de-rivava prevalentemente da attività as-sociate alla estrazione del rame. NelPaese però esistono giacimenti auriferiisolati di notevole potenziale che richie-dono consistenti investimenti. Il proget-to più consistente tra i megaprogettiminerari è quello di Pascua Lama dellaBarrick Gold, nella Regione di Mari-cunga (Provincia di Atacama), con in-vestimenti previsti per 3 miliardi di dol-lari. A regime consentirebbe di elevarei livelli di produzione annua del Paesea 100 tonnellate con introiti nell'ordinedi due miliardi di dollari Usa (ai prezziattuali dell'oro).Altre importanti risorse sono localizza-te nella regione di Cerro Casale dovesono presenti sia Barrick Gold sia lacanadese Kinross con il giacimento diLobo Marte (riserve stimate superiori a185 tonnellate) che richiede investi-menti per un miliardo di dollari. Ulterio-ri progetti per giacimenti a minore te-nore (ma anche con minori investimen-ti richiesti) sono in fase di valutazioneda parte di diversi gruppi che hanno ot-tenuto concessioni: Exeter Resour-ces, Andina, Catalina Resources.

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Enel-Endesa non soltanto in Cile maanche in Sudamerica. Endesa Chile in-fatti è controllata al 60% da una holding'intermedia' che si chiama Enersis in cuiEndesa detiene a sua volta il 60% attra-verso la holding Endesa Latinoameri-ca. Gli altri azionisti sono fondi di pen-sione e investitori sparsi.

Titoli in BorsaSia Endesa Chile che Enersis sonoquotate in Borsa a Santiago, sul merca-to dei titoli latinoamericani (Latibex) diMadrid e sul New York Stock Exchangesotto forma di American Depository Re-ceipts.Gli orizzonti di Endesa Chile e Enersisperaltro, sono molto più larghi delle so-le attività cilene. Endesa ha infatti inse-rito nel portafoglio delle due società unaquota significativa delle sue partecipa-zioni in altre utilities sudamericane lo-calizzate in Perù, Bolivia, Argentina,Brasile. Un'ulteriore quota è collocatanel portafoglio della holding Endesa In-ternacional.

Con la recente acquisizione del 92% diEndesa, il gruppo Enel è diventato ilprimo operatore elettrico del mercatocileno. La controllata Endesa Chile èinfatti il maggiore produttore del Paesecon una potenza installata di quasi5mila Megawatt suddivisa tra 22 im-pianti di cui 14 idroelettrici gestiti diret-tamente o attraverso società controlla-te. Corrispondono al 37% della potenzainstallata nel Paese che sale al 38%con gli apporti Enel (due centrali idroe-lettriche per un totale di circa 90 mega-watt). Alle attività produttive si aggiungonoquelle di distribuzione esercitate daChilectra (controllata dalla holdingEnersis) con un parco di 1,4 milioni diutenze. Infine, nel settore del gas natu-rale il Gruppo è presente con la con-trollata Electrogas, che gestisce ungasdotto che alimenta con gas importa-to dall'Argentina, la centrale di San Isi-dro e anche diverse industrie localizza-te sul territorio circostante.Complessa la catena di controllo in cuisi articola questa leadership del gruppo

Enel - Endesa dà nuova “corrente” al CileIl Gruppo italiano è il primo produttore elettrico del Paese. At-traverso le consociate cilene controlla un sostanzioso portafo-glio di partecipazioni in tutto il continente sudamericano. E oraapre una nuova partita nelle energie rinnovabili

ENERGIA

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Endesa in Sudamerica - 1Perù Endesa Chile guida (60% dellequote) il consorzio Generandes che asua volta controlla il 55% di Edegel, checopre una quota pari al 24% del merca-to della generazione in Perù con un par-co installato di 1.426 MWe composto so-prattutto da centrali idroelettriche più al-cune unità minori. Endesa International controlla inveceImpresa Electrica de Piura che gesti-sce una centrale a gas da 146 MWe. Nel settore della distribuzione Endesacontrolla il 60% di Edelnor con circa 1milione di utenze nella regione di Lima.

Colombia Attraverso Endesa, Enel con-trolla indirettamente il 24% della produzioneelettrica. Le partecipazioni fanno capo a Cen-tral Hidroeléctrica de Betania interamentecontrollata da Endesa Chile, che dispone diuna capacità pari a 541 MWe. Endesa, insie-me a Endesa Chile, guida anche il consorzioCesa che detiene il 48,5% del pacchettoazionario di Emgesa, primo produttore elet-trico colombiano con un parco composto da10 centrali per complessivi 2.238 MW, di cui1.500 idroelettrici. Nel settore della distribu-zione Endesa controlla Condensa con oltre 2milioni di clienti nella regione di Bogotà.

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Forte di questo insediamento ormaiconsolidato nel continente sudamerica-no, Enel punta ora a sviluppare unanuova area di intervento nelle energierinnovabili che fanno capo alla divisioneEnel Green Power. E ancora una voltale potenzialità del Cile emergono in pri-mo piano. Green Power infatti è leadermondiale nella filiera geotermica, cioèdelle centrali che utilizzano il calore del-le aree vulcaniche per produrre ener-gia. E in Cile è localizzato il 15% deivulcani attivi nel mondo.

La società ha ottenuto in concessionecampi geotermici nel centro-sud e nelnord del Cile, dopo aver sottoscritto nel2005 un accordo con ENAP (EmpresaNacional de Petrolio). L'operazione èrealizzata attraverso due controllate:ENG (Empresa Nacional de Geotermia)e Empresa Geotermica del Norte S.A.(GDN). I primi riscontri delle esplorazio-ni effettuate sono positivi. Sempre in Ci-le, Green Power sta valutando anche larealizzazione in Cile di nuovi impiantieolici, solari e a biomassa. D

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Argentina La potenza installata acqui-sita da Enel ammonta complessivamentea circa 4.500 MWe pari a circa un quintodel totale del Paese. Il portafoglio di par-tecipazioni in questo settore include Cen-tral Costanera (controllata al 60% daEndesa Chile) che gestisce otto impiantitermoelettrici a ciclo combinato alimenta-ti prevalentemente a olio combustibile,per un totale di circa 2.300 MW. L'interoparco di generazione è installato nella re-gione della capitale dove si concentra il45% del consumo di energia elettrica delPaese. Si aggiunge Hidroeléctrica ElChocón controllata al 65% da EndesaChile. È la seconda centrale idroelettricaargentina, con una capacità installata pa-ri a 1.320 MWe. Completa la lista la cen-trale termoelettrica a ciclo combinato da870 MWe prevalentemente a gas dellaDock Sud controllata direttamente daEndesa. Nel settore della distribuzioneEndesa controlla anche Edelsur che ge-stisce 2,2 milioni di clienti nella regione asud di Buenos Aires.

Brasile Più ridotta la presenza acquisitasul mercato brasiliano dove Endesa Bra-sil e le controllate Cachoeira Dourada(658 MW idroelettrici) e Endesa Fortaleza(ciclo combinato a gas da 322 MW), nelloStato del Cerara, dispongono di potenza

pari all'1% del totale Paese. Da rilevare peròche, grazie a una linea di interconnessionecon la rete argentina realizzata da Cien (con-trollata da Endesa al 90%), il gruppo è in gra-do di fornire alla rete brasiliana fino a 2.100MWe di potenza aggiuntiva. Nel settore delladistribuzione Endesa controlla Cerj (Com-panhia de Eletricidade do Río de Janeiro) eCoelce, che opera nello Stato del Ceara.Complessivamente hanno circa 5 milioni diutenze. Enel è presente a sua volta sul mer-cato con un parco di 22 minicentrali idroelet-triche acquisite recentemente.

Energia distribuita da Endesa in Sudamerica (milioni di kilowattora)

Cile 12.377Argentina 14.837Colombia 10.755Perú 4.874Brasile 15.438TOTALE 58.281

Potenza installata da Endesa in Sudamerica(megawatt)

Cile 4.567Argentina 4.508Colombia 2.779Perú 1.574Brasile 1.079TOTALE 14.317

Endesa in Sudamerica - 2

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Enersis (controllata da Enel attraversoEndesa) e il gruppo finanziario cileno han-no creato una joint venture, HidroAysen,che ha presentato al Governo cileno unprogetto per la costruzione in Patagonia di5 centrali idroelettriche con una potenzatotale di 2.750 MW e di una linea di tra-sporto dell'energia di 2mila km per il colle-gamento con la restante rete. La sua rea-lizzazione consentirebbe al Cile di rispar-miare circa 500 milioni di dollari l'anno dicombustibili importati. Il progetto è attual-mente sottoposto al vaglio dell'Agenzia re-gionale per l'ambiente (Conama) per lavalutazione di impatto ambientale, ma ilresponso è stato più volte rinviato.

E' una procedura complessa in quanto le or-ganizzazioni ambientaliste contestano sia glieffetti della costruzione degli invasi (aree al-lagate) sia quelli paesaggistici per la costru-zione delle linee di trasporto. Nella stessaarea ha presentato un progetto da 640 Mega-watt il gruppo Energia Austral (gruppoXstrata).Entrambi i candidati delle due maggiori coali-zioni che si presenteranno alle presidenzialidel 2010, e cioè Eduardo Frei per la coalizio-ne attualmente al Governo e Sebastian Pi-nera per la coalizione conservatrice si sonoespressi a favore del progetto. Contrario in-vece il candidato indipendente Marco Enri-quez-Ominami.

Energia dalla Patagonia

Una spettacolare immagine della Patagonia

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Sempre nel deserto di Atacama, a oltre5mila metri di altezza, è localizzata lapiattaforma di osservazione dell'ALMA(Atacama Large Millimeter Submillime-ter Array) dove verranno posizionate 66mega-antenne connesse tra loro perprodurre lo stesso effetto di un'unicaantenna le cui dimensioni sarebberotuttavia irrealizzabili. Hanno un diame-tro di 12 metri ciascuna e un peso (com-presa struttura portante, rotori, mecca-nismi di puntamento e servocontrolli) di100 tonnellate. Sono in grado di opera-re perfettamente anche in presenza diventi forti e temperature ostili. Attual-mente sono installate e operative dueantenne e si calcola che occorrerannocirca 10 anni per completare l'intero'parco'. La base operativa dell'osserva-torio e i sistemi di calcolo sono localiz-zati più in basso, a 2.500 metri di altez-za. La gestione fa capo ad un'organiz-zazione (JAO: Joint Alma Observatory)di cui fanno parte il principale enteastronomico europeo (ESO), statuniten-se (NRAO) e giapponese (NAOJ). Il Ci-le, assieme ad altre aree in Argentina,Antartide, Marocco e Sudafrica è ancheuna delle possibili localizzazioni per l'in-stallazione del prossimo European Ex-tremely Large Telescope (E-ELT) del-l'ESO, con un diametro dello specchioprimario di 42 metri.

Il deserto Atacama, in Cile, è oggi unadelle zone del Pianeta con minori tassi diumidità (non è mai piovuto, almeno a me-moria d'uomo) ed è inoltre priva di fonti diinquinamento luminoso con un climasempre sereno. Queste caratteristiche larendono particolarmente adatta ad attivi-tà di osservazione astronomica che pos-sono essere effettuate lungo tutto l'arcodell'anno con la riduzione al minimo del-le distorsioni luminose e in radiofrequen-za, provocate dalle particelle di acquacontenute nell'aria.Sul Cerro Paranal, situato a più di 2.600metri di altezza, è situato un grande os-servatorio dell'ESO (European SouthernObservatory), la principale organizzazio-ne astronomica dell'Europa Occidentalecon sede a Monaco di Baviera e direttadall'astrofisico italiano Massimo Taren-ghi. Dispone del sistema a specchi piùgrande e potente del mondo basato suquattro telescopi ottici ciascuno con unospecchio primario di 8,2 metri. Questipossono operare in modo separato oppu-re funzionare come un unico strumentodi maggiore potenza grazie all'utilizzo diun apposito interferometro tanto da con-sentire l'individuazione di un oggettogrande 2 metri, alla distanza che separala Terra dalla Luna. Sono anche suppor-tati da un sofisticato sistema meccanicoche garantisce l'indeformabilità delle su-perfici.

Occhi puntati sullo spazioASTROFISICA

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Il deserto di Atacama

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Il mercato dei Fondi pensione cileni, isti-tuiti nel 1981, ha una dimensione di cir-ca 80 miliardi di dollari ed è consideratoun esempio nel mondo per efficienza ebuona organizzazione. Dovendo finan-ziare passività a lungo termine legate al-l'andamento dell'indice dei prezzi al con-sumo, i fondi pensione hanno una fortepreferenza all'investimento in titoli il cuirendimento sia indicizzato all'inflazione.In particolare esiste un mercato molto svi-luppato di titoli denominati in UF (Unidadde Fomento), una valuta virtuale il cui rap-porto di cambio rispetto al peso cileno èdeterminato giornalmente sulla base del-l'indice dei prezzi del mese precedente.Gran parte delle obbligazioni sia stataliche 'corporate' in Cile viene emessa inUF, e sottoscritta sia dai Fondi Pensioneche da investitori istituzionali (assicura-zioni, fondi comuni). Il mercato comples-sivo ammonta a 135 miliardi di dollari.

L'Ambasciata d'Italia a Santiago ha ef-fettuato un'analisi delle opportunità of-ferte anche per il sistema Italia dalconsolidamento in Cile di importantistrutture di investimento finanziario,con particolare riguardo ai Fondi So-vrani del Paese, ai Fondi pensione e aiFondi comuni. Lo studio, realizzatocon il supporto della banca d'investi-mento locale, Celfin Capital, ha fattoemergere interessanti opportunità perl'intero sistema Italia con particolare ri-guardo a: - collocamento di debito di grandiaziende italiane ai Fondi Pensione cile-ni sotto forma di "huaso bond" (titoli diemittenti esteri);- collocamento di titoli del debito pub-blico della Repubblica Italiana; - estensione del collocamento a inve-stitori istituzionali peruviani e colom-biani.

Unidad de Fomento: una finestrafinanziaria anche per emittenti italianiSono lo strumento di investimento preferito dai Fondi Pensionelocali che stanno cercando di diversificare i loro portafogli di in-vestimento

PREVIDENZA

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Tramite una legge denominata di "Re-sponsabilitá Fiscale" il Cile ha costituitodue Fondi Sovrani con l'obiettivo di creareuna base stabile per il finanziamento dellaspesa sociale e degli investimenti pubblicianche in futuro. Sono il Fondo di Riservadi Pensioni (FRP) e il Fondo di Stabiliz-zazione Economica e Sociale (FEES).Inoltre nel 2008 è stata annunciata la crea-zione di un terzo fondo: il Fondo Bicente-nario di Capitale Umano. L'amministrazione dei fondi è stata affida-ta al Banco Central sulla base delle diret-tive impartite dal Ministero. E' stato creato

anche un Comitato Finanziario compostoda professionisti di riconosciuta competenzain campo economico e finanziario che esami-na l'andamento e controlla l'implementazionedella politica degli investimenti. Garantisceattraverso meccanismi di informazione, tra iquali il sito web del Ministero delle Finanze,l'accesso pubblico alle informazioni piú rile-vanti. Grazie a tale politica d'informazione, il Cile sicolloca all'8° posto nella classica sulla tra-sparenza e "best practices" tra i 34 fondi so-vrani valutati dall'Istituto di Economia Interna-zionale di Washington nel 2008.

I Fondi Sovrani del Cile - 1

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Non sono tuttavia molte le aziende lo-cali con un 'rating' sufficiente per potercollocare il proprio debito presso i fon-di pensione cileni, che possono solo in-vestire in titoli investment grade. Que-sto specifico fattore rende molto attra-ente, per emittenti internazionali di ele-vata qualità, sia pubblici che privati, dicollocare titoli in UF sul mercato cilenocoperti da contratti valutari (currencyswaps) per cambiare i corrispondentiflussi passivi in dollari o in euro. Il pri-mo emittente internazionale che ha col-to questa opportunità è il gruppo Ame-rican Movil che fa capo al magnatemessicano Carlos Slim, seguito dauna emissione di Banco de Credito dePeru da 300 milioni.Il limite, attualmente, è rappresentatodal ridotto numero di controparti banca-rie internazionali disponibili per le ope-razioni di copertura tramite currencyswap. Con l'obiettivo di consentire ai Fondi diampliare le loro opzioni di investimen-to, le Autorità cilene stanno ora valu-tando la possibilità di consentire a que-sti organismi di sottoscrivere diretta-mente contratti swap.

Il collocamento di titoli sul mercato cile-no sotto forma di UF è un'opportunitàche sta valutando anche il Tesoro ita-liano che ha una consistente attività diemissioni in valuta straniera. I titoli del-la Repubblica Italiana sono infatti at-tualmente appetibili dal punto di vistadegli investitori locali sia dal punto divista del rapporto rating/rendimenti chesotto il profilo di una possibile diversifi-cazione di portafoglio. Inversamente, per l'emittente italiano, ilmercato cileno degli UF offre un inte-ressante margine positivo di arbitrag-gio rispetto ad una emissione in dollari.Un ulteriore motivo di interesse del-l'operazione è quello di accedere aduna 'vetrina' capace di allargare ulte-riormente la base di investitori in Ame-rica Latina, un continente in fase di for-te crescita sia economica che demo-grafica. Il successo del sistema cilenodei fondi pensione ha convinto infattiPerù e Colombia a sviluppare lo stessosistema di risparmio obbligatorio per ilavoratori. Complessivamente sono 45miliardi di dollari nei due Paesi ma ildato è in forte crescita.

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Il Fondo di Riserva delle Pensioni (FRP)costituito nel dicembre del 2006, con unapporto iniziale di oltre 604 milioni di dol-lari Usa, è investito del compito di soste-nere l'impegno finanziario derivante dallagaranzia statale delle pensioni di base divecchiaia e di invalidità, così come i con-tributi previdenziali. In conformità alla leg-ge sulla Responsabilitá Fiscale, la dota-zione del FRP viene aumentata ogni annodi un ammontare compreso tra un minimodello 0,2% e un massimo dello 0,5% delPIL dell'anno precedente. Il valore di mer-cato degli attivi del Fondo di Riserva diPensione a fine Ottobre 2009 era di oltre3.471 milioni di dollari Usa.

Il Fondo di Stabilizzazione Economica eSociale (FEES) è stato costituito nel marzodel 2007, con un apporto iniziale di 2.580 mi-lioni di dollari Usa. Serve a finanziare even-tuali deficit fiscali e realizzare ammortamentidel debito pubblico, contribuendo in tal modoalla stabilizzazione della spesa pubblica ri-spetto alla volatilità degli introiti derivanti daroyalties ed altre imposte sulla produzione mi-neraria. Nelle casse del FEES confluisce ogni annotutto l'eventuale surplus fiscale al netto del-l'apporto al Fondo di Riserva delle Pensioni. Ilvalore di mercato del Fondo di StabilizzazioneEconomica e Sociale a fine ottobre 2009 eradi oltre 12.927 milioni di dollari Usa.

I Fondi Sovrani del Cile - 2

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LIBIA

Meccanica e infrastrutture al centro della Fiera Italo Libica

Si è svolta in novembre la seconda edizio-ne della Fiera Italo Libica per la meccani-ca, le infrastrutture e la tecnologia, orga-nizzata dalla Camera di Commercio Ita-lo-Libica. Vi hanno preso parte oltre 60operatori economici provenienti dall'Italia.A margine della Fiera si è svolto anche unseminario sul tema della certificazione deiprodotti, dell'armonizzazione degli stan-dard qualitativi e della tutela del consuma-tore. La Fiera ha mantenuto un taglio spe-cialistico concentrato su alcuni settori dieccellenza dell'industria e dell'imprendito-ria italiana. Nel corso dei primi sette mesi del 2009 leesportazioni in Libia dei settori di puntadell'industria italiana hanno segnato incre-menti a due e talora tre cifre. Queste le vo-ci doganali più significative: macchinari eapparecchiature, 260 milioni di euro (+26%). Autoveicoli, rimorchi e semirimor-chi: 78,8 milioni di euro ( +41%). Altri mez-zi di trasporto: 57,7 milioni di euro (+117%). Prodotti in metallo: 77 milioni di euro(+115%). Prodotti della metallurgia: 51,4milioni di euro (+118%). Mobili: 39,2 milio-ni di euro (+39 %). Articoli di abbigliamen-to: 10.5 milioni di euro (+54 %). Articoli inpelle e simili: 5,9 milioni di euro (+ 39%).Prodotti tessili: 3,5 milioni di euro (+42%).Prodotti delle altre industrie manifatturiere:93 milioni di euro (+57,9%).

BELGIO

ExpoItalia attira 20mila visitatori

Si chiude con un bilancio di oltre 20milavisitatori l'edizione di ExpoItalia in Bel-gio. Alla manifestazione, organizzatadalla Camera di Commercio Belgo-Ita-liana con il patrocinio dell'Ambasciatad'Italia, hanno aderito oltre 150 esposi-tori. Uno spazio permanente all'internodel Salone è stato consacrato alle rela-zioni commerciali: l'Euro BusinessPoint, uno sportello attraverso cui gliespositori sono a continuo contatto conorganizzazioni imprenditoriali, consu-lenti in europrogettazione ed esperti in-ternazionali, per confrontarsi e avviarenuovi rapporti d'affari.

www.ambbruxelles.esteri.it

www.ambtripoli.esteri.it

Tripoli, il Souk

Bruxelles La Grande Place

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MALAYSIA

Najib presentauna nuova legge finanziaria

Il Primo Ministro Najib ha presentatonei giorni scorsi il bilancio di previsio-ne governativo per il 2009. L'approccioadottato dal Governo che lo stesso Na-jib ha sintetizzato nello slogan: "quelpoco che c'è, c'è per tutti" è di soste-nere i redditi per aumentare la doman-da interna in maniera da contrastarel'abbassamento di quella provenientedai mercati occidentali. L'obiettivo do-vrebbe essere raggiunto grazie ad unarevisione delle aliquote di imposta edun innalzamento del limite di redditoche determina l'esenzione dal versa-mento dei tributi.

Sono provvedimenti principalmenteorientati a favore di contadini, artigianie pensionati. Una ampia parte dei fi-nanziamenti sarà indirizzata alla co-struzione di infrastrutture. Consistentisomme saranno canalizzate versoquelle di trasporto pubblico e di sup-porto al turismo. Nel settore elettricol'enfasi è posta sul miglioramento dellatrasmissione dell'energia. Specifici in-centivi sono previsti per l'attività di fi-nanza islamica. Il Governo prometteanche di accelerare la politica di priva-tizzazioni e di lasciare maggior spazioalla concorrenza privata. Ha infine de-ciso di introdurre una tassa equivalen-te a circa 10 euro sulle carte di credito.Uno degli obiettivi è di ridurre il nume-ro delle carte possedute dai singoli perconsentire un migliore controllo dellasolvibilità del titolare.

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Kuala Lumpur - le Petronas Towers

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to quello delle costruzioni (+8,5%).Quello dei servizi ha continuato a cre-scere stabilmente (+3%). L'andamentodella produzione industriale è stato ne-gativo (-1,4%) ma il calo è in fase dirallentamento. L'insieme di questi dati si accompagnaperò ad un aumento del tasso di di-soccupazione che ha raggiunto il10,9% alla fine del terzo trimestre del2009. Si tratta di un aumento dello0,3% rispetto al trimestre precedente edel 2% rispetto allo stesso periodo del2008. Si prevede che tale tendenza,determinata in primo luogo dalla minorquantità di nuovi posti di lavoro, porte-rà la percentuale di disoccupati al12,6% alla fine del 2009 e al 12,9% al-la fine del 2010. Invece i salari medihanno continuato a crescere anche nelterzo trimestre di quest'anno, segnan-do un aumento dell'1,1% rispetto al tri-mestre precedente. Sviluppi positivi siregistrano anche sul fronte dell'infla-zione che è stata del 3,5% nell'interoterzo trimestre del 2009, collocandosiquindi all'interno della banda di oscilla-zione dell'1,5%-3,5% stabilita dallaBanca Centrale polacca. Si prevedeche i più contenuti ritmi di crescita delPIL e dei salari determineranno un ul-teriore calo. Il tasso d'inflazione do-vrebbe quindi portarsi al 2,5% alla finedel 2009 e al 2,4% alla fine del 2010.

POLONIA

Il 2009 chiuderà con il Pil in aumento

Secondo le ultime rilevazioni statistiche,nel periodo luglio-settembre 2009, il pro-dotto interno lordo polacco sarebbe cre-sciuto dell'1,8% rispetto allo stesso pe-riodo del 2008 e dello 0,4% rispetto al pe-riodo aprile-giugno 2009. E' il secondotrimestre consecutivo di incremento.L'economia polacca, dopo una fase dirallentamento determinata dalla crisi eco-nomico-finanziaria internazionale, appa-re quindi di nuovo in ripresa, tanto da po-tere chiudere il 2009 con un aumento delPIL pari all'1,4% con l'ulteriore previsionedi crescere del 2,2% anche nel 2010. Ilprincipale fattore di traino è stato l'anda-mento della domanda esterna e l'inter-scambio con il resto del mondo, dove sisono registrati un aumento delle esporta-zioni (+2,8%) e un calo delle importazio-ni (-3,0%), con conseguente riduzionedel deficit commerciale. In lieve flessione(-0,7%), invece, la domanda interna, so-prattutto per quanto riguarda gli investi-menti lordi in beni durevoli (-3,5%), men-tre i consumi, sia quelli delle famiglie chequelli collettivi, sono cresciuti rispettiva-mente del 2,3 e del 2,1%. Sul lato dell'offerta, il settore che hasegnato la migliore performance è sta-

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Varsavia; la sirena simbolo della città

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SIRIA

Damasco Forum Economico eCentro Tecnologico con Italia

Si è tenuto a Damasco il primo ForumEconomico Italia-Siria, aperto dal Mi-nistro dello Sviluppo Economico, Clau-dio Scajola e dal Ministro siriano del-l'Industria, Foud Issa Jouni. Al Forum,organizzato dall'ICE, hanno aderito 27aziende italiane di vari settori e si è re-gistrata la partecipazione di circa 400aziende locali. Nel corso dell'evento èstata annunciata la costituzione di unCentro Tecnologico italiano nel Paese,in cui saranno installati macchinari ita-liani nel settore della lavorazione dellegno, della plastica, della filiera delcuoio, con l'obiettivo di promuovere laconoscenza dell'offerta tecnologica ita-liana ma anche di formare tecnici e

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operatori locali in grado di usufruirne.Per illustrare ulteriormente l'iniziativasono intervenuti l'Associazione deiCostruttori di Macchine e Stampi perMaterie Plastiche e Gomma (Assoco-maplast) e dei Costruttori di Macchi-ne ed Accessori per Calzature, Pel-letteria e Conceria (Assomac). L'ulti-mo relatore si è soffermato invece sulProgetto Al Badia Development Pro-gram Syria che ha come scopo princi-pale la mobilitazione e gestione soste-nibile delle risorse, come agricoltura eturismo, in aree a rischio di desertifica-zione, degrado ambientale e sociale inSiria. Il progetto è gestito da Cobase(Cooperativa tecnico scientifica di ba-se). Nel pomeriggio si è aperta una fa-se di incontri bilaterali (circa 400) chehanno consentito di mettere in contattodiretto gli imprenditori dei due Paesi.

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