Sommario 2/2002 Mission - FeDerSerD · Liberi di divertirsi senza droghe 1 ORGANIZZAZIONE Ancora...

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Liberi di divertirsi senza droghe 1 ORGANIZZAZIONE Ancora sul Dipartimento delle Dipendenze: dalle parole ai fatti Alfio Lucchini, Riccardo De Facci 3 L’incontro di Perugia del 9-10 maggio: “La tutela della salute nell’area delle dipendenze: l’offerta dei servizi pubblici e del privato sociale nel panorama nazionale” 9 Assemblea Nazionale di Fe Der Ser D 24 LEGISLAZIONE D.M. 14 giugno 2002, n. 147. Disposizioni di principio sull’organizzazione e il funzionamento dei servizi per le tossicodipendenze delle AUSL - Ser.T di cui al D.M. 30 novembre 1990, n. 444 5 Una prima riflessione del Direttivo Nazionale Fe Der Ser D 6 INTERVENTO Siglato il regolamento della Consulta delle Associazioni e Società scientifiche – l’annuncio di Maurizio Coletti 7 – il testo del regolamento 7 RECENSIONI Gabriella Ventavoli Tossicomanie: un’epidemia psicosociale 10 CONTRIBUTI SCIENTIFICI/RICERCHE I costi dei programmi di trattamento per l’abuso di sostanze Pietro D’Egidio 13 Prima la strategia Matteo Pacini, Icro Maremmani 18 Alcol, alcolismi: cosa cambia? Biagio Sanfilippo 22 CONGRESSI E CORSI Prima Conferenza nazionale sul trattamento con buprenorfina 16 LETTERE/DIBATTITI AMARCORD 19 FORMA MENTIS 19 DALLE REGIONI Campania Convegno Fe Der Ser D (Aversa 8 maggio 2002) 21 Lombardia “A che servono i Ser.T?” (Milano 29 maggio 2002) 21 Abuso alcolico in adolescenti e giovani adulti (Milano 12 giugno 2002) 21 NOTIZIE IN BREVE GHB in Tabella IV 19 Fe Der Ser D accreditata per E.C.M. 22 Corso di management 24 Il 26 giugno si è celebrata la giornata internazionale della lotta alla droga, fortemente voluta dall’ONU. Numerose sono state le iniziative in Italia, di carattere culturale e scientifico, ed anche istituzionale, quale quella organizzata a Roma, presso la scuola di polizia, dal Governo. Oltre ad aderire a numerose iniziative in varie parti del Paese, Fe Der Ser D ha scelto di celebrare a Roma questa ricorrenza in una discoteca, per evidenziare che la prevenzio- ne, per essere efficace, deve privilegiare i luoghi in cui i giovani preferibilmente si ritro- vano e comunicano. Quale discoteca meglio del Piper poteva offrire la sua disponibilità ad ospitare l’inizia- tiva? Abbiamo voluto coinvolgere il mondo del divertimento, dello spettacolo, dello sport, del lavoro, le istituzioni, al fine di dare una testimonianza che per tutelare il benessere in un contesto di vita sana dei nostri giovani è necessario attivarsi anche con modelli di pre- venzione innovativi. A conferma di questo, sono state coinvolte in questa iniziativa la Consulta nazionale delle Associazioni scientifiche, la Federazione Italiana Comunità Terapeutiche - FICT, il SILB - Associazione Imprenditori Locali da Ballo, l’AIdOS - Associazione italiana degli Operatori di Sala e Servizi di tutela, e altre associazioni legate al settore. È nostra intenzione proporre, in accordo con le realtà interessate, nuove strategie e modelli di prevenzione e studiare interventi sempre più efficaci nell’azione in tema di droghe. I giovani devono esprimere le proprie potenzialità, e noi adulti dobbiamo capir- ne i bisogni e valorizzarne le azioni. La discoteca è uno dei luoghi privilegiati nel quale le diverse culture e tendenze si incontrano e confrontano. Il Piper è simbolo di tutto questo. Nato nel 1965 dalla geniale intuizione di Giancarlo Bornigia, grande conoscitore delle folle notturne della capitale, il Piper diventa in pochi anni il punto di riferimento e il simbolo di quanto si muove nell’universo del divertimento e della trasgressione giovani- li, per tutta l’Italia. È il momento di rottura con il passato e di incontro con le novità che arrivano da oltre oceano. Lì iniziano la propria carriera, tra i tanti, Renato Zero, Patty Pravo, Caterina Caselli e Loredana Bertè. 2/2002Mission.................................................................................................................... 1 Liberi di divertirsi senza droghe Fe Der Ser D, aderendo alla giornata internazionale del 26 giugno contro l’uso e il traffico illecito di droghe, ha promosso un incontro di celebrazione al Piper di Roma 2/2002 Sommario M iss i on PERIODICO TRIMESTRALE DELLA FEDERAZIONE ITALIANA DEGLI OPERATORI DEI DIPARTIMENTI E DEI SERVIZI DELLE DIPENDENZE FrancoAngeli

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Liberi di divertirsi senza droghe 1

ORGANIZZAZIONE

Ancora sul Dipartimento delleDipendenze: dalle parole ai fattiAlfio Lucchini, Riccardo De Facci 3L’incontro di Perugia del 9-10 maggio:“La tutela della salute nell’area delledipendenze: l’offerta dei servizi pubblicie del privato sociale nel panoramanazionale” 9Assemblea Nazionale di Fe Der Ser D 24

LEGISLAZIONE

D.M. 14 giugno 2002, n. 147.Disposizioni di principiosull’organizzazione e il funzionamentodei servizi per le tossicodipendenzedelle AUSL - Ser.T di cui alD.M. 30 novembre 1990, n. 444 5Una prima riflessione del DirettivoNazionale Fe Der Ser D 6

INTERVENTO

Siglato il regolamento della Consultadelle Associazioni e Società scientifiche– l’annuncio di Maurizio Coletti 7– il testo del regolamento 7

RECENSIONI

Gabriella VentavoliTossicomanie: un’epidemia psicosociale 10

CONTRIBUTI SCIENTIFICI/RICERCHE

I costi dei programmi di trattamentoper l’abuso di sostanzePietro D’Egidio 13Prima la strategiaMatteo Pacini, Icro Maremmani 18Alcol, alcolismi: cosa cambia?Biagio Sanfilippo 22

CONGRESSI E CORSI

Prima Conferenza nazionalesul trattamento con buprenorfina 16

LETTERE/DIBATTITI

AMARCORD 19FORMA MENTIS 19

DALLE REGIONI

CampaniaConvegno Fe Der Ser D(Aversa 8 maggio 2002) 21

Lombardia“A che servono i Ser.T?”(Milano 29 maggio 2002) 21Abuso alcolico in adolescentie giovani adulti(Milano 12 giugno 2002) 21

NOTIZIE IN BREVE

GHB in Tabella IV 19Fe Der Ser D accreditata per E.C.M. 22Corso di management 24

Il 26 giugno si è celebrata la giornata internazionale della lotta alla droga, fortementevoluta dall’ONU.Numerose sono state le iniziative in Italia, di carattere culturale e scientifico, ed ancheistituzionale, quale quella organizzata a Roma, presso la scuola di polizia, dal Governo. Oltre ad aderire a numerose iniziative in varie parti del Paese, Fe Der Ser D ha scelto dicelebrare a Roma questa ricorrenza in una discoteca, per evidenziare che la prevenzio-ne, per essere efficace, deve privilegiare i luoghi in cui i giovani preferibilmente si ritro-vano e comunicano.Quale discoteca meglio del Piper poteva offrire la sua disponibilità ad ospitare l’inizia-tiva?Abbiamo voluto coinvolgere il mondo del divertimento, dello spettacolo, dello sport, dellavoro, le istituzioni, al fine di dare una testimonianza che per tutelare il benessere in uncontesto di vita sana dei nostri giovani è necessario attivarsi anche con modelli di pre-venzione innovativi.A conferma di questo, sono state coinvolte in questa iniziativa la Consulta nazionaledelle Associazioni scientifiche, la Federazione Italiana Comunità Terapeutiche - FICT, ilSILB - Associazione Imprenditori Locali da Ballo, l’AIdOS - Associazione italiana degliOperatori di Sala e Servizi di tutela, e altre associazioni legate al settore.È nostra intenzione proporre, in accordo con le realtà interessate, nuove strategie emodelli di prevenzione e studiare interventi sempre più efficaci nell’azione in tema didroghe. I giovani devono esprimere le proprie potenzialità, e noi adulti dobbiamo capir-ne i bisogni e valorizzarne le azioni. La discoteca è uno dei luoghi privilegiati nel qualele diverse culture e tendenze si incontrano e confrontano.

Il Piper è simbolo di tutto questo.Nato nel 1965 dalla geniale intuizione di Giancarlo Bornigia, grande conoscitore dellefolle notturne della capitale, il Piper diventa in pochi anni il punto di riferimento e ilsimbolo di quanto si muove nell’universo del divertimento e della trasgressione giovani-li, per tutta l’Italia. È il momento di rottura con il passato e di incontro con le novitàche arrivano da oltre oceano. Lì iniziano la propria carriera, tra i tanti, Renato Zero,Patty Pravo, Caterina Caselli e Loredana Bertè.

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Liberi di divertirsisenza droghe

Fe Der Ser D, aderendo alla giornata internazionaledel 26 giugno contro l’uso e il traffico illecito di droghe,

ha promosso un incontro di celebrazione al Piper di Roma

2/2002Sommario Mission

PERIODICO TRIMESTRALE DELLA FEDERAZIONEITALIANA DEGLI OPERATORI

DEI DIPARTIMENTI E DEI SERVIZI DELLE DIPENDENZE

FrancoAngeli

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La serata è stata presentata da Giancarlo Magalli, da sempre vicino alle istanze giovani-li, e dalla giornalista Lucia Monnini, che in apertura ha letto una testimonianza del pre-mio Nobel Rita Levi Montalcini.Magalli ha dato lettura dei messaggi della Presidenza della Repubblica e della Conferenzadei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome, che si riportano di seguito. Ricordati anche i messaggi del Presidente della Giunta Regionale del Lazio FrancescoStorace, dell’Assessore alla Sanità della Regione Sicilia Ettore Cittadini, dell’Assessorealla Sanità della Regione Lazio Vincenzo Maria Saraceni.La serata ha visto, dopo la presentazione di Alessandro Coacci, Presidente di Fe Der SerD, molte testimonianze: da quella di Giancarlo Barisio, Presidente nazionale del SILB edi Antonio Flamini, Presidente del SILB di Roma, che hanno ricordato l’impegno delmondo dei locali da ballo nella prevenzione, a quella del Vice Presidente dellaAssociazione nazionale familiari vittime della strada, che ha riportato l’attenzione altema della sicurezza.Don Egidio Smacchia, Presidente della FICT; Maurizio Coletti, Coordinatore dellaConsulta delle Associazioni e Società Scientifiche del settore; Alfio Lucchini e GiorgioSerio, di Fe Der Ser D, hanno affrontato, con brevi interventi, il senso dei percorsi diprevenzione ed educativi per i giovani.L’onorevole Giuseppe Lumia ha confermato il proprio impegno a fianco degli operatoriche sono impegnati sia in progetti di prevenzione sia nella cura e riabilitazione dei citta-dini con problemi di dipendenza.La serata si è conclusa con un momento ricreativo per i 200 invitati, con la presenzaanche di Jocelyn.

Piace infine riportare alcune frasi dell’intervento del Vice Presidente della RegioneToscana Angelo Passaleva, che riassume il senso della serata.“Provare a trasgredire sul serio imboccando la strada di comportamenti davvero alter-nativi, rifiutare il conformismo della trasgressione pataccara, dimostrare che non c’ècontraddizione fra la voglia di divertirsi e la capacità di farlo in modo pulito.In una civiltà che vorrebbe vederci tutti quanti appiattiti sulle logiche di un consumismoavvilente, la trasgressione può essere perfino un dovere così come il divertimento puòesistere senza scadere in forme di piatto conformismo: droghe, rumore, sballo, stili divita alternativi solo in apparenza.Con le droghe e gli sballi non si va poi molto lontano.Anzi, si resta fermi, facili prede di chi ha qualche interesse affinché le persone anne-ghino le loro potenzialità creative e restino imbambolate per limitarsi a svolgere meglioun ruolo di soldatini sempre pronti a chinare la testa”.

In data 20 giugno 2002 il Segretario Generale della Presidenza della RepubblicaGaetano Gifuni ha inviato il seguente messaggio al nostro Presidente Alessandro Coacci: “Signor Presidente della Federazione Italiana degli Operatori dei Dipartimenti e Servizidelle Dipendenze - Fe Der Ser D, il Presidente della Repubblica esprime apprezzamen-to in occasione dell’iniziativa organizzata in discoteca dalla Vostra Federazione nell’am-bito della Giornata internazionale contro l’uso e il traffico illecito di droga.L’impegno di Associazioni, istituzioni, famiglie e mondo della scuola, svolge un ruoloessenziale nel rafforzare una rete di solidarietà capace da un lato, di promuovere lo svi-luppo economico dei Paesi da cui l’offerta di droga proviene e, dall’altro, di sostenereun’efficace azione di prevenzione, educazione e recupero, nei confronti dei giovani.Con questo animo, il Capo dello Stato Ciampi invia agli organizzatori e a tutti i presen-ti un saluto cordiale, cui unisco il mio personale”.

Comunicato stampa del 25 giugno, dichiarazione del Presidente Enzo Ghigo:“La Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome ha voluto patro-cinare l’incontro di celebrazione, nell’ambito della Giornata internazionale contro l’usoe il traffico illecito di droghe, in programma per il 26 giugno 2002 a Roma, perché for-temente coinvolta attraverso le azioni degli Assessorati agli Affari sociali nella lotta enella prevenzione della tossicodipendenza.Sono certo che la stessa scelta simbolica di una celebre discoteca romana come luogo percelebrare questa Giornata sia assolutamente in linea con l’idea di trasmettere un mes-saggio positivo ai giovani, efficacemente riassunto nello slogan della manifestazione‘Liberi di divertirsi senza droghe’.La Conferenza dei Presidenti sarà rappresentata dal Vice Presidente della RegioneToscana, Angelo Passaleva.Una partecipazione che si inquadra in un programma teso a costruire nuove strategie enuove opportunità di intervento e prevenzione.Un impegno che è peraltro confermato dalle numerose campagne di educazione, infor-mazione e prevenzione promosse dalle Regioni e dalle Province autonome”. ✎

PERIODICO TRIMESTRALE DELLA FEDERAZIONEITALIANA DEGLI OPERATORI DEI DIPARTIMENTI E

DEI SERVIZI DELLE DIPENDENZE

www.mission.it

FrancoAngeli

ANNO I, 2002 - N. 2

Proprietà: Fe Der Ser D

Sede legaleViale Europa n. 11/B, 58100 Grosseto

Comitato di DirezioneAlessandro Coacci,Bernardo Grande,Alfio Lucchini,Luciana Bacci,Roberto Cataldini, Antonio d’Amore,Pietro Fausto D’Egidio, Maurizio D’Orsi,Maurizio Fea, Guido Faillace,Claudio Leonardi, Ezio Manzato,Norberto Pentiricci, Edoardo Polidori,Giorgio Serio

Responsabile di RedazioneAlfio Lucchini

Comitato di RedazioneMaurizio Fea, Vincenzo Marino, Laura Tidone,Giovanni Strepparola, Cinzia Assi

Sede operativa e Redazione MissionVia Martiri della Libertà n. 21, 20066 Melzo (MI), Tel/fax. 02 95736995

Direttore responsabile: Franco Angeli

Progetto grafico: Elena Pellegrini

Stampa: Mecenate LitoGrafica, via Lazio, 16 S.Giuliano Mil. (Mi)

Copyright by FrancoAngeli s.r.l. MilanoSped. in abb. post.-45% art. 2, comma 20/b,L. 662/96. Filiale di Milano AutorizzazioneTribunale di Milano n. 131 del 6 marzo 2002

Mission

Il programma definitivo del CongressoNazionale di Fe Der Ser D di Cernob-bio del 17-19 ottobre 2002 è allegatoa questo numero di Mission.Nel sito www.expopoint.it è in linea,nella sessione congressi, il programmadel Congresso con le relative schededi iscrizione.

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Ancora sul Dipartimentodelle Dipendenze: dalle parole ai fattiAlfio Lucchini* e Riccardo De Facci*

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II “plurirevisionato” nuovo DM 444 è stato recentementepubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Il testo, che viene pubblicato in questo numero di Mission,merita una analisi dettagliata e attenti approfondimenti, men-tre resta da capire (e agli operatori questo interessa molto) illivello di condivisione istituzionale decentrata dell’atto, baseper ogni possibile applicazione. Nel frattempo, due atti di intesa della Conferenza StatoRegioni datati 1999, il primo concernente la riorganizzazio-ne dei servizi e la istituzione del Dipartimento delle Dipen-denze e il secondo relativo alla autorizzazione al funziona-mento e all’accreditamento del sistema di intervento, in tuttele Regioni sono ancora lettera morta.Da queste non entusiasmanti premesse, in Lombardia i diret-tori dei servizi e dei dipartimenti già istituiti, Fe Der Ser D eil CEAL si sono messi attorno ad un tavolo e siglato un accor-do sul primo dei due temi sopra ricordati, quello delDipartimento delle Dipendenze.Presentiamo il documento siglato, che viene sottoposto agliorgani regionali per una seria riflessione sul futuro del siste-ma di intervento.Riteniamo che lo scenario prefigurato in questo testo possagarantire una certezza di assistenza per i nostri utenti e unaserietà nella programmazione per chi opera nel settore, loconosce e può valutarne i bisogni.Crediamo che anche i colleghi delle altre Regioni possanocogliere motivi di interesse in qualche passo del documento.

Il Dipartimento delle DipendenzeCEAL - Coordinamento Enti Ausiliari Regione Lombardia

Coordinamento dei Direttori dei Servizi e deiDipartimenti delle Dipendenze Regione Lombardia

Fe Der Ser D - Federazione lombarda

Il settore delle dipendenze e dei fenomeni di abuso di sostan-ze legali ed illegali, oltre a riferirsi ad acquisizioni, saperiscientificamente consolidati, presenta peculiarità quali: • la complessità e la vastità del campo di azione; • la relativa velocità nel cambiamento degli scenari con con-

seguente necessità di analizzare dinamicamente i problemiper produrre risposte coerenti ed efficaci;

• l’importanza di conciliare una visione ampia e prospettica conesigenze e questioni particolari dei diversi ambiti territoriali;

• la capacità di strutturare interventi precoci, in grado dianticipare una domanda che, quando espressa spontanea-mente, potrebbe essere già conseguente ad un deteriora-mento individuale o sociale;

• l’opportunità di armonizzare quanto riguarda il curare ed ilprendersi cura, i processi clinici, i processi educativi, gliinterventi sociali.

Per la costruzione di una azione preventiva, terapeutica e ria-bilitativa congruente è, pertanto, indispensabile l’incontro dipiù discipline, metodologie ed organizzazioni, legate a cul-ture e prassi operative diverse, che si riconoscano in una retedi intervento in cui differenti soggetti pubblici e privati accre-ditati abbiano una effettiva pari titolarità. Tenuto conto che al raggiungimento degli obiettivi propri del-l’area delle dipendenze concorrono molteplici unità operati-ve e servizi appartenenti a tutte le strutture primarie di diver-se aziende sanitarie (distretto, ospedale, ecc.) e gli altri sog-getti ed enti pubblici e privati che, a vario titolo e con variaresponsabilità, operano sul territorio, viene individuato ilmodello organizzativo dipartimentale come modalità orga-nizzativa necessaria per affrontare tutti gli aspetti connessiall’utilizzo di sostanze psicoattive.Gli Enti e le Associazioni che effettuano attività di prevenzio-ne, cura e riabilitazione finalizzate alla protezione e ripristi-no della salute delle persone con uso, abuso o dipendenza dasostanze stupefacenti e/o psicoattive cooperano al raggiungi-mento degli obiettivi dello Stato, delle Regioni e, in partico-lare, del Servizio Sanitario Nazionale, nell’ottica della inte-grazione socio-sanitaria e interistituzionale dei servizi, dellapari dignità e della valorizzazione delle specifiche capacitàdi intervento, delle potenzialità aggiuntive e delle specificitàdel volontariato e dell’auto-aiuto.I medesimi partecipano, nelle forme stabilite dalle leggi aivari livelli, alla programmazione, alla progettazione, allaverifica e alla valutazione degli interventi attuati.Quanto sopra in armonia con il DPR n. 309/90 e i decretiattuativi, la LN n. 45/99, la legge quadro n. 328/00, la LR n.31/97, il D.Lgs. n. 230/99, gli Atti di Intesa Stato Regioni del1999 sulla riorganizzazione del settore delle dipendenze e laautorizzazione e accreditamento del sistema di intervento, laD.G.R. “Linee guida per la istituzione del Dipartimento delleDipendenze” del 01/03/00, il PSSR 2002/2004, l’AccordoStato Regioni 2002 sui livelli essenziali di assistenza sanitariaai sensi del D.Lgs. n. 502/92 e successive modifiche. Viene, pertanto, istituito, a livello di ogni ASL, il Dipartimentodelle Dipendenze che si configura come una articolazionedel Servizio Sanitario Regionale al quale è affidata, sul terri-torio di competenza, la programmazione, l’acquisizione, ilmonitoraggio e la verifica degli interventi anche mediante ilcoordinamento tecnico scientifico dell’interazione tra diversicentri accreditati coinvolti nell’area della dipendenza e del-l’abuso di sostanze legali o illegali, in conformità con gli attinazionali e regionali di riferimento e normato da regolamen-to specifico. Spetta al Dipartimento la promozione, l’implementazione ela manutenzione di una rete di intervento che coinvolga detticentri.Al Dipartimento sono anche affidati il coordinamento e/o laconduzione di specifiche attività territoriali nell’ambito delmonitoraggio della diffusione dei fenomeni di abuso e di

* Referente Lombardia Fe Der Ser D** Presidente CEAL

ORGANIZZAZIONE

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dipendenza nonché della prevenzione specifica, primaria,secondaria e terziaria. Sono compiti del Dipartimento:• garantire il massimo livello di intervento efficace nei con-

fronti delle dipendenze e dei fenomeni di consumo eabuso di sostanze legali ed illegali, attraverso la program-mazione, l’articolazione e l’interazione degli interventipreventivi, terapeutici, di tutela della salute, di riabilitazio-ne e reinserimento sociale attraverso la definizione condi-visa di uno specifico piano triennale territoriale di indiriz-zo programmatico e di gestione della spesa sia sulla quotadel fondo sanitario che sui fondi integrativi (es. legge n. 45,legge n. 328);

• rilevare e monitorare i bisogni assistenziali e di interventoattraverso dati epidemiologici, indagini sociali, verificherelative a domanda, offerta, spesa e soddisfazione deiclienti;

• favorire l’integrazione ed il collegamento tra le attività svol-te nell’ambito delle diverse strutture accreditate;

• esercitare funzioni di controllo, garantendo una strategiacomplessiva di intervento e pari dignità dei soggetti cheoperano nel sistema di intervento attraverso la definizionedi strumenti e indicatori condivisi di valutazione;

• verificare, sulla base delle indicazioni regionali (fatti salvigli specifici e diversi compiti di vigilanza e accreditamen-to propri di altre strutture), l’applicazione degli standard difunzionamento del settore (Enti autorizzati) anche attraver-so la definizione delle procedure, l’individuazione e il con-trollo degli indicatori di qualità delle strutture operative edei programmi, la verifica del raggiungimento degli obiet-tivi, la valutazione degli interventi e dei risultati raggiunti;

• cooperare alla definizione o alla revisione degli standardregionali di accreditamento e di parametrazione dei servi-zi ai livelli essenziali di assistenza;

• proporre gli accordi contrattuali determinanti per l’accessoal Fondo Sanitario Regionale;

• stabilire, sulla base delle indicazioni regionali, protocollidi collaborazione tra le strutture accreditate del ServizioSanitario Regionale ed altre amministrazioni (prefetture,istituzioni scolastiche, sistema carcerario, comuni, ecc.)definendo gli obiettivi prioritari e le competenze dei singo-li componenti della rete, al fine di evitare la dispersione ola sovrapposizione delle risorse;

• programmare e gestire localmente l’erogazione e l’utilizzodei fondi nazionali e regionali dedicati a progetti preventi-vi, terapeutici o riabilitativi, con particolare attenzioneall’integrazione socio-sanitaria;

• definire, programmare e attuare localmente il piano di for-mazione e aggiornamento per il sistema di intervento;

• definire, coordinare e gestire il piano annuale o plurienna-le delle ricerche, anche in collaborazione con istituzionipubbliche e private regionali, nazionali ed internazionali.

All’interno delle competenze assegnate al Dipartimento par-ticolare importanza è attribuita alla programmazione e allaottimizzazione della rete di intervento anche per l’esigenzadi razionalizzare gli interventi e le risorse, garantendo effi-cienza ed efficacia con costi e modalità compatibili con l’as-setto complessivo del Servizio Sanitario Regionale. Conseguenti alla programmazione sono gli AccordiContrattuali determinanti per l’accesso al Fondo SanitarioRegionale. Al Dipartimento afferiscono, secondo specifici meccanismidi rappresentanza definiti a livello regionale e mantenendo lespecifiche attribuzioni e competenze, le realtà accreditate,pubbliche e private, coinvolte nell’area della tossicodipen-denza e gli Enti Locali.

La direzione del Dipartimento delle Dipendenze è affidatacon incarico quinquennale ad un Direttore di Struttura com-plessa, con almeno dieci anni di esperienza nel settore, conspecifico curriculum che comprenda anche comprovata atti-vità nell’ambito della programmazione e del coordinamentodi più strutture. In fase di prima applicazione, quando non siagià stato nominato un Direttore di Dipartimento, l’incarico èattribuito al Direttore del Servizio Dipendenze.Il Direttore del Dipartimento coordina il Comitato diDipartimento cui partecipano, tramite un meccanismo di rap-presentanza definito a livello regionale, le strutture accredi-tate, sia pubbliche socio-sanitarie che private, che in via pre-valente si occupano di tossicodipendenze. Il Comitato di Dipartimento è l’organo di programmazionedel Dipartimento stesso: al Comitato compete la predisposi-zione di un progetto generale di intervento che deve tenereconto delle linee di indirizzo dello Stato, delle Regioni edegli Enti Locali competenti. Quest’organo deve garantirepluralità, trasparenza e pari dignità nei rapporti tra le variecomponenti. Il Comitato deve essere convocato periodicamente in meritoalle decisioni fondamentali inerenti le competenze delDipartimento secondo un apposito regolamento formulatocoerentemente con le indicazioni regionali. Il Comitato si può strutturare anche in gruppi previsti per argo-menti, funzioni o ambiti territoriali, quali il CoordinamentoTerritoriale per la gestione del Fondo di lotta alla droga - leggen. 45/99. L’organizzazione del Dipartimento si struttura in aree, con-gruentemente alle esigenze locali. Tra queste debbono esserecomprese:1. Area “osservatorio territoriale”. 2. Area “formazione, aggiornamento professionale, docu-

mentazione e ricerche finalizzate”. 3. Area “accordi contrattuali”. 4. Area “prevenzione e riduzione della domanda”.5. Area “del trattamento”.6. Area “grave marginalità”. Per le aree 4 e 6 l’azione viene condotta mediante il coordi-namento dell’azione complessiva territoriale svolta da diverseorganizzazioni e/o la conduzione diretta di progetti specifici.Dove ritenuto necessario od opportuno, nell’ambito della pro-grammazione regionale o territoriale e mediante specificiaccordi, il Dipartimento gestisce ulteriori funzioni, attività ostrutture comuni a tutto l’ambito di competenza caratterizzabi-li come servizio/supporto offerto alla rete locale di intervento. Il Direttore del Dipartimento e i rappresentanti del pubblico edel privato partecipano al Comitato InterdipartimentaleRegionale, finalizzato alla realizzazione di una strategia diintervento condivisa ed uniforme nei diversi ambiti territoria-li. L’istituzione ed il funzionamento del ComitatoInterdipartimentale Regionale sono demandati a specifici attidella Regione Lombardia. Per le attività previste, compreso il funzionamento delle aree,della segreteria organizzativa e delle procedure amministrati-ve, il Dipartimento delle Dipendenze è dotato di proprioorganico e di un budget definito. Le forme organizzative concui la aree prima declinate e altre eventualmente attribuitesono organizzate nel Dipartimento sono quelle di unità ope-rative, organizzative e uffici, con responsabilità formalmenteattribuite. I costi relativi alla partecipazione agli organi delDipartimento dovranno essere condivisi, per quanto riguardai rispettivi rappresentanti, dalle diverse organizzazioni pubbli-che e private rappresentate. ✎

Milano, 15 aprile 2002

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IL MINISTRO DELLA SALUTEdi concerto con

IL MINISTRO DEL LAVOROE DELLE POLITICHE SOCIALI

Visto il decreto del Presidente della Repubblica9 ottobre 1990, n. 309, recante il “Testo unicodelle leggi in materia di disciplina degli stupefa-centi e sostanze psicotrope, prevenzione, cura eriabilitazione dei relativi stati di tossicodipen-denza”;Visto il particolare, il relativo art. 118, comemodificato dall’art. 4 della legge 18 febbraio1999, n. 45, in base al quale il Ministro dellasanità determina con proprio decreto, l’organi-co e le caratteristiche organizzative e funziona-li dei servizi per le tossicodipendenze da istitui-re presso ogni unità sanitaria locale;Visto il decreto ministeriale 30 novembre 1990,n. 444, concernente la “Determinazione del-l’organico e delle caratteristiche organizzativee funzionali dei servizi per le tossicodipendenzeda istituire presso le unità sanitarie locali”;Visto il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n.502, e successive modificazioni ed integrazioni;Visto l’accordo Stato-Regioni di cui al provve-dimento del 21 gennaio 1999, pubblicato nellaGazzetta Ufficiale della Repubblica 15 marzo1999, ove si prevede che i servizi per le tossico-dipendenze si occupino dell’assistenza alle per-sone che utilizzano sostanze d’abuso, inclusequelle legali;Visto l’atto d’intesa Stato-Regioni approvatocon provvedimento del 5 agosto 1999, che indi-vidua le specifiche prestazioni erogabili dai sog-getti privati alle persone dipendenti da sostan-ze d’abuso;Viso il decreto del Presidente del Consiglio deiMinistri 29 novembre 2001 recante “Defini-zione dei livelli essenziali di assistenza”, nellaparte relativa alle prestazioni di assistenza ter-ritoriale sia ambulatoriale e domiciliare e siasemiresidenziale e residenziale;Vista la legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3;(Omissis)

Decreta:

Art. 1. - Principi generali1. I servizi per le tossicodipendenze (Ser.T)sono unità operative delle Aziende - Unità sani-tarie locali - ASL coordinate nell’ambito di unospecifico Dipartimento per le dipendenze pato-logiche, in applicazione dell’Accordo Stato-Regioni del 21 gennaio 1999. Tale Dipartimentoè organizzato con modalità di integrazione inte-ristituzionale, che prevedono la diretta parteci-pazione a livello operativo e decisionale del pri-vato sociale accreditato o autorizzato operantenel territorio o richiesto da altri territori perspecifiche competenze (enti ausiliari, associa-

zioni di volontariato, associazioni di promozio-ne sociale e “no-profit”, associazioni famiglie, esimili) e che includano anche la certificazionedello stato di tossicodipendenza. Alle stesseentità, con specifici provvedimenti di accredi-tamento delle Regioni e delle Aziende sanitarielocali, viene riconosciuto un ruolo strategicodeterminante nell’ambito dello sviluppo di unmoderno sistema di prevenzione e di protezionedella salute nell’area dipartimentale delledipendenze patologiche. Il Dipartimento per ledipendenze patologiche opera funzionalmenteper il trattamento, il reinserimento e la preven-zione dei problemi correlati all’uso di sostanzepsicotrope legali ed illegali e per i comporta-menti assimilabili e correlati (disturbi dell’ali-mentazione, gioco d’azzardo, videodipenden-ze, ecc.), con opportuna definizione, a questoscopo, delle relazioni operative con le aree ed iDipartimenti della salute mentale e materno-infantile. Resta comunque obiettivo comune deldipartimento per le dipendenze patologiche e didette altre aree dipartimentali la costruzione diprogetti integrati, con particolare riguardo agliambiti di confine, quali alcolismo, problemidell’adolescenza, doppia diagnosi, disturbi del-l’alimentazione, gioco d’azzardo.2. All’interno del Dipartimento per le dipen-denze patologiche i Ser.T costituiscono le unitàoperative di base e specialistiche dell’Azienda,che operano in una logica di integrazione congli altri servizi e con gli enti di cui al comma 1,per la risoluzione delle problematiche dellepersone che fanno uso di sostanze stupefacentie psicotrope, legali ed illegali – in seguito deno-minate sostanze – e delle loro famiglie.3. Nell’ambito del Dipartimento per le dipen-denze patologiche di cui al comma 1 i Ser.Tsono strutture complesse, articolabili in unitàfunzionali sulla base dei bisogni emergenti nelterritorio in relazione alle varie tipologie diabuso e di dipendenza, conformemente alledeterminazioni adottate dalle Regioni e dalleProvince autonome.4. All’interno del Dipartimento di cui alcomma 1 sono assicurate le seguenti funzioni:a) collaborazione con i Centri servizi ammini-strativi (CSA) del Ministero dell’istruzione,dell’università e della ricerca, per la realizza-zione degli interventi di cui agli artt. 105 e 106del decreto del Presidente della Repubblica 9ottobre 1990, n. 309;b) collaborazione con le autorità militari esi-stenti nel territorio per l’attuazione di quantodisposto agli art. 109, escluso quanto dispostoai commi 2 e 5, 110 e 111 dello stesso decreto;c) collaborazione con il Dipartimento per l’am-ministrazione penitenziaria del Ministero dellagiustizia negli interventi di prevenzione, cura e

I contenuti del decreto 14 giugno pubblicato il 25 giugno scorso sulla G.U. n. 147

Disposizioni di principio sull’organizzazionee sul funzionamento dei servizi per le tossicodipendenzedelle aziende unità sanitarie locali - Ser.T, di cuial decreto ministeriale 30 novembre 1990, n. 444

riabilitazione delle sostanze da attuare nei con-fronti dei detenuti;5. Ai fini del trattamento di cui all’art. 75 deldecreto del Presidente della Repubbli-ca 9 ottobre 1990, n. 309, su richiesta del pre-fetto competente, i Ser.T e gli enti privati accre-ditati, inseriti nel dipartimento di cui al comma1, predispongono e curano l’attuazione del pro-gramma terapeutico dei soggetti loro inviati eforniscono, altresì, all’autorità giudiziaria lecertificazioni di cui all’art. 91, comma 2, dellostesso decreto. I Ser.T e gli enti ausiliari vengo-no preventivamente accreditati per tale funzio-ne sulla base della disponibilità di una équipemultidisciplinare diagnostica.6. I Ser.T, tutti i servizi e le realtà del privatosociale di cui al comma 1 assicurano la loro col-laborazione ai medici di fiducia delle personeassistite, ai sensi dell’art. 120, comma 4 e del-l’art. 122, comma 3, del decreto del Presidentedella Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309.

Art. 2 - Norme di principiosul funzionamento dei Ser.T

1. I Ser.T operano nel rispetto dei criteri fissa-ti dai livelli essenziali di assistenza di cui aldecreto del Presidente del Consiglio deiMinistri 29 novembre 2001, con specifico riferi-mento alle indicazioni relative alla sezione“assistenza territoriale semi-residenziale e resi-denziale” ed alle prestazioni erogabili in base aicontenuti dell’accordo Stato-Regioni del 21gennaio 1999 citato nell’art. 1, comma 1.2. Nell’ambito di uno stabile coordinamentocon il Dipartimento di cui all’art. 1 i Ser.T assi-curano la disponibilità dei principali tratta-menti relativi alla cura e alla riabilitazione dal-l’uso di sostanze e garantiscono, compatibil-mente con le risorse economiche disponibili, lalibertà di scelta del cittadino e della sua fami-glia di attuare i programmi terapeutico-riabili-tativi presso qualunque struttura autorizzatain tutto il territorio nazionale.3. I Ser.T, d’intesa con il paziente e con la suafamiglia, anche mediante l’utilizzo di altri ser-vizi specialistici, pubblici e privati accreditati oautorizzati, si occupano della prevenzione edella cura di tutte le patologie correlate alladipendenza da sostanze. Le prestazioni sonoerogate in forma individuale o a piccoli gruppinelle sedi operative, o, se necessario, a domici-lio. Le prestazioni di prevenzione possono esse-re erogate anche mediante mezzi mobili.4. I Ser.T, fatte salve le ulteriori funzioni even-tualmente loro attribuite dalle Regioni ai sensidell’art. 90 del decreto del Presidente della Re-pubblica 9 ottobre 1990, n. 309, provvedono a:a) garantire accoglienza, diagnosi e presa incarico del paziente;

LEGISLAZIONE

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LEGISLAZIONE

2/2002•Mission..................................................................................................................................................................................................6

b) predisporre, per ogni singolo utente, un pro-gramma terapeutico-riabilitativo con valuta-zione diagnostica multidisciplinare iniziale emonitoraggio periodico delle variazioni dellostato di salute, in relazione ai risultati degliinterventi effettuati, in termini di uso di sostan-ze, di qualità della vita, di abilità e capacitàpsico-sociali, di comparsa delle principali pato-logie correlate sulla cartella individuale del sog-getto;c) effettuare terapie farmacologiche specifiche,sostitutive, sintomatiche e antagonistiche, com-preso il monitoraggio clinico e laboratoristico,verificando l’opportunità di tali interventi emantenendo contemporaneamente l’obiettivodel superamento dello stato di dipendenzaanche dai farmaci sostitutivi. Nei casi in cui èprescritta una terapia farmacologica, accantoagli opportuni controlli sono previsti supportirelazionali intensi (colloqui almeno settimanali,gruppi di discussione e di informazione, appog-gi alle famiglie), che garantiscano un’attenzionecostante alle condizioni di salute, sia fisica siapsichica, e mantengano viva la possibilità disviluppare più ampi percorsi di cambiamento.Attenzione specifica va posta ad evitare che sicreino le condizioni per l’emergere della croni-cità iatrogena; a tal fine i Ser.T, in collabora-zione con gli enti accreditati nel Dipartimentodi cui all’art. 1, comma 1, garantiscono in ogniterritorio la possibilità di realizzare cure diret-tamente finalizzate alla riabilitazione, come:

1. attività di osservazione, diagnosi e curaintensiva di disintossicazione, con modalitàresidenziale (ospedali, comunità, centri crisi),semiresidenziale o ambulatoriale;2. attività riabilitative articolate in centri diur-ni, semiresidenziali, comunità residenziali, ecc.3. attività di reinserimento psico-sociale e lavo-rativo, post riabilitative, finalizzate a preveni-re le recidive;4. nei casi in cui la cronicizzazione venga rite-nuta inevitabile deve risultare dalla cartellaindividuale un dettagliato resoconto delleragioni cliniche e dei tentativi effettuati perridurre la dose di metadone;d) svolgere attività di psicodiagnosi, di “coun-seling”, di sostegno psicologico, di psicoterapia;e) svolgere attività di prevenzione, screening/counseling e cura delle patologie correlateall’uso di sostanze d’abuso, anche in collabora-zione con altri servizi specialistici;f) svolgere attività di orientamento e di sostegnoin ambito sociale ed educativo;g) svolgere specifiche e strutturate attività perla prevenzione delle principali cause di morte edi inabilità (malattie infettive, overdose, ecc.);h) attivare specifici programmi destinati alledonne, anche in collaborazione con altri servi-zi specialistici, prevedendo, in particolare,interventi relativi a gravidanza, prostituzione,episodi di violenza;i) rilevare, sulla base delle indicazioni stabilitea livello nazionale e regionale, i dati statistici ed

epidemiologici relativi alle attività e al territo-rio di competenza.5. I Ser.T attuano per le persone in carico iseguenti interventi relativi alle infezioni da HIVe alle altre patologie correlate alla tossicodi-pendenza:a) individuazione dei comportamenti a rischio;b) informazione ed educazione sanitaria;c) visite mediche ed interventi diagnostici eterapeutici, in collaborazione con strutturespecialistiche;d) test di laboratorio per l’HIV, previo consen-so, e counseling;e) collaborazione e integrazione degli interven-ti con altri presidi specialistici.6. I Ser.T collaborano alle attività di preven-zione primaria coordinandosi, tramite il dipar-timento di cui all’art. 1, comma 1, con i serviziaziendali ed extra aziendali competenti.

Art. 31. Le disposizioni del presente decreto entranoin vigore il giorno successivo alla sua pubblica-zione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblicaitaliana. ✎Roma, 14 giugno 2002

Il Ministro della saluteSirchia

Il Ministro del lavoro e delle politiche socialiMaroni

UNA PRIMA RIFLESSIONE DEL DIRETTIVO NAZIONALE DI FE DER SER D

Il Dipartimento come luogo di regolazione del sistema - Il Ser.T come luogo di cura

� Il Dipartimento delle Dipendenze, come definito dall’intesa Stato-Regioni del 1999, è il luogo di programmazione degli interventi e di rego-lazione del sistema su base territoriale.I modelli possibili (funzionale e strutturale budgetario), devono tenere conto anche della realtà regionale e locale, ma non possono pre-scindere da un principio essenziale: i partecipanti alla programmazione devono essere parte integrante del sistema, accettandone le regolee condividendo con i partner la responsabilità dell’intero funzionamento. Appare quindi incongruo che il privato solo “autorizzato al fun-zionamento” sia considerato parte del livello decisionale, dal momento che solo l’accreditamento legittima giuridicamente la partnershipcon il Servizio Sanitario in qualità di fornitori di servizi programmabili. Se il DM finalmente riaffronta il tema del Dipartimento, negletto in molte Regioni, agli operatori del settore interessa cogliere la applicabilitàdi quanto affermato: i primi segnali che provengono dalle Regioni fanno ritenere possibile la ripresa del balletto delle inconcludenze che durada anni. Non siamo certo noi a sottovalutare il processo in corso di ridefinizione dei poteri tra lo Stato, le Regioni e i Comuni, né a negarnela complessità, ma se veramente si ha a cuore la salute delle persone, bisogna essere chiari sul senso degli atti che vengono assunti.

� Le dipendenze sono molte, ma solo per l’eroinopatia abbiamo delle cure farmacologiche efficaci. La eroinopatia è una malattia cronica,progressiva, recidivante (molti dei pazienti in cura sono già “ricaduti” più volte ed hanno sperimentato anche altre terapie farmacologichee numerosi programmi in comunità). È una patologia complessa nella quale si intrecciano aspetti biomedici e psico-sociali. L’eroina agiscecome droga perché interviene anche in aree cerebrali motivazionali e di gratificazione, dove avvengono profondi cambiamenti neurobiolo-gici I farmaci sostitutivi sono la cura che si è dimostrata la più efficace per la dipendenza da eroina. Il trattamento con farmaci sostitutivi èla modalità di trattamento più studiata e valutata nel mondo. Tutte le maggiori istituzioni scientifiche mondiali concordano nell’affermareche il trattamento a dosi adeguate e a lungo termine con farmaci sostitutivi è efficace, legittimo, sicuro, non limitativo delle capacità psico-fisiche e morali, come trattamento per la dipendenza da oppiacei.Gli interventi multidisciplinari sono una offerta dei Servizi e una possibilità per il paziente, che vanno sostenute e valorizzate con profes-sionalità, ed è perciò sulla professionalità e sulle evidenze di efficacia che appare più logico porre l’attenzione anche da parte del legisla-tore. Con le terapie nei Ser.T si ottengono questi risultati: il 70% lavora, il 75% è negativo alle morfinurie, non vi sono morti per overdose,sono enormemente ridotte le nuove infezioni e chi è già infetto non infetta gli altri.Il sistema di intervento va migliorato nel suo complesso, e la strada sta nel ridefinirne i compiti in rapporto alla trasformazione della pato-logia (che è anche diversa da territorio a territorio), nell’attivare processi di valutazione, nel valorizzare la esperienza e conoscenza del ter-ritorio di tanti operatori per costruire programmi di informazione, prevenzione e promozione di stili di vita sani. È necessario monitorare letrasformazioni e i fenomeni significativi con osservatori epidemiologici che permettano di attivare nuove risposte terapeutiche e nuovi inter-venti di cura in rapporto alle trasformazioni delle condotte di abuso È necessario ripensare e migliorare i programmi in Comunità come baseper poter sviluppare la scelta di percorsi di cura sia selettivi e professionali, sia orientativi e di sostegno. Tutto questo nel rispetto delle scel-te del paziente, aiutandolo nella promozione di una motivazione al cambiamento delle condotte tossicomaniche Infine, per poter fare, biso-gna investire risorse e saper capire e apprezzare quanto di buono abbiamo, fare di più e non di meno.

� Gli operatori dei Ser.T e gli operatori professionali di Comunità (che lavorano nel territorio insieme al territorio), sono una risorsa preziosache va usata e valorizzata con pacatezza ed equilibrio, nella certezza che la loro esperienza è la forza per continuare ad aiutare i cittadinicon problemi di dipendenza e le loro famiglie.

Grosseto, 3 luglio 2002

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Il percorso per giungere alla riorganizzazione della Consulta delle Societàed Associazioni Scientifiche è stato lungo e faticoso.Allo stesso tempo, è stato un confronto serio ed approfondito: i rappre-sentanti delle organizzazioni che hanno firmato finalmente il documen-to finale (lo scorso 9 maggio a Perugia, a margine del ConvegnoInterregionale organizzato dalla Regione Umbria) non hanno volutodare nulla per scontato. Si è discusso delle ragioni per un percorso comune, delle modalità delpercorso, dei tempi, del nome da dare al nuovo organismo.Si apre, così, una seconda fase della Consulta.Dopo la prima, quella della fondazione vera e propria, abbiamo difronte un compito molto impegnativo, che può essere riassunto in duedirezioni:• rinnovare e fortificare un rigoroso dibattito scientifico e professio-

nale sui terreni propri a tutte le Società aderenti;• partecipare alla discussione sulle politiche di intervento a partire

dalla nostra dimensione specifica.Cercheremo di coprire i due obiettivi al meglio delle nostre forze,investendo fin dall’inizio tutti gli associati.Vi sono, inoltre, altre Associazioni e Società che hanno già chiesto l’a-desione e questo permetterà di ampliare il novero della partecipazio-ne e di arricchire il confronto e l’incontro.Tra breve formuleremo un programma di azione e lo faremo cono-scere anche ai più rilevanti soggetti istituzionali.Chi è appassionato di film, sa che è alle porte una nuova serie diStarwar. Allora, parafrasando, “che la forza (scientifica) sia con noi”.

Maurizio Coletti

Regolamento della Consulta delle Associazionie Società Scientifiche nel campodei comportamenti compulsivi, di abusoe di dipendenza

Le Associazioni e le Società Scientifiche che firmano in calceal seguente documento, lo assumono come Regolamento e siimpegnano a rispettarlo.

MissionLe Associazioni e le Società Scientifiche nel campo dei com-portamenti compulsivi, di abuso e di dipendenza, coerente-mente con quanto si va sviluppando in ambito europeo edinternazionale, sentono l’esigenza di creare una consultazio-ne permanente, e mettere a disposizione le loro conoscenzecomuni, al fine di superare problemi di crescita del sistema

2/2002•Mission..................................................................................................................................................................................................7

L’INTERVENTO

di intervento ed aumentare l’esperienza e, quindi, la qualitàe l’efficacia delle azioni preventive, terapeutiche e riabilitati-ve nel campo dell’uso e dell’abuso di sostanze.Sono considerati obiettivi generali della Consulta:1. Confronto permanente per lo scambio e la valorizzazio-

ne delle esperienze in atto in ambito nazionale, europeoed internazionale.

2. Valorizzazione del ruolo professionale e del metodoscientifico nell’approccio alla prevenzione, cura e riabi-litazione degli stati comportamentali compulsivi, di abu-so e di dipendenza.

3. Promozione di una interlocuzione stabile tra ruoli pro-fessionali e scientifici e i livelli istituzionali.

4. Valorizzazione del diritto dei pazienti ad accedere aimigliori interventi disponibili e basati rigorosamentesulle evidenze scientifiche.

5. Riconoscimento dei diritti dei pazienti alla scelta deitrattamenti e delle strutture.

6. Valorizzazione di regole di comportamento etico deglioperatori, discusse e condivise.

7. Valorizzazione del diritto-dovere dell’operatore profes-sionale ad agire in scienza e coscienza, nell’interesseprimario del paziente.

8. Creazione di contesti atti a sviluppare cultura e linguag-gi comuni nel settore scientifico e professionale.

9. Riaffermazione, nell’ambito delle politiche nazionali e regio-nali, della necessità di poter utilizzare modalità di interven-to diversificate in relazione ai diversi bisogni dell’utente.

10. Puntare sull’integrazione dei servizi nel campo dei com-portamenti additivi, compulsivi, di abuso e di dipenden-za in sede di azienda sanitaria locale, come espressioneorganizzativa unitaria dell’intervento sia dei servizi pub-blici, che di quelli privati.

11. Organizzazione di una partecipazione attiva e proposi-tiva della Consulta all’interno delle conferenze triennalinazionali, previste dalla normativa vigente.

12. Proposizione di una partecipazione consulenziale attivae propositiva della Consulta all’interno degli organismidecisionali di programmazione e verifica a livello di Go-verno nazionale e di Governo locale, con particolare rife-rimento alle attività dei Ministeri competenti, dellaConferenza Stato-Regioni, del Coordinamento delleRegioni, dei Governi regionali e delle aree metropolitane.

13. Opzione per una crescita di professionalità degli ope-ratori attraverso un ruolo attivo e propositivo dellaConsulta a livello delle Istituzioni deputate all’insegna-mento.

Siglato il regolamentodella Consulta delle Associazionie Società Scientifiche nel campodei comportamenti compulsivi,di abuso e di dipendenzal’annuncio di Maurizio Coletti, confermato coordinatore, e il testo del regolamento

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vocazioni, spese postali, acquisizione e riproduzione didocumenti, rimborsi spese per il coinvolgimento di compe-tenze esterne al Coordinamento, ecc.). Entro il 31 gennaio diogni anno, esse fanno pervenire al Coordinatore in carica lapropria quota annuale, stabilita di volta in volta dai rappre-sentanti ed, in genere, mai inferiore a € 300. È compito delcoordinatore presentare il rendiconto delle spese sostenuteannualmente ed una stima di quelle per l’anno successivo.Nel caso di un passaggio delle competenze della Consulta daun’Associazione o Società all’altra, il coordinatore uscenteversa il residuo esistente, accompagnato da una nota conta-bile sull’utilizzo dei fondi. Nel caso in cui si evidenzi lanecessità di un’azione, di un progetto o di un’iniziativacomune, approvata la proposta in questione, la Consultaprovvede a stabilire la quota in carico ad ogni singolaAssociazione. Tutte le spese di partecipazione dei rappresen-tanti alle riunioni od agli incontri stabiliti, sono a carico dellesingole Associazioni o Società.

CoordinamentoIl coordinatore viene indicato tra i rappresentanti delleAssociazioni o Società aderenti, dura in carico un anno conpossibili proroghe fino ad un massimo di tre anni attraversol’esplicito consenso di tutti i rappresentanti.Dopo il primo anno, il coordinatore decade se la maggioran-za dei rappresentanti ritira la fiducia. I suoi compiti sono:1. convocare la riunione dei rappresentanti almeno 3 volte

l’anno;2. fissare l’ordine del giorno degli incontri e dirigerne i lavori;3. provvedere alla stesura dei verbali finali ed alla loro diffu-

sione;4. gestire con oculatezza e secondo i fini comuni le quote di

adesione annuali e gli eventuali altri fondi finalizzati allarealizzazione delle altre iniziative approvate.

Il coordinatore svolge funzioni di supporto, ma non di rap-presentanza formale.Detta funzione è svolta in forma collegiale da tutti i rappre-sentanti. Nei casi ove ciò non fosse possibile, è individuatavolta per volta una idonea rappresentanza più ristretta chedovrà attenersi rigorosamente agli indirizzi preventivamenteconcordati.

SedeLa sede della Consulta coincide, normalmente, con la sededell’Associazione o Società di appartenenza delCoordinatore. Al fine di evitare l’identificazione dellaConsulta con la sede di una singola Associazione o Società,il Coordinatore di turno attiverà una Casella Postale. Tutte lealtre Associazioni o Società sono, comunque, tenute a mette-re a disposizione le loro sedi o spazi sociali per lo svolgi-mento delle attività concordate.

Diffusione delle attivitàOgni Associazione o Società aderente si impegna a dare lamassima diffusione alle prese di posizione , ai documentied alle iniziative promosse dalla Consulta verso i propriassociati utilizzando, per questo, tutti gli strumenti a propriadisposizione e tutte le occasioni sociali di incontro e diriflessione. ✎

Firmato in Perugia il 9 maggio 2002 dai rappresentanti di:

Erit/Fe Der Ser D/Itaca Italia/Sia/Sicad/Sitd

La Consulta presenta periodicamente un piano di priorità d’a-zione e di iniziative.

RegoleAdesioneLe Associazioni e le Società che firmano il presente docu-mento sono considerate Soci Fondatori. Le Associazioni o leSocietà che volessero aderire successivamente, dovrannochiederlo formalmente al Coordinatore, che provvede adinviare la copia della documentazione a tutti gli altri rappre-sentanti.Le Associazioni o le Società candidate dovranno dimostraredi:a. essere attive nel settore di competenza della Consulta;b. avere una sufficiente rappresentanza numerica di soci o di

entità aderenti;c. avere una dimensione nazionale;d. avere uno statuto od atti costitutivi basati sulla democrati-

cità nella scelta degli organi dirigenti e nell’assunzionedelle decisioni e principi;

e. dimostrare l’opzione per interventi (di trattamento, diricerca, di prevenzione) di carattere integrato e pluridisci-plinare, senza alcuna pretesa egemonica;

f. avere svolto adeguata attività scientifica, di discussione, didibattito, di diffusione almeno negli ultimi tre anni. Taleattività verrà convenientemente presentata in un curricu-lum.

Le Associazioni o le Società candidate dovranno dichiara-re di voler aderire al documento di fondazione ed al pre-sente regolamento. L’ammissione di nuove Associazioni oSocietà avviene a seguito dell’esame della documentazio-ne sopra riportata ed attraverso un voto dei rappresentantidella Consulta. L’adesione si intende accettata quandoottenga il voto favorevole dei 2/3 dei rappresentanti delleAssociazioni aderenti. L’eventuale voto contrario vienecomunicato all’Associazione od alla Società senza l’obbli-go di ulteriore informazione. I dettagli sul voto sono confi-denziali. Ogni Associazione o Società aderente può deci-dere di interrompere l’adesione al Coordinamento con attovincolante del proprio Comitato Direttivo, od analogoorganismo interno di governo. A partire dalla ricezionedella comunicazione in merito, cessa ogni vincolo odobbligo di partecipazione. I 3/4 dei rappresentanti delleAssociazioni o Società aderenti possono decidere di espel-lere una delle realtà partecipanti attraverso voto su mozio-ne motivata. Tale comunicazione, contenente le ragioni delvoto sono comunicate al rappresentante ed allaAssociazione rappresentata.

RappresentanzaOgni Associazione o Società designa il/i proprio/i rappresen-tanti in seno alla Consulta con atto vincolante del proprioComitato Direttivo, od analogo organismo interno di gover-no, fino ad un massimo di due. In ogni caso, ogniAssociazione o Società aderente è portatrice di un voto. Larappresentanza si intende continua, fino alla sua revoca daparte dello stesso organismo che l’ha indicata o fino alledimissioni personali.

Partecipazione economicaLe Associazioni o Società aderenti partecipano congiunta-mente alle spese per le attività ordinarie della Consulta (con-

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• orientamento - diagnosi - trattamenti: presupposti scientifi-ci per la definizione di piani e percorsi assistenziali;

• promozione della salute: quali modelli di intervento;• la formazione nel settore: gli attori, i livelli, gli strumenti;• la programmazione e la valutazione nel settore: gli attori, i

livelli, gli strumenti.

La Carta d’Intenti, una volta definita nei particolari, verrà dif-fusa a tutti i soggetti invitati al Convegno (inclusi i parteci-panti), contemporaneamente sono state predisposte le azioninecessarie per la produzione degli Atti del Convegno, cheverranno distribuiti a livello nazionale.

Sviluppi concordatiIl “Laboratorio” permanentepubblico-privato sociale

Il Convegno interregionale sulle dipendenze si è conclusocon la proposizione da parte dei partecipanti di costituire abreve tempo un ambito nazionale permanente di confrontoculturale e scientifico tra tutti i soggetti del pubblico e delprivato sociale e della società civile operanti nel contestonazionale.La Regione Umbria ha recepito tale esigenza soprattutto inrelazione alla necessità che anche nell’area delle dipenden-ze si mantenga un quadro nazionale di politiche socio-sani-tarie condivise, pur nella piena autonomia e competenzadelle Regioni in materia di organizzazione sia sanitaria siasocio-sanitaria.Il Convegno si è quindi concluso con la proposta che laRegione Umbria attiverà a breve tempo un laboratorio per-manente pubblico-privato sociale nazionale nell’area delledipendenze, quale momento di confronto, proposizione edinterlocuzione stabile e riconosciuta sia delle Regioni ed Entilocali sia dei livelli centrali, in particolare con il DipartimentoNazionale per le Politiche Antidroga.Di seguito è illustrata la proposta di un “Laboratorio” che rap-presenta solo una prima sintesi degli elementi emersi dalConvegno. Il progetto definitivo nascerà dal contributo di tutti gli esperti-facilitatori del pubblico e del privato sociale che hanno par-tecipato al Convegno.

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ORGANIZZAZIONE

L’incontro di Perugia del 9 e 10 maggio

La tutela della salutenell’area delle dipendenze:l’offerta dei servizi pubblici e del privatosociale nel panorama nazionale

Prime analisi e possibili sviluppiSi è tenuto a Perugia, dal 9 al 10 maggio, un Convegno inter-regionale sulle dipendenze dal titolo: “La Tutela della salutenell’area delle dipendenze: l’offerta dei servizi pubblici e delprivato sociale nel panorama nazionale”.Hanno preso parte alle due giornate di lavoro 450 tra opera-tori del servizio pubblico, del privato sociale, del compartosociale e sanitario, referenti degli Enti locali (Regioni,Province, Comuni) e delle altre Istituzioni operanti nell’areadelle dipendenze, delle Associazioni Scientifiche e delle orga-nizzazioni rappresentative del settore e della società civile.Hanno partecipato tutte le Associazioni Scientifiche naziona-li rappresentative e la maggior parte delle realtà del privatosociale.Fe Der Ser D ha avuto un ruolo attivo e propositivo.In un certo senso l’impianto organizzativo ha ricordato, conle dovute differenze, le importanti e classiche Conferenzenazionali sulle dipendenze: Napoli (1993), Palermo (1997) eGenova (2000).Si è qualificato quindi quale importante e significativomomento di confronto interregionale sulla tutela del dirittoalla salute nell’area delle dipendenze sia per la eterogeneitàe rappresentatività dei partecipanti sia per la ricchezza e qua-lificazione dei contenuti emersi.I tre obiettivi del Convegno sono stati considerati raggiunti altermine dei lavori:• ampio confronto culturale e scientifico sull’offerta com-

plessiva del sistema dei servizi pubblici e del privato socia-le operanti nel settore;

• evidenziazione degli elementi di criticità e di forza in meri-to ai profili organizzativi, funzionali e di attività indicati daiprincipali e ultimi Accordi Stato-Regioni ed Atti di intesaemanati nel settore;

• elaborazione della Carta d’Intenti quale linea di riferimen-to per la proposizione di un sistema di servizi pubblici edel privato sociale e conseguente offerte congrue con ibisogni di salute nell’area delle dipendenze.

La Carta d’Intenti è stata prodotta grazie al contributo di tuttii partecipanti alle sei sessioni di lavoro: consta di “frasi chia-ve” inerenti le seguenti aree tematiche:• dipendenze: sostanze legali ed illegali, comportamenti,

nuovi consumi e nuovi modelli;• il processo di riorganizzazione nel campo delle dipenden-

ze: la rete dei servizi pubblici e del privato sociale;

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Laboratorio permanentepubblico-privato sociale per latutela del diritto alla salute nel-l’area dell’uso-abuso-dipendenzeda droghe legali ed illegaliObiettivi…� Restituire protagonismo ed ascolto a tutti quei soggetti che

con diverse motivazioni, competenze e professionalità ope-rano nella moltitudine di risorse impegnate nell’area: con-ditio sine qua non per il superamento di logiche “stigmatiz-zanti”, “ideologiche” e “moralistiche” estranee alla realemissione dei servizi socio-sanitari operanti nel settore.

� Garantire che qualsiasi processo di revisione delle politi-che e dei modelli organizzativi nel settore sia successivo esecondario ad una attenta valutazione dei processi attivatie conseguenti risultati finora raggiunti.

Il riconoscimento e la valorizzazione del patrimonio scienti-fico ed esperienziale acquisito negli anni nel settore è lagaranzia per ricollocare al centro degli interessi la tutela deldiritto alla salute e quindi la persona.� Sostenere, nell’ambito delle nuove competenze affidate alle

Regioni in materia di organizzazione sia sanitaria sia socio-sanitaria, un processo che, anche nell’area delle dipenden-ze, si caratterizzi per la presenza e costruzione di un qua-dro nazionale di politiche socio-sanitaria condivise.

Un Laboratorio quale…� Luogo di confronto, discussione, ideazione, proposizione,

verifica, monitoraggio sull’offerta del sistema dei servizipubblici e del privato sociale, sistema centrato sui bisognidelle persone con uso-abuso-dipendenza da droghe legalied illegali: ambito di confronto permanente culturale escientifico ed esperienziale in materia di tutela della salu-te nell’area delle dipendenze.

� Ambito di incontro permanente, strutturato, programmatocon tutti i soggetti che, con diverse motivazioni, compe-tenze, professionalità operano nella moltitudine di risorse,sanitarie e sociali, del pubblico e del privato sociale, dellasocietà civile impegnate nella tutela del diritto alla salutenell’area delle dipendenze: laboratorio centrato su interre-lazioni, integrazioni, complementarietà, coprogettazione,covalutazione, nella cornice più generale dell’integrazionesocio-sanitaria e delle politiche intersettoriali.

� Osservatorio permanente integrato per la proposizione atutti i livelli di governo e di programmazione (centrali e ter-

ritoriali) di strategie di politica socio-sanitaria e conse-guenti assetti organizzativi e funzionali garanti della equitàdi accesso, della fruibilità e della completezza delle pre-stazioni e della esaustività delle risposte a tutte le personecon problemi d’uso, abuso, dipendenza da sostanze lega-li ed illegali: una sorta di monitoraggio dell’assunzionedelle linee di riferimento della Carta d’Intenti.

Un Laboratorio con…:Consulta Associazioni Scientifiche del settore; Enti Locali,Regioni; Istituzioni Scientifiche: Università-Istituto Superioredi Sanità-Centri di Documentazione; Privato sociale;Organizzazioni rappresentative quali referenti della societàcivile; Mondo del lavoro; ecc.

Con la spedizione della Carta d’Intenti verrà richiesta formal-mente l’adesione a tutte le realtà che hanno aderito alConvegno interregionale dipendenze e che hanno già espres-so l’esigenza di “esserci insieme” e, anche, alle altre signifi-cative risorse operanti nel contesto nazionale ma non pre-senti al Convegno.

Un Laboratorio che prevede…� Organizzazione di due incontri annuali, a Perugia, con

tutti i soggetti che hanno aderito: due giornate di lavoro, diconfronto, di ideazione,di proposizione, di scambio diesperienze, di redazione di documenti sulle diverse tema-tiche oggetto degli incontri.

� Costituzione di gruppi di lavoro per l’approfondimentodelle tematiche oggetto delle Sessioni nel corso delConvegno interregionale dipendenze e per approfondire ipunti espressi nella Carta d’Intenti.

� Proposizione concordata di azioni, attività, ricerche darealizzare congiuntamente sia in ambito nazionale, sianegli ambiti regionali di appartenenza.

� Programmazione concordata di appuntamenti, incontri,eventi con i diversi livelli istituzionali al fine della propo-sizione di quanto emerso e redatto dagli incontri annuali.

Animatrice delle giornate è stata la dott.ssa Caterina Magliocchetti,responsabile della sezione fasce deboli della Direzione regionaleSanità e Servizi Sociali della Regione Umbria. Centrale il ruolo deglioperatori dei Dipartimenti delle Dipendenze della Regione Umbria.

Il 31 maggio, come ci segnala la dott.ssa Magliocchetti, i risultati delConvegno sono stati presentati al Prefetto Pietro Soggiu,Commissario Straordinario di Governo per le Politiche sulle Droghe,come era stato concordato durante i lavori della assise. Sono stateillustrate, nella stesura provvisoria, la Carta d’Intenti e la propostadi “laboratorio permanente pubblico-privato sociale nell’area delledipendenze”, con l’accordo di un approfondimento dopo l’estate,quando le proposte verranno definite nei particolari. ✎

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RECENSIONE

Gabriella Ventavoli PreviteraTossicomanie: un’epidemia psicosociale. Verso l’ecocidio della mentePresentazione di Gianmarino Vidoni e Tiziana Masullo/Prefazione di Giovanna GiaconiaCollana “Clinica delle dipendenze e dei comportamenti di abuso”, FrancoAngeli, Milano 2002, € 11,50

La perdita dei sentimenti, l’indifferenza, rappresentano per l’umanità una grave minaccia. Le sostanze stupefacenti, usateper medicare la sofferenza, rendono la mente sempre più sterile, un terreno inquinato dove potranno fiorire immaturità e vio-lenza. Nutrite di sole sostanze chimiche le menti tenderanno a chiudersi sempre più, come un fiore che appassisce; come dimo-strano le recenti acquisizioni delle neuroscienze, le memorie antiche saranno soffocate ed anche distrutte. Non ne verrannocostruite delle nuove, e con esse pensieri e prospettive di vita.

Qualunque strumento terapeutico deve essere accompagnato da relazioni umane affettivizzate, idonee a contenere e trasformare le angosce ed ivissuti dei pazienti, arricchendo di significati i loro percorsi di cura. Occorre un impegno fatto di competenza e generosità per coltivare il giar-dino della vita. Le funzioni dei farmaci, delle comunità terapeutiche, della psicoterapia sono rilette, nel volume, in questa prospettiva. L’impattopsichico di fenomeni quali la sieropositività e l’AIDS, la piena comprensione dello stato di comorbilità psichiatrica e le conseguenze del consumodi cocaina e delle droghe sintetiche trovano elementi interpretativi nella ricca casistica “sul campo” che attraversa tutto il volume.

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CONTRIBUTI SCIENTIFICI

I costi dei programmi di trattamentoper l’abuso di sostanzePietro D’Egidio*

lizzabile in ciascun servizio per personalizzare negli stessi laattività di valutazione dei costi, delle procedure, dei cambia-menti e dei risultati. Per poterlo fare è prioritario dotare i servizi di strumenti infor-matici di gestione delle attività (compreso il carico e scaricodei farmaci sostitutivi) che siano pensati “dall’interno” conuna architettura capace di tener conto dei livelli di compe-tenza informatica degli operatori e soprattutto che “facciarisparmiare tempo”. Ci sono già alcuni percorsi in via di sviluppo e che tengonoconto di questi presupposti2.La analisi dei costi, che ha una importanza critica per deci-dere come destinare le risorse in rapporto ai programmi e percomprendere le relazioni tra costi e esiti, si realizza attraver-so la descrizione del tipo e del valore di tutte le risorse usateper produrre i programmi di trattamento per l’abuso disostanze.La analisi costi/efficacia è la relazione tra il costo dei pro-grammi di cura e la efficacia dei programmi stessi che poialtro non è che il risultato che i programmi stessi hanno suipazienti.Gli indici costi/efficacia possono essere comparati per diffe-renti programmi, differenti modalità di trattamento (come itrattamenti residenziali e quelli ambulatoriali), e differentitecniche di trattamento (come i programmi drug free in rap-porto a tecniche alternative come l’agopuntura oppure almantenimento con metadone).La analisi del rapporto costi/benefici è la misura sia dei costidei trattamenti che degli esiti degli stessi in termini economici.I costi e i benefici possono essere comparati tra programmi oper le varie procedure all’interno di un singolo programma.La analisi dei costi e dei rapporti costi/efficacia e costi/bene-fici è anche un utile strumento per promuovere la culturadella valutazione complessiva delle attività di un serviziocome strumento costitutivo essenziale delle attività, capacedi metterne in evidenza le forze e le debolezze e quindi didare forti indicazioni su come modificare e migliorarecostantemente i programmi di cura.Per fare l’analisi di un programma terapeutico per prima cosaè necessario definire quali sono i risultati che andiamo aricercare ed i componenti del programma che contribuisco-no a raggiungere tali risultati per il paziente.Il percorso completo può essere schematizzato come segue:1. Definiamo un programma di trattamento3.

a. Scomponiamo questo programma in varie azioni ele-mentari (procedure):– Definiamo con precisione la singola azione– Individuiamo il ruolo e il peso percentuale di questa

singola azione nel realizzare il programma– Individuiamo la figura (o le figure) professionali

deputate a svolgere la azione– Indichiamo il tempo medio necessario per lo svolgi-

mento di ciascuna singola azione.

IntroduzioneÈ diventato necessario arrivare ad una definizione dei costidei programmi di trattamento per l’abuso di sostanze per dueordini di motivi.Il primo è di natura prettamente economica. Le leggi di riforma che hanno trasformato le USL in aziendee i conseguenti possibili nuovi scenari che già si propongono(per esempio l’affidamento in appalto ai privati dei servizi ter-ritoriali e tra questi i Ser.T) impongono la quantificazioneeconomica delle prestazioni erogate.Il secondo attiene invece alla possibilità, per questa via, dicontribuire a definire il corretto rapporto tra risorse impegna-te, quantità e possibile qualità delle prestazioni erogate; ed indefinitiva il rapporto costi/efficacia e costi/benefici della assi-stenza ai dipendenti da sostanze.È infatti necessario per i servizi implementare un percorso diqualità che veda la pratica della valutazione strumento costi-tutivo essenziale delle attività.Chiaramente è un percorso questo che deve riguardare tuttele prestazioni offerte dal Sistema dei Servizi (Ser.T eComunità Terapeutiche) e in questo contributo ci occupiamosolamente delle prestazioni che attualmente vengono eroga-te, così come disciplinato dal DM 444/90, dai Ser.T.Nei nostri servizi comincia appena ora a svilupparsi la cultu-ra e la pratica della valutazione e la cultura del misurare ciòche si fa in rapporto ai costi e al rapporto costi/efficacia ecosti/benefici.Analizzare costi, procedure, cambiamenti ottenuti e risultatidella assistenza ai dipendenti da sostanze è un percorsonecessario per rendere evidenti (se così è) e quantizzare l’u-tilità di tutti o di alcuni dei programmi di cura. Questo serve anche per arrivare a determinare quali sono imodi migliori per investire le risorse che le Aziende USL pos-sono mettere a disposizione.È una attività a cui Ser.T e Comunità debbono arrivare ed anzipromuovere come uno strumento per migliorare la qualitàdei servizi, ulteriormente professionalizzarli, incidere su unarappresentazione sociale degli stessi che sia più serena emeno condizionata da pregiudizi.Infine un processo di analisi di costi, procedure, cambia-menti ottenuti e risultati aiuta da una parte a capire forze edebolezze dei singoli servizi e dall’altra a favorire gli investi-menti (pubblici, privati e donazioni) nel settore.Se infatti riusciamo a dimostrare che i nostri programmi di trat-tamento, oltre che a prendersi cura e a curare efficacemente1 inostri pazienti fanno anche risparmiare più soldi di quanticostano alla società, allora è più facile promuovere azioni chespingano a maggiori investimenti in questo settore.Dobbiamo riuscire a costruire, in tempi utili, un dottrinalescientifico-culturale ed un percorso applicativo condiviso uti-

* Direttore Ser.T Pescara, Direttivo Nazionale Fe Der Ser D

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2. Definiamo per l’intero programma per quel paziente e perciascuna singola azione i cambiamenti (processi) che ciaspettiamo per il paziente, i risultati intermedi e finali delnostro programma di trattamento4 ed i tempi ipotizzabiliper raggiungerli.

3. Definiamo i costi di ciascuna singola azione.4. Definiamo i costi indiretti di gestione (degli spazi, del ser-

vizio amministrativo, della direzione, delle comunicazio-ni, degli strumenti medicali, informatici e degli arredi) e laloro incidenza percentuale su ciascuna azione.

5. Definiamo i costi delle attività del servizio non rivolte adespletare un programma terapeutico (accoglienza, inter-venti di prevenzione, collaborazioni istituzionali e di rete).

6. Quantizziamo economicamente i risultati intermedi efinali del programma di cura.

Questa che andiamo a descrivere è la analisi di una parte sol-tanto del sistema che abbiamo presentato: i costi dei pro-grammi di trattamento per l’abuso di sostanze. La consideria-mo come una analisi sperimentale, una ipotesi di lavoro chepensiamo possa servire da stimolo per ulteriori riflessioni econtributi al fine di addivenire ad una definizione condivisasoprattutto dei parametri da usare.

MetodoI costi delle prestazioni trovano la loro quantizzazione in rap-porto a due elementi essenziali: la qualificazione professio-nale dell’operatore ed il tempo impiegato per realizzarle. Abbiamo scomposto le attività che normalmente si svolgononei Ser.T in una serie definita di azioni elementari utili alnostro scopo.Queste non sono esaustive nella loro analiticità per monito-rare i trattamenti ma di essi ne sono una sintesi.La definizione del tempo medio necessario per svolgere cor-rettamente ciascuna attività è il parametro in qualche modopiù opinabile. Pertanto esso è stato portato alla attenzione e alla riflessionedegli operatori del CTCR della Regione Abruzzo e deiresponsabili dei Ser.T della Regione5.È stato definito il costo orario di ciascuna figura professiona-le nel modo seguente.

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Si sono considerate 36 ore settimanali (per i dirigenti ledue ore in più sono per l’aggiornamento) e si sono sot-tratte ai 365 giorni di un anno 52 domeniche, 32 giorni diferie, 4 giorni di recupero festività soppresse, 12 giorniper congedo straordinario e malattia e 10 gg di festivitàvarie. Risulta quindi che ciascun operatore lavora in unanno 255 giorni e quindi 1530 ore. Il costo orario è statoriferito al costo lordo iniziale per la azienda di ciascunadelle figure professionali considerate così come nella tab. 1.Il costo di ciascuna prestazione viene aumentato del 25%per costi di gestione esclusi farmaci e accertamenti clini-ci strumentali e di laboratorio; il valore 25% può esseremodificato tenendo conto delle singole realtà territoriali.

RisultatoIl risultato di questa analisi è illustrato nella tab. 2 che vienecorredata dalle opportune specificazioni.

ConsiderazioniAbbiamo inteso farci guidare nella realizzazione di questaanalisi dei costi delle prestazioni nei Ser.T da una serie diconsiderazioni.Il nostro obiettivo è stato quello di costruire un processo suf-ficientemente semplice tale da facilitarne la applicabilità.La semplificazione dell’approccio e dello sviluppo della ana-lisi deve essere tale da conservare i caratteri del rigore appli-cativo.La raccolta delle informazioni delle attività nei servizi deveessere realizzata in maniera tale da essere precisa, verificabi-le e soprattutto poco onerosa in termini di tempo da partedegli operatori.Il processo per la determinazione dei costi così come abbia-mo indicato può essere integrato con la analisi degli esitidelle prestazioni per arrivare alla definizione dei rapporticosti/benefici e costi/efficacia dei programmi di trattamentoper l’abuso di sostanze.Pur rendendoci conto che alcuni operatori ancora conserva-no una “idiosincrasia” per l’uso di sistemi informatizzati,appare ormai improcrastinabile nei Ser.T l’uso sistematico disoftware di gestione delle attività. Tale software deve essere modulabile, deve far “risparmiaretempo” al servizio, deve essere semplice da usare, non deveinterferire nel setting con il paziente. Con tale strumento èpossibile un percorso di monitoraggio e valutazione costantedelle attività e quindi di miglioramento della qualità e del-l’efficacia delle prestazioni.A conclusione si fornisce l’esempio dell’analisi del costo perun mese di trattamento per un paziente in terapia sostitutivacon metadone cloridrato sciroppo al dosaggio di 70 mg/die(tab. 3).

Riferimenti bibliografici

1. Brian T. Yates, Measuring and improving cost, cost-effectiveness,and cost-benefit for substance abuse treatment programs, NIDA1999.

2. Calculating the social cost of illicit drugs, Council of EuropePublishing 2001.

3. P. D’Egidio, Tempo standard per le prestazioni terapeutico assi-stenziali e per gli interventi di prevenzione nella attività delSer.T, X corso di formazione sulle tossicodipendenze, ISS1994.

Tabella 1

costo per costola azienda orario

(compreso diINPDAP e IRAP)

direttore 113.105,35 73,93

medico 60.276,15 39,40

psicologo 51.157,00 33,44

sociologo 44.851,02 29,31

infermiere 27.460,40 17,95

assistente sanitario 27.460,40 17,95

assistente sociale 26.855,69 17,55

educatore professionale 26.855,69 17,55

coadiutore amministrativo (cat. b) 21.668,70 14,16

assistente amministrativo (cat. c) 24.837,37 16,23

ausiliario specializzato 20.053,16 13,11

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Tabella 2

prestazioni tempo costo del costo di costo in minuti personale gestione totale

1. Trattamento farmaco-logico con metadone,GHB, naltrexone, sin-tomatici e altro

2.3.

4. Trattamento farma-cologico con bupre-norfina

5.6.

7. Costo farmaci/die

8. Chimica clinica pre-lievi ematici

9.

10. Chimica clinica raccol-ta urine controllata

11.

12. Certificazioni speciali-stiche e relazioni(pazienti, prefettura,tribunali, altre istitu-zioni)

13. Counselling, lavoro digruppo

14.15.16.17.18.19.

20. Visita medica specialistica

21. Intervento psicologico(colloquio, psicodia-gnostica, psicotera-pia: unità minima diimpegno)

22. Accoglienza

23. Servizio amministra-tivo

24.

25. Coordinamento emanagement

26. Attività di rete, pre-venzione, formazione

27.28.29.30.31.32.

33. Ospedale di giorno34.35.

medico

infermiereausiliario

medico

infermiereausiliario

infermiere

ausiliario

infermiere professionale

ausiliario

(medico, psicologo, infer-miere, assistente sanita-rio, assistente sociale,educatore professionale,sociologo)

medico

psicologosociologoinfermiereassistente sanitarioassistente socialeeducatore professionale

medico, infermiere

psicologo

assistente sanitario, socio-logo, infermiere, educato-re, assistente sociale,medici

assistente amministrativo

coadiutore amministrativo

medico

medico

psicologosociologoinfermiereassistente sanitarioassistente socialeeducatore professionale

medicoinfermiereausiliario

5

55

5

105

10

5

10

5

10

101010101010

60

60

60

60

60

60

60

606060606060

606030

3,28

1,501,09

3,28

2,991,09

2,99

1,09

2,99

1,09

6,57

5,574,892,992,992,932,93

57,35

33,44

23,63

16,23

14,16

73,93

39,40

33,4429,3117,9517,9517,5517,55

39,4017,956,56

0,82

0,370,28

0,82

0,750,27

0,75

0,27

0,75

0,27

1,64

1,391,220,750,750,730,73

14,34

8,36

5,91

4,06

3,54

18,48

9,85

3,342,931,801,801,761,76

3,941,800,66

7,34

9,21

5,11

5,11

25,00

8,21

6,976,113,743,743,663,66

71,69

41,80

29,54

20,29

17,70

92,41

49,2536,7832,2419,7519,7519,3119,31

43,3419,757,21

Tutti i costi sono espressi in Euro

a. Ogni prestazione è definita dauna unità minima di tempo chepuò essere moltiplicata a secondodel tempo ulteriormente impiega-to per l’esecuzione della stessa.

b. Le singole figure professionaliindicate possono essere sostituiteda altre figure che, nei singoliSer.T, effettuano quella determi-nata prestazione, modificandocorrispondentemente la voce“costo personale”.

c. Sono stati raggruppati tutti i tipidi trattamento (punti 1-2-3) adeccezione di quello con la bupre-norfina (punti 4-5-6) in quanto iprimi sono assimilabili in consi-derazione del tempo impiegato(espresso in minuti) mentre labuprenorfina impegna l’infer-miere professionale per untempo circa doppio.

d. A tutti i tipi di trattamento vaaggiunto il costo del farmaco dicui al punto 7.

e. Certificazioni specialistiche erelazioni (punto 12): è stato pre-visto solo un costo unitario mediodi 25 euro sia nel caso che venga-no redatte da una sola figuraprofessionale sia che prevedanola partecipazione di più figureprofessionali.

f. Si precisa che per “counselling”si intende non soltanto il “coun-selling” propriamente detto maanche tutti i tipi di colloquio(motivazionale, sociale, di orien-tamento, informativo) (punti 13-19). Inoltre per “lavoro di grup-po” si intendono le attività esple-tate con la partecipazione di piùoperatori sia centrate sui casi cli-nici che di altro tipo (organizza-zione, programmazione, ecc.).

g. La visita medica specialistica(punto 20) può essere di tipo: tos-sicologica, psichiatrica, infetti-vologica, internistica; nel costo ècompreso il costo per l’assistenzainfermieristica.

h. L’intervento psicologico (punto21) riguarda sia il colloquio psi-cologico, sia la somministrazionee valutazione di test diagnostici,sia i vari tipi di psicoterapiacome quella individuale, familia-re, di gruppo.

i. I punti dall’1 al 21 e dal 33 al 35si riferiscono a singole prestazio-ni. I punti dal 22 al 32 si riferi-scono al costo orario della pre-stazione.

j. Per l’accoglienza (punto 22) sivaluta un costo orario medio tradirigente e operatore area livelli.

k. La voce di cui al punto 25 si rife-risce al coordinamento e mana-gement delle strutture complessee non al coordinamento dei sin-goli gruppi di lavoro o delle areein cui è organizzato il serviziostesso (che rientra invece nellavoce “lavoro di gruppo”.

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Tabella 3

numero prestazioni tempo in ore costo unitario costo

effettuazione terapia 26 8,68 190,84costo del farmaco 30 40,13counselling medico 2 8,21 16,42counselling psicologo 2 6,97 13,94counselling infermiere 4 3,74 14,96counselling assistente sociale 2 3,66 7,32visita medica 1 71,69 71,69esami urine 2 5,11 10,22colloquio psicologico 1 41,80 41,80relazione 1 25,00 25,00accoglienza 1,00 29,54 29,54direttore 0,33 92,41 30,50amministrativo 0,33 18,00 5,94

totale 498,30

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Note

1. Efficienza: capacità di raggiungere un certo risultato: Efficacia:qualità di ciò che è efficace (che produce l’effetto che si desidera).2. Software di Gestione delle Attività (Ser.T di Pescara - ProgettoObiettivo Regionale Tossicodipendenze, Abruzzo). OIDT: Base didati dei campi standard per lo sviluppo dei software delle strutturedi servizio - Pisa 2002.3. Il programma terapeutico viene periodicamente ridefinito in rap-porto ai cambiamenti positivi o negativi presentati dal pazientedifformemente da quanto previsto.

4. Processo: eventi che si sviluppano all’interno del paziente, sia dinatura psicologica che biologica (p. es. un aumento della sicurezza,un miglioramento del disordine di personalità antisociale, una ridu-zione delle fobie, delle disfunzioni sessuali, un miglioramento delladepressione o della distimia, un miglioramento del craving).Esiti: eventi che si sviluppano fuori dal paziente (p. es. riduzioneo cessazione dell’uso di droghe, di comportamenti criminali, dicondotte a rischio, di miglioramento dell’attività lavorativa o sco-lastica o del rapporto con i familiari).5. Si ringraziano per il loro contributo Cesare Di Carlo, PaolaFasciani, Daniela Spaziani, Giuseppe Vena. ✎

CONGRESSI E CORSI

Prima Conferenza Nazionale sul trattamentocon buprenorfina della tossicodipendenzada oppiacei

Grande evento a Palermo dal 20 al 22 giugno scorsi nellosplendido contesto di Villa Igiea.La Consensus Nazionale sul trattamento con buprenorfinaha visto 240 operatori dei Ser.T (quasi tutti medici conside-rato il tema), di ogni parte d’Italia, gremire l’aula congres-suale per i tre giorni dell’evento.E già è obbligatoria una prima considerazione: il luogoincantevole e le giornate assolate potevano far temere ilripetersi di desolanti visioni: aule deserte e piscine o spiaggeesaurite.Ebbene, le spiagge sicuramente saranno state esaurite, manon dai congressisti.La riflessione porta ad altri elementi: il “chi è” dei parteci-panti ad esempio.Medici in prima linea, quei medici che curano i clienti opazienti con dipendenza da eroina, “semplici” medici deiSer.T, non (necessariamente) direttori o responsabili o coor-dinatori.Ottima scelta negli inviti, e coraggiosa, da parte della DittaESSEX, che ha favorito l’incontro.Un altro elemento: i famosi crediti formativi, 10 nella occa-sione.La Conferenza si è giovata dell’organizzazione del Diparti-mento di Neuroscienze dell’Università degli Studi di

Cagliari diretto dal Prof. Gian Luigi Gessa, garanzia di con-tenuti scientifici elevati.Altro elemento simpatico, il voto elettronico in sala a segui-to delle relazioni e di alcuni stimoli con opportunità di scel-ta proposti dai discussant delle varie sessioni.Ma veniamo alla buprenorfina.A due anni dalla sua introduzione in Italia ogni particolared’uso è stato rivisitato: dallo stato dell’arte, alle questionipiù controverse. Largo spazio è stato offerto al confronto di esperienze eall’utilizzo del farmaco in contesti e percorsi terapeutici,anche particolari, quali le comunità e il carcere.Stimolante, ardita nelle suggestioni ma con la cautela deinecessari approfondimenti, la sessione finale “dal presenteal futuro della buprenorfina nel trattamento delle tossicodi-pendenze”.I lavori presentati saranno resi disponibili agli operatori ita-liani del settore, come contributo all’approfondimentoscientifico.Piace concludere con una frase che l’onorevole GiuseppeLumia ha rivolto nel suo saluto finale ai partecipanti allaConferenza: “Grazie per la vostra pazienza e per non esse-re caduti nelle provocazioni nel vostro lavoro quotidiano.Nonostante i problemi avete conquistato una posizionesalda e chiara nella lotta alle tossicodipendenze”.Non necessitano commenti per chi lavora nei Ser.T, e siamofelici che l’on. Lumia, come ha annunciato dal palco dandoappuntamento a tutti i congressisti, sarà presente a Cernob-bio in ottobre al Congresso Nazionale di Fe Der Ser D.

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Il comitato fondatore è composto da: O. Blix (Bergen, Norway),C. Brewer (London, UK), A. Coppel (Paris, France), J.J. Deglon(Geneve, Switzerland), J. Derks (Maastricht, The Netherlands),H. Ewig (Langenfeld, Germany), G. Friedrick (Freiburg,Germany), J.M. Guffens (Saint Tropez, France), L.M. Gunne(Uppsala, Sweden), C. Junet (Geneve, Switzerland), E. Lopes(Porto, Portugal), I. Maremmani (Pisa, Italy), A. Mino (Geneve,Switzerland), E. Picard (Brussells, Belgium), M. Reisinger(Bruxelles, Belgium), R. Schmid (Vienna, Austria), B. Sommer(Ringkobing, Denmark), A. Tagliamonte (Siena, Italy), D.Touzeau (Paris, France), J.C. vHohenberg-vSoer (Hamburg,Germany), P. Vossenberg (Deventer, The Netherlands), S.Wieviorka (Paris, France), O. Zolesi (Pisa, Italy). Attalmente ilpresidente è Icro Maremmani (dalla fondazione), il vice presiden-te è Marc Reisinger, il segretario generale è AlessandroTagliamonte. Olof Blix, Colin Brewer, Jack Derks, GerhardFriedrich e Didier Touzeau fanno parte del Comitato Esecutivo.Europad ha propri rappresentanti in Austria, Belgium, Bulgaria,Croatia, Denmark, France, Germany, Greece, Ireland, Italy,Norway, Poland, Portugal, Russia, Spain, Slovenjia, Sweden,Switzerland, The Netherlands, United Kingdom.EUROPAD ha organizzato: Le “European Methadone andOther Substitution Treatments Conference” di Cannes, SaintTropez, (France,1995); Ljubljana, (Slovenia, 1997); Arezzo(Italia, 2000); Oslo (Norway, 2002). Gli “Europad forumduring AMTA conference” di Phoenix, AZ, USA (1995);Chicago, IL, USA (1997); New York, NY, USA (1998); SanFrancisco, CA, USA (2000); St Louis, MO, USA (2001). LeConferenze Nazionali sul Metadone ed altre terapie sostitutivedi Genova (1995), Vasto (1977), Pietrasanta (1999, 2001).EUROPAD pubblica la rivista in inglese: Heroin Addictionand Related Clinical Problems.

EUROPAD (European Opiate Addiction Treatment Association),già EUMA (European Methadone Association) è stata fondataa Ginevra, Svizzera nel 1994

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CONTRIBUTI SCIENTIFICI

A proposito della V Conferenza Europad (European Opiate Addiction Treatment Association) svoltasi ad Oslo nel maggio 2002: “Maintenance Therapy Evidence-Based Practice and Integrated Treatment Approached”

Prima la strategiaMatteo Pacini* e Icro Maremmani**

A differenza di quanto è recentemente accaduto nel campo dellapsichiatria generale, i presidi terapeutici a disposizione per il tratta-mento della tossicodipendenza sono rimasti limitati in quanto anumero e a diversificazione dei meccanismi d’azione. D’altra parte, la documentata efficacia degli strumenti a disposizio-ne, ed il progresso delle conoscenze sulla neurobiologia del distur-bo fa sì che, in questo campo, non sia tanto l’esiguità dell’arma-mentario medico a limitare i risultati, quanto la filosofia del tratta-mento. In occasione di un congresso, al di là dell’aggiornamentotecnico, per cui forse esistono oggi canali più rapidi e funzionali, èimportante fare oggetto di discussione le questioni di strategia; inquesto modo può esser messa a punto una comune filosofia di trat-tamento che consente di creare un potenziale per gli strumenti giàa disposizione. La V conferenza Europad (European Opiate Addiction TreatmentAssociation), svoltasi a Oslo nello scorso maggio, si richiama, fin daltitolo, alla questione della filosofia del metodo, in linea con quella cheè la “missione” scientifica dell’associazione: “Maintenance Therapy.Evidence-Based Practice & Integrated Treatment Approaches”. La prima premessa importante consiste nella indicazione del tratta-mento di mantenimento come opzione principe nell’approccio alletossicodipendenze: indipendentemente dal tipo di strumento utiliz-zato, ciò che è stigmatizzato dal titolo è la necessità di mantenere irisultati ottenuti su un substrato di malattia che, per sua natura, man-tiene se stesso a lungo termine. Il concetto di guarigione clinica, e di cronicità della terapia, sonoacquisizioni teoriche cruciali per rendere un agente psicotropo,quale il metadone, la buprenorfina o il naltrexone, strumenti tera-peutici efficaci. Un secondo aspetto, a ponte tra la ricerca e la pratica clinica, è rap-presentato dal concetto di medicina evidence-based. Soprattutto in condizioni legate a doppio filo con un contesto cul-turale, aspettative, sistemi di giudizio e codici morali, è essenzialedefinire l’ambito dell’intervento medico, che in altri settori dellanostra professione è invece ben delineato e privo di ambiguità. Ilmedico delle tossicodipendenze si occupa della tossicodipendenza,come di una malattia, ed opera secondo una concezione scientificadel proprio intervento. In quest’ottica, la bontà dell’intervento non è basata sulla bontà del-l’intento di chi opera, né sulla ricchezza delle opzioni offerte; alcontrario, la bontà dell’intervento è rivelata dalla bontà dei risultatirispetto al benessere del paziente. L’evidenza rappresenta, nel sistema circolare del progresso scientifico,il punto di arrivo e di partenza della pratica clinica. Il processo di comprensione dei meccanismi patogenetici e tera-peutici passa, secondo una visione scientifica, attraverso l’applica-zione dei risultati della ricerca alla gestione del fenomeno, e la regi-strazione di come il fenomeno si comporta in risposta ai nostri inter-venti. Infine, elemento di congiunzione vero tra la pratica e la teo-ria dell’intervento, tra la strategia e la tattica, è la concezione dellafilosofia del trattamento come parte dell’evidenza, acquisizioneprincipe per un’auspicabile new age del trattamento della tossicodi-pendenza.

Così, anche la questione dell’integrazione del trattamento è affron-tata in maniera correttamente subordinata all’evidenza. L’umana e comprensibile preoccupazione circa la disponibilità diquanti più fronti possibili di intervento sul fenomeno addiction, nonpuò essere abbandonata alla bontà dei suoi intenti, pena il sacrificiodelle aspettative all’efficacia. Diversamente, l’integrazione, così come ogni altra ipotesi, devedivenire parte del sistema sperimentale da cui risulta, come respon-so, l’evidenza scientifica. La scelta della sede ha consentito, in particolare, di entrare in con-tatto con una realtà operativa, costituita dal Centro MARIO per lariabilitazione medicalmente assistita. L’esperienza di questo centro,esemplare rispetto allo spirito dell’attività di Europad, fornisce datioriginali per la rilettura dell’intervento riabilitativo in un’ottica evi-dence-based. Anche in questo caso, gli strumenti già disponibili,acquisiscono, attraverso l’evidenza un nuovo ruolo riabilitativo. La celebrazione della medicina scientifica attraverso le prove dellasua efficacia ha costituito, a nostro parere, il fine e il senso dell’in-contro di Oslo. La spinta verso la diffusione di un approccio scientifico e strategiconell’intervento sulle tossicodipendenze, è la traccia che dovrebbeavere lasciato nella coscienza medica di ciascuno. ✎

* PISA-SIA (Study and Intervention on Addictions) Group, Diparti-mento di Psichiatria NFB, Università di Pisa, membro EUROPAD** PISA-SIA (Study and Intervention on Addictions) Group, Diparti-mento di Psichiatria NFB, Università di Pisa, Presidente EUROPAD

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LETTERE/DIBATTITI

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Presentiamo l’Associazione Onlus Amarcord, di intervento nel campo alcologico, e l’Associazione no profit Forma Mentis, operante nel campo formativo, che hanno aderito a Fe Der Ser D nel maggio scorso con un Patto federativo ai sensi statutari

L’Associazione ha come finalità quella di fornire informazionisull’uso corretto di tali bevande, sulle problematiche ad esseconnesse e sui servizi territoriali che si occupano del tratta-mento delle patologie correlate. L’idea che potesse essere utilecreare un’Associazione come Amarcord è venuta inizialmen-te agli operatori del NOA di Sesto San Giovanni. Questi ultimil’hanno poi condivisa con alcuni pazienti, in fase di avanzatasobrietà, essendo convinti che la loro esperienza personalepotesse costituire un’efficace risorsa da mettere al servizio ditutti coloro che stanno affrontando, direttamente o indiretta-mente, un problema simile.

Le attività dell’Associazione si concretizzano in tre ambitidistinti:

Centralino Telefonico e Centro Ascolto. L’Associazione è unpunto di riferimento per tutti coloro che necessitano di infor-mazioni, sostegno e aiuto. Il Centralino Telefo-nico e il Centro Ascolto sono esclusivamente gestiti dai volon-tari provenienti da un’esperienza personale di dipendenza dabevande alcoliche. Costoro sono stati opportunamente forma-ti attraverso la partecipazione a corsi sulle tecniche di aiuto esulla gestione del colloquio telefonico.

Prevenzione. La prevenzione si sviluppa sia in modo miratocon l’organizzazione di mostre informative, incontri-seminaririvolti a gruppi di ragazzi che frequentano oratori, scuoleguida, scuole medie inferiori e superiori. Sia in modo genera-le, attraverso la partecipazione a feste e a manifestazioni cit-tadine.Con l’attività di prevenzione l’Associazione si pone sostanzial-mente la finalità di promuovere e diffondere una corretta cul-tura del bere.

Attività ricreative. Le attività ricreative sono di vario generee spaziano dell’organizzazione di corsi alla realizzazione digite e tornei. Queste iniziative risultano particolarmenteimportanti perché permettono di partecipare a momenti diincontro e divertimento alcol-free.

Sede Legale: c/o Studio Mancini, Via Giotto 3 - 20145 Milano Sede Operativa: Via G. Galilei 2 - 20093 Cologno M.se. - Tel.02/27303353Domiciliazione: Via Aselli 32 - 20133 Milano - Tel. 02/7385711Orari di apertura: Lun.-Mer. 18.30-22.30/Mar.-Giov.-Ven.18.30-20.30.

AMARCORDAssociazione Onlusin campo Alcologicowww.amarcord.info

Nel dicembre ’98 è nata Amarcord,Associazione ONLUS, uno spazio diversodai servizi specialistici, nel quale offrire unprimo contatto o sostegno a coloro che sonocoinvolti o interessati da una problematicadi abuso o dipendenza da bevande alcoliche

L’associazione è nata nel luglio 2001 e raccoglie professionistiche da tempo sono impegnati nel settore del disagio giovanile edella prevenzione delle dipendenze.Le attività proposte sono quelle di formazione alla prevenzio-ne, principalmente nelle istituzioni scolastiche e nell’educa-zione degli adulti con i Comuni. La prevenzione primaria e secondaria dei comportamenti didipendenza è un obiettivo specifico delle finalità statutarie emerita una convergenza di forze ed idee tra gruppi ed asso-ciazioni seri ed importanti. Presidente è Eugenio Rossi, docente universitario di sociolo-gia della devianza.

Sede operativa e recapito: Via Mazzin 29/A5 - 27012, Certosadi Pavia (PV)

FORMA MENTISAssociazione no profit per lo studioe la prevenzione del disagio evolutivoe dei comportamenti devianti giovanili

NOTIZIE IN BREVE

ACIDO GAMMA IDROSSIBUTIRRICO - (GHB)IN TABELLA IV

Con decreto del 28 marzo 2002, pubblicato sulla GazzettaUfficiale della Repubblica Italiana numero 87 del 13 aprile2002, dal titolo “Aggiornamento delle tabelle contenenti l’e-lenco delle sostanze stupefacenti e psicotrope di cui al decretodel Ministero della Sanità 27 luglio 1992, ed aggiornamentodegli elenchi delle specialità medicinali di cui al decreto delMinistro della Sanità, di concerto con il Ministro di Grazia eGiustizia 4 dicembre 1996” il Ministro della Salute, in colla-borazione con il Ministro della Giustizia, ha aggiunto allatabella IV l’Acido gamma – idrossibutirrico sale sodico –Alcover soluzione orale, eliminandolo dalla tabella I.Le motivazioni ricordate in decreto riportano alla decisioneassunta a Vienna nel marzo 2001 dalla Commissione dellesostanze narcotiche delle Nazioni Unite, nella sua quaranta-quattresima sessione, che ha ritenuto appunto di inserire l’a-cido gamma - idrossibutirrico (GHB) nella tabella IV dellaConvenzione sulle sostanze psicotrope del 1972.

Bene: qualche facilitazione ai medici e ai Servizi nell’utilizzodi questo farmaco importante nel trattamento dell’alcolismo.Si potrebbe anche dire: una collocazione tabellare più conso-na, come tanti operatori del settore avevano subito segnala-to quando avvenne l’inserimento in tabella I.

Fe Der Ser D e E.C.M.

Fe Der Ser D dal 19 giugno 2002 è registrata presso ilsito Educazione Continua in Medicina del Ministero dellaSalute.Questo ci consente da subito di organizzare e program-mare attività formative con accredito degli eventi.

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DALLE REGIONI

Campania

“Adolescenza, Dipendenzae Aggressività”Convegno di Fe Der Ser D ad Aversal’8 maggio 2002 in collaborazionecon la ASL Caserta 2 e il patrociniodella ASL Napoli 4, degli Ordinidei Medici di Caserta e degli Psicologidella Regione Campania

Una giornata di studio e di riflessione sulletematiche inerenti l’adolescenza e il disa-gio giovanile, le manifestazioni di allarme,fino alle situazioni di dipendenza. Gli interventi nella prevenzione, cura eriabilitazione.Il padrone di casa, Antonio d’Amore,nella splendida cornice del TeatroCimarosa, ha introdotto i lavori di frontead oltre 200 operatori del settore.Di fatto la prima iniziativa pubblica orga-nizzata direttamente da Fe Der Ser D, cheha voluto allargare gli ambiti preventivi diintervento partendo dalla presa in caricodegli adolescenti.La prima sessione dei lavori, moderata daStefano Vecchio, ha preso in esame gliaspetti della comunicazione con gli ado-lescenti nelle campagne informative, ledifficoltà della presa in carico, le nuovestrategie dei progetti preventivi.Alessandro Coacci, Tommaso Pagano eVincenzo Forcellino si sono cimentati suquesti aspetti.A Claudio Leonardi il compito di riassu-mere le recenti acquisizioni sulle “nuovedroghe”.La seconda sessione ha affrontato, con lerelazioni di Alfio Lucchini e Luigi Stella,gli ambiti di trattamento della comorbilitàpsichiatrica e il punto sui trattamenti far-macologici nella tossicodipendenza.Il coordinatore socio-sanitario della ASLCaserta 2, Angelo Righetti, aprendo laterza sessione, dedicata a moderni aspet-ti di studio e ricerca nella determinantiprecoci del disagio, ha allargato con mae-stria l’orizzonte di intervento, con infe-renze sul disagio mentale e la tutela dellasalute in genere. Gilberto Gerra ha polarizzato l’attenzionedel pubblico con la sua lettura sulla vul-nerabilità psico-biologica, ricca delle cer-tezze della ricerca e di sviluppi dallemolte suggestioni.Ha fatto da contraltare l’intervento diSimonetta Adamo, che dall’osservatoriodella ricerca universitaria ha tratteggiato ipercorsi psicologici propri della adole-scenza.

Lombardia

“A che servono i Ser.T?Un’esperienza da buttareo da rilanciare?”

Simpatica iniziativa a Milano, mercoledì29 maggio al Centro San Fedele, Saladella Trasfigurazione, organizzata dallaCasa Editrice FrancoAngeli per la presen-tazione del volume “La diagnosi neidisturbi da uso di sostanze” curato daAlfio Lucchini e della Collana editoriale“Clinica delle dipendenze e dei compor-tamenti di abuso”.Per superare i soliti cliche delle “presenta-zioni” si è pensato di “andare oltre” tito-lando l’iniziativa “A che servono i Ser.T?Un’esperienza da buttare o da rilanciare?”.Un bel tuffo nel reale, che ha richiamatoun centinaio di operatori a discutere conRiccardo Gatti, Gian Paolo Guelfi,Alessandro Coacci e Alfio Lucchini.In evidenza i mutamenti dei fenomeni diabuso e consumo, le capacità di cambia-mento del mercato della droga, le rispostedello Stato e l’azione dei Servizi.Ci si è allora domandati perché sminuireo “colpevolizzare” i Ser.T e la loro espe-rienza maturata in questi anni.Per i presenti non vi è da stupirsi se iltema droga sia parte dello scontro politi-co, ma è utile riaffermare la mission deiservizi, basata sulla prevenzione e curadelle dipendenze con una pluralità diinterventi e una corretta integrazione evalorizzazione delle esperienze. Gli operatori devono curare gli aspetti pro-fessionali e scientifici, la capacità di studia-re, di approfondire, di cercare il confronto.Il Presidente Fe Der Ser D AlessandroCoacci si è soffermato sui rapporti tra dipen-denze e psichiatria, insistendo sulla neces-sità di un ambito autonomo per il settore. Il Presidente SITD Gian Paolo Guelfi haaffrontato temi quali la diagnosi e lasupervisione come centrali per un buonintervento sull’utenza.Riccardo Gatti e Alfio Lucchini, contandoanche sugli interventi di Don ChinoPezzoli, Presidente dell’Associa-zione Promozione Umana e membrodell’Osservatorio nazionale sulleTossicodipendenze e di Claudia Andreoli,della Regione Lombardia, hanno duettatosui temi della integrazione pubblico-pri-vato e in particolare sul sistema di inter-vento futuro.Si può affermare che il titolo un po’preoccupante ha incontrato una plateaper niente dimessa, assai viva e vogliosadi continuare ad operare nei Ser.T e nellestrutture riabilitative.

Abuso alcolico in adolescenti e giovaniadulti. Patologia somatopsichica e prospettiveterapeuticheComplesso il tema del Convegno che Fe DerSer D, ALT Onlus e Amarcord Onlus hannoorganizzato presso il Centro CongressiEUREKA a Milano il 12 giugno scorso.La relazione magistrale introduttiva diGustavo Pietropolli Charmet ha ribaditola necessità del lavoro sul disagio menta-le giovanile, sia nella dimensione indivi-duale che gruppale. Lo sfumato orizzonte di autonomia checaratterizza lo sviluppo adolescenziale, traregole e fragilità, tra rilevanza del gruppo ebisogni individuali,ha fatto da sfondo, nellosnodarsi della relazione, all’apparire dellesostanze nei percorsi giovanili e al loroincontro con le problematiche depressive.Alcol e “nuove droghe” sono i capostipitidi queste sperimentazioni.La tavola rotonda successiva, dal titolo”Le determinanti della scelta della sostan-za: effetti e interazioni neuro- biologiche,psicopatologia, ambiente, costituzione,problematiche esistenziali”, ha ricordatomomenti ed esperienze care agli organiz-zatori del Convegno.Per il moderatore Alfio Lucchini non è statosemplice dare un senso unitario alle rela-zioni di Giorgio Barbarini, che ha corretta-mente ricordato come l’alcol agisce sulnostro corpo e quindi quali patologiedetermina, di Giorgio Capuani, che par-lando di alcol e psiconeuroendocrinologiaha introdotto una concezione di medicinafunzionale affascinante ma forse da assor-bire a dosi “omeopatiche”, infine diGiorgio Cerizza, che ha dato calore all’au-la con il suo tipico modo di procedere “fullimmersion” nel tema alcol. La tavola rotonda del pomeriggio, dal titolo”Inquadramento diagnostico e prospettiveterapeutiche; la famiglia e il gruppo”, è stataintrodotta da Biagio Sanfilippo, che ha pre-sentato una ricerca, coordinata da ALT Onlus,che di seguito si riporta in sintesi, e ha visto lapresentazione di una serie interessante diesperienze territoriali regionali di diagnosi eterapia, da quella di Antonio Mosti, a quelladi Cosetta Greco, infine di Ezio Manzato. Bisogna dire che ha colpito l’unitarietà diazione in questi diversi contesti.Lo spazio di azione a favore del clientecon problemi di alcoldipendenza e primaancora con il giovane abusatore o consu-matore incongruo esiste a livello deiServizi territoriali, e si può pensare chesia questo che i 120 partecipanti alla gior-nata di studio abbiano potuto riportarenella loro attività quotidiana.

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PremessaLa pratica clinica del trattamento dell’abuso e della dipendenza daalcol ci ha permesso di rilevare nel corso di questi ultimi anni chei pazienti afferenti ai servizi alcologici presentano caratteristichesignificativamente diverse rispetto al passato. Questa nuova tipologia di utenza, si è notato, richiede, sempre piùfrequentemente, una rideterminazione degli obiettivi sia delServizio che del singolo operatore su più dimensioni (saperescientifico delle singole professionalità, organizzazione delServizio, posizione strategica del Servizio nell’universo deiServizi). Anche nel nostro ambito il lavoro non è “a norma”, predetermi-nato, ma anzi richiede una soluzione diversa per ogni caso,soprattutto quando, come oggi, i bisogni e le necessità a cui darerisposte terapeutiche efficaci presentano un’elevata variabilità ecomplessità e richiedono altrettante specializzazioni.L’approccio multifattoriale (bio-psico-sociale) nel porre diagnosidi Disturbo da uso di sostanze in genere, infatti, richiede un costantemonitoraggio di quelle che sono le necessità concrete dell’utenza e unadeguamento degli strumenti terapeutico-riabilitativi a disposizionedegli operatori.Il lavoro di ricerca avviato cinque mesi or sono si propone di inda-gare entrambi questi due aspetti attraverso una puntuale definizio-ne della tipologia dell’utenza che afferisce ai Servizi alcologici evalutando la congruità dei trattamenti.

La Ricerca

MetodologiaLo studio include quatto NOA (Nuclei Operativi Alcoldipendenze,strutture afferenti ai Dipartimenti delle Dipendenze, in Lombardia),e analizza tutti i nuovi utenti (oltre 700) presentatisi nel periodo01.01.1995-31.12.1998 con end point del follow up al 31.12.2000.MaterialeSi utilizza una scheda di rilevazione delle caratteristiche degliutenti e del loro follow up, dove oltre ai dati socio-anagrafici siraccolgono la diagnosi alcologica e psicopatologica secondo i cri-teri del DSM IV, le patologie organiche alcol-correlate, la modalitàdi presentazione, l’inizio e la durata del trattamento e infine il fol-low up trimestrale dalla presa in carico con annotati gli specificitrattamenti.

Obiettivi • rilevare, attraverso un’analisi descrittiva dei dati, le caratteristi-

che dell’utenza per valutare se e come cambia la tipologia diquesti pazienti;

• rilevare, sulla base di un modello logistico multivariato, ledeterminanti del rischio di abbandono a breve termine;

• valutare, attraverso l’analisi della sopravvivenza (stimatore diKaplan Meier), l’esito del trattamento per quei soggetti che hannoaderito al progetto terapeutico-riabilitativo proposto e/o concorda-to, in particolare evidenziando quelle variabili che sono risultatefortemente penalizzanti in termini di probabilità di adesione al

programma (i predittori dell’insuccesso ossia dell’abbandono deltrattamento);

• individuare i rischi relativi di uscire dal trattamento, ottenutisulla base del modello di regressione Cox.

Risultati preliminari della ricercaI dati che qui riportiamo riguardano l’analisi preliminare di tutta lapopolazione osservata (oltre 700 casi) relativa a quattro servizi.

Caratteristiche dell’utenzaIl profilo medio è di un individuo di circa 44 anni (più giovani gliuomini rispetto alle donne), di sesso maschile (76%), coniugato(50%), con titolo di studio di licenza media inferiore (48%) e conoccupazione stabile (54%). I pazienti giungono alla nostra osser-vazione nel 70% dei casi con una o più esperienze di trattamentopregresse (frequenti ricoveri), sono inviati da altri Servizi nel 55%dei casi e si presentano o soli o accompagnati da un familiare inugual misura.Presentano solo patologie organiche 16%, solo patologia psichia-trica 36%, entrambe 29%, nessuna nel 19%. Per quanto riguardagli altri comportamenti di abuso emerge che il 25% dei pazientipresenta all’ingresso nel Servizio una pregressa condizione dipoliabuso di sostanze legali e/o illegali e il 17% una condizionedi poliabuso attuale; questi ultimi hanno una età media di 31 anni.Infine il 20% dei pazienti presenta una condizione di poliabusoassociata a patologia psichiatrica. Per quanto concerne la diagnosi alcologica secondo i criteri delDSM IV abbiamo questo quadro: 21% abuso, 5% dipendenza lieve,22% dipendenza moderata, 48% dipendenza grave e 4% dipen-denza in remissione.

Esito del trattamentoLa durata media dei trattamenti si attesta intorno agli 11 mesi. Un quinto circa dei pazienti viene perso di vista dopo pochi con-tatti, il restante 80% inizia un trattamento; di questi ultimi il 40%conclude con successo il trattamento (sobrietà e in qualche casouso moderato di alcolici), il 40% interrompe e il restante 20% ècostituito dai trasferiti, deceduti o ancora in trattamento al31.12.2000.Dall’analisi preliminare dei dati fin qui elaborati si osserva che laprobabilità di insuccesso per i pazienti in trattamento è molto ele-vata nei primi 6/8 mesi di presa in carico, d’altro canto la possibi-lità di successo, trascorsi 12 mesi, è di circa l’80%.Abbiamo rilevato infine che l’andamento della probabilità di ade-sione al trattamento è in stretta correlazione con la tipologia deipazienti soprattutto per quanto concerne alcune variabili come lacomorbilità psichiatrica e il poliabuso.Queste sono considerazioni preliminari a una prima lettura delmateriale che stiamo raccogliendo che consentirà una analisi piùapprofondita e articolata attraverso la correlazione delle diversevariabili osservate oggetto della presente indagine. ✎

Per chi fosse interessato a maggiori informazioni o a partecipare a sviluppidel lavoro, telefonare al dott. Biagio Sanfilippo, tel. 02.24982472, e-mail:[email protected] Congresso Nazionale di Fe Der Ser D verranno presentati i dati defini-tivi della ricerca.

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CONTRIBUTI SCIENTIFICI/RICERCHE

La ricerca presentata

Alcol, alcolismi: cosa cambia? Tipologia e analisidella sopravvivenza di pazienti in trattamentoBiagio Sanfilippo*

* Psicologo, responsabile NOA ASL Milano 3 - Sesto S. Giovanni,Direttivo ALT ONLUS

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ORGANIZZAZIONE

Assemblea Nazionale di Fe Der Ser DIl 26 giugno a Roma si è tenuta l’Assem-blea nazionale di Fe Der Ser D.Il presidente Alessandro Coacci ha traccia-to in apertura un primo lusinghiero bilan-cio dei 6 mesi di vita della Federazione.Costante è stata la presenza di Fe Der SerD in ogni iniziativa significativa a livellonazionale; ottimo il contributo a livelliistituzionale dei delegati regionali; attiva,ma da migliorare, la capacità di interven-to nel dibattito culturale e di tendenza.Le due iniziative pubbliche di Aversa e diMilano sono state significative, come lapartecipazione alle giornate interregiona-li di Perugia e la presenza a momentisignificativi, come la giornata internazio-nale di prevenzione sull’Alcol.Positiva la conclusione, con la sigla delregolamento, del processo costitutivodella Consulta delle Associazioni profes-sionali e scientifiche del settore.Significativa l’uscita del trimestraleMission, a cui bisogna prontamenteaffiancare un sito internet.Il presidente si è soffermato sulle caratte-ristiche della Federazione, prendendospunto dall’eccezionale ritmo di adesionisingole e federative.Fe Der Ser D è la federazione degli ope-ratori/professionisti del pubblico e del pri-vato sociale, di chi insomma vuole man-tenere una alta professionalità nel settore.È evidente che il fulcro della Federazione è

composto dagli operatori pubblici, e che inprimis a questi la Federazione ha facilità dirivolgersi, ma il concetto di pubblico a cuici rifacciamo è quello ben illustrato dalnostro consigliere nazionale Maurizio Feanel primo numero di Mission.Alla relazione del presidente ha fattoseguito un breve dibattito che sostanzial-mente ha confermato la tranquillità,serietà e apertura al confronto con cui FeDer Ser D si sta affermando.Nel corso della riunione, oltre ad appro-vare il programma definitivo del Congres-so nazionale di Cernobbio, sono statinominati altri 5 membri del direttivonazionale, e in particolare:Ezio Manzato - VenetoEdoardo Polidori - Emilia RomagnaMaurizio D’Orsi - CampaniaPietro Fausto D’Egidio - AbruzzoRoberto Cataldini - Puglia Colleghi assai noti che sicuramente con-tribuiranno allo sviluppo culturale, scien-tifico e organizzativo della Federazione.

Su proposta del vicepresidente e coordi-natore del comitato scientifico BernardoGrande è stato formalizzato il primonucleo del comitato scientifico, con:Gilberto Gerra - Emilia RomagnaVincenzo Marino - LombardiaRoberto Calabria - CalabriaL’assemblea ha accettato, ai sensi statuta-ri, i Patti federativi con:Network Europeo ECCASNetwork Europeo EURIDICEAssociazione no profit FORMA MENTISAssociazione Onlus AMARCORDSu proposta del segretario Alfio Lucchini edel tesoriere Luciana Bacci sono stati appro-vati all’unanimità lo stato patrimoniale al31.12.2001 e il bilancio preventivo 2002.Con entusiasmo sono stati ammessi 278soci ordinari, a seguito dell’esame dellerichieste di iscrizione 2002 già pervenutealla Federazione.L’assemblea ha posto un obiettivo di 600adesioni per il 2002 e ha definito alcunelinee di programmazione per il 2003 rispet-to ad iniziative formative e scientifiche.

Direttivo NazionaleAlessandro Coacci (Presidente),Bernardo Grande (Vicepresidente),Alfio Lucchini (Segretario esecutivo), Luciana Bacci (Tesoriere)Roberto Cataldini, Antonio d’Amore,Pietro Fausto D’Egidio, Maurizio D’Orsi,Maurizio Fea, Guido Faillace, Claudio Leonardi,Ezio Manzato, Norberto Pentiricci,Edoardo Polidori, Giorgio Serio

Comitato Scientifico NazionaleBernardo Grande (coordinatore), Gilberto Gerra, Vincenzo Marino, Roberto Calabria

Sede legale: Viale Europa n. 11/B, 58100, Grosseto

COGNOME ______________________________________ NOME ______________________________NATO A ___________________________________________________________ IL ________________INDIRIZZO (personale) ________________________________________________________________CITTA’ ___________________ PROVINCIA ______ CAP __________ REGIONE ________________PROFESSIONE _______________________________________________________________________INDIRIZZO (lavorativo) ________________________________________________________________TEL. _______________________ FAX ____________________ CELL. __________________________E- MAIL ______________________________________________________________________________Chiedo: di essere iscritto in qualità di “Socio Ordinario” alla Federazione Italiana degli Operatori deiDipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze (Fe Der Ser D)______________________ lì _____ / _____/2002 Firma ____________________________________

Versamento quota associativa di € 45,00 (laureati) € 25,00 (non laureati)Estremi ricevuta versamento _____________________________________________________________

Parere del Segretario Esecutivo ❒ Favorevole ❒ Sfavorevole Firma _________________________Visto per approvazione: Il Presidente _____________________________________________________

ANNO 2002- RICHIESTA DI ISCRIZIONE IN QUALITA’ DI “SOCIO ORDINARIO”

RICHIESTA DI ISCRIZIONE IN QUALITÀ DI “SOCIO ORDINARIO”

Il versamento della quota associativa, pari a € 45,00 per i laureati e a € 25,00 per i non laureati, si può effettuaretramite:❒ versamento sul Conto Corrente Bancario n. 4196.06 intestato a FeDerSerD presso Monte dei Paschi di SienaFiliale 2703, Grosseto - Agenzia n. 1 - Via Monte Rosa, n. 80 ABI 1030 CAB 14397❒ versamento diretto ai referenti regionali con rilascio di ricevutaAlla scheda di iscrizione il richiedente dovrà allegare il proprio “Curriculum Vitae” datato e firmato. Il Presidente pro-cederà al rilascio della Tessera, che darà testimonianza dell’accoglimento dell’istanza di iscrizione all’associazione inqualità di Socio Ordinario.

Sped. abb. post. - 45% - art. 2, comma 20/b, Legge 662/96 - Filiale di Milano. - Franco Angeli srl, viale Monza 106, 20127 MilanoIn caso di mancato recapito inviare all’Ufficio di Milano CMP Roserio detentore del conto per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa

2/2002•Mission...............................................................................................................................................................................................24

NOTIZIE IN BREVE

Corso di management - Fe Der Ser D intende organizzare nel corso del 2003 un Corsosuperiore di management sanitario, rivolto a Direttori di Dipartimento o di Ser.T. Èintenzione collegare questa opportunità alle realtà regionali, sia per valorizzare le speci-ficità sia per gli opportuni riconoscimenti della iniziativa. L’iniziativa verrà presentata alCongresso Nazionale Fe Der Ser D di Cernobbio, dal 17 al 19 ottobre.