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2 dossier L’ultimo guerriero longobardo ritrovato a Stabio TI Dalla scoperta al laboratorio di restauro: una prima sintesi dei risultati _Rossana Cardani Vergani, Heidi Amrein, Valentin Boissonnas 18 bibracte L’oppidum de Bibracte (Bourgogne, France) et les fouilles de l’Université de Lausanne _Thierry Luginbühl et François Meylan 27 frühmittelalter Das Frühmittelalter in der Region Baar ZG: neue Entdeckungen – spannende Fragen _Stefan Hochuli und Katharina Müller 36 microstoria Braccialetti dal Canton Ticino: una microstoria _Fulvia Butti Ronchetti 41 rubriques actualités forum _Michel Fuchs rekonstruktion _Antoinette Rast-Eicher bücher – livres – libri agenda 1 édito - sommaire s o m m a i r e as. 2003.3_01.xp5 2/06/04 10:14 Page 1

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2 dossier L’ultimo guerriero longobardo ritrovato a Stabio TIDalla scoperta al laboratorio di restauro: una prima sintesi dei risultati

_Rossana Cardani Vergani, Heidi Amrein, Valentin Boissonnas

18 bibracte L’oppidum de Bibracte (Bourgogne, France) et les fouilles de l’Université de Lausanne_Thierry Luginbühl et François Meylan

27 frühmittelalter Das Frühmittelalter in der Region Baar ZG:neue Entdeckungen – spannende Fragen_Stefan Hochuli und Katharina Müller

36 microstoria Braccialetti dal Canton Ticino: una microstoria_Fulvia Butti Ronchetti

41 rubriques

actualités

forum _Michel Fuchs

rekonstruktion _Antoinette Rast-Eicher

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Stabio e il suo patrimonio archeologico

Un arco di colline boscose a meridione e a occi-dente chiudono la pianura del Mendrisiotto.All'interno di queste colline si trova Stabio, uncomune di 612 ettari posto a 364 metri sul livellodel mare.I ritrovamenti archeologici a Stabio e nelle imme-diate vicinanze (Ligornetto), in particolare le stelecon le iscrizioni in alfabeto nordetrusco, permet-tono di affermare che sull'attuale territorio delcomune vi era un insediamento abitato stabil-mente, già in epoca preromana. Proprio per l'e-poca preromana è da segnalare che – adeccezione delle due tombe a cremazione scavatenel 1937 da Christoph Simonett, tutte le altretestimonianze note sono state messe alla luce nelcorso dell'Ottocento.

Nel corso dell'estate del 1999, l'Ufficio dei BeniCulturali del Cantone Ticino ha riportato alla lucenel comune di Stabio una necropoli di età longo-barda. Fra le varie sepolture se ne è ritrovata una

– riferibile ad un uomo di alto rango –, che èstata asportata a blocchi, vista la fragilità dei

reperti. Il lavoro di microscavo e di restauro inlaboratorio ha riconsegnato utensili in metallo,decorazioni di cintura ageminate, armi di vario

tipo, un frammento di croce d'oro e interessantiresti di materiale organico.

L’ultimo guerriero longobardo ritrovato a Stabio TIDalla scoperta al laboratorio di restauro: una prima sintesi dei risultati

_Rossana Cardani Vergani, Heidi Amrein, Valentin Boissonnas

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Le evidenze archeologiche finora conosciute deli-neano un'immagine importante per la località SanPietro di Stabio: essa costituiva un punto centralenegli scambi fra le popolazioni degli Insubri e degliOrobi, stanziati nella vicina pianura, e quella deiLeponti, insediati nelle valli alpine.Stabio, le cui necropoli – ricche di reperti signifi-cativi –, coprono un arco cronologico ampio,compreso fra I secolo d.C. e l'età longobarda,costituisce dunque – insieme al Vicus di Muralto– un ottimo punto di partenza per lo studio dei primisecoli della storia dell'attuale Cantone Ticino. Lecomunità della zona si dedicavano principalmentead attività agricole e pastorali, come dimostrano inumerosi attrezzi deposti nei corredi delle tombe,benché una parte di popolazione dovesse appar-tenere ad un ceto agiato, come dimostrano la villadi epoca romana ritrovata nel 1937 a San Pietro(Fondo Realini) o i corredi delle tombe longobarde,oggetto di questa presentazione.Un certo benessere a Stabio è testimoniato ancheda altri ritrovamenti di epoca romana. Tra questi lastele sepolcrale finemente decorata, dedicata daCaius Virius Verus ai suoi due figli morti in giovaneetà nel I secolo d.C. Verus era un notabile prove-niente da Milano; appartenente alla tribù Oufentina,ricopriva cariche amministrative varie.Appartenenti a ville (non identificate) di personaggidi rango sono pure il frammento di una statua inmarmo raffigurante una divinità della caccia o sil-vestre e il vaso in marmo decorato da teste di satiriritrovato vicino alla chiesa di San Pietro. La conoscenza della Stabio medievale ha comin-ciato a delinearsi concretamente nella prima metàdell'Ottocento, epoca in cui sono stati riportati allaluce i primi reperti archeologici da riferire all'etàlongobarda.Al periodo compreso fra il 1833 e il 1838 è infattida attribuire il ritrovamento dello scudo da paratae della croce d'oro, i cui originali sono conservatipresso il Museo storico di Berna e il Museo nazio-nale svizzero di Zurigo.Lo scudo è ornato da placche in bronzo doratodecorate, sagomate a raffigurare elementi fito-morfi, l'albero della vita, un cantharos figure animali

Fig. 2Carta del Cantone Ticino.Ritrovamenti di epoca longobarda.

Karte des Kantons Tessin mit denFundstellen aus langobardischerZeit.

Carte du canton du Tessin. Lesdécouvertes d’époque lombarde.

Fig. 1Due guarnizioni di cintura (puntale e linguetta) ageminate, solo parzialmente ripulite. Sulla loro superficie si è conservato unframmento di tessuto di lino. Lesplendide decorazioni ad agemina in argento eseguite sulle guarnizionisono visibili grazie a una radiografia.

Zwei tauschierte Beschläge(Riemenbeschlag und Riemenzunge)vom Leibgurt, die nur teilweise freige-legt wurden. Auf ihrer Oberfläche istein Leinengewebe erhalten geblie-ben. Die wunderschönen Silber-tauschierungen auf den Beschlägenkönnen dank einer Röntgenaufnahmesichtbar gemacht werden.

Deux garnitures de ceinture damasquinées, partiellement nettoyées. Sur leur surface est conservé un fragment de tissu enlin. Les splendides décors exécutéssur les garnitures de ceinture pardamasquinage d’argent ont pu êtreconnus grâce à une radiographie.

e umane: un cavaliere e un leoncino/cane ram-pante che guarda all'indietro. La ricomposizionedella disposizione delle placche sul disco delloscudo proposta nel 1943 dallo Tschumi è validaancora oggi.La croce aurea equilatera può essere considerataun unicum, non solo a livello ticinese. E' decorataa sbalzo da volute vegetali speculari e simmetri-che, poste all'estremità dei bracci, dalle quali sisviluppano girali vegetali contenenti animali fan-tastici, mentre nel tondo centrale si è supposta laraffigurazione di un leone o di un agnello. Scudoe croce aurea permettono di datare le sepolturea cui appartenevano al secondo trentennio del VIIsecolo.Nel 1937 grazie all'ampia campagna di sondaggie scavi condotta dal Simonett si sono ritrovateparti delle fondamenta dell'antico oratorio diSant'Abbondio e della necropoli ad esso adia-cente, testimoniando così la devozione dei primicristiani che ambivano essere sepolti se non all'in-

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terno, almeno all'ombra dell'edificio di culto.Sempre il Simonett – indagando nei pressi dellachiesa di Santa Margherita – ha ritrovato unatomba molto semplice nella tipologia, il che inducead ipotizzarla in un'epoca leggermente posteriorerispetto a quelle del Sant'Abbondio.Una svolta decisiva per la conoscenza dell'alto-medioevo a Stabio venne data dalla ricerca con-dotta nel 1973 nella chiesa dei Santi Pietro e Luciadall'allora Ufficio cantonale dei Monumenti storicidi Bellinzona. Nell'area antistante il primitivo edifi-cio di culto – databile al VII secolo – sono statemesse in luce due sepolture a pianta rettangolare,parallele all'asse della navata.La prima tomba era integra, mentre la seconda erapriva della parte inferiore. In entrambi i casi l'ar-chitettura della tomba è d'impianto rettangolare,con fondo lastricato e muretti in elevazione. Imateriali costruttivi possono essere definiti misti,vista la presenza del cotto. La copertura era garan-tita da lastroni in pietra. Il corredo della prima

tomba era composto da scramasax, puntale delfodero con chiodini e borchiette ornamentali inbronzo, due staffe a ponticello, un coltellino, la cin-tura ornata di guarnizioni multiple in ferro, unacciarino e la relativa selce.Per quanto attiene il rituale funerario, la testimo-nianza del San Pietro di Stabio è molto interes-sante. Il defunto supino con le braccia ripiegatesull'addome era accompagnato da un corredocomposto di oggetti relativi all'equipaggiamentomilitare, in parte deposti accanto al corpo e inparte indossati. Le armi sono limitate allo scra-masax (mancano infatti la spada e la lancia), chegiaceva lungo il braccio sinistro con la punta voltaverso l'alto.Allo stato attuale delle conoscenze si può supporreche il corpo fosse stato vestito solo con quegliaccessori ad alto valore simbolico, accettati dallatradizione cristiana. Pertanto lo scramasax, cheriporta al mondo guerriero, sarebbe sì statodeposto con valore di status, ma capovolto e per-

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Fig. 3Il comune di Stabio. Piano generaledei ritrovamenti.

Fundstellenplan der GemeindeStabio.

La commune de Stabio. Plan généraldes découvertes.

Fig. 4La croce d'oro scoperta nell’Ottocentoed ora conservata al Museo nazionalesvizzero di Zurigo.

Das im 19. Jahrhundert gefundeneGoldblattkreuz wird heute imSchweizerischen Landesmuseum in Zürich aufbewahrt.

La croix en or découverte au 19e siè-cle, actuellement conservée auMusée national suisse, à Zurich.

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ciò reso inutilizzabile. In una borsa di cuoio – postaaccanto al torace a destra del corpo – erano rac-colti l'acciarino e la pietra focaia. L'acciarino puòavere un significato apotropaico e rituale legato alleesigenze dell'ultimo viaggio.Per quanto riguarda il defunto, si suppone undevoto di rango, un benefattore della chiesa,sepolto – forse – accanto ad un familiare, la cuitomba era priva di corredo.

Lo scavo dell'ultimo guerriero

L'ultimo importante ritrovamento da riferire all'e-poca longobarda lo si è avuto nel giugno del 1999,quando in un sedime libero di circa 330 mq – inlocalità Barico – l'Ufficio dei Beni culturali diBellinzona ha scavato sei tombe, orientate est-ovest e disposte secondo uno schema vaga-mente a raggera.Dell'intero complesso – per lo più sconvolto nellaparte superiore da lavori agricoli – si è rilevata par-ticolarmente interessante la tomba numero 3,appartenente ad un guerriero, come ha subitofatto ipotizzare il corredo. Ritrovata intatta (dimen-sioni interne metri 2.50 x 0.90, profondità metri0.80), essa era costruita con lastroni lavorati digranito, posati a coltello, ed era chiusa da uncoperchio formato da quattro lastroni non lavo-rati; sul fondo, due pietre piatte posate alle estre-mità, fungevano da appoggio per l'inumato. Sulfondo – coperto da circa cm 4-6 di argilla pura,portata da infiltrazione – sono stati subito localiz-zati oggetti in metallo.Già le prime osservazioni sul posto – confermatepoi da una serie di radiografie – hanno permessodi constatare che la sepoltura – priva dello sche-letro – conservava una lancia, una spada, una fib-bia di cintura, un umbone di scudo. Il recuperodella tomba – avvenuto in tempi brevi e con con-dizioni metereologiche avverse – ha richiesto l'aspor-tazione del materiale a blocchi, immediatamenteconsolidati nel gesso.La storia di Stabio, letta attraverso le testimo-nianze archeologiche, è continuata anche dopo

questo importante rinvenimento. Nel febbraiodello scorso anno circa 60 metri più a nord dellanecropoli del 1999 sono stati trovati i resti di unasepoltura, quasi totalmente distrutta da interventiagricoli. Di questa si è tuttavia potuta rilevare latipologia costruttiva identica a quelle del 1999,benché i materiali usati fossero tegoloni per ilfondo e sassi frammisti a cotto per le pareti.L'inizio dell'anno in corso è coinciso con la «rivi-sitazione» di due degli scavi Simonett degli AnniTrenta. In località Vignetto, lavori agricoli hannorichiesto uno spostamento di terreno su unasuperficie di circa 50 mq. Questo ha permesso diriportare alla luce materiale sparso, non in posi-zione (sospensurae, resti di tegoloni, piccoli fram-

Fig. 5Tomba con corredo, scoperta nel1973. Nel disegno sono evidenziati ireperti.

Das 1973 entdeckte Grab mit denBeigaben. Auf der Zeichnung sinddie Funde eingetragen.

La tombe découverte en 1973, avec le mobilier funéraire mis en évidence sur le dessin.

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Fig. 6Scavo del 1999. La tomba almomento del ritrovamento e latomba aperta.

Grabung 1999. Das Grab bei derEntdeckung und nach dem Öffnen.

Fouille de 1999. La tombe aumoment de la découverte et aprèsson ouverture.

menti di ceramica), chiara testimonianza di unapresenza di insediamento distrutto, nei pressidella necropoli identificata dal Simonett.Nelle scorse settimane infine, lavori legati alla cor-rezione del canale Gurungun, hanno riportato allaluce nel prato antistante la chiesa di San Pietro,rispettivamente confinante con il Fondo Realini,strutture in muratura riferibili all'epoca romana, cheinducono ad ipotizzare canali (uno già localizzato

nel 1937), caratterizzati da fondo in tegoloni epareti in sasso, e una vasca – rivestita in maltaidraulica –, che si suppone utilizzata per convo-gliare acqua alla villa.Stabio dunque rappresenta un importante tasselloper l'archeologia romana e medievale del CantoneTicino. Un tassello, che speriamo possa venireulteriormente approfondito in occasione di pros-sime ricerche sul terreno.

Prelevamento del corredo tombale

In occasione di scavi d’emergenza, spesso mancail tempo di scavare correttamente sul posto (in situ)sepolture contenenti ricchi corredi, di documentarleed assicurare la salvaguardia dei reperti. Di con-seguenza, tombe di questo genere vengonosovente prelevate in blocco e quindi trasportate inlaboratorio, dove i reperti vengono liberati in con-dizioni migliori e con maggior tranquillità per poiessere documentati adeguatamente.A Stabio non è stato possibile procedere in que-sto modo a causa del volume e del peso dellatomba rivestita di lastre di pietra e del poco tempodisponibile. La sepoltura è perciò stata scavata insuperficie in situ e tutti i conglomerati di oggettisono stati prelevati in blocco con la terra che liricopriva. Complessivamente sono stati recuperatinove blocchi, consolidati con una pellicola di polie-tilene e fasciature in gesso e poi congelati. In talicondizioni si è potuto impedire temporaneamenteun’ulteriore disgregazione ed essiccazione deglioggetti fino agli interventi di conservazione.

Condizioni di conservazione della tomba

Il suolo acido di Stabio ha avuto effetti negativi sullaconservazione del corredo tombale. In ambienteacido i metalli si corrodono molto più rapidamenteche non in suoli basici, come per esempio quellicalcarei della catena giurassiana. Le ossa sidecompongono altrettanto rapidamente, tant’è chea Stabio non si sono rinvenuti resti di scheletri.

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Fig. 7La tomba con corredo, scoperta nel 1999.Nel disegno sono evidenziati i reperti trovati nei nove blocchi in gesso prelevatisullo scavo. Elenco dei reperti prelevati:1 Punta di lancia.2 Cesoie, coltello, frammento di croce inlamina d’oro, frammenti di pettine. Traccedi legno appartenente ad una probabilecassetta.3 Elementi della cintura, coltellino.4 Spada a doppio taglio (spatha), spadacorta a un taglio (scramasax) elementi della tracolla e della cintura.5 Elementi della cintura.6 Umbone dello scudo.7 Gancio dell’impugnatura dello scudo.8 Ribattino dell’umbone.9 Sperone e linguette.

Das 1999 entdeckte Grab mit denBeigaben. Auf der Zeichnung sind dieFunde in den neun auf der Grabung geborgenen Gipsblöcken eingezeichnet.Verzeichnis der Funde:1 Lanzenspitze.2 Schere, Messer, Fragment einesGoldblattkreuzes, Fragmente von einemKamm. Spuren eines vermutlichenHolzkästchens.3 Teile des Leibgurtes, Messerchen.4 Zweischneidiges Schwert (spatha),einschneidiges Kurzschwert (scramasax),Teile des Wehrgehänges und des Gürtels.5 Gürtelteile.6 Schildbuckel.7 Griff des Schildbuckels.8 Bronzeniete des Schildbuckels.9 Sporn und Riemenzungen.

La tombe découverte en 1999 avec lemobilier funéraire. Le matériel, prélevé surla fouille dans neuf blocs de plâtre, est misen évidence sur le dessin. Description desdécouvertes : 1 Pointe de lance.2 Ciseaux, couteau, fragment d’une croixen or, fragments d’un peigne. Restes debois se rapportant probablement à unecaissette.3 Eléments de ceinture, petit couteau.4 Epée à deux tranchants (spatha), épéecourte à un tranchant (scramasax), élé-ments de bandoulière et de ceinture. 5 Eléments de ceinture.6 Umbo de bouclier.7 Poignée du bouclier.8 Rivet en bronze de l’umbo du bouclier.9 Eperon et ferrets.

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ralizzazione del ferro e delle leghe di rame, l’ul-timo elemento a corrodersi è l’argento. La velo-cità dei processi di ossidazione dipendedall’acidità del suolo, dal suo tasso d’umidità esoprattutto dalla quantità di ossigeno che con-tiene. Gli stessi oggetti possono così presentarecondizioni di conservazione differenti a secondadell’ambiente circostante.La maggior parte degli oggetti in ferro rinvenutinella tomba maschile sono completamente mine-ralizzati e di essi non rimangono che i prodottidella corrosione. Quest’ultimi presentano peròancora la forma originale degli oggetti conser-vando molti particolari della superficie sotto spessistrati di corrosione. Vista l’assenza totale di alcunioggetti di piccole dimensioni, bisogna supporreche questi si siano completamente dissolti nel-l’arco di 1200 anni.

Frammenti di resti organici

I materiali organici si conservano molto male neisuoli acidi e contenenti ossigeno, eccezion fattaper i resti che si trovano a contatto diretto conoggetti in ferro. Con il rapido inizio del processodi corrosione del metallo gli ioni di ferro si insediano

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Fig. 8Tre guarnizioni di cintura ageminate,rinvenute una accanto all’altra. Leloro condizioni di conservazionevariano considerevolmente. A sinistraun elemento ben conservato conferro mineralizzato (marrone), ottone(verde), nonché argento non corroso.Nel centro il processo di corrosione èulteriormente avanzato e l’argento ègià corroso (nero). A destra un ele-mento nel quale l’ottone e l’argento sisono completamente dissolti.

Drei tauschierte Riemenbeschlägevom Leibgurt, die nebeneinandergefunden worden sind. Der Erhal-tungszustand variiert stark: links eingut erhaltenes Stück mit minerali-siertem Eisen (braun), Messing(grün), sowie nicht korrodiertemSilber. In der Mitte ist die Korrosionweiter fortgeschritten und das Silberbereits korrodiert (schwarz). Rechtsein Stück bei dem Messing undSilber komplett zersetzt wurden.

Trois garnitures de ceinture damas-quinées, découvertes l’une à côté del’autre. Leur état de conservationvarie considérablement. A gauche,un spécimen bien conservé, avec dufer minéralisé (brun), du laiton (vert),ainsi que de l’argent non corrodé.Sur l’exemplaire présenté au centre,le processus de corrosion est plusavancé et l’argent déjà corrodé(noir). Sur celui de droite, le laiton etl’argent ont complètement disparu.

Persino i denti, considerati estremamente resi-stenti, si sono dissolti. Eppure sono proprio le ossae i denti a fornire importanti informazioni sul sesso,sull’età, sull’alimentazione e sulla salute deldefunto. Pertanto, le cattive condizioni di conser-vazione di questi elementi forniscono della sepol-tura un quadro univoco definito essenzialmente daireperti metallici conservati. Si tratta prevalente-mente di oggetti in ferro, decorati in parte conottone o argento.In generale i metalli presentano un grado di resi-stenza più o meno elevato contro la corrosione.I metalli detti nobili, come l’oro e l’argento, si ossi-dano molto meno per esempio del ferro. Se duediversi metalli si trovano a contatto diretto l’unocon l’altro, il metallo più nobile viene protettograzie a un processo elettrochimico, mentrequello meno nobile si corrode più in fretta. Questofenomeno, detto corrosione galvanica, è chiara-mente visibile sugli oggetti in ferro lavorati adagemina provenienti da Stabio (v. riquadro age-minatura): all’inizio si è corroso il ferro, metallonon nobile. Quando poi è scomparso ogni resi-duo di ferro metallico, gli inserti in ottone si sonocorrosi a loro volta. In alcuni oggetti questi ultimisono ancora riconoscibili sotto forma di prodottidi corrosione del rame. Dopo la completa mine-

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nelle strutture organiche e le sostituiscono pro-gressivamente, pur mantenendo la morfologiasuperficiale di cellule e fibre. È pertanto possibileche dei resti mineralizzati di materiali organici,come per esempio il legno, il cuoio, i capelli o i tes-suti (v. riquadro tessuti), si conservino e che pos-sano essere identificati dagli specialisti. Peranalizzare tali resti, ingranditi notevolmente, ci siavvale di un microscopio elettronico a raggioradente. Dato che, rispetto agli oggetti in metallo,i resti organici sono conservati solo in misuraestremamente frammentaria, a maggior ragione èimportante per noi identificarli e conservarli. I con-servatori-restauratori devono perciò scendere tal-volta a compromessi e rinunciare a togliere letracce di corrosione da supporti riccamente deco-rati se su questi ultimi si sono conservati impor-tanti resti di tessuto.

Conservazione e restauro del corredo tombale

Nei laboratori di restauro del Museo nazionale ogniblocco è stato aperto ed accuratamente liberatoin condizioni idonee. Dato che ognuno di questiinterventi, durati vari mesi, costituisce un pro-cesso irreversibile, si sono realizzati molti disegnie fotografie per documentarli adeguatamente. Ledifferenze cromatiche e strutturali della terra pos-sono indicare la presenza di materiali organicidecomposti e la posizione degli oggetti fornisconoagli archeologi informazioni utili per l’interpreta-zione del corredo tombale.Prima di qualsiasi intervento i blocchi sono statiradiografati da ogni lato, per poter localizzare glioggetti racchiusi in essi e valutare le loro condi-zioni di conservazione. Si è pure proceduto a unatomografia computerizzata per ottenere unaripartizione spaziale tridimensionale degli oggettiche componevano un blocco particolarmentecomplesso.Dopo l’apertura delle calotte di gesso e una primaeliminazione della terra residua, gli oggetti si pre-sentavano come masse informi di corrosione,

Ageminatura. La tecnica dell’ageminatura consiste nell’in-

serzione di argento, ottone, rame od oro per ottenere effetti

decorativi policromi. A Stabio le lavorazioni ad agemina a due

colori presentano inserti di argento e ottone. L’ottone oggi cor-

roso era in origine di un colore giallo oro.

Nelle nostre regioni, la presenza di oggetti ageminati è attestata

già durante l’età del Bronzo finale: si tratta di reperti in bronzo

muniti di ageminature in ferro. Durante l’altomedioevo questa

tecnica, utilizzata in particolare per decorare le fibbie di cintura,

conosce il momento di massimo splendore.

Ricostruzione schematica della lavorazione ad agemina.

Schematische Rekonstruktion des Tauschiervorganges.

Reconstitution schématique du travail de damasquinage.

a) Lavorazione ad agemina (sezione).b) Con un bulino e uno scalpello si effettuano degliincavi nel ferro.c) Fili, strisce o sottili lamine di argento od ottone ven-gono incastrati in questi incavi.d) La superficie viene quindi levigata.

a c

b d

Elemento di cintura ageminata con argento ed ottone(in verde).

Mit Silber und Messing (grünlich) tauschierterGürtelbeschlag.

Elément de ceinture damasquiné d’argent et de laiton (en vert).

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spesso appiccicate le une alle altre. Solo un’ac-curata pulitura eseguita sotto il microscopio bino-culare con l’ausilio di generatori di radiazioni diprecisione (microsabbiatrice) ha consentito diportare alla luce la superficie originale, spessodecorata. Tutti gli oggetti sono stati completa-mente ripuliti, eccezion fatta per i reperti che pre-sentavano resti organici. In un punto dell’umbonedi scudo si sono lasciati i prodotti di corrosionecome testimonianza storica. Dato che la maggiorparte degli oggetti si trovavano in avanzato statodi decomposizione e quindi erano estremamentefragili, la loro pulitura è spesso stata accompa-gnata da interventi di consolidamento. Dopo lapulitura, gli oggetti in ferro sprovvisti di animametallica sono stati rivestiti di una pellicola pro-tettiva resistente all’usura e reversibile (ParaloidB44®). Gli oggetti muniti di anima metallica sonoperlopiù instabili, dato che la presenza di sali puòprovocare un'ulteriore corrosione aggressiva, chein seguito danneggia considerevolmente i reperti.Prima di ricoprire tali oggetti di uno strato protet-tivo, si è proceduto alla loro desalinizzazione chi-mica, immergendoli per due mesi in bagni disolfito alcalino, operazione che ha consentito distabilizzarli.Una volta essiccati, tutti gli oggetti sono statiimballati in pellicole trasparenti e a tenuta di gas,in modo da garantire condizioni di conservazioneottimali. Se necessario, si sono realizzate strutturedi sostegno per consentire la manipolazione deglioggetti particolarmente fragili.

Il corredo tombale

Il defunto è stato inumato con le proprie armi perprepararsi alla vita nell’aldilà, come era consuetu-dine nelle popolazioni germaniche, tra cui vannoannoverati i Longobardi. Nonostante non si siaconservato alcun resto dello scheletro, dagli ele-menti del corredo si può desumere che si trattassedi una sepoltura maschile.L’armamento del defunto era costituito da unaspada lunga a doppio taglio (spatha), da una

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Fig. 9Interventi di conservazione erestauro prendendo come esempiol’umbone di scudo.a) Il blocco di gesso prima dell’aper-tura. b) La radiografia fornisce leprime informazioni sul contenuto delblocco e sullo stato dell’umbone discudo. c) Dopo l’apertura del bloccouno scavo accurato viene eseguitoin laboratorio. d) Gli strati di corro-sione vengono rimossi sino all’otte-nimento della cosiddetta superficieoriginale, che racchiude tutte leinformazioni tecnologiche (tracce difucinatura, di rifinitura, ecc.). e) L’umbone di scudo è stato ripulitocompletamente, a parte un punto incui si sono lasciate, a titolo d’esem-pio, gli strati di corrosione.

Konservierungs- undRestaurierungsvorgang am Beispieldes Schildbuckels.a) Der Gipsblock vor dem Öffnen. b) Die erste Information über denInhalt des Blockes und den Zustanddes Schildbuckels durch dasRöntgenbild. c) Nach dem Öffnenfolgt eine sorgfältige Ausgrabungunter Laborbedingungen. d) DieKorrosionsschichten werden bis aufdie sogenannte Originaloberflächeentfernt, die die ganzen technologi-schen Informationen beinhaltet(Schmiedespuren, Feilspuren, usw.).e) Der Schildbuckel ist bis auf eineStelle komplett freigelegt, wo dieursprünglichen Korrosionsschichtenals Beispiel belassen wurden.

Exemple d’une intervention de con-servation et de restauration surl’umbo du bouclier. a) Le bloc avant l’ouverture. b) Laradiographie fournit les premièresinformations sur le contenu du blocet sur l’état de l’umbo du bouclier. c) Après l’ouverture du bloc, lafouille est soigneusement effectuéeen laboratoire. d) Les couches decorrosion sont enlevées jusqu’à l’obtention de ce que l’on considèrecomme la surface originelle de lapièce, qui contient toutes les infor-mations technologiques (traces dutravail de forge, des finitions, etc.). e) L’umbo du bouclier est complète-ment dégagé, à l’exception d’unendroit où sont conservées, commetémoins, les couches de corrosion. 9

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spada corta a un taglio (scramasax), da una lan-cia e da uno scudo. La lunga spada in ferro, infi-lata in un fodero, era stata probabilmente depostadiagonalmente sul petto del defunto. L’impugna-tura della spada non è conservata completa-mente; il fodero era costituito da lamelle dicorteccia di legno d’ontano; le parti interne eranoricoperte da un vello di pecora o forse di capra(v. riquadro tessuti) e il lato esterno era rivestitoda una sottile striscia in cuoio. Ai lati e nel centrodell’estremità superiore, il fodero della spada eramunito di guarnizioni in ferro semicircolari edallungate, con decorazioni in ottone. Alla spathaera associata una cintura, che reggeva la spadae che il defunto portava a tracolla.La posizione dei singoli elementi dimostra che lacintura della spatha era stata avvolta intornoall’impugnatura e che il defunto non la portavasulle spalle come quando era in vita. Della tracollasi sono conservate soprattutto le fibbie e le guar-nizioni in ferro riccamente decorate. Raffronti conreperti analoghi e la posizione dei singoli elementiconsentono di procedere a una ricostruzione prov-visoria della cintura.La corta spada a un taglio, chiamata scramasax,si trovava nella tomba accanto all’impugnaturadella spatha e tra le guarnizioni della tracolla. In

Fig. 10Diverse armi in ferro. Spada lunga adue tagli (spatha, lunghezza conser-vata 84 cm); spada corta a un taglio(scramasax, lunghezza conservata38 cm); coltello e punta di lancia.

Verschiedene Waffen aus Eisen.Zweischneidiges Langschwert(Spatha, erhaltene Länge 84 cm);einschneidiges Kurzschwert (Sax,erhaltene Länge 38 cm); Beimesserund Lanzenspitze.

Différentes armes en fer. Longueépée à deux tranchants (spatha,longueur conservée 84 cm); épéecourte à un tranchant (scramasax,longueur conservée 38 cm); couteauet pointe de lance.

Damascatura. La tecnica della damascatura consiste nell’unire del ferro malleabile e duro con dell’ac-

ciaio resistente e fragile, per ottenere delle lame di spada al contempo dure ed elastiche.

La tecnica della damascatura è, a tutt’oggi, apprezzata in Europa e soprattutto in Asia. Nel nostro con-

tinente, le prime spade corte damascate risalgono all’età del Ferro, mentre la produzione di questo tipo

di arma raggiunge il suo apice tra il VI e l’VIII secolo d.C. Tanto le fonti scritte, come per esempio la cele-

bre epopea anglosassone di Beowulf datata al VII secolo, quanto le rappresentazioni figurate, come le

scene di forgiatura rinvenute su una cassetta proveniente da Auzun (F), attestano l’alta considerazione

di cui godevano i fabbri a quell’epoca.

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Ricostruzione schematica della lavorazione a damascatura.

Schematische Rekonstruktion des Damasziervorganges.

Reconstitution schématique du travail de damassage.

a) Lastre di ferro a basso contenuto di carbonio vengono fuci-nate insieme con lastre di acciaio ad alto contenuto di carbonioe ritorte sotto l’effetto del calore. b) Dopo aver diviso più volte e tagliato orizzontalmente le sbarrein ferro e acciaio ritorto si ottiene una fascia decorata.c) Su quest’ultima vengono applicate su entrambi i lati le lame

di spada tempratedopo la sformaturadella punta di spada.Per far risaltare ilmodello damascato,la lama viene affilata,levigata e incisa.

Radiografia di una parte della lamadamascata, appartenente alla spada proveniente da Stabio.

Röntgenbild von einem Ausschnitt derdamaszierten Spathaklinge von Stabio.

Radiographie d’une partie de la lamedamassée de l’épée provenant de Stabio.

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origine, lo scramasax era fissato alla cintura. Lalama dello scramasax è decorata da entrambi ilati con scanalature longitudinali parallele e ilmanico relativamente massiccio dell’impugna-tura era costituito da legno di quercia. A partealcuni resti in cuoio, del fodero dello scramasaxsi sono conservati pochissimi elementi. Due pic-coli anelli di sostegno provengono dal congegnodi sospensione associato alla cintura del defunto.Accanto allo scramasax si trovava un piccolo col-tello in ferro, che in origine era probabilmentecustodito in una guaina cucita sul fodero in cuoiodello scramasax.Lo scudo era stato deposto al fianco sinistro deldefunto, più o meno all’altezza delle ginocchia. Loscudo circolare, di cui non rimangono che scarsis-sime tracce, era costituito da assi in legno di pioppoincollate insieme e rivestite di cuoio. L’umbone discudo in ferro, con i suoi cinque ribattini bronzei adisco, nonché il gancio in ferro dell’impugnatura fis-sato sul lato interno dello scudo presentano con-dizioni di conservazione relativamente buone.

Della lancia rimane unicamente la punta in ferro aforma di foglia d’alloro. Nell’immanicatura chiusasi sono ancora potuti identificare resti del manicoin legno di faggio.All’estremità inferiore della tomba è stato rinvenutouno sperone in ferro privo di decorazione, dettosperone passante, che si trovava probabilmenteall’altezza del tallone sinistro come spesso era ilcaso nelle sepolture altomedievali. Due linguettein ferro provengono dal fissaggio al piede, checonsisteva in due fasce di cuoio.La presenza dello sperone indica che il defuntoera un cavaliere; quanto ai finimenti del cavallo,spesso ritrovati nelle sepolture dei cavalieri, nonse ne è rinvenuta alcuna traccia nella tomba diStabio.Già le radiografie dei blocchi in gesso mostravanoche il defunto era stato inumato con la propria cin-tura. Provvista di una decorazione estremamentericca, quest’ultima era costituita da una fibbia e danumerose guarnizioni allungate appartenenti auna cintura detta multipla.

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Fig. 11Diversi elementi della tracolla. Unafibbia e tutte le guarnizioni sonoageminate con argento ed ottone;rappresentano una serie di animaliavviluppati gli uni negli altri, simili adun serpente.

Verschiedene Elemente des Wehr-gehänges. Eine Schnalle sowie alleBeschläge sind mit Silber und Messingtauschiert, sie stellen ineinanderverschlungene schlangenähnlicheTiere dar.

Divers éléments de la bandoulière.Une boucle et toutes les garnituressont damasquinées d’argent et de lai-ton; le décor représente une séried’animaux entrelacés.

Fig. 12Ricostruzione schematica della tra-colla in base agli elementi rinvenutinella tomba.

Schematische Rekonstruktion desWehrgehänges anhand der im Graberhalten gebliebenen Elemente.

Reconstitution schématique de labandoulière, sur la base des élé-ments retrouvés dans la tombe.

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Fig. 13Diversi elementi della cintura e delsistema di sospensione dello scra-masax. Le fibbie e le guarnizionisono decorate con pregevoli agemi-nature in argento ed ottone, cherappresentano una serie di animaliavviluppati gli uni agli altri, simili adun serpente.

Verschiedene Elemente desLeibgurtes und der Saxaufhängung.Die Schnallen und Beschläge sindmit Silber und Messing tauschiertund stellen ineinander verschlun-gene schlangenähnliche Tiere dar.

Divers éléments de la ceinture et dusystème de suspension du scrama-sax. La boucle et les garnitures deceinture sont ornées de motifsdamasquinés d’argent et de laiton,qui représentent une série d’ani-maux entrelacés.

Fig. 14Ricostruzione schematica della cintura e del sistema di sospensionedello scramasax in base agli elementi rinvenuti nella tomba.

Schematische Rekonstruktion desLeibgurtes und der Saxaufhängunganhand der im Grab erhalten geblie-benen Elemente.

Reconstitution schématique de laceinture et du système de suspen-sion du scramasax sur la base deséléments découverts dans la tombe.

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Pratiche funerarie indigene e germaniche.

Sin dagli anni intorno al 400 d.C. la popolazione autoctona di discen-

denza gallo-romana, contrariamente ai gruppi etnici germanici, inu-

mava i propri morti di regola senza corredo tombale; di conseguenza

gli archeologici hanno difficoltà a circoscrivere cronologicamente

queste sepolture. Dopo il loro arrivo, le donne longobarde avevano

assimilato relativamente in fretta questa pratica funeraria propria

della popolazione locale; l’identificazione di queste donne sulla base

dei corredi tombali si rivela perciò pressoché impossibile. Di fatto,

in Ticino sono pochissime le sepolture femminili note per questo

periodo. La situazione è diversa per gli uomini che, fino alla metà

del VII secolo d. C., si attenevano all’uso funebre germanico facen-

dosi inumare con le proprie armi ed altri elementi del corredo tom-

bale per prepararsi alla vita nell’aldilà; la loro presenza può quindi

essere attestata grazie ai reperti archeologici.

Popolazione indigena: gruppi discendenti dalla popolazione autoc-

tona gallo-romana.

Germani, Longobardi: i Longobardi appartengono ai diversi gruppi

etnici germanici stabilitisi in Svizzera durante l’altomedioevo.

Nella Svizzera settentrionale si erano insediati gli Alamanni e i

Franchi, nella Svizzera orientale i Burgundi e a sud delle Alpi i

Longobardi.

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Le guarnizioni in ferro della cintura sono placcatein argento e ageminate in ottone (v. riquadro age-minatura). Malgrado i singoli elementi siano stati,con il tempo, leggermente spostati nella tomba ealcune guarnizioni in ferro si siano completamentedissolte nel suolo acido, è possibile ricostruireprovvisoriamente la cintura unitamente al sistemadi sospensione dello scramasax con il coltello.Le cinture multiple sono note in area bizantina allafine del VI secolo d. C.; questo tipo di cintura è poistato ripreso rapidamente in Italia e, un po’ piùtardi, anche a nord delle Alpi dai ceti sociali ele-vati. Soprattutto nel territorio occupato dagliAlamanni tali cinture erano molto apprezzate nelsecondo e nel terzo quarto del VII secolo d. C.; inSvizzera, per esempio, le sepolture maschili rin-venute ad Altdorf (UR), Tuggen (SZ) o Schöftland(AG) ne attestano la presenza. I reperti di Stabio,e in particolare quelli con decorazione ageminata,risaltano per la loro qualità eccezionale. La posi-zione degli elementi della cintura lascia supporreche il defunto la portasse, unitamente allo scra-masax appeso e al coltello, all’altezza dei fianchi.Gli si deponeva quindi accanto la spada lunga(spatha) con la tracolla avvolta.Dell’abbigliamento del defunto si sono conservatialcuni resti tessili. Manca ancora l’interpretazioneesatta di questi reperti, vale a dire la loro attribu-zione a determinati tessuti o capi di vestiario (v.riquadro tessuti).

Oltre alle armi, nella tomba del defunto venivanoanche deposti alcuni elementi del corredo tombalevero e proprio. Al di sopra dello scramasax e dell’impugnatura della spatha, probabilmente vicino albraccio sinistro, sono stati ritrovati uno accantoall’altro un paio di cesoie in ferro, un coltello inferro, resti minuscoli di un pettine in osso, nonchéun frammento di croce in lamina d’oro. Sul latosuperiore ed inferiore delle cesoie chiuse si sonorinvenuti ingenti resti di legno di evonimo. Potrebbetrattarsi di un piccolo scrigno per custodire lecesoie, o piuttosto di un contenitore, forse unacassetta, che racchiudeva anche gli altri elementidel corredo già evidenziati. Del pettine a doppiadentatura non rimangono che i ribattini in ferro aiquali aderivano dei resti d’osso.L’elemento del corredo più interessante è senzadubbio il frammento della croce in lamina d’oro condecorazione a bordo intrecciato. Come già men-zionato, esemplari interamente conservati furonorinvenuti a Stabio in occasione di scavi intrapresi allafine del XIX secolo. Di regola, queste croci in laminad’oro si ritrovano all’altezza della bocca del defunto;la presenza di fori per il fissaggio, che si possonoancora vedere sul nostro frammento, indicano chetali croci erano cucite su un velo funebre. C’è dachiedersi ora se questo frammento d’oro, del pesodi 0,3 grammi, fosse stato aggiunto al corredo fune-rario come valore aureo (valore metallico) o piutto-sto come una sorta di amuleto.

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Fig. 15Sperone passante con due linguette,che erano fissate alle strisce dicuoio.

Eiserner Schlaufensporn mit zweiRiemenzungen, die aufLederbändern befestigt waren.

Eperons à passants avec deux ferrets, fixés à l’origine sur des lanières de cuir.

Fig. 16Diversi elementi del corredo tom-bale. Cesoie e coltello in ferro.Frammento di una croce in laminad’oro. Ribattini in ferro con minuscoliresti in osso del pettine. I resti lignei(legno di evonimo) rinvenuti sullecesoie indicano forse la presenza diuna cassetta.

Verschiedene Beigaben. Schere undMesser aus Eisen. Fragment einesGoldblattkreuzes. Eiserne Niete mitKnochenresten von einem Kamm.Die Holzreste (Spindelbaum) auf derSchere weisen vielleicht auf einKästchen hin.

Différentes pièces du mobilier funé-raire. Ciseaux et petit couteau en fer.Fragment d’une croix en or. Rivetsen fer avec des petits fragmentsd’os provenant d’un peigne. Lesrestes de bois (bois de fusain)découverts sur les ciseaux témoi-gnent peut-être de la présence d’une caissette.

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Fig. 17Guerrieri armati (intorno all’800 d. C.),con lancia, spada, scudo e casco.Miniatura del salterio di Stoccarda.

Bewaffnete Krieger um 800 n.Chr.mit Lanze, Schwert und Helm.Miniatur aus dem StuttgarterPsalter.

Guerriers armés d’une lance, d’uneépée, d’un bouclier et d’un casque(vers 800 apr. J.-C.). Miniature duPsautier de Stuttgart.

Fig. 18Ricostruzione del cavaliere longo-bardo di Stabio. Quando era in vita,l’uomo portava la spada lunga a tracolla con una cinghia riccamentedecorata; lo scramasax era fissatoalla cintura anch’essa riccamentedecorata. Accanto, la lancia e loscudo, sul piede lo sperone da cavaliere.

Rekonstruktion des Langobardenvon Stabio. Zu Lebzeiten wurde das Langschwert an einem reichverzierten Wehrgehänge über dieSchulter getragen; das Kurzschwertwar am ebenfalls reich verziertenGürtel befestigt. Daneben Lanzeund Schild, an einem Fuss derReitersporn.

Reconstitution du cavalier lombardde Stabio. De son vivant, l’hommeportait une longue épée maintenueà l’aide d’une bandoulière richementornée; le scramasax était fixé à laceinture, également très décorée. A côté, la lance, le bouclier et, surun pied, l’éperon du cavalier.

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I tessuti. Durante la ripulitura degli oggetti in ferro si ritrovano

soprattutto resti di tessuto, ma anche di cuoio e di pelo. Si sono

potuti identificare due tipi di tessuto.

Tessuto di lino filato: in questo tipo di filato la disposizione dei

fili si alterna – spesso dopo quattro fili – in una o in entrambe

le direzioni. Nel frammento di tessuto proveniente da Stabio i

fili sono disposti sia longitudinalmente (ordito) che trasversal-

mente (trama), caratteristica rivelatrice della qualità del filato.

Da questo intreccio risulta un disegno a righe o a quadri. Questo

tessuto può essere associato a un mantello o a una tunica nelle

tombe maschili, a un mantello in quelle femminili.

Tessuto in lana con disegno a rombo (a punta di diamante): si

tratta di un tipo di tessuto utilizzato per confezionare pantaloni,

tuniche o mantelli. La sua utilizzazione risale già all’epoca

romana e si è protratta sicuramente sino all’epoca carolingia.

Complessivamente i resti tessili rinvenuti a Stabio ben corri-

spondono ai tipi di tessuti attestati in tutta Europa durante l’al-

tomedioevo. I due reperti di Stabio presentano una tecnica di

lavorazione particolarmente buona, il che è anche rivelatore del

rango sociale al quale apparteneva il defunto. _Antoinette Rast-

Eicher (vedi anche l’articolo A. Rast-Eicher, p. 44).

a) Tessuto di lino filato proveniente da Stabio. b) Tessuto in lana con disegno a rombo (punta di diamante). c) Resto di pelo rinvenuto sulla parte internadel fodero della spada proveniente da Stabio.

a) Spinngemustertes Leinengewebe. b) Diamantkaroaus Wolle von Stabio. c) Fellreste von der Innenseiteder Spathascheide.

a) Tissu en lin filé provenant de Stabio. b) Tissu en laineavec motif de losange (pointe de diamant). c) Reste defourrure découvert dans la partie interne du fourreau del’épée provenant de Stabio.

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Stabio e il regno longobardo

Il corredo della tomba rinvenuta recentemente aStabio può essere paragonato con diversi repertiportati alla luce a sud delle Alpi, nei territoridell’Italia d’epoca longobarda. Basti pensare peresempio ai reperti provenienti dalle necropoli diCastelli Calepio e di Trezzo sull’Adda nei pressi diBergamo o di Castel Trosino nelle Marche, maanche a reperti rinvenuti a nord delle Alpi, peresempio nella necropoli di Giengen sul fiume Brenznella Germania meridionale.Il territorio corrispondente al Cantone Ticinoattuale si trovava, sin dalla fine del VI secolo d. C.,sotto la dominazione longobarda e costituivainsieme con la fortezza di Castel Grande aBellinzona una zona di confine con il regno deiFranchi situato a nord delle Alpi. È certo che l’uomo inumato nella tomba di Stabioappartenesse alla classe sociale longobarda piùagiata. Corredi tombali di epoche precedenti giàconfermano la presenza a Stabio di un ceto socialeelevato. Anche a Castione e Gorduno si sono iden-tificate sepolture longobarde.La Stabio d’epoca romana continuò, come moltialtri siti romani in Ticino, ad essere occupata anchedurante l’altomedioevo. La lussuosa villa romanadi Stabio attesta già in epoca romana la presenzadi un ricco ceto sociale. L’occupazione di Stabioda parte di una classe dirigente longobarda non èsicuramente fortuita. Un’interpretazione dettagliatadi tutti i reperti e contesti archeologici consenti-rebbe di portare alla luce la storia di questo inse-diamento oltremodo importante dall’età del Ferrosino al medioevo.

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Fig. 19Localizzazione di Stabio sul territoriooccupato dai Longobardi dopo il616.

Lage von Stabio im langobardischbesetzten Gebiet nach 616 n.Chr.

Localisation de Stabio, sur le terri-toire occupé par les Lombards après616 apr. J.-C.

Sinora non sono noti altri reperti analoghi. La croceè sicuramente un simbolo ricollegabile al cristiane-simo; non sappiamo tuttavia se il defunto fosse uncristiano battezzato. A quell’epoca si ritrovanospesso nella stessa sepoltura oggetti che presen-tano nel contempo un carattere pagano e cristiano.I reperti che compongono il corredo funerarioconsentono di datare la tomba alla prima metà delVII secolo d. C.

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R é s u m é

L’histoire médiévale de Stabio a commencé à sedessiner véritablement durant la première moitié du19e siècle. De cette époque en effet datent les pre-mières découvertes archéologiques se rapportantà l’époque lombarde. Entre 1833 et 1838 furent misau jour un bouclier de parade et une croix en or,actuellement conservés l’un au Musée nationalsuisse à Zurich (croix), l’autre au Musée historiquede Berne (bouclier). La dernière découverte importante a eu lieu en1999, quand, sur un terrain non construit, l’Officecantonal des biens culturels a mis au jour sixtombes d’une petite nécropole. De l’ensemble, latombe numéro 3 s’est révélée particulièrementintéressante. Le mobilier funéraire a immédiate-ment suggéré qu’elle appartenait à un guerrier. Eneffet, dès les premières observations et à partird’une série de radiographies, on a pu constater laprésence d’une lance, d’une épée, d’une bouclede ceinture et d’un umbo de bouclier. Le matériel – restauré par le laboratoire du Muséenational suisse à Zurich – s’est avéré particulière-ment riche par la quantité des pièces mises au jouret surtout par leur qualité. La fouille, la restaura-tion, l’étude du matériel et les analyses y relativesont apporté des résultats importants, présentéspour la première fois au public dans ce dossier. |

Z u s a m m e n f a s s u n g

Die Geschichte des Mittelalters in Stabio begannin der ersten Hälfte des 19. Jahrhunderts, als dieersten archäologischen, in langobardische Zeit zudatierenden Funde auftauchten. In der Zeit zwi-schen 1833 und 1838 kamen der Paradeschild unddas Goldblattkreuz zum Vorschein, die heute imSchweizerischen Landesmuseum in Zürich (Kreuz)und im Historischen Museum in Bern (Schild) auf-bewahrt werden.Der letzte wichtige Fund kam 1999 zu Tage, als diekantonale Denkmalpflege in einem Grundstück 6Gräber einer wohl kleineren Nekropole untersuchenkonnte. Als interessantestes Grab des ganzenKomplexes hat sich Grab 3 herausgestellt, welches– wie die Ausstattung gleich nahelegte – einemKrieger gehörte. Bereits aufgrund der ersten Be-obachtungen sowie einer Anzahl Röntgenaufnah-men konnten eine Lanzenspitze, ein Schwert, eineGürtelschnalle und ein Schildbuckel ausgemachtwerden.Die Beigaben, welche im Schweizerischen Lan-desmuseum in Zürich restauriert wurden, habensich nicht nur als reich bezüglich ihrer Anzahl her-ausgestellt, sondern sind vor allem von ausge-zeichneter Qualität. Grabung, Restaurierung, Ma-terialstudium und entsprechende Analysen habenzu wichtigen Resultaten geführt. Diese werden imvorliegenden Dossier das erste Mal vorgestellt. |

Ringraziamenti

Collaboratori dell’Ufficio dei beni culturali,

Canton Ticino: Diego Calderara e

Francesco Ambrosini (scavo); Diego

Calderara (fotografie); Nevio Quadri (dise-

gni); Francesco Ambrosini (piani di scavo

e carte). Collaboratori del Museo nazio-

nale svizzero, Zurigo: Christian Cevey

(restauro), Laurence Neuffer (traduzioni),

Otto Känel (fotografie), Angelica Condrau

(fototeca). Ente Ospedaliero Cantonale,

Bellinzona: Dr. Marco Zanella; Reparto di

radiologia. Centre d’Imagerie Médicale,

La Chaux-de-Fonds: Dr. Pfister, Dr.

Forrer. ArcheoTex - Büro für archäologi-

sche Textilien: Antoinette Rast-Eicher.

Labor für Quartäre Hölzer: W. Schoch.

Daniel Studer (rielaborazione delle

illustrazioni).

Pubblicato con il sostegno del Museo

nazionale svizzero a Zurigo e l’Ufficio dei

beni culturali, Bellinzona.

Illustrazioni

Museo nazionale svizzero, Zurigo

(fig. 1, 4, 8, 9a-b, 10a-e, 11, 13, 15, 16);

Ufficio dei beni culturali, Canton Ticino

(fig. 2, 3, 5, 6, 7, 18);

Daniel Studer (fig. 12, 14, 21b);

Salterio di Stoccarda, Facs. I,

Bibl. Fol. 23 (fig. 17);

Secondo V. Biebrauer, rielaborato

da Daniel Studer (fig. 19);

Secondo J. Ypey (p. 9);

Secondo B. Urbon (p. 11);

Antoinette Rast-Eicher, rielaborati

da Daniel Studer (p. 15).

B i b l i o g r a f i a

C. Simonett, Tessiner Gräberfelder. Basilea 1941.

PA. Donati, Ritrovamenti dell'alto medioevo a San Pietro di Stabio,

estratto da Quaderni ticinesi di Numismatica e Antichità classiche,

1976, pp. 313-330.

PA. Donati, Ritrovamenti dell'alto medioevo nelle attuali terre del

Canton Ticino. In: I Longobardi e la Lombardia. Saggi (Catalogo

Mostra), 1978, pp. 161-171.

PA. Donati, Monumenti ticinesi. Indagini archeologiche (Catalogo

Mostra), Quaderni di Informazione, Bellinzona 1980, pp. 104-111.

P.M. De Marchi, L'altomedioevo in Ticino. I ritrovamenti di età longo-

barda in: Archeologia della Regio Insubrica. Dalla preistoria all'Alto

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R. Cardani Vergani, Stabio TI, Barico in: Annuario della Società

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