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Rivista trimestrale della Societànazionale degli operatori dellaprevenzioneNUMERO 13DICEMBRE 1989

Autorizzazione Tribunale di Milano n. 416del 25/7/86Direttore respons. Giancarlo D'AddaDirettore: Laura Bodiniprog. grafico e disegni: R. MaremmaniRedazione: Milano, via Mellerio 2Alberto BaldasseroniSilvano BosiaRosaria CarcassiSilvana Salerno

Sped. in abb. postale gruppo IV (70%)Stampa: Cooperativa editoriale "NuovaBrianza", 20055 Renate (Mi)tel. 0362/924353.

Abbonamenti

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tramite versamento postale su cc n.20012407 intestato a SNOP - SocietàNazionale - via Ciamician 2, Bologna,indicando la causale del versamento el'indirizzo a cui spedire la rivista.

Dallo statuto Snop

Art. i - È costituita l'Associazionedenominata "Società Nazionale Ope-ratori della Prevenzione", in siglaSNOP, con finalità scientifiche e cultu-rali e con l'obiettivo di:- promuovere conoscenze ed attività

che sviluppino la prevenzione e latutela del benessere psicofisico deilavoratori e della popolazione in re-lazione ai rischi derivanti dall'attivitàproduttiva;

- sostenere l'impegno politico e cultu-rale per lo sviluppo di un sistema in-tegrato di servizi pubblici di preven-zione negli ambienti di vita e di lavo-ro, finalizzato alla rimozione dei ri-schi derivanti dalle attività produtti-ve;

- favorire lo scambio di esperienze einformazioni fra gli operatori ed ilconfronto sulla metodologia ed icontenuti dell'attività per raggiunge-re l'omogeneità delle modalità di in-tervento e della qualità di lavoro a li-vello nazionale;

- promuovere un ampio confrontocon le istituzioni, le forze sociali e lealtre Associazioni scientifiche suquesti temi;

- diffondere l'informazione e la culturadella prevenzione.

SOMMARIO

EDITORIALEDoppio tagliodi Laura Bodini

PAGINA 3

Quant'è bella prevenzione...di Graziano Frigeri

PAGINA 4

SCHEDE REGIONALIUmbriaa cura di Giorgio Ragni

PAGINA 6

CANCEROGENIAsbesto e mesoteliomidi Gino Barbieri

PAGINA 8

CONTRIBUTIL'andamento infortunisticoin Italia e in Europadi Gianfranco Ortolani

PAGINA 10

Un bel matchdi Riccardo della Vallee Ernesto Muggia

PAGINA 12

DIBATTITOIntervista aRaffaele Guarinielloa cura di Silvano Bosia

PAGINA 14

GRUPPI DI LAVORO SNOPEdilizia

PAGINA 16Porti

PAGINA 17Nuove Tecnologie

PAGINA 18

INIZIATIVE SNOPPAGINA 20

NOTIZIARIOPAGINA 21

DOCAlla ricerca dellemalattie professionalidi Carlo Bracci

PAGINA 26

La notifica dellemalattie professionalidi Roberto Calistie Dario Mirabelli

PAGINA 27

SINDACATO E AMBIENTEIl tema della sicurezza ritornaal centro dell'attenzionedi Franco Rampi

PAGINA 31

LIBRERIAPAGINA 34

DIRETTIVO SNOPPAGINA 35

In copertina:Particolare di "Il lavoro" di F. MadoxBrown (1852 circa)Le fotografie nelle pagine internesono tratte da una foto di minatoridella International Nickel Co. di Sadbu-ry (Can) scattata da Arthur D'Arazien.

SUL PROSSIMONUMERO TROVERETEEditoriale: il rinnovo dei direttivi:una riflessione sull'interno della So-cietà.Scheda Regionale: Calabria.Osservatorio: sul Nuovo Codice:dopo Torino procedure.Doc: dalle aziende quali notizie.Produzione / salute / ambiente: ilPMP che serve (di R. Biancotto).Crema: un'esperienza concreta (diA. Nova).Un modello cui tendere (di R.D'Acqui).Gruppi di lavoro: Le iniziative del1990 Agricoltura/Industria alimen-tare - Poli chimici - Artigianato -Tessile.

DOPPIO TAGLIO

Quando gli affezionati lettori avran-no in mano questo bollettino il NuovoCodice di Procedura Penale avrà quasitre mesi, e il nostro Convegno di Tori-no sarà stato consumato. I quindi congrande preoccupazione che mi accin-go a scrivere queste poche righe cheanticipano più dubbi che soluzioni.

Mentre scrivo, Canale 5 trasmette"Doppio taglio" (non è un'indagine in-fortuni) che mi serve come formazionealla raccolta delle prove, pardon, dellefonti di prova e, anche se un po' ag-ghiacciante, è un utile sfondo a questeriflessioni.

Il Nuovo Codice è arrivato nel solitoclima. Dietro l'angolo il nuovo spau-racchio istituzionale (l'articolo 6 dellaFinanziaria De Lorenzo, per intenderci)e intorno a noi le solite difficoltà. Chie-dere ai nostri Presidenti USL telefax, te-lefoni diretti, cineprese, computers,dosimetri, registratori e sentirsi rispon-dere: "cosa servono?", quando in ogniospedale giacciono centinaia di milionidi strumenti tanto sofisticati quantopolverosi e sottoutilizzati, è certo inte-ressante perché ti dà subito lo sharedel "programma prevenzione" nella tuaUSL, ma certo non molto stimolante.

Funzionari regionali sordi sull'incre-mento delle qualifiche di PC, operatoriangosciati dalla solitudine aggravatadalle responsabilità e dai vuoti di for-mazione non tanto giuridica quanto

EDITORIALEdi Laura Bodini

tecnica e professionale, magistrati in-tossicati e travolti da carta: ecco i per-sonaggi della nuova scena. Ma non so-lo. Un uso, una lettura, un'applicazionetutta burocratica del NCPP rischia difar saltare quanto faticosamente co-struito in questi anni tra noi e la partepiù avanzata, coraggiosa e preparatadella Magistratura del Lavoro. Per que-sta ragione, per quel carattere di speri-mentalità che hanno questi mesi, vo-gliamo, con una serie di iniziative, se-gnalare non solo insidie ma anche pro-cedure praticabili.

Dobbiamo ribadire alcuni primi ele-menti: siamo contro gli operatori distanza in Procura, siamo contro il nonuso della professionalità dei servizi, deipresidi, delle unità operative pubblichenelle indagini utili in dibattimento e ingiudizio (per validare casi di malattiaprofessionale, situazioni ambientaliecc.) per lasciare posto, magari, a unapalude di perizie.

L'azione penale non deve far piazzapulita dell'azione di vigilanza ricomin-ciando tutto da capo. Così come i ritiabbreviati (patteggiamento, decreto...)devono essere assolutamente subordi-nati alla bonifica, alla soluzione, allaverifica.

In questi anni abbiamo cercato conpochi mezzi di mettere in piedi un si-stema informativo territoriale, un ar-chivio malattie professionali che ognigiorno si sta arrichendo qualitativa-mente e quantitativamente anche gra-zie all'accresciuta vigilanza sulle strut-ture sanitarie, stiamo praticando pro-grammi e protocolli per comparti, pia-ni d'intervento su grandi rischi, deci-sioni operative su tutte le notizie di in-fortunio (semplice registrazione, lettereminatorie, interventi diretti...) e, dove èstato possibile piani di comunicazionee di formazione. Questa è la base do-cumentaria sulla quale si innestano"anche" le notizie criminis da trasmet-tere prontamente alla Procura e sullequali essere disponibili all'intervento:infortuni gravi, malattie professionalidocumentate (per reparto, azienda),valutazioni ambientali significative, si-curezze mancanti.

Non può essere l'inverso: da unmazzo di notizie casuali e sparse si de-ve ricostruire priorità di rischio sullequali mirare le poche (o le tante, spe-riamo, nel futuro) forze.

La programmazione della prevenzio-ne, della vigilanza e anche della re-pressione non deve soccombere allacarica delle nuove "velocissime proce-dure penali" o peggio, finire, come giàsi paventa, in depenalizzazioni genera-li zzate o in nuove facili archiviazioni.

Mentre leggerete questo "antipasto",nel corso del '90, come già troppo an-ticipava un giallolimone del lontanonovembre '87, forse questi fogli verran-no accompagnati da qualcosa di piùconsistente, almeno dal punto di vistadel peso scientifico: manuali, Attistampati, (a cominciare da quello diComano), preziosi codici minati da te-nere nella bacheca di ogni servizio eagili dischetti da tenere sul tavolo.

Alcuni fortunati avranno visto il bol-

BOCADILLOSdel Direttore

lettino dei 3 Centri di documentazionee questo lascia la rinnovata redazionein uno stato di beato torpore.

Altri finalmente penseranno a tesse-re quei fili colorati tra i servizi, altri, vo-lonterosi più che volontari, a reggerequel telefono amico che da anni traseri quesiti di servizio, funzionava cci-

me un defatigante postal-market a filo.Il bollettino '90 quindi, a cominciaredai prossimamente di pagina 2, oltread un occhio doveroso sul mundial,potrà occuparsi di questioni meno im-periose quali la raccolta delle malattieprofessionali perdute, i rapporti produ-zione salute ambiente, gli incombenti"golpe" istituzionali, l'impatto del Nuo-vo Codice.... Nel frattempo nei primimesi ci sarà il rinnovo di tutti i direttivi.

Buon anno e buon lavoro.

Ministro: Allora, Segretario, è prontoquesto testo? Guardi che devo fareuna bella figura, se no... s'immaginache mi fa Andreotti?Segret.: Sì, Eccellenza, tranne la partesui Servizi di Prevenzione. Ricorda?L'articolo 6...Ministro: Ma che ? ... Non s'era dettodi passare tutto ai Carabinieri?Segret.: Sì, Eccellenza, ma la Marinucciquando lo ha letto si è rivoltata comeuna biscia. Per la verità anche il dott.Moccaldi c'è rimasto male, e Toti haosservato che gli appuntati non sareb-bero abilitati a fare le vaccinazioni an-tiinfluenzali...Ministro (i mpaziente): Sabotatori! Inca-paci! E adesso che gli dico a Giulio? Se-gretario, suggerisca qualcosa, che lapago a fa'?Segret. (di rincalzo): Eccellenza, io sug-gerirei un breve rinvio per esaminaremeglio la questione...Ministro (spazientito): Non- se ne parlanemmeno! Ho detto oggi e oggi ha daessere! Qual'è la situazione ? Quanti so-no i Servizi di Prevenzione?Segret.: Non si sa di preciso. Poi biso-gna distinguere, ci sono i Servizi diIgiene Pubblica, quelli di Igiene Am-bientale, quelli di Medicina del Lavoro,i Presidi Multizonali di Prevenzione; se-condo una indagine della Snop ripresadalle Commissioni Parlamentari...Ministro (sorpreso): Snob? e che è?Segret. (rinfrancato): SNOP, Ministro,con la P! È una società scientifica. Leha scritto anche una lettera...Autista: Scusi. Eccelle, non so' affarimia, ma semo a la Piramide...Ministro: Rallenti, Romolo! Segretario,Bando alle ciancie! Quanti sono 'stiServizi?Segret.: Come le dicevo, Eccellenza,non si sa bene perché...Ministro: Basta! Lo decidiamoi noi! Ro-molo, spari un numero!Autista: Eccelle, nun saprei, io so soloquante so' le targhe de le machine!Ministro (illu minato): Le targhe? Tar-ghe...? Bravo! Bravissimo! Le targhe so-no una per Provincia: semplici e facilida ricordare! Segretario, scriva: "Il rife-ri mento territoriale coincide con l'am-bito provinciale".Lo sguardo del Ministro si volge versole bellezze di Roma...Segret.: Ma Eccellenza! Le Provincienon fanno parte del Servizio SanitarioNazionale! Anche con la nuova legisla-zione ci saranno le USL, i Comuni! LeCommissioni Parlamentari insistonomolto su questo punto!Ministro: Sindaci? Usl? Spendaccioni,buoni a nulla! Segretario, i manager celi ha messi nel testo?Segret.: "Manager" è una parola anglo-sassone, Eccellenza! Non si può scrive-

QUANT'È BELLAPREVENZIONE

CHE SI FUGGE TUTTAVIA

Atto unicoProtagonisti: Ministro

SegretarioAutista del Ministro

Comparse: LavoratoriCittadini.OperatoriEnti LocaliCommissioni Parlamentari

Scena: Ministero della Sanità. Il Mini-stro deve recarsi a Palazzo Chigiperpresentare il Disegno di Legge, collega-to alla Finanziaria, per il riordino delServizio Sanitario Nazionale. Scendevelocemente le scale, accompagnatodal Segretario. L'auto blu attende colmotore acceso. Il Ministro sale, il Se-gretario pure. L'auto parte.

re sulla Gazzetta Ufficiale!Ministro: Ah no? Peccato! Comunque iSindaci non li voglio, non sono nean-che tutti laureati!Segret.: Ma non possiamo escludere leUSL dalla gestione dei Servizi di pre-venzione!Ministro: Romolo, lei che ne pensa?Autista: Eccelle, io co' le Usle nun c'homai capito gnente: eréemme uno,eréemme due... ma che d'è na battajanavale?Ministro: Ha ragione, perdio! Ecco ilpunto: ridurre, semplificare! Segretario,scriva: "l Servizi sono da attribuire perciascuna provincia alla responsabilitàgestionale di una unità sanitaria loca-le".Segret.: Sì, ma quale?Ministro (i ncerto): E che ne so io? Scri-va "una" e poi si arrangino le Regioni!Romolo rallenti! Dove siamo?Autista: Gnente paura, Eccelle: ce staer traffico.Ministro: Bene! Segretario, abbiamo fi-nito?

Segret.: Veramente no, Eccellenza. Co-me dicevo prima le competenze sonodi diversa natura, ci sono i primi e i se-condi livelli, bisogna distinguere...Ministro (i nsofferente): Ma è matto?Abbiamo i minuti contati, bisognaconcludere! Romolo, dica lei...Autista: E che ne so, Eccelle? È tutto ungran casino...Ministro: Giusto! Questa è la soluzio-ne! Un bel Servizione unico con unnome altisonante... Com'era quelloche aveva detto, Segretario? Ah... sì:Presidio Multinazionale! Bello, anzi...europeo!Segret. (paziente): Multizonale, Eccel-lenza! Ad ogni modo le funzioni sonotante, le competenze diverse, occorre-rebbe precisare...Ministro: Basta! Lei fa solo confusione!Romolo, dica lei, che gli facciamotfarea 'sto bel Presidione?Autista: Boh000...! E che ne so, Eccelle?Famoje fa' un po' de tutto!Ministro: Eccezionale!!! Scriva, Segreta-rio: "sono attribuite le funzioni di con-trollo, tutela, prevenzione e coordina-mento di cui agli articoli.., agli artico-li..." Segretario, che fa? Guarda le ra-gazze?Segret. (confuso per la momentaneadistrazione): ...articoli 21 e 22, Eccellen-za!Ministro: Ecco, appunto: "di cui agli ar-ticoli 21 e 22 della Legge 23 dicembre1978, n. 833".Segret. (allarmato): Eccellenza, e il per-sonale?Ministro: Personale? Romolo, dove stadel personale sottoutilizzato?Autista: Eccelle questo je lo sò di': c'hon'amico 'nfermiere che nun fa un...tutto er giorno!Ministro: Ecco, bravo! Recuperare, ri-convertire, riciclare! Anche Ruffolo ap-proverà! Scriva, incapace: "le dotazioniorganiche dei servizi sono definite inmodo da assicurare il passaggio delpersonale proveniente dai servizi delleunità sanitarie locali".Segret.: Ma... Eccellenza, il personale inservizio è scarsissimo! La CommissioneLama ha scritto che...Ministro (irato): Basta non cavilli! Sepoi non funziona abbiamo sempre iNAS, no! Ha scritto tutto?Segret.: Sì, Eccellenza!Ministro: Bene. Romolo, sirena!Autista: Nun serve, Eccelle, semo ariva-ti.li Ministro, seguito dal Segretario, entraa Palazzo Chigi.Fine Graziano FrigeriOgni riferimento a fatti o persone realied esistenti deve intendersi probabil-mente casuale.(Revisione filologica del testo di Cacio e Pe-re)

INTERVISTAA GIALLO LIMONE

In armonia con un'ipotesi massme-diologica cara a molti collaboratori diquesta rivista, la redazione ha ritenutodi imporre la pratica dell'intervista an-che al curatore di questo spazio. Nullaè apparso più adatto, per cominciare,che andare a sentire Giallolimone.

Ecco il testo raccolto dal nostro re-dattore:

Caro Giallolimone, la prima doman-da è d'obbligo; perché questo pseudo-nimo?

Molto bello vero?

No, guardi, non le ho richiesto giudi-zi estetici, le ho solo domandato per-ché ha scelto di firmarsi Giallolimone.

Lei non mi lascia il tempo di...

Io le lascio tutto il tempo che vuole,caro Giallolimone però lei non mi deveuscire dal tema. L'obiettivo della miadomanda era ben preciso. Dunque:perché la scelta di non firmarsi connome e cognome su una rivista lettada un numero limitato di persone chesi incontrano varie volte all'anno e conun direttivo i cui membri trascorronole ferie assieme? E ancora: perché unopseudonimo, Giallolimone, che nullaha a che vedere con gli argomenti diuna rivista come Snop?

Noi la chiamiamo bollettino.

Forse non ci siamo capiti. Se lei mirisponde a vanvera io perdo il miotempo; non le ho chiesto come chia-mate questo foglietto. Le ho chiestoperché non ha il coraggio di firmarsicon nome e cognome. Questa oltre-tutto non mi pare una rivista propria-mente scientifica, semmai ricreativa: ilnascondersi dietro un dito e il non as-sumersi responsabilità, non dovrebbe-ro avere senso. Ma questo mi pare di-ventato un vezzo comune. Prendiamol'ultimo numero e leggiamo le firme:ellebi, bielle, LB, L.B., Elle 8i, B-elle, ecosì via. Si potrebbe continuare anco-ra per molte pagine: tutti anonimi. Leiè uno di questi e dunque mi risponda.Perché?

La redazione, vede...

Senta, se volevo notizie dalla reda-zione andavo in redazione e invece so-no venuto qui da lei. E sì che andare inredazione sarebbe stato ben più sem-plice, no? Tanti bei nomi, facile trovarli,tutto meno complicato. E invece così,un nome falso, ricerche, prelievi, appo-stamenti; uso di strumenti di alta tec-nologia e anche quando dovessi riusci-re a strapparle qualcosa, appena 48ore per trasmettere la notizia al giorna-

le, anzi al bollettino, come lo chiamalei.

Per favore non mi faccia perderealtro tempo. Dunque, come fa un so-cio a star tranquillo se c'è chi si na-sconde?

Cosa, scusi?

Adesso le domande le fa lei? Qui si in-vertono pericolosamente i ruoli. Cimanca solo che oltre a farsi le doman-de, si dia pure le risposte. Questa cosami fa venire in mente certi scritti, unpoco ermetici, diciamo. Che sia unastoria così anche la sua? Me lo scrivo eme lo leggo, tanto vale che non facciatroppi sforzi. Ma lei l'articolo...

L'articolo sei?

La smetta, non le ho chiesto nulla.Parli quando è interrogato.

Lei ha in mente solo l'articolo sei. Si

ricordi che ci sono tutti gli articoli del547 e poi quelli del 303 e poi altri, tantialtri. Mi sembra che lei se lo dimenti-chi qualche volta e giri in cerca di far-falle. Il fatto è che passa troppo tempoda solo, diventa tetro, fa scarabocchisenza senso e va in paranoia per arti-coli tutto sommato bassi, prima il 5,adesso il 6. Non sarebbe meglio se lei etutti quelli come lei si riunissero in unposto solo, bello grande, una procurao un piemmeippì, o qualcosa di simile.Potreste lavorare tutti assieme inveceche fare gli anonimi. Comunque cosìnon va. Le ho fatto decine di domandee non mi ha risposto. Come intervista-to è pessimo e il perché del suo pseu-donimo è rimasto un giallo, anzi, chedico, un Giallolimone.

AttenzioneSoci e abbonati comunichino per iscritto le variazioni di indirizzo nella sede

della redazione, Via Mellerio 2 - Milano.

Gli Atti di Comano Terme sulla salute in ospedale saranno posti in vendita al-

l'i nizio del '90 al costo di L. 50.000 nelle principali librerie. Chi volesse acqui-

starne più copie scontate può contattare Antonio Cristofolini: Servizio medici-

na del Lavoro, Via Malta 6 - 38100 Trento - Tel. 0461/230030.

con le seguenti modalità:❑ versamento diretto a ...............................

❑ versamento su CCP Postale 20012407 intestato a SNOP - via Ciamician 2- 40127 Bologna indicando quota associativa

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SCHEDA REGIONALE: UMBRIA

L'Umbria è una Regione suddivisa in12 ULSS ed in Tab. 1 sono riportati idati relativi alla sua superficie, alla po-polazione residente (al 31/12/81 e al31/12/86) e alla popolazione attiva (a31/12/81).

La prima esperienza di tutela dellasalute nei luoghi di lavoro in Umbria èstata realizzata, anticipando la L.833/78, dal Me.So.P. (Servizio di Medi-cina Sociale e Preventiva) di Terni.

Dietro la spinta delle lotte operaiedegli anni 1969-'70 e delle rivendica-zioni delle 0.0.S.S. volte a migliorarela "qualità" degli ambienti di lavorovenne stabilita una convenzione tral' Amministrazione provinciale e le Ac-ciaierie "Temi" sulla tutela della salutenei luoghi di lavoro che stabiliva inizia-tive sistematiche rivolte al controllodella nocività ambientale e della salu-te dei lavoratori. Nel febbraio 1972,con una Delibera del Consiglio provin-ciale di Terni venne istituito il Serviziodi Medicina Preventiva e del Lavoroconcretizzazione delle linee di tenden-za scaturite dal dibattito tra i lavoratorie coloro che si erano impegnati a dareun'adeguata risposta alle loro richieste.

Successivamente l'impegno dellaRegione ha portato prima alla L.R.65/79 "Organizzazione del Servizio Sa-nitario Regionale" e quindi alla L.R.43/80 "Prevenzione e tutela della salu-te nei luoghi di lavoro".

La L.R. 65/79 istituiva i servizi di set-tore e tra essi quello per lo svolgimen-to delle funzioni di igiene e prevenzio-ne ambientale e del lavoro.

La L.R. 43/80 fissava i principi relativialla programmazione, organizzazione egestione delle attività per la prevenzio-

ne e la tutela della salute nei luoghi dilavoro.

Successivamente con la L.R. 45/82venivano istituiti in Umbria i dueP.M.P. (Presidi Multizonali di Prevenzio-ne) a Perugia e a Terni.

Si è avuto poi il "Primo Piano Socio-Sanitario Regionale" (L.R. 11/85) cheprevedeva il Progetto Obiettivo "Tuteladella salute nei luoghi di lavoro" e che,modificando l'art. 38 della L.R. 65/79,ridenominava il servizio di settore diigiene ambientale e del lavoro in SIPA-VEL (Settore di Igiene e Prevenzionedegli Ambienti di Vita e di Lavoro) cheè un'articolazione dell'Ufficio di Dire-zione.

Va dato atto alla Regione dell'impe-gno organizzativo di tali atti legislativiai quali hanno fatto seguito recente-mente la Delibera della Giunta regio-nale 3882/88 e la presentazione dellaproposta del Secondo Piano SanitarioRegionale.

La D.d.G.R. 3882/88, "Attività dicoordinamento per l'attuazione del 10Piano Socio Sanitario Regionale. Nota3: Indirizzi per le attività di igiene eprevenzione negli ambienti di vita e dilavoro" vincolante ai sensi dell'art. 3della L.R. 22/84, individua tra gli obiet-tivi prioritari da realizzare in tutte leULSS l'istituzione del SIPAVEL e delleSezioni di igiene e prevenzione nel-l' ambiente di vita e di prevenzione neiluoghi di lavoro e fissa i parametri perl' adeguamento degli organici di tali Se-zioni e dei PMP.

Per la Sezione di prevenzione neiluoghi di lavoro i parametri fanno rife-ri mento agli abitanti in età lavorativadell'ULSS considerata (Tab. 2).

Nella proposta di Piano Socio Sani-tario Regionale per il triennio 1989-91è contenuta l'azione programmata"Tutela della salute nei luoghi di lavo-ro", questa prevede, al fine di raggiun-gere l'obiettivo della conoscenza e del-la riduzione dei rischi, che le attivitàdei servizi vengano effettuate preva-lentemente per piani mirati (p.m.) diprevenzione che possono interessaretutte le ULSS (p.m. infortuni, p.m. edili-zia, p.m. rumore), o solo alcune di esse(es.: p.m. chimica) o prima alcune diesse per poi estendersi nelle altre (p.m.agricoltura). Inoltre in essa sono conte-nuti i criteri per il riordino dei servizi el'adeguamento degli organici e sonopresenti anche azioni rivolte alla riqua-lificazione, all'aggiornamento e alla for-mazione continua del personale.

Per quanto riguarda la formazionedel personale va sottolineata la realiz-zazione di corsi specifici rivolti a unafigura estremamente importante ai fi-ni del raggiungimento degli obiettividella prevenzione, quella del tecnicodell'ambiente.

Tali corsi, a numero chiuso, fannoparte del Piano Regionale di Formazio-ne e vengono realizzati in base ad unaprecisa volontà programmatoria chetiene conto delle carenze degli organi-ci presenti nei Servizi di prevenzione.

Finora sono stati effettuati 2 corsi (o-gnuno con 25 partecipanti) ed un ter-zo, con più di 40 partecipanti, di re-cente avvio.

Il primo corso ha avuto la durata diun anno ed è stato articolato su 1600ore di lezione, il secondo corso, bien-nale, si è articolato su un totale di2050 ore mentre per il terzo, anch'essobiennale, sono previste 1600 ore an-nue.

Gli operatori così formati sono statitutti successivamente inseriti negli or-ganici dei SIPAVEL e costituiscono unabase essenziale per poter operare inéquipe.

OPERAZIONE PREVENZIONE

Nelle dieci ULSS a cui si riferiscono idati la struttura che si occupa di tuteladella salute nei luoghi di lavoro è pre-sente in tutte le ULSS considerate e laresponsabilità della stessa è affidata adun medico.

Si tratta di Servizi di prevenzione etutela della salute nei luoghi di lavoroo di Sezioni di prevenzione nei luoghidi lavoro, e sei di tali strutture dispon-gono di personale che si occupa esclu-sivamente di TSLL.

Il personale presente in tali struttureal 31/12/87 era di 61 unità.

Gli addetti delle dieci ULSS espressi

Tab. 1 - Superficie, popolazione residente e popolazione attiva nelle 12 Ussldella Regione Umbria

Ussi Sup. Res. 1981 Res. 1986 Att. 1981

1 991.21 69.971 70.917 31.461

2 908.22 56.840 57.707 22.148

3 595.88 165.636 171.607 72.817

4 292.31 46.441 47.138 20.091

5 816.23 90.954 92.245 34.896

6 777.95 48.859 49.201 19.527

7 76.77 44.918 44.704 18.085

8 466.41 44.932 45.795 17.958

9 917.97 14.651 14.159 5.344

10 776.89 43.168 42.884 16.137

11 645.58 50.591 51.218 18.551

12 530.62 130.319 130.277 48.175

8456.62 807.298 817.852 325.190

Tab. 2 - Sipavel - Tabella adeguamento organico Ussl

Classipopolazione

N.Ussl

MediciLaureati

nonmedici

InfermieriDiplomati:

Tecnici amb.Vigili san.

Altri Amministro Totale

PerUssl Totale

PerUssl Totale

PerUssl Totale

PerUssl Totale

PerUssl Totale

PerUssl Totale

PerUssl Totale

Amb di vita< 50.000 ab. 6 3 18 2

e)12 3 18 9 54 3 18 3 18 23 138

50.000-100.000 ab. 4 4 16 2 8 4 16 14 56 4 16 4 16 32 128

100.000-150.000 ab. 1 5 5 2 2 5 5 18 18 5 5 5 5 40 40

> 150.000 ab. 1 7 7 3 3 7 7 24 24 6 6 6 6 53

Amb di lavoro< 30.000 7 2 14 2 14 2 14 3 21 1 7 10 70

30.000-60.000 3 2 6 2 6 2 6 5 15 2 6 13 39

> 60.000 2 3 6 3 6 3 6 6 12 2 4 17 34

Abitanti in età lavorativa

Adeguamento totaleper profession. Sipavel 72 51 72 200 45 62 209 502

SipavelDotazioni organiche attuali 39 5 22 101 32 39 238

Differenze +/- +33 +46 +50 + 99 +13 +23 +264

iin forma "normalizzata" sono riportatinel grafico (Tav. 4) confrontati con glistandard previsti dal Piano Socio-Sanitario Regionale 85-87.

La strumentazione per le indaginiambientali è considerata sufficiente inquattro delle dieci ULSS esaminate equella per le indagini sanitarie vieneconsiderata sufficiente in due ULSS,cinque ULSS non dispongono di uncomputer e quattro di automezzi pro-pri.

Per quanto riguarda il personale e lastrumentazione si è avuto nel 1988 unincremento di tali dotazioni in alcuneULSS, anche in applicazione delleD.d.G.R; 3882/88 in base ai parametridella quale gli addetti nelle 10 ULSSesaminate dóvrebbero essere in totale123 (22 Med.; 22 Tec/lau.; 22 Inf/ASV;42 tec/dip.: 15 Amm.vi).

Esaminando il metodo di lavoro daidati emerge che sette ULSS dispongo-no di un'anagrafe aziendale e in due diqueste è stata realizzata la mappa deirischi. In Umbria la L.R. 11/85 (modifi-cando l'art. 14 della L.R. 43/80) ha in-

Tab. 3 - Principali attività espletatenel 1987 (dati relativi a 10 Ulss)

Interventi in aziende ...... 475Lavoratori interessati datali interventi ............................ 11.473Indagini ambientali ...... 109Coordinamento Aspp ............. 3.233Visite in corso di interventidi prevenzione ......................... 3.261Aspp eseguiti direttamente ... 4.548Idoneità per apprendistie minori ...... 521Inchieste infortuni ...... 172Pareri sui N.I.P ...... 648

trodotto la scheda di autonotifica chedeve essere presentata annualmentedalle unità produttive all'ULSS territo-rial mente competente.

Sei delle ULSS esaminate operanosulla base di un piano di lavoro annua-le, mentre sono otto le ULSS che effet-tuano una verifica del piano di lavoroe/o dell'attività svolta.

Tutte le ULSS dichiarano di collabo-rare con la struttura di Igiene Ambien-tale e si avvalgono di strutture di livel-lo superiore diverse dal PMP (si trattasoprattutto di strutture universitarie e,in minor misura, dell'I.S.S.).

I due criteri principali in base ai qua-li viene deciso il lavoro sono la doman-da esterna e le autonome valutazioni

L'attività di vigilanza viene program-mata da sei delle dieci ULSS esaminatee viene svolta dalla struttura operativanel suo complesso in nove di esse,mentre nell'ultima viene effettuata so-lo dagli UPG. Tale attività viene pro-mossa nell'88% dei casi dagli operato-ri del servizio.

La Tav. 5 riporta le principali attivitàeffettuate in Umbria nel 1987, si trattacomunque di dati orientativi, perché lamancanza di un sistema informativoregionale rende difficile l'acquisizionedi tali dati.

Tutte le ULSS inoltre comunicano ailavoratori i risultati degli interventi ef-fettuati ed in 5 di esse viene svolta at-tività di educazione sanitaria.

Giorgio RagniGCE» lJVCI

Tab. 4 - Personale TSLL e grafico di confronto con PSSR,dati relativi a 10 USSL)

Medici Tec/lau Tec/dip. Inf/ASV Amm.vi Altri Tot.

Esclus. 12 1 10 5 2 5 35

parzial. 4 1 11 3 5 2 26

Totale 16 2 21 8 7 7 61

CANCEROGENI

ASBESTO E MESOTELIOMIA BRESCIAParte prima

In oltre 10 anni di attività i Servizi diMedicina del Lavoro della Provincia diBrescia hanno considerato il rischioprofessionale da amianto circoscritto apochissime realtà tra cui due piccolefabbriche produttrici di freni e frizionie manufatti in cemento-amianto.

Ad esempio, nelle industrie siderur-giche, che a Brescia caratterizzano iltessuto produttivo per diffusione epresenza negli anni, il rischio di esposi-zione al minerale è stato anche in annirecenti ritenuto più teorico che reale.

Anche il convegno sulla siderurgiapromosso dalla SNOP nel lontano giu-gno 1985 non sembra aver stimolatointerventi concreti in questo senso.

A tutto il 1988 non erano inoltre no-ti eventuali mesoteliomi occorsi in la-voratori esposti così come all'INAILprovinciale non era noto alcun caso,segnalato o indennizzato.

Circa i rischi e i danni extra o para-professionali il buio era ancora più fit-to.

Una autorevole revisione di una co-spicua casistica autoptica pubblicatanel 1985 non sembrava ancora sugge-

rire l'esistenza di tale patologia a Bre-scia nel quinquennio 1978-1982 (libenché alcuni casi fossero già censitidall'Ist. Sup. Sanità (2) e da altri autorinel periodo 1979-1983.

In anni recenti anche a Brescia i Me-dici del Lavoro si interrogavano sull'ef-fettiva consistenza del problema nonavendo mai ricevuto alcuna informa-zione generica o circostanziata, magariin forma di denuncia o referto, da par-te dei colleghi ospedalieri o medici dibase.

Le fonti informative sul rischio daesposizione ad asbesti provenivanodalle già scarse e frammentarie notizieraccolte in passato (mappatura, auto-notifica regionale); la presunta assenzadi tecnopatie, neoplastiche e non, nonforniva ovviamente alcun indizio, an-corché indiretto, circa pericolose espo-sizioni al minerale.

È così facilmente immaginabile lasorpresa di chi scrive quando, occasio-nalmente, veniva a conoscenza dell'at-tività di osservazione e ricerca svoltapresso l'ospedale civile di Brescia doveil mesotelioma pleurico risulta esserepatologia sì rara ma ben documentatae presente ai colleghi pneumologi eistopatologi.

Un contributo casistico pubblicatoda alcuni di questi nel 1987 (4) riferiva

infatti di 28 mesoteliomi osservati inun periodo di 16 anni solo due deiquali, a parere degli autori, con sicuraesposizione ad asbesto.

Da questa sconcertante segnalazio-ne è stata promossa da due UOTSLL edalla Magistratura un'indagine cono-scitiva, tuttora in corso, con lo scopodi verificare l'entità del fenomeno inrapporto all'eziologia professionale.

Questa prima nota riferisce i risultatidel lavoro svolto, preliminarmente in-centrato solo sulla casistica reclutatapresso la Divisione Pneumologica delmaggior ospedale. Nel periodo1979/1988 sono stati diagnosticati 38mesoteliomi maligni di cui 6 residentifuori Brescia; per tutti è in corso la re-visione delle diagnosi istologiche.

In 37 casi (10 F 27 M) è stato possibi-le ricostruire la storia lavorativa ed in-dagare possibili esposizioni extra pro-fessionali tramite intervista con i solitre pazienti in vita o i parenti prossimiper i 34 deceduti.

Nella ricerca è stato utilizzato il que-stionario già sperimentato nell'indagi-ne condotta a Firenze con poche for-mali modifiche.

L'esame dei risultati consente di for-mulare un primo giudizio circa l'espo-sizione a fibre di asbesto così sintetiz-zabile per i 31 casi residenti a Brescia:

P

Esposizione n. casi %

non documentate 4 12.5extra-paraprofessionale 11 34.3professionale possibile 6 21.8professionale probabile 2 6.2professionale certa 8 25.0

TOTALE 31

Dei rimanenti 6 casi residenti fuoriBrescia è per il momento documentatauna esposizione certa per 2 di essi incantieri navali di Napoli e Castellam-mare di Stabia.

Rimandando a successiva comuni-cazione il dettaglio clinico e anamne-stico dei singoli casi crediamo da orapossibili alcune brevi considerazioni.

1 - La casistica da noi "riesumata",già più numerosa rispetto alla segnala-zione originale (4), è indubbiamentesottostimata sia perché relativa ad unsolo ospedale, sia perché ha escluso,per impossibile approfondimento, leneoplasie pleuriche "metastatiche" chetalvolta celano mesoteliomi non cor-rettamente o altrimenti diagnosticati.

2 - Parte dei pazienti osservati daicolleghi ospedalieri, cui va riconosciu-ta una grande attenzione sul versantediagnostico e terapeutico, ha costitui-to "materiale" scientifico per una inte-ressante pubblicazione, ancorché di li-mitata diffusione.

Non ha purtroppo impegnato i clini-ci in quelle incombenze, magari noio-se, ma strettamente necessarie: unacertificazione medica utile a pazienti esuperstiti per eventuale minimo in-dennizzo INAIL, una denuncia e un re-ferto.

3 - Si è scritto che "una sicura espo-sizione ad asbesto è stata osservata in2 pazienti soltanto (7,1%)".

È intuibile su cosa si fondi questa af-fermazione stante la informazione me-

dia contenuta alla voce "attività lavo-rativa" delle cartelle cliniche ospedalie-re.

Una revisione di tutte queste ha daun lato evidenziato l'assenza di unaminima anamnesi professionale in granparte delle stesse e dall'altro il ricorreredel termine amianto in almeno 6 diqueste.

Una piccola disponibilità ad appro-fondire questo aspetto direttamentecon i pazienti avrebbe portato a benaltre conclusioni, anche per il mediconon addetto ai lavori.

4 - Quello addetto ai lavori, che inanni passati si era pure dichiarato di-sponibile a collaborare con i colleghi,ha atteso a lungo informazioni interve-nendo nel frattempo su ipoacusie epoco più.

Il piano di intervento sui rischi e suidanni da asbesto che da quest'anno siè avviato di comune accordo in tuttele USSLL di Brescia è tardivo perchétardi è emersa una problematica di ta-le gravità.

5 - Non pare possibile una vera pre-venzione senza il diretto contributo dicoloro che di prevenzione non si oc-cupano a partire dai medici di base edospedalieri.

Mai come in questo caso ciò si è ri-velato vero.

Come vedremo in seguito, anche aBrescia la mancata collaborazione (el'assenza di atti dovuti) da parte di sa-nitari ha sottratto un presupposto es-senziale per la prevenzione in tema dicancerogenesi occupazionale: la cono-scenza.

Riprendendo alcune riflessioniespresse su questo stesso tema nelbollettino SNOP n. 4 (5) dobbiamoconstatare, con amarezza, che moltastrada è ancora da compiere e che ilcerchio è ancora da chiudere.

P. Gino Barbieri

BIBLIOGRAFIA

1) C. Chiappino e coli.: Indagine sui me-soteliomi in Lombardia nel periodo 1978-1982. La Med. del Lavoro, 1985, 76: 6; 454-465.

2) C. Bruno et all.: Mortalità per tumoremaligno della pleura in Italia: 1980-1983.Rapporti Istisan 88/24.

3) U. Facchini e coll.: Mortalità per meso-telioma pleurico nel quinquennio 1979/83in Italia con riferimento alle province e allesingole USSLL. La Med. del Lavoro 1989, 80,2: 149-154.

4) C.P. Marchetti e coli.: Il mesoteliomapleurico maligno diffuso: contributo casi-stico. Boll. Soc. Med. Chirurgica Bresciana,vol. 38/1 1987.

5) A. Baldasseroni, P.C. Barbieri, S. Bosia:Boll. SNOP n. 4 maggio 1987.

ARCHIVIOMESOTELIOMI

È disponibile un rapporto sull'"Archi-vio regionale dei mesoteliomi".

Vengono riportati i dati dell'attivitàdell'archivio relativamente al periodo1970-1987, descrivendo i metodi di de-finizione dei casi ed i risultati dello stu-dio sulla esposizione ad amianto per134 nuovi casi di mesotelioma identifi-cati tramite gli Istituti di Anatomia Pa-tologica dell'Università di Firenze, Sie-na e Pisa.

Il rapporto riferisce, infine, dell'attivi-tà in corso per attivare — quandopossibile — il riconoscimento medico-assicurativo del danno.

Oltre al rapporto può essere richie-sto il questionario utilizzato per intervi-ste dirette al fine di ricostruire la storiadi esposizione lavorativa o extra-lavorativa ad amianto.Rif. Cheilini, U.O. di Epidemiologia,

C.5.P.O., viale Volta 171 - 50131 Fi-renze. Tel. 055/578062.

CONTRIBUTI

L'ANDAMENTOINFORTUNISTICOIN ITALIA EIN EUROPA

Iniziamo con questo numero apubblicare una serie di articoli delDr. Gianfranco Ortolani dell'UfficioStatistica dell'INAIL. L'obiettivo èquello di dipanare le foschie cheavvolgono ancora oggi i dati dell'I-stituto Assicuratore: questi sonoper tutti noi dati importanti di la-voro.

Molte sono le esigenze che ab-biamo sottoposto al dott. Ortolani,fra le altre l'utilità di fornire i datiper comparto (v. a proposito i suoiinterventi nei Convegni sull'ediliziao sulla cantieristica navale...) e le ri-cadute anche per i servizi territo-riali,' dovute alla novità nell'attualeriorganizzazione dei dati e delle se-di periferiche INAIL. Cominciamocon questo contributo sull'anda-mento infortunistico.

Il fenomeno infortunistico è in fles-sione in tutti i paesi industrializzati. Ciòè innegabile. Nello spazio di dieci,quindici anni il numero di infortuni sullavoro, nell'Europa comunitaria, si è in-fatti, all'incirca dimezzato.

Ma se anziché considerare il proble-ma globalmente si cerca di stabilire unparallelo tra le statistiche nazionali di-

sponibili, il problema diviene di colpoassai più complesso. Ogni paese infattiraccoglie ed elabora i propri dati sullabase di architetture e metodi stretta-mente connessi con la normativa assi-curativa e di sicurezza sociale vigenti.E diversa è, da paese a paese, anche lastruttura produttiva per settore d'atti-vità, per dimensione aziendale, per etàmedia della massa occupata e così via.

Aggirarsi nel ginepraio delle statisti-che infortunistiche europee è perciòun'attività irta di rischi a meno di nonconoscere l'argomento in ogni suo ri-svolto. Basti pensare che una commis-sione CEE da oltre un ventennio trasci-na stancamente i suoi lavori in vista diun'ancora improbabile unificazionedelle statistiche comunitarie sull'argo-mento. Unico successo — peraltro ap-prezzatissimo proprio perché unico —la rilevazione annuale unificata, in tuttii paesi-membri, degli eventi lesivi nelsettore siderurgico.

Le statistiche internazionali esistenti,se correttamente usate, possono esse-re però ugualmente utili.

Infatti se non si possono confrontaredirettamente i livelli infortunistici deivari paesi possono essere comunqueutilmente confrontati i trend, gli anda-menti delle serie storiche, che ci dan-no un quadro complessivo del feno-meno e ci aiutano a capirne le leggi. Etali trend ci dicono appunto quantastrada si sia fatta in Europa negli ultimianni e come gli andamenti riscontrabilinel nostro paese si inquadrino perfet-tamente in un più ampio panorama.

Come è spiegabile un così netto ca-lo degli infortuni? Si, certo, la preven-zione. Ma non basta.

Negli anni Settanta uno studio assaibuono di Luigi Campiglio riguardantel'i ndustria italiana poneva in relazionediretta l'utilizzo della capacità produt-tiva degli impianti con la frequenza in-fortunistica intesa come rapporto tranumero di eventi lesivi e esposizione alrischio (valutata in ore lavorate, inoperai-anno, in addetti o secondoun'altra unità di misura). Ciò è comedire che gli investimenti vanno consi-derati motore, ad un tempo, dell'occu-pazione e del rischio. E tale schema siattaglia assai bene alla serie dei dati in-fortunistici degli anni Cinquanta e Ses-santa, un periodo in cui gli investimen-ti erano soprattutto indirizzati all'e-spansione della capacità produttiva.Ma per il decennio successivo la rela-zione non funziona più, qualcosa sirompe, come se un fattore, prima inin-fluente, di colpo abbia acquistato unatale proporzione da non poter più es-sere ignorato. Tale fattore è senz'altroindividuabile nell'innovazione tecnolo-gica.

Dopo la prima crisi petrolifera si in-nesca infatti nell'industria europea unprocesso di ristrutturazione e di razio-nalizzazione che comporta un grado diinnovazione tecnologica assai elevato.

Tutto ciò vale a livello europeo (isettori a più alto contenuto di innova-zione tecnologica sono quelli in cui, inogni paese, sono registrabili i migliora-menti più netti in termini infortunistici)

ma anche italiano.Nell'industria del nostro paese, il pe-

ri odo di più marcata innovazione tec-nologica, come testimonia una recentericerca ISTAT, è quello compreso tra il1980 e il 1985.

Di nuovo, negli anni più recenti, gliinvestimenti sono stati rivolti più all'e-spansione della capacità produttivache all'innovazione e questa può esse-re una assai interessante chiave di let-tura dell'affievolirsi della tendenza allaflessione della frequenza infortunistica.

Perché se è eccessivo e soprattuttoinfondato, per gli ultimi anni, parlare diripresa del fenomeno, di certo i ritmi dicontrazione che avevano contraddi-stinto un passato ancora prossimo, sisono andati affievolendo.

D'altra parte va anche consideratoche il calo registrato dalle frequenzenell'ultimo ventennio è stato in qual-che misura ingigantito dalla concomi-tanza di due fattori. Il primo è indivi-duabile in una certa tendenza alla ri-duzione dell'evasione contributiva; ciòha comportato una quota di incre-mento fittizio della misura di esposi-zione al rischio e quindi una flessionepiù accentuata del reale degli indici difrequenza. L'altro risiede nell'espansio-ne, eccezionale, del terziario assicura-to (e che l'INAIL comprende nella Ge-stione Industria), un'area a più basso ri-schio e in grado perciò di "annacqua-re" — se mi si passa il termine — inmisura crescente la frequenza mediadell'intero ramo industriale.

Tutto ciò, si sottolinea, se riduce in

qualche misura l'enorme progresso diquesti anni è ben lungi dall'annullarlo.

Tutto ciò per l'industria. Diverso è ildiscorso per l'agricoltura. In questosettore la trasformazione tecnologicaha avuto, nel dopoguerra, un effettoopposto.

Il depauperamento demografico cheha portato le forze più giovani e mi-gliori nell'industria, l'impreparazioneculturale e psicologica al nuovo, tipicadel mondo contadino, hanno compor-tato un peggioramento drammaticodelle frequenze infortunistiche duratoall'incirca un trentennio.

Ma non solo le frequenze sonocambiate. In un settore in cui il lavoro— e quindi anche gli infortuni — sonoda sempre stati scanditi dal ritmo delsole e della luna, anche la stagionalitàdegli eventi lesivi è cambiata sotto l'e-spandersi di attività nuove non colle-gate all'andamento climatico.

È vero dunque che la situazione inagricoltura è tutt'altro che rosea. Maproprio per questo non è il caso diesagerare.

Un leit-motiv di chi parla oggi di in-fortuni agricoli è il continuo peggiora-mento della situazione che sarebbeavvalorato dal numero crescente di in-dennizzi di un recente passato e so-prattutto dal grande balzo in avanti ditale parametro a metà degli anni Ot-tanta.

I appena il caso di ricordare il pro-fondo mutamento normativo del 1982— impropriamente detto "miniriforma"che ha portato, tra l'altro, a corrispon-

dere l'inabilità temporanea ai lavorato-ri autonomi dell'agricoltura.

In realtà il lungo ed estremamentepreoccupante incremento del rischioin questo settore (oggi assai più eleva-to che non nell'industria) sembra es-sersi fermato e un periodo di stasi so-stanziale pare indicare l'inizio di untrend di segno opposto.

Proprio l'insieme di queste conside-razioni, l'andamento delle curve di fre-quenza, nell'industria come nell'agri-coltura, fanno emergere da un puntodi vista strettamente tecnico, la con-vinzione che si è ancora assai lontanida quel peraltro ipotetico "zoccolo" dieventi lesivi difficilmente intaccabile,scendere al di sotto del quale compor-ta costi abnormi per risultati minimi.

Nella realtà italiana di certo c'ègrande spazio per lavorare, grandespazio per comprimere livelli infortuni-stici che oltre che sofferenza significa-no tra l'altro costi economici enormi.

Gianfranco Ortolani

È doverosa una scusa per la"gaffe" in cui anche noi — per di-strazione redazionale — siamo ca-duti nel numero 12 del bollettino.Nell'appello contro l'amnistia gene-ralizzata abbiamo di nuovo parlatodei più di 3.000 morti sul lavoro nel1988, dato falsato da una "banale"questione di riordino amministrati-vo dell'INAIL.

UN BEL MATCH

L'ingresso e la rapidissima diffusionedei videoterminali sui tavoli di lavorodegli impiegati di tutte le aziende, rap-presenta certamente il più grandecambiamento di questi anni.

Non entrando nel merito dei pro edei contro della rivoluzione informati-ca, ma semplicemente prendendo at-to di quanto sta succedendo, non sipuò tuttavia non notare una certa dif-fidenza verso i nuovi strumenti di lavo-ro, sia hardware sia software, da partedi chi li deve usare.

Da questa diffidenza prendono ori-gine sovente le richieste di interventiconoscitivi fatte agli operatori dellaprevenzione da consigli di delegati eorganizzazioni sindacali.

Noi riteniamo che l'atteggiamentodi diffidenza, anche se spesso motivatoda scarsa conoscenza dell'argomento,sia sano e che gli interventi vadanofatti, ma in modo completo, da perso-nale specializzato su tutti gli aspetticoinvolti in questi fenomeni.

E qui cominciano le difficoltà, poi-ché le componenti, anche a voler sem-plificare, sono parecchie, come si è po-tuto osservare bene in un corso 150ore sperimentale realizzato recente-mente a Milano da Cgil, Cisl e Uil.

Infatti, oltre agli aspetti di strettapertinenza dell'ergonomia classica,quali la postura, il microclima, il visus,ecc., occorrerà tenere nella opport'unaconsiderazione almeno gli aspetti or-ganizzativi e quelli psicologici.

Per quanto riguarda le problemati-che connesse con l'organizzazione dellavoro, l'analista studioso potrà sce-gliere l'approccio preferito in una vastagamma (citiamo fra i tanti il metodosociotecnico e quello delle congruenzeorganizzative), senza comunque per-dere di vista lo scopo finale e cioè la ri-levazione oggettiva dei processi, deiruoli, delle comunicazioni.

I problemi psicologici sono forsequelli più complessi, perché ci sembraopportuno fare subito una distinzionefra la cosiddetta psicologia cognitiva(quella per intenderci che si occupaprevalentemente di attenzione, me-moria, apprendimento, problem sol-ving) e la cosiddetta psicologia del pro-fondo (quella per intenderci che si oc-cupa prevalentemente dell'inconsciodell'individuo), tenendo tuttavia benpresente che i campi non sono semprenettamente separati (vedi per esempiolo stress).

A questo punto apparirà a tuttichiaro che l'attuale operatore non èpronto se non parzialmente, a entrarenei reparti informatizzati, tenuto anche

presente un ultimo aspetto (last butnot least) che è quello informatico: se-condo noi non è possibile occuparsidi questo tipo di problemi senza unminimo di conoscenze tecniche delmondo dei computers.

Sulla maggioranza degli argomentitoccati, la didattica tradizionale (testiaula, docente) non presenta particolariproblemi, se non quello di progettareuna corretta miscela e di non oppri-mere i discenti con eccessi teorici nonadatti alle reali necessità pratiche.Chiunque desiderasse approfondimen-ti particolari, potrà facilmente fare rife-ri mento a una vasta bibliografia find'ora disponibile.

L'unico punto diverso per cui la di-dattica tradizionale non è secondo noisufficiente, è quello della psicologia delprofondo: qui occorre altro.

Infatti l'operatore dovrà imparare ausare se stesso come strumento di la-voro per cogliere e valutare i problemiconnessi con la soggettività altrui.

Dovrà quindi oltre alle letture e allelezioni, sperimentare insieme ad altricon opportuna guida, le dinamiche digruppo e le diverse modalità di mani-festazione dell'inconscio. Risultato fon-damentale di questo approccio saràquello di non perdere un elemento im-portante in ogni situazione di lavoro e

necessario per un'analisi corretta, ilcontributo della soggettività dei lavo:ratori, altrimenti trascurato.

Su questi argomenti da un po' ditempo accade di assistere ad una spe-cie di educata "querelle" all'interno delgruppo di lavoro SNOP sull'innovazio-ne. È come un dialogo fra sordi, e d'al-tronde è forse fatale che sia così, vistoche qualcosa di simile sta avvenendoun po' dappertutto, dal mondo uni-versitario a quello delle aziende.

Le due squadre in campo non sonoben definite, molti sono quelli che nonsanno da che parte schierarsi, attrattiora da un argomento ora dall'altro, in-certi davanti a un caso che non èchiaro come vada affrontato.

Per tentare di fare un minimo dichiarezza, vediamo di definire gli estre-mi dei due schieramenti, quello deineo-positivisti da una parte e quellodei neo-umanisti dall'altra, con un ter-reno al centro dove ognuno può cer-care di trovare il suo spazio. La primasquadra è quella dei tecnici, dei mediciorganicisti, degli psicologi cognitivisti,della relazione causa-effetto. La secon-da è quella della relazione sistemica,dove le cause di un evento sono sem-pre molte e in rapporto reciproco fradi loro: a questa squadra appartengo-no i medici psico-somatici, gli psicologi

PROPOSTA DI FORMAZIONE

Per i motivi che abbiamo argo-mentato e per promuovere unaqualche iniziativa che faciliti l'ac-quisizione di conoscenze e compe-tenze tecniche da un lato edesperienze individuali e psicologi-che dall'altro, proponiamo una ri-flessione sulla formazione per dise-gnare insieme l'attività dell'opera-tore di fronte al cambiamento nellavoro organizzato.

Il caratterizzarsi dell'ufficio mo-derno come luogo di rischio, nongià per la presenza di macchinepericolose, bensì per la presenza diprocedure astratte che realizzanole precondizioni per fattori di ri-schio non rilevabili attraverso ter-mometri e questionari, ma con ap-porti che completino l'indagine uti-lizzando tecniche di osservazione elettura del vissuto soggettivo deilavoratori, suggerisce di dotarsi distrumenti di intervento che tenga-no conto della peculiarità del lavo-ro impiegatizio.

Si tratta di pensare a un lavoropilota, che procuri inizialmentequegli elementi di conoscenza e diesperienza utili alla definizione diun campo tematico compreso fral'ergonomico e il relazionale, perprogettare uno schema formativoda realizzarsi successivamente,così da raccogliere gli elementi co-stitutivi di un bisogno certamenteattuale. Tale iniziativa pilota potràarticolarsi in 2 o 3 incontri in gradodi mettere a •fuoco con ragiona-menti e letture comuni fra i parte-cipanti, i temi che grosso modo sipresentano coi nomi dell'ergono-mia, della psicologia, dell'organiz-zazione. Si arriverà così alla defini-zione di un corso che avrà fra glialtri obiettivi, l'acquisizione di unacompetenza psicologica, capace diintegrare le esperienze di vissuto

degli operatori con quelle di vissu-to dei lavoratori oggetto dell'inter-vento.

L'idea è di utilizzare in seguitol'équipe di servizio o la classe, co-me gruppo operativo di lavoro perun progetto didattico sperimentaleche, attraverso l'analisi e lo studiodi materiale indiziario provenienteda casi trattati o in corso, arrivi aformulare delle ipotesi sulla sogget-tività, la loro verifica e un interven-to modificativo seguendo quel"metodo" che indica all'operatoredi "usare se stesso come strumentodi lavoro" più sopra ricordato.

Fra gli argomenti di discussione,elenchiamo quelli che secondo noiandrebbero trattati in un corso diquesto tipo: alcuni concetti di in-formatica elementare; aspetti diteorie organizzative (p. es. il meto-do delle congruenze organizzative);l'ergonomia del software e la psi-cologia cognitiva; elementi di psi-cologia del profondo e modalità dimanifestazione dell'inconscio.

Naturalmente non sono temiesclusivi, ogni suggerimento è gra-dito per la ricerca di un linguaggiocomune, in ragione degli sviluppiscientifici e tecnici dell'innovazionee delle correlate risposte al cam-biamento.

La strada da percorrere è quelladella complementarità fra indirizzimetodologici diversi (a partire daquelli presenti e proponibili nel ser-vizio territoriale) tesi a leggere unamedesima situazione con prospet-tive integrabili fra loro.

Proponiamo di lavorare sulle ri-sorse umane, e per fare questo, dipensare a una formazione comedecentramento delle conoscenze ecome qualcosa di continuamentediffuso dentro e fuori il servizio.

Riccardo Della ValleErnesto Muggia

del profondo, i sociologi ad orienta-mento psicologico.

L'argomento principe dei primi èprobabilmente la misura, con tutti isuoi correlati di strumentazione, di ri-petibilità, di statistiche di soglie ecc...ecc... Al contrario l'altra squadra èschierata dalla parte della soggettività,dei fenomeni legati al mondo dell'in-conscio e quindi per definizione all'op-posto del concetto stesso di misura.

Tenendo ben presente allora quantosopra e che la posta in palio non è unadiscutibile vittoria di una squadra odell'altra, ma bensì un modo più com-plesso e nuovo di occuparsi della sa-lute di chi lavora, cerchiamo di vederele due squadre all'opera di fronte a de-gli esempi. Supponiamo ancora chedal punto di vista medico ed ergono-mico sia tutto perfettamente in regola.

I Caso = una terminalista di mezzaetà, grande azienda, grande repartoamministrativo, persona demotivata,depressa, sempre stanca al termine dellavoro, portata a somatizzare.

Il Caso = un programmatore giova-ne, grande azienda, grande repartoEDP, iperattivo mai stanco, bravissimoe apprezzato dai superiori.

In entrambi questi casi, così diversifra loro ma piuttosto comuni, la primasquadra difficilmente troverà qualcosada osservare e/o misurare.

La seconda squadra viceversa, con ilsuo approccio differente, troverà inentrambi i casi degli indizi di sofferen-za nel rapporto individuo-lavoro: daqui dovrà prendere le mosse un'inda-gine complessa sul clima aziendale,l'organizzazione del reparto, il vissutosoggettivo, il tipo di software in uso equant'altro possa essere utile.

Naturalmente questo è soltanto unnostro punto di vista: invitiamo i lettoridissenzienti o anche semplicementeinteressati ad aprire un dibattito.

Riccardo Della ValleErnesto Muggia

DIBATTITO

Dottor Guariniello, può farci unbreve bilancio sul trasferimento dellecompetenze in materia di vigilanzaavvenuto con la Riforma Sanitaria?

Se operiamo un confronto tra quelloche fa attualmente l'USSL e quello chefaceva l'Ispettorato del Lavoro, il bilan-cio non può che essere positivo, sia sulpiano quantitativo (il numero degli in-terventi è decisamente maggiore), siasul piano qualitativo (nell'igiene del la-voro l'intervento dell'Ispettorato erainesistente). Attualmente c'è una mag-giore attenzione alle fonti scientifichesui rischi da lavoro e sulle tecnopatie.

Se invece il bilancio si basa sul con-fronto tra quello che si fa e quello chesi sarebbe dovuto e sperato fare, allorail bilancio non è del tutto positivo.

Ci sono zone nel nostro paese in cuil'i ntervento non solo è carente ma èdel tutto inesistente.

L'obiettivo della legge di Riforma Sa-nitaria che prevedeva l'unificazionedelle condizioni ambientali e sanitarienei luoghi di lavoro è per ora fallito. Ilpersonale che opera nella vigilanza èaumentato rispetto a quello che ope-rava negli Ispettorati del Lavoro, manon è ancora adeguato e proporziona-to alle esigenze.

Nelle stesse zone in cui si fa vigilan-za, mi sembra di notare problemi cheincidono sulla efficacia della vigilanza.

Anzitutto, problemi che riguardanol'organizzazione del Servizio. EsistonoUSSL che probabilmente potrebberofare di più se fossero organizzate inmodo migliore; pertanto si può direche vi sono USSL che rappresentanooccasioni, se non mancate, non deltutto attuate.

Un altro problema tocca la qualitàdell'intervento dell'ispettore, in quantoquesti spesso è inviato sul luogo di la-voro senza quel bagaglio di conoscen-ze che sarebbe necessario allo scopo,e manifesta una complessiva insicurez-za nell'espletamento del suo interven-to.

Insicurezza che nasce, come hodetto, da una ancora non maturataprofessionalità ma anche dal fatto disentirsi non sempre tutelato dal Servi-zio di cui fa parte. Quante volte, misembra, l'ispettore ha timore di faredegli accertamenti o delle rilevazioni,in quanto non si sente "coperto". Que-sto mi fa pensare e mi fa chiedere sel' autonomia del personale addetto allavigilanza sia sempre comunque tutela-ta.

Naturalmente, questa autonomiaprofessionale non può prescindere dal-la programmazione del Servizio, chedeve sempre prevedere la definizionedei compiti dei singoli.

INTERVISTA ARAFFAELE GUARINIELLO

a cura di Silvano Bosia

Raffaele Guariniello, attualmenteMagistrato di Cassazione con funzionidi Pretore Penale presso il tribunale diTorino, è sicuramente tra i giudici piùconosciuti in Italia fra coloro che si oc-cupano di igiene e 'sicurezza negli am-bienti di lavoro.

Alcune sue sentenze come quelle sudi un caso di AIDS di origine professio-nale, sui danni indotti dall'utilizzo diVDT, sulle ipoacusie da rumore allaFIAT veicoli industriali; oltre a polariz-zare l'attenzione dell'opinione pubbli-ca su queste tematiche per lo più tra-scurate dai mass media, hanno costi-tuito vere e proprie pietre miliari nellagiurisprudenza inerente l'igiene e la si-curezza negli ambienti di lavoro.

In questa fase di transizione tra vec-chio e nuovo processo penale, è parsoquanto mai interessante a questa re-dazione sentire il suo parere su alcuniaspetti della prevenzione negli am-bienti di lavoro e sui possibili cambia-menti che il nuovo corso normativopotrà portare.

Dal punto di vista della programma-zione c'è un problema di autonomiache investe il Servizio nel suo comples-so.

L'attentato all'autonomia del Servi-zio può avvenire anche sulla base diesigenze condizionate da motivazioniestranee, non dettate cioè da prioritàeffettive. Il rischio è che determinatearee rimangano escluse dalla vigilanzao per autocensura o per condiziona-menti esterni. Dalla mia esperienzaemerge in più situazioni una non an-

cora completa autonomia sia dei sin-goli ispettori che dei Servizi nel lorocomplesso.

Indicatore di questa insicurezza enon raggiunta autonomia professiona-le è la paura del ricorso verso i propriatti di vigilanza. Questo "fantasma delricorso" viene vissuto come una messain discussione oltre che del propriooperato anche e soprattutto di se stes-si.

Bisognerebbe pertanto a mio avvisooltre che aumentare il numero degliispettori, migliorarne la professionalitàe garantirne l'indipendenza, ove delcaso anche attraverso atti normativispecifici.

Come è cambiata nella sua espe-rienza di magistrato la patologia dalavoro negli ultimi venti anni?

A Torino abbiamo incominciato adoccuparci di questa materia nel 1974,rivolgendo le nostre attenzioni prima-riamente agli infortuni sul lavoro. Eemerso subito che oltre all'evento lesi-vo dovuto all'infortunio dovevamo oc-cuparci delle norme preventive. Dopogli infortuni abbiamo incominciato adoccuparci delle malattie professionali,nelle forme più differenziate e classi-che (patologia da cromo, saturnismo,etc.). Tre furono i settori sui quali sem-brò importante lavorare, e cioè l'indu-stria dell'amianto, le fonderie e le gal-vaniche. Questo percorso mi fa pensa-re non tanto ad un cambiamento dellapatologia da lavoro, quanto ad una"scoperta" di situazioni già esistenti,ma mai emerse, per carenza di stru-menti interpretativi, sia da parte dellamagistratura che da parte dell'Ispetto-rato del Lavoro.

Con il passare del tempo sonoemersi due fenomeni: da una parte sisono evidenziate patologie già esistentima mai prese in considerazione, dal-l'altra sono emerse patologie veramen-te nuove. Tra le patologie "scoperte" vifurono per esempio le asme da farina,le silicosi negli odontotecnici, le aller-gie e le dermatiti dei parrucchieri, leultime risultate molto frequenti. Que-ste erano patologie delle quali ci era-vamo sempre disinteressati, pur essen-doci riscontri bibliografici consistenti.Inoltre, abbiamo assistito all'emergere,più che di nuove patologie, di nuovimondi lavorativi a rischio. Uno è ilmondo degli uffici, l'altro quello degliospedali. L'ospedale, per esempio, piùlo conosciamo più ci accorgiamo dellapresenza di rischi molteplici e differen-ziati, dai gas anestetici agli infortuni,alle sostanze chimiche più differenti.

Il mondo degli ospedali è ancoraben lontano dall'essere del tutto sco-

perto; anche qui ci si scontra con duetipi di resistenze, da una parte l'istitu-zione che non si rende conto del fattoche questi non sono solo luoghi di cu-ra ma anche di lavoro, dall'altra i re-sponsabili che tendono di più a salva-guardare i pazienti e meno l'operatore.

Un secondo mondo paradigmaticoè quello degli uffici, con tutte le pro-blematiche derivanti dall'utilizzo deiVDT e le vere e supposte patologie adessi legate.

Concludendo ritengo che "nuovepatologie" coesistano con "vecchie pa-tologie". Queste ultime non si può an-cora dire che siano scomparse, tant'èvero che è soltanto del luglio '89 unamia sentenza su più casi di perforazio-ne del setto nasale dovuti all'esposizio-ne a cromo.

Con il nuovo processo penale, nelquale si prevede entro pochi mesi dal-la "notizia criminis" la definizionedella sentenza, è possibile che si svi-luppi una propensione a sanzionaredi più gli aspetti lesivi dei danni da la-voro, rispetto a quelli preventivi. Qua-l'è la sua opinione in merito?

Al di là dei tempi molto stretti neiquali devono completarsi le indaginipreliminari, ci sono altri fattori di cuitenere conto. Il nuove rito trasformaradicalmente le funzioni del pretore, inquanto tra le molte nuove competen-ze che gli vengono assegnate vi èquella inerente l'omicidio colposo dainfortunio sul lavoro o da malattia pro-fessionale.

Questo fatto è di per se altamentepositivo, in quanto sposta le compe-tenze da un organo, quale la Procura,che si è sempre occupato poco o nulladi queste problematiche, ad un orga-no, la Pretura, che invece se ne è inin-terrottamente occupata.

Questo elemento di ricomposizionedelle competenze è di per se molto si-gnificativo, in quanto vi sono innume-revoli morti a causa o concausa pro-fessionale, che sono rimaste prive diattenzione da parte della magistratura.

Il nuovo codice, poi, trasforma pro-fondamente le Preture, in quanto ilpretore non sarà più depositario delprocesso dall'inizio alla fine, ma questoverrà demandato a tre figure distinte.Si determinerà indubbiamente un ap-pesantimento del processo di pretura;e ciò per l'immenso carico di lavoroderivante dalle aumentate competen-ze da una parte, e per la minor snellez-za procedurale dall'altra.

Tutto questo potrà portare le Pretu-re ad occuparsi di meno delle proble-matiche inerenti l'igiene e la sicurezzadel lavoro. È possibile che si sviluppinotendenze a privilegiare gli aspetti più

gravi, come gli omicidi colposi o le le-sioni colpose, a discapito delle con-travvenzioni.

Questo richiederà una maggiore ca-pacità delle USSL di muoversi nel cam-po della prevenzione, in quanto la ma-gistratura sarà probabilmente menopresente in questo settore.

In questa prospettiva si inserisce ilproblema dell'amnistia che il Governosi prepara a varare. È auspicabile cheanche questa amnistia non si applichiagli infortuni sul lavoro ed alle malattieprofessionali.

Da più parti il principio della fatti-bilità tecnica dell'intervento di bonifi-ca previsto dal 303 viene messo in di-scussione, adducendo come pretestoquello di una armonizzazione dellalegislazione italiana con quella euro-pea. Secondo lei questo principio è dadifendere ad oltranza o è pensabilepoter considerare proposte differenti,come quella per esempio fatta daSmuraglia, che prevede la costituzio-ne di un "Corpus principii" sul qualesi innestano successivamente specifi-che direttive tecniche?

Ritengo sia possibile ipotizzare unanormativa di doppio livello dove, par-tendo da una legge quadro si possanoprevedere specifiche normative suc-cessive, che disciplinino particolari set-tori.

Proprio in quest'ottica di doppio li-vello, venne fatta qualche anno fa, dalProf. Terracini e da me, una propostadi regolamentazione delle sostanzecancerogene.

È però bene tenere presente che an-che accettando l'ottica di una regola-mentazione a due livelli, quello norma-tivo "ispiratore" e quello tecnico ope-rativo, resta pur sempre il problemadei "princìpi" da considerare e quindidei criteri di fattibilità, economica otecnologica, da definire.

La fattibilità tecnologica è ormai en-trata profondamente nella giurispru-denza italiana come un patrimonio ac-quisito, un caposaldo da cui non soquanto sia utile recedere.

In sintesi: si può anche decidere didelegare ad un qualche organismotecnico la definizione, per esempio deiTLV, ma sarà prima indispensabile defi-nire come e in base a quali parametri

q uesti standards di sicurezza dovrannoessere determinati.

GRUPPI DI LAVORO SNOP

EDILIZIADopo Vicenza:

progetto obiettivo"Sicurezza in edilizia"

partite. Importante anche l'uso in sededi giudizio delle pene accessorie (tipical'i nterdizione) come mezzo ben piùdissuasivo di qualsiasi multa!

L'intervento di Ortolani (INAIL) hacontribuito in modo determinante afar leggere meglio i dati sugli infortunispesso citati senza particolari appro-fondimenti. La gravità di infortuni lega-ta alla età estrema della vita lavorativao l'incredibile numero di cadute in pia-no (collegabili a terreni ingombri) ci da-no la conferma della prevenibilità eprevedibilità di molti infortuni.

Da parte nostra si tratta ora di dar

al verbale tipo prestampato propo-sto dalla SNOP (v. Atti del Conve-gno di Vicenza) e di usare il modu-lo riepilogativo sulle carenze ri-scontrate (v. Atti del Convegno diTorino).

L'insieme di moduli riepilogativicostituisce il registro aziende aduso almeno provinciale (o diparti-mentale).

4) Raccogliere i certificati infor-tunio (dei Pronto Soccorsi, sedi lo:,cali P.S...) relativi a tutti gli infortu-'ni in edilizia suddividendoli peragente causale e gravità; è oppor-tuno effettuare la relativa indagineper gli infortuni gravi o almeno perquelli avvenuti per caduta o folgo-razione.

Perché i risultati degli interventiabbiano un minimo di omogeneitàreale, e non solo formale, bisognaaccordarsi su alcuni criteri.

- L'obiettivo del Progetto è prin-cipalmente la riduzione sostanzialedel numero di violazioni relative alrischio di caduta o folgorazione. Siritiene che tale riduzione possaportare a una contrazione degli in-fortuni in edilizia.

- Stante l'obiettivo non possonoessere tollerate (e quindi non puòsussistere la semplice diffida ma at-ti più incisivi quali divieto d'uso esequestro con l'immediatezza do-vuta anche al nuovo codice) ca-renze diffuse alle opere provvisio-

Come molti già sanno il Convegnoedilizia (22 settembre a Vicenza) ha ri-scosso un ampio successo di "critica edi pubblico".

Indetto con il Sindacato, il Conve-gno ha visto la attenta partecipazionedi più di 400 persone tra operatori deiservizi e lavoratori del settore.

Gli interventi di membri della com-missione Lama (Rezzonico) e di quellaAffari Sociali (Rebecchi) hanno confer-mato un accresciuto interesse del livel-lo più alto delle istituzioni alla soluzio-ne dei "nostri" annosi problemi: pover-tà di uomini, formazione, mezzi, leggiarretrate (v. sul problema appalti,•dele-gato, piani e protocolli di sicurezza persettore).

Di grande incisività l'intervento delpretore Scarpari (Bologna) sulla que-stione appalti, sull'importanza delcoordinamento tra operatori dei servizie magistrati (ancor più possibile con ilNuovo Codice) non solo nelle primefasi dell'accertamento, ma per la verifi-ca all'osservanza delle prescrizioni im-

1) Considerare la vigilanza inedilizia come attività a caratterepermanente con una presenza co-stante distribuita su tutto l'anno.

Il numero di interventi deve es-sere commisurato alle possibilitàdel Servizio ma con alcuni caratterifissi:* distribuzione omogenea dell'in-tervento su tutto il territorio del-l' USSL (da qui l'importanza di avereun sistema informativo sull'apertu-ra dei cantieri, piani di sicurezza,tempi...);* pubblicizzazione dell'iniziativa,dell'azione svolta; puntare cioènon solo sull'intervento diretto maanche sull'informazione e la forma-zione (scuole edili, delegati, im-prenditori...);* verifica puntuale, con sopralluo-go, dell'avvenuta bonifica del can-tiere dopo ogni intervento prescrit-tivo.

2) Intervenire, possibilmente inmodo coordinato, su un ampioterritorio ad estensione almenoprovinciale (o, come in alcuneesperienze lombarde, a livello di-partimentale) che permetta adesempio un archivio comune sullei mprese.

3) Costruire un sistema informa-tivo per l'archiviazione dei cantierie il riepilogo delle azioni svolte uni-forme in tutte le USSL.

La proposta è di fare riferimento

seguito all'iniziativa avviando in varieparti d'Italia il progetto obiettivo lan-ciato nel Convegno.

A questo scopo a lato vi è una trac-cia riassuntiva dei passaggi fondamen-tali che occorrerebbe seguire per atti-vare un intervento in edilizia, omoge-neo, su vasta scala. La stessa traccia ègià stata presentata al coordinamentodei responsabili dei Servizi di Preven-zione del Veneto che si sono dichiaratifavorevoli e disponibili a sperimentarlasul territorio regionale.

È molto importante che iniziative si-mili siano avviate anche in altre Regio-ni.

Ricordo la necessità di coinvolgerele Regioni, facendo inserire il progettonei PSSR, la Magistratura, tanto più im-portante ora con i cambiamenti diprocedura indotti dall'entrata in vigoredel Nuovo Codice oltre che sindacatoe imprenditori.

Entro un anno potrà essere fattauna verifica nazionale.

Flavio Coato

nali, mancanza di protezioni con-tro i pericoli di caduta dall'alto,cattivo uso dell'energia elettrica,pericoli di interferenza con lineeelettriche aeree, mancanza di pro-tezioni contro smottamenti o fra-namenti...

- I provvedimenti a forza cogen-te maggiore sono accompagnati (enon sostituiti) da quelli a forza mi-nore: così la contravvenzione ri-chiede anche una diffida e il se-questro richiede la contravvenzio-ne e la diffida.

- In caso di pericolo imminentee diffuso va applicato il sequestro.

- Occorre che i servizi venganodotati di mezzi "moderni" di rac-colta delle fonti di prova. Pensiamocome in cantiere sarebbe utile, ol-tre che di verbale prestampato e dimacchina fotografica, disporre dicinepresa o di videocamera!

I opportuno attuare alcune for-me di coordinamento sovrazonaliper la definizione dei metodi dipubblicizzazione, aggiustamentidelle procedure, contatti con leforze sociali interessate, per attivitàformative ed informative con laProcura, con altre forze di P.G. tipi-co l'Ispettorato del Lavoro per l'an-noso e determinante problemadelle (ir) regolarità dei rapporti dilavoro, il fenomeno degli appalti acascata, l'individuazione dei re-sponsabili d'impresa.

A Viareggio, nei giorni 30-31 otto-bre, si è svolto il Convegno "Costruzio-ne e riparazione di navi in acciaio elega leggera: elaborazione di un proto-collo di sicurezza ed igiene del lavo-ro"; la Regione Toscana, l'USL 3 "Versi-lia" (padrona di casa), l'Istituto Medici-na del Lavoro di Trieste tra gli organiz-zatori, la SNOP tra i patrocinatori.

Il Convegno ha rappresentato unatappa di arrivo di un lavoro, durato cir-ca un anno, di elaborazione di unostrumento di "gestione" del problemaigiene e sicurezza del lavoro nel com-parto della cantieristica navale.

Singolare la composizione "mista"del gruppo del Comitato Tecnico-scientifico che ha raccolto operatori divari servizi "navalportuali" (Viareggio,Carrara, Livorno, Trieste, Monfalcone,Genova, Ravenna), alcuni autorevoliuniversitari (per tutti il Prof. Gobbato) etecnici di Servizi di Sicurezza di alcuneAziende; abbastanza originale anche ilmetodo di lavoro (ricostruzione dell'in-tero ciclo tecnologico del comparto,disaggregazione delle lavorazioni e di-stribuzione del lavoro relativamente al-la loro lettura in termini di schede di ri-schio e alla stesura dei protocolli, revi-sione incrociata e ripetuta fino alla va-lidazione comune).

Il prodotto finale comprende quindile successive tappe del lavoro: la de-scrizione dei cicli tecnologici, le sche-de di rischio per una ventina di lavora-zioni principali (dalla sabbiatura allasaldatura, alla pitturazione, alla scoi-bentazione, ai controlli non distruttivi,per citarne alcune), alcuni interessantimateriali (su prevenzione incendi, im-pianti e apparecchiature generali e im-pianti elettrici) e infine i protocolli di si-curezza per le lavorazioni e impianti.

Ma se i presupposti del Convegno sicollocano nell'attività di questo Comi-tato e nella illustrazione dell'elaboratodel gruppo, altre, più lontane nel tem-po, sono le origini "ideali" di questo la-voro, riprese più volte nei due giorni: ilConvegno di Trieste del 1979, i primitentativi di coordinamento SNOP suiporti, e su tutte la tragedia di Ravenna.

Raccontare il Convegno per chi nonc'era è un po' riprendere questi riferi-menti storici come sono stati ripropo-sti a Viareggio e ripercorrere le possibi-li risposte che il Convegno ha dato adomande quali: cosa è cambiato daTrieste ad oggi nella cantieristica nava-le; cosa è cambiato per contro nelleistituzioni preposte e quale livello di in-tervento è oggi possibile mettere incampo in questo settore.

La drammaticità della situazione incantieristica è stata variamente ripro-posta da molti interventi: gli indici in-fortunistici tuttora molto alti (valori cir-

PORTILe navi vanno...

ca doppi di indice di frequenza per il1988, rispetto al "grande gruppo 6" del-la metallurgia/metalmeccanica, nei da-ti INAIL riferiti dal Dr. Ortolani), il mas-siccio fenomeno degli appalti a casca-ta che investe questo, come altri criticisettori, con i suoi effetti devastanti sulpiano della tutela (anche della salute edella sicurezza) dei lavoratori, alcunetendenze di riconversione produttivaper cui si costruiscono meno navi mase ne trasformano di più, in condizionipiù precarie e difficili.

E tra i tanti effetti, Ravenna: nelleparole del Senatore Lama, che daquella tragedia ha preso il via; nell'ana-lisi del disastro compiuta dal Prof. Gob-bato (uno dei tre periti del Collegio Pe-ritale presenti a Viareggio), che ci haportato con molta partecipazione a ri-vivere la tragedia (e forse anche un po'a morire) nella stiva dell'ElisabettaMontanari.

Sul versante istituzionale, la ricon-ferma del ruolo e della titolarità dellefunzioni preventive e di controllo delleUSL è stata unanime e non rituale, inun settore che nel passato è stato pro-fondamente lacerato (come l'interven-to di Faillace ha chiaramente illustrato)dai conflitti di competenza tra i mini-steri (in questo caso, oltre ai soliti, an-che il Ministero della Marina Mercanti-le). Ma ciò non basta: gli operatori ad-detti sono pochi (2500 circa, sostienecon noi il Sen. Lama, e dovrebbero di-ventare 12-15 mila), con profonde di-somogeneità di distribuzione e di com-portamenti.

Se la rete dei Servizi di prevenzionePresenta dei buchi (situazioni diversifi-cate al Centro-Nord e il vuoto del Sud)altrettanto smagliata è, nel quadrotratteggiato da Claudio Calabresi la re-te dei Servizi Navalportuali, e con ri-svolti forse più gravi: le navi vanno e ilrischio è che vadano a scegliere, per iloro lavori, le situazioni meno control-late, meno tutelate.

Fondamentale, dunque, lavorare peromogeneizzare i livelli di controllo e ditutela ed il protocollo è un primo stru-mento, che sta a dimostrare da un latoil patrimonio di esperienze già dispo-nibili nei servizi, dall'altro la volontà dimetterle effettivamente a disposizioneanche all'esterno dei servizi delle USL.Mature dunque le esperienze e le co-noscenze; possibile e matura, per laSNOP (ma fortunatamente non soloper noi), anche una strategia di inter-vento complessivo che dal protocolloparta coinvolgendo tutte le forze e iruoli in campo; una strategia che nonpuò fare a meno dei servizi ma che at-

traverso i protocolli può essere tentataanche nelle zone più lontane... dalla833 se le forze sociali (e altri?) si impe-gneranno in tal senso.

I numerosi interventi di rappresen-tanti sindacali (presenti in cospicuonumero) hanno mostrato che certa-mente il Sindacato nel suo complesso(pur se permangono differenziazioni in-terne) è un interlocutore disponibile adaccettare la scommessa del protocol-lo; che è, certo, un punto di partenza,ma comunque già da ora, a detta diBattistelli della Fiom, uno strumento dilavoro utilizzabile anche dal Sindacato;strumento con potenzialità d'uso an-che in senso politico per G. Malaspina(il protocollo può arrivare anche dovenon ci sono i servizi, se c'è un sogget-to che si assume il ruolo di controllo).

Piena adesione alla strategia propo-sta da parte dell'Assessore RegionaleBenigni, che ha sottolineato come ilprotocollo sia la prima proposta con-creta dopo Ravenna, utile anche aglii mprenditori (di cui ha lamentato l'as-soluta assenza nel dibattito) del tuttoevidente, a suo parere, il contrasto stri-dente tra la progettualità dei Servizi (dicui il protocollo è un esempio) e l'as-senza di progetto sulla prevenzione alivello centrale quando non addirittu-ra, come nel caso del d.d.l. De Loren-zo, la volontà di andare in senso con-tro-riforma; l'impegno è quindi per leRegioni raccogliere la proposta e por-tarla ai livelli più alti da cui rivendicareche sia recepita.

Il protocollo, nelle conclusioni diGobbato, come tentativo di 'far scen-dere nella navalmeccanica la normati-va interpretata", strumento certo per-fezionabile (quanto meno comincian-do a renderlo più "agile": il gruppo dilavoro sta già studiando un diverso"formato" editoriale) ma comunque giàutilizzabile come applicazione del cri-terio della "migliore tecnologia di sicu-rezza attualmente disponibile".

E del carattere "estroverso" dell'ela-borato sono piena dimostrazione le trerighe inserite nelle note redazionali de-gli atti dai bravi colleghi toscani ("Ilmateriale contenuto in questa pubbli-cazione può essere riportato comple-tamente o parzialmente, con ognimezzo, con la sola citazione della fon-te") che, lungi dall'essere la solita difesadei diritti d'autore, suona invece comeun simpatico invito a copiare, smem-brare, sconvolgere, ma comunque,usare il materiale prodotto. (*)

Rosaria Carcassi

(*) Per la richiesta degli atti rivolgersi a:_Servizio P.I.5.L.L. 1.151 3 Versilia, via Ga-ribaldi 92, 55045 Pietrasanta (LU), Tel.0584/71151-609.

L'insostenibile leggerezzadella conoscenzae della comprensione

Grazie all'iniziativa del Servizio diprevenzione, igiene e sicurezza neiluoghi di lavoro della USL 10/D di Fi-renze si è svolto il 6 ottobre un semi-nario di studio sul tema "Dai videoter-minali alla nuove tecnologie: approc-cio al fenomeno" presentato dal prof.Sebastiano Bagnara (docente di Psico-logia presso il Dipartimento di filosofiae scienze sociali dell'Università di Sie-na).

Questo seminario aveva un dupliceobiettivo:- continuare il percorso formativo av-viato dal gruppo SNOP sull'innovazio-ne tecnologica con la finalità di cono-scere e analizzare contributi rilevantiper lo studio del "cambiamento lavora-tivo";- presentare la "Guida all'intervento neiluoghi di lavoro dove si utilizzano uni-tà video" prodotto dalla Regione To-scana.

La sintesi che proponiamo ai lettoririguarda i contenuti e il dibattito chene è seguito.

La relazione: impariamoa imparare (learn to learn)!

Con questo che potrebbe sembrareuno slogan (forse lo è), è finita la rela-zione di Sebastiano Bagnara.

Iniziare dalla fine ha il senso di unasintesi che è forse tutta qui!

Dobbiamo dunque, ancora una vol-ta, imparare e questo per ciascuno dinoi è forse ovvio, tutti i giorni cerchia-mo di imparare qualcosa e a volte èproprio questa capacità che ci permet-te di valorizzare il quotidiano vivere.

Ma il punto è anche un altro. Dob-biamo imparare a imparare cioè dob-biamo essere disponibili ad acquisiremodi di conoscenza che non sonosempre gli stessi, che cambiano con iltempo e cambiano anche con la cre-scita individuale e con le discipline cuici rivolgiamo (cambia la medicina dellavoro, l'ingegneria, la psicologia, ecc.)e cambiano anche i luoghi del dibatti-to scientifico che ormai è più presentenei mass-media che nei convegni (sal-vo quelli SNOP!).

I mparare ad avere punti di osserva-zione diversi (cambiare occhiali nellelenti e nel colore), imparare a verbaliz-zare ciò che osserviamo, ciò che sen-tiamo, ciò che sappiamo fare e ciò chevorremmo modificare.

Perché questo discorso apparente-mente "lontano" dai luoghi di lavoro?

La risposta è semplice ed è legata aicontinui cambiamenti nel lavoro uma-no che l'utilizzo di nuove tecnologie

INNOVAZIONETECNOLOGICA

sul testo che non sull'unità videoquindi gli eventuali disturbi visivi traquesti operatori devono essere atten-tamente valutati in termini etiologici(Guerin, Pavard, Duraffourg, 1979).

La fatica mentale è risultata, insiemea sintomi e disturbi psicofisici, l'unicoelemento statisticamente significativodi uno studio che metteva a confrontooperatori addetti ai VDT verso opera-tori non addetti ai VDT (Indagine svol-ta all'ENEL).

Lo studio degli errori negli addetti aiVDT (studio sui correttori di bozze delCorriere della Sera) ha permesso di ri-levare due tipi di errore: l'errore visivoe l'errore semantico, il primo è legatoad una fatica visiva ma il secondo adun'altra fatica a livello del sistema ner-voso centrale.

Che fare dunque, come indirizzaregli operatori dei servizi? Intanto nonavviare indagini sul lavoro ai VDT che,partendo dalla denuncia dei disturbi,legittimino gli stessi senza procederead una analisi corretta quindi non mo-dellata sul disagio "riferito", spesso "di-storto".

Avviare, al contrario, momenti diformazione (impariamo a imparare), distudio degli indicatori cognitivi (es. fati-ca mentale), di ricerca epidemiologicadel cambiamento pur nella crescentedifficoltà ad individuare i gruppi dicontrollo:

Fin qui il contributo "accademico".

L'osservazione

La realtà di chi opera nel territoriocon questi problemi, è stata presentatadalla D.ssa Elisabetta Bernetti (SpisslUSL 10/D Firenze) che ha descritto agliintervenuti (circa una ventina di perso-ne) il disagio, dovuto al cambiamentotecnologico, di lavoratori impiegati inun'azienda metalmeccanica e di quel-lo, conseguente, degli operatori delservizio incapaci di offrire risposte coe-renti con il cambiamento. In particola-re il passaggio da macchine tradiziona-li a macchine su base informatica de-termina nei lavoratori dei disagi che,espressi durante gli accertamenti sani-tari periodici, erano quelli della perditadi professionalità con conseguente sfi-ducia verso il lavoro e disinteresseemotivo, l'assenza di un impegnomentale (solo la macchina produce!),di responsabilità sul lavoro (se si guastaviene il tecnico straniero); la continuasolitudine lavorativa.

Il dibattito

Non è facile descrivere, nella sua di-namicità, il dibattito che è seguito agliinterventi però già la segnalazione, chedi dibattito si è trattato, mi sembra

sta determinando nelle informazioni,nelle relazioni, nelle attività, prodotti,servizi o altro.

Il cambiamento, il nuovo sconvolgele conoscenze acquisite soprattutto seè instabile, dinamico, rapido e non cidà il tempo per analizzare ciò che suc-cede. Non abbiamo tempo per fareesperienza, per sviluppare una culturadel cambiamento e quindi per gover-nare il nuovo.

Lo stress che ne consegue è rilevan-te (le malattie correlate con lo stresssaranno nei prossimi anni il problemadi salute più difficile da studiare nel-l'automazione degli uffici e, nello stes-so tempo, l'evidenza scientifica nonpuò né negare né affermare che lastessa aumenti il rischio di stress se-condo Benjamin, Amick, Ostberg inOffice, Technology and People, 1987).

Il lavoro che cambia determina nuo-vi segnali di disagio che rischiamo dinon saper riconoscere e quindi preve-nire.

Il passaggio dall'uso e abuso del fisi-co umano alla stregua di una macchi-na (non è molto che la schiavitù è sta-ta abolita!) all'uso e abuso della menteumana come una macchina a baseinformatica (ispirata al cervello uma-no), ha cambiato completamente ilmodello mentale di fatica cui in passa-to ci rivolgevamo.

Oggi siamo pervasi , da una "stan-chezza ombra" che è affrontata spessocon la rimozione del sintomo ancheper l'incapacità a riconoscerlo o a ge-stirlo (nella fatica fisica "mi fermo e lafatica diminuisce" nella fatica mentaleè presente una stanchezza "globale,persistente, indistinta" (n.d.r. da E. No-varaA.

Il lavoro al video terminale (VDT) èuno degli esempi più significativi.

Nello studio dei disagi si sono sotto-valutati gli stressori organizzativi, ledomande cognitive, il retroterra cultu-rale, i valori individuali e aziendali.

Inoltre non è stata svolta un'analisidel lavoro in grado di distinguere tra ivari compiti lavorativi per cui, adesempio, in una ricerca specifica si èvisto che gli operatori addetti all'inseri-mento dati passano molto più tempo

renda giustizia della partecipazione deipresenti.

La diversa collocazione operativadei presenti, che tra l'altro caratterizzaanche il gruppo sull'innovazione tec-nologica della SNOP, ha determinatouna enfasi_particolare sui vari punti divista con i quali si può guardare ilcambiamento e il disagio conseguente.

Quasi tutti d'accordo sulla necessitàdi analizzare il cambiamento del lavo-ro e i disagi conseguenti poiché altri-menti viene persa la nostra angolazio-ne e la specificità con la quale il pro-blema viene affrontato.

Ma studiare il lavoro vuol dire entra-re nel dettaglio dei compiti che vengo-no realmente svolti poiché solo in que-sto modo è possibile identificare glielementi stressanti (stressors) e valuta-re le conseguenze del lavoro sulla salu-te (prevenzione primaria).

L'indagine sugli addetti ai VDT svol-ta a Torino appare, in questo senso,carente nell'analisi del lavoro e quindiè difficile risalire ai rischi presenti at-traverso l'analisi del disagio (S. Canto-ni).

La discussione sul come studiare ilcambiamento ha visto i partecipantiunanimi nell'affermare che occorreuna visione completa dei linguaggi dasperimentare o già sperimentati senza"scegliere un metodo tra tanti ma tantimetodi da scegliere!" (n.d.a.), anche co-me indirizzo di un percorso formativodegli operatori.

A questo proposito viene sottolinea-ta la necessità di passare dal pianoteorico-metodologico a quello pratico-applicativo cercando nelle esperienzedei servizi casi emblematici (comequello presentato dall'USL fiorentina)sui quali ragionare, iniziando anche adutilizzare strumenti quali il questiona-rio di Yoshitake (segnalato anche nellaGuida al lavoro con unità video) perl' analisi della fatica e quello del NIOSHper il rilievo di sintomi da stress (R. Tar-taglia).

Lo .stress, si è detto, è sì il frutto di

condizioni ed eventi stressanti ma esi-ste anche una mediazione individualein grado di modulare la risposta fisiolo-gica.

Su questa mediazione individualeagiscono gli approcci psicologici chepossono rilevare precocemente il di-sagio mentale (dunque siamo nellaprevenzione secondaria) oppure deci-dere per una terapia specifica (es. psi-coanalisi individuale). Studiare l'uomoal lavoro e il suo vissuto psicologico esociale appaiono due momenti di ununico obiettivo prevenire i disagi mi-gliorandò il lavoro e/o aiutando l'indi-viduo e/o il gruppo di lavoro a vivereal meglio il cambiamento attraverso lacomprensione e la conoscenza dellostesso (R. Della Valle, E. Muggia).

li momento più acceso si è avutoquando il Prof. Bagnara ha ricondottoallo studio degli errori la valutazionedell'affaticamento mentale. Questoparticolare aspetto, definito "studiodella performance lavorativa", ha de-terminato alcuni interventi in cui è sta-to ribadito come l'interesse degli ope-ratori sia rivolto alla salute più che allaprestazione lavorativa e come sia diffi-cile far risalire alla sola stanchezza la-vorativa la presenza di errori sul lavoroche potrebbero essere legati anche al-la vita extralavorativa. (G. Frigeri).

La modalità di studio della faticamentale appare, comunque, come ilmomento più "innovativo" del contri-buto offerto dal Prof. Bagnara sul qualepertanto si cercherà in futuro il neces-sario approfondimento.

La stanchezza mentale è soprag-giunta confido nell'assenza di errori ri-levanti ma anche nel buon cuore dellettore che troverà su questo numeroe sui prossimi altro pane per i propridenti.

Grazie in modo particolare a Riccar-do Tartaglia, Graziano Frigeri e Riccar-do Della Valle che hanno segnalato leloro opinioni specifiche in merito.

a cura di Silvana Salerno

INDUSTRIA AUMENTARE

Il Gruppo di lavoro sull'Industria Ali-mentare ha avuto un primo momentodi incontro a Firenze il 6 ottobre, nellasede del Seminario sull'innovazionetecnologica.

La riunione, per la verità non ecces-sivamente numerosa, è servita comun-que per raccogliere una prima partedi materiale disponibile sulle esperien-ze compiute dai Servizi.

L'orientamento del Gruppo è quellodi incentrare l'attenzione principal-mente sui seguenti comparti:1) Conservazione degli alimenti me-diante refrigerazione: Macelli, lavora-zione Carni.2) Produzione ed imbottigliamento be-vande.3) Pastifici.

In attesa della prossima riunione delgruppo, fissata a Parma presso il Servi-zio di Medicina del Lavoro (via Spalato2), gli operatori e i Servizi interessatisono pregati a segnalarsi e di inviare ilmateriale disponibile a:

Paola BertoliUSL 7

43013 Langhirano (PR)Tel. (0521) 852711-853032

POLI CHIMICI

Il gruppo deve riprendere le fila: rin-noviamo quindi l'elenco dei referenti.

* Gianandrea Gino - Antonia Sanvito -Edoardo Bai *USSL n. 58Via Don Gnocchi, 220064 GORGONZOLA (MI)tel. 02/9511525-557

* Massimo ValsecchiUSA n. 47Via C Battisti, 546100 MANTOVAtel. 0376/363709

Fabrizio FrancoUSSL n. 2Viale XX Settembre, 24454033 CARRARA

Barbara GobbòCEDOCVia Alfanl 4350121 FIRENZEtel. 055/4382-910

INIZIATIVE SNOP

SNOPAmbiente e lavoro

APPELLOAL PARLAMENTO

In occasione del dibattito parla-mentare sulla Legge Finanziaria

CHIEDIAMO LASOPPRESSIONE DELL'ART. 6

al ddl n. 4227 riordinamento delservizio sanitario nazionale e misu-re di contenimento della spesa sa-nitaria.

Ci opponiamo alla propostacontenuta in questo articolo (cheprevede la cancellazione dei serviziterritoriali di prevenzione negli am-bienti di vita e di lavoro in ogniUSL), in quanto:1) è in contrasto con la Legge N.833/78 (Riforma Sanitaria) ed inspecifico agli Artt. 20-21-22;2)è in contrasto con le conclusioniunanimi definite dalla Commissio-ne Affari Sociali della Camera edalla Commissione di inchiesta sul-le condizioni di lavoro del Senato;3) impedirebbe, rispetto alle condi-zioni di vita e di lavoro, un control-lo capillare e decentrato, l'unicoche l'esperienza di questi anni hadimostrato di essere il più fattibilee valido.

PROPONIAMO DI:

A) Riaffermare la titolarità dellefunzioni di igiene pubblica-ambientale e di tutela della salutenei luoghi di lavoro alle USL (anchese il loro numero totale potrà esse-re ridotto, secondo logiche di ra-zionalità).

B) Potenziare gli organici ed imezzi dei servizi di prevenzionedelle USL e dei Presidi multizonali,le cui carenze (circa l'80 % nella tu-tela della salute dei lavoratori e dicirca il 50% nell'igiene pubblicaambientale) risultano dagli atti del-le Commissioni citate al punto 2.

LA NOSTRA POSIZIONE:

Non inficia le necessità di pro-muovere la moralizzazione e laqualificata gestione del S.S.N.

Vuole ESCLUSIVAMENTE garan-tire la miglior tutela della salute deilavoratori, dei cittadini e la salva-guardia dell'ambiente.

LETTERAALLE REGIONI

Genova, 19/10/1989

Al Coordinamento degli AssessoratiRegionali alla Sanitàc/o Assessorato della SanitàRegione Emilia RomagnaViale A. Moro, 30BOL OGNA

Come Vi è noto, anche per incontrirecenti, la nostra Associazione sta datempo elaborando protocolli e propo-ste n alcune tematiche di particolarei mportanza nel settore della preven-zione e tutela della salute nei luoghi dilavoro e di vita.

Ciò allo scopo di contribuire alla ar-monizzazione e razionalizzazione delleattività svolte dai Servizi di prevenzio-ne, nella prospettiva di una estensionesul territorio nazionale di metodologiedi lavoro e d'intervento sufficiente-mente omogenee.

In questi mesi, come avevamo avu-to modo di discutere nell'incontro te-nutosi a Roma il 9.2.1989, abbiamo de-finito e stiamo presentando in partico-lare proposte operative relative a:1)struttura di base di un Sistema Infor-mativo automatizzato per i Servizi diPrevenzione (Parma 8.6.1989; Genova14 aprile 1988);2) modello operativo d'intervento nelsettore dell'edilizia (Vicenza 22.9.1989);3) tutela della salute dei lavoratoriospedalieri (Comano Terme, 18,;19.5.1989 e 26, 27.10.1989).

Inoltre il 30-31.10.1989 verrà concre-tizzata a Viareggio una proposta diprotocolli di sicurezza e igiene del la-voro nelle attività di costruzione e ri-

parazioni navali (iniziativa promossadall'USL 3 Versilia e dalla Regione To-scana con il contributo — tra altri —della SNOP).

Nell'ambito delle nostre finalità tec-nico-scientifiche e culturali, ma altresìcome Associazione impegnata nel ri-lancio di una parte essenziale e scarsa-mente applicata della Riforma Sanita-ria, siamo convinti che anche tramitequesta iniziativa si possa dimostrare lafondamentale importanza di un'orga-nizzazione decentrata di servizi e strut-ture territoriali in grado di corrisponde-re efficacemente alle esigenze di salutee sicurezza nei luoghi di lavoro e di tu-tela ambientale: ciò appare ancor piùopportuno nel momento in cui dallostesso Ministero della Sanità vengonoproposte modifiche rilevanti all'orga-nizzazione delle Unità Sanitarie Locali,che in particolare per quanto concer-ne l'assetto dei Servizi di prevenzionesono a nostro parere del tutto errate.

Ci auguriamo a questo proposito dipoter discutere nel merito del D.D.L.presentato dal Ministro della Sanità,con l'auspicio di concretizzare, comeavvenne per la proposta di Piano Sani-tario Nazionale, una posizione comu-ne.

Riteniamo quindi che sarebbe estre-mamente significativo — e produttivo— che le Regioni impegnate nella atti-vità di prevenzione esaminassero lapossibilità di recepire le nostre propo-ste metodologiche ed operative for-nendo ai Servizi delle UU.SS.LL. indica-zioni ed indirizzi applicativi in merito.

Rimaniamo ovviamente a disposi-zione per ogni eventuale approfondi-mento sui contenuti delle singole pro-poste, con la fiducia in un Vostro solle-cito interessamento.

Con i più distinti saluti.

Il Presidente SNOPDr. C. Calabresi

APPUNTAMENTO

Il 12 gennaio 1989 si terrà a Bolognauna riunione del Direttivo Nazionale,cui sono obbligatoriamente invitati idirettivi regionali, referenti dei gruppidi lavoro e redazione.

Ordine del giorno:preparazione assemblee di rinnovo;questioni organizzative finanziarie;piano di lavoro, piano editoriale.

~IL

NOTIZIARIO

DALLA COMMISSIONE LAMAMOZIONE ALL'ORDINEDEL GIORNO DEL SENATO26/10/1989

Lama, Ferrara Pietro, Toth, Rezzoni-co, Angeloni, Antoniazzi, Coletta, Con-soli, Florino, Mariotti, Nebbia. - Il Sena-to,

sottolineato il divario tra l'alta fre-quenza di infortuni mortali sul lavoroed il livello avanzato raggiunto dal si-stema produttivo italiano;

rilevato come ultimamente si sianoregistrati numerosi incidenti mortalipresso i cantieri edili destinati alla ri-strutturazione degli stadi per i campio-nati mondiali di calcio del 1990, ed inparticolare a Genova, Bologna, Paler-mo e Torino;

preso atto della relazione dellaCommissione parlamentare di inchie-sta sulle condizioni di lavoro nelleaziende, approvata nella seduta del 2agosto 1989, di cui si sottolineano, inparticolare, i seguenti punti:

1)in molte aree del paese ed in mol-ti settori produttivi persiste un alto ri-schio per i lavoratori di subire infortunie malattie invalidanti o di morire acausa della propria attività professio-nale;

2) lo stato di attuazione della rifor-ma sanitaria, per quanto concerne leattività di prevenzione, è del tutto in-sufficiente, emergendo carenze di or-ganici e di strutture e verificandosi al-tresì confusioni e conflitti istituzionalicon gli organi del Ministero del lavoroe della previdenza sociale;

3) la normativa vigente in materia disicurezza e di igiene del lavoro è inparte obsoleta ed a volte del tutto ca-rente, soprattutto in relazione a deter-minati settori di nuova evidenza.

I mpegna il Governo:1)ad attivare in tempi immediati un

più stretto coordinamento fra tutti gliorgani dello Stato competenti, affinchénei cantieri edili destinati alla ristruttu-razione degli stadi per i campionatimondiali di calcio del 1990 siano adot-tate tutte le dovute prescrizioni tecni-che e di sicurezza e siano evitate for-me contrattuali di lavoro non regolari;

2)sulla base delle valutazioni e delleconclusioni espresse dalla Commissio-ne parlamentare di inchiesta sulle con-dizini di lavoro nelle aziende, a poten-ziare gli organici e le strutture dei ser-vizi di prevenzione, accelerando i tem-pi di attuazione della riforma sanitarianel settore delle attività di prevenzio-ne;

3) anche sulla base delle proposte

della predetta Commissione di inchie-sta, a promuovere le opportune modi-fiche legislative onde migliorare le ga-ranzie di sicurezza per i lavoratori, inparticolare per quanto concerne l'ela-borazione di un testo unico delle leggisulla sicurezza del lavoro e di una nuo-va normativa sui conseguenziali dirittinegli ambienti di lavoro, l'attuazioneurgente delle direttive comunitarie inmateria, nonché la predisposizione disoluzioni normative specifiche nei se-guenti settori: appalti e subappalti, edi-li zia, lavoro portuale, videoterminali,attività estrattive, agricoltura, omolo-gazione di sicurezza e contratti di for-mazione e lavoro.

DALLA COMMISSIONE LAMASULL'AMNISTIA

«La Commissione parlamentare diinchiesta sulle condizioni di lavoro nel-le aziende;

espressa viva preoccupazione per lerecenti notizie di stampa, secondo cuiil prossimo varo del provvedimento diamnistia comprenderebbe non solotutti i reati in materia di prevenzione diigiene del lavoro, ma anche le lesionicolpose da infortunio sul lavoro;

ricordato il costante e coerente at-teggiaménto del legislatore negli ultimidecenni per quanto concerne la pre-minenza degli interessi collettivi legatialla tutela dei beni costituzionalmentegarantiti della salute e della sicurezzadel lavoro (articoli 32, 35 e 41 dellaCostituzione), come dimostrano: l'ag-gravamento delle sanzioni per l'omici-dio e la lesione, se commessi con vio-lazione delle norme di prevenzione de-gli infortuni (legge 11 maggio 1966, n.296); l'esclusione da tutte le amnistie (apartire dal decreto del Presidente dellaRepubblica 4 agosto 1978, n. 413) delreato di lezioni colpose da lavoro, se dientità grave; l'esplicita esclusione delreato da ultimo ricordato dall'applica-bilità di sanzioni sostitutive (articolo 60delle legge 24 novembre 1981, n. 689);l'esclusione dalla depenalizzazione ditutte le contravvenzioni in materia diigiene e sicurezza del lavoro; il mante-nimento della procedibilità d'ufficioper tutte le lesioni colpose da lavoro,di una certa gravità;

ribadito l'insegnamento della CorteCostituzionale, la quale — nel dichia-rare la legittimità costituzionale dell'e-sclusione dai provvedimenti di amni-stia del reato di lesioni colpose da la-voro — ha tra l'altro affermato che "la

condotta del datore di lavoro, il qualenon abbia osservato le norme per laprevenzione sugli infortuni sul lavoro,può essere determinata, secondo unaragionevole presunzione, da motivi dilucro" sottolineando altresì "la rilevan-te diffusione di certi reati in un deter-minato momento ed il conseguente al-larme sociale cagionato dai medesimi",che giustificano il conseguente mag-giore rigore del legislatore (sentenza 14aprile 1980, n. 59);

sottolineato che in Italia, nonostanteil livello avanzato raggiunto dal siste-ma produttivo, il numero degli infortu-ni sul lavoro, delle conseguenti invali-dità permanenti, delle malattie profes-sionali e soprattutto degli omicidi"bianchi" ha raggiunto livelli inaccetta-bili e vergognosi per un Paese ad altaindustrializzazione;

dà mandato al Presidente dellaCommissione di manifestare al Presi-dente del Consiglio, al Ministro di gra-zia e giustizia ed al Ministro del lavoroe della previdenza sociale l'esigenza diescludere da un eventuale provvedi-mento di amnistia le fattispecie di rea-to concernenti le lesioni colpose da in-fortunio sul lavoro o da malattia pro-fessionale».

4 ottobre 1989

DALLA COMMISSIONE LAMANOTIZIE

La commissione Lama ha conclusoin anticipo sui tempi previsti la primaparte del lavoro, con l'approvazioneall'unanimità, nella seduta del 2 agosto1989 della relazione principale cheriassume i lavori (studi, sopralluoghi,audizioni, documentazioni acquisite),che tratta lo stato di attuazione dellaRiforma sanitaria nell'ambito della pre-venzione e le proposte innovative. Inqueste si conferma la concreta funzio-nalità del modello territoriale, la neces-sità del potenziamento dei servizi epresidi, l'indispensabilità di una nuovanormativa sui diritti e sulla ricezioneurgente delle direttive comunitarie.

In questi mesi la commissione sta la-vorando su proposte specifiche pernormative di settore e per singole te-matiche: agricoltura, edilizia, cantieri-stica navale, attività estrattive, video-terminali, appalti e subappalti, contrat-ti di formazione e lavoro, l'applicazio-ne del nuovo Codice di Procedura Pe-nale. Materie sulle quali continuarequindi a portare il nostro contributospecifico.

Ellebi

I GIOVANI E IL LAVOROIl Convegno di Firenze

Si è tenuto a Firenze nelle annosesale di Palazzo Vecchio il convegno su"Giovani e Lavoro", frutto dello sforzocongiunto degli operatori dell'area fio-rentina, della SNOP e della infaticabileRegione Toscana. La giornata di lavoro,articolata in una mattinata di discus-sione su temi di nostra stretta compe-tenza (la sorveglianza sanitaria per iminori ed apprendisti) e un pomeriggiodi discussione allargata ad altri interlo-cutori istituzionalmente coinvolti nellaquestione "giovani" ha permesso di fa-re il punto sulla situazione al momentoattuale. La dott.ssa Loi del Servizio diLivorno, presentando i dati di Opera-zione Prevenzione SNOP sia nazionaliche toscani, ha mostrato come la pra-tica di questi accertamenti sanitari stiaa poco, a poco penetrando nel farequotidiano dei servizi di prevenzionenei luoghi di lavoro, costituendoneuna delle principali e più impegnativeattività sanitarie. Dagli operatori fio-rentini è venuto un corposo contribu-to in termini di messa a punto gestio-nale e di processo sul problema, inparticolare col tentativo proposto dalcollega Petrioli di una serie di protocol-li sanitari in funzione delle mansionisvolte.

È questo probabilmente uno deipunti più interessanti da approfondire,anche in considerazione di una valu-tazione costi-benefici che tenga pre-senti le varie voci in campo (rilevanzadi tali protocolli per la salute di questigiovani, rischi di eccessivo impegno sulversante medico, costi economici diquesto genere di esami, ecc.). Nei lavo-ri del mattino non erano presenti espe-rienze di formazione ed informazionealla sicurezza e alla salute. Pur esisten-do episodici interventi, tuttavia que-sto campo rimane tuttora poco appro-fondito, soprattutto mancando studivalutativi sul reale recepimento in ter-mini di modifiche nei comportamentida parte di questi giovani, dei messag-gi diretti od indiretti che pure vengonodiffusamente inviati loro.

La seconda parte della giornata èstata invece impegnata dagli interventidi operatori di altre discipline e saperiche però interagiscono a diverso titolocon l'universo giovani. In particolareha colpito l'intervento del prof. Baraca-ni, docente di sociologia all'universitàdi Firenze, il quale ha lanciato una pro-posta di colaborazione tra scienziatisociali e operatori della prevenzione alfine di raggiungere una maggiore e piùcompiuta conoscenza del "profilo" so-ciale del giovane che si avvia al lavoro

oggi. Nella visione di Baracani i Servizirappresentano infatti degli osservatorisociali privilegiati, immersi nel pienofuoco della dinamica generazionaleche conduce, attraverso momentieclatanti nella vita di questi giovani (eil primo contatto col mondo del lavoroè certamente uno di questi momenti),alla formazione di persone adulte estrutturate inserite nel reticolo socialeche le circonda. Nessuno più di noipuò trasformare le osservazioni tra-sversali che affliggono, con i loro limiti,anche i sociologi universitari, in storiepercorse nel tempo da questi ragazzi.Qual'è il tragitto formativo, la sequen-za caratteristica di mestieri che percor-rono prima di giungere ad un apprododefinitivo? Quali variabili influenzanotali percorsi? Queste ed altre doman-de, con risvolti di immediata importan-za anche per i nostri obiettivi di forma-zione-informazione alla salute, sonostate poste all'attenzione degli opera-tori da Baracani. Una proposta di aper-tura a nuovi linguaggi, nuove frontieredi ricerca interdisciplinare da non la-sciare assolutamente cadere.

Ha chiuso i lavori della giornata unarticolato intervento di Raffaele Failla-ce che ha ribadito tra l'altro l'impegnodella Regione Toscana per ('estensionea tutti i servizi di questo genere di atti-vità.

Il convegno di Firenze ha certamen-te rappresentato un momento di svol-

ta nell'elaborazione della nostra Socie-tà sul tema degli apprendisti e minori.Alcuni punti fermi emergono come or-mai acquistiti e debbono perciò rap-presentare la base di partenza per fu-turi lavori di valutazione sugli aspettiquali-quantitativi di questo genere diprestazioni. Si propone inoltre conse-guentemente un indice, qualitativo diefficenza, rappresentato dall'effetua-zione o meno di questo genere di atti-vità da parte del Servizio. Possono poiessere proposti anche altri indicatori diprocesso volti a permettere una cor-retta VRQ (Verifica e Revisione diQualità) in questo settore. In conclu-sione riportiamo, dalla relazione delladott.ssa Loi, i punti fermi che comeSNOP riteniamo ormai raggiunti.

"L'approfondimento e le meditate ri-flessioni che su questo argomento so-no state condotte all'interno dellaSNOP consentono di formulare delleprecise proposte nei confronti di tutti iServizi preposti alla tutela della salutenei luoghi di lavoro. Volendo schema-tizzare le iniziative da prendere in que-sto settore possono essere così sinte-tizzate:

- Assunzione, come propria attivitàmedica, degli accertamenti sanitari suminori ed apprendisti al lavoro in dittedel proprio territorio, considerandoquesta una priorità rispetto anche adattuali forme di sorveglianza sanitariaeffettuate su altri gruppi di lavoratori

(visite periodiche per aziende conven-zionate per esempio).

- Approfondita valutazione dellacompatibilità delle condizioni fisichedel soggetto al lavoro proposto, masoprattutto valutazione dell'adattabili-tà del posto di lavoro al soggetto (e-sperienze di inserimento al lavoro disoggetti portatori di deficit psico-fisici).

- Adeguato follow-up di una popo-lazione che si presenta come ottimaleda un punto di vista epidemiologico,anche al fine di meglio conoscere l'im-patto che al giorno d'oggi ha il lavorosulla salute di questi giovani.

- Attivazione di una serie di iniziati-ve di educazione alla sicurezza ed allasalute non limitate all'atto della visita,ma estese anche ai momenti formatividi questi ragazzi (scuole professionali,serali, parte "formativa" dei contratti diformazione-lavoro).

Diverse condizioni operative devo-no tuttavia concorrere per il raggiungi-mento di questi obiettivi. Proviamo adindicarne alcune:- superamento di vecchie prassi buro-cratiche: passaggio di queste attivitàdai servizi d'igiene pubblica a quelli dimedicina del lavoro; formulazione daparte del servizio di medicina del la-voro competente per territorio di pare-ri vincolanti al rilascio della autorizza-zione alla assunzione di apprendisti,che attualmente compete in esclusivaall'Ispettorato del lavoro;- competenza nell'effettuazione diquesti accertamenti sanitari del servi-zio nel cui territorio è localizzata l'a-zienda e non, come oggi spesso acca-de, in cui si trova la residenza del sog-getto;- integrazione con tutte le altre attivitàdel servizio (possibilità di attivare tem-pestive ispezioni sul luogo di lavoro, diaccedere a banche dati sulle sostanzein uso nelle ditte della zona, ecc.);- attivazione di programmi coordinatie pianificati tra diverse USSL vicine disorveglianza epidemiologica su specifi-che tematiche sanitarie (tra queste sisegnalano alcune iniziative in corso inLombardia e Toscana);- coinvolgimento anche di altre istitu-zioni ed in primo luogo della Scuolaper quel che riguarda la formazione al-la sicurezza e alla salute".

Gli Atti della giornata sono in fase distampa e saranno tra breve disponibili.

Un'ultima, brevissima notazione: laprossima volta chi di dovere dovrebbeprovvedere con maggiore tempestivitàall'invio di inviti e locandine, utilizzan-do anche l'indirizzario SNOP se neces-sario, altrimenti le nostre gelose USSLFirenze ce la fanno vedere col binoco-lo!

Alberto Baldasseroni

AUTOTRASPORTI,AUTOTRASPORTATORI,

AUTOTRASPORTATIE AUTOSPETTATORI

L'ottima ospitalità dell'Epasa si è di-mostrata nel convegno nazionale "Ri-schi patologia e prevenzione nel lavo-ro degli autotrasportatori" con la tavo-la rotonda: "Tutela delle malattie da la-voro nel comparto trasporti" tenutosi aRoma il 27 ottobre. Già si respira ariadi "nuovo corso - dopo Parma": l'am-biente di lavoro degli autotrasportatorinon più visto limitato alla cabina diguida ma, come sottolineato nella rela-zione di G. Berlinguer, esteso all'interastrada, quindi in comune con la popo-lazione generale. Per dimostrare cheSnop significa anche essere presenticontemporaneamente dappertutto(Seminario di Comano Terme in con-comitanza) alcuni volontari hanno spe-ri mentato su di sé i rischi del lavorato-re trasportato (auto + treno). Ne valevala pena, tanto è vero che, senza nullatogliere all'interesse suscitato dalle re-lazioni di A. Piazzi e R. Dominici, ab-biamo avuto un momento forte quan-do la rappresentante del Ministero del-la Sanità, mostrando di condividere leperplessità del nostro portavoce (Gra-ziano Frigeri) circa prospettive di riordi-no territoriale dei Servizi di Prevenzio-ne, ha formulato un invito (personale?)a presentarsi alle Istituzioni con pro-prie proposte. Varie le comunicazioni:da chi dimostrava che, tutto sommato,la guida in autostrada di un TIR noncomporta notevole affaticamento, achi invocava migliore attenzione an-che medico-legale ai danni correlaticon il lavoro di autotrasportatore. Taletema è stato approfondito nella tavolarotonda in cui non sono mancati gliinevitabili riferimento alla sentenzadella Corte Costituzionale n. 179 conla notazione (Prof. Giuliano) che nontutti gli studi epidemiologici esistentihanno forza tale da evidenziare unnesso di causalità tra rischio e danno,essendo quest'ultimo spesso aspecificoed a genesi multifattoriale.

Questo mi offre l'occasione per invi-tare tutti gli interessati alla presenta-zione dei dati relativi alle condizioni dilavoro e di salute degli autisti dell'A-zienda pubblica di trasporti di Siena(data: 9 marzo, Siena,

L'intenzione è di costituire un coor-dinamento specifico sulla materia dellapatologia da traffico, visto anche che aTrento, Trieste, Milano, Bologna, Romae in chissà quante altre città sono sta-te effettuate o avviate indagini analo-ghe, da aggiungere a quelle effettuate

a Sesto San Giovanni, Imola ecc. sui vi-gili urbani nonché a quelle su lavorato-ri della strada di Comuni, Provincie,aziende pubbliche e private.

Il primo appuntamento può essere ilConvegno di Milano su traffico e salu-te.

Flavio BorgogniUSL 30-SPISLL

Fosso di 5. Ansano 1253100 SIENA

tel. 0577/47023-282192

GLOSSARIO

Piano: Documento impiegato per laprogrammazione delle attività di unEnte, Istituto, etc. Il termine fa esplicitoriferimento alla velocità con cui di soli-to viene elaborato.

Pianissimo: Forma esasperata di Pia-no (v. sopra). È il tipo di piano preferitodalla maggior parte delle Regioni italia-ne.

Mappa: Rappresentazione analogicadi un territorio o, in generale, di un in-sieme di oggetti e delle loro relazioni.Applicata in medicina del lavoro come"mappa di rischio". Quando non riescebene (pare abbastanza spesso) si usaparlare di "mappazza" (cfr. "Operecomplete" di Nino Frassica).

Atlante: Raccolta di tavole (geo-grafiche, numeriche, etc.). In medicinadel lavoro è recentemente comparsoun "Atlante degli infortuni sul lavoro"di cui è già annunciato il seguito che sichiamerà probabilmente "Epistrofeodegli infortuni etc.".

Snop: Pronuncia demitiana dell'in-glese "snob" a sua volta derivante dallalocuzione latina "sine nobilitate". Staad indicare persone sfaccendate, chesi occupano quasi solo di questioni pe-regrine e comunque prive di valorepratico.

ASP: Acronimo di "attività sostan-zialmente pleonastiche" (in inglese:"absolutely superfluous practices"). In-dica genericamente tutte quelle coseche si è soliti fare ma che si potrebbe-ro tralasciare risparmiando tempo edenari. Secondo alcuni puristi la cor-retta decodificazione di ASP è "accer-tamenti sanitari periodici" ma la dispu-ta è di scarso rilievo in quanto il signifi-cato dell'espressione rimane sempre lostesso sopra riportato.

Il Compilatore

CONSULTAComunicato stampa

Che ci si continui ad ammalare oche quotidianamente si verifichino in-cidenti gravi, talvolta e troppo spessomortali, e non solo nei luoghi di lavoroma anche negli ambienti domestici edi vita, è cosa risaputa da tutti; impor-tante è rilevare in proposito il diffon-dersi di un diverso approccio a questieventi negativi che, a livello sociale,genera una diffusa e consapevole ri-chiesta di previsione dei rischi piutto-sto che di riparazione dei danni.

Proprio in questa ottica sono recen-temente intervenute importanti inizia-tive, a livello europeo e nazionale,quali la Direttiva CEE 89/391 per il mi-glioramento della sicurezza e della sa-lute nei luoghi di lavoro e, a livello na-zionale, l'indagine sulle Strutture dellaPrevenzione approvata dalla Commis-sione Affari Sociali della Camera ed illavoro svolto dalla Commissione delSenato per le indagini sullo stato at-tuale delle condizioni di lavoro delpaese (cosiddetta Commissione Lama)che contiene oltre al censimento del-l'esistente anche una parte propositivae programmatica.

Una intensa e qualificata attività fi-nalizzata alla prevenzione degli eventinegativi viene inoltre svolta dalle Asso-ciazioni Professionali e Scientifiche cheoperano nei settori della prevenzioneinfortuni e sicurezza degli impianti,dell'igiene industriale, medicina del la-voro, ergonomia, protezione ambien-tale e della sicurezza del prodotto; es-se hanno maturato, attraverso le ri-spettive esperienze, la consapevolezzache la complessità dei problemi da af-frontare e delle risposte da fornire perun effettivo adeguamento normativo etecnico-organizzativo finalizzato all'ef-ficacia degli interventi preventivi, de-termina la necessità di integrare le co-noscenze e di confrontarne ed inte-grarne le proposte; la risposta invece ètuttora rappresentata dall'offerta di ap-procci monodisciplinari interni ai sin-goli specialismi, quindi sovente inade-guata.

Con il preciso obiettivo di promuo-vere e sostenere le attività di preven-zione si è recentemente costituita aMilano la Consulta Interassociativa Ita-li ana per la Prevenzione, alla qualehanno aderito finora: Associazione Ita-li ana di Design (ADI), Associazione Ita-li ana Addetti alla Sicurezza (AIAS), As-sociazione Italiana degli Igienisti Indu-striali (AIDII), Associazione Nazionaledei Medici di Azienda (ANMA), Asso-ciazione Italiana di RadioprotezioneMedica (AIRM), Associazione Italiana di

Protezione contro le Radiazioni (AIPR),Associazione Universitaria Italiana Me-dici del Lavoro B. Ramazzini (AUIML-BR), Collegio dei Medici Italiana deiTrasporti (CMIT), Comitato per la CittàSotterranea (COCIS), Società Italianadi Ergonomia (SIE), Società Italiana diMedicina del Lavoro e Igiene Industria-le (SIMLII), Società Nazionale degliOperatori della Prevenzione (SNOP),Società Italiana di Tossicologia (SIT).

La Consulta si propone nell'imme-diato di:- promuovere l'informazione socialequalificata;- stimolare e sostenere le Regioni nel-l'offerta di iniziative formative di nuovitecnici e contemporaneamente opera-re per la promozione di nuovi corsi dilaurea o di specializzazione dai qualiescano figure professionali adeguatealle nuove realtà;- fornire proposte concrete in ordineall'attività legislativa, all'adeguamentodelle direttive europee alla realtà italia-na, alla formulazione di progetti di in-tervento su base nazionale e regionale;- offrirsi come interlocutore verso lesedi decisionali pubbliche e private(Consiglio dei Ministri, Ministeri, 'SPESI,Associazioni Imprenditoriali e Sindacatidei Lavoratori.

La Segreteria provvisoria ha sedepresso l'Istituto di Medicina del lavorodell'Università degli Studi di Milano,Via 5. Barnaba, 8 - tel. n. 02/57992613.

FAI DA TE PER DELEGATI

"Tutto quello che ogni delegato do-vrebbe sapere sulle leggi relative all'I-giene e alla Sicurezza del Lavoro" è iltitolo, non sintetico ma eloquente, del-l'agile volumetto redatto dalla USL 28Bologna Nord (autori: la collaudatacoppia Magelli-Giacomini cui si è ag-giunto, per l'occasione, M. Diodato) epresentato il 18 Ottobre.

Il volume, che vorrebbe essere (co-me ha detto Magelli nella presentazio-ne) un vero e proprio manuale "fai date" per i delegati in fabbrica, è organiz-zato a schede colorate facilmenteconsultabili, riportanti le principali nor-me (non solo dei DPR 303 e 547) da os-servarsi nei luoghi di lavoro. Al terminedi ogni scheda è inserito un utile "glos-sario" dei principali termini tecnici inuso.

Particolarmente significativa l'intro-duzione della scheda n. 23 sulla infor-mazione dei lavoratori.

L'utilità del "prodotto" è tale chenessuno si è soffermato più di tanto

sull'opera in sé (se si eccettua il vulca-nico On.le Totire, Consigliere Regiona-le Verde, che ha invitato il rappresen-tante dell'Unione Industriali presentein sala a volersi accollare gli oneri dellapubblicazione in segno di "buona vo-lontà"); l'attenzione degli oltre 500 pre-senti (di cui oltre la metà delegati) si èsoffermata soprattutto sui pericoli rap-presentati dall'art. 6 del DDL "De Lo-renzo" sul "riordino" del Servizio Sani-tario Nazionale.

Sia gli operatori che i sindacalisti e ipolitici (per la Commissione Affari So-ciali è intervenuta l'On.le Nanda Mon-tanari) si sono trovati concordi nel giu-dizio negativo sull'ipotesi dei "mega-servizi provinciali" e sulla necessità percontro di proseguire nella direzione delrafforzamento della rete dei servizi epresidi di prevenzione.

Altro tema molto dibattuto è statoquello del "Delegato alla Sicurezza"dotato di ampi poteri ispettivi e impo-nitivi, proposto da Magelli nella sua re-lazione introduttiva, considerato comeipotesi di studio con molti "se" e molti"ma" dalla maggior parte dei sindacali-sti intervenuti, e sostenuto a spadatratta dal Sen. Luciano Lama, le cuiconclusioni rappresentavano il "clou"della giornata.

Rifacendosi ampiamente al rapportoconclusivo della Commissione Parla-mentare da lui stesso presieduta, ilSen. Lama ha sottolineato energica-mente la necessità di potenziare le at-tività di prevenzione, pur non espri-mendosi esplicitamente sulla questio-ne della organizzazione dei Servizi.

Prima di andarsene il Sen. Lama haprovveduto ad "autografare" il manua-le, a gentile richiesta di molti.

Noi, fedeli al principio per cui "a cia-scuno il suo", ci siamo assicurati unadedica personale di Carmen Giacomi-

ni.

• Graziano Frigeri

ERRATA CORRIGE• L'intestazione della recensione delvolume "Atlante degli infortuni sul la-voro 1984-85", apparsa sul numero do-dici del bollettino, alla pagina 32, ripor-ta un increscioso quanto i mperdonabi-le errore che volentieri emendiamo, surichiesta del collega Arduini che ce loha fatto prontamente notare.

Errata: G. Pianosi, L. Arduini, A. Ta-gliaferro, A. Forlini.

Corrige: L. Arduini, G. Pianosi con lacollaborazione di A. Tagliaferro, A. For-li ni e il coordinamento dell'attività edi-toriale di O. Roscio.

Si precisa inoltre che sono stati erro-neamente citati come componenti del-la Commissione Regionale i dott. M.Braga e A. Bellini.

Nei giorni 26 e 27 gennaio 1990 siterrà a Milano il convegno

SALUTE E TRAFFICOMETROPOLITANO

organizzato dai Sindacati Confederali edalla USSL 65 (Comuni di Sesto S. Gio-vanni e Cologno Monzese).

Il Convegno nasce da una iniziativadei Sindacati di Categoria della Vigi-lanza Urbana del Comune di Milanoche hanno promosso una indagineepidemiologica su di un campione rap-presentativo di Vigili Urbani di Milanoper la valutazione degli effetti sulla sa-lute da esposizione a traffico veicolare.Tale studio è stato condotto dalla UOOspedaliera di Medicina del Lavoro diSesto S. Giovanni.

Il Convegno sarà articolato in duegiornate la prima delle quali dedicatainteramente alle relazioni scientificheove oltre ai dati relativi allo studiocondotto a Milano, verranno presenta-te esperienze di altre città italiane.

Nella seconda giornata (sabato 27gennaio, mattina) si svolgerà una tavo-la rotonda con la partecipazione diPubblici Amministratori in rappresen-tanza di Stato, Provincia e Regioni nel-la quale verranno affrontati i problemirelativi al traffico veicolare in genere ealla tutela della salute di quelle catego-rie di lavoratori considerabili maggior-mente a rischio.

Sarà organizzata, a latere, una ses-sione poster per tutti coloro che voles-sero portare il loro contributo sul te-ma specifico del Convegno.

Verranno inviati entro breve termi-ne gli inviti ai servizi territoriali con ilprogramma dettagliato delle due gior-nate di lavori.

Per ulteriori informazioni e per l'e-ventuale presentazione di contributi ri-volgersi a:Dott. Roberto Audisio - U.O. Ospeda-liera di Medicina del Lavoro - U.S.S.L.65 - Ospedale di Sesto 5. Giovanni,Viale Matteotti 83, 20099 Sesto 5. Gio-vanni (MI) - Tel. 02/2499347-348.

FIOCCO LILLA

È nato Lavoro e Salute, utile mensiledi notizie della triplice, ovvero dei 3centri di Documentazione: CEDOC(Toscana), SEDI (Emilia Romagna), CID(Liguria).

Sperando diventi nel futuro un noti-ziario nazionale ma che da subito ven-ga comunque spedito a tutti i servizi ei presidi d'Italia (un appello dei poveri,insomma!), riportiamo alcune indica-

zioni per potervi collaborare.Le notizie devono essere dattiloscrit-

te alla redazione presso uno dei treCentri regionali di documentazione.

Standard di scrittura: 60 battute a ri-ga. Non più di 15 righe per notizia.

Ogni notizia deve riportare indica-zioni precise per chi è interessato adapprofondimenti (nome, indirizzo, tele-fono di chi può fornire ulteriori infor-mazioni; per le segnalazioni di testi oarticoli dare sempre la citazione biblio-grafica dettagliata).

Il lavoro di redazione è facilitato seogni notizia riporta (tra parentesi vici-no al titolo) l'indicazione della rubricain cui potrebbe essere collocata.

Le rubriche previste sono per unmomento le seguenti;linea ai servizi: esperienze, interventi,piani mirati;dalle Regioni: notizie dalle istituzioni;in bacheca: corsi, seminari, convegni,gruppi di lavoro;notabene: leggi, circolari, giurispruden-za, standard, progetti di legge;rassegna: li bri, articoli, immagini, docu-menti, materiali;dal mondo del lavoro: notizie da lavo-ratori, sindacati, imprenditori;oltre ai confini: notizie dall'estero;in studio: ricerche in corso, problemi.

Materiali e notizie vaiino inviati a:CEDOC (Toscana)Via degli Alfani, 43 - 50121 FIRENZE

CID (Liguria)Via Gherzi, 50 - 16138 GENOVA

SEDI (Emilia-Romagna)Via Ciamician, 2 - 40127 BOLOGNA

TLV: SICURO SARAI TU

I valori limiti di soglia (TLV) pubblica-ti dall'ACGIH sono stati largamenteadottati come standards di esposizionenei luoghi di lavoro.

Questi valori continuano a esercita-re ovunque un fascino scarsamentespiegabile conoscendo la scarsità delleprove e delle basi scientifiche che lisupportano (soprattutto per quanto ri-guarda gli effetti cronico-degenerativi),i paurosi livelli di compromesso rag-giunti con la grande industria america-na (più volte denunciati dal NIOSH) etenendo anche presente il ruolo nullodei lavoratori in queste definizioni di"sicurezza".

Molti igienisti industriali, e purtrop-po anche qualche operatore, troppospesso presumono o comunicano ailavoratori che un'esposizione al di sot-to dei TLV può essere considerata si-

cura.Per questa ragione segnaliamo l'uti-

lissima traduzione del coraggioso dos-sier di Castellaman e Ziem contenutonel numero 15 di Rassegna di Medicinadei lavoratori (ottobre-dicembre '89).

Un giallo appassionante che sma-schera tante false sicurezze che pur-troppo fanno parte del nostro quoti-diano. Citiamo dal testo:

"È tempo che venga ammessa aper-tamente, da tutti, la natura politicadelle decisioni prese dai tecnici nonesposti e da normatori in merito a li-velli massimi di sostanze chimiche allequali altre persone possono essereesposte. Occorre dunque che il pro-cesso decisionale sia libero da qualun-que indebita influenza delle aziende eche veda la fondamentale partecipa-zione dei rappresentanti di coloro chesono esposti a rischio'.

Ellebi

LO STANDESPONEVA SICUREZZA

Presso il SAIE (Salone Internazionaledell'Industrializzazione in Edilizia) che siè svolto a Bologna dal 25 al 29 ottobre,la USL 28 di Bologna in collaborazionecon il Comitato Tecnico Provincialedei SMPIL ed il SEDI-PMP ha allestitouno stand per l'informazione sui pro-blemi della sicurezza in edilizia.

Oltre alla presenza di fotografie eposter, presso lo stand venivanoproiettati audiovisivi sui rischi nei can-tieri e sulle modalità di realizzazionedelle bonifiche.

La distribuzione di materiale didatti-co proveniente anche da servizi di al-tre regioni era integrata dalla presenzadi due computer con programmi infor-mativi sulle norme e sulle procedure disicurezza.

A lato di questa iniziativa sono statiorganizzati tre convegni sui temi:

- Grandi opere: coordinamento dellemisure di sicurezza.- Ponteggi e opere provvisionali: sicu-rezza contro i pericoli di caduta dal-l'alto.- Sicurezza elettrica nei cantieri edili.

Si segnala inoltre che durante que-sta esperienza gli operatori hanno ini-ziato anche una attività di controllopresso gli espositori presenti.

Norberto Canciani

Riferimenti: Dott. Leopoldo Magelli eIng. Gianfranco Basunti - Servizio diMedicina Preventiva e Igiene del Lavo-ro - US.L. 28 Bologna Nord - Via Cia-mician, 2 - 40128 Bologna - Tel.051/244024.

DOC

In questo numero la rubrica DOC èancora dedicata alla questione della ri-cerca delle malattie professionali per-dute con i contributi di Dario Mirabellie Roberto Calisti, medici del lavoro inservizi territoriali e di Carlo Bracci del-l'INCA.

Stiamo mettendo a punto per ilprossimo numero alcune idee sull'an-nosa questione del coordinamento econtrollo degli asp. che sarà probabil-mente oggetto nei primi mesi del '90anche di un seminario comune conl'Associazione medici aziendali.

Molte sono le questioni aperte:• come censire in ogni servizio il biso-gno di sorveglianza sanitaria mirata?• quali i flussi informativi verso e dalleaziende e i medici? (cioè cosa è utile eindispensabile comunicare e cosa èutile e indispensabile sapere?)• come capire il grado di conoscenza"in itinere" che i nostri colleghi hannodell'evoluzione del rischio in azienda?

Al prossimo DOC.

ALLA RICERCADELLE MALATTIEPROFESSIONALISecondo Contributo

Un'analisi del lavoro svolto dall'IN-CA CGIL nel campo delle malattie pro-fessionali permette di individuare di-verse modalità di intervento ed alcunistrumenti per migliorare la tutela:

1) Nei comprensori dove esiste unaproduzione industriale prevalente i ri-schi lavorativi tradizionali sono benconosciuti dagli stessi lavoratori ed ilpatronato non incontra eccessive diffi-coltà ad individuare i casi da assisterenei confronti dell'INAIL. Si può ritenere,ad esempio, che nei comprensori dellaceramica sfuggano pochissimi casi disilicosi; difficoltà si incontrano nella tu-tela delle malattie non tabellate, aisensi della sentenza 179/88 della CorteCostituzionale: ipoacusie da rumore inaddetti a lavorazioni non tabellate,spondiloartropatie da carichi e postureincongrue, ecc.

In questo campo si sono dimostrateutili le iniziative dirette ai sindacati dicategoria allo scopo di informare i la-voratori sulle possibilità offerte dallanuova situazione legislativa; le malattieevidenziate sono per lo più già note ai

lavoratori, che ignoravano però la pos-sibilità dell'indennizzo da parte dell'I-NAIL.

2) In tutti i comprensori non si in-contrano molte difficoltà ad individua-re le malattie la cui relativa tipicità cli-nica permette una facile attribuzioneall'esposizione lavorativa: ipoacusie darumore, dermatiti.

3) In alcune situazioni il patronatoINCA è stato capace, partendo dallatutela assicurativa di singoli casi, dimettere in evidenza problemi di rilievofino a quel momento misconosciuti:esemplari in tal senso la dimostrazionedi casi di silicosi nel comprensorio del-la ceramica di Civitacastellana neglianni '50 e la denuncia della patologiada amianto a Casale Monferrato inquesti ultimi anni.

4) Accanto a situazioni in cui il pa-tronato è poco capace di utilizzare leconoscenze già acquisite (abbiamotrovato tumori in esposti a CVM, indi-viduati da un'indagine promossa dalleorganizzazioni sindacali, non denun-ciati e caduti in prescrizione) esistono

sedi che hanno un fruttuoso rapportocon l'Università e/o con i servizi delleUUSSLL.

5) In alcune sedi la possibilità dellanatura professionale di una malattiaviene esaminata ogni volta che unpensionato si rivolge al patronato, adesempio per una pratica di invaliditàcivile: il 20% circa dei 126 casi di so-spetto tumore professionale che le se-di periferiche dell'INCA ci hanno se-gnalato nel corso di una indagine diprossima pubblicazione si riferiscono apensionati; è questo un campo in cuil'i ntervento del patronato è probabil-mente insostituibile.

Il lavoro dell'INCA nei prossimi annisarà indirizzato pertanto:

- a rafforzare il rapporto con l'organiz-zazione promotrice (CGIL) attraverso laformazione di quadri sindacali espertidi problemi previdenziali (delegato del-la sicurezza sociale) e attraverso pro-getti finalizzati a colmare il distacco at-tualmente esistente tra prevenzione etutela previdenziale (già operante in talsenso un programma di lavoro con laFILTEA e la FNEL);- a far crescere il rapporto, già operan-te in alcune sedi, con gli operatori del-la prevenzione;- alla costruzione di un sistema infor-mativo su rischi e patologia professio-nale capace di dialogare con il siste-ma informativo che la CGIL sta co-struendo, nell'ambito del progetto Tec-nologia e Salute.

Anche se fossimo capaci di genera-lizzare a tutto il territorio italiano leesperienze positive che ho sopra ricor-dato, superando ritardi organizzativi eculturali che in molte sedi indirizzano illavoro del Patronato verso gli obiettivipiù facili (controllo delle posizioni con-tributive, pensioni in invalidità, ecc.)saremmo però lontani da una tutelacompleta dei danni da lavoro.

Una più completa conoscenza deidanni da esposizioni lavorative si puòrealizzare solo se si allarga l'area deisoggetti consapevoli dell'importanzadel problema.

Tra gli studi recenti alcuni mi sem-brano indicare strade originali, che va-le la pena di percorrere:- al recente convegno promosso dall'E-PASA sui rischi lavorativi degli autotra-sportatori (Roma, 27.10.1989) l'analisidei dati INPS ha evidenziato la precoci-tà e la gravità della patologia cardio-vascolare causa di invalidità nella ca-tegoria, una utilizzazione dei dati INPS(i nvalidità, inabilità, indennità di ma-lattia) potrebbe essere tentata su parti-colari campioni con risultati di unqualche interesse;

- l'indagine policentrica sui tumori delnaso e dei seni paranasali promossadall'Istituto Superiore di Sanità (T. Ve-trugno, P. Comba, in Acta Otorhinola-ryngologica Italica, VII, 5, 485-494) hacoinvolto 209 centri ORL universitaried ospedalieri, dimostrando da un latola scarsa conoscenza della possibileetiologia professionale di questi tumorida parte degli specialisti ORL, dall'altrola loro grande disponibilità allo studioe alla collaborazione;- Lo stesso gruppo di lavoro dell'Istitu-to Superiore di Sanità ha in studio lafattibilità di un'indagine sui fattori di ri-schio lavorativi nei soggetti affetti datumori del sistema emolinfopoietico, incollaborazione con la cattedra di Ema-tologia della il Università di Roma; an-che in questo caso è da sottolinearela piena disponibilità alla collaborazio-ne da parte degli ematologi, per i qualiè abituale la pratica degli studi poli-centrici e del confronto tra pari e lacui casistica è seguita nel tempo, construmenti informatizzati, per lo più alloscopo di verificare l'efficacia dei diversischemi terapeutici; l'inserimento dell'a-namnesi lavorativa nelle schede ema-tologiche è operazione che comportaalcune difficoltà, ma che è ricca di po-tenziali sviluppi.

Con un po' di fantasia di iniziativesi mili a queste se ne possono immagi-nare molte quali, ad esempio:- un esame dei certificati di malattiache pervengono all'INPS allo scopo diindividuare possibili patologie da lavo-ro; chi scrive, quando era operatore inuna USL ha individuato due epatiti vi-rali in dipendenti di case di cura priva-te, non denunciate come infortunio sullavoro e un'epatopatia tossica da cau-sa sconosciuta in agricoltore esposto apesticidi ed ha messo in moto un inte-ressante contenzioso tra INAIL e INPS;- una ricostruzione delle storie lavora-tive dei nefropatici cronici assistiti neicentri di dialisi: in quel 50% di casi de-finiti "idiopatici" qualche esposto pro-fessionalmente a solventi ci dovrà puressere!

La stessa cosa è proponibile per al-cune malattie neurologiche, per i tu-mori del polmone; per questi ultimi cisi potrebbe porre l'obiettivo minimo diindividuare i casi con esposizione acancerogeni certi.

Più in generale appare opportunocoinvolgere nel lavoro di studio, o al-meno di segnalazione, il maggior nu-mero possibile di figure professionali;in ogni USL il servizio di medicina dellavoro può diventare il punto di riferi-mento culturale cui si rivolgono ancheoperatori di altre specialità.

Carlo BracciINCA Nazionale

LA NOTIFICA DELLEMALATTIE PROFESSIONALI:

FLUSSI INFORMATIVIE USO DEI DATI

FLUSSO DELLE NOTIFICHE:CHI NOTIFICA CHE COSA,E A CHI

Casi di malattia professionale posso-no essere sospettati o riconosciuti insedi, con modalità e livelli di approfon-dimento diagnostico assai diversi. Ra-ramente sono i medici di base a so-spettare o riconoscere in prima istanzauna patologia occupazionale. La for-mulazione del sospetto è meno raraper alcuni specialisti, come audiologi,otorinolaringoiatri, pneumologi, der-matologi. I più assidui, tuttavia, sonoancor oggi gli addetti ai lavori: mediciincaricati degli accertamenti sanitaripreventivi e periodici, servizi di pre-venzione delle USSL, divisioni ospeda-liere e cliniche di medicina del lavoro,patronati.

Viene alla luce, per tali vie, una quo-ta variabile (considerevole in alcune si-tuazioni, quasi nulla in altre) di alcunepatologie professionali. Si tratta, in ge-nere, di ipoacusie da rumore, alcunebroncopneumopatie croniche, derma-titi sia irritative sia allergiche, intossica-zioni da metalli (piombo, cromo e ni-chel in primo luogo) e da solventi. Inol-tre alcune neoplasie, rare nella popola-zione generale ma frequenti in certigruppi di esposti (mesoteliomi, angio-sarcomi epatici, neoplasie vescicali,neoplasie dei seni paranasali), sono so-spettate di avere origine occupaziona-le anche dall'osservazione di singolicasi. A volte, anzi, singoli casi o clusterpossono configurarsi come eventi sen-tinella, che segnalano esposizioni a ri-schio sino a quel momento miscono-sciute.

Per porre nella giusta prospettiva laquestione dell'impegno da dedicare al-le denunce, nei servizi di prevenzione,bisogna tenere a mente che l'approc-cio per singoli casi è inadatto a identi-ficare una gran parte della restante pa-tologia occupazionale. Per essa il nessocausale con l'esposizione può esserericostruito — semmai — solo nel con-testo di uno studio epidemiologico for-male.

Rientrano in quest'ambito moltebroncopneumopatie croniche e lamaggior parte della neoplasie. In alcuniservizi cominciano a svilupparsi le ca-pacità di condurre studi ad hoc al ri-guardo. È facile prevedere l'insorgeredi conflitti per le risorse nei confrontidegli approcci più tradizionali. Va mes-sa in conto anche l'eventualità che uneccessivo entusiasmo per la "novità"dell'approccio epidemiologico porti atrascurare i suoi limiti intrinseci, cosic-ché non poche energie potrebbero ve-nir consumate nella conduzione dicattivi studi.

Desideriamo proporre alla discussio-ne alcune idee per ottimizzare la ge-stione delle "solite" denunce di malat-tia professionale (m.p.) da parte deiservizi di prevenzione e per valorizzar-ne il contenuto informativo, con il du-plice obiettivo di non dimenticarsi, adun estremo, di questo strumento ope-rativo e di non farsene assorbire ascapito di altri, all'estremo opposto.

Ad ogni "pezzo di carta" che per-venga ai servizi consegue una serie diatti. È necessario, come minimo, chequalche operatore prenda in esame ildocumento, lo classifichi entro unadelle sue categorie mentali (è cosa im-portante? è urgente? è di mia compe-tenza? se è di mia competenza, so checosa è necessario farne? il servizio è incondizione di farlo? a chi ci si può ri-volgere per una consulenza?), e proce-da a qualche atto concreto, foss'anchesolo una definitiva sepoltura in archi-vio (prima o dopo la notifica in Procu-,ra?, nota maligna del redattore).

Il flusso delle notifiche non dovreb-be costituire altro che un sottosistemadel cosiddetto sistema informativo e,come tale, già in fase di progettazionee di avvio dovrebbe essere integratoagli altri flussi di dati e mirato a precisiobiettivi di prevenzione. È importanteche la ricerca delle situazioni di rischioe di danno non avvenga "più o meno acaso": sarebbe meglio, altrimenti, affi-darsi davvero ed esplicitamente al ca-so, facendo indagini su Aziende cam-pionate dall'archivio con una tabella dinumeri casuali. Servono pertanto crite-ri e schemi procedurali che rendano lenotifiche utilizzabili e diano uniformitàmetodologica al loro trattamento,sempre ammesso che si decida di trat-tarle.

CONTENUTO INFORMATIVODELLE NOTIFICHE

Per omogeneità nella raccolta deidati, sarebbe opportuno che le notifi-che di m.p. venissero redatte su mo-delli uniformati, per lo meno su baseregionale (perché non quella INAIL? se-conda, ndr). È invece necessario che lenotifiche contengano sempre:

1) I dati anagrafici completi. Nonservono solo per le normali necessitàdi una normale gestione di archivio:sono indispensabili per identificare uni-vocamente il lavoratore e per convo-carlo, così come per avviare un pro-

cedimento giudiziario.2) Una definizione clinicamente

precisa e quanto più possibile eziolo-gica del sospetto diagnostico (adesempio: "broncopneumopatia cronicaostruttiva da fumi di saldatura" e nongenericamente "bronchite"). È indi-spensabile per una prima valutazionedel caso (l'eziopatogenesi della malat-tia è davvero, almeno in parte, occu-pazionale? è una cosiddetta work rela-ted disease? ha i caratteri medico-legalidi una malattia professionale? e soprat-tutto, a quale esposizione è attribuibi-le?).

Diversamente, eccessi di casi nu-mericamente limitati ma reali potreb-bero perdersi perché confusi in un ma-re indifferenziato di dermatiti, bronchi-ti, ipoacusie. Non sembra invece indi-spensabile, in fase di valutazione preli-minare, una stadiazione di gravità. Inmodo analogo a un infortunio, unam.p. grave è più importante di una lie-ve dal punto di vista penale, ma nonnecessariamente da quello prevenzio-nistico.

3) Presso quali Aziende, a giudiziodel medico notificatore, si sono verifi-cate le esposizioni implicate nella ge-nesi della malattia. Il dato è utile an-che per poter stabilire quale serviziosia territorialmente competente per gliaccertamenti. Dati ulteriori, tra cui ladurata esatta del lavoro a rischio in

ciascuna Azienda, sono utili ma nonindispensabili in sede di notifica. Ovesi ritenga di dover attivare indagini ap-profondite, ulteriori dati sul tipo e ladurata delle esposizioni saranno desu-mibili, in un secondo tempo, da un'a-namnesi lavorativa mirata. Essi potran-no poi essere precisati, validati e inparte quantificati prendendo in esamedirettamente o per via documentale gliambienti e i processi lavorativi.

4) È infine importante poter identifi-care e reperire il medico notificatore,che potrebbe disporre in prima perso-na di altri dati utili non riferiti nella no-tifica o che, comunque, potrebbe indi-rizzare ad altri sanitari più direttamen-te coinvolti nel processo diagnostico.In particolare, un medico di Aziendadovrebbe essere in grado di fornire da-ti complessivi sul gruppo omogeneo acui il lavoratore ammalato appartiene.

ARCHIVIAZIONE E GESTIONED'ARCHIVIO DEI DATI

Sarebbe opportuno che le notifichedi m.p., così come quelle di infortuniosul lavoro, venissero archiviate nomi-nativamente almeno su supporto car-taceo, con una procedura (cartaceae/o informatizzata) che in ogni fase dianalisi permetta di raccordare il datonominativo individuale con quello del-le Aziende presso cui si suppone esser-si realizzata l'esposizione.

Industria - Malattie professionali più frequenti e grandi gruppi industriali(Rendite in vigore al 31/12/1985) - Fonte: Inali

Gruppo diindustria

Voci della tabella delle malattie professionali Tutte lemalattieprofess.1 12 13 26 41 42 44 47 48 49 511. ASB.

1) Lavoraz. agricole acaratt. industriale ............. - 15 19 2 32 46 446 24 11 724 92 1 1.496

2) Chimica ............................... 431 163 508 64 176 24 3.477 170 47 118 523 292 8.282

3) Costruzioni .......................... 53 163 64 28 3.567 1.819 7.690 4.338 71 41 21.273 217 40.251

4) Elettricità .............................. 1 21 9 19 9 27 522 37 3 1 112 22 818

5) Legno e affini ..................... 3 30 17 3 201 43 4.846 43 618 349 37 31 6.818

6) Metallurgia .......................... 603 3.827 268 843 588 1.622 76.201 1.722 710 132 16.865 855 107.254

7) Mineraria .............................. 362 64 3.988 40 474 2.522 9.262 3.962 56 15 33.988 2.141 57.581

8) Tessile e abbigliamento ... 1 22 83 8 246 30 14.955 27 248 22 26 320 18.568

9) Trasporti .............................. 22 53 38 29 85 34 1.387 267 64 160 686 47 3.017

0) Varie e indeterminate ..... 91 74 3.477 20 578 298 2.194 155 14 53 4.967 217 14.400

Totale ........................................ 1.567 4.432 8.471 1.056 5.956 6.465 120.980 10.745 1.842 1.615 78.569 4.143 258.485

1. Piombo - 12. Acido nitrico, ossidi di azoto, ammoniaca - 13. Anidride solforosa, acido solforico, idrogeno solforato - 26. Ossido di carbonio - 41. Malattie cutanee - 42. Malattieosteoarticolari e angioneurotiche da vibrazioni • 44. Ipoacusie da rumore - 47. Broncopneumopatie da silicati - 48. Broncopneumopatie da metalli duri - 49. Broncopenumopatieda antibiotici, farina di frumento, gomma arabica, isocianati - SIL: silicosi - ASB: asbestosiI commenti alle prossime puntate

Tutti i dati sanitari individuali dispo-nibili presso il servizio dovrebbero es-sere raccolti in un unico archivio alfa-betico, cercando di evitare registrazio-ni replicate o comunque ridondanti earchivi paralleli privi di interfacce.Sembra a tutt'oggi insostituibile un si-stema di cartelle personali, affiancato auno di cartelle di Azienda o di stabili-mento, per raccordare tutti i dati cheprovengono in tempi diversi da fontidiverse: coordinamento e controllo de-gli accertamenti sanitari periodici, ese-cuzione accertamenti sanitari mirati,notifiche di m.p. e di infortuni sul lavo-ro, dati sugli ambienti di lavoro e sulleesposizioni.

Il problema di non perdere e di riu-scire ad interpretare le informazioni sifa ancora più evidente quando si vo-glia che i dati individuali dicano qual-cosa anche sui gruppi.

ANALISI PRELIMINAREDELLE NOTIFICHE

Le notifiche di m.p. vanno come mi-nimo "guardate" prima di essere "archi-viate". Già questo primo sguardo do-vrebbe costituire un primo livello dianalisi mirato a indirizzare i processidecisionali successivi.

Andrebbero valutate in particolare:- dal punto di vista prevenzionistico, lagravità, la diffusione e la effettiva pre-venibilità della esposizione a rischio

che si ritiene alla base del caso notifi-cato;- dal punto di vista penale, la rilevanzae la punibilità o meno dei reati che siandrebbero ad accertare, consideran-do i tempi di insorgenza e di diagnosidella malattia, che condizionano lapossibile caduta in prescrizione deireati stessi;- da entrambi i punti di vista, l'accerta-bilità o, almeno, l'ipotizzabilità di nessiattendibili tra esposizione e danno allasalute; la disponibiltà di risorse umanee materiali da parte del servizio e lapossibilità o convenienza che esso, inun determinato momento, ne destiniuna parte a tale attività.

I casi selezionati sui quali si giudichipossibile e opportuno approfondire gliaccertamenti andrebbero avviati a unprocesso sistematico di consolidamen-to dei dati contenuti nella notifica.

Per tutti gli altri basterebbe proce-dere:- all'archiviazione, che non necessaria-mente significa un perenne oblio; deveessere prevista la possibilità di recupe-rare una informazione che, scarsamen-te significativa in un dato momento,potrebbe rivelarsi importante in segui-to;- alla trasmissione della documentazio-ne all'Autorità Giudiziaria;- eventualmente alla trasmissione all'I-NAIL.

CONSOLIDAMENTO DEI DATISUI CASI SELEZIONATI

Tutti i casi selezionati dovrebberoessere sottoposti a un consolidamentodei dati, vale a dire a un secondo e piùapprofondito livello di analisi.

La prima fonte di dati ulteriori, siasul lavoratore ammalato, sia sul grup-po cui appartiene, potrebbe essererappresentata dal medico notificatore,soprattutto se è un medico di Azienda.Le modalità e lo stile del rapporto tramedico notificatore e servizio di pre-venzione possono essere molteplici.Un colloquio potrebbe risultare più in-formativo di una relazione dettagliatarichiesta per via formale, comportandominor dispendio di tempo e favorendoun atteggiamento maggioramente co-laborativo.

Il lavoratore è la seconda e insosti-tuibile fonte di dati: non vanno sotto-valutate le potenzialità di una buonaanamnesi lavorativa combinata a unabuona anamnesi patologica, soprattut-to per quanto riguarda le relazioni cro-nologiche tra esposizione, insorgenza eevoluzione del quadro clinico. In ognicaso, sembra per lo meno etico parlaredella malattia con chi si è ammalato.Anche il rapporto con il lavoratorepuò svilupparsi in stili assai diversi.Questi andrebbe invitato, con letterainviata presso il suo domicilio, e nonpresso l'Azienda in cui lavora, a pren-

dere contatto telefonico con la segre-teria del servizio per un colloquio conun medico e/o un assistente sanitariopresso il servizio stesso. Anche in casodi non rispondenza bisognerebbe evi-tare interrogatori condotti in Azienda,che sono gravati da notevoli condizio-namenti nei confronti del lavoratore.La raccolta dell'anamnesi, da parte diun medico o di un assistente sanitario,dovrebbe avvenire secondo le modali-tà di una normale visita medica e nondi un interrogatorio giudiziario, pursenza nascondere al lavoratore le con-seguenze giudiziarie di tale accerta-mento; andrebbe inoltre precisata ladistinzione tra la finalità di questo e gliscopi assicurativi di altri accertamenti.Eventuali indagini integrative dovrannoevitare la ripetizione meccanica di esa-mi già effettuati e attendibili.

INDAGINI SUI CASISELEZIONATI E CONSOLIDATI

Se si escludono situazioni di rischioattuali così come situazioni di rischiopregresso di qualche rilevanza per l'og-gi (perché la malattia non c'è o non èprofessionale etc.), non si ha motivo diprocedere oltre; il caso va codificatocome non-caso e archiviato. La docu-mentazione va comunque trasmessaall'Autorità Giudiziaria.

Si potrebbe invece concludere perl'esistenza di un rischio attuale o an-che di un rischio pregresso di qualcherilevanza per l'oggi, ad esempio perchépuò servire ad interpretare altri casi at-tuali.

Se sul problema si sa già abbastan-za, di nuovo non è necessario appro-fondire l'indagine. Se sono già stati fat-ti interventi di bonifica, è però impor-tante controllare che il caso (o i casi)costituisca solo una coda di un feno-meno in esaurimento e non faccia in-vece da spia di una parziale o totaleinefficacia della bonifica stessa. Il rap-porto all'Autorità Giudiziaria (e non so-lo la trasmissione della documentazio-ne) è comunque d'obbligo.

Se sul problema non si sa nulla ocomunque troppo poco, va predispo-sta un'indagine, con modi e tempi diesecuzione compatibili con le prioritàe le possibilità operative del servizio.Le basi normative per un interventoispettivo in tale contesto risiedono ne-gli artt. 7 e 8 del DPR 520/55, negli artt.63 e 64 del DPR 303/56 e negli artt. 20e 21 della Legge 833/78.

L'indagine può articolarsi in:- ricostruzione del rischio pregresso,eventualmente tramite le tecniche perlo studio retrospettivo di igiene indu-striale;-.valutazione del rischio attuale, anche

con rilevazioni negli ambienti di lavo-ro;- valutazione dei dati sanitari sui grup-pi dei quali il lavoratore fa o ha fattoparte, controllando anche la loro con-gruenza con i dati di esposizione e po-nendo particolare attenzione ai limitidegli studi trasversali.

A questo punto, si deve giungere al-la valutazione del caso (o dei casi) sulpiano clinico, epidemiologico e tecni-co-ambientale. Gli atti conclusivi sonocostituiti: .- da interventi di bonifica sui rischi at-tuali, con l'emanazione delle prescri-zioni e disposizioni;- dal rapporto all'Autorità Giudiziaria,nel quale si deve indicare quali Azien-de e quali agenti siano implicati nella

genesi della malattia, i periodi in cui sisono verificate le esposizioni e le misu-re che si possono o si sarebbero potu-te adottare per evitarle;- dalla trasmissione della documenta-zione all'INAIL, ad integrazione dei daticontenuti nel primo certificato medicodi m.p.

OBIETTIVI SPECIFICI PER UNSISTEMA DI NOTIFICA A REGIME

L'afflusso delle notifiche è regolar-mente destinato ad aumentare nei pri-mi tempi in cui a ciò si dedichi unaspecifica attenzione.

È pertanto indispensabile che, pur ri-spettando rigorosamente una definitalogica decisionale, si possano control-lare sequenza, livello di approfondi-mento e tempi di attuazione delle atti-vità che conseguono alla notifica. Au-tomatismi rigidi, incontrollati e non pe-riodicamente sottoposti a verifica pos-sono innescare processi perversi dimoltiplicazione del lavoro, senza pro-durre nulla in termini di prevenzione. Iservizi possono e devono almeno inparte governare l'afflusso delle notifi-che e guadagnarsi il diritto di sceglierequali casi di m.p. siano da approfondi-re.

La pressione esercitata sui medicipotenziali notificatori non condizionasolo il numero delle notifiche, ma an-che la qualità e la tipologia dei dati.Attualmente il flusso (quando c'è) nondi rado è costituito in gran parte dacasi di ipoacusia da rumore poco onulla documentati, ma dovrebbe viavia arricchirsi di altro.

Nel caso il sistema arrivasse, prima opoi, a regime, si potrebbe provare adallargarne la visuale per ricercare atti-vamente almeno una quota della "pa-tologia perduta" (sapendo già cosa far-ne, qualora la si ritrovasse davvero). Èappena il caso di ribadire che, oltre al-le m.p. non segnalate per omissione dinotifica, ce ne sono molte altre per lequali nessuno ha sospettato un'origineprofessionale.

La loro ricerca e il loro riconosci-mento possono aprire ai servizi ambitidi intervento fino ad ora non moltoesplorati e per i quali il termine di bo-nifica risulta ancora avveniristico.

Roberto CalistiServizio di Medicina Preventiva

e Igiene del LavoroUSSL 27 - Bologna Ovest

051/552278

Dario MirabelliUnità Operativa di Igiene e

Sicurezza del LavoroUSSL 28 - Settimo Torinese (TO)

011/29121

SINDACATO E AMBIENTE

Il 1989, ha riportato all'attualità iproblema della sicurezza e della pre-venzione nei luoghi di lavoro.

Questo tema, così sacrificato duran-te tutto il lungo periodo delle ristruttu-razioni industriali, ritorna così al centrodell'attenzione.

Due sono gli appuntamenti più si-gnificativi:- i rinnovi contrattuali,- il processo di aggiornamento legislati-vo anche in rapporto alla scadenza del1992.

I RINNOVI CONTRATTUALI

Si stanno delineando le piattaformerivendicative per i rinnovi dei contrattidi lavoro in particolare nell'industria,ma anche nei servizi e nel terziario.

Il tema dei diritti, appare come temascontato ed indispensabile in tutte lediscussioni.

Diffido molto di questo modo diprocedere. Il tema diritti, o meglio ladefinizione dei criteri e delle modalitàattuative di essi, non può essere parteseparata ed aggiuntiva rispetto ai gran-di temi dell'orario, del salario, dellaprofessionalità.

Rivisitando questi temi, occorre ave-re "occhio" ed una nuova attenzioneverso la diffusione dei criteri di godi-mento di diritti generali.

Non credo, ad esempio, all'efficaciadi un apposito capitolo sulla sicurezzae prevenzione, se poi nelle rivendica-zioni sugli orari ci si dimentica dei pro-blemi dell'intensità della prestazione odella "nocività" del lavoro notturno.

Comunque, le tematiche ambientali,intese in senso lato, e quelle della sicu-rezza e prevenzione nei luoghi di lavo-ro in particolare necessitano di duepunti fermi:a) l'affermazione del diritto all'infor-

mazione a favore dei lavoratori: sitratta di acquisire, procesluralizzare,e generalizzare, un diritto ad essereinformati non mediato dalle proce-dure di relazioni sindacali ma a fa-vore di tutti i lavoratori e da tuttiesigibile.

b) l' acquisizione di percorsi formativiadeguati a favore di coloro che so-no esposti al rischio o comunqueche operano nell'area del rischio.La recente stagione rivendicativa

decentrata degli edili, si è corretta-mente mossa in questa direzione.

IL PROCESSO DI AGGIORNAMENTOLEGISLATIVO

L'intensa attività legislativa comuni-taria, ha posto e sta ponendo alla legi-slazione nazionale, profonde necessitàdi adeguamento e aggiornamento.

IL TEMA DELLASICUREZZA RITORNA

AL CENTRODELL'ATTENZIONE

Il fatto nuovo del 1989, è però l'atti-vità della Commissione di indaginesulle condizioni di lavoro, istituita dalSenato e presieduta da Luciano Lama.

L'attività di questa commissione, ladisponibilità a confrontarsi ed utilizza-re esperienze e proposte da parte deisoggetti, degli enti, delle associazioni

che da anni operano e lavorano attor-no al tema delle condizioni di lavoro,ha portato ad un primo rapporto checontiene interessanti analisi e propo-ste.

In particolare mi sembra di granderilievo la proposta di istituzione anchenel nostro paese del "Delegato alla Si-curezza ed alla prevenzione nei luoghidi lavoro".

IL DELEGATO ALLA SICUREZZAE ALLA PREVENZIONE

È ancora aperta, sia tra i componen-ti della Commissione senatoriale chenel Sindacato, la discussione sui ruoli ecompiti, responsabilità e funzioni che ildelegato alla sicurezza e alla preven-zione (o analoga commissione di dele-gati) può svolgere.

Può esserci di aiuto, per meglio fo-calizzare questi compiti, l'esperienzaconsolidata a livello europeo in parti-colare in Francia e nel Nord Europa.

C'è un aspetto che già oggi invece,pur nella indeterminatezza del dibatti-to è di grande valore.

Legittimare direttamente da partedei lavoratori questa figura specifica,vuoi dire giudicare la questione "sicu-rezza e prevenzione" come non me-diabile, come diritto da applicare e dafar evolvere.

Giudico ciò un giusto irrigidimento,una corretta evidenziazione della spe-cificità di questo tema rispetto ai con-tenuti del confronto e del conflitto sin-dacale.

Certo questa soluzione può averequalche ripercussione anche nel sinda-cato; innanzitutto lo stimola, lo obbligaa un'attenzione e ad un recupero diiniziative su questo tema.

In secondo luogo, apre una selezio-ne tra momenti, quale quelli degli os-servatori sull'ambiente, della formazio-ne professionale o della informazione,che possono essere progettati e gestiti,anche da commissioni paritetiche (im-prese/enti e lavoratori) ed il momentodella verifica e della rivendicazione.

La sicurezza e la prevenzione posso-no anche diventare limiti e vincoli per imodelli organizzativi e produttiviorientati unicamente al raggiungimen-to della massima efficienza ed effica-cia.

Per questo si deve optare per unpercorso che evidenzi in maniera tra-sparente, ruoli, responsabilità delle di-verse parti sociali.

Siamo però solo all'inizio del dibatti-to; vale la pena di continuare a discu-tere.

Franco RampiSegretario COL Lombardia

Il governo ha approvato un disegnodi legge ddl n. 4318 che prevede laconcessione dell'amnistia per i reati, lecui pene previste non superano i quat-tro anni. Nel dibattito che ha precedu-to il disegno di legge si sono registrateposizioni favorevoli e contrarie; perchél'associazione Ambiente e Lavoro haassunto una posizione nettamentecontraria?

All'inizio del dibattito sull'opportuni-tà o meno dell'amnistia, le posizionimaggioritarie proponevano un provve-dimento di ampia portata, praticamen-te comprensivo di tutti i reati fino a 5anni di pena, onde "sfoltire" l'enormenumero di processi in corso e far ini-ziare nel miglior modo possibile l'en-trata in vigore del nuovo Codice diProcedura Penale.

Ciò avrebbe comportato l'annulla-mento di tutti i processi per reati con-tro la salute e la sicurezza dei lavorato-ri.

Ambiente e Lavoro non ha conte-stato l'amnistia in generale, ma ha tesoa far escludere i reati ambientali traquelli previsti.

In particolare abbiamo chiesto chefossero esclusi i reati previsti dal Codi-ce- Penale:- Art. 589, relativo agli infortuni mortali(i cosiddetti "omicidi bianchi"), la cuipena prevista è di 5 anni;- Art. 590, relativo alle lesioni gravi egravissime in violazione delle norme diprevenzione sugli infortuni, con penamassima prevista fino a due anni;- Art. 437, relativo all'omissione dolosadi cautele contro gli infortuni, con pe-na massima fino a 5 anni;- Art. 451, omissione colposa di caute-le contro gli infortuni, pena fino ad unanno;ed inoltre, quelli previsti da:- Art. 5 e 38 dello Statuto dei Lavorato-ri, corretta gestione dei controlli sani-tari, pena fino ad un anno,- Art. 21 del DPR n. 175/88 (la famosadirettiva "Seveso"), pena fino ad un an-no per mancato invio delle notifiche

NO ALL'AMNISTIA PERI REATI CONTRO LA

SALUTE E LA SICUREZZADEI LAVORATORI

intervista a Rino Pavanello,segretario di Ambiente

e Lavoro

10.000 persone: giuristi, esperti, tecnici,lavoratori (v. a proposito bollettinoSNOP n. 12).

Il Governo ha approvato il disegnodi legge, quali delle vostre proposte so-no state accettate?

Quattro su sei; certamente le piùi mportanti. Devo dare atto al ministroVassalli di aver sostanzialmente accol-to lo spirito della nostra proposta e diaverla sostenuta in sede di Governo,dove non sono ignote le pressionigiunte per amnistiare tutti i reati am-bientali. Con un colpo di spugna si po-tevano cancellare migliaia di morti,centinaia di migliaia di infortunati e,soprattutto, si poteva impedire di sco-prire e rimuovere le cause che aveva-no causato gli infortuni e le morti dalavoro.

Il disegno di legge prevede l'esclu-sione dalla amnistia dei reati previstidagli Artt. 589 e 437 (poiché superano iquattro anni di pena) e dei reati di cuiall'Art. 590 del C.P. ed all'Art. 21 delDPR 175 (in quanto esplicitamenteesclusi dal testo governativo.

Siete soddisfatti, allora?No; certamente abbiamo ottenuto

una grande ed importante vittoria, sul-la quale pochi avrebbero scommessosolo poche settimane fa.

Tuttavia riteniamo necessario chel' amnistia escluda anche i reati previstidall'Art. 451 del C.P. e dall'Artt. 5 e 38dello Statuto dei lavoratori.

In particolare questo ultimo vede incorso numerosi processi, ivi compresoquello di Torino, contro la FIAT.

Proseguiremo l'iniziativa, rivolgendo-ci direttamente a tutti i parlamentari— fuori da qualsiasi schieramento po-litico — poiché pensiamo che questadebba essere una battaglia di civiltà,nella quale ognuno decida individual-mente. Al più presto renderemo notoil testo della proposta di modifica alDisegno di legge.

Chiediamo a tutti di firmare e far fir-mare l'appello.

da parte di aziende a rischio di inci-dente rilevante.

Come avete sostenuto queste pro-poste?

Ambiente e Lavoro ha svolto unacontinua iniziativa, contro questaeventualità, lanciando un appello atutti i Parlamentari e scrivendo diretta-mente al Ministro della Giustizia, alPresidente del Consiglio ed al Presiden-te della Repubblica.

L'appello è stato firmato da oltre100 tra deputati e senatori di tutte leforze politiche; anche la commissionedi inchiesta del Senato, presieduta daLuciano Lama, ha votato all'unanimitàun documento simile al nostro.

Naturalmente abbiamo svolto le ini-ziative di sostegno, che hanno avutogrande eco: conferenze stampa ed in-vio del testo dell'appello ad oltre

Da alcuni anni un gruppo di lavora-tori della IBM Italia, in collaborazionecon il consiglio di fabbrica, sta condu-cendo un'indagine su alcuni aspettidell'organizzazione del lavoro impiega-tizio.

Questa ricerca si è svolta in due fasi:- nella prima un gruppo di circa 10-15persone, coordinate da due psicologi,ha esaminato vari aspetti dei conflitti edei malesseri vissuti nell'ambiente dilavoro;- nella seconda parte un gruppo più ri-stretto ha preparato un questionarioche è stato compilato da un campio-ne rappresentantivo di 244 dipendenti.

Fra i numerosi temi affrontati nellediscussioni e nel questionario, ricordia-mo: le reazioni individuali all'ambientefisico di lavoro, i rapporti interpersonalinegli uffici e più in generale in azienda,i rapporti con i capi e la gerarchia, lapossibilità di avere consapevolezza econtrollo del proprio lavoro, l'immagi-ne stessa del sindacato e della sua atti-vità.

Oltre a ciò la discussione di gruppoha progressivamente messo in eviden-za l'importanza del concetto di "com-plessità".

IBMINDAGINE CAMPIONE SUL

LAVORO IMPIEGATIZIO

Questa caratteristica del lavoro puòessere intesa in un'accezione piùquantitativa, come ad esempio il nu-mero di scelte da compiere nel corsodell'attività o anche in modo piùastratto e qualitativo (e meno misura-bile) facendo riferimento all'idea di"progetto".

In quest'ultimo caso si pensa alla so-luzione di un compito in cui non tutti iparametri (sono esattamente definiti:più precisamente possono non essereinteramente determinate le risorse dipartenza o i metodi di lavoro o i risul-tati da ottenere o le funzioni aziendalida coinvolgere.

Questo modo di lavorare per "pro-getto" evidenzia alcuni schemi di ra-gionamento comuni all'analisi di siste-mi software (come di altri sistemi tec-nologici) e a certi aspetti dell'attivitàmanageriale. Nel questionario non sisono voluti indagare gli aspetti "ogget-tivi" della complessità; invece l'approc-cio scelto sia per questa tematica co-me per tutte le altre è dichiaratamente"soggettivistica": si è infatti abbando-nata la dimensione della "misura" perentrare in quella dei significati sogget-tivi del lavoro.

Questo approccio non è statosmentito dai risultati: già le prime ana-lisi disponibili mostrano che questi datisi configurano in modo assai meno ar-bitrario di quanto ci si potrebbe aspet-tare. In altri termini queste valutazionisoggettive, lungi dal disporsi casual-mente rispetto ale varie caratteristichedel lavoro, mostrano interessanti rego-larità che richiedono un sistema dispiegazioni capace di darne ragione.

Peí• ulteriori informazioni rivolgersi a:V. Bernardi - 02/2898766F. Mastrapasqua 02/6550630G. Talpone 02/711027

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SEGUE NOTIZIARIO

EMENDAMENTOSOSTITUTIVO DELL'ART. 6Proposta del PCI

Servizi e Presidi

1. Entro il termine perentorio indica-to dall'art. 3, comma 1, le Regioni e leprovince autonome riorganizzano iServizi e i Presidi di prevenzione sullabase dei seguenti criteri nonché aven-do riguardo a quanto previsto dal suc-cessivo comma 2:

a) In ciascuna Unità sanitaria locale,viene istituito un Dipartimento di igie-ne pubblica e prevenzione (DIP) prepo-sto alla programmazione, all'organizza-zine e all'esercizio delle funzioni di pre-venzione, vigilanza e controllo nei set-tori dell'igiene pubblica e ambientale,della sicurezza, medicina preventiva eigiene del lavoro, dell'igiene veterina-ria;

b) la legge regionale determina l'arti-colazione organizzativa del DIP in Ser-vizi, Presidi e Unità operative, sulla ba-se delle specifiche realtà produttive eterritoriali definendo altresì modalità di

direzione, organizzazione e funziona-mento, fondate sulla responsabilitàprofessionale degli operatori, sull'inte-grazione funzionale delle competenzee sul coordinamento operativo dei di-versi Servizi e Presidi;

c) per ciascun ambito provinciale ilDIP comprende un Presidio multizona-le di prevenzione, quale struttura spe-cialistica di supporto operativo e labo-ratoristico nei settori dell'igiene am-bientale, alimentare e del lavoro, dellatossicologia industriale, della sicurezzadegli impianti.

La legge regionale detta norme perl' articolazione organizzativa e le moda-lità gestionali del presidio multizonaledi prevenzione nell'ambito del DIPcompetente, avendo riguardo di assi-curare il più ampio concorso delle Uslche insistono sullo stesso bacino di ri-ferimento provinciale.

d) i laboratori e le attrezzature tecni-che dei presidi multizonali svolgonoattività di analisi e accertamento sullabase di programmi definiti dall'organi-smo regionale o a richiesta delle Unitàsanitarie locali e a supporto delle loroattività istituzionali, nonché a richiestadelle Province e del Ministero dell'Am-biente;

e) a ciascun DIP sono attribuite lefunzioni di prevenzione e controllo dicui agli artt. 16, 20, 21 e 22 della legge23 dicembre 1978, n. 833.2. Con atto di indirizzo e coordina-mento da emanarsi entro 180 giornidalla data di entrata in vigore dellapresente legge, sentito il Consiglio sa-nitario nazionale, sono stabiliti i criterirelativi:

a) alla definizione delle dotazioni or-ganiche dei DIP;

b) a standard di funzionamento conriferimento ad indicatori di processo edi risultato idonei alla programmazionee alla verifica della attività;

c) all'assegnazione delle Usl di quotefinalizzate del fondo sanitario interre-gionale (sia per la parte corrente cheper quella in conto capitale) da desti-nare al potenziamento strutturale o or-ganizzativo del DIP.

3. Entro 180 giorni dalla data di en-trata in vigore della presente legge vie-ne istituito presso il Ministero della Sa-nità un ufficio centrale per la preven-zione nei luoghi di vita e di lavoro, concompiti di indirizzo e coordinamentonel settore, con previsione di formestabili di consultazione e di collega-mento operativo con le Regioni.

LIBRERIA

Omnibus 3Quaderni del notiziario Inca

TUMORI PROFESSIONALI: LA TUTELAASSICURATIVAa cura di Carlo Bracci, FrancescoCarnevale, Pietro CombaL. 20.000

Molti fortunati operatori, mentreleggeranno queste poche righe avran-no già sul tavolo (anche grazie ai buoniuffici del vostro direttore...) questo uti-le manuale. Chi ne fosse sprovvistopuò richiederlo all'INCA-CGIL via Pai-siello, 43 - 00198 Roma alla modica ci-fra di ventimila lire.

Omnibus sta affrontando con unaserie di monografie temi di attualità tracui, il tema della tutela assicurativadei tumori professionali.

Come dice la presentazione: "/ con-tributi originali ed i materiali già pub-blicati vogliono stimolare l'attenzionedei ricerca ton, operatori della preven-zione, quadri del sindacato e del pa-tronato su un problema di grande rilie-vo sanitario e sociale, che non trova ri-scontro adeguato nella tutela assicura-tiva.

Insomma per dirla con Carnevale edi colleghi del Cspo: 'Aumentare de-nunce e riconoscimenti per tumoreprofessionale: con molti grani di sale esolo un pizzico di pepe'. La coraggiosaesperienza dell'INCA di Bari è esempiosti molante.

Ed ecco allora le riflessioni di Alai-que sulla drammatica realtà "sommer-sa", la gravità del divario tra quantitàdi casi noti in quanto denunciati all'I-nail e la frazione attribuibile all'esposi-zione lavorativa degli altri 130.000 de-cessi per tumore che si verificano ognianno in Italia, già più volte sollevataanche da queste pagine.

L'uso delle informazioni esistenti (li-ste IARC, ricerche e studi), la necessitàdi costruire un sistema di osservazioneche coinvolga tutte le strutture sanita-rie: registri tumori, archivi di patolo-gia... (Carlo Bracci).

Interessante l'approccio alla valuta-zione dei tumori professionali in unaRegione come il Friuli Venezia Giulia(Gobbato).

Di grande utilità le tavole sinottichee le tabelle allegate alla circolare delCentro Unitario dei Patronati Sindacaliche mostrano i tipi di tumori indotti daagenti chimici, o da processi per i qualisiano disponibili studi epidemiologicivalutati dalla IARC, e le associazionievidenti o con diversi gradi di probabi-lità tra esposizione e organo bersaglio.Insomma dall'insieme dei materiali

pubblicati in questa monografia si rica-vano molte utili indicazioni per miglio-rare la qualità del lavoro di tutte lestrutture, a cominciare dai servizi terri-toriali, per individuare senza altri indu-gi i numerosi casi di tumore dovuti acause lavorative arcinote e per sugge-rire linee di ricerca sui molti sospetti.

Laura Bodini

CONGRESSI,CONVEGNI

&C.

Società Italiana di Medicina dellavoro e Igiene Industriale53° Congresso NazionaleLA SALUTE NEL LAVOROD'UFFICIOStresa 10-13 ottobre 1990

Rif. V. Foà - A. GriecoIstituto di Medicina del LavoroVia 5. Barnaba, 820122 - Milano

AIDIIAssociazione Italiana degliIgienisti Industriali per l'igieneIndustriale e l'AmbienteEuropean IndustrialHygiene ConferenceSTRATEGIES IN INDUSTRIALHYGIENE AND ENVIRONMENTALPROTECTIONMilano ItaliaNovember 4-7 1990Rif. AIDIIvia Clefi, 920147 - Milanotel. 02/4395079

VII Convegno InternazionaleLA PIANIFICAZIONE E LAGESTIONE DELLE EMERGENZENELLE INDUSTRIE DI PROCESSOE NEL TRASPORTO DIPRODOTTI PERICOLOSIMilano 28 febbraio 1° marzo1990Fast p.le Rodolfo Morandi, 2Informazioni:Segreteria 3 Asic/o Tecsa Srlvia Cara vaggi24040 - Levate (Bg)tel. 035/594370telex 035/594400

Fondazione Lelio e Lisli BassoIssocco

L'AMBIENTE NELLA STORIAD'ITALIA-STUDI ED IMMAGINICataloghi Marsilio 1989 (pp. 167)

Alberto CaraccioloAMBIENTE COME STORIAUniversale paperbacks Il Mulino1988 pp. 94

Segnaliamo questi due volumi, il pri-mo dei quali pubblicato sotto forma dicatalogo in occasione di una mostratenutasi a Roma dal 12 maggio al 12luglio di quest'anno, perché, a quantoci risulta, sono i primi tentativi di ad-dentrarsi in un campo finora inesplora-to come quello della Storia dell'Am-biente. Si fà un gran parlare al giornod'oggi di ambiente, di questione am-bientale, quasi che l'ambiente fosseun'entità sorta improvvisamente dalnulla a turbare i nostri sonni di uominicontemporanei. Ma non è così. Dasempre l'uomo ha intrecciato un com-plesso rapporto con la natura che locirconda ed anzi ha fin dai suoi alboridovuto confrontarsi con gli equilibriambientali via, via creati e rotti.

'L'importanza del grado di previsio-ne che l'attore storicamente e cultural-mente determinato ha di esiti futuridel suo proprio agire. Dove la previsio-ne fortunata potrà dunque convertirsiin un miglior controllo, così come lascadente previsione in elevato perico-lo... È qui che si apre il grande spazioper una storiografia dell'ambiente. Cheintenderei come storiografia della pre-visione — esistente o mancante o di-storta, generalizzata o iniziatica, scien-tificamente fondata oppure intuitiva— e dunque di una coscienza più omeno compiuta del proprio interven-to sull'ambiente al termine di genera-zioni che si succedono'. Così AlbertoCaracciolo sul suo libro.

Fuori dalle mode, immersa nelle cor-renti profonde della Lunga Durata, lastoria dell'Ambiente promette di ricol-locare al posto giusto molte delle co-siddette emergenze ambientali che al-tri menti rischiano di provocare allalunga assuefazione e riflusso d'interes-se, nella sensazione, sempre più diffusain questa nostra società, della immuta-bilità ed intangibilità dei meccanismieconomici di depredamento dell'am-biente attualmente vigenti.

Alberto Baldasseroni

DIRETTIVO SNOP

Liguria

Claudio Calabresi(Presidente SNOP)Unità Operativa Igiene e SicurezzaAmbienti di Lavoro USL n. 12piazza S. Matteo, 1516123 GenovaTel. 010/297780-280632

Antonio Manti(segretario regionale)Unità Operativa Igiene e SicurezzaAmbienti di Lavoro USL n. 10via lori 10/A16149 GenovaTel. 010/490050

Lombardia

Laura Bodini(Vicepresidente SNOPdirettore bollettino)UOTSLL - USSL n. 65via Oslavia, 120099 Sesto S. Giovanni - MITel. 02/2499631

Gianandrea Gino(segretario regionale)UOTSLL - USSL n. 58via Don Gnocchi, 220064 Gorgonzola - MITel. 02/9511557

Enrico Cigada(tesoreria)Servizio n° 1 - USSL n. 65via Oslavia, 120099 Sesto S. Giovanni - MITel. 02/2499625-647

Emilia Romagna

Graziano Frigeri(segretario regionale)SMIPL - USL n. 7via Toschi, 343013 Langhirano - PRTel. 0521/858163-852710

Alberto ZanottiSMIPL - USL n. 28via Ciamician, 240127 BolognaTel. 051/244024

Provincia Aut. di Trento

Antonio CristofoliniServizio di Medicina del Lavorovia Malta, 638100 TrentoTel. 0461/230030

Lazio

Fulvio d'Orsi(segretario regionale)SPISSL - USL RM/7viale Tolstoi, 1200144 Romalel. 06/5407958

Marche

Giuliano Tagliavento(segretario regionale)Settore Med. del lavoro USL n. 13vicolo Talleoni, 260027 Osimo - ANTel. 071/7130330

Umbria

Giorgio Ragni(segretario regionale)Servizio medicina e Igiene del Lavorovia F. Cesi, 2405100 TerniTel. 0744/58473

Abruzzo

Silverio Gatta(segretario regionale)Servizio di Medicina del Lavoroc/o Poliambulatorio USSL65027 Scafa - PETel. 085/8541276

Milena Pelosi(segretario regionale)Servizio Medicina del Lavoro USL 22via delle Vigne Vecchie80078 Pozzuoli - NA

Calabria

Cirillo Bernardo(segretario regionale)UOML via Discesa Poerio, 388100 CatanzaroTel. 0961/25809

Puglie

Fulvio Longo(segretario regionale)USL BA/14Via Lecce, 5Casamassima - BATel. 080/674832

Altri riferimenti

Teresa MarrasSPISLVia Zanfarino, 2307100 SassariTel. 059/220767

Piemonte

Andrea Dotti(segretario regionale)SISL - USSL n. 1via Lombroso, 16 - TorinoTel. 011/6508547

Veneto

Flavio Coato(segretario regionale)SPISAL - USSL n. 34via Pieve, 1136075 Montecchio Maggiore - VITel. 0444/699387

Friuli

Luigi Raffin(segretario regionale)Servizio di Medicina del Lavorovia Della Vecchia Ceramica, 133170 Pordenone - PNTel. 0434/399801

Toscana

Domenico Taddeo(segretario regionale)SPISLL - USL n. 17Viale Europa56022 Castelfranco di SottoTel. 0571/269625

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Rivista trimestrale della Società nazionale deglioperatori della prevenzione

Autorizzazione Tribunale di Milano n. 416 del 25/7/86Direttore responsabile: Giancarlo D'Adda

Direttore: Laura BodiniProgettazione grafica e illustrazioni: Roberto Maremmani

Redazione, Milano: via Mellerio, 2Spediz. in abb. Postale gruppo IV (70%)