SOMASCA 16 APRILE 2016 SULLE ORME DI GIROLAMO MIANI · ascolterò la tua parola che mi guida nel...

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- PELLEGRINAGGIO DEL LAICATO SOMASCO - SOMASCA - 16 APRILE 2016 SULLE ORME DI GIROLAMO MIANI “Guardate alla roccia da cui siete stati tagliati, alla cava da cui siete stati estratti” Is 51,1

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- PELLEGRINAGGIO DEL LAICATO SOMASCO -

SOMASCA - 16 APRILE 2016

SULLE ORME DI

GIROLAMO MIANI

“Guardate alla roccia da cui siete stati tagliati,

alla cava da cui siete stati estratti”

Is 51,1

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Non è un santo molto noto, e tuttavia la Chiesa gli ha

riconosciuto il titolo di «Patrono universale degli orfani e della

gioventù abbandonata».

Era un nobile veneziano, in un tempo in cui la città e

l’intera Europa erano sconvolte dalla carestia e dalla peste.

Invece di arroccarsi nella sua nobile e agiata condizione sociale,

Girolamo ascoltò «l’infinito lamento dei poveri» e vi scoprì «la

dolce occasione» che Dio finalmente gli dava per poter donare

tutto al suo amato Gesù Crocifisso.

In pochi giorni vendette arazzi, tappeti, argenterie e, se

durante il giorno spendeva il denaro così accumulato per

soccorrere quanti più miseri poteva, la notte vagava per le strade

a raccogliere infermi caduti per via e a seppellire morti

abbandonati lungo le calli. Alla fine raccolse attorno a sé alcune

centinaia di ragazzi abbandonati e creò per loro una grande

famiglia (dotata di maestri artigiani, di mezzi e di ambienti) in

cui educarli, istruirli e introdurli dignitosamente nel mondo del

lavoro.

Creò così una scuola di “arti e mestieri”, nella quale vigeva

il metodo della “partecipazione e corresponsabilità”. Preghiera,

carità e lavoro erano i pilastri del suo metodo educativo.

Col passare degli anni, pur essendo laico, Girolamo – che

gli amici chiamavano affettuosamente “il vagabondo di Dio” e

“il pellegrino della carità” – si trovò a essere attorniato da

collaboratori, anche preti, che lo consideravano padre, maestro e

guida spirituale, divenendo Fondatore della Compagnia dei

Servi dei Poveri.

Santi nella Misericordia, p.61-62

San Girolamo Miani 1486-1537

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16 APRILE 2016 - CANTI PER LA MESSA

1. LA STORIA DI GIROLAMO

Per te ci hai fatti o Dio, il nostro cuor lo sa, e pace non avremo se non vicino a te; la storia di Girolamo, l’incontro con Maria, saran per noi un segno sulla via. Il senso della vita, cercato qua e là, nei miti della gloria o della società, in fondo a una prigione ritrova realtà per mano di quel Dio che tutto sa. Rit. Tu ora sei col Padre, ricordati di noi! Sei santo fra i suoi santi, non ci lasciare mai! La tua testimonianza non si cancellerà: tra le realtà che passano Dio solo resterà. Ormai libero il cuore, il volto cercherà di quel Gesù dolcissimo, che non lo condannò; sicuro di scoprirlo in chi voce non ha, è solo, indifferente, senza età. E tanta tenerezza non s’improvvisa mai; dal Cristo Crocifisso presente agli occhi suoi, in notti di preghiera la forza attingerà per esser segno della sua bontà. Rit. Il fascino di un uomo, che per il regno dà l’intera esistenza, raccoglie intorno a sé cristiani coraggiosi, che in compagnia saran dei più dimenticati i servitor. L’amor, come una fiamma, risplende ma, si sa, pian piano ti consuma e infin ti cambierà. Girolamo lasciando questa terra ci dirà: Confida solo in Dio, ti salverà! Rit.

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2. GLORIA NELL'ALTO DEI CIELI Gloria, gloria a Dio. Gloria, gloria nell’alto dei cieli. Pace in terra agli uomini di buona volontà. Gloria! Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, glorifichiamo te, ti rendiamo grazie per la tua immensa gloria. Signore Dio, gloria! Re del cielo, gloria! Dio Padre, Dio onnipotente, gloria! Gloria, gloria a Dio... Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore, Agnello di Dio, Figlio del Padre. Tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; Tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; Tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Gloria, gloria a Dio... Perché tu solo il Santo, il Signore, tu solo l’Altissimo, Cristo Gesù con lo Spirito Santo nella gloria del Padre. Gloria, gloria a Dio... Gloria!

3. ALLELUJA

Alleluia, Alleluia, Alleluia, Alleluia (bis) Ed oggi ancora, mio Signore, ascolterò la tua parola che mi guida nel cammino della vita.

4. ACCOGLI I NOSTRI DONI Accogli, Signore, i nostri doni in questo misterioso incontro tra la nostra povertà e la tua grandezza. Noi ti offriamo le cose che tu stesso ci hai dato e tu in cambio donaci, donaci te stesso.

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5. PERCHE’ TU SEI CON ME

Solo tu sei il mio pastore, niente mai mi mancherà, solo tu sei il mio pastore, o Signore Mi conduci dietro te, sulle verdi alture, ai ruscelli tranquilli, lassù dov’è più limpida l’acqua per me, dove mi fai riposare. Anche fra le tenebre d’un abisso oscuro io non temo alcun male perché tu mi sostieni, sei sempre con me, rendi il sentiero sicuro. Siedo alla tua tavola che mi hai preparato, ed il calice è colmo per me di quella linfa di felicità che per amore hai versato. Sempre mi accompagnano lungo estati e inverni la tua grazia, la tua fedeltà, nella tua casa io abiterò fino alla fine dei giorni.

6. POPOLI TUTTI

Mio Dio, Signore, nulla è pari a Te. Ora e per sempre, voglio lodare il tuo grande amor per me.

Mia roccia Tu sei, pace e conforto mi dai, con tutto il cuore e le mie forze, sempre io ti adorerò.

Popoli tutti acclamate al Signore, gloria e potenza cantiamo al Re, mari e monti si prostrino a Te, al tuo nome, o Signore.

Canto di gioia per quello che fai, per sempre Signore con Te resterò, non c'è promessa non c'è fedeltà che in Te.

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ORE 14.30 - PRESSO “LA VALLETTA”

CANTO: GRANDI COSE

Grandi cose ha fatto il Signore per noi

ha fatto germogliare i fiori tra le rocce.

Grandi cose ha fatto il Signore per noi

ci ha riportati liberi alla nostra terra

ed ora possiamo cantare possiamo gridare

l'Amore che Dio ha versato su noi.

Tu che sai strappare dalla morte

hai sollevato il nostro viso dalla polvere;

Tu che hai sentito il nostro pianto

nel nostro cuore hai messo un seme di felicità.

1. LA SCALA

1L. “La mappa del 1664 circa non porta segno di questa scala. Ma se S.Girolamo

si ritirava in preghiera all’eremo vi doveva essere un sia pur minuscolo sentiero

che vi introduceva. Mi sembra che non sia del tutto improbabile attribuire al

nostro santo se non la costruzione, almeno la fondazione di quel tracciato o via

sacra che sarà poi la Scala santa”. P.Marco Tentorio

“Vista quella grotta e giudicatala opportuna per il suo scopo, stabilì di portarsi

vicino per esaminarla, ma non vi scorgeva nessuna via di accesso; tutto il luogo

era pieno di rovi e di boscaglia su un declivio alquanto scosceso… Perciò

facendosi forza e superando ogni difficoltà, quasi strisciando carponi riuscì a

salire fino a quel punto…” P.Tortora

2L. La madre al figlio (Langston Hughes)

Figlio, ti dirò che la mia vita

non è stata una scala di cristallo

ma una scala di legno tarlato

con dentro i chiodi e piena di schegge

e gradini smossi sconnessi

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e luoghi squallidi

senza tappeti in terra.

Ma ho sempre continuato a salire,

ed ho raggiunto le porte

ed ho voltato gli angoli di strade,

e qualche volta mi sono trovato nel buio,

buio nero, dove mai è stata luce.

Così ti dico, ragazzo mio,

di non tornare indietro,

di non soffermarti sulla scala

perché penoso è il cammino,

di non cedere, ora.

Vedi io, continuo a salire...

E la mia vita,

non è stata una scala di cristallo.

1L. “Giacobbe partì da Bersabea e si diresse verso Carran. Capitò così in un

luogo, dove passò la notte, perché il sole era tramontato; prese una pietra, se la

pose come guanciale e si coricò in quel luogo. Fece un sogno: una scala poggiava

sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco gli angeli di Dio

salivano e scendevano su di essa. Ecco il Signore gli stava davanti e disse: «Io

sono il Signore, il Dio di Abramo tuo padre e il Dio di Isacco. La terra sulla quale

tu sei coricato la darò a te e alla tua discendenza”.

Gen 28,10-13

2. L’EREMO

1L. “Faceva vita povera e raccoglieva i poveri fanciulli, sia infermi che sani: gli

uni li curava e gli altri li istruiva; e andava con quei poveri figlioli in processione

chiedendo elemosine. Scelse come sua abitazione un luogo sotto la Rocca, detto

l’eremo di Somasca, dove faceva vita austera; e da quel luogo andava alla grotta

detta di Tremasasso, e lì dormiva per terra, con un sasso sotto la testa per

capezzale, facendo vita molto austera, come gran servo di Dio”.

Testimonianza Davide Benaglia

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2L. Ho bisogno di silenzio (Alda Merini)

Ho bisogno di silenzio

come te che leggi col pensiero

non ad alta voce

Il suono della mia stessa voce

adesso sarebbe rumore

non parole ma solo rumore fastidioso

che mi distrae dal pensare.

Ho bisogno di silenzio

esco e per strada le solite persone

che conoscono la mia parlantina

disorientate dal mio rapido buongiorno

chissà, forse pensano che ho fretta.

Invece ho solo bisogno di silenzio

tanto ho parlato, troppo

è arrivato il tempo di tacere

di raccogliere i pensieri

allegri, tristi, dolci, amari,

ce ne sono tanti dentro ognuno di noi.

Gli amici veri, pochi, uno?

sanno ascoltare anche il silenzio,

sanno aspettare, capire.

Chi di parole da me ne ha avute tante

e non ne vuole più,

ha bisogno, come me, di silenzio.

1L. “E la sua fama si diffondeva sempre più; e grandi folle si radunavano per

udirlo e per essere da lui guarite dalle loro infermità. Ma egli si ritirava in luoghi

solitari e pregava” (Lc 5,15).

“Poi il mattino seguente, essendo ancora molto buio, Gesù si alzò, uscì e se ne

andò in un luogo solitario e là pregava.” (Mc 1,35)

«Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po’» (Mc 6,31).

CANTO: TE AL CENTRO DEL MIO CUORE

Ho bisogno di incontrarti nel mio cuore

Di trovare Te di stare insieme a Te.

Unico riferimento del mio andare,

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Unica ragione Tu, unico sostegno Tu.

Al centro del mio cuore ci sei solo Tu.

Tutto ruota intorno a Te, in funzione di Te

E poi non importa il "come" il "dove" il "se".

Anche il cielo gira intorno e non ha pace

Ma c'è un punto fermo è quella stella là.

La stella polare è fissa ed è la sola

La stella polare Tu, la stella sicura Tu.

Al centro del mio cuore ci sei solo Tu.

Tutto ruota...

Che Tu splenda sempre al centro del mio cuore

Il significato allora sarai Tu

Quello che farò sarà soltanto amore

Unico sostegno Tu, la stella polare Tu

Al centro del mio cuore ci sei solo Tu.

3. LA FONTANA

1L. “Un giorno il padre Girolamo si trovava in quella casetta che è alla Valletta,

dove abitavano gli orfanelli. Non essendoci acqua in casa, bisognava andarla a

prendere lontano. Allora padre Girolamo comandò a una pietra, che resta vicino a

detta casetta, che da parte di Dio scaturisse acqua. Percosse la pietra non so se

con la mano o con una bacchetta e subito ne scaturì acqua abbondante per il loro

bisogno. Dicevano che prima quella roccia non dava acqua ed era un sasso

arido”. Testimonianza di Bernardino Aquila

2L. La terra desolata (Thomas Stearns Eliot)

Qui non c'è acqua ma soltanto roccia

Roccia e non acqua e la strada di sabbia

La strada che serpeggia lassù fra le montagne

Che sono montagne di roccia senz'acqua

Se qui vi fosse acqua ci fermeremmo a bere

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Fra la roccia non si può né fermarsi né pensare

Il sudore è asciutto e i piedi nella sabbia

Vi fosse almeno acqua fra la roccia

Bocca morta di montagna dai denti cariati che non può sputare

Non si può stare in piedi qui non ci si può sdraiare né sedere

Non c'è neppure silenzio fra i monti

Ma secco sterile tuono senza pioggia

Non c'è neppure solitudine fra i monti

Ma volti rossi arcigni che ringhiano e sogghignano

Da porte di case di fango screpolato

Se vi fosse acqua

E niente roccia

Se vi fosse roccia

E anche acqua

E acqua

Una sorgente

Una pozza fra la roccia

Se soltanto vi fosse suono d'acqua

Non la cicala

E l'erba secca che canta

Ma suono d'acqua sopra una roccia

Dove il tordo eremita canta in mezzo ai pini

Drip drop drip drop drop drop drop

Ma non c'è acqua.

1L. “Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua

che io gli darò non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui

sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna. Signore, gli disse la donna,

dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad

attingere acqua…” . Gv 4,13-14

4. LA ROCCA

1L. Nel 1533 Girolamo Miani arrivò con i suoi orfani nella valle San Martino.

Gli furono consegnate le chiavi della Rocca, ne prese possesso, riadattò come

potè gli spazi per sistemarvi gli orfani, vi fabbricò “un ordine d'anguste e povere

stanze, i cui tramezzi erano di cannucce tessute insieme, legati con vimini di

salice, e di fuori incrostate e coperte col gesso bianco” (testimonianza di P.

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Novelli, 1615), ricostruì la chiesetta di Sant’Ambrogio per la preghiera dei suoi

orfani e dei suoi compagni. P.Marco Tentorio

2L. Io ho la dimensione di ciò che vedo (Fernando Pessoa)

Dal mio villaggio io vedo quanto dalla terra

si può vedere dell’Universo...

Per questo il mio villaggio è grande

quanto qualsiasi altro luogo,

perché io sono della dimensione di quello che vedo,

e non della dimensione della mia altezza...

Nelle città la vita è più piccola

che qui nella mia casa in cima a questo colle.

Nella città le grandi case chiudono a chiave la visuale,

nascondono l’orizzonte,

spingono il nostro sguardo lontano da tutto il cielo,

ci rendono piccoli perché ci tolgono

ciò che i nostri occhi ci possono dare,

e ci rendono poveri perché

la nostra unica ricchezza è vedere.

CANTO: SU ALI D’AQUILA

Tu che abiti al riparo del Signore

e che dimori alla sua ombra

di al Signore mio Rifugio,

mia roccia in cui confido.

E ti rialzerà, ti solleverà su ali d'aquila

ti reggerà sulla brezza dell'alba ti farà brillar come il sole,

così nelle sue mani vivrai.

Dal laccio del cacciatore ti libererà

e dalla carestia che ti distrugge

poi ti coprirà con le sue ali

e rifugio troverai.

Non devi temere i terrori della notte

né freccia che vola di giorno

mille cadranno al tuo fianco

ma nulla ti colpirà.

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Perché ai suoi angeli da dato un comando

di preservarti in tutte le tue vie

ti porteranno sulle loro mani

contro la pietra non inciamperai.

E ti rialzerò, ti solleverò su ali d'aquila

ti reggerò sulla brezza dell'alba ti farò brillar come il sole,

così nelle mie mani vivrai.

5. LA STANZA

1L. “Mi ricordo che facevano la cucina nelle case degli Ondei e poi portavano la

vivanda cotta alli figliuoli” (Cristoforo Amigoni). “E’ morto qui a Somasca nelle

case degli Ondei” (p.Bartolomeo Brocco, 1610).

“Oppresso gravemente dal male, dopo quattro giorni rese l'anima a Dio, con tanta

serenità, come raccontano i presenti, che mai mostrò di aver paura, anzi diceva di

aver fatto i suoi patti con Cristo. Esortava tutti a seguire la via di Gesù crocifisso,

a disprezzare il mondo, ad amarsi l'un l'altro, ad aver cura dei poveri assicurando

che Dio non abbandona mai chi compie tali opere. Facendo queste e altre simili

esortazioni, lasciò la vita mortale, e se ne andò a godere l'eterna”.

2L. Testamento (Kritos Athanasulis)

Non voglio che tu sia lo zimbello del mondo.

Ti lascio il sole che lasciò mio padre a me.

Le stelle brilleranno uguali,

e uguali t’indurranno le notti a dolce sonno,

il mare t’empirà di sogni.

Ti lascio il mio sorriso amareggiato: fanne scialo, ma non tradirmi.

Il mondo è povero oggi.

S’è tanto insanguinato questo mondo ed è rimasto povero.

Diventa ricco tu guadagnando l’amore del mondo.

Ti lascio la mia lotta incompiuta

e l’arma con la canna arroventata.

Non l’appendere al muro.

Il mondo ne ha bisogno.

Ti lascio il mio cordoglio.

Tanta pena vinta nelle battaglie del mio tempo.

E ricorda. Quest’ordine ti lascio.

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Ricordare vuol dire non morire.

Non dire mai che sono stato indegno,

che disperazione m’ha portato avanti e son rimasto indietro,

al di qua della trincea.

Ho gridato, gridato mille e mille volte no,

ma soffiava un gran vento, e pioggia, e grandine:

hanno sepolto la mia voce.

Ti lascio la mia storia

vergata con la mano d’una qualche speranza.

A te finirla.

Ti lascio i simulacri degli eroi con le mani mozzate,

ragazzi che non fecero a tempo

ad assumere austera forma d’uomo,

madri vestite di bruno, fanciulle violentate.

Ti lascio la memoria di Belsen e di Auschwitz.

Fa’ presto a farti grande.

Nutri bene il tuo gracile cuore con la carne

della pace del mondo, ragazzo, ragazzo.

Impara che milioni di fratelli innocenti

svanirono d’un tratto nelle nevi gelate

in una tomba comune e spregiata.

Si chiamano nemici: già! i nemici dell’odio.

Ti lascio l’indirizzo della tomba

perché tu vada a leggere l’epigrafe.

Ti lascio accampamenti

d’una città con tanti prigionieri:

dicono sempre sì, ma dentro loro mugghia

l’imprigionato no dell’uomo libero.

Anch’io sono di quelli che dicono, di fuori,

il sì della necessità, ma nutro, dentro, il no.

Così è stato il mio tempo.

Gira l’occhio dolce al nostro crepuscolo amaro.

Il pane è fatto pietra, l’acqua fango,

la verità un uccello che non canta.

È questo che ti lascio.

Io conquistai il coraggio d’essere fiero. Sfòrzati di vivere.

Salta il fosso da solo e fatti libero.

Attendo nuove. È questo che ti lascio.

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6. ORAZIONE CONCLUSIVA

C. O Dio, che hai scelto san Girolamo per diffondere tra gli uomini il tuo amore,

in particolare verso coloro che sono abbandonati, bisognosi e ultimi nella società,

Tu lo hai glorificato nel tuo Regno come custode della gioventù abbandonata,

per sua intercessione e con l’aiuto di Maria, Madre degli orfani, fa’ che coloro

che si trovano nel disagio possano trovare in chi sta loro vicino un altro Girolamo

pieno d’amore. Per Cristo nostro Signore.

7. BENEDIZIONE FINALE

C. Il Signore vi benedica e vi protegga

T: AMEN C. Faccia risplendere il suo volto su di voi e vi doni la sua misericordia

T: AMEN C. Rivolga su di voi il suo sguardo e vi doni la sua pace

T: AMEN C. E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda

su di voi e con voi rimanga sempre

T: AMEN

8. CONGEDO

Ama, saluta la gente

Dona, perdona, ama ancora e saluta

Dà la mano, aiuta, comprendi

Dimentica e ricorda solo il bene.

E del bene degli altri

Godi e fai godere.

Godi del nulla che hai, del poco che basta

Giorno dopo giorno: e pure quel poco,

Se necessario, dividi.

E vai, vai leggero dietro il vento

E il sole... e canta!

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Vai di paese in paese e saluta

Saluta tutti

Il nero, l’olivastro e perfino il bianco.

Canta il sogno del mondo:

che tutti i paesi si contendano

d’averti generato.

(D.M.Turoldo)

C. Andate e portate a tutti con la vostra vita la storia che vi è stata raccontata.

T: AMEN

CANTO FINALE: RESTA QUI CON NOI

Le ombre si distendono, scende ormai la sera

e s’allontanano dietro i monti

i riflessi di un giorno che non finirà,

di un giorno che ora correrà sempre,

perché sappiamo che una nuova vita

da qui è partita e mai più si fermerà.

Resta qui con noi, il sole scende già,

resta qui con noi, Signore è sera ormai.

Resta qui con noi, il sole scende già,

se Tu sei fra noi la notte non verrà.

S’allarga verso il mare il tuo cerchio d’onda,

che il vento spingerà fino a quando

giungerà ai confini di ogni cuore,

alle porte dell’amore vero.

Come una fiamma che dove passa brucia,

così il tuo amore tutto il mondo invaderà.

Davanti a noi l’umanità lotta, soffre e spera

come una terra che nell’arsura

chiede l’acqua da un cielo senza nuvole,

ma che sempre le può dare vita.

Con te saremo sorgente di acqua pura,

con te fra noi il deserto fiorirà.

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