SOLIDARIETÀ IN AZIONE / In Nigeria...

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Repubblica Islamica del Pakistan (conta quasi 180 milioni di abitanti) I cristiani sono appena l’1% La più nota forma di persecuzione nei confronti dei non islamici e, in particolare, dei cristiani, è la Legge sulla blasfemia che prevede la pena di morte per le offese, spesso presunte, al Profeta Maometto. Piazza San Calisto, 16 - 00153 Roma - Telefono 06.6989.3911 - [email protected] - acs-italia.org RISULTATI RAGGIUNTI / In Pakistan Fu l’ennesima domenica di sangue. Era, precisamente, il 28 ottobre 2012 e nella chiesa di Santa Rita a Kaduna era in corso la Messa. Il kamikaze portò l’auto imbottita di esplosivo quasi fino all’interno della chiesa, sul lato del coro. L’esplosione fu enorme. Uccise 8 persone e ne ferì 145. L’attentato fu attribuito alla setta islamica di Boko Haram e distrusse anche la costruzione attigua alla chiesa, una parte dove si svolgeva l’attività di catechesi. Nelle scorse settimane la comunità ha deciso di ricostruire questa parte (la chiesa è già stata riparata nel corso di questo anno e mezzo). Alla gioia per la decisione di ridefinire anche i locali destinati alla catechesi è seguita però subito la preoccupazione: le necessità economiche sono superiori alle possibilità delle famiglie del posto. Ma l’arcivescovo di Kaduna, Matthew Man-Oso Ndagoso, le ha rassicurate parlando subito di “Aiuto alla Chiesa che Soffre”. «Tutta la comunità della chiesa di Santa Rita spera nei vostri benefattori», ci ha scritto già all’indomani della decisione. Completa delle relative previsioni di spesa, le necessità sono state elencate con precisione: mattoni, legno e altro materiale da costruzione; materiale per impianto elettrico e per la necessaria impermeabilizzazione del tetto. La parte manuale sarà assicurata dai muratori e manovali cristiani locali che – seppur poveri – sono ricchi di buona volontà. SOLIDARIETÀ IN AZIONE / In Nigeria Un gruppo di bambini del catechismo della parrocchia Santa Rita scampati all’attentato. La libreria si trova nella zona di Saddar, una delle più caotiche di Karachi, ex-capitale del Pakistan. Il bookshop dispone di numerosi testi di religione, rosari, catechismi in urdu e in inglese ed è l’unico centro di distribuzione della Bibbia. Purtroppo, le enormi difficoltà economiche rendono proibitivo per i fedeli perfino l’acquisto di un semplice libro. «La povertà sta diventando miseria. I cristiani non trovano lavoro perché discriminati e le famiglie non hanno neanche i soldi per comprare da mangiare o per mandare i figli a scuola», raccontano le suore che gestiscono la libreria. Il contributo di Aiuto alla Chiesa che Soffre ha reso possibile vendere le Bibbie a sole 10 rupie. Il sostegno alla presenza cristiana passa attraverso Progetti come questo! KARACHI Grazie al vostro aiuto vangeli e bibbie per i cristiani DOVE SIAMO DOVE SIAMO Contribuisci a sostenere la Chiesa perseguitata in Nigeria. Stato di Kaduna (è uno dei 36 Stati della Federazione Nigeriana) Popolazione: 6.113.000 (è il terzo Stato più popoloso della Federazione) I cristiani appartengono all’etnia Igbo Dal 2000 è tra gli Stati della Federazione che applica la Shari’a, il diritto penale islamico. CON CARTA DI CREDITO Un metodo veloce e sicuro. Può effettuare la donazione chiamando al numero 06.6989.3929 oppure online collegandosi al Sito acs-italia.org. CON BONIFICO BANCARIO BANCA PROSSIMA - IBAN: IT 67 L 033 5901 6001 0000 0077 352 Swift Code/BIC: BCITITMX Nelle note del bonifico è bene indicare nominativo, indirizzo e l’intenzione “Ricostruzione del Centro catechistico della chiesa di Santa Rita a Kaduna (Nigeria)”. CONTO CORRENTE Compilando il bollettino allegato. COME DONARE Aiutiamo la comunità di Kaduna a ricostruire il Centro catechistico della chiesa di Santa Rita distrutta da un attentato kamikaze LE OFFERTE DONATE PER QUESTO PROGETTO SONO DEDUCIBILI FISCALMENTE Dal 1947 “Aiuto alla Chiesa che Soffre” è nota a livello internazionale per l’informazione, l’attenzione e l’aiuto concreto alle comunità cattoliche perseguitate. È stato così negli anni della “Chiesa del Silenzio” che viveva dietro la Cortina di Ferro segnando simbolicamente per lunghi decenni simbolo della divisione dell’Europa ed è tuttora così per chi vuole credere in Gesù Cristo, ma è nato dove la maggioranza religiosa è intollerante o le ideologie considerano la religione un pericolo per la società. In questo tempo storico non si può poi dimenticare che anche da noi, in Occidente, si va sempre più diffondendo, tra l’indifferenza dei più, una sorta di sentimento anticristiano definito “cristianofobia”. ACS ha contatto diretto e permanente con la Chiesa perseguitata. A pieno titolo è, quindi, fonte di informazioni, portavoce di necessità e bisogni pastorali che cercano nei cattolici e in tutti coloro che credono comunque nel valore della libertà di religione e di espressione della propria fede, un interlocutore attento e sensibile. Le tre parole fondamentali sono allora: informazione, preghiera e azione. Sono parole che viaggiano insieme nel cuore di chi riserva un posto d’onore a coloro che vivono la quotidiana Via Crucis della persecuzione e non rinnegano la loro fede in Cristo. distrutto o danneggiato centinaia di chiese e ucciso migliaia di persone. Da una ricerca condotta nell’ottobre del 2012 è risultato che su 1.201 cristiani uccisi in odio alla fede durante l’anno citato, ben 791 avevano trovato la morte in Nigeria. Nel maggio 2013 il Governo di Abuja ha dichiarato lo stato d’emergenza in tre Stati settentrionali – Borno, Yobe e Adamawa – ma ciò non ha impedito agli estremisti di mietere nuove vittime: oltre 2mila soltanto negli ultimi 12 mesi. Molti dei cristiani hanno perso i propri cari per mano dei “talebani africani”, come Chioma Dike che nell’esplosione del 25 dicembre 2011 nella chiesa di Santa Teresa a Madalla, nella periferia di Abuja, ha perso suo marito Williams e tre dei suoi cinque figli: Emmanuel, 4 anni, Richard, 6, e Lilian, 10. I suoi altri due bambini sono rimasti gravemente feriti. «Williams aveva portato i piccoli a Messa mentre io ero rimasta a casa a preparare il pranzo di Natale», racconta. L’episcopato locale ha ripetutamente denunciato l’incapacità del Governo di fronteggiare la minaccia terroristica. «È ormai evidente che il nostro è un governo debole, sceso più volte a compromessi. E che non sta facendo ciò che dovrebbe per fermare le violenze», ha ribadito più volte arcivescovo di Abuja, il cardinale John Onaiyekan. La Chiesa continua la sua missione al fianco della comunità e delle famiglie delle vittime, invitando i fedeli a perdonare i propri persecutori e a desistere dal desiderio di vendetta. Ma con l’incessante proseguire delle violenze, numerosi cristiani fuggono dal Nord del Paese, causando un ridimensionamento della presenza cattolica. Sacerdoti, seminaristi e scuole cattoliche hanno urgente bisogno d’aiuto. Sono tante le chiese distrutte da ricostruire. Intanto, nel Nord della Nigeria molte ragazze cristiane, anche minorenni, sono rapite e costrette ad abbracciare la fede islamica. I portavoce di Boko Haram hanno apertamente dichiarato di considerare la conversione forzata delle donne parte del loro piano per eliminare la presenza cristiana. Le giovani sono trattate come schiave e sono molte quelle che subiscono ripetute violenze sessuali per poi essere obbligate ad abiurare la fede cattolica e sposare uno dei propri aggressori. Assistere alla Santa Messa può signi- ficare rischiare la vita. Nonostante gli attacchi della Setta islamica Boko Haram siano ormai divenuti un tra- gico cliché domenicale, in Nigeria i cristiani continuano con coraggio ad andare in chiesa. La Setta – la cui denomi- nazione, in lingua hausa, significa «l’educazione non islamica è peccato» – mira a eliminare la presenza dei cristiani dal Paese e dopo ogni attacco impone loro un terribile ultimatum: «Convertitevi, sparite o morite». Fatta eccezione per una piccola minoran- za di animisti, i quasi 159 milioni di nigeriani si divi- dono piuttosto equamente tra Sud cristiano e Nord musulmano e sebbene la Costituzione non indichi alcuna religione di Stato, 12 dei 36 Stati della Fe- derazione – tutti setten- trionali – hanno adottato la Legge coranica nel 1999. L’obiettivo ultimo di Boko Haram è estenderne la applicazione all’intero Paese. Nel Nord della Nigeria, questa formazione estremista islamica ha PREGHIERA ACS presenta il secondo volume di «In preghiera con la Chiesa Perseguitata». INFORMAZIONE Nigeria, Cina, Malesia, Uzbekistan, Medio Oriente. AZIONE Ricostruzione del Centro catechistico della chiesa di Santa Rita distrutto da un’autobomba a Kaduna (Nigeria). L’eroismo di essere Cristiani In Nigeria le sette islamiche mirano a eliminare la presenza cristiana dal Paese. Chi crede in Cristo rischia ogni giorno la vita. IN PRIMO PIANO / Nigeria EDITORIALE di S.E.R. Mauro Parmeggiani Presidente ACS-Italia Visita il sito: acs-italia.org l « m pe za m do tr Impegnarsi per la Chiesa perseguitata significa darle sostegno spirituale e aiuto concreto per ricostruire quello che viene distrutto, aiutando chi continua, nonostante tutto, a voler vivere la propria fede in Cristo. In molte parti del mondo il prezzo da pagare è alto. Pag. 4 La Chiesa perseguitata ha bisogno di tutti noi. INFORMAZIONE CHIESA PERSEGUITATA Aiuto alla Chiesa che Soffre

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Repubblica Islamica del Pakistan (conta quasi 180 milioni di abitanti)

I cristiani sono appena l’1% La più nota forma

di persecuzione nei confronti dei non islamici e, in particolare, dei cristiani, è la Legge sulla blasfemia che prevede la pena di morte per le offese, spesso presunte, al Profeta Maometto.

Piazza San Calisto, 16 - 00153 Roma - Telefono 06.6989.3911 - [email protected] - acs-italia.org

RISULTATI RAGGIUNTI / In Pakistan

Fu l’ennesima domenica di sangue. Era, precisamente, il 28 ottobre 2012 e nella chiesa di Santa Rita a Kaduna era in corso la Messa. Il kamikaze portò l’auto imbottita di esplosivo quasi fi no all’interno della chiesa, sul lato del coro. L’esplosione fu enorme. Uccise 8 persone e ne ferì 145. L’attentato fu attribuito alla setta islamica di Boko Haram e distrusse anche la costruzione attigua alla chiesa, una parte dove si svolgeva l’attività di catechesi.Nelle scorse settimane la comunità ha deciso di ricostruire questa parte (la chiesa è già stata riparata nel corso di questo anno e mezzo). Alla gioia per la decisione di ridefi nire anche i locali destinati alla catechesi è seguita però subito la preoccupazione: le necessità economiche sono superiori alle possibilità delle famiglie del posto. Ma l’arcivescovo di Kaduna, Matthew Man-Oso Ndagoso, le ha rassicurate parlando subito di “Aiuto alla Chiesa che Soffre”. «Tutta la comunità della chiesa di Santa Rita spera nei vostri benefattori», ci ha scritto già all’indomani della decisione.

Completa delle relative previsioni di spesa, le necessità sono state elencate con precisione: mattoni, legno e altro materiale da costruzione; materiale per impianto elettrico e per la necessaria impermeabilizzazione del tetto. La parte manuale sarà assicurata dai muratori e manovali cristiani locali che – seppur poveri – sono ricchi di buona volontà.

SOLIDARIETÀ IN AZIONE / In Nigeria

Un gruppo di bambini del catechismo della parrocchia Santa Rita scampati all’attentato.

La libreria si trova nella zona di Saddar, una delle più caotiche di Karachi, ex-capitale del Pakistan. Il bookshop dispone di numerosi testi di religione, rosari, catechismi in urdu e in inglese ed è l’unico centro di distribuzione della Bibbia. Purtroppo, le enormi diffi coltà economiche rendono proibitivo per i fedeli perfi no l’acquisto di un semplice libro. «La povertà sta diventando miseria. I cristiani non trovano lavoro perché discriminati e le famiglie non hanno neanche i soldi per comprare da mangiare o per mandare i fi gli a scuola», raccontano le suore che gestiscono la libreria. Il contributo di Aiuto alla Chiesa che Soffre ha reso possibile vendere le Bibbie a sole 10 rupie. Il sostegno alla presenza cristiana passa attraverso Progetti come questo!

KARACHIGrazie al vostro aiutovangeli e bibbie per i cristiani

DOVE SIAMO

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Contribuisci a sostenere la Chiesa perseguitata in Nigeria.

Stato di Kaduna (è uno dei 36 Stati della Federazione Nigeriana)

Popolazione: 6.113.000 (è il terzo Stato più popoloso della Federazione)

I cristiani appartengono all’etnia Igbo

Dal 2000 è tra gli Stati della Federazione che applica la Shari’a, il diritto penale islamico.

CON CARTA DI CREDITO Un metodo veloce e sicuro. Può effettuare la donazione chiamando al numero 06.6989.3929 oppure online collegandosi al Sito acs-italia.org.

CON BONIFICO BANCARIO BANCA PROSSIMA - IBAN: IT 67 L 033 5901 6001 0000 0077 352 Swift Code/BIC: BCITITMX Nelle note del bonifi co è bene indicare nominativo, indirizzo e l’intenzione “Ricostruzione del Centro catechistico della chiesa di Santa Rita a Kaduna (Nigeria)”.

CONTO CORRENTE Compilando il bollettino allegato.

COME DONAREAiutiamo la comunità di Kaduna a ricostruire il Centro catechistico della chiesa di Santa Rita distrutta da un attentato kamikaze

LE OFFERTE DONATE PER QUESTO PROGETTO SONO DEDUCIBILI FISCALMENTE

Dal 1947 “Aiuto alla Chiesa che Soffre” è nota a livello internazionale per l’informazione, l’attenzione e l’aiuto concreto alle comunità cattoliche perseguitate. È stato così negli anni della “Chiesa del Silenzio” che viveva dietro la Cortina di Ferro – segnando simbolicamente per lunghi decenni simbolo della divisione dell’Europa – ed è tuttora così per chi vuole credere in Gesù Cristo, ma è nato dove la maggioranza religiosa è intollerante o le ideologie considerano la religione un pericolo per la società. In questo tempo storico non si può poi dimenticare che anche da noi, in Occidente, si va sempre più diffondendo, tra l’indifferenza dei più, una sorta di sentimento anticristiano defi nito “cristianofobia”. ACS ha contatto diretto e permanente con la Chiesa perseguitata. A pieno titolo è, quindi, fonte di informazioni, portavoce di necessità e bisogni pastorali che cercano nei cattolici e in tutti coloro che credono comunque nel valore della libertà di religione e di espressione della propria fede, un interlocutore attento e sensibile. Le tre parole fondamentali sono allora: informazione, preghiera e azione. Sono parole che viaggiano insieme nel cuore di chi riserva un posto d’onore a coloro che vivono la quotidiana Via Crucis della persecuzione e non rinnegano la loro fede in Cristo.

distrutto o danneggiato centinaia di chiese e ucciso migliaia di persone. Da una ricerca condotta nell’ottobre del 2012 è risultato che su 1.201 cristiani uccisi in odio alla fede durante l’anno citato, ben 791 avevano trovato la morte in Nigeria. Nel maggio 2013 il Governo di Abuja ha dichiarato lo stato d’emergenza in tre Stati settentrionali – Borno, Yobe e Adamawa – ma ciò non ha impedito agli estremisti di mietere nuove vittime: oltre 2mila soltanto negli ultimi 12 mesi. Molti dei cristiani hanno perso i propri cari per mano dei “talebani africani”, come Chioma Dike che nell’esplosione del 25 dicembre 2011 nella chiesa di Santa Teresa a Madalla, nella periferia di Abuja, ha perso suo marito Williams e tre dei suoi cinque fi gli: Emmanuel, 4 anni, Richard, 6, e Lilian, 10. I suoi altri due bambini sono rimasti gravemente feriti. «Williams aveva portato i piccoli a Messa mentre io ero rimasta a casa a preparare il pranzo di Natale», racconta. L’episcopato locale ha ripetutamente denunciato l’incapacità del Governo di fronteggiare la minaccia terroristica. «È ormai evidente che il nostro è un governo debole, sceso più volte a compromessi. E che non sta facendo ciò che dovrebbe per fermare le violenze», ha ribadito più volte arcivescovo di Abuja, il cardinale John Onaiyekan. La Chiesa continua la sua missione al fi anco della comunità e delle famiglie delle vittime, invitando i fedeli a perdonare i propri persecutori e a desistere dal desiderio di vendetta. Ma con l’incessante proseguire delle violenze, numerosi cristiani fuggono dal Nord del Paese, causando un ridimensionamento della presenza cattolica. Sacerdoti, seminaristi e scuole cattoliche hanno urgente bisogno d’aiuto. Sono tante le chiese distrutte da ricostruire. Intanto, nel Nord della Nigeria molte ragazze cristiane, anche minorenni, sono rapite e costrette ad abbracciare la fede islamica. I portavoce di Boko Haram hanno apertamente dichiarato di considerare la conversione forzata delle donne parte del loro piano per eliminare la presenza cristiana. Le giovani sono trattate come schiave e sono molte quelle che subiscono ripetute violenze sessuali per poi essere obbligate ad abiurare la fede cattolica e sposare uno dei propri aggressori.

Assistere alla Santa Messa può signi-fi care rischiare la vita. Nonostante gli attacchi della Setta islamica Boko Haram siano ormai divenuti un tra-gico cliché domenicale, in Nigeria i cristiani continuano con coraggio

ad andare in chiesa. La Setta – la cui denomi-nazione, in lingua hausa, signifi ca «l’educazione non islamica è peccato» – mira a eliminare la presenza dei cristiani dal Paese e dopo ogni attacco impone loro un terribile ultimatum: «Convertitevi, sparite o morite». Fatta eccezione per una piccola minoran-za di animisti, i quasi 159 milioni di nigeriani si divi-dono piuttosto equamente tra Sud cristiano e Nord musulmano e sebbene la Costituzione non indichi alcuna religione di Stato, 12 dei 36 Stati della Fe-derazione – tutti setten-trionali – hanno adottato la Legge coranica nel 1999. L’obiettivo ultimo di Boko Haram è estenderne la

applicazione all’intero Paese. Nel Nord della Nigeria, questa formazione estremista islamica ha

PREGHIERA

ACS presenta il secondo volume di «In preghiera con la Chiesa Perseguitata».

INFORMAZIONE

Nigeria, Cina, Malesia,Uzbekistan, Medio Oriente.

AZIONE

Ricostruzione del Centrocatechistico della chiesa di Santa Rita distrutto da un’autobomba a Kaduna (Nigeria).

L’eroismo di essere CristianiIn Nigeria le sette islamiche mirano a eliminare la presenza cristiana dal Paese. Chi crede in Cristo rischia ogni giorno la vita.

IN PRIMO PIANO / NigeriaEDITORIALEdi S.E.R. Mauro ParmeggianiPresidente ACS-Italia

Visita il sito: acs-italia.org

loro un terribile ultimatum: «Convertitevi, sparite o morite».per una piccola minoran-za di animisti, i quasi 159 milioni di nigeriani si divi-dono piuttosto equamente tra Sud cristiano e Nord

Impegnarsi per la Chiesa perseguitata signifi ca darle sostegno spirituale

e aiuto concreto per ricostruire quello che viene distrutto,

aiutando chi continua, nonostante tutto, a voler vivere

la propria fede in Cristo. In molte parti del mondo

il prezzo da pagare è alto.

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La Chiesa perseguitataha bisogno di tutti noi.

INFORMAZIONECHIESA

PERSEGUITATAAiuto alla Chiesa che Soffre

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MALESIA

Le Bibbie sono state bandite dagli hotel

Il Consiglio islamico di Pahang, terzo Stato per ordine di grandezza della Malesia, ha recentemente emanato una direttiva che vieta alle strutture pubbliche di esporre materiale religioso non islamico. Il Pahang Islamic and Malay Customs Council (Muip) ha quindi “invitato” tutti gli hotel dello Stato a rimuovere le bibbie dalle camere per evitare di incorrere in un’azione legale. La vicenda s’inserisce in una lunga disputa sull’utilizzo del termine Allah da parte dei non musulmani. Un dizionario malese-latino e latino-malese del 1631 prova che la comunità cristiana malese usa da alcuni secoli la parola Allah per chiamare Dio. Ma negli ultimi anni sempre più esponenti della comunità musulmana hanno accusato i cristiani di «usurpare» il nome del loro Dio. Il 14 ottobre la Corte d’Appello di Kuala Lumpur ha vietato ai non musulmani di utilizzare la parola Allah su pubblicazioni non musulmane perché – si spiega nella sentenza – in questo modo si correrebbe il rischio di attirare l’attenzione di fedeli islamici e d’indurli ad ascoltare il messaggio di altre religioni.

CINA

Distrutta la chiesa di Wenzhou

Non è bastato il coraggio dei 3mila cristiani che il 4 aprile hanno formato una catena umana a protezione dell’edifi cio religioso. La chiesa protestante Sanjiang di Wenzhou, nella provincia orientale di Zhejiang, è stata demolita il 29 aprile. Secondo le autorità, la struttura, capace di accogliere fi no a 4mila fedeli, non rispettava i canoni di costruzione e per questo il 24 marzo è stato emesso un avviso di demolizione. La locale comunità cristiana è tuttavia convinta che il reale intento delle autorità locali sia porre un freno alla diffusione del cristianesimo nella città, un tempo defi nita la “Gerusalemme d’Oriente”. Sembra supportare questa tesi l’ordine di demolizione emesso per altre nove chiese della provincia di Zhejiang e che il capo della Commissione affari etnici e religiosi della provincia abbia defi nito «pericolosa ed eccessiva» la propagazione del cristianesimo nella regione.

Questo libro abbraccia il mondo intero, proprio come la spiritualità della Chiesa perseguitata. La traccia che guida mensilmente la preghiera, è segnata da un Salmo, dalla breve storia di un santuario e da quella di un martire della fede. Una preghiera d’intercessione e un’orazione concludono ciascun mese. Il libro è pensato per guidare la preghiera personale come anche quella di un Gruppo, costituito o da costituire, che voglia dedicare un tempo dei propri incontri di preghiera alla Chiesa perseguitata. Da segnalare, infi ne, che giunti al termine del libro, il viaggio prosegue ancora con l’indicazione di oltre 150 santuari mariani tra quelli esistenti nelle regioni italiane.

«In preghiera con la Chiesa perseguitata» – Volume II – Edizioni Aiuto alla Chiesa che Soffre – Meditazioni di monsignor Giuseppe Greco – Pagine 157

Con l’informazione e l’azione di carità, la preghiera è uno dei pilastri su cui poggia il servizio di “Aiuto alla Chiesa che Soffre”. Il secondo volume di «In preghiera con la Chiesa perseguitata» – il primo è stato pubblicato nel 2011 – è una vera e propria guida a pregare secondo questa particolare spiritualità. In 157 pagine prende vita un viaggio che dura i 12 mesi di un anno, mesi che diventano altrettante stazioni della Via Crucis di Gesù e di Maria, regina dei Martiri. È a ricordo di questo Suo speciale legame con la Chiesa perseguitata che – in ogni mese – viene anche richiamata brevemente la storia di 12 santuari mariani esistenti nel mondo. Si comincia con quello italiano della Madonna delle Lacrime (Siracusa) e si prosegue, tra gli altri, con quelli di Nostra Signora di Guadalupe (Messico), di Nostra Signora di La-Vang (Vietnam), della Vergine Santissima di Copacabana (Bolivia) per arrivare fi no a quello della Città dell’Immacolata in Giappone.

REPUBBLICA CENTRAFRICANA

Ancora violenze della Seleka nel Nord del Paese

Respinta dalla capitale Bangui a seguito di aspri scontri con gli anti-balaka – le milizie composte dalla popolazione locale – la coalizione ribelle Seleka si è ora installata nel Centrafrica settentrionale. La diocesi al momento maggiormente colpita dalle violenze dei ribelli musulmani è Bossangoa, dove il 16 aprile scorso il vescovo, monsignor Nestor Désiré Nongo-Aziagbia, e tre sacerdoti sono stati rapiti e liberati nelle ore successive. Il vescovo racconterà che senza l’intervento delle forze internazionali, i ribelli lo avrebbero ucciso. Meno fortunato è stato invece don Christ Forman Wilibona, un altro sacerdote della diocesi di Bossangoa che il 18 aprile, Venerdì Santo, è stato ucciso da alcuni membri della Seleka con 12 colpi di arma da fuoco.

INDIA

Nuove ingiustizie ai danni dei cristiani

I cristiani dell’Orissa non hanno avuto giustizia per i pogrom del 2008 – delle 3.232 denunce presentate soltanto 828 sono state accolte e si conta appena una condanna per omicidio ogni 20 casi registrati – e continuano a ricevere minacce e intimidazioni. In questo Stato indiano, infatti, si registrano numerosi casi di aggressioni ai danni della minoranza cristiana, come la distruzione da parte di radicali indù dell’abitazione di Puraful Digal, cattolico di Budruka. Quella dei Digal era tra le 834 abitazioni distrutte nella prima ondata di violenze anticristiane del dicembre 2007. La famiglia era tornata nel proprio villaggio l’anno seguente, ma durante i pogrom dell’agosto 2008 la casa è stata nuovamente rasa al suolo. Grazie al risarcimento offerto dal Governo alle vittime dei pogrom, Digal aveva ricostruito per la terza volta la sua dimora che a fi ne aprile è stata demolita di nuovo. Gli estremisti indù responsabili della distruzione dell’abitazione sono stati identifi cati e arrestati, ma poi inspiegabilmente rilasciati.

SPIRITUALITÀ / Preghiamo per la chiesa perseguitata UN MONDO DI PERSECUZIONI / L’intolleranza verso i Cristiani non ha confi ni

TESTIMONIANZE DALLA CHIESA PERSEGUITATA / Pakistan

«Non dimenticherò mai quel giorno di due anni fa. Il giorno in cui la vita della mia bambina è stata distrutta per sempre». La voce di Tasnim, cristiana di 35 anni, è rotta dal pianto mentre racconta quanto accaduto a sua fi glia Rehana nel maggio 2012. In quel periodo, Tasnim, suo marito Shahid e i loro cinque fi gli, vivevano ancora in un quartiere cristiano di Kasur, cittadina pachistana del Punjab meridionale. Come tutte le mattine, Rehana, all’epoca quattordicenne, esce per recarsi nella vicina scuola pubblica. «Non amava andare a scuola – racconta la donna – perché era l’unica ragazza cristiana della sua classe e ogni giorno le sue compagne e le sue insegnanti facevano di tutto affi nchè si convertisse all’islam. A me, invece, preoccupava più il fatto che dovesse uscire da sola, perché sia io che mio marito a quell’ora eravamo già al lavoro. Le strade del Pakistan non sono sicure per le ragazze, specie se non sono musulmane».In quella sera di maggio, Tasnim attenderà invano il ritorno di sua fi glia. L’adolescente era stata notata da cinque ragazzi musulmani del suo quartiere e qui la storia di Rehana si unisce a quella di tante ragazze cristiane rapite per essere convertite con la forza all’islam. I dati raccolti dalle ONG locali

parlano di circa 700 ragazze che ogni anno sono sequestrate e costrette ad abbandonare la loro fede cristiana. In realtà, i casi sono almeno il doppio, ma molte delle vittime e delle loro famiglie preferiscono non denunciare gli aggressori per vergogna o timore di rappresaglie.Rehana è stata violentata per giorni dai suoi rapitori. Poi, le hanno chiesto se preferiva essere uccisa oppure convertirsi all’islam. Ha scelto di vivere. Le hanno imposto il velo e l’hanno obbligata a leggere il Corano, quindi ha dovuto sposare uno dei suoi carcerieri. «Sapevamo chi aveva preso nostra fi glia – racconta la madre – e ci siamo rivolti immediatamente alla polizia, ma nessuno ha voluto aiutarci». Come spesso accade, anche in presenza di prove schiaccianti, le autorità e le forze dell’ordine non hanno perseguito gli aggressori musulmani. «La legge non è uguale per tutti in Pakistan. Noi cristiani siamo cittadini di seconda classe e i nostri diritti non sono tutelati». In seguito alla denuncia, Tasnim e suo marito hanno ricevuto minacce dalla “nuova” famiglia di Rehana: «Ci hanno detto che se avessimo continuato a cercarla l’avrebbero uccisa. Poi hanno minacciato di prendere anche

le nostre altre due fi glie e siamo stati costretti a trasferirci in un’altra città».Dopo due anni, Tasnim non ha ancora potuto riabbracciare Rehana che, nel frattempo, ha avuto un bambino ed è stata obbligata a usare un nome musulmano, Fatima. «È solo l’ennesimo caso di ingiustizia ai danni dei cristiani in Pakistan» e, mentre lo afferma, Tasnim pensa ad Asia Bibi, a Sawan Masih e alle tante vittime

della Legge anti-blasfemia che punisce con la condanna a morte le offese al Profeta Maometto e con l’ergastolo chi dissacra il Corano.«In questo Paese la vita di noi cristiani è una vita di persecuzione quotidiana. Ogni giorno – conclude Tasnim – dobbiamo affrontare enormi sofferenze e gravi discriminazioni. Ma sono proprio queste prove a rafforzare la nostra fede in Dio».

Il racconto di Tasnim, mamma di Rehana, rapita, violentata e costretta a convertirsi all’islam

EUROPA

Ancora chiese profanate

La chiesa cattolica di Seewis-Schmitten, nel cantone dei Grigioni in Svizzera, è stata vandalizzata per la terza volta in pochi giorni. Nella notte tra il 27 e il 28 aprile, ignoti hanno forzato la porta della chiesa, ridicolizzato la statua di un Santo e riempito di un liquido non identifi cato l’acquasantiera. Nei giorni precedenti la chiesa era già stata “visitata” dai vandali per due volte. Nel mese di aprile in Francia sono state vandalizzate due chiese. Mercoledì 9 alcune persone si sono introdotte nella sacrestia della cappella di San Francesco a Rennes, in Bretagna, e hanno danneggiato paramenti ed altri oggetti sacri, oltre a forzare il Tabernacolo. A Nizza, nella notte tra il 26 e il 27 aprile, è stata vandalizzata la chiesa di San Rocco.

MEDIO ORIENTE

Attaccata la chiesa cattolica di Gaza

Si è registrato alla fi ne dello scorso mese di febbraio un nuovo grave atto di violenza nei confronti della comunità cattolica a Gaza, dal 2007 governata dalla formazione islamica di Hamas. Una bomba a mano è stata lanciata nel cortile della parrocchia del quartiere di Zeitun e il grave atto di violenza, che non ha causato fortunatamente danni a persone, è stato completato da scritte ingiuriose nei confronti dei cattolici tracciate sui muri che circondano la chiesa.

UZBEKISTAN

Vietata la sepoltura di tre cristiani

«Gli apostati non possono riposare nello stesso cimitero dei musulmani»: è questa la motivazione addotta da alcuni leader islamici locali per vietare la tumulazione di tre uzbeki convertitisi al cristianesimo dall’islam. In Uzbekistan i cimiteri appartengono allo Stato, ma le forti pressioni degli imam hanno “convinto” le autorità a non intervenire, nonostante le ripetute richieste dei familiari dei defunti.

MESSICO

Un seminarista di 21 anni rapito e ucciso durante la Settimana Santa

Il corpo senza vita di Samuel Gustavi Gomez Veleta è stato ritrovato il 15 aprile. Il giovane alunno del seminario arcivescovile di Chihuahua era stato mandato a prestare servizio missionario in una comunità rurale durante la Settimana Santa ed è stato rapito nel comune di Aldama un giorno prima del ritrovamento delle sue spoglie. In seguito alla morte del seminarista, monsignor Constancio Miranda Weckmann, arcivescovo di Chihuahua, ha lanciato un appello a tutta la comunità cattolica, chiedendo di «collaborare per porre fi ne al cancro della violenza e al disprezzo per la vita che cresce nella nostra società».

BRUNEI

Entra in vigore la legge islamica

Malgrado la forte opposizione internazionale, il primo maggio il Brunei ha esteso l’applicazione della Shari’a al Codice Penale. Il Sultanato è la prima nazione del sud-est asiatico ad adottare la legge islamica, sebbene vi siano stati altri tentativi in Indonesia, in Malesia e nelle Filippine. In seguito alla decisione del sultano Hassanal Bolkiah, sarà dunque possibile infl iggere pene quali la fl agellazione, l’amputazione di arti e la lapidazione. La notizia preoccupa fortemente la locale comunità cristiana che rappresenta circa il 13,7% della popolazione.

TURCHIA

La basilica bizantina di Santa Sofi a riaperta al culto islamico?

Ci sarebbe un piano del Governo Erdogan per riaprire al culto islamico la basilica bizantina Santa Sofi a di Istanbul, come da mesi va chiedendo una campagna pubblica. Il piano prevederebbe che essa rimanga museo la mattina, ma di pomeriggio sia destinata al culto islamico. Considerato il divieto musulmano di raffi gurare esseri umani nei luoghi di culto gli affreschi bizantini verrebbero oscurati da una luce nera.

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«O Maria, Tu piangi per la Chiesa perseguitata.Le tue lacrime penetrano

nella profondità del nostro cuore».

Cristiani manifestano contro la persecuzione religiosa. Tra le vittime più note Asia Bibi e Sawan Masih, ma le storie delle maggior parte di esse non raggiunge le pagine di cronaca internazionale.