Sognando la convenzione (Daniele Ortolani, Roberta Ricci)
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Transcript of Sognando la convenzione (Daniele Ortolani, Roberta Ricci)
XXII Congresso Nazionale CSeRMEGCostermano, 1-3 ottobre 2010
dott. Daniele Ortolanidott.ssa Roberta Ricci
“Sognando la convenzione…”
Iniziamo con un aneddoto…
XXII Congresso Nazionale CSeRMEG - Costermano, 1-3 ottobre 2010
Una zona grigia
Chi è il neo-“specializzato” in MG? Quale ruolo gli riconosce la società? Quale ruolo gli riconoscono i colleghi? Quale ruolo gli riconoscono i pazienti?
XXII Congresso Nazionale CSeRMEG - Costermano, 1-3 ottobre 2010
Il focus group
Un moderatore
6 partecipanti ◦ 4 hanno terminato il corso da 1 anno◦ 2 all’inizio dell’ultimo anno di corso
XXII Congresso Nazionale CSeRMEG - Costermano, 1-3 ottobre 2010
Il focus group– I limiti
Campione rappresentativo di un’unica scuola e di un’unica regione
Numero limitato di partecipanti
XXII Congresso Nazionale CSeRMEG - Costermano, 1-3 ottobre 2010
Il focus group– L’elaborazione
Il focus group – L’elaborazione
XXII Congresso Nazionale CSeRMEG - Costermano, 1-3 ottobre 2010
Il focus group – L’elaborazione
“Uno studente di medicina coraggioso, che si laurea e decide di fare questa professione, che è una professione dignitosa e bella, deve avere un
minimo di sicurezza, lo merita penso…” (EP)
Formazione Specifica in Medicina Generale…quale futuro?
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Gli aspetti negativi
XXII Congresso Nazionale CSeRMEG - Costermano, 1-3 ottobre 2010
Incertezza per il futuro
Aspetto economi
co
Dover fare
lavori diversi
dal MMG- sbocco
nella CA
“Nella mia realtà la situazione non è rosea
perché dovranno passare 4-5 anni o forse di più per avere
la convenzione e personalmente mi salvo con
la guardia medica perché questa consente di sbarcare
il lunario” (BO)
“Siamo dei professionisti
ma economica-mente non possiamo
contare sulla professione per la quale
abbiamo studiato …”
(LL)“[…]quindi si va a fare la guardia medica, lavoro
diverso dal MMG e quando si entra in convenzione non è che si può far tesoro dell'esperienza fatta in GM perché comunque è un lavoro diverso, cioè le cose
cliniche possono essere le stesse, ma c'è dell'altro...” (EP)
Mancanza di “programmazione territoriale”
“Ho dei colleghi che nonostante abbiano da tempo la convenzione hanno ancora 50 pazienti. Gli tocca fare delle notti, weekend e nemmeno questo lo trovo giusto. Perché hanno bandito questi posti se dopo anni hanno ancora 50 pazienti? Questo non lo trovo giusto a livello politico, ecco.” (TU)
Gli aspetti negativi
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“La paura che ho è che se veramente aprirò lo studio con la convenzione che ho preso, alla fine rimarrò da sola
perché mi trovo in un posto dove c'è un medico che è lì solo da 20 anni e che non ha nessuna intenzione, proprio perché teme la concorrenza, di associarsi con me. Non è
contento che arrivi un altro medico con cui si deve confrontare e alla fine io non avrò la possibilità di scambi
e nemmeno di sostituzioni fra noi.” (TU)
Gli aspetti negativi
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ConcorrenzaMancanza di continuità con la generazione precedenteDifficoltà ad accettare nuovi modelliSostituzioni a scavalco
“Alla fine il medico anziano dovrebbe pensare che il collega giovane che ha davanti è il futuro del suo
lavoro: se tu hai costruito qualcosa nella tua professione e vuoi che rimanga, l'unico modo è
trasferirlo in un altro.” (TN)
Soddisfazione per il corso di medicina generale
Lavoro “sicuro” “Il lavoro secondo me non mancherà, come già non manca dal
momento in cui ci laureiamo e quindi mi aspetto che anche dopo non rimanga disoccupata, ma mi toccherà fare cose che preferirei non fare, come la guardia medica o il medico alle terme, cose così…”
(LL) “Noi siamo in un momento molto vantaggioso perché non
aspetteremo 5 anni per avere la convenzione per l'ondata dei pensionamenti in arrivo […]” (SS)
Gli aspetti positivi
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Legati alla professione
Gli aspetti positivi
XXII Congresso Nazionale CSeRMEG - Costermano, 1-3 ottobre 2010
Varietà clinica “Però è sempre diverso, è proprio un bel lavoro”"Il belloè poi il contesto della MG con tutte le variabili familiari, sociali,per cui non è mai solo la somministrazione del farmaco (c'è chi glieloda? Poi me lo prende?) e questa è la ricchezza della MG“ (SS)
Autonomia
“Di mio ci metto anche che mi piace molto poter usare anche la medicina complementare che in ospedale o in altre realtà è difficile usare” (BO)
Rapporto con il paziente
“Forse è la parte più bella della medicina perché tu hai un rapporto con il paziente che difficilmente avrai in altre branche. Nel bene e nel male... perché il paziente se non trova una risposta al suo problema te lo trovi lì tutti i giorni!” (TU)
I bisogni
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Sostituzioni fisseIniziare con gradualità
“Come sostituto fisso di un gruppo di medici ti trovi a conoscere i pazienti, ad avere uno scambio che non è come la sostituzione
della mezza giornata con i pazienti che vengono solo a farti fare le ricette. Questa secondo
me è la cosa che potrebbe davvero cambiare anche la
qualità del nostro inserimento…” (SS)
I bisogni
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Passare dalla teoria alla pratica
“Non siamo pronti dal punto di vista clinico. Il problema è che la soluzione ora non è né nei libri, né nei corsi di formazione, né niente perché ormai
abbiamo più di 10 anni di formazione teorica alle spalle. Quello che
possiamo apprendere ora è solo sbattendoci il naso, dev'esserci data l'opportunità di fare pratica e di farla adesso, appena finita la scuola, non
lasciare un vuoto di 5 anni tra la formazione teorica e la formazione
sul campo” (EP)
I bisogni
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“Devo dire che è stato più un caso.. a gennaio ho avuto modo di sostituire un medico che ha più di 2000 pazienti e che ha avuto un infortunio per più di tre mesi... tre mesi invernali... ma anche infernali! Lì ho fatto dalla mattina alla sera ambulatorio è non è stato come quelle due-tre settimane dove tu riesci a cavartela anche per problematiche più gravi... lì ho imparato a gestire
davvero alcune cose... non che adesso sappia tutto, per carità, sarebbe troppo bello, ma comunque mi è piaciuto molto il lavoro
nonostante il grande carico...” (TU)
Continuità con i pazienti
Necessità di confrontarsi
“Comunque io spero di riuscire ad entrare in associazione, […] spero che la MG evolva molto più verso l'associazionismo e che otteniamo più forza, più peso sociale, magari lavorando un po' su questo aspetto del libero professionista che è lasciato da solo...” (TU)
“Chiaro che uno fa l'ambulatorio da solo, con la propria testa, ma il poter condividere l'esperienza con un altro collega sarà quello che potrà fare la differenza nei prossimi anni perché credo sia un'idea condivisa. Per cui sicuramente all'inizio ci sarà l'isolamento, ma mi aspetto che chi prenderà la convenzione nel momento in cui la prenderò io, avrà un'altra idea di come fare la MG” (TN)
I bisogni
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Collaborazione con gli ospedalieri
“Quello che spero anche io per il mio lavoro è di avere una collaborazione buona con gli ospedalieri […] sarebbe meglio creare delle collaborazioni, dei punti di incontro, perché se si lavora insieme è molto meglio anche per il paziente” (TU)
Educazione del paziente all’accesso alle risorse“Bisognerebbe però che anche lo stato educasse i pazienti a non esagerare
nella richiesta di disponibilità dei servizi perché altrimenti la spirale non si ferma più, mi aspetto che il paziente di domani venga educato al concetto
che non esistono solo i suoi diritti, ma che esiste anche un obbligo di preservare le risorse, che sono limitate. Il paziente di oggi, specie nella
grande città, non sa più cosa chiedere al MMG durante la visita e questo io non lo accetto, ma da soli non si può combattere... si deve essere in tanti per
rivalutare la MG” (TU)
Tempo libero “Vorrei anche avere degli spazi personali: non vorrei che il lavoro invadesse completamente la mia vita privata[…] Io ho sempre ritenuto che i medici che lavorano troppo o schiattano, lo sappiamo, o diventano un tantino disumani, iniziano a non capire i problemi degli altri perché ne hanno già abbastanza
dei loro” (BO)
I bisogni
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Proseguire la formazione – Mantenere il legame con la scuola
I bisogni
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“E' bello che la scuola faccia delle iniziative che permettono la formazione anche dopo, ma è anche bello mantenere un contatto con le persone che hanno fatto il tuo stesso percorso formativo” (SS)
“Mi piacerebbe che qualcuno mi aiutasse a formarmi e aggiornarmi, la
famosa idea della formazione permanente...” (BO)
“Entrare subito in convenzione con un congruo numero di pazienti. Mille, per come la vedo io” (TN)
La convenzione …
XXII Congresso Nazionale CSeRMEG - Costermano, 1-3 ottobre 2010
“Sarei spaventato dall'idea di essere catapultato immediatamente in
convenzione, magari con un numero importante di pazienti e lo sarei per
vari motivi. Primo non so se professionalmente sarei pronto […] è
un lavoro per certi versi molto routinario, pensare poi per altri 35 anni
di portare avanti la stessa convenzione[…] lo trovo soffocante”
(EP)
Immediata
Graduale
“Io sarei contento di fare come i Norvegesi, mi pare: tu finisci e ti danno subito la condotta. Partire subito con i tuoi 1500 pazienti con un forte stress iniziale” (BO)
La perdita di entusiasmo
“Se inizierò a fare questi lavoretti che esulano da quello che voglio fare, cioè la guardia medica, mi calerà l'entusiasmo... se faccio cose diverse dalla MG per 6 anni credo che il mio entusiasmo andrà decrescendo, quindi per me sarebbe fondamentale...” (LL)
Le paure
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“Ma quello che mi chiedo io è se davvero è necessario un periodo così di incertezza o è frutto di disorganizzazione, frutto di una mancanza di un disegno generale? Perché sentire delle
persone entusiaste che si rassegnano a dover perdere l'entusiasmo perché hanno studiato 3 anni per fare i MMG e poi per 5 anni dovranno fare i medici al centro prelievi, alle terme,
la guardia medica... da una parte è una perdita economica perché comunque la collettività ha speso del denaro per
formarci per fare un lavoro e poi andiamo a fare tutt'altro... poi dall'altra parte è una perdita di capitale umano perché far
perdere entusiasmo a un medico e farlo arrivare all'inizio della professione demotivato non mi pare un grande investimento...
quindi mi domando, è davvero necessario? (EP)
Le paure
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L’inadeguatezza “Non so se professionalmente sarei pronto […] non sono
sicuro di riuscire a trovare risposta alle necessità del paziente” (TU)
L’isolamento “La mia più grande paura è quella di non avere la possibilità
di confrontarmi” (TN)
Le paure
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Nessuno vorrebbe cambiare specializzazione Nessuno immagina una MG “isolata” Tutti desiderano e credono realizzabile un
cambiamento della MG
"Certo, sono belle idee, ma purtroppo è diffusa in tutta la società l'idea che quando tu pensi al futuro in maniera positiva, questa ottica ti porta
per forza fuori dalla realtà. Invece è proprio questo che consente di proporre nuovi modelli e questo sarà un grosso problema per noi perché, da questo punto di vista, dovremo aspettare il ricambio
generazionale, anche se magari in futuro accadranno altre cose che faranno un po' maturare... è vero comunque che è difficile rimanere
speranzosi. Aspettative e speranze purtroppo non sembrano coincidere...” (BO)
Il non detto…(forse perché scontato?)
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“Io vorrei che tutti i MMG lavorassero in associazione, che tutti avessero nell'ambito dell'associazione un collega “giovane” che
faccia da sostituto, che si occupi delle urgenze, di alcune domiciliari, della ricerca e di tutto quello che vogliamo, con uno
spazio in associazione e quella sia poi l'associazione in cui andrò a lavorare un domani. Un futuro che se anche non sarà domani, non sarà troppo lontano e che questa convenzione che deve arrivare dall'alto, come la benedizione con la spada e con lo Spirito Santo, arrivasse in un'altra maniera... ma non a pazienti zero! Anche 500, ma un numero sufficiente per avere uno stipendio decoroso e che
ti permetta di capire come organizzare il lavoro.” (SS)
Speranze…
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La dura realta’...
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GRAZIE PER LA VOSTRA ATTENZIONE!
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