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Slide corso – 2 Per una storia sociale della comunicazione Sociologia della comunicazione Sapienza Università di Roma Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale Corso di laurea in Comunicazione pubblica e d’impresa Prof. Marco Bruno (canale A-L) Anno accademico 2018-2019 1 Corso di NOTA BENE Questo materiale è solo un supporto alle lezioni tenute in aula e non è MAI sostitutivo dei testi d'esame . L’uso scientifico e divulgativo di questi materiali è libero, a condizione che se ne citi l’autore e la provenienza. (M. Bruno, 2018, Materiali del corso di Sociologia della comunicazione, Sapienza Università di Roma, Dip. di Comunicazione e Ricerca sociale) Per informazioni: [email protected]

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Slidecorso–2Perunastoriasocialedellacomunicazione

Sociologia della comunicazione Sapienza Università di Roma Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale Corso di laurea in Comunicazione pubblica e d’impresa

Prof. Marco Bruno (canale A-L) Anno accademico 2018-2019

1

Corso di

NOTABENEQuestomaterialeèsolounsupportoallelezionitenuteinaulaenonèMAIsostitutivodeitestid'esame.L’usoscientificoedivulgativodiquestimaterialièlibero,acondizionechesenecitil’autoreelaprovenienza.(M.Bruno,2018,MaterialidelcorsodiSociologiadellacomunicazione,SapienzaUniversitàdiRoma,Dip.diComunicazioneeRicercasociale)Perinformazioni:[email protected]

Per una storia sociale della comunicazione

Ipotesi di analisi sociologica della comunicazione

Individuazione di differenti costellazioni di rapporti tra individui e società à Pre-modernità - Comunità>Individuo

(ceti, convenzioni, riti collettivi)

à Modernità - Società>Individuo (classi sociali, istituzioni, socializzazione)

à Post o seconda modernità (network society)

G. Grosz, Le colonne della società, 1926

E nella società attuale? §  Cambiano le identità socioculturali §  Cambiano le mete culturali e i riferimenti di

valore

§  Cambia la percezione della norma e della devianza

§  Il sistema non offre più risposte adeguate

§  La “società degli individui” e l’incertezza

Società

Luoghi della

comunicazione

Tecniche di

comunicazione

Mezzi di

comunicazione

Circolazione dei

flussi

Pre-moderna Piazza, Mercato

Relazioni faccia a faccia

Oralità Ristretta, Rigida,

Indirizzata

Moderna Casa, Fabbrica,

Istituzioni formali

Scrittura, Stampa

Scrittura, Schermo

Verticale, Determinata

Postmoderna Reti Discorsi Oralità secondaria

Orizzontale, Network

La comunicazione nella “storia”

Società Tipo di narrazioni

Lavoro Potere

Pre-moderna Narrazioni “locali”

Agricolo Coercitivo Religioso

Moderna Grandi narrazioni Industriale Economico Politico Coercitivo

Postmoderna Fine delle ideologie

Terziario Simbolico

La comunicazione nella “storia”

La comunicazione nella storia: società pre-moderna

Discipline della comunicazione nella società pre-moderna

Filosofia del linguaggio R e t o r i c a

Critica letteraria Logica Epistemologia

La comunicazione pre-moderna

Filosofia del linguaggio: elementi fondamentali

Rilevanza del linguaggio quale elemento di comprensione delle strutture sociali e della storia in termini di comunicazione

Retorica

“Nell’antichità classica […] la retorica non mirava solo ad ottenere un assenso razionale, quanto un consenso emotivo, e quindi si poneva come una tecnica intesa a trascinare l’oratore”

U. Eco, La struttura assente, Bompiani, Milano 1968, pp. 84-85

- Contesto della scoperta (intuizione, ipotesi)

- Contesto della giustificazione Lo scienziato sottopone alla comunità scientifica il proprio lavoro

di ricerca con l’obiettivo di ottenerne il consenso

Retorica

C. Perelman, L. Olbrechts-Tyteca, Trattato dell’argomentazione. La nuova retorica, 1958

La retorica si è progressivamente spostata nell’ambito del ragionamento scientifico

Epistemologia

Etimologia del termine: unione delle parole greche

"episteme" (conoscenza) e "logos" (discorso)

Empirismo: le nostre teorie devono essere basate sull'osservazione diretta della realtà

à metodo scientifico (Aristotele, Francis Bacon, John Locke, David Hume)

Concezione strumentale à condivisione di doveri e responsabilità civiche à ambito circoscritto da mura

Scambio di doni à carattere gratuito e rituale

La comunicazione pre-moderna

Molti rapporti di scambio cerimoniale di doni, la cui funzione oggi è sbiadita, avevano un’origine funzionale, erano inseriti nella vita economica dello stadio premoderno dell’evoluzione sociale ed erano indispensabili al mantenimento della coesione sociale del gruppo

La comunicazione pre-moderna

Lévi Strauss, Le strutture elementari della parentela, 1949

Non esisteva nessun mezzo di comunicazione che andasse oltre la piazza del villaggio, o il mercato

Il pubblico era limitato dalle variabili di spazio e di tempo

La comunicazione nelle società pre-moderne

Le società premoderne disponevano di tecnologie per la comunicazione mediata

§  nello spazio à falò, segnali di fumo, suoni di tamburo

§  nel tempo

à tombe, lapidi, ecc.

La comunicazione nelle società pre-moderne

La circolazione dei flussi comunicativi era Ø  più ristretta Ø  più rigida Ø  garantita dall’esterno Ø  direttiva, predeterminata e indirizzata

La comunicazione pre-moderna

Ristrettezza Le fonti comunicative ritenute autorevoli sono in numero esiguo In un’organizzazione gerarchica, non si può parlare di opinione pubblica

Le tecnologie sono estremamente povere, e in mano a una ristretta cerchia di “professionisti” (dimensione esoterica)

Rigidità Una struttura sociale rigida privilegia processi di

scivolamento verso il basso, senza ritorni o momenti di verifica

Garanzia dall’esterno La comunicazione non acquista una propria legittimazione nel corso del processo, ma a priori: la fondatezza dei messaggi nasce…

Ø  dall’autorevolezza delle fonti; Ø  dall’elaborazione dei messaggi attraverso precisi criteri ed obblighi

Predeterminazione ü  Netta prevalenza della fonte

ü  Rigida codificazione dei ruoli comunicativi

ü  Importanza “politica” della dimensione pubblica della comunicazione

La comunicazione pre-moderna Oralità e società

Nelle culture antecedenti il monoteismo, l’uomo vive in un universo magico-mitico, in cui una religiosità diffusa pervade tutte le cose e le pratiche rituali sono forme di collante sociale

In una struttura tribale fondata sui rapporti faccia a faccia, il medium elettivo è la parola

Ritualità della comunicazione Il rito (Durkheim; Cazeneuve; Couldry) C’è anzitutto una fonte del rito, il fondatore, colui che ne ha fissato il valore simbolico e destinato alla comunità la ripetizione (es. Gesù Cristo in rapporto al sacrificio eucaristico; cfr. le religioni come sistemi di comunicazione: E. Pace)

Ritualità della comunicazione

Tale ripetizione viene materialmente resa possibile da un emittente, abitualmente un individuo, il sacerdote, lo sciamano, investito del ruolo di operare una mediazione tra l’area del sacro e la comunità, che pone in essere una serie di passaggi rituali, al fine di riattualizzare il gesto istitutivo del fondatore

Ritualità della comunicazione La codifica di tale messaggio consiste in un processo di simbolizzazione mediante il quale vengono resi presenti dei sistemi simbolici ed evocati stati affettivi Rituali come “performance formalizzate” La comunità che partecipa al rito ne è il destinatario, ma c’è anche una dimensione di “produzione”. Durkheim e la distinzione tra sacro e profano

La comunicazione nella storia: società moderna

Discipline della comunicazione nella società moderna

Linguistica, sociologia, psicologia sociale, psicologia, semiotica, cibernetica

La comunicazione moderna

Passaggio alla Modernità

Nasce il discorso sulla comunicazione:

1.  Emancipazione e autonomizzazione di apparati e professioni comunicative

2.  Visibilità resa possibile dai mass media

metadiscorso

La comunicazione moderna

Passaggio alla Modernità 1.  Contrazione spazio-temporale

2.  Aumento della competenza

dei soggetti

3.  Irruzione della masse nella vita sociale

La comunicazione moderna

Caratteristiche: §  Principio di causa-effetto §  Metodo positivistico §  Fede in un universo ordinato con al centro l’individuo (individualismo) §  Secolarizzazione §  Grandi narrazioni

La comunicazione moderna

Nascita della società borghese (messa in discussione del precedente ordine cetuale)

1. moltiplicazione delle relazioni sociali 2. nascita di una società civile distinta dallo stato e di

una vera e propria opinione pubblica

La comunicazione moderna

La rivoluzione borghese sposta il rilievo della comunicazione dalla dimensione:

della forza à alla significatività

Per i filosofi illuministi, il metodo razionale è garanzia di oggettività nei processi di conoscenza della realtà e consente all’uomo di porsi al centro di un universo che può essere decifrato e controllato, grazie alle conquiste della scienza

La comunicazione moderna

Sociologia e Comunicazione

§  La sociologia si differenzia come disciplina scientifica elaborando una specifica problematica costitutiva: l’incerta possibilità di socialità.

Cerca cioè di rispondere alla domanda: Come è possibile l’ordine sociale?

§  Alle sue origini la sociologia pensa la società come costituita da persone e tenta di dare una risposta differente al problema hobbesiano dell’ordine

§  La soluzione sono i modelli che descrivono le forme di

integrazione normativa lungo l’asse individuale/collettivo.

Sociologia e Comunicazione

§  Ad esempio, le dicotomie:

solidarietà meccanica/organica

comunità/società

Sociologia e Comunicazione

Émile Durkheim La divisione del lavoro sociale

1893

Ferdinand-Tönnies Comunità e Società

1887

§  Con Max Weber muta la prospettiva di osservazione: la socialità è pensata a partire dall’agire individuale

§  Si conquista la prospettiva della teoria dell’azione che è patrimonio

irrinunciabile della sociologia contemporanea ma rimane irrisolto il problema di come derivare razionalità sociale da razionalità individuali

§  Secondo la teoria dell’azione sociale ogni “azione è dotata di senso” e il soggetto agisce basandosi tanto sui presupposti dell’azione progettata quanto sulle possibili reazioni degli altri individui

Sociologia e Comunicazione

Modernità e sfera pubblica mediatizzata Corso di Sociologia della comunicazione prof. Marco Bruno Note di lavoro a partire da Thompson J.B., 1998, Mezzi di comunicazione e modernità, il Mulino, Bologna.

La modernità Teoria sociale classica •  Razionalizzazione, secolarizzazione (versus

mito, tradizione). •  Economia, industrializzazione. I media e le trasformazioni dell’organizzazione sociale del potere simbolico.

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“L’uso dei mezzi di comunicazione crea nuove forme di azione e interazione nel mondo sociale” (Thompson 1995, p. 13). -  Una storia e una teoria sociale dei media -  Forme di azione e interazione -  La trasformazione della visibilità -  Comunicazione e sfera globale -  Cultura e tradizione -  L’autoformazione del sé e il mondo mediato -  Una nuova sfera pubblica

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Tradizioni di pensiero e di riferimento •  Teoria critica e Habermas. Comunicazione, potere, sfera pubblica •  Teorici dei media. McLuhan, Innis, Meyrovitz. Mezzi di comunicazione, tecnologie, interazione sociale •  Ermeneutica. Gadamer, Ricoeur, Geertz. Appropriazione e interpretazione simbolica

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M. Bruno -

La sfera pubblica mediatizzata •  Il concetto di sfera pubblica viene introdotto dal sociologo tedesco

Jurgen Habermas. •  Habermas e la teoria critica per Thompson •  Con questo termine si identifica lo spazio pubblico, diverso dallo

Stato, creato all’interno dei café francesi dell’illuminismo ed esteso dalla diffusione della stampa periodica all’inizio dell’Ottocento.

•  I mezzi di comunicazione “mediatizzano” la sfera pubblica. •  Operano una despazializzazione che estende lo spazio del discorso

pubblico oltre il tempo e lo spazio. •  I media come creatori di simboli, informazione necessaria alla

formazione del sé e alla partecipazione consapevole alle Res Publica.

Il cittadino fruitore e la sfera pubblica Grazie all’azione dei mezzi di comunicazione, il singolo può infatti formulare una propria opinione, discutere con altri e dunque deliberare senza il requisito fondamentale della compresenza in un luogo fisico. “Fornendo agli individui forme di conoscenza e informazioni alle quali non avrebbero altrimenti accesso, la quasi-interazione mediata può stimolare la deliberazione tanto quanto, e forse più dell’interazione faccia a faccia in un luogo condiviso” (Thompson 1995) vedi oltre

M. Bruno -

“Tale condivisione dell’esperienza vissuta ha rappresentato il fondamento di molte organizzazioni politiche tradizionali, in particolare dei sindacati e dei partiti politici a base operaria. Naturalmente, questi tipi di organizzazioni hanno fatto ampio uso anche di comunicazione mediata [ ... ] ma in ultima analisi si fondavano su una certa comunanza dell’esperienza vissuta” “I nostri modi di pensare alla politica sono stati plasmati in profondità da un certo ideale riguardo a ciò che la vita pubblica dovrebbe essere. È un ideale derivato dalle assemblee delle città-stato della Grecia classica, e che prevede che gli individui affrontino le questioni di interesse comune riunendosi a discuterne nello stesso ambiente spazio-temporale” (Thompson 1995)

M. Bruno -

Thompson ha in mente un tipo di democrazia che egli chiama “deliberativa” che superi i difetti della democrazia rappresentativa attraverso un utilizzo responsabile dei media. “Lo sviluppo della comunicazione mediata crea un nuovo genere di esperienza che, in qualche misura, mina alle fondamenta le organizzazioni politiche tradizionali [...] Grazie ai media, gli individui possono fare le stesse esperienze senza condividere contesti di vita simili [...] Se gli individui condividono o no le stesse esperienze mediate dipende dall’accesso alle forme di comunicazione mediata” (Thompson 1995).

Elementi per una storia sociale dei media •  Diversi tipi di tecnologie comunicative nella storia:

la scrittura, la stampa, le telecomunicazioni. •  La scrittura (prime forme: 4000 a.C.; prima scrittura

alfabetica fenicia 1300 a.C.). •  Differenze tra cultura orale e cultura scritta (W.

Ong) (diversi sensi coinvolti; diverse forme di apprendimento; diversa relazione con il tempo; diverse forme di articolazione del discorso).

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• Gli amanuensi (coloro che copiavano i manoscritti). Prime forme di stampa nel XIV secolo in Europa. L’invenzione della stampa a caratteri mobili è del 1456, ad opera di Gutenberg.

• Meccanizzazione di un’attività tradizionalmente manuale. Il libro come prima merce nella fase di transizione dal medioevo al nascente capitalismo.

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•  Stampa dei libri come attività economica regolata dal mercato.

•  Trasformazione delle forme di conoscenza e del sistema culturale. Il caso della relazione fra stampa della Bibbia (primo testo stampato secondo la tradizione) e Riforma protestante.

•  (ma anche: carattere individuale e intimo della lettura, nascita dell’individualismo).

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•  Rapporto fra individualizzazione e diffusione della stampa. Nasce l’“autore” come figura individuale.

•  L’opposizione della Chiesa cattolica alla

diffusione della stampa. Necessaria una licenza per leggere i libri sacri in volgare (escluse comunque le donne e chi non sapeva leggere in latino). A metà del XVI viene creato l’Indice dei libri proibiti (sopravvissuto fino al 1966).

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•  Relazione fra nascita di un sistema dei media, alla fine del Settecento, e la nascita dell’opinione pubblica. Nasce il concetto di “sfera pubblica” (Habermas) come ambito intermedio fra società civile e stato.

•  Le telecomunicazioni. Fino al 1800 le informazioni si diffondono con il solo supporto fisico. Le distanze (vincolo fisico) richiedono tempi lunghissimi per essere coperte.

Versus la simultaneità del nostro tempo, garantita dai media elettronici.

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•  A partire dall’Ottocento progressiva riduzione delle distanze geografiche.

•  Separazione di spazio e tempo nelle telecomunicazioni.

•  La simultaneità non richiede più lo stesso tempo e lo stesso spazio (Thompson).

•  1838: nasce in Inghilterra il telegrafo (codice Morse). Un messaggio poteva arrivare in poche ore da un continente all’altro invece che in alcuni mesi. Il pianeta diventa via via più piccolo.

•  1856: nasce il telefono (Meucci e Bell). Con il tempo diffusione del telefono nelle abitazioni private.

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•  Inizio Novecento: nasce la radio (Marconi). Primi utilizzi legati a finalità militari. Dopo la prima guerra mondiale viene scoperta l’importanza delle onde radio come strumento di comunicazione

•  1920: nascono le prime emittenti radiofoniche negli Usa e in Inghilterra. Modello broadcast; si trasmette senza sapere a chi ci si rivolge.

•  La radio fa il suo ingresso nella vita quotidiana di milioni di persone come primo medium di massa.

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•  1929: prime trasmissioni televisive negli Usa e in Inghilterra.

• Nel 1960 quasi il 90% delle famiglie americane possiede un apparecchio televisivo.

•  In Italia la Rai trasmette i primi programmi nel 1954.

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