Snow Leopard- Trucchi e Segreti Del Nuovo OS

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Introduzione! 5

Verifica il tuo hardware (utente incluso!)! 9

Addio ai PowerPC! 15

Controlla la salute del disco rigido! 17

Preparare il terreno a Snow Leopard! 24

Clonare il disco rigido! 27

Aggiorna a Snow Leopard! 35

Installa Snow Leopard! 45

Primi passi con Snow Leopard!! 49

Fare amicizia con Snow Leopard! 58

Snow Leopard in Internet! 89

Safari! 95

Mail! 126

iChat! 160

Spotlight!! 173

Configurare Time Machine! 181

QuickTime 10! 190

Cercare gli aggiornamenti! 196

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I nomi del nuovo! 202

Grand Central Dispatch! 202

OpenCL! 204

64 Bit! 206

Chi è lʼAutore?! 211

Colophon! 212

Altri e-book di BuyDifferent! 213

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Introduzione

Per prima cosa, benvenuto! Questa guida intitolata “Snow Leopard: Trucchi e Segreti del nuovo OS” è dedicata all'ultima versione del sistema operativo di Apple. Molti attendevano la sua pubblicazione un po' prima, magari qualche giorno dopo il rilascio ufficiale. E invece no. Cosa è successo? Niente.

E' stato il risultato di una volontà precisa: invece di lanciarsi a lodare il lavoro svolto da Apple (comunque un buon lavoro), ho voluto prendermi del tempo, e cercare di confezionare una guida che fosse snella, badasse al sodo, e puntasse i riflettori sugli aspetti importanti per l'utente finale. Non so se ci sono riuscito, ma desidero brevemente affrontare un paio di argomenti.

Il primo: Snow Leopard è un prodotto coraggioso dellʼazienda di Cupertino, perché non contiene novità da "Fine Del Mondo" (ricordo che Leopard, la versione precedente, ne racchiudeva oltre 300!). Che cosa significa questo? Il lavoro svolto da Apple è più importante di quel che appare a prima vista perché comunica a noi utenti ("drogati" di novità, che poi non usiamo, oppure ce ne dimentichiamo

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dopo 15 minuti d'uso), che un buon sistema operativo deve essere un ambiente amichevole. In un certo senso, una volta avviato, deve sparire per lasciare spazio al tuo lavoro. Potenza, effetti speciali: va bene, ma poi?

Snow Leopard racchiude una piccola verità: il software non rende la persona migliore. Ma se pensato per aiutarlo a conseguire i suoi scopi, allora è il miglior alleato possibile. Snow Leopard ha sposato (e credo con successo), questo approccio solo a prima vista minimalista. Coraggioso, e l'unico vincente perché capace mettersi al servizio dell'utente senza infastidirlo con trovate originali, o espedienti barocchi. Alla fine troverai un vasto ventaglio di migliorie che parlano di attenzione per l'utente, cura dei dettagli, e facilità d'uso. Tutti elementi che assimilati con cura, rendono Mac OS X 10.6 un prodotto migliore.

Che guida è questa, di cui stai leggendo l'introduzione? Molto pratica.

Per prima cosa ti spiego come prepararti a Snow Leopard, effettuando per esempio un check-up del disco, installando gli aggiornamenti necessari, verificando i requisiti. Poi, su come effettuare l'aggiornamento (o l'installazione) sul tuo Mac. Quindi, passo in rassegna le novità presenti senza indulgere troppo su di esse, ma svelando aspetti poco conosciuti.

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Qualche esempio? Eccoti servito: perché è meglio non usare FileVault? Per quale ragione quando installi (o aggiorni), Snow Leopard è bene disattivare per un po' Spotlight? E altro ancora si capisce, per aiutarti a capire come trarre il massimo dei benefici dalla tua macchina.Infine, una panoramica delle principali applicazioni del sistema operativo svelandone qualche aspetto poco conosciuto.

Prima ho dichiarato che non ci sono novità: non è proprio così. Si dovrebbe parlare piuttosto di una maggiore integrazione con le tecnologie più allʼavanguardia attualmente disponibili. E anche se buona parte di esse svolgeranno il loro lavoro senza che te ne renda conto, è bene conoscerne almeno il nome. A questo scopo, cʼè un capitolo al termine del libro dedicato ad esse.

Ora però è tempo di mettere da parte le chiacchiere e cominciare il nostro viaggio alla scoperta di Snow Leopard.

Quindi ti auguro buona lettura!

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Sebbene l'Autore abbia compiuto ogni ragionevole sforzo per assicurare l'accuratezza e la bontà delle informazioni contenute in questa guida, Egli non si assume alcuna responsabilità per errori o omissioni. Le informazioni contenute in questa guida sono da considerarsi "così come sono", senza garanzia di alcun genere. L'Autore non può essere in alcun modo ritenuto responsabile di danni, perdite di dati, diretti o indiretti, accidentali o incidentali, che potrebbero verificarsi (o essere il risultato), dall'uso dei materiali e/o procedure descritti in questa guida.“Snow Leopard: Trucchi e Segreti del nuovo OS” è una pubblicazione indipendente e non è stata né autorizzata, né sponsorizzata o approvata in alcun modo da Apple Inc. Nessuna parte di questo libro elettronico può essere riprodotta con sistemi meccanici, elettronici o di altra natura senza il consenso scritto dellʼeditore.Tutti i marchi citati in questo ebook sono registrati e appartengono ai rispettivi proprietari.

Copyright © 2009 Marco Freccero. Tutti i diritti riservati.

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Verifica il tuo hardware (utente incluso!)

Questo capitolo non si vuole occupare solo del computer che dovrai aggiornare (anche se ovviamente ne parlerò, eccome); ma di quell'hardware che sta davanti al Mac. Mi sto riferendo proprio all'utente: cioè tu che stai leggendo queste righe, caro lettore.

Lʼaggiornamento di un sistema operativo (o la sua installazione), è qualcosa da effettuare nella migliore disposizione di spirito. Richiede tempo e attenzioni giuste. Quindi lascia perdere se il pupo frigna, o la moglie brontola perché sei sempre attaccato a quel diavolo di computer.

Scegli il giorno adatto, e bada sempre (se con il computer ci lavori sul serio), a non procedere affatto se per esempio, devi consegnare un lavoro importante nei giorni seguenti.

Lo so che sembra una sciocchezza: eppure non sono poche le persone che si ficcano in guai coi fiocchi, provando questo o quel software, e poi ritrovandosi con una macchina non più utilizzabile. Che dentro, da qualche parte sul disco rigido, custodisce proprio una serie di documenti che

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devono essere consegnati di lì a 2 ore. A quel punto diventa comico andare in giro per i vari forum supplicando aiuto...

Questo non significa che Snow Leopard funziona male o è più instabile dei precedenti sistemi operativi: niente di tutto questo. Più semplicemente: è l'occasione per imparare a usare in maniera assennata il computer. Essendo diventato per tanti di noi il centro della nostra vita, anche lavorativa, è indispensabile mettere in campo una serie di accorgimenti semplici, poco costosi, in grado però di salvarci qualora accada l'imprevisto.

Ecco la ragione per cui ti insegnerò a effettuare, per ragioni di prudenza, la clonazione del tuo "vecchio" disco rigido, prima di mollare gli ormeggi e dirigerti, vento in poppa, verso il Leopardo delle Nevi.L'esperienza insegna che la fretta è una pessima consigliera, e non sono poche le persone che si precipitano a installare, perché devono provare prima degli altri tutte quelle nuove funzioni. Col rischio (remoto, sia chiaro), di trovarsi a fare i conti con piccoli ostacoli, o bizzarri funzionamenti (o meglio: malfunzionamenti), che portano via molto tempo. Preparati a dedicare allʼoperazione di cui stiamo parlando qualche ora: a titolo puramente indicativo un pomeriggio.

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Proprio perché ogni cosa deve andare per il verso giusto, è necessario curare anche i dettagli, affinché niente possa interferire con il buon andamento dellʼinstallazione (o aggiornamento che sia). Come?

Adesso lo andremo a scoprire eseguendo un rapido riepilogo dei requisiti necessari a Snow Leopard per non trovarsi spaesato col tuo Mac.

1. Un DVD di Snow Leopard.

Che ovvietà, vero? Tuttavia voglio ricordare questo. Apple vende, non mette mai a disposizione alcuna versione beta, né regala alcunché. Il DVD lo trovate o sullo Store di Apple (http://store.apple.com/it), oppure presso un rivenditore autorizzato di prodotti della mela mordicchiata. Se abitate dalle parti di Roma, o Milano - Carugate, lʼApple Store sarà ben felice di vendervene una copia al prezzo di 29,00 Euro. Esiste anche il Family Pack (costo: 49,00 Euro), che permette di installare Snow Leopard su un massimo di cinque computer, purché presenti nella medesima abitazione, e usati dalle persone che la abitano.

Faccio notare che Apple non protegge il proprio DVD: hai capito bene. Non dovrai inserire alcun numero di serie

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al momento dellʼaggiornamento. E neppure dopo, questo è ovvio.

I Mac acquistati (non importa se sullo Store o in un negozio), dopo l'uscita di Snow Leopard, hanno il nuovo sistema operativo pre-installato. Basta estrarlo dalla scatola, inserire la spina nella presa, e voilà. Ah sì, dimenticavo: devi accendere il computer!

I Mac nuovi presentano due DVD: il primo racchiude il sistema operativo, nel secondo sono presenti le applicazioni che fanno parte della suite iLife '09. Se acquisti il DVD di Snow Leopard, avrai solo Snow Leopard. Al suo interno non è compresa la suite iLife, venduta sempre a parte (tranne nel caso in cui compri un computer nuovo).

“Un momento! Ho acquistato un Mac qualche giorno prima del rilascio ufficiale di Snow Leopard, e il DVD contiene ancora Leopard! Cʼè un modo per aggiornare?”Sì, esiste. E' il programma "Up-to-Date", e permette di richiedere lʼultima versione del sistema operativo se si è comprata una macchina prima del suo rilascio. Occorre sostenere le sole spese di spedizione che ammontano a 8,95 Euro. In realtà questo programma riguarda tutti i Mac acquistati tra l'8 giugno e il 26 dicembre ed è estesa anche ai computer ricondizionati dell'Apple Store. Maggiori informazioni sul sito Apple: http://www.apple.com/it/macosx/uptodate/. E ricorda questo: quel DVD è davvero e solo un aggiornamento. Non potrai quindi usarlo per installarlo su un disco rigido privo di un sistema operativo precedente (e dovrà essere per forza Leopard).

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2. Un computer Macintosh con processore Intel.

No, spiacente, niente processori PowerPC. Per girare sulle macchine della mela mordicchiata, Mac OS X 10.6 "Snow Leopard" richiede come minimo un Intel Core Solo a 1.5 GHz, o superiore. I computer che hanno il vecchio processore G5, G4 oppure G3 sono esclusi.

3. RAM.

Occorre 1 GB di memoria RAM; questo afferma Apple sul proprio sito. Ma è bene pensare ad aggiornare almeno a 2 GB. Il prezzo ormai non è più una barriera, e si trovano con facilità 2 GB di RAM a meno di 40.00 Euro. Se hai tentennato sino ad ora, e stai pensando di aggiornare a Snow Leopard, è il momento di rompere gli indugi e aumentare la memoria a disposizione del tuo Mac.

4. Disco rigido.

Snow Leopard pretende per sé 5 GB di spazio libero su disco. Se installi i Developer Tools (gli strumenti per programmare, compresa la documentazione in PDF), le pretese in termini di spazio su disco aumenteranno. Occorrono in questo caso circa 7 GB. Apple afferma che l'installazione di Snow Leopard libera 6

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GB di spazio sul disco rigido interno.

5. Il Firmware aggiornato.

Col termine di “Firmware” si intende un insieme di istruzioni software il cui scopo è di garantire il funzionamento della macchina. Se il firmware non è aggiornato, durante l'installazione comparirà un messaggio di avviso che ti impedirà di proseguire. Sarà necessario uscire dalla procedura di installazione e scaricare dal sito Apple (http://www.apple.com/it/downloads/), il firmware più recente, e ricominciare.

Se la tua macchina risponde ai requisiti che ho elencato, puoi aggiornare a Snow Leopard. Ma prima dovrai procedere a una serie di operazioni il cui scopo è rendere l'operazione indolore.

"Ferma le macchine! Io sono rimasto a Mac OS X 10.4 (Tiger insomma), come faccio ad aggiornare?".Devi utilizzare il Mac Box Set, che comprende anche iLife '09 e iWork '09. Costa 169,00 Euro. Questo è quello che indica Apple sul suo sito, fine della storia. Segnalo che, come hanno illustrato eminenti personalità del mondo Mac statunitense, Snow Leopard non contiene alcun mezzo per impedire all'utente con Tiger di installarvi sopra Snow Leopard. Ma sia chiaro: questa procedura viola la licenza d'uso di Apple.

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Addio ai PowerPC

Ebbene sì: Snow Leopard pronuncia lʼaddio definitivo ai computer Macintosh equipaggiati con il processore PowerPC. Se possiedi un Mac G3, G4, G5 (non importa se portatile o da scrivania), su di essi non girerà mai lʼultima versione del sistema operativo di Apple. Era inevitabile. Scontento? Può darsi...

Tuttavia diciamo la verità. Non è obbligatorio aggiornare a Snow Leopard, ed è possibile continuare a lavorare con profitto (e per anni), utilizzando o Tiger, oppure Leopard. Alcuni usano ancora il buon e vecchio Mac OS 9, e ne sono più che soddisfatti perché risponde perfettamente ai loro bisogni.

D'altra parte, ricordiamo che il primo Mac con processore Intel fu presentato da Steve Jobs in persona nel gennaio del 2006. Si trattava per la cronaca di un iMac a 1.83 GHz con Intel Core Duo (nome in codice "Yonah"). Dopo tre anni chiedere ancora ad unʼazienda di garantire la compatibilità con una piattaforma abbandonata, mi pare eccessivo. Se poi osserviamo più da vicino i benefici che questa

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scelta comporta per lʼutente che usa Mac con processori Intel (vale a dire: sistema operativo più snello; maggiore rapidità nellʼesecuzione delle applicazioni; meno spazio occupato sul disco rigido; integrazione più spinta con tecnologie allʼavanguardia), credo che i malumori non abbiano ragione di esistere.

Aggiornare o no? Questa è la classica domanda da un milione di Dollari. Il bello è che non esiste una risposta che vada bene per tutti, ma ciascuno ha esigenze (anche monetarie), diverse. Quindi il consiglio che posso dare è di una semplicità disarmante. Osserva bene le tue necessità, getta un'occhiata al portafogli (non fa mai male, soprattutto di questi tempi), e poi decidi. Il sottoscritto ovviamente ha aggiornato, certo (altrimenti come potrei scrivere una guida del genere?), ma questa regola non può essere applicata a tutti. Se per te il Mac è uno strumento di lavoro, sarai prima o poi indotto all'aggiornamento. Troppo importanti sono le novità, anche sul lato delle prestazioni.

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Controlla la salute del disco rigido

Come sta il tuo disco rigido? Prima, quando ho parlato dei requisiti, ho accennato anche alla possibilità di aggiornare la RAM del tuo Mac, visto i prezzi ormai popolari che dimostra. Puoi anche prendere in considerazione l'aggiornamento del disco rigido, per regalare al tuo Mac qualcosa di più capiente.

Però non sarebbe affatto una cattiva idea prima di procedere all'installazione del nuovo sistema operativo, effettuare un controllo approfondito su questo dispositivo così essenziale. In che modo?

E' sufficiente utilizzare Utility Disco, un'applicazione che si occupa di verificare la salute del disco, individuandone eventuali errori, e proponendo la loro riparazione.

Una delle novità di Snow Leopard è che il sistema, prima di procedere con l'installazione, effettua una verifica della salute del disco rigido. Se viene trovato un problema, l'installazione non sarà effettuata. Una grande comodità, certo. Ma questo non dovrebbe indurti a evitare periodici controlli del disco rigido. Anzi: visto la sua criticità (è li che sono conservati i tuoi dati!), dovresti ricordarti di farlo più di sovente, e non solo in occasione dell'aggiornamento alla nuova versione del sistema operativo! Di seguito ti spiegherò come fare.

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Ma non mi riferisco affatto a quella che hai dentro la cartella Utility, racchiusa a sua volta in quella chiamata Applicazioni.

Devi utilizzare quella presente nel DVD del sistema operativo. Non preoccuparti, non è niente di difficile. Puoi usare anche quella presente in quello di Snow Leopard, e la procedura è identica. Segui queste istruzioni.

• Inserisci nel tuo fidato Mac il DVD del sistema operativo. Attendi che sia montato il disco sulla scrivania, clicca l'icona "Installazione Mac OS X app.";

• Si apre l'Installer, ma qui tu devi premere il pulsante in basso a sinistra "Utility";

• Altra finestra. Devi premere il pulsante "Riavvia". Fornisci la password e procedi;

• Nella finestra che appare, devi scegliere la lingua da usare (l'italiano!), poi premi la freccia in basso per procedere;

• Ora sarai alle prese con la finestra "Installa Mac OS X". Ignorala, e osserva invece la barra dei menu in alto. Individua "Utility>Utility Disco";

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• Nella colonna a sinistra seleziona il disco rigido che deve essere sottoposto al check-up;

• Premi il pulsante "Verifica disco", e lascialo lavorare in pace;

• Se compare una scritta di colore verde, è tutto a posto. Chiudi l'applicazione, l'Installer (scegliendo la scorciatoia da tastiera ⌘-Q), e dalla piccola finestra che comparirà scegli il disco di avvio (quello interno del Mac, certo!), e riavvia il tuo computer. Puoi procedere all'installazione del sistema operativo senza intoppi.

• Se invece scorgi una scritta rossa, significa che qualcosa non funziona come dovrebbe. Premi il tasto "Ripara disco", e lascialo lavorare in pace. Se tutto procede per il meglio, una volta rimesso a posto le cose, non ti resterà che uscire da Utility disco, poi dall'Installer, e riavviare il Mac.

Attenzione. Non sempre Utility Disco riesce nell'impresa. Se sul disco sono riscontrate gravi anomalie, è possibile che

Sarebbe buona norma verificare il disco rigido, con i modi che ho illustrato, prima di ogni aggiornamento del sistema operativo. No, non dico di farlo quando Apple mette a disposizione un upgrade dedicato a Safari; ma in occasione degli aggiornamenti minori (per esempio quello 10.5.7, o 10.5.8), potrebbe essere una buona idea dare un'occhiata allo stato di salute del dispositivo.

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l'applicazione di Apple non riesca a riparare i guasti. In questo caso può essere utile ritentare con la procedura di riparazione disco. E se Utility Disco alza ancora bandiera bianca?

Consiglio spiccio: procurati prima un'applicazione come DiskWarrior (sito web: http://www.alsoft.com/DiskWarrior/index.html). E' la più blasonata e antica applicazione per Mac dedicata alla cura e riparazione dei dischi rigidi.

La migliore applicazione per i dischi rigidi in preda a manie suicide: DiskWarrior!

Costa 99,95 Dollari, ma li vale tutti. Sono numerosi gli utenti che grazie a essa, sono riusciti a salvare buona parte dei documenti che parevano compromessi. Spesso, DiskWarrior riesce anche nelle situazioni che paiono disperate. Il suo approccio è differente dalle altre applicazioni in commercio, poiché si incarica di creare da zero lʼintera directory del disco, invece di tentare la riparazione degli eventuali danni presenti. I dati custoditi non vanno persi, ma

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sono recuperati e sistemati allʼinterno della directory nuova di zecca.

C'è poi da ricordare questo. I dischi rigidi (non tutti), utilizzano una tecnologia chiamata S.M.A.R.T.; significa Self Monitoring, Analysis and Reporting Technology. Il suo scopo è di verificare lo stato di salute del disco, segnalando all'utente possibili guasti che possono portare il dispositivo alla morte.

Apple la supporta; lancia Apple System Profiler (clicca sulla mela in alto a sinistra, quindi "Informazioni su questo Mac>Più informazioni>Hardware>ATA Seriale"). Nell'elenco delle voci che vedrai ci sarà anche questa.

Se compare la scritta "Verificato", sei in una botte di ferro. Se trovi un altro tipo di scritta, sei sempre in una botte di ferro, ma in compagnia di serpenti a sonagli.

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Devi effettuare il backup perché qualcosa sta per accadere ai tuoi dati. E' affidabile questa tecnologia? I guasti che colpiscono un disco rigido possono essere improvvisi, oppure si presentano con una serie di indizi utili a comprendere come stia per accadere il peggio. Una rapida occhiata a S.M.A.R.T. aiuta a comprendere cosa c'è che non funziona. Questa tecnologia controlla sia il funzionamento meccanico del disco (quindi il rotore, le testine magnetiche, e così via), che gli errori di lettura del disco. Segnalo un'applicazione gratuita che si chiama SMARTReport (sito Web: http://www.corecode.at/smartreporter/). Invece di lanciare Utility Disco, puoi delegare a lei il controllo periodico del disco, oltre a scegliere come essere avvisato in caso di problemi.

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"Ehi! Ma non dici niente della riparazione dei permessi? Io la faccio due volte al giorno, dopo i pasti principali!"No no, ne parlo. La riparazione dei permessi è uno degli argomenti preferiti dagli utenti dei forum dedicati al Mac. Sembra essere la panacea di tutti i mali, eppure basterebbe leggere cosa dice Apple a proposito per ridimensionare la sua capacità taumaturgica. Ecco la pagina: http://support.apple.com/kb/HT1452?viewlocale=it_ITQui si afferma una cosa semplice: non funziona su applicazioni prodotte da aziende diverse da Apple. In secondo luogo: si deve ricorrere ad essa quando ad esempio non riesci più a stampare. Oppure nel Dock appare un punto di domanda dove prima c'era l'icona di un'applicazione. O ancora, d'un tratto non puoi aggiungere documenti, o files, ad una cartella sino a poco prima accessibile. Io quando ho installato da zero Leopard non ho riparato i permessi. E neppure stavolta che ho aggiornato a Snow Leopard.

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Preparare il terreno a Snow Leopard

Ci stiamo avvicinando al galoppo all'aggiornamento a Snow Leopard, ma prima di questa fase sono necessari un paio di procedure molto utili. La prima, quella più importante, sarà la clonazione del disco rigido. Vedremo presto di che cosa si tratta e perché è utile farla.La seconda in realtà deve precedere la prima, ecco perché parlo di preparare il terreno a Snow Leopard.

Infatti, la clonazione del disco rigido su cui risiede Leopard significa creare una copia avviabile da un disco rigido esterno del sistema operativo. Non solo applicazioni e documenti, ma anche un mucchio di altra roba (invisibile), che ti permetterà di riavviare il Mac in caso di problemi. Ma dal momento che la clonazione copia tutto, probabilmente non tutto quello che hai sul disco rigido merita di essere clonato!

Per esempio: prima di effettuare questa operazione, assicurati di aver svuotato il cestino: sia del Dock, che quello del tuo programma di posta elettronica.

Dai un'occhiata alle applicazioni che conservi nella cartella omonima: sei sicuro che ti servano tutte? Forse lì giacciono dimenticate alcune utility che hai scaricato e mai usato: liberatene. Fossi in te, un giro lo farei anche nella cartella "Utility", dentro quella "Applicazioni". Spesso, i programmi hanno l'abitudine di installare ulteriori cartelle in altre parti

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del disco. Controlla in "NomeUtente>Libreria>Application Support" (NomeUtente corrisponde all'icona della casetta), e in "DiscoRigido>Libreria>Application Support" (DiscoRigido è il nome dell'icona del disco rigido!).

La cartella "Download" che hai nel Dock, cosa racchiude? Tutta roba utile, che ti serve, oppure cianfrusaglie Web? Via, via, fare spazio, per giove! Non scordarti degli allegati che ricevi con la posta elettronica: te ne sei liberato? Per esserne sicuro non ti resta che fare un giro qui: "NomeUtente>Libreria>Mail Downloads".

Ricorda che devi aver aggiornato il sistema operativo all'ultima versione disponibile (Mac OS X 10.5.8). E verificare che le applicazioni di terze parti che usi abitualmente (quindi quelle non prodotte da Apple), siano anch'esse aggiornate. In caso contrario, scarica e installa.

Ogni produttore di software agisce di testa sua. Microsoft per esempio, per la sua suite burocratica Office ha un'applicazione apposita cha cerca e installa eventuali aggiornamenti.

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Molte altre come MacJournal, ricorrono ad un comando racchiuso sotto qualche voce presente nella barra dei menu. Di solito, nelle Preferenze di questi programmi, è pure presente l'opzione per verificare, ad esempio all'avvio, la presenza di aggiornamenti.

Molto bene. Sino ad ora abbiamo verificato il disco rigido del nostro Mac.

Poi, lo abbiamo ripulito di tutte le scorie che racchiudeva, e abbiamo provveduto ad aggiornare sia il "vecchio" sistema operativo, che le applicazioni in esso raccolte.

Adesso non ci resta che passare alla fase successiva: vale a dire la clonazione.

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Clonare il disco rigido

La clonazione è la copia dellʼintero disco rigido del tuo computer su un supporto esterno. Grazie ad essa potrai riavviare il computer dal disco rigido esterno se il Mac, per i motivi più diversi, diventa ingovernabile. E' ben differente dall'archiviazione (che effettua Time Machine).

Nella clonazione, come ho già accennato in precedenza, sono copiati tutta una serie di elementi invisibili, di cui il sistema si serve per avviarsi. Questo compito può essere portato a termine da software specifici, ma non da Time Machine, che è utile per recuperare file cancellati per sbaglio.

Immagina di non riuscire più ad accedere al tuo Mac: perché magari il disco rigido, dispettoso, ha tirato le cuoia. Senza nemmeno avvisarti: scandaloso, non è vero? Basterà avviare la macchina dal disco rigido esterno su cui hai sistemato il clone del sistema, per ritrovare ogni cosa al suo posto, comprese le impostazioni di ogni programma: come se avessi avviato dal disco rigido interno. Questo potrebbe permetterti di... ordinare un nuovo disco rigido con cui sostituire quello guasto, per esempio! Come avrai capito sono due gli elementi che ti devi procurare per la clonazione: un disco rigido esterno, e un

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programma apposito. Per quanto riguarda quest'ultimo, mi sento di consigliarti Carbon Copy Cloner (sito Web: http://www.bombich.com/software/ccc.html). E' gratuito, ma le donazioni sono ben accette. Lo sviluppatore non solo confeziona un'ottima applicazione per Mac, ma sul sito provvede anche a gestire un forum dedicato proprio ad aiutare gli utenti nell'uso, e nella risoluzione di problemi.

Per clonare il disco rigido del proprio Mac, non ho dubbi: consiglio Carbon Copy Cloner!

La clonazione è un'operazione piuttosto semplice. Per prima cosa ti devi procurare un disco rigido esterno: abbonda con lo spazio! Ormai anche i supporti da 1 TB costano meno di 90,00 Euro, e di certo girando un po' per le catene informatiche più famose, riuscirai a trovare quello che ti serve ad un prezzo ancora inferiore. I più economici hanno solo porte USB 2.0, ma se scovi qualcosa con connessione FireWire è meglio. Ricorda che quest'ultima è più veloce dell'USB 2.0: questa vanta una velocità di trasferimento dati di 480 Mbits/s. Peccato che

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quel dato si riferisca non alla media, bensì alla punta massima di trasferimento (non raggiungibile di sovente). FireWire al contrario, garantisce una velocità costante, e superiore, soprattutto nella sua ultima incarnazione, chiamata FireWire 800. Da notare che rispetto alla versione precedente, quest'ultima cambia la connessione (la presa insomma). Questo significa che devi verificare con cura quale tipo di connessione FireWire sia presente sul tuo Mac. Comunque sappi che esistono in commercio degli adattatori FireWire 400>FireWire 800 che ti possono essere utili per risolvere l'eventuale impiccio.

Dopo aver acquistato il tuo disco rigido, ricorda che a volte è necessario sottoporlo ad alcune semplici operazioni affinché venga riconosciuto, e quindi usato, dal sistema operativo. In sostanza, dovrai formattarlo, e per farlo ti basterà usare Utility Disco.

Perché formattarlo? Spesso i dischi rigidi in commercio sono formattati per Windows, non per Mac (che "legge" solo la formattazione HFS+ Journaled). Di solito sulla confezione è scritto se è già compatibile per la

"Ehi, abbi pietà! Come faccio a capire se ho una connessione FireWire 400, oppure 800?".Nulla di complesso. Premi l'icona della mela in alto a sinistra, quindi "Informazioni su questo Mac">"Più Informazioni". Nella colonna di sinistra chiamata "Contenuto" troverai anche la voce "Hardware". Forse c'è solo un triangolino nero; cliccalo per espanderlo e salteranno fuori un mucchio di informazioni riguardanti l'hardware del tuo Mac. Comprese le connessioni presenti: USB, e FireWire. Premi sulla sinistra la voce che ti interessa, per avere al centro, maggiori dettagli su di essa.

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nostra piattaforma; se così non è, procedi in questa maniera.

• Collega il disco rigido esterno al tuo Mac, e avvialo;

• una volta che sarà montato sulla scrivania, lancia Utility Disco;

• nella finestra che appare seleziona il disco rigido esterno nella colonna di sinistra, quindi premi la scheda "Inizializza";

• qui devi scegliere il formato del volume: deve essere Mac OS Esteso (journaled). Bada a questo: alcuni dischi rigidi sono messi in vendita già con questo formato. In un caso del genere non devi inizializzare (o formattare), niente. Scegli la voce "Mac OS Esteso (Journaled)" dal menu a comparsa, e premi "Inizializza". Lascia che l'applicazione svolga il suo lavoro. Una volta che avrà finito, esci da Utility Disco.

• Lo vuoi anche partizionare (cioè "dividerlo" in due o più parti)? Allora procedi in questa maniera. Clicca la scheda "Partiziona";

• premi il menu a comparsa sotto la scritta "Scheda volume", e scegli il numero di partizioni da creare. Per ciascuna di esse fornisci un nome, e scegli il formato: come ho già spiegato, Mac OS Esteso (Journaled).

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• una volta che avrai deciso il numero delle partizioni, potrai deciderne la dimensione trascinando la linea divisoria;

Ma certo, la linea che separa le partizioni può essere trascinata per deciderne le dimensioni

• premi il pulsante "Opzioni" e scegli dalla finestra che apparirà "Tabella partizioni GUID", e premi "OK" e poi

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"Applica";

• una volta che questa operazione è terminata, chiudi Utility Disco.

Ora non resta da fare che clonare il disco rigido. Abbiamo quello che ci occorre: un disco rigido esterno; e un programma apposta (Carbon Copy Cloner). Non è l'unico di questo genere; molti per esempio prediligono SuperDuper! (sito Web: http://www.shirt-pocket.com/SuperDuper/SuperDuperDescription.html). Costa 20,71 Euro, ma è possibile scaricarne una versione demo per provarla. Sia questa, che Carbon Copy Cloner sono compatibili con Snow Leopard. Vediamo come clonare il disco rigido con Carbon Copy Cloner; la procedura con SuperDuper non è molto differente, e la documentazione sul sito non manca affatto!Lancia Carbon Copy Cloner;

Abbiamo due menu a comparsa: Source Disk a sinistra,

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Target Disk a destra.

• Premi il primo menu e scegli il disco rigido interno del tuo Mac: esatto il disco sorgente;

• ora premi Target Disk (il disco destinazione), e indica il disco rigido esterno che hai provveduto ad acquistare;

• nell'altro menu a comparsa scegli "Backup everything";

• prima di iniziare, l'applicazione chiederà che tu inserisca la password. Digitala e quindi premi "OK".

Lascia lavorare l'applicazione. Clonare un disco rigido richiede tempo, e questo varia in base alla quantità di "roba" che possiedi.

Al termine di questa operazione avrai il clone del disco rigido. Per essere sicuri che sia andato tutto bene, sarà meglio provvedere ad un piccolo test.

Riavvia il Mac tenendo premuto il tasto Opzione (questo: ⌥). Appariranno sullo schermo del Mac due icone, che rappresentano i due dischi di avvio disponibili. Uno sarà il disco rigido interno del tuo computer, l'altro invece quello esterno. Evidenzia quest'ultimo, e premi Invio. Controlla applicazioni, documenti e cartelle, verifica che sia tutto a posto. Per tornare al disco di avvio del tuo Mac

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effettua la medesima operazione (riavvia), seleziona l'icona del disco rigido interno, e premi l'icona del disco interno.Ora aggiorneremo a Snow Leopard...

Con Carbon Copy Cloner puoi programmare i backup per non interferire con il tuo lavoro quotidiano. Una volta alla settimana è utile effettuare il salvataggio in modo da avere due "guardiani" a protezione dei tuoi dati: Time Machine e Carbon Copy Cloner.

Forse pensi che la clonazione del disco rigido sia utile solo quando aggiorni il sistema operativo. Ma sarebbe un errore grossolano.La clonazione dovrebbe essere parte della tua strategia di backup: non solo Time Machine quindi, ma anch'essa dovrebbe essere la fidata compagna cui delegare la protezione dei tuoi dati. Non è l'argomento di questa guida. Sappi che Carbon Copy Cloner (e anche Super Duper), effettuano un backup incrementale. Come Time Machine, dopo aver clonato tutto, le volte successive si limiteranno a copiare i file modificati, o nuovi. Quindi l'operazione sarà più rapida. Questi programmi ti offrono inoltre la possibilità di programmare il backup, per effettuarli nelle giornate di riposo (il fine settimana), in modo da non interferire con il tuo lavoro. Per saperne di più, visita i siti dei programmi.Super Duper: http://www.shirt-pocket.com/SuperDuper/SuperDuperDescription.htmlCarbon Copy Cloner: http://www.bombich.com/software/ccc.html

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Aggiorna a Snow Leopard

Se sei un lettore attento (e lo sei), ti sarai accorto che io sino ad ora ho parlato di "aggiornamento" a Snow Leopard, e non di "installazione". Questo è dovuto al fatto che Apple ha modificato questa operazione, eliminando certe opzioni di installazione disponibili sino a Leopard.

Prima infatti, l'utente Mac aveva a disposizione tre possibilità: "Aggiorna", "Archivia e Installa", "Inizializza e Installa". Con Snow Leopard ne resta solo una, mentre una seconda (Inizializza e Installa), è disponibile, ma non direttamente.IL DVD per impostazione predefinita ti proporrà infatti "Aggiorna".

In pratica, l'Installer lascia intatti documenti, impostazioni, applicazioni e file, ed elimina tutti i vecchi elementi di Leopard, per sostituirli con quelli, nuovi di zecca, di Snow Leopard.

Una bella comodità, ma se hai esperienza di Mac e aggiornamenti, oppure installazioni, saprai che proprio l'aggiornamento del sistema operativo era sconsigliato per i problemi di compatibilità che si creavano dopo.

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Apple però ha lavorato per rendere questa operazione più intelligente. E priva di seccature più o meno grandi.L'Installer contiene una lista di software incompatibili con Snow Leopard, e provvede a spostarli in una cartella apposita. Farà inoltre in modo di segnalarti se e cosa è incompatibile, e si comporterà in modo un poco differente, in base a quello che troverà. Che cosa voglio dire?Se ad esempio incappa in software che procura crash o kernel panic, provvederà a disabilitarlo in modo da evitare gravi conflitti col sistema. E te lo comunicherà.Se è solo incompatibile, lo segnalerà e lo sposterà nella cartella apposita di cui ho parlato prima.

Se per qualche ragione l'aggiornamento non ti convince, perché in passato hai (come il sottoscritto), inizializzato, e quindi installato da zero, non ti preoccupare. E' sempre possibile farlo, e ovviamente ti mostrerò come.

Come saprai, cancellare (cioè inizializzare) l'intero contenuto del disco rigido, e installare ex-novo il sistema operativo, ti permetterà di eliminare eventuali problemi con file e preferenze corrotte, o che recano dei problemi. Inoltre, dopo che avrai effettuato il backup del tuo vecchio sistema su un disco rigido esterno, potrai, una volta installato da zero il nuovo sistema operativo, importare preferenze, impostazioni, documenti, account, documenti e

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applicazioni. Tramite la funzione "Assistente Migrazione", che permette di trasferire questi dati da un altro Mac.

Ora illustrerò cosa devi fare per aggiornare il sistema operativo a Snow Leopard. In seguito, ti insegnerò la procedura "Inizializza e Installa".

Prendi il DVD e inseriscilo nel tuo Mac. Una volta che sarà montato sulla scrivania, doppio clic sulla sua affascinante icona.

Cosa fare con iTunes? Probabilmente hai acquistato un mucchio di canzoni e album dal negozio online di Apple, e sai (se non lo sai te lo dico), che puoi riprodurre la tua musica su cinque macchine solamente (Mac o Windows non importa). Che cosa succede quando aggiorni a Snow Leopard? Nulla. Non perdi alcuna autorizzazione, e lo stesso accade anche se scegli l'altra opzione "Inizializza e Installa". Sì, hai letto bene: anche se radi al suolo il disco rigido interno del tuo Mac. Ne parla Apple stessa in una sua pagina Web: http://support.apple.com/kb/HT1420?viewlocale=it_IT

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• Apparirà una finestra con due pulsanti: "Utility" e "Continua". Premi il secondo.

• Compare la licenza del software; leggila e quindi premi il pulsante "Accetto" per procedere.

• Nuova schermata in cui dovrai indicare dove vuoi installare l'aggiornamento: cioè, su quale disco rigido.

• Ora devi decidere se l'aggiornamento deve essere effettuato ora, oppure se lo vuoi "personalizzare"; ti consiglio di scegliere quest'ultima opzione. Infatti premendo "Installa", apparirà un avviso che ti comunica che Snow Leopard sarà installato sul disco rigido da te indicato in precedenza. Fine della storia. E' invece più utile provvedere a rendere più personale l'installazione, così riuscirai a risparmiare un po' di spazio

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sul disco rigido.

• Premi quindi "Personalizza". Ecco cosa troverai.

Comparirà un elenco di elementi che tu puoi scegliere di installare, o no. Si tratta di:

1. Supporto stampante. Espandi il triangolo nero e vedrai tre opzioni. La prima "Stampanti utilizzate da questo Mac" installa i driver della stampante che usi, quindi già configurata nel pannello "Stampa e Fax" delle Preferenze di Sistema di Leopard.

La seconda "Stampanti vicine e pubbliche" installerà solo i driver delle stampanti presenti sulla tua rete locale, o disponibili via Bonjour. Non solo: installerà i driver delle più popolari stampanti in commercio.La terza vale a dire "Tutte le stampanti disponibili" installa

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i driver presenti sul DVD di Snow Leopard.

2. Font aggiuntivi. Se usi lingue particolari (cinese, arabo), è il momento di installarle, spuntandole. Altrimenti, non mettere il segno di spunta.

3. Lingue disponibili. Clicca il triangolo nero e espandi il menu.

Se scrivi o leggi in lingue particolari, gradirai che Snow Leopard ti mostri menu, voci e comandi del sistema in

Uno dei vantaggi di Snow Leopard è proprio sotto il nostro naso. Prima con Tiger e Leopard, l'installazione predefinita delle stampanti comportava il riempire il disco rigido di decine e decine di driver assolutamente inutili. Ora al contrario, Snow Leopard permette o di usare il driver già impostato e quindi in uso, oppure di installare i driver delle stampanti più comuni (o quelle disponibili via Bonjour o nella rete locale). Se poi il produttore aggiorna il driver (e tu sei connesso al Web), Snow Leopard sarà in grado di avvisarti della novità, proponendotene il download e l'installazione.

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quella particolare lingua. Ma probabilmente non ti serve a nulla installare così tante lingue. Togli il segno di spunta accanto, e guadagnerai ulteriore spazio.

4. X11. Consiglio di installarlo. E' l'ambiente che permette ad alcuni programmi Unix di girare su Mac OS X. Infatti X11 fornisce loro un'interfaccia grafica utente (quindi pulsanti, finestre e così via), grazie ai quali potrai utilizzare questo tipo di applicazioni. L'applicazione GIMP ad esempio (l'alternativa Open Source a Photoshop), ha proprio bisogno di X11 per girare su Mac OS X.

5. Rosetta. E' stata la soluzione software proposta da Apple per veder girare sui Mac con processori Intel i programmi scritti per funzionare solo sui chip PowerPC. Non spuntarlo (quindi evita di installarlo). Se ti capiterà di incontrare un programma che gira solo su processori PowerPC, nessun problema. Snow Leopard farà apparire una finestra in cui ti spiegherà che è necessario installare proprio Rosetta per farlo girare, e ti proporrà di procedere col download. Dai server di Apple. Non è fantastico?

6. QuickTime 7. Se hai acquistato una versione "Pro" di Quicktime 7, troverai accanto a questa voce un segno di spunta. Lascialo, o altrimenti l'aggiornamento cancellerà proprio le funzioni a pagamento di questa versione, facendolo "regredire".

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Bene. Una volta che avrai fatto le tue scelte, non ti resterà altro da fare che procedere con l'aggiornamento. Premi "OK", quindi "Installa", poi conferma la scelta e inserisci la tua password di amministratore per completare l'opera. Ora è tutto in mano all'Installer, che si prenderà almeno 50 minuti per portare a termine questa operazione.

Una volta finito, riavvia il Mac.

Tieni presente che se possiedi un portatile e stai per installare Snow Leopard, l'Installer ti farà apparire una schermata segnalandoti che la macchina non è collegata ad alcun alimentatore. Quindi sarebbe indicato collegarlo.

Piccola aggiunta importante che riguarda Spotlight. Il sistema di indicizzazione di Mac OS X, una volta che l'aggiornamento è stato portato a termine, inizia la sua opera. Vale a dire, indicizzare tutto.

"Ehi, ma che succede se mentre installo il sistema operativo, un black-out mi lascia al buio?"Io ho un gruppo di continuità proprio per questo genere di evenienza. Apple assicura che in caso di interruzione di corrente nessun dato durante l'installazione andrà perso. Non ho avuto il coraggio di verificarlo. E comunque consiglio di procurarsi un gruppo di continuità per proteggere la macchina desktop da cali di tensioni o interruzioni improvvise.

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L'operazione può anche essere molto lunga, e rallentare il Mac, soprattutto se è vecchiotto. Può essere utile disattivarlo, almeno per il momento. Attenzione: non dico che non devi permettere a Spotlight di svolgere il suo lavoro. Meglio però che entri in azione in un momento più opportuno, per esempio quando avrai terminato di esplorare il nuovo sistema operativo. O mentre esci a fare una passeggiata.

Come agire per "addormentare" l'applicazione? Apri le Preferenze di Sistema, spostati in Spotlight e clicca nella scheda "Privacy". Premi il tasto "+" per aggiungere all'elenco il disco rigido interno del tuo Mac, ed evidenzialo.

In questa maniera Spotlight NON indicizzerà il disco rigido del tuo Mac. Quando avrai deciso di permettere

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all'applicazione di svolgere il suo lavoro, dovrai tornare in questa scheda, selezionare il disco rigido interno del tuo Mac, e premere stavolta il pulsante "-". Questo sarà il segnale che darai a Spotlight di indicizzare l'intero contenuto del tuo disco rigido interno. Potrebbe richiedere molto tempo, ma tu non sarai lì a osservare il suo lavoro, ma nel parco, giusto?

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Installa Snow Leopard

Quelli che ho illustrato nel capitolo precedente sono i passi da compiere per aggiornare da Leopard a Snow Leopard.Se desideri ricorrere all'altra opzione, quella "Inizializza e Installa", continua a leggere!

Ti ricordo che devi avere effettuato un backup del tuo vecchio sistema operativo che andrai a cancellare. Perché (lo ribadisco), l'operazione di inizializzazione prevede la cancellazione completa di tutto quello che c'è sul disco rigido. Perderai tutto: documenti, file, cartelle, tutto.

Il backup è indispensabile non soltanto per riavere quello che ci serve (immagini, filmati documenti di testo), ma soprattutto per non essere costretti a ricreare gli account di posta elettronica, e tutte le impostazioni personalizzate con cui abbiamo reso il sistema operativo (e le applicazioni), più ... nostro.

Mi sembra inutile scrivere che un backup (nei modi che ho illustrato in precedenza, quando ho scritto della clonazione), deve essere recente. Cioè devi averlo effettuato qualche ora prima, al massimo il giorno prima (e nel frattempo tu non devi aver prodotto file vitali, che resterebbero esclusi dal

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backup effettuato! A meno che tu non decida di effettuare un ulteriore backup: in questo caso ricordati che sarà solo incrementale. Quindi più veloce del precedente, perché saranno salvati solo i file nuovi o modificati).Ora iniziamo con l'inizializzazione, per poi illustrare l'installazione.

• Inserisci il DVD di Snow Leopard nel tuo Mac, clicca sulla sua icona quando appare sulla scrivania, e alla comparsa della finestra successiva, avrai il piacere di incontrare due pulsanti. "Utility" e "Continua". Stavolta premeremo il primo!

• Altri due pulsanti: "Indietro" e "Riavvia". Clicca il secondo. Ti sarà richiesta la password di amministratore: inseriscila pure, quindi premi il pulsante "OK". Il tuo Mac si riavvierà dal DVD di installazione.

• Ora comparirà una finestra per la scelta della lingua del sistema: l'italiano ovviamente. E' già impostata sulla lingua di Dante Alighieri, altrimenti selezionala e premi la freccia per proseguire.

• Ecco la schermata "Installa Mac OS X". Per il momento ignorala e sposta la tu attenzione sulla barra dei menu. Qui scegli "Utility>Utility Disco".

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• Compare una finestra che probabilmente avrai già imparato a conoscere. Seleziona nella colonna di sinistra il disco rigido interno del tuo Mac. Quindi non ti resta che premere la scheda "Inizializza" e in seguito il pulsante omonimo.

• Conferma la tua decisione alla finestra di avviso che comparirà. Il disco rigido quindi sarà completamente cancellato.

• Una volta che questa operazione sarà stata portata a termine, esci da Utility Disco. Tornerai alla schermata di "Installa Mac OS X".

• Qui adesso devi scegliere "Continua". Compare il contratto di licenza del software, premi il pulsante "Accetta".

• Seleziona il disco rigido del tuo Mac. Anche qui, ti sarà offerta la possibilità di personalizzare l'installazione, scegliendo cosa installare e cosa escludere. Per questa ragione ti invito (qualora non lo avessi fatto prima), a leggere l'apposita sezione.

• Una volta finita questa parte, premi il pulsante "Installa". Come sempre in questi casi, un po' di caffè, o un tè, aiutano a far passare il tempo. Terminata l'installazione, riavvia il tuo Mac.

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Anche in questo caso, sposta l'occhio nell'angolo superiore sinistro della scrivania di Mac OS X. Dove c'è l'icona di Spotlight, indovinato! Troverai come essa stia "pulsando" per indicizzare l'intero contenuto del disco rigido. Se desideri perciò rimandare questa procedura ad una occasione più propizia, leggi quello che ho scritto a proposito di questo argomento.

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Primi passi con Snow Leopard!

Dopo il riavvio, il buon Snow Leopard si presenterà con un lussuoso filmato con cui ti darà il benvenuto. A seconda di cosa hai fatto in precedenza (cioè se hai scelto l'aggiornamento, o Inizializza e Installa), dovrai comportarti in maniera un poco differente. Se hai aggiornato, dopo il riavvio e il filmato troverai ad accoglierti una schermata di "ringraziamento".

Se sei collegato a Internet e sono disponibili degli aggiornamenti, il sistema sarà così gentile da avvisarti immediatamente della loro disponibilità, proponendoti di scaricarli subito, in un secondo tempo, oppure di dare un'occhiata per vedere un poco di che cosa si tratti.

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Snow Leopard non perde tempo! Non appena terminato l'aggiornamento, e con una connessione a Internet attiva, cerca e segnala gli eventuali aggiornamenti disponibili

Parlo in maniera più estesa di aggiornamenti in un capitolo apposito. Per leggerlo subito clicca qui.

Subito dopo, potrebbe accadere che al lancio di Mail compaia questa finestra.

Il primo lancio di Mail sarà caratterizzato dalla comparsa di questa finestra

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Qui devi premere il pulsante continua e permettere a Mail di aggiornare i messaggi già presenti. L'operazione ha una durata variabile, può essere lunga o sbrigarsi in pochissimo tempo. Al suo termine avremo un'altra finestra che ci annuncerà la sua conclusione.

Ora è davvero tutto finito. Puoi usare Mail e soprattutto, prendere confidenza col nuovo sistema operativo

Fine. Hai terminato di aggiornare il tuo Mac a Snow Leopard, congratulazioni!

Se invece hai inizializzato, la procedura risulterà differente.

Dopo il solito filmato di Benvenuto, ecco una schermata in cui selezionare il Paese dove vivi. Probabilmente ci sarà solo Italia, già evidenziato. Premi il pulsante "Continua". Ora ti sarà offerta la scelta del layout della tastiera, poi procedi.

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Vedrai comparire un'applicazione chiamata "Assistente migrazione". Sarà lei che ti aiuterà a trasferire i tuoi dati (e anche le applicazioni), dal disco rigido esterno (ma anche da un altro Mac), all'interno del nuovo sistema operativo.

Essa si presenterà a te con una questione.

• Possiedi un Mac?Questa è la domanda che ti sarà posta da questa funzione. Ti proporrà di trasferire account, impostazioni network, applicazioni e documenti. Puoi rimandarlo a dopo, o farlo adesso; tranquillo, me ne occupo al termine di questo capitolo. Per adesso, clicca su "Continua".

• Seleziona un servizio wirelessSe è disponibile nei dintorni una rete wireless (o senza fili), per l'accesso a Internet, potrai indicare al sistema quale sia, e inserire l'eventuale password se si tratta di una rete protetta. Niente wireless? Premi allora il pulsante a sinistra in basso "Altra configurazione network". Qui scegliere il tipo di connessione alla Rete che preferisci, oppure puoi optare per il momento per "Il mio computer non si connette a Internet".

• Inserisci il tuo ID AppleSe hai già acquistato musica sull'iTunes Store, o applicazioni dall'App Store o anche dal sito Apple avrai già

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il tuo Apple ID. Idem se possiedi un account MobileMe (a pagamento). Altrimenti puoi lasciarlo in bianco, e proseguire oltre.

• RegistrazioneE' possibile saltare questa fase premendo ⌘-Q, passando così direttamente a quella della creazione del proprio account. Altrimenti qualora tu abbia inserito i tuoi dati nella schermata precedente, qui troverai già tutto riempito. Clicca "Continua".

• Altre domandeQui Apple formulerà alcune domande su dove si userà il Mac, per quali scopi e dove. Il prossimo!

• Crea un accountSiamo nella parte forse più importante, e che richiede da parte tua la massima attenzione. Se si dovesse definire al volo cosa sia l'account in Mac OS X direi: la tua chiave di accesso al sistema operativo. Esso è composto da un nome (già inserito nell'apposito spazio), e da una password. Se il primo elemento è di fatto il tuo nome, il secondo dovrai crearlo tu. Usa la fantasia al meglio, creando una password lunga, che comprenda anche dei numeri, e nello stesso tempo che sia facile da ricordare. A cosa serve l'account?

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Ogni volta che installerai un aggiornamento del sistema operativo, dovrai digitare la password del tuo account, e premere Invio. Se condividi la tua macchina con altri, perché sei in un ufficio, dovrai per forza spremerti le meningi e creare qualcosa di originale. Per evitare che venga "rubata" e usata mentre tu sei assente.

• Seleziona un'immagine per l'accountPuoi scattarti una foto tramite la webcam incorporata nel tuo Mac (a meno che non sia un Mac mini). Altrimenti è possibile scegliere tra le immagini presenti nella libreria messa a disposizione da Apple. Coraggio, siamo alla fine!

• Seleziona un fuso orarioPiccola e comoda funzione nuova di zecca. Spunta la casella "Imposta automaticamente il fuso orario...". Farà tutto il Mac!

• GrazieL'ultima schermata prevede anche un pulsante "Vai" che cliccato ti farà approdare sulla scrivania di Mac OS X.

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E adesso? Ci aspetta Assistente Migrazione, ricordi? Sonnecchia nella cartella Utility racchiusa a sua volta in quella chiamata Applicazioni. Lancialo.

E' tempo di conoscere da vicino Assistente Migrazione!

E' meglio spendere due parole sull'account, e la sua importanza. Prima l'ho definito la chiave di accesso al sistema operativo. Mac OS X nasce multi-utente, vale a dire che più persone possono usare la medesima macchina, evitando però di mettere le mani, cancellare e spostare documenti, cartelle e/o applicazioni degli altri utenti. Questo è possibile grazie agli account: ciascuno crea il suo ambiente, e lo può personalizzare come meglio crede. Gli account hanno una serie di privilegi (le cose che si possono fare, semplificando parecchio). In cima alla scala gerarchica c'è lui, l'utente root, il più potente, disattivato di default a causa dei danni inenarrabili che può produrre se usato in maniera superficiale. L'amministratore è colui che gestisce il tutto: installa le applicazioni, le disinstalla, crea e distrugge gli altri account. Quando installi da zero Snow Leopard è l'account amministratore che crei. Ecco perché è bene spendere un po' di tempo nella creazione della password: se il tuo Mac sarà usato da figli, o moglie, sarai chiamato a creare per ciascuno di essi un account. Essendo il tuo (l'account amministratore, appunto), il più cruciale, crea una buona password, complessa, eppure facile da ricordare.

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Lo so, è un po' diverso da prima ma per quello che ci serve non è il caso di sottilizzare. Premi "Continua". Ti sarà domandato cosa vuoi combinare.

L'applicazione è di una semplicità disarmante, davvero!

Tre le opzioni: trasferire le informazioni da un altro Mac; da un backup di Time Machine o da un altro disco, oppure ad un altro Mac. Premi il pulsante per procedere.

Secondo me non hai bisogno neppure di leggere quello che scrivo!

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L'applicazione ti chiede di indicare il disco da cui effettuare la migrazione; basta selezionare e proseguire.

Probabilmente il calcolo degli elementi selezionati sarà un po' lungo: pazienta!

Ma cosa vuoi davvero far migrare? Metti (o togli), un segno di spunta da ciascuna voce. Un ultimo clic. Quanto impiegherà dipende da quanto grande fosse il tuo disco di backup ovviamente. Alla fine troverai una semplice schermata che ti avviserà del lavoro terminato. Fine del lavoro.

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Fare amicizia con Snow Leopard

Con questo capitolo desidero illustrare da vicino cosa c'è di interessante, o nuovo, in Snow Leopard.Quando approderai sulla scrivania (o desktop), non troverai differenze evidenti rispetto a Leopard. Eppure le novità non mancano.

La Scrivania di Snow Leopard come vedi, non si distingue molto da Leopard

In Mac OS X da sempre è il Finder il cuore di tutto. Eʼ lui infatti che si occupa di illustrare il contenuto di cartelle e dischi esterni collegati al Mac. Eʼ lui che “disegna” le icone, che ci permette di andare a zonzo per tutto il contenuto del nostro disco rigido a cercare filmati, immagini, documenti o cartelle. I compiti che svolgiamo con il nostro Mac hanno come discreto ma insostituibile protagonista lui. Sì, sto parlando della faccina sorridente presente nel Dock,

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all'estrema sinistra. E anche il Finder sfodera le sue Preferenze. Basta premere la scorciatoia da tastiera ⌘-, per aprire la finestra apposita. Sono presenti 4 pannelli. Il primo "Generali" ha alcune opzioni per scegliere gli elementi da montare sulla scrivania.

Come vedi, rendere l'ambiente di lavoro più tuo è semplice

"Nuove Finestre Finder aperte" significa che quando aprirai il Finder (tra poco ti mostrerò come), ti presenterà per prima cosa il contenuto di quella cartella. Nel nostro caso, quella chiamata "Freccero". Un secondo pannello indica cosa mostrare nella barra laterale del Finder.

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Metti o togli il segno di spunta accanto alle voci e le vedrai (o non le vedrai), apparire in quella barra."Avanzate" adesso presenta una nuova funzione: quella per le ricerche. Quando usi Spotlight puoi decidere dove eseguirla.

La funzione di Ricerca è stata affinata, come si può scorgere osservando questa nuova opzione

"Cerca in questo Mac" estende l'opera di ricerca in tutto il computer. La seconda possibilità la limita invece alla cartella della finestra dove stai lavorando. L'ultima riusa il campo di ricerca dell'ultima volta. Le due immagini seguenti ne spiegano il funzionamento.

Nelle Preferenze del Finder ho impostato "Cerca in questo Mac", e nella finestra di ricerca del

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Finder (che si evoca con ⌘+F), la ricerca si svolge infatti in tutto il Mac. La barra del titolo infatti recita "Cerco in questo Mac".

Qui invece la ricerca si limita alla cartella attuale (Documenti), e infatti la barra del titolo svela che la ricerca si è svolta proprio in quella posizione, e solo quella.

Si parla del Cestino nel pannello di questa preferenza del Finder. L'aspetto che ci interessa è che qui noi incontriamo una nuova funzione: "Indietro". Se getti via qualcosa e ti rendi conto che hai commesso un errore, apri il cestino, trova l'elemento e per mezzo del menu contestuale (premi il tasto destro del tuo mouse), sceglie la voce Indietro. Lo riporterai alla posizione precedente.

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Aggiungo che i file spostati nel Cestino di Mac OS X non sono in alcun modo danneggiati solo per il fatto di essere qui.

Prima ho scritto del Finder, promettendo di fartelo conoscere. Clicca allora sulla sua icona nel Dock, la faccina che sghignazza (beh, quasi), e voilà!

Il Finder di Mac OS X, signore e signori. Non dico: "Giù il berretto", ma insomma!

Nella colonna di sinistra, il Finder si è aperto con selezionata l'icona della casa, e posso vederne l'intero contenuto. E' il risultato dell'aver scelto nelle Preferenze del Finder "Nuove finestre Finder aperte". Se avessi scelto

In fondo la funzione "Indietro" c'è sempre stata in Mac OS X. Mi spiego. Pochi ci fanno caso, ma il sistema operativo permette sempre di annullare l'ultima operazione effettuata ricorrendo alla scorciatoia ⌘-Z. Si trova nella barra dei menu sotto la voce "Composizione", e riconduce le cose alla condizione precedente il salvataggio (se per esempio componiamo del testo); oppure se le spostiamo nel cestino (o in un'altra posizione all'interno del disco rigido). Già: perché se "Indietro" funge solo nel cestino, ⌘-Z si applica praticamente a tutto.

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"Documenti", adesso sarebbe la cartella evidenziata, e potrei esplorarne i file racchiusi. E così via.La finestra ha una barra con dei pulsanti: vediamoli. Quei quattro nella barra strumenti, in fila uno dopo l'altro, servono per mostrare in maniera differente cartelle e file. Scegli quella che preferisci provandole tutte.

Puoi indicare come il sistema operativo ti deve mostrare cartelle e il loro contenuto in 4 modi diversi. Vale a dire come icone, in un elenco, in colonne o Cover Flow.

In basso a destra di questa finestra troverai un pulsante di trascinamento per intervenire sulle dimensioni delle icone.In Mac OS X tutto (o quasi), può essere personalizzato. Se a questo punto premi ⌘-J apri le opzioni vista.

Ebbene sì, qui puoi scegliere lo sfondo, o come organizzare le icone

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Puoi intervenire sulla dimensione del testo, delle icone, eccetera eccetera.La barra degli strumenti può essere personalizzata. Nella barra dei menu scegli "Vista>Personalizza barra degli strumenti" e otterrai una finestra. Trascina le icone e rilasciale sulla barra.

Per aggiungere un'icona, trascinala sulla barra. Per eliminare, trascinala fuori dalla barra e rilascia: si dissolverà in una nuvola di fumo.

I filmati permettono un'anteprima senza ricorrere alla Visualizzazione rapida. Sposta il cursore sul video che desideri vedere (senza lanciare l'applicazione che lo ha creato). Comparirà il segno che indica come sia possibile avviarlo.

Il soggetto è quello che è, ma sottomano non c'era niente di meglio, purtroppo

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Snow Leopard comprime le cartelle senza ricorrere a soluzioni esterne. Clicca sull'elemento da comprimere, e nel menu contestuale scegliere l'opzione "Comprimi".

Al termine della brevissima operazione avrai un file .zip.

Comprimere file di grandi dimensioni è uno scherzo da ragazzi con Mac OS X, sul serio!

La barra degli strumenti presenta altri due pulsanti che meritano una menzione particolare. Quello che contiene l'ingranaggio si chiama "Azione" e permette di intervenire in vario modo sull'elemento selezionato. Cioè le azioni possibili non sono uguali per un file di testo, o una cartella.

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L'altra icona riguarda la Visualizzazione rapida: si seleziona il file (di qualunque tipo), e si preme la barra spaziatrice per averne un'anteprima senza lanciare l'applicazione che lo ha generato.

Non è necessario lanciare programmi per leggere un PDF o vedere un filmato. Basta selezionarlo e premere la barra spaziatrice.

Se il file ha più pagine si può scorrere normalmente, mentre la finestra può essere ingrandita trascinando l'angolo destro (come in tutte le finestre, certo). Le due frecce in basso attivano invece la funzione a schermo pieno.

Altre novità. Parliamo di TextEdit e del lavoro svolto dagli ingegneri di Apple nella gestione del testo.

Molti considerano questa applicazione inutile o limitata, ma è un errore grossolano. Basta osservare le diverse opzioni di salvataggio dei file che permette, per comprendere al volo come si tratti di uno degli elementi più sottovalutati dagli utenti Mac. Il fatto è che TextEdit per i bisogni domestici, è

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lo strumento perfetto, ed è gratis, già installato all'interno del sistema operativo.

Tutti vogliono Word. Ma TextEdit offre moltissimo, soprattutto per gli usi non professionali

Come puoi notare, salva in .doc, .docx, e persino in .odt. Quest'ultimo è il formato aperto che usa anche OpenOffice. Org, la suite gratuita Open Source alternativa a Office di Microsoft. E se guardi nella barra dei menu e clicci su "Archivio>Registra come PDF", potrai appunto registrare i tuoi file in PDF. TextEdit ha altre frecce al suo arco, quali la registrazione automatica, o il ripristino della versione del documento salvato in precedenza.

Ma procediamo. Lancia le Preferenze di Sistema (la ruota dentata nel Dock), e vai nel pannello "Personale", dove troverai "Lingua e testo". Clicca sulla scheda Testo. Ecco una delle novità di Snow Leopard: la sostituzione del testo.

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Robetta? No: se lavori col testo il lavoro svolto qui da Apple è di notevole interesse

Per prima cosa, ti consiglio di premere sul menu a discesa "Ortografia" per togliere un po' di segni di spunta dall'elenco delle lingue per cui è previsto questo servizio. Poi, la grande finestra a sinistra indica già quali simboli o testo possono essere sostituiti. Nel caso non ne sapessi nulla: per produrre ad esempio questo segno: ⌘ io utilizzo £. Questo mi evita di perdere tempo andando a cercare nei "Caratteri speciali" quel certo simbolo. Ma la funzione di sostituzione testo serve anche per ben altri compiti. Le formule di saluto in calce ad una lettera o email che sia, e che possono essere lunghe, soprattutto ripetitive, vengono assegnate magari a qualcosa come "gplvca". Cioè?Invece di scrivere "Grazie per la vostra cortese attenzione" basterà digitare quel miscuglio informe di lettere, premere la barra spaziatrice per proseguire con la battitura, per ottenere la frase intera.

Veloce e comodo: come si aggiunge qualcosa di nuovo? Si preme il pulsante "+" per segnalare un nuovo inserimento. Si decide la formula (nel mio esempio

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precedente: la Sterlina Inglese). Come recupero però il simbolo che sonnecchia accanto alla barra spaziatrice? Basta spostarsi nella barra dei menu e cliccare "Composizione>Caratteri speciali". Troverai tutto!

Scommetto che ignoravi questa finestra, e il tesoro nascosto di simboli strambi che racchiude!

Individua quello che ti serve, premi "Inserisci" e troverai il tuo simbolo inserito nel pannello. Visto la quantità di materiale che si trova in questa finestra, potresti esplorarlo con cura, perché comprende anche simboli musicali e matematici, script arabi, ebraici, punteggiatura e altro ancora. Metti il segno di spunta per attivarlo, e avrai finito.

Sì, il segno di spunta è necessario per rendere la sostituzione pronta ad entrare in azione

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Ricorda di attivare all'interno delle Preferenze di TextEdit la funzione "Sostituzione testo" (dentro la scheda Nuovo documento), e avrai terminato. Un'altra novità di TextEdit è che adesso l'applicazione è in grado di rilevare le date all'interno di un documento.

Puoi disattivare la funzione spostandoti nelle Preferenze del programma sempre nella scheda "Sostituzione testo".Queste funzioni non sono ristrette solo a TextEdit, ma le trovi anche in iChat e Mail. Dai un'occhiata al menu "Composizione" della barra dei menu, e le troverai lì ad attenderti. Devi solo attivarle mettendo il segno di spunta!

Adesso ti devo parlare di una novità che non è proprio tale, poiché era già presente in Leopard, in Tiger... A essere pignoli, i Servizi (ecco di che cosa sto parlando), erano una caratteristica di NeXT, il sistema operativo che Steve Jobs creò quando fu cacciato da Apple.Lʼidea è quella di garantire a ciascuna applicazione del sistema operativo lʼaccesso a una serie di funzioni appartenenti ad altri programmi. Esempio (uno dei tanti che si possono fare): dal browser Safari posso inviare unʼe-mail con il testo selezionato di un'intervista, senza spostarmi nel Dock per lanciare Mail, ma passando appunto per i Servizi. In Leopard c'erano ma erano troppi, e per di più in essi non c'era logica. Ecco come apparivano in Safari.

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I Servizi in Leopard erano di fatto poco utili e ignorati dagli utenti Mac. Snow Leopard li rende utilizzabili

Tra elementi attivi e inattivi (se inattivi, e quindi inservibili, perché farli apparire? Mah!), c'era da perdere la testa. Infatti, nessuno ricorreva quasi mai ad essi. Per fortuna le cose sono cambiate. Quello che appare nei Servizi, ha una sua logica. Ciò che non è attivo, non compare più. Semplice, no?Meglio fare un esempio. Se selezioni del testo all'interno di Safari, e poi ti sposti nei "Servizi", avrai a disposizione una serie di funzioni pronte all'uso.

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Se non selezioni un bel nulla, i Servizi saranno vuoti. Un funzionamento semplice e lapalissiano.

Anche il Finder certo, ha i servizi, e come per i programmi in grado di trarre vantaggio da essi, può fornire, ma solo all'occorrenza, una serie aggiuntiva di funzioni. Probabilmente ti starai domandando cosa significa quell'icona con accanto una scritta che recita "Preferenze servizi".Se la clicchi, si apriranno le Preferenze di Sistema e sarai "dentro" ad una finestra chiamata "Tastiera".

Qui sono elencati i servizi. Quelli disponibili hanno il segno di spunta (ma entreranno in funzione solo in certe scelte occasioni, come ho già scritto), alcuni non lo hanno. E' possibile aggiungerne altri, ma ricorda che si tratta di una funzione "intelligente". Se metti il segno di spunta a tutti, non li avrai affatto tutti al tuo servizio.I servizi sono disponibili anche tramite il menu contestuale (premendo quindi il tasto destro del mouse).

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Le ultime due voci arrivano infatti dai Servizi. Exposé è stato corretto e riveduto. Di che cosa si tratta? E' la risposta di Apple al caos sulle nostre scrivanie. Quante finestre hai aperte in questo momento? Non barare! In genere ben più di una, con la conseguenza che alla fine non capisce più nulla di quello che si sta facendo. La soluzione: Exposé!Per conoscerla devi entrare nelle Preferenze di Sistema e dal pannello "Personale" scegliere "Exposé e Spaces". Premi il tasto F9 (per i portatili Fn+F9), e le finestre attive in quel momento saranno ordinate allʼinterno dellʼarea dello schermo. Premendolo di nuovo si uscirà da Exposé.

Exposé era utile ma un po' caotica nell'ordinare le finestre. Ora ciascuna di esse, alla base, "identifica" cosa sia quella finestra aperta

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Per passare da una finestra all'altra, basta premere le frecce della tastiera; non appena una di esse è circondata da un perimetro blu è possibile premere la barra spaziatrice per farla balzare in primo piano e darci un'occhiata. Un'altra pressione della barra la farà tornare alla posizione precedente.Il tasto F11(Fn+F11 per le macchine portatili), sgombera la scrivania da tutte le finestre che sono presenti, permettendo di vedere cosa c'è "sotto". C'è anche un'altra combinazione da tenere in conto: F10 (Fn+F10). In questo caso Exposé fa "emergere" la (o le) finestra/e dell'applicazione in quel momento in primo piano. Quelle delle altre applicazioni saranno nascoste. E nel Dock l'icona dell'applicazione oggetto della funzione, sarà come illuminata.

Le finestre di Safari sono in primo piano, mentre quelle delle altre applicazioni restano nascoste

In realtà questa funzione può essere attivata anche premendo, e tenendo premuto per pochi istanti, il mouse sull'icona dell'applicazione nel Dock. Immediatamente, essa

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sarà avvolta da un fascio di luce, ma cosa più importante, balzerà in primo piano solo lei, spedendo nell'oscurità tutte le altre finestre.

Adesso torniamo per un attimo al pannello "Exposé e Spaces", e vedremo come non sia affatto obbligatorio affidarsi ai tasti che ti ho illustrato per attivarla.Se per qualche ragione desideri cambiare queste combinazioni, nessun problema. Potrai per esempio scegliere di attivarla o usando alcuni tasti del mouse, altri tasti della tastiera oppure sfruttando gli angoli dello schermo.

Anche il Dock ha qualcosa da svelare. Per prima cosa, la pressione di un tasto su un'icona fa comparire una lista di opzioni in una cornice più professionale.

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Apri le sue Preferenze spostando il mouse sulla riga divisoria presente a destra. Quella che pare una riga di mezzeria della strada. Premi il tasto destro del mouse e ancora una volta apriremo le Preferenze di Sistema ma nel pannello "Dock". Qui c'è una nuova funzione interessante da spuntare: "Per contrarre una finestra, fai doppio clic sulla barra del titolo". A cosa serve? Immagina di avere tre finestre di TextEdit aperte, con tre documenti diversi su ciascuno. Spuntando questa opzione tu le spedirai nel Dock. Ma prima venivano piazzate accanto al cestino, ora andranno a "nascondersi" dietro l'icona dell'applicazione. Un sistema per rendere meno caotico il Dock. Le finestre contratte inoltre, saranno contraddistinte da una minuscola icona romboidale.

Gli stacks o pile del Dock sono stati riveduti e corretti.

Misteriosamente la funzione per contrarre una finestra nel Dock con un doppio clic sulla barra del titolo, non si trova qui. Devi andare nelle Preferenze di Sistema dentro il pannello "Personale", e spuntarla.

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Gli Stack possono essere usati al meglio. Ora sfoderano una barra di scorrimento

Per navigare tra le applicazioni, usa le frecce della tastiera. Per aprire un'applicazione, premi il tasto "Invio" sull'icona selezionata. Se nello stacks c'è una cartella con altro contenuto, evidenziala, premi Invio e potrai esplorarla sempre all'interno dello stacks. Nell'angolo superiore sinistro è presente una freccia nera per tornare indietro. Il tasto destro del mouse sull'icona della cartella in oggetto apre il menu, con le preferenze per questa funzione.

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Altra segnalazione. Se premi il tasto destro del mouse sull'icona delle Preferenze di Sistema, ottieni l'elenco di tutte le preferenze.

Quindi potrai scegliere quella da aprire, saltando però il passaggio dell'apertura di tutte le preferenze del sistema operativo.Le novità sono anche nel reparto "Sicurezza"; clicca sulle Preferenze di Sistema, e sposta la tua attenzione sull'omonimo pannello, suddiviso in tre schede. La prima che merita la nostra attenzione sarà quella per attivare il "Firewall". Probabilmente il tasto per effettuare questa semplice operazione risulterà grigio (non cliccabile). Premi l'icona del lucchetto a sinistra in basso, e inserisci la tua password. A questo punto, potrai premere il pulsante per renderlo attivo.

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Adesso premi l'altro pulsante in basso a destra, quello che recita "Avanzate". Scenderà una finestra per rendere il funzionamento del firewall più flessibile.

Tre possibilità: "Impedisci tutte le connessioni in ingresso". Tutti i servizi che prevedono una qualche forma di condivisione saranno bloccati. Saranno invece consentiti quelli assolutamente indispensabili.La seconda: "Consenti automaticamente al software

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attendibile di ricevere le connessioni in entrata" può sembrare un po' criptico. Sappi invece che il software del sistema operativo Mac OS X è certificato, quindi se spunti questa opzione, nessun problema per tutti i programmi di Snow Leopard. Se le applicazioni (non Apple), non sono certificate, devi provvedere ad aggiungerle premendo il pulsante "+" e sfogliando la cartella Applicazioni per indicare il software "amico".

La terza opzione: abilita la modalità "Stealth". In pratica il tuo Mac diventa invisibile al traffico il cui scopo è di sapere se sei o meno on line.

Torniamo adesso alla prima scheda, quella chiamata "Generali". Qui possiamo impedire l'accesso a qualunque pannello delle Preferenze di Sistema ad altri; ideale se si vuole evitare che colleghi di lavoro o figli, vadano a toccare le impostazioni Internet, o appunto il firewall.

Non solo. Se ci assentiamo, possiamo far sì che il Mac pretenda la password ogni volta che viene avviato, o richiamato dallo stato di stop.

Oppure, impedire il login automatico: cosa significa? Spuntando questa opzione ogni volta che accenderemo il Mac, dovremo digitare la password per completare l'accensione. Altrimenti, ciccia!

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La scheda "Generali" offre un insieme di opzioni per bloccare l'accesso ai pannelli delle Preferenze di Sistema, e altro ancora

Vediamo il resto delle voci.Ti stai chiedendo cosa sia la memoria virtuale sicura? Adesso arriva la risposta.

E' un espediente cui il sistema ricorre quando il computer ha poca memoria RAM installata. In pratica: viene usato il disco rigido come RAM. Le informazioni in questo caso sono scritte proprio nella memoria virtuale del disco rigido, e qui restano finché non sono sovrascritte. Se maneggi dati importanti e temi che questi possano essere letti, spunta questa opzione.

"Disabilita ricevitore a infrarossi per il controllo remoto". Evita che il computer sia controllato a distanza da un ricevitore a infrarossi.

"Effettua il logout" chiude la sessione di lavoro (quindi spegne il computer), dopo un certo periodo di tempo (deciso da te).

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E FileVault? Cripta la cartella “Inizio” (raffigurata con lʼicona della casetta), mettendo al sicuro tutto il suo contenuto. Premendo “Attiva FileVault” e dopo aver inserito la password di login, potrai accedere a file e documenti della cartella Inizio.La “Master password”, che si imposta premendo il pulsante “Imposta password”, è da attivare per creare una password in grado di recuperare quella di login, in caso questa vada persa. Fai attenzione: perdere questa e lʼaltra password significa perdere per sempre i dati protetti.

"Login? Logout? Ma che lingua parli?"Con questi termini ci si riferisce alla procedura che permette di accedere al proprio Mac, o di "uscirne". Come ho già accennato nelle pagine scorse, Mac OS X è un sistema multi-utente; anche se sei l'unico a usarlo! Il che significa che ogni utente per accedere al computer, e creare o modificare file, si sottomette ad una prassi conosciuta col nome di "login". Deve insomma essere riconosciuto dal sistema come il legittimo proprietario di quei file (meglio sarebbe scrivere: colui che ha i permessi o privilegi per metter mano al sistema). Altrimenti, cotica. Se il tuo Mac fosse usato da un'altra persona, prima di cedergli il posto devi effettuare il "logout" per far sì che lui acceda alla macchina, ma senza mettere le mani alle tue impostazioni, file e cartelle.

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Dopo aver terminato il lavoro in questo pannello, devi premere l'icona del lucchetto a sinistra per "chiudere" tutto e impedire che altri modifichino quanto fatto. Se ti fidi, lascialo sbloccato.Un'altra novità è visibile nelle Preferenze di Sistema: la scheda Tastiera.

Hai deciso di ricorrere ai servigi di FileVault? Allora devi sapere alcune cose. Come ho scritto brevemente, protegge e impedisce l'accesso all'intero contenuto della cartella "Inizio" (la casetta), a meno che non si abbia una password, certo! Ma questa funzione ha dei difetti che è bene conoscere. Il primo: fa a cazzotti con Time Machine. Cioè? Devi effettuare il logout perché Time Machine possa svolgere il suo lavoro (portare a termine il backup). Quindi il consiglio spiccio è: non attivare FileVault. Devi proteggere i tuoi dati? Usa Utility Disco! Permette di creare un'immagine-disco criptata a 256-bit AES per quelle cartelle che devono racchiudere dati sensibili. Altro inconveniente di FileVault: quello che blinda è racchiuso in un disco immagine, ma se qualcosa al suo interno si corrompe per i motivi più diversi (perché gli va, gli sei antipatico, oppure è venerdì 13), hai solo una cosa da fare. Agitare la mano a mo' di saluto, perché avrai perso tutti i dati. Si narra che qualcuno sia riuscito nell'epica impresa di recuperare qualcosa, ma dal momento che gli dei lo hanno rapito e trasportato sull'Olimpo, non è possibile saperne di più.

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La sua utilità risiede nel fatto che adesso intervenire sulle abbreviazioni, per modificarle, ma anche per conoscerle, è molto più semplice.Come puoi vedere, a sinistra hai l'elenco delle applicazioni, mentre a destra per ciascuna di esse, le scorciatoie. Basta cliccare due volte sulla combinazione di tasti che vuoi modificare (proprio sulla combinazione), e una volta selezionata devi premere quella nuova. Se non ne sei soddisfatto, evidenziala e premi il pulsante "Ripristina default".

Non sottovalutare l'applicazione "Anteprima"! Sì lo so che tu la consideri come il programma per leggere i PDF. Ma con Snow Leopard è stata riveduta anch'essa, ed è diventata più utile e potente di prima. Con Leopard per esempio, se selezionavi del testo in un documento PDF accadeva questo:

Attenzione: tu magari volevi selezionare solo la colonna di sinistra, ma nell'operazione coinvolgevi anche quella di

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destra. Una seccatura, non è vero? Snow Leopard cambia le carte in tavola, e permette di selezionare solo quello che serve, senza trascinare dentro quello che non si desidera.

Piccoli grandi cambiamenti. La barra laterale (in modalità "Miniature), indica le varie pagine del documento. Sulla prima c'è una piccola freccia che premuta "chiude" il file, facendo scivolare le pagine al suo interno con un simpatico effetto.

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Le note hanno guadagnato una nuova barra, che prende posto ai piedi della finestra, e si evoca scegliendo dalla barra dei menu "Vista>Mostra barra degli strumenti note".

Sì, le Note hanno una barra ai piedi della finestra

Migliorata la funzione di ricerca, che permette di ordinare per "Pagine" o "Priorità di ricerca", oltre ad avere guadagnato il tasto "Fine" e due frecce (avanti e indietro), per spostarsi più agevolmente tra i termini scovati.

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L'applicazione non si limita solo a questo genere di compiti. Per esempio, è lei che possiamo usare per lo scanner. Basta collegare il dispositivo, accenderlo, aprire Anteprima e trovare una gradevole sorpresa.

L'Epson Perfection 1640 non è esattamente uno scanner nuovissimo. Snow Leopard lo riconosce non appena acceso

Una volta importato, avremo a che fare con un'interfaccia rivista e corretta.

"Scansiona a" indica solo dove sarà salvato il file che Anteprima si appresta a importare

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La pressione del pulsante "Mostra dettagli" genera una finestra che adesso appare più ordinata, e con una sufficiente scelta di utensili che permettono all'utente di fare a meno dei software con cui gli scanner sono venduti.

"Perché quando clicco un PDF questo inizia a caricarsi dentro la pagina di Safari, invece di effettuare il download?"Se desideri scaricare un file PDF, sposta il mouse su di esse, e premi il tasto destro del mouse finché non compare il menu contestuale. Da lì scegli "Registra il documento collegato in download", e lo scaricherai. Altrimenti, se sei già nella fase successiva (cioè si è aperto nella pagina di Safari), dirigi il mouse nella parte inferiore del documento, dove appariranno delle icone. Tra cui quella che permette di scaricare sul computer, aprire in "Anteprima", ingrandire o ridurre le dimensioni del foglio.

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Snow Leopard in Internet

D'accordo, sei approdato sulla scrivania di Snow Leopard: giocaci pure, ma tanto prima o poi quello che davvero desideri combinare è navigare in Internet. Quindi affrontiamo l'argomento, e vediamo come impostare la connessione. I collegamenti alla Rete (via Airport o Wireless, oppure tramite Adsl), il Mac li gestisce grazie un pannello racchiuso nelle Preferenze di Sistema. Si chiama Network.

La prima cosa da fare quando si è qui, e dopo aver sbloccato il lucchetto in basso a sinistra (se risulta bloccato), è di premere la piccola ruota dentata alla base della barra laterale. Lo scopo della barra (mi sembra evidente anche ai sassi, ma lo scriverò lo stesso), è di aggiungere i servizi

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premendo il canonico tasto "+", mentre il segno opposto lo eliminerà, si capisce. Accanto ad ogni servizio è presente un pallino di colore verde se il collegamento è disponibile e funziona, rosso se non è attivo, giallo se funziona ma ci sono dei problemi.Adesso però premi la ruota dentata e scegli "Imposta ordine servizio".

Si aprirà una piccola finestra con un elenco dei vari servizi disponibili. Qui devi trascinare nell'ordine che desideri i tipi di collegamento Internet che userai di preferenza.

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Lo so, lo so, ti stai domandando per quale ragione devi agire in questa maniera. Devi spiegare al Mac (fisso o portatile che sia), l'ordine con cui deve andare in Internet. Nel caso in esame, il computer tenterà di collegarsi tramite la porta Ethernet (quindi Adsl col cavo), e poi in caso questo non sia possibile, cercherà di sfruttare la connessione Airport. Nulla di difficile, vero?

A questo punto basta procurarsi il cavo Ethernet (se si desidera usare l'Adsl per navigare in Internet), collegare le due estremità rispettivamente al Mac e al modem, e basta. Di solito infatti non è necessario alcuna altra operazione. Come è possibile? Grazie al protocollo DHCP che si incarica di inserire in automatico i dati nel pannello "Network" per collegarsi al Web.

Come saprai, il collegamento tramite Ethernet è più veloce e più sicuro di quello Airport o wireless che dir si voglia. Quest'ultimo in teoria ha alcune probabilità di essere "spiato" da abilissimi pirati informatici. Ehi, ho scritto "in teoria", ma in realtà il collegamento senza fili al Web offre livelli di sicurezza elevati. E visto che ne stiamo parlando, vediamo di affrontare questo argomento.

Il collegamento Airport è di solito usato quando si possiede un portatile. Il Mac tiene memoria dei vari hot spot che incontra nel suo (o meglio, nel tuo), cammino.

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Cos'è un hot spot? Un'area dove è fornita la possibilità di connettersi al Web senza fili. Quindi l'aeroporto, la stazione, i vari hotel che frequenti nei tuoi viaggi di lavoro, se forniscono hot spot, sono tutti catalogati e "memorizzati" dal tuo portatile. Per sapere quali sono, una volta che sei nel pannello Network, evidenzia nella colonna di sinistra "Airport", e quindi premi il pulsante "Avanzate".

Comparirà una finestra che racchiude l'elenco degli hot spot cui il tuo portatile Mac si è collegato negli ultimi tempi.

D'accordo, non sono proprio un giramondo, ma sforzati di immaginare che lo sia, e nella finestra qui sopra ci siano un mucchio di network usati in precedenza!In questa finestra, potrai conoscere il nome di quelli usati, se protetti o meno, ma non solo. Puoi scegliere di eliminare quelli che non servono (per esempio: l'hot spot usato nell'Apple Store sulla Quinta Strada a New York), evidenziandolo, e premendo il tasto "-".

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Potrai anche trascinare i vari hot spot verso il basso o l'alto per indicare al Mac la priorità dei collegamenti. Due clic sul network e scenderà una finestra in cui potrai modificarne il nome, o aggiungere una password. Adesso premi "Mostra network".

Di solito compare una finestra del genere anche quando il Mac trova dei nuovi hotspot, e quelli di solito usati per il collegamento Web non sono disponibili. A questo punto puoi cliccare due volte su quelli disponibili, e navigare. Attento: se vedi l'icona del lucchetto significa che l'accesso non è libero ma è necessario una password per collegarsi. Puoi avere l'icona di Airport nella barra dei menu del Finder, e raggiungerla con un semplice clic ogni volta che vuoi.

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In un attimo avrai sott'occhio le reti disponibili, se sono protette oppure no, e l'intensità del segnale. Per ottenere tutto questo, basta spuntare nel pannello "Network" l'opzione apposita.

E' bene ricordare che in Italia accedere ad una rete hot-spot senza autorizzazione viola una legge del Parlamento Italiano. Voluta dall'allora Ministro degli Interni Beppe Pisanu per contrastare il terrorismo internazionale, questa legge resterà in vigore sino al dicembre del 2009. A meno che non venga ancora prorogata, e saremmo già alla seconda volta. Questo significa che se sei a Milano e mangi presso un McDonald's, per accedere all'hot-spot (gratuito), devi presentare un documento valido di identificazione. Negli Stati Uniti (che di terrorismo internazionale purtroppo hanno esperienza), il Wi-Fi gratuito e senza autorizzazione è la norma. Sia chiaro: se viaggi spesso sai meglio di me che nelle grandi città come Roma, Napoli o Milano, pullula di hot-spot accessibili senza alcun genere di autorizzazione. Sì, sono illegali, nessuno controlla, tutti o quasi ignorano il Decreto Pisanu. E questo dimostra la sua formidabile inutilità.

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Safari

Il browser pre-definito di Mac OS X è Safari; il che non vieta all'utente di scaricare e installare altri navigatori. Firefox, Camino, iCab, Opera, Shiira, Stainless, Sunrise, Flock, sono alcuni dei browser Web presenti sulla nostra piattaforma. Non metto i link perché esiste Google apposta, giusto?

Una volta lanciato la prima volta, sarebbe bene dare un'occhiata alle Preferenze (scorciatoia da tastiera: ⌘-,), che permettono di fare amicizia e prendere alcune decisioni riguardo a Safari.Nella prima scheda chiamata "Generali", si può dire al sistema di usare questo come navigatore pre-definito.

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Se un giorno cambi idea, dovrai solo scaricare e installare il sostituto, e poi venire qui per indicare quale debba essere d'ora in avanti il browser di default. Sempre qui, potrai decidere dove scaricare i file da Internet. Mac OS X li piazza in una cartella apposita, chiamata "Download", ma sei libero di crearne una dove meglio credi (la scrivania per esempio), e poi segnalare che è lì che dovranno essere sistemati i documenti scaricati.Ti consiglio di non mettere il segno di spunta accanto all'opzione "Apri doc. sicuri dopo il download". Per una questione di sicurezza è bene evitare che Safari apra dei file una volta scaricati da Internet.

Altra scheda che merita un'occhiata è quella che risponde a nome di "Sicurezza". Puoi impostare il blocco delle finestre pop-up, o far sì che Safari ti informi se stai visitando un sito fraudolento; se e come accettare i cookie.

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Che cosa sono i cookie?Si tratta di pezzetti di codice del tutto innocui, che qualunque sito Web usa per riconoscere un utente se questi torna a visitarlo. Hai presente quando vai su Amazon e ritrovi non la classica home page, bensì l'elenco dei libri che hai consultato (e magari acquistato), la volta scorsa? Questo accade grazie ai cookie. Il consiglio che ti posso dare è di optare per "Accetta cookie: solo dai siti che visito". Questo garantisce che nessun cookie proveniente dai banner pubblicitari presenti sul sito che navighi sia accettato.Se viceversa scegli "Mai", rammenta che sarebbe difficile navigare, poiché alcuni siti non ti permetteranno nemmeno di procedere con la visita se hai questa opzione attiva.

Di grande utilità è la scheda "Riempimento automatico". Ogni volta che sul Web riempi un modulo coi tuoi dati (nome, cognome, indirizzo, numero di telefono, eccetera), Safari può farlo al posto tuo. Devi spuntare "Utilizza informazioni dalla mia scheda Rubrica Indirizzi" (che tu avrai provveduto in precedenza a riempire), ed è fatta.

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Non lo hai ancora fatto, e quindi la tua scheda nella Rubrica Indirizzi di Mac OS X è vuota? In questo caso è sufficiente premere: "Modifica" e lancerai Rubrica Indirizzi per completare la tua scheda delle informazioni mancanti.Quando dovrai riempire un modulo Web, inizia a digitare, e Safari riconoscerà in automatico le tue informazioni personali, compilando il resto da sé. Non corrisponde? Nessun problema: continua a digitare!

E' possibile inserire un pulsante apposito (chiamato infatti "Riempimento automatico"), nella barra degli strumenti del navigatore, ma questo lo vedremo tra poco.

Hai la memoria di latta, e tendi a dimenticare la password di accesso ai vari servizi Web? Safari ti aiuta: spunta l'opzione "Nomi utente e password"; ogni qualvolta visiterai un sito che richiede password e nome utente per accedere, Safari ti proporrà di memorizzarla. Potrai sempre rifiutare, certo; se accetti però, la prossima volta che tornerai a visitare il sito, ci penserà il browser a riempire al posto tuo i campi di testo necessari. Premendo "Modifica" potrai decidere di eliminare tutti, o parte delle informazioni sensibili qui registrate. Ricorda però questo: ha senso agire in questo modo quando sei l'unico utilizzatore del tuo Mac.

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Se il computer viene gestito anche da altre persone, e desideri mantenere lontano da occhi indiscreti queste informazioni, è meglio non attivare mai questa opzione.

Può essere invece utile affidarsi ad un servizio Web gratuito (e italiano), chiamato PassPack (sito Web: http://www.passpack.com/en/home/).

Crei un account (con tanto di password, certo), e poi sarai in grado di salvare 200 password, mentre tutto quello che tu dovrai fare è... ricordare quella per accedere a PassPack!

PassPack è un gestore di password gratuito e online. Sicuro. Più del tuo Mac, che può essere rubato!

Quando invece desideri che il buon Safari ricordi le parole che digiti nelle tue ricerche Web, spunta l'ultima opzione: "Altri moduli".Alcune delle schede presenti nelle Preferenze, curano l'aspetto di Safari, o meglio dei font (o caratteri), che

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l'applicazione deve usare quando ha a che fare con del testo. E' questo lo scopo della scheda "Aspetto", dove potrai anche scegliere le dimensioni del font.

Se lo vuoi, puoi delegare a Safari il compito di lettore dei feed RSS. Che cosa sono questi feed RSS?

E' un acronimo che sta per Really Simple Syndication, ed è un protocollo usato ormai da tutti i siti e blog per tenere informati gli utenti delle ultime novità pubblicate. Invece di tener d'occhio l'home page, tornandoci magari più volte al dì, basta premere il pulsante grigio "RSS" presente nella barra degli indirizzi di Safari, e abbonarsi (gratis).

Un clic sull'icona grigia RSS permette di abbonarsi (gratis), al feed del sito o blog che sia

Questo produce la "discesa" di una finestra, con il titolo delle ultime notizie di quel sito (al centro), e a destra una

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serie di opzioni. Un sistema veloce per avere una panoramica delle ultime notizie pubblicate.

Premendo il tasto blu all'interno della barra degli indirizzi (quello che prima era grigio, esatto), visualizzerai la pagina Web "normale". Prima di fare questo, ti sarà possibile aggiungere il feed RSS di questo sito, ai preferiti di Safari (scorciatoia da tastiera: ⌘-D), o delegare il compito della gestione dei feed a Mail (ne parlerò più avanti).

Puoi dare un nome al feed RSS, e salvarlo in Safari (dentro ad una cartella apposita, o in una già presente), oppure in Mail Se scegli di usare Safari, puoi creare una cartella chiamata appunto "RSS" e salvare al suo interno i feed dei

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siti che desideri seguire con particolare attenzione. Accanto alla cartella comparirà il numero dei feed da leggere riguardanti i nuovi articoli. Potrai piazzare (tramite trascinamento), la cartella nella barra dei Preferiti di Safari, e avere a portata di occhio tutte le novità.

Ricorda solo di segnalare a Safari ogni quanto tempo verificare la presenza di aggiornamenti (la scheda RSS nelle Preferenze del navigatore contiene un'opzione apposita). Accanto al feed RSS vedrai il numero di nuovi articoli disponibili; un clic di permetterà di sapere al volo quali siti hanno aggiornato, e con un altro clic avrai accesso ai nuovi feed.Se preferisci un'altra applicazione, cliccando sul pulsante grigio "RSS" presente nella barra dell'indirizzo, otterrai un altro comportamento. Attiverai infatti l'applicazione delegata, e il browser Apple non metterà becco nella tua scelta. Ce ne sono di diverse, tutte semplici da usare e gratuite come per esempio Vienna (sito Web: http://www.vienna-rss.org/vienna2.php).

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Vienna è un'applicazione gratuita e Open Source per la gestione dei Feed RSS

Anche Safari permette la navigazione a pannelli, e nella scheda "Pannelli" contenuta nella Preferenze è possibile personalizzarne il comportamento. Quando si hanno più schede aperte, puoi passare dall'una all'altra utilizzando la scorciatoia ⇧-⌘-⤏ (Maiuscole - Comando - freccia destra), se devi spostarti alla scheda seguente. Se viceversa devi andare a quella precedente, la scorciatoia è identica, ma devi sostituire la freccia destra con quella sinistra.

"Ehi, a proposito di Preferiti! Provengo da Windows e ho 18.986 preferiti in Internet Explorer: come faccio a importarli tutti sani e salvi in Safari?".Buona domanda. Lancia Internet Explorer, quindi scegli File>Importa ed esporta. Appare un "wizard" (una guida insomma); premi "Avanti". Nella finestra successiva ci sarà già selezionato Favoriti: prosegui. Ecco a questo punto un'altra finestra che ti chiederà dove salvare il file. Il file potrai trasferirlo come allegato via mail a un tuo indirizzo, e lo scaricherai poi sul Mac. Adesso non ti rimane altro da fare che lanciare Safari, scegliere Archivio>Importa preferiti, poi doppio clic sul documento salvato per vederlo inserito nei preferiti di Safari.

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Ogni scheda ha il suo pulsantino a forma di "X" per chiuderla.

Esiste un modo veloce per sfruttare al massimo la navigazione a schede.

Premi l'icona a forma di libro presente nella barra dei Preferiti. Una volta qui clicca il pulsante "+" in fondo alla finestra a sinistra, per creare una nuova cartella chiamandola per esempio: "Siti preferiti". Salvaci dentro i siti che ogni mattina visiti assolutamente, e trascina la cartella nella barra dei Preferiti. In corrispondenza della cartella contenente i tuoi siti, c'è adesso una casella "Clic automatico": spuntala. Ogni volta che premerei il nome della cartella nella barra dei preferiti, tutti i siti, si apriranno uno dopo l'altro. Comodo, no?

Se ti chiedi dove trovare un elenco di tutte le scorciatoie di Safari, vai nella scheda "Applicazioni", individua Safari e premi il tasto destro del mouse sull'icona. Comparirà il menu contestuale con la prima voce che dice "Mostra contenuto pacchetto". Qui avrai una cartella Content, cliccala e passa a Resources. Scorri l'elenco sino a Shortcuts.html, quindi aprilo e stampalo.

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Se togli invece il segno di spunta, cliccando la cartella non aprirai affatto tutti i siti che vi sono racchiusi in un colpo solo. Potrai navigare all'interno di ciascuno semplicemente selezionandoli uno ad uno.

Imparato a ficcare il naso sotto il cofano (nelle Preferenze, appunto), possiamo dedicarci a esplorare l'interfaccia di Safari. La prima voce della barra dei menu ("Safari"), contiene alcune funzioni piuttosto utili.

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Alcuni abbiamo già imparato a conoscerle; altre meritano una rapida spiegazione."Navigazione privata" permette di non aggiungere alla cronologia le pagine Web visitate (ma i cookie sono regolarmente registrati). Lo stesso accadrà per le informazioni relative ai moduli da riempire, per gli elementi della finestra Download, per le ricerche effettuate tramite la casella di ricerca Google.

"Reinizializza Safari" riporta il navigatore Web alle impostazioni di default; vale a dire a come era la prima volta che lo hai lanciato. Attivandola quindi, annullerai tutti i Preferiti salvati nel tempo, ma anche cache, cookie, icone, cronologia, password, siti, tutto insomma.

"Vuota la cache" cancella i dati delle pagine Web che Safari salva per garantire una navigazione migliore. Tutti i browser agiscono in questo modo: memorizzano nella

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cache i dati della pagina Web, anziché scaricarla ogni volta dal server. Questo fa guadagnare tempo all'utente, ma se non usate i feed RSS e visiti spesso siti di informazioni con notizie sempre nuove, a volte sarà necessario per visualizzarle ricaricare "a mano" la pagina. Lo si può fare attraverso la scorciatoia ⌘-R. Oppure, premi la piccola icona a forma di freccia presente nella barra dell'indirizzo per ottenere il medesimo risultato.Ora possiamo concentrarci meglio sull'interfaccia del nostro browser.

Tutto è dominato dalla barra degli strumenti, vale a dire le icone con le quali rendiamo la navigazione più personale e adatta ai nostri bisogni. Al centro, ecco la barra degli indirizzi, con accanto l'icona della freccia ("+"). Se arrivi su un sito stupendo e vuoi aggiungerlo ai Preferiti, basta premerla. Scenderà una piccola finestra che ti domanderà

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due cose. Quale nome dare al sito (ma di solito nel campo di testo è già presente), e in quale cartella salvarlo.

Altro modo per salvare un sito direttamente nella bara dei Preferii è il trascinamento.

Quelli presenti si "faranno da parte" per accogliere il nuovo ospite. Dopo la barra degli indirizzi, quello dedicata alla ricerca; basta inserire il termine, premere invio e Google (incorporato in Safari), partirà di gran carriera per fornirci il risultato delle sue ricerche. Safari riserva alla funzione di ricerca di Google, quella chiamata SnapBack.

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E' segnalata dalla piccola freccia arancione; grazie ad essa potrai tornare agli ultimi risultati della ricerca effettuata.Il piccolo triangolo nero presente nella barra di Google, raccoglie invece le ricerche effettuate di recente. Cliccandolo ne sarà fornito un elenco. L'ultima voce permette di eliminarle tutte.

E' inutile spiegare come si naviga sul Web: lo sanno anche i sassi. Puntiamo la nostra attenzione su alcuni elementi dell'interfaccia di Safari. Primo fra tutti, quello della personalizzazione della barra degli strumenti. Ciascuno può mettere, o togliere, i pulsanti più utili.

Se devo cercare una parola all'interno di una porzione di una pagina Web, come posso fare? Ci sono due modi per uscirne: il primo, cercarla e basta, con gli occhi. Il secondo, cercarla e basta, con Safari. E' sufficiente usare la scorciatoia da tastiera ⌘-F. Scenderà una nuova barra con un campo di ricerca dove inserire il termine da scovare. Si preme "Invio" e apparirà il risultato. Safari mostrerà nella barra quante volte ricorre il termine, mentre le frecce permettono di passare al successivo, o tornare indietro. La "X" dentro il campo cancella la parola per eseguire un'altra ricerca, mentre il pulsante "Fine" elimina la barra. Il termine scovato sarà evidenziato da una sorta di "nuvola" colorata per permettere all'utente di averlo subito sott'occhio.

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Spostati sulla barra dei menu di Safari e scegli "Vista>Personalizza barra strumenti". Calerà una finestra con tutte le icone corrispondenti alle varie funzioni disponibili. Trascina sulla barra quelle che preferisci, quindi rilascia; saranno parte della barra. Non ti piace l'icona appena inserita? Trascinala fuori dalla barra, e rilascia: si dissolverà in una nuvola di fumo. Alcune icone come per esempio "Mail" oppure "Stampa", non hanno bisogno di spiegazioni. Ma "Apri in Dashboard" cosa significa?

E' una funzione che consente all'utente di tenere sotto controllo uno spicchio di una pagina Web: sì, uno spicchio. Se i feed RSS controllano gli aggiornamenti di un sito, o di un blog, questa funzione crea un widget Dashboard in maniera semplice. Cosa sono i widget?

Una sorta di applicazioni che Apple incorpora nel proprio sistema operativo, e che puoi vedere premendo il pulsante F12 (F4 sui portatili), oppure l'icona nera presente nel Dock.

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Ecco i Widget in tutto il loro splendore. Safari permette di crearsene di nuovi in modo davvero molto semplice!

Il modo per capire la loro utilità è crearne uno. Immaginiamo che tu voglia restare aggiornato sui video che la Casa Bianca inserisce sul sito Vimeo. Per prima cosa devi spostarti nella pagina apposita, quindi se nella barra degli strumenti hai l'icona "Apri in dashboard", devi premerla.

La finestra si scurisce e appare un rettangolo bianco, che segue il cursore mentre lo spostiamo sulla pagina. Clicchiamo nel punto dove desideriamo creare il widget, e appariranno delle maniglie sui bordi per meglio regolare la dimensione del widget. Premi il tasto "Aggiungi" per crearlo, oppure "Annulla" se non sei soddisfatto del lavoro svolto.

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Stiamo creando un widget. Qui sono visibili le maniglie per regolare le dimensioni della finestra. Il bordo viola in alto racchiude anche due pulsanti: "Annulla" e "Aggiungi"

Le parti scure saranno tagliate fuori.Ora si apre Dashboard, e il widget di nostra produzione sarà lì, in bella mostra. Sposta il cursore nell'angolo inferiore destro: c'è l'icona di una piccola "i" che premuta farà ruotare il widget per personalizzarlo. Se c'è l'audio potrai decidere se eseguirlo solo in Dashboard. Inoltre, potrai scegliere lo stile di cornice da applicare al widget. Finito.Anziché andare nella sezione di Vimeo che ospita i filmati della Casa Bianca, ti basterà premere F12 (F4 sui portatili), e attendere che il tuo widget si aggiorni, se c'è un filmato nuovo ovviamente.Attenzione però. Se lo chiudi, il widget andrà perso per sempre; ecco perché non ne vedrai l'icona nella barra dei widget, accanto a tutti quelli che sono già presenti.

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Torniamo a parlare dell'interfaccia e spostiamo l'attenzione su due icone nella barra dei preferiti. Si tratta di "Mostra preferiti" e della funzione "Top Site". Iniziamo dalla seconda.

Basta premere questo pulsante per fare la conoscenza con il sistema di Apple per tornare agevolmente ai siti più visitati.Top Sites "ricorda" le pagine Web che visitiamo più di frequente, fornendocene appunto l'anteprima. Memore che un'immagine vale più di mille parole, Apple adotta questo mezzo per aiutare l'utente a tornare in un lampo ai siti per lui più importanti e quindi più visitati.

Stai navigando, e devi aprire iCal per segnarti un appuntamento. Oppure devi aggiornare la tua Rubrica Indirizzi o aprire iChat: come ti comporti? Lanci le applicazioni, certo; però puoi farlo da ... Safari!Clicca dentro la barra degli indirizzi e digita: ical:// per lanciare il calendario; ichat:// per la chat; addressbook:// per la Rubrica Indirizzi. Funziona anche con il browser Camino e con Firefox.

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A sinistra in basso c'è un pulsante "Composizione" (forse i traduttori potevano sforzarsi di più su quel benedetto dizionario della lingua italiana). Cliccandolo, accanto ad ogni immagine appariranno una "X" (per eliminare da questa sezione, e solo da questa sezione, le anteprime dei siti. Non lo elimina dai Preferiti), e la puntina. Quest'ultima serve per specificare che l'anteprima del sito deve restare sempre nella Top Sites. Quando accanto ad un'anteprima vedi una stella blu, vuol dire che sono presenti nuovi contenuti.Dopo che avrai premuto "Composizione", avrai notato che l'altro pulsante "Cronologia" (per cercare nella cronologia di navigazione, esatto), è cambiato in "Piccolo-Media-Grande". Si riferisce alle dimensioni delle anteprime. Ricorda che possono anche essere ordinate, trascinandole.

Una volta terminate le modifiche, devi premere "Fine", in basso a sinistra. Sposta il cursore sull'anteprima del sito che vuoi visitare, e premi la barra spaziatrice per planare immediatamente su di esso. Purché tu abbia la connessione Internet, certo!Passiamo all'altro pulsante, che ci mostrerà a sinistra, tutti i Preferiti che abbiamo, organizzati in grandi cartelle tematiche. La barra è regolabile in larghezza. Per creare una nuova cartella, premi il solito pulsante "+" in basso a sinistra. L'altro pulsante vicino, crea sì una cartella ma all'interno degli stessi Preferiti; utile se vuoi organizzare i

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Preferiti dedicati a Apple dividendoli tra italiani, e stranieri (e poi raggrupparli in un'altra cartella ancora, che piazzeremo proprio nella barra a sinistra). Cartelle e Preferiti possono essere cancellati premendo il mouse finché non appare il menu contestuale che presenta la voce "Elimina". Sia le cartelle, che i singoli preferiti possono essere trascinati dove si vuole.Conosciamo ora la funzione che Apple aveva già inserito nel Finder di Leopard, e che si chiama "Cover Flow".

Anche qui, vale più un'immagine di mille parole. Safari conserva l'anteprima delle home page dei siti. Per sfogliarle basta o premere le frecce destra e sinistra sulla tastiera, oppure le frecce all'estremità della barra scura, proprio sotto le anteprime. Trovato quello che serve, una pressione sulla barra degli strumenti ci porterà su quel sito.

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Quello che ci serve non è qui? In alto c'è un campo di ricerca per trovare il sito: se lo abbiamo salvato nei preferiti, oppure è presente nella cronologia, Safari lo troverà e ce lo presenterà in un lampo. Il browser offre infatti la possibilità di cercare o nella cronologia, o in tutti (i Preferiti). La finestra è regolabile: spostando il cursore sotto la barra, dove ci sono tre sottili linee, si trasformerà in una manina. Quindi, trascina!

Parliamo di navigazione. Arrivi su un sito e inizi a cliccare, cliccare, sui link che trovi, finché non sai bene dove sei finito. E vorresti tornare a tre pagine prima, quando avevi trovato l'articolo che ti serviva. O erano sei pagine prima?Premi il tasto destro del mouse sulla barra del titolo di Safari, e conoscerai il percorso compiuto sino a quel momento.

Come dici? Che premendo il pulsante Indietro della barra degli strumenti, ottengo lo stesso risultato? Non proprio: il pulsante mi fa vedere tutta la mia sessione di navigazione, dall'inizio sino a quel momento: il titolo mostra la navigazione che ho compiuto su quel sito.

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Lo sai che il buon Safari ti permette di impersonare quasi tutti i browser che vuoi? Una bella comodità che puoi avere a portata di clic. Spostati sulla barra dei menu, quindi "Sviluppo>User Agent".

Questa funzione "trasforma" Safari in un iPhone, iPod touch, Internet Explorer o Firefox per Windows. Per quale motivo farlo?Ancora adesso capita di imbattersi in siti Web che avvisano "Il tuo browser non è supportato"; impedendo la navigazione. Grazie a Firefox la situazione nel tempo si è evoluta nella giusta direzione, nel senso che è sempre più raro imbattersi in questo genere di siti. Se purtroppo accade, ora sai che puoi tentare questa mossa, prima di usare proprio Firefox.

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Come si comporta Safari col phishing? Buona domanda; le truffe online sono purtroppo una realtà estesa. In genere arriva un'e-mail che comunica come la nostra banca, il nostro servizio Web (MobileMe di Apple per esempio), abbiano avuto dei problemi e viene richiesto di accedere al sito fornendo password e userID. Il sito su cui si plana però è fasullo, ma costruito con grande cura per ingannare l'utente frettoloso e inesperto. Un sistema per non cadere nella trappola è:

• Mai fidarsi delle e-mail di banche, Poste italiane, Istituti di credito. Anche se abbiamo dei rapporti con una di queste entità: certo. Nessuna banca, o ufficio postale o istituto di credito, invia mail per avvisare di problemi al tuo account online. Telefonano sempre a casa tua; oppure fallo tu se hai qualche dubbio, e scoprirai che non c'è alcun problema;

• Prestare la massima attenzione a comunicazioni elettroniche provenienti da (per esempio), MobileMe.

Se non lo trovi, è probabile che tu debba attivarlo. Niente di complicato: apri le Preferenze di Safari, spostati nel pannello "Avanzate". In basso nella finestra troverai una casella di spunta che dice "Mostra menu Sviluppo nella barra dei menu". Spuntala e immediatamente apparirà.

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Il servizio Web di Apple è stato purtroppo oggetto di phishing da parte di truffatori che puntavano a ottenere gli estremi della carta di credito. I casi sembra che non si siano mai verificati nel nostro Paese, ma è bene segnalarlo, perché non si sa mai.Un buon sistema per capire al volo se il sito che ci richiede dati "sensibili" è genuino, oppure se si tratti di un sito trappola, è verificare se nella barra del titolo è presente il lucchetto.

Nell'angolo destro di Safari, è presente un lucchetto a indicare che la pagina è protetta. Bada sempre che ci sia quando effettui operazioni che richiedono password e userID. La sua assenza è indice di tentativo di truffa.

Se ci viene richiesta password e userID, ma nella pagina delegata a raccogliere queste informazioni sensibili non è presente il lucchetto, si tratta di un sito truffa.

Il lucchetto non è solo un'icona, bensì di un pulsante: premendolo apparirà una finestra che spiega con dovizia di particolari il tipo di protezione presente su quella pagina. Safari, come tutti i browser più popolari, supporta le migliori forme di tutela e protezione presenti sul mercato. Questo di seguito per esempio è un certificato Extended Validition (EV

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per gli amici), che sancisce come il sito che stiamo visitando è legittimo, e non abbiamo nulla da temere.

In particolare, Safari incorpora i protocolli di sicurezza SSL 2 e 3, TLS (cioè Transport Layer Security), la codifica SSL a 40 e 128 bit e le applicazioni Java firmate.

Quindi ricorda: l'icona del lucchetto appare ogni volta che si sta per accedere ad una pagina dove dobbiamo inserire password e userID (i nostri dati sensibili insomma!). Se non la vedi, scappa a gambe levate: è un tentativo di truffa!

Scappa a gambe levate, ma segnala il sito alla Polizia postale (sito Web: http://poliziadistato.it/articolo/982-Polizia_delle_comunicazioni_l_occhio_vigile_degli_esperti). Qui è anche possibile inoltrare denunce via Web grazie ai servizi online.

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Safari integra una tecnologia anti-phising, che avvisa l'utente se sta per accedere ad un sito fraudolento. Come? In maniera rude ma efficace (vuole evitare che tu sia truffato!): blocca il caricamento della pagina che tu desideri visitare, e fa apparire un eloquente messaggio (in italiano), sulla natura del sito Web che vorresti navigare.

Se si cerca di accedere ad un sito fraudolento, Safari blocca il caricamento della pagina per avvertire l'utente del rischio che sta correndo.

Anche l'apertura delle applicazioni scaricate da Internet è sicura. Mac OS X ti avviserà con una finestra di quello che stai per fare, proponendo di mostrare la pagina Web da cui proviene l'applicazione scaricata.

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Puoi anche decidere di eliminare questo genere di avviso: in fondo se scarichi solo da VersionTracker (il sito per le applicazioni freeware, shareware e commerciali, dedicato anche al Mac), sei al sicuro. E il consiglio è di rivolgersi sempre a questo tipo di siti.

Qualche mese fa sul Forum di ItaliaMac, è apparso un sedicente utente Mac che proponeva agli altri di scaricare e testare una sua applicazione.Coloro che hanno accettato l'invito (in fondo sembrava la richiesta di un programmatore alle prime armi, bisognoso di consigli e aiuto), si sono poi trovati il disco rigido del Mac raso al suolo. I dettagli sono qui:http://www.italiamac.it/forum/showthread.php?t=333757Superfluo scrivere che ItaliaMac è stato anch'esso vittima di questo atto inqualificabile, e resta il più popolare forum dedicato alla piattaforma Mac in Italia. Quindi occhi aperti, prudenza, buonsenso prima di tutto. Non scaricare tutto quello che trovi, e rifletti prima di cliccare.

Non c'è niente di perfetto a questo mondo. Safari, e Mac OS X Snow Leopard, forniscono una serie di strumenti di prim'ordine per la protezione dell'utente quando naviga sul Web. Tuttavia devi badare a scaricare ed installare tutti gli aggiornamenti relativi alla sicurezza che Apple mette a disposizione tramite "Aggiornamento Software". Ne parlo nel capitolo "Cercare gli aggiornamenti". Inoltre, c'è un anello debole nella catena della sicurezza: tu. Se scarichi software illecito, esponi te stesso e la macchina a rischi più o meno gravi, come malfunzionamenti o crash di sistema per esempio. A quel punto, sarà inutile andare a protestare perché il Mac non è poi tanto sicuro. Se non si usa il buonsenso ci si espone solo a rischi inutili.

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Viaggi spesso? E dove vai a volte non c'è alcuna connessione Internet? Safari permette di visualizzare le pagine Web anche quando non si è online. Salvandole sul disco rigido del proprio Mac. Spostati sulla barra dei menu e scegli "Archivio>Registra col nome", e dal menu a discesa l'opzione "Archivio Web".

Come? Hai una connessione Internet lentissima, e vorresti che in certi casi Safari non ti caricasse le immagini? Basta dirglielo!Nella scheda "Aspetto" delle Preferenze del browser, togli il segno di spunta dalla voce "Visualizza le immagini quando si apre la pagina".

La barra di stato è tua amica! Non lo sapevi?

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E' la barra alla base della finestra di Safari, e ti dice non solo cosa sta facendo il browser (per esempio, quanti elementi deve ancora caricare per completare il caricamento della pagina), ma ti permette di conoscere in anticipo dove ti condurrà un link, prima di cliccarlo! Basta spostarci sopra il mouse.

Come? Non hai alcuna barra di stato? Probabilmente perché devi attivarla. Spostati nella barra dei menu su "Vista", quindi scegli "mostra Barra di stato".

Ricorda che per bloccare il caricamento di una pagina, basta spostare il mouse nella barra dell'indirizzo e premere nella parte terminale della stessa.

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I documenti PDF: li puoi leggere nella stessa finestra di Safari, una volta che hai cliccato su di essi. Inoltre, il browser incorpora alcuni comandi per facilitarti la lettura degli stessi. Ricordati di spostare il mouse nella parte inferiore della pagina per vedere comparire una serie di simpatiche icone.

Quelle con la lenti di ingrandimento permettono di ingrandire o ridurre il testo. Le altre due: la prima apre il file PDF con l'applicazione "Anteprima", che è deputata proprio alla gestione dei file PDF. La seconda scarica il documento nella cartella Download.

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Mail

Su Mac il programma per la gestione della posta elettronica si chiama Mail. Un nome semplice, per un'applicazione che nel corso del tempo è riuscita a crescere in funzioni e capacità. Ora Mail può rivaleggiare con la concorrenza, riuscendo a sfoderare funzioni più professionali rispetto a quelle (poche e troppo dedicate all'utenza domestica), che forniva agli inizi (e anche dopo, per un po').

L'icona dell'applicazione se ne sta tranquilla e beata nel Dock: un clic per lanciarla, e se hai aggiornato a Snow Leopard non hai nulla da fare.

Se non hai alcun account e ne devi creare uno ex-novo, nessun problema: sarai guidato attraverso una serie di schermate per creare gli account che desideri. Mail supporta tutti gli account possibili e immaginabili, e da questa versione offre il supporto nativo per Microsoft Exchange.

Ricapitolando. Gli account che puoi creare con Mail sono:

• MobileMe. Il servizio Web a pagamento di Apple permette tra le altre cose di avere un indirizzo mail che termina con

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[email protected].

• POP (Post Office Protocol), è il più “vecchio” e il più usato account. Come funziona? Ogni volta che il programma si collega al server, controlla se c'è della corrispondenza, quindi inizia a scaricarla tutta o in parte (a seconda delle disposizioni dellʼutente), sul tuo computer. Terminata questa operazione, il programma di posta elettronica dà ordine al server di eliminare i messaggi dal server (ma è sempre possibile decidere di conservarli). Col POP in sostanza, puoi leggere la posta solo scaricandola sul disco rigido del tuo computer. Da notare questo: se si sceglie di lasciare sul server la propria posta, e con un altro computer ti colleghi, noterai che essa risulta come non letta. Il server cioè non sa nulla della tua corrispondenza, in un certo senso non ne conserva la memoria. Eʼ il programma che risiede sul tuo Mac che si incarica di tutte le operazioni di gestione. Con lʼIMAP viceversa, le cose sono differenti.

• LʼIMAP (Internet Message Support Protocol), lavora in modo differente. Si tratta di un protocollo più recente (la sua data di nascita risale infatti al 1986), e ha dalla sua alcuni pregi indiscutibili. Possiamo affermare che se con il POP è Mail (o Entourage, o Outlook) a tener conto dei messaggi scaricati, e letti, inoltrati e così via, con lʼIMAP questi

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compiti non sono più di sua competenza; di chi allora? DellʼIMAP: questo protocollo conserva i messaggi sul server, anche se li hai scaricati con il tuo programma di posta elettronica. Pensa lui a tener traccia di quelli letti e non letti, di quelli cui hai replicato, oppure che sono stati inoltrati. Cʼè un altro vantaggio che rende lʼIMAP superiore al POP: ti puoi collegare con qualunque programma e con qualunque computer, e troverai lì ad attenderti la tua corrispondenza: proprio perché resta sempre sul server. Finché non andrai a cancellarla: i contenuti con l'IMAP, sono archiviati sul server!

• Exchange. Ora Mail offre il supporto nativo di Microsoft Exchange Server 2007. La novità forse più attesa, perché indice del salto di qualità che il sistema operativo di Apple desidera compiere. Cioè entrare nelle realtà aziendali.

Il fatto che Mail sia nel Dock non significa che la si debba usare per la gestione della posta elettronica. Come per Safari, è possibile modificare le impostazioni spostandosi nelle Preferenze di Mail (⌘-,), e quindi nella scheda "Generali". Proprio la prima voce permette di indicare quale applicazione email utilizzare di defualt (cioè pre-definito). Su Mac le alternative non mancano: la più celebre (e gratuita), è Thunderbird.

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Registrare nuovi account non è difficile. E' una procedura che richiede da parte dell'utente la conoscenza di alcuni semplici informazioni. Vediamo quali!Spostati sulla barra dei menu e scegli "Archivio>Aggiungi account".

• Il nome completo. E' quello che il destinatario leggerà quando riceverà la tua corrispondenza.

• L'indirizzo e-mail. C'è poco da spiegare qui: devi indicare il tuo indirizzo di posta elettronica.

• Password. Non è possibile copiare e incollare le password, ma è necessario digitarle a mano. Questo è l'altro elemento, assieme al nome utente, che ti permetterà di accedere alla tua posta. Se hai buona memoria, e il tuo computer viene usato anche da altri, potresti scegliere di lasciare questo campo di testo vuoto. Ogni volta che controllerai la posta però, dovrai digitarla a mano.

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Premi "Continua" e procedi. Apparirà un'altra schermata.

• Tipo account. Ne abbiamo già parlato in precedenza. Devi indicare quale sia. Se hai dei dubbi, chiedi al tuo provider.

• Descrizione. Un nome che identifichi appunto la casella di posta per distinguerla dalle altre.

• Server di posta in entrata. Qui devi inserire il nome identificativo del server in entrata, quello che si incaricherà di consegnartela bella fresca e fumante.

• Il nome utente. Non è il tuo nome completo stavolta, bensì il nome che di solito precede il simbolo @. Con la password è l'elemento che ti identifica permettendoti di accedere alla tua posta. Premi "Continua".

• Sicurezza della posta in entrata. Devi chiedere al tuo provider se supporta il protocollo di sicurezza SSL. Nel dubbio, premi "Continua".

Se hai un account GMail, l'impostazione è molto semplificata. Di fatto una volta inserito l'indirizzo e la password, ci penserà l'applicazione a recuperare il resto delle informazioni relative al server di entrata e di uscita. Idem se hai un account MobileMe.

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• Server di posta in uscita. Detto anche SMTP, è il server che spedisce la corrispondenza. Anche qui, devi essere tu a conoscerlo. Se spunti l'opzione "Utilizza solo questo server" imponi all'applicazione di usare appunto quel server, e basta. "Usa autenticazione" è il sistema per impedire a chiunque di inviare posta. La pressione del tasto "Invio" farà comparire una piccola finestra dove inserire due elementi. Vale a dire la password e il nome utente, che sono i medesimi già inseriti all'inizio della configurazione dell'account. Senza di essi non sarà spedito niente.

• Sicurezza della posta in uscita. E' la sorella di "Sicurezza della posta in entrata". Quindi vale quello già scritto in quella occasione.

• Riepilogo Account. Siamo al capolinea. Metti il segno di spunta all'opzione "Connetti account" e premi "Crea".

Ora avrai terminato la procedura di creazione del tuo account. Se desideri crearne altri, puoi anche aprire le Preferenze di Mail, e scegliere in pannello "Account". Dovrai rifare l'operazione appena descritta. Nel primo caso, ricorda che devi premere il pulsante in basso a sinistra "+", nel secondo sarai accolto già dalla schermata per l'inserimento delle informazioni.

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L'altro pulsante "-" elimina l'account, quindi la relativa casella di posta, e (ovviamente), i messaggi in essa racchiusi.

Possiamo dare un'occhiata alle Preferenze dell'applicazione prima di procedere. Il pannello Account nella sezione di sinistra presenterà l'elenco dei vari account registrati. Per ciascuno di essi, tre schede: Informazioni account; Regole caselle e Avanzate.

La prima ricapitola le informazioni di ogni account. La seconda indica a Mail come comportarsi con la posta spazzatura, con quella eliminata, con le bozze e le note.

Se possiedi un account IMAP noterai in questa scheda qualcosa in più. Questo protocollo infatti, ti permette di conservare sul server anche le bozze delle e-mail che stai per inviare. Lo stesso accade anche con la scheda seguente, quella chiamata "Avanzate", che adesso affronterò.

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"Avanzate" offre tra le altre cose, la possibilità di decidere cosa fare degli allegati (se scaricarli oppure no, se scaricare solo quelli di una certa "taglia"); di disabilitare l'account (la posta quindi non sarà più scaricata o inviata: ma l'account non sarà eliminato). Le Preferenze di Mail sono varie, interessanti, e meritano un po' tutte una visita. La prima scheda "Generale" fissa alcuni "comportamenti" dell'applicazione: se usare Mail come programma predefinito (di questo ho già parlato). Quando controllare la presenza di nuova posta. I suoni; a quali cartelle limitare la ricerca della posta. Dove scaricare gli allegati e cosa farne dopo. Nulla di difficile.

Se userai Mail per i feed RSS, spostati nella scheda corrispondente delle Preferenze (cioè RSS), e dal menu a discesa scegli il nome dell'applicazione di posta elettronica di Apple. Quando ti imbatterai in un sito o blog che merita di essere seguito, clicca o l'icona grigia RSS presente nella

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barra dell'indirizzo di Safari. Oppure premi l'icona arancione che rappresenta i feed RSS sui blog.

C'è un altro modo: "Archivio>Aggiungi feed RSS". Dalla barra dei menu. Nella finestra che apparirà, mettiamo il segno di spunta accanto all'opzione "Mostra in entrata", per far sì che i feed RSS siano trattati come messaggi e-mail. Il destino dei feed RSS, dopo che li avrai letti, potrai deciderlo nel pannello apposito "RSS" nelle Preferenze.

Un clic sul link "Maggiori Informazioni" aprirà il browser per permetterci di leggere il resto della notizia

Per eliminare i feed, una volta letti, basta selezionarli e premere il pulsante "Elimina" nella barra degli strumenti di Mail. O premere su di essi il tasto destro del mouse e

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attendere la comparsa del menu contestuale. Quindi scegliere la voce "Elimina".

A proposito di eliminare: la posta spazzatura (altrimenti detta spam), è il flagello di chi naviga in Internet. Ecco una buona notizia: il filtro di posta indesiderata di Mail è molto efficiente. Però attenzione: deve essere istruito da te. Nelle Preferenze dell'applicazione c'è un pannello dedicato. Prima devi abilitare il filtro, poi premi il pulsante radio "Contrassegna come indesiderata, ma lascia nella posta in arrivo". Per quale ragione?

Mail deve imparare a distinguere cosa sia spam, e cosa

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invece rappresenti posta legittima. Quindi per i primi tempi (diciamo dieci giorni?), dovrai verificare con cura cosa combina Mail. L'applicazione contrassegnerà con un titolo colorato i messaggi che reputa spam, e presenterà anche una scritta: "Mail reputa che questo messaggio sia posta indesiderata". Se è in errore, basterà premere il pulsante accanto "Accettata". Così imparerà a considerare quel tipo di messaggi, legittimo. Al programma è invece sfuggito qualcosa? Allora evidenzia il messaggio reo di spam, quindi premi il pulsante "Indesiderata" presente nella finestra, o nella barra degli strumenti "Messaggio>Segnala>come indesiderata" (scorciatoia da tastiera: ⇧-⌘-J).

Dopo il periodo di rodaggio (starà a te decidere quanto durerà), torna nelle Preferenze, e in "Indesiderata" premi il pulsante radio "Spostala nella casella di posta indesiderata". Questo non significa che potrai ignorare il lavoro di Mail; è sempre bene verificare il contenuto di questa casella,

Mail non considera messaggi spam tutta la corrispondenza i cui destinatari sono nella tua Rubrica Indirizzi; e tutte le persone cui hai almeno inoltrato la posta, o a cui hai risposto. Per conoscere i destinatari precedenti, è sufficiente spostarsi nella barra dei menu di Mail e scegliere "Finestra>Destinatari precedenti". Qui è presente l'elenco di tutti i tuoi destinatari; se lo vuoi, basta selezionarne uno, o più di uno, e poi premere il pulsante "Rimuovi dall'elenco" per liberartene. Ricorda inoltre che il pannello "Indesiderata" ti offre l'opportunità di non esentare più dal filtro anti-spam i destinatari precedenti, o i mittenti presenti nella tua Rubrica Indirizzi.

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perché l'applicazione a volte può commettere degli errori. In questo caso, come abbiamo già visto prima, basterà premere il pulsante "Accettata", sempre presente accanto al titolo del messaggio.

Ricorda di spuntare, in questo pannello, l'opzione "Accetta le intestazioni di posta indesiderata configurate dal mio ISP". Significa che Mail "ascolterà" il tuo provider Internet, che spesso già fornisce un efficace sistema antispam, e quindi tu avrai un'ulteriore barriera contro la posta spazzatura.

Adesso ti propongo di saltare il pannello "Font e colori", e spostarci subito a quello "Vista". Perché qui c'è qualcosa che può aiutarti a difenderti meglio dallo spam. Si tratta dell'opzione: "Mostra immagini remote nei messaggi HTML". Ti consiglio di eliminare il segno di spunta, in caso ci fosse. Perché?

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Mail supporta l'HTML nei messaggi di posta elettronica. Questo ti permette di avere tutti quegli eleganti comunicati stampa, o quelle mail coi titoli colorati, perfettamente formattati. C'è solo un piccolo problema. Una cosa che si nasconde proprio nelle immagini, e che risponde al nome di Web bug. E' lui il motivo che dovrebbe indurti a guardare con diffidenza allʼe-mail in HTML. Vediamo di che cosa si tratta.

Ricevi un'e-mail, composta da testo e immagini; il primo viene scaricato subito, mentre per le seconde il programma di posta elettronica chiede al server di scaricarle. Ecco il punto: le immagini contengono un codice (di cui tu ovviamente ignori lʼesistenza), e quando si inizia a scaricarle il codice avvisa il mittente (lo spammer), che il messaggio è stato scaricato e letto (ma non solo: si può anche conoscere lʼora esatta del download del messaggio, su quale macchina è stato letto...), e che quellʼindirizzo è attivo. Quindi costui può pianificare altri invii...

E' una tecnica che non viene usata solo dagli spammer, questo è bene sottolinearlo: molti siti che non si possono certo definire truffaldini, la usano abitualmente.Togliendo il segno di spunta, le immagini e con esse il piccolo codice, resterà sul server. Non servirà a fermare l'opera degli spammers, è vero; ma almeno renderai loro la vita meno semplice.

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Se viceversa l'e-mail che ricevi è legittima, e contiene immagini, accanto avrai il pulsante "Carica immagini", e una scritta che recita: "Il messaggio ha immagini non caricate". Premi il primo, e voilà.La scheda "Vista" offre anche altre funzioni interessanti, su cui non mi soffermo troppo perché sono abbastanza intuitive. Poi ne abbiamo altre due che spiccano per interesse: "Firme" e "Regole". Vediamole di conoscerle meglio.

La prima offre la possibilità di creare un breve testo che "chiude" il proprio messaggio di posta elettronica. Se lavori in un'azienda, amerai far sapere ai tuoi interlocutori il ruolo che ricopri, il tuo recapito telefonico e di chat. Qui lo potrai fare. Per crearne una basterà scegliere l'indirizzo di posta elettronica che vuoi associare alla tua firma.

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La finestra a sinistra presenta l'elenco degli account che possiedi. Ne selezioni uno, poi premi il celeberrimo tasto "+" e dai alla tua firma un nome per distinguerla dalle altre (Firma n°2 non è granché, vero?). Nella finestra ancora accanto comparirà il tuo indirizzo di posta, ma potrai cancellarlo, o integrarlo come meglio desideri. Ricorda solo questo: non esagerare con la lunghezza; una firma deve essere discreta e racchiudere informazioni utili, quindi per cortesia evita di celebrarti. Rischieresti solo di apparire ridicolo.Se hai più di una firma per un account, Mail ti offre la possibilità di sceglierla in ordine sequenziale, o casuale. Il menu a discesa accanto a "Scegli la firma" ha questo scopo.Quando scrivi un messaggio, e possiedi diversi account, dovrai decidere da quale account di posta elettronica vorrai inviare la mail, e scegliere se allegarle una firma, oppure no.

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Sì: Mail ti permetterà anche di non allegare alcuna firma in calce al tuo messaggio. Un menu a discesa chiamato "Firma" (visibile solo se hai creato almeno una firma), ti elencherà nella finestra principale di Mail quelle disponibili per quell'account, oppure di non inserirla affatto.

Se hai necessità di avere più firme per uno stesso account, nessun problema! Basterà scegliere quello che ha bisogno di differenti firme, e ... crearle!

E le Regole? Sono un utile strumento per piazzare un certo tipo di corrispondenza dentro cartelle specifiche (che devi creare tu, si capisce).

Probabilmente, sei iscritto ad una certa mailing-list, o a più di una. Intervieni spesso in un forum perché ne sei uno dei moderatori, e desideri tenere d'occhio l'evoluzione di certi argomenti per evitare degenerazioni. Molto bene: le regole permettono questo genere di cose (e non solo queste!). Prima di proseguire: rifletti qualche minuto su cosa vuoi realizzare. Le regole possono essere sempre modificate, anche cancellate, certo. Ma è bene avere le idee chiare su quello che vuoi. Per caso desideri sistemare certe e-mail di una mailing list in una specifica casella? O creare una nuova

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regola contro uno spammer particolarmente odioso? Spendi perciò due minuti a pensare: e poi inizia!

Premendo il primo pulsante "Aggiungi", dovrai dare un nome alla regola, e poi spiegare a Mail cosa fare quando arriva una certa mail. In pratica la finestra è divisa in due sezioni: la prima fissa le condizioni per far sì che la regola si allerti. La seconda serve per spiegare a Mail come deve comportarsi con questa regola. Ma vediamo la faccenda nel dettaglio.

Assegna un nome alla tua nuova regola nel campo di testo chiamato Descrizione. Sotto di esso hai una serie di menu a comparsa che adesso andremo ad analizzare senza troppa fretta, uno per uno.

Il primo già offre due condizioni:

• Se si verifica una qualsiasi delle (condizioni seguenti);

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• Se si verificano tutte le (condizioni seguenti).

Che cosa significa tutto questo? Semplice. Nel primo caso è sufficiente che si verifichi anche una sola delle condizioni che andrai ad indicare, perché Mail agisca prontamente. Per esempio: se arriva un messaggio di posta elettronica da tua moglie, o figlia, o da tuo figlio, il messaggio sarà spostato in una determinata casella di posta (che magari chiamerai “Famiglia”). Nel secondo caso Mail si comporterà in un certo modo solo se in un messaggio in entrata troverà tutti i criteri da te indicati. Esempio: se il mittente è parte del gruppo che guida il sito ilMac.net, e se nellʼoggetto è racchiusa la parola “Aggiornamento”, allora Mail deve agire in un certo modo. I pulsanti che racchiudono i segni aritmetici + e - permettono di aggiungere, o eliminare condizioni.

Nella parte bassa della finestra possiamo invece indicare cosa deve fare il programma ogni volta che certi criteri si verificano. Sconsiglio di ricorrere allʼazione “Elimina messaggio”, per una ragione forse banale ma che scriverò comunque. Elimina sul serio il messaggio, e a quel punto non sarai più in grado di recuperarlo. Questo è il genere di operazione che farai bene a eseguire solo tu, ma a mano.

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Lʼapplicazione delle regole segue uno schema che forse sembrerà ovvio, ma è saggio perdere un poʼ di tempo e ribadirlo. Mail quando riceve un messaggio, controlla se incontra i criteri della prima regola, poi della seconda, poi della terza e così via. Quindi decide le azioni da eseguire (spostarlo in una certa casella, emettere un suono, colorare il testo di un certo colore e così via). Se una certa regola prevede la cancellazione di un messaggio (cosa che io poche righe fa ho sconsigliato), non saranno neppure prese in considerazione le eventuali regole seguenti. Sarà cancellato e basta; anche se quel messaggio mostra delle condizioni che però nella gerarchia delle regole da te stabilite, sono in fondo. Spesso il cattivo funzionamento di una regola è dovuto ad un ordine di applicazione delle stesse errato. Occorre solo modificarle perché tutto torni a funzionare per il meglio.

Una volta terminato il giro panoramico nelle Preferenze, passiamo a vedere come l'applicazione lavora.

Se crei una regola osservane bene il funzionamento nei giorni seguenti. Quanti? Non so darti una risposta, spiacente, poiché dipende da quanta posta ricevi ogni giorno. Di certo non puoi e non devi tralasciare di verificare come la regola lavora, ed eventualmente modificarla o cancellarla addirittura per riscriverne una nuova di zecca.

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Impostati gli account, delegheremo a Mail quando controllare l'arrivo di nuova corrispondenza, e anche il modo per segnalarla (Ti ricordi? Devi andare in "Preferenze>Generale"). Nulla ci vieta di eseguire questa operazione a mano. L'icona "Ricevi" nella barra degli strumenti è lì apposta. La finestra dell'applicazione è semplice da comprendere: una colonna sulla sinistra, mentre al centro il pannello è suddiviso in due parti. Quella superiore mostra l'anteprima dei messaggi, quella inferiore li elenca.

I separatori che vedi non sono fissi, ma si possono allargare o restringere.

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Quello che divide l'anteprima dei messaggi dai messaggi, con un doppio clic "precipita" nella parte inferiore della finestra. Un altro doppio clic e lo riporta nella posizione precedente.

Se vuoi, puoi semplicemente trascinarlo. Sei curioso di vedere cosa combina Mail, se cioè scarica o è in difficoltà? Basta spostarsi nella barra dei menu e scegliere "Finestra>Attività" (scorciatoia da tastiera: ⌘-0), per sapere cosa succede. Nella parte inferiore della finestra, ci sono alcuni simboli, e uno di questi, cliccato, farà apparire un box per tenere d'occhio l'attività dell'applicazione.

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La ruota dentata che si scorge in questa parte della finestra merita una visita. Seleziona una casella, quindi premi la ruota per avere accesso a una serie di opzioni. Per esempio ottenere informazioni sul tuo account, disattivarlo, o modificarlo.

Nella colonna sinistra, accanto ai nomi relativi agli account che possiedi, Mail farà apparire delle piccole icone durante il download dei messaggi. La ruota dentata che gira su se stessa indica che sta lavorando senza problemi (cioè contatta i server per verificare se c'è della corrispondenza da scaricare). Il numero accanto all'account segnala quanti messaggi sono presenti, e ancora da leggere. Anche l'icona di Mail nel Dock, mostra il numero dei messaggi ricevuti.

Se trovi una specie di saetta accanto all'account, significa che non sei in linea.

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Questa colonna richiede qualche spiegazione in più, non solo per quello che contiene, ma per quello che potrebbe contenere. Non solo qui sono presenti i tuoi account (spesso celati da dei triangolini: basta cliccarli per espanderli e vedere cosa c'è dentro). Ma ci sono altre icone con cui fare amicizia. Vediamo velocemente chi occupa questa colonna:

• Cestino. Ricorda che sistemare qualcosa nel cestino (sia quello presente in Mail, che quello nel Dock), non cancella nulla. Per eliminarne il contenuto potrai affidarti a Mail stesso, che permette di eliminare la posta nel cestino di ogni account in maniera differente l'uno dall'altro. Basta scegliere "Preferenze>Account", poi evidenzia l'account dalla lista a sinistra della finestra, quindi spostati nella scheda "Regole casella" e osserva l'ultima voce "Cestino". Qui ti sarà consentito decidere se e quando svuotare il cestino. Il bello è che potrai decidere di applicare regole diverse per ciascun account.

• Indesiderata. Non è detto che tutta la spam sia davvero tale: quindi Mail crea una casella apposita il cui svuotamento può essere effettuato o a mano (un clic sull'icona "Elimina" nella barra degli strumenti). Oppure "programmato" per mezzo delle Preferenze. Basta seguire quanto ho scritto a proposito del cestino: nella scheda "Regole casella" c'è una voce dedicata anche alla posta

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indesiderata. Bada a questo: "Elimina" non cancella lo spam, ma si limita a spostarlo nel cestino. Poi, potrai svuotarlo automaticamente nel modo che ho spiegato prima, oppure selezionando tutte le email di spam e premendo il pulsante "Elimina".

• Sul mio Mac. E' la cartella che racchiude in locale la tua corrispondenza. Ricorda che se hai un account IMAP, Mail ti offrirà la possibilità di creare una cartella sul Mac (in locale quindi), invece di spostarti sul server. Ma i contenuti di un account IMAP saranno sempre conservati sul server, e in copia sul tuo Mac.

• RSS. Che cosa siano, lo abbiamo già visto. Come fare per rendere Mail il lettore predefinito di feed RSS, anche.

• Promemoria. E' da Leopard che Mail offre la possibilità di creare note o attività. Sia le une che le altre trovano ospitalità proprio qui.

Aggiungere caselle, feed RSS o caselle Smart lo si può fare premendo il segno "+" alla base della colonna sinistra.

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Altrimenti è possibile rivolgersi alla barra dei menu ma: per i feed RSS "Archivio>Aggiungi feed RSS". Per le caselle (sia normali che Smart) "Casella>Nuova casella" o "Casella>Nuova casella smart".E' il momento di spiegare lo scopo delle caselle Smart (cioè intelligenti).

Se svolgi una ricerca tra la tua corrispondenza per rintracciare un certo argomento, o mittente, imposterai dei criteri per ottenere un certo risultato, anziché un altro. Però le ricerche si svolgono sulle email ricevute, a cui molto spesso se ne aggiungono ovviamente di nuove ogni giorno, perché quell'argomento riguarda un lavoro in divenire. Che fare? Spostare manualmente certe mail in una casella creata appositamente, ogni volta che ce ne viene recapitata una nuova? Si può fare, certo, ma è noioso. L'alternativa sono le caselle Smart. Le caselle Smart si aggiornano da sé: tu le crei (cioè dai loro un nome, poi imposti le condizioni e le azioni che devono compiere), e te ne puoi dimenticare. Perché ci penseranno loro ad aggiornare il proprio contenuto ogni volta che arriverà un'email rispondente ai requisiti da te impostati. E che puoi modificare in qualunque momento.Se devi tenere d'occhio le email di un determinato destinatario, e una priorità legata allo stesso, la casella Smart creata (e magari chiamata Massima Allerta), provvederà ad aggiornarsi da sé. Al suo interno troverai

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l'intera cronologia dei messaggi di quel destinatario, o progetto di lavoro, ordinata, e senza dover diventare matto a spostarla o contrassegnarla in maniera particolare. Oppure puoi crearne una per catalogare tutte le ricevute di acquisto che effettui su iTunes Store (oltre a stamparle, non si sa mai!), o sui vari siti di commercio elettronico.

La tua centrale di comando sarà la barra degli strumenti, che potrai personalizzare secondo i tuoi gusti. Come? "Vista>Personalizza barra strumenti" dalla solita barra dei menu. Il procedimento è il medesimo che abbiamo già visto con Safari (e con tutte le applicazioni Apple). Trascina l'icona sulla barra e rilasciala perché ne diventi parte. Per eliminarla toglila dalla barra, e rilasciala perché scompaia.

Qualunque messaggio di posta elettronica può essere contrassegnato. O piazzi nella barra degli strumenti l'icona apposta, oppure "Messaggio>Segnala>Con contrassegno", ovviamente dalla barra dei menu. Oppure il solito banale clic del pulsante destro del mouse sul messaggio e dal menu contestuale scegli "Segnala>Con contrassegno".Altra ovvietà: i messaggi possono essere spostati o tramite trascinamento (da una casella all'altra, o dalla posta in entrata all'interno di una casella dedicata), o clic del mouse su un'email e quindi "Sposta in". Qui troverai la lista di tutte le caselle dove potrai piazzare il messaggio ricevuto.

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Scrivere un'email non richiede alcuna spiegazione, ma comunque desidero illustrare alcuni aspetti.Quando digiti un indirizzo email e questo è di una persona con cui hai già avuto uno scambio di corrispondenza, Mail si premura di autocompletarlo, o di fornirti un elenco a discesa nel caso di iniziali simili. Non tutti amano l'email in HTML, arrenditi all'evidenza! Spostandoti in "Preferenze>Composizione" puoi scegliere quale formato avrà il tuo messaggio: RTF o solo testo.

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Desideri inviare un allegato? Trascinalo nel campo dell'email che stai scrivendo, oppure usa l'apposito comando "Allega" nella barra degli strumenti. Se il tuo destinatario è un utente Windows puoi decidere di spuntare l'opzione "Invia allegati compatibili con Windows". Quando il tuo allegato è un'immagine, Mail ti permette di deciderne le dimensioni per non intasare la linea del tuo destinatario (che magari usa ancora un modem per collegarsi a Internet!). Nella barra di stato che comparirà dopo aver allegato l'immagine al messaggio, ci sarà un menu a discesa per scegliere appunto le dimensioni dell'immagine.

Ricevi un'email con tanto di allegato? Puoi darci un'occhiata senza aprirlo: sposta il mouse su di esso e

Ricorda che gli allegati in Mac OS X possono essere facilmente compressi per renderli più leggeri. Senza spendere un Euro: ci pensa il Finder! Basta cliccare col pulsante destro del mouse sulla cartella da comprimere e scegliere dal menu contestuale la voce "Comprimi" (seguita dal nome della cartella). Voilà. Per aprire un file .zip: doppio clic ed è fatta!

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premi il tasto destro del mouse. Dal menu contestuale scegli la voce "Occhiata rapida all'allegato": comodo, vero?Se vuoi rimuovere l'allegato e conservare solo l'email: barra dei menu "Messaggio>rimuovi allegati".

Hai scritto un'email (clic su "Nuovo messaggio" nella barra strumenti). Se non vuoi spedire l'email in quel momento, nessun problema: puoi salvarla come bozza e spedirla più tardi. Anche qui c'è pronto un pulsante apposito (se non è visibile nella barra degli strumenti, potrai inserircelo come ho già spiegato in precedenza), oppure premi il pulsante rosso come se volessi chiudere la finestra. Ne comparirà un'altra che ti proporrà di registrare l'email: così avrai una bozza su cui lavorare più tardi. E ricorda: Mail ha cura di salvare un'email se dopo un certo periodo di tempo si accorge che non l'hai spedita. In

Non essere timido! Inserisci nell'oggetto, l'argomento che tratti nell'email. Prima di tutto, dai una mano al destinatario a capire che cosa vuoi. Poi, lasciarlo vuoto significa correre anche il rischio che il sistema antispam, per non sapere né leggere né scrivere, lo consideri appunto spazzatura. Infine Mail quando si accorge che stai per inviare qualcosa senza oggetto, fa comparire una finestra chiedendoti proprio se vuoi spedire l'email in quella maniera. Lo vedi, siamo in tanti a chiedertelo, quindi fallo!E già che ci siamo: mai scrivere tutto maiuscolo. Tu credi di attirare l'attenzione (magari perché l'argomento è urgente). Invece attiri solo odio. Io ho preso la buona abitudine di cestinare i messaggi scritti in maiuscolo, senza nemmeno leggerli...

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maniera discreta, senza dirti nulla, provvederà a registrarla come bozza.

Alcuni si chiedono come fare per usare l'opzione CCN (Copia Carbone Nascosta), in Mail: ma basta attivarla! O ti sposti nella barra degli strumenti e quindi opti per "Vista" per inserirla; oppure nella finestra che usi per scrivere vedrai un'icona poco intuitiva, sulla sinistra. Ecco, lei permette proprio di attivare questa funzione.

Non sono entusiasta dei modelli. Comunque Apple ha fatto questa scelta, e sono lì, nella barra, pronti per essere usati. Un clic per mostrarli (sono divisi per categoria), un altro clic per scegliere quello preferito.

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Puoi trascinarci sopra le tue immagini (usa allora l'altro pulsante accanto "Browser foto"), che conservi in PhotoBooth, iPhoto o anche Aperture. Con due clic appare lo strumento per modificarle. Il testo, già presente, basta evidenziarlo e poi scriverci al suo posto quello che desideri.

E quando si riceve la posta? Nulla di difficile. Quello che si riceve, Mail lo piazza nella casella Entrata, nella colonna sinistra. Come già detto in precedenza, accanto a ogni account ci sarà il numero di mail ricevute e da leggere. Un semplice clic su di esso e si ottiene la lista delle mail appena sfornate; quelle non lette sono segnalate da un pallino azzurro. Basta cliccarne una per poter leggerne il contenuto nella parte inferiore della finestra. A quel punto si può replicare, inoltrare, eliminare o spostare; tutte funzioni presenti con le loro belle icone nella barra degli strumenti (oppure, aggiungi quello che ti serve di più!).

Quando replichi o inoltri qualcosa, scorgerai accanto all'email delle frecce: dritta (segnala l'inoltro), ricurva (la

Esatto: Mail incorpora una funzione che permette di controllare l'ortografia mentre scrivi. La trovi invadente? Allora ricorri a Preferenze>Composizione e dal piccolo menu a discesa presente scegli "Mai". Altrimenti potrai anche essere meno intransigente, e far sì che Mail dia un'occhiata alla tua ortografia prima di inviare l'email.

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replica). In realtà si tratta di pulsanti: cliccali, e sarai portato direttamente sulla replica o l'inoltro!

Cosa sono i thread? E' una funzione che permette all'utente di organizzare le email secondo l'argomento. Se non l'hai già attivata, procedi così: barra dei menu "Vista>Organizza in thread". Non ti resterà che attendere la corrispondenza.

Ogni volta che ricevi più messaggi con lo stesso oggetto, Mail provvederà a segnalarli con un colore di tua scelta.Vai su "Preferenze>Vista" e nella parte inferiore della scheda troverai "Thread del messaggio".

Qui potrai scegliere il colore con cui contrassegnare i messaggi col medesimo oggetto.

Inserire un indirizzo email nella Rubrica Indirizzi è molto facile. Basta premere il mouse sull'indirizzo del mittente per avere un menu a discesa. Tra le varie voci, c'è anche "Aggiungi a Rubrica Indirizzi" (e non solo quello, come potrai vedere!). Altra particolarità di Mail (poco amata a dire il vero). Se il testo del messaggio racchiude una data, un numero di telefono, oppure un giorno della settimana, basterà "accostare" ad esso il puntatore del mouse, e apparirà una sorta di perimetro tratteggiato, con tanto di triangolino nero. Un clic ed ecco un menu a discesa con diverse opzioni. Se si tratta di un numero di telefono si offrirà di aprire la Rubrica Indirizzi e salvarlo lì, se invece si tratta di un evento, l'applicazione lanciata sarà iCal.

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Alcune semplici regole per capirne il funzionamento. I thread sono raggruppati per oggetto ovviamente, ma probabilmente tu all'inizio ne vedrai solo l'intestazione, e un triangolino nero accanto. Cliccandolo li espanderai e potrai esplorare tutti i messaggi compresi. Cliccando su uno di essi potrai leggerne l'intero contenuto.Possono essere inoltrati cliccando sull'intestazione, e poi premendo il pulsante "Inoltra" potrai spedirli a terzi. Si possono spostare nelle caselle che si desidera, trascinandoli per l'intestazione. Possono anche essere contratti o espansi scegliendo dalla barra dei menu "Vista>espandi tutti i thread" o "Vista>Contrai tutti i thread".

Note e attività sono tornate in Snow Leopard più belle e semplici che mai. Iniziamo dalle prime. Quando c'è bisogno di ricordare cose da fare, appuntamenti e così via, Mail integra la funzione delle note. In genere la loro icona è presente nella barra degli strumenti. Basta cliccare e immediatamente appare una nuova finestra

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davanti a quella del programma di posta elettronica. Quindi, si digita. La nota può essere salvata cliccando su "Fine", oppure inviata come messaggio email. Come tale è in grado di incorporare allegati. Da non sottovalutare il fatto che le note si sincronizzano con quelle dell'iPhone, oppure se si possiede un account MobileMe, anche con esse. Non male, vero?

La funzione Attività. Cioè le cose da fare, esatto. La loro utilità aumenta in maniera considerevole se si possiede un account MobileMe, perché in questa maniera saranno accessibile sempre e comunque. Sarà sufficiente possedere una connessione Internet e un dispositivo (come l'iPhone), per accedervi.

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iChat

Col nome di iChat ci si riferisce all'applicazione con cui è possibile effettuare non solo sessioni di messaggistica istantanea (chat, appunto), ma anche videoconferenze (purché il Mac abbia la web-cam, certo!).

L'icona dell'applicazione risiede nel Dock, e una volta lanciata occorrerà configurarla a dovere per far sì che possa essere utilizzata come meglio crediamo. Per scambiare messaggi di testo, solo audio (anche in questo caso, ricorda che devi disporre di un microfono, o integrato oppure dovrai acquistarlo), o appunto videoconferenze.

Questa applicazione permette di effettuare chat, e non solo, con chi ha un account MobileMe, Jabber, Google Talk o AIM (AOL Instant Messenger). Ovviamente anche tu devi possedere uno di questi account!Chiariamo velocemente alcuni punti.

MobileMe è il servizio a pagamento di Apple, che permette anche di creare un account da usare per effettuare chat. AIM è invece un servizio gratuito che del grande provider statunitense, cui tutti possono iscriversi.

Poi esiste Google Talk, che però si basa di fatto su Jabber.E Jabber che cos'è? Un protocollo Open Source, che "scavalca" quelli attualmente in uso, in genere proprietari, e più famosi (come MSN Messenger, Yahoo!, ICQ), permettendo a chiunque di chattare con tutti. Da non dimenticare infine che iChat permette pure di usare la rete Bonjour; in questo caso non ci si collega affatto a

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Internet, bensì ad una rete aziendale per comunicare con i colleghi (che usano il Mac), senza alcuna difficoltà. Ovviamente si può restare collegati a tutte le reti contemporaneamente, e fare in modo che le varie chat siano riunite in un'unica finestra.

Quando lanci la prima volta iChat, comparirà la solita schermata di benvenuto, con tanto di nota esplicativa su che cosa sia. Premi "Continua" e passa alla fase successiva.Qui troverai ad attenderti una finestra con un menu a discesa ("Tipo account"), per scegliere appunto l'account. Sì, è meglio averne già uno per sveltire la faccenda.

Ricordo solo che Mac.com è il vecchio nome di MobileMe. Cosa fare per avere un account gratuito? Il più semplice

L'account AIM è gratuito, ma per sottoscriverlo occorre recarsi sul sito AOL (una volta Netscape: https://new.aol.com/freeaolweb/?promocode=825324&ncid=txtlnkuswebr00000044), e sottoscrivere quello che si chiama "Screen Name". Oltre all'account avrai diritto ad altri servizi quali un indirizzo di posta elettronica.

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è quello di Google. Ci si sposta sull'home page di Google (www.google.it), si preme il link in alto a destra "Accedi" e nella finestra successiva premi l'altro link "Crea un account ora". Adesso non sto qui a spiegarti quello che accadrà, ma alla fine avrai oltre ad un indirizzo [email protected], anche l'account per la chat. E un mucchio di altre cose.

Sì, puoi avere anche un account MobileMe gratis, ma solo per 60 giorni, poi occorre pagare (79,00 Euro l'anno). I servizi aggiuntivi saranno quindi disattivati, ma l'account resterà. Basta premere il pulsante "Ottieni un account iChat" (nell'immagine precedente lo si vede, un po' nascosto ma c'è!), e se hai una connessione Internet attiva, ti colleghi ai server Apple dove potrai iscriverti al servizio, e avere il tuo account. Di Jabber devi possedere un account, e poi impostare i parametri che ti saranno richiesti via via che procedi attraverso la configurazione. L'operazione è rapida, e se hai un account MobileMe, potrai criptare le chat audio, video e testo, purché l'interlocutore abbia anch'esso un account iChat.

Una volta richiesta questa funzione, occorrerà attendere perché si possa iniziare ad usarla.

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Quando sarà disponibile, la finestra di iChat presenterà in alto a destra un lucchetto per ricordare che le conversazioni sono sottoposte a crittografia.L'ultima finestra presenterà un pulsante "Fine" e a quel punto potrai iniziare a usare il programma.Prima di scaraventarsi a usare i programmi, guarda cosa contengono le Preferenze (⌘-,).

Nel primo pannello "Generali", si può scegliere di usare un'altra applicazione per la chat, invece di questa. Molti preferiscono per esempio Adium (sito Web: http://

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adium.im/). O in quale cartella sistemare i documenti che ci vengono inviati. Nel pannello "Account", puoi creare altri account.

Esatto, basta premere il pulsante "+" per aggiungerne uno, e "-" per eliminare quelli presenti. Premuto il tasto per crearne uno nuovo, ritroveremo la finestra già incontrata la prima volta quando abbiamo impostato il primo account.

Abbiamo tre schede in questa finestra: "Informazioni account", "Sicurezza" e "Impostazioni server". La prima ci permette tra l'altro di attivare (o disattivare), l'account selezionato nella colonna di sinistra.

La seconda offre la possibilità di attivare la crittografia (lo riscrivo: solo per account MobileMe), e scegliere il livello di privacy, per esempio bloccando delle persone con cui non vogliamo più avere contatti in chat. Oppure, permettendo a un gruppo scelto di individui (di cui conosciamo l'account), di vederci."Impostazioni server" è quello che dice: impostazioni server.

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Il pannello "Messaggi" viene utilizzato per intervenire sul tipo di font e la loro dimensione, sul colore dei fumetti nella chat di testo, ma c'è anche un'altra opzione interessante.

Vale a dire quella che permette di salvare le chat in una cartella apposita ("Registra le chat in"), e di raggruppare in una sola finestra le chat. Per impostazione predefinita la cartella iChats è conservata in quella chiamata "Documenti", nel Dock di Mac OS X.Inoltre, se si sta svolgendo un certo lavoro, non si può certo stare sempre lì a guardare se parlano di noi i nostri amici di chat. Ci viene in aiuto l'opzione "Controlla la presenza del mio nome nei messaggi in arrivo". Così se qualcuno parla di noi, lo sapremo.Gli altri due pannelli "Avvisi" e "Audio e video" non richiedono troppe spiegazioni. A questo punto credo sia opportuno esplorare da una parte l'uso basico di iChat (basico perché è un'applicazione semplice, sul serio!), dall'altro spendere qualche parola su alcune funzioni un poco "spinte".

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Una volta che si è terminato la procedura di configurazione, si lancia iChat. Se occorrono contatti per iniziare a chattare, bisogna procurarseli (ma se hai aggiornato da Leopard a Snow Leopard, sarà tutto nella finestra dell'applicazione). Ricorda che se possiedi già degli "amici di chat", il loro elenco è conservato sui server, in modo da averli sempre a portata di mano, da qualunque computer tu ti colleghi.

Brevemente. La finestra in alto offre la possibilità di inserire una piccola immagine che ci raffiguri (sostituibile). L'icona verde accanto (che raffigura una web-cam), fa il paio con quella in basso nella finestra, e cliccata darà il via ad una videoconferenza. Se non la vedi spostati sulla barra dei menu di iChat e scegli la voce "Video". Ci sono una serie di voci, tra le quali "Microfono attivo", "Videocamera attiva" e "Condivisione schermo". Basta mettere un segno di spunta accanto a ciascuna, e immediatamente segnaleremo agli altri contatti la nostra disponibilità a chat audio e/o video."Stato connessione" offre poi un menu a discesa che ci indica alcune informazioni sulle funzioni dell'applicazione, e sullo stato del network.

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E' possibile segnalare agli altri contatti il nostro stato (in riunione, al telefono, disponibile, eccetera), ma anche qui un semplice clic sulla scritta ci permetterà di aggiungere ulteriori voci.

iChat sfodera anche l'opzione "Invisibile"; è una delle voci predefinite per il proprio stato. Gli altri non ci vedranno, ma noi vedremo tutti i nostri contatti.

La finestra in basso racchiude quattro pulsanti che premuti inizieranno o una chat testuale, o solo audio, una videoconferenza o ancora la condivisione dello schermo. Non sono attivi sino a quando non selezioniamo un contatto nel nostro elenco; solo a questo punto diventeranno cliccabili.

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Il pulsante all'estrema sinistra aggiunge i nuovi contatti o i gruppi.

Quando deciderai di effettuare chat, la finestra si riempirà di icone identificative (all'estrema destra) di ciascuno dei tuoi amici. Accanto, sarà presente un'altra icona che segnalerà se costui (o costei), sono in grado di ricevere anche chat audio o video (o se vogliono riceverle!). Proprio accanto al nome del contatto, ecco sia il suo stato, che il suo nome (o nickname che sia). L'applicazione ha cura anche di suddividere i contatti presenti, in due gruppi: quelli in linea e quelli non in linea, fornendocene anche il numero.

Due clic sul contatto (se disponibile: ricordo solo che se non lo è, vale a dire c'è il pallino rosso, potrebbe essere indelicato insistere, soprattutto se con costui non abbiamo una certa confidenza o amicizia!), e si può iniziare una chat di solo testo. Se invece desideriamo una chat video o audio, si deve selezionare il contatto e premere il pulsante o del telefono o della web-cam.

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Il nostro interlocutore vedrà comparire sullo schermo del suo Mac una piccola finestra con cui gli sarà chiesto se vuole unirsi alla chat, o respingere l'invito. Per il resto, non credo occorra spiegare come agire.

Da non dimenticare come iChat permette di condividere con altri il proprio schermo (e viceversa: gli altri possono condividere con noi il loro schermo).

Nulla di complicato: basta selezionare il contatto con cui si vuole condividere lo schermo, e poi scegliere dalla barra dei menu "Contatti> Condividi il mio schermo".

Se vogliamo prendere il controllo dello schermo di un collega sempre dal menu "Contatti" opteremo invece per "Chiedi di condividere lo schermo remoto". Il risultato è nell'immagine qui sotto.

Le chat video sono golose di banda, quindi il primo requisito è avere una connessione Web Adsl. E in iChat il limite di banda è per impostazione predefinita su "nessuno". Allora, apri le Preferenze dell'applicazione, vai sul pannello "Audio e Video" e dal menu a discesa "Limite ampiezza banda" scegliere la velocità di trasmissione. Tenendo conto ovviamente della propria Adsl!

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Nell'angolo in basso a destra il proprio computer, in primo piano la scrivania della persona con cui si condivide lo schermo.

Prima di iniziare, si riceverà (o si invierà a secondo dei casi), un invito. Qui è bene chiarire un aspetto: dal momento che la condivisione dello schermo non si limita solo a questo, ma permette di prendere il controllo del computer, bada a quello che fai. Se ricevi in chat una tale richiesta da sconosciuti o da persone con cui hai una frequentazione recente, evita di concedere loro un tale privilegio.

Lo riscrivo: la condivisione dello schermo consegna il tuo Mac nelle mani di un'altra persona. Con tutti i rischi che ne possono derivare.

Altra funzione interessante è iChat Theater.

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Se devi presentare ad altri un progetto (la presentazione di una star-up per esempio), un filmato in QuickTime oppure una libreria di iPhoto, agisci così.Per prima cosa devi spostarti nella barra dei menu dell'applicazione e scegliere "Archivio> Condividi un documento con iChat Theater" oppure (se si tratta di foto), "Condividi iPhoto con iChat Theater". Si apre una finestra per individuare il file da condividere, presente sul disco rigido del tuo Mac.

A questo punto seleziona e clicca sull'icona della web-cam presente accanto al nome del tuo contatto. Una volta che questi accetterà, il documento occuperà il centro dello schermo, mentre il nostro contatto si troverà in un angolo.

Ancora un paio di cose. La prima: se trascini un file su un nome di un contatto di iChat, l'applicazione ti chiederà come deve comportarsi. Se cioè condividere il file con iChat Theater, oppure limitarsi ad inviarlo. Sì: è possibile avviare questa funzione in qualsiasi momento, anche mentre si sta facendo una chat del tutto normale. L'unico requisito è che il nostro interlocutore possieda una web-cam.

La seconda: iChat permette l'invio di file anche pesanti, che a volte i programmi di posta elettronica non sono in grado di gestire. Basta trascinare sul nome del contatto (se si hanno in quel momento diverse persone con cui si sta svolgendo una conversazione), o sulla finestra dell'applicazione il nostro file.

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Se invece desideriamo condividerlo con tutti i partecipanti di una chat: "Contatti>Invia documento". Sarà recapitato a tutti.

L'Autore dell'ebook è forse diventato ricchissimo, e ha acquistato un attico con panorama sulla Torre Eiffel? Ma no! E' uno degli effetti video di iChat: premi sulla barra dei menu Video>Mostra effetti video, e ne vedrai altri. Potrai anche aggiungerne di tuoi!

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Spotlight!

Spotlight è l'applicazione di Apple che si occupa dell'indicizzazione del tuo disco rigido. Tutto quello che crei o modifichi (cartelle o semplici file che siano), viene istantaneamente annotato da Spotlight. Senza minimamente rallentare il lavoro che svolgi. A essere precisi, occorre tuttavia ricordare che dopo avere aggiornato a Snow Leopard, se tu hai gettato lo sguardo in alto a destra, avrai di certo notato l'attività proprio di Spotlight. L'applicazione ricrea l'indice che poi ti permetterà di trovare quello che ti serve in un batter d'occhio.

Per prima cosa, occorre rimarcare che è sempre attivo e disponibile, qualunque sia lʼapplicazione in primo piano. Eʼ sufficiente premere i pulsanti ⌘-barra spaziatrice per accedere al campo di ricerca di Spotlight e introdurre i termini della nostra ricerca.

Cosa può trovare Spotlight? Tutto. Preferiti di Safari e la sua cronologia, documenti .doc e PDF, messaggi e-mail (non solo di Mail, ma anche di Entourage di Microsoft), files musicali, nomi della Rubrica Indirizzi,

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filmati e immagini, applicazioni, e molto altro. Ovviamente tanta capacità può essere anche imbrigliata o limitata da voi, attraverso le Preferenze del programma. Per accedere a quelle di Spotlight, basta aprire le Preferenze di Sistema, e scegliere appunto Spotlight. La finestra che si apre permette di escludere gli elementi che si desiderano dalle ricerche del motore di ricerca di Snow Leopard. Come? Togliendo il segno di spunta accanto al nome della categoria. Da notare che è anche possibile trascinare le categorie per far sì che cambi lʼordine di apparizione dei risultati.

In basso come vedi anche l'opzione per scegliere l'abbreviazione da tastiera per "evocare" proprio Spotlight. Non solo.

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Se premi la scheda “Privacy” potrai indicare a Spotlight tutti gli elementi (cartelle, ma anche dischi rigidi esterni), che non devono essere indicizzati. E lui obbedirà. Basta premere il segno “+” e scegliere cosa tenere distante da Spotlight.

Ma vediamo come funziona Spotlight.Eʼ sufficiente inserire poche lettere di una parola (per esempio “Utility Disco”), perché Spotlight si metta allʼopera. Egli mostrerà un elenco completo di tutte le ricorrenze di quella parola, qualunque sia il “luogo” dove essa si trovi. Se desideri sapere quale posizione occupi nel disco rigido un certo elemento scovato da Spotlight, posiziona su di lui il mouse, e attendi. Comparirà il percorso al termine del quale si trova il vostro amato file.

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Per muoversi tra i numerosi file che appaiono nella lista, basta ricorrere alle frecce presenti sulla tastiera. Spotlight non solo elenca quello che trova, ma li suddivide per categorie: nel nostro esempio “Il migliore”, "Definizione", "Applicazioni", "Documenti", "Cartelle", "Documenti PDF", "Pagine Web".

Puoi accedere alle Preferenze di Spotlight anche da qui: osserva l'ultima voce. La prima voce “Mostra tutto”, apre una finestra del Finder dove sono elencati tutti i risultati della ricerca.

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Non finiscono qui le possibilità di Spotlight; vediamo allora cosʼaltro riesce ad offrire. Come i motori di ricerca (Google o Bing), anche Spotlight offre pieno supporto agli operatori booleani. “Ohibò”, starai pensando, “e che roba è?”. Innanzitutto te li presento: si tratta di AND, OR e NOT. Sono degli strumenti che permettono di organizzare secondo un certo criterio i risultati di una ricerca. Per capire meglio come lavorano (e quindi: come usarli al meglio nelle nostre ricerche sul Mac), facciamo un esempio.

Innanzitutto, Spotlight usa sempre lʼoperatore booleano AND per tutte le ricerche che effettui (cioè: è lʼoperatore di default, predefinito quindi). Quando inserisci due termini nel campo di ricerca, esse saranno cercati entrambi in tutti i documenti presenti sul tuo disco rigido. Se desideri trovare “lupo siberiano”, Spotlight cercherà tutto quello che racchiude sia “lupo” che “siberiano”. Proprio perché di default usa lʼoperatore booleano AND, che in

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pratica vuol dire: “Per cortesia, scovami tutto quello che racchiude lupo AND siberiano”.

I risultati cambiano un poco se ad esempio usi le virgolette: “lupo siberiano”. In questo caso infatti, ordini di cercare esattamente i termini in questione: lupo siberiano, e ti saranno forniti i documenti che li contengono entrambi, e non solo tutti i documenti in cui uno o l'altro ricorrono. Ma Spotlight per nostra fortuna permette di ricorrere anche agli altri due operatori booleani: OR e NOT. Come si usano? Ancora una volta con le frasi (ovviamente), e permettono di restringere notevolmente lʼambito di ricerca. Un esempio pratico. Se inserisco: “Born to Run” NOT live nel campo di ricerca, Spotlight mi proporrà la versione in studio della celebre canzone di Bruce Springsteen, escludendo quindi quelle dal vivo. Se viceversa cerco: “.doc” OR docx la ricerca mi fornirà i file con lʼestensione .doc o quelli .docx.

Non è ancora finita: Spotlight è davvero una delle caratteristiche più interessanti di Snow Leopard, e se imparerai ad usarlo bene, non potrai farne più a meno. Devi lanciare unʼapplicazione? Fallo fare a Spotlight! Basta digitare nel campo di ricerca le iniziali del programma che intendi lanciare, attendere che Spotlight lo individui, premere Invio, e immediatamente il programma si lancerà.

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Quanto fa 12512 * 62? Chiedilo a Spotlight! Basta inserire qualunque numero nel campo di ricerca, premere invio e avere il risultato dellʼoperazione matematica. Il tutto senza dover lanciare lʼapplicazione Calcolatrice! Il segno della divisione è questo: /. Quello della moltiplicazione lo sai già forse: *. Ehi: non chiedermi di mostrarti quelli della sottrazione e addizione, o ti tolgo il saluto!

Spotlight funziona bene: è sufficiente iniziare a usarlo per comprendere quanto esso sia potente e facile da usare. Se vuoi aiutarlo a servirti meglio, puoi aggiungere ad ogni nuovo file (non importa se sia immagine, filmato o testo), qualche informazione supplementare in grado di rendere le sue ricerche più complete. Come?

Evidenzia il file in questione e premi il tasto destro del mouse. Dal menu contestuale che apparirà scegli la voce “Ottieni informazioni”. (Ma puoi usare la scorciatoia ⌘-I). La prima sezione di questa finestra contiene una parte

Per saperne di più su come sfruttare davvero tutta la potenza di Spotlight, fai così. Nel Finder, clicca sulla barra dei menu alla voce "Aiuto" e inserisci "Eseguire una ricerca per metadati o booleana", quindi premi il tasto "Invio". Lì troverai altre dritte per usare al meglio Spotlight.

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chiamata “Commenti Spotlight”. Lì potrai digitare qualche informazione supplementare come per esempio (se si tratta di foto): Estate 2008, oppure Liguria 2008.

Non è necessario salvare nulla perché ciò che inserirai resterà allʼinterno di questa finestra.

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Configurare Time Machine

Time Machine è una delle soluzioni di backup più intelligenti disponibili. Richiede pochi minuti per essere configurata e poi te ne dimenticherai. Si tratta dell'applicazione di Apple per il backup dei dati, su un supporto esterno (un altro disco rigido). Se non ne hai già uno, procuratelo, quindi collegalo al Mac. Time Machine apparirà per chiederti se quel disco deve essere utilizzato per il backup. A quel punto decidi cosa fare.

Dai un'occhiata al Dock dove c'è l'icona dell'applicazione. Premila, e si aprirà la finestra apposita.

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La casella di spunta in basso ti permetterà di inserire una piccola icona dell'applicazione nella barra dei menu. Un sistema comodo per avere l'applicazione a portata di clic.

La schermata seguente invita a selezionare il disco (oppure i dischi, in caso ve ne siano più di uno), di backup, o a configurare l'eventuale Time Capsule.

Da notare che l'applicazione non prende neppure in considerazione quello di avvio del Mac, e giustamente. Il backup si deve fare solo un supporti esterni.

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A questo punto l'applicazione si preparerà per il backup; nella finestra infatti sarà segnalato quanto manca all'avvio del salvataggio dei dati. Accanto al tempo che scorre, nei pressi della scritta "Backup successivo", c'è anche una piccola croce che premuta, arresterà il conto alla rovescia.

Sei sicuro di voler salvare tutto? Time Machine permette di scartare cartelle e file dall'operazione di backup. Prima di mostrarti come fare, ricorda questo: la prima volta l'operazione di backup prenderà molto tempo, quindi non avere fretta alcuna.

Se vuoi escludere qualcosa dal backup, premi il pulsante "Opzioni" presente nella finestra precedente. Scenderà una nuova finestra.

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Qui è sufficiente premere il pulsante "+" per indicare cosa escludere dal backup. Se in futuro deciderai di tornare sui tuoi passi, basterà tornare qui e premere il pulsante "-" corrispondente all'elemento che vorrai d'ora in avanti includere nel processo di salvaguardia. Ci sono poi due opzioni da spuntare, e su cui non mi soffermo perché è evidente il loro fine.Cosa accade premendo il tasto "+"? Questo.

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Compare una finestra che permette di navigare all'interno del nostro disco rigido per scegliere cosa scartare, e cosa salvaguardare. Per esempio, non è detto che tutte le applicazioni presenti nella cartella omonima meritino questo trattamento. Così come quella denominata "Download" che probabilmente contiene un mucchio di roba scaricata, scompattata, e poi abbandonata al suo destino. Insomma, prima di lasciare il campo all'applicazione puoi prenderti qualche minuto per scegliere gli elementi da salvare.

Una volta espletate queste operazioni, non resta che lasciar fare a Time Machine. Come ho già accennato in precedenza, il primo backup sarà piuttosto lungo, mentre quelli successivi ben più rapidi. Questo perché

Se per la gestione della posta elettronica usi Entourage 2008 di Microsoft, ricorda di escludere l'applicazione dal backup con Time Machine. Il programma di gestione della posta elettronica targato Microsoft, immagazzina ogni cosa in un unico file, un database monolitico che ha almeno un grosso difetto. Ogni email ricevuta o inviata lo modifica e col tempo tende ad assumere delle dimensioni davvero notevoli. Per Time Machine questo comporta un lavoraccio: deve ricopiarlo interamente, con un allungamento dei tempi di backup notevoli. La soluzione (consigliata dalla stessa Microsoft, come si può leggere a questo indirizzo: http://blogs.msdn.com/macmojo/archive/2007/12/12/it-s-about-the-data.aspx): usare altri metodi di backup. La situazione dovrebbe finalmente cambiare con la prossima versione di Office per Mac, che vedrà l'addio a Entourage e il rientro di Outlook. Il database da escludere si trova qui: Disco rigido>nomeutente>Documenti>Dati Utente Microsoft>Identità di Office 2008>Identità principale. Per "nome utente" si intende l'icona con la casetta.

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l'applicazione in seguito al primo, effettua backup "incrementali". Significa che si limita a ricopiare gli elementi nuovi o modificati, tralasciando tutti gli altri.Mentre i backup sono effettuati, tu puoi continuare a svolgere il tuo lavoro, poiché Time Machine è stata realizzata per non interferire mai con le normali attività lavorative, o ludiche, che svolgi. Prima o poi, dovrai ricorrere a lei per recuperare qualche importante file che per distrazione hai cancellato. Nessun problema, ora vedremo velocemente come procedere.

Vai nella barra dei menu e scegli "Entra in Time Machine", oppure fai clic sull'icona presente nel Dock. Il desktop scompare per lasciare spazio all'ambiente di Time Machine.

Al centro ci sono le finestre, ciascuna delle quali si riferisce ad un archivio preciso. A destra la timeline (o linea

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temporale), che segnala i backup effettuati nei giorni, nelle ore o nelle settimane precedenti. Cliccando su ciascuna delle linee, ti sposterai esattamente a quel giorno. Un altro modo per navigare velocemente tra gli archivi è premere sulle frecce a destra in basso: avanti o indietro.In basso abbiamo a sinistra il tasto “Annulla”; premendolo possiamo uscire da Time Machine, ma lo stesso risultato lo si ottiene cliccando il pulsante rosso presente su ognuna delle finestre in primo piano.Al centro abbiamo quello che indica il giorno cui si riferisce la finestra di backup in primo piano. A destra infine il pulsante “Ripristina” che avremo modo di usare tra poco.

Non ricordi dove sia lʼelemento di cui hai bisogno? C'è Spotlight, disponibile anche allʼinterno di Time Machine. La barra degli strumenti di ciascuna finestra presenta il campo di ricerca che ti serve. Inserisci il nome del file, e lascia fare a Spotlight. Costui al termine della ricerca, ti presenterà una serie di file simili, e tu non saprai bene quale scegliere: nessun problema. Sempre nella barra degli strumenti, avrai notato un pulsante con al suo interno un occhio: si tratta della funzione “Quick Look” (o Visualizzazione rapida). Quick Look offre la possibilità di osservare “dentro” al documento selezionato, per vedere se si tratta di quello che stavamo cercando. Tutto questo senza lanciare lʼapplicazione che lo ha creato: una bella comodità, non cʼè che dire!

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Sì, vale sia per le applicazioni, che per i file (come i PDF, per esempio).Scovato quello che devi recuperare, non resta che selezionarlo e premere il pulsante “Ripristina”. Time Machine riporterà nella sua posizione originale lʼelemento recuperato.

Ma esiste un sistema per ricondurlo in una posizione differente? Certo: prima di premere “Ripristina” sposta la tua attenzione sulla barra degli strumenti della finestra in primo piano, in particolare sul pulsante con lʼingranaggio al suo interno e chiamato “Azione”.

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Premilo e scegli dal menu che comparirà la voce “Ripristina su...”. Comparirà una nuova finestra grazie alla quale potrai o creare ex-novo una cartella, oppure scegliere il luogo in cui ripristinare quello che stai recuperando. Se sai dove si trovava il file o la cartella che devi recuperare, potrai evitare di rivolgerti a Spotlight, e ti affiderai piuttosto alla memoria. La procedura è identica a quello che abbiamo appena visto: scorri la timeline (o linea temporale), sino al giorno del backup che contiene quello che ti serve. Individualo, dagli unʼocchiata con Quick Look (o Visualizzazione rapida in italiano), e avuta la conferma, recuperatelo. Il tutto in semplicità e sicurezza: una bella comodità, vero?

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QuickTime 10

Con QuickTime Apple si è sempre comportata in maniera stramba. Nel senso che su tutti i Mac era presente l'applicazione, ma monca delle sue funzioni più interessanti. Permetteva infatti di vedere i filmati e poco altro. La versione 10 che adesso si trova all'interno di Mac OS X Snow Leopard permette molto di più. Per fortuna. E ci aggiungerei anche un "Era ora".

L'applicazione si trova dentro la cartella che raccoglie tutti i programmi del sistema operativo. Una volta lanciata, non vedrai nulla, nel senso che non apparirà nessuna finestra. Osserva allora la barra dei menu. Esatto, lì ci sono le novità. O meglio, nel menu "Documento".

Adesso è possibile registrare (ma anche modificare e condividere), filmati, audio e lo schermo. Tutto questo con estrema facilità.Basta premere "Nuova registrazione filmato" per vedere QuickTime 10 mettersi all'opera per aiutarci a creare il nostro filmato amatoriale.

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La finestra "Registrazione Filmato" contiene una serie di semplici comandi, racchiusi in un controller nero. Questo può essere spostato, ma non uscirà dalla finestra di registrazione, e non sarà ripreso nel corso della ripresa. Ci sono al suo interno alcuni comandi: quelli del volume, per avviare o arrestare la registrazione, e per passare alla modalità a tutto schermo (esatto, le due frecce).

La freccia bianca con la punta rivolta verso il basso fornisce altre indicazioni utili. La scelta della qualità della registrazione; dove sarà salvato il filmato (nella cartella che li raggruppa di default, o altrove). Il microfono e il tipo di videocamera.

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Premuto il tasto rosso (ehi, ricordati di impostare il volume!), si inizia a registrare. Un altro clic sullo stesso tasto ne arresterà il procedimento di registrazione. A questo punto possiamo evocare l'Inspector, che ci svelerà qualcosa di più sulle caratteristiche del nostro filmato. Basta premere ⌘+I, oppure spostarsi nella barra dei menu e scegliere "Finestra>Mostra inspector filmato".

Il filmato attende il suo destino: finire per esempio su YouTube, o nella galleria MobileMe, o in iTunes (e poi migrare sul tuo iPhone o iPod Touch). Lo possiamo vedere nella seguente immagine. Infatti adesso è comparsa una nuova icona: una freccia che fuoriesce da un quadrato!

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Ma come si può vedere c'è anche una voce: "Taglia". Può infatti succedere che il filmato debba essere ridotto nella sua lunghezza, e adesso QuickTime permette anche questo. Una volta scelto questo comando, comparirà alla base del filmato una lunga striscia che racchiude i fotogrammi. Alle estremità della striscia la cornice è regolabile!

Trascinandola in un senso o nell'altro metteremo in ombra i fotogrammi, mentre quelli "illuminati" saranno non saranno tagliati. Premi "Estrai" e avrai quella porzione di filmato salvata. Poi, ne farai quello che vuoi!

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Se devi creare delle guide per dimostrare le funzioni di un certo software, la funzione "Registrazione schermo" ti può essere di aiuto. Scegli l'opzione dalla barra dei menu, e ti apparirà il controller nero. Probabilmente vorrai anche registrare l'audio: allora clicca sulla freccia bianca, e attiva il microfono (oltre ad alzare il volume), oppure il tuo piccolo tutorial sarà muto!Quindi premi il pulsante per procedere, e apparirà una finestra per chiederti di confermare quello che stai per fare.

Nella barra dei menu sarà presente il pulsante per interrompere in ogni istante il processo di registrazione.

Una volta terminata la registrazione potremo condividerla anche in questo caso tramite YouTube, MobileMe o iTunes, oppure modificare la durata del filmato.

La registrazione audio presenta ancora il controller nero che abbiamo imparato a conoscere già. Segnalo che al termine

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dell'operazione, tutto sarà salvato ancora nella cartella "Filmati" di Mac OS X.

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Cercare gli aggiornamenti

Dopo che avrai iniziato a fare amicizia con il nuovo ambiente di lavoro, è tempo di dare un'occhiata all'eventuale disponibilità di aggiornamenti. Sia da parte di Apple che dei produttori di software di terze parti che tu utilizzi abitualmente.

Apple ha un pannello apposito racchiuso nelle Preferenze di Sistema, che infatti si chiama proprio "Aggiornamento Software". Se possiedi la connessione ad Internet attiva, lancialo e attendi di vedere se c'è già qualcosa di disponibile. Prima di proseguire: Aggiornamento Software è un'applicazione flessibile, perché permette all'utente di decidere come effettuare gli aggiornamenti. Se a mano, oppure impostando un intervallo di tempo in cui il sistema, se la connessione a Internet è disponibile, si collegherà ai server di Cupertino, e scaricherà quello che è disponibile.L'aggiornamento manuale non ha bisogno di molte spiegazioni: l'utente, quando ha tempo o voglia, preme il pulsante apposito (Verifica aggiornamenti), e cerca eventuali upgrade. La parte inferiore della finestra permette invece di scegliere di verificare la presenza di nuovo software in maniera automatica. Si mette il segno di spunta e dal piccolo menu a

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discesa è possibile indicare quando cercare gli aggiornamenti. Snow Leopard ha tre opzioni: quotidiana, settimanale e mensile. Un'altra casella di spunta è presente nella parte bassa della scheda; utile per scaricare aggiornamenti in modo automatico.

Mettendo un segno di spunta, il sistema scaricherà, ma prima di installare ci avviserà, chiedendoci il permesso di portare a termine l'operazione.

Qui è presente anche un'altra scheda che offre la possibilità

Ricorda questo: Mac OS X non fa nulla di nascosto, o alle tue spalle, né tanto meno si sogna di installare programmi di testa sua. Tutto quello che fa, lo fa perché tu gli dai il consenso. Scrivo questo perché molti immaginano il computer quasi come un essere capace di prendere decisioni, e non è raro trovare in certi forum utenti che affermano: perché agisce così il mio Mac? La risposta? Perché tu gli hai detto di comportarsi in questo modo. Il sistema operativo non installa nulla senza il tuo consenso, mai.

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di verificare gli aggiornamenti installati sulla propria macchina.

Bisogna scaricare e installare tutto? No. Se un certo software non lo usiamo e l'applicazione ci segnala un aggiornamento, basterà selezionarlo e poi spostarsi nella barra dei menu per scegliere "Ignora aggiornamento".

Apparirà quindi una finestra:

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Basterà premere "OK" e le ulteriori notifiche di aggiornamento legate a quella applicazione non saranno segnalate. Se in futuro cambierai idea, spostarti nella barra dei menu e scegli "Aggiornamento Software", la voce "Reinizializza gli aggiornamenti ignorati".

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Bene: ma per aggiornare le applicazioni non Apple? Qui ci stiamo infilando in una giungla, perché ogni azienda agisce secondo criteri del tutto personali. Microsoft per esempio, col suo Office 2008 per Mac, si affida ad un'applicazione apposita per scaricare e installare i vari aggiornamenti. Anche qui, è possibile decidere se effettuarli a mano, oppure programmare il software affinché, in presenza di una connessione Internet, si colleghi ai server di Redmond e scarichi quando c'è qualcosa di disponibile.

Microsoft AutoUpdate è l'applicazione per il controllo degli aggiornamenti di Office per Mac

Tutti gli altri software (spesso frutto del lavoro di sviluppatori indipendenti), sarai tu a occupartene. Firefox per fare un esempio, piazza la funzione relativa agli aggiornamenti sotto la voce "Aiuto" nella barra dei menu. Se invece desideri delegare questo compito all'applicazione, devi spostarti nelle "Preferenze" del programma e scegliere il pannello "Avanzate". Camino viceversa, che pure usa lo stesso motore di rendering di Firefox, piazza la funzione di

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controllo degli aggiornamenti sotto la voce "Camino", sempre nella barra dei menu. L'auto-aggiornamento è disponibile nelle Preferenze anche in questo caso, ma nel pannello "Generale".Ricorda questo.

Quando all'inizio ho scritto che occorre tempo per l'aggiornamento al nuovo sistema operativo, mi riferisco anche a questo aspetto. Se lavori con certe applicazioni che per te sono cruciali, prima del grande passo spendi un po' del tuo tempo a cercare sul sito del produttore eventuali aggiornamenti da scaricare per garantirne la compatibilità. Dai un'occhiata ai forum appositi per verificare che non vi siano clamorosi malfunzionamenti che potrebbero pregiudicare il tuo lavoro.

Sempre meglio essere prudenti, non è vero?

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I nomi del nuovo

Abbiamo accennato ad alcune tecnologie integrate in Mac OS X Snow Leopard. Non sei obbligato a conoscerle a menadito; lʼessenziale è che ti permettano di lavorare (o divertirti), con profitto. Ci sono, lavorano in maniera discreta, e ora qui di seguito ne parlerò molto brevemente.

Grand Central Dispatch

Eʼ un insieme di tecnologie che permette alle applicazioni "muscolose" (per capirci al volo: quelle per l'editing audio o video o modellazione 3D), di trarre i massimi benefici dalle macchine con processori multicore.

Come? Sono già in circolazione da un poʼ?

Giusta osservazione: ma il fatto che vi siano non vuol dire affatto che le applicazioni presenti sul mercato, siano capaci di sfruttare il vantaggio derivato dalla potenza di più processori. Gli sviluppatori non amano affatto dover spendere tempo (leggi: denaro), per creare software per i processori multicore: è un lavoraccio. Semplificando moltissimo: è necessario "fare a fettine" i processi di un

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programma in esecuzione, affinché i diversi core e processori possano portarli a termine in maniera simultanea. Non è esattamente un tipo di lavoro leggero; e le cose sono destinate a procedere in questa maniera poiché i produttori di processori stanno seguendo la strada dei processori multi-core con enorme convinzione. Li avremo molto presto anche su macchine "domestiche", mentre quelle professionali ne faranno un uso ancora più spinto.

Sino a pochi anni fa Intel era la paladina convinta dei GHz; poi è venuta l'età della ragione, e si è capito che questa strada non conduceva davvero molto lontano. Troppi problemi da risolvere, come per esempio il calore sviluppato dai processori. Per questo si è in un certo senso "tirato il freno a mano", e i GHz non sono più stati l'unico parametro per giudicare le prestazioni di una macchina. Anzi, dal punto di vista proprio dei GHz, i computer di oggi presentano una velocità di clock sostanzialmente identica a quella di due/tre anni fa. Ormai sono i core, e il loro numero, ad aumentare. Ma ho scritto prima che produrre applicazioni per sfruttare questo genere di potenza non è una passeggiata. Come se ne esce? Ma con Grand Central Dispatch!

Queste tecnologie (incluse in Xcode, l'ambiente di sviluppo

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compreso in ogni Mac), provvederanno ad assegnare i processi dell'applicazione ai core disponibili. Per le software house e lo stesso sviluppatore vuol dire ottenere con facilità quello che prima si doveva conseguire con fatica.Questo alla lunga (nel senso che occorre del tempo perché le software house si decidano a "sposare" la linea di Apple), si traduce in prestazioni ben superiori a quelle cui siamo abituati. Applicazioni quali Final Cut Studio, o lo stesso Photoshop, miglioreranno in maniera netta le loro prestazioni, garantendo all'utente professionista un flusso di lavoro più rapido. Chi possiede un Mac Pro 8-core potrà vedere la propria macchina sfoderare una potenza a dir poco invidiabile. Ma attenzione: i software devono essere riscritti perché l'utente ne tragga davvero i massimi benefici. Se questo non avverrà, l'incremento delle prestazioni sarà di fatto poco convincente. OpenCL

Sta per Open Computing Language, ed è uno standard aperto che fa riferimento al Kronos Group (http://www.khronos.org/opencl/). Si tratta di una tecnologia sviluppata da Apple in collaborazione con altre aziende (quali ATI, Intel, AMD), che mette le applicazioni nella condizione di usare la potenza di calcolo delle GPU. Questo

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acronimo sta per Graphics Processing Unit, ed è il processore della scheda grafica. Per quale motivo si è deciso di sfruttare le GPU?

Se giochi a titoli come World of Warcraft o Call of Duty, saprai bene come la scheda grafica sia un elemento fondamentale per un'esperienza di gioco appagante. Questo elemento del computer è diventato via via sempre più potente, ma era usato completamente solo quando l'utente iniziava una sessione di gioco (oppure lavorava nel campo del 3D). Cosa accadeva alla potenza di calcolo della scheda grafica quando non si giocava? Semplice: passava il tempo al bar con gli amici. Per mettere fine a questa scandalosa condotta, si è deciso di impiegare la sua potenza anche per altri processi che non fossero i videogiochi. Non appena gli sviluppatori scriveranno applicazioni sfruttando OpenCL, per l'utente ci saranno dei benefici tangibili.

Anche qui però è necessario attendere; Apple in primo luogo. Alcuni dei software della società di Cupertino (per esempio Aperture), sono quelli che dovrebbero trarre il massimo beneficio dall'OpenCL (e da Grand Central Dispatch, certo). Ma è necessario che la società di Cupertino le aggiorni. Altre, come per esempio QuickTime 10, saranno già pronte per trarre il massimo dei benefici da

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questa tecnologia. I codec H264 che si occupano (come dice il nome), di compressione e decompressione video presenteranno ad esempio, migliori prestazioni.

E le applicazioni come Photoshop o quelle dedicate alla modellazione 3D? Come ho scritto poco prima, e già ribadito quando ho parlato brevemente di Grand Central Dispatch, occorre attendere. L'acquisto e l'installazione di Snow Leopard non renderà l'applicazione di modellazione 3D una scheggia, ma dovrà essere invece la software house ad aggiornarla.

Preoccupato per la scheda grafica del tuo iMac Intel un po' vecchiotto? Non hai alcuna ragione per esserlo. OpenCL è "intelligente", e riconosce la scheda grafica che il Mac monta, regolandosi di conseguenza. Non c'è alcun rischio che si bruci, si inchiodi o smetta di funzionare.

64 Bit

Qui occorre fare un poco di chiarezza; e per questo il discorso che sto per fare prende le mosse da lontano.La notizia importante è che Snow Leopard gestisce completamente la tecnologia a 64 bit (che tra lʼaltro era già disponibile nei “vecchi” processori PowerPC denominati G5). Non è proprio una novità, penserà qualcuno.

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Vero. Tiger già era in grado di combinare qualcosa al riguardo, ma il suo supporto dell'architettura a 64 bit era abbastanza limitato. Leopard ha fatto di meglio perché alcune librerie supportavano già i 64 bit: Java, Cocoa, Quartz, OpenGL (da non confondere con OpenCL).

Cosa vuol dire tutto questo? Significa macchine e sistema operativo in grado di gestire senza battere ciglio quantitativi di RAM impensabili sino a qualche tempo fa. Qualcosa come 16 exabyte di memoria teorici, come Apple ci fa sapere: vale a dire 16 miliardi di gigabyte. Ma questi numeri forse non impressionano più di tanto, oppure sono duri da comprendere. Per capirci meglio, ricordiamo allora che un computer "mastica" dati, e l'opera di masticazione viene delegata al processore. La sua architettura ci dice quanti dati sia in grado di masticare: a 32 bit oppure a 64. Appare evidente che l'architettura a 64 bit permette di svolgere più velocemente le operazioni, oltre a gestirne in numero ben maggiore. Al giorno d'oggi applicazioni per l'editing audio, o video, pretendono masticazioni di prim'ordine, e in futuro sarà sempre più facile lavorare con dati sempre più grandi, che per essere trattati a dovere, vorranno al proprio fianco

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macchine in grado di montare quantitativi di RAM sino a qualche anno fa impensabili.

Poi è apparsa la notizia che in realtà Snow Leopard si avvia ancora a 32 bit di default; non è che Apple ha cambiato idea. Più semplicemente, a Cupertino si sono resi conto che i driver di molto hardware di terze parti (come stampanti per esempio), non sarebbe stato compatibile con i 64 bit. E piuttosto che rischiare di trovarsi di fronte a degli utenti inferociti perché la loro vecchia Epson non gira più, si è fatta questa scelta. Al momento in cui scrivo (ottobre 2009), le uniche macchine che si avviano in modalità 64 bit sono gli Xserve 2008 e 2009. Tutte le altre viceversa, sono a 32 bit, ma perfettamente capaci di avviarsi a 64!

Questo ci permette di capire alcune cose: la prima, Snow Leopard è in grado di gestire sia i 32 che i 64 bit. Non è necessario acquistare due tipi differenti di sistema operativo: una bella comodità.La seconda: è probabile che presto grazie ad un aggiornamento, Apple renderà a 64 bit il sistema operativo, non appena le software house di terze parti si saranno adeguate. Se desideri provare l'ebbrezza dei 64 bit, nessuno te lo proibisce. Sarà sufficiente verificare il firmware della tua macchina. Lancia l'applicazione "Terminale" (nella cartella

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"Utility", dentro quella "Applicazioni"), e quindi digita questo comando:

Se la risposta a questo comando sarà:

EFI32spiacente, la tua macchina ha un firmware a 32 bit. Se invece scorgi:

EFI64esulta, perché la tua macchina è stata prescelta! La seconda mossa è riavviare il tuo Mac, e durante l'avvio premere i pulsanti "6" e "4" (senza virgolette).

Se tutto questo è per te troppo complicato, sappi che esiste un'utility che si incarica di svolgere queste operazioni al posto tuo. Sì, controlla il firmware, ti permette di scegliere se avviare il tuo Mac a 32 o 64 bit, e anche altre cosette. Si chiama "Startup Mode Selector" (sito Web: http://www.ahatfullofsky.comuv.com/English/Programs/SMS/SMS.html), ed è pure gratuita. Ma ti invito comunque a fare una donazione. L'autore di questa applicazione infatti, si impegna a devolvere parte del ricavato ad un progetto che mira ad aiutare i bambini di strada in India.

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Chiarito questo punto, ne approfitto per ribadire questo: occorre attendere. E' fuori di dubbio che l'architettura a 64 bit sia un notevole passo in avanti, così come l'OpenCL e Grand Central Dispatch. Ma le software house devono adattarsi e adattare le loro applicazioni alle nuove tecnologie. Alcune sceglieranno di non farlo immediatamente. Quelle che viceversa opteranno sin da subito per le novità, ebbene, ci sono buone possibilità che facciano pagare i loro aggiornamenti.

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Chi è lʼAutore?

Marco Freccero è web editor del sito ilMac.net, dedicato alla piattaforma Mac. Negli anni ha prodotto tutorial, articoli e recensioni su vari software quali Office 2004 per Mac, Office 2008 per Mac, ma anche su NeoOffice, Bento e FileMaker (tra gli altri).

Eʼ anche autore di altri quattro ebook: “Mac OS X Leopard: A Tutta Birra”, “Mail 3.0 contro lo spam”, “Il backup con Mac OS X Leopard” e "Word per Mac 2008". Tutti questi sono in vendita (come questo che stai leggendo), nella sezione dedicata ai libri elettronici del sito di commercio elettronico BuyDifferent.

Nel tempo libero gestisce un blog su piattaforma Blogger NON dedicato al Mac:http://marcofreccero.blogspot.com/

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Colophon

Questo libro elettronico è stato scritto utilizzando Pages '08. Le immagini sono state create con il software commerciale Snapz Pro X di Ambrosia Software.

Il computer usato è stato un iMac G5 a 1.9 GHz con 2.5 GB di RAM, su cui è installato Mac OS X Leopard aggiornato allʼultima versione disponibile (la 10.5.8), al momento della redazione di questa nota. Schermate e prove (senza le quali ovviamente non sarebbe stato possibile scrivere questa guida), sono state effettuate invece su un MacBook bianco a 2 GHz (Intel Core 2 Duo), con 4 GB di RAM.

Per il testo, il font è Helvetica, dimensione 18, mentre per i titoli si è usato ancora Helvetica, ma dimensione 24.Il libro è stato redatto tra il febbraio del 2009 e l'ottobre dello stesso anno.

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Altri e-book di BuyDifferent

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Word 2008 per Mac

Marco Freccero

La guida per conoscere l'applicazione di Microsoft dedicata alla scrittura

Mail 3.0 contro lo spam

Marco Freccero

La giusta lettura per chi desidera ridurre il fenomeno della posta spazzatura

Il backup con Mac OS X Leopard

Marco Freccero

Una facile guida per effettuare il backup con Mac OS X Leopard

Mac OS X Leopard a tutta birra

Marco Freccero

L'ebook di facile lettura su Mac OS X Leopard

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Il signore nell'ombra

Luca Accomazzi - Carlo Bocchetti

Alla scoperta dei sistemi operativi guidati da due esperti di assoluta qualità

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