SLOW ECONOMY 09

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ANNO 3 - N° 9 NOV - DIC 2014 E XTRA V INO Di Vino e olio d’oliva: gli ambasciatori del Made in Italy Speciale ExtraDiVino 2014 Comune di Bari Progetto realizzato con il contributo della Regione Puglia - Area Politiche per lo Sviluppo Rurale

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Golf in Tour gustando Moda, Agroalimentare e Turismo - Novembre - Dicembre 2014

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Vino e olio d’oliva:gli ambasciatoridel Made in Italy

Speciale ExtraDiVino 2014

Comunedi Bari Progetto realizzato con il contributo

della Regione Puglia - Area Politiche per lo Sviluppo Rurale

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Sommario

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Slow Economy - Golf in Tour gustando Moda, Agroalimentare e Turismo - Anno 3 - Numero 9 - Novembre 2014 - Editore: Stampa Sud - Reg. Tribunale in corso - Direttore Responsabile: Stefano Masullo - Direttore Editoriale: Saverio Buttiglione - Art Director: Daniele Colzani - Segretaria di redazione: Emanuela Cattaneo - Hanno collaborato: Peppino Palumbo - Cesare Feiffer - Piero Liuzzi - Chiara Parolo - Francesco Sgherza - Francesco Paolo Fanizzi - Sebastiano De Corato

4 Il turismo enogastronomico italiano: un tesoro da tutelare che tutto il mondo vuole scoprire

10 Vergine ed extravergine

20 Il New York Times contro l’olio d’oliva italiano

22 Una storia di vino e viti

30 ExtraDiVino sceglia Bari in vista di EXPO 2015

36 ExtraDiVino 2014: cronaca di un successo

44 Olio extravergine d’oliva e risonanza magnatica nucleare

48 Confartigianato per il rilancio del sistema Italia

56 La valorizzazione del paesaggio culturale agricolo: il complesso monumentale di Villa Bertoldi

62 Occorre un piano per la tutela dei trulli pugliesi

66 Il Consorzio “Movimento Turismo del Vino Puglia”

70 Il futuro della nostra economia

72 Punti di distribuzione

78 Miss Slow Economy: Elisabetta Ferrara

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La crisi del turismo italiano, ha fortunatamente, delle eccezioni, una di queste

è rappresentata dal turismo enogastronomico che è cre-sciuto anche nel 2013, regi-strando un incremento del 12%, trainato dalle presenze straniere, con una spesa me-dia di oltre 190 euro per ogni viaggio enogastronomico e con un giro d’affari complessi-vo che viene stimato tra i 3 ed i 5 miliardi di euro, a seconda del tipo di valutazione .

Il turismo enogastronomi-co è quella forma di turismo volta all’esplorazione delle re-altà enogastronomiche di una particolare regione, tra le altre attività, questo tipo di turista, presterà particolare attenzio-ne nel frequentare ristoranti che propongono piatti, pro-dotti tipici e vini del territorio e nel visitare cantine e azien-

de agroalimentari aperte al pubblico.

L’Italia, grazie al proprio variegato e ricco patrimonio enogastronomi-co, è una delle na-zioni in cui questo tipo di turismo è maggiormente praticato e prati-cabile .

Tra i più rinomati distretti enoga-stronomici si tro-vano : le Langhe, il Chianti, la Fran-ciacorta e la Val-policella

In Italia esi-stono oltre 200 operatori specializzati nella vendita di pacchetti turistici gourmand che operano preva-lentemente con 19 Paesi che spaziano dalla Russia al Giap-

pone, dalla Germania all‘Un-gheria e soprattutto ai 4 terri-tori che possiedono la maggior propensione ai viaggi del gusto e cioè Francia, Stati uniti, Gran Bretagna ed Olanda.

Tali tour operators sono consapevoli che vino e cibo rappresentano il 17% delle mo-tivazioni per mettersi in viag-gio, in particolare in Italia.

Il Piemonte che guida grazie al Cuneese la classifica delle 20 mete a più alta vocazione enogastronomica d’Italia sta per rilanciare la propria candi-datura ad ospitare l’Osserva-

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Il turismo enogastronomicoitaliano: un tesoro da tutelare

che tutto il mondo vuole scoprire

Il Direttore Responsabile di Slow EconomyProf. Stefano Masullo

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torio Nazionale del Turismo Enogastronomico all’Unesco dei paesaggi vitivinicoli per le zone di Langhe, Roero e Mon-ferrato .

A supporto di iniziativa vi è anche l’indice Travel Sat che conferma come l’enogastro-nomia sia il prodotto turisti-co che rende il Piemonte più competitivo a livello europeo.

Un prodotto che consente, tra l’altro, di destagionalizzare l’offerta turistica, non concen-trandola solo nei mesi invernali o estivi. Anche perché, con la crisi in atto, ci si rende conto che non è più possibile vivere con soli 3 – 4 mesi di turismo. Come dimostrano le iniziative enogastronomiche del capri-corno, a Sauze d’Oulx.

Ma l’importanza dell’enoga-stronomia italiana come ele-mento turistico è dimostrata dalle iniziative straniere.

Con Georgia e Kazakhistan che si rivolgono all‘enologo

piemontese Donato Lanati per rilanciare vigne e vini, con la Bretagna cha a Torino apre una sorta di ambasciata del gusto dei prodotti del mare francese, con la Carinzia che arriva a proporre piatti tipici per attirare turisti, così come ha fatto l’Irlanda.

Una sfida a 360 gradi, con il Piemonte come punto di in-contro e confronto. Un Pie-monte che coinvolge anche la Liguria invitandola come regione Ospite e rilanciando le antiche Vie del sale che univa-no i due territori .

Vi sono anche le Strade del Vino che rappresentano per-corsi segnalati e pubblicizzati con appositi cartelli, lungo i quali insistono valori naturali, culturali e ambientali, vigneti e cantine di aziende agricole singole o associate aperte al pubblico; esse costituiscono strumento attraverso il quale i territori vinicoli e le relative produzioni possono essere divulgati, commercializzati e fruiti in forma di offerta turi-stica .

In Italia sono state istituite nel 1999 e di seguito si tro-

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vano elencate alcune delle più note e meglio strutturate :

- Strada del vino dell’Alto Adige / Südtiroler Weinstraße- Strada della Terra dei Forti - Strada del vino Erice DOC- Strada del Barolo- Strada dei vini del Cantico- Strada del vino Colli dei Longobardi- Strada dei Colli piacentini- Strada del vino dei Colli Euganei- Strada del Prosecco e Vini dei Colli di Conegliano Valdobbiadene- Appia dei vini- Strada del vino di Aquileia- Strada del vino Nobile di Montepulciano- Strada del vino Terre Sicane- Strada del vino Soave- Strada dei vini dell’Etna.

La strada del vinoin Alto Adige

In lingua tedesca Südtiroler Weinstraße, è una strada che scorre parallela alla valle dell‘

Adige, nell’ Oltradige, a partire da Nalles, attraversa la pianu-ra che si estende sul versante est della valle a sud di Bolzano proseguendo verso sud fino a raggiungere Cortina sulla Strada del Vino, nei pressi di Salorno, una strada lunga circa 70 km che si snoda attraverso 15 comuni altoatesini

la strada del vino le seguenti località : Andriano, Appiano, Bronzolo, Caldaro, Cortaccia, Cortina, Egna, Magrè, Mon-tagna, Nalles, Ora, Salorno, Terlano, Termeno, Vadena e la città di Bolzano .

Nell’ambito dell’attività di internazionalizzazione e pro-mozione turistica di un terri-torio finalizzato a incrementa-re l’ incoming di visitatori e di conseguenza di consumatori sicuramente una attività che contempli il Golf tra Gusto & Turismo è sicuramente stra-tegica e foriera di ottimi risul-tati poiché verrebbe sfruttata come potente leva e polo di attrazione la tipicità territoriale ovvero la cucina mediterranea e le particolari strutture ricet-tive di cui è ricchissima l’ intera penisola, basti pensare sola-mente ai trulli ed alle masserie presenti in Puglia .

A tale proposito si cita un esempio innovativo ed eccel-lente che nel corso del 2014 ha caratterizzato il Piemonte e la città di Torino, lo scorso

La strada del vino è stata fondata nel 1964 ed è uno dei percorsi più antichi del vino in Italia, con 4250 ettari di vi-gneti, su un totale di 5114 in Alto Adige, la strada rappre-senta l’84% dei vigneti in Alto Adige .

Rientrano a far parte del-

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15 Marzo è stata inaugurata la stagione golfistica con una formula del tutto nuova, l’ap-puntamento d’apertura del golf club torinese, è stato ce-lebrato con la prima edizione del “Grand Season Opening”, un evento che ha uito sul cam-po solidarietà ed eccellenze gastronomiche del territorio .

L’iniziativa nata da un’idea del Royal Park I Roveri e Asso-piemonte Dop e Igp (Consorzi Bra Dop, Castelmagno Dop, Murazzano Dop, Raschera Dop, Robiola di Roccaverano Dop, Toma Piemontese Dop, Crudo di Cuneo Dop e Riso di Baraggia Dop), in collabora-zione con la Regione Piemon-te, l’Enoteca Regionale del Barolo, l’Istituto di Marketing Agroalimentare Ima Piemon-te, l’Ente Turismo Alba Bra Langhe Roero e il Coni Regio-nale .

La giornata è stata caratte-rizzata da un un programma ricco di iniziative che si è svi-luppato in maniera articolata, durante la mattinata si è di-sputata la gara a 18 buche a

coppie che ha visto scendere sui due course un totale di 200 partecipanti durante la quale golf e enogastronomia hanno dato viata ad un evento spor-tivo per veri gourmet . Per l’oc-

del Grand Season Opening, la migliore selezione di etichet-te DOP del Piemonte è stata, infatti, battuta in un’asta di be-neficienza condotta per l’oc-casione da Marco Berry, noto volto dello spettacolo ed otti-mo golfista .

L’intero ricavato dell’evento è stato devoluto alla Società Sportiva Dilettantistica “Vo-lare”, impegnata nella promo-zione la pratica dello sport per persone disabili .

Il Grand Season Opening na-sce dalla volontà di creare un evento annuale coinvolgente e di ampio respiro che possa, sotto il segno della solidarietà, valorizzare le potenzialità turi-stiche del territorio attraverso le sue eccellenze.

Golf e gastronomia rap-presentano infatti un binomio vincente dal quale ripartire per sviluppare nuovi progetti di accoglienza, rivolti a un target qualitativamente seleziona-to in grado di cogliere l’unicità dell’offerta che il territorio, in questo caso quello, piemonte-se rappresenta .

casione infatti è stato allesti-to un corner di degustazione dove sono stati proposti 18 Cru di Barolo in abbinamento a 8 pregiate DOP del Piemonte quali Bra Dop, Castelmagno Dop, Murazzano Dop, Ra-schera Dop, Robiola di Roc-caverano Dop, Toma Piemon-tese Dop, Crudo di Cuneo Dop e Riso di Baraggia Dop.

Gli stessi prodotti sono stati i protagonisti della premiazio-ne finale e dell’evento serale di charity, vero valore aggiunto

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Stefano M. Masullo, clas-se 1964, laurea in Scienze Economiche e successivi Master di Specializzazio-ne in Comunicazione, Mar-keting e Finanza, opera nel settore finanziario dal 1984, ha iniziato il proprio percorso professionale nella società Consulenti Finanziari SpA, controllata dal finanziere commercia-lista Pompeo Locatelli, in seguito, ha collaborato per oltre un lustro, con man-sioni e incarichi crescenti

quali Procuratore di Bor-sa, autorizzato con delibera CONSOB, presso lo Studio di Agenti di Cambio Leonzio Combi, costituito a Milano nel 1903 e reputato uno dei più importanti in Italia.

Nel 1995 fondatore, presi-dente e azionista qualificato, per oltre 11 anni, del gruppo di consulenza ed intermediario finanziario non bancario ex ar-ticolo 106 T.U.B., autorizzato dall’Ufficio Italiano Cambi, Opus Consulting S.p.A., ca-pitale sociale 625.000 euro,

in seguito alla cessione della struttura avvenuta nel 2006 è diventato azionista ed am-ministratore delegato della holding di investimenti e par-tecipazione Euro Sopa SpA, capitale sociale 800.000 euro.

Già Rappresentante alle Grida alla Borsa Valori di Mi-lano e Broker registrato al NASD a New York è specia-lizzato nella consulenza e ge-stione di patrimoni mobiliari ed immobiliari,nella finanza di impresa,nella pianificazione fiscale,nella comunicazione finanziaria e nella formazione.

Socio fondatore e tuttora segretario generale ASSO-CONSULENZA Associazione Italiana Consulenti di Inve-stimento la prima ed unica associazione di categoria dei consulenti di investimento riconosciuta a livello istitu-zionale in Italia, fondata nel 1996 che ha registrato oltre 700 iscritti, è inoltre socio fondatore e segretario ge-nerale ASSOCREDITO Asso-ciazione Italiana Consulenti

Biografia diStefano Masullo

L’evento è stato realizzato con il patrocinio della Regione Piemonte, della Provincia di Torino e del Comune di Fiano.

Alla luce del successo ot-tenuto sarebbe veramente auspicabile che anche in Pu-glia, regione che non ha asso-lutamente nulla da invidiare in termini di patrimonio, culturale, storico, golfistico ed enoga-stronomico a tutto il resto del Paese, eventi di tale portata possano nascere, svilupparsi e consolidarsi in maniera mas-siccia .

In chiusura è interessante ricordare come le radici che accomuna chi possiede la pas-

sione per il Golf , che si formò con società golfistiche per lo più legate a logge di origi-ne massonica, che amavano il buon vino, l’ottima tavola, condita di discorsi e convivia-lità tipiche dei gruppi sociali che cercano la condivisione di comuni passioni, per dare im-portanza anche alle relazioni sociali .

Il Golf allora, aveva una im-portanza secondaria, essen-do pretesto per farsi venire l ‘ appetito, la sete e fare qualche scommessa ; nei documenti dei primi circoli di Golf, a dire il vero assai scarsi data la se-gretezza delle logge, si leg-

gono si leggono menu di quelle riunioni conviviali, altri invece contengono elaborati dibattiti sul menu della riunione in corso e di quella successiva ….. e solo 10 parole sul Golf .

A tal proposito si cita un menù dell‘epoca: “Due portate di montone, maiale in salamoia ,un haggis (piatto tradizionale scozzese composto da inte-riore di ovino e spezie cotte in interiore di montone) 12 bot-tiglie di whysky, 36 bottiglie di champagne“ questo pasto fu consumato da 27 soci nel maggio del 1833 . Come si po-trà notare non proprio una me-renda leggera...

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di Credito Bancario e Finan-ziario di cui è presidente Lu-igi Pagliuca, già presidente del Collegio di Milano e Lodi dei Ragionieri Commercia-listi, oltre 3.000 membri.

Docente universitario, autore di oltre 300 pubbli-cazioni e di 22 best sellers aziendali, di cui uno adot-tato, nel 1998, come te-sto d‘esame all‘Università Bocconi di Milano, opinio-nista presso le più impor-tanti testate giornalistiche e televisive specializzate di settore, quali RAI, CNBC Class Financial Network e Bloomberg Television, è stato chiamato a tenere re-lazioni e conferenze in Italia ed all’estero organizzate da prestigiose istituzioni quali Marcus Evans, Università Cattolica del Sacro Cuore, Università Commerciale Luigi Bocconi, IUAV Univer-sità di Venezia, Università Statale di Pavia, Fondazio-ne Banca Europa.

Nel 2002 ha realizzato il primo manuale pubblicato in Italia dedicato al ruolo pro-fessionale del Consulente di Investimento.

Autore nel 2001, venti giorni dopo il drammatico attentato alle Torri Gemelli di New York, del primo libro pubblicato in Italia dedicato alla finanza islamica, di cui

è reputato uno dei maggiori esperti in Italia, intitolato Le Guide Operative ai Mercati Finanziari dei Paesi Arabi: Bahrein.

Nel settore editoriale ha ri-coperto importanti ruoli quali direttore editoriale delle pri-me due ed uniche riviste italo elvetiche dedicate alla finan-za dei Paesi Mediorientali ed a quella islamica, denomina-te rispettivamente Finanza Araba e Shirkah Finance, vice direttore del patinato dedica-to al lusso World & Pleasure Magazine, direttore respon-sabile ROSSIA, magazine di lifestyle in duplice lingua, ita-liano e russo, direttore edito-riale Family Office Patrimoni di Famiglia primo periodico italiano dedicato alle aziende di famiglia ed alla tutela dei patrimoni familiari.

Attualmente è diretto-re responsabile, fin dalla fondazione, avvenuta nel 2000 della testata on line di finanza operativa www.trend-online.com e diretto-re responsabile della rivista multimediale di settore de-nominata Golf People co-stituita da portale internet, web television e trimestrale cartaceo.

Magnifico Rettore della Libera e Privata Universi-tà di Diritto Internazionale ISFOA di Lugano e legal-mente autorizzata con deli-bera del Consiglio di Stato e Repubblica del Cantone Ticino.

Ha operato con incarichi di direzione o di consulen-za presso importanti gruppi bancari, assicurativi, finan-ziari, industriali quali: Norwich Union, CIM Banque, Broggi Izar, Henderson Investor, Fleming, Corner Bank, Le-manik, Nationale Nederland, Banca Popolare Commercio Industria, Prudential Vita, Banca Popolare di Milano, Cassa di Risparmio di Cen-to, Cassa di Risparmio di Perugia, Socièté Bancarie Priveè, Liberty Financial, FMG Fund Marketing Group, Credito Italiano, ING Group, Colomba Invest SIM, MPS Banca Personale SOFIA SGR, 81SIM.

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Sono nato nell’era della televisione, della plasti-ca e del petrolio. Chi è

nato dopo di me si trova nell’era della comunicazione globale e della crisi economica planeta-ria, della plastica (l’innovazione principale del secolo scorso) e del petrolio (il grande traguar-do dell’energia facile del secolo scorso) ne riceve le conse-guenze negative in termini di disastro ambientale.

Quando la metà degli stu-di professionali di ogni genere usava ancora solo penna e cal-colatrice, prima di occuparmi di comunicazione e marketing, il mio primo lavoro, per anni, è stato programmatore analista su grossi computers (mainfra-mes) IBM nel Consorzio Nazio-nale Informatica (CNI), perciò

intuii subito dove saremmo andati a parare e che alcune generazioni sarebbero state nelle condizioni in cui si sentiva Dante Alighieri, di passaggio tra un’epoca e l’altra, ma nemme-no io potevo immaginare che persino il valore ed il prezzo del cibo in tutto il pianeta, come per il grano o per il latte, un giorno si sarebbe potuto determinare anche con speculazioni di Bor-sa proprio grazie ai computers, che in pochi nanosecondi acqui-stano e vendono titoli online.

Chi nasce oggi si trova inve-ce nell’era della trasformazione biologica del genere umano in piena estensione nelle sue ca-pacità sensoriali, con protesi del nostro fragile corpo sem-pre più sofisticate e fatte di materiali più resistenti.

Edifici che da case si trasfor-mano in estensione della pelle, auto e aerei in estensione del-le gambe, computers, tablet e smartphone in estensione della vista e dell’udito, resterà forse intatto il palato per gustare i cibi, sempre che sapremo con-servarli degni di essere apprez-zati per gusto e salubrità.

Gli scienziati stanno proget-tando anche nuove protesi di quasi tutte le parti interne del

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io B

utti

glio

neOlio protagonista

Vergine ed extravergine

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corpo, che potranno sostituire quelle malate in maniera anche più efficace di quelle originali, alcuni di loro dicono che si ar-riverà anche a trasferire tut-to l’insieme dei dati dei singoli cervelli in una macchina (in casi estremi).

La TV della mia epoca viene sostituita da Internet, la plasti-ca per fortuna da quella biode-gradabile (la produce proprio in Italia la emiliana Bio-On di Mar-co Astorri), il petrolio dalle fonti energetiche pulite e rinnovabili (proprio la mia Puglia è la mag-giore produttrice in Europa di eolico e solare).

Questi esempi suggeriscono che la crisi economica plane-taria potrebbe essere risolta se tutti, ciascuno per le pro-prie competenze a tutti i livelli, usassimo più intelligenza e cre-atività mettendo in campo nuo-ve idee realizzandole, a volte rischiando l’insuccesso.

Ma alcuni prodotti che deriva-no dal passato ritengo debba-no essere salvaguardati ed anzi ancor di più valorizzati.

Mi riferisco senz’altro ai pro-dotti culturali ed artistici, che nella nostra penisola signifi-cano monumenti e ritrova-menti archeologici i quali, uniti alle opere d’arte scultorea e pittorica, rendono l’Italia il pae-se primo al mondo nella filiera della cultura, che ci rendereb-be incredibilmente ricchi se la sapessimo vendere adegua-tamente al resto del mondo, e l’occasione dell’EXPO 2015 a Milano da maggio a ottobre potrebbe essere una chance irripetibile.

riconosciuta Patrimonio dell’u-manità.

In questa particolare dieta alimentare, che il medico ame-ricano dichiarò eccellente dopo aver studiando le popolazioni di sette regioni del mondo, in-dagando l’età media di vita e le malattie degli abitanti di cia-scuna di esse, la fa da padrone l’Olio di Oliva.

Per ultimo il noto oncologo Francesco Schittulli ha accer-tato anche le proprietà antitu-morali dell’olio d’oliva.

L’Olio d’Oliva sappiamo es-sere anche un ottimo antiossi-

Il consumatore trova l’ex-travergine a 2,5 euro a litro nei supermercati, non è olio ex-travergine d’oliva, e bisogna dirglielo.

Quello italiano, dalle colline toscane alle pianure della pu-glia, con i suoi alberi secolari, ormai è un “brand” famoso nel mondo e perciò anche le eti-chette degli olii tarocchi ven-gono taroccate usando il nome “Italia” e le immagini dei nostri luoghi di produzione.

Anni fa Luigi Veronelli chiamò Cino Tortorella, che me lo ha riferito, e lo portò con sé a

Mi riferisco poi ai prodotti agroalimentari, anch’essi unici al mondo per gusto e salubrità, se è vero che anche l’Unesco ha riconosciuto la Dieta Medi-terranea, scoperta più di ses-sant’anni fa dal medico Ancel Keys e da lui studiata nel sudi-talia a Pollica, degna di essere

dante ed alla fine in qualunque minestra è pure ottimo al gu-sto, persino su di una semplice fetta di pane.

Perciò alto e rumoroso deve essere il grido di allarme per la tutela del vero olio d’oliva, or-mai sofisticato e taroccato da potenti multinazionali.

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Brindisi, convocò la stampa e la televisione, fece arrivare da Altamura il pane, distribuendolo dopo avervi versato il vero olio extravergine d’oliva, mentre nel porto attraccava una nave car-go estera con olio taroccato. Ne parlò il New York Time con stime di questo traffico simile a quelle del traffico di cocaina, in Italia ne parlò solo il quotidiano Repubblica.

Sono perciò stato conten-to della inchiesta fatta in prima serata dalla RAI nella trasmis-sione di “Presa diretta” del 10 marzo. L’olio può essere ri-cavato da semi di varia natura (girasole, mais) oppure dalla spremitura delle OLIVE, è con-tenuto nei lipovacuoli del me-socarpo (polpa).

Si estrae la fase liquida dalle

cellule, si separano le frazioni solide lipidica (oleosa) da quella acquosa.

Gli olii d’oliva vergini si distin-guono da altri olii per la materia prima, rappresentata dalla pol-pa delle olive e per il metodo di estrazione con processi di natura esclusivamente mec-canica (non chimica dunque), con l’urto, la pressione, la cen-trifugazione, la decantazione, la filtrazione, la tensione superfi-ciale ed il trattamento mecca-nico delle emulsioni, meglio se a freddo anche se è ammes-

so il riscaldamento con t e m p e r a t u r e “moderatamen-te” alte al fine di incrementare la resa in olio.

I metodi fisi-co/chimici sono invece processi

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attuati in impianti industriali per rettificare olii non commestibili.

L’Olio Extravergine è il pro-dotto migliore del merca-to degli olii da olive e le sue analisi chimiche e fisiche de-vono soddisfare una lunga serie di parametri richiesti per legge (regolamenti CE 2568/91,1989/03, 640/08) tra i quali l’acidità (acidi grassi liberi) che deve essere inferio-re allo 0,8% e all’esame orga-nolettico effettuato da gruppi di assaggiatori selezionati riu-niti in panel test, devono rileva-re l’assenza di difetti e la pre-senza del “fruttato”, come ho personalmente sperimentato quando fui chiamato in una giu-ria di Olio Biologico nella mas-seria Quis Ut Deus di Crispiano.

Il Fruttato dell’olio d’oliva è l’insieme di sensazioni olfattive e gustative (flavor) che ricor-

da l’odore ed il gusto del frutto sano (che deriva dal terreno dove sono impiantati gli alberi d’oliva e dalla cultivar (la gene-tica) dell’albero stesso), fresco e colto al punto ottimale di ma-turazione.

Se un olio all’assaggio pre-senta difetti, non sa di fruttato oppure le sue analisi chimiche

non soddisfano i parametri ri-chiesti dalla legge per gli extra-vergini, anche se è stato pro-dotto in frantoio e ottenuto da olive e solo con procedimenti meccanici, non può essere ca-talogato come “extravergine”, ma come “vergine” o “lam-pante”.

L’olio lampante non è com-mestibile, perché ha elevati livelli di acidità e/o risulta sgra-devole al gusto e all’odore e si chiama così perché centinaia di anni fa era impiegato come combustibile per le lampade, dopo la scoperta del fuoco da parte dell’uomo fu la prima fon-te di energia per ottenere luce e calore, veniva e viene usato anche nella cosmetica.

Purtroppo l’olio lampante, pur degno prodotto genuino, trat-tato in raffineria (deodorato), una volta tolti odori e sapori

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cattivi, viene miscelato con olio extravergine e poi spacciato per esso. Ecco perché si trova-no in commercio olii cosiddetti extravergini venduti a 3 euro per litro.

Carlo Petrini, con la sua or-ganizzazione Slow Food, si sforza con ogni mezzo di sal-vare l’equo sostenibilità (so-prattutto economica dei con-tadini produttori) dei prodotti agroalimentari, la loro salubrità e gustosità, soprattutto la loro biodiversità, ma diventa tutto inutile davanti ad un prezzo di extravergine di tre euro a litro, chiaramente non può essere olio.

Nella puntata di “Presa diret-ta” l’ottimo Riccardo Iacona ha fatto parlare da Siena Fran-co Bardi del Consorzio “Terre di Siena olio DOP” che ha mo-strato come, nella sua azienda “La Carraia” per esem-pio, anche la raccolta delle olive viene fatta a mano per e v i t a r e gli urti che generino “ematomi

interni alla polpa prima di es-sere messa in pressa”.

Anche il senese Luigi Fanciulli, giovane oli-

vicoltore, ha soste-nuto l’impossibilità di competere in qualità con le mul-tinazionali dell’olio, con i loro prezzi

impossibili quando si vuole perseguire la

qualità, non trattando-si spesso di economie di

scala derivanti dalla massiccia produzione (che giustamente genera prezzi più bassi), ma proprio di truffe o di prodotti scadenti, col l’indicazione del “nome Italia” in etichetta (il co-siddetto “italian sounding”).

Carlo Alberto Bindi, nella sua Antica Fattoria “La Romita” di Montisi di Siena si è preso la briga di collezionare i manifesti pubblicitari degli olii taroccati che invogliano i consumatori coi bassi prezzi, ed anche tutte le locandine di promozione della GDO che gli fanno concorrenza sul prezzo.

Grande olivicoltore il Bindi, nel laboratorio i suoi esperti chimici

hanno messo a punto un’analisi a raggi ultravioletti che mostra immediatamente una variazio-ne di colore rosa quando nella provetta è contenuto un olio extravergine, invece un colore bianco quando in provetta vi è un olio vergine “raffinato”.

Il giornalista svizzero Andrea Smartz, che ha deciso di vivere a Siena fra gli olivi, a causa del-le suoi articoli contro le grandi marche di olio che truffano i consumatori, è stato minac-ciato e poi anche denunciato per diffamazione, poi in tribuna-le i giudici gli hanno dato ragio-ne, davanti alla puzza dell’olio rancido portato in prova (evi-dente anche ai non esperti).

Il programma di Iacona ha parlato a lungo per esempio della multinazionale italiana Valpesana, il cui amministrato-re Francesco Fusi è indagato per truffa, ed ha intervistato l’avvocato del Consorzio “Olio DOP Terra di Bari”, una delle

interni alla polpa prima di es-sere messa in pressa”.

Anche il senese Fanciulli

si vuole perseguire la qualità, non trattando-

si spesso di economie di scala derivanti dalla massiccia

tadini produttori) dei prodotti agroalimentari, la loro salubrità e gustosità, soprattutto la loro biodiversità, ma diventa tutto inutile davanti ad un prezzo di extravergine di tre euro a litro, chiaramente non può essere olio.

Nella puntata di “Presa diret-ta” l’ottimo Riccardo Iacona ha fatto parlare da Siena Fran-co Bardi del Consorzio “Terre di Siena olio DOP” che ha mo-strato come, nella sua azienda “La Carraia” per esem-pio, anche la raccolta delle olive viene fatta a mano per e v i t a r e gli urti che generino “ematomi

che invogliano i consumatori coi bassi prezzi, ed anche tutte le locandine di promozione della GDO che gli fanno concorrenza GDO che gli fanno concorrenza GDOsul prezzo.

Grande olivicoltore il Bindi, nel laboratorio i suoi esperti chimici

l’avvocato del Consorzio “Olio DOP Terra di Bari”, una delle

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tante parti civili offese costitu-itesi in processo.

Tutto è nato da una semplice ispezione fiscale della Guardia di Finanza che trovò per caso degli appunti su “strane mi-scelazioni”, per le quali si sono ipotizzate 2 tipi di frodi, come ha spiegato il colonnello inter-vistato, si tratta di ottomila tonnellate di olio sequestra-to, un’inchiesta seguita dal PM Aldo Natalini.

L’inviata di “Presa diretta” ha seguito le vie dell’olio deodo-rato nelle grandi raffinerie della Spagna, a Malaga ed in Anda-lusia dove le industrie del co-losso “De Olio” per giornalisti e telecamere sono più impene-trabili del Pentagono degli Stati Uniti.

La beffa è che queste costo-se raffinerie sono impiantate in mezzo a sterminate praterie di alberi d’ulivo, dove i contadini devono accontentarsi di ven-dere le olive a prezzi da fame.

Dalla Spagna in genere arriva nell’Italia grande produttore di olio gran parte di quello estero, anche buono, specie nel porto di Livorno (20.000 tonnella-te nel 2013) ed infatti alcuni marchi storici come Carapelli e Bertolli sono stati acquistati da “De Olio”, anche se gli spots pubblicitari relativi mostrano pur sempre paesaggi toscani.

Cerchiamo perciò di salvare il nostro olio italiano, comincian-do dai piccoli produttori, acqui-stando da loro al giusto prezzo, e guardiamo bene quello che è

scritto sui prodotti alimentari che scegliamo anche nei su-permercati.

Una recente legge europea impone in etichetta anche il luo-go di raccolta delle olive, oltre a quello di trasformazione, spe-riamo che possa servire, anche se alla fine è sempre e solo il consumatore che sceglie in tutta libertà.

Ma se si ha la certezza dell’o-rigine delle olive e della loro tra-sformazione corretta in olio, se poi questo è biologico, se poi gli alberi sono stati piantati addirittura prima della nasci-ta di Gesù Cristo, come hanno verificato i ricercatori dell’Uni-versità di Bari, analizzando col carbonio 14 pezzi di radici fos-sili prelevate sotto gli stupendi Ulivi della Masseria Brancati di Ostuni in Puglia, tenuti in vita ben produttivi dopo 2000 anni grazie a passione, amore, tem-po e sacrifici, il prezzo non può essere tre euro a litro!

Il biologico ha formidabili ca-ratteristiche di salubrità, dall’a-zione antiossidante alla rego-lazione del colesterolo cattivo a favore del colesterolo buono, con grandi benefici a livello car-

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diocircolatorio, ma deve esse-re prodotto solo da olive locali, autoctone (senza che siano mischiate con olive importate e quindi di origine incerta e non rintracciabile) coltivate con to-tale assenza di sostanze chimi-che di sintesi (concimi e pesti-cidi), poi trattate in frantoio con tecniche che non alterino le loro proprietà salutari ed organolet-tiche.

La raccolta delle olive deve avvenire, a seconda delle con-dizioni atmosferiche e del luogo, tra fine otto-bre e novembre, quan-do cominciano a pas-sare dal colore verde al nero, ritardandola l’olio aumenta l’acidità per cui diventa più dolce ma meno fruttato.

Deve avvenire sulla pianta per garantire le migliori caratteristiche organolettiche e pre-feribilmente a mano, sempre su reti e mai a terra.

Il trasporto in fran-toio deve essere sol-lecito per evitare le fermentazioni ed in cassette sfinestrate

per garantire una buona aera-zione, poi anche in frantoio bi-sogna evitare l’ammasso sul piazzale o nei sacchi.

Bisogna defoliare e lavare le olive prima di molirle entro 48 ore dall’arrivo, meglio con macine o molazze da frantoio (anche se più ingombranti e di-scontinue nell’azione) che con frangitori (a cilindro o a martel-lo) che portano al surriscalda-mento delle paste deterioran-do le caratteristiche dell’olio.

La gramolatura, che nella pasta di olive ottenuta separa l’olio dall’acqua, favorendo l’ag-gregazione delle singole gocce di olio, non deve superare i 27 gradi centigradi.

Gli incrementi di temperatura e la durata di questa operazio-ne (che aumenterebbe la resa in olio) influiscono negativa-mente sul tenore degli antios-sidanti naturali aumentando il numero di perossidi mentre la prolungata permanenza della

pasta all’interno della gramola manda i bene-fici polifenoli incontro ad una elevata ossida-zione, determinando una passaggio dalla fase oleosa a quella ac-quosa, creando un im-poverimento dell’olio relativamente a questi componenti.

L’estrazione dell’olio dalla pasta oleosa per “pressione” si fa anco-ra in alcuni antichi fran-toi con presse manuali, più spesso con presse idrauliche.

L’estrazione per “percolamento” inve-ce consente la separa-

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zione attraverso lamelle di ac-ciaio inossidabile alle quali l’olio aderisce più dell’acqua cadendo poi in un apposito contenitore, questo procedimento ha tempi lunghi quindi costi maggiori, ma l’olio ottenuto ha caratteristi-che organolettiche superiori.

Altra tecnica di estrazione è per “centrifugazione”, con co-sti di mano d’opera bassi, mag-giore resa d’olio e minor durata del processo.

Tra i tre sistemi di estrazione si riscontrano più valori antios-sidanti, cioè maggiori quantità di sostanze come i polifeno-li ed i fenoli, nell’olio biologico ottenuto per pressione o per percolamento, mentre non si notano grandi differenze da un punto di vista organolettico (gusto e profumo dell’olio).

La conservazione dell’olio è infine tutt’altro che margina-

le (il biologico per non più di un anno), perché assorbe facil-mente le sostanze odoro-se, volatili e liposolubili, aumentando caratteri-stiche organolettiche sgradevoli.

Ci possono essere cessioni di metalli da parte delle superfici che contengono l’o-lio, sia nello stoccaggio che nel confezionamento, bisogna perciò evitare alte-razioni con materiali non idonei ed ossidative, oltre che da con-tatto prolungato con impurez-ze acquose.

Questi problemi sono esclusi quando lo stoccaggio avviene in serbatoi di acciaio inox ed il confezionamento in bottiglie di vetro evitando le lattine metal-liche.

Le alterazioni ossidative dell’olio derivano dall’autossi-dazione che può essere ritar-data con opportune tecniche ma non evitata, non esponen-dolo alla luce, all’aria ed a tem-perature superiori a 15/20 gra-di centigradi.

Le alterazioni da contatto con l’acqua di vegetazio-

ne (morchia) che, anche se in minima quantità, resta ancora anche dopo l’estrazione, deri-vano dai processi fermentativi a carico delle sostanze idroso-lubili presenti in questo strato acquoso.

Se questo contatto si pro-lunga l’olio presenterà un di-fetto di morchia (tipico odore delle acque di vegetazione fer-mentate), un difetto di putrido (la fermentazione anaerobica dei fondami), un innalzamento dell’acidità libera dovuta all’a-zione lipolitica degli enzimi che ci sono nella fase acquosa.

Questi inconvenienti si evita-no allontanando subito i fonda-mi dall’olio ricorrendo ai travasi ed a operazioni di filtrazione con prodotti idrofili.

Può quindi un vero olio extra-vergine di oliva, per di più ita-liano e biologico, costare tre

euro a litro?Sono stato sul Garga-

no, a San Giovanni Roton-do, ospite del dott.

Angelo Marino che, oltre che presidente del-la locale Prolo-

co e promotore

le (il biologico per non più di un anno), perché assorbe facil-mente le sostanze odoro-se, volatili e liposolubili,

lio, sia nello stoccaggio che nel confezionamento, bisogna perciò evitare alte-razioni con materiali non idonei

dell’olio derivano dall’autossi-dazione che può essere ritar-data con opportune tecniche ma non evitata, non esponen-dolo alla luce, all’aria ed a tem-perature superiori a 15/20 gra-di centigradi.

Le alterazioni da contatto con l’acqua di vegetazio-

delle acque di vegetazione fer-mentate), un difetto di putrido (la fermentazione anaerobica dei fondami), un innalzamento dell’acidità libera dovuta all’a-zione lipolitica degli enzimi che ci sono nella fase acquosa.

Questi inconvenienti si evita-no allontanando subito i fonda-mi dall’olio ricorrendo ai travasi ed a operazioni di filtrazione con prodotti idrofili.

Può quindi un vero olio extra-vergine di oliva, per di più ita-liano e biologico, costare tre

euro a litro?Sono stato sul Garga-

no, a San Giovanni Roton-do, ospite del dott.

Angelo Marinoche, oltre che presidente del-la locale Prolo-

co e promotore

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del Consorzio Gargano, ammi-nistra il frantoio “L’Olio Ritro-vato” della moglie, l’avvocato Mariaelena Ritrovato.

Mi sono innamorato di questa azienda, perché coltiva biolo-gicamente una sola cultivar (100% Ogliarola del Garga-no), ne ricava un olio extraver-gine inimitabile (mettendo la bottiglia controluce mi sembra miele) con il metodo tradizio-nale di spremitura a freddo, un olio buono e dalle alte capacità salutistiche.

Per questo motivo ne ho re-galato una bottiglia ad ognuna delle indossatrici che sfileran-no quest’anno durante i galà di Extra Divino nei castelli d’Italia sulle passerelle di “il Vino si sposa Extravergine”, perché a queste ragazze così giovani e belle, questo olio consen-tirà certamente di crescere in salute, così come olii d’oliva di questa qualità aiutano anche gli sportivi, gli anziani e tutti noi.

Ho ricambiato l’invito por-tando il dott. Marino e l’avvo-catessa Ritrovato, insieme al professore dell’Accademia alle Belle Arti di Torino, presidente delle “Vie Francigene” Pietro Guerra, in un posto particolare.

Nell’osteria “Chi va piano” a Putignano dove tutto è “slow”, poi al museo del Carnevale e della Cartapesta, pregando il prof. Pietro Sisto, docente all’Università di Bari, di fare da “Cicerone”.

L’amico Albano Carrisi, che viene osannato anche e so-prattutto dai giovani quando canta nei teatri di Mosca, fa-

moso per le sue cantine di vino a Cellino San Marco in Puglia, produce anche lui un ottimo olio extravergine, per competenza quindi, e non solo perché famo-so divo della canzone, ha ac-cettato di essere testimonial delle giornate della LILT (Lega Italiana Lotta ai Tumori) insie-me al testimonial Olio e perciò gli faccio i miei complimenti in-sieme alla redazione di “Slow Economy”.

Come dicevo all’inizio, parlan-do del passato dell’umanità, mi

L'Olio Biologico in regalo al Dretto-re Editoriale Saverio Buttiglione

L’Olio Biologico alla modella e inse-gnante di danza Roberta Debellis durante le prove d’abito

Il Direttore Editoriale di "Slow Economy" Saverio Buttiglione in compagnia di Albano Carrisi

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ha colpito la notizia apparsa su Current Antrhropology, dove il dott. Jeff Rose, archeologo e ricercatore dell’Università di Birmingham, sostiene che la specie umana, potrebbe es-sere partita dall’Africa, per poi espandersi su tutta la terra, al nord del mondo mutando ge-neticamente in biondi con oc-chi azzurri, proprio quando era spinta da necessità di condizio-

ni invivibili in quel continente dove si era evoluta.

La glaciazione di circa 70.000 anni fa ridusse lo

spazio marino tra Africa e pe-nisola Arabica da circa 30 chi-lometri ad 11 e permise questo passaggio pericoloso.

Per i pochi che ce la fecero l’acqua fresca, fornita dai fiumi Tigri ed Eufrate, dal Karun e dal Wadi Baton con sorgenti sot-terranee di acqua dolce e pota-bile, si rivelò un rifugio ideale in mezzo ai deserti che circonda-vano questa oasi, un santuario

di vita nell’Era Glaciale, quando dovunque la terra fu resa ina-bitabile a causa dell’iper aridità, ed infatti quella la zona fu chia-mata Eden (paradiso), nome poi ripreso nella Bibbia.

Il futuro dell’umanità, dicono gli scienziati, potrebbe essere un ipercervello, con memo-rie gigantesche che conservi le capacità e le esperienze di ognuno di noi, trasferite nel computer di un robot, che po-trebbe viaggiare nell’Universo quando la Terra fosse resa ino-spitale del tutto, una macchina che non avrebbe bisogno di cibo come energia vitale.

Ma tutti noi vogliamo e dobbiamo preoccu-parci soprattutto del presente nel quale vi-viamo, e quindi cerchia-mo di usare al meglio le capacità del nostro caro cervello biologico, anche nel scegliere ciò che mangiamo, con-trollando che sia salu-bre e tracciato, oltre che buono, soprattutto quando scegliamo l’Olio d’Oliva da acquistare.

Il Direttore Buttiglione accarezza un grande e bel vecchio, un Ulivo nato prima di Gesù nella masseria Brancati

Da sinistra: il prof. Guerra, il presidente della Proloco di Putignano Cosacco, il dott. Marino, il prof. Sisto e il direttore Buttiglione

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Una infografica interattiva a cura di Nicholas Blech-man, sulla base del te-

sto di un blogger, Tom Mueller, accusa il nostro extravergine d’oliva di essere troppo spesso adulterato e mescolato con olii meno nobili.L’articolo postato sul sito del giornale, è intitolato ‘Extra Vir-gin Suicide’, una parafrasi del titolo del primo film di Sofia Coppola, ”The Virgin Suicide”, tradotto in italiano ‘Il giardino delle vergini suicide’. Quindi un macabro simbolo del ve-leno, ma al posto del classico teschio, una oliva, con accan-to due ossa incrociate. E poi, come sottotitolo: ”L’adultera-

zione dell’olio d’oliva italiano”.L’infografica sostiene, sen-

za citare alcuna fonte ufficiale, che “gran parte dell’olio vendu-to come italiano viene in realtà da Spagna, Marocco e Tunisia. Quindi che viene ‘tagliato’ con olio più scadente e persino con clorofilla per il colore, colorante e beta-carotene per il sapore, e trasportato al porto di Napoli, dove viene mescolato con altri olii scadenti, non di oliva. Quindi le bottiglie vengono marchiate con il simbolo dell’Extra vergi-ne’ e del ‘Made in Italy’.”

In America, secondo il Nyt, circa il 69% dell’olio arriva ‘adul-terato’. Il giornale ricorda che esiste un corpo speciale dei

Carabinieri specializzato nella lotta alle frodi alimentari. Tutta-via sostiene che i test di labo-ratorio sono facilmente falsifi-cabili e che la Polizia si basa sul semplice odorato.

”Gli agenti regolarmente fan-no dei raid contro queste raffi-nerie per cercare di mettere a regola il settore, tuttavia – so-stiene il giornale - i produttori, grazie alle loro connessioni con politici potenti, sono raramen-te indagati dalla legge”. ”Tutte queste frodi - conclude - hanno così fatto precipitare il prezzo dell’olio d’oliva. Produttori cor-rotti hanno rovinato se’ stessi, commettendo di fatto una sor-ta di suicidio economico”.

della

Red

azio

nePolemiche

Il New York Timescontro l’olio d’oliva italiano

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Tutelare, promuovere e valorizzare: è questa la mission del Consorzio di tutela dell’olio extravergine di oliva a Denominazione di Origine Protetta Terra di Bari con quasi 700 soci e ol-tre 7 milioni di bottiglie confezionate nell’ultimo anno.Il Consorzio garantisce il consuma-tore sulla grande qualità dell’olio ex-travegine di oliva frutto della voca-zione naturale degli olivicoltori della Terra di Bari.Il Consorzio è protagonista di una grande sfida: puntare sull’informa-zione per diffondere una cultura del consumo consapevole di olio extra-vergine di oliva di qualità.L‘olio a D.O.P. Terra di Bari è ottenuto principalmente da olive ottenute da tre varietà di ulivi coltivati su oltre 15.000 ettari nei territori di tutta la provincia di Bari e parte del territorio della provincia Barletta-Andria-Trani e cioè la Coratina, l’Ogliarola Barese o Cima di Bitonto e la Cima di Mola. Tre eccellenze dello stesso territo-rio, la Terra di Bari, in Puglia. La denominazione Terra di Bari è accompagnata in etichetta da una delle seguenti menzioni geografiche aggiuntive Castel del Monte, Biton-to e Murgia dei Trulli e delle Grotte, così come previsto dal disciplinare di produzione approvato dalla Comu-nità Europea con il regolamento n. 2325 del 24 novembre 1997.L’olio extravergine di oliva a DOP Terra di Bari nelle sue tre varianti, è un concentrato di gusto, genuini-tà e benessere, grazie alle sue ec-cellenti proprietà salutistiche e può accompagnarsi a qualunque tipo di pietanza.

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L’oro verde della terra di Bari

www.oliodopterradibari.it23

www.oliodopterradibari.it

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Testimonianzedi

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Le vicende della vita fan-no spesso fare ai suoi protagonisti lunghi giri,

per riportarli però a quei valo-ri essenziali e fondanti che un personaggio come Giuseppe Palombo ha sempre respirato e vissuto.

Il suo percorso universitario lo aveva intrapreso in quel di Roma iscrivendosi alla facol-tà di Filosofia, ma a seguito della prematura scomparsa del papà ,dovette occuparsi dell’azienda e della cantina di famiglia, che produceva vini base da tagliare e imbottiglia-re a Nord Italia.

Le idee del nostro prota-gonista sono sempre state il frutto possibile solo della straordinaria sensibilità di una mente disallineata dalla im-mediatezza storica; così cu-rioso e alla continua ricerca del modo migliore per valoriz-zare il territorio Pugliese e le sue ricchezze fondò assieme a un gruppo di “menti illumi-nate” (Prof. Liuni, Prof. Calò, Prof. Iannini, Dott. Strama-glia), un’azienda “speculativa”

( in cui si faceva ricerca), in agro di Minervino Murge: la Tor-rebianco.

Qui nel 1985 vennero im-piantati su am-pie superfici, per la prima volta in Puglia, vitigni interna-zionali, e usate tecniche eno-logiche e di col-tivazione inno-vative.

Nel 1998 la Gancia cedet-te la proprietà T o r r e b i a n c o al Marchese Piero Antinori, dando vita al primo nucleo della realtà Tor-maresca.

Nel 1999 il Marchese Pie-ro Antinori, su suggerimento degli A.D. di Tormaresca Ren-zo Cotarella e Giuseppe Pa-lumbo, acquistò nell’alto Sa-lento a San Pietro Vernotico, Masseria Maime, costituita

Una storia di vino e di viti

Giuseppe Palumbo, A.D. di Tormaresca

da circa di circa 500 ha, di cui circa la metà vitati.

Passione, coraggio e fidu-cia nell’enorme potenziale qualitativo che la Puglia, ed in particolare le zone di Castel del Monte e del Salento, pos-sono esprimere, sono stati gli elementi che hanno spinto gli Antinori ad investire in questa regione.

Il territorio Pugliese ha inol-tre saputo dimostrare una grande versatilità nella pro-duzione di vini d’eccellenza sia con vitigni internazionali che con quelli tradizionali.

La superficie prevalente di Tormaresca è coltivata a Primitivo, Negroamaro, Fia-no, Aglianico, Nero di Troia e

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Chardonnay. Nel Salento a San Pietro Vernotico Tormare-sca produce i vini I.G.T “Mas-seria Maìme”, “Torcicoda”, “Roycello”, “Calafuria” e “Fi-chimori”.

Questa tenuta è un esem-pio d’innovazione e tradizio-ne: coesistono, infatti, antichi sistemi di allevamento delle uve, classici in Puglia, come l’”alberello”, tecnica volta so-prattutto a ridurre al minimo il consumo di acqua, e nuovi vi-gneti con impianto a spalliera, perfetto compromesso tec-nico ed economico per otte-nere vini di ottima qualità.

Nella proprietà è situata una Masseria seicentesca, al cen-tro della quale si trova un am-pio cortile, anticamente utiliz-zato per l’ammasso del grano e per le attività di vinificazione.

All’esterno delle mura è si-tuata una piccola cappella gentilizia, denominata S. Pa-squale a Maìme e risalente al XVII secolo.

Il cuore della tenuta è co-stituito dalla “Cantina Tor-maresca”, una struttura dalle caratteristiche innovative, che re-interpreta in stile con-temporaneo le forme tipiche della vegetazione del Salento, come le curve sinuose delle foglie d’agave e degli alberi di ulivo.

La Tenuta Bocca di Lupo di Minervino Murge (a circa 250 metri s.l.m.) già dal 1996 iniziò un ciclo virtuoso che la portò a produrre in regime di agricol-

tura biologica e a oggi potrà vantare la produzione Bio per l’intera produzione enoica delle D.O.C Castel del Monte “Boc-ca di lupo”, “Pietrabianca”e “Trentangeli”, e la D.O.C. Mo-scato di Trani “Kaloro.

La vicinanza all’antico vul-cano Vulture, il clima, carat-terizzato da una notevole escursione termica tra giorno e notte, e la composizione dei terreni, hanno una notevole influenza sui vigneti (130 ha). Costruita secondo i canoni delle tipiche masserie della Murgia con la sua struttura “fortificata” e i luminosi muri bianchi in tufo. All’interno della cantina, la barricaia, con volta in tufo a crociera, contiene cir-ca 1000 barriques di rovere;

Non solo l’azienda Torma-resca, ma tutta la viticoltura pugliese, ed italiana, deve un grazie al “filosofo” Peppino Palumbo se si sono fatti gran-di passi nel mondo nell’autore-volezza dei nostri vini.

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Seduto, il dott. Peppino Palumbo

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Filosofia produttiva di Antinori in Puglia

Produrre grandi vini da vitigni autoctoni :il Pri-mitivo, il Negroamaro, il Fiano, l’Aglianico ed il Nero di Troia Passione, coraggio e fiducia nell’e-norme potenziale quali-tativo che la Puglia nelle zone di Castel del Monte e del Salento può espri-mere, sono gli elementi che hanno incoraggiato gli Antinori ad investire in questa regione.La maggior parte dei vi-tigni coltivati in azienda sono tradizionali, alcuni dei quali risalenti alla ci-viltà della Magna Grecia, e fortemente radicati nel territorio.Queste varietà, spesso non adeguatamente va-lorizzate ed apprezzate sono capaci di regalare vini di grande personali-tà, tipici, strutturati ma al tempo stesso moderni e piacevoli .

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La “Masseria Maìme” è stata acquisita nel 1999 a San Pietro Vernotico (BR) - IGT Sa-lento e la filosofia produttiva di Tormaresca è di produrre grandi vini da vitigni autoctoni pugliesi: Primitivo, Negroamaro, Fiano, Aglianico e Nero di Troia

Il Marchese Antinori e il dott. Peppino Palumbo

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Eventidi

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La città di Bari ha scelto la prestigiosa Sala Murat nella centralissima piazza

del Ferrarese per l’inaugura-zione del programma “Extra DiVino“, progetto di marke-ting territoriale e tavolo di la-voro che porterà da maggio a ottobre 2015 le eccellenze agroalimentari, culturali e della moda, in un sistema integrato con le bellezze architettoniche e paesagistiche, anche per una migliore “incoming turistica futura di qualità”, a Milano in occasione di EXPO2015.

Nella forma di start-up il ta-glio del nastro è avvenuto martedì 30 settembre davanti l’opera a parete di sala Murat “Wall Drawing” del padre del Minimalismo americano Sol Lewitt, così come concorda-to con il nuovo Assessore alla Cultura, al Turismo e Marke-

ExtraDiVino sceglie Bariin vista di EXPO 2015

ting Territoriale Silvio Maselli, già direttore della Puglia Film C o m m i s s i o n , per una tre gior-ni dedicata a pubblico e turisti convenuti a Bari anche per i mon-diali femminili di pallavolo.

Alcune eccel-lenze produtti-ve della Puglia hanno esposto nella sala Murat, a pochi metri dalle strade del-la moda barese, via Sparano e via Argiro, i propri corners integra-ti fra le opere d’arte delle pittrici del capoluogo pugliese Grazia Iacobbe, Maria De Pasquale e

Gina Pignatelli. Il programma è proseguito nel “Fortino S.An-tonio”, sui bastioni del lun-gomare di Bari, mercoledì 15 ottobre con il Convegno Ex-tra DiVino, al quale hanno par-tecipato prestigiosi relatori e buyers di livello internazionale, e giovedì 16 ottobre con il Galà televisivo “Premio Puglia: uni-ci e protagonisti” giunto alla sua 5a edizione.

Le tappe successive di Ex-tra DiVino prevedono la visi-ta di stake holders e buyers esteri nei siti attrattori turistici della Regione Puglia (i siti Une-sco Alberobello e Castel del Monte, le Masserie, i Castelli Federiciani) e nei luoghi di pro-

L’assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni

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duzione delle eccellenze mani-fatturiere dell’agroalimentare, del tessile e dell’abbigliamento.

Extra DiVino prende a esti-monials della Regione Puglia Olio Extravergine d’oliva e Vino perchè è terra vocata da secoli a queste eccellenze che incarnano saperi, sapori, luoghi, culture, architetture della re-gione di cui Bari è capoluogo e porta d’Oriente per l’intera Eu-ropa, grazie al filo diretto con Mosca sopratutto, dovuto alla ospitalità dei pellegrini dell’Est che vi vengono a venerare le reliquie di San Nicola, vescovo cattolico ma anche santo dei cristiani ortodossi.

Bari da gennaio diventerà “città metropolitana” com-prendendo l’attuale Provincia, pertanto alla inaugurazione ha aderito anche questo Ente con la presenza dell’Assessore

alle Risorse Agroalimentari Franco Caputo, mentre la Re-gione ha sostenuto l’iniziativa tramite l’assessore alle Ri-sorse Agroalimentari Fabrizio Nardoni.

Questa la sua intervista nell’occasione della Campio-naria in Fiera del Levante, pochi giorni prima di Extra DiVino.

Dott. Nardoni, anche in ve-ste di coordinatore del tavolo nazionale degli assessori re-

gionali, in Fiera del Levante lei ha presentato l’Agroalimen-tare quale una delle poche ma formidabili risorse, insieme al Turismo di qualità, per creare una inedita spinta propulsiva al Paese Italia, ci spiega per-chè?

Perché partiamo da test ri-usciti e da casi di successo. Le faccio un esempio. Quan-do nelle Fiere internazionali o negli appuntamenti di set-

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tore presentiamo i nostri vini spesso e volentieri proponia-mo al probabile acquirente un condensato di territorio, una fetta di storia produttiva, ma anche economica, sociale, storica e antropologica che racconta della Puglia. Persino i nomi delle nostre etichet-te evocano il patrimonio che Sparta, piuttosto che Bisanzio o Federico II hanno lasciato qui. E persino i colori dei nostri vini rossi, rosati e bianchi han-no le sfumature della terra che li ha generati, in quel concen-trato di biodiversità animale e vegetale che è la Puglia.

Se il nostro paniere è così variegato viene normale pen-sare ad una regione rigoglio-sa, ma anche ad una tradizione produttiva e gastronomica che ha saputo nobilitare tante culture e farla diventare una sola. Così da anni lavoriamo in simbiosi con l’Assessorato al Meditererraneo promuovendo un turismo persino legato alla stagionalità dei nostri raccolti: dal grano, all’uva, dalle ciliegie ai giardini di cozze nei nostri mari.

La Puglia grazie al suo pre-decessore avv. Stefàno, che ha voluta la nascita del marchio per la qualità e trac-ciabilità “Prodotti di Quali-tà Puglia” ed alle politiche sull’incoming turistica di qua-lità portate avanti dalla prof.ssa Godelli, è ormai Brand di destinazione riconosciuta e ambita nel mondo intero, quali sono le sue prossime mosse strategiche affinchè diventi realmente la “California d’Eu-ropa” di cui si parla da decen-ni?

Non parlerei di California e non perché non ambisco ad un

successo ma perché la Puglia ha un altro potenziale di svi-luppo, molto più slow e molto più autentico.

Dobbiamo continuare ad avere questa idea per la men-te. Ciò vuol dire che va con-servato il patrimonio rurale e l’habitat naturale dove si con-serva la Puglia dall’alto valore aggiunto. Per fare ciò occorre innanzitutto avere la stessa sensibilità dimostrata in que-sti anni.

In questa direzione va la politica di rigore inaugurata da questo Governo regionale che ha guardato alla tradizio-ne e all’autenticità della pro-posta. Siamo diventati ferrei ad esempio nelle regole di ospitalità che riguardano gli agriturismo pugliesi che han-no l’obbligo di servire in tavo-la solo produzioni territoriali, meglio se a chilometro zero. E abbiamo pensato alla vacanza in Puglia come una esperien-za di viaggio eco-sostenibile: a bordo di bici (Puglia Taste & Bike) o a bordo di pesche-recci così come delineato nel recente disegno di legge su pesca e itti turismo. Questo

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significa per noi proporre il territorio, con le sue bellezze artistiche, architettoniche, naturalistiche o culturali, ma consentire anche al turista di entrare in contatto con l’a-zienda che produce un cacio-cavallo podolico infinitamente buono o un olio extravergine d’oliva di qualità introvabile al-trove.

Lei ha parlato della chiusura del cerchio nelle filiere dell’a-groalimentare pugliese ora che ha esteso il marchio “Pro-dotti di Qualità Puglia” anche ai ristoranti, ci racconta in cosa consiste?

Anche questo progetto fa parte del lavoro che abbiamo promosso in favore dei regimi di qualità. L’allargamento della certificazione alla ristorazio-ne ci consente di dare valore aggiunto al nostro paniere di produzioni a marchio. Ciò vuol dire che per fregiarsi di questa etichettatura si dovrà fare ri-ferimento solo a produzioni di assoluta tracciabilità e sotto-posti a disciplinari ferrei sia in termini di valori produttivi che etici.

Chi mangia pugliese d’ora in

avanti dovrà esser certo che quello che sta nel suo piatto è stato coltivato o allevato con amore, nel rispetto della natu-ra, ma anche senza sfruttare il lavoro di nessuno.

E’ una sfida che i nostri pro-duttori hanno accettato e che dimostra al mercato che la qualità, l’eticità e l’eco-so-stenibilità costano, ma sono un valore collettivo che poi si risparmia in termini sanitari, sociali e persino di mercato.

Su questo credo che il tema dell’educazione alimentare potrà fare molto spingendo verso una spesa regolata sul ciclo delle stagioni e non sui valori di import da paesi terzi dove tutti questi valori sono completamente sconosciuti.

La sinergia, in un’ottica di

ne e la cultura come elemento di snodo per il futuro sviluppo della Puglia. Educare alla rurali-tà, recuperare radici e identità, prepararsi alla sfida del mer-cato globale presentandosi migliori,sono i mantra di alcuni capisaldi del prossimo pro-gramma di Sviluppo Rurale.

Puntiamo molto sulla forma-zione ed è normale che l’Azien-da Russoli, da poco annovera-ta nel circuito delle Masserie a scopo didattico, è un piccolo esempio di come l’economia rurale si possa muovere an-che stimolando il mondo della ricerca e dell’innovazione.

Qui come Regione (la Mas-seria è azienda regionale – ndr) stiamo misurando nuovi para-digmi di sviluppo mettendo in-sieme alla conservazione ge-

“Sistema Puglia” tra Turismo, Agroalimentare e formazio-ne delle nuove generazioni di studenti, potrebbe essere la rete delle Masserie Didat-tiche. Lei ha individuato fra queste la Masseria Russoli di proprietà della Regione dov’è ubicato l’allevamento del Asi-ni di Martina Franca, perchè la ritiene l’esempio più calzante di una strategia vincente?

Ho appena citato l’educazio-

netica di una razza autoctona (l’Asino di Martina Franca), la messa a regime di program-mi di sostenibilità energetica e di diversificazione produt-tiva con iniziative legate ad esempio ai percorsi turistici o all’utilizzo degli asini per pro-getti di onoterapia. L’azienda agricola del futuro dovrà la-vorare di ingegno e dovrà es-sere innovativa e sociale. Due aggettivi su cui nel prossimo

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PSR ci giochiamo parte della sfida futura.

Il progetto Extra DiVino, tavolo di lavoro e di mar-keting territoriale, voluto dal Comune di Bari per poi esportarlo anche a Milano per EXPO2015, fa bene a con-siderare vino e Olio quali Te-stimonials, insieme ad altre eccellenze come carne podo-lica, prodotti lattiero caseari e Pane DOP di Altamura, del “Made in Puglia”?

In provincia di Bari c’è un alto concentrato di eccellen-ze e l’Expò è una vetrina ec-cezionale perché chi ha una proposta strutturata che sia in grado di intercettare l’im-ponente flusso di visitatori che per l’occasione arriverà in Italia. I nostri testimonial da sempre sono tutti i prodotti

che voi avete individuato nella vostra strategia di marketing e non posso che augurarmi che il progetto possa tradursi in ritorno per produttori e per mercato turistico regionale.

Nel frattempo spero viva-mente che tutto l’impegno che c’è dietro la vostra start-up possa concretizzarsi anche con il mercato russo, attual-mente oggetto di un embargo da risvolti davvero drammati-ci per molti comparti della no-stra agricoltura, anche perché interviene in un mercato che come nelle vostre linee pro-gettuali fa particolare atten-zione alla qualità, ma anche al contesto in cui quella qualità viene prodotta.

Cosa pensa dell’immediato futuro economico del regione Puglia e del Mezzogiorno ?

Il futuro è già oggi. Lo dice l’ISTAT: a guidare l’export del Sud è la Puglia che con un +9,4% è la prima regione ita-liana per crescita percentuale. Il resto è spesso il lacunoso racconto di chi non riesce a vedere una terra che è cam-biata, ed è cambiata in meglio, negli ultimi dieci anni.

Possiamo solo andare avan-ti proseguendo su politiche che non siano solo rigore, ma siano anche opportunità, svi-luppo e fiducia. Di questo ha bisogno il comparto che mi onoro di rappresentare, e di questo ha bisogo una nuova generazione di pugliesi che alla terra sta tornando ma con un bagaglio culturale e di co-noscenze straordinario.

Non saremo la California. Saremo l’inimitabile e bella Puglia!

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Red

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neEventi

ExtraDiVino 2014:cronaca di un successo

Extra DiVino è un proget-to/evento di marketing territoriale per EXPO

2015 organizzato con il dott. Peppino Palumbo A.D. Torma-resca (dei marchesi Antinori di Firenze), con il Comune di Bari, il patrocinio della Provin-cia di Bari e realizzato con il contributo della Regione Pu-glia-Area Politiche per lo Svi-luppo Rurale

A Bari nella prestigiosa Sala Murat di piazza del Ferrarese è stata realizzata la presen-tazione alla stampa ed alle TV (RAI, Telenorba, Antennasud, ecc.) con alcuni corners del-le eccellenze agroalimentari della Puglia esposti davanti

alla celebre opera murale del padre del Minimalismo ame-ricano Sol Lewitt, e fruita nei giorni successivi dal pubblico dei turisti a Bari per i Mondiali Femminili di Pallavolo.

Al Fortino Sant’Antonio sul lungomare i giorni 15 e 16 ot-tobre si è svolto il Convegno televisivo “Antiche Architet-ture, Enogastronomia e Am-biente: il marketing territo-riale di BARI Extra DiVino per EXPO2015” al quale hanno partecipato nella veste di re-latori: Peppino Palumbo, am-ministratore delegato Can-tine Tormaresca, Peppino Barile, presidente Consorzio DOP Pane di Altamura, Maria

Pia Locaputo, commissa-rio LILT (Lega Italiana Lotta ai Tumori), Cino Tortorella, giornalista enogastronomo e regista RAI e Mediaset, Vito Giampetruzzi, agronomo e professore, e la Serata di Gala Televisiva ad invito per autorità, giornalisti ed azien-de, con la presenza anche del noto giornalista di “Striscia la Notizia” Mingo, nella quale l’arredo della sala del Fortino è stato realizzato da alcu-ni degli Enti e delle Aziende partecipanti al programma Extra DiVino con propri cor-ner espositivi perfettamente armonizzati tra i quadri delle pittrici Iacobbe, De Pasquale e Pignatelli e con il buffet alla fine dell’Evento per gli ospiti

Saverio Buttiglione e la pittrice Grazia Iacobbe(foto di Francesco Guida)

Uno scorcio della sala Muratallestita per ospitare Extra DiVino

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presenti realizzato coi propri prodotti agroalimentari.

Hanno esposto e fatto de-gustare i loro prodotti le se-guenti Aziende/Enti:

1) Consorzio Pane DOP di Altamura2) Consorzio Qualità tipica Puglia “Cipolla Rossa di Acquaviva delle Fonti”3) Consorzio Sapori Mediterranei4) Gal Terre dei Trulli e di Barsento5) Gal Sudest Barese6) LILT – Lega Italiana Lotta ai Tumori7) Ristorante “Terranima” Bari8) Ristorante “Savì” Conversano9) Antico Panificio di Altamura “La Maggiore”10) “Tarallificio Farinella”11) “Pastificio Sbiroli”12) Cantine “Tormaresca”13) Cantine “Coppi”14) Cantine “Albea”

Il project manager Buttiglione con l’hostess Carmen Abbinante

ingresso di Sala Murat con l’hostess Marika Insalata

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15) Frantoio “Mada di Puglia”16) Liquorificio “Beltion/Merak”17) Azienda di Cosmetici PDT con la linea da vino e olio Phisio Natura18) Oleificio Olio biologico RitrovatoAlla fine si è svolto la 5a edi-

zione del Premio Puglia: Unici e Protagonisti: per l’ “Impe-gno Sociale” il giornalista di “Striscia la Notizia” Mingo, per la “Dieta Mediterranea” il giornalista enogastronomo e regista RAI Cino Tortorel-la, per la “Qualità della vita” l’oncologo e presidente del-la LILT Francesco Schittulli, per il “Marketing Territoriale” il direttore di Puglia Film Com-mision (ora assessore del Comune) Silvio Maselli, per la

Opere d’arte ed eccellenze enogastronomiche pugliesi ad Extra DiVino

Pane e vino davanti l’opera di Sol Lewitt

Corner Mada di Puglia davanti l’opera di Sol LewittVino Albea e Cosmetici DPT con la lineada olio e vino Physio Natura ad Extra DiVino

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“Viticoltura” l’amministratore delegato di Cantine Torma-resca dei marchesi Antinori di Firenze Peppino Palumbo, per lo “Spettacolo” la cantante di “Io Canto” di Canale5 Gabriella Aruanno, per la “Moda Tessile Abbigliamento” il presidente del Distretto moda Regione Puglia Mario Totaro, per l’”A-groalimentare” il presiden-te del Consorzio DOP Pane di Altamura Peppino Barile, “Chef 2014” Nicola Savino , “ristorante 2014” Terranima di Piero Conte, “Tarallificio Fa-rinella”.

Sono intervenuti il dott. Gio-acchino Leonetti della BNL - Banca Nazionale del Lavoro per Telethon e la dott.sa Ros-sella Ressa capo delegazione FAI - Fondo Ambiente Italiano.

Tarallificio Farinella in Sala Murat

Da sinistra le pittrici Maria De Pasquale, Gina Pignatelli e Grazia Iacobbe, Domenico Egizio a.d. Biscottificio Farinella, Vito Farella marketing mana-ger Tormaresca e Mada Maggio a.d. Mada di Puglia

Mimmo Egizio e Cino Tortorella al Fortino Sant’Antonio per Extra DiVino

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Taglio del nastro Extra DiVino sala Murat piazza del Ferrarese Bari (foto FVS): da sin. il project manager Saverio Buttiglione, l’assessore alle Risorse Agroalimentari Provincia di Bari Franco Caputo, l’A.D. Tormaresca Peppino Palumbo, l’assessore al marketing territoriale, turismo e cultura Comune di Bari Silvio Maselli, l’A.D. PDT Cosmetici Mariantonietta Plantone

L’A.D. del Biscottificio Farinella Mimmo Egizio

Gli assessori della Provincia di Bari Vito Giampetruzzi (Bilancio) e Franco Caputo (Risorse Agroalimentari) ritirano il premio per conto del presidente Francesco Schittulli, Premio Puglia: unici e protagonisti 2014 per “Qualità della Vita” grazie alla sua opera di oncologo e presidente nazionale LILT per la quale ha scelto l’olio extravergine d’oliva quale testimonial

La segretaria del Consorzio DOP Pane di Altamura Nicla Florio ritira il premio per conto del presidente Peppino Barile

Lo chef Nicola Savino, proprietario del ristorantedi Conversano “Savì”

Il proprietario del ristorante di Bari “Terranima” Piero Conte

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L’A.D. Cantine Tormaresca Peppino Palumbo

L’inviato di Striscia la Notizia ritira il premio per la sua attività a favore del sociale

Il presidente del Distretto Moda Regione Pugliae A.D. della MAFRAT Mario Totaro

Il nuovo Assessore alla Cultura, al Turismo Marketing Territo-riale Silvio Maselli, già direttore di Puglia Film Commission

Saverio Buttiglione e Gabriella Aruanno, protagonista della manifestazione canora di Canale 5 “Io Canto”

La presentatrice Flavia Nanna ed il project manager Saverio Buttiglione premiano il regista RAI e Mediaset Cino Tortorella

per il suo lungo impegno a favore della Dieta Mediterranea e dell’Olio Extravergine d’Oliva Pugliese in particolare

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Extra DiVino an interna-tional event and exhi-bition of Olive Oil &

Wine in the city of Bari, Italy with b2b meetings between buyers and local sellers, tou-rism promotion and an edu-cational tour in Apulia.

Extra DiVino is not only an event, but also a working platform in order to promote the 2 excellences of the re-gion Apulia in South-eastern Italy, oilve oil and wine.

The Vinitaly exhibition in Verona is an international wine show of great success and recently it started sho-casing also olive oil in a new department called “SOL”.

Vinitaly is surely the best exhibition in this field in terms of audience, media, press, companies and business.

The region Apulia is beco-

ExtraDiVino: extra virgin olive oiland wine international week

ming ever more well-known wolrd-wide for is wine and

food industry and it is now the protagonist of the Vini-taly both for wine and for oil.

The quality of wine has been certified and awarded on a global scale and the soil of Apulia boasts about 60 thou-sands millions olive trees. Apulia has plenty of beautiful historical and architectural sights and it is the land of the castles.

Apulian castles are the perfect location to host its 2 main products, olive oil and wine, now the simbols of Apulian execellence and at-tractiveness in the world.

Tourism in Apulia is boo-ming and our land has a lot to offer to wine and food lovers. Tourists can enjoy not only art, architechture, sunshine, seaside but they can also taste olive oil, wine, cheese, pasta, seafood and muuch more. Many events promo-ting Apulian wines are taking place in Apulia: “Calici di stel-

le”, “Cantine aperte” etc.The Extra DiVino event

would like to invite you to participate in this very 1st in-ternational event promoting wine and olive oil of Apulia in Bari, Apulia, Italy.

The organisation will host you and provide for all expen-ses: flights, accommodation and meals. It will be a pleasure to have you here in Apulia!

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EXTRAVINODi

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èpossibile fotografare gli alberi di ulivo nel loro contesto naturale? Si nei

paesaggi di Puglia e Toscana spesso li troviamo immorta-lati. E l’olio extravergine che da essi si ottiene? Beh la risposta a questa domanda non è sem-plice.

Che cosa significa fotografa-re un olio? Forse fotografare la bottiglia che lo contiene, maga-ri catalogarne il colore o il grado di trasparenza che lo contrad-distingue. Si può pensare di fare delle analisi specifiche che ac-compagnino la fotografia della bottiglia e servano a chiarire se si tratta di un extravergine o di un olio di minor valore.

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Olio extravergine di olivae risonanza magnetica nucleare

Ma il punto è: si può fotografare un olio nel suo contesto natu-rale, ovvero si può certificare la sua provenienza geografica?

Al momen-to esiste uno specifico rego-lamento della Comunità Euro-pea, che obbliga all’etichettatura con l’indicazione di origine geo-grafica chi im-bottiglia olio ex-travergine.

Il Prof. Francesco Paolo Fanizzi

Piattaforma di metabolomica dell’Università del Salento. Spettrometri NMR 400 (a sinistra) e 600 (a destra) MHz

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La stessa Comunità Europea, però, non ha ancora chiarito come dirimere le controver-sie in caso di contestazione dell’autenticità dell’origine di-chiarata.

Solo per gli extravergini a de-nominazione di origine protet-ta esistono delle procedure di certificazione che legano il pro-dotto ad una determinata area geografica.

Anche in questo caso, co-munque, la garanzia è solo su base cartacea. Non ci sono metodi scientifici ufficialmen-te riconosciuti dalla Comunità Europea (e nemmeno dalla le-gislazione italiana) per dirimere le controversie in caso di con-testazione.

E’ per questo che molti chimi-ci che si occupavano di alimenti ma anche di tutt’altro hanno cominciato, una ventina di anni fa, ad analizzare campioni di olio con la risonanza magnetica nu-cleare (NMR dall’inglese Nuclear Magnetic Resonance).

Questa è una tecnica d’avan-guardia, oggi nota per le imma-gini che riesce a dare delle parti molli del corpo umano ma nata proprio per “fotografare le mo-lecole”.

E così anche all’olio extraver-gine di oliva possiamo asse-gnare oggi una carta di identità con tanto di “foto”, il tutto utiliz-zando qualche decina di microli-tri di olio.

Esattamente come avve-nuto per l’identificazione delle persone che è passata dalla descrizione sommaria dei line-amenti del volto nei passapor-ti rilasciati prima dell’avvento della fotografia al passaporto elettronico con tanto di foto a colori e chip che contiene tutti

i dati dell’individuo comprese le sue impronte digitali.

Ed esattamente come fa la polizia a riconoscere qualcuno analizzando una banca dati di foto segnaletiche si possono riconoscere gli oli e la loro pro-venienza dalle loro fotografie “molecolari”.

Queste fotografie o “profili metabolici” si ottengono con la spettroscopia di risonanza ma-gnetica nucleare e rappresen-tano l’insieme di tutte le mole-cole che contiene un olio.

Proprio tutte, non solo quel-le che uno cercherebbe con le classiche analisi di laboratorio. E così, come in una fotografia, dopo anni, uno può accorgersi sempre di un dettaglio trascu-rato, anche in uno spettro di ri-sonanza magnetica di un olio si può esaminare, dopo anni, qual-siasi dettaglio, qualsiasi mole-cola di interesse. I profili meta-bolici ottenuti con gli spettri di risonanza magnetica nucleare sono caratteristici non solo delle cultivar delle olive utiliz-zate per produrre un olio ma anche dell’ambiente in cui quelle cultivar sono cresciute.

Olive coratine coltivate in Toscana producono un olio di-verso da quelle della stessa cultivar coltivate in Puglia per-ché risentono delle cosiddette “condizioni pedoclimatiche” di-

Schema di acquisizione di un segnale NMR protonico: eccitazione,rilassamento e registrazione di uno spettro 1H NMR

Tubi NMR inseriti nell’autocampionatore ed utilizzati per l’esecuzione degli esperimenti di risonanza magnetica nucleare (NMR).

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verse (crescono in un clima ed un terreno diversi).

Ciò esattamente come nel caso di due gemelli omozigoti che pur avendo lo stesso DNA avranno plasma o urine diversi se seguono diete diverse. Im-maginate le differenze tra la ”fotografia” di un olio spagnolo, greco o tunisino ed uno italiano. Saranno dovute non solo a cul-tivar diverse ma anche ad ef-fetti pedoclimatici diversi.

Le differenze sono tutte facil-mente evidenziabili e costruen-do delle banche dati o “album fotografici” di tali oli sarà anche semplice verificare a quale al-bum può appartenere la “foto-grafia” di un olio incognito.

Le “fotografie” dell’olio ovve-ro i profili metabolici che si ot-tengono utilizzando la spettro-scopia di risonanza magnetica nucleare sono, come le moder-ne foto digitali, ad altissima ri-soluzione.

Altre tecniche spettro-scopie, magari più comuni e disponibili, danno risulta-ti molto meno soddisfacenti, proprio come avveniva con le prime macchine fotografiche digitali a bassa risoluzione.

E veniamo al dunque, l’Italia è il secondo produttore al mondo di olio extravergine di oliva e la produzione è essenzialmente concentrata nel mezzogiorno in Puglia Calabria e Sicilia che da sole producono circa il 90% del totale (la Puglia è prima con cir-ca il 40%).

Nel nostro paese gli elevati livelli di import (l’Italia è primo importatore al mondo di ex-travergine) ed export (siamo i

secondi esportatori al mondo dopo la Spagna) rendono ne-cessaria la tracciabilità del pro-dotto 100% italiano per la dife-sa degli interessi di produttori e consumatori.

Il problema della tracciabilità dell’olio di oliva extravergine italiano e della sua autenticità è stato sollevato recentemente in una famosa serie di vignette del New York Times in cui si de-nunciava che su dieci bottiglie di olio italiano presenti sul mer-cato solo tre, forse, lo erano davvero.

Gli Stati Uniti di America, i maggiori clienti extra UE dell’Italia per l’olio di oliva extravergine, hanno fatto rileva-re una doman-da interna, per

que-sto prodotto, che ha supera-to quella della Grecia e che è in continua crescita.

Metodi analitici basati sulla risonanza magnetica nucleare (NMR) e analisi statistiche sono stati messi a punto, da tempo, anche presso l’Università del Salento nel gruppo di Metabo-lomica del Professor France-sco Paolo Fanizzi ordinario di Chimica Generale ed Inorgani-ca ed utilizzati per identificare la qualità e l’origine geografica dell’olio extravergine.

I risultati ottenuti in Puglia, in particolare anche su oli extra-vergini venduti come italiani sul mercato americano, sono stati sottolineati anche in occasio-ne della polemica suscitata dal New York Times. In una mail in-dirizzata all’autore delle vignet-te satiriche sulla autenticità dell’olio extravergine italiano si evidenziava che i metodi per risolvere i problemi di corretta attribuzione dell’origine geo-grafica non solo esistono ma

sono già pubblicati da tem-po nella letteratura scienti-fica e si possono usare (se

si vuole). Il vignettista del New York

Times rispose con un tweet di-cendo di aver ricevuto dall’Italia mail che parlavano di risonanza magnetica nucleare ma di es-sere, appunto, solo un vignet-tista.

L’11 giugno scorso Il go-verno Italiano ha ac-

colto l’ordine del giorno del M5S (ODG 9/01864-A/008) che

prevede la creazione di una banca dati per confrontare le produzioni di olio extravergine di oliva su tutto il territorio na-zionale utilizzando nuove tec-nologie.

Questi moderni metodi si ba-sano sulla NMR (spettroscopia di risonanza magnetica nucle-are) e sono complementari alle analisi convenzionali attual-mente previste dai regolamen-ti dell’UE.

Gli stessi metodi possono essere applicati per altri pro-dotti per tutelare tracciabilità ed origine in campo agroali-mentare.

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Panificio La Maggiore - Via Matera, 184 - 70022 Altamura (BA)Tel. 080/3112357 - Fax 080/3104686 - [email protected] - www.panificiolamaggiore.it

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Gli Stati Uniti d’America, i maggiori clienti extra UE dell’Italia per l’Olio di

Oliva Extravergine, hanno fatto rilevare una domanda interna, per questo prodotto, che ha superato quella della Gracia e che è in continua crescita.

Il problema della trac-ciabilità dell’Olio Extraver-gine d’Oliva Italiano e della sua autenticità è stato sollevato recentemen-te in una famosa serie di vignette del New York Times, perciò un grosso buyer statunitense, “Cer-tifieldOrigins”, si è rivolto proprio al team guidato dal professor Francesco Paolo Fanizzi per assicu-rarsi la tracciabilità incon-

futabile dell’Olio Biologico ac-quistato per i propri clienti.

Infatti i metodi analitici ba-sati sulla risonanza magneti-ca nucleare (NMR) e le analisi

statistiche sono stati messi a punto ed applicati proprio per identificare la qualità e l’origine geografica dell’Olio Extraver-gine d’Olliva.

I risulytati ottenuti in Puglia da tempo sono stati sottolineati anche in occasione della polemica suscitata dal New York Times.

Naturalmente gli stessi metodi possono essere applicati per altri prodot-ti agroalimentari al fine di garantire con assolu-ta certezza tracciabilità ed origine contrastando efficacemente, qualora il consumatore ne venga informato, l’”Italian Soun-ding” (commercio di pro-dotti falsi e taroccati).

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I primi sessantacinque anni della nostra associazione do-vranno necessariamente es-

sere un buon ricordo ed espe-rienza ma diversi dagli anni che ci aspettano vista la crisi epo-cale economico/finanziaria che stiamo vivendo e nel futuro di profondo cambiamento che la società in tutti i suoi comparti dovrà operare il nostro siste-ma associativo dovrà essere anch’esso oggetto di una pro-fonda riflessione.

Nella cosidetta prima repub-blica anche le associazioni di rappresentanza della picco-la impresa erano identificate come un partito politico al qua-le infatti esse si sentivano di

appartenere e che contribuiva-no a sostenere anche in termini di consenso elettorale.

In quell’epoca non lontana il ruolo dei partiti era difatti pro-prio quello di produrre una sin-tesi nella rappresentanza degli interessi multipli, sia geografici che sociali.Il venir meno dei partiti storici per come li abbiamo tutti vis-suti finora, intorno ai quali dopo l’ultima guerra si era organiz-zata la democrazia, ha indotto Confartigianato ad accentuare il proprio ruolo di rappresen-tanza degli interessi delle im-prese associate, stemperando progressivamente quello della rappresentanza politica, sino

all’approdo della creazione di Rete Imprese Italia che è costi-tuita, ed a turno rappresentata, di ben cinque Associazioni che sino a qualche anno fa erano

Confartigianato per il rilanciodel sistema Italia

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Francesco Sgherza, Presidente Regionale Confartigianato Puglia

Punti di vista

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schierate su opposti fronti po-litici.

Quello a cui assistiamo ora è il consolidarsi di partiti d’opinione che hanno perso quasi del tutto la capacità di rappresentare in-teressi economici organizzati, con la conseguenza che anche l’azione politica dei Governi che si sono succeduti negli ultimi anni era fatta “nell’interesse generale dello Stato” o perché “ce lo chiedeva l’Europa” oppu-re perché “dobbiamo realizza-re riforme rivoluzionarie per la modernizzazione dello Stato”.

Si è pertanto affermata l’il-lusione di poter creare un rap-porto diretto tra decisori pub-blici e cittadini, mediato dalle comunità virtuali, che genera invece forme di neo liderismo supportato da inedite modalità di comunicazione con la pre-tesa di semplificare i problemi

trovando soluzioni dirette a domande complesse.

In questo nuovo schema semplificato il ruolo e l’azio-ne delle rappresentanze e dei corpi intermedi della società viene di conseguenza conti-nuamente messo in discussio-ne addirittura in relazione alla necessità di esistenza ed anzi viene vissuto con fastidio de-

legittimandolo alla stregua di un retaggio fossile.

Ritengo al contrario che ciò di cui il nostro Paese Italia ha grande mancanza è proprio la capacità collettiva di fronteg-giare la lunga fase recessiva dell’economia.

In assenza di questa condi-visione si registra la parcel-lizzazione degli interessi e la radicalizzazione della difesa di quel poco che ancora indivi-dualmente si possiede e che, a mio avviso, trova la sua più chiara espressione nella difesa del particolare messa in campo da alcune forze sindacali, che non riescono più ad elaborare strategie di medio/lungo pe-riodo, come ad esempio le vi-cende Alitalia e Opera di Roma testimoniano.

Un altro sintomo di impove-rimento della condivisione col-

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lettiva delle priorità è la scom-parsa del “tema” Mezzogiorno (anche in qualità di “problema da risolvere”, quando dovreb-be essere affrontato quale “risorsa per l’intero Paese”) dall’agenda del Governo, sin-tetizzato nel dimezzamento del cofinanziamento statale dei Fondi Europei (così facen-do rinunciando alla metà delle risorse di cui avremmo diritto), cosa che inevitabilmente pro-durrà una perdita di ben 8 (otto) miliardi in Campania, Calabria e Sicilia (dove le Amministra-zioni Regionali hanno dalla loro dimostrato una sostanziale in-capacità di gestire i Fondi per lo Sviluppo, sia nei progetti pro-pedeutici che l’Europa richiede sia nella fase di realizzazione delle opere), zone del Paese che mai come ora avrebbero bisogno di ossigeno in termini

di investimenti pubblici e privati.Per ora la Puglia dovrebbe

essere riuscita a sottrarsi a questo destino di declino delle Regioni del Sud, ma solo per-ché ha centrato gli obiettivi della spesa Comunitaria anche grazie all’affiancamento da parte di Confartigianato e delle altre associazioni di partena-riato nell’azione amministrativa regionale.

E’ però doveroso fare una netta distinzione tra soggetti come Confartigianato che si impegnano allo spasimo nel rappresentare interessi collet-tivi e soggetti aggregativi che invece tutelano semplicemen-te posizioni dominanti soprat-tutto all’interno del pubblico apparato opponendosi incre-dibilmente alla modifica dell’e-sistente.

Voglio essere più esplicito

per mettere a fuoco il ruolo di Confartigianato:

da più parti, e sempre più di frequente, e noi siamo fra que-sti in prima linea, viene solleci-tata la realizzazione della “già programmata” linea ad Alta

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Velocità tra Bari e Napoli , cosa che unirebbe est ed ovest del Paese diviso longitudinalmen-te dagli Appennini, oltre che il raddoppio dei binari tra Termoli e Lesina (30 miseri chilometri che nel terzo millennio non si

può tollerare nemmeno nei Pesi del terzo mondo) consentendo così l’alta capacità ferroviaria tra sud e nord, ma la differenza sostanziale tra la nostra As-sociazione ed altre risiede nel fatto che Confartigianato “non è interessata alla costruzione materiale dell’opera” (quindi non pone veti strumentali ai propri interessi particolari) ma piuttosto al fatto che ritenia-mo interesse collettivo avere a disposizione un vettore di mobilità pubblica per persone e merci più moderno e rapido e che questo costituisca di conseguenza un miglioramen-to sostanziale del contesto in cui operano le nostre Imprese, oltre che un avanzamento del-la qualità di vita dei territori del Sud.

Le associazioni di Rappre-sentanza delle forze impren-

ditoriali come la nostra co-stituiscono il vero motore dell’Economia di un Paese e devono raccogliere la sfida che il nuovo contesto politico e so-ciale impone.

Confartigianato rinsal-derà dunque, ed in alcuni casi ripristinerà qualora affievolito, il dialogo con tutti gli associa-ti per rappresentare le istanze raccolte in presa diretta da co-loro che rappresenta.

Dobbiamo pertanto spogliar-ci totalmente di ciò che resta ancora di una rappresentanza ideologica per rafforzare, su base territoriale secondo le esigenze di ciascun distretto, i legami mutualistici con chi rappresentiamo e tra gli stessi associati.

Devo a questo punto ringra-ziare l’ospitalità calorosa da-taci in Fiera del Levate per la

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60a giornata dell’Artigianato proprio sul tema del Ruolo delle associazioni di Rappresentan-za per il rilancio del Paese Ita-lia, moderata dal direttore del TGNorba24 Vincenzo Magistà (anche lui ha ritenuto surrea-le che si filosofeggi sul tema delle tutele, cioè delle regole e specie del “totem ideologico” articolo 18 che dovrebbero re-golamentare una cosa che non c’è più: il lavoro), e con efficaci interventi dell’assessore Re-gione Puglia alle Attività Pro-duttive Loredana Capone e del nostro Presidente nazionale Giorgio Merletti.

In quell’occasione Alessan-dro Ambrosi presidente di Ca-mera di Commercio Bari (altro Ente di Rappresentanza che a livello centrale si vorrebbe abolire!), ha sottolineato come anche loro stanno scommet-tendo sul futuro con i fatti più che con le parole, avendo redi-stribuito e contribuito al salva-taggio di ben 1860 aziende 15 milioni di euro che rappresenta il 40% del raccolto sul territo-rio, La sua ricetta è la immedia-ta apertura di credito da parte del sistema creditizio ed una forte riduzione di tasse e prati-

che burocratiche per le impre-se Piccole e Medie.

Al Presidente Ambrosi piace fare a tal proposito l’esempio di chi deve immediatamente por-tare in auto verso l’ospedale una persona colpita da infarto trasgredendo semafori e re-gole stradali aspettandosi poi a suo tempo le giuste sanzioni, con il Governo che dovrebbe investire nonostante lacci e laccioli della Comunità Europea.

Dello stesso aspetto si è lamentato il Presidente della Provincia di Bari, il prof. Fran-cesco Schittulli, che bloccato dal patto di stabilità ha grossi

problemi ad espletare le dele-ghe relative a strade e scuole, con l’assurdo di un attivo di 220 milioni (140 di credito dal go-verno e solo 5 di debito verso fornitori).

Ringrazio infine Il padrone di casa, prof. Ugo Patroni Griffi, non ha fatto il solito discorso di saluti e benvenuto ma una pillola molto gustosa di lezio-ne accademica, l’ultimo libro di suo padre è stato rivolto pro-prio al lavoro artigiano perciò ritengo che anche lui abbia nel sangue l’amore per la piccola impresa e da professore ha ben spiegato come tutto ruoti intorno alla figura dell’apprendi-sta (se è vero come è vero che la nostra economia si poggia sulla piccola impresa), che va tutelata ed anzi posta in primo piano, non trattandolo da la-voratore ma da studente alla stregua di uno stagista e biso-gna metterlo nelle condizioni di “rubare il mestiere” affinchè possa in futuro diventare an-ch’esso imprenditore, come ci insegnano le mille aziende che negli ultimi vent’anni sono nate nel nordest.

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Il Presidente Patroni Griffi ha citato importanti econo-misti quando affermano che gli shocks asimettrici causati dallo sviluppo di alcuni territori a discapito di altri nella sto-ria dell’uomo sono inevitabili e sono affrontabili solo con una seria politica monetaria co-mune ma ..... purtroppo, in man-canza di questa, nonostante gli innumerevoli sforzi di Mario Draghi in Italia ed in Europa, (in Italia non possiamo certo dire di possederla come purtrop-po da decenni non abbiamo più nemmeno una seria politica industriale forse dai tempi di Enrico Mattei), allora restano solo due strade: migrazione di massa dei lavoratori oppure dialogo con le parti sociali, con un sindacato naturalmente non frammentato e senza una nuo-va visione unitaria e condivisa.

Sono convinto d’altro canto che buoni esempi di mutualità sono numerosi all’interno del nostro mondo: oltre ai Consor-zi di Garanzia Collettiva degli affidamenti bancari che hanno avuto un ruolo straordinario nell’attenuazione degli effetti della crisi economica che stia-mo attraversando, dobbiamo ricordare gli Enti Bilaterali co-stituiti da tutte le Parti Sociali, sindacali e datoriali, dell’arti-gianato e che forniscono pre-stazioni di welfare integrative, SAN.ARTI che presidia il cam-po della sanità integrativa ed il Consorzio CAEM che consente ad imprese e famiglie di acqui-stare gas ed energia a prezzi scontati.

Ritengo che le nostre As-sociazioni territoriali debbano impegnarsi congiuntamente per estendere le reti di mutua-

lità, promuovendo ad esempio Consorzi Acquisti nei diversi settori produttivi, Consorzi per la partecipazione alle gare pubbliche, Reti per l’interna-zionalizzazione, Reti per l’ac-cesso alle risorse pubbliche per Innovazione e Ricerca, la partecipazione collettiva ad Eventi identitari quali il Fuori expo2015, che Confartigiana-to sta allestendo in occasione di quell’Evento milanese di rile-vanza mondiale.

Per conseguire l’obiettivo di estendere quelle che ho chia-mato Reti di Mutualità occorre però impegnarsi a fondo per moltiplicare i nodi di contatto territoriale che consentano un maggiore collegamento alle imprese del territorio attra-verso azioni programmate di contatto.

Occorre che le nostre as-sociazioni territoriali facciano proprie le modalità di coordina-mento, pianificazione, gestione e controllo delle azioni intra-prese,valorizzando le tecniche consolidate di “soddisfazione del cliente”.

E’ assolutamente chiaro che le azioni di cui parliamo e che intendiamo concretizzare a breve, a partire dai nostri ter-ritori pugliesi, costituiscono una vera e propria scommes-sa: sperimentare, in epoca di social network, un processo di rafforzamento delle reti inter-personali.

Un percorso virtuoso di raf-forzamento dei legami identi-tari tra l’associato e la sua As-sociazione, utilizzando il doppio canale del soddisfacimento di un “interesse economico” arti-

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colato in una pluralità di bisogni e di quello della rappresentanza sindacale di interessi collettivi.

Il buon fine di questa scom-messa passa attraverso la trasformazione di un approccio organizzativo che veda l’Asso-ciazione sempre pronta e di-sponibile ad occuparsi, su loro richiesta, dei problemi dei soci, per passare ad un più faticoso protagonismo associativo di ricercaattiva delle domande e dei bisogni inespressi dei soci.

Gli strumenti di attuazione di questi propositi non posso-no che essere quelli della for-mazione e del rafforzamento del capitale umano operante all’interno dei nostri sistemi associativi territoriali, con il coordinamento e la guida della Federazione Regionale Confar-tigianato che deve assumer-si il compito di far progredire contemporaneamente, in tutti i variegati territori, le fasi di re-alizzazione del progetto.

Il capitale umano dell’Impresa Artigiana è la sua più grande ri-sorsa, qualora venga innaffiato e rafforzato costantemente come si fa con le piante, allora dalla vecchia pianta nascono nuovi germogli che nel nostro caso sono i giovani apprendisti.

L’aasessore alla Cultura, Mediterraneo e Turismo della Regione Puglia prof.sa Silvia

Godelli, nel presentare la set-timana dei Dialoghi di Trani, a tal proposito si è detta con-trariata dal nuovismo a tutti i costi che non vuol certo dire ai giovani che sono invece il no-stro futuro perché più freschi e con più tempo di vita davanti, il nuovismo che snobba il passa-to è un grave errore perché la formazione della mente di cia-scuno di noi oltre che dalla ge-netica arriva dal passato , mil-lenni di cultura accompagnano l’eredità dei geni attraverso l’”apprendimento ambientale” (come insegna Barman, an-ch’esso ospite dei Dialoghi di Trani).

Chi più del giovane artigiano, servendosi naturalmente an-che dei nuovi strumenti di lavo-ro tecnologicamente avanzati, mette in pratica quello che ha detto la prof.sa Godelli?

L’assessore alle Risor-se Agroalimentari dott. Fabrizio Nardoni proprio in Fiera del Levante fa-ceva notare quanto la Regione Puglia stia puntando sulle Masserie Didattiche, per esempio anche su Masseria Russo che alleva i famosi Asin di Martina Franca.

Chi più degli artigiani agri-coltori sono stati in grado di trasmettere questi valori

agroalimentari che oggi tutto il mondo apprezza quando ci vi-sita in viaggi di turismo?

Ma come Associazione an-che i nostri gruppi dirigenti devono farsi carico di nuovi approcci organizzativi per raf-forzare una autorevolezza as-sociativa.

Potremo così meglio in-terpretare, a tutti i livelli della pubblica Amministrazione il ruolo della legge 180 del 2011 accompagnando l’azione dei decisori politici e l’effettiva realizzazione delle misure che determinano le condizioni in cui operano imprese e famiglie, agevolandole per un migliore futuro del sistema Italia.

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La compatibilità tra conser-vazione e valorizzazione dell’architettura storica e

del paesaggio è un argomento assai di moda in quasi tutti gli ambienti e latitudini a proposito del quale tutti parlano e appun-to... parlano. Certo è giusto parlarne, è fondamentale argomentare, confrontarsi e riflettere ed è sicuramente una maturazio-ne anche la sola presa di co-scienza, anche solo assistere a un dibattito e non intervenire costituisce un arricchimento e una crescita intellettuale; ma in questo settore spesso l’analisi la fa da padrona mentre la sin-tesi operativa, cioè le propo-ste concrete e le realizzazioni pratiche, sono purtroppo an-cora poche, pochissime quelle esemplari.

E’ questo un problema mol-to sentito dall’attuale cultu-

ra, non solo da quella tecnica, e ciò è dovuto pr incipalmen-te a due fattori: il primo al fatto che professio-nisti e commit-tenti ritengono per la maggior parte che il pro-blema di tutela del paesaggio si esaurisca con l’approvazione in commissione paesaggistica di un progetto, il che non è perché serve solo a superare delle so-glie amministrative e burocra-tiche abbastanza banali. Sono progetti fatti “di simboli grafici, di retini, di linee. … da foto aeree zenitali o da immagini spaziaIi che ci dicono molte cose a li-vello regionale… Ma con stru-

menti di tal genere il senso del paesaggio va inevitabilmente perduto. Il paesaggio diventa invisibile. Scompare. Fatto di grafismi. Non di alberi, di case, di architetture, di campi colti-vati, di monti e nuvole. Tutto massicciamente visibile ai fini della cognizione territoriale ma

La valorizzazione del paesaggioculturale agricolo: il complesso

monumentale di Villa Bertoldi a Negrar

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Progetti

Il prof. Arch. Cesare Feiffer con Fulcio, il suo breton

Nella prima immagine il progetto di conservazione e riuso redatto dallo Studio Feiffer & Raimondi con la colla-borazione, per la parte strutturale e impiantistica dello studio dell’Ing Lavarini, si fonda da un lato sul rispetto dell’autenticità dei materiali, sul mantenimento della stratificazione storica e sul rendere il meno invasivo possibile il rapporto con l’aggiunta contemporanea; dall’altro sul rispetto del paesaggio, sulla compatibilità

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invisibile al sentimento del pae-saggio”. (E. Turri, Il visibile e l’in-visibile nel paesaggio, 1995)

Il secondo fattore è che tutt’oggi nell’università, nel-la letteratura, nei convegni quando si parla di paesaggio si parla, principalmente e quasi esclusivamente, di riprogetta-zione, modifica, trasformazio-ne del paesaggio. In pratica ci si concentra sul creare un nuovo paesaggio mentre quello esi-stente diviene solo uno sfon-do per contenere quello nuovo; tutto il contrario di come do-vrebbe essere.

Ciò trova giustificazione in alcuni ambienti, tipo le aree industriali dismesse, in quei ‘paesaggi’ urbani periferici e sconvolti da capannoni, negli svincoli e tra le tangenziali, in quelle zone massacrate e vio-lentate dall’abusivismo, ecc. lì si può parlare di rigenerazione del paesaggio e quindi legitti-mare, anzi rendere doverosa la modifica compositiva anche di segno forte.

Ma per i paesaggi storici e naturali, per quei “paesaggi co-struiti” che arricchiscono l’Italia, dove le modifiche ci sono state

ma solo in modo parziale e limi-tato, li dove la trasformazione ha modificato ma deve ancora sconvolgere il contesto, l’inter-vento in questi casi va calibra-to e orientato in base ai valori dell’esistente. Bisogna mettere in primo piano la conservazio-ne del paesaggio e in secondo piano la modifica compositiva. Il progetto qui deve partire da

una profonda attenzione e ri-spetto per le stratificazioni di segni che connotano lo stato attuale, che emergono solo da-gli studi conoscitivi preliminari, per orientarsi delicatamente verso la trasformazione com-patibile, la sola che produce quella qualità alta che in nostro patrimonio si merita e giusta-mente pretende.

ambientale e sulla valorizzazione dell’insieme. Nell’immagine è riprodotto il fotopiano del prospetto principale della villa e delle barchesse laterali. La realizzazione di fotopiani nel progetto di conservazione è propedeu-tica alle fasi di conoscenza e mappatura. Nella seconda immagine le mappature di materiali e interventi di conservazione sul prospetto sud della villa.

Il sito paesaggistico e architettonico di Villa Bertoldi a Negrar è il conte-sto in cui l’Azienda Agricola della famiglia Recchia ha inteso concentrare le sue attenzioni per far sì che la “terra” e il monumento architettonico facciano da cornice “culturale” al prodotto vino.Puntando sulla connessione tra il vino e gli altri valori storico-artisti-ci-paesaggistici del particolare sito monumentale il binomio ne esce rafforzato così il vino non è solo prodotto da degustare in base alle sue caratteristiche enologiche e gustative, ma è un tutt’uno con i valori della storia, della cultura, dell’arte, dell’architettura e del paesaggio del ma-gnifico contesto della Valpolicella. Immagine aerea del complesso prima dell’inizio dei lavori.

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In un recente seminario di approfondimento sul tema organizzato in uno straordina-rio borgo tra le colline del ba-rolo si sono confrontate idee concrete idee ed esempi sulla valorizzazione del paesaggio, quello straordinario paesaggio delle colline del Barolo. Ci sono stati molteplici spunti, stimoli, riflessioni, confronti, critiche, problemi, poi un interessante dibattito che spesso ha rile-vato l’assenza di finanziamenti

dall’alto e quindi all’impossibili-tà di agire ; mentre tutto ciò si accavallava, sovrapponendosi in un calcolato disordine sono uscito per prendere un pò d’a-ria e per appoggiare lo sguardo su quell’ambiente straordinario dove il vigneto, seppure costi-tuisca innovazione e ”alterazio-ne” di un sito naturale che in ori-gine ne era privo è sicuramente all’interno della trasformazione compatibile.

Seduti al bar a pochi metri

dalla chiesa dove si svolgeva il seminario c’erano una decina di turisti di mezz’età che si ri-storavano perché sembravano un pò affaticati; erano discreti, attenti all’intorno, informa-li, leggevano e analizzavano il contesto ambientale che li av-volgeva, si chiedevano come mai l’i-phone non riconosceva i monumenti del centro storico, ecc.; erano tipi sportivi, diversi in tutto dal turista intruppato e telecomandato che affolla le

Immagine 1 Immagine 2

Immagine 3Nelle immagini da 1 a 7: complesso di Villa Bertoldi a Negrar (VR), le cui origini risalgono al 1400, costituisce un uni-cum tra architettura storica e paesag-gio dove i segni dell’uomo, della storia e della natura si sovrappongono e si stra-tificano in uno straordinario sito. La cul-tura che tracima da ogni pietra, da ogni pianta e da ogni contesto è oggi in sim-biosi con l’attività economica che trova vita in quei luoghi e dà vita a quei luoghi all’insegna della compatibilità e del ri-spetto. L’Azienda Agricola dei f.lli Rec-chia vuole far risorsa della cultura e per questo si sta impegnando ad attuare il riuso del complesso coniugando con-servazione dell’architettura, conser-vazione del paesaggio e sostenibilità. Nelle immagini sono ritratte le limonaie, le barchesse e gli annessi rustici prima dei lavori, in alcune fasi di cantiere e a lavori quasi conclusi.

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città monumentali, davano l’i-dea di turisti di spessore, quelli intelligenti che decidono loro dove andare e cosa vedere… non l’agenzia di viaggi! Chie-do da dove vengono e come mai son lì e come sono finiti in quel paesino che io stesso non avrei mai visitato o trova-to se non mi avesse portato lì un amico. Erano australiani che facevano un bike tour tra le col-line del Barolo, organizzato in tutto da una società australia-na che s’interessava di propor-re i tracciati, organizzare per-nottamenti e vitto (comprese le enodegustazioni), trasporto bagagli, ecc. e… faceva pagare circa 600 euro al giorno… com-preso tutto.

Rientro al convegno e illustro ai colleghi quel caso di “valoriz-zazione compatibile” e a misu-ra del paesaggio. In effetti, mi spiegano, quello è un turismo in forte crescita che si muove tra i vigneti, i corsi dei fiumi, le dolci vallate, i monumenti, i piccoli borghi e le cantine e sul quale delle società ricavano utili fornendo servizi; in pratica

un esempio straordinario di ciò che stavamo dibattendo.

I tour in bici, come quelli a pie-di sono esempi nuovi e originali di creatività applicata ai beni culturali e paesaggistici; crea-no e cercano un turista di spes-sore culturale, propongono esperienze anche sensoriali nel rapporto con il paesaggio allar-gandone le percezioni , imple-mentano i valori che il paesag-gio può offrire, portano flussi di turismo non banale e di massa ma di elite e generano quindi

una filiera lunga economica. Si pensi in questo senso al Cam-mino di Santiago che è nulla sotto il profilo storico culturale (rispetto al paesaggio italiano) ma è solo spirituale e religio-so eppure raccoglie migliaia di pellegrini-turisti ogni anno e migliaia di esercizi commerciali ci lavorano. Questa è appunto la valorizzazione compatibile, (quella sconosciuta ai verti-ci ministeriali del MiBac) che è micro e diffusa, che produce una crescita progressiva dei soggetti coinvolti, che fa co-noscere il territorio e la cultura locale nelle sue articolazioni e nei suoi dettagli, che è ecolo-gica e a misura, che rispetta e conosce, e che è quindi segno di maturità e di sensibilità per i valori del paesaggio.

Quanti di questi turismi col-ti, rispettosi ed ecologici si possono “inventare” nella no-stra Italia? Infiniti! Perché infiniti sono i siti, i contesti, i borghi, gli elementi monumentali o pae-saggistici che un percorso in-telligente di valorizzazione po-trebbe connettere. Ci sono la

Immagine 4

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natura, i beni culturali, la cultura del bere e del mangiare, l’acco-glienza che noi sappiamo offri-re. Da citare sono le molteplici iniziative di Angelo Verderosa che con piccoli paesi (https://piccolipaesi.wordpress.com/tag/angelo-verderosa/) por-ta turismo e risorse nei borghi dell’appennino irpino proponen-do esperienze di conoscen-za che vanno oltre il sempli-ce godimento visivo, perché sono momenti di conoscen-za dell’ambiente e che fanno “sentire” il paesaggio in modo completamente diverso e più intenso. Percorrere in pullman o in auto gli stessi luoghi è altra cosa, li non si colgono gli odori, i rumori, le diverse temperature che in ogni tratto il paesaggio presenta, li si è separati da un vetro, si è in ambiente climatiz-zato così della natura si perce-pisce solo l’aspetto estetico, come un quadro. Percorrerlo a piedi o in bicicletta consente invece un arricchimento assai più intenso.

Queste riflessioni mi portano al caso della famiglia Recchia che, con la Società Agricola Palazzo Bertoldi-Stefani, ha deciso di valorizzare il com-

plesso di Villa Bertoldi, sito di grande rilievo monumentale e paesaggistico immerso nei vigneti di loro proprietà. Il pa-esaggio, i giardini, i percorsi e l’edificio erano abbandonati da anni, versavano in avanzato stato di degrado poiché nes-suno nel mondo imprenditoriale ne aveva colto i valori, i carat-teri peculiari e soprattutto le potenzialità di valorizzazione ampia che il sito conteneva. Questa mancanza di visione delle opportunità che un riuso corretto può conferire al bene storico è purtroppo caratteri-stica della maggioranza degli operatori privati e pubblici ita-liani; così il patrimonio deperi-sce, non tanto per l’assenza di fondi, ma per l’assenza di una

visione economica (compati-bile) del patrimonio culturale, e per la conseguente mancanza della capacità di coniugare in modo rispettoso cultura sto-rico-architettonico-paesaggi-stica e il necessario sviluppo commerciale-economico.

Lo studio Feiffer & Raimondi, in accordo con la famiglia Rec-chia, ha studiato e redatto un progetto di conservazione e ri-uso compatibile del complesso che comprende la realizzazione di grandi volumi interrati utili a dare supporto pratico e funzio-nale al monumento e che non stravolgono il paesaggio.

La Villa, i suoi annessi rustici, le limonaie e i giardini diverran-no così la sede e la cornice di attività aziendali e culturali che valorizzeranno l’azienda e i suoi prodotti vinicoli e il paesaggio.Il progetto in corso si configu-ra quindi sia come esempio di riuso conservativo e compati-bile di un monumento e del pa-esaggio che lo racchiude sia di come sia possibile valorizzare e far rendere economicamente i monumenti.

L’obbiettivo dell’Azienda è stato per far sì che la “terra”e il monumento architettonico diventassero la cornice “cul-

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L’arch. Feiffer con alla sua sinistra il sig. Roberto Recchia e a destra il sig. Riccardo Guido Recchia, durante una riunione nel cantiere di Villa Bertoldi.

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turale” dei frutti del loro lavoro; puntando sulla connessione tra il vino e gli altri valori stori-co-artistici-paesaggistici del particolare sito monumentale il binomio ne sarebbe uscito raf-forzato così il vino non sarebbe più stato solo da degustare in base alle sue caratteristiche enologiche e i criteri del gusto (come potrebbe essere per un altro buon vino australiano o californiano) ma sarebbe sta-to un tutt’uno con i valori della storia, della cultura, della tradi-zione, dell’arte, dell’architettu-ra di quel magnifico e singolare contesto della Valpolicella.

Con il coraggioso investi-mento economico, di energie, di idee e di tempo nel bene, la proprietà ha pensato di legare l’enologia alle particolarità del paesaggio dei colli veronesi e alla storia dell’architettura che nella vallata hanno prodotto eccellenze monumentali uni-che. Il fine è quello di valorizzare il contesto, riusando in modo conservativo e compatibile i monumenti per dare contem-poraneamente grande impulso alla filiera lunga delle eccellenze enogastronomiche. Anche la

visita turistica del sito monu-mentale s’inserirà a pieno titolo in questo programma di valo-rizzazione.

Il progetto si divide in due fasi:La prima, attualmente in fase

di completamento, riguarda la porzione sud del complesso che comprende barchesse, limonaie, barricaia, annessi ru-stici e il grande parco-terrazza che guarda la valle.

La seconda fase riguarda il corpo principale e più antico della Villa monumentale e la realizzazione a nord di questa, di un interrato com-prensivo di parcheg-gio e spazi funzionali di pertinenza dell’attività dell’azienda agricola.

A conclusione della prima fase, gli spazi del complesso saran-no utilizzati per ospi-tare eventi di carat-tere culturale, cene a tema, scuola di cucina, degustazioni enolo-giche, oltre ad altre attività che tradizio-nalmente si svolgono nelle ville e nei palazzi storici quali matrimoni

e convegni. Una volta conclusi anche i lavori relativi alla secon-da fase del progetto, saranno trasferite a Villa Bertoldi una delle sedi operative aziendali e un punto vendita vinicolo.

Completano il disegno del ri-utilizzo compatibile le attività di accoglienza e ricettività che saranno attivate all’interno de-gli spazi della Villa, oltre che la possibilità di visitare il monu-mento e di fruire del paesaggio dal punto di vista privilegiato di cui gode il complesso.

A concludere il progetto di valorizzazione del paesaggio, è in fase di studio e di progetto la realizzazione di un percorso pedonale immerso nel verde di boschi e vigneti che collega il complesso monumentale alla sede principale e operativa dell’azienda, sita poco distan-te. La realizzazione di tale per-corso consentirà ai visitatori di muoversi nel paesaggio e di comprenderlo appieno rima-nendo in un contesto di turismo enogastronomico sostenibile e compatibile.

Immagine 8

Immagine 9

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Immagini 8 e 9: fa parte del comples-so monumentale di Villa Bertoldi anche un piccolo oratorio, che, per volontà della proprietà, è stato il primo edificio su cui sono stati effettuati i lavori di conserva-zione.è stato necessario risanare le pareti, re-staurare e integrare gli intonaci esterni e manutenere la coper-tura. Nelle immagini è visibile la facciata della chiesa prima e dopo i lavori.

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L a Murgia dei Trulli è il sin-golare luogo delle archi-tetture in pietra a secco.

I trulli, incantevoli costruzioni dalla base quadrata e dal tet-to conico, sono l’elemento paesaggistico dominante, la chiave di lettura del territorio, la cifra misteriosa che deco-difica il linguaggio dei segni. E sono tracce di passaggi sto-rici, antropologici, sociali.

I luoghi segnati dalle “chian-carelle” disegnano un’enclave circoscritta a dodici-quattor-dici centri urbani con relativi

agri. Le “chiancarelle” sono lastre lapidee di roccia calca-rea, abbondante nella sub-re-gione centrale della Puglia.

Per la facilità ad essere la-vorate con netti colpi di ac-cetta, queste pietre vengono tuttora utilizzate per dare un provvidenziale tegumento ai trulli ed ai tetti delle masse-rie, dei ricoveri (denominati “jazzi”) degli animali da cortile e da elevamento, alle delizio-se cappelle rurali.

I santi e le Madonne di cam-pagna si alternano in affre-

schi, in tele e statue su per i saliscendi delle colline mur-giane.

Iniziative

Occorre un piano per la tuteladei trulli pugliesi

Il Senatore Piero Liuzzi

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Nei mille paesi della Valle d’Itria - con epicentro Albe-robello, Locorotondo, Mar-tina Franca, Costernino, Noci - le chiancarelle copro-no anche le falde delle archi-tetture spontanee dei centri storici, che, viste dall’alto, paiono un tramato di viuzze e slarghi improvvisi, un deda-lo di vicoli e di piazzette: qui domina il bianco sulle pareti esterne delle case, degli edi-fici su due-tre piani, con ripide scalinate di accesso, balconi aggettanti barocchi e piante lussureggianti. Tanti fiori alle finestre della valle, quasi un rimmel alle occhiute case lin-de di calce bianca.

A Noci (Ba) l’intrico di ca-sette disegna le corti che

i residenti chiamano “Gno-stre” volendo indicare col latino “claustrum” la forgia parzialmente chiusa del sito. Nelle “gnostre” il privato gelo-samente custodito si apriva alle confidenze del pubblico, ovvero del vicinato, sempre prodigo a condividere gioie e dolori degli uomini e delle donne, dei piccoli abitanti e degli anziani del popolo.

Oggi, i claustri si vanno spopolando, ma tuttora si intravede nella loro confor-mazione la familiarità delle frequentazioni e l’antica atti-tudine a socializzare.

E sopra ogni cosa, a domi-nare i panorami dai tetti e dei tetti, si scorgono le tego-le-chiancarelle che il tempo ha colorato di grigio e su cui spesso si arrampicano i liche-ni ed il muschio. Infili lo sguar-do nell’orizzonte e di nuovo appaiono i trulli e le candide masserie pugliesi.

Molte sono dirute, caden-ti. Altre invece, recuperate e rigenerate, costituiscono centri di produzione agrico-la. Altre ancora, dalle forme gentili e dai colori pastella-ti, rappresentano il riuso, la nuova destinazione: turistica, ricettiva, dedita ai soggiorni ecocompatibili.

Un mix di finzioni quindi con-traddistingue la Murgia dei Trulli, ne segna l’evoluzio-ne funzionale e culturale. In queste contrade finalmente comprendi il valore del bino-mio città-campagna.

Al triste fenomeno dell’ab-bandono è rivolto il tentativo di attirare l’attenzione delle istituzioni, dallo Stato alla Regione Puglia, dai Comuni alle comunità socio-econo-miche murgiane.

La famosa Alberobello è meritatamente riconosciuta patrimonio universale, sito Unesco e monumento nazio-

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nale dagli inizi del Novecento. Un unicum paesaggistico. Un concentrato di trulli che fanno della cittadina un luogo natu-ralmente fiabesco, un “topos” di architetture e di relazioni, di esperienze costruttive e di saggezza popolare.

Tutto questo va tutelato! All’immenso patrimonio di costruzioni in pietra a secco e’ dedicata l’azione promo-zionale della conoscenza e

della salvaguardia attuata all’interno del Senato trami-te un “Ordine del giorno” ap-provato alla fine dello scorso anno e fatto proprio dal Go-verno su mia iniziativa. In qua-lità di componente della set-tima commissione di Palazzo Madama (istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scienti-fica) ottenni già il beneplacito dell’allora ministro Massimo Bray, mio conterraneo e so-

stenitore della fantasmagori-ca Notte della Taranta Notte della Taranta con i suoi piro-tecnici ritmi di “pizzica”.

“Quando il provvedimento di legge arriverà al Senato mi farò carico di segnalare al Ministro l’impegno alla tutela dei Trulli destinando risorse per il censimento, la catalo-gazione, il recupero e la valo-rizzazione di questo immen-so patrimonio di architetture rurali”.

“Occorrerà predisporre un piano, redigere un protocol-lo di intenti, un vademecum d’uso, coinvolgendo i privati, dando alle soprintendenze l’alta sorveglianza, metten-do in rete le esperienze e le volontà degli abitanti della Valle”.

Solo così i coni lillipuziani torneranno a vivere a benefi-cio dei contemporanei e delle future generazioni

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Il filo diretto tra l’azienda e il consumatore finaleassicura maggiore convenienza e garantisce la qualità

che da sempre caratterizza i prodotti Mafrat.

I negozi “Quore”sono dei veri e propri “Factory Stores” in cui

sono presenti i brand che Mafratproduce e distribuisce.

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F ra i settori trainanti dell’economia pugliese che negli ultimi anni han-

no contribuito allo sviluppo economico e all’affermazione di una immagine positiva della regione, il comparto vinicolo e quello turistico sono tra loro molto legati e raggiungono la simbiosi con l’enoturismo, la visita turistica dei territori di produzione vinicola.

Molto di recente la rivista americana “Wine Enthusiast” ha inserito la Puglia tra le “Top Wine Destination 2013”, le 10 più interessanti mete nel mondo per gli enoturisti, al fianco di altre destinazio-ni d’eccellenza come Mon-

terey-California, Willamette Valley-Oregon e Long Island-NY in USA, Rioja in Spagna, Douro in Portogallo, Hunter Valley in Australia, Danubio in Austria, Stellenbosch in Sud Africa e Val de Vinhedos in Brasile.

Si tratta di un prestigioso riconoscimento che ha pre-miato la capacità della Puglia di sviluppare e offrire un tu-rismo qualificato e destagio-nalizzato legato al territorio visto nel suo insieme e aven-te come filo conduttore uno dei grandi prodotti di questa regione, il vino.

E’ la bellissima campagna pugliese a diventare prota-

gonista; un non-luogo vissu-to, curato e mantenuto pro-duttivo dai suoi abitanti, che diventa il filo conduttore che unisce il mare e i trulli, i paesi bianchi e le chiese barocche e che esprime tutta la grande l’energia della Puglia.

La rivalutazione delle mas-serie e la loro trasformazione in luoghi di charme, lo sviluppo di una ristorazione di qualità e la riscoperta e valorizzazione dei prodotti tipici locali hanno arricchito l’offerta turistica di

Sinergie

Il Consorzio “Movimento Turismodel Vino Puglia”

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Sebastiano De Corato

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una Puglia che condisce i suoi luoghi da cartolina con un’au-ra rurale che colpisce il visita-tore.

E in queste campagne che svolgono un ruolo di primo piano delle aziende vitivini-cole che, accanto alla produ-zione di vini di grande qualità e carattere che raccolgono successi di critica e di mer-cato in tutto il mondo facen-do emergere distretti enolo-gici importanti come quello del Salento, della Messapia e di Castel del Monte, sono diventate vere e proprie Sen-tinelle del Territorio, pronte a valorizzarlo raccogliendone le energie e trasmettendole con i propri vini in tutto il mon-do fino a diventare poli di at-trazione turistica.

Le cantine, prima luoghi chiusi di produzione di un li-quido affascinante ma miste-rioso, sono oggi sempre più attrezzate ad accogliere gli enoappassionati e sempre più consce del loro ruolo nella

valorizzazione del territorio, prima in modo forse incon-scio e singolarmente, oggi comprendendo l’importanza della cooperazione e della ne-cessità di fare sistema.

In questo percorso il Movi-mento Turismo del Vino Pu-glia da oltre quattordici anni, con eventi di rilievo nazionale come Cantine Aperte, Calici di Stelle o Benvenuta Ven-demmia, pubblicazioni, fiere ed eventi in Italia e all’estero, si è reso protagonista di una rivoluzione culturale ed eco-nomica senza precedenti ha svolto aggregando i vigna-ioli pugliesi che che credono

nel potenziale del turismo del vino, vogliono sviluppare la cultura dell’accoglienza e si sentono protagonisti di un circolo virtuoso che comincia a produrre effetti importanti sul territorio.

Il consorzio Movimento Tu-rismo del Vino Puglia, federa-to al Movimento Turismo del Vino Italia, è diventato luogo di incontro, di confronto e proposta di 47 aziende vini-cole di tutta la regione, dalla Daunia al Salento.

Presidente del Consorzio è Sebastiano de Corato, titola-re delle Cantine Rivera di An-dria, punta di diamante nell’a-

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rea di produzione di Castel del Monte e direttore è Vit-toria Cisonno, già presiden-te dell’associazione e attiva protagonista dei successi di questi anni.

Il Movimento Turismo del Vino è diventato negli anni punto di riferimento e partner affidabile per gli Assesso-rati al Turismo e alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia sui temi dello sviluppo del territorio e del turismo.

Ecco perché oltre agli even-ti istituzionali di stampo pret-tamente enoturistico, gio-cano un ruolo fondamentale altre attività promozionali organizzate in collaborazione o con il supporto della regione fra le quali la partecipazione a fiere (Bit, Prowein, Vinitaly), organizzazione di workshop commerciali (Wine&Land in Puglia, Taste&Buy nell’ambi-to di Vinitaly), realizzazione

di prodotti editoriali (GiraPu-glia) ed educational rivolti a stampa, opinion leader, buyer e tour operator.

Il Movimento Turismo del Vino Puglia ancora una volta darà il suo contributo al suc-cesso della sua regione.

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Slow Economy e Ristorante Aputia sonopartner de “La voce del silenzio - The show”

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Punti di vista

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Punti di distribuzione

Bruxelles• Petit rue au beurre, 12 - Risto-rante “La Capannina” a due pia-ni nel centro storico, strada che immette nella fantastica “Grand Place” della città belga sede del Parlamento Europeo, con cucina italiana rivisitata al gusto fran-cese e clientela internazionale, primo ristorante italiano in città fondato 50 anni fa da una giova-nissima e tenace Anna Bianco emigrante da Noci in Puglia.

za, squisita la frittura di calamari e gamberi.

ogni stanza dedicata ad un pae-se del mondo che produce cioc-colata, un museo incredibile.

Milano• Ristorante l’”Osteria dei Pira-ti” - via Fogazzaro, 9 del noto presentatore TV Marco Predolin che offre fantastici menù a base di pesce con musica dal vivo

Dublino• 208 Lower Rarhmines Road, Dublin 6 - ristorante pizzeria “Il Manifesto”. Infotel: 353 1 496 8096 - m a n i f e s t o r e s t a u r a n t @ gmail.com - www. mani-festorestaurant.ie - In Irlanda una vera pizza napoletana, fatta da Salvatore di Salerno che, se è in vena, fa pure il giocoliere con l’impasto, è un miraggio che pure in Italia sarebbe raro.

• Lower Ormonde Quay, Dublin1 - ristorante pizzeria “Bar Ita-lia”. Infotel: 353 1 874 1000 - [email protected] www. baritalia.ie. Fa onore alla cucina italiana nel mondo, ottimi primi, ottima piz-

• Upper Merrion Street, Dublin 2 - “Merrion Hotel” - www.mer-rionhotel.com. Nel centro sto-rico si nota l’eleganza già dal portale d’ingresso, di fronte al palazzo di governo irlandese. Creato dalla fusione di 4 antiche case in stile georgiano si svilup-pa attorno a 2 giardini del XVIII secolo.

Torino• via Santa Chiara, 54 - Risto-rante “Asian Fusion”. infotel: 338 8194846. Nel quadrilatero romano non lontano dalla Mole Antoneliana ottime cucine tipi-che malese, cinese, giapponese ed Italiana, con pietanze fedeli alle tradizioni ed ai gusti originali, crocevia culinario tra oriente ed occidente.

Cuneo• Santuario di Vicoforte - Risto-rante albergo “CioccoLocan-da” - via F. Gallo,19. infotel: 0174 563312. Website: www.ciocco-locanda.it. Del grande artigiano della cioccolata Silvio Bessone

• Residence “Abbadesse Re-sort” - via Oldofredi e via Ab-badesse antico monastero fra i grattacieli del nuovo Quartiere della Moda, Isola di Porta Nuo-va, magistralmente gestito dal proprietario ing. Antonio Savia.

“Pola Residence” - via Pola - Milano. Di fronte al nuovo grat-tacielo sede della Regione Lombardia, al centro del nuovo quartiere della moda meneghina, e vicino alla Stazione Centrale

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Camisano Vicentino (VI)• Ristorante Locanda “Alla Tor-re da Zemin” - via Torerossa, 39/41 locale n.407 zona 4est infotel: 049 9065621. Nella tor-re di avvistamento del 1270 sul confine Vicenza/Padova, nei due piani della locanda un incre-dibile Gianfranco Zemin propone una cucina solo con prodotti di stagione e ingredienti del terri-torio, dalla “piramide di tartare di tonno su battuta di mango e avocado con salsa di limoni ca-ramellati” alla “suprema di fara-ona”, indimenticabili i suoi risotti. Se lo si prega Gianfranco, forse, racconterà la storia di Occhi d’Oro e del cavaliere misterioso.

Padova• “Q Bar” - vicolo dei Dotto, 3 infotel: 049 8751680. Nella cen-tralissima piazza Insurrezione è elegantissima meta della mo-vida chic padovana e ritrovo dei calciatori del Padova calcio. Dinner&Dance, cucina mediter-ranea e sofisticata musica live• “Osteria Barabba” - via Vi-cenza, 47. Marco offre la cucina delle osterie venete in un loun-ge space, a cominciare dall’ora dell’aperitivo, memorabile quello del mercoledì con ricco buffet, ottimo winebar infotel: 049 - 8716845

Parma• Ristorante “ I Tri Siochett” - strada Farnese, 74/a. Squisiti “tortelli all’erbetta” piatto tipico parmense (grandi ravioli ripieni di spinaci annegati in burro fuso con Parmigiano) e torta frit-ta (detta anche “gnocchi fritti” nel modenese e nel reggiano, di origine longobarda, semplici sfoglie di pasta per pane fritte in olio che si gonfiano come pan-

zerottini vuoti all’interno) ottima per accompagnare il salame di Felino, il culatello di Zibello ed il prosciutto di Parma, oppure il Parmigiano Reggiano sorseg-giando Lambrusco di alta qualità.

Collecchio (PR)• Agenzia Viaggi “Tra le nuvole” - via Giardinetto, 6/I. Condotta con competenza e professio-nalità da Elena Bizzi.

Città di Castello (PG)• Ristorante “La Taverna di Ma-stro Dante” - via Montecastelli Umbro/ Promano in località Coldipozzo, 45. E’ la patria dei prosciutti di montagna di Norcia infotel: 075 8648133

Soliera (MO)• “Hotel Marchi” - via Modena/Carpi. Situato tra la patria dell’a-ceto Balsamico e la più bella piazza d’Italia (Carpi), all’incrocio fra l’autostrada adriatica nord/sud e l’autostrada del Brennero che collega l’Austria ed il nord Europa .

Quattro Castella (RE)• Ristorante Albergo “La Mad-

dalena” - via Pasteur, 5. Emilio ed Emiliano Montanari accolgo-no con simpatia ospiti da tutta Italia deliziandoli con salumi par-mensi e Parmigiano Reggiano.• Resort B&B “Quattrocolli“ - Via Lenin, 81. Sulla collina tra Parma e Reggio Emilia offre una discreta raffinata ospitalità di lusso

San Polo d’Enza (RE)• Ristorante “La Grotta” - via della Resistenza, 2/B. Sulla col-lina reggiana, fra stalattiti e sta-lagmiti in grotta con cucina tipi-ca reggiana.

Roma• Golf & Country Club “Parco di Roma” - quartiere Cassia, via dei due ponti, 110. Progettista P.B.Dye per un 18 buche “par72” infotel: 06 33653396, direttore architetto Giuseppe Miliè, pro-gettista di campi da golf in tutto il mondo.

• Ristorante “Ristovino” quar-tiere Prati - via Durazzo, 19. Nei pressi dell’emittente televisiva nazionale LA7, è anche caffette-ria per ottime colazioni mattuti-ne ed enoteca ben fornita per pranzi o cene che vanno dai tipici piatti romani come gli “gnocchi freschi ai 4 formaggi” a quelli na-poletani.

Sant’Agata sui due Golfi (NA)• Ristorante albergo “Don Alfon-so dal 1890” - corso Sant’Aga-ta, 11/13. Nel cuore della penisola sorrentina si affaccia sul Golfo di Salerno, è considerato tra i primi dieci migliori ristoranti d’Italia, condotto da Alfonso Iaccarino, chef internazionale, che vi ha aggiunto un albergo e la scuola di cucina con showcooking.

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Orsara di Puglia (FG)• “Piano Paradiso” ristorante. Peppe Zullo noto chef interna-zionale, riceve ospiti da tutto il mondo. Infotel: 0881 964763

Torre Canne (BR)• Masseria San Domenico e Golf Club. Struttura composta dalla prestigiosa masseria San Domenico e da Borgo Egnazia, resort di alta qualità apprezzata anche da importanti clienti arabi e russi e dai divi di Hollywood, è munita di campo da golf a 18 bu-che fra gli ulivi secolari ed è af-facciato sul mare

da Mosca di pellegrini cristiani ortodossi e, nel quartiere Pa-lese hotel Parco dei Principi, di fronte al nuovo aeroporto Karol Wojtyla, modernissimo e dota-to di tutti i confort per clientela business, entrambi della famiglia del vicepresidente Federalber-ghi di Bari, Antonio Vasile.• Villa Romanazzi Carducci - viaCapruzzi, 326. Albergo resort elegante e con architettura di prestigio circondata da splen-dido parco in pieno centro cit-tadino, diretto dalla famiglia dell’imprenditore ing. Lorenzo Ranieri, è dotato di suggestive sale convegni sparse nel giar-dino ed offre la cucina del noto chef prof. De Rosa.• Ristorante Terranima - via Putignani. Nella strada delle banche e della movida, è l’unico ristorante che conserva l’archi-tettura antica, dalle “basole” del pavimento alla coorte che ricor-da le piazzette degli artigiani dei secoli scorsi (presenti ancora solo nel centro storico) offre l’inimitabile cucina tipica barese, dalle “strascinate alle patate e cozze”, dalle mozzarelle ai dolci caldi con crema “sporcamuss”

• Hotel Oriente, nel centralissi-mo Corso Cavour al numero 32, un 4 stelle di lussuosa eleganza, ospita da gennaio 2013 la Golf Club House “Porta d’Oriente”, punto d’incontro al Sud Italia di giocatori ed eccellenze della moda e dell’enogastronomia.

Bari• Barialto Golf Club. Storica clubhouse pugliese con importante campo da golf.

• Radicci Automobili S.p.A. - Via Amendola, 146. Concessionaria Ferrari e Maserati per il Sud Italia ora Concessionaria anche per la dorsale adriatica con la nuova sede di Ancona. Il Gruppo Radicci a Bari, è anche prestigiosa Con-cessionaria Jaguar e Land Rover.

Polignano a Mare (BA)• Resort & SPA Borgobianco - Contrada Casello Favuzzi. Mo-derni arredi interni in una strut-tura esterna a masseria, into-nacata a calce bianchissima che si specchia su di una immensa piscina con idromassaggio, che compone la “Salus per acquam” insieme al centro benessere in-terno “Unica”.Cinque stelle meritate come meritata è stata l’elezione a presidente “Associazione Al-bergatori Polignano” di Roberto Frugis socio e marketing mana-ger. Tel: 080-8870001

• B&B dei Serafini - piazza Vit-torio Emanuele, 43. Riduttivo chiamarlo B&B perché si tratta di un eccezionale albergo diffu-so nel centro storico della città di Domenico Modugno.Sporgendosi dalle case costru-ite sulla scogliera a picco sul

• Hotel Boston - via Piccinni, 155. A 5 minuti dal centro storico e dalla Basilica di San Nicola, meta

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mare sembra proprio di ascol-tare “Volare” o “Nel blu dipinto di blu” onde sonore che da Poli-gnano hanno raggiunto ogni an-golo del globo.

Putignano (BA)• Proloco - piazza Plebiscito,1. Nel centro storico della città patria degli abiti da sposa e del Carnevale più antico e lungo del mondo.• Fondazione Carnevale di Puti-gnano. via Conversano, 3.• Osteria “Chi va piano” - Via Mo-nache, Putignano, 0802373445 - cell. 3932378898. In un vicolo nascosto di Putignano, Stefano Guglielmi, ex macellaio, ha crea-to una locanda di eccellenza. Con il suo staff cucina solo teglie di terracotta in un enorme camino utilizzando solo eccellenze eno-gastronomiche fresche di gior-nata. Il suo motto è “cibo e vino per andare lontano”.

nei pressi di Porta Barsento e dell’interessante centro storico.La struttura è gestita in ma-niera esemplare da Vincenzo Gigante: la sua gentilezza e le sue attenzioni vi metteranno a vostro agio, facendovi sentire in famiglia.• Agenzia Viaggi Netti - via Tri-poli, 63. La signora Netti organiz-za viaggi in tutto il mondo, pur in tempi del “fai da te via internet”, con una costante ricerca del prezzo più basso col massimo della qualità e della garanzia, fa-cendo inoltre incoming turistica in Puglia con educationals tours, showcooking ed itinerari guidati in posti unici ancora sconosciuti ai grandi tours operators.

Noci (BA)• Ristorante “L’antica Locan-da” - via S.Santo, 49. In una “gnostra” del centro storico meta di turismo internazionale a novembre per “Bacco nelle gnostre”, di Pasquale Fatalino, chef noto in trasmissioni RAI, che prepara orecchiette con fave e cime di rape ed incante-voli braciole di carne al sugo. in-

• Ristorante “Il falco Pelle-grino” in località Montedoro a Noci, immerso nella campagna della Murgia pugliese, fra anti-che masserie, nel quale lo chef Natale Martucci prepara primi indimenticabili, secondi di pe-sce fresco o tagliate di manzo podolico, con attenta scelta dei migliori vini regionali.

Da sinistra: Ignazio Capasso (im-prenditore nel campo della plastica), Saverio Buttiglione, lo chef Pasqua-le Fatalino e Pino Sguera (Presiden-te di Teleregione) davanti al risto-rante Antica Locanda di Noci

Conversano (BA)• Ristorante “Savì” - via San Giacomo. Condotto dallo chef Nicola Savino, già chef a Dallas dove ha servito al presidente Bush ed al famoso cantante Frank Sinatra le polpette al sugo pugliesi. Qui ha inventato le crepès pugliesi, panzerottoni (dolci o salati) ripieni di leccornie regionali.

Turi (BA)• Ristorante “Menelao” - via Sedile, 46. A Santa Chiara in un palazzo signorile del 1600 nella cittadina custode dell’”oro ros-so”, la Ciliegia Ferrovia. Aperto da Michele Boccardi che dopo la laurea in economia e commercio e l’abilitazione di commercialista è diventato Marketing Manager alla Scuola di Economia & Turi-smo di Londra. Visto il successo ottenuto dall’aver trasformato

• B&B “San Domenico” - Estra-murale a Levante, 4 - 70017 Pu-tignano (BA) - Cell. 3332284769 - [email protected]. La struttura è in un angolo pit-toresco della città, a pochi passi dalla Chiesa di San Do-menico con vista sul campanile,

dimenticabili come dimostrato dai personaggi del mondo dello spettacolo che lo raggiungo-no apposta in ogni momento dell’anno.

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la masseria fortificata di famiglia “Menelao”, sulla strada per Ruti-gliano, in eccellenza per la ban-chettistica, i ricevimenti, le cene di gala ed i meeting, con “Santa Chiara” affronta la sfida della cu-cina di alta classe internazionale.Dispone di un’ottima cantina di vini ed offre prodotti tipici, sia nazionali che d’oltremare, dai cappelletti con cicoriella campe-stre su letto di fave alla costata di manzo podolico della Murgia non disdegnando però il salmo-ne Balik norvegese o la costata di manzo della val di Chiano della Toscana. Infotel: 080-8911897.

Castellana Grotte (BA)• “Palace Hotel Semiramide” - via Conversano. Affascinante albergo immerso nella natura, accanto al parco dei dinosauri in cartapesta, ospita anche la sede italiana dell’Università Eu-ropea per il Turismo, a cinque minuti dalle famose Grotte che richiamano visitatori da tutto il mondo per gli affascinanti per-corsi carsici sotterranei lunghi chilometri, famose per le ecce-zionali stalattiti e le stalagmiti della “grotta bianca”.• Ristorante e braceria “Le Ja-rdin Bleu Belle” - via Firenze. Affascinante struttura in le-gno costruita su quella in pietra dell’antico bar della villa comu-nale, creandone un unico am-biente che guarda dalle vetrate le cime degli alberi che la circon-dano mentre si gustano squisiti piatti tipici pugliesi.

Alberobello (BA)• Ristorante “Casanova” - via Monte San Marco, 13. Ricava-to in un antico frantoio ipogeo sotterraneo in pieno centro fra i trulli patrimonio UNESCO. I soci Ignazio Spinetti (presidente

Associazione Ristoratori Albe-robello) e lo chef Martino Con-vertino offrono l’ottima cucina tipica pugliese indescrivibile a parole perché semplicemente da gustare in silenzio.• Museo del vino Antica CantinaAlbea - via Due Macelli, 8. Unico completo museo del vino pu-gliese produce vino anche per il Vaticano, è la storica cantina che prima dell’unità d’Italia invia-va, dalla vicina e collegata sta-zione ferroviaria, i propri vini per tagliaree migliorare quelli di Bor-deaux in Francia. Produce “Lui” negramaro in purezza affinato in barrique primi 12 mesi.• Condotta Slowfood “Albero-bello e Valle d’Itria” - via Sisto Sante, 5. Fiduciario Francesco Biasi, promotore dei presidi “sa-lame Capocollo di Marina Fran-ca” (ingrediente delle famose “bombette”), “Cipolla rossa di Acquaviva delle Fonti” e “Po-modorino di oasi protetta Torre Guaceto”.• GAL Terra dei Trulli e di Bar-sento - Via Bligny, 23. Il primo Gruppo di Azione Locale fra quelli in cui, per zone omogenee, è stata diviso il territorio d’Eu-ropa, ad essere partito opera-tivamente con gemellaggi in tutto il continente. I GAL sono un’iniziativa UE, che li finanzia col programma “Leader”, al fine di valorizzare le potenzialità dei territori integrando produzioni agricole, artigianali e di picco-la industria per uno sviluppo

sostenibile. Questo GAL com-prende i comuni di Alberobello, Putignano, Castellana Grotte, Turi, Sammichele, Noci, Gioia del Colle.

Andria (BAT)• Ristorante “Antichi Sapori” - contrada Montegrosso. Pietro Zito importante chef interna-zionale offre la cucina tradizio-nale pugliese e le antiche erbe ed ortaggi riscoperti e curati nell’immenso orto che ha co-struito e nel quale lavora tutta la contrada.

• Cantina Rivera con annessa sala di degustazione, condotta dal presidente di “Movimento Turismo del Vino” Sebastiano De Corato, produce il famoso “Falcone Rivera”.

Corato (BA)• Cantina Torrevento condotta dal prof. Francesco Liantonio presidente della “Strada dei vini Castel del Monte” guarda lo splendido maniero ottagona-le dell’imperatore Federico II di Svevia “Stupor Mundi” patrimo-nio UNESCO, dove produce ec-cellenti vini.

Crispiano (TA)• Masseria Resort “Quis Ut Deus”. Una delle inimitabili “Cen-to Masserie di Crispiano”, af-fascinanti masserie in pietra e tufo, ristrutturate per resort di livello e aziende agricole di pro-dotti tipici quali olio extravergine d’oliva e prodotti caseari.

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Fasano (BR)• Tenuta Monacelle - Selva di Fasano. Antico monastero di monache del 1700 fatto di trulli, ognuno adibito a stanza d’ho-tel, con affianco parco nel quale sono ricavate modernissime stanze d’albergo costruite in tufo. Si affaccia dal monte Selva sui sei milioni di ulivi secolari che lo distanziano dal mare di Fasano.

Savelletri di Fasano (BR)• Masseria Resort Torre Coc-caro - contrada Coccaro, 8. In-fotel.:080 4827992. Bianca e splendida sul mare, antica torre

Il buffet preparato dagli chefs della struttura è stato inimita-bile. Masseria Torre Coccaro è risultata per il 2012 tra i migliori 10 Beach Hotel nella classifica di “Conde Nast Travel”.

Ostuni (BR)• Grand Hotel Masseria Santa Lucia SS.39, km 23.5 locali-tà Costa Merlata. Incantevole resort sul mare sotto la città bianca di Ostuni, diretto da Bar-tolo D’Amico, presidente ADA Puglia, associazione direttori d’albergo.

Cellino San Marco (BR)• Cantina Tenuta Albano Carrisi. Prestigioso albergo e ristorante ricavati nella masseria del padre del famoso cantante, don Car-melo, che da il nome al vino più prestigioso qui prodotto.• Cantina Due Palme. Con avve-niristica sala convegni ricavata nella bottaia produce vini ormai famosi nel mondo e vincitori di primi premi al Vinitaly di Verona come il “Selva Rossa”.

Salice Salentino (BR)• Cantina Conti Leone De Ca-stris. Cantina ricavata nel palaz-zo dei conti Leone De Castris, dove è nato il primo vino rosè del mondo settant’anni fa,il “Five Roses”. E’ annessa al prestigio-so albergo e ristorante di pro-prietà della famiglia.

Lecce• Acaya Golf Resort - Strada per Acaya, km.2 località mas-seria S.Pietro. Infotel: 0832 861385. Splendido campo da golf rivisto e ristrutturato, an-che agronomicamente, dallo studio di architetti “Hurdzan

Fry” per un 18 buche “par71” di 6192 metri, con ben sette et-tari di specchi d’acqua, accanto al “Castello di Acaya”, costruito seguendo le nuove esigenze fortificatorie dell’epoca dovute all’affermarsi delle armi da fuo-co ed ora esempio di moderno restauro. L’albergo resort della catena Hilton è costruito nel ri-cordo stilistico degli antichi mo-nasteri con una grande piscina esterna ed un’importante SPA di ben 1200 metri quadri.

Bari• Eataly Bari - Lungomare, in-gresso monumentale Fiera del Levate: Oscar Farinetti ha vo-luto portare in Puglia Eataly per il sudItalia, affittando e ristrut-turando la parte monumentale della Fiera del Levante, facendo affacciare i ristoranti sul lun-gomare di Bari, offrendo nel capoluogo pugliese le migliori specialità enogastronomiche italiane, così come Eataly fa or-mai in tutto il mondo.

Oscar Farinetti tra il Presidente del Consorzio DOP Pane di Altamura Giuseppe Barile ed il direttore Save-rio Buttiglione

di avvistamento della linea di-fensiva dalle scorribande dei Saraceni del XVI secolo, che andava dal Gargano al “finibus terrae” Santa Maria di Leuca. Non ci sono parole per descriver-la, guardare sul web! La stessa famiglia Muolo possiede la col-legata Masseria Torre Maizza infotel: 080 4827838.Un hotel a 5 stelle con campo da golf 9 buche executive “par27” costruito fra gli ulivi secolari ed affacciato sul mare. A Cocca-ro Golf Club il 4 novembre, fe-sta della Vittoria dell’Italia nella grande guerra, l’Apulia Golf Di-strict dell’architetto Giuseppe Germano e Do You Golf di Ester Monacelli hanno organizzato per il Circuito “Eccellenza di Puglia 2012” la 2a edizione della gara Pitch&Putt, 18 buche stableford con 18 squadre e 36 giocatori.

www.facebook.com/SlowEconomy - www.issuu.com/SlowEconomy

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della

Red

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Perito tecnico industria-le, Elisabetta è la nostra Miss Slow Economy di

Novembre, sia perchè è una ragazza che si impegna stre-nuamente nei lavori possibili in tempi di crisi economica epo-cale, sia perchè dal 2010 al 2013 si è dedicata alla proget-tazione di impianti tecnologici presso l’azienda “Calor Bari” e specificatamente a quelli per il riscaldamento, la climatizza-zione estiva ed invernale, il so-lare termico ed il fotovoltaico, temi sensibili nella filosofia del nostro magazine che da sem-pre si spende nell’incentivare lo sfuttamento delle risorse energetiche pulite e rinnova-bili.

Fra i suoi impegni lavorativi Elisabetta ha fatto la masche-ra, l’accoglienza e l’assistente

Elisabetta Ferrara

Miss Slow Economy

di scena in alcuni teatri di Bari, l’asistente alle vendite in un centro commerciale e come la maggior parte delle sue co-etanee è cresciuta tra scuole di danza e di canto, svolgendo

In primo piano Elisabetta Ferrara in compagnia del regista RAI e Mediaset Cino Tortorella e alla hostess Carmen Abbinante

infine anche il ruolo di indossa-trice. Ha collaborato al proget-to “BARI Extra DiVino” in quali-tà di hostess.

Attualmente gestice un’a-genzia viaggi via web.

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Progetto realizzato conil contributo della RegionePuglia-Area Politiche per

lo Sviluppo Rurale

“Extra DiVino” è un programma di marketingterritoriale realizzato insieme a

Milano Slow Economy e al Comune di Baricon il supporto di Regione Puglia,

che avrà come obiettivo EXPO 2015.

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BARI - Fortino S.Antonio15 - 16 ottobre

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