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pag. 02-03 Lego: Pirata dei Caraibi Siviglia, lettera d’amore per una città dal profumo d’arancia 31.05.2011 anno VII n. 10 Comunisti, drogati e figli di papà: le generazioni europee in 7 film pag. 06-07 pag. 04-05 p anorama g iovani

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pag. 02-03

Lego: Pirata dei CaraibiSiviglia, lettera d’amore per una città

dal profumo d’arancia

31.05.2011 anno VII n. 10

Comunisti, drogati e figli di papà: le generazioni europee in 7 film

pag. 06-07

pag. 04-05

panorama giovani

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Sì, viaggiare

Sebbene sia una famosa meta turistica, l’enorme numero di visitatori

non riesce a rendere l’idea di quanto fascino, quanta bellezza e vivacità possa offrire Siviglia, il cuore della Spagna, la Spagna autentica. Riportiamo un articolo che è in realtà una lettera d’amore alla città scritta da una studentessa londinese che non ha saputo resistere al suo fascino.

Siviglia, la capitale del Sud, sor-ge lungo le sponde alberate di pal-me del fiume Guadalquivir, nella parte occidentale dell’Andalusia, la regione autonoma più meridionale della penisola Iberica. Siviglia è pie-na di contraddizioni: una città po-tenzialmente ricca, ma con un alto tasso di disoccupazione, con uno dei quartieri tra i più pericolosi del-la Spagna, Tres mil viviendas: un quartiere senza legge, da cui posti-ni, netturbini e gli stessi poliziotti si tengono alla larga.

La lunga e calda estate tra danze e processioni

Il cuore pulsante dell’estremo sud è la lunga estate che comin-cia da maggio fino a tutto il mese di ottobre: notti mondane e intense, temperature che superano spesso i

40 gradi, tantissimi luoghi da vivere in una città seducente e meraviglio-sa, che è stata fonte di ispirazione per la Carmen di Bizet e per la Se-villa del compositore spagnolo Isaa-ac Albeniz.

A Siviglia sorge la piu grande cattedrale gotica del mondo con il suo campanile della Giralda uno dei tre minareti almoadi che resta-no al mondo. Con i suoi otto seco-li di vita. il minaretto è ciò che resta della moschea sostituita dalla catte-drale nel 1402, dopo che il re Alfon-zo X ne vietò la distruzione da par-te dei Mori, che non volevano che i conquistatori cristiani godessero di tale stupefacente bellezza architet-tonica.

I giardini dell’Alcazar fra arte e relax

| Uno dei migliori esempi di ar-chitettura mudejar, e lo stile svilup-patosi durante il regno cristiano del-la Spagna, che utilizzò influenze ar-chitetturali islamiche. Il Palazzo ed i giardini dell’Alcazar, probabilmen-te alla pari con l’Alhambra di Grana-da per lo splendore architettonico, sono una testimonianza della cul-tura moresca in Spagna, esaltano le incredibili abilità degli artisti mu-sulmani, ebrei e cristiani. Nei cortili ombreggiati, tra fontane e pavoni, i giovani artisti trovano refrigerio dal caldo cocente della città, per tra-

scorrere un pomeriggio d’ ispirazio-ne in questa oasi di calma e di colo-ri, i loro pennelli danzano sulle tele, il profumo delle arance dolcemente li inebria.

La capitale andalusa (ma non di-telo agli abitanti di Cadice, Grana-da e qualsiasi altra città della regio-ne, tutte degne di tale appellativo) è sede del Museo delle Belle Arti, se-condo solo a quello di Madrid, dell’ Archivo De Indias, che contiene i documenti della scoperta dell’Ame-rica da parte di Colombo la cui tom-ba si dice sia nella Cattedrale), del-la Plaza de Toros de la Maestranza, una delle poche arene che ospita-no le corride in Spagna, sebbene ne siano vietate le riprese in TV.

La tradizione continua con la Semana Santa e la Feria de Sevil-la, dove gli abitanti si accalcano tra le vie de Los Remedos, un quartie-re residenziale a sud del fiume: sce-ne di convivialità con piatti di pro-sciutto e formaggio accompagnati da una dose abbondante di Rebuji-to, una miscela inebriante di limona-ta e manzanilla, uno sherry che vie-ne dalla vicina Sanlucar De Barra-meda, a nord ovest della provincia di Cadice. Donne vestite con stretti

Siviglia, lettera d'’amore per una città dal profumo d' arancia

Siviglia Plaza de America

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abiti gitani da flamenco sono affian-cate dai loro uomini a cavallo (che per l’occasione portano le basette più lunghe del solito), un’atmosfera che ti indietro nel tempo di qualche secolo.

Quattro quartieri: splendore e miseria

Il modo migliore per cogliere la vera essenza di Siviglia, sentirne lo spirito che fuoriesce dalle porte del-le case o scorre dai suoi balconi è semplicemente camminare nei suoi quattro quartieri.

La Macarena si estende nel-la parte nord della città, fino alle mura della città vecchia. Tra i vico-li fatiscenti e i muri striati si svolgo-no mercatini, e si incontrano luoghi davvero alternativi, come l’ Alame-da de Hercules (viale di Ercole, si ri-teneva che proprio lui fosse il fonda-tore di Siviglia), e le vie circostanti.

La zona del porto El Arenal, così chiamata per l’antica natura sabbiosa della riva orientale del fiume, che dal fiume stesso si estende fino a San-ta Cruz, comprende molti siti turistici tra cui la Torre del Oro dove ha sede il vecchio museo marittimo e la Plaza de Toros, dove si trova l’ arena.

L’antico quartie-re ebraico di Santa Cruz è molto popo-lare tra i turisti. Al-lontanandosi in dire-zione est dalla catte-drale, tra strette vie acciottolate e tortuo-se, si scoprono innu-merevoli cortili silen-ziosi ed itinerari na-scosti.

Infine Triana, in passato il quar-tiere operaio e gitano, dove è nato

il flamenco, il famoso ballo sevi-gliano. Può capitare, passeggian-do in un vicolo deserto, di ascolta-re le corde di una chitarra pizzicate magistralmente,insieme al dolce la-mento di un cantante di flamenco, che si fonde con il fruscio di una pal-ma. Raramente i visitatori si avven-turano al di là di Calle Betis, la via turistica alberata piena di bar e ri-storanti che costeggia la riva del fiu-me.

Triana dà una tale sensazione di crudezza e povertà che si ha la sen-sazione di essere in un altra città: con i suoi muri scoloriti, i manifesti sbiaditi sbattuti dal vento, ricorda non poco Palermo in Sicilia, ma ap-pena ci si imbatte in un piccolo bar che vende tapas, cola de toro, pulpo e il miglior jamon che la città possa offrire, allora sì che ti senti in Spa-gna… quella autentica, ed è davve-ro una sensazione unica!

Siviglia, lettera d'’amore per una città dal profumo d' arancia

Granada la chiesa Nicaragua

Siviglia, la Tore del oro

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Sì, viaggiare

a cura di Igor Kramarsich

Lego: Pirata dei Caraibi

In concomitanza con l’arrivo nelle sale cinematografiche del

quarto episodio di Pirati dei caraibi, Disney e Traveller’s Tales ci propongono la loro rivisitazione dell’intera saga sotto forma di videogioco, aggiungendo all’esplosivo mix di azione e bucanieri i tanto adorati mattoncini LEGO.

Pronti a salpare per una nuova avventura in compagnia del Capitan Jack Sparrow e della sua sganghe-rata ciurma?

Dallo spazio ai sette mariAbbandonate le avventure spa-

ziali regalateci da Lego Star Wars III: The Clone Wars, il brand video-ludico dei mattoncini danesi si è tra-sferito questa volta sull’Oceano At-lantico in compagnia di Jack, Will Turner e tutti gli altri protagonisti de Pirati dei Caraibi. A fronte di un cambio di ambientazione piuttosto radicale, il sistema di gioco di questa nuova produzione rimane ancorato fedelmente alle radici della serie fa-cendo sentire il giocatere a proprio agio sin dal principio. Superata una divertente cut scene di presentazio-ne, presa pari pari dall’incipit del pri-mo film, la trama ci porterà a rivi-vere i momenti più entusiasmanti e significativi delle quattro pellicole. Il livello iniziale sarà un vero e proprio

tutorial interattivo e permetterà di prendere confiden-za con i controlli e con le funzionalità di questa nuovo capitolo. I ragazzi di Traveller’s Tale hanno deciso di non introdurre nulla di particolarmente innovativo e di attenersi alle solide basi dettate in passato degli altri ti-toli del genere. I giocatori dovranno quindi vagare per i livelli cercando di risolvere i vari enigmi, facendo a pezzi tutti gli elementi dello scenario per trovare tesori nascosti, e duella-re all’arma bianca contro i feroci pi-rati decisi a ostacolarci. Il combat-timento è semplificato al massimo e con la sola pressione di un tasto sarà possibile scagliare fendenti, contrastare i colpi in arrivo ed ese-guire mosse finali in un sistema for-se fin troppo semplicistico ma capa-ce di regalare diverse ore di spen-sieratezza, risultando ugualmente divertente ed assolutamente adatto sia per il giovane target a cui questo

titolo è indirizzato, sia per un

pub-blico decisamente più maturo. Così come il combattimento anche gli in-dovinelli avranno una doppia faccia, alcuni richiederanno semplicemente di scovare un oggetto seppellito, ri-costruire con i pezzi LEGO una par-te di muro caduta od un meccani-smo distrutto, ma altri costringeran-no ad un impegno mentale superio-re, che potrebbe rendere necessaria una pausa di ragionamento prima di poter arrivare alla soluzione. I gio-catori più piccoli potranno fare affi-damento su comodi aiuti a schermo attivabili dal menù delle opzioni che riveleranno tutti i maggiori punti di interesse, evitando così di rimanere bloccati troppo a lungo in una stes-sa sezione del livello.

Se combattimen-to, esplorazione e risoluzione di enig-mi fanno da dunque da struttura por-tante per l’ossatu-ra dell’intero titolo non mancano alcu-ne sezioni platform nelle quali il gioco, purtroppo, mostra il fianco.

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La telecamera, sempre posizio-nata a dovere nella maggior parte dei casi, rivela alcuni problemi per quanto concerne la profondità ren-dendo eccessivamente ostici anche i salti all’apparenza meno impegna-tivi, portando saltuariamente all’in-volontaria morte del giocatore. Per fortuna, da questo punto di vista, il titolo non è assolutamente punitivo ed una volta esauriti tutti i cuori a di-sposizione si verrà riportanti in vita immediatamente, perdendo solo una minima parte dei dobloni d’oro accumulati fino a quel momento.

Tutti i personaggi, ma proprio tutti

LEGO Disney Pirati dei Caraibi permetterà ai giocatori di girovagare per i livelli con un party composto da diversi personaggi, ognuno dotato di un’abilità particolare. Le donne po-tranno ad esempio eseguire un dop-pio salto, i pirati potranno sparare e distruggere alcuni oggetti argentati, i fabbri riparare gli ingranaggi e così via per circa una decina di capaci-tà differenti spalmate su un venta-glio di un centinaio di personaggi giocabili: se avete un beniamino nel cast del film, qui lo ritroverete. Que-sta caratteristica permette al game-play di variare agevolmente ed offre all’intero titolo un’ottima rigiocabili-tà dato che sarà possibile, una volta portato a termine un livello, ritornar-

ci successivamente per sbloccare passaggi segreti e scovare nuovi te-sori grazie alle abilità appena acqui-site. Sparsi tra i venti livelli di gioco, cinque stage per ogni film, faranno la loro comparsa un’enorme quanti-tà di collezionabili a partire dai do-bloni, raccolti in automatico con la distruzione di un oggetto o l’uccisio-ne di un nemico. Essi indicheranno il vostro attuale punteggio, fino ad arrivare a veri e propri tesori rap-presentati da barche in bottiglia, i quali compariranno solo ed esclusi-vamente dopo aver soddisfatto par-ticolari prerequisiti, come per esem-pio saltare su una serie di lampadari od entrare in possesso di un partico-lare oggetto nasosto. Al termine di ogni livello una schermata riassun-tiva mostrerà l’operato del giocato-re e lo ricompenserà con particolari mattoncini lego dorati utili a sbloc-care nuove aree del porto, un hub centrale dove sarà possibile sceglie-re il livello da affrontare e dove ac-quistare nuovi personaggi con i do-bloni raccolti. Ad ampliare la longe-vità è inoltre presente l’immancabile modalità per due giocatori, ben con-gegnata e sempre divertente.

Il mondo è vero, vivo, ma i mobili sono di LEGO!

Tutte le ambientazioni di gioco sono riprodotte con uno stile realisti-co, con buone texture per rocce ed elementi dello scenario, e ci sentia-mo di fare un plauso per la realizza-zione dell’acqua, elemento dotato di ottime trasparenze e caratterizzato da una qualità generale più che di-screta. Gli oggetti interattivi, che po-tranno essere distrutti od utilizzati, saranno invece costruiti con i mat-toncini LEGO, rendendo possibile carpire tutte le informazioni su cosa andare a colpire per ottenere i tanto bramati dobloni già durante la prima panoramica dello scenario. Un enco-mio va fatto anche al lavoro degli ani-matori, capaci di realizzare movenze caricaturali dei personaggi principali tali da rendere ogni protagonista im-mediatamente riconoscibile a scher-mo solo per il suo modo di atteggiar-si o di camminare: esempio lampante è la corsa del Capitano Jack Spar-row ripresa tale e quale a quella vi-sta nei film. Ad affiancare le buone animazioni ci sarà la colonna sonora ufficiale, con i tanto amati brani scrit-ti dal maestro Hans Zimmer ed effet-ti sonori non particolarmente esal-tanti, ma adatti al loro scopo. Nota negativa del comparto tecnico, oltre ad alcuni effetti speciali delle esplo-sioni davvero poco convincenti, sono le cut scene di intermezzo. Sebbene queste siano divertenti e realizzate in pieno spirito LEGO, la consueta de-cisione di non dare voce ai protagoni-sti o quantomeno sottotitolarle ren-de difficile per i non appassionati del film riuscire a seguire correttamente la trama.

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06Cinema

di Argemino Barro

Mettere etichette sembra facile, ma nel cinema non è sempre così

Comunisti, drogati e figli di papà: le generazioni europee in 7 film

Le testate giornalistiche e culturali di tutta Europa si battono tra loro per

vedere quale sarà la prima a battezzare la generazione attuale: Crisi? Social network? Voli low cost? Mentre loro si mordono le unghie, chi ha avuto veramente successo in questa direzione, identificando epoche storiche in formato-cinema: 7 film per conoscere le ultime generazioni europee.

Mettere etichette tranquillizza: per ordinare una collezione di DVD, per distinguere le cose buone da quelle cattive o per raggruppare le persone: tutti vogliono sottomettere la propria realtà ad un ordine, stabili-re piccoli confini.

Le etichette funzionano anche per identificare epoche storiche. È il caso della Primavera di Praga, ad esem-pio. Gli Anni di piombo. La Transizio-ne spagnola. A qualcuno (probabil-mente di vedute un po’ grossolane) è da poco venuto in mente di chiama-re Rivoluzione del gelsomino, il caos che sta vivendo la Tunisia.

Un argomento appetibile per gli etichettatori compulsivi (che si insi-nuano all’interno del mondo cultura-le e dei mezzi di comunicazione) è la questione generazionale; per loro è difficile resistere alla tentazione di elucubrare su come gli avvenimenti politico-sociali diano alla luce nidia-te di tossicodipendenti, militanti di sinistra o fighetti nichilisti. La mag-gior parte delle etichette si perde per strada, ma ce ne sono altre che so-pravvivono sane e forti (la genera-zione del 27, la generazione persa, la generazione X…), ed alcune che vengono persino riprese nel cinema.

Presentiamo una breve carrellata di film che hanno saputo riflettere le aspirazioni, i dubbi e le delusio-ni delle ultime generazioni eu-ropee.

Dal ‘68 al pessimismo, la movida e il grande schermo

La meglio gioven-tù (Marco Tullio Gior-dana, 2003) racconta la storia italiana recente attraverso le vicissitudi-ni di due fratelli, dall’eufo-ria degli anni sessanta sino alla guerra di mafia degli anni novanta, passando per gli anni di piombo. Una simile sfilza di av-venimenti riesce a toccare il cuore di due generazioni: quella matura che è caduta in basso e quella dei giovani attuali, ansiosi di trovare alternative al berlusconismo.

La meglio gioventù: l’affresco di una generazione

Il clima esuberante degli anni ses-santa finirà per svanire dappertutto. Il Regno Unito passa dai Beatles alla crisi del petrolio, viene meno il be-nessere, la Thatcher applica tagli e molte zone operaie vengono abban-donate come pannolini usati. Ed è a questo punto che fanno la loro com-parsa i ragazzi di Trainspotting (Dan-ny Boyle, 1994), cresciuti all’ombra della precarietà. Alternative facili? La piccola delinquenza, il cinismo e l’eroina (“Io ho scelto di non sceglie-re la vita…”). The Guardian conside-ra Trainspotting il miglior film britan-nico degli ultimi 25 anni.

L’altra faccia della generazione, quella dei giovani che probabilmente opteranno per “comprare un televi-

sore g r a n -

de da far paura”, è presen-te nel film francese “L’appartamen-to spagnolo” (L’auberge espagnole; Cédric Klapisch, 2001), dove Roman Duris è un gallo sbadato che se ne va un anno in Spagna per scappare dal papà severo, bere, rimorchiare e, come effetto collaterale, scoprire l’Europa. Il primo film che rispecchia la generazione Erasmus.

Il tempo degli Erasmus a Barcellona

In Spagna le cose sono avvenute con circa dieci anni di ritardo rispet-to al resto dell’Europa: l’euforia e la passione per la politica si realizzaro-no con la morte del dittatore Franco a metà degli anni settanta. E, dopo anni di incertezze, di responsabilità

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e di accordi, ormai stabilitosi il primo governo socialista dalla guerra civi-le, bisognava davvero far baldoria… Pedro Almodóvar catturò la gioven-tù sfrenata degli anni ottanta nel suo primo film, “Pepi, Luci e Bom”.

Le cose si muovevano un po’ meno nel cosiddetto mondo comu-nista.

Lì lo Stato estendeva la propria rigidità alla fa-miglia, agli amici, al tem-po libero…Visto che pra-ticamente non c’erano vie di scampo, ci si do-vette sfogare con storiel-le clandestine: “La cro-ciera “(Marek Piwowski, 1970) è una delle poche che riuscirono dribblare la censura e farsi film in Polonia: un militante ma-scherato si infiltra su una nave passeggeri, dando vita ad una parodia del ferreo controllo comuni-sta.

Quest’uomo di partito è talmen-te ancorato alle regole che non sa neanche come presentarsi: “Non ci conosciamo molto bene. Cioè, for-se dovrei dire qualcosa su di me per cominciare. Sono nato a Małkinia nel 1937… A luglio… Voglio dire, a metà

luglio… Il giorno 17 per essere pre-cisi. Può bastare, almeno per il mo-mento. Domande?”.

Problemi di coppia (e di identità) nella Slovenia post-comunista

Ma il mondo comunista, presente anche nei Balcani, finì per crollare in pochi mesi. Il film sloveno “Formag-gio e marmellata” (Branko Djurić, 2003) descrive la relazione di un im-migrante bosniaco (divenuto il tipico pigro amante del calcio e della birra) con il suo modo di sopravvivere nella Slovenia successiva all’indipenden-za. In questa scena, il ragazzo (bo-sniaco e pertanto considerato “del sud”) discute con la sua ragazza slo-vena se sia conveniente o meno me-scolare alimenti salati con alimen-ti dolci (formaggio kajmak, in lingua originale, e marmellata). Semplice dubbio a colazione o metafora dello scontro fra tradizioni?

Ormai nel bel mezzo del secolo XXI, ci troviamo di fronte ad europei

che militano ancora al di fuori del-la politica ufficiale: “The Edukators” (Hans Weingartner, 2004) sono tre giovani precari che durante le vacan-ze entrano in case di gente ricca e mettono tutto sottosopra; vogliono mettere in discussione, creare con-fusione, rieducare i vecchi imborghe-siti che hanno sostituito le proteste della propria gioventù con Merce-des e case in campagna. Ma tutto si complica quando prendono un ostag-gio. Un film tedesco sulla fine ultima dell’impegno politico.

In questi momenti ci sono squa-dre intere di etichettatori che stanno pensando a come battezzare la no-stra generazione, e non la smettono di bastonare con i social networks, la crisi, le aerolinee a basso costo, il terrorismo internazionale, Wikileaks, Obama, il piano di Bologna… Chissà se almeno ne nascerà un bel film.

Pedro Almodovar

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News, news

Il 1° gennaio 2012 festeggeremo il decimo an-niversario dell’introduzione delle banconote e del-le monete che sono entrate nella vita quotidiana della popolazione dei paesi dell’eurozona. Per fe-steggiare l’avvenimento, tutti i 17 Stati membri hanno deciso di coniare una moneta commemora-tiva da due euro che dovrà circolare con un dise-gno comune a livello nazionale. Possono parteci-pare i cittadini degli Stati membri in cui è in circo-lazione l’euro, oltre i 12 anni di età. Il concorso è aperto fino al 20 maggio 2011.

La vostra idea potrà finire nelle tasche di tutti! Se desiderate imprimere il vostro marchio su milio-ni di monete, partecipate al concorso: http://www.eurocoin-competition.eu/submit-your-design

I giovani europei dai 14 ai 29 anni sono invitati a disegnare i guanti che desidererebbero indossa-re andando in scooter. I premi ammontano a 5000 euro e i vincitori riceveranno i guanti dei loro so-gni. Andare in scooter è un simbolo di libertà per molti giovani. Sicurezza e responsabilità sono due aspetti chiave che è necessario tenere in consi-derazione. Il concorso intende accrescere la con-sapevolezza tra i giovani sulla sicurezza strada-le, che comprende anche indossare i guanti e tut-to l’equipaggiamento adatto. Il concorso è aperto fino al 31 maggio 2011. Per ulteriori informazio-ni: http://www.concourseuropeendudesign.com/participez

Per il quinto anno consecutivo, la Commissio-ne Europea organizza un concorso internazionale sull’uguaglianza di genere. Il tema di quest’anno propone di riflettere su come i ragazzi e le ragaz-ze, le donne e gli uomini, possono insieme rende-re il mondo un posto migliore. Il concorso intende mobilitare e sensibilizzare tanto i bambini, quan-to gli adulti, sul tema dell’uguaglianza di genere. I bambini dall’Africa, l’Asia, i Caraibi e il Pacifico, l’America Latina, il Mediterraneo e il Medio Orien-te, e i Paesi Europei di Vicinato, possono presen-tare domanda di partecipazione alle Delegazioni UE per una prima pre-selezione.

Per ulteriori informazioni sul concorso: http://ec.europa.eu/europeaid/what/gender/drawing-competition-2011_en.htm

Avete mai svolto un periodo di tirocinio? Allo-ra questa indagine è per voi. Non fatevi sfuggire l’opportunità di partecipare e condividere le vostre idee. I tirocini dovrebbero offrire un’esperienza di apprendimento per i giovani mirata a favorire la loro integrazione nel mercato del lavoro. Tuttavia, un numero crescente di tirocini rappresentano solo un’occupazione precaria per i giovani - un sistema a basso costo per sostituire la forza lavoro. Per com-battere questa tendenza, vi è una forte esigenza di individuare con chiarezza il fulcro del problema. A tale scopo il Forum Europeo dei Giovani ha lanciato questa indagine sulle esperienze di tirocinio in Eu-ropa. Inoltrate questo link ai vostri amici, conoscen-ti e compagni di tirocinio: http://www.surveymon-key.com/s/Europe-Internships

La carta Youth on the Move (YoM card) è una delle 10 azioni prioritarie dell’iniziativa Youth on the Move. La carta dovrebbe favorire sia la mo-bilità che la partecipazione di tutti i giovani euro-pei. Attualmente esistono numerose carte che so-stengono i giovani in vario modo (ad es. offrendo sconti). L’idea legata alla carta YoM non è quella di sostituire queste carte, piuttosto quella di colla-borare con esse, possibilmente sotto forma di eti-chetta. La consultazione è aperta a singoli citta-dini ditutte le età, enti pubblici e privati, autori-tà locali, ministeri e tutti gli stakeholder attivi nel settore giovanile. Il vostro punto di vista è impor-tante, siete pertanto invitati a spendere 10 minuti del vostro tempo per rispondere alle domande pri-ma del 4 Giugno. http://ec.europa.eu/yourvoice/ipm/forms/dispatch?form=EACYomCard

Concorso di design per la moneta commemorativa da due euro

Concorso per disegnare i tuoi guanti

Concorso sull’uguaglianza di genere 2011

Indagine sulla situazione dei tirocinanti in Europa

Consultazione sulla carta “Youth on the Move”