Silvio Story: le tappe salienti della carriere di Berlusconi (parte 1)

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Silvio Story: le tappe salienti della carriere di Berlusconi

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I misteri di Arcore - 1970-1980

Quella che segue è lastoria di un "delitto"perfetto. Così perfet-to che alla fine si fati-ca ad individuare vit-

tima e delitto. La procura diMilanose n’è occupata per un certo perio-do, ma la faccenda non ha mai as-sunto lo spessorediun fascicologiu-diziario.Certo,una storiadaraccon-tare.I protagonisti. La faccenda ruota

intornoaVillaSanMartinoadArco-re, ex convento rinascimentale, persecoli appartenuta alla famiglia Ca-sati Stampa Soncino, 145 stanzeconrelativiarredi, collezionipregia-te di quadri e libri, ettari di parcoconraritàdi flora ecaprioli al pasco-lo. Ne è proprietaria una ragazzinadi 19anni, AnnamariaCasati Stam-pa, rimasta orfana all’improvviso il30 agosto 1970 quando il padre, ilmarcheseCamillo, uccide lamoglieAnnaFallarino sorpresa con l’aman-te. Un ruolo, nella vicenda della vil-la, ce l’hada subitoungiovaneavvo-cato di nome Cesare Previti, figliodiquell’Umbertochenegli stessi an-ni già compare nei busillis societa-riodiSilvioBerlusconi.E c’è lui, Ber-lusconi, che nel 1970 sta costruen-doMilano2.Nel tentativodi smette-re i pannidel palazzinaroper indos-sare quelli di Sua Residenza, è incerca di una dimora adeguata perrappresentare se stesso nell’elitedell’imprenditoria.

I fatti. Passata lacuriositàper l’omi-cidio-suicidio del marchese e dellamoglie, restano la ragazza e il suopatrimonio. Anzi, a dire la verità,qualcunoprovaamettere indubbiola legittimità dell’erede. La famigliaFallarino, infatti, chiede di verifica-

re tramite autopsia chi è morto perprimo: nel caso fosse il marchese Ca-millo, i legittimi eredi sono i Fallari-no.CesarePreviti, 36anni, origini ca-labresi ma da tempo residente a Ro-ma,assiste legalmente la famigliaFal-larino,ma il dubbio viene in fretta ar-chiviato.

Annamaria resta unica erede, ha19anniedèminorenne.Vieneaffida-ta ad un avvocato amico di famiglia,Giorgio Bergamasco, che siede in Se-nato tra i liberali. E chi spunta fuoritra gli assistenti di Bergamasco? Dinuovo il giovane Previti, che riescenella non facile impresa di passare in

un batter di ciglio da “nemico” (ave-va assistito i Fallarino per toglierel’eredità ad Annamaria) ad “amico”.La ragazza si ritrova così un’eredi-

tà pari a duemiliardi e 403milioni dilire trabenimobili e immobili egioiel-li, che diventano un miliardo e 965milioni al nettodi debiti e tasse.Deci-

CLAUDIA FUSANI

Il racconto

CANONIDI ESTETICAIn alto una raraimmagine di CarlaDall’Oglio con ilmarito, di EvaristoFusar, pubblicata in«Il corpo del capo»di Marco Belpoliti.Poi: Veronica,Patrizia D’Addario,Noemi. La sequenzaè rivelatrice deigusti del premier.Sotto: la villa di SanMartino (exCasati-Stampa) adArcore.

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[email protected]

L’acquisto della villa a ArcoreUngiallo daAgathaChristie

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de di lasciare l’Italia e lo scandalo, vaa vivere in Brasile e il 27 settembre1972 affida i suoi beni - senza limita-zioni di mandato - a Bergamasco, ilsuo ex tutore, nel frattempo diventa-to ministro del governo Andreotti. Ilvice tutore Previti resta tra i legali. Ea lui Annamaria nell’autunno del1973 dà l’incarico di vendere VillaSan Martino «con espressa esclusio-ne degli arredi, della pinacoteca, del-la biblioteca e delle circostanti pro-prietà terriere».

Pochi mesie l’acquirente simateria-lizza nei panni di Silvio Berlusconi.Mediatore è Previti. Il prezzo pattui-to 500 milioni, tutto compreso, an-chequello che l’eredeavevaesplicita-mente escluso dalla vendita, terrenie annessi, pinacoteca e biblioteca. InInchiesta sul signor Tv (GuarinoeRug-geri, Kaos editore), il libro che più ditutti ha indagato sulla vendita dellavilla e i cui autorinel2000hannovin-to la causa per diffamazione avviatanel 1994 da Previti, si dice chiara-mente che500milioni sononulla per

una villa settecentesca di 3500metriquadrati. Nel libro si parla di «raggi-ro». In più momenti. Il primo: Berlu-sconi dilaziona il pagamento fino al1980 (atto di cessione il 2 ottobre)ma Annamaria Casati continua a pa-gare le tasse. Il secondo: il 4 maggio1977 nasce l’Immobiliare Idra, spadella già affollata galassia berlusco-niana, che ancora oggi gestisce alme-no dodici dimore del premier tra cuiArcore, Villa Certosa eMacherio. Be-ne; nel cda di Idra siedono da subitoUmberto e Cesare Previti. Idra otter-rà dalle banche due superfinanzia-menti sulla villa diArcore appenapa-gata mezzo miliardo a rate: oltre 7miliardi subito rigirati alla CantieriRiuniti, società di Berlusconi, più al-tri 680 milioni.Undelitto perfetto, appunto. Sem-

pre che delitto vi sia stato. Arcore poiè diventata quello che tutti sappia-mo: il rifugio del Presidente, la cabi-na di regìa degli alleati di governo,dimora vincolata dal segreto di Sta-to, custode di un mausoleo e di piùgrandi segreti. Si dice, anche, dellalongevità.

(8-continua).❖

Dite la vostra [email protected]

Se non gli facesse velo l'an-ticomunismo Berlusconiavrebbe trovato un'inso-spettabile analogia fra lesuevicissitudini sentimen-

tali equelledello storicoecarismati-cocapodelPci PalmiroTogliatti. Ve-ronica(nomed’artediMiriamBarto-lini), quando nasce la passione, ab-bandona il teatro e vive nell’ombra,in compagnia della mamma Flora,inun'aladi villaBorletti, quartierge-nerale Fininvest. Protetta da unacerchia strettissimadi amici checon-serva il segretoanchequandonasco-no, in una clinica svizzera, Barbara(padrino di battesimo Bettino Cra-xi) e poi Eleonora.Anche Nilde Iotti, quando esplo-

se l'amore di Palmiro per la giovanedeputata alla Costituente, visse insegretezza al sesto piano del palaz-zodi viaBottegheoscureappenaco-struito dai Marchini per ospitare lasede del PCI. «RitaMontagnana cheera al senato/ coi dottori e tutto ilpersonale /ha portato il marito all'ospedale» recita la canzone diMari-no Piazza, scritta nel 1948 dopo icolpi di pistola di Antonio Pallante.Ma accanto a Togliatti non c'è Rita,c'è Nilde. Nel paese dal moralismobipartisan, la relazione irregolareimbarazza il capo comunista chevo-leva “una sezioneperogni campani-le”. «Ora tu ostenti l'astrakan diBukara – rimeggiava la giornalistaGiannaPreda–maquandonei comi-zi fai cagnara ostenti vecchi straccidi cotone». (Filippo Ceccarelli,“Letto e potere”, Longanesi 2007) .Per Berlusconi il dramma non è

ancora politicoma familiare. Ad Ar-core c’è Carla Dall’Oglio, bella, spo-sata nel 1965, con i figli Marina ePier Silvio, è anche il simbolo diun’unione fondata sul matrimonio.

Così Emilio Fede: «Da una parte ladonnachehasemprecercatoe infi-ne trovato, dall’altra la serenità, latranquillità. Alla fine la scelta, sof-fertamagiusta:Veronica.Per la vi-ta».Veronica compare per la prima

volta in pubbliconel 1986,dopo lanascita di Eleonora, a una festa di“TvSorrisi e canzoni” e, per S. Am-brogio, alla prima del Nabucco di-retto daMuti alla Scala. È lo stessoannodellabombaal cancellodi vil-laBorletti, cheBerlusconi, attribu-endola a Mangano, definisce un«botto affettuoso».Nell’intercetta-zione di una telefonata a tre conDell’Utri eConfalonieri, quest’ulti-moesprime l’angosciadella «pove-raVeronica cheèqui esterrefatta».L’ufficializzazione del rapporto

porta con sé la routine. StefaniaAriosto ricorda come «una noia»queipranzi framenàgestrettamen-te familiari e affari. «Solo quandosi separò Tatò e arrivò la sua nuo-va giovane compagna ci fu un tur-bine che avrebbe portato a cambigenerazionali». Iniziano presto levite separate.DellamagionediVe-ronica e dei bambini a Macherio,villa Belvedere, Berlusconi dirà aduna Convention: «Ho voluto fareunasorpresaallamia signora».An-cor più si divaricano le strade do-po la «discesa in campo» (non sen-za crisi di gelosia verso FrancescaDellera, per esempio, nel 1993).Ancora laAriosto: «Pensochequel-lo che è successo in questi anni luil’ha fatto anche per gelosia, nonsopportava...voleva dimostrare diessere quello di una volta».Un’altra differenza con il mori-

gerato Togliatti è nella forza eco-nomica di Berlusconi, in grado direggere finanziariamente matri-moni complicati: un elenco conse-gnato dalla guardia di finanza aDiPietro nel 1994 contiene - riferisceMarioGuarino - unadonazione al-laprimamogliedi quasi900milio-ni, altre due alla seconda di com-plessivi quasi 10 miliardi.❖

IL CONTRIBUTO DEI LETTORI

Il libro

Cronologia

[email protected]

Il corpodel Capo

Il grande affaredi Arcore

...e intanto il 1980È l’anno del terremoto in Irpinia e del-la strage alla stazione di Bologna. Del-le partite di calcio truccate e della“Milano da bere” che dà il via alla sta-gione dell’ edonismo e della crescitaesponenziale del debito pubblico

1970Muore il marchese Camillo CasatiStampa. Annamaria, 19 anni, è l’unicaerede.

1973L’erede dà in carico a Cesare Previti,pro-tutore, di vendere la villa.1974

1977Berlusconi diventa proprietario per500 milioni. Il possesso solo dall’80.Nasce la Immobiliare Idra, proprieta-ria della villa. I Previti nel cda.

Il matrimonio con Veronica nel 1990Il divorzio con Carla arriva nel 1985, 5 anni dopo l’inizio della storia

con Veronica. Carla ottiene immobili, un miliardo per l’acquisto di unappartamento a Londra; 3,2 miliardi di titoli Enel. Nel ’90, alle nozze conVeronica i testimoni sono Anna e Bettino Craxi, Gianni Letta e Confalonieri.

Una famiglia numerosaIn occasione della nascita di Luigi, Pier Silviosi lascia scappare una battuta: «Pa’, chefacciamo il ripopolamento?», citato daGuarino, “L’orgia del potere”, Dedalo 2005

Tanto Berlusconi pagala villa di Arcore, Nevaleva 1 miliardo e 965

PPARLANDODI...dimore

Il patrimonio complessivo di Immobiliare Idra spa ammonta a 330 milioni e 875.874mila euro. La società gestisce Villa Certosa, villa San Martino e quella di Macherio. Altre duesocietà, Dolcedrago Immobiliare e Immobiliare Dueville, gestiscono altre residenze tra cuiVilla Bellinzaghi a Cernobbio. Palazzo Grazioli è intestato direttamente al premier. ❖

ROMA

Marco Belpoliti, Guanda, 2009.«Il corpo è un capitale da spendere.La moneta corpo, il corpo- progetto.Ecco il campo di intervento di SilvioBerlusconi».

500 milioni

QuandoVeronicaera l’amore segretoUna ristretta cerchia di amici proteggeva la relazioneche avrebbe potuto offendere la prima moglie Carla

JOLANDA BUFALINI

La storia

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Pino Farinotti, giornalista di Italia 1 epoi Retequattro, si lascia tentare daun’esperienzanuova, il romanzo.Figu-racentrale,unmagnatedelle costruzio-ni e della tv commerciale, Dino Brad-

ley. Altro personaggio di spicco, l’onorevole Me-reu, doroteo influente. Affari e politica, il lucicchiodi serate mondane, sesso. (...). Berlusconi chiamaFarinotti. È il settembre 1984. Non conta dire quiper quali vie il dattiloscritto è arrivato in sue mani.Fermiamociall’essenziale; la lettura l’ha indispetti-to, coltiva l’immagine di sè a tal misura che l’ideadi vedere stampatoun romanzo così evidentemen-te allusivo gli mette le arterie in bollore. Dunquealt, stop al libro, e senza nemmeno il fastidio ditante brighe: ha saputo che da un mese l’autore èun suo dipendente. Il seguito e l’epilogo della sto-ria eccoli nel racconto di Farinotti: «Berlusconi miinvitò a sedere a un tavolo circolare, smise di sorri-dere: “Ho letto alcuni capitoli del suo romanzo enon li ho per nulla graditi. Quel suo personaggio,quel signore, mi rappresenta in modo chenon pos-so condividere (...). Allora mi ascolti, visto che cideve essere un libro, che sia reale, con nomi e fattiveri. Che ne dice?”». Il nuovo libro, I Maghi del ca-nale, esce nel 1985, per Rizzoli. Giorgio Ferrari,inviatodi Italiaoggi ricorderà: «HoconosciutoBer-lusconi il 21 luglio 1988. Quel giorno aveva com-prato La Standa. Invita alcuni giornalisti (...). A fi-ne serata tra me e lui il discorso è caduto sull’even-tualità di una sua biografia». Il libro, Il padrone deldiavolo, esce nel 1990. Gigi Moncalvo, 39 anni,giornalista di carta stampata, il 1 giugno 1989 sisenteproporredaMarcelloDell’Utri: «Vogliamore-alizzareunospecial televisivosulgirod’Italiaberlu-sconiano per conventions di Publitalia. Abbiamopensato a te come autore. Sei libero?» (...). Il libroBerlusconi in concert esce solo nel 1994.

Di fatto, tre autobiografie.Mitografia. A ispirarela leggenda di Berlusconi è stato Berlusconi.❖

Avisita terminata, il vice-presidentedel Fondo dice a Berlusconi: «Carogiovanotto, bello, bucolico. Ma, ve-de, ho appena finito le sigarette.Quante ore mi ci vogliono per com-

prarneunaltropacchetto?».Peggiod’una randel-lata. Il disastro totale. L’affare sfuma, e Berlusco-ni è al tubo del gas. Ma la prospettiva dell’azien-da chiusa lo spinge a un ultimo disperato tentati-vo,unnuovocolloquiocon l’esponentedella «ma-fia interna». Come arrivarci? «Mi precipitai a Ro-ma.Da alcuni amicimi feci presentare alla segre-taria del vice-presidente, una ragazza carina.Non feci molta fatica far nascere una relazione,come si dice adesso, «amichevole». (...) La segre-taria mi telefonò improvvisamente e mi disse:«Parte domani alle diciassette». Era il D-Dai!».(...) Trovai lo scompartimento del vice-presiden-te e mi sedetti davanti a lui, il giornale era alzatoper non farmi vedere. Aspettai che il treno fosselontano dalla stazione (...) Abbassai il giornale,lui mi guardò e freddissimo mi disse: «Toh! Mitoccaviaggiarecon ilmionemico». (...)Conversa-nodi sesso, l’esponente della «mafia interna» mi-nuzioso e maniacale nella descrizione del corpodelle circasse, che dice di aver ben conosciuto inun villaggio in Caucaso, e l’impresario- entertai-nerilare a quello sfoggio. Finalino: «Alla stazionediMilano, eravamotutt’edueal barmezzo sbron-zi, con lui che mi racconta che la «natura» dellecircasseè straordinariaperchésembrachecomin-ci qui è finisca quadietro (...)Diventò il mio mag-gior supporter, ilmiomigliore amico, e riuscii co-sì a vendere il Condominio della Fontana senzapagare una lira a nessuno in termini di tangenti».È irriguardoso ascoltare una storia simile serena-mente increduli?

(Nel1964aBrugherionon si vendeva nemmenouna casa. Fiori racconta come «il venditore» riuscìa farsi amico un esponente della «mafia interna» -così chiama i capi romani del Fondo dei dirigenticommerciali - e a chiudere l’affare. Pagg.33-34).❖

La biografia di Berlusconi esce daGarzanti nel 1995. Il titolo è diCesare Garboli: «Venditore dimerce edi illusioni». A fianco, unestrattodelprimocapitoloe ibra-

ni, tratti dal libro, pubblicati su l’Unità in“Silvio Story”.

Giuseppe (Peppino) Fiori

L’UOMOCHE SUSSURRAVALE BIOGRAFIE

L’INCONTROCHEGLI CAMBIÒ

LAVITA

è morto a Roma nel 2003

era nato a Silanus (Nuoro) nel 1923

Chi è

LARACCOLTA

Il ballo del «mattone»

Silvio Berlusconi ancora giovane, ma nel pieno della sua fase ascendente. Come non lo abbia-mo visto più: con i baffi. Quel profilo e quel sorriso a cui spesso lui stesso ha attribuito parte della suaaffabilità e capacità persuasiva: nel lavoro come nella vita. Il Berlusconi che vi raccontiamo oggi èquello che inizia a costruire. Senza soldi, ma che poi, strada facendo, improvvisamente trova. Costrui-sce e vende, con grande rapidità.

SILVIOSTORY

Avisita terminata, il vice-presidentedel Fondo dice a Berlusconi: «Carogiovanotto, bello, bucolico. Ma, ve-de, ho appena finito le sigarette.Quante ore mi ci vogliono per com-

prarne un altro pacchetto?».Peggiod’una randellata. Il disastro totale. L’af-

fare sfuma, e Berlusconi è al tubo del gas. Ma laprospettivadell’aziendachiusa lo spingeaunulti-mo disperato tentativo, un nuovo colloquio conl’esponente della «mafia interna». Come arrivar-ci? «Mi precipitai aRoma. Da alcuni amici mi fecipresentare alla segretaria del vice-presidente,una ragazza carina. Non feci molta fatica far na-scere una relazione, come si dice adesso, «ami-chevole». (...) La segretariami telefonò improvvi-samente e mi disse: «Parte domani alle diciasset-te». Era il D-Dai!». (...) Trovai lo scompartimentodel vice-presidente e mi sedetti davanti a lui, ilgiornale era alzato per non farmi vedere. Aspet-tai che il treno fosse lontano dalla stazione (...)Abbassai il giornale, lui mi guardò e freddissimomi disse: «Toh! Mi tocca viaggiare con il mio ne-mico». (...) Conversano di sesso, l’esponente del-la «mafia interna» minuzioso e maniacale nelladescrizione del corpo delle circasse, che dice diaver ben conosciuto in un villaggio in Caucaso, el’impresario-entertainerilare a quello sfoggio. Fi-nalino: «Alla stazione di Milano, eravamo tutt’edueal barmezzo sbronzi, con lui chemi raccontache la «natura» delle circasse è straordinaria per-ché sembra che cominci qui è finisca qua dietro(...)Diventò il mio maggior supporter, il mio mi-gliore amico, e riuscii così a vendere il Condomi-nio della Fontana senza pagare una lira a nessu-no in termini di tangenti». È irriguardosoascolta-re una storia simile serenamente increduli?

(Nel 1964 a Brugherio non si vendeva nemmenouna casa. Fiori qua racconta come «il venditore»riuscì a farsi amicoun esponentedella «mafia inter-na» - così erano chiamati i capi romani del Fondodei dirigenti commerciali - e a chiudere l’affare).

Dalle origini alle ragioni della fortuna. La vera storia a puntate

L’ascesa nei mitici anni Sessanta

DAL LIBRO«IL VENDITORE»

L’INCONTROCHEGLI CAMBIÒ

LAVITA

Giuseppe Fiori

25MERCOLEDÌ

16 SETTEMBRE2009

PeppinoFiori

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Gli albori

Ogni puntata, quasi un benvenuto e un viatico, sarà introdotta da un brano tratto da «Il vendito-re, storia di Silvio Berlusconi e della Fininvest», il libro inchiesta che Giuseppe Fiori consegnò a Garzan-ti nel 1995, riedito nel 2004, e che resta la biografia più completa del fenomeno Berlusconi.

Fiori, giornalista e scrittore, è stato vicedirettore del Tg2 e direttore di «Paese Sera» oltre che senato-re della Sinistra Indipendente per tre legislature.

SILVIOSTORY

Ei soldi, all’improvviso, tanti, a fiu-mi, piovvero dal cielo. Anzi dal sof-fitto, un soffitto buio, oscuro. Nan-ni Moretti ne Il Caimano raccontacosì, nel 2006, l’origine della fortu-

na di Silvio Berlusconi. La verità è che nessu-na delle sedici inchieste giudiziarie avviate,per lo più dal 1994 in poi, nei suoi confronti -reati in parte archiviati, per lo più prescritti ocancellati da aministia - è mai riuscita ad ac-certare chi c’era dietro le finanziarie svizzereche tragli anniSessantaeSettantahannocon-cessoalgiovane imprenditore accessi illimita-ti al credito, a fideiussioni e a garanzie banca-rie. È questo il nulla da cui emerge l’uomo delmiracolo italiano.

LaSilvio storyva a ripercorreregli annidal-leorigini finoalladiscesa in campo,allanasci-ta di Forza Italia. Ritrova Berlusconi ragazzi-no, lo segue negli anni del boom edilizio,quando diventa Sua Residenza prima ancorache Sua Emittenza. Mette gli occhi nei segretidella Banca Rasini finita poi al centro di in-chieste sul riciclaggio di denari di Cosa No-stra. Racconta il gioco delle matrioske dellefinanziarie svizzere, un labirinto senza usci-ta. Osserva il suo rapporto con le donne, conla prima moglie e poi con Veronica. A Berlu-sconi è sempre piaciuto fare il gallo e il ma-cho. E vantarsene. Ognuno di noi ha attitudi-ni congenite: lui è sempre stato attirato dallabugia perché le immagini sono più importan-ti dei fatti; e il fine ha sempre giustificato imezzi, truccare concessioni edilizie, aggirarenorme, farsele fare su misura come accaddeper le tivù.

Almenoquindici puntate, a partire da oggi.Ogni giorno, accanto alla biografia non auto-rizzata,un’intervista, un interventodi autore,un’analisi, illumineràun aspetto della story.❖

Un libro come guida

DENTRO LA NOTIZIA

PIOGGIADI

SOLDI

Dalle origini alle ragioni della fortuna. La vera storia a puntate

L’incredibile ascesa

Una biografia non autorizzata in quindici puntateL’infanzia di un predestinato che, nell’edificio cupo deiSalesiani dove andava a scuola, inventa il suo primo metodoper raggranellare soldi dai compagni di classe

Claudia Fusani

E le testimonianze di chi lo ha studiato o conosciutoDomani: l’incredibile fortuna di un giovane senza capitaliche si improvvisa costruttore e vende case che non ci sononella Milano del boom economico

Primo Piano10MARTEDÌ15 SETTEMBRE2009

di Giuseppe Fiori

DALLIBRO«ILVENDITORE»

Giornalista, direttore di Pae-se Sera e vicedirettore del Tg2,Peppino Fiori è stato anche bio-grafo di Antonio Gramsci, EmilioLussu, Carlo e Nello Rosselli, Enri-co Berlinguer e autore di un ro-manzo, «Uomini ex». È stato sena-tore e capogruppo della Sinistraindipendente per tre legislature e,in questa veste, dall’opposizione,seguì le vicende che portarono al-la legge Mammì.

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Veniamo a Berlusconi. Lui sa (da do-vevengono i soldi,ndr). Inclinerem-mo ad escludere che i finanziatorinon l’abbiano conosciuto di perso-na e vagliato attentamente. Un fat-

to è certo: in quegli ambienti nonabitanoDamevincenziane, Cappuccetti rossi e Fate Turchine.Ottiene credito solo chi dà certezze. E se l’affareha dimensioni colossali, è naturale che in pro-porzione siano chieste al beneficiario garanziemolteplici e solide: un progetto sicuramenteredditizio, la suapraticabilità senza intralci, tut-ti a posto i relativi adempimenti - autorizzazio-ni, licenze, permessi - e in ogni caso caso malle-verie forti, politiche od’altra specie.Non si dan-no soldi oltre una certa soglia a chi non provi adavere rassicuranti coperture. Le capacità im-prenditoriali sono certamente una buona carta,ma a così alto livello di esposizione finanziaria,esse da sole non bastano. Berlusconi, taciturnosulleoriginidel suo impero,nonpuòdolersi chegli si chieda di chiarirle. Anzi, avrebbe il potere(da uomo pubblico il dovere) di rispondere aquesti interrogativi.Ma torniamoal 1968, annodi nascita di Edilnord 2 (...)A trentadue anni,tutti i tratti della sua personalità forte sono benpercepibili: il talento, il coraggio, la creatività,l’intraprendenza, il fiuto per l’affare, l’ottimi-smo, la smania di emergere, l’agire frenetico, laspregiudicatezza, l’ambiguità, il passo sicuronel dedalo dei segreti. Ripeterà spesso, postil-landola, una frasediDinoBuzzati: « “Mentre tusei aduncocktail e sfiori giovani schienedidon-ne, o balli sentendo contro il tuo petto giovaniseni, in quel preciso momento, in qualche stan-zettapienadi fumo, c’è ungiovane che lavora e,magari imprecando, fa quel che dovresti faretu”. Ecco: il giovane nella stanzetta ero io».

(Fiori riflette sulle possibili origini dei capitaliche permisero a Berlusconi di avere linee di credi-to piuttosto inusuali per un giovane imprendito-re. Pagg. 40-41) ❖

Che cos’è in effetti la microbanca diCarlo Rasini?Un giornalista del NewYork Times Nick Toshes, incontra aNew York nel 1984 e nel carcere diVoghera a maggio, agosto, e settem-

bredel1985 il finanzieremalavitosoMicheleSin-dona. Dalle molte interviste viene fuori un libro,Il mistero Sindona. Interessa qui andare svelti apagina 111: « “Quelli che hanno provocato la tuacaduta”, dissi, “ti hanno accusato di lavorare perla mafia”. “Sì - annuì - mi hanno accusato di que-sto. Mi hanno accusato di tutto, eccetto di averinchiodatoCristo allaCroce”, rise. Poi si schiarì lagola e tirò un lungo sospiro. “Se fossi davvero im-plicato come dicono, adesso non me ne starei quicomeun fottuto rottame. La verità è, vedi” prose-guì “che io non ho mai avuto bisogno di loro eloro non hanno mai avuto bisogno di me. Comesai lemiebanche italianeerano istituti diprim’or-dine, con soci di prim’ordine. La Banca Privataera una banca dell’aristocrazia. La mafia invecesi serve sempre di istituti e professionisti di se-cond’ordine”. Socchiuse gli occhi con espressio-ne scaltra (...). “Quali sono le banche usate dallamafia?” chiesi. Prese tempo. “E’unadomandape-ricolosa” rilfettè.Mi strinsinelle spalle, lui sorrisee senza più esitare disse: “In Sicilia il Banco diSicilia, a volte. A Milano una piccola banca inpiazza Mercanti”». Due questioni. La prima: Sin-dona è attendibile? La seconda: il segnalato in-treccio delinquenziale risalirebbe sino all’epocadell’Edilnord? ( anni sessanta, ndr). Serietà co-manda di attenersi a fatti certi. La Criminalpol sadi rapporti della Banca Rasini con figure inodoredi mafia. E tuttavia alla data degli intrecci mafio-si nè Luigi Berlusconi nè Carlo Rasini hanno piùnulla a che fare con quella banca».

(Fiori affronta il nodo cruciale della Banca Rasi-ni, il piccolo istituto di credito dell’alta borghesiamilanese dove Luigi Berlusconi entra giovanissimocome impiegato e ne esce nel 1973 come direttore.Pagg.30-31)❖

Lapoliticanon lo tenta, giudica incon-cludenti, parassiti nefasti, quelli chela praticano, fondamentalmente èd’umori antiparlamentari (le came-ra luoghi di perdigiorno). Una sua

sentenza, riecheggiamento d’una avversionediffusa nel paese: «Ho certezza che se dessimole nostre aziende in mano ai politici le farebbe-ro fallire. Ho una sola incertezza: quanti mesiimpiegherebbero». Ma, di questi tempi, l’anti-parlamentarismononèestraniamentodallapo-litica,unadislocazioneesterna.Tutt’altro.Spes-so è il modo rozzo di rapportarvisi dagli statireazionari o quantomeno insofferenti di regolee controlli (sviliti, nel loro vocabolario a «lacci elacciuoli»). Il tycoon in ascesa Berlusconi, siapure indisponibile a formedimilitanza,nonap-pare distaccato o reticente. Si schiera. Soprat-tutto si schiera «contro», manifestando un anti-comunismo della specie che un socialista (nonuncomunista),EmilioLussu,usavadefinire, in-vece che «viscerale», «epilettico». Nella realtàitaliana, sul finiredegli anniSettanta (...) bersa-glio dell’anticomunismo non è Ceausescu, dicui Craxi è amico, ma il partito di Enrico Berlin-guer, accerchiato da forze dissimili e tuttaviainteragentinel comunefineostruzionisticoe lo-gorante, alla fine un partito rimasto solo a subi-re l’urto concentrico dei gruppi di pressione at-lantici (...). Berlusconi entra nell’editrice de IlGiornale. Sappiamo da Confalonieri: «L’ingres-sonelGiornale, comeanche lanascitadella tele-visione, ha un’origine ideologica (...). Gli dice-vamo: «Ma perchè vuoi entrare nel Giornale diMontanelli, è un quotidiano di destra (...)». Di-rà lo stessoBerlusconi: «È stata la scelta di scen-dere in campo per costituire un bastione controla tendenza pericolosa che si era instaurata».

(Dopo ilBerlusconi imprenditore,Fiori raccon-ta i primi passi nell’editoria con l’ingresso, nel1977, ne «Il Giornale» di Indro Montanelli. Pagg.45-46) ❖

I FINANZIATORI?NONDAME

NÉ FATE TURCHINE

SOTTO LEALIDI UN PICCOLO

ISTITUTO

L’ANTICOMUNISTAENTRA

NEL «GIORNALE»

L’esplosione

SILVIOSTORY

Oggi la terza puntata della Silvio story è dedicata agli anni di Segrate, l’ideazione e la costruzionedel quartiere residenziale di Milano 2. Se da una parte è stato un fenomeno urbanistico studiato intutta Europa e nel mondo, Segrate e Milano 2 sono anche l’occasione in cui il modus operandi dell’im-prenditore Berlusconi si dimostra in tutta la sua varietà, come si ottengono le licenze, come puòaumentare il valore dei terreni.

Fiori riflette sulle possibili origini dei capitali chepermisero a Berlusconi di avere linee di creditopiuttosto inusuali per un giovane imprenditore(pp-40-41)

Veniamo a Berlusconi. Lui sa (da dovevengono i soldi, ndr). Inclineremmoad escludere che i finanziatori nonl’abbiano conosciuto di persona e va-gliato attentamente.Un fatto è certo:

in quegli ambienti non abitano Dame vincenzia-ne,Cappuccetti rossi e FateTurchine.Ottienecre-dito solochidà certezze.E se l’affarehadimensio-ni colossali, è naturale che in proporzione sianochieste al beneficiario garanzie molteplici e soli-de:unprogetto sicuramente redditizio, la suapra-ticabilità senza intralci, tutti a posto i relativiadempimenti - autorizzazioni, licenze, permessi -e in ogni caso caso malleverie forti, politiche od’altra specie. Non si danno soldi oltre una certasoglia a chi non provi ad avere rassicuranti coper-ture. Le capacità imprenditoriali sono certamen-teunabuona carta;maacosì alto livellodi esposi-zione finanziaria, essedasolenonbastano.Berlu-sconi, taciturno sulle origini del suo impero, nonpuò dolersi che gli si chieda di chiarirle. Anzi,avrebbe il potere (da uomo pubblico il dovere) dirispondere a questi interrogativi.

Ma torniamo al 1968, anno di nascita di Edil-nord2 (...)A trentadue anni, tutti i tratti della suapersonalità forte sono ben percepibili: il talento,il coraggio, la creatività, l’intraprendenza, il fiutoper l’affare, l’ottimismo, la smania di emergere,l’agire frenetico, la spregiudicatezza, l’ambiguità,il passo sicuro nel dedalo dei segreti. Ripeteràspesso, postillandola, una frase di Dino Buzzati: «“Mentre tu sei aduncocktail e sfiori giovani schie-ne di donne, o balli sentendo contro il tuo pettogiovani seni, in quel precisomomento, in qualchestanzettapienadi fumo, c’èungiovane che lavorae, magari imprecando, fa quel che dovresti faretu“. Ecco: il giovane nella stanzetta ero io». ❖

Dalle origini alle ragioni della fortuna. La vera storia a puntate

E Silvio diventa Sua Residenza

DAL LIBRO«IL VENDITORE»

I FINANZIATORI?NONDAME

NÉ FATE TURCHINE

Giuseppe Fiori

25GIOVEDÌ

17 SETTEMBRE2009

I capitali

SILVIOSTORY

Pubblichiamo oggi la prima di due puntate relative alla Banca Rasini cercando di ripercorrerela storia di questo piccolo ma cruciale istituto di credito (nella foto la sede a Mialno)che è stato finoall’inizio degli anni novanta il punto di riferimento dell’alta borghesia milanese.

Qui ha lavorato per anni Luigi Berlusconi (nella foto in alto), che ne divenne il direttore. Da qui sonoarrivati i primi capitali per il giovane imprenditore Silvio.

❖ Fiori affronta il nodo cruciale della Banca Rasi-ni, il piccolo istituto di credito dell’alta borghesiamilanese dove Luigi Berlusconi entra giovanissi-mo come impiegato e ne esce nel 1973 come diret-tore (pp.30-31)

Che cos’è in effetti la microbanca di Carlo Ra-sini? Un giornalista del «New York Times» NickToshes, incontra a New York nel 1984 e nel car-cere di Voghera a maggio, agosto, e settembredel1985 il finanzieremalavitosoMicheleSindo-na. Dalle molte interviste viene fuori un libro, IlmisteroSindona. Interessaquiandare svelti apa-gina 111: « “Quelli che hanno provocato la tuacaduta”, dissi, “ti hanno accusato di lavorareper la mafia”. “Sì - annuì - mi hanno accusato diquesto. Mi hanno accusato di tutto, eccetto diaver inchiodato Cristo alla Croce”, rise. Poi sischiarì la gola e tirò un lungo sospiro. “Se fossidavvero implicato come dicono, adesso non mene starei qui come un fottuto rottame. La veritàè, vedi” proseguì “che io non ho mai avuto biso-gno di loro e loro non hanno mai avuto bisognodi me. Come sai le mie banche italiane eranoistituti di prim’ordine, con soci di prim’ordine.La Banca Privata era una banca dell’aristocra-zia. La mafia invece si serve sempre di istituti eprofessionisti di second’ordine”. Socchiuse gliocchi con espressione scaltra (...). “Quali sonole banche usate dalla mafia?” chiesi. Prese tem-po. “E’ una domanda pericolosa” rilfettè. Mistrinsi nelle spalle; lui sorrise e senza più esitaredisse: “In Sicilia il Banco di Sicilia, a volte. A Mi-lano una piccola banca in piazza Mercanti”».

Duequestioni. Laprima: Sindonaèattendibi-le? La seconda: il segnalato intrecciodelinquen-ziale risalirebbe sino all’epoca dell’Edilnord? (anni sessanta,ndr). Serietà comandadi attener-si a fatti certi. LaCriminalpol sa di rapporti dellaBanca Rasini con figure in odore di mafia. E tut-taviaalladatadegli intreccimafiosi nèLuigiBer-lusconi nè Carlo Rasini hanno più nulla a chefare con quella banca».❖

Dalle origini alle ragioni della fortuna. La vera storia a puntate

La banca Rasini in piazza Mercanti

DAL LIBRO«IL VENDITORE»

SOTTO LEALIDI UN

PICCOLO ISTITUTO

Giuseppe Fiori

29VENERDÌ

18 SETTEMBRE2009

L’affermazione

SILVIOSTORY

La puntata di oggi è dedicata ancora alla Banca Rasini di piazza Mercanti a Milano. Una storiacomplessa e attraversata negli anni da vari passaggi di proprietà e da alcune inchieste giudiziarie cheper un certo periodo la legano a Cosa Nostra. La foto di oggi è ricavata dal libro «Il corpo del capo» diAntonio Belpoliti, Guanda editore. Si vede un giovane Silvio Berlusconi in piedi che mostra il plasticodella futura Milano 3 a Basiglio.

Dopo il Berlusconi imprenditore, Fiori racconta iprimi passi nell’editoria. L’anticomunismo e l’in-gresso (1977) ne Il Giornale di Montanelli.pp.45-46

La politica non lo tenta, giudica incon-cludenti, parassiti nefasti, quelli chela praticano, fondamentalmente èd’umori antiparlamentari (le cameraluoghi di perdigiorno). Una sua sen-

tenza, riecheggiamento d’una avversione diffusanel paese: «Ho certezza che se dessimo le nostreaziende in mano ai politici le farebbero fallire.Hounasola incertezza:quantimesi impieghereb-bero». Ma, di questi tempi, l’antiparlamentari-smononèestraniamentodallapolitica,unadislo-cazione esterna. Tutt’altro. Spesso è il modo roz-zodi rapportarvisi dagli stati reazionari oquanto-meno insofferenti di regole e controlli (sviliti, nelloro vocabolario a «lacci e lacciuoli»). Il tycoon inascesa Berlusconi, sia pure indisponibile a formedi militanza, non appare distaccato o reticente.Si schiera. Soprattutto si schiera «contro», mani-festando un anticomunismo della specie che unsocialista (nonuncomunista), Emilio Lussu,usa-va definire, invece che «viscerale», «epilettico».Nella realtà italiana, sul finiredegli anniSettanta(...) bersaglio dell’anticomunismo non è Ceause-scu, di cui Craxi è amico, ma il partito di EnricoBerlinguer, accerchiato da forze dissimili e tutta-via interagenti nel comune fine ostruzionistico elogorante; alla fineunpartito rimasto soloa subi-re l’urto concentricodeigruppidipressioneatlan-tici (...). Berlusconi entra nell’editrice de Il Gior-nale. Sappiamo da Confalonieri: «L’ingresso nelGiornale, come anche la nascita della televisio-ne, ha un’origine ideologica (...). Gli dicevamo:«Ma perchè vuoi entrare nel Giornale di Monta-nelli, è un quotidiano di destra (...)». Dirà lo stes-so Berlusconi: «È stata la scelta di scendere incampo per costituire un bastione contro la ten-denza pericolosa che si era instaurata». ❖

Dalle origini alle ragioni della fortuna. La vera storia a puntate

Tutti gli affari di una banca

DAL LIBRO«IL VENDITORE»

L’ANTICOMUNISTAENTRA

NE IL GIORNALE

Giuseppe Fiori

35SABATO

19 SETTEMBRE2009

XIXMARTEDÌ

29 SETTEMBRE2009

Page 20: Silvio Story: le tappe salienti della carriere di Berlusconi (parte 1)

«LA COSTRUZIONEGOTICO

CASTRENSE»

ILMAUSOLEOE L’ELISIR

DI LUNGAVITA

Non camere separate. Ville separa-te. Silvio sta ad Arcore (dove han-no appartamenti i figli di Carla).VeronicaviveconBarbara,Eleono-ra e Luigi qualche chilometro più

in là, a Macherio... Certo, Berlusconi ad Arcoreha speso anche per l’ammodernamento. Lungo isotterranei dell’exmonastero si passa da un’am-pia piscina circondata da televisori a un localeper lo squash, a una sala con attrezzi ginnici, astanzeper sauna, bagnoturco, idromassaggi. So-pra c’è un salone con nove schermi gigantipernove programmi televisivi diversi. C’è lo studioblindato del dottore. C’è la cappella privata: pre-mendo un bottone s’effonde uno struggente ca-nonemortuariodiBach.Cinquanta inumeri tele-fonici interni. I rubinetti dei bagni e le manigliesonoplaccated’oro.Nel grandeparco, uccelli ra-ri in un’estesa voliera, in libertà cervi, lama, sco-iattoli; varietà di impianti sportivi, l’eliporto. Ein fondoaunviale di pioppi ilMausoleo, «amez-za strada tra la piramide egizia e il pantheon».Hacominciatoa costruirlonel1988uno scultorecelebre, Pietro Cascella, «le cui statue, in un ca-ratteristico stile atzeco-cubista, ornano - raccon-taEnricoDeaglio, «moltevilledellaBrianza».Do-dici colonne in quadrato innalzano al cielo cubi,sfere, sfere spezzate, tronchi di cono, piramidi.Si scendeai sepolcri perun’ampia scaladi traver-tino: un vestibolo; un grande salone rivestito dimarmo, al centro il sarcofago di marmo biancoornatodi rosettedi travertino rosso;oltre il «dor-mitorium» per l’estremo riposo della gens berlu-sconiana, sino a trentasei posti. Eccezionalmen-tepoderoso il gruppoelettrogeno,unmotoredie-sel Ruggerini con serbatoio di trenta litri. Dicel’elettricista: «Non ho capito perché abbiano vo-lutoungruppoelettrogeno così potente.Una co-sa spropositata, senza senso».Ride. «Amenocheil Cavaliere non voglia farsi ibernare».(1988, Berlusconi costruisce l’impero tv. E orga-

nizza la sua vita privata. Pagg.164-167)

Palazzinaro» in via Alciati, impresa-rio in grande a Brugherio, impren-ditore originale a Milano 2, la cit-tà-satellite di lusso costruita nel co-mune di Segrate, a ridosso del par-

co Ambro: con quali finanziamenti? Per que-stoaspetto, converràprestareattenzioneapre-cisi momenti dell’evoluzione societaria.Primotempo: inviaAlciati, tutti «soci visibi-

li» (Berlusconi eCanali, fidejussionedellaBan-ca Rasini).Secondo tempo:aBrugherio «sei soci visibi-

li» (Berlusconi,Rasini, Piccitto,Canali edEnri-co e Giovanni Botta), ma affiancati da «sociinvisibili» che stannodietro lamisteriosa finan-ziaria di Lugano dal nome impronunciabile.Terzo tempo: a Milano 2, come per effetto

di un’eclissi, sopravviene la tenebra, il gradodivisibilitàdei soci s’abbassabruscamente, av-volge il cronista una ragnatela di sigle e oscuriprestanome, gli capita d’inciampare in catastedi scatole cinesi. Tenta di uscirne, scopre che èmolto in salita, anche raccontare con ordine èimpresa ardua (...)Breve sintesi. Silvio Berlusconi è adesso

(nel 1978,ndr) apertamente in cimaalla torredi controllo. Indecifrabile la provenienza deicapitalidiFinanzierungesellschaft,Aktien,Cofi-gen,Eti,Servizio ItaliaeSocietàFinanziaria Ita-liana. Gli interrogativi restano; legittime alcu-ne annotazioni conclusive. Intanto, non puònon colpire la singolarità di un imprenditore afluenza carsica. Berlusconi scompare il 29 set-tembre 1968 inabissandosi sotto una crosta disigle e prestanome e torna in superficie solo il18 luglio 1975 - a distanza di ben sette anni -quando assume la presidenza di Italcantieri (esolo quattro anni più tardi, nel luglio 1979, loscopriamo presidente di Fininvest). Perchèuna così prolungata dissimulazione?(Fiori tenta di ricostruire l’origine della fortu-

na. Pagg.35-39)

Ormai, poco sopra i quarant’anni,Berlusconi è un uomo ricco, sia pu-re indebitato. Ha sistemato il quar-tier generale della Fininvest in unprestigioso palazzo di via Rovani,

l’ex villa del conte Senatore Borletti d’Arosio, sof-fitti alti, predominanza del legno, grandi tappeti,quadri delle Venezie settecentesche, Canaletto eBellotto. È andato a vivere con la moglie Carla e ifigliMariaElvira (Marina)ePierSilvio (Dudi)nel-la villa settecentesca appartenuta ai marchesi Ca-sati Stampa di Soncino, in Arcore, fughe di stanzeluminose, quadri fiamminghi, un Tintoretto, teledel Rinascimento, musiche premendo un pulsan-te, il parco di unmilione dimetri quadri, aiuole difiori blu e gialli e rossi, caprioli al pascolo, pista intartan per correre, una palestra, campi da tennis,maneggio e scuderie, piscina scoperta e coperta.Hacomprato immenseestensionidi areeedificabi-li, 700 mila metri quadrati a Monza, un milione e800mila a Basiglio, quattromilioni a Cusago, e lesorvola con il suoprimoelicottero. Si fa vedereneiporti turistici meglio frequentati a bordo di un va-scellodi quarantametri costruitodaPininfarina, ilGeographic Vascel First. Ha cominciato a diversifi-care gli investimenti, Entra con una quota del 12per cento nell’Europrint, editrice del «Giornalenuovo»di IndroMontanelli, ha convertitoTelemi-lano dal cavo all’etere ed ora la gestisce personal-mente.Nellagraduatoriadei redditi dichiaratipre-cede Anna Bonomi Bolchini e Eugenio Cefis.

Eppure l’establishment imprenditoriale e intel-lettualediMilano lo snobba, l’esclude eneè stizzi-to (...). Nel 1979, già cavaliere del lavoro (anchesenominatoconsuodisappuntonella stessa infor-nata del palazzinaro Gaetano Caltagirone), anco-ra non è ammesso nel salotto buono dell’editoriaitaliana. Lo stesso IndroMontanelli, che lo chiama«il farfallone», gli tiene la porta socchiusa e nonconsente che metta naso nel giornale.(Fiori segue i primipassi diBerlusconia cui comin-

ciano a stare stretti cantieri emattoni. Pagg. 42-44)

NONBASTAVAPIÙ ESSERE

UNPALAZZINARO

LARACCOLTASILVIOSTORY

I soci misteriosi

SILVIOSTORY

OggiterminalaricostruzionedelpuzzlesocietariodiSilvioBerlusconi.CisiamofermatiagliannidellaFininvesteallacostruzionedelleHolding Italiaanchesedopol’imperoècontinuatoecontinuaacrescere. Domani l’affaire di Villa Casati ad Arcore.La fotodi oggi ritrae Berlusconi negli uffici della Edilnord nel 1977. La foto è di Alberto Roveri ed è

tratta dal libro «Il corpo del Capo» di Marco Belpoliti edizioni Guanda.

(pp.43-44)

Ormai, poco sopra i quarant’anni,Berlusconi è un uomo ricco, sia pu-re indebitato. Ha sistemato il quar-tier generale della Fininvest in unprestigioso palazzo di via Rovani,

l’ex villa del conte Senatore Borletti d’Arosio, sof-fitti alti, predominanza del legno, grandi tappeti,quadri delle Venezie settecentesche, Canaletto eBellotto. È andato a vivere con la moglie Carla e ifigliMariaElvira(Marina)ePierSilvio (Dudi)nel-la villa settecentesca appartenuta ai marchesi Ca-sati Stampa di Soncino, in Arcore, fughe di stanzeluminose, quadri fiamminghi, un Tintoretto, teledel Rinascimento, musiche premendo un pulsan-te, il parco di unmilione dimetri quadri, aiuole difiori blu e gialli e rossi, caprioli al pascolo, pista intartan per correre, una palestra, campi da tennis,maneggio e scuderie, piscina scoperta e coperta.Hacomprato immenseestensionidiareeedificabi-li, 700mila metri quadrati a Monza, unmilione e800mila a Basiglio, quattromilioni a Cusago, e lesorvolacon il suoprimoelicottero. Si fa vedereneiporti turistici meglio frequentati a bordo di un va-scellodiquarantametri costruitodaPininfarina, ilGeographic Vascel First. Ha cominciato a diversifi-care gli investimenti, Entra con una quota del 12per cento nell’Europrint, editrice del «Giornalenuovo»di IndroMontanelli, haconvertitoTelemi-lano dal cavo all’etere ed ora la gestisce personal-mente.Nellagraduatoriadei redditidichiaratipre-cede la signoradella finanzaAnnaBonomiBolchi-ni e il presidente dellaMontedisonEugenioCefis.

Eppure l’establishment imprenditoriale e intel-lettualediMilano lo snobba, l’escludeeneè stizzi-to (...). Nel 1979, già cavaliere del lavoro (anchesenominatoconsuodisappuntonella stessa infor-nata del palazzinaro Gaetano Caltagirone), anco-ra non è ammesso nel salotto buono dell’editoriaitaliana.Lo stesso IndroMontanelli, che lochiama«il farfallone», gli tiene la porta socchiusa e nonconsente che metta naso nel giornale.❖

Dalle origini alle ragioni della fortuna. La vera storia a puntate

La ragnatela

DAL LIBRO«IL VENDITORE»

NONBASTAVA PIÙESSERE

UNPALAZZINARO

Giuseppe Fiori

23LUNEDÌ

21 SETTEMBRE2009

Le dimore

SILVIOSTORY

Lapuntatadioggièdedicataall’acquistodellavilladiArcoregrazieallamediazionedelgiovaneavvocatoPreviti. Unastoria tintadigiallo, pienadidubbi, sucuiperònonsonomaistati trovati illeciti.LavillaSanMartino fupagata500milionima il suovaloreappenadichiaratoeradiunmiliardoe965milioni. La foto di Evaristo Fusar ritrae Berlusconi nel 1980 edè tratta dal libro «Il corpo del Capo» diMarco Belpoliti, edizioni Guanda.

Non camere separate. Ville separate.Silvio sta ad Arcore (dove hannoappartamenti i figli di Carla).Vero-nica vive con Barbara, Eleonora eLuigi qualche chilometro più in là,

a Macherio...Certo, Berlusconi ad Arcore ha speso anche

per l’ammodernamento. Lungo i sotterranei del-l’ex monastero si passa da un’ampia piscina cir-condata da televisori a un locale per lo squash, auna sala con attrezzi ginnici, a stanze per sauna,bagnoturco, idromassaggi. Sopra c’è un saloneconnoveschermigigantipernoveprogrammi te-levisivi diversi. C’è lo studio blindato del dotto-re. C’è la cappella privata: premendoun bottones’effonde uno struggente canone mortuario diBach. Cinquanta i numeri telefonici interni. I ru-binetti dei bagni e le maniglie sono placcated’oro. Nel grande parco, uccelli rari in un’estesavoliera, in libertà cervi, lama, scoiattoli; varietàdi impianti sportivi, l’eliporto. E in fondo a unviale di pioppi il Mausoleo, «a mezza strada trala piramide egizia e il pantheon».Ha cominciatoacostruirlonel 1988uno scultore celebre, PietroCascella, «le cui statue, in un caratteristico stileatzeco-cubista, ornano - racconta Enrico Dea-glio, «molte ville della Brianza». Dodici colonnein quadrato innalzano al cielo cubi, sfere, sferespezzate, tronchi di cono, piramidi. Si scende aisepolcri per un’ampia scala di travertino: un ve-stibolo; un grande salone rivestito di marmo, alcentro il sarcofago di marmo bianco ornato dirosette di travertino rosso; oltre il «dormito-rium» per l’estremo riposo della gens berlusco-niana, sino a trentasei posti. Eccezionalmentepoderoso il gruppo elettrogeno, un motore die-sel Ruggerini con serbatoio di trenta litri . Dicel’elettricistaaDeaglio: «Nonhocapitoperchéab-biano voluto un gruppo elettrogeno così poten-te.Una cosa spropositata, senza senso». Ride. «Ameno che il Cavaliere non voglia farsi iberna-re».❖

Dalle origini alle ragioni della fortuna. La vera storia a puntate

Quando Silvio acquistò Arcore...

DAL LIBRO«IL VENDITORE»

ILMAUSOLEOE L’ELISIR

DI LUNGAVITA

Giuseppe Fiori

23MARTEDÌ

22 SETTEMBRE2009

Il puzzle societario

SILVIOSTORY

Le puntata di oggi, e di domani, sono dedicate al tentativo di ricostruire con un minimo diordine e logica la nascita delle società che ruotano intorno alle iniziative imprenditoriali di SilvioBerlusconi.Seèpossibile fareunminimodicronologia, resta impossibilestabilire inomidei finanzia-tori reali delle sue imprese. La foto sopra è tratta dal libro «Il corpo del capo» di Marco Belpoliti,edizioni Guanda.

Fiori affronta il puzzle societario del giovane Ber-lusconi. Lo definisce “la costruzione gotico-ca-strense”. pp 35-40

Palazzinaro» in via Alciati, impresarioin grande a Brugherio, imprenditoreoriginale a Milano 2, la città-satellitedi lusso costruitanel comunediSegra-te, a ridossodel parcoambro: conqua-

li finanziamenti?Perquestoaspetto, converràpre-stare attenzione a precisi momenti dell’evoluzio-ne societaria.

Primo tempo: in via Alciati, tutti «soci visibili»(Berlusconi e Canali, fidejussione della BancaRa-sini).

Secondo tempo: a Brugherio «sei soci visibili»(Berlusconi, Rasini, Piccitto, Canali ed Enrico eGiovanni Botta), ma affiancati da «soci invisibili»chestannodietro lamisteriosa finanziariadiLuga-no dal nome impronunciabile.

Terzo tempo: a Milano 2, come per effetto diun’eclissi, sopravviene la tenebra, ilgradodivisibi-lità dei soci s’abbassa bruscamente, avvolge il cro-nista una ragnatela di sigle e oscuri prestanome,gli capita d’inciampare in cataste di scatole cinesi.Tenta di uscirne, scopre che è molto in salita, an-che raccontare con ordine è impresa ardua (...)

Breve sintesi. Silvio Berlusconi è adesso (nel1978, ndr) apertamente in cima alla torre di con-trollo. Indecifrabile la provenienza dei capitali diFinanzierungesellschaft,Aktien,Cofigen,Eti, Servi-zio ItaliaeSocietàFinanziaria Italiana.Gli interro-gativi restano; legittime alcune annotazioni con-clusive. Intanto, non può non colpire la singolari-tà di un imprenditore a fluenza carsica. Berlusco-ni scompare il 29 settembre 1968 inabissandosisotto una crosta di sigle e prestanome e torna insuperficie solo il 18 luglio 1975 - a distanzadi bensette anni - quando assume la presidenza di Ital-cantieri (e solo quattro anni più tardi, nel luglio1979, lo scopriamo presidente di Fininvest). Per-chè una così prolungata dissimulazione?❖

Dalle origini alle ragioni della fortuna. La vera storia a puntate

Dedalo di soci e prestanome

DAL LIBRO«IL VENDITORE»

«LACOSTRUZIONEGOTICO

CASTRENSE»

Giuseppe Fiori

27DOMENICA

20 SETTEMBRE2009

XXMARTEDÌ29 SETTEMBRE2009