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In questo numero accogliamo i suggerimenti di... Sidp punto Organo di informazione, partecipazione e contaminazione Direttore Giovanni Gagliardi Marzo 2017 - N. 3 in Lato parodontale. ••• in in Lato implantare. Editoriale del Presidente Editoriale del Direttore SIdP, una storia di eccellenza italiana a pag. 2 La Parodontologia catartica a pag. 3 Come aiutare i pazienti a selezionare la terapia per il successo a lungo termine? a pag. 13 Legge, linee guida e impianti a pag. 14 Intervista al Prof. Filippo Graziani a pag. 7 a pag. 8 L’angolo del papillon a pag. 16 Lettera al Direttore a pag. 17 Lettera da SIdP a pag. 18 Tra il perio e il faceto a pag. 19 Lato forte.in a pag. 20 Soci Attivi e... a pag. 21 Backstage a pag. 22 Bob Dylan a pag. 23 E molto altro ancora Invito alla Lettura Il grande Progetto di Comunicazione SIdP... NON PIÚ PIORREA in Gli Sponsor. Approccio a 360°, dalla preven- zione alla rigenerazione, per la salute generale Salute olistica a pag. 15 a pag. 6 La SIdP per l’Odontoiatria Testo Atlante di Parodontologia e Terapia Implantare Un italiano nel Board della EFP per i prossimi 5 anni Il Progetto di Comunicazione SIdP a pag. 4 L’angolo della cravatta a pag. 16 L'algoritmo

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In questo numero accogliamo i suggerimenti di...

Sidppunto•Organo di informazione, partecipazione e contaminazione Direttore Giovanni Gagliardi

Marzo 2017 - N. 3

in•Lato parodontale.

••• in•

in•Lato implantare.

Editoriale del Presidente

Editoriale del Direttore

SIdP, una storia di eccellenza italiana

a pag. 2

La Parodontologia catartica

a pag. 3

Come aiutare i pazienti a selezionare la terapia per ilsuccesso a

lungo termine?a pag. 13

Legge, linee guida e impianti

a pag. 14Intervista al Prof. Filippo Graziani

a pag. 7

a pag. 8

L’angolo del papillon a pag. 16Lettera al Direttore a pag. 17Lettera da SIdP a pag. 18Tra il perio e il faceto a pag. 19Lato forte.in a pag. 20Soci Attivi e... a pag. 21Backstage a pag. 22Bob Dylan a pag. 23

E molto altro ancora••Invito alla Lettura

Il grande Progetto di Comunicazione SIdP... NON PIÚ PIORREA

in•Gli Sponsor.

Approccio a 360°, dalla preven-zione alla rigenerazione, per lasalute generale

Salute olistica

a pag. 15

a pag. 6

La SIdP per l’Odontoiatria

Testo Atlante di Parodontologia e Terapia Implantare

Un italiano nel Boarddella EFP peri prossimi 5 anni

Il Progetto di Comunicazione SIdP

a pag. 4

L’angolo della cravatta •a pag. 16L'algoritmo

SIdPpunto.in 2

Cari Soci SIdP, carissimi Amici,alla soglia dei 40 anni della nostra amatis-sima Società è forse venuto il momento diricordare a noi stessi e a tutta l’odontoiatriacos’è la SIdP: una vera storia di eccellenzaitaliana di cui essere orgogliosi. La SIdP nasce come Società Italiana di Pa-rodontologia a Roma il 18 Dicembre 1979

ad opera di 30 fondatori e nell’aprile del1980 si riunisce l’Assemblea dei Soci Fon-datori durante la quale vengono nominatiSoci Attivi gli appartenenti al Gruppo Ita-liano di Studio di Parodontologia. Li voglioricordare tutti: Giuseppe Cozzani di La Spe-zia promotore, Umberto Bar di Torino, Mi-chele Cagidiaco di Pisa, GianfrancoCarnevale di Roma, Gigi Caruso di Cagliari,Mario Fonzar di Udine, Gastone Huober diFirenze, Remo Modica di Torino, GaetanoPiazza Roxas di Catania, Giano Ricci di Fi-renze, Fabio Toffenetti di Gallarate e Gior-gio Vogel di Milano. Da allora si sono succeduti alla Presidenzadella SIdP: Giuseppe Ceria (1980-1983),Umberto Bar (1983-1985), Giorgio Vogel(1985-1987), Marcello Calandriello (1987-1989), Marcello Cattabriga (1989-1991),Gianfranco Carnevale (1992-1993), GiovanPaolo Pini Prato (1994-1995), Massimo deSanctis (1996-1997), Roberto Weinstein

(1998-1999), Pier Paolo Cortellini (2000-2001), Giano Ricci (2002-2003), AntonioCarrassi (2004-2005), Giovanni Gagliardi(2006- 2007), Mauro Merli (2008-2009),Luca Francetti (2010-2011), Alberto Fonzar(2012-2013) e Maurizio Tonetti (2014-2015).Nel Novembre del 1992 la Federazione Eu-ropea di Parodontologia (EFP) certifica chela SIdP soddisfa gli scopi, gli obiettivi e lacostituzione dell’EFP. La SIdP ha espressotre Presidenti della Federazione Europea diParodontologia: Gianfranco Carnevale nel2000, Pierpaolo Cortellini nel 2006 e,prossimamente, Filippo Graziani.Tanti amici, che hanno segnato profonda-mente la nostra storia, ci hanno purtroppo

lasciato: Mario Perino, Mario Fonzar, Gian-carlo Valletta, Giuseppe Ceria, GiorgioVogel, Marcello Cattabriga, Aldo Borsetti,Gastone Huober, Marcello Calandriello,Paolo Kulterer e Michele Cagidiaco. A lorova il mio pensiero e il mio ringraziamentoper il contributo essenziale che hanno por-tato alla nostra Società e alla mia personaleformazione.Dal 2013 la Società ha cambiato il nome inquello di Società Italiana di Parodontologiae Implantologia, per confermare il principioche la terapia implantare deve essere con-siderata in ottica parodontale, sia in sensopreventivo che terapeutico. L’eccellente attività scientifica e didatticadella nostra Società ha portato oltre 2500presenze nel 2015 e 3295 nel 2016 con uncrescente interesse da parte degli Igienistidentali e dei giovani odontoiatri. Attualmente la Società conta più di 1700iscritti tra soci attivi, certificati, ordinari,

Editoriale del Presidente

La Sidp, una storia di eccellenza italiana

igienisti, studenti e frequentatori, prove-nienti da tutte le regioni italiane e 105 sociattivi. Con i nostri siti web (www.sidp.it, www.gengive.org, www.impiantidentali.org) raggiungiamo ormai gran parte della popo-lazione italiana nell’ambito del programmadi comunicazione rivolta al pubblico, pro-gramma di cui sono particolarmente fieroe che ha visto tutta la nostra Società moltoimpegnata negli ultimi 2 anni. La SIdP pro-muove annualmente importanti premi edeventi collegati allo studio e alla ricerca: ilprestigioso premio Henry M Goldman perla ricerca di base e la ricerca clinica, il pre-mio Marcello Calandriello per la migliore

tesi di laurea in campo parodontale o im-plantare, lo “Spazio Ricerca”, lo “Spazio Ri-cerca-Premio M. Cagidiaco”, il premioMarcello Cattabriga per la migliore Tesi diLaurea in Parodontologia nell’ambito delCorso di Laurea in Igiene Dentale e il Pre-mio Giorgio Vogel, uno spazio nuovo dedi-cato, nell’ambito del Congresso annualedella Società, alla presentazione e discus-sione di casi clinici. Non posso non fare cenno ai nostri progetticulturali divulgativi, frutto di grande impe-gno: il Progetto Diagnosi (1999-2001 Pre-sidenza Pierpaolo Cortellini), il ProgettoImpianti (2001-2003 Presidenza GianoRicci), il Progetto Terapia (2004-2005 Presidenza Antonio Carrassi), il Progetto Videoeducation (2005-2007 PresidenzaGiovanni Gagliardi), il Progetto PerioMedi-cine (2008-2009 Presidenza Mauro

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SIdPpunto.in 3••••Merli), il Progetto Stili di Vita (2010-2011Presidenza Luca Francetti), il ProgettoTesto Atlante Parodontologia e Terapia Im-plantare (2012-2013 Presidenza AlbertoFonzar), il Progetto Qualità e Sicurezza in Chirurgia Parodontale e Implantare (2014-2015 Presidenza Maurizio Tonetti) e i Pro-getti di Comunicazione GengiveInForma eImpiantiInForma (2016-2017 PresidenzaClaudio Gatti). Sono sicuro che il Progetto Comunicazionenel quale tutti siamo impegnati contribuiràin modo determinante alla missione dellaSIdP (articolo 2 del nostro Statuto): “... pro-muovere la salute della popolazione ita-liana attraverso il miglioramento degli stilidi vita, la prevenzione, la diagnosi, ed il ri-pristino funzionale ed estetico dei tessutiparodontali. La terapia implantare, nei pa-zienti parzialmente o totalmente edentuli,può contribuire al ripristino della funzionee dell’estetica...”. Stiamo già raccogliendo iprimi frutti: milioni di persone raggiuntetramite i media dalle nostre informazioni incampo di malattie parodontali (solo neimesi di novembre e dicembre dello scorsoanno ben 5.356.000 utenti attivi sulla pa-gina facebook gengive.org; 401.538 visua-lizzazioni dei video divulgativi motiongraphic e 514.655 del nostro video istitu-zionale sulla parodontite).La SIdP è diventata una Società che chiedetanto ai suoi associati: sarà sempre più ne-cessario avere la collaborazione di soci (at-tivi e non), giovani e disponibili, chededichino tempo ed energie per far fronteagli innumerevoli impegni che dovremo af-frontare. Sono felice di far parte di questa splendidaSocietà; sono impegnato, insieme al miofantastico Consiglio Direttivo (senza ilquale non avrei potuto nulla) e sotto laguida esperta di Manuela Bertelli e dei suoiCollaboratori, a renderla sempre più gio-vane ed efficiente; sono certo che la SIdPcontinuerà ad essere un punto di riferi-mento, un faro guida (come ho più volte ri-cordato) per tutti i suoi soci e per tutti gliOdontoiatri e gli Igienisti dentali italiani.

Claudio Gatti

Editoriale del Direttore

La Parodontologia catartica

La Parodontologia è catartica ! É l’ardita af-fermazione che formulai durante una Lec-tio magistralis che un amabile Direttivo mivolle affidare in un ormai lontano 2010.Il titolo della Lectio “Le affinità elettive:

viaggio emozionale nella Parodontologiaitaliana”, di per sé concedeva di spingermioltre i percorsi del dentale, tout court, espaziare, affinità per affinità, nei sentieridella memoria, della letteratura latina egreca, della Storia e più propriamente inquel filone storico-filosofico, che va daVico a Croce, e che per un napoletano co-stituisce una via maestra da percorreresempre.

La mia arditaa f f e r m a -zione tro-vava, poi,p r o s e l i t ispontanei inalcuni colle-ghi che trauna sedutac o n g r e s -suale ed unintervallo midavano af-fettuosa te-

stimonianza che, per quanto ardita, l’affermazione era quanto meno sentita.Ora, tornando a quel Benedetto Croce, mionume tutelare e mio ispiratore “parodon-tale”, nella sua “Storia come pensiero ecome azione”, affermava che la Storia è lavera conoscenza del reale e che la cono-scenza storica è tutta la conoscenza. Mutuando il concetto di Storia con il con-cetto di Parodontologia, possiamo affer-

mare liberamente e coscientemente che laParodontologia è la vera conoscenza delreale dentale, e quindi riaffermare quellacentralità della disciplina, che è nel Dnadella Società e dei suoi Soci.Dissertazioni poi, che in Croce si conclude-vano con “la conoscenza storica è catartica,in quanto conoscendo il passato possiamoliberarci del suo peso”, e che traslato nellaparodontologia, ci può far concludere chela nostra specialità, disciplina clinica, me-dica, biologica, umanistica, è catartica, no-bilitando viepiù la figura del dentista, comeè stato percepito per decenni nell’immagi-nario e nel concreto dalla società.Catarsi che ha trovato la sua definitiva af-fermazione nel diffondersi nella Comunitàscientifica del concetto di Periomedicine enel veder crescere, nella Comunità profes-sionale, la concezione dell’Odontoiatra,operatore sì della salute orale, ma nel con-tempo, fondamentale interlocutore per ilcontrollo della salute sistemica.Medici quindi, a tutto tondo, e nella consa-pevolezza di dover affermare questo versante biologico/umanistico della Pro-fessione, ammortizzatori di quelle ten-denze irrefrenabili che stanno invadendo ildentale, quali la digitalizzazione, per quelche riguarda le applicazioni più propria-mente diagnostico/cliniche, e, nel versantedell’approccio macro-economico, quale ildiffondersi delle catene del montaggiodentale, effetto non ultimo della globaliz-zazione.

Giovanni Gagliardi•

LE AFFINITÀELETTIVEVIAGGIO EMOZIONALE NELLA

PARODONTOLOGIA ITALIANA

SIdPpunto.in 4

Il Progetto di Comunicazione SIdPProsegue intensa la campagna SIdP deno-minata Gengive inForma, avviata da SIdPormai un anno fa con l’obiettivo di avvici-nare il cittadino e fornire informazioni utilialla prevenzione e alla cura della malattiaparodontale.Il progetto ha avuto avvio con una letteradel Presidente ai professionisti del dentalediffusa attraverso canali stampa di settore,cartacea ed elettronica a cui ha fatto se-guito un’imponente opera di comunica-zione verso la popolazione, incentrataprimariamente sulla promozione del sitoweb www.gengive.org.Nell’arco dei mesi la campagna ha impiegato i principali canali mediatici per raggiungere la popolazione in maniera ca-pillare e diffondere il proprio messaggio:messaggi radiofonici, interviste televisivedurante programmi generalisti, campagnestampa su quotidiani e periodici, una pa-gina Facebook e un profilo Twitter dedicati,diffusione di filmati tramite YouTube e unacampagna web hanno raggiunto milioni diitaliani invitandoli alla navigazione di gen-give.org.L’intento con cui il sito è stato progettatova oltre il solo mezzo di apprendimentoche il paziente può impiegare autonoma-mente, ma è anche quello di aiutare il pro-fessionista nella comunicazione, fornendoa odontoiatri e igienisti un supporto praticoe immediato. I contenuti sono stati elabo-rati da gruppi di lavoro di Soci SIdP alla lucedell’evidenza scientifica, con linguaggio in-tenzionalmente colloquiale e non tecnicoper essere diretto e chiaramente compren-sibile. Il tutto fornendo comunque nozioniautorevoli e scientificamente solide.Abbiamo calcolato che oltre 5 milioni di Ita-liani siano stati raggiunti dalla campagna SIdPtramite i Social, 3 milioni tramite messaggi ra-diofonici, 2 milioni tramite passaggi televisivi.Il sito gengive.org è stato visitato da quasi60.000 persone dal momento del suo lan-cio, con un trend in crescita costante.

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La SIdP invita tutti gli operatori del dentale,Soci e non Soci, Odontoiatri e Igienisti adialogare alla poltrona con i pazienti avva-lendosi dei mezzi che la Società mette aloro completa disposizione.Purtroppo la disinformazione in materia diprevenzione e cura delle malattie parodon-tali è ancora troppa e si ripercuote sul pianodi trattamento (quanti denti estratti pur es-sendo perfettamente curabili, quanti im-pianti applicati in bocche affette daparodontite!) sulla salute sistemica e sullaqualità di vita. La Società ha prodotto dei

Un anno insieme!www.gengive.org

manifesti che mette a disposizione dei propriiscritti e che riassumono preziosi consigli ri-volti al paziente sottoforma di decaloghi, perla cura delle malattie gengivali, per informarechi vuole ricorrere all’implantologia, ma sof-fre di parodontite e per chi vuole approfon-dire la correlazione parodontite/diabete.Il sito gengive.org riserva uno spazio “TrovaParodontologo” che permette al cittadinodi individuare sul territorio un professioni-sta in grado di aiutarlo, selezionandolo dauna lista di Soci Attivi, Soci Certificati e SociOrdinari che hanno frequentato da più di 4anni in modo continuativo i corsi e i con-gressi della Società.La SIdP sostiene la tua professione. Sostieni le campagne SIdP!

Alessandro CreaCoordinatore Commissione Editoriale

•••• SIdPpunto.in 5

Le risposte SIdP •a cura di www.gengive.org e www.impiantidentali.org

•••• SIdPpunto.in 6

Testo Atlante di Parodontologiae Terapia Implantare

La ricerca in Odontoiatria ha conosciutonegli ultimi decenni uno straordinario svi-luppo e i suoi risultati hanno profonda-mente modificato l’esercizio delle diversediscipline odontoiatriche; chi sia stato for-mato alla professione di Odontoiatra diecio più anni fa, ritrova molto poco delle sueiniziali competenze nelle procedure chevengono attualmente utilizzate in Odon-toiatria Conservativa, in Protesi, in Endo-donzia.Questo assunto è naturalmente valido, eforse a maggior ragione, per la Parodonto-logia e l’Implantologia, discipline alle qualiil nostro Paese ha fornito contributi scien-tifici e clinici di particolare valore oltre chedi respiro internazionale. Molti di questi contributi sono opera di SociAttivi della Società Italiana di Parodonto-logia e Implantologia ed è, quindi, com-prensibile che il Direttivo e l’Assemblea deiSoci Attivi della SIdP abbiano deciso dimettere a disposizione della comunitàodontoiatrica l’esperienza e le competenzeacquisite negli anni dai suoi Membri. A se-guito di questa decisione, venne a noi ri-chiesto di pianificare i contenuti e dicoordinare i lavori di un testo di Parodon-tologia e Terapia Implantare che racco-gliesse i contributi dei nostri colleghi dellaSIdP. Un invito che abbiamo accettato con

piacere e orgoglio pur consapevoli delledifficoltà ad esso associate: un onore oltreche una sfida vera e propria conside-rando gli eccellenti testi già pubblicati suqueste tematiche.

Abbiamo pensato di sviluppare un’operacon una visione differente e una prospet-tiva originale, in grado di fornire un ausilioconcreto a tutti gli Odontoiatri e non esclu-sivamente indirizzata allo Specialista inParodontologia e Implantologia. Uno stru-mento non solo di studio, ma anche diconsultazione. Un testo che potesse essereapprezzato nella sua visione integrale gra-

zie alla vasta ed esauriente panoramicasulle principali tematiche cliniche, ma chepotesse anche essere fruito e utilizzato piùsemplicemente consultando il capitolo diinteresse prima di effettuare una determi-nata procedura. Massima attenzione èstata posta affinché i contributi dei singolicapitoli rispecchiassero le competenza el’esperienza dei rispettivi Autori, con il risul-tato di avere un libro di taglio squisita-mente clinico e operativo. Ogni capitolo ècorredato da una iconografia ricca ed espli-cativa che assimila questo libro a un testo-atlante. Nel pianificare questi obiettiviabbiamo ritenuto, pur consci della sua im-portanza, di non approfondire l’area delleconoscenze eziopatogenetiche, ma di in-dividuare i temi coi quali più frequente-mente l’Odontoiatra si confronta con loscopo di strutturare una guida operativa di-datticamente utile anche per il Professio-nista già esperto. Nello sviluppo del testo,e dunque nel fornire gli strumenti diagno-stici, di impostazione del piano di tratta-mento e tecnico-operativi per le procedurecliniche che caratterizzano il percorso cli-nico in Parodontologia e Implantologia, ab-biamo sempre tenuto presente quello chenoi consideriamo l’algoritmo fondamentalecui informare le nostre attività cliniche, cioèl’albero decisionale della SIdP che qui ri-portiamo. Il rispetto dei percorsi diagnosticie clinici sintetizzati in questo albero deci-sionale è indispensabile non solo per laprevenzione e la terapia delle malattieparodontali ma anche per la correttaapplicazione della terapia implantare, en-dodontica e restaurativa, in altre paroledella buona Odontoiatria.

Confidiamo che questo significativo impe-gno della SIdP possa contribuire all’arric-chimento professionale dei colleghi cheutilizzeranno questo testo, con l’ambizioneche questa Opera possa rappresentare unpunto di riferimento importante per la cor-retta gestione clinica dei nostri pazienti eper la tutela della loro salute.

Antonio CarrassiPierpaolo CortelliniLeonardo TrombelliCoordinatori

SIdPpunto.in 7••••Intervista al Prof. Filippo Graziani

Un italiano nel Board della EFPper i prossimi 5 anniProfessor Graziani, ma mi viene più facilechiamarti Filippo, sei stato eletto nel Boarddella Federazione Europea di Parodontolo-gia, i miei più sinceri auguri di ottimo lavoro.

Grazie Gianni, davvero.Era tempo che un italiano non entrava inquesta “stanza dei bottoni”, i precedenti, inanni oramai lontani, erano, se non ricordomale, Past President, quindi avevano giàcompiuto un percorso di riconoscimento.Sicuramente ricordo sia Gianfranco Carne-vale sia Sandro Cortellini: due “giganti”della nostra società. Adesso siamo cadutiverso il basso! (RISATA).

G.G. La tua elezione come semplice Socio At-tivo (e scusa per il semplice) la leggo comeun riconoscimento importante alla Parodon-tologia Italiana, oltre che naturalmente allatua persona.Concordi con questa lettura di crescita scien-tifica, clinica e politica della nostra Parodon-tologia?

Credo che sia il risultato di più componenti.Da un lato è indubbio il lavoro del prece-dente Board: abbiamo cercato di contat-tare ogni singola Società per comprenderela loro visione della Federazione e capirequali fossero le loro necessità. Il pro-gramma della mia candidatura è stato co-struito quindi sulle esigenze reali più chesugli accordi e le amicizie. Dall’altro è statoespressione di una voglia di cambiamentogenerazionale indubbiamente (che poiquesta sia cosa buona è tutt’altro discorsoovviamente..).

G.G. Rimarrai nel Board per 5 anni, ci puoiindicare, già da ora i campi di attività in cuivorrai muoverti?

Si certo. La Federazione si muove nella rea-lizzazione di un programma strategicoquinquennale. Il piano è suddiviso in varie

aree: ricerca, istituzione, comunicazioni,ecc. Il precedente può essere scaricato dalsito www.efp.org. Abbiamo già elaborato ilprossimo, ma deve essere ratificato dall’As-semblea generale (composta da tutti pre-sidenti ed i delegati EFP delle 29 Società).La prossima sarà a Santiago di Compostelanel mese di aprile. Io, nella fattispecie,dovrò coordinare per i prossimi 5 annil’area della “Communication & Awareness”quindi tutto ciò che ha a che vedere con lacapacità di comunicare gli scopi della Fe-derazione sia verso il mondo che al suo in-terno.

G.G. La Federazione invia a tutti i Soci unaNewsletter mensile, da cui si evincono alcunetendenze programmatiche. Puoi darci unquadro più ampio della politica della Fede-razione?

Credo che siano anni privilegiati per assi-stere a un importante cambiamento. LaFederazione deve in un certo modo collo-carsi fra l’essere semplicemente una sortadi realtà eterea o un’entità vivace che,senza “interferire” con le attività delle sin-gole Società, possa completare il lavoronazionale dei singoli membri (i membridella Federazione sono le Società nazio-nali, non i soci delle singole Società). Per-tanto Europerio, la newsletter, il Journal ofClinical Periodontology, il JCP Digest, il EFPMaster Clinic, il dialogo con la comunità europea e il WHO, i workshop europei, il lavoro con le altre pansocietà odontoiatri-che e mediche, sono solo alcune delleattività EFP. In particolare, penso allaspecializzazione in Parodontologia ricono-sciuta dalla EFP. É assolutamente necessa-rio che una nazione come la nostra cheesprime così tante eccellenze nella paro-dontologia mondiale (basta guardare i pro-grammi di tutti i maggiori congressiinternazionali) se ne doti al più presto.

G.G. Nei corridoi di alcune Società scientifi-che circola la voce che ci è stata una cristal-lizzazione dei quadri dirigenti. Ci puoiconfermare che è in atto un ricambio gene-razionale e di appartenenza nazionale? Equali Società stanno mostrando una nuovavivacità?

Il ricambio è evidente sicuramente in mol-

tissime Società. Attenzione tuttavia, le cri-stallizzazioni, se ci sono state, in molti casisono dovute al grande merito di alcune fi-gure molto autorevoli. É indubbio tuttaviache i limiti anagrafici da una parte e la vo-glia di rinnovamento giochino un ruolo im-portante. Al momento sono quasi predominanti leSocietà dove il/la Presidente è di categoria“junior”. Le Società che mostrano vivacitàsono molteplici e non solamente legatealla grandezza in termini di numero deisoci. Ciò che fa la differenza in questo mo-mento è la capacità/voglia/possibilità dicomunicare anche al grande pubblico e almondo istituzionale non odontoiatrico,direi.

G.G. La Parodontologia è una sola. Dal tuoosservatorio e dalla tua percezione hai lasensazione che la professione parodontalesia unica e univoca, o ci sono più parodon-tologie?

Da una parte si può dire che la disciplina siauna sola. Questo è dovuto ai progressi dellaricerca e alla larga diffusione della evidenzae dei workshop EFP che creano un con-senso che, devo dire, in questo momentoè influenzato in tutto il mondo propriodalle realtà europee. Dall’altra, non si puònegare che vi siano molte professioni di-verse: accademici, libero-professionisti, afi-cionados delle viti, ultraconservatori deidenti, sono solo una parte della grandeeterogeneità che fa, io credo, della nostradisciplina una fra le più eccitanti e più belledel panorama odontoiatrico (sono un tan-tino di parte?). •

Juan Blanco, Iain Chapple, Gernot Wimmer, Filippo Graziani, Sharon Legendre, Tiernan O’Brien

SIdPpunto.in 8••••Invito alla Lettura •

In questo numero accogliamo isuggerimenti di: Roberto RotundoNicola SforzaAndrea Pilloni

“Non è tutto oro quel che luccica”: un antico proverbio poi reso celebre dallafamosa opera teatrale di William Shake-speare “Il Mercante di Venezia” recitavaproprio così. Nel corso degli anni, durante la lettura disvariate pubblicazioni scientifiche in am-bito medico e più nello specifico in ambitoodontoiatrico, ci saranno sicuramente bal-zate agli occhi strane osservazioni o risul-tati a volte riportati da colleghi ricercatori,cosa che ingenuamente si attribuiva allametodologia del momento storico in cuiquesti lavori venivano pubblicati o ad erroripiù propriamente commessi in buona fede.Tuttavia, già una ventina di anni fa un notoprofessore di Storia e Filosofia dellaScienza, Federico Di Trocchio, pubblicavaun best seller che ha letteralmente spopo-lato in ambito scientifico, ma che parados-salmente non parlava di nuovi farmacimiracolosi o tecniche chirurgiche funam-boliche, bensì de “Le bugie della Scienza”.Chi avrebbe mai sospettato che la frodescientifica fosse antica quanto la scienzastessa, così come riporta l’autore. I mo-

venti, dice Di Trocchio, che hanno spinto (eforse tutt’ora spingono) i ricercatori a truf-fare possono identificarsi nell’ambizione,invidia, motivi a volte ideologici e politici,sino ad arrivare agli interessi economici disingoli privati o di interi gruppi di ricerca. Unlibro certamente piacevole da leggere, al li-mite tra il reportage e il romanzo. Ma la no-tizia che ha dato conferma a queste nonchiare vicissitudini raccontate da Di Troc-chio è stato l’editoriale del dottor RichardHorton, caporedattore della rivista Lancet– una delle riviste mediche più accreditateal mondo- il quale ha dichiarato testual-mente che: “much of the scientific litera-ture, perhaps half, may simply be untrue.Afflicted by studies with small samplesizes, tiny effects, invalid exploratory ana-lyses, and flagrant conflicts of interest, to-gether with an obsession for pursuingfashionable trends of dubious importance,science has taken a turn towards darkness”(Horton R. Offline: What is medicine’s 5sigma? www.thelancet.com Vol 385 April11, 2015). Anche Marcia Angell, medico e da moltotempo direttore del New England MedicalJournal (NEMJ), un'altra delle più prestigioseriviste mediche del mondo, ha affermatoche "it is simply no longer possible to be-lieve much of the clinical research that ispublished, or to rely on the judgment oftrusted physicians or authoritative medicalguidelines. I take no pleasure in this con-clusion, which I reached slowly and reluc-tantly over my two decades as an editor ofThe New England Journal of Medicine" (An-gell M. Drug companies and doctors: Astory of corruption. January 15, 2009. TheNew York Review of Books 56. Available:http://www.nybooks.com/articles/archi-ves/2009/jan/15/drug-companies-doc-torsa-story-of-corruption/). Davvero inquietante, direi!La crisi economica negli ultimi decenni haridotto sempre più i fondi governativi de-stinati alla ricerca (e chi ha fatto esperienzauniversitaria ne ha potuto avere tangibileriprova), mentre le industrie del farmaco edei medical devices hanno acquistato sem-pre più potere persuasivo nei confronti dichi voleva e vuole esercitare il ruolo di ri-cercatore. In aggiunta, negli ultimi anni,sebbene nel giusto intento di arginare talederiva fraudolenta osservata in campo di

ricerca scientifica, nonchè di cercare di con-trollare sempre più l’ingravescente voglia dipubblicare a tutti i costi (a volte a dannodegli stessi pazienti), le comunità scientifi-che internazionali hanno quasi del tuttoimposto la necessità di una valutazione“etica” dei progetti di ricerca da parte di co-mitati ad hoc, per lo più universitari, che ri-chiedono coperture assicurative ben piùonerose degli stessi esigui finanziamenti dicui un normale ricercatore, universitario onon, possa disporre. Come conseguenza, ilvincolo con i finanziatori privati si è fattosempre più stringente e, i condizionamentisullo stesso lavoro di indagine, più forti.D’altro canto è giusto anche dire che negliultimi vent’anni il modo di fare ricerca è ra-dicalmente cambiato. Ancora oggi appli-chiamo nel nostro ambito lavorativo clinicoquotidiano approcci terapeutici basati sustudi le cui prove di efficacia sono state te-state mediante studi di tipo case report ocase series. Tutto questo ci impone una co-noscenza scientifica non più soltanto ditipo esclusivamente clinico, bensì anchestatistico e metodologico. L’attività medicabasata da secoli sull’esperienza personale,aspetto che rimane ancora tutt’oggi fonda-mentale, risulta tuttavia non più sufficientenel momento in cui andiamo ad applicareterapie i cui test sono stati eseguiti in modonon appropriato o, ancor peggio, fraudo-lento. É da considerare anche il fatto che, daquando è stato introdotto il metodo valu-tativo delle riviste scientifiche basato sul-l’Impact Factor, gli stessi editori sono statiessi stessi causa e a volte promotori delladivulgazione di pubblicazioni scientifiche adir poco inappropriate. Infatti è stato dimo-strato che la pubblicazioni di trial clinicirandomizzati inerenti farmaci o medicaldevices risultano poi essere molto più citati(elevando quindi lo stesso Impact Factordella rivista), in quanto le aziende hanno unpotere divulgativo degli stessi studi me-diante media e mezzi di comunicazionimolto capillari e diffusivi (Harvey Marco-vitch. Editors, Publishers, Impact Factors,and Reprint Income. PLoS Med. 2010 Oct;7(10): e1000355. Published online 2010Oct 26. doi: 10.1371).E allora come difendersi? Cosa possiamofare per “scremare” questa letteratura cosìammalata di “bias” di diversa natura,

Roberto Rotundo

SIdPpunto.in 9••••spesso ben nascosti agli occhi dei comuniclinici non tanto avvezzi alla metodologiae statistica scientifica? Il rigore scientifico, assicurato dal rispettodi precise regole già accettate universal-mente dalle comunità scientifiche (ad es.CONSORT, STROBE, PRISMA, STARD,SPIRIT, AGREE, ecc.), insieme a un lavorosempre più impegnativo degli editori, at-traverso anche la scelta di revisori semprepiù idonei e preparati, potrebbero essereelementi determinanti per far si che la qua-lità dei lavori scientifici pubblicati rispetti almeglio quegli standard qualitativi necessariper ridurre quella quota ormai prossima al50% di lavori falsi o non corretti. Inoltre, la pubblicazione dei dati originali(misurazioni, foto, ecc.), meglio noti comeIndividual Patient Data di ogni singola pub-blicazione scientifica accettata, in appositipubblici database online renderebbe moltopiù difficile la frode e la divulgazione di in-formazioni non veritiere.Speriamo quindi che questo oro così pre-zioso quale è la ricerca scientifica torni pre-sto interamente a luccicare!

Nicola Sforza

The influence of peri-implantkeratinized mucosa on brushingdiscomfort and peri-implant tissue health

Souza AB, Tormena M, Matarazzo F, AraujoMG Clin. Oral Impl. Res. 2016; 27: 650-655

É necessaria la presenza di una certa quotadi tessuto cheratinizzato intorno agli im-pianti dentali al fine di mantenere la salutea lungo termine, prevenendo le patologie pe-rimplantari?

Ritengo questa domanda interessante edattuale perché la sua risposta può condi-zionare le scelte del clinico.

Molti studi clinici a lungo termine dimo-strano come l’impiego degli impianti den-tali rappresenti un’opzione di trattamentoprevedibile, con elevate percentuali di suc-cesso.

Nonostante ciò, sono descritte in lettera-tura diverse complicanze meccaniche ebiologiche in grado di ridurre la percentualedi successo degli impianti. In particolare lecomplicanze biologiche come le mucositie le perimplantiti presentano elevati livellidi prevalenza nella popolazione, destandouna certa preoccupazione nei clinici che,quotidianamente, si confrontano con i pa-zienti.

Diversi fattori di rischio locali e sistemicisono indicati dalla letteratura in associa-zione alle malattie perimplantari, come adesempio la scarsa igiene orale, l’assenza dimucosa cheratinizzata, la persistenza dellaparodontite non trattata, il fumo, il diabete.

Tra questi diversi fattori, quello certamentepiù controverso, è l’assenza del tessutocheratinizzato perimplantare.

In letteratura sono pubblicati diversi lavoriclinici che dimostrano come i siti perim-plantari con “un’inadeguata” quantità dimucosa cheratinizzata presentano unmaggior accumulo di placca e infiamma-zione perimplantare.

Uno studio clinico (Schrott et al, 2009)mostra che, dopo 5 anni di funzione degliimpianti, i siti implantari con una banda ditessuto cheratinizzato perimplantare < 2mm, presentano più placca e sanguina-mento al sondaggio (BOP) rispetto ai siticon mucosa cheratinizzata (KM) > 2mm.

Più recentemente, in uno studio clinicorandomizzato (Askin et al, 2015), è stato di-mostrato come l’impiego di un innesto epi-telio–connettivale utilizzato in pazienti consiti perimplantari con KM < 2mm determi-nasse, dopo 6 mesi di follow up, un miglio-ramento degli indici di placca (PI),dell’indice gengivale (GI), del BOP e dei pa-

rametri immunologici, rispetto agli stessiindici registrati su pazienti con KM < 2mme che non avevano ricevuto alcun tratta-mento chirurgico di innesto.

D’altra parte diversi studi clinici non sonostati in grado di dimostrare una chiara as-sociazione tra quantità di tessuto cherati-nizzato e salute dei tessuti perimplantari.In particolare, in uno studio clinico (Wen-nstrom et al,1994), gli autori concludonoche l’assenza di KM non è in grado di con-dizionare negativamente il mantenimentodella salute dei tessuti perimplantari.

Successivamente in una recente systema-tic review (Wennstom & Derks, 2012), gliautori suggeriscono che l’assenza di KM,pur non essendo di per se’ dannosa per lasalute perimplantare, possa tuttavia ridurrela capacità del paziente di pulire corretta-mente i denti, con conseguente rischio diaumento di placca. Ciò perché, secondol’ipotesi degli autori, alcuni pazienti pos-sono avvertire fastidio durante lo spazzo-lamento dei siti implantari con inadeguataKM, riducendo di fatto l’efficacia dellospazzolamento stesso.

La dimostrazione di tale ipotesi è l’obiettivodel recente studio clinico controllato pub-blicato su “Clinical Oral Implant Research”che ho il piacere di presentare e che si pro-pone di valutare quale sia l’influenza dellaKM perimplantare sul fastidio del pazientedurante lo spazzolamento dei denti e sullasalute perimplantare in siti con KM >= 2mmo < 2mm.

Per raggiungere l’obiettivo dello studio, ungruppo di ricercatori brasiliani ha reclutatopazienti durante le sedute di manteni-mento periodico, in un periodo compresotra gennaio e ottobre 2013.Per eseguire una corretta valutazione cli-nica, sono stati esclusi pazienti che presen-tassero uno o più fattori “confondenti”come la parodontite, l’abitudine al fumo, ildiabete, la presenza di siti implantari conoverdenture e/o protesi implantari impre-cise o con inadeguato accesso all’igieneorale. Al termine del reclutamento sono stati in-clusi nello studio 80 pazienti per un totaledi 270 impianti.

SIdPpunto.in 10••••Sulla base della presenza di KM, i pazientisono stati allocati in due gruppi: uno conKM >= 2mm (Wide Group - WG) e uno conKM <2 mm (Narrow Group - NG). I pazientisono stati valutati da 2 esaminatori calibratiche hanno registrato i seguenti parametriclinici: PI, BOP, profondità di sondaggio(PPD) e livello di attacco clinico (CAL) su 3siti vestibolari per ciascun impianto. Di se-guito, ai pazienti sono stati consegnati, inmaniera standardizzata, uno spazzolinomanuale, uno scovolino, un filo interden-tale e istruzioni all’igiene orale; i pazientisono stati quindi invitati a pulire per nonpiù di 30 secondi ciascun area perimplan-tare.Mediante l’impiego di una scala visio-ana-logica 0-100 (VAS), ciascun paziente hariportato il livello di fastidio da spazzola-mento (BD). In base ai valori VAS registratisi sono ottenute diverse classi di BD: nes-sun fastidio (VAS=0), minimo fastidio(VAS<30), fastidio moderato (30<VAS<70),fastidio elevato (70<VAS<100), fastidioestremo (VAS=100). I dati rilevati sono statianalizzati statisticamente considerando ilpaziente come unità sperimentale. In par-ticolare sono stati utilizzati il T-Test di Stu-dent, il Wilcoxon’s Signed-rank Test eChi-squared Test.

I risultati ottenuti da questo studio clinicomostrano che il livello di fastidio rilevatodal paziente durante lo spazzolamento èsignificativamente maggiore nei siti con KM< 2mm. Ciò è dimostrato in termini di va-lore medio del fastidio allo spazzolamento,con differenze statisticamente significativetra i due gruppi di pazienti nei siti perim-plantari mandibolari. Degno di nota il fattoche non si registrano differenze significa-tive, nella percezione di dolore da spazzo-lamento, tra siti con tessuto cheratinizzatoe siti senza tessuto cheratinizzato, quandosi tratta di impianti inseriti nel mascellaresuperiore.

Il maggior livello di fastidio nei siti mandi-bolari è risultato anche in termini di fre-quenza di distribuzione dei valori VAS inrelazione al gruppo: è stato osservato chenel gruppo di pazienti con KM < 2mm erariportato dai pazienti un fastidio da mode-rato a elevato nel 30% dei casi, mentre ilvalore corrispondente è stato registrato

solo nel 2% dei pazienti del gruppo con KM>= 2mm.

É interessante notare, altresì, che i valoriVAS ottenuti nei risultati dimostrano ancheche molti pazienti del gruppo NG, cosìcome quelli del gruppo con KM >=2 (WG),riportano un fastidio allo spazzolamentonullo o moderato. Ciò potrebbe dipenderedalla presenza di altri fattori clinici in gradodi condizionare il fastidio allo spazzola-mento, oltre alla quantità del tessuto che-ratinizzato perimplantare, come la sogliaindividuale del paziente per il dolore, lapressione dello spazzolamento, la profon-dità del fornice vestibolare.

I risultati dello studio mostrano anche, inmaniera altamente significativa, che nelgruppo di pazienti con KM < 2mm, sonopresenti più siti con placca e con sanguina-mento al sondaggio rispetto al gruppo dipazienti con KM >= 2mm.Non si sono invece registrate differenzestatisticamente significative tra i due gruppiin termini di profondità di sondaggio (PPD)e di livello di attacco clinico (CAL) dei sitiperimplantari.

In conclusione, questo studio clinico mo-stra che pazienti che presentano siti im-plantari con tessuto cheratinizzato assenteo comunque molto limitato (< 2mm) pre-sentano più elevati livelli di dolore allospazzolamento meccanico durante l’igieneorale, accompagnati anche da più elevati li-velli di placca e infiammazione perimplan-tare.

La ricaduta sulla pratica clinica è interes-sante: i risultati dello studio non ci consen-tono di affermare che tutti i pazienti chepresentino impianti con tessuto chera-tinizzato vestibolare assente o limitato, debbano percepire necessariamente unmaggior dolore durante lo spazzolamento;

tuttavia nei casi in cui il paziente dimostraun fastidio allo spazzolamento, tale fasti-dio è associato più frequentemente a unmaggior accumulo di placca e infiamma-zione perimplantare.

L’ assenza di mucosa cheratinizzata perim-plantare significa quindi una condizione cherende il sito implantare inevitabilmente piùprono allo sviluppo di una perimplantite?

Non è possibile rispondere a questa do-manda sulla base dei risultati di questo stu-dio clinico, per quanto interessante e conun disegno semplice e facilmente replica-bile. Sono necessari ulteriori studi clinici più“potenti”, che consentano di valutare se ipazienti che segnalano un fastidio allospazzolamento dei siti perimplantari pos-sano sviluppare più facilmente una perim-plantite a seguito di un maggiore accumulodi placca e di infiammazione.

I risultati dello studio possono tuttavia es-sere molto utili al clinico nella pratica quo-tidiana. Infatti, mentre non è giustificatol’aumento sistematico della banda di KMper tutti gli impianti, è però necessarioadottare sempre quelle strategie chirurgi-che che consentono di preservare tutto iltessuto cheratinizzato preesistente. Inoltrela presenza o meno di KM può essere uti-lizzata per monitorare eventuali situazionidi fastidio del paziente allo spazzolamentoperché accompagnate frequentemente apiù elevati livelli di placca batterica e in-fiammazione perimplantare.

Per valutare in maniera critica le ricadutesulla clinica dei risultati di questo studio,vorrei concludere con alcune considera-zioni personali sui materiali e metodi dellaricerca, portandole all’attenzione del let-tore e del ricercatore come spunti di rifles-sione:

SIdPpunto.in 11••••Sarebbero state differenti l’entità e la fre-quenza di distribuzione del fastidio allospazzolamento con tempi di applicazionedello spazzolamento inferiori ai 30’’ indicatinel protocollo (e probabilmente un po’ ecces-sivi per ogni singolo impianto)?

E se fosse stato utilizzato uno spazzolinoelettrico piuttosto che manuale, sarebberocambiati i risultati?

E ancora, in che modo il profilo di emergenzae la forma delle corone protesiche sugli im-pianti, in particolar modo a livello interpros-simale, potrebbero aver modificatol’efficacia dell’igiene orale e il possibile fasti-dio sui tessuti perimplantari?

Bibliografia

Askin, S.B., Berker, E., Akincibay, H., Uysal,S., Erman, B., Tezcan, I. & Karabulut, E.(2015) Necessity of keratinized tissues fordental implants: a clinical, immunological,and radiographic study. Clinical ImplantDentistry and Related Research17: 1–12.

Schrott, A.R., Jimenez, M., Hwang, J.W., Fio-rellini, J.& Weber, H.P. (2009) Five-yearevaluation of the influence of keratinizedmucosa on peri-implant soft-tissue healthand stability around implants supportingfull-arch mandibular fixed prostheses.Clinical Oral Implants Research 20: 1170–1177

Wennstrom, J.L., Bengazi, F. & Lekholm, U.(1994) The influence of the masticatorymucosa on the peri-implant soft tissuecondition. Clinical Oral Implants Research5: 1–8.

Wennstrom, J.L. & Derks, J. (2012) Is therea need for keratinized mucosa around im-plants to maintain health and tissue stabi-lity? Clinical Oral Implants Research 23:136–146.

Andrea Pilloni

The aging population: Demogra-phics and the biology of agingEleni Kanasi, Srinivas Ayilavarapu & JudithJonesPeriodontology 2000, Vol. 72, 2016, 13–18

La popolazione sta invecchiando e di con-seguenza la scienza medica è chiamatasempre di più a osservare i processi biolo-gici legati all’invecchiamento per garantireil mantenimento dello stato di salute, maal contempo prevenire e trattare le patolo-gie legate ai tessuti dei pazienti anche intarda età.

Numerosi studi epidemiologici dimostranocome l’11% della popolazione mondiale hapiù di 60 anni di età, con un aumento pre-visto, entro il 2050, fino al 22%. Attual-mente, tuttavia, esistono grandi variazionitra paesi e continenti. Ad esempio: circa unterzo della popolazione del Giappone(32%) ha più di 60 anni di età ed è in que-sto paese la più alta aspettativa di vita (26anni) a questa età, mentre l'aspettativa divita più bassa a 60 anni è in Africa (17 anni).Nei paesi sviluppati, la percentuale di adultiche ha più di 65 anni di età è in aumento eil Center for Disease Control mostra il rad-doppiarsi della popolazione oltre i 65 annidi età nell’arco di tempo di soli 30 anni. Dal2000 al 2030, la percentuale della popo-lazione europea con 65 anni di età e oltreaumenterà dal 12.6 al 20,3%. Questa tran-sizione presenta inedite sfide circa la salutepubblica. Ad esempio, l'80% delle personeanziane sembra avere almeno una condi-zione cronica che salgono a due per il 50%.Tutto ciò si traduce in un aumento di mor-bilità, mortalità e costi sanitari, ma anchenella constatazione di come queste condi-zioni possano portare a grave disabilità.L'invecchiamento della popolazione delmondo sviluppato sembra avere conse-

guenze importanti per la salute orale emolte altre malattie. Le malattie orali piùcomuni con l'invecchiamento sono la cariedentale, la malattia parodontale e le ma-lattie neoplastiche. Questo articolo descrive il cambiamentoglobale in evoluzione del profilo demogra-fico e gli effetti di una società che invecchiasulla prevalenza e l'incidenza della malattiaparodontale. L’invecchiamento, che è, in parte, un fat-tore determinante della vita di un essereumano, può essere definito semplicistica-mente come la continua perdita di integritàfisiologica e la successiva compromissionedella funzione. Capire la biologia di basedei processi di epigenetica (vale a dire quellirelativi o derivanti da influenze non gene-tiche sull'espressione genica) con maggiordettaglio e l’attuazione di interventi appro-priati, potrebbero essere gli step idonei perpromuovere una vita sana e un sano invec-chiamento delle popolazioni. Secondo leultime stime del National Health and Nu-trition Examination Survey per il 2009-2010 la prevalenza della parodontite negliadulti degli Stati Uniti aumenta con l'au-mentare dell'età. Anche se il 38,5% degliadulti al di sotto dei 65 anni di età presentaparodontite da moderata a grave, quasidue terzi (64%) di quelli con 65 anni e oltremostra segni clinici di parodontite mode-rata o grave.È interessante notare come la prevalenzadella malattia parodontale sembra dimi-nuire in individui con più di 80 anni di età,presumibilmente a causa della perdita didenti con la massima suscettibilità alla pa-rodontite.Molto interessante è la constatazione dicome da un lato l'invecchiamento sia asso-ciato ad un calo delle risposte immunitarie,tra cui i livelli di IgM nella mucosa, le cito-chine e i marcatori per le cellule B e T, madall’altro come alcuni studi sembrano nontrovare alcuna prova di modifiche immuni-tarie dell'ospite legati all'età in soggetti an-ziani con parodontite.Dal punto di vista del microbioma gli indi-vidui più anziani con parodontite mostranoelevati livelli di anticorpi sierici per il Por-

SIdPpunto.in 12••••phyromonas gingivalis ed è stato osservatoun aumento del numero di neutrofili neisoggetti con grave malattia parodontale.Un punto importante da considerare nellarelazione tra la malattia parodontale e l'in-vecchiamento è se l'invecchiamento sia ingrado di provocare ritardi nella guarigionedelle ferite. Nonostante diversi autori ab-biano descritto una guarigione ritardata nelparodonto di adulti più anziani, la maggiorparte degli studi non è stata in grado di di-mostrare che l'aumento dell'età sia dan-noso nel trattamento parodontale dipazienti con forme moderate e avanzate diparodontite.L'invecchiamento dunque è un fenomenonaturale che porta a un declino della fun-zione fisiologica negli anziani ed è asso-ciato a una predisposizione a un maggiornumero di patologie orali e sistemiche.Studi epidemiologici mostrano alti tassi di malattie parodontali in popolazioni anziane e comorbidità che prevengonol'invecchiamento di successo. L’invecchia-mento orale di successo è l’attuale obiet-tivo di molti gruppi di ricerca, su tutti

l'Organizzazione Mondiale della Sanità,che ha individuato nella popolazione an-ziana uno dei suoi target principali di analisiepidemiologica. L'obiettivo, per ogni indi-viduo, è quello di conservare più di 20denti fino all’ età di 80 anni. Tuttavia, laprevalenza della malattia parodontalesembra essere in continuo aumento manmano che la popolazione invecchia. Inoltre,ogni specie ha la sua propria aspettativa divita, che è determinata dalla storia evolu-tiva e che viene modificata da diversi fat-tori, tra cui i diversi meccanismi biologici.Il parodontologo nella sua vita professio-nale è posto di fronte a scelte di grande re-sponsabilità clinica, soprattutto per esserein prima linea in strategie non solo tera-peutiche ma principalmente di tipo pro-gnostico. La prevenzione secondaria, adesempio, recente oggetto di discussione edi analisi proprio nella nostra Società, avràil compito di apportare quelle opportunemodifiche nei protocolli di mantenimentoche potranno tradursi in migliore qualità divita per i nostri pazienti, anche per la pos-sibilità di mantenere più a lungo e in stato

di salute i loro elementi dentali.

Bibliografia

1. Brunet A, Berger SL. Epigenetics of agingand aging-related disease. J Gerontol A BiolSci Med Sci 2014: 69(Suppl 1): S17–S20.

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3. Centers for Disease Control and Preven-tion. Trends in aging – United States andworldwide. MMWR Morb Mortal Wkly Rep2003: 52: 101–104, 106

4. Rowe JW, Kahn RL. Successful aging. TheGerontologist 1997: 37: 433–440.

5. Ghezzi EM, Berkey DB, Besdine RW,Jones JA. Clinical Assessment of the ElderlyPatient. In: Holm-Pedersen P, Walls A, ShipJ, editors. Geriatric dentistry. Singapore:Wiley, 2015: 61–80.

www.sidp.it

•••• SIdPpunto.in 13

Giovedì 29 dicembre il quotidiano LaStampa presentava, con titolo e richiamoin prima pagina, un articolo intitolato “Inviaggio coi pendolari dei denti”. Attratto daltitolo, ho letto con molta attenzione ilpezzo anche perché era all’interno di unasezione intitolata “L’Italia che cambia”.L’articolo parla di un servizio navetta cheparte a mezzanotte da Cuneo per Parenzoin Croazia, 700 chilometri, due-tre volte lasettimana. “Il primo viaggio è gratis, cosìcome visita, lastra panoramica, consulto epreventivo. Si arriva alla clinica alle 7,30 e ipazienti in attesa possono usufruire gratui-tamente di wi-fi e bevande calde. Alle 8iniziano le visite. I nuovi clienti sono sotto-posti alla panoramica e poi alla visita.L’estrazione di un dente varia tra i 25 e i 35euro. Per quanto riguarda le protesi: dallacorona provvisoria di 22 euro a quella in ce-ramica su zirconio a 350 euro; lo sbianca-mento va da 53 euro ai 166. Una tac 144. Sipuò pagare con carta di credito, bancomat,bonifico o contanti e i clienti del servizioautonoleggio hanno uno sconto del 20%.In questo policlinico spiegano che svilup-pano un piano di terapia implantologica at-traverso l’aiuto di uno scanner digitalecomputerizzato Iluma cone beam 3-D checonsente la visualizzazione delle strutturedentali in tre dimensioni … Verso le 14 si ri-parte. Chi ha subito l’estrazione di uno o piùdenti è dotato di mascherina, borsa delghiaccio e le medicine da prendere senzadover andare in farmacia una volta rien-trato in Italia. Nessuno si lamenta, stan-chezza ed effetto anestesia invitano alsonno. Sette ore e si arriva a casa.“ Non voglio certo sollevare dubbi sulla pro-fessionalità dei colleghi croati, anche sesempre più frequentemente mi capita didover intervenire di nuovo su pazienti trat-tati con modalità simili, quanto sulle pos-

sibilità di fornire cure appropriate in similicondizioni. Da sempre tutti, anche noi sociSIdP, cerchiamo la convenienza. Quelloche in realtà mi pare strano, e probabil-mente anche per colpa nostra, è che non sicomprenda l’enorme differenza che esistetra l’acquisto di un bene (anche costoso) eun trattamento odontoiatrico. Purtroppo, il trattamento odontoiatrico èpercepito ancora da molti come una di-sgrazia simile alla rottura delle tubature delbagno o al portare l’auto dal carrozzieredopo un incidente. E allora se ti capita la di-sgrazia, tanto vale cercare di risolverlaprima possibile, tentando di risparmiare ilpiù possibile.Credo che sia giunto il tempo, dopo averdiscusso per anni se sia meglio la chirurgiao resettiva o rigenerativa, che noi intensifi-chiamo lo sforzo per illustrare alla popola-zione il valore della salute orale. Perchénon siamo ancora riusciti a trasmettere ilnostro desiderio di accompagnare i pa-zienti ad avere una bocca più sana durantetutta la vita? E che spesso non necessaria-mente è indispensabile spendere subitouna grossa cifra? Siamo convinti che unadelle cose principali, ancor prima di stilarepreventivi con grosse cifre, è il migliora-mento dello stile di vita da parte dei pa-zienti. Anzi, più la situazione è tragica,maggiore deve essere il coinvolgimento del paziente. E questo è a costo zero, o,spesso, addirittura con un risparmio eco-nomico assoluto. Perché non siamo riuscitiancora a trasmettere questo messaggio?Come fanno i colleghi croati a fare diagnosicorretta e stilare un progetto terapeutico incosì poco tempo? Se sono così bravi, per-ché non li incontriamo mai nelle sessioniprincipali degli importanti congressi inter-nazionali? Tra l’altro, più il caso clinico ècomplesso, e quindi il presunto risparmio èmaggiore, più le variabili da prender in con-siderazione sono tante e i tempi si allun-gano. Come sapete, uno degli argomentiche si tratta più frequentemente ora è iltrattamento delle complicanze. Ma se inCroazia la biologia segue le stesse regole epresenta le stesse probabilità di eventi av-versi, cosa succede a quel paziente trattatoa 700 km di distanza?Esiste più che mai uno scollamento traquanto viene comunicato ai pazienti e larealtà delle cure odontoiatriche. Davvero il

in•Lato parodontale.

Come aiutare i pazienti a

selezionare la terapia per ilsuccesso a lungo termine?

decreto Bersani, che voleva liberalizzare lapubblicità in campo medico per aiutare lefasce più deboli, ha ulteriormente aggra-vato la situazione. L’impressione è che lemaggiori vittime siano proprio le personecon minori strumenti culturali e che avreb-bero paradossalmente maggior bisogno dicure dedicate. E allora altri interrogativi attraversano lamia mente: quanto tempo dedicano inquesto “paradiso del sorriso” a motivare unpaziente a un’igiene domiciliare corretta? Equando valutano la risposta individuale deitessuti dopo la preparazione iniziale? Di-venta importante ribadire che il piano di te-rapia (e il relativo prospetto di tempi ecosti), può, nella maggior parte dei casi es-sere stilato solo molto tempo dopo laprima visita. E non esistono scorciatoiegeografiche o informatiche!Credo che la vera sfida per il futuro siaquella di individuare gli strumenti ideali per capire:- come motivare i pazienti nella scelta con-sapevole della cura ideale per loro;- come coinvolgere i pazienti attivamenteper il successo della terapia; - come aiutare i pazienti a valutare la realequalità del trattamento.La sfida è difficile, ma non credo che possapiù essere rimandata, per aiutare “l’Italia checambia”, ad andare nella direzione giusta.

Mario Roccuzzo

•••• SIdPpunto.in 14

in•Lato implantare.

Legge, linee guida e impianti

Uno statistico importante mi confidò chetemeva i medici, perché fanno scienza coni casi singoli e curano i malati con le stati-stiche. Timore attualissimo, nel momentoin cui si dà valore anche legale alle lineeguida, per cercare di arginare i danni pro-dotti dalla medicina difensiva.Immaginiamo che l’ingegner Mario Rossi sirivolga a uno stimato parodontologo, ri-chiedendo espressamente un impianto im-mediato, per sostituire un incisivo lateralesuperiore con frattura longitudinale. L’inge-gnere non vuole altri ponti e non vuoleaspettare mesi per tornare alla normalità: illavoro non glielo consente. Il parodontologo non è ancora convintodell’affidabilità degli impianti postestrattivi,ma ha sentito dire che conviene attenersialle linee guida, per garantirsi da spiacevoliguai legali. Siccome si ricorda di una certa legge Bal-duzzi, si attacca al pc, dove può leggere ildecreto del 2012 e la successiva legge diconversione. Naturalmente, non ci capisceun granché; cerca ancora e trova un com-mento, dove si spiega l’articolo 3, cheesenta dalla responsabilità penale chi hacausato delle lesioni per colpa lieve, atte-nendosi alle linee guida e alle “buone pra-tiche accreditate dalla comunità scientifica”. Attenzione, però! Per parte della giurisprudenza non ci sa-rebbe nessun alleggerimento se il sanitariosbaglia per imprudenza o negligenza. Be-neficia dell’esenzione solo chi ha causatoun danno per imperizia, essendosi trovatoad affrontare un caso di particolare diffi-coltà. Sarebbe dunque difficile la situazionedello specialista, salvo il caso di tecnichenuove. E qui ci siamo: gli impianti poste-strattivi a carico immediato possono essereconsiderati semisperimentali. Ma quali sono, in concreto, le linee guidavalide? E chi decide quali sono le buone

pratiche? L'incertezza si fa insostenibile; ilnostro eroe cerca ancora aiuto da Internete trova un bell'articolo, che spiega le diffe-renze fra l'attuale legge Balduzzi, già oggetto di giurisprudenza difforme, e l'ap-provando (sic!) disegno di legge Gelli, pe-raltro già sospetto di incostituzionalità. Qui finalmente spunta una definizionechiara di raccomandazioni valide: quellecontenute nelle linee guida “elaborate daenti e istituzioni pubblici e privati nonchédalle società scientifiche e dalle associa-zioni tecnico-scientifiche delle professionisanitarie iscritte in apposito elenco istituitoe regolamentato con decreto del Ministrodella salute, da emanare entro novantagiorni dalla data di entrata in vigore dellapresente legge, e da aggiornare con ca-denza biennale”.Il parodontologo crede di aver individuatola fonte della verità giuridica nelle “racco-mandazioni cliniche” ministeriali, alla cuiredazione la SIdP ha dato un contributosofferto. Certo, la SIdP è una società scien-tifica più che rispettabile e le raccomanda-zioni sono volute e diffuse dal Ministero,nonostante il testo sia stato oggetto di po-lemiche e contestazioni. Invece, l'art. 5 precisa che: “Le linee guidae gli aggiornamenti delle stesse elaborati

dai soggetti di cui al comma 1 sono integratinel Sistema nazionale per le linee guida(SNLG) (…) L’Istituto Superiore di Sanitàpubblica nel proprio sito internet le lineeguida e gli aggiornamenti delle stesse indi-cati dal SNLG”. E allora, via di corsa al sito ISS, dove il parodontologo trova tutte le linee guida ufficiali, valide per l’approvanda legge Gelli-Bianco, sui temi più diversi, dal coinvolgi-mento dei cittadini nelle scelte in Sanitàalla diagnosi e terapia del carcinoma ova-rico; ma sugli impianti ce n’è una sola, inti-tolata “revisione sistematica sulle protesid'anca: affidabilità dell’impianto”.Il nostro amico si sente abbandonato dalleIstituzioni, ma non demorde: si arma dellepiù recenti revisioni sistematiche della let-teratura; poi si mette davanti allo specchio,per essere più sicuro di fare la sua scelta inscienza e coscienza, come si diceva unavolta, nell’interesse del paziente, pardon,dell’assistito.Volete sapere com’è andata a finire la sto-ria? Abbiate pazienza: bisogna aspettare lasentenza definitiva del processo per le-sioni, introdotto dall'ingegnere.

Carlo Clauser

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Società Italiana di Parodontologiae Implantologia

Salute olistica

Approccio a 360°, dalla preven-zione alla rigenerazione, per lasalute generaleSunstar crede che il benessere generale èlegato a molti e differenti elementi che poiconvergono insieme per un unico risultatodi salute generale. Ecco dunque che peravere corpo e mente in salute, è necessarioprendersi cura della propria persona in ma-niera olistica con un approccio a 360° intutti gli ambiti.Con questo approccio olistico Sunstarcommercializza prodotti e servizi con ununico filo conduttore: aiutare le persone avivere meglio, per un periodo più lungo esoprattutto con i propri denti naturali.Sunstar è da decenni che riconosce l’im-portanza della salute orale – ed in partico-lare della salute gengivale – come forteimpulso per migliorare la salute generaledella persona.

Per arrivare a questo, Sunstar non solo haeffettuato numerose ricerche e raccoltodati clinici, ma ha anche promosso loscambio tra ricercatori, istituti di ricerca eduniversità - in Giappone prima ed a livellointernazionale poi, con l’obiettivo di dimo-strare che l’igiene orale è in grado di miglio-rare la salute generale del consumatore.Nel mentre, la società è cambiata dramma-ticamente ma la visione di Sunstar è ancorapiù rilevante ed attuale che mai. I profes-sionisti dentali hanno riconosciuto l’impor-tanza di una migliore salute parodontaleper ridurre rischi e complicanze a livello si-stemico e sempre più persone recepisconoquesto messaggio, desiderosi di stare beneed in salute più a lungo.Con questa filosofia, la missione è fornirealla classe medica ed al consumatore fi-nale, le più innovative soluzioni di prodottiper prevenire, trattare e mantenere in sa-lute denti, gengive e tessuto parodontale. La particolarità del servizio Sunstar è il sup-porto dalla prevenzione alla rigenerazioneossea con una particolare attenzione ai casidove la malattia parodontale è progreditain maniera severa, con soluzioni congiunteGUM, GUIDOR e BUTLER.Il fondatore Hiroo Kaneda, che ha fattodella salute l’argomento chiave, ha semprecreduto che “sino a quando Sunstar sarà

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impegnata nel dare il proprio contributocome impresa vicina alla salute, noi po-tremo espandere le nostre attività oltre ipresidi di igiene orale domiciliare (spazzo-lini, scovolini, collutori...) e approcciare ilcampo medico con prodotti che migliorinola salute generale.Il nostro corpo ha la capacità di guariredalle ferite, naturalmente. Con lo sviluppodi tecnologie in grado di supportare, sfrut-tare e potenziare la naturale capacità rige-nerativa, Sunstar vuole aiutare a renderepossibile il mantenimento del dente e deltessuto parodontale per la vita.

in•Gli Sponsor.

SIdPpunto.in 15

Parole e concettidella post-modernità

•••• SIdPpunto.in 16

L’Algoritmo

La prima volta che mi incrociai con questoconcetto, l’algoritmo, fu un 2 agosto del1998, a Rimini, al primo incontro dei Re-sponsabili del Progetto Diagnosi.Sarà stato per la data, sarà stato per l’as-senza dell’aria condizionata, o per la emo-zione di partecipare ad un incontro cosìimportante, ma io subito pensai che per al-goritmo si intendesse una sindrome dolo-rosa, derivante da musica troppo ritmica!E invece scoprii il procedimento matema-tico che poi ha condizionato tutta la miasuccessiva vita professionale, dalla terapiaparodontale, alla scelta delle nuove segre-

tarie, alla selezione dell’impianto più ap-propriato da inserire in quel tipo di sito, allascelta sofferta, ma poi supportata dall’al-goritmo, del sistema più idoneo, per pas-sare al rilievo della impronta digitale. E giùdi lì fino ai giorni nostri.Poi, nell’ottobre del 2016 (l’Espresso n°40,del 2 ottobre 2016) mi imbatto in un arti-colo dal titolo: “Come è ingiusto l’algoritmo ”!sic !, in cui la comunità accademica sferra •

L’angolo della cravatta •

un durissimo attacco ad un dogma con-temporaneo! Si afferma che i modelli ma-tematici che decidono sulla nostra vita nonsono neutri e oggettivi, come si crede, anzisono arbitrari, ideologici, irresponsabili eprivi di ogni trasparenza!.Affranto e disorientato, mi vado, allora, ariconsiderare l’algoritmo originario da cui acascata si era fondata tutta la mia capacità

decisionale, mi scatta un alert, e a malin-cuore prendo atto che, nonostante l’algo-ritmo SIdP:a) la maggior parte della comunità profes-sionale del dentale non è in grado di farediagnosi differenziale tra salute, gengivitee parodontite ;b) la maggior parte della comunità profes-sionale del dentale non è in grado di ese-guire una corretta e adeguata terapia

•L’angolo del papillon •

No, gli algoritmi non sono neutrali. Ed è un problema che non possiamo sottovalutare.I modelli matematici che decidono sulla nostra vita non sono oggettivi come si crede. Anzi: sono arbitrari, ideologici, irresponsabili e privi di ogni trasparenza. La durissima accusa della comunitàaccademica a un dogma contemporaneo.

Ideologia della irresponsabilità, una neo-ideologia che in termini retro-moderni vuoldire: “lanciare il sasso e nascondere lamano”!! e che, nobilitato in concetto at-tuale, significa ancora: non avere alcun ob-bligo morale sulle conseguenze di quelloche si dice e si predica.E chi sono questi nuovi guru? Sono ap-prendisti stregoni, incendiari, pifferai ma-gici o agnostici, alfieri dell’indifferentismo.E come operano? Vivono e lavorano nelVillaggio globale attraverso l’utilizzo del-l’urlo, la sparata, l’esagerazione. Mettono in

circolo falsità, panzane, bufale, uguali a, perusare il linguaggio post-moderno, fake! Creano degli pseudo eventi, oggi denomi-nati “fattoidi”, di cui però già parlava, neglianni Sessanta, lo storico Daniel Boorstin!

causale;c) la maggior parte della comunità profes-sionale del dentale esegue la terapia im-plantare in soggetti con parodontite;d) la maggior parte della comunità profes-sionale del dentale non è in grado di orga-nizzare e attuare una opportuna terapia dimantenimento.Ed anche sulla scelta delle segretarie ho ri-visto il mio criterio decisionale!Non si tratta di considerazioni basate sudati scientifici, ma solamente di opinabiliconsiderazioni personali.Ma come diceva un noto uomo politico“a pensar male si commette peccato, maspesso ci si azzecca“, e allora ora mi vado aconfessare e mi sorbisco le dovute peni-tenze.

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Lettera al Direttore•Gent. Direttore, caro Gianni,vorrei che tu mi aiutassi ad analizzare untema che da qualche anno mi disturbamolto ma che credo sia di difficile solu-zione.Le "riviste open access" hanno invaso l'uni-verso editoriale dentale e, a mio parere, inquesto momento stanno creando solo di-sturbo. Disturbano perché la maggior partedi loro sono citate in PubMed e quando sifa una ricerca su qualsiasi argomento,come risposta si ha un elenco enorme di ri-ferimenti e si deve verificare da soli la qua-lità scientifica di ogni referenza prima dipoterla consultare. Anni fà si aveva una listamolto più breve con dei riferimenti la mag-gior parte dei quali provenivano da rivisteben note e generalmente qualificate.La risposta che ho sempre ricevuto quandoho messo in discussione la funzione delle"riviste open access" è che il pubblico deilettori scientifici ha il diritto di essere infor-mato sui risultati della ricerca nel più brevetempo possibile e senza dover pagare pernuove conoscenze. Niente da dire su en-trambe le affermazioni… come non essered'accordo.A mio parere forse è possibile risolvere laprima questione, entro un certo limite. Tuttavia, dare informazioni scientifiche ag-giornate gratuitamente, significa cozzarecontro un problema economico; il costodel servizio. Anche la pubblicazione di “ri-viste ad accesso libero” ha un costo, e si sache nessuno lavora a profitto zero.I lettori del nostro “Journal of Clinical Pe-riodontology”, con il loro abbonamento an-nuale, sono disposti a pagare un prezzoperché vogliono leggere articoli scientificidi alta qualità nel campo della parodonto-logia. Wiley come Publisher lo sa moltobene e infatti mantiene alta la qualità di ciò che pubblica. Come è ovvio, se non si continuassero a pubblicare articoli di altaqualità, i lettori diminuirebbero e di conse-guenza anche le finanze di cui l'Editore habisogno per pubblicare la rivista. Ma se il “Journal of Clinical Periodontology”fosse una “rivista ad accesso libero”, nonconsiderando i principi etici, certamentel’Editore sarebbe molto meno preoccupatose i suoi lettori non fossero soddisfatti della

qualità di ciò che leggono, perché non sonoloro i suoi finanziatori. Il costo della pubbli-cazione della “rivista ad accesso libero”viene pagato dagli autori che forniscono gliarticoli e quindi la qualità degli articoli inquesto caso non sarebbe più così impor-tante per la sopravvivenza economica dellarivista finché ci sono autori disposti a pa-gare per avere i loro articoli pubblicati.Non so se il metodo di lasciare all'autore ladecisione se pagare la pubblicazione omeno sia una soluzione o un compro-messo.Può essere che non esista soluzione a que-sto dilemma o può essere che, utilizzandola capacità della rete di fornire pubblicità apagamento, ci sia la possibilità di spostareil carico economico su un terzo paganteche non è direttamente legato agli autoridegli articoli pubblicati né ai lettori. La situazione ideale sarebbe: più lettori,come risultato della elevata qualità delle ri-cerche pubblicate, aumentano la possibilitàdi ottenere più pubblicità. Più pubblicità si-gnifica più finanze a disposizione dell’Edi-tore che può mantenere la sua autonomiae la qualità della rivista ad un livello ele-vato.Purtroppo non so se c'è abbastanza denaronel business della pubblicità del settoredentale per permettere questo cambia-mento. Ma i “Publishers” lo sanno di sicuro.Cordiali saluti

Gianfranco Carnevale

Lentamente muorechi diventa schiavo dell'abitudine,ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,chi non cambia la marca,chi non rischia di vestire un colore nuovo,chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,chi preferisce il nero al biancoe i puntini sulle "i"piuttosto che un insieme di emozioni,proprio quelle che fanno brillare gli occhi,quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,quelle che fanno battere il cuoredavanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muorechi non capovolge il tavolo,chi è infelice sul lavoro,chi non rischia la certezza per l'incertezzaper inseguire un sogno,chi non si permettealmeno una volta nella vitadi fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,chi non legge,chi non ascolta musica,chi non trova grazia in sé stesso.

Muore lentamente,chi distrugge l'amor proprio,chi non si lascia aiutare.

Muore lentamente,chi passa i giorni a lamentarsidella propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore,chi abbandona un progettoprima di iniziarlo,chi non fa domandesugli argomenti che non conosce,chi non rispondequando gli chiedonoqualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,ricordando sempre che essere vivorichiede uno sforzodi gran lunga maggioredel semplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza porteràal raggiungimentodi una splendida felicità.

PabloNeruda

CHI MUORE?

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Lettera da SIdP •

La cura delle malattie parodontali si effet-tua con procedure cliniche che utilizzanostrumenti manuali e strumenti sonici o ul-trasonici. In casi selezionati si possono as-sociare combinazioni particolari diantibiotici. I benefici clinici sono elevatis-simi: in pazienti che mantengono un buonlivello di igiene orale, questa terapia deter-mina la risoluzione dell’infiammazionegengivale, la riduzione delle tasche (le zonedi gengiva più profonde) e l’eliminazionedei batteri patogeni favorendo il manteni-mento dei denti. In qualche caso si deve ri-correre anche all’intervento chirurgico percorreggere le tasche gengivali persistenti.Il protocollo terapeutico in questione haun’enorme validazione scientifica con studiclinici che ne dimostrano il successo a oltre30 anni di osservazione, è accettato datutta la comunità scientifica internazionalee può essere eseguita a costi sostenibili. Iprotocolli alternativi che usano il laser pertrattare la parodontite sono stati moltostudiati negli ultimi anni in diverse Univer-sità/Paesi e da gruppi di ricerca indipen-denti. Intervistato in proposito il dottorClaudio Gatti, Presidente della SIdP, So-cietà Italiana di Parodontologia e Implan-tologia, dice “L’utilizzo del laser come unicaterapia comporta risultati che solo in alcunilavori sarebbero simili alla terapia ‘classica’,ma con lo svantaggio di essere molto piùcostosi. Tutti gli studi fino ad oggi pubblicaticoncordano sul fatto che i benefici ottenutinon sono mai superiori alle procedure con-venzionali e che il laser non determina nes-sun vantaggio aggiuntivo se usato incombinazione con la terapia convenzio-nale.” Queste osservazioni sono condivisedai massimi esperti mondiali, sono statepubblicate sulle migliori riviste di Parodon-tologia e fanno parte delle linee guida in-ternazionali per la cura della parodontite.SIdP ritiene inoltre utile evidenziare cheanche i più recenti studi pubblicati (nellamaggior parte dei casi senza neanche l’usoindispensabile di un gruppo controllo) nonaggiungono niente a quanto già noto nella

Comunicato Stampa “Precisazioni sull’uso del lasernella cura della parodontite”

letteratura scientifica e che i risultati ripor-tati a supporto dell’efficacia del laser sonoin realtà assolutamente sovrapponibili aquelli che si possono ottenere con la tera-pia convenzionale classica. È inoltre evi-dente che questi studi non sono in grado didimostrare neanche un beneficio aggiun-tivo del laser se utilizzato in associazionealla terapia convenzionale, tantomeno alungo termine. Pertanto la SIdP racco-manda cautela alla popolazione nell’affi-darsi a cure “miracolistiche”, che, oltre adessere spesso molto costose, al momento

non sono in grado di migliorare i risultaticlinici che si possono ottenere con la tera-pia convenzionale.

Il Consiglio di Presidenza ha ritenuto di in-viare una lettera all’Editore della rivista“European Journal of Clinical Microbiology& Infectious Diseases” che ha pubblicatol’articolo (Long-term efficacy of microbio-logy-driven periodontal laser-assisted the-rapy). La pubblicazione della lettera SIdPsulla rivista è stata concessa.

Dear Editor,We read with interest the manuscript by Dr Martelliet al. entitled “Long-term efficacy of microbiology-driven periodontal laser-assisted therapy” [1], recentlypublished in the European Journal of ClinicalMicrobiology & Infectious Diseases (2016 Mar; 35(3):423–431). In this manuscript, the authors describedthe treatment of periodontal disease in more than2,000 patients, and reported clinical andmicrobiological findings after 2 years. As boardmembers of the Italian Society of Periodontology andImplantology (SIdP), we would like to draw attentionto some critical points that may affect the studyoutcomes and conclusions.DiagnosisThe diagnosis of periodontal disease as applied by theauthors is far from the current international standard[2]. In the present manuscript, information with regardto mean clinical attachment level, full-mouth plaquescore, full-mouth bleeding score and tooth loss isunknown. In addition, the diagnosis of severeperiodontal disease applies when more than 30 % ofsites are involved in chronic periodontitis, while foraggressive periodontitis this definition should beextended with the involvement of at least threeadditional teeth to molars/incisors. The definition ofdisease severity used by the authors is based onpersonal criteria. Furthermore, information withregard to possible risk factors for periodontal diseaseis limited to smoking habits only, although thedetrimental effect of other risk factors or potential riskfactors (such as diabetes, systemic diseases,immunodeficiency, drugs, osteoporosis, stress,obesity, etc.) in terms of disease progression andtreatment outcomes is very well known [3].TreatmentIn the additional material section, the authors stated“An accurate mechanical ultrasound for SRP wasperformed according to the needs of the patients andup to complete satisfaction of the clinicians. Aftercompletion of SRP, patients were treated in all pocketswith a 1064 nm Nd:YAG laser” [1] . This means thatclassical mechanical sub-gingival debridement of root

surfaces (SRP) was performed at each experimentalsite before laser application and the final deliveredtherapy is a combination of SRP and laser treatment.Since the study is a case series lacking a control group(single treatment with SRP or laser) it is impossible forthe reader to assess if final benefits are associated ornot with laser application. A randomized clinical trial(RCT) is mandatory to investigate the efficacy ofcombined therapy versus single treatments, and tounderstand the potential additional benefits of laserapplication. In the last 15 years, RCTs from severalindependent universities and systematic reviews (SR)clearly showed a similar efficacy in applying classicaltherapy (mechanical SRP) or laser, and no additionalbenefits in adding laser to mechanical treatment [4–7].These findings suggest that caution must be takenwith laser application for periodontal treatment, alsoconsidering the cost–benefit ratio [4–7]. In fact, asdemonstrated approximately 15 years ago [8, 9], similarclinical and microbiological outcomes to thosereported by Martelli et al. [1] may be easily achievedusing conventional therapy, with significantly lesscosts. The reader should also keep in mind the long-term clinical efficacy of traditional periodontaltherapy, which is supported by several studies withmore than 10 years of follow-up [10, 11].Finally, in the present study [1] the full-mouthtreatment, meaning the treatment of all involved sitesin the patient mouth, is not clearly defined, and thisis another critical point, since patients were describedby the authors as affected by “advanced” chronic oraggressive periodontitis.Follow-upThe authors defined as a “long-term” observation thefinal 2-year follow-up. This is another surprisingaspect of this manuscript, since in periodontalliterature the long-term effect of therapy is usuallydefined after at least 5 years of observation [12].Conversely, the manuscript lacks critical informationfor the reader, including tooth loss (teeth extracted foradvanced bone destruction) at final follow-up. Thelatter reflects the obvious primary treatment goal andthe type of re-treatment of sites showing progression

of periodontitis. Statistical analysis alone is not ableto provide information related to prediction of diseaseprogression and tooth loss at final follow-up.Furthermore, information regarding the secondaryprevention of enrolled patients is unknown, even ifauthors generically reported the additional use oflaser “only by teeth showing periodontal pockets withPPD>2 mm”.Statistical analysisSurprisingly, the authors used a t-test for statisticalanalysis, which is not adequate in this type of studysince multilevel analysis [13, 14] is generally used toassess the effect of prognostic factors on treatmentoutcomes. This approach allows the analysis of amultifaceted scenario that is non-surgical treatmentof periodontal disease, where every variable isinterconnected and able to influence each other atdifferent levels.EthicsAlthough the authors reported that “there are noexperiments requiring appropriate institutional reviewboard(s) approval”, it is surprising that no ethical boardapproval was reported, since the applied procedure isnot a standard technique for the treatment ofperiodontal disease, and the clinical benefits arequestionable.Based on our criticisms, the manuscript conclusion“This study, conducted for the first time on such a largeseries, clearly demonstrates long-term efficacy ofmicrobiology-driven non-invasive treatment ofperiodontal disease” is, in our opinion, erroneous since

not supported by the applied methodology during thestudy. We do not believe that the present studyprovides useful clinical information in periodontaltherapy.

Best regardsThe Board of the SIdP, Italian Society ofPeriodontology and Implantology

References1. Martelli FS, Fanti E, Rosati C, Martelli M, Bacci G, Martelli ML, MedicoE. Long-term efficacy of microbiology-driven periodontal laser-assisted therapy. Eur J Clin Microbiol Infect Dis. 2016;35(3):423–431.doi: 10.1007/s10096-015-2555-y. 2. Armitage GC. Development of a classification system forperiodontal diseases and conditions. Ann Periodontol. 1999;4(1):1–6.doi: 10.1902/annals.1999.4.1.1. 3. Amaliya A, Laine ML, Delanghe JR, Loos BG, Van Wijk AJ, Van derVelden U. Java project on periodontal diseases: periodontal bone lossin relation to environmental and systemic conditions. J ClinPeriodontol. 2015;42(4):325–332. doi: 10.1111/jcpe.12381. 4. Rotundo R, Nieri M, Cairo F, Franceschi D, Mervelt J, Bonaccini D,Esposito M, Pini Prato G. Lack of adjunctive benefit of Er:YAG laser innon-surgical periodontal treatment: a randomized split-mouthclinical trial. J Clin Periodontol. 2010;37(6):526–533. doi:10.1111/j.1600-051X.2010.01560.x. 5. Zhao Y, Yin Y, Tao L, Nie P, Tang Y, Zhu M. Er:YAG laser versus scalingand root planing as alternative or adjuvant for chronic periodontitistreatment: a systematic review. J Clin Periodontol. 2014;41(11):1069–1079. doi: 10.1111/jcpe.12304. 6. Slot DE, Jorritsma KH, Cobb CM, Van der Weijden FA. The effectof the thermal diode laser (wavelength 808–980 nm) in non-surgicalperiodontal therapy: a systematic review and meta-analysis. J Clin

Periodontol. 2014;41(7):681–692. doi: 10.1111/jcpe.12233. 7. Sgolastra F, Severino M, Petrucci A, Gatto R, Monaco A. Nd:YAGlaser as an adjunctive treatment to nonsurgical periodontal therapy:a meta-analysis. Lasers Med Sci. 2014;29(3):887–895. doi:10.1007/s10103-013-1293-6. 8. Ximénez-Fyvie LA, Haffajee AD, Som S, Thompson M, TorresyapG, Socransky SS. The effect of repeated professional supragingivalplaque removal on the composition of the supra- and subgingivalmicrobiota. J Clin Periodontol. 2000;27(9):637–647. doi:10.1034/j.1600-051x.2000.027009637.x. 9. Cobb CM. Clinical significance of non-surgical periodontal therapy:an evidence-based perspective of scaling and root planing. J ClinPeriodontol. 2002;29(Suppl 2):6–16. 10. Cattabriga M, Rotundo R, Muzzi L, Nieri M, Verrocchi G, Cairo F,Pini Prato G. Retrospective evaluation of the influence of theinterleukin-1 genotype on radiographic bone levels in treatedperiodontal patients over 10 years. J Periodontol. 2001;72(6):767–773. doi: 10.1902/jop.2001.72.6.767. 11. Axelsson P, Nyström B, Lindhe J. The long-term effect of a plaquecontrol program on tooth mortality, caries and periodontal diseasein adults. Results after 30 years of maintenance. J Clin Periodontol.2004;31(9):749–757. doi: 10.1111/j.1600-051X.2004.00563.x. 12. Kaldahl WB, Kalkwarf KL, Patil KD, Molvar MP, Dyer JK. Long-termevaluation of periodontal therapy: I. Response to 4 therapeuticmodalities. J Periodontol. 1996;67(2):93–102. doi:10.1902/jop.1996.67.2.93. 13. D’Aiuto F, Ready D, Parkar M, Tonetti MS. Relative contribution ofpatient-, tooth-, and site-associated variability on the clinicaloutcomes of subgingival debridement. I. Probing depths. JPeriodontol. 2005;76(3):398–405. doi: 10.1902/jop.2005.76.3.398. 14. Tomasi C, Leyland AH, Wennström JL. Factors influencing theoutcome of non-surgical periodontal treatment: a multilevelapproach. J Clin Periodontol. 2007;34(8):682–690. doi:10.1111/j.1600-051X.2007.01111.x.

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Tra il perio e il faceto•

Progetto Comunicazione ParodontiteLa Parodontite…tra incudini e martelli…oh yes!

Quelli che hanno fatto corsi sulla Terapia Implantare e ora fanno corsi sulla Periimplantite…oh yes!

il Direttore... Crea

•••• SIdPpunto.in 20

in•Lato forte.

Il rapporto ideale Medico-Igienista

S- “Buongiorno Dottoressa come ha passatola serata ieri? Siamo pronti per affrontare lagiornata?”Nel saluto e nella prima domanda mattu-tina si cela l’intimità di un rapporto lavora-tivo intenso e dinamico, fatto di conoscenza,rispetto, condivisione, senso di responsabi-lità e rigore metodologico.Ripenso al giorno del primo colloquio, alleprime impressioni...quanto tempo è passatoe quanto più giovane di me è questa Col-lega…!

C-“Buongiorno Silvia, ieri sera sono andataa vedere quella mostra di cui parlavamoieri, dovrebbe andare a vederla, secondome potrebbe piacerle! Ho guardato il plan-ning della giornata che mi è stato mandatovia mail e ho visto che ci sono un paio dipazienti che meritano un’attenzione spe-ciale.”

S- “Infatti, più tardi dobbiamo controllarequella Paziente di 27 anni alla quale vole-vano estrarre tutti i denti; come avete elabo-rato assieme la presa di coscienza dellagrave Parodontite?”

C- “Durante la fase di diagnostica ci siamoritagliate una buona mezz’oretta per discu-tere della sua situazione, abbiamo parlatodi counselling e abbiamo rivisto con calmale manovre di igiene orale che dovrebbeeseguire a casa. Come modello comunica-tivo ho sfruttato come sempre l’analisi delrischio individuale per poterle spiegare ilrapporto esistente tra la sua giovane età ela gravità della malattia e mi sembra cheabbia compreso pienamente. Lunedìscorso l’ho rivista per l’appuntamento di ri-valutazione dopo 12 settimane dalla tera-

pia attiva e abbiamo avuto successo, ma hobisogno di controllare con lei un paio di sitiin cui Mobilità e Sanguinamento al sondag-gio non mi sembrano sotto controllo. Cheidea si è fatta sul piano di trattamento esulla Paziente?”

S- “Il mio piano di trattamento prevede dieseguire in quei difetti infraossei degli inter-venti di chirurgia rigenerativa ma non hoancora i dati oggettivi e soggettivi relativialla compliance e ovviamente la Paziente dovrà attentamente valutare il tasto dolente del preventivo. In questi casi peròattraverso un’attenta e precisa comunica-zione della situazione e venendo incontroalle esigenze personali sono certa che con-divideremo il progetto terapeutico e quindi ilpercorso che ne consegue.”

C- “Sono d’accordo, durante gli appunta-menti di controllo post terapia causale ilFMPS si è notevolmente ridotto, ma nonsono ancora soddisfatta poichè in rivaluta-zione lo score era del 25% e vorrei rimoti-varla per portare questo indice sotto al15%. Prima di pensare alle chirurgie ho lanecessità di rivederla più volte con un pro-gramma di TPS serrato a 3 mesi in cui con-tinueremo a lavorare su questo aspetto.Oggi viene per un controllo, voglio vederese riesce ad usare meglio gli scovolini inquelle zone.”

S- “Mi dica, secondo lei i Pazienti percepi-scono l’impegno e la dedizione che mettiamonella cura di ogni singolo dettaglio?”

C- “Penso proprio di si! Consideri che la no-stra paziente in questione era dispiaciutapiù di me nel non aver raggiunto l’obiettivodel FMPS che avevamo discusso prima an-cora di iniziare a lavorare insieme. Con attenzione mi seguiva nella dettaturadei numerosi indici da registrare nella car-tella parodontale e quando siamo arrivate all’ispezione del 3° sestante palatale eraemozionata nell’apprendere che la tascapiù grave che aveva in bocca si era notevol-mente ridotta. Ora conosce esattamente lalocalizzazione delle sue tasche residue!!”

S- “Quanta energia per un paio di millimetridi guadagno di attacco!”Quando penso a questo sicuramente consi-

dero di avere più orizzonti del mio Collegaendodontista, ma so anche che ho bisognodi guardare lontano e dare un senso diversoalla mia professione. Un’ora più tardi mentrecontrollo quella gocciolina di sangue ma in-contro il sorriso della giovane Paziente as-sieme alla quale stiamo attivamentelottando per salvare i denti da lei credutipersi fino a qualche settimana fa... quei mil-limetri che misuro sulla mia sonda parodon-tale assumono un valore dimensionaledifferente e io sono subito più felice! Chissàse con quel sorriso la nostra amica volevadarci riscontro di quello che noi ci chie-diamo? Io credo di si! Dottoressa, chiedo allaCollega Igienista: “ Come era il controllo odierno della placcabatterica? che tipo di placca c’era?”

C- “Dottoressa, direi che siamo andate be-nissimo!!! Oggi abbiamo un FMPS del 12%e sono molto fiera della nostra pazienteche ovviamente deve continuare cosi,senza abbassare mai la guardia!”

S- Esco dalla sala operativa contenta,guardo sul monitor il mio planning quoti-diano e realizzo che non tutti i Pazienti sonouguali così come non tutti gli Studi Odonto-iatrici e le modalità operative. Devo infattivedere una urgenza, un Paziente conoscentedi un caro amico: la prima comunicazionecon la Segreteria ha identificato un Soggettomolto esigente e molto sicuro di sé, un ingegnere; attenzione Silvia, è necessario impostarsi su una differente modalità di comunicazione. Ritengo di essere in grado di rapportarmi abbastanza bene con il pros-simo, non fatico a trovare la parola giusta almomento giusto, ma sono certa che in certicasi qualche stratagemma in più vada sco-vato. É sì, perché a seconda del Pazientedobbiamo assolutamente essere in grado diporci a un livello comunicativo efficace. Dico dobbiamo perché non solo dobbiamoessere in grado di farlo noi Odontoiatri maassieme a noi anche i Colleghi Igienisti etutto il personale che lavora con noi in assi-stenza e in segreteria. Chissà di là Camilla con chi sta parlandoora? Magari invece zitta zitta starà scovandoquel pezzettino di tartaro con il suo amatomicroscopio là in fondo a quella tasca. La-sciamola tranquilla!Mezz’ora dopo concludo il mio colloquio con

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l’Ingegnere; sapete ama sciare e c’è stato su-bito un grande feeling; mezz’ora dopo Ca-milla conclude la sua seduta di terapia nonchirurgica e sorridenti ci ritroviamo a bere uncaffè.“Sei riuscita a strumentare senza anestesia?”

C- “Fortunatamente era disponibile il dot-tor Brambilla e con un goccio di anestesiasono riuscita a decontaminare corretta-mente tutte le tasche profonde: preferiscolavorare bene senza dare troppo discom-fort; ho anche visto il signor Mario e ho ese-guito il controllo degli impianti: la prossimavolta va programmato un appuntamentocongiunto perché dobbiamo smontare laprotesi scheletrica avvitata, eseguire uncontrollo radiografico e valutare attenta-mente sondaggi ed eventuale sanguina-mento: quel paziente dice di aver smessodi fumare, ma non ne sono assolutamenteconvinta!”

S- “Vedrai a breve in appuntamento per lafase diagnostica un Ingegnere: non avrai vitafacile perché io l’ho conquistato parlando dimontagna, se proverà a fare lo stesso con telo perdiamo! So che sei piena di risorse, si-curamente tutti gli indici e i numeri che ti

vedrà segnare verranno da lui rielaborati conchissà quali conclusioni, ma la tua abilitàdialettica lo indirizzerà verso il cambia-mento di attenzione al problema delle suegengive. Sai che ti dico… io vado ad allenarmi.”

C- “D’accordo cercherò la modalità giustaper approcciarmi anche con l’Ingegnere. Leinon lo sa, ma anche se non pratico sportinvernali e sport in generale in montagnafrequento molte baite e ristoranti e misono appassionata di cucina tipica locale! A fine giornata le mando una mail di ag-giornamento di tutti i Pazienti del mioplanning odierno così non perdiamo alcundettaglio. Buona serata Silvia e non si allenitroppo!”

Silvia A. MasieroCamilla Donghi

Soci Attivi e... •

Carlo Poggio,Socio Attivodella SIdP, èstato elettoPres idente

Eletto della Accademia Italiana diOdontoiatria Protesica (AIOP) per il biennio2017-18, e ne sarà Presidente per il biennio2019-20.Dopo Maurizio Zilli (2011-13) e Leo Biscaro(2014-15) si rinnova e si rinforza la tradi-zione di SIdP, luogo di formazione e di cre-scita di colleghi che assurgono a ruolidirigenziali prestigiosi. “AIOP ha una lunga tradizione di collabo-razione e rapporti istituzionali con SIdP, edè decisamente mio desiderio mantenerli epromuoverli. Le due Società hanno piùvolte negli anni svolto incontri condivisi (ilprimo che io ricordi credo nel 1994 a Riminiinsieme anche a SIDO), l’ultimo lo scorsoanno a Riccione (Leaders’ Forum 2015)”.A Carlo vanno gli auguri più sinceri di buonlavoro •

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Backstage •a cura di Michele Posadinu

Direttivo e...direttrice Commissione culturale per voi Corso annuale per Odontoiatri

Corso annuale per Igienisti dentali SIdP in Rai SIdP Giovani e non

SIdP per l’Africa SIdP a Baveno Campioni e vice campioni

Agundide L'angolo del papillon La voglia di scherzare non ci manca!

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Mama take this badge off of meI can’t use it anymore.It’s gettin’ dark, too dark for me to seeI feel like I’m knockin’ on heaven’s door.

Knock, knock, knockin’ on heaven’s doorKnock, knock, knockin’ on heaven’s doorKnock, knock, knockin’ on heaven’s doorKnock, knock, knockin’ on heaven’s door

Mama put my guns in the groundI can’t shoot them anymore.That long black cloud is comin’ downI feel like I’m knockin’ on heaven’s door.

Knock, knock, knockin’ on heaven’s doorKnock, knock, knockin’ on heaven’s doorKnock, knock, knockin’ on heaven’s doorKnock, knock, knockin’ on heaven’s door

How many roads must a man walk downBefore you call him a man?Yes, ‘n’ how many seas must a white dove sailBefore she sleeps in the sand?Yes, ‘n’ how many times must the cannon balls flyBefore they’re forever banned?The answer, my friend, is blowin’ in the wind,The answer is blowin’ in the wind.

How many times must a man look upBefore he can see the sky?Yes, ‘n’ how many ears must one man haveBefore he can hear people cry?Yes, ‘n’ how many deaths will it take till he knowsThat too many people have died?The answer, my friend, is blowin’ in the wind,The answer is blowin’ in the wind.

How many years can a mountain existBefore it’s washed to the sea?Yes, ‘n’ how many years can some people existBefore they’re allowed to be free?Yes, ‘n’ how many times can a man turn his head,Pretending he just doesn’t see?The answer, my friend, is blowin’ in the wind,The answer is blowin’ in the wind.

Mamma toglimi questo distintivonon posso più usarlo

si sta facendo scuro, troppo scuro per vederemi sembra di bussare alle porte del cielo

Busso busso busso alle porte del cieloBusso busso busso alle porte del cieloBusso busso busso alle porte del cieloBusso busso busso alle porte del cielo

Mamma seppellisci le mie pistole nella terranon posso più sparare

quella lunga nuvola nera sta scendendomi sembra di bussare alle porte del cielo

Busso busso busso alle porte del cieloBusso busso busso alle porte del cieloBusso busso busso alle porte del cieloBusso busso busso alle porte del cielo

Quante strade deve percorrere un uomoprima che lo si possa chiamare uomo?

Sì, e quanti mari deve sorvolare una bianca colombaprima che possa riposare nella sabbia?

Sì, e quante volte le palle di cannone dovranno volareprima che siano per sempre bandite?

La risposta, amico, sta soffiando nel ventoLa risposta sta soffiando nel vento

Quante volte un uomo deve guardare verso l’altoprima che riesca a vedere il cielo?

Sì, e quante orecchie deve avere un uomoprima che possa ascoltare la gente piangere?

Sì, e quante morti ci vorranno perchè egli sappiache troppe persone sono morte?

La risposta, amico, sta soffiando nel ventoLa risposta sta soffiando nel vento

Quanti anni può esistere una montagnaprima di essere spazzata fino al mare?Sì, e quanti anni la gente deve vivere

prima che possa essere finalmente libera?Sì, e quante volte un uomo può voltare la testa

fingendo di non vedere?La risposta, amico, sta soffiando nel vento

La risposta sta soffiando nel vento

KNOCKIN’ ON HEAVEN’S DOOR

BLOWIN’ IN THE WIND

SOFFIANEL VENTO

BUSSANDO ALLEPORTE DEL CIELO

parole e musica

Bob Dylan

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Sidppunto•Marzo 2017 - N. 3••• in•

Consiglio DirettivoPresidente: Dott. Claudio GATTIPresidente Eletto: Prof. Mario AIMETTIVice Presidente: Prof. Giulio RASPERINITesoriere: Dott. Luca LANDISegretario: Dott. Francesco CAIRO

Collegio dei ProbiviriDott. Mauro MERLIDott. Gianfranco CARNEVALEProf. Antonio CARRASSIProf. Luca FRANCETTI (supplente)Dott. Alberto FONZAR (supplente)

Commissione Culturale Dott. Nicola Marco SFORZA (Coordinatore)Dott. Alberto FONZAR Prof. Filippo GRAZIANI Dott. Stefano PARMA BENFENATIProf. Andrea PILLONIRappresentante Igienisti Dentali: Dott.ssa Silvia BRESCIANO

Commissione Accettazione Soci Attivi Dott. Mario ROCCUZZO (Coordinatore)Dott. Diego CAPRIDott. Gianfranco CARNEVALEDott. Rodolfo GIANSERRAProf. Leonardo TROMBELLIDott. Roberto ROTUNDO (supplente)Dott. Alberto FONZAR (supplente)

Società Italiana di Parodontologia e Implantologia2016 – 2017

Commissione Scientifica Dott.ssa Claudia DELLAVIA (Coordinatore)Dott. Piero CASAVECCHIAProf. Luca RAMAGLIA Dott. Maurizio SILVESTRI Dott.ssa Martina STEFANINI

Commissione Editoriale Dott. Alessandro CREA (Coordinatore)Dott. Raffaele CAVALCANTIDott.ssa Silvia Anna MASIERO Dott. Dario MILANODott. Antonio RUPE Rappresentante Igienisti Dentali: Dott.ssa Elisa PIEROZZI

EFP-Membri RappresentantiProf. Filippo GRAZIANIProf. Mario AIMETTI

CIC-Membri RappresentantiDott. Gianfranco CARNEVALE (Rappresentante)

Dott. Rodolfo GIANSERRA (Rappresentante supplente)

SegreteriaSede Operativa:Viale dei Mille, 9 - 50131 FirenzeTel. 055 5530142 Fax 055 2345637E-mail: [email protected]

www.sidp.itSpazio Aperto: scrivi a [email protected]

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